Dossier Casarrubea e Cereghino Su Stati Uniti Eversione Nera e Guerra Al Comunismo in Italia 1943...

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    GIUSEPPE CASARRUBEAMARIO J. CEREGHINO

    STATI UNITI,EVERSIONE NERA

    E GUERRA AL COMUNISMO

    IN ITALIA

    1943 - 1947

    18 aprile 2007

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    Nascita della strategia della tensioneQuesto dossier fa seguito alle motivazioni per la riapertura delleindagini sulle stragi del 1 maggio e del 22 giugno 1947 avvenutea Portella della Ginestra e a Partinico (Palermo), consegnate il 7dicembre 2004 e il 24 maggio 2005 al Procuratore dellaRepubblica di Palermo, dott. Pietro Grasso.Lobiettivo di mettere in rilievo gli ulteriori approfondimenticompiuti dagli autori negli ultimi due anni negli archivistatunitensi, britannici, italiani e sloveni nonch di allargare lospettro dei fatti stragistici del 47 a un arco temporale che va dal46 (strage di Alia, 22 settembre) fino agli assassinii di EpifanioLi Puma, segretario della Camera del lavoro di Petralia Soprana(2 marzo 48), Placido Rizzotto, segretario della Camera dellavoro di Corleone (10 marzo 48) e Calogero Cangelosi,segretario della Camera del lavoro di Camporeale (2 aprile 48).Lungo questo periodo si registrano numerosi altri delitti di sanguecontro dirigenti sindacali e della sinistra, come gli assassinii diGiovanni Severino, segretario della Camera del lavoro diJoppolo (25 novembre 46); Nicol Azoti, segretario dellaCamera del lavoro di Baucina (21 dicembre 46); AccursioMiraglia, segretario della Camera del lavoro di Sciacca (4gennaio 47); Pietro Macchiarella, segretario della Camera dellavoro di Ficarazzi (19 febbraio 47); Biagio Pellegrino eGiuseppe Martorana, caduti durante una sparatoria deicarabinieri sulla folla dei manifestanti a Messina (7 marzo 47);Giovanni Grif, Filippo Di Salvo, Provvidenza Greco,Castrense Intravaia, Vincenza La Fata, Giovanni Megna,Margherita Clesceri, Vito Allotta, Francesco Vicari, GiuseppeDi Maggio, Giorgio Cusenza, Serafino Lascari, (Portella dellaGinestra, comune di Piana degli Albanesi, 1 maggio 47);Michelangelo Salvia (dirigente della Camera del lavoro diPartinico, 8 maggio 47); Giuseppe Casarrubea e Vincenzo Lo

    Iacono (dirigenti della Camera del Lavoro di Partinico, 22 giugno47); Giuseppe Maniaci, segretario della Federterra di Terrasini(23 ottobre 47); Calogero Caiola (testimone della strage diPortella della Ginestra, 3 novembre 47); Vito Pipitone,segretario della Camera del lavoro di Marsala (8 novembre 47).Delitti che ora appaiono unificati da un disegno eversivo unico,

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    teso a decapitare il processo democratico e partecipativo che sirealizza in Italia con la lotta di Resistenza e con lunit delleforze antifasciste. Al crollo del fascismo, il vecchio regimerisponde riorganizzando le proprie forze e sperimentando sulcampo, in particolar modo tra lautunno 46 e quello successivo,la riconquista del potere perduto mediante un colpo di Stato elinstaurazione di un governo autoritario in grado di imprimere uncorso reazionario alla storia politica italiana. Il primo passoconsiste nel mettere fuori legge il Pci di Palmiro Togliatti enellincarcerarne i principali dirigenti, dopo una sollevazionearmata delle varie formazioni neofasciste. A eseguire questo

    piano troviamo generali dellArma dei carabinieri, dellEsercito,dellAeronautica nonch ammiragli della Marina, tutti provenientida ambienti monarchici o fascisti. Costituiscono in quei mesivarie organizzazioni eversive che confluiscono, nellautunno 46,nellUnione patriottica anticomunista (Upa).Il dossier intende evidenziare come tale situazione sia determinatadal governo degli Stati Uniti dAmerica, tramite il Comandomilitare e i servizi segreti di questa nazione in Italia. La Sicilia scelta come campo sperimentale del disegno golpista. Le stragi egli assassinii fungono da innesco per la provocazione delle massesocialcomuniste, necessaria allo scatenarsi della reazionedellUpa e delle formazioni nere sotto lombrello protettivodellintelligence Usa. , di fatto, la nascita della strategia dellatensione nel Belpaese.

    Queste pagine prendono in esame la documentazione, in formacartacea originale, che si trova presso i seguenti archivi: 1) Usa,Maryland, College Park, National archives and recordsadministration; 2) Gran Bretagna, Kew Gardens, Surrey, Nationalarchives; 3) Italia, Roma, Archivio centrale dello Stato, fondoServizio informazioni e sicurezza (Sis); 4) Repubblica slovena,

    Lubiana, Archivio di Stato. Di detti originali stata prodottacopia attualmente giacente presso larchivio GiuseppeCasarrubea, sito in via Catania 3 a Partinico (Palermo). Perciascuna copia presa in esame si in grado di fornire lesattacollocazione archivistica.

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    I rapporti Sis provengono dallArchivio centrale dello Stato(Roma). Qui sono depositati alla fine degli anni Novanta inseguito alla loro scoperta da parte dello storico Aldo SabinoGiannuli, che li ritrova nel 96 in un deposito del ministerodellInterno sito in via Appia, mentre effettua una serie di ricercheper conto del giudice Guido Salvini sulla strage di PiazzaFontana (Milano, 12 dicembre 69).I nuovi elementi di documentazione rintracciati nei vari archiviappaiono convergenti e reciprocamente complementari, a talpunto da far ritenere insufficienti i dati emersi, anche in sededibattimentale, nei processi conseguenti alle stragi di Portella

    della Ginestra e di Partinico. Le nuove scoperte risultanofondamentali alla riapertura delle indagini, allora basate su un

    Rapporto giudiziario (4 settembre 47) chiaramente depistante eprivo di una corretta lettura dei fatti avvenuti.Con sentenze della Corte di Assise di Viterbo (3 maggio 52) edella seconda Corte di Appello di Roma (10 agosto 56), sonocondannati a pene varie numerosi elementi della banda diSalvatore Giuliano (Montelepre, 1922). Emerge ora che iresponsabili degli eccidi di Portella della Ginestra e di Partinicosono anche altri soggetti, alcuni dei quali potrebbero essereancora in vita. Tali responsabilit riguardano inoltre delitticonsumati a partire dalla strage di Alia e fino ai nuovi equilibriimposti alla vigilia delle elezioni politiche del 18 aprile 48,attraverso leliminazione di Li Puma, Rizzotto e Cangelosi.

