Dossier Ragazzi & Dintorni 4, Aprile 2016 - estratto

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Ra gazzi & Dintorni DOSSIER Aprile 2016 4 Inserto da staccare Buono non bullo

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Il Dossier, Ragazzi & Dintorni, “Grande Gesù”, di Aprile 2016, focalizza la persona di “Gesù buono, non bullo”. La sua è una bontà di vicinanza, che egli manifesta con gesti; una bontà preveniente, silenziosa. È sempre attento e pronto a comprendere, soccorrere, perdonare. Noi, sulla sua scia, creiamo “il contagio del bene”! »»» http://goo.gl/3VubOE

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Ragazzi&Dintorni

D O S S I E R

Aprile20164

Insertoda

staccare

Buononon bullo”

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Catechisti parrocchiali / Ragazzi & Dintorni, aprile 20162

Ragazzi &

dintorni Certamente Gesù è buono, non bullo, non c’è alcun dubbio. In -

vece di noi non sappiamo se, a volte, siamo bulli, cioè violenti, pertenere a bada gli altri, o se la violenza la subiamo, o se facciamo

finta di nulla… Le canzoni aiutano a dischiudere i nostri mondi interiori,per giungere a «schierarsi» (Musica e fede). Oggi, in effetti, sembrano pre-dominare ingiustizia e violenza…, e la bontà appare fuori moda. Online sipuò fare una ricerca sui bulli di oggi e realizzare un cortometraggio, per farconoscere la problematica (In rete). Ma come vincere violenza e sopraffazio-ne? Creando un circolo virtuoso: «passare la bontà». Ogni persona, che ri -ceve «un favore-bene», lo ricambia ad altre tre persone, così da creare il con -tagio del bene (Focus). Per fare il bene, c’è da allenarsi nell’autocontrollo diparole, azioni, abitudini, e seguendo l’invito di papa Francesco di pregareGesù misericordioso, per ricevere la bontà come dono (Attualità). E Gesùche bontà esprime? Una bontà di vicinanza, misericordiosa, trasformativa epreveniente. «Un reportage sulla bontà» permetterebbe di «scovare» notiziebelle e positive, espressione della bontà di Gesù (Bibbia nella vita). Gesù,che dà la vita per noi (Gesù nell’arte), è testimoniato anche dai suoi disce-poli: don Peppe Diana (Ciak, si gira) e Chiara Amirante (Testimoni). Ognunopuò verificare il livello della sua bontà con il Test, e chiede, poi, a Gesù la gra -zia di varcare la Porta, che è lui, per accogliere la «vita nuova» (Celebra zio ne).

SOMMARIOFocus «Passa la bontà» - Barbara Corsano . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 3

Bibbia nella vita La bontà misericordiosa di Gesù - Tonino Lasconi . . » 4

Attualità Bello, non bullo - Fausto Negri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 6

In rete Svita il cyberbullo - Dalia Mariniello . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 7

Musica e fede Da che parte stai? S-bullati! - Mariangela Tassielli . . . » 8

Ciak, si gira Peppe è un grande! - Cecilia Salizzoni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 10

Gesù nell’arte «Non essere incredulo, ma credente!» - Fausto Negri . . . . » 12

Test Parola chiave: bontà - Maria Teresa Panico . . . . . . . . . . . » 14

Celebrazione Attraverso te - Dalia Mariniello . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 15

Testimoni Chiara Amirante - Redazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 16

RAGAZZI &DINTORNI - In sintonia con la Chiesa in Italia, che riflette su: In Gesù il nuo -vo umanesimo (Firenze, 9-13/11/2015), proponiamo ai ragazzi di 12-16 anni l’incontrocon Gesù, modello di nuova umanità, rilevandone le qualità più attrattive perché, sfida tie affascinati da lui, assumano comportamenti cristiani per testimoniarlo. L’utilizzo di tut ti ilinguaggi rende il percorso fruibile in itinerari di catechesi, campiscuola, ritiri, e a scuo la.

Tema: Grande GesùUn grande, non un mito - Libero, non conformista

Coraggioso, non vigliacco - Felice, non musone - Solidale, non egoistaGiusto, non furbastro - Buono, non bullo - Affidabile, non falso

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Catechisti parrocchiali / Ragazzi & Dintorni, aprile 2016

Nel mondo di oggi parlare di bontà si rivelaquasi «anacronistico»… Ingiustizie, violen -za, intolleranza, indifferenza sembrano es -

sere diventate la normalità. La bontà appare unvalore fuori moda, non in linea con i tempi e con unavita le cui relazioni sono sempre più ca rat teriz za -te da competizione, aggressività, antagonismo. Lasete di potere, ricchezza, successo conduce le per-sone a considerare l’altro un ostacolo e non un do -no. «Mors tua, vita mea» è il mot to che guida l’uma -nità che sembra perdere le radici di bontà.

Eppure il desiderio di bontà è parte di noi, un de -siderio forse inconsapevole, spesso immaturo, avolte legato all’istinto ma che, se alimentato, col-tivato costantemente, è capace di portare abbon-danti frutti di bene e di innescare un circolo virtuo -so di bontà. «Metti in circolo l’amore», canta Li ga -bue; perché, allora, non mettere in circolo la bon -tà? Così, come la violenza genera violenza, la bon -tà non può che generare bontà, in un circolo di be -ne che dobbiamo essere noi a innescare per pri mi.

