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www.udial.it La rivista del Bere Bene di Bimestrale di informazione sul mondo del beverage Anno 7 - n°37 - Gen/Feb 2013 In caso di mancato recapito inviare al CPO di Brindisi per la restituzione al mittente previo pagamento Resi 7° CONVEGNO U.DI.AL. ANCORA UN SUCCESSO CON UNA STRAORDINARIA PARTECIPAZIONE

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La rivista del Bere Bene di

Bimestrale di informazione sul mondo del beverage

Anno 7 - n°37 - Gen/Feb 2013

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Duemila e credici.Sarà l’anno buono per la ripresa? Tutti ci sperano, ma nessuno lo sa.Il rebus è ovviamente il tema domi-nante delle discussioni elettorali. Ma gli affollati e urlanti talk show televisi-vi, i fiumi di inchiostro che si spreca-no sui giornali non offrono nessuna soluzione al rebus. Il bla bla bla è sempre lo stesso, e la politica italiana, vecchia e nuova, è incapace di trovare soluzioni e offrire risposte concrete.Comunque un fatto è certo: la crisi che ha colpito in questi anni gli Stati Occidentali è una di quelle malattie che, seppur diagnosticate nei minimi particolari, non ha cure precise, né sicure. Né tanto meno poi, per quanto riguar-da l’Italia, sono praticabili incisivi in-terventi considerando il disastroso sta-to delle finanze pubbliche che conta un debito record di 2.000 miliardi di euro. Ogni italiano suo malgrado si ritrova sul groppone almeno trentatre-mila euro di debito.In questo conteggio sono compresi anche i neonati che, appena venuti alla luce, sono costretti a chiedere un mutuo. Che non gli sarà concesso.Il problema del credito è un altro gra-ve fardello. Le banche stringono i cordoni, salvo poi fare carte false e imbrogli vari (vedi MPS) per drenare risorse in situazioni oscure che nulla

hanno a che fare con l’economia rea-le. Però la crisi, lo ripetiamo da sem-pre e lo ribadiamo ancora, non è il male assoluto.Prendiamo il settore Horeca. La situa-zione non è al collasso, anzi in questi anni di vacche magre, il fuoricasa ita-liano, con grandi sacrifici, ha tenuto botta, anzi per certi versi la crisi ha fatto bene. Ha messo in atto processi opportuni e forse inaspettati. Ha co-stretto all’innovazione, ad ottimizzare il rapporto qualità prezzo, ad esaspe-rare professionalità e competenze. In-somma, stimolato, costretto dalle diffi-coltà, il mondo del fuoricasa italiano ha maturato una nuova e diversa consapevolezza per affrontare le sfide prossime venture. Sfide a cui non potranno mancare gli altri protagonisti della filiera dell’Ho-ReCa: i distributori. Assortimenti mira-ti, competenze specifiche, alto conte-nuto di servizio rappresentano i rile-vanti plus con cui si giocheranno la loro partita.I soci U.DI.AL. lo sanno bene e affila-no le loro “armi”.E anche loro, c’è da scommettere, contribuiranno con il loro dinamismo e la loro efficienza a far si che il setto-re possa riprendere, seppur cautamen-te e fra mille difficoltà, un percorso di crescita.Bisogna comunque crederci. E allora buon duemila e credici.

Rivista specializzata di:72021 Francavilla Fontana (Br)

C.da Carlo Di Noi InferioreVia per Ceglie Km 1

Tel. 0831.815906 - Fax 0831.811050www.udial.it - [email protected]

Anno 7 - Numero 37Gennaio/Febbraio 2013

Direttore Responsabile: Giuseppe Rotolo

Editore:

Iscrizione al R.O.C. n°6648V.le Aldo Moro, 44 - 70043 Monopoli (BA)

Tel. 080.9306460 - Fax [email protected] - www.inputsrl.it

Testi e collaborazioni: Marianna Iodice, Angela Svezia,

Maria Vittoria Petrosillo, Valeria Todisco.

Tutti i diritti di riproduzione di testi e foto, in qualsi-asi forma, compresa la messa in rete, sono riservati. Per qualsiasi utilizzo è necessaria un’autorizzazione scritta dell’editore.

Ai sensi dell’Art. 10 della L. 675/1996, le finalità del trattamento dei dati relativi ai destinatari del presente periodico consistono nell’assicurare un’informazione tecnica, professionale e specializzata a soggetti iden-tificati per la loro attività professionale. L’Editore, titolare del trattamento, garantisce ai soggetti interes-sati i diritti di cui all’Art. 13 della suddetta legge.

Reg. Trib. Bari n°49 del 10/12/2007

a cura di Giuseppe Rotolo

La rivista Drink Style è di proprietà del consorzio U.DI.AL. - Consorzio fra distributori indipendenti di bevande. La pubblicazione ha il compito di trasferire e implementare, attraverso l’informazione puntale, credibile e professionale, il sapere e la cultura del fuoricasa italiano.La rivista è edita bimestralmente e postalizzata in modo mirato verso i locali altovendenti ho.re.ca. e superhoreca, clienti dei soci del consorzio.

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7° convegno U.DI.AL.Distribuzione e consumi Horeca fra criticità e prospettive di crescita.Grand Hotel Vanvitelli (Caserta) 15 gennaio 2013

L’anno ufficiale nel mondo Horeca Italiano, come avviene già da ben 7 anni, si apre con il convegno U.DI.AL. L’appuntamento, che viene ormai e giustamente definito un classico, an-che per questa settima riuscitissima edizione non ha mancato di fare il tutto esaurito e registrare un pieno di consensi.Gli operatori dell’Horeca esaminano e analizzano come e in che modo agganciare una possibile crescita, considerando che all’orizzonte qual-che segnale di una possibile ripresa s’intravede. È quanto avvenuto in oc-casione del convegno U.DI.AL. di inizio anno il cui titolo era, in tal sen-so, molto pertinente: Distribuzione e consumi Horeca fra criticità e pro-spettive di crescita.I punti di domanda sui quali si sono incentrate le relazioni sono stati inne-scati dal più generale stato di difficol-

tà in cui verte l’economia del paese, con un anno, il 2012 appena trascor-so, che ha registrato un -2,5% di PIL. Un dato che avrebbe stroncato chiun-que. Eppure, nonostante tutto, metten-do in campo risorse inaspettate, il si-stema, la filiera Horeca, ha tenuto. Ma continuerà a tenere?È questo uno dei punti di domanda messi sul tavolo nelle argomentazioni introduttive. La crisi del resto continua a far paura. Un timore che non deve però “terro-rizzare” più di tanto perché, come è stato evidenziato, la parola crisi non ha una connotazione completamente negativa. In Oriente è costituita da

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Numerosa e qualificata

platea, ben 340 presenze: tutti i soci U.DI.AL., giunti alla cifra record di 220

aziende di ingrosso

associate.

due ideogrammi, il primo dei quali significa “pericolo” il secondo signifi-ca “opportunità”. Pericolo e opportu-nità: C’è del negativo, ma c’è anche del positivo.Bisogna ora capire quando si esauri-sce il primo, e quando e in che modo comincia il secondo. Sarà questo l’anno decisivo? L’anno nel quale finalmente le criticità po-tranno concludere le loro fasi più acute? E quindi il pericolo trasfor-marsi in opportunità?Sono questi, in sintesi, i quesiti, dav-vero molto interessanti che il conve-gno ha dipanato con relazioni e anali-si, oltremodo apprezzati dagli astanti.Numerosa e qualifi-cata platea, ben 340 presenze: tutti i soci U.DI.AL., giun-ti alla cifra record di 220 aziende di in-grosso associate, più i rappresentanti dell’industria che, come di consueto, non mancano mai questo fondamen-tale e importante appuntamento orga-nizzato dal consorzio U.DI.AL.