    Un documento del Servizio informazioni e sicurezza (Sis)

    Un rapporto Sis datato 25 giugno 47, che si riporta per intero(pubblicato da Giannuli nella rivista Libertaria, il piaceredellutopia, anno 5, n. 4, ottobre - dicembre 2003, pp. 48 - 58,titolo: Salvatore Giuliano, un bandito fascista,) riferisce quantosegue:

    [] Il bandito Giuliano vi stato pi volte segnalato, anche e soprattutto inordine ai suoi contatti con le formazioni clandestine di Roma. Vi fu precisato illuogo degli incontri coi capi del neo - fascismo (bar sito a via del Traforoallangolo di via Rasella). Vi parlammo dei suoi viaggi Roma-Torino.Precisammo che capo effettivo della banda presentemente il tenente dellaGnr Martina, gi di stanza a Novara. superfluo ricordarvi che la banda ha

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    sempre provveduto al mantenimento di un proprio nucleo dislocato in Roma(punto di ritrovo: alla Teti e nel caff con servizio esterno sito in piazza SanSilvestro) e che il noto detentore della valigia di bombe proveniente da Bari per incarico del Partito fusionista italiano, certo Nicola, sfuggito (allepoca dellancio delle bombe di carta) alla cattura per lintempestiva pubblicazionerelativa alloperazione di polizia in corso altri non era che il pseudo Dan,altrimenti detto il sergente di ferro, che al nord fu attivissimo collaboratoredel Martina, intimo fra laltro della Sanna Anna, a voi nota, e di suo fratelloDomenico. La banda Giuliano da ritenersi, fin dallepoca delle nostre primesegnalazioni, a completa disposizione delle formazioni nere. Il nucleo romanodella banda Giuliano era comandato fino a quindici giorni fa da certo Francoe da un maresciallo della Gnr, che si trovano attualmente a Cosenza. Partironoda Roma improvvisamente per ordine superiore, e in Sicilia dopo una breve

    permanenza a Napoli, da dove hanno scritto al Fronte dando ottime notiziesulla situazione locale. Le loro lettere, a firma Franco, vengono indirizzate acerta signora Gatti, zia di Franco, madre della Sanna. Con la loro ultima,annunciavano cose grandi in vista e molto prossime. Richiedevano lapresenza a Palermo di 8 uomini completamente sconosciuti in Sicilia, ma larichiesta non venne accolta. Da Cosenza, la banda Giuliano, che haramificazioni in ogni centro della Calabria, della Sicilia e della Campania,invi la settimana scorsa a Roma tal Libertini Sebastiano. Si present condocumenti vari. In alcuni risultava impiegato alle dipendenze della localeDirezione di Artiglieria; in altri carabiniere. Aveva lincarico di far noto chedata limminenza dellazione, la presenza a Cosenza di un esponentenazionale era indispensabile. Non se ne fece nulla, anche perch il suo arrivo aRoma coincideva stranamente coi noti fermi degli appartenenti ai Far [Fasci di

    azione rivoluzionaria]. Vi fu molto tempo fa parimente segnalata lattivitclandestina neo fascista del console Riggio, trapiantato a Palermo con lopseudonimo di ing. Rizzuti e, reiteratamente, quelle dellavv. Ciarrapico,neo capo del Partito fusionista in sostituzione di Pietro Marengo, e del notodott. Cappellato, ex medico di Mussolini, agente provocatore n. 1 in Sicilia,comandante del vecchio Partito fascista democratico prima, e delle FFNN[Formazioni nere] dopo, in seno alla sezione romana del Partito fusionista.Altra nostra segnalazione di alcuni mesi fa: al bandito Giuliano doveva esseredemandato il compito di provvedere alla evasione di [Junio Valerio]Borghese, relegato a Procida, perch soltanto lex capo della Decima Mas eraritenuto in grado di assumere militarmente il rango, per linfluenza esercitata,di capo militare delle formazioni clandestine dellisola. Anche il colonnelloPollini e Spinetti Ottorino, gi abitanti in Roma in via Castro Pretorio 24,

    piano ultimo, sono stati, pochi giorni prima dellarresto del Pollini e delliniziodellazione della banda, in Sicilia e a Palermo per conto dellEcla [o Eca,Esercito clandestino anticomunista] diretta da Muratori. Vale qui ricordareche Muratori ha sempre agito nel campo clandestino in funzione di agenteprovocatore. Egli ha avuto anche contatti e remunerazioni, da notizieassolutamente certe, dal Pci. Il Fronte antibolscevico costituito recentemente aPalermo, al quale dette la sua adesione incondizionata lOn. Alfredo Misuri in

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    proprio, e quale capo del gruppo Savoia di via Savoia 86 (cap. PietroArnod, principessa Bianca Pio di Savoia, ecc.), non una sezione del Fronteanticomunista a voi nota. Il [Gioacchino]Cipolla, che a Palermo dirigerebbe ilFronte, del tutto sconosciuto al Fronte unico anticomunista di cui allenostre reiterate segnalazioni confidenziali. Il Fronte antibolscevico di Palermo per collegato con Anna Maria Romani, ospite della principessa Pio diSavoia, sedicente segretaria particolare di Misuri, cucita in tutto a filo doppiodel noto colonnello Paradisi, detto anche Minelli (piazza Tuscolo) ed peisuoi buoni uffici che Misuri e i camerati del Comitato anticomunista diTorino, a voi noto, appoggiarono e appoggiano il progetto di azione diretta dicui il Paradisi autore. Negli ambienti dei Far, Nuovo Comando Generale, siammette che lazione della banda Giuliano in relazione con lordine testimpartito di accelerare i tempi. Lordine, come vi fu fatto noto, stato esteso

