Drammatizzazione «Il viaggio di Fiabolina» · Se mi vedi fai sentire la tua voce a non finire ......

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Drammatizzazione «Il viaggio di Fiabolina»PARTE PRIMA

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Il viaggio di Fiabolina

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Scena 1

Narratore (si apre il sipario e un bambino si presenta sulla scena): Signore e signori, buonasera! Vi voglio presentare una simpatica fatina. Si chiama Fiabo-lina e ama molto viaggiare. Quest’anno, assieme a lei, abbiamo fatto un viaggio nel variegato mondo della lingua italiana e vi assicuro che è stato bello imparare tanti segreti e scoprire tante regole lin-guistiche in modo piacevole. Ma lasciamo che sia lei, la vera protagonista di questa magica avven-tura, a raccontarvi la sua esperienza. Ecco a voi, Fiabolina!

Fiabolina: Carissimi bambini, sono veramente felice di aver potuto realizzare assieme a voi il mio sogno… A me, è vero, piace tanto viaggiare, perché si sco-prono luoghi nuovi, si conoscono nuove persone e si impara, sì, viaggiando si impara e si allargano i nostri orizzonti. La vita è bella ed è fatta di incontri, di esperienze, di conoscenze e, soprattutto, di tanto amore. È questo che voglio raccontarvi e, con un pizzico di magia, vi renderò partecipe del mio me-raviglioso viaggio nel mondo della lingua italiana (Agita la bacchetta magica e scompare. Si chiude il sipario).

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Il viaggio di Fiabolina

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Narratore (vestito da paggetto): La prima tappa del viaggio di Fiabolina è il Regno dell’Ortografia, dove si impara a scrivere in maniera corretta (Si apre il sipario e si vedono sulla scena Fiabolina e il Mago Accento).

Mago Accento:

Son Accento, e me ne vanto,ho una forza che è un incanto…

Se mi vedi fai sentire la tua voce a non finirePuoi trovarmi nel caffè,nel comò e dentro il tè.

Ti darò felicitàse mi metti su lì e là

non ci sto su qui e su quae a chi ben mi tratteràcanterò: hip hip hurrà!

Fiabolina (parlando fra sé): Simpatico questo Mago Accento, ma mi sembra un po’ presuntuoso!

Mago Accento: Ciao, Fiabolina, vieni con me! La porta davanti a una lavagna, sulla quale c’è scritto:

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Il viaggio di Fiabolina

faroperopescofioricasco

Mago Accento: Abracadabra, un soffio di vento, ed ecco nascere, magia, l’accento! (Entra una bambi-na vestita da ninfa e improvvisa qualche passetto di danza su una base musicale, poi il mago lancia un po’ di polvere magica e la bimba aggiunge gli accento sulle parole)

farò

però

pescò

fiorì

cascò

Fiabolina: Oh, ma queste parole hanno un altro signi-ficato!

Mago Accento: Hai visto? Con il mio segnetto magico, a cui ho dato il mio stesso nome, riesco a trasformare le parole. Non è, questa, una bella magia? Quando poi metto l’accento sulla «è», la faccio diventare forte e sicura, una «è» che spiega, a differenza della

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sua sorellina delicata e gentile che lega le parole e le frasi, la «e» congiunzione.

Fiabolina: Sei davvero forte! Complimenti! Arrivederci, Mago Accento!

Mago Accento: Ciao, Fiabolina, continua il tuo viaggio e… buon divertimento! (Si chiude).

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Scena 2

Narratore: Fiabolina, dopo aver conosciuto il Mago Accento ed aver capito quanto sia importante nella lingua italiana questo piccolo segno, prosegue il suo viaggio e giunge nell’Isola dei Suoni Affini (Si può rappresentare disegnando sulle quinte un ufficio postale, una casa con delle panchine davanti).

Fiabolina: Èmolto strana quest’isola… La gente fa la fila alla posta per comprare il pollo, confondendolo con il bollo, scambia la panca con la banca, la palestra con la balestra, tue con due… (pensa un po’ e poi sorride).

Idea! Ricorrerò ai miei poteri magici… Abracadabra, dolcezza e buon gusto… ogni letterina

stia al posto giusto! (Lancia una polvere magica e i bambini che facevano la fila davanti alla posta o erano seduti sulle panchine si alzano e fanno una marcetta, anche sulle note della marcia di Radezhti).

