Dove

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Alto Adige Südtirol Estate nella natura

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booklet 2010

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Alto AdigeSüdtirol

Estate nella natura

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editoriale

L’Alto Adige / Südtirol non fa solo incontrare l’austerità nordica con la leggerezza mitteleuropea, ma grazie alla diffusa realtà agricola ancora presente e fiorente, permette al visitatore di toccare con mano cosa significa filiera corta. Essa nasce dalla consapevolezza che trasformare i tanti passaggi tra la produzione e la tavola in uno scambio diretto tra chi produce e chi acquista, sia una soluzione a tanti problemi. Acquistare direttamente dai produttori significa non solo aggirare la produzione omologata che un certo sistema agroalimentare ha elevato a unico possibile modo di produrre cibo, ma anche instaurare nuove relazioni sociali, poter scambiare opinioni e punti di vista, sentirsi parte di un sistema che vuol migliorare. Il cibo deve essere prodotto non già pensando alla logistica, alla distribuzione, al “mercato” in senso lato, ma deve nascere pensando alle donne e agli uomini che lo mangeranno e per questo motivo ridurre le distanze è un modo semplice per riporre le priorità nella giusta sequenza. Anche il turismo acquista significati in quest’ottica: permette di conoscere realtà nuove e approfondire la cultura del posto. Preferire i ristoratori che adottano menù e prodotti locali consente di sperimentare nuovi piatti e maturare esperienze gastronomiche molto interessanti. I masi altoatesini sono contrafforti che meritano attenzione, grazie a loro si sta diffondendo anche ad altre strutture di accoglienza una cultura dell’ospitalità basata sulle ricchezze del territorio. Vedere la faccia di chi ha prodotto con il latte dei propri animali il

formaggio che stiamo acquistando vale più di tanti sigilli di garanzia, soprattutto se sapremo scambiare due chiacchiere con questa persona. Comprare locale significa contribuire alla difesa dell’economia della comunità, salvaguardare posti di lavoro e tutelare il territorio, perché le aziende agricole sono importanti presìdi ambientali. Significa ridurre gli spostamenti su gomma, i magazzini pieni di derrate alimentari e l’uso smodato di imballaggi. Il problema oggi è che l’agricoltura di media e piccola scala rischia di scomparire. Il cambiamento delle abitudini di acquisto possono partire anche dalla riaffermazione dei mercati contadini come luoghi dove ricostruire filiere brevi e soprattutto virtuose, dove i produttori incontrano i co-produttori e non i consumatori (ovvero non soggetti che comperano ciò che il marketing e lo scaffale impone loro, ma ciò che scelgono anche in virtù di questa conoscenza diretta). Infine, la filiera corta migliora la nostra dieta e il nostro stato di salute: frutti e ortaggi freschi sono ricchi di antiossidanti e lo sono di più quelli che provengono da varietà locali, coltivati biologicamente, raccolti e in poche ore venduti e mangiati. La ricerca scientifica lo ha ampiamente dimostrato, specie negli ultimi anni. Incoraggiamo questi comportamenti, favoriamo le piccole produzioni di qualità, troviamo nuovi momenti d’incontro diventando consumatori curiosi, evoluti, consapevoli e responsabili. Se vi sentite tali, agite di conseguenza, ne gioverà il vostro spirito e il vostro corpo.

Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia

I fortini della filiera corta

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Sommario

gastronomia 52Pane e formaggio

In copertina: Caravan Park Resort di Sesto, fotografia di Barbara Corsico.

Come arrivare:L’Alto Adige si può raggiungere con voli low cost atterrando a Bergamo, Verona, Treviso o Venezia. Con 35 € andata e ritorno un pullman granturismo porta nelle zone più belle dell’Alto Adige. www.suedtirol.info/trasferimenti

Informazioni e prenotazioni:per informazioni su manifestazioni, attività per il tempo libero, meteo, un database completo di tutti gli alloggi e servizio prenotazione online: Alto Adige Informazioni, tel. 0471.99.99.99, www.suedtirol.info

Direttore responsabile Carlo Montanaro

VicedirettoreMariella Grossi

Coordinamento redazionaleMaria Grandori

GraficaGiorgio Longo

Photo EditorMaria Giovanna Aceti

Hanno collaboratoStefano Ardito, Isa Bonacchi,

Enrico Saravalle, Giuliana Vogel, L.S. International

Fotografie Archivio VI.P., Stefano Ardito, Arosea Life Balance Hotel, Ass. Turistica Sarentino/R.

Murr, Alessandro Bianchi, BVD/Tappeiner, Barbara Corsico, Da Riz, Richard Kust, Milestone, Marco Santini, Marco Sonna,

Gustav Willeit. Alto Adige Marketing/Hubert Andergassen, Frieder Blickle, Alexander Filz, Andree Kaiser, Helmut Rier,

Stefano Scatà, Clemens Zahn.

Editore Rizzoli Publishing Italia

Presidente Matteo Novello

Amministratore delegatoGianluca Paladini

Publisher Alessandra Ferraris Product Manager

Marta Galbusera Stampa Nuovo Istituto Italiano

D’Arti Grafiche S.p.a. (Bg) Fotolito Reproscan

Distribuzione in italia e all’estero m-dis Distribuzione

Media S.p.a. - MilanoRegistrato al tribunale

di Milano con il n° 184/3.04.1995 issn 1121-1792

Enoturismo 60La vite è teatro

EvEnti 66Giorni di festa, notti di musica

guardarE il bEllo 38Inizia il film

bEnEssErE 26Tutto casa e terme

dormirE sano 6C’è una biocasa nel bosco

shopping 18La Topoloden

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architettura ecosostenibile

C’è una biocasa

nel boscoSi chiamano Climahotel. Tutto

l’albergo consuma come una sola stanza standard. Non emettono azoto. E i pavimenti assorbono energia. Ecco come la vacanza

diventa un piacere inedito

Terrazze rivestite

in larice al Pergola

Residence

di Lagundo.

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estate nella natura

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Che il legno di cirmolo garantisse un dolce dormire, gli alpigiani dell’Alto Adige / Südtirol lo hanno sempre saputo. E oggi gli alber-gatori offrono con orgoglio camere con pareti in cirmolo senza vernici né colle né chiodi: perché è scientificamente provato che gli oli eterici di questo legno, così gradevolmente profumati, so-no in grado di rallentare il battito cardiaco, assicu-rando sonno profondo e riposo completo. Lo spiega la bioarchitettura, la scienza verde diffu-sa in Mitteleuropa negli anni Cinquanta e che so-lo nel 1991 ha attecchito in Italia, proprio a Bolza-no (v. box pag. 12). Da allora, la coscienza verde altoatesina si è sviluppata fino a conquistare la po-le position dell’eco-bio in Italia: se gli incentivi

provinciali all’eco-so-stenibilità perseguo-no l’ambizioso tra-guardo della totale indipendenza dai combustibili fossili entro il 2020, privati e albergatori esibiscono come un fiore all’oc-chiello la certificazio-

ne di CasaClima o di ClimaHotel (v. box pag. 1), che garantisce gli ecorequisiti della costruzione. L’esempio più nuovo è a Gargazzone, tra Bolza-no e Merano: il primo ClimaHotel è il Theiner’s Garten Bio Vitalhotel (www.theinersgarten.it, doppia pens. 3/4 da 220 €), 4 stelle superior della famiglia Theiner, da oltre 25 anni coltivatori di frutta e verdura biologiche. Qui tutto è biososte-nibile. L’edificio è costruito in materiali locali rici-clabili: porfido, larice all’esterno, abete all’interno

2Dormire sano: un hotel tutto naturale

Il legno di cirmolo

ha proprietà

rilassanti che

assicurano un buon

riposo. Niente colla,

né vernici.

I letti hanno

materassi in

lattice che

poggiano su doghe

di legno.

Lenzuola e

biancheria da letto

in cotone naturale

vengono lavate

con biodetersivi.

I cuscini sono

imbottiti con

fiocchi di lana

naturale, ricca di

lanolina, benefica

per il sonno.

Bioriscaldamento: la centrale di Obereggen

Una camera del

naturhotel Lüsnerhof,

baita ipertecnologica

a Luson. Perfetta

coibentazione

e pannelli solari

consentono il massimo

risparmio energetico.

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e, nelle camere, spesse pareti a incastro di cirmo-lo (brevetto Soligno, Val Venosta); letti con do-ghe in legno, materassi di lattice, lenzuola di bio-cotone lavate con biodetersivi, una parete di ar-gilla che assorbe umidità e odori e nasconde il ri-scaldamento ad acqua. I terrazzi delle 57 camere, ombreggiati da pergole, si integra-no con i tetti inverditi da un biori-vestimento di piantine grasse, che la Provincia incentiva anche pres-so fabbriche e uffici. Al bando l’elettrosmog: in camera, no wi-fi, no frigo e televisione su richiesta. È lo scotto che i fan del bio sono ben felici di pagare. Si rifanno addirittura a Rudolf Steiner (1861-1925), fondatore dell’antroposofia, Norbert e Bar-bara Esser, proprietari del maso Esserhof (www.esserhof.com), minuscolo buen retiro che fron-teggia l’imponente convento dell’Ordine Teuto-nico di Lana, a un quarto d’ora da Merano. Sot-to un’alta pergola che d’estate crea ombra e fre-

scura, quattro casette (da 70 € a notte) con pareti tondeggianti, spesse un metro, costruite con bal-le di paglia, come le stalle di una volta, e rivestite d’argilla. “I pavimenti di calcestruzzo immagazzi-nano la benefica energia dei raggi che entrano dalle vetrate a sud”, spiega Barbara. Fra partenze

e arrivi, gli appartamenti devono “rica-ricarsi”, restando vuoti per almeno cinque giorni. Colori naturali (anche lo sguardo deve riposare) e un bel giardi-no con il rifugio di bambù per le api selvatiche (essenziali per l’impollina-zione); in due minuti si raggiunge il vi-vaio biologico Galanthus, annesso al giardino del convento, in 15 minuti le

Terme di Merano e in meno di mezz’ora il Mon-te San Vigilio. Quassù l’architetto Matteo Thun ha progettato il Vigilius Mountain Resort (www.vigilius.it, doppia b&b da 310 €), 41 came-re fra i larici a 1500 merti di altitudine, un nido d’aquila che si raggiunge solo in funivia. Raffina-to 5 stelle pluripremiato (da Wwf, Legambiente,

L’idea è venuta a Norbert Lantschner (nella foto), dal 1992 direttore dell’Ufficio Aria e Rumore di Bolzano e dal 1999 anche coordinatore dell’Alleanza per il Clima dell’Alto Adige: promuovere le energie rinnovabili, il rispetto dell’ambiente e il benessere, informando il cittadino sulle nuove biotecnologie edilizie. Nasce così a Bolzano nel 2002 CasaClima/KlimaHaus (www.agenziacasaclima.it), di cui Lantschner è direttore. Il Comune ne adotta i principi nel regolamento edilizio, ben più severi rispetto alla media nazionale. “Occorre creare una nuova cultura della casa, bene durevole che interagisce con persone e ambiente, e si deve affrancare il più possibile dall’energia fossile, costosa e inquinante”, spiega lo studioso. L’agenzia valuta gli edifici secondo

tre categorie: CasaClima Oro, che richiede un massimo di 10 kilowattora/mq all’anno; CasaClima A, che ne richiede fino a 30, e CasaClima B, fino a 50. Se necessario, indica gli interventi per migliorare l’efficienza energetica. “Finestre isolanti e coibentazione conservano l’energia solare ed evitano fughe di calore, condensa e muffe, garantendo il comfort abitativo”. Nel dicembre 2009 i risultati di Lantschner sono

presentati a Copenaghen durante la Conferenza Mondiale sul Clima; nella tecnologica Germania viene certificata la prima CasaClima e in Alto Adige è conferito per la prima volta il nuovo sigillo di qualità ClimaHotel all’albergo che totalizza 100 punti secondo i tre pilastri della sostenibilità: ecologia, economia, aspetti sociali e culturali.

Basta che sia Climaantico maso high-tech

Il Maso Grottner,

dépendance del

Romantik Hotel Turm

di Fié allo Sciliar,

ristrutturato conciliando

atmosfere d’antan e

comfort ipermoderno.