    allEcla di Muratori e Venturi, i quali attingono denaro e disposizioni daununica fonte. Si preparano adesso a Roma e al nord. Non il caso disottovalutare questa ennesima segnalazione, i considerazione del fatto che, perla perfetta conoscenza dellambiente, quanto di solito vi viene segnalato siverifica poi a breve scadenza (anche laffare dei Far vi era stato reiteratamentesegnalato per la sua pericolosit). Nel mese di marzo, se ben si rammenta, fusegnalato che il duca Spadafora, capo del gruppo commerciale agrario delsud, fu a Roma ed ebbe colloqui con rappresentanti del Fronte clandestino.Chiese di poter versare un milione in conto, a condizione che si facesse inSicilia un lago di sangue. Mormini, del Fronte, avrebbe dovuto raggiungerein Sicilia la banda Giuliano, a contatto anche colla mafia locale in parte adisposizione del suo gruppo. La proposta non fu accettata, sembr orribileDa allora, da notizie certe e sicure, Spadafora ha contatti diretti col Martina,

    che finanzia direttamente e al quale impartisce disposizioni. Elementi ricercatisono stati ammessi a far parte della banda. Proposte identiche a quelle avanzatedallo Spadafora pervengono in questi giorni insistentemente alle FFNN, e alFronte anticomunista, da parte dellavv. Tefanin di Padova. Di questultimo(anche lui pone come condizione il lago di sangue) si sa soltanto che capitaspesso a Roma e alloggia al Grande Albergo. A Roma, dopo lazione dellabanda Giuliano, i pi facinorosi (reperibili tutti tra i nullafacenti e glisfaccendati dei bar dellEsedra, al bar Carloni, al bar del Nord allangolo delViminale e in Galleria) hanno ripreso fiato, cianciano di rivoluzione imminentee di atroci vendette da compiere. Per esempio, lanticomunismo di cui siammanta il Rac (Reparti anticomunisti) puramente fittizio. Non si tratta chedi una organizzazione tipicamente fascista repubblichina, cui da Muratori eVenturi stato affidato il compito di impossessarsi della Direzione Generale di

    Polizia. Dato laggravarsi della situazione interna, una visita a Milano, Verona,Torino, ecc. di cui si hanno come gi comunicato notizie certe di bandearmate, le quali sono gi sul piano di guerra sarebbe pi che opportuna perattingere informazioni dirette sulle azioni di piazza minacciate. Vale a questopunto ricordare che recentissima la nostra segnalazione relativa alladistribuzione di buoni per il prelevamento di mitra ad opera del gruppoNavarra Viggiani, che la questura non conosce, e di altre formazioni neo

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    fasciste (da non confondere con le organizzazioni anticomuniste pure), lequali attingono, si ripete, disposizioni e denaro da ununica fonte. [].

    Sono informazioni di tale gravit da far ritenere che le stragi e gliomicidi, ai quali si fatto cenno, siano da considerare sotto nuovaluce.Il Rapporto giudiziario che fonda latto di accusa contro imandanti e gli esecutori materiali delle stragi di Portella e diPartinico (firmato Giovanni Lo Bianco, Giuseppe Calandra,Pierino Santucci, marescialli dei Cc i primi due e brigadiere ilterzo) redatto nel settembre 47 sotto legida dellispettore

    generale di Ps nellisola, Ettore Messana, del quale parleremopi avanti. La figura del principale imputato, Salvatore Giuliano,risulta collocata nellambito delle azioni criminali delle squadreparamilitari neofasciste operanti su tutto il territorio nazionalealmeno dallautunno 43. Infine, da segnalare che per lamaggioranza dei sindacalisti assassinati tra il 46 e il 48 iprocessi giudiziari non sono mai stati celebrati.

    Squadroni della mortePer capire ci che accade nel 47, occorre fare un passo indietro.Sappiamo che tra la caduta di Mussolini (25 luglio 43) e il mese

    di gennaio 44, Giuliano costruisce le basi della sua futuracarriera criminale. Nellestate 43 avvengono numerose evasioniin massa dalle carceri di Partinico e dei comuni vicini. Non undettaglio secondario in quanto un documento americano,intitolatoI mafiosi e datato 18 luglio 43, riferisce: Ispettori dellaMilizia fascista sono stati inviati a Palermo e a Sciacca per aprirenegoziati con esponenti mafiosi in prigione da lungo tempo. Aimafiosi internati fatta la seguente promessa: se contribuiranno adifendere la Sicilia, saranno allestiti nuovi processi per provare laloro innocenza. appena passata una settimana dallo sbarcoangloamericano.Il 2 settembre 43 Giuliano uccide il carabiniere AntonioMancino; il 10 novembre prende dassalto la polveriera di SanNicola a Montelepre, provocando 18 morti; alla vigilia di Nataleuccide il carabiniere Aristide Gualtieri; il 30 e il 31 gennaio 44organizza levasione in massa dei detenuti dalle carceri di

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    Monreale. La sua carriera, appena agli esordi, gi collaudata.Giuliano specializzato in assalti ad armerie e penitenziari. Lafuga dei detenuti di Monreale segna la data di nascita del gruppodi fuoco monteleprino, sotto legida della famiglia mafiosa deiMiceli che in questa citt del palermitano esercita un dominioassoluto. Su ci che accade nei mesi successivi si possono oraavanzare alcune ipotesi, basate su una serie di documentidellintelligence Usa.La Sicilia e il sud sono stati liberati dagli angloamericani e ilfronte si trova sulla linea Gustav (settembre 43). Nel febbraio 44Giuliano inviato a Taranto e ottiene una sorta di promozione sul

    campo. probabile che loperazione sia da attribuire alla retenazifascista clandestina al sud, coordinata dal principe calabreseValerio Pignatelli e operativa da prima del 25 luglio 43. In vistadel crollo del regime, infatti, Mussolini istituisce la Guardia aiLabari, di cui Pignatelli designato capo per il mezzogiornodItalia. Nel porto pugliese Giuliano si arruola in un corpospeciale, quello della Decima Flottiglia Mas badogliana, istituitaalla fine del 43 a Taranto dagli Alleati, al comando del capitanoKelly ONeill. Sono i Nuotatori paracadutisti (Np) del sud e nonsuperano i cinquanta elementi. Dovranno combattere con gliAlleati contro i tedeschi. La missione di Giuliano di infiltrarsiper conto della rete Pignatelli. Tra gli uomini di ONeill c ancheAthos Francesconi.A marzo 44 arrivano a Taranto Rodolfo Ceccacci e AldoBertucci, appartenenti ai corpi speciali della Decima Mas diJunio Valerio Borghese. Il principe ha aderito alla Rsi costituendonel settembre 43 la Decima Mas, a La Spezia, per combattereassieme ai nazifascisti. Ceccacci e Bertucci si fingono disertoridellesercito di Sal e hanno la missione di organizzare lospionaggio e il sabotaggio in tutto il meridione contro gliangloamericani. Contattano subito Francesconi, di idee fasciste, e

    nei giorni seguenti altri mar disposti ad agire contro gli Alleati.Tra costoro c Giuliano. Che si tratti di infiltrati cos certo che,nellaprile 44, Giuliano diserta per seguire Ceccacci e Bertuccinella Rsi. I tre uomini varcano la linea Gustav e raggiungonoPenne, nelle Marche, dove operativa una base della Decimanazifascista. Poco dopo, il colonnello Hill Dillon del Cic