Fiabolina: Che bello! Finalmente i polli possono tornare nel loro pollaio, le panche al loro posto e le palestre saranno animate dalle risate gioiose di tanti bam-bini… (Si chiude).

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Narratore: Fiabolina, come potete notare, non è mai stanca e ha sempre voglia di fare nuove esperienze. Ecco che arriva in un posto particolare… Non voglio rovinarvi la sorpresa… Buon divertimento! (Entrano dei bambini e danzano sul motivo della danza delle ore).

Finita l’esibizione, uno di loro parla a Fiabolina:

Sillabino: Cia-o, so-no Sil-la-bi-no, e ti do il ben-ve-nu-to a no-me di tut-ti i cit-ta-di-ni!»

Fiabolina: Grazie, siete tutti molto gentili e vi ringrazio.

Sillabino: So-no la gui-da di que-sta cit-tà e in-se-gno a-i tu-ri-sti a par-la-re sil-la-ban-do

Fiabolina: Anch’io voglio imparare. Ti ascolterò in religioso silenzio!

Sillabino:Per di-vi-de-re in sil-la-be le pa-ro-le de-vi

as-so-cia-re u-na con-so-nan-te a u-na vo-ca-le; quan-do si in-con-tra- no «iu » – «io » non

pos-so-no se- pa-rar-si (FIO-RE, PIÙ); se ci so-no due dop-pie u-na toc-ca a u-na

sil-la-ba, l’al-tra al-la se-guen-te (LET-TO, PIAT-TO);

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se si tro-va-no vi-ci-ne più con-so-nan-ti, van-no u-ni-te al-la vo-ca-le che se-gue,

purché tut-te in-sie-me pos-sa-no co-sti-tui-re i-nizio di pa-ro-la (MO-STRO, FI-NE-

STRA);

il grup-po «cq » si di-vi-de co-sì: c va con la vo-ca-le che pre-ce-de e q con la u e con la

voca- le che se-gue (AC-QUA).

I grup-pi «mb » e «mp » si se-pa-ra-no co-sì: m con una sil-la-ba e p con l’al-tra (GAM-BA;

TROM-BA).

Ti do un con-si-glio per non sba-glia-re con le vo -ca -li: non le se-pa-ra-re!

Fiabolina: Gra-zie tan-te! È sta-to un pia-ce-re co-no-scer-ti! (Si chiude).

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Scena 3

(Sulla scena Fiabolina e la Fata Raddoppina).

Fiabolina: Oh, finalmente una fatina come me! Come ti chiami?

Raddoppina: Mi chiamo Raddoppina!

Fiabolina: Dimmi un po’, che magia sai fare?

Raddoppina: La mia madrina Doppiettina mi ha in-segnato una formula magica, che fa cambiare il significato alla parole: Abracadabra, son la fata Rad-doppina, che vuole dare gioia a tutti ogni mattina, la mia dolce magia è davvero senza fine: son io che raddoppio e creo le gemelline.

Mi basta, infatti, raddoppiare una consonante e il cane si trasforma in canne, il polo in pollo, la casa in cassa e la sete in sette!

Fiabolina: Oh, ma è meraviglioso!

Raddoppina: Sì, ma la mia magia non è limitata a un gioco di trasformismo: serve anche a creare gemelli-ne in parole dotate di un loro personale significato, come letto, piatto, gatto… Inoltre, insegno a tutti

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i bambini che imparano a leggere che, quando in-contrano le gemelline, devono far sentire più forte il loro suono.

Fiabolina: Raddoppina, sei davvero una fantastica fatina e sei molto utile alla lingua italiana. Sono davvero felice di averti conosciuto. A presto!

Raddoppina: A presto! (Si chiude).

