Due eterni innamorati del loro Oltrepo

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Rubriche 14 ottobre 2009 14 INFORMATORE LOMELLINO INFORMATORE LOMELLINO Ci è parso giusto aprire la rubrica parlan- do di un personaggio che per stile, cultura e mentalità fu un vero innovatore. Cono- sciuto in tutto il Paese, amato e odiato, grazie all’inventiva e alla padronanza della lingua italiana, è da molti considerato co- lui che più di tutti ha influenzato il gior- nalismo sportivo italiano del ventesimo secolo. Così amava presentarsi: “Il mio vero nome è Giovanni Luigi Bre- ra. Sono nato l’8 settembre 1919 a San Zenone, in Provincia di Pavia, e cresciuto brado o quasi tra boschi, rive e mollen- ti(...). Io sono padano di riva e di golena, di boschi e di sabbioni. E mi sono scoperto figlio legittimo del Po”. Così Gianni Brera presentava sé stesso in uno dei suoi scritti più riusciti: “Se Po c’è ancora”, nel quale si faceva cronista della propria infanzia e della millenaria storia padana. Gioânnbrerafucarlo, come amava talvolta firmarsi, é stato il più famoso gior- nalista sportivo italiano. Ha lavorato per testate quali Il Guerin Sportivo, Il Giorno, Il Giornale, la Repubblica. Amato o odia- to, ha scritto anche libri di atletica leggera, calcio, ciclismo, gastronomia, divertendo e commuovendo lettori di ogni età. Quello del calcio resta l’orto che più ha coltivato ma parlava saggiamente di tutto, senza paura di ricorrere a umori e pregiudizi. “Veniva voglia di dargli ragione anche quando aveva torto” - ha scritto qualcuno - perché leggerlo “era come discutere con un amico”. Brera, col suo miscuglio di passionalità controllata e d’ironia, forzava alla simpa- tia e al rispetto. Scrittore truccato da cro- nista, utilizzò la giovanile frequentazione della letteratura quale tecnica per affretta- re i tempi del giornalismo. Inventò così un linguaggio nuovo, colorato ed espressivo. Possedeva il gusto del ritratto proprio al narratore e la fantasia ludica del poeta ( chi è nato sul Po è “autorizzato a spendere fantasie”). Fu un infaticabile inventore di neolo- gismi e molte voci del volume “Parole degli anni Novanta” ( del professor An- tonio Stella, Rettore dell’Università degli Studi di Pavia) sono frutto del genio dei suoi polpastrelli. Sigarette, sigari e pipa gli fornivano “il pretesto d’un’indispen- sabile ginnastica polmonare” ed attribui- va alla nicotina “sicure virtù curative”. Esperto di gastronomia, degustare vino era per lui il miglior modo per esorciz- zare l’atavica paura di aver sete. L’Acqua però non era il suo forte e al sofisticato vino francese ( “è come baciare una donna troppo truccata”), preferiva il nettare del- le sue amate colline pavesi, Barbacarlo in primis. Gianni era nato nel 1919 a Pianariva poco distante da S. Zenone Po, e da vero Princi- pe della Zolla, come amava definirsi, vis- se i suoi primi anni in simbiosi stretta col fiume. I colori, le increspature dell’acqua, le sabbie, gli uccelli e i pesci furono la sua vera matrice. Storico fu il suo battesimo, l’approccio con il suo Grande padre: la prima, peri- colosa, traversata da sponda a sponda del Grande Fiume, che oggi ci viene traman- data oralmente da colui che fu grande amico e lettore di Brera, nonché storico produttore di Barbacarlo nelle colline si- tuate vicino a Broni: Lino Maga. Mi acco- glie con un grande sorriso quando giungo a casa sua, una sorta di casa museo stra- ripante di cimeli che parlano “degli anni in cui si andava al fiume in compagnia, la domenica oppure a Ferragosto: chi porta- L’itinerario: I luoghi di Gianni Brera Il produttore del celebre Barbacarlo, grande amico dello scrittore e giornalista scomparso, racconta gli aspetti Lino Maga e Gianni Brera: la storia di La proposta di un viaggio alla riscoperta dei luoghi che Brera cantò nei suoi scritti, tra cui Percorso da effettuarsi in bicicletta o in macchina : In bicicletta (con partenza Pavia): • Distanza in Km.: 54 • Difficoltà: leggera • Tipo di percorso: pianeggiante • Punti di sosta: La