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    (Counter intelligence corps, il controspionaggio dellesercitoamericano) segnala il grave fatto con una circolare nella qualeGiuliano spunta come Giuliani, palombaro e sottocapo dellaDecima di ONeill a Taranto. Il colonnello traccia anche unidentikit del ricercato, da dove risulta che alto m. 1,65, robusto,occhi e capelli scuri. La descrizione dei caratteri fisicicorrisponde a quella del capobanda monteleprino.L8 maggio 44, giorno dellarrivo dei tre a Penne, Ceccacciraduna i suoi uomini e comunica loro che giunta lora di agireoltre le linee contro gli Alleati, con azioni di spionaggio esabotaggio. Tra i presenti troviamo i par Giuseppe e GiovanniConsole di Partinico, un paese distante pochi chilometri daMontelepre in provincia di Palermo, e il mar Dante Magistrelli(Milano). probabile che lincontro tra Giuliano, i Console eMagistrelli avvenga proprio l8 maggio e che nei giorni seguentiprenda corpo il piano di spedire un commando nazifascista aPartinico. A fine giugno, infatti, i fratelli Console e Magistrellisono gi operativi nella cittadina siciliana. Per coprire le loro realiattivit, i tre iniziano a lavorare in un esercizio commerciale. IConsole raccontano ai loro compaesani che Magistrelli unprofugo rifugiatosi a Partinico per sfuggire alla guerra in corsonellItalia centro - settentrionale. Nelle stesse settimane, aGiuliano ordinato di rimanere nella Rsi per continuareladdestramento nei corpi speciali nazifascisti. A luglio segnalato dagli americani in un elenco di Np siciliani al nord,nella Decima di Borghese, assieme a Cacace e a Lo Cascio(questultimo originario di Monreale, in provincia di Palermo).Tra il novembre e il dicembre 44, secondo le dichiarazioni reseagli Alleati nellagosto 45 da Aniceto del Massa (uno dei capidei servizi segreti di Sal), trenta uomini della Decima sonoinviati in Sicilia. Sono stati addestrati a Campalto (Verona) pressola scuola di sabotaggio diretta dallSs Otto Ragen. Nellelenco

    compare anche Giuseppe Sapienza, nato a Montelepre (il paesedi Giuliano) il 19 novembre 18. La presenza di Sapienza nelpalermitano, per operare con le bande fasciste, segnalata ancheda un dispaccio di Hill Dillon del novembre 44. Che Giulianofaccia parte di questo gruppo confermato dallinterrogatorio diPasquale Sidari (12 maggio 45), un agente segreto nazifascista

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    in missione nellItalia liberata, arrestato dagli americani nei pressidi Pistoia il 2 marzo 45 assieme a Giovanni Tarroni, anchegliuna spia di Sal. Sidari confessa che nelle montagne tra Partinicoe Montelepre attiva una banda fascista al comando di Giuliani(head of a fascist band in the Palermo province), composta ancheda disertori tedeschi (un riferimento agli istruttori delle Ss diVerona). Spiega di avere appreso queste notizie dai fratelliConsole durante una conversazione avvenuta il 15 dicembre 44,nellatrio del teatro Finocchiaro a Palermo, e aggiunge che dopoNatale, Magistrelli e Giovanni Console si sarebbero recati al nordper riferire al comando della Decima Mas sulle attivit della

    banda.Larrivo in Sicilia del gruppo dei trenta sabotatori di Campaltocoincide con lo scoppio dei moti del Non si parte (i giovani siribellano alla chiamata alle armi del governo Bonomi, che intendeinviarli a combattere sulla linea Gotica contro le truppenazifasciste). Linsubordinazione si sviluppa nellisola sottolapparente spinta separatistica tra il dicembre 44 e il gennaio45. Che si tratti di terroristi salotini emerge dai rapportidellintelligence britannica. In diversi comuni siciliani appaionoscritte fasciste accanto a slogan come Entrate nella banda! eViva Giuliani!.Nel marzo 45, le confessioni di Sidari e Tarroni provocanolarresto di una quarantina di sabotatori della Decima nazifascistatra Napoli e Palermo. A Napoli, cadono nella rete americana gliuomini di Pignatelli (Rosario Ioele) e i sabotatori BartoloGallitto e Gino Locatelli. A Partinico sono arrestati i fratelliConsole e Dante Magistrelli. Gli interrogatori avvengono presso ilcarcere di Poggioreale, a Napoli, e sono condotti dai carabinieridel Sim (Servizio informazioni militari) al comando del maggioreCamillo Pecorella.

    Dalle scuole di sabotaggio allazione sul campoGiuliano, Sapienza e i trenta sabotatori addestrati a Campaltosfuggono alla cattura e tornano nella Rsi. In un rapporto di HillDillon del 25 marzo 45, troviamo infatti il nome delsottotenente dei par Giuliano in uno dei corpi scelti dellaDecima Mas nazifascista, al nord. Sapienza arrestato il 7