Il punto di vista del management U.DI.AL.Come da programma il convegno è stato aperto dall’atteso discorso del presidente U.DI.AL., Antonio Argen-tieri. Un intervento accorato che ha messo a nudo le problematiche più pressanti che incidono sul canale tra-dizionale. La grave crisi economica, finanziaria e sociale che investe l’Ita-lia. Una crisi frutto - secondo la visio-ne di Argentieri - di una dissennata gestione della cosa pubblica da parte della politica. Il discorso ha inoltre denunciato le grandi difficoltà in cui si dibatte il settore e nello specifico il canale ingrosso bevande. Tuttavia, l’intervento di Argentieri, da presiden-te e imprenditore illuminato, non ha mancato di evidenziare i progressi fatti dall’industria, nello specifico, per quanto concerne il rapporto commer-ciale con il distributore. Il discorso integrale del presidente Argentieri, data la sua importanza è riportato integralmente nelle pagine seguenti di questo numero della rivi-sta Drink Style.

Molto apprezzato anche il discorso te-nuto da Luigi Ce-trangolo, General manager del con-sorzio.Dall’alto della sua indiscussa espe-rienza, 40 anni di

lavoro nel settore del beverage, Ce-trangolo ha incentrato il suo interven-to su tematiche di grande attualità e

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Il mondo intorno a noi si muove, e

si muove in fretta. Sta

cambiando tutto. Cambiano i consumi, nel

senso che i locali sono pieni, se tutto va bene solo nel fine settimana.

ha parlato di “Cambiamento e Condi-visione”. Ecco di seguito alcuni dei passaggi più significativi del suo inter-vento. «... cari signori, nonostante la crisi, o proprio in funzione della crisi, il mondo intorno a noi si muove, e si muove in fretta. Sta cambiando tutto. Cambiano i consumi, nel senso che i locali sono pieni, se tutto va bene solo nel fine settimana; cambiano i consu-matori, perché la clientela è sempre più attenta e abbottonata quando de-ve ordinare. Notate cosa fa un consu-matore in un ristorante: o sceglie un primo, o sceglie un secondo, non ec-cede più, e anche sulle bevande pre-

sta la stessa attenzione. Insomma la congiuntura economica ha inciso sui consumi fuoricasa e i dati negativi stanno li a dimostrarlo. Ma ci sono anche altri cambiamenti. Per esempio le nuove tecnologie stan-no modificando il nostro modo di vi-vere e, in molti comparti economici, anche il modo di lavorare. E pertanto, in virtù di questi cambiamenti non possiamo non riflettere su come sarà la nostra operatività fra alcuni anni. E quindi dobbiamo avere la capacità di leggere questo cambiamento e as-secondarlo alle nostre esigenze cer-cando di superare le criticità che oggi

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La prima riflessione si

chiama appunto Cambiamento.

La seconda riflessione si

chiama Condivisione.

affliggono il canale. Ed ecco i punti su cui voglio ricondurre oggi le vostre ri-flessioni sono due.La prima riflessione si chiama appunto CAMBIAMENTO. La seconda riflessio-ne si chiama CONDIVISIONE. Biso-gna avere le capacità di leggere il cambiamento, trovare la forza di sgan-ciarci dalle vecchie logiche, compren-dere che esiste un modo più moderno e innovativo di fare il mestiere di distri-butore. E qui sto parlando al mio socio al quale dico: non solo lavorare sugli assortimenti mirati, come da tempo da noi sostenuto e da molti di voi messo in pratica, sulla diversificazione mer-

ceologica, nell’affinare il contenuto di servizio, ma bisogna lavorare anche su aspetti meno evidenti, ma sempre più importanti: come per esempio impa-rare a leggere e poi gestire i propri numeri, lavorare nell’ottimizzare i co-sti della logistica, organizzare con più criterio il proprio portafoglio clienti per una miglior gestione dei flussi fi-nanziari, e questo anche in funzione dell’entrata in vigore del famigerato Art. 62». Il concetto di CONDIVISIO-NE è invece rivolto all’industria alla quale Cetrangolo rivolge un invito e una provocazione: «Lo abbiamo detto più volte e qui lo ripetiamo: i grossisti,

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In questa situazione, fra diminuzione

delle vendite e Art. 62, è

assolutamente auspicabile

RINVIARE il previsto aumento

dei listini.

i soci U.DI.AL. nello specifico sono pronti, prontissimi a prendersi degli impegni. A condividere degli impegni.Vogliamo allora parlare di impegni se-ri? Vogliamo parlare di vendite, di obiettivi?Per esempio, vogliamo condividere per quest’anno una crescita - ascolta-temi bene - anche a doppia cifra? Eb-bene noi siamo pronti a farlo, pronti a condividere un obiettivo così ambizio-so.Ci basta poco. Ci basta spostare gli acquisti che nell’anno i grossisti fanno nella GDO.Acquisti che, va detto, sono costretti a fare per mantenere un minimo di mar-ginalità. E allora vi chiedo: vogliamo spostare questa quota? Allora solo così possia-mo condividere progettualità, listini più allineati, attività continue, percorsi

di formazione, apertura di nuovi codi-ci, specie li, in quei mercati dove ci sono delle sicure potenzialità di vendi-ta».Cambiamento e condivisione quindi: due fattori possibili attraverso i quali il direttore imposta le sue strategie per il rilancio del settore.Inoltre, fra le note più significative dell’intervento di Centrangolo, si evi-denzia il passaggio contro gli aumenti di listino: «A tale proposito colgo l’oc-casione che mi offre questa platea per rivolgere una preghiera ai produttori

relativamente agli au-menti che si stanno pa-ventando in questo ini-zio anno: in questa si-tuazione, fra diminuzio-ne delle vendite e Art. 62, è assolutamente au-spicabile RINVIARE il previsto aumento dei li-stini, che in questo mo-mento non potranno far

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lito altro che deprimere ancor più il mer-

cato che vive una situazione allarman-te».

Le relazioni tecnicheGli esperti inviati alla settima edizione del convegno U.DI.AL. sono stati mol-to apprezzati.Il primo intervento è toccato a Rober-

to Amedei, Industry manager della Niel-sen, azienda ben nota nel mondo delle ricer-che e delle analisi, che ha illustrato dati e ana-lisi dell’andamento dei consumi bevande. Soffermandosi poi sul-le opportunità che co-munque offre il conte-sto.Un sunto dell’inter-vento di Amedei è ri-portato a pagina 15.Il secondo intervento è toccato a Francesco di Coste. Un intervento diverso e speciale per-ché la professione del relatore è quella del corporate coach, ov-vero un professionista che opera nel prepara-re e motivare gli im-prenditori, in special modo nei momenti critici.“Energia motivaziona-le per i distributori Ho-reca” il titolo del suo apprezzatissimo inter-vento la cui sintesi è

riportata a pagina 16.

Perfetta ospitalitàLa pausa pranzo è stata aperta con un aperitivo APÈ di Conserve Italia per poi subito dopo, a tavola, gustare la prelibata cucina del Grand Hotel Van-vitelli insieme agli ottimi vini delle cantine Zanasi, Vini Anselmi e prosec-co Maschio dei Cavalieri. Impeccabile e perfetta l’organizzazione assicurata dallo staff del Grand Hotel Vanvitelli, un’ampia e confortevole struttura la cui architettura rispecchia i toni clas-sici della famosa Reggia che, del re-sto, è molto vicina all’Hotel.

La parte pomeridiana del convegno è stata caratterizzata da una simpatica e coinvolgente attività esemplificativa di collaborazione vincente all’interno della filiera, nella quale, il coach Fran-cesco di Coste, coinvolgendo alcuni distributori e manager dell’industria, ha messo in pratica i fondamentali concetti del “gioco e delle sinergie” di squadra a dimostrazione che, attraver-so una vera e propria azione formatri-ce e di coaching da sviluppare con gli

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Il convengoU.DI.AL. è un

appuntamento di lavoro fra i più

importanti e qualificati nel panorama del

beverage nazionale e in

crescente successo nel

quale U.DI.AL. investe risorse e professionalità.

operatori e i manager giorno per giorno sul campo, tutti gli attori della filiera possono raggiungere risultati soddisfacenti: indu-stria, consorzio, di-stributori, clienti e consumatori.È toccato poi a Luigi Cetrangolo illustrare le performance com-piute dal consorzio nell’ultimo anno e a tracciare gli obiettivi per il 2013.Infine il presidente Argentieri, nel suo discorso di commiato, con un pizzico di commozione, ha ringraziato i pre-senti, non ha mancato di incitare tutti i propri soci nell’andare avanti insie-me, verso il futuro.