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Eco Hotels of the World), primo certificato Ca-saClima A, è “un gigantesco albero adagiato al suolo”. Lunghe balconate ombreggiate da griglie di larice ne tratteggiano la facciata; design lineare e materiali autentici (legno, quarzite di Vipiteno, argilla); luce naturale, coibentazione perfetta, ri-scaldamento con minuzzoli di legno, attento consumo delle acque sorgive. E infinity pool con vista sui boschi. Anche sopra Lagundo, alle porte di Merano, Matteo Thun ha firmato un piccolo hotel: il Per-gola Residence (www.pergola-residence.it, doppia da 250 €): 14 camere di 60 metri quadri più 40 di terrazza, con vista strepitosa sulla valle dell’Adige. Anche qui larice, pietra, pareti di argil-la mista a paglia. Molti i dettagli disegnati da Thun e realizzati da artigiani locali per la proprietaria Ruth Innerhofer: paratie di vimini, cuscini in lana rustica, poltroncine rivestite di loden. Eccellente la colazione: speck, formaggio di Val Passiria, burro di malga, marmellate e succo di mele fatti in casa. Da 15 anni i bio-fan frequentano il Tauber’s Bio

& Vital Hotel (www.taubers-vitalhotel.com, doppia 1/2 pens. da 168 €) di San Sigismondo in Val Pusteria, primo Biohotel in Italia, dove il pro-prietario Gerd Tauber ha messo in pratica il bio-logico integrale. L’acqua di sorgente è rivitalizzata con ossigeno e fatta scorrere su quarzo rosa; tutto arriva dall’orto ed è lavorato in casa: pasta e pane, marmellate e sapone. A base di pino mugo il trat-tamento più richiesto: tisana, bagno nei trucioli, tuffo nel laghetto. L’hotel fa parte dei Vitalpina Hotels (www.vitalpina.info), basati su alimenti locali, wellness e attività outdoor.Tra le nuove soluzioni adottate in nome dell’ener-gia pulita, il teleriscaldamento: ottimizza la com-bustione dei trucioli scartati dai produttori locali di legno preindustriale. In tutta la provincia (7400 kmq) sono nate 60 centrali, piccole ma efficienti, che forniscono energia pulita con oltre 10.000 al-lacciamenti, riducendo di 120.000 tonnellate l’emissione di CO2. Ogni giovedì alle 17 i clienti di 11 hotel di Obereggen, ai piedi del Latemar, partecipano alla visita guidata da Erich Thaler,

Coordina i progetti di ricostruzione a Onna (L’Aquila) per conto dell’ambasciata tedesca. Insegna alla facoltà di architettura presso l’Università di Innsbruck. Per la Provincia di Bolzano, con cui collabora attivamente dal 2002, sviluppa e attua progetti comunitari per la valorizzazione del paesaggio e del patrimonio storico-tecnico-architettonico; ha istituito fra l’altro il Percorso della Tecnica, museo diffuso lungo la rete delle piste ciclabili con 50 siti visitabili. È Wittfrida Mitterer, l’instancabile signora che nel 1991 collaborò a fondare a Bolzano l’Istituto Nazionale di Bioarchitettura – una delle associazioni culturali private più importanti della provincia – insieme all’architetto Ugo Sasso, scomparso l’anno scorso. La dottoressa Mitterer ne

continua l’opera: dirige il bimestrale Bioarchitettura® (www.bioarchitettura-rivista.it) ed è la responsabile per i contatti internazionali e per la formazione universitaria promossa dall’Istituto. “È stato Sasso a dare alla bioarchitettura un’impronta umanistica tutta italiana”, spiega la studiosa. “Non solo creare edifici ecosostenibili, ma avere al centro l’uomo, le sue radici, la vita sociale che è fondamentale salvaguardare”. A Roma c’è stata

la corsa per iscriversi al master universitario CasaClima-Bioarchitettura, che per il secondo anno Wittfrida Mitterer ha tenuto alla Lumsa: 50 posti disponibili, esauriti in meno di due settimane. Architetti e ingegneri, tutti a scuola per imparare risparmio energetico applicato all’edilizia e progettazione ecosostenibile e biocompatibile. Tutto made in Alto Adige.

archibio: tutti a scuola da Wittfrida

l’acqua

I materIalI

la pietra

Al Vigilius Mountain Resort,

progettato da Matteo Thun

in linea con la bioarchitettura,

materiali naturali e piscina a

sfioro con vista sui boschi.

A 1500 metri di altitudine.

le pigne

I trucioli

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Ospitalità ecofriendlyA tutto bio Autonomia elettrica

Valle Lunga in Val Venosta, Agriturismo Richard Fliri (www.fliri.net). Nuovissima struttura ultrabio in balle di paglia firmata Werner Schmidt. Due appartamenti 4-6 pers. A notte: 2 pers., da 65 €; 4 pers., da 85 €.

San Cassiano, Hotel Rosa Alpina (www.rosalpina.it). Elegante, con la celebre Beauty Spa Daniela Steiner, offre le Chalet Loft Suites in nuova ala CasaClima. Doppia b&b da 900 € a notte.

Bressanone, Hotel Grüner Baum (www.gruenerbaum.it). Naturhotel certificato CasaClima A+. 20 camere rustico-eleganti, 4800 mq di spa con saune, piscine, trattamenti bio. Doppia b&b da 132 €.

Fortezza, Hotel Sachsen Klemme (www.sachsenklemme.it).Albergo-locanda tradizionale con ristorante tutto bio: birra, carne e ortaggi. Doppia b&b da 70 €.

San Cassiano Alta Badia,Maso Lüch da Pcëi (www.luchdapcei.it). Camere e appartam., a settimana da 224 € a pers. Usa il biogas della stalla anche per il vicino Hotel Fanes (www.hotelfanes.it).

San Vigilio di Marebbe, Rifugio Fanes (www.rifugiofanes.com). A 2060 m nel Parco di Fanes-Senes-Braies, ristrutturato con materiali bio. Doppia b&b con bagno privato da 68 €.

Malles in Val Venosta, BioHotel Panorama(www.biohotel-panorama.it). CasaClima B+, orto biologico, pannelli solari e spa con acqua rivitalizzata secondo Johann Grander. Doppia pens. 3/4 da 120 €.

San Vigilio di Marebbe,Rifugio Lavarella(www.lavarella.it).A 2042 m nel Parco Naturale di Fanes-Senes-Braies, sauna finlandese esterna; doppia b&b con bagno in comune, da 72 €.

Dal castello al masoProposte speciali Masi ristrutturati

Redagno, Berghotel Zirmerhof (www.zirmerhof.com). Antico maso con 150 ettari, è uno storico albergo con arredi tradizionali. Spa, piscina riscaldata, energia ecologica. Doppia 1/2 pensione da 190 €.

San Lorenzo di Sebato, San Lorenzo Mountain Lodge (www.sanlorenzomountainlodge.it). Raffinato chalet superattrezzato, si affitta a settimana max 10 persone. Da 900 € a notte.

Scena, sopra Merano,Vitalhotel Verdinserhof (www.hotel-verdinserhof.it). Il nuovo centro benessere è un piccolo villaggio alpino con tante baite. Settimana Alpine Wellness, doppia 1/2 pensione da 1510 €.

Campo Tures, Mountain Chalet Obertreyen (www.chaletobertreyen.com).Maso di 300 anni, con antica stube e biosauna con bagno di aromi. Si affitta max 10 persone. Da 2000 € a settimana.

San Martino, Laces, Val Venosta, Turm Chalet (www.turm-chalet.com). A 1740 m, castello di design firmato Werner Tscholl. Piscina, sauna e veranda a 360°, max 4 persone. Per 2 persone 500 € a notte.

San Candido in Alta Pusteria, Maso Glinzhof(www.glinzhof.com).Bioarchitettura e riscaldamento naturale in agriturismo: camere a 2-4 letti, ristorante e fattoria. Doppia 1/2 pens. da 100 €.

La Villa in Alta Badia,Dolomit B&B (www.dolomit.it). 18 camere e ristorante: doppia b&b da 78 €. nche moderni appartamenti nelle strutture La Sajun e Les Viles: da 27 € a persona al giorno.

Lagundo, Maso Gapphof(www.gapphof.com).Vicino a Merano: parco e piscina naturale, 4 appartamenti: 2 per 2-3 persone; 2 per 4-5 persone. Per 2 pers. da 60 € al giorno, da 380 € a sett.

proprietario dell’Hotel Cristal (www.hotelcri-stal.com, doppia 1/2 pens. da 160 €), alla centrale che serve circa mille posti letto della zona. Mo-dernissima baita nascosta nel bosco, costruita nel 2007, è costata 3,2 milioni di euro (metà la Pro-vincia, metà il consorzio degli albergatori), che saranno ammortizzati in 14 anni; due forni, da 2,2 megawatt per l’inverno, da 0,5 per l’estate; emis-sioni di CO2 pari a 10-20 mg/m3 (il massimo le-gale è 150), solo tracce di azoto (contro i 500 mg/m3 ammessi dalla legge); grazie ai tre filtri, polve-ri fini pari a 9 mg/m3 (contro i 70 legali), e 500.000 litri di gasolio risparmiati. La centrale è il

trionfo del chilometro zero. Tutto è locale: mate-riali, artigiani (il costruttore è Stefan Gamper di Chiusa) e finanziamenti. Ma le idee non finisco-no qui. A Luson, in Valle Isarco, il Lüsnerhof (www.luesnerhof.it, doppia pens. 3/4 da 130 €), grande e accogliente baita ultraecologica, si pro-tegge dal freddo con la perfetta coibentazione, 12 camini, pannelli solari e il biogas sprigionato dal letame delle mucche. Integrato con l’energia idroelettrica del comune di Luson, rende super-flui i derivati del petrolio e salva il borsellino: 15.000 euro per il riscaldamento di tutto l’anno. A Fié allo Sciliar, Stefan Pramstrahler, proprie-

tario del Romantik Hotel Turm (www.hotel-turm.it, doppia b&b da 174 €) ricavato in una tor-re medievale, ha restaurato il Maso Grottner in nome di un lussuoso comfort che coniuga vec-chio e nuovo: stube d’epoca e divani di pelle, an-tico forno del pane e lavandini ultimo grido, tra-vi scolpite e lastre di quarzite. Un impianto geo-termico sfrutta la temperatura del sottosuolo per fornire acqua calda e riscaldamento: “Con appo-site sonde si perfora il terreno da 80 a 200 metri e si trasporta in superficie il calore”, spiegano alla Geoliving Energy di Bolzano (www.geoliving.it) che ha realizzato l’impianto. Infine, a Sesto, c’è

chi non si è accontentato di aver realizzato un de-lizioso ecohotel con 12 camere e ristorante di charme nel cuore del camping a 5 stelle Caravan Park Patzenfeld (www.caravanparksexten.it, doppia b&b da 116 €). Hans Happacher, il pro-prietario, ha voluto anche una vasta piscina na-scosta, in pietra e ghiaia, una spa di tronchi per trattamenti al mirtillo e un rifugio di legno anni-dato sulla cima di un gruppetto di abeti: sauna, vasca con vista e zona relax a misura di coppia. In Alto Adige è questo il nuovo lusso. Bio come il profumo del cirmolo.

Inviata da Dove, Maria Luisa Bonacchi

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guida allo shopping

La Topoloden Lane morbidissime e pregiate, provenienti

da pecore allevate nei pascoli di montagna; tessute su telai a mano e tinte con le erbe dei

boschi. La lavorazione artigianale del feltro e i capolavori della scultura ladina del legno.

Ma anche un nuovo stile montanaro

Oberrauch Zitt,

regno del loden

a Vandoies:

mantelle,

cuscini, e pure

il rivestimento

di un’autentica

Topolino, la

mitica Fiat 500

prodotta dal ‘36.