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    maggio 45 e internato in un campo di prigionia alleato, aModena. Nonostante i gravi contraccolpi subti, leversione nerain Sicilia non si arrende. Al contrario. Dalla confessione resa agliAlleati il 17 giugno 45 da Fernando Pellegatta, un sabotatoredel battaglione Vega della Decima nazifascista con sede aMontorfano (Como), apprendiamo che 120 uomini del Vega sonoinviati al sud il 1 aprile 45. Sono stati selezionati tra le Ssitaliane e i militi della trentacinquesima brigata nera RaffaeleManganiello. Il capo di questultima a Como, dallautunno 44allaprile 45, lex federale di Firenze Fortunato Polvani,stretto collaboratore di Pino Romualdi, vicesegretario del Partito

    fascista repubblicano (Pfr). Polvani, non a caso, a Palermodallestate 45 per dirigere il Centro clandestino fascista dellacapitale siciliana, e qui rimane fino al marzo 46. probabile,quindi, che i 120 uomini del Vega costituiscano il nocciolo durodellEvis (Esercito volontario per lindipendenza della Sicilia),che nasce nel settembre 45 e di cui Giuliano nominatocolonnello nei pressi di Sagana (Montelepre).Il terrorismo nazifascista in Sicilia considerato, da un punto divista strategico, fondamentale per il futuro movimentoneofascista. Non pochi indizi ci dicono che dietro la strage del 19ottobre 44 in via Maqueda (Palermo) agiscano, qualiprovocatori, elementi salotini. Tale presenza, agli occhi delgoverno Bonomi, appare cos pericolosa da far ordinare ilmassacro della folla da parte della divisione Sabaudia. Di fatto,leccidio (16 morti e decine di feriti) un monito controleversione nera nellisola. Ma serve a poco. Un mese doposcoppiano i moti del Non si parte.

    Montelepre, 9 gennaio 46. Centocinquanta uomini agli ordini diSalvatore Giuliano sferrano un durissimo attacco contro lecaserme dei carabinieri. Il conflitto dura una settimana. Perdono

    la vita 9 militari, i feriti sono 35. I servizi segreti britanniciaffermano che la banda composta anche da terroristi ebraici eda elementi anticomunisti jugoslavi. I primi potrebbero essere igruppi armati che si preparano alla nascita dello Stato di Israele,addestrati nel dopoguerra dagli uomini della Decima Mas diBorghese su richiesta del capo dei servizi segreti americani in

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    Italia, James J. Angleton. A confermarlo Nino Buttazzoni(capo degli Np nella Rsi tra il 43 e il 45) nel volume Solo per labandiera (Milano, Mursia, 2002, p. 125). Per quanto riguarda gli

    jugoslavi, potrebbe trattarsi di elementi fascisti croati manovratidai servizi Usa. Operano in Italia al comando di Ante Mokov,un ex generale ustascia. Anche il Sis segnala lattivit dei gruppi

    jugoslavi in Puglia, pronti a entrare in azione contro il pericolobolscevico (b. 46, f. LP155/Fronte internazionaleantibolscevico, titolo: Organizzazione internazionaleanticomunista, 6 settembre 47). Fanno capo a una centraleanticomunista slava, con sede a Parigi e collegata

    allInternazionale nera di Martin Bormann e Otto Skorzeny (exgerarchi nazisti), attiva in Argentina e in Europa dal 46 (sultema, cfr. il capitolo I del volume Tango Connection di G.Casarrubea e M. J. Cereghino, Milano, Bompiani, 2007).Nei primi cinque mesi del 46 cresce la tensione nei gruppimonarchici e neofascisti. Temono la vittoria della Repubblica alreferendum istituzionale e una forte affermazione delle sinistreallAssemblea costituente. I servizi segreti americani nonnascondono le loro preoccupazioni e, dopo le precedenti intesecol principe Borghese (primavera 45), si accordano con i capipolitici e militari del neofascismo (Augusto Turati, Scorza,Messe, Navarra Viggiani, Romualdi, Buttazzoni) per avviare suvasta scala loffensiva anticomunista. Sanno che il Pci e il Psipotrebbero conquistare la maggioranza relativa alla Costituente eche lavvento della Repubblica potrebbe rapidamente trasformarsinellanticamera del comunismo. Nel marzo 46, in gran segreto,lintelligence Usa preleva Borghese dal penitenziario di Procida elo trasferisce in una localit sconosciuta. Lobiettivo diorganizzare la controffensiva paramilitare in caso di vittoria deicomunisti e dei socialisti.

    Allarmi siam fascisti!Nellaprile 46, Buttazzoni inizia a lavorare per Angleton con lopseudonimo di ingegner Cattarini. Forte di questa copertura,il capo degli Np fa sfilare i suoi uomini al parco del Pincio, aRoma. Sono duecento militi di provata fede anticomunista edisposti a tutto. In Solo per la bandiera (cit., pp. 122 - 123)

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    scrive: Sono momenti in cui per molti Repubblica significacomunismo e la nostra scelta non ha incertezze. Abbiamo armi edepositi al completo. Faccio contattare anche alcuni Np del sud.Nelle stesse settimane, Buttazzoni fonda lEca (Esercitoclandestino anticomunista) mentre Romualdi redige il manifestoprogrammatico del Fronte antibolscevico italiano (Fai, compostointeramente da unit neofasciste clandestine) e lo consegna adAngleton tramite Buttazzoni. Nel documento si sostiene inmaniera esplicita che neofascisti e americani devono unirsi peruna comune azione contro il comunismo, focolaio di infezionesociale per lEuropa e il mondo. Vi si afferma testualmente: I

    neofascisti intendono stabilire un contatto con le autoritamericane per analizzare congiuntamente la situazione del Paese.La questione politica italiana sar quindi collocata nelle manidegli Stati Uniti dAmerica. Dallanalisi di questo testo (ora inNicola Tranfaglia, Come nasce la Repubblica, Milano,Bompiani, 2004, pp. 80 - 86) emergono non poche analogie con iltesto dei volantini lanciati durante gli assalti contro le Camere dellavoro di Partinico e Carini (Palermo), il 22 giugno 47. Qui si fariferimento alla canea rossa e alla mastodontica macchinasovietica. I due documenti sembrano scritti dalla stessa mano.Non a caso, i Fasci di azione rivoluzionaria (Far) nasconoufficialmente poco dopo, nellautunno 46, sotto la guida di PinoRomualdi e con palesi finalit terroristiche.A Palermo, nel giugno 46, arrestato Giuseppe Caccini, aliascomandante Tempesta della brigata Carnia (derivazione dellaOsoppo). Laccusa di costituzione di banda armata (cfr.documenti Sis del 14 e 26 giugno 46). In Sicilia, a Catania, entrato in contatto col principe Flavio Borghese, fratellomaggiore del capo della Decima Mas. Caccini proviene da Roma,dove giunto nel mese di maggio assieme a 221 militi pronti aentrare in azione in caso di vittoria della Repubblica. probabile,

    quindi, che gli uomini del comandante Tempesta siano gli stessipassati in rassegna da Buttazzoni, al Pincio, nelle stessesettimane. Caccini raggiunge la Sicilia su raccomandazione delcapitano Callegarini (Cc), legato agli ambienti della Casa reale.Il 25 giugno 46, il Sis segnala in Calabria le attivit di unmovimento clandestino armato, sia per sostenere la monarchia nel