Le aziende presentiIl convengo U.DI.AL. è un appuntamento di la-voro fra i più importanti e qualificati nel panorama del beverage nazionale. Un evento di crescente successo nel quale U.DI.AL. investe risorse e professionalità. Un ap-puntamento che ha visto la partecipazione e il so-stegno delle seguenti aziende che il consorzio U.DI.AL. pubblicamente ringrazia: Amaro Lucano, Anselmi Vini Bacardi-Martini, Bonaventura Maschio, Branca, Cam-pari, Cantine Crifo, Can-tine Riunite Maschio,

Carlsberg, Casalfar-neto, Ceres, Ciriom Conserve Italia, Con-tarini, Coppi Vinico-la, Diageo, Distilleria Bianchi, Distelleria Bottega, Distilleria Nardini, Ferrarelle Ferrari, Ferrero, Fonti Del Vulture, Fonti Di Vinadio, Fratelli Aver-na, Gancia, Gaudia-

nello, Gruppo Coltiva, Heineken, Ho-recare, Interbrau, La Guardiense, Mar-zadro, Moletto, Molinari Italia, Moli-no San Felice, Montelvini, Nerea, Pa-go, Peroni, Pernod Ricard, Red Bull, S.osvaldo, San Benedetto, Sangemini, Sanpellegrino, Santal Parmalat, Si.a.m., Sibeg Cocacola, Sidam Lete, Stock, Surgiva, Togni, Tomarchio, Tor Dell’Elmo, Toschi, Valdo Spumanti, Zanasi Vinicola, Zuegg.

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Un profondo ed esaustivo viaggio

in quelli che sono i “numeri” dell’Horeca, le

tendenze in atto e le opportunità per il prossimo

futuro.

ROBERTO AMEDEI(Industry manager Nielsen)

Un profondo ed esaustivo viaggio in quelli che sono i “numeri” dell’Horeca, le tendenze in atto e le opportunità per il prossimo futu-ro: questa in estrema sintesi la re-lazione che Roberto Amedei ha proposto in esclusiva al 7° conven-go U.DI.AL.L’Intervento è stato accompagnato da una serie di slide analitiche che, partendo dalla situazio-ne macroeco-nomica, è en-trata via via nello specifi-co del canale Horeca. La situazione macro ha evi-denziato un diffuso senso di sfiducia da parte dei con-sumatori che mixato con il preoccupante fenomeno della disoccupazione e un contesto estremamente com-plesso, hanno inciso (secondo la ricerca) sui consumi. I numeri dell’Horeca sono stati sezionati in ogni dettagli: dal numero dei punti di consumo, fino agli andamenti dei principali comparti merceolo-gici.

«All’interno del canale Horeca - ha commentato Amedei - il bilancio

2012 riguardo il settore del beverage è tutto sommato negati-vo a causa del calo dei consumi, ma vi è da fare un distinguo fra le diverse categoria, quella analcolica e quella alcolica.In un momento di crisi del settore è proprio quest’ultimo ad averne maggiormente risentito, anche a causa delle nuove normative che riguardano il consumo di alcool fuori casa; mentre tutto ciò che è analcolico e le acque in particolare hanno dato segno di continuità.

Un segnale positivo, tutta-via, è dato dalla nuova attenzione dei consumatori al mercato dei prodotti arti-gianali e loca-li. Questo che si percepisce essere il trend del futuro, è indicativo del-la volontà da parte del con-sumatore di

associare benessere, qualità e per-ché no risparmio!U.DI.AL, ha ribadito infine Ame-dei, in questo contesto rappresenta un luogo di confronto ideale fra i doversi operatori, un confronto fi-nalizzato ad individuare nuove strategie commerciali che vadano incontro anche alle esigenze dei consumatori e favoriscano la ripre-sa economica del settore beverage».

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Bisogna trovare le sinergie per fare gioco di

squadra, poiché in un periodo in

cui il settore subisce una

depressione dei consumi,

procedere in ordine sparso

sarebbe deleterio.

FRANCESCO DI COSTECorporate coachIl Coach Aziendale, Francesco di Co-ste, fondatore del Consorzio dei Trai-nerCoach® ICTF, ha esposto in una relazione articolata i meccanismi per creare la Visione e Missione di un Consorzio. Il suo intervento, molto apprezzato, ha evocato e sollecitato la forza dei “valori” delle organizzazioni perve-nendo, attraverso un in-teressante esercizio co-rale, a raccogliere ben 422 valori organizzativi presenti nel gruppo U.DI.AL.Tutti i presenti coinvolti in questo test hanno af-fisso al muro centinaia di post-it colorati che ri-portavano, in ordine d’importanza per loro, i valori che un gruppo co-me U.DI.AL. evoca e gli stessi criteri guida nei quali il gruppo trova ispira-zione. I valori più votati sono stati:• Imprenditorialità: vivi il tuo lavoro con passione e investi sulle tue risorse

• Competitività: impegnati a vincere e a essere tra i migliori• Coraggio: usa la tua forza d’animo, osa anche nei momenti difficili• Cooperazione: collabora con i tuoi partner, partecipa al lavoro di squadra• Entusiasmo: rilascia la tua energia trascinante

Manco a farlo apposta, ma possiamo ritenerlo una conseguenza inevitabile, questi 5 valori identificano, senza al-cun dubbio, i tratti caratteristici del consorzio, della sua dirigenza e della stessa base sociale.Gli associati, ha esposto nel suo spich Di Coste, devono assolutamente tro-vare le sinergie per fare gioco di squa-dra, poiché in un periodo in cui il settore subisce una depressione dei consumi, procedere in ordine sparso sarebbe deleterio. «In questa fase di contrazione ritengo siano fondamen-tali due tipi di strategia: una maggiore

negoziazione con i part-ner di primo riferimento del settore e l’investi-mento sulla formazione del personale. Il coa-ching consiste proprio nella scoperta del poten-ziale di un individuo, che sviluppi le proprie peculiari competenze e conoscenze , divenendo valore aggiunto per l’a-zienda per cui lavora.

Ritengo - ha concluso il coach - che punto di forza di U.DI.AL. sia, oltre che la sua storia con i valori in essa radicati, la capacità appunto di saper dialogare con i suoi partner e con l’in-dustria».

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UNITI VERSO IL FUTUROGentili signori e cari colleghi e sempre con grande gioia che vi dò il benvenuto in questo nostro convegno. Una gioia e un saluto nel quale voglio accomunare il nostro vice Presi-dente il nostro consiglio direttivo, il direttore, i responsabili territoriali e tutto lo staff.Do il benvenuto e ringrazio anche i relatori per aver accettato il nostro invito, sono certo che i loro interventi potranno offrire a questo conve-gno argomenti e contenuti di grande valore.Eccoci dunque nuovamente qui, per affrontare un altro anno, eccoci di nuovo qui per avviare un confronto, un dialogo, per mettere, come sempre, al centro della nostra discussione le questioni e i problemi che incidono sul nostro mercato, che gravano sulle nostre aziende, che condizionano il nostro FUTURO.