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esTaTe neLLa naTura

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Molti la chiamano Traudl o Traudi, ma il suo nome è Waltraud Schwien-bacher, donna che ha il coraggio di andare nei boschi. Abita al Maso Wegleit, in Val d’Ultimo, ed è una vera strega del Terzo Millennio (tel. 0473.79.53.86). Innamorata della sua valle ricca solo di pecore e boschi, ha fatto un sortilegio, semplicemente usando la testa. Vent’anni fa ha pensato: “In Val d’Ultimo non abbiamo niente, e allora perché buttar via la lana delle nostre peco-re? E perché scordare quello che i vecchi sapeva-no, e cioè come si lavorano legno e vimini?”. La sua scuola “per non dimenticare” è cominciata con 20 alunni dei masi vicini, oggi ne conta 465 che arrivano da tutto l’Alto Adige e da Trentino, Austria e Germania. È ormai una scuola profes-sionale, sovvenzionata dalla Provincia di Bolza-no, in cui Traudl insegna in concreto la perma-cultura a chilometro zero: come vivere in co-stante armonia con i cicli naturali. Si impara in corsi da un’ora (40 €) a mezza giornata, fino a una settimana: tutto sulla lana, compreso come cu-rarsi con i bagni nel vello cardato e cosparso di erbe secche macinate nel mulino a sassi; tutto sulle piante del bosco, sull’arte di lavorare legno e

intrecciare vimini, e molto altro ancora. Nel suo negozietto profumato di fieno si acquistano ma-tasse di magnifica lana che Traudl fila e tinge in grandi pentoloni di acqua bollente con le erbe dei boschi: il verde con aghi d’abete, il giallo con or-tica o foglie di betulla, il rosso con corteccia di la-rice, il rosa con quella di betulla. Negli scaffali, pantofole di feltro (38 €), cosmetici naturali a ba-se di erbe selvatiche studiati da Waltraud in per-sona. La sua magia ha fatto ripartire la valle, e non solo. Dalla sua scuola è uscito un minipool di ar-tigiani, apprezzati anche da designer come Mat-teo Thun: Clara Egger, per esempio (tel. 0473.79.55.19), sferruzza bellissimi cuscini, men-tre Erhard Paris intreccia vimini e fuscelli cre-ando paraventi, cesti, suppellettili e oggetti vari (tel. 0473.79.03.30, cell. 339.17.13.897). E in tutto l’Alto Adige, le stesse pecore – l’alpina tirolese bianca, la pecora di montagna nero-bruna e la pecora di Funes – allevate adesso con ogni cura, producono velli più morbidi e sottili di una volta, adatti a lavorazioni di qualità. In Val di Funes, per esempio, in uno spazio accogliente come una vecchia stube dall’insegna Naturwoll (www.na-turwoll-shop.com), Valentin Niederwol-fsgruber produce e vende, fra l’altro, una linea di delicatissimi accessori per bebè: copertine e guan-

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1

2

1. Pantofole

in lana di Traudl

Schwienbacher.

2. Albert

Unterweger

al suo telaio.

3. Da Hallali

modelli che

reinterpretano

la tradizione in

forme attuali.

A destra,

trapunte, cuscini

e mantelle di pura

lana altoatesina.

2

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40 giorni di lavorazione e poi 5 metri di tessuto. Al vicino emporio Oberrauch Zitt (www.oberrauch-zitt.com), grande firma altoatesina, il loden è declinato in tutte le possibili applicazioni. Classici cappotti e mantelle a contrasto di colore

(229 €), plaid e cuscini: Heinrich Oberrauch, il proprietario, ne ha ri-vestito perfino la carrozzeria della sua Topolino. Il loden, caldo e robusto, si è ormai affermato anche come tes-suto da arredamento: un esempio, la linea Mountain Living South Tyrol, prodotta da Polsit di Ora

(www.mountainliving.it). Anche per l’abbiglia-mento, la tradizione ha trovato oggi nuovi inter-preti. Basta andare a Marlengo nel grande nego-zio Hallali di Renate Waldner. Insieme alla figlia Andrea, sceglie e propone capi per uomo e

Un’icona dello stile montagna. Questo fu Luis Trenker (1892-1990): gardenese, architetto, guida alpina, maestro di sci, diventato attore e poi regista, conquistò Hollywood con sette film di successo e impose uno stile. Sportivo, rustico ma disinvolto. “Lo stesso che aveva mio padre, semplice ma che non si lascia intimidire, come un paio di scarpe chiodate su un pavimento di marmo lucido”, spiega Michi

Klemera (nella foto), bolzanino, inventore del marchio Luis Trenker (www.luistrenker.com). Una linea di total look da montagna, ma non solo, per uomo e donna: cappelli e pedule, giacche, pullover e pantaloni in loden e velluto, dallo stile attualissimo ma improntato “alla montagna globale, dalla Val Gardena ad Aspen, da Kitzbühel a Cortina, che racconta una storia segreta

fatta di natura, silenzio, famiglia; una storia poliglotta, di montanaro che scende a valle portando con sé qualcosa di diverso rispetto a soldi e successo. E portandolo, in più, con ironia”. I suoi eleganti punti vendita (a Kitzbühel, Monaco, Zurigo, Courchevel) e i numerosi shop-in-shop (per esempio da Oberrauch Zitt) mostrano anche la nuova linea di arredi in bianco, nero e legno vecchio accostati a Land Rover personalizzate. Il sogno: un hotel Trenker e un museo dedicato al grande gardenese nella sua patria, Ortisei.

Lo stile in montagna

1. Lane da Traudl

Schwienbacher.

2. Modelli in vendita da

Zacher, cappellaio dal

1560. 3. L’eco-bici

Frisbee Südtirol.

ti, cuscini, coprimaterassi e scarpe. Tutto nei toni dal beige al marrone mélange, i colori della lana naturale ricca di lanolina, così benefica nel sonno. Solo lana naturale anche a Sarentino da Albert Unterweger (www.handweberei.it), quinta ge-nerazione di una famiglia votata alla lavorazione della lana prodotta dalle pecore di montagna lo-cali, circa 2000, che pascolano fra i 1900 e i 2800 metri di altitudine. Albert ha 36 anni ma già da 20 tesse sull’antico telaio di legno. Nel vecchio labo-ratorio profumato di lanolina (in vendita anche sapone al latte di pecora) si acquistano bellissimi tappeti (70 x 130 cm, circa 100 €), coperte rese ancora più calde dalla speciale spazzolatura per sollevarne il pelo (singola 180 €, doppia 290 €), trapunte imbottite di bioccoli di lana (180-300 €), le classiche Toppar, le pantofole di feltro bordate di velluto e cucite a mano (circa 40 €) e i soffici

rotoli di lana medicinale, cioè solo cardata e lava-ta così da mantenere tutta la lanolina. Non man-cano naturalmente né tessuto di loden a metrag-gio né i Sarner Jangger (230 €), le tradizionali giacche sarentinesi lavorate ai ferri tutte a rovescio e bordate in tinta contrastante. La lana locale è protagonista di mille capolavori solo apparente-mente simili, che in realtà offrono interpretazioni sempre diverse per dettagli, sfumature di gusto, tecniche di lavorazione. Ne dà un’idea il volume Costumi tradizionali dell’Alto Adige / Südtirol di Uta Radakovich (ed. Reverdito, 29 €), con una carrel-lata di abiti e accessori pieni di gusto e fantasia. A San Candido, non si perda una visita a Zacher (www.haunold.info), cappellaio dal 1560. Tre stanze nell’antico palazzo Thurn sono un antro magico colmo di cappelli: civettuoli per lei, rusti-ci per lui. Va a ruba quello classico da pastore (72

€) dal bordo al vivo, infeltrito a mano lavorando la lana con le dita. E le pantofole, calde e morbi-dissime, dalla modellatura speciale. È il regno del feltro (usato anche per sottobicchieri e svuotata-sche, cuscini e culle), ottenuto con strati sovrap-posti di garza sottile in lana solo car-data, e quindi follato con acqua cal-da: “Un ottimo feltro dipende an-che dalla qualità dell’acqua”, spiega Elisabetta Zacher. Meglio se di sor-gente. Anche il loden nasce da lana, acqua e calore. Per capire tutta l’in-telligenza e la cultura che stanno dietro a questo tessuto di lana infeltrita bisogna andare a Vandoies al LodenWelt (tel. 0472.86.85.40), piccolo museo sensoriale che ne presenta storia, tecnica e numeri: 1,5 chili di lana da ogni pecora, 130 ore per filarla, 9 per tesserla,

A 86 anni portati in modo elegante e disinvolto, Adolf Vallazza, di cultura ladina e gardenese di nascita, è tra i grandi protagonisti internazionali della scultura del legno. “Cerco ispirazione dal legno usato nella costruzione di antichi masi, di malghe abbandonate, segnato da nodi e venature profonde. Lo salvo dall’abbandono, lo recupero, lo trasformo. L’opera è attuale, ma la sua anima antica rimane”. Lo si nota nei celebri Totem, Sedie e Troni, nelle opere stilizzate che richiamano l’arte africana. Protagonisti di una serie di mostre, ultima delle quali Keep Your Seat, Stai al Tuo Posto, al Gam di Torino fino al 25 maggio. L’arte di Vallazza unisce la storia antica della scultura al design più moderno. Il collante è sempre il legno: “Per me, uomo e artista, rappresenta la materia naturale per eccellenza, la storia stessa della mia terra”. Da non perdere una visita al suo luminoso atelier a Ortisei (via Sotria 6, tel. 0471.79.64.70, www.adolfvallazza.com).

Il legno si fa arte

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donna: elegantemente attuali grazie a un tocco, un dettaglio o un tessuto alludono ad antiche at-mosfere. Fra le molte firme austriache – Gössl, Mothwurf, Schneiders, Habsburg – ne spicca una locale: Luis Trenker (www.luistrenker.it). Il nome è quello dell’alpinista e regista gardenese che negli anni Trenta furoreggiò anche a Hol-lywood, rievocato dal bolzanino Michi Kleme-ra (vedere box a pag. 24). Vulcanico, lo stilista-imprenditore travalica il mondo della moda per approdare a quello del design al motto “Love of life”, voglia di vivere. Così è nata Original Luis World, linea di arredi in bianco e nero come un

film di Trenker, e si diverte a rivestire di antica quercia l’avveniristica sauna Physiotherm a raggi infrarossi, usando come maniglia uno sci d’an-tan: “In due mesi ne ho vendute 38 a diversi al-berghi”, dichiara. “Basta con i cuoricini intagliati, ci vogliono spunti nuovi”. E infatti anche il le-gno per lo shopping a chilometro zero trova og-gi forme più attuali. Si va dalla culla stilizzata in legno di cirmolo (www.wiegi.com), facilissima da montare (e corredata da erbe profumate, len-zuola di cotone biologico, materasso, cuscino e copertine di lana naturale), ai rustici sgabelli sca-vati in un ceppo di larice (Lobis, tel. 0471.35.90.12),

alle poltrone da esterni dall’aria soffice, modella-te nel legno da Manfred Brunner (cell. 348.44.56.970). E pure l’arte scolpita nel legno per cui è famosa la Val Gardena si è evoluta in proposte nuove. Se a Ortisei regna il grande vec-chio Adolf Vallazza (vedere box a pag. 22), di fama internazionale, che attinge all’antico per creare il nuovo, nel paesino gardenese una qua-rantina di giovani scultori hanno creato l’associa-zione Unika. La vasta galleria in cui espongono i loro lavori (con il contributo della Provincia) mostra le nuove forme a cui le essenze naturali danno vita nel Terzo Millennio. Cirmolo, cilie-

gio e noce, melo, pero o tiglio si piegano docil-mente alle creazioni di moderni visionari nati in Alto Adige e ispirati dalle sue montagne. Le stes-se vette che a Maurizio de Concini e a sua moglie Ingrid Dellago di Bolzano hanno risvegliato un’altra intuizione: dieci anni fa, entrati nel mer-cato dei Lev (veicoli elettrici leggeri) con le loro bici Frisbee Südtirol e Dinghi a pedalata assi-stita (www.frisbee.eu), leggere, robuste e non inquinanti, ne detengono oggi il 40 per cento a livello nazionale. La divisione TCMobility (Tec-no Carb Mobility) della loro azienda Tecnocar-bur è dedita allo sviluppo della mobilità urbana sostenibile e alla commercializzazione di eco-bi-ke per comode gite in montagna. Il paradiso, se è faticoso da raggiungere, può attendere. Si arriva anche con una volata lenta.

Inviate da Dove, Maria Luisa Bonacchi e la fotografa Barbara Corsico

Le botteghe dell’artigianato d’autoreLoden, lini e pizzi Nastri, pipe, granati

Lanificio MoessmerBrunico, via Walther von der Vogelweide 6, tel. 0474.53.31.11,www.moessmer.it.Produzione e vendita di loden e lana cotta.