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    caso di vittoria nel referendum, sia per attuare la separazione delMezzogiorno dallItalia. Il movimento diretto da un excarabiniere ed ex maggiore della Gnr, Serafino Ferrero (Torino,1899), e da un certo tenente Franco, ovvero Walter DiFranco. Il suo vero nome Francesco Argentino (ReggioCalabria, 1916), ex membro della banda Koch e capofila dei Farnel meridione. Le attivit paramilitari nere, ramificate in tutta laregione, godono del supporto sotterraneo dellArma deicarabinieri e delle squadre neofasciste calabresi, siciliane ecampane con base a Napoli.Di una tentata insurrezione neofascista a Roma, nel maggio 46,

    scrive ampiamente un rapporto Sis del 17 giugno, a firma delquestore Ciro Verdiani. Tra gli organizzatori troviamoCandiollo e Rodelli, capisquadra neofascisti per lattuazione diun colpo di Stato. I due frequentano Francesco Garase, detto lozoppo, che varie carte Sis definiscono nel 47 lemissario aRoma della nota banda Giuliano, in contatto permanente conWalter Di Franco. Assieme ad altri neofascisti come SilvestroCannamela (ex Decima Mas) e Caterina Bianca (ex spianazifascista), Garase visita assiduamente le sedi monarchiche divia Quattro Fontane 143 e di via dellUmilt 83. Non a caso, unrapporto Sis di qualche mese dopo (1 novembre 46) affermatestualmente: Da 20 giorni stata riaperta la sede del partito invia Quattro Fontane, che quella legale e dove gli iscrittivengono indirizzati verso l'organizzazione clandestina. Fervel'opera di riorganizzazione soprattutto in Sicilia, dove non sidisdegnano i contatti diretti neppure con la banda Giuliano. Trail novembre e il dicembre 46, il Sis segnala inoltre che la banda in rapporti con le squadre neofasciste in Basilicata (26 novembre)e con il Macri (Movimento anticomunista repubblicano italiano,31 dicembre). Tra il 44 e il 45, Cannamela fa parte di uncommando nazifascista della Decima Mas operante nellItalia

    liberata (squadra Anassagora Serri/Gruppo Ceccacci). Tra i suoicomponenti vi sono anche i fratelli Giovanni e Giuseppe Consolee Dante Magistrelli, in missione a Partinico dallestate 44.Nellottobre 46 il colonnello Laderchi (Cc), il capitanoCallegarini (Cc), lammiraglio Maugeri, il colonnello Resio(Marina), il generale dellAeronautica Infante e molti altri

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    ufficiali iniziano a organizzare un colpo di Stato antidemocratico.Sono in contatto con i fascisti monarchici e preparano unarivolta armata nel Paese (cfr. documenti Sis, 12 ottobre e 5novembre 46). Carlo Resio lavora per lOss di Angletondallestate 44 (a Roma, in via Sicilia 59) e rimane alle suedipendenze fino al dicembre 47, data in cui il capo dei serviziamericani ritorna negli Stati Uniti. Resio tra gli uomini cheprelevano Junio Valerio Borghese (a Milano, il 10 maggio 45)per tradurlo a Roma. Alloperazione partecipano Angleton eFederico dAmato (intelligence italiana).Secondo un documento top secret dellMI5 britannico, datato 8

    ottobre 46 e desecretato a Londra nel gennaio 2006, sono solitiriunirsi a Roma: Augusto Turati, ex segretario del Partitonazionale fascista (Pnf) e capo politico del clandestinismofascista; Pompeo Agrifoglio, ex capo del Sim; Luigi Ferrari,capo della polizia; Leone Santoro, membro dellufficio politicodel ministero dellInterno; Izielo (sic) Corso, sottosegretarioallInterno nel secondo governo De Gasperi [c un AngeloCorso, sottosegretario allInterno nel secondo governo DeGasperi] e lagente americano Philip J. Corso (Cic), uno deicollaboratori pi stretti di Angleton e custode di Junio ValerioBorghese a Forte Boccea (Roma) e a Procida. Il documentospecifica: Numerosi ufficiali americani e italiani (come ilcapitano Corso suddetto) sono legati in maniera intima e attiva aquesto gruppo. Il tramite tra Corso e Agrifoglio il tenenteMario Bolaffio (Sim). Nello stesso periodo, Augusto Turati ritenuto persona grata agli angloamericani, i quali lo stimano e lorispettano molto (Sis, 19 settembre 46, b. 13, f. Turati Augusto).Secondo un altro rapporto britannico top secret (27 novembre46), Il capitano Corso ha recentemente sostenuto un incontrocon Enzo Selvaggi [esponente monarchico] e lo ha informato diaver ricevuto istruzioni dal suo governo per formare un gruppo

    politico anticomunista. Corso ha aggiunto che questo cambio dipolitiche dovuto al successo del Partito repubblicano nelleelezioni statunitensi. Si tratta delle elezioni di mezzo termine delcongresso americano (novembre 46) . Si registra, in pratica, il vialibera alloffensiva anticomunista in Italia da parte diWashington.

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    Il 27 novembre 46, il Sis (b. 13, f. Turati Augusto) segnala:

    Da alcuni elementi fascisti stato riferito che i noti Scorza e Turati sisarebbero trasferiti dal nord a Roma, dove sarebbe stato pure trasferito ilcomando generale del movimento fascista. Secondo le voci che corrono tragli elementi fascisti, il comando starebbe preparando tutto un lavoro diorganizzazione dei quadri fascisti specialmente con riferimento al meridione.Si dice che in gennaio o febbraio dovrebbe scoppiare qualcosa di grosso.

    Da Bari, il 13 gennaio 47, il Cic scrive:

    Un informatore affidabile di questo Ufficio ha sostenuto una conversazione

    con tre ufficiali dellArma dei carabinieri, il 10 dicembre 46. Costui ha riferitodi certe direttive provenienti dal comando dellArma dei carabinieri a Roma, incui si raccomanda di promuovere una forte propaganda monarchica allinternodel Corpo. Quando linformatore ha chiesto notizie pi dettagliate, gli statorisposto che la monarchia sarebbe stata ristabilita nel giro di pochi mesi.Linformatore ha replicato che la restaurazione della monarchia sarebbe ilsegnale per una rivolta popolare, soprattutto al nord. Gli ufficiali per,sorridendo, hanno fatto notare che i qualunquisti hanno il supporto deicarabinieri e che sono fortemente armati e in posizione di contrastarequalunque mossa. I qualunquisti sono stati menzionati a tale proposito perchsi suppone che questo partito debba creare lincidente che dovrebbe condurreal colpo di Stato.