IL NOSTRO PAESEPer cominciare permettetemi di dissertare su quello che è lo stato più generale dell’econo-mia del nostro Paese, concedendomi qualche riflessione che ho sempre fatto in passato, cer-

cando di riflettere su quanto è più opportuno compiere per venire via da questa grave con-giuntura economica e da una più ampia crisi sociale che ormai ci sta soffocando fra le sue spire.Il nostro Paese, la nostra Italia, è in declino.E’ una riflessione amara, che i più saggi aveva-no preventivato, abbiamo uno dei debiti pub-blici più alti al mondo e, sappiamo bene di chi sono le colpe. Siamo stretti da una pressione fiscale insostenibile, subiamo una burocrazia cervellotica che inibisce e stronca ogni princi-pio di intraprendere, con sindacati e corpora-zioni che coltivano e tutelano unicamente il loro “particolare”, senza tener minimamente conto dei più generali interessi del Paese, senza mai preoccuparsi di analizzare le cause che ho sempre denunciato in passato e che hanno par-torito nel tempo quella che chiamano crisi.Soprattutto, non si denunciano le cause che da esportatori siamo diventati importatori, con conseguenze drammatiche per la nostra econo-mia e per l’occupazione. In special modo quel-la giovanile mai così drammatica, infatti abbia-mo in letargo nelle famiglie milioni di giovani che aumentano di anno in anno, sperando che non finisca la loro pazienza e non solo la loro. Come drammatica è il numero di aziende chiu-se o emigrate e, di quelle rimaste italiane forte-mente in difficoltà che non riescono ad andare avanti e, sono costrette ad indebitarsi per ono-rare gli impegni. Ricordiamoci che fra le medie e piccole imprese il 75% è indebitata con il Fisco, considerando che la nostra categoria in difficoltà è del 30%, da quello che mi risulta. Questo significa che noi distributori restiamo una grande realtà a confronto di altre categorie. Su questo scenario e su questi problemi la po-litica è assente. Il Governo, prima di dimettersi, ha saputo solo raddoppiare per il 2013 i finan-ziamenti per la cassa integrazione. Questo si-gnifica che le nostre aziende sprofondano sem-pre più e che la nostra economia va sempre più

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a picco.Dopo poco più di un anno di governo tecnico, a parte qualche miglioramento immaginario all’estero, sul fronte della politica economica il governo dei tecnici ha fallito come i suoi prede-cessori che hanno saputo dilapidare i sacrifici di decenni degli italiani.I professori hanno solo saputo riempirci di ulte-riori tasse e imposte senza riuscire a smuovere di un nulla la macchina della ripresa. In poche parole la ripresa che loro intendono è quella di riempire di nuovo le casse dello Stato, che usa-no credendo che siano le loro, svuotando anco-ra di più quelle del popolo, provocando dram-mi, suicidi e omicidi nelle aziende e nelle fami-glie. Con la speranza, prima che sia troppo tardi, che qualcuno ci riporti nella vera demo-crazia, quella democrazia che ci portò al be-nessere con la libertà soprattutto di fare impre-sa, unica fonte di sviluppo di tutti i popoli. Credo che oggi il problema universale che ci deve far preoccupare di più sia proprio questo, perché quando i governi vengono pubblica-mente accusati dal popolo di nazismo, di crimi-nalità e altri aggettivi, tutti gli altri problemi compresi i nostri diventano secondari.Fra qualche settimana ci sarà un’altra squadra al governo e ahimè ho già l’impressione che la musica non cambierà. Il compito che lo attende non è certamente facile. Deve riconquistare fi-ducia e credibilità del popolo stanco e sfiducia-to, con l’auspicio che agisca con onestà e buon senso e soprattutto metta in atto politiche a fa-vore dell’iniziativa privata rispettando e inco-raggiando gli imprenditori. Perché se si ferma l’iniziativa privata il nostro paese è perduto. Deve mettere in atto, inoltre, politiche che stronchino lo spreco pubblico, il parassitismo, l’assistenzialismo protetto e i privilegi. Riconse-gnando l’Italia agli Italiani veri. L’impresa priva-ta assieme al terziario rappresenta il tessuto più vivo e vitale. I piccoli imprenditori, come tutti voi oggi presenti in sala, sono gli unici capaci

di creare ricchezza e sviluppo.Senza di loro, l’Italia non può avere futuro, so-prattutto se consideriamo che siamo Europei solo quando conviene allo Stato, perché non siamo Europei quando parliamo di fisco, non siamo Europei sui costi energetici, non siamo Europei quando applichiamo l’I.V.A. e non sia-mo Europei sui costi sociali. Tutto questo ci rende perdenti in Europa e nel Mondo.

LA SITUAZIONE NELL’HORECAMa ora veniamo al nostro mondo. Anche in questo caso i problemi non mancano.Tutta la filiera - è chiaro - subisce i contraccolpi della più generale congiuntura che incide, an-che in maniera diversa, sui diversi operatori. Ed in questo gioco al massacro chi rischia di farne le spese è la figura del grossista tradizionale, risparmiando in parte il distributore che sa in-novare e diversificare.A cominciare dalla crisi di bar e ristoranti che devono fare i conti, da un lato con il diminuito potere di acquisto dei consumatori, e dall’altro con la concorrenza di un altissimo numero di locali che oggi sono presenti sul mercato. Nel nostro Paese si stimano circa 240mila locali, conseguenza delle politiche di liberalizzazio-ne, una “genialata” dell’allora ministro Bersani che ha gettato il mercato nella confusione più totale. Il paradosso è che l’Italia oggi ha il dop-pio dei locali rispetto a 15 anni fa, ma i consu-mi nell’Horeca sono sempre gli stessi da anni anzi diminuiscono.A ciò vanno aggiunti costi di gestione sempre più alti, adempimenti di ogni tipo e pressione fiscale fuori controllo. E’ chiaro che anche per il mondo della ristorazione i conti non torna-no.Sia chiaro, io sono a favore della libertà di im-

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presa ma nello specifico per l’apertura di nuovi locali ci devono essere regole serie e precise.Che senso ha consentire l’apertura di migliaia di nuovi locali sapendo già che andranno in-contro a mille difficoltà, con molti di loro desti-nati alla chiusura, mettendo in difficoltà i locali già esistenti?Cosa che quando avviene, e purtroppo avviene sempre più spesso, lascia una scia di debiti i primi dei quali verso i fornitori.Il grave problema del credito nasce in parte proprio da questa contraddizione: più locali, maggiori costi di gestione e meno consumi. Una contraddizione che non si potrà risolvere alzando i già alti prezzi al consumo. Anzi credo che il problema maggiore del minor consumo sia da addebitare al caro prezzi della ristorazio-ne, giustificato o non giustificato che sia.Anche se considero il recente Articolo 62 un’opportunità da cogliere da parte nostra per diminuire il fenomeno e l’andazzo dell’esposi-zione creditoria che abbiamo. Però aggiungo un paradosso, che quando i consumi rallentano e quando le banche stringono il cordone, i sol-di non ci sono e basta e non possono essere ti-rati fuori solo con un articolo di Legge che, ri-peto comunque, dobbiamo sfruttare al massimo nel nostro interesse. Anche perché l’Articolo 62 sposta verso il distributore una parte di prodotti bisognevoli di piccole consegne in virtù dei pagamenti.