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Scena 4

Narratore: Fiabolina continua il suo viaggio e arriva in un paese davvero particolare: vi regnava un gran disordine e tutti i suoi abitanti sembravano non accorgersene. Era il paese di Soqquadro…

Fiabolina: Che disordine nel paese di Soqquadro! Bè, anche il suo nome è particolare: è l’unico della lingua italiana che si scrive con due «q». Però, che subbuglio! Prima sono entrata in una casa e ho visto: maglioni sui letti, calzini che uscivano dai cassetti, canottiere sui lampadari, asciugamani sui termo-sifoni. Sembrava che vi fossero entrati i ladri! (Un po’ pensierosa). Ora capisco perché si dice: mettere la casa a soqquadro! Eh sì, si vuole proprio indicare una gran confusione!

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Scena 5

Narratore: In una calda giornata primaverile Fiabolina visitò un altro strano paese: era intitolato a un per-sonaggio un po’ particolare… la H Bislacca. Tutti ne parlavano con una sorta di timore reverenziale, perché quella signora con il ruolo da primadonna, all’apparenza muta e insignificante, manifestava in-vece una prepotente personalità, che spesso destava preoccupazione… La signora H, infatti, amava cam-minare a braccetto con le signore C e G e le amiche I ed E: quando stava con loro tirava fuori una voce così squillante che la gente aveva quasi paura che la H Bislacca normalmente fingesse di essere muta! Non solo! Le piaceva spostarsi davanti alle signore A, O e AI per indicare un’azione, o dietro di loro o nel mezzo per suscitare meraviglia, stupore, gioia o dolore! Era proprio stravagante! Ma Fiabolina, amante dell’avventura, e desiderosa di conoscere persone nuove, decise di intervistarla.

Fiabolina: Buongiorno, signora H! Mi farebbe piacere conoscerla meglio… Può concedermi un’intervista?

Signora H (Elegante, con un boa di struzzo al collo):

Son la H BISLACCA: con O, AI e A

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non batto la fiaccae a spasso spesso si va.

Davanti mi mettoe indico un’azione,dietro o nel mezzo

ed è un’esclamazione.Invece mi nascondocon la preposizione

o con la congiunzione.Poi esco a braccetto

con g, c, e ed ie grido a gran voce:

cHe! cHi! gHe! gHI!

Fiabolina: Complimenti, signora H! Lo sa che lei è dav-vero simpatica! Secondo me, poi, ha un cuore d’oro!

Signora H: Grazie, grazie, Fiabolina! A presto! La signora Acqua se ne va e sulla scena appare la

signora Acqua, vestita d’azzurro.

Fiabolina: Buongiorno, signora Acqua! Finalmente ho il piacere d’incontrarla! Sono davvero curiosa di conoscere la sua storia: me la può raccontare?

Signora Acqua: Ma certo! E con immenso piacere! Devi sapere che io sono una nobildonna e amo molto

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la pulizia e la trasparenza. Mio marito è il signor Acquazzone, un tipo lunatico (A bassa voce: non dovrei dirlo!) che, quando perde la pazienza, esplode a tal punto che riesce a turbare con il suo pianto repentino anche le giornate più serene.

Il nostro primo figlio si chiama Acquario, vive sem-pre in compagnia dei pesciolini, mentre la piccola di casa, Acquolina, ama solleticare l’appetito delle persone preparando dolci squisiti e pietanze così gustose che al solo vederle… viene l’acquolina in bocca! La mia famiglia è numerosa: ho un fratello estroso, Acquerello, che ha un talento naturale per la pittura e ama dipingere paesaggi, che colora con tinte tenui e delicate.

Il signor Acquedotto è mio nonno e attraversa ogni giorno la città, non percorrendo regolarmente le strade, ma vagando sotto terra; poi c’è lo zio Subacqueo, che ama tanto il mare e ne esplora ogni giorno i fondali, munito di pinne ed occhiali. Lo zio Acquitrino è sempre triste e non andiamo d’accordo, perché è sempre coperto di melma…

Le mie preferite sono la nipotina Acquamarina, splendente come una pietra preziosa, e Acquasan-tiera, così pia e devota che sta sempre in chiesa e offre ai fedeli l’acqua benedetta.

Fiabolina: Che bella famiglia!

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Il viaggio di Fiabolina

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Signora Acqua: Sì, è vero! Vuoi vedere un ritratto di famiglia?

Fiabolina: Certo! Con piacere! (La signora Acqua fa vedere un cartellone che rappresenta i membri della famiglia).