stalla del Coriggio loc. Case Sparse Nord 4 Stradella – tel 0385/277455 • Ci piace: La chiesetta di San Giacomo della Cerreta – La via francigena In macchina (partenza da Mortara): • Distanza in Km: 131 • Tipo di percorso: pianeggiante • Dove mangiare: Hosteria dei Pescatori, loc. S. Pietro, 13 – Portalbera – tel. 0385/266085 • Da vedere: Il castello di Belgioioso - Il museo della fisarmonica a Stradella Per informazioni, noleggio bici, cartine, etc... ETERIADREAMS Via L. Maestri, 13 27100 Pavia Tel. 0382/579068 www.eteriadreams.eu va il vino, chi il salame e chi cucinava le alborelle”.... Quasi si commuove nel men- zionare colui che fu “un grande amico, un compagno di tante scampagnate”. Ripren- de fiato, si asciuga gli occhi e mi passa un libro dicendomi: “Questo era lui con i fiu- me”. E io non posso fare altro che leggere testualmente: “Po lambiva troppe colline da vino per non essere pericolosamente ubriaco qual- che volta. La verità è che Po è un fiume incostante e capriccioso. Da vero vaga- bondo ubriaco si butta ora contro una riva ora contro l’altra: se trova molle corrode e porta via; se trova duro, il filo di corrente piega con largo giro contro la riva opposta e si scava un nuovo letto abbandonando quello precedente. Se la tua proprietà è sulla riva che il Po incomincia a corrodere, ben presto non hai più un metro di terra e diventi povero e strapelato; se da questa tua riva viene respinto, prima si lascia die- tro una lanca e poi, alla prossima piena un sabbione che si aggiunge alla tua proprietà e ti rende ricco anche di boschi. Quando ti ritieni ricco, una nuova piena arriva rombando e Po si riprende tutto, lasciandoti disperato. È per questi motivi che gli abitanti delle rive del Po non sono propensi ad amare il loro dispotico pa- dre e ne hanno una paura porca.” Amore e orgoglio per un padre che sapeva, poter essere, anche traditore, furono ispiratori di scritti,di romanzi dove il fiume era sem- pre, vero protagonista, il più delle volte pericoloso;amore e riverente paura si mi- schiavano nel cuore di Gianni Brera quan- do andava con la mente a rivedere gli anni della sua vita vicino al Po. Anni trascorsi nel suo duro, intenso lavoro di pubblicista e in momenti di gaia spensieratezza, di- videndo con gli amici più cari i ricordi di eventi sportivi di cui era puntuale ed effi- cace commentatore. L’allegra brigata si radunava allora alla tavola di qualche celebre osteria per gu- stare ottimi cibi ed ottimi vini di cui Gian- ni era grande, impareggiabile estimatore. Amava dire, citando il filosofo, “l’uomo è ciò che mangia” e da grande “mangiatore padano” riusciva, in queste occasioni a creare dei perfetti momenti di cultura. Con gli amici Luigi Veronelli e Adriano Rave- gnani gli era facile esaltare i piatti delle sua cucina padana. È vero è una cucina nata apparentemente povera, ma ora ricono- sciuta come una delle migliori del mondo; e che dire dei vini? Onesti, squisiti, sintesi estrema del carattere di padre Po che in- fonde gaiezza e ne trae bizzarro carattere. Ho recuperato parte di una lettera che lo stesso Luigi Veronelli scrisse nel 1974, in occasione dell’uscita del libro di Adriano Ravegnini dal titolo “I vini dell’Oltrepo Pa- vese”, di cui Gianni Brera scrisse la prefa- zione. Veronelli fornisce questa personale interpretazione dei vini oltre padani: “Invidio, caro Adriano, la tua lunga cor- sa - se può chiamarsi corsa questa tua che esige lunghe e meditate soste in assaggi - per i vini dell’Oltrepò. Li ho «cercati» anch’io, un tempo. Ed ogni poco li ritrovo: salgo i colli partigiani e ne ho puntuali rivincite: davvero i con- tadini oppongono la Barbera e la Croatina (vi è, nei due nomi, come una violenza e ti esalta; scrivi Bonarda e sdilinquisci; smi- sura almeno la rabbia in corpo) ai dissen- nati propositi della macchina. Capisci allora perche vedo con qualche dispetto la facile esaltazione dei bianchi - Pinot e Riesling quasi sempre - e preferi- sco, d’Oltrepò, i vini rossi. Vini, i rossi, di “...un Po i l Ticino”