IL RUOLO DELL’INDUSTRIAE veniamo a quelle che sono le responsabilità dell’industria.L’ho sempre detto prima e lo ripeto: l’industria schiacciata dalla necessità di fare volumi, no-nostante il rischio di abituali inciampi, e, ricat-tata dalla GDO non ha più una chiara politica commerciale, infatti, non le rimare che esaspe-rare le politiche di promozione soprattutto sul

fronte della GDO dove appare più agevole sparare offerte sui volumi, senza considerare che noi sopportiamo più spese, che sopportiamo il finanziario, che noi diamo un servizio sociale soprattutto con il porta a porta, e senza considerare che noi diamo un forte contributo all’ambiente con il vuoto a ren-dere. È giunto il momento che ne prenda atto ed in-verti la rotta. E’ giunto il momento che cominci a valutare l’esatta portata di questo mercato ed il vero valore dei partner distributivi.Devo dire che in questo senso qualche piccolo segnale lo abbiamo colto.Da parte di qualche industria c’è un inizio di presa di coscienza in tal senso e vedo un diver-so atteggiamento.Per esempio voglio spendere parole di apprez-zamento per quelle aziende birrarie che la pas-sata estate hanno attuato una serie di attività che hanno anticipato in fattura, come sconto, il premio di fine anno. Come voglio ringraziare quelle aziende che da qualche anno anticipano i premi durante i mesi in corso.Non si era mai fatta una cosa del genere: il pre-mio di fine anno ad andare bene veniva regola-to nei mesi a seguire la chiusura dell’anno, così oltre a finanziare i clienti finanziavamo anche l’industria. È stata un’azione intelligente e coraggiosa che mi pare ha dato ottimi risultati. Segno che quando ai grossisti viene data anche una mini-ma opportunità non deludono mai. Mi auguro che queste iniziative siano il punto di partenza per risalire la strada del pari rispetto con le qua-li l’industria deve dimostrare che ci vuole alle-ati.Lasciatemi anche dire con una punta di orgo-glio che è stato il consorzio UDIAL a stimolare queste operazioni, invocando da tempo l’ur-genza di un’azione forte che potesse dare una scossa al nostro mercato.Il risultato di queste operazioni ha fatto capire

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all’industria le vere potenzialità del distributo-re.Come è stata l’U.DI.AL. a provocare e far sve-gliare altre organizzazioni simili e questo mi ha fatto immenso piacere perché siamo in più a muoverci.Dalle parole però devono corrispondere i fatti e l’U.DI.AL. di fatti ne ha fatti tanti. Poiché rite-niamo non serve fare meeting pubblicitari giu-sto per imitare e poi il giorno dopo è tutto come prima. E quindi gentili signori dell’industria a voi dico: proseguiamo su questa strada, anche perché sapete benissimo che siamo noi a vendere i prodotti alla G.D.O. Cercate di dare una quota-zione più equilibrata e costante ai prodotti per-ché nella bolgia dei prezzi troviamo sul merca-to centinaia di quotazioni dello stesso prodotto.Troviamo il modo per allineare questi listini, troviamo il modo di gestire meglio i flussi finan-ziari, in modo da non condizionare il distribu-tore a ripiegare con gli acquisti sul mercato per competere e difendere i volumi di vendita che gli appartengono. Sono convinto che se rivedia-mo assieme le nostre strategie, se rifissiamo comuni obiettivi, se smettiamo di considerarci solo fornitori/acquirenti, potremmo migliorare i nostri rapporti, invertire le sorti di questo mer-cato e potremmo forse dare una spinta decisiva per il suo rilancio.E se rilanciamo il mercato Horeca, consideran-do l’importanza che questo ha nel contesto dell’economia italiana, potremo, nel nostro piccolo dare una mano anche al nostro Paese ,soprattutto al turismo.E’ un obiettivo ambizioso, ma è alla nostra por-tata: se mettiamo insieme le nostre volontà, superando inutili antagonismi, ce la possiamo fare.Tornando a noi, il Consorzio deve fare la sua parte altrimenti non ha motivo di esistere, ma anche il socio deve essere propositivo sul suo territorio.

Con comuni iniziative potremo far nascere la vera partecipazione con le industrie. Non a caso abbiamo dimostrato la nostra forza quan-do alcune aziende hanno applicano attività promozionali che fanno chiudere la famosa forbice, i distributori hanno aumentano i fatturati di vendita a discapito dei cash che han-no diminuito le loro vendite. Ed il nostro Grup-po ha avuto più significato con più di qualche azienda proprio in virtù di tali attività.Ed è proprio con queste aziende che passo do-po passo dobbiamo percorrere la strada della citata partecipazione. Questo percorso l’U.DI.AL. lo ha voluto iniziare subito anticipando già l’incontro con alcune aziende nel dicembre scorso per progettare insieme il 2013.È la prova evidente l’U.DI.AL. l’ha data antici-pando questo convegno. Infatti, tutto questo anticipo serve per guardare in faccia subito le industrie partner, e per essere ancora più uniti tra noi.Ma tutta questa ricarica da parte nostra e da parte dell’industria da dove partorisce? Partori-sce dai nostri sacrifici degli ultimi anni, dalla nostra forza, dall’affezione al nostro lavoro che ha sofferto l’avvento della grande distribuzione, ha contrastato e sconfitto le partecipate in mol-te regioni, non ha accettato la diretta, che assie-me a tutti ci consideravano già una categoria in via d’estinzione. Invece tutto questo oggi ci dà pregio e coraggio. Avevamo ragione, abbiamo avuto ragione su alcuni Professori dell’industria ai quali abbiamo fatto fare una magra figura. E di questo devo lodare e ringraziare i signori colleghi del centro-nord e tutti coloro che co-me me non hanno accettato ed hanno reagito con enormi sacrifici a tutte le prepotenze che ho citato.Per questo dobbiamo ripartire fiduciosi, attrez-zandoci sempre più, anche con le nostre strut-ture, diversificandoci e specializzandoci anco-ra di più. Solo così possiamo chiedere uguale dignità a quelle aziende che credono nel nostro

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lavoro, perché con loro dobbiamo curare i pun-ti di consumo, con loro dobbiamo realizzare sul mercato il giusto equilibrio. A tutto questo deve corrispondere la coesione del gruppo così come dimostriamo nei viaggi perché il tutto si deve tradurre in credibilità.E proprio per raggiungere il traguardo della cre-dibilità e fiducia verso l’industria e i propri soci che l’U.DI.AL. ha investito dalla sua nascita e continua ad investire sull’organizzazione rap-presentata da professionisti.Questa scelta ci ha permesso in modo comune di interfacciarci con l’industria, con l’esigenze dei nostri associati, soprattutto ci siamo preoc-cupati di coloro che hanno un futuro con la continuità dei loro e dei nostri giovani, che con la nostra esperienza del passato possano fare più attenzione e, per continuare con loro lo sviluppo intelligente per stare sul mercato nei prossimi anni.Per questo lottiamo e continuiamo a lottare con la certezza che l’U.DI.AL. “IL VOSTRO CON-SORZIO” in questa sfida avrà sempre un ruolo trainante, prezioso e decisivo.Ciò che è importante e fondamentale, è restare uniti intorno ad una forte visione e missione comune, dove ognuno di noi deve convenire con le proprie capacità e l’impegno che ci met-te per applicarle, come succede in tutti i me-stieri.

Per concludere questo mio intervento permette-temi di spendere due parole sul nostro consor-zio. Sono felice e sono orgoglioso di rappresen-tare questo gruppo e ringrazio tutti i soci e le Aziende che ripongono fiducia e stima nella mia persona.Voglio ricambiare questa fiducia e responsabi-lità garantendo sempre il massimo impegno da parte mia, cosa che non è mai venuto meno.Per farvi notare quanto sia speciale questo gruppo, voglio riportarvi a qualche settimana fa, al viaggio che abbiamo vissuto INSIEME a

Santo Domingo.Un viaggio che considero simbolico. Un viag-gio che emblematicamente si riconduce al pri-mo che U.DI.AL. fece agli inizi della sua storia, che non è molto lontana.Andammo, lo ricordo come fosse ieri, con lo sparuto ed emozionato ma già unito gruppo di allora, a San Giovanni Rotondo. Da San Gio-vanni Rotondo a Santo Domingo, ne abbiamo percorsa di strada, siamo cresciuti anno dopo anno, ci siamo ritrovati nelle difficoltà, ci siamo compattati e grazie anche alla nostra tenacia e al nostro buon senso abbiamo percorso la no-stra strada sempre in salita.Sono convinto che insieme raggiungeremo in futuro altri grandi traguardi.FUTURO: questa è una parola chiave, che ho ripetuto e rimarcato più volte in questo mio discorso. E’ una parola fondamentale, soprattut-to perché offre una visione e una speranza che non demoralizza i nostri figli.L’altra parola chiave che tengo a rimarcare ri-chiama il concetto di “Unità”. Tengo molto alla compattezza del gruppo, all’unione di intenti, alla capacità di essere for-za unica ed a essere sempre più numerosi però uniti ed essere gelosi custodi della realtà U.DI.AL. per ottenere ulteriori risultati.Ebbene, se continueremo ad essere più com-patti e forti e con lo stesso spirito il futuro non potrà farci paura. Nonostante le difficoltà da superare non siano poche e, se non sapremo mettere in campo questa nostra unità e forza non ci resterà che recitare il mia culpa.E quindi vi dico, con fiducia, con tanta fiducia andiamo avanti

INSIEME E UNITI… VERSO… IL NOSTRO FUTURO.Grazie per l’attenzione.