(Alcuni bambini sul palco cantano sulle note di Az-zurro di A. Celentano e la signora Acqua improvvisa qualche passo di danza)

Azzurro, il tuo vestito è tutto azzurro e bello, perché ti accorgi che non abbiamo più risorse senza di te. Allora, noi quasi quasi ti applaudiamo, e forte, e sai

perché? Sei proprio una vera amica E non sapremo fare a men di te!

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Scena 6

Narratore: Fiabolina, durante il suo fantastico viaggio, arriva nel Paese della Punteggiatura…

Fiabolina: Che strano paese questo! Arriva un vigile, che la vede ferma davanti al segnale

della virgola e la rimprovera.

Vigile: Circolare, circolare! Non ha visto la Virgola? C’è divieto di sosta; è consentita solo una breve fermata! (Fiabolina scappa via spaventata e arriva davanti al punto esclamativo).

Fiabolina: Oh, che sorpresa! (Come se stesse parlando fra sé): È strano, ma davanti a questo punto tutti esprimono le loro emozioni: gioia, dolore, paura…Questo deve essere il punto esclamativo! Più in là ci sono i Due Punti: le persone, quando li incrociano, si danno da fare per preparare l’elenco della spesa, oppure avviano lunghe conversazioni usando il discorso diretto, cioè riportando le stesse parole di chi parla.

(Intanto Fiabolina arriva davanti al Punto Interro-gativo).

Vigile: Ehi, signora fatina, sa dove si trova adesso?

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Fiabolina (temendo un altro rimprovero, con voce tre-mante): No, per favore, me lo può dire lei?

Vigile (con modi più gentili): Certo! Lei si trova davanti al Punto Interrogativo, che serve a porre le domande. Me ne vuol fare una?

Fiabolina: Con piacere! Scusi, in quale paese mi trovo?

Vigile: Lei si trova nel Paese della Punteggiatura, un paese della lingua italiana molto importante.

Fiabolina: Bene! Sono arrivata accanto ai Puntini So-spensivi, perciò lascio il mio discorso… in sospeso e proseguo il mio viaggio in cerca di nuove avventure.

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Scena 7

Narratore: Fiabolina continua a viaggiare e incontra tipi un po’ strani, come, per esempio, il signor Apostrofo.

Signor Apostrofo: Cara Fiabolina, ti voglio raccontare una bella storia. Mi vuoi ascoltare?

Fiabolina: Ma certo!

Signor Apostrofo: Devi sapere, cara Fiabolina, che tanti tanti anni fa il Regno dell’Ortografia era un luogo ideale, dove non succedeva mai nulla di male e tutti si volevano un gran bene. Un brutto giorno, però, vi arrivò il signor Articolo LO, che incontrò il signor Ombrello e gli chiese il favore di un passaggio, visto che pioveva a dirotto.

Ma lui non ne volle sapere e se ne andò risponden-dogli picche. Allora il povero LO, per ripararsi dalla pioggia, si nascose sotto una tettoia, ma dimenticò la O e, per la disperazione, si mise a piangere. La sua lacrimuccia diventò un apostrofo e da quel giorno i signori articoli LO e LA, quando incontrano signori che, come Ombrello, iniziano per vocale, piangono in ricordo dell’oltraggio subito da LO in un triste giorno piovoso. Anche la cugina UNA, per solida-rietà, piange davanti alle signore che iniziano per

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vocale, mentre UN non ha mai accettato di piangere, perché gli avevano insegnato che… «Un sorriso e la vita diventa Paradiso!» Da quella lacrimuccia sono nato io, che a volte con una piccola magia appaio davanti ai signori che iniziano per vocale preceduti da: questo, quello, bello, nello…

Fiabolina: Grazie, signor Apostrofo! La sua storia è dav-vero molto interessante e mi fa capire che anche dal male può nascere il bene! (Subito dopo appare sulla scena la Maghetta Regoletta).