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Giovanni Brera

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Ci è parso giusto aprire la rubrica parlan-do di un personaggio che per stile, cultura e mentalità fu un vero innovatore. Cono-sciuto in tutto il Paese, amato e odiato, grazie all’inventiva e alla padronanza della lingua italiana, è da molti considerato co-lui che più di tutti ha influenzato il gior-nalismo sportivo italiano del ventesimo secolo. Così amava presentarsi:

“Il mio vero nome è Giovanni Luigi Bre-ra. Sono nato l’8 settembre 1919 a San Zenone, in Provincia di Pavia, e cresciuto brado o quasi tra boschi, rive e mollen-ti(...). Io sono padano di riva e di golena, di boschi e di sabbioni. E mi sono scoperto figlio legittimo del Po”.

Così Gianni Brera presentava sé stesso in uno dei suoi scritti più riusciti: “Se Po c’è ancora”, nel quale si faceva cronista della propria infanzia e della millenaria storia padana. Gioânnbrerafucarlo, come amava talvolta firmarsi, é stato il più famoso gior-nalista sportivo italiano. Ha lavorato per testate quali Il Guerin Sportivo, Il Giorno, Il Giornale, la Repubblica. Amato o odia-to, ha scritto anche libri di atletica leggera, calcio, ciclismo, gastronomia, divertendo e commuovendo lettori di ogni età. Quello del calcio resta l’orto che più ha coltivato ma parlava saggiamente di tutto, senza paura di ricorrere a umori e pregiudizi.

“Veniva voglia di dargli ragione anche quando aveva torto” - ha scritto qualcuno - perché leggerlo “era come discutere con un amico”.

Brera, col suo miscuglio di passionalità controllata e d’ironia, forzava alla simpa-tia e al rispetto. Scrittore truccato da cro-nista, utilizzò la giovanile frequentazione della letteratura quale tecnica per affretta-re i tempi del giornalismo. Inventò così un linguaggio nuovo, colorato ed espressivo. Possedeva il gusto del ritratto proprio al narratore e la fantasia ludica del poeta ( chi è nato sul Po è “autorizzato a spendere fantasie”).

Fu un infaticabile inventore di neolo-gismi e molte voci del volume “Parole degli anni Novanta” ( del professor An-tonio Stella, Rettore dell’Università degli Studi di Pavia) sono frutto del genio dei suoi polpastrelli. Sigarette, sigari e pipa gli fornivano “il pretesto d’un’indispen-sabile ginnastica polmonare” ed attribui-va alla nicotina “sicure virtù curative”. Esperto di gastronomia, degustare vino era per lui il miglior modo per esorciz-zare l’atavica paura di aver sete. L’Acqua però non era il suo forte e al sofisticato vino francese ( “è come baciare una donna troppo truccata”), preferiva il nettare del-le sue amate colline pavesi, Barbacarlo in primis.

Gianni era nato nel 1919 a Pianariva poco distante da S. Zenone Po, e da vero Princi-pe della Zolla, come amava definirsi, vis-se i suoi primi anni in simbiosi stretta col fiume. I colori, le increspature dell’acqua, le sabbie, gli uccelli e i pesci furono la sua vera matrice.