    I collegamenti tra il gruppo terroristico di Salvatore Giuliano inSicilia e il capo dei Far, Pino Romualdi, trovano conferma neiseguenti elementi:1) Fortunato Polvani, braccio destro di Romualdi almeno dal 43, a Palermo nella veste di capo del Centro clandestino fascista apartire dallestate 45. Qui si ferma fino al marzo 46. Polvani ilresponsabile della trentacinquesima brigata nera RaffaeleManganiello, a Como, fino alla primavera 45. L1 aprile 45,120 militi di questa formazione sono inviati al sud con lintento dicontinuare la cosiddetta resistenza fascista nellItalia liberata;

    2) Uomo dei Far e referente della banda Giuliano in Calabria e inSicilia, almeno dal maggio 46, Francesco Argentino/Walter DiFranco, che opera in Calabria con Serafino Ferrero. moltoprobabile che il documento Sis del 25 giugno 47 (riportatoallinizio di questo dossier) si riferisca proprio a questi dueelementi nel seguente passo:

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    La banda Giuliano da ritenersi, fin dallepoca delle nostre primesegnalazioni, a completa disposizione delle formazioni nere. Il nucleo romanodella banda Giuliano era comandato fino a quindici giorni fa da certo Francoe da un maresciallo della Gnr, che si trovano attualmente a Cosenza.

    Nel 47, vari documenti Sis segnalano Argentino/Di Franco incontatto con Francesco Garase, emissario a Roma della notabanda Giuliano;3) Gli assalti alle sedi comuniste e alle Camere del lavoroiniziano il 18 giugno 47 in Calabria, per poi dilagare nellaprovincia di Palermo con gli esiti stragistici del 22 giugno. Ilrapporto Sis del 25 giugno 47, infatti, afferma che la bandaGiuliano ha ramificazioni in ogni centro della Calabria, dellaSicilia e della Campania;4) Nello stesso documento leggiamo:

    Negli ambienti dei Far, Nuovo Comando Generale, si ammette che lazionedella banda Giuliano in relazione con lordine test impartito di accelerare itempi. Lordine, come vi fu fatto noto, stato esteso allEcla [Eca] diMuratori e Venturi, i quali attingono denaro e disposizioni da ununica fonte.Si preparano adesso a Roma e al nord.

    Un altro dispaccio Sis (b. 46, f. LP155/Fronte internazionale

    antibolscevico, Titolo: Movimenti neo - fascisti, segreto, 25giugno 47), riporta:

    Il comando generale dei Far ha ordinato questa mattina, in conseguenzadelloperazione di polizia in corso, di accelerare i tempi, nel senso di anticiparelazione di piazza per la conquista del potere. LEcla e le Sam [Squadre armateMussolini] procedono di pari passo (come tattica, metodo e programma) con iFar. Le direttive sono identiche. I fondi, notevoli, provengono da ununicafonte. Lultimo stanziamento stato interessante. La sola formazione Ecla haincamerato quattro milioni. La polizia romana non ha fermato che alcuni deglielementi effettivamente responsabili, senza minimamente intaccare i ganglivitali e capillari della organizzazione, che ha carattere nazionale. Da nonsottovalutare lo spirito combattivo e, per la disciplina instaurata nei ranghi, la

    pi assoluta dedizione ai capi da parte dei gregari. () Se vi saranno motiarmati, i Far vi parteciperanno per diventare movimento risolutivo dellasituazione. Nonostante la suddetta operazione di polizia, i Far continuano acontrollare tutte le formazioni clandestine, anche lUpa e il gruppo carabinieri,in seno a quali elementi fidati lavorano sotto controllo agli effetti dellarealizzazione del colpo di Stato.

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    Si fa riferimento a un Nuovo comando generale, risultantedallunificazione delle tre principali formazioni paramilitarineofasciste: Eca, Sam e Far. Secondo una nota del Sis (cfr.Giannuli, Libertaria, cit., p. 51), a Venezia, Milano e nellaCalabria ferve il lavoro delle Sam, le quali sono sovvenzionate daGiuliano ed il suo aiutante lo scugnizzo. partito da Roma unconsole della Milizia per la Calabria, per incontrarsi conGiuliano. Uno dei capi delle Sam Selene Corbellini (exmembro della banda Koch), che agisce tra Milano, Torino eRoma e che nel 47 troviamo a Palermo per incontrare ilcapobanda monteleprino. Scrive il Sis:

    Da Palermo viene segnalata la presenza in quella citt di Selene Corbellini,ricercata, gi della banda Koch, detta anche Lucia o Maria Teresa (). Sitratta di un elemento pericoloso. Ai camerati di Palermo dichiarava appenagiunta di dovere stabilire contatti diretti col noto Martina, capo della bandaGiuliano (2 agosto 47).

    I collegamenti diretti tra lEvis e le Sam sono segnalati inoltredallintelligence Usa (20 febbraio 46) e da quella britannica (19gennaio 46). Dalla Sicilia, il Cic riferisce:

    Alcuni membri dellEvis indossano uniformi americane e britanniche. Parecchi

    disertori alleati sono membri di queste bande ribelli. Il maggiore britannicoOliver si dice appartenga a una di queste formazioni ribelli. Un ufficialebritannico dello stesso nome sarebbe stato di stanza a Palermo per contodellintelligence alleata, durante il periodo delloccupazione (29 gennaio 46).

    Secondo un rapporto statunitense dellanno precedente (23gennaio 45), Oliver un agente del Field security service (ilcontrospionaggio britannico), a contatto nellisola con non meglioprecisati banditi.Il riferimento allEca di Muratori non da sottovalutare. Lostesso Buttazzoni (cfr. il volume di Lapo Mazza Fontana

    intitolatoItalia ber alles, Milano, Boroli editore, 2006, pp.169 -170) dichiara:

    Io ho costituito lEca () a Roma nel periodo del 46 - 47, dopo esserescappato dal campo di concentramento di Ancona il 22 settembre 1945 (), econ lEca ho riunito parecchi ex ufficiali; come aiutante avevo un ex generaledella Milizia che si chiamava Muratori.