Ubald SattlerCastelrotto, via Oswald von Wolkenstein 6, tel. 0471.70.68.99.Vendita di nastri, bordi e bottoni.

Tessitura Artistica NaglerLa Valle, Zona Artigianale 225, tel. 0471.84.31.88,www.tessitura.nagler.lvh.it.Tessitura e vendita di lino contadino.

Peter AinhauserSarentino,frazione Villa, tel. 0471.62.33.07.Pipe di Sarentino, posate cesellate.

IdeenweltSarentino,via Europa 33, tel. 0471.62.30.49.Grembiuli e fazzoletti tipici.

ZössmayrMareta-Racines - Remlau 9, tel. 0472.75.82.46,www.granat.it.Taglio di granati e altre gemme.

Associazione Pizzi a TomboloPredoi, Adelheid BacherKirchdorf 63b, tel. 0474.654238.Pizzi di antica scuola.

Georg OberhoferVelturno, Maso Glangerhof, Gola 37, tel. 0472.85.53.17.Bottoni e oggetti in corno di cervo.

Pelle, cuoio e lana

F. RizzolliBolzano, via dei Portici 60, tel. 0471.97.35.60.Calzature e cappelli di tradizione.

Alois Gebhard Bressanone,via Velturno 14, tel. 0472.83.23.10.Produzione di pantaloni in pelle.

Helene BrusaCampo Tures, Camminata di Tures 2, tel. 0474.67.95.81.Tipiche giacche in lana a maglia fatte a mano.

Thaler AloisSarentino, via Europa 60, tel. 0471.62.3011,www.sarnthaler.it.Cinture e borse con ricami in rachide di pavone.

Una delle

creazioni esposte

a Ortisei nella

galleria di Unika,

associazione di

scultori del legno.

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trend: benessere km zero

Tutto casa e terme

In queste valli si concentra il 30% dei centri wellness italiani e si usano solo prodotti

dei monti e dei boschi. Bagni di lana e paneterapia. Massaggi ai mirtilli e impacchi

di castagne. Come facevano i contadini

Aria frizzante,

sauna calda

e l’effetto tonico

dell’acqua: è il

benessere

a tutta natura

del Lüsnerhof

di Luson.

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esTaTe nella naTura

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mentazione sana prodotta dagli stessi masi. Come succede al Niederhof (www.niederhof.it), a La-na, e allo Stegerhof (www.naturoase-stegerhof.com), a Trodena, della catena benessere Gallo Rosso. Tra i più ricercati anche il bagno di pino mugo, dove eccelle il Pinus sarentensis della Val Sarentino da cui si ricava un olio essenziale di elevata purezza e qua-lità. Usato anche nella spa dell’Ho-tel Bad Schörgau. “Un prodotto prezioso”, precisa il proprietario, Gregor Wenter. “Per ottenerne un litro, ci vogliono ben 250 chili di aghi”. Il pino mugo, nei mesi estivi, è tagliato e sminuzzato in quota con particolari macchinari che non ne alterano le proprietà terapeutiche. Della pianta si utilizza tutto, dal tronco agli aghi, alle pigne, ed è alla base della linea cosmetica Trehs, usata nelle beauty farm più esclusive per massaggi tesi a migliorare la circolazione e curare e infiammazioni muscolari.Il bagno, in Alto Adige, si fa anche con la lana delle pecore. Alle Terme di Merano si utilizza quella portata dai contadini della Val d’Ultimo, lavata e utilizzata una sola volta (successivamente

impiegata per termoisolare pareti e sottotetto del-le malghe): il calore sviluppato stimola la micro-circolazione e libera la lanolina che ha proprietà idratanti. Sempre in Val d’Ultimo, anche l’hotel Arosea (www.arosea.it) offre agli ospiti bagni di lana, così come il maso Weidacher (www.

weidacherhof.com), a Collalbo, incantevole borgo sull’altopiano del Renon. Sempre in zona, il Wal-dhotel Tann è per ora l’unico in Italia a proporre la cosiddetta pa-neterapia. Una pratica nota dall’antichità ma tornata in uso solo

di recente. Sfornati i pani, era usanza sdraiarsi nel forno ancora caldo per trovare sollievo con-tro i reumatismi. Oggi si sa che a creare benefi-cio al metabolismo, oltre al calore, sono gli en-zimi del pane presenti nell’aria.In un territorio come l’Alto Adige con oltre 5000 ettari di vigneti, occupa uno spazio wellness im-portante la vinoterapia. I semi dell’uva, ricchi di polifenoli, combattono i radicali liberi e risultano ideali per le cure anti-aging, mentre, per i bagni al vino, viene preparata una miscela di uve, mosto e oli biologici. Al Romantik Hotel Turm

Alle Terme di Merano,

12 piscine e vasche per

trattamenti esterne e 13

in un grande padiglione

di vetro e acciaio.

Il dottor Josef Franz è un guru del wellness alpino, fondatore di un’azienda altoatesina con sede a Brunico e creatore instancabile di articoli per la cosmesi e di apparecchi tecnologici innovativi per il benessere per la sua linea Vitalis Dr. Joseph. Prodotti unici e ispirati in maniera imprescindibile a una vera filosofia che ha come riferimenti assoluti la natura, massimi standard di qualità e, soprattutto, i bisogni dell’essere umano. Per raggiungere la felicità, dello spirito oltre che del corpo, secondo principi olistici e sostenibili. “Noi di Vitalis”, sottolinea Josef Franz, “lavoriamo con il laboratorio più intelligente del mondo, la natura, rinunciando

a profumi sintetici, coloranti, conservanti, oli minerali ed esperimenti sugli animali”. Una filosofia che è alla base anche del suo metodo Alpine Healthcare, che prevede cinque fasi diverse, con trattamenti su tutto il corpo, dai piedi alle spalle, accompagnate da un rilassamento profondo e precedute da un’anamnesi. “È importante infatti”,

sostiene Franz, “che prima di iniziare un qualsiasi trattamento, ci sia un colloquio approfondito per capire le esigenze e le necessità del cliente”. Affinché ognuno possa trovare la soluzione più adeguata per arrivare al totale benessere, e quindi alla felicità. Del corpo e della mente.

Felicità sostenibile

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la fragranza del pane cotto al forno, il profumo del pino mugo, dell’erba d’al-peggio tagliata a mano, dell’albicocca e della mela appena colte dall’albero. L’Alto Adige / Südtirol è stato tra i primi territori a sfruttare la genuinità e le proprietà dei prodotti locali. Provenienti da campi a coltivazione rigorosamente biologica e a chilometro zero, da boschi e pascoli in alta quota, da vigne e frutteti a indicazione geografica protet-ta. Usati nell’alimentazione, naturalmente, ma anche nel wellness. All’origine del successo delle beauty farm e delle spa: da quelle dei grandi al-berghi alle più semplici, nei masi a conduzione familiare. Un benessere a 360°, che giustifica un dato confermato di anno in anno: in Italia, quasi il 30 per cento delle beauty farm si concentra pro-prio qui, tra le vette dell’Alto Adige, dove il sog-giorno si abbina sempre a pacchetti wellness, con prezzi competitivi: nei masi un appartamento per due persone costa dai 36 ai 55 € al giorno a perso-na e un bagno di fieno sui 24 €. Negli alberghi, pacchetti benessere con 1/2 pensione e trattamen-ti con prodotti tipici a partire da 388 € a persona per 3 giorni in un 4 stelle, fino a 1092 € per 7 gior-ni in un 5 stelle. Peeling alla polvere del marmo di Lasa, i celebri bagni di fieno o di pino mugo sa-rentino; relax nel vello di lana delle pecore della Val d’Ultimo, saune di pane i cui enzimi stimola-no il metabolismo, impacchi alle mele, massaggi con gel d’albicocca della Val Venosta. “Le piante e le erbe che crescono in ambienti montani”, spiega Josef Franz, creatore del metodo Vitalis

adottato in molte spa, “sono organismi altamente specializzati, in grado di sopportare temperature estreme, con proprietà salutari. Più che inventa-re, basta riscoprire le antiche ricette della salute, rinnovandole alla luce delle conoscenze odierne”. Tradizioni come il bagno di fieno. “L’usanza di coricarsi la sera, dopo un’intensa giornata di lavo-ro, sul mucchio d’erba appena falciata, era diffusa

Bagno nella lana Bagno all’uva Impacco di miele Trattamenti alle mele

relax su legno di cembro

Paneterapia

tra i nostri contadini che ne traevano grande be-neficio contro la stanchezza”, racconta Maria Kompatscher, titolare col marito dell’Hotel Heubad (www.hotelheubad.com), a Fié allo Sciliar. “È stato un nostro bisavolo, nel 1903, il primo a realizzare uno stabilimento di bagni di fieno”. Oggi, i centri benessere, ma soprattutto alcuni degli oltre 1350 masi trasformati in agrituri-

smo, si vantano di utilizzare solo fieno tagliato a mano sopra i 1500 m di altitudine, in alpeggi non concimati, dove in 50 metri quadri di terreno si trovano dalle 50 alle 128 specie tra fiori alpini ed erbe aromatiche. Per un bagno in cui immergersi per 20-30 minuti: toccasana per chi soffre di reu-matismi o mal di schiena. Abbinando il relax a passeggiate salutari tra prati e boschi e a un’ali-

Bagni di fieno, di

lana, di mele, all’uva,

impacchi al miele.

Il wellness

altoatesino si basa su

prodotti puri e naturali

del territorio.

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Trattamenti da piante e minerali. Gli indirizziProdotto e proprietà Come si usa Dove si usa

Del pino mugo della Val Sarentino, Pinus sarentensis, si utilizza tutto, dal tronco sminuzzato in trucioli agli aghi, alle pigne. Lo lavora la distilleria della famiglia Eschgfeller (www.eschgfeller.com).Ha effetti purificanti. L’olio che se ne ricava cura tosse e raffreddore, contusioni, storte, strappi muscolari.

Bagni avvolti in un lenzuolo e immersi in trucioli di pino mugo ancora caldi. Massaggi con l’olio balsamico. Impacchi e peeling. Prodotti della linea cosmetica Trehs (www.trehs.com) con farina e olio essenziale biologico puro al 100%.

Hotel Bad Schörgau (www.bad-schoergau.com), a Sarentino, nell’omonima valle. Tauber’s Bio & Vitalhotel (www.taubers-vitalhotel.com), a Chienes / San Sigismondo, in Val Pusteria.

Si usa fieno da prati d’alpeggio (sopra i 1500 m), tagliato a mano in terreno biologico non trattato, e fatto asciugare in baita. Toccasana per chi soffre di reumatismi, allergie, malattie da raffreddamento, mal di schiena; rafforza il sistema immunitario; rilassa e cura la pelle rendendola liscia e morbida.

Bagni nel fieno fresco o rigenerato in acqua (soprattutto se si soffre di allergie) in via di fermentazione. Durante il bagno la temperatura raggiunge i 40-50 gradi.

Masi: Duner Heuschupfe (www.duner-heuschupfe.com), in Val di Fundres. Lindenhof (www.rolbox.it/gasthof-lindenhof), a Vandoies di Sopra. Alpenbadl Oberfraunerhof (www.alpenbadl.com), a Velturno. Naturhotel Lüsnerhof (www.luesnerhof.com), a Luson.

Le principali 11 varietà di mele dell’Alto Adige hanno ottenuto il riconoscimento europeo: una piccola parte è trasformata in essenze da utilizzare per i trattamenti. Il frutto è ricco di ben 13 vitamine diverse e di 20 tipi di sali minerali. Utile per rigenerare, purificare e tonificare il corpo.

Tisana di mele ed erbe da bere a digiuno per rigenerare e purificare il corpo. Doccia con gel a base di mela seguita da un bagno al vapore, avvolti in un lenzuolo. Impacchi e massaggi con olio di mela. Peeling.

Beauty & Wellness Resort Garberhof (www.garberhof.com), a Malles in Val Venosta. A Merano, l’hotel Castel Fragsburg (www.fragsburg.com) e l’Hotel Ansitz Plantitscherhof (www.ansitz-hotels.com).Romantik Hotel Santer (www.hotel-santer.com), a Dobbiaco, Alta Pusteria.