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L’antidoto per la crisi? Tenere alta la qualità e lavorare sodoCalano i consumi e la fiducia, ma per uscire da questo empasse occorre la-vorare ancor più e meglio.Siamo al primo numero di gennaio, è doveroso, per la redazione di questo magazine al vostro servizio, fare un resoconto della situazione economica del settore fuori casa, resoconto che permetterà a tutti i gestori di affron-tare con più consapevolezza il 2013.

I dati Fipe sui locali Di recente Fipe ha pubblicato alcuni dati sulla situazione dei pubblici eser-

cizi nell’anno appena chiuso, dati non rosei, spaccato di un settore che reg-ge, ma con grandi difficoltà. Il primo dato importante è quello relativo alla natimortalità: stando ai numeri sareb-bero oltre 18.600 le imprese che han-no chiuso nei primi 9 mesi del 2012. Meno quelle che hanno aperto: il sal-do fra locali “nati” e locali ”morti” è negativo, pari a -6.155 unità. Quello del fuori casa è un mercato in difficoltà, sia per il carico di tasse che le imprese devono sopportare, sia per-ché la domanda è sofferente e dunque sta calando l’acquisto da parte dei consumatori. Il Presidente Fipe Lino Stoppani spie-ga che «solo nel primo semestre del 2012 le vendite reali, ovvero quelle al netto dell’inflazione, sono calate dell’1,90%, a fine 2012 la contrazio-

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La percezione dei gestori è

quella di trovarsi di fronte a clienti “in

affanno”: ci sarebbe un

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della spesa media.

ne reale dei consumi è stata del 2,5% circa, pari ad un valore assoluto di ol-tre 1,6 miliardi di euro». A questo poi si aggiunge il problema delle liberalizzazioni sulla sommini-strazione non assistita, un pericolo di concorrenza sleale, in quanto la som-ministrazione non assistita ha tassa-zione e contribuzione agevolata.

Esercenti: cala la fiduciaSempre stando alle indagini Fipe, i gestori dei pubblici esercizi stanno perdendo “fiducia”. La percezione dei gestori, stimata attraverso le interviste del Centro Studi, è quella di trovarsi di fronte a clienti “in affanno”: ci sareb-be un rallentamento della frequenza della clientela e una contrazione della spesa media. Tra i gestori, dice Fipe, c’è poi preoccupazione per la risalita dei prezzi delle materie: “il saldo tra coloro che li danno in aumento e co-loro che li danno in flessione è pari a +68%. Insomma, per tre imprese su quattro i prezzi delle materie prime continuano ad aumentare”. Le indagi-ni Fipe sul “clima di fi-ducia” dei gestori dei pubblici eser-cizi hanno toccato an-che il tema occupazione: “nel con-fronto con l’anno prece-dente il saldo

tra coloro che hanno aumentato l’oc-cupazione e coloro che, invece, l’han-no diminuita perde 19 punti. Leggia-mo nella nota Fipe che “le aspettative di breve termine non lasciano intrave-dere segnali di miglioramento del quadro congiunturale. Tutti gli indica-tori più importanti, in particolare quelli occupazionali, vengono indica-ti in peggioramento. L’indicatore sin-tetico sul clima di fiducia scende di 13 punti percentuali rispetto allo stes-so periodo di un anno fa, toccando il punto più basso dall’inizio della cri-si”.

Il problema IMUUna vera stangata per le imprese della ristorazione è rappresentata dall’IMU, l’Imposta Municipale Unica (artt. 8 e 9 D. Lgs. n.23/2011). Sebbene la pro-cedura per il calcolo dell’imposta ri-calca quella dell’ICI (cioè il valore degli immobili viene fissato applican-do alla rendita catastale alcuni coeffi-cienti differenziati per categoria d’im-mobile) ci sono stati aumenti salati.Fipe ha stimato l’impatto dell’introdu-zione dell’IMU sia sul complesso del-

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Evidentemente tutti noi italiani speriamo in una ripresa, ma le

incognite sia dal punto di vista economico, sia

dal punto di vista politico, sono troppe e

troppo complesse per azzardare

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le imprese commerciali, sia sui pub-blici esercizi in particolare. Stando ai calcoli, l’introduzione dell’IMU rap-presenterà per le imprese commercia-li un costo in aumento. Le stime dico-no che l’aumento può andare da un minimo del +92% ad un massimo del +168%. In euro significa che, nel complesso, tutti i pubblici esercizi d’Italia daranno allo Stato un gettito che potrà andare da un minimo di 100 ad un massimo di 200 milioni di euro in più rispetto alla vecchia impo-sta.

Come affrontare il 2013?Snocciolati i dati, messi nero su bian-co i problemi critici del settore e il quadro generale della crisi dei consu-mi, occorre passare alla fase costrutti-va, e per prima cosa ci domandiamo: cosa si devono aspettare, mostrati questi dati poco confortanti, bar, ri-storanti e pizzerie? Lo chiediamo a Lino Stoppani: «Sten-to a credere che nel 2013 ci possa essere una inversione di tendenza re-pentina. Evidentemente tutti noi italia-ni speriamo in una ripresa, ma le inco-gnite sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista politico, sono troppe e troppo complesse per azzar-dare qualsiasi previsione».Cosa bisogna chiedere al futuro Go-verno?«Fipe si aspetta dal Governo, qualun-que esso sia, un po’ quello che si aspettano tutti gli italiani: la ripresa dell’economia. Quando questa ruota torna a girare va bene per tutti. Il con-

cetto è semplice: se aumenta il nume-ro dei lavoratori si spende di più, quindi si produce di più, quindi si creano nuovi posti di lavoro. È una spirale; la stessa che quando gira al contrario, come in questi anni, produ-ce gli effetti negativi della crisi. La dif-ficoltà consiste nel trovare il meccani-smo in grado di invertire nuovamente il senso di marcia di questa spirale per far progredire il Paese». Cosa possono fare, per concludere, le imprese della ristorazione per affron-tare al meglio questo 2013?«Quello che stanno già facendo. De-vono tenere alta la qualità, trovare nuove formule in grado di fronteggiare la crisi, resistere al meglio. Sicuramen-te non devono lasciarsi andare all’ipo-tesi e alle illusioni dei facili guadagni. Questo è un mestiere difficile, fatto di sacrifici, di sudore, del lavoro di tutti i giorni. Niente è regalato, soprattutto nel campo della ristorazione. Chi pen-sa a questo settore come al rimedio facile per sbarcare il lunario è decisa-mente fuori strada e ha sbagliato tutti i suoi conti. Anche questo è uno dei tanti motivi per cui a fine anno si con-ta un saldo negativo così forte fra le nuove aperture e le chiusure dei risto-ranti».