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    Muratori a coordinare leversione nera in Sicilia alla vigiliadelle stragi del 47 (Sis, 25 giugno 47):

    Anche il colonnello Pollini e Spinetti Ottorino () sono stati, primadellarresto del Pollini e dellinizio dellazione della banda [Giuliano], inSicilia e a Palermo per conto dellEcla diretta da Muratori.

    Si pu quindi ipotizzare che sia Muratori a emanare ordini alcolonnello Pollini e a Spinetti (esponenti neofascisti), su mandatodi Nino Buttazzoni. Ma questultimo ha sempre evitato ogniriferimento alle attivit da lui svolte nel periodo che va dallaprile

    46 (inizio della sua collaborazione con i servizi segreti diAngleton, a Roma) al settembre 47, data in cui arrestato dallapolizia nei pressi delluniversit La Sapienza;5) A Palermo, nella primavera 47, opera il Fronte antibolscevico(via dellOrologio). Lo guida Gioacchino Cipolla, un neofascista.Secondo quanto emerge durante la fase dibattimentale al processodi Viterbo, e le dichiarazioni del bandito Antonino Terranova(inteso Cacaova), Giuliano solito frequentare il Partitoanticomunista della capitale siciliana proprio nella temperie dellestragi di Portella e di Partinico. In realt, il Fronte antibolscevico(o anticomunista) altro non che la copertura legale delle attivit

    terroristiche dei Far nellisola;6) Secondo il giornalista Andrea Lodato, i Far di Romualdiiniziano a operare a Catania nel gennaio 46, tramite il neofascistaNino Platania. In citt, dal 43, attivo anche il principe FlavioBorghese, in contatto dal 46 con le formazioni paramilitari diCaccini (Osoppo) e, probabilmente, con quelle di Buttazzoni(Eca) e di Giuliano (Evis/Sam).

    GolpistiNumerosi rapporti Sis si occupano di unorganizzazione, lUpa,che nellottobre 46 inizia a preparare un colpo di Stato. guidata

    dal generale Giovanni Messe (Cc), dal Sim e, come abbiamovisto, da Laderchi, Callegarini, Maugeri, Resio e Infante. LUpaagisce agli ordini diretti dellintelligence Usa di Angleton e diPhilip J. Corso. Lobiettivo una dittatura militare transitoria,della durata di uno o due anni, affidata allArma dei carabinieri.

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    Secondo un documento britannico dell11 agosto 47,(Movimento italiano di estrema destra: assistenza americana,paragrafo Visita di un rappresentante americano), lex capodellAmgot (il governo militare alleato dal 43 al 45), ilcolonnello Charles Poletti, arriva in Italia nel mese di giugno 47in missione speciale per conto del governo americano, incoincidenza con le stragi siciliane:

    Il signor Poletti arrivato in Italia a giugno in missione speciale per conto delgoverno americano. Ha incontrato il signor Jacini a Roma e, dopo un attentoesame dellorganizzazione dei movimenti italiani di estrema destra, ha

    promesso da parte del governo americano armi per il movimento e un supportofinanziario sia per le attivit in Italia sia sul confine orientale (Udine). []Poletti ha posto come condizione per lassistenza americana che il movimentodellestrema destra in tutta Italia sia collocato sotto un comando unificato.

    Con ogni probabilit, il Jacini in questione Stefano Jacini,ministro della Guerra nel governo Parri e ambasciatorestraordinario in Argentina dal settembre 47. con lui che Polettiinstaura un rapporto fiduciario.Il percorso eversivo (iniziato nellestate 46) appare ora pimaturo sotto la spinta degli Usa, che forniscono un poderososcudo protettivo costituito da appoggi politici, denaro e armi.Ecco perch l8 maggio 47, una settimana dopo la strage diPortella della Ginestra, troviamo Mike Stern (un celebregiornalista americano, in Sicilia da molte settimane) a pranzo conla famiglia di Salvatore Giuliano, a Montelepre. Stern il garantein Sicilia, per conto di Poletti, della corretta esecuzione del pianogolpista, che dovr in breve espandersi a tutta lItalia? Su questoargomento, il supplemento n. 24 di Propaganda (Pci, 1949), alparagrafoI banditi e gli agenti americani (pp. 16 - 18), denunciasenza mezzi termini:

    Il giorno 8 maggio 1947, a una settimana di distanza dalleccidio di Portelladella Ginestra, il capitano dellesercito americano Stern si recava, a quantoscrive egli stesso, nel covo di Giuliano e riceveva dalle mani del bandito unproclama indirizzato al presidente [Harry]Truman. Dopo qualche settimana,nelle tasche di un bandito caduto in mano della polizia, veniva trovata unalettera autentica di Giuliano diretta al suo amico Stern a Roma, via dellaMercede 53 (sede della Associazione della stampa estera), nella quale il

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    fuorilegge chiedeva armi pesanti e dava consigli circa la maniera di mantenerei contatti con lufficiale americano. Due circostanze colpiscono a prima vista: ilfatto che, proprio allindomani di Portella, lo Stern senta il bisogno di andare afare visita al re di Montelepre ed il fatto che questultimo si permetta, nellasua lettera intercettata dalla polizia, di chiedere armi ad un ufficialedellesercito americano. Ma tutto ci ormai non ha pi nulla di strano. chiaroche liniziativa dello Stern non frutto di una curiosit individuale, ma che lasua visita a Giuliano ed i suoi rapporti con il bandito sono frutto di preciseistruzioni diramate dallUfficio servizi strategici [Oss], allo scopo diagganciare il bandito alla politica americana nel Mediterraneo. A conferma diquesta tesi, facile ricordare latteggiamento del governo di De Gasperi inquesta circostanza. Il governo italiano, infatti, si guarda bene di intervenirepresso lambasciatore americano a Roma per protestare o almeno per chiedere

    spiegazioni dellattivit del capitano Stern, uno straniero che promette ad unbandito armi ed aiuto.

    In sintesi, i rapporti britannici (inaccessibili fino a un anno fa) cidicono che i mandanti delle stragi siciliane del maggio - giugno47 sono da ricercare nel governo degli Stati Uniti dAmerica,presieduto dallaprile 45 da Harry Truman. Di conseguenza, itramiti sono Charles Poletti, James Angleton, Philip J. Corso e,forse, Mike Stern. Non a caso, un documento del 13 agosto 47afferma:

    Il maresciallo Messe ha assunto la direzione militare di tutto il movimentoