due spiccioli tutto quanto aveva per vivere. · Egli lo descrisse come un vecchio venerando, con la...

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www.sanpiodecimoloano.it Parrocchia San Pio X Loano Ed.4 n°1330 ≈ Parrocchia San Pio X Loano Domenica 11 Novembre 2018 “QUESTA VEDOVA, NELLA SUA POVERTÀ, HA DATO TUTTO QUELLO CHE AVEVA” Protagoniste della Parola di Dio, questa domenica, sono due vedove: una di Zarepta di Sidone che dona quanto ha, ad Elia il profeta; l’altra nel tempio, osservata da Gesù, mette due spiccioli nel tesoro, tutto quanto aveva per vivere. La vedova di Zarepta, pur essendo agli sgoccioli delle sue risorse, si fida del profeta Elia e della sua Parola, donando il primo pane a lui. La vedova del vangelo è un personaggio del tutto marginale: nessuno la avrebbe notata, e tantomeno avrebbe compreso il suo piccolo gesto, due spiccioli in elemosina, se Gesù non lo avesse fatto notare ai suoi discepoli: “In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri”. Gli altri hanno gettato il superfluo, anzi parte del loro superfluo. La vedova invece vi ha messo tutto quanto aveva per vivere. Come a dire: ha posto la sua vita nelle mani di Dio! Gesù ama i poveri, li chiama beati, felici: perché non hanno nulla su cui contare, se non Dio solo. Nello stesso tempo Gesù è severo e sferzante dei “maestri” che si pavoneggiano con le loro vesti, nel ricevere saluti e inchini dalla gente, nel suono delle ricche monete che gettano nel tesoro del tempio, nella mania di farsi vedere in preghiera, e desiderosi di applausi occupano i primi posti. Questa avidità è ipocrita, e succhia la sua linfa dai poveri e dalle vedove: “Essi riceveranno una condanna più severa”. I discepoli sono chiamati ancora una volta a stare dalla parte dei piccoli e a non desiderare applausi, ma essere sempre pronti nel servizio. Oggi viene a visitare la nostra parrocchia il Consiglio Diocesano dell’Azione Cattolica. È un gesto molto bello e segno di unità e di famiglia. L’Azione Cattolica è una famiglia che nella Diocesi e nella parrocchia dona un tocco positivo. Non sono i più bravi quelli dell’Azione Cattolica. Sono coloro che hanno deciso di dare una mano a tutta la comunità a costruire la chiesa. “C’è tanto bisogno di testimoni”, e il Consiglio Diocesano è vento a dirci: Coraggio, vi siamo vicini. Grazie e buona domenica a tutti. Don Luciano

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www.sanpiodecimoloano.it Parrocchia San Pio X Loano

Ed.4 n°1330 ≈ Parrocchia San Pio X ≈ Loano ≈ Domenica 11 Novembre 2018

“QUESTA VEDOVA, NELLA SUA POVERTÀ, HA DATO TUTTO QUELLO CHE AVEVA”

Protagoniste della Parola di Dio, questa domenica, sono due vedove: una di Zarepta di Sidone che dona quanto ha, ad Elia il profeta; l’altra nel tempio, osservata da Gesù, mette due spiccioli nel tesoro, tutto quanto aveva per vivere. La vedova di Zarepta, pur

essendo agli sgoccioli delle sue risorse, si fida del profeta Elia e della sua Parola, donando il primo pane a lui. La vedova del vangelo è un personaggio del tutto marginale: nessuno la avrebbe notata, e tantomeno avrebbe compreso il suo piccolo gesto, due spiccioli in elemosina, se Gesù non lo avesse fatto notare ai suoi discepoli: “In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri”. Gli altri hanno gettato il superfluo, anzi parte del loro superfluo. La vedova invece vi ha messo tutto quanto aveva per vivere. Come a dire: ha posto la sua vita nelle mani di Dio! Gesù ama i poveri, li chiama beati, felici: perché non hanno nulla su cui contare, se non Dio solo. Nello stesso tempo Gesù è severo e sferzante dei “maestri” che si pavoneggiano con le loro vesti, nel ricevere saluti e inchini dalla gente, nel suono delle ricche monete che gettano nel tesoro del tempio, nella mania di farsi vedere in preghiera, e desiderosi di applausi occupano i primi posti. Questa avidità è ipocrita, e succhia la sua linfa dai poveri e dalle vedove: “Essi riceveranno una condanna più severa”. I discepoli sono chiamati ancora una volta a stare dalla parte dei piccoli e a non desiderare applausi, ma essere sempre pronti nel servizio.