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Rubrica di informazione giuridico finanziaria a cura dello STUDIO GIORDANO

La società a responsabilità limitata semplificata

La società a responsabilità limitata semplificata è una nuova forma di s.r.l. destinata esclusivamente ai gio-vani con meno di 35 anni di età.La sua caratteristica principale, infatti, è che tutti i soci devono essere perso-ne fisiche con meno di 35 anni. Gli amministratori devono essere ne-cessariamente scelti tra i soci, quindi anche loro devono avere un’età infe-riore a 35 anni. È vietato il trasferimento delle quote di partecipazione a persone fisiche con almeno 35 anni di età, oppure a soggetti diverse dalle persone fisiche, ed è nullo se comunque effettuato. La società a responsabilità limitata semplificata si caratterizza per la ridu-zione al minimo delle formalità per la costituzione. L’atto costitutivo, stipulato per atto pubblico, deve seguire un testo stan-dard approvato dal Ministero della Giustizia (decreto 23 giugno 2012, n. 138) ed entrato in vigore dal 29 ago-sto 2012. Ciò significa che i soci non possono formulare liberamente le clausole del-lo statuto, adattandolo alle loro esi-genze, come avviene normalmente nella s.r.l. La società a responsabilità limitata semplificata è dunque interamente

regolata dalla legge, nel suo funziona-mento, senza possibilità di deroga. I costi dell’atto costitutivo sono ridotti: si pagano l’imposta di registro (168 euro) e il diritto annuale del Registro imprese (200 euro), mentre l’atto co-stitutivo e l’iscrizione nel Registro delle imprese sono esenti da “diritto di bollo” (o per meglio dire “imposta” di bollo) “e di segreteria”.I notai non applicano alcun onorario per la stipula dell’atto costitutivo della società a responsabilità limitata sem-plificata, pur facendosi carico anche di tutti gli adempimenti successivi all’atto (registrazione all’Agenzia del-le entrate e iscrizione della società al Registro delle imprese presso la Ca-mera di Commercio). Il capitale minimo della società a re-sponsabilità limitata semplificata è di 1 euro, e non deve raggiungere i 10.000 euro, che rappresentano il ca-pitale minimo della s.r.l. ordinaria. I conferimenti possono avvenire solo in denaro, e devono essere versati in-teramente al momento della costitu-zione della società, direttamente agli amministratori della società, anziché in banca (come avviene invece per la s.r.l. ordinaria). L’ammontare ridotto del capitale so-ciale rappresenta una delle grosse in-cognite della società a responsabilità limitata semplificata. La s.r.l. semplificata può avere la sua

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LE NOVITÀ IN MATERIA SOCIETARIA:S.R.L. SEMPLIFICATA E S.R.L. A CAPITALE RIDOTTO

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naturale evoluzione nella s.r.l. a capi-tale ridotto.

S.r.l. a capitale ridotto La società a responsabilità limitata a capitale ridotto (art. 44 del decreto legge 22 giugno 2012, n. 83, conver-tito dalla legge 7 agosto 2012, n. 134) è destinata alle persone fisiche che abbiano compiuto i trentacinque anni di età alla data della costituzione, ma secondo il Ministero dello sviluppo economico può farne parte anche chi non ha ancora compiuto i 35 anni (nota del 30 agosto 2012 n. 0182223). Come la società a responsabilità limi-tata semplificata, anche la società a responsabilità limitata a capitale ridot-to può avere un capitale compreso tra 1 euro e 9.999,99 euro.

I conferimenti possono avvenire solo in denaro, e devono essere versati in-teramente al momento della costitu-zione della società, direttamente agli amministratori della società, anziché in banca. L’amministrazione della società può essere affidata a una o più persone fi-siche, anche diverse dai soci. Per il resto la società a responsabilità limitata a capitale ridotto è regolata dalle stesse norme della s.r.l. ordina-ria. Per la società a responsabilità li-mitata a capitale ridotto non sono in-fatti previsti né statuto standard, né agevolazioni fiscali, né esenzioni da-gli onorari notarili. Di seguito si riporta un prospetto sin-tetico comparativo delle due nuove formule societarie.

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Vino: c’è clima positivoClima positivo per le aziende vitivini-cole che guardano al 2013 con fidu-cia: lo afferma l’indagine Winenews sul mondo del vino italiano.Sebbene il consumo interno sia cala-to, le aziende italiane possono cresce-re grazie ai mercati esteri: l’export, a chiusura 2012, s’è attestato tra i 4,6 e 4,7 miliardi di euro, un vero record. I volumi si aggirano intorno ai 21-21,5 milioni di ettolitri (stime su dati Istat). Per il 95% delle aziende intervistate, il 2012 è stato un anno all’insegna delle crescenti vendite fuori dai confini na-zionali, con un +13% sul 2011, in media, in termini di aumento di fattu-rato. Il 38% delle aziende sondate da Winenews pensano che l’anno appe-na iniziato sia molto positivo; il 57% è “moderatamente” ottimista.Per il 57% delle aziende le maggiori soddisfazioni arrivano dal mercato degli Stati Uniti, storicamente un mer-cato di riferimento per il vino italiano.

Vino: la Puglia nella “Top Ten Wine” UsaLa Puglia è l’unica regione d’Italia nella “Top Ten Wine Travel Destina-tion” 2013 della rivista statunitense “Wine Enthusiast” che si occupa di turismo enogastronomico tra le più diffuse in Usa. La rivista ha fatto un ampio servizio per celebrare il ricono-scimento della Puglia, che sarà pub-blicato nel numero di febbraio. Moni-ca Larner, corrispondente in Italia, è stata ospite in Puglia in un educatio-nal organizzato dal Movimento Turi-smo del Vino (Fonte ANSA)

Londra: vanno di moda i vini italianiLa master of wine e critico enologico del Financial times Jancis Robinson ha scritto recentemente sulle pagine web da lei curate che il vino italiano è di moda a Londra. Citando le più note enoteche londinesi (Berry Bros & Rudd e Justerini & Brooks) la giornali-sta racconta che c’è una vera battaglia per aggiudicarsi le migliori etichette. La gara è stata battezzata la “battaglia di St James’s street”. «Per generazioni si sono specializzati nei più tradizio-nali vini francesi e in più Porto e Sher-ry. Ma ora entrambi stanno prendendo l’Italia seriamente. Qualche nome? Una tra le prime a entrare da Berry Bros è stata la toscana Emanuela Stuc-chi Prinetti col suo Coltibuono; oggi vi figurano nomi come Caiarossa, Stella di Campalto, Valgiano, Due Mani, Uccelliera...

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Giuseppe e Luigi Anselmici raccontano la loro azienda, nata dai nonni e sviluppatasi generazione dopo generazione nel nome della qualità

Non lontano da Aquileia, cittadina di origine romana e da Palmano-

va, storica città fortezza fondata nel Cinquecento dai veneziani, si trova il comune di Pocenia, dove la coltivazio-ne della vite trova il suo terreno ideale e dove vengono prodotti gli ottimi vini Doc del Friuli. Siamo nella Provincia di Udine ed è proprio in questo territorio che sorge la Società Agricola Anselmi Giuseppe e Luigi, fondata nel 1928 dai nonni Anselmi, che hanno poi trasmes-so ai figli e ai nipoti la loro esperienza e la loro dedizione alla coltivazione della terra con grande senso di appar-tenenza.Centonovanta sono al momento gli et-tari vitati in azienda, dove vengono coltivate diverse varietà, sia autoctone come Refosco dal peduncolo rosso, Friulano, Pignolo o Ribolla Gialla, sia internazionali come Pinot Grigio, Chardonnay, Merlot o Cabernet.Particolarmente importante è la produ-zione di Prosecco Doc Spumante a cui

sono dedicati 60 ettari e che è spumantizzato ed imbottigliato direttamente in azienda. La sua grada-zione inferiore rispetto ai bianchi fermi friulani e le sue piacevoli bollicine, lo avvicinano a quel pubblico che ricerca vini semplici da bere ma ugualmente dall’ottima qualità.Recentemente sono inoltre stati im-piantati dai fratelli Anselmi alcuni vi-gneti nell’area vitivinicola del Collio e le uve qui prodotte sono vinificate nella nuova cantina di Dolegna del Collio denominata “La Reguta”.Dalle due cantine aziendali escono ogni anno circa 1,6 milioni di bottiglie di vini bianchi e rossi che sono molto apprezzati nel mercato italiano ed in quello estero, se si considera che sono esportati in oltre venti paesi di tutti i continenti.Con gli anni Giuseppe e Luigi Anselmi hanno portato la loro azienda a cresce-re e migliorarsi, potendo annoverare anche significativi riconoscimenti, pre-mi nazionali ed internazionali e recen-sioni di tecnici degustatori di grande esperienza.