Storico fu il suo battesimo, l’approccio con il suo Grande padre: la prima, peri-colosa, traversata da sponda a sponda del Grande Fiume, che oggi ci viene traman-data oralmente da colui che fu grande amico e lettore di Brera, nonché storico produttore di Barbacarlo nelle colline si-tuate vicino a Broni: Lino Maga. Mi acco-glie con un grande sorriso quando giungo a casa sua, una sorta di casa museo stra-ripante di cimeli che parlano “degli anni in cui si andava al fiume in compagnia, la domenica oppure a Ferragosto: chi porta-

L’itinerario: I luoghi di Gianni Brera

Il produttore del celebre Barbacarlo, grande amico dello scrittore e giornalista scomparso, racconta gli aspetti

Lino Maga e Gianni Brera: la storia di La proposta di un viaggio alla riscoperta dei luoghi che Brera cantò nei suoi scritti, tra cui

Percorso da effettuarsi in bicicletta o in macchina :In bicicletta (con partenza Pavia):• Distanza in Km.: 54• Difficoltà: leggera• Tipo di percorso: pianeggiante• Punti di sosta: La stalla del Coriggio loc. Case Sparse Nord 4 Stradella – tel 0385/277455• Ci piace: La chiesetta di San Giacomo della Cerreta – La via francigenaIn macchina (partenza da Mortara):• Distanza in Km: 131• Tipo di percorso: pianeggiante• Dove mangiare: Hosteria dei Pescatori, loc. S. Pietro, 13 – Portalbera – tel. 0385/266085• Da vedere: Il castello di Belgioioso - Il museo della fisarmonica a Stradella

Per informazioni, noleggio bici, cartine, etc...ETERIADREAMSVia L. Maestri, 1327100 PaviaTel. 0382/579068www.eteriadreams.eu

va il vino, chi il salame e chi cucinava le alborelle”.... Quasi si commuove nel men-zionare colui che fu “un grande amico, un compagno di tante scampagnate”. Ripren-de fiato, si asciuga gli occhi e mi passa un libro dicendomi: “Questo era lui con i fiu-me”. E io non posso fare altro che leggere testualmente:

“Po lambiva troppe colline da vino per non essere pericolosamente ubriaco qual-che volta. La verità è che Po è un fiume incostante e capriccioso. Da vero vaga-bondo ubriaco si butta ora contro una riva ora contro l’altra: se trova molle corrode e porta via; se trova duro, il filo di corrente piega con largo giro contro la riva opposta e si scava un nuovo letto abbandonando quello precedente. Se la tua proprietà è sulla riva che il Po incomincia a corrodere, ben presto non hai più un metro di terra e diventi povero e strapelato; se da questa tua riva viene respinto, prima si lascia die-tro una lanca e poi, alla prossima piena un sabbione che si aggiunge alla tua proprietà e ti rende ricco anche di boschi.

Quando ti ritieni ricco, una nuova piena arriva rombando e Po si riprende tutto, lasciandoti disperato. È per questi motivi che gli abitanti delle rive del Po non sono propensi ad amare il loro dispotico pa-dre e ne hanno una paura porca.” Amore e orgoglio per un padre che sapeva, poter essere, anche traditore, furono ispiratori di scritti,di romanzi dove il fiume era sem-pre, vero protagonista, il più delle volte pericoloso;amore e riverente paura si mi-schiavano nel cuore di Gianni Brera quan-do andava con la mente a rivedere gli anni della sua vita vicino al Po. Anni trascorsi nel suo duro, intenso lavoro di pubblicista e in momenti di gaia spensieratezza, di-videndo con gli amici più cari i ricordi di eventi sportivi di cui era puntuale ed effi-cace commentatore.

L’allegra brigata si radunava allora alla tavola di qualche celebre osteria per gu-stare ottimi cibi ed ottimi vini di cui Gian-ni era grande, impareggiabile estimatore. Amava dire, citando il filosofo, “l’uomo è ciò che mangia” e da grande “mangiatore padano” riusciva, in queste occasioni a creare dei perfetti momenti di cultura. Con gli amici Luigi Veronelli e Adriano Rave-gnani gli era facile esaltare i piatti delle sua cucina padana. È vero è una cucina nata apparentemente povera, ma ora ricono-sciuta come una delle migliori del mondo; e che dire dei vini? Onesti, squisiti, sintesi estrema del carattere di padre Po che in-fonde gaiezza e ne trae bizzarro carattere. Ho recuperato parte di una lettera che lo stesso Luigi Veronelli scrisse nel 1974, in occasione dell’uscita del libro di Adriano Ravegnini dal titolo “I vini dell’Oltrepo Pa-vese”, di cui Gianni Brera scrisse la prefa-zione. Veronelli fornisce questa personale interpretazione dei vini oltre padani:

“Invidio, caro Adriano, la tua lunga cor-sa - se può chiamarsi corsa questa tua che esige lunghe e meditate soste in assaggi -per i vini dell’Oltrepò.