Maghetta Regoletta: Ciao, Fiabolina! Scommetto che nel Regno dell’Ortografia ne hai viste delle belle! Tipi strani, maghi affaccendati, fate che utilizzano la bacchetta magica per fare dei giochini magici…In mezzo a questo caos io, la Maghetta Regoletta, cerco di mettere un po’ d’ordine. Io so, infatti, che è importante osservare delle regole per poter garantire agli abitanti del Regno una pacifica convivenza. Consiglio a tutti la mia regoletta elementare (La ripete come se fosse una ballata rap):

Non mettere l’accento su DA preposizione,ma devi stare attento a questa mia lezione:se usi il verbo dare all’indicativo presentedevi subito accentare e non pensare a niente!

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La maestra ti DÀ subito un bel bacione,felice perché hai capito bene la lezione.Se usi il verbo dare al modo imperativo

tu devi apostrofare e… punto esclamativo!DÀ a tutti questa regola

e non potrai sbagliare: è davvero molto semplice,

direi che è elementare.

Fiabolina: Brava, Maghetta! Ma dimmi, conosci altre regole utili?

Maghetta Regoletta: Certo! Non a caso mi chiamo così: Maghetta Regoletta!

(Entra un bambino con un cartello sul quale è scritto «CQU»).

Le parole «bagnate» con CQU le trovatee da acqua son derivate:

son acquazzone, acquitrino, acquedotto,subacqueo,acquolina,

acquasantiera, acquavite e acquerello…Quando le usi non prender l’ombrello!

(Entra un bambino con un cartello sul quale è scritto «IONE»).

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Il viaggio di Fiabolina

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A questa regola presta attenzione:non mettere la doppia

se le parole finiscono in -IONE!

(Entra un bambino con un cartello sul quale è scritto «CIE-CE»).

Se davanti a -CIA finalevedi una vocale

scrivi -CIE per il plurale.Se c’è una consonante scrivi -CE: è impor-

tante!A questa regola fanno eccezione

ciliegia e valigia

che hanno doppia versione!

(Entra un bambino con un cartello sul quale è scritto «QQ -CC»).

Se due qq tu vuoi trovarein «soqquadro» devi cercare!

Il taccuino è davvero importante,per prender gli appunti in un istante.

Nella lingua italiana c’è lui e nessun più, che ha le due c seguite da u!

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Scena 8

Narratore: Il bello, per Fiabolina, doveva ancora venire! Durante il suo viaggio, incontrò una persona vera-mente eccezionale: il signor Vocabolario!

Assomigliava al dottor Sotutto, perché conosceva e custodiva tutte le parole della lingua italiana. Di fronte a lui Fiabolina, che pure era una fatina pre-parata e curiosa, si sentiva piccola piccola.

Fiabolina: Lo sa che lei sa davvero tutto!

Signor Vocabolario: Bè, non lo dico per vantarmi, ma sono davvero un pozzo di scienza! Per consultarmi, però, devi osservare alcune regole. Se mi chiedi il significato di un nome, devi farlo al maschile sin-golare; se mi chiedi il significato di un aggettivo, devi indicarlo al grado positivo, sempre al maschile singolare; per i verbi devi usare l’infinito. E per di-ventare amica mia devi necessariamente dimostrare di conoscere l’ordine alfabetico:

A, B, C, D, E, F, G, H, I, J, K, L, M, N, O, P,Q, R, S, T, U, V, W, X, Y, Z!

Fiabolina: La sua amicizia mi sarà molto utile. Sono certa che diventeremo cari amici!

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Il viaggio di Fiabolina

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Signor Vocabolario: Sicuramente! Chi mi conosce bene sa orientarsi nel mondo della lingua italiana ed è una persona davvero ricca!

Fiabolina, credo che il tuo viaggio sia giunto al termine, anche se non si finisce mai di imparare e di conoscere…

Addio, Fiabolina, sei una fatina davvero speciale!

Fiabolina: Addio! (Entra il narratore).

Narratore: Questa la storia di Fiabolina

che amava viaggiare ogni mattina:lei l’italiano voleva scoprire

e con entusiasmo si accinse a partire.

Volta la carta: l’hai vista arrivarel’orTografia a esplorare

Si tratta di apostrofo, accento e suoni,di doppie, di sillabe e di omissioni.La fata, felice, e in tutta fretta

ha imparato a scrivere in maniera corretta.

Ora ci saluta, deve andar via:lei cerca ancora tanta poesia…Continua il viaggio di FiabolinaChe ama viaggiare ogni mattina!