Oggi viene a visitare la nostra parrocchia il Consiglio Diocesano dell’Azione Cattolica. È un gesto molto bello e segno di unità e di famiglia. L’Azione Cattolica è una famiglia che nella Diocesi e nella parrocchia dona un tocco positivo. Non sono i più bravi quelli dell’Azione Cattolica. Sono coloro che hanno deciso di dare una mano a tutta la comunità a costruire la chiesa. “C’è tanto bisogno di testimoni”, e il Consiglio Diocesano è vento a dirci: Coraggio, vi siamo vicini. Grazie e buona domenica a tutti.

Don Luciano

Oggi è la festa di San Martino Vescovo, patrono di Toirano.

Oggi Viene a visitarci il Consiglio Diocesano dell’Azione Cattolica alla Messa delle 11.00

Mercoledì 14 novembre: ore 16.30 incontro degli adulti di A.C. in sacrestia ore 21.00: Gruppo Biblico sul Qoelet Giovedì 15 novembre: ore 21.00: gruppo giovani: il corpo tempio dello Spirito Venerdì 16 novembre: ore 21.00 cantoria Sabato 17 novembre: ore 14.30 canti ore 15.00 gruppi ore 16.00 attività-Scout-gioco Domenica 18 novembre: terza domenica del mese: “GIORNATA DEI POVERI” raccogliamo le offerte con le buste per i lavori della Parrocchia.

Alle porte della chiesa abbiamo esposto una piccola, ma significativa iniziativa: UN GOMITOLO DI LANA. In qualche nostro cassetto è rimasto qualche gomitolo di lana: possiamo portarlo in chiesa nel cesto vicino alla sacrestia. I volontari del Centro Auser lo trasformeranno in un indumento utile a bambini del Burundi che vivono a 2400 metri.

Grazie.

Incominciamo a scrivere articoli per il giornale di Natale e li inviamo alla Parrocchia [email protected]

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__________________________________________________________________________ Perché si dice: “Appendere … al chiodo”

In genere si usa l'espressione “appendere… al chiodo” per indicare che una persona si è ritirata da un'attività agonistica ma, per estensione, si può utilizzare per qualsiasi tipo di attività, scegliendo opportunamente il ferro del mestiere da inserire al posto dei puntini. L'oggetto viene appeso al chiodo per indicare che non servirà più. Spesso l'espressione è usata quando non ci si sente più idonei a continuare quell'attività (e non solo nel senso che si smette di farla). Si può (a livello figurato) appendere al chiodo davvero qualsiasi cosa. Spesso si pensa di conoscere bene l'origine di questa espressione, perché la versione più nota è quella delle scarpe, cioè di uno sportivo che le appende (fisicamente) al

chiodo dopo aver smesso di competere. L'origine di questa espressione risale infatti a un'usanza seguita dagli antichi gladiatori. Quando venivano liberati dedicavano le loro armi al Dio Ercole appendendole alle pareti di un tempio a lui intitolato. Se però inserite “cappello”, ottenere un'espressione che ha un suo significato specifico. Appendere il cappello al chiodo significa infatti stabilirsi in un luogo e non andarsene più. In genere si riferisce a una persona che si sistema più o meno stabilmente in casa d'altri (soprattutto se è un uomo che corteggia una donna in casa sua facendosi mantenere da lei). Viene quindi usato nel senso di sposarsi convenientemente, sistemarsi. Un altro significato di questa espressione è assicurarsi un diritto (anche minimo) da rivendicare nel tempo. L'espressione viene da una favola in cui un uomo, costretto a vendere la sua casa, si riservò la proprietà su un chiodo su una parete su cui appese un vecchio cappello. Quando l'uomo poté ricomprarsi la sua casa, gli venne chiesto un prezzo esorbitante, quindi sembrò desistere, ma continuò ogni giorno a mettere il cappello sul chiodo. Alla fine esasperò i proprietari riuscendo a comprare la casa a condizioni accettabili. ___________________________________________________________________________

Chi volesse ricevere tutte le settimane sulla propria email il Toto a colori,

mandi l’indirizzo di posta elettronica a: [email protected]

Ciao a tutti, ieri pomeriggio, come ogni sabato, ci siamo ritrovati nella nostra cara

Parrocchia!!