Vini Anselmi, lacertezza della qualità friulana

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Il sito U.DI.AL. si rifà il look e si riempie di contenuti.Il nuovo sito del consorzio U.DI.AL. è finalmente online. L’indirizzo è www.udial.itNuova la grafica, molto fresca e colorata, aggiornati i contenuti, più spazio all’informazione con una sezione news ed eventi di settore che sarà implementata periodica-mente. Non mancano le classiche sezioni: del chi siamo, mission e contatti con in più le pagine di presentazio-

ne di tutte le aziende di produzio-ne partner con loro loghi ed indi-rizzi di riferimento.Opportuno spazio poi, è dato all’archivio completo delle riviste Drink Style, l’house organ del con-sorzio giunto al 7° anno di pubbli-cazione. Tutte le riviste sono sfo-gliabili on-line con il sistema Issuu.

Novità assoluta del nuovo sito è la mappa aggiornata e completa dei distributori associati U.DI.AL., 220 (ad oggi) professionisti dell’ingros-so bevande specializzati nell’Hore-ca. Gli indirizzi dei soci saranno linka-ti ai loro siti internet (ove disponi-bili) per creare in questo modo una vera e propria rete on-line.Molto ben fatta e funzionale è an-che l’area riservata ai soci, nella quale verranno postati in tempo reale tutti gli accordi commerciali in vigore, tutte le specifiche attività di volta in volta organizzate.Sempre nell’area riservata c’è la bacheca di informazioni-contatti-commenti in uso ai soci. Un luogo nel quale far confluire notizie riser-vate e di prima mano inerenti il mondo U.DI.AL. Con questo nuovo sito U.DI.AL. rafforza le sue attività di comunica-zione all’interno della filiera Hore-ca, per essere sempre più punto di riferimento, sia per l’industria che per i distributori di bevande, un compito che U.DI.AL. assolve con tutte le attività commerciali e cul-turali e da oggi anche con questo nuovo e moderno strumento di comunicazione.

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Intervista a Stefano Gualdi direttore commerciale Sangemini SpADrink Style intervista il Dott. Stefano Gualdi Direttore Commerciale Sange-mini che ci parla della progettualità e delle politiche del gruppo, in special modo nell’area Nielsen in cui opera U.DI.AL.

Il 2012 è stato un anno difficile per tutti, la Sangemini come ha vissuto quest’anno di recessione?Il contesto economico mondiale non ha reso la vita facile alle industrie del nostro Paese. Il mercato delle Acque Minerali, tuttavia, ha avuto un anda-mento che, pur risentendo della diffi-cile congiuntura economica, ha mes-so in luce la sensibilità dei consuma-tori verso un prodotto stabilmente presente nel paniere di acquisto degli italiani. Il mercato, infatti, ha registra-to un incremento dei volumi di vendi-ta del +2,4%. (Fonte Dati Iri Tot Ita +Di-scount Ap Dic. 2012)Per quanto riguarda il Gruppo Sange-mini possiamo dire di aver avuto un 2012 “effervescente”, nel senso che questo è stato l’anno del lancio dell’Acqua Grazia, la nuova efferve-scente naturale del Gruppo. È un pro-getto in cui crediamo molto; si tratta di un prodotto di ottima qualità, tant’è che dopo 8 mesi dal lancio abbiamo riscontri molto positivi da parte dei consumatori. Oggi, grazie alla nuova effervescente, possiamo dire di avere un portafoglio di prodotti completo

che abbraccia tutti i segmenti del mer-cato e tutte le fasce di prezzo.Sangemini resta la marca premium con cui presidia-mo quei target per i quali l’apporto di Calcio risulta parti-colarmente utile (donne in gravi-danza, infanzia, donne oltre i 50 anni). Con Fabia (oligominerale naturale e frizzante) e Grazia (effervescente naturale) copria-mo la fascia media di mercato, con Aura soddisfiamo i consumatori più attenti al prezzo.

Quanto è importante per la sua azien-da il canale ingrosso?Il Gruppo Sangemini ha sempre posto la massima attenzione verso il canale cd lungo. Soprattutto in un momento di generale crisi economica risulta vi-tale confrontarsi con una realtà distri-butiva importante che oggi, per la nostra azienda, pesa più del 20% del fatturato. Con le azioni che andremo ad intraprendere nel 2013 puntiamo ad incrementare tale incidenza in un’ottica di sempre più stretta colla-borazione con i clienti del canale a cui abbiamo dedicato e dedicheremo sempre più attenzioni e spirito di col-laborazione, oltre che prodotti e for-mati dedicati.

Quali attività a sostegno della part-nership con i grossisti di bevande nel 2013?

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Quest’anno abbiamo deciso di lavora-re fianco a fianco con i nostri clienti mettendo a loro disposizione una se-rie di strumenti molto utili nel loro quotidiano, dalle frigovetrine a prezzoagevolato a delle operazioni con gad-get con una meccanica sui carichi. Ma il vero obiettivo a cui puntiamo quest’anno è la fidelizzazione. Voglia-mo premiare i nostri migliori clienti con una collection che abbiamo chia-mato “Goccia dopo goccia una casca-ta di premi esclusivi 2013”. Si tratta di un catalogo con oltre 70 premi divisi in 6 categorie, dall’hi-tech di ultima generazione ai personali di grande prestigio passando per un’area relativa alla professione con oggetti utili al lavoro quotidiano, sono inoltre pre-senti dei pacchetti Viaggi, degli ogget-ti top di gamma e molto altro. Una selezione di articoli delle migliori marche. Per partecipare è necessario essere (o diventare) nostri clienti, iscri-versi alla collection ed effettuare, nel periodo dell’operazione, ordini di Sangemini, Fabia, Grazia o Amerino. Semplicemente svolgendo il lavoro quotidiano si ha, quindi, la possibilità di accumulare punti da spendere nella speciale ed esclusiva selezione. Un’occasione unica per tutti i nostri clienti.

Lato consumatore, quali attività di comunicazione per il 2013?Per quanto riguarda i marchi Fabia e Grazia abbiamo pianificato una cam-pagna stampa su quotidiani nazionali e locali ed abbiamo previsto il soste-gno a degli eventi sportivi selezionati. Per inaugurare al meglio il 2013 sia-mo stati presenti in piazza alla festa

per il capodanno di Napoli persona-lizzando (con Fabia e Grazia) dei To-tem in prossimità del palco. Un even-to dalla grande visibilità che ha conta-to centinaia di migliaia di presenze e che ci ha dato la possibilità di festeg-giare l’inizio dell’anno accanto ai no-stri consumatori.Su Sangemini abbiamo deciso di vira-re la comunicazione su media più af-fini ai nostri target. Partiremo a breve con una campagna stampa su riviste inerenti la prima infanzia, la gravidan-za e su settimanali e mensili letti dalle persone mature. Recenti ricerche han-no inoltre evidenziato una grande propensione di questi target a reperire informazioni su internet, per tali ra-gioni abbiamo deciso di investire in banner presenti su siti in target ed ac-quisteremo parole chiave su google.La novità 2013 è la presenza di San-gemini su mobile con una partnership di grande rilievo con l’applicazione per iPhone iMamma, un utile stru-mento gratuito a disposizione delle future mamme per monitorare il pro-gredire della gravidanza e la crescita del piccolo. Abbiamo inoltre previstoinvestimenti su Facebook dove abbia-mo una fanpage e su Youtube dove siamo presenti con un canale in cui abbiamo caricato gli spot degli ultimi 40 anni di comunicazione Sangemini. Sono previste anche una serie di atti-vità sui medici, parteciperemo, infatti, a molti congressi medici inerenti le specializzazioni a noi più affini.Il Gruppo Sangemini si proietta nel 2013 con grande entusiasmo e con le energie necessarie ad affrontare un nuovo anno ricco di sfide e di succes-si.

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