Li ho «cercati» anch’io, un tempo. Ed ogni poco li ritrovo: salgo i colli partigiani e ne ho puntuali rivincite: davvero i con-tadini oppongono la Barbera e la Croatina (vi è, nei due nomi, come una violenza e ti esalta; scrivi Bonarda e sdilinquisci; smi-sura almeno la rabbia in corpo) ai dissen-nati propositi della macchina.

Capisci allora perche vedo con qualche dispetto la facile esaltazione dei bianchi - Pinot e Riesling quasi sempre - e preferi-sco, d’Oltrepò, i vini rossi. Vini, i rossi, di

“...un Po

il Ticino”

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mani fatte vere, usurate dalla fatica. Vini in sè, rustici dapprima, vogliosi di matura-re e di essere intesi. Con loro hai colloquio (coi bianchi rapido sussurro, la breve gioia di un troppo rapido possesso).”

Luigi Veronelli Bergamo Alta, 15 mag-gio 1974

Le ore trascorse cacciando o pescando dalle antiche sponde fino alle garzare per poi tornare su, in direzione delle colline, erano sempre motivi di riflessione e sco-perta, ricordo e riappropriazione, metro dopo metro del territorio natale. La not-te del 19 dicembre 1992 la nebbia saliva a rivestire pudicamente la valle del Po con-fondendo la realtà che stava percorrendo l’automobile. Uno schianto, inevitabile urto con un’altra vettura e poco dopo, ri-succhiato dal vortice dei ricordi, raggiun-gendo la Luce, Gianni Brera moriva.

Era stata una serata di gioia solare: amici, vino, vivande, profumo di frutta e di legna nel camino; il Po, il padre Po, aveva per sempre perso il figlio diletto, il cantore più vero. Oggi lo possiamo ritrovare nei suoi libri, nei racconti e nelle testimonianze di tutti coloro che, come il signor Lino Maga, ebbero la fortuna di conoscere un vero cittadino della Provincia di Pavia. Due sono le curiosità che vogliamo segnalarvi, perché sono quelle che ci hanno colpito maggiormente. La prima riguarda un ri-storante, meglio “una osteria”, in cui Gio-vanni Brera amava trascorrere le serate in compagnia degli amici più cari: l’Hosteria dei pescatori di Portalbera. Un locale sto-rico delle parti del Po che annovera tanti clienti provenienti dal vicino Piemonte e dalla Liguria, ma non è raro trovarvi an-che personaggi famosi, considerato che il locale è menzionato sulla Guida Michelin dal 1996 ed in tante altre famose guide del settore. A farla da padroni nella cuci-na curata dallo chef Massimo Borgognoni, storione, persico e luccio; trote, anguille e acquerelle; ma anche oca, rane e luma-che. Insomma, un vero menù di territorio ispirato alla cultura culinaria di Giovanni Brera. E infine una curiosità che abbiamo voluto interpretare come il pensiero affet-tuoso di un amico fidato: sulla tomba di Giovanni Brera, a S. Zenone al Po, viene depositato ogni mese un sigaro toscano.... Sembra quasi di intravederlo, Gianni Bre-ra, sigaro alla mano, espressione corruc-ciata, intento a contemplare le sponde del Grande Fiume...un po oltre il Ticino.....

Elisabetta Giacchetto

Sopra un ritratto di Gianni Brera al tavo-lo di carte, con l’immancabile compagnia di un salame e della bottiglia di vino schietto. A sinistra Gianni Brera in canti-na nel suo Oltrepò e sotto uno splendido affresco della chiesetta di San Giacomo della Cerreta

più suggestivi dell’amore con il Grande Fiume e le colline. Ma nel dicembre del ‘92 il Po perdeva il suo cantore

due eterni innamorati del loro Oltrepòl’imperdibile “Hosteria dei Pescatori” di Portalbera, dove si riscoprono il luccio e il persico

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