Le albicocche della Val Venosta, a differenza di altre specie, hanno un profumo intenso, un sapore straordinario e sono resistenti a tutti gli agenti patogeni. La polpa d’albicocca viene utilizzata di recente nei trattamenti di bellezza, anche dermatologici.

Impacchi, massaggi, docce. Creme per la pelle dell’azienda Kräuterschlössl (www.kraeutergold.it).I trattamenti sono fatti anche con prodotti della linea cosmetica Berg(lozione e crema per le mani e il corpo, creme solari, shampoo doccia).

A Naturno, Hotel Feldhof (www.feldhof.com) e Lindenhof (www.lindenhof.it). Dolce Vita Hotel Paradies (www.hotelparadies.com), a Laces.

(www.hotelturm.it) di Fié allo Sciliar, il bagno al vino inizia con un massaggio su pietra calda e un buon bicchiere di Lagrein. Mentre all’hotel La Perla (www.hotel-laperla.it), a Corvara, sono proposti massaggi con prodotti della linea cosme-tica Üa (uva in lingua ladina) e bagno alle vinac-ce, sorseggiando un calice di uno degli ottimi vini della famosa cantina dell’albergo.Tra le fonti naturali e gli ingredienti chiave del wellness altoatesino ci so-no i prodotti dei frutteti che si svi-luppano lungo il corso dell’Adige, e dove la Val Venosta fa la parte del leone. Soprattutto per le celebri me-le, alla base della linea cosmetica del metodo Vitalis Dr. Joseph. Sono usate per tisa-ne rigeneranti, docce e bagni al vapore, massaggi agli oli essenziali. E impacchi con estratto di mela con il metodo Soft-Pack come all’Hotel Garde-na (www.gardena.it), a Ortisei, o mescolato con olio di jojoba, mandorle dolci e avocado all’Hotel Weinegg (www.weinegg.com), a Cornaiano, sulla Strada del Vino. La Val Venosta è famosa anche per la produzione di albicocche, profuma-tissime e dal sapore impagabile. Al di là delle mar-

mellate squisite, la polpa del frutto viene usata per i gel idratanti messi a punto dalla Kräuter-schlössl (letteralmente castelletto di erbe), ditta che ha creato anche un’originalissima crema per il peeling ottenuta con gusci di mandorle tritati e polvere di marmo di Lasa, sempre in Val Venosta. Un marmo bianchis-simo, particolarmente resistente agli agenti at-

mosferici e, in campo dermatolo-gico, dal forte potere esfoliante. Sono mirati alla cura della pelle anche i frutti di bosco, fragole, mirtilli, lamponi, ribes. E la casta-gna della Valle Isarco, il cui alto potere nutritivo e calorico è da

sempre sfruttato per curare astenie, tossi e bronchiti. L’Hotel Unterwirt, a Velturno, è stato il primo a offrire, nella sua spa Castanea, trattamenti per la rigenerazione della pelle utilizzando un prodotto tratto dalla polpa sia della castagna sia dell’ippocastano. Come sono a base di castagne le ricette proposte in autun-no dallo chef nelle settimane speciali riservate a questo gustoso e salutare frutto di bosco.

Inviata da Dove, Giuliana Vogel

Pino Mugo

Fieno

Mele

Albicocca

Wellness a chilometro

zero: alimentato dal

pino mugo della Val

Sarentino o dai frutteti

della Val Venosta.

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Trattamenti da piante e minerali. Gli indirizziProdotto e proprietà Come si usa Dove si usa

La fragola è un efficace anticancro. Attiva contro le rughe. Il succo lenisce le scottature solari. Il lampone è ricco di vitamina C e B1. Il mirtillo ha proprietà toniche e antisettiche, le foglie contengono principi antireumatici e antiuricemici. L’estratto è considerato un nutrimento naturale per gli occhi.

Massaggi, trattamenti al viso e bagni. Gli oli preziosi del lampone, abbinati a latte alpino di capra, rendono la pelle morbida e liscia. Il bagno con fragola, olio di avocado, latte e cocco, rilassa mente e corpo. Il mirtillo è usato per impacchi e massaggi al viso.

Belvita Hotel Excelsior (www.myexcelsior.com), San Vigilio in Val Badia. Beauty & Wellness Resort Garberhof (www.garberhof.com), a Malles. Adler Spa & Sport Resort (www.adler-dolomiti.com), a Ortisei. Alte Mühle (www.alte-muehle.it), in Valle Aurina.

La castagna contiene una percentuale molto alta di amido, fosforo e ferro, oltre a potassio, vitamina C e beta-carotene. Grande valore calorico, proprietà energetiche, rimineralizzanti. Mature e ben cotte, sono efficaci nelle astenie fisiche e intellettuali. Combattono i reumatismi cronici e l’invecchiamento della pelle.

Peeling, bagni salini, impacchi, massaggi, infusi con prodotti a base di castagna e castagna matta dell’ippocastano.

L’Hotel Unterwirt (www.unterwirt.com), a Velturno. È stato il primo hotel in Alto Adige a offrire trattamenti con prodotti a base di castagna. Terme di Merano (www.termemerano.it), un vero concentrato del benessere alpino con trattamenti alla castagna e a tutti i vari prodotti naturali altoatesini.

Il pane è tra i prodotti tipici dell’Alto Adige, con una varietà quasi infinita di ricette. Al di là del calore del forno dove si è cotto il pane, sono soprattutto gli enzimi del pane nell’aria che, attraverso il respiro, entrano nell’organismo e attivano il metabolismo. La paneterapia è consigliata a chi soffre di reumatismi.

La paneterapia consiste in una sorta di bagno-sauna fatto in una vasca riempita di rami di abete e pino mugo a 60°. La vasca è situata in una cabina all’interno di una stanza dove è presente un forno usato di giorno per la cottura del pane.

Il Waldhotel Tann (www.tann.it), sull’Altopiano del Renon, è l’unico hotel in Italia ad avere una cabina per la paneterapia. Al mattino, il forno è utilizzato per preparare il pane della giornata; il calore residuo e gli enzimi che permangono nella stanza sono usati per la cosiddetta sauna del pane.

Il marmo di Lasa, in Val Venosta, è la pietra calcarea bianca più resistente alle intemperie al mondo. La polvere di marmo, abbinata a gusci di mandorle tritati, ha potere esfoliante e permette una pulizia profonda e delicata del corpo, eliminando le cellule morte e ottenendo un effetto benefico sulla pelle.

Peeling a base di finissima polvere di marmo di Lasa (prodotta dalla ditta Kräuterschlössl), abbinata a gusci di mandorle tritati e, spesso, a mele altoatesine e acqua di sorgente.

Beauty & Wellness Resort Garberhof (www.garberhof.com), a Malles.A Naturno, i Dolce Vita Hotel Preidlhof (www.preidlhof.it) e Feldhof (www.feldhof.com).Hotel Lamm (www.vitalhotel-lamm.com), a Tubre, in Val Monastero.

Frutti di bosco

Castagna

Pane

Marmo

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emozioni: guardare il bello

Inizia il filmA piedi, in bici. I 10 itinerari spettacolo con

i ritmi della natura. Per respirare l’aria balsamica dopo il taglio di erbe e fieno. Tra i frutteti in fiore e le vigne. Nei boschi per

la forest therapy. Nei belvedere degli artisti contemporanei per ammirare l’infinito

Il Knottnkino,

ovvero Cinema

delle Rocce,

installazione

dell’artista Franz

Messner sulla

cima del Sasso

Rosso (1465 m).

38 39

estate nella natura

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40 41

Qualcuno ha definito l’Alto Adige come un’unica palestra a cielo aperto, ma si può anche paragonare a un grande centro di be-nessere psicofisico. Recenti studi hanno certificato che una vacanza in montagna fa dimagrire e ab-

bassa i battiti cardiaci. Ma fa anche bene agli occhi e allo spirito, soprattutto se lo scenario è quello delle Dolomiti, descritte da Le Corbusier come l’architettura naturale più bella del mondo e nel 2009 entrate a far parte del Patrimonio dell’Uma-nità Unesco. Le Alpi sono grandi, ma l’Alpe è una sola. Lo si scopre ogni volta con piacere, salendo

Periodo: da fine giugno a fine ottobre.

Impegno: un anello con qualche tratto ripido, la

discesa è su strada sterrata.

Partenza e arrivo: da San Pietro di Funes si sale a

Santa Maddalena e si continua fino ai posteggi di Malga

Zannes (1680 m). Descrizione: si segue la strada

sterrata che porta a Malga Glatsch (1902 m) e si sale

fino al Sentiero delle Odle tra larici e mughi. Tra i prati si

arriva alla Malga di Casnago o Malga Gschnagenhardt

(1996 m). Si rientra per una strada sterrata a tornanti,

lasciando a destra la Düssler Hütte.

Info: Ass. Turistica Val di Funes, www.funes.info.

Periodo: da inizio giugno a fine ottobre.

Impegno: passeggiata facile su un larghissimo crinale,

in mezzo ai prati. Possibili numerose varianti.

Partenza e arrivo: Compaccio (1844 m) si raggiunge

in cabinovia da Siusi o in bus da Siusi o Castelrotto. La

strada è aperta solo nelle prime ore del mattino o per

chi dorme negli alberghi dell’Alpe.

Descrizione: in seggiovia si sale all’Hotel Panorama

(2009 m). Si scende per una sterrata che lascia a destra

la zona acquitrinosa dello Joeuf. Una discesa porta

all’Hotel Ritsch (1875 m), un viottolo all’Hotel Steger-

Dellai e poi a Compaccio. Info: www.alpedisiusi.info.

Il sentiero delle Odle: panorami, larici e mughi sull’alpe di siusi: il profumo del fienoDurata: 3 ore. Dislivello: 350 m. Durata: 2 ore. Dislivello: 170 m in discesa.

in auto o in cabinovia dal fondovalle, e scorgendo sullo sfondo il Sassolungo, il Sassopiatto e le Odle. Da Compaccio, che dell’Alpe di Siusi è la porta, un altro balzo in seggiovia raggiunge l’Hotel Pa-norama, duemila metri di quota, che merita dav-vero il suo nome. Oltre la Val Gardena, da qui, compaiono il Sass de Putia e il Sella. A ovest si al-

zano i monti della Val Sarentino e l’Ortles. A nord, scintillanti, sono le nevi della cresta di con-fine. D’inverno qui si scia su belle e facili piste da discesa e su una da fondo. D’estate si può sceglie-re tra il lungo sentiero verso il Rifugio Bolzano, quello più breve ma ripido per l’Alpe di Tires, o le facili passeggiate verso l’altopiano, che un secolo e

Panorami

spettacolari dalla

Valle di Funes,

ai piedi della

catena delle Odle

(3025 m).

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mezzo fa l’inglese Amelia Edwards definiva “il più bel pascolo di tutto il Tirolo”. Alla fine di giugno e negli ultimi giorni di agosto, i due momenti dell’anno in cui i montanari mettono mano alla falce. Il fieno di giugno è più verde e più fresco, quello di agosto più profumato e più corto. Oltre l’albergo, sul pianoro del Jouf, si scoprono i co-voni, gli uomini e le donne che tagliano, l’andiri-vieni dei trattori che hanno preso il posto di slitte e muli. Altri prati falciati, altri fienili, altre famiglie al lavoro compaiono nella dolce discesa verso l’Hotel Ritsch e la conca acquitrinosa del Paluch. Poi un bus, oppure un altro sentiero, riportano verso Compaccio. Niente fieno, ma pini cembri e larici e, più in al-

to, un tappeto di mughi, in Val di Funes, ai pie-di delle Odle, la spettacolare catena che culmina nei 3025 metri della Furchetta e del Sass Rigais, cuore del parco naturale che protegge anche il Puez. “L’imponente catena delle Odle, che in te-desco si chiamano Geisler, era così vicina da co-stituire una sfida. Ci trasmise quel senso dell’ar-monia che oggi, tra grattacieli e autostrade, non si può più trovare”, ha scritto in una delle sue auto-biografie Reinhold Messner, che da ragazzo pas-sava l’estate a Malga di Casnago (Malga Gsch-nagenhardt), dove saliva, di corsa, traversando ri-pidi boschi. Più comodo il sentiero che giunge lassù dai posteggi di Malga Zannes, tocca la Malga Glatsch, prosegue lungo il Sentiero delle

Periodo: da fine maggio ai primi di novembre.

Impegno: comoda passeggiata per sterrate e sentieri.

Partenza e arrivo: da Braies si raggiungono i posteggi

del Lago di Braies (1490 m).

Descrizione: si supera l’Hotel Lago di Braies e

si continua sulla stradina che segue la sponda

occidentale del lago, una delle grandi attrazioni della

Val Pusteria. Al suo termine si lascia a sinistra il sentiero

dell’Alta Via n. 1 e si continua in salita, ai piedi della

Croda del Becco, fino a Malga Foresta (1590 m). Si

torna per la stessa via, oppure compiendo il periplo del

lago. Info: www.valledibraies.info.

Il lago di Braies e Malga Foresta: acqua e rocciaDurata: 1,30-2 ore. Dislivello: da 120 a 150 m in salita e in discesa.

Periodo: tutto l’anno.

Impegno: facile con qualche saliscendi.

Partenza e arrivo: da Termeno (257 m) si arriva al Lido

di Caldaro (215 m). Per il ritorno meglio utilizzare un bus.

Descrizione: si attraversa il paese e si continua per una

stradina fino alla Chiesa di San Giacomo di Castellaz

(403 m). Si aggira il castello di Valdritta e si continua

(segnavia n. 11) fino alle case di Sella (Söl, 429 m), e

quindi lungo un viottolo (segnavia SB) che scende verso

il lago, e poi continua accanto alla strada asfaltata. Dalla

Chiesa di San Giuseppe al Lago si devia a destra fino al

Lido di Caldaro. Info: www.stradadelvino.info.

trekking fra i vigneti della Bassa atesinaDurata: 2,30 ore. Dislivello: 250 m in salita, 300 m in discesa.

Periodo: da inizio maggio ai primi di novembre.

Impegno: un po’ ripido nella discesa finale.

Partenza e arrivo: da Velturno (850 m) si arriva a

Chiusa (523 m).

Descrizione: dopo una sosta per visitare il castello,

si imbocca la strada per Verdignes, si lascia per una

stradina sulla sinistra e si continua per un sentiero

(segnavia n. 12) tra prati e castagneti fino a Verdignes

(956 m). Il sentiero scende verso le case di Huber e

Pardell. Una stradina porta all’Abbazia di Sabiona.

Traversato il borgo medievale, si scende per un viottolo

selciato fino a Chiusa. Info: www.velturno.info.

Da Velturno a Chiusa: sul sentiero delle castagneDurata: 3 ore. Dislivello: 100 m in salita, 430 m in discesa.

Le acque smeraldo

del Lago di

Braies. Nella

pagina a destra,

i vigneti della

Bassa Atesina e

il Lago di Caldaro.

Page 21: Dove

44 45

Odle, al margine del bosco. Alla Malga Casnago (1996 m) si arriva, in questo caso, in discesa. Il pa-norama sulla Furchetta è mozzafiato. Camminare, in Alto Adige, offre esperienze mol-to diverse. I più allenati possono dedicarsi alle scarpinate verso i rifugi delle Dolomiti di Se-sto e dell’Ortles, o il luogo del ritrovamento di Ötzi sulla cresta del Similaun. Raggiungere centi-naia di vette – il Sassopiatto e il Corno Bianco, il Picco di Vallandro e lo Sciliar – accessibili senza difficoltà. Chi ama gli spettacoli naturali può sali-re verso i ghiacciai della Valle Aurina o della Pal-la Bianca, scoprire le rocce delle Dolomiti o quel-

le della gola del Bletterbach (o Rio delle Fo-glie), dove i paleontologi hanno riportato alla lu-ce rettili di 160 milioni di anni fa, antenati dei di-nosauri. O salire tra i boschi di Braies sulle trac-ce di Michael Wachtler, albergatore e divulgato-re scientifico di San Candido che ha scoperto fel-ci, conifere e rettili estinti da migliaia di anni. Chi preferisce la storia, può andare di castello in ca-stello, seguire le trincee della Grande guerra, camminare accanto ai waale, i canali che portano l’acqua dell’Adige alle frazioni e ai masi isolati del-la Val Venosta. Non tutti i sentieri sono riservati all’estate. In

Periodo: da giugno a fine ottobre.

Impegno: a un primo tratto pianeggiante segue una

salita progressiva e non faticosa.

Partenza e arrivo: da Sarentino si sale in auto all’Hotel

Auener Hof e alla Sarner Skihütte (1622 m).

Descrizione: a piedi per una strada sterrata, indicata

dai segnavia n. 2, si entra in un vallone boscoso e si

raggiunge la Auener Alm (1792 m), con servizio di

ristoro. Si continua sul tracciato che esce dal bosco e

continua fino al Giogo dei Prati (1926 m). Qui si sale fino

al cocuzzolo dove sorgono gli Omini di Pietra (2003 m).

Si torna per la stessa via. Info: www.valsarentino.com.

Il sentiero degli Omini di Pietra: antiche leggende

Periodo: da aprile a novembre.

Impegno: un facile percorso su pista ciclabile in

discesa.

Partenza e arrivo: da Fortezza (749 m) si arriva a

Chiusa (523 m).

Descrizione: questo percorso di 25 km sulla pista

ciclabile della Valle Isarco tocca alcuni dei centri più

ricchi di storia dell’Alto Adige. Da non perdere il forte

asburgico di Fortezza, l’Abbazia di Novacella, il centro

storico di Bressanone e di Chiusa.

Info: Associazione Turistica Chiusa, tel. 0472.84.74.24,

www.chiusa.info.

In bici: tra castelli e fortezze della Valle IsarcoLunghezza: 25 km. Dislivello: 240 m in discesa.

Durata: 2,30 ore. Dislivello: 400 m.

Periodo: da maggio ai primi di novembre.

Impegno: camminata comoda, con qualche saliscendi.

Partenza e arrivo: da Verano (1180 m) che si raggiunge

in auto oppure in funivia.

Descrizione: si segue la strada per Eschio fino all’Hotel

Grüner Baum, si va a sinistra per un sentiero (segnavia

n. 12) che scavalca un crinale, scende alla strada

che sale da Avelengo e tocca varie case. Traversata

per una seconda volta la strada, si sale alle case di

Rottensteiner e poi alla cima del Rotenstein (1465 m),

dove sono le sedie dello Knottnkino. Si torna per la

stessa via. Info: www.meranodintorni.com.

Da Verano al Knottnkino: arte contemporaneaDurata: 2,30 ore. Dislivello: 330 m in salita, 80 m in discesa.

Molti percorsi si

possono fare in

mountain bike.

Nella pagina a

sinistra, uno dei

cumuli di sassi detti

Omini di Pietra.

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Periodo: da aprile a novembre.

Impegno: percorso in leggera salita e poi in discesa.

Partenza e arrivo: da San Candido (1174 m) a

Monguelfo (1087 m).

Descrizione: visita della Collegiata romanica dei Santi

Candido e Corbiniano. Si segue la pista ciclabile che

porta a un bivio dove si può andare a destra verso

Dobbiaco (1241 m) e a sinistra verso Dobbiaco Nuova e

Cortina. Si continua nel bosco verso Villabassa (1157 m)

e Monguelfo. Interessante la deviazione (2 km a/r) fino al

Castello Welsperg. Info: www.altapusteria.info.

In bici: fra prati e boschi in Val PusteriaLunghezza: 17 km. Dislivello: 40 m in salita.

Periodo: da aprile a novembre.

Impegno: percorso facile e panoramico in discesa.

Partenza e arrivo: si parte da Malles Venosta (1051 m),

si arriva a Silandro (722 m).

Descrizione: da Malles, dove merita una visita la

Chiesa di San Benedetto (affreschi del IX sec.) la pista

ciclabile raggiunge la città medievale di Glorenza,

prosegue verso Sluderno da cui si può salire a Castel

Coira. Si continua nella piana di Spondigna, si incrocia

la strada di Solda e dello Stelvio, e si continua accanto

all’Adige fino a Lasa. Una discesa porta a Silandro.

Info: www.altavenosta-vacanze.it.

In bici: meli e albicocchi della Val VenostaLunghezza: 24 km. Dislivello: 330 m in discesa.

Valle Isarco, a monte di Bressanone, il Sentiero delle Castagne (Keschtnweg) offre due giorni di cammino a mezza costa, con tappa accanto al ca-stello rinascimentale di Velturno. In autunno le foglie nei boschi si tingono di rosso, giallo e oro. Tra i vigneti di Caldaro e Appiano si cammina piacevolmente già a Pasqua, e tra settembre e ot-tobre si è circondati dai profumi della vendem-mia. Molte passeggiate altoatesine possono essere percorse piacevolmente in mountain bike. Per

chi non ama faticare in salita, e preferisce una bi-ci più tradizionale, le tre grandi piste ciclabili che seguono l’Adige da Malles a Merano e a Bol-zano, la Rienza in Val Pusteria e l’Isarco dal Brennero al capoluogo sono state sistemate e se-gnalate. E la possibilità di caricare le bici sul tre-no consente di tornare alla base senza fatica, pe-dalando solo in piano o in discesa. Sulle linee Bolzano-Malles e San Candido-Brunico, fiore all’occhiello del turismo sostenibile in Alto Adi-

ge, è anche possibile noleggiare le bici nelle sta-zioni. Oltre ad alberghi e ristoranti, offrono pia-cevoli soste i castelli e siti attrezzati per il bir-dwatching come quello di Sluderno, ai piedi del Parco Nazionale dello Stelvio. Tra le novità, una proposta antica e una quasi postmoderna. La prima è il Sentiero degli Omini di Pietra del-la Val Sarentino, che sale a una larga vetta dove sorgono decine di cumuli di pietre: il panorama è vastissimo, antiche leggende parlano di riti ma-

gici e stregonerie. L’idea più innovativa è il Knottnkino, il Cinema delle Rocce: una tren-tina di sedie di metallo e legno fissate dall’artista Franz Messner sulla cima del Sasso Rosso (Ro-thenstein, 1465 m). Si arriva a piedi da Avelengo o Verano, al posto dello schermo c’è lo straordi-nario panorama sulla conca di Merano, il Grup-po di Tessa e la Val d’Ultimo. Non c’è biglietto, e nemmeno la pubblicità. Stefano Ardito

La Val Pusteria

si può esplorare

lungo una pista

ciclabile. Nella

pagina a sinistra,

in bici tra i castelli

della Val Venosta.

Page 23: Dove

48 49

Di fronte ai ghiacci dell’Ortles e del Gran Zebrù,

il Rifugio Città di Milano, sui pascoli dello

Schaubach, si raggiunge in funivia da Solda.

La parete Nord del Sassolungo, tra le più

belle delle Dolomiti, sorveglia il Rifugio

Comici, che si raggiunge dalla Val Gardena

a piedi o con gli impianti.

Straordinario belvedere

su Bolzano, Merano

e il Gruppo di

Tessa, il Colle,

luogo tradizionale

di villeggiatura, si

raggiunge in funivia

dalla città.

I ghiacciai del Parco Nazionale dello

Stelvio fanno da sfondo all’Hotel

Bellavista di Trafoi, proprietà del

grande sciatore Gustav Thöni, che

si raggiunge in auto.

La parete dolomitica

del Sass de Putia si

affaccia sul Passo delle

Erbe, tra Luson, Val di

Funes e Antermoia,

e sul rifugio-albergo

Ütia de Börz,

raggiungibile in auto.

Le Dolomiti fanno da sfondo al

raffinato Parkhotel Holzner

sull’Altopiano di Renon (Ritten),

dove si trovano le singolari piramidi

di terra (nella foto). Si arriva in auto,

o con la funivia e il trenino.

A picco sul Lago

artificiale di Vernago

e i suoi boschi di larici,

l’antico Maso Finail

si affaccia sulle

montagne della Val

Senales. Si raggiunge

in auto o a piedi.

Una grande parete, illuminata dal sole nel

pomeriggio, si affaccia sul settecentesco

Santuario di Santa Croce, che si raggiunge

in seggiovia da San Leonardo in Badia.

10 panorami a fatica zero

Si raggiungono con la cabinovia

che sale dalla Val Fiscalina i Prati

di Croda Rossa, belvedere sulle

Dolomiti di Sesto e Alta Pusteria.

Affacciato sulla valle che sale al Brennero,

il Monte Cavallo offre splendidi panorami

sulle montagne di confine. Si raggiunge in

cabinovia da Vipiteno.

Page 24: Dove

gastronomia: filiera corta

Pane e formaggio

Le verdure dell’orto e le tome del maso. Solo materie prime del territorio sulle tavole degli chef

stellati che reinventano le ricette della tradizione, dai tipici canederli

alla rosticciata tirolese. Malghe gastronomiche e antiche stube dove

riscoprire sapori autentici

Ritrovare il gusto del

cibo fatto a mano,

con ingredienti

naturali: dalla

semplicità del pane

alle raffinatezze

dell’alta cucina.

52 53

estate nella natura

Page 25: Dove

54 55

Il canederlo, o Knödel, perde la sua rustica identità e diventa un’entrée raffinata o un dessert elegante. Le erbe selvatiche si trasfor-mano in creme, ripieni e gelée, condiscono paste tirate rigorosamente a mano. Le verdure vengono dall’orto di casa, lo Speck dal maso di famiglia, la frutta e i formaggi sono acquistati sulle bancarelle dei bauernmarkt (i mercati contadini). È l’unica, irripetibile Hausküche (cucina casalinga) dell’Alto Adige Südtirol, fatta di ricette di famiglia e inven-zioni geniali, sapori d’antan e accostamenti auda-ci, persino delizie vegane oltre ai piatti che decli-nano la carne in tutte le sue varietà. Da provare nei templi gourmet o nei rustici Buschenschank (osterie contadine) disseminati nelle valli intorno a Bolzano, dove “stelle”, “cappelli” e “forchette” raggiungono una concentrazione introvabile in ogni altra parte d’Europa: ben 18 i riconoscimen-ti dalle Guide Michelin e dell’Espresso, 54 dal Gambero Rosso. Tutto a chilometro zero, perché chef e osti utilizzano quasi esclusivamente mate-rie prime del territorio. Il primo esempio di que-sta gastronomia unica nel suo genere viene da Zum Löwen (via Principale 72, Tesimo, tel. 0473.92.09.27, www.zumloewen.it, menu degu-stazione 60 €), dove Anna Matscher, la sola la-dy chef stellata di tutta la provincia, propone agli ospiti della sua “casa” una cucina rusticamente raffinata, usando ger-mogli, erbe di mon-tagna, frutta e mate-rie prime locali per le sue preparazioni dai sapori e colori legati ai vari momenti dell’anno. Nelle sue mani i canederli di-ventano una millefo-glie ripiena di fonduta di Graukäse (il famoso formaggio grigio, uno degli ingredienti a chilo-metro zero della dispensa di Anna) servita con le verdure dell’orto, il capretto si sposa agli asparagi bianchi di Terlano e tra i dessert si trova una in-

1

2

4

Chef a km zero

auener hof: dal bosco al piatto

schöneck: ricerca bio

speck alto adige Igp

kuppelrain: la cantinadi sonja

zum löwen: erbe di montagna

3

5

1. Lo chef Heinrich

Schneider. 2. Il vino

giusto per ogni piatto.

3. Il re dei salumi

del territorio. 4. Karl

Baumgartner (al

centro). 5. Anna

Matscher, chef stellata.

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superabile variazione di rabarbaro (sorbetto, tar-telletta e knödel) che arriva direttamente dall’or-to di Anna. In tema ecofriendly anche la carta di Auener Hof (fraz. Prati 21, Sarentino, tel. 0471.62.30.55, www.auenerhof.it, da 54 €) buen retiro per golosi e gourmet a 1600 metri di altez-za nella incontaminata Val Sarentino. Heinrich Schneider, Jeune Restaurateur e stellato ad alta quota (il più alto della provincia), è un esempio unico di chef druido che raccoglie nei boschi e nei prati pimpinella e tarassaco, ortiche e crescio-ne, spinaci selvatici e aglio orsino, li abbina a prodotti genuini e rari del territorio e li trasforma in cucina d’autore. I suoi piatti? Savarin di capri-no con gelée di aglio orsino ed erbe selvatiche, ma anche sella di cerbiatto al croccante di grano saraceno con purè di prezzemolo, rapa e finoc-chio, o spaghetti di grano duro fatti in casa con pesto di erbe spontanee. E una personalissima versione di canederlo dolce alla ricotta e amaret-ti con marmellata di frutti di sambuco e gelato allo zafferano e genziana. Tra i pionieri della cucina biologica c’è anche Karl Baumgartner, che nel suo Schöneck (via Castello di Schöneck 11, Falzes, tel. 0474.56.55.50, www.schoeneck.it, menu degustazione 75 €) sor-prende i suoi ospiti con preparazioni rustiche al-ternate a piatti ispirati alla filosofia della ri-cerca, in un mix di eclettismo culinario e citazioni trendy, in-terpretazioni di piatti culto della tradizione e invenzioni nate dal-la sua fantasia. Nelle stube – quella di cirmolo, quella gotica e quella degli angeli – o sulla terraz-za spalancata sulla valle si assaggiano delizie come i Pressknödel con insalatina di cavolo cappuccio e rucola; nella ricetta il tradizionale canederlo viene farcito di formaggio (l’immancabile Graukäse) e schiacciato come una croquette. Tra gli highlights della carta c’è anche la testina di vitello servita tie-pida con insalatina di campo e la spalla di agnello al forno con erbe di montagna. Ancora contami-

nazione tra passato e presente nello schmarrn (omelette dolce che di solito si serve spezzettata e accompagnata da salsa di mirtilli), che Karl pro-pone in una versione con riso al latte, ricotta e mele caramellate. Jörg Trafoier, nel suo Kup-pelrain (via Stazione 16, Castelbello, tel. 0473.62.41.03, www.kuppelrain.com, da 70 €), si concentra sull’essenziale: ingredienti freschi dell’orto, del bosco e del maso, trasformazione casalinga (marmellate, gelatine, conserve sono tutte fatte a mano), reinterpretazione creativa della cucina locale. Mantenendo i sapori origina-li, identificabili, riconoscibili. Anche per Jörg i ci-bi a chilometro zero sono un imperativo, e così l’ortica raccolta nei prati dietro casa diventa una crema che arricchisce il risotto con filetto di coni-glio, gli asparagi bianchi di Castelbello imprezio-siscono la rustica insalata di patate e tarassaco, il Gewürztraminer (una delle glorie enologiche dell’Alto Adige) si trasforma in gelatina per ac-compagnare la terrina di trota affumicata. Sonja cura l’abbinamento dei vini alle portate.La cucina dei sapori autentici ha i suoi difensori soprattutto nei masi e nelle osterie più ruspanti e naïf, frequentati anche dai bourgeois bohémien di

1-2. La simpatia

del cuoco e il gusto

dell’agnello arrosto.

3-4. Piatti e formaggi

locali al Kürbishof. 5.

Risotto al pino mugo.

1

2

osterIe d’autore

oberraindlhof:cucina contadina

kürbishof: maso di montagna

3

4

5

Page 27: Dove

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corda l’insegna in ferro battuto che oscilla all’ester-no di questa tipica osteria di montagna (loc. Gug-gal 23, Anterivo, tel. 0471.88.21.40, www.kuerbi-

shof.it, da 35 €). Hartmann e Sara Varesco adoperano solo la frutta e le verdure del loro maso, le erbe rac-colte lungo i sentieri del bosco, le carni di pochi e fidati allevatori della valle. Il loro menu è, così, una cele-

brazione del local: dallo sformatino di bruscando-li (germogli del luppolo selvatico) alle zuppe di ortica, dall’agnello brasato con Roascht (patate e polenta grattugiata saltate in padella) al parfait di sciroppo di lavanda.

Inviato da Dove Enrico Saravalle

Bolzano e dintorni. Si può cominciare dal Patscheider Hof (Signato, tel. 0471.36.52.67, www.patscheiderhof.com, da 30 €), dove Alois Rottensteiner propone una carta che è un inno alla tipicità e alla filiera corta: tortelli di patate ri-pieni di asparagi o di radicchio rosso, taglieri di Graukäse serviti (alla contadina) con cipolle e aceto, crêpes con fragole dell’orto. Il tutto in una stube del Seicento con il consueto décor rustico (mensole, orologi a pendolo, crocifissi, foto di fa-miglia) e una vista superba sul Rosengarten/Cati-naccio e sulla Valle Isarco. Anche all’Oberrain-dlhof (Madonna di Senales 49, tel. 0473.67.91.31, www.oberraindlhof.com, menu degustazione 45 €), la linea di cucina è rigorosamente casalinga: il menu di Helmut Raffeiner prevede, tra l’altro, una vellutata di rapanelli con gnocchi di crescio-ne, una sella di agnello in crosta di timo, un dol-ce, ribattezzato latte di neve, cugino dei knödeln e servito con panna montata fresca (il latte è quello del vicino). Herr Helmut però si spinge oltre: insieme a due vignaioli della Val Venosta e a Reinhold Messner sta facendo stagionare delle botti di Pinot Nero, chiamato Pinot Ötzi, a diverse altitudini: a Castel Juval, a 900 metri, nella cantina del suo maso, a 1500 metri, e in quella dell’Hotel Grawand, a 3212. Il risultato? Tutto da provare. Ancora una sosta da Kürbishof, il maso della zucca come ri-

1-2. Solo prodotti a

km zero per la cucina

tipica da gustare

in un’antica stube.

dalle stelle alle osterieStellati Rustici

St. Hubertus, San Cassiano in Badia, tel. 0471.84.95.00, www.rosalpina.it. Menu ecosostenibili dello chef (2 stelle) H. Niederkofler: celebrazione raffinata del terroir. Da 115 €.

Gostner Schwaige, loc. Alpe di Siusi, Castelrotto, cell. 347.83.68.154. Malga sperduta tra boschi e alpeggi, dove Franz Mulser propone una carta creativa e fantasiosa partendo da erbe, fiori, fieno. Da 35 €.

La Siriola, loc. Armentarola, San Cassiano in Badia, tel. 0471.84.94. 45, www.siriolagroup.it.La cucina di Claudio Melis esplora la valle e il territorio con curiosità e competenza. Da 100 €.

Pretzhof, Val di Vizze, tel. 0472.76.44.55, www.pretzhof.com. Nel maso si producono le materie prime lavorate da Karl e Ulli Mair, che le trasformano in ghiotte delikatessen rustiche. Da 35 €.

Stüa de Michil, Corvara in Badia, tel. 0471.83.10.00, www.hotel-laperla.it. Arturo Spicocchi recupera antiche ricette tirolesi e ladine; nella sua carta finferli, caprioli, camosci, trote, mele, mirtilli. Da 100 €.

Oberraut, Villa S. Caterina, Brunico, tel. 0474.55.99.77, www.plancorones.it/brunico/gasthof-oberraut. Asparagi selvatici e funghi dal bosco. Trasformati dalle mani sapienti di Christofl Feichter. Da 45 €.

Jasmin, Via Gries 4, Chiusa, tel. 0472. 84.74.48. Cucina di erbe, di inventiva e di territorio quella di Martin Obermarzoner, il più giovane stellato della provincia. Da 60 €.

Mayrl Alm, Ski Center Latemar, Obereggen, cell. 333.62.34.245. Sembra una vecchia malga, è un ritrovo per golosi: ingredienti del territorio ma anche e materie prime esotiche. Da provare il risultato. Da 50 €.

Kleine Flamme, Vipiteno, tel. 0472.76.60.65. Show kitchen, genio e creatività per una carta glocal, new entry nel gotha delle stelle altoatesine. Da 60 €.

Bergstube, San Candido, tel. 0474.91.34.48, www.bergstube.com. Nel maso con vista sulle Dolomiti, Alexia e Manfred Jud offrono specialità locali, dalla zuppa d’orzo al rosticciata tirolese. Da 30 €.

Sissi, Merano, tel. 0473.23.10.62, www.sissi.andreafenoglio.com. Anche Andrea Fenoglio è uno dei nuovi stellati di quest’anno e le sue interpretazioni della cucina regionale valgono una sosta. Da 65 €.

Maso Runch, Pedraces, tel. 0471.83.97.96, www.masorunch.it. Come dai contadini, è il motto dei Nagler. Il menu parla ladino: turtres (frittelle) di spinaci e custeis (costine) di maiale. Da 25 €.

dalle salse al dessert

Patscheider hof: stube del ‘600

1

2

Page 28: Dove

enoturismo

La vite è teatro

Un terroir dove nascono grandi vini, dal Lagrein al

Gewürstraminer. Da degustare in sorprendenti cantine

progettate da archistar. Tenute con installazioni di land art,

labirinti verdi e giardini tematici. Feste gastronomiche e concerti

fra vigneti e castelli

Vigneti lungo

la Strada del

Vino, fra Tesimo

e Salorno,

zona di grandi

vini e cantine

all’avanguardia.

60 61

estate neLLa natura

Page 29: Dove

62

Fare vino, da queste parti, è un must, da secoli: i Weinbauern (contadini del vi-no) della provincia di Bolzano raccontano che i loro antenati Reti insegnarono ai Romani l’uso del legno per invecchiare il vino. La tradizione continua, e oggi una delle bibbie del berebene (I vini d’Italia del Gambero Rosso) attribuisce a 26 etichette altoatesine i Tre Bicchieri, il più alto dei loro riconoscimenti. Tutto merito della natura, assicurano gli esperti. E dei Weinbauern, prota-gonisti di una viticoltura all’avanguardia. Si sono anche riuniti in associazioni (Tirolensis Ars Vini, www.tirolensisarsvini.it e Vignaioli dell’Alto Adige, www.fws.it) per far conoscere la tipicità dei vini dell’Alto Adige. Tra i loro meriti c’è sicu-

ramente quello di avere valorizzato, accanto ai vi-tigni internazionali, quelli autoctoni. I magnifici tre del vigneto Südtirol sono il Lagrein, il Ver-natsch (o Schiava) e il Gewürztraminer, diver-si tra di loro per terreno su cui crescono, qualità delle uve che producono, vino che se ne ricava. Lungo la Weinstrasse, suggestiva Strada del vi-no che taglia l’Oltradige tra vigneti rigogliosi, tra-monti dolomitici e castelli, si può partecipare ai VinoSafari (ogni primo venerdì del mese, info: tel. 0471.86.06.59, www.suedtiroler-weinstrasse.it) per degustare le produzioni top di cantine plu-ripremiate. Questa è forse stata la prima zona vi-tivinicola italiana dove le caves da spazi appartati e segreti riservati solo ai Kellermeister (i cantinie-ri) sono diventate, con il contributo di noti archi-star, luoghi di intrattenimento di un enoturismo

63

1-2. VinoSafari, feste ed eventi lungo la Strada

del vino. 3. L’avveniristica struttura disegnata da

Werner Tscholl per la Cantina Tramin a Termeno.

Concerti DegustazioniVIVere Le CantIne

Installazioni d’artespettacoli

1

2

3

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sempre più colto ed esigente. Dalla cantina stori-ca rivisitata a quella ipermoderna, i più famosi nomi dell’architettura non hanno lesinato in fan-tasia e creatività per accogliere e stupire il visitato-re. Un esempio è la Tenuta Kränzel dei conti Pfeil (Cermes, tel. 0473.56.45.49, www.labyrinth.bz). Accanto alla residenza nobiliare nelle cui se-grete sono custodite botti e bottiglie, Franz, l’ul-timo rampollo della casata, ha trasformato i suoi terreni in Parco Sensoriale con giardini temati-ci e terrazze, labirinti verdi realizzati con le vigne, un anfiteatro vegetale che ospita concerti e jam session estive, grotte e installazioni di land art (le opere si possono anche acquistare). Nella filosofia di “autoctono è bello”, poi, Franz Pfeil fa assag-giare il suo Meraner Hügel (Schiava in purezza), il bianco Corona (cuvée segreta che il conte defi-nisce “un pezzo di arte aromatica”) e l’unico pas-sito altoatesino ricavato da uve schiava, il Dorado. Appena fuori dal centro storico di Bolzano si in-contra il Loacker Schwarhof (Santa Giustina 3, tel. 0471.36.51.25, www.loacker.net) dove la pa-rola d’ordine è “Omeopatia, invece di chimica”. Pionieri del biologico (si lavora senza pesticidi o erbicidi dal 1979) i due fratelli Hayo e Franz Josef Loacker utilizzano prodotti omeopatici nella lot-ta ai parassiti, coltivazione biodinamica nei vigne-ti, tappi in vetro per sigillare le bottiglie. I risulta-ti si assaggiano nel padiglione delle degustazioni, spalancato sulla conca di Bolzano e sulle Dolomi-ti. Il posto d’onore tocca ai magnifici tre della provincia: una Schiava (il Morit), un Lagrein, e un Gewürztraminer (l’Atagis) morbido e armo-nico. Tra i jeunes vignerons altoatesini, Martin Foradori è il patron delle Cantine J. Hofstätter (Termeno, tel. 0471.86.01.61, www.hofstatter.

climatiche ideali per la coltivazione di uve a bacca bianca, e per questo motivo la Cantina Valle Isar-co si è specializzata nella produzione di bianchi. Nello stabilimento di Chiusa si imbottigliano Sylvaner, Müller Thurgau di carattere, Traminer profumati. I curiosi di storia del vino possono se-guire un breve e suggestivo percorso museale su vigne&vigneti a Bolzano e dintorni. A una manciata di chilometri dalla cantina, Unterwirt (loc. Gudon 45, Chiusa, tel. 0472.84.40.00) è un locale elegante con stube gotiche rivestite di cir-molo. Lo guida Thomas Haselwanter (Jeunes Restaurateurs d’Europe) che si cimenta con i buoni prodotti del territorio. In cantina, il posto d’onore va agli emergenti della valle. Ultima, ma non per importanza, la piccola Garlider (loc. Untrum 20, Velturno, tel. 0472.84.72.96, www.garlider.it), regno di Christian Kerschbaumer, vi-gneron prodige della Valle Isarco. Premiato con

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1-3. La Cantina

Valle Isarco è

specializzata nella

produzione di vini

bianchi e ha allestito

un piccolo museo

sulla storia del vino.

com), lungo la scenografica Strada del Vino. La sede dell’azienda è un palazzo del Cinquecento, con una dépendance supertecnologica, disegnata da Walter Angonese, una delle firme della enoar-chitettura. Si tratta della Torre del Vino dove si trovano la nursery delle barrique, gli impianti di vinificazione e la sala di degustazione con uno strepitoso panorama sui vigneti. Accanto alla cantina, è stato allestito un wine bar di design (firmato Angonese) dove si assaggiano le speciali-tà locali accompagnate dal vino della maison. Martin Foradori ha realizzato un Gewürztrami-ner Garten, con percorsi plurisensoriali, dove ha riunito molte varietà del vitigno locale. Ancora sulla Wein Strasse ecco la Cantina Tramin (Ter-meno, tel. 0471.09.66.33, www.cantinatramin.it), seconda realtà per numero di soci in Alto Adige. È l’esempio più recente di cantina - opera d’arte, alla quale ha lavorato per mesi Werner Tscholl (autore del restauro di Castel Firmiano a Bolzano, sede del Museo della Montagna di Mes-sner), rivoluzionandone l’immagine. Il risultato è una imponente struttura-scultura: una gigante-sca vite stilizzata sembra uscire dal terreno per av-volgere l’edifico e disegnarne l’involucro esterno. Dalla Cantina Tramin è uscito il Gewürztraminer Terminum premiato come migliore bottiglia del 2010. Da Bolzano parte un’altra strada che risale la Valle Isarco, uno dei terroir più vocati della pic-cola provincia per la produzione di vini di alta qualità, dove sostare nelle cantine storiche e in quelle di giovani wine maker che stanno facendo onore all’enologia altoatesina. Tra le prime, la Cantina Valle Isarco (loc. Coste 50, Chiusa, tel. 0472.84.75.53, www.cantinavalleisarco.it). In val-le, assicurano gli esperti, si ritrovano le condizioni

bicchieri e grappoli dalle guide più titolate, nella sua piccola tenuta spalancata ad anfiteatro sul fiu-me lavora in biologico da più di sette anni. Una produzione da amatori, la sua: solo 20.000 botti-glie all’anno tra Sylvaner, Müller Thurgau e Gewürztraminer, minerali, freschi, aromatici. Christian, poi, è disponibile a far da guida per scoprire i sentieri che tagliano in quota la valle. Uno in particolare è il Keschtnweg, cioè il Sentie-ro delle Castagne, percorso attrezzato tra chieset-te gotiche e monasteri suggestivi come quello di Sabiona, castelli (Velturno) e rovine, ansitz (resi-denze nobiliari) e masi. Le soste gastronomiche sono assicurate nei rustici Buschenschank (i masi della frasca) come il Glangerhof (Velturno, tel. 0472.85.53.17) dove il pane cuoce in un forno ac-canto al maso, i formaggi, speck e salamini affu-micati di cervo sono prodotti artigianalmente.

Inviato da Dove, Enrico Saravalle

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i grandi appuntamenti da non perdere

Giorni di festa,notti di musica Kermesse gastronomiche dedicate allo Speck e al vino. Musica classica e jazz. Danza e scultura. Summit dei più famosi alpinisti. Ecco il calendario di sette mesi di eventi. Nei castelli, nelle piazze, ai piedi delle cime dolomitiche

Cavalcata Oswald von Wolkenstein29-30 maggio Dove: Siusi, Fié allo Sciliar, Castelrotto.Descrizione: un tradizionale torneo a cavallo fra squadre, che si tiene da 25 anni. Sfilata, concerti, esibizioni di artisti e musicisti, mostre, spettacoli teatrali. Info: www.ovw-ritt.com.

Jazz Festival 25 giugno - 4 luglio Dove: nei castelli, teatri, piazze e strade di Bolza-

no, Merano, Bressanone, Brunico, Vipiteno.Descrizione: concerti e musica jazz di artisti in-ternazionali e movimenti emergenti.Info: www.suedtiroljazzfestival.com.

Giornata dello Yogurt 10 luglio - 1 agostoDove: Vipiteno.Descrizione: natura, divertimento e, natural-mente, il prodotto yogurt. Ogni albergo propone piatti molto speciali a base di yogurt.Info: www.giornatedelloyogurt.com.

ValgardenaMusika 17 luglio - 2 settembreDove: Santa Cristina, Ortisei, Selva.Descrizione: nei luoghi più belli delle Dolomiti con nomi della musica classica internazionale.Info: www.valgardenamusika.com.

Bolzano Danza 19-31 luglioDove: Teatro Comunale, Bolzano.Descrizione: spettacoli di grandi compagnie in-ternazionali di danza contemporanea. Workshop di tecnica classica, jazz, hip hop, musical. Info: www.bolzanodanza.it.

Europeade 21-25 luglio Dove: Bolzano.Descrizione: il Vlaamse Volkskunstbeweging (movimento artistico fiammingo); arrivano da tutta Europa per festeggiare, ballando e cantan-do, la propria arte e cultura popolare. Info: www.europeade.eu.

Settimane Musicali Meranesi 24 agosto - 27 settembre Dove: Kurhaus / Teatro Puccini, Merano.Descrizione: tra i festival europei di musica clas-sica più seguiti. Anche cicli di Matinée classique con concerti di musica da camera. Info: www.meranofestival.com.

UNIKA - Scultori in Fiera 3 - 5 settembreDove: Tennis Center, Ortisei / Roncadizza.Descrizione: scultori artigiani della Val Garde-na producono in pubblico opere di pregio. Info: www.unika.org.

Törggelen nei vicoli di Chiusa 18 settembre - 2 ottobreDove: nel centro di Chiusa.Descrizione: si accoglie l’autunno con vino, musica e i tipici piatti del Törggelen: crauti, cane-derli, speck, krapfen e, naturalmente, castagne.Info: www.toerggelehauptstadt.info.

Festa dello Speck - Mercato del Pane 1-3 ottobre Dove: Santa Maddalena, Funes, Bressanone.Descrizione: tre giorni dedicati allo speck. Ma anche al pane, a canederli, formaggi, stru-del. Inoltre, musica, mercatino di prodotti ar-tigianali, persino sculture di speck. Info: www.speckfest.org, www.mercatodelpane.it.

International Mountain Summit® 2-7 novembre Dove: Forum Brixen-Prishna, Boulderhalle, Expo-Gelände, Bressanone.Descrizione: summit dei più famosi alpinisti e scalatori del mondo tra cui Reinhold Messner. Con escursioni guidate e gare di arrampicata.Info: www.ims.bz.