Se l’escalation della violenza sembra inarresta-bile e sempre più disumana, c’è, però, anche chi sidedica, quasi in punta di piedi, al l’altro, nelle picco-le cose ordinarie di ogni gior no, così come nellesituazioni più difficili, là dove la per sona è spessoconsiderata un peso, un in gom bro, un ostacolo.

Cosa spinge i tanti che, gratuitamente e con slan -cio, si attivano, donando generosamente a chi ènel bisogno parte di sé, del «proprio cuore»? Co -sa si innesca, in loro, quando scelgono di dedica-re tempo ed energie a chi è in ospedale, in car-cere, in difficoltà? Domande non semplici, a cui sirischia di rispondere con banalità e superficialità.Forse sono persone che si lasciano interpellaredal Vangelo: «Amerai il prossimo tuo come te stes -so» (Mc 12,31), ci dice Gesù. E ancora «Siate mi - sericordiosi, come il Padre vostro è misericordio-so» (Lc 6,36).

La bontà fa molto meno clamore della violenza.Al contrario di guerre, attentati, assassini, criminidi ogni tipo, di cui immediatamente veniamo a co -noscenza, grazie a stampa e televisione, la bontàspesso rimane anonima e silenziosa e, proprio perquesto, è ancora più preziosa e, sovente, anchecontagiosa. Perché, allora, non ci lasciamo conta -giare, diventando anche noi portatori di bene?

SPERIMENTIAMOCI Prendendo spunto dal film «Un sogno per Do ma -ni», tratto dal libro di Catherine Ryan Hyde, po -trem mo invitare i nostri ragazzi ad allenarsi allabontà, impegnandosi a fare qualcosa di buono aqualcuno, attraverso il dinamismo del «Passa il fa - vore» che potremmo ribattezzare «Passa la bon tà».

«Passare la bontà» è semplice: è sufficiente farequalcosa di veramente speciale per qualcuno.Ma rispettando due condizioni: 1. dev’essere qualcosa fatta gratuitamente, che aiuti

veramente la persona e possa ridarle il sor riso; 2.qualcosa che la persona non può fare da sola.La persona che riceve il «favore/bene», come ri -compensa dovrà passare il favore/bene ad altretre persone. Allora sì che diventerà contagioso fa -re il bene, volere bene e volere il bene.

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Barbara Corsano - [email protected]

«PASSA LA BONTÀ»

Focus

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Tonino Lasconi - [email protected] nella vita

LA BONTÀ MISERICORDIOSADI GESÙ

Gesù è stato un uomo buono? Soltanto chie -derselo sembra irriguardoso, quasi una be -stemmia. Invece ce lo chiediamo, cercan -

do di rispondere con argomenti precisi, analizzan -do come i suoi miracoli, già di per sé segni di bon -

tà e misericordia, sono stati compiuti. Per ché c’èmodo e modo di fare il bene.

UNA BONTÀ DI VICINANZA• Un lebbroso va verso Gesù, che non soltanto

lo lascia avvicinare e lo guarisce, ma lo tocca(Mc 1,41). Non era necessario. Altre volte ave -va guarito con la sola parola, e addirittura a di -stanza, come il servo del centurione di Cafar nao

(Mt 8,3-13). Quel poveretto, che doveva starelontano da tutti senza toccare ed essere tocca-to, lo tocca, donandogli molto più della guari-gione, perché toccandolo, si mette al suo livel-lo. Questa bontà è qualcosa di più. È misericor-

dia, cioè non dare al bisognoso qualcosa,ma farlo entrare nel proprio cuore. • Con gesti Gesù manifesta la bontà, i qualinon la fanno cadere dall’alto, perché po treb -be di ventare commiserazione che umilia chila riceve. Invitato a casa di Pietro, la suo ce -ra, proprio nel giorno in cui aveva ospitequel Maestro del quale il genero non finivadi raccontare, ha una grande febbre che leimpedisce di assolvere i suoi doveri di ospi -talità. Gesù le si avvicina e la fa alzare pren -dendola per mano. La febbre la lascia e leipuò mettersi a servire (Mc 1,30-31). • Si comporta così anche con la figlia dodi-cenne di uno dei capi: le prende la mano ela fanciulla si alza (Mt 9,34). È difficile tro-vare un modo più delicato e rispettoso peresprimere la bon tà. La bontà di Gesù si fapiù grande quando non gli è chiesta.

UNA BONTÀ PREVENIENTE• A Nain incontra una vedova che ac com -pagna alla sepoltura il suo unico figlio. Ve -dendola, il Si gnore è preso da grande com -passione per lei: la consola, tocca la ba -ra, riporta in vita il ragazzo, e lo restitui-sce a sua madre (Lc 7,11-15). Senza che

lei gli avesse chiesto niente.• Un giorno, mentre insegna in una sinagoga, ve -

de una donna curva che non riesce, in alcun mo -do, a stare dritta. La chiama a sé, e: «Don na, seiliberata dalla tua malattia». Subito quella siraddrizza e glorifica Dio. Era sabato, e i fariseipresenti – i bulli di quel tempo – protestano. Ilcapo della sinagoga addirittura si sdegna, maGesù lo zittisce, smascherando il suo falso ri -spetto per la legge di Mosè (Lc 13,10-16).

Catechisti parrocchiali / Ragazzi & Dintorni, aprile 2016

Greg K. Olsen, 1990

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