L’attività pomeridiana è iniziata con i canti, un momento di preparazione alla S.Messa di

oggi, guidati dalle bellissime voci di Carlotta e Suor Lina. Successivamente ci siamo divisi

nei gruppi per fare le attività di A.C.R. e catechismo. I più piccoli hanno parlato

dell’anno liturgico, mentre il gruppo 9-11 anni ha riflettuto sulle beatitudini. Abbiamo

poi riunito i gruppi del catechismo in salone per poi dividerci in squadre. Abbiamo fatto

un bel gioco a tappe il cui tema era la cucina!!! Nella prima tappa dovevano creare la loro

ricetta e portare gli ingredienti scritti sui foglietti da una parte all’altra del salone.

Nella seconda tappa con un vassoio dovevamo superare un percorso ad ostacoli senza far

cadere i bicchieri di plastica. Nell’ultima tappa dovevano rispondere a delle domande

sulla cucina. Abbiamo concluso la giornata con un buonissimo panino alla nutella, la miglior

merenda per saziare i nostri appetiti!!!!

Vi aspettiamo sabato prossimo.

P.S. SONO PARTITE LE ISCRIZIONE PER LA TESSERA DELL’ A.C.R !!

ISCRIVETEVI :D

___________________________________________________________________________ I Santi: “SAN RENATO” (12 novembre)

Ecco una figura di Santo che è il risultato, per usare un termine di attualità, di una " collaborazione internazionale ". E' formata infatti dalla sovrapposizione di due leggende, una fiorita in Francia, l'altra in Italia, a Sorrento. La diocesi di Sorrento, ricordava tra i suoi pastori dei primi secoli un Vescovo di nome Renato. Un giorno, nel IX secolo, questo antico personaggio era apparso in visione a Sant'Antonino Abate, patrono di Sorrento, in una grotta dov'egli viveva come eremita. Egli lo descrisse come un vecchio venerando, con la testa calva e una gran barba a cornice del volto rugoso. In Francia, d'altra parte, nella città di Angers, si raccontava la colorita storia di quanto era accaduto a San Maurilio, Vescovo del V secolo. Chiamato per assistere un bambino moribondo, il Vescovo si attardò in Chiesa per una funzione, e quando giunse alla casa del bambino, lo trovò già morto, prima di aver ricevuto il Battesimo. Sentendosi responsabile di quella perdita, il Vescovo Maurilio volle espiarla severamente. Lasciò in se-greto Angers e s'imbarcò su una nave. Giunto in alto mare, gettò alle onde le chiavi del tesoro della cattedrale. Giunto in Inghilterra, s'impegnò come giardiniere reale. Intanto i fedeli lo cercavano, e un giorno, nel fegato di un grosso pesce, ritrovarono le chiavi gettate dal Vescovo. Seguendo quella traccia, giunsero in Inghilterra e riconobbero il Vescovo nelle vesti del giardiniere. Lo convinsero a ritornare ad Angers, e qui giunto il Vescovo si recò a pregare sulla tomba dei bambino morto senza Battesimo. Pregò a lungo, con affettuosa commozione. Ad un tratto le zolle si ruppero, e dalla fossa si levò sorridendo il bambino, fresco come i fiori cresciuti sopra la sepoltura. Quel bimbo prodigiosamente resuscitato era anch'egli destinato alla santità. Visse accanto al Vescovo, gli successe sulla cattedra di Angers, e fu San Renato, in francese re-né, cioè nato di nuovo.

Pace e gioia Lucio Telese ___________________________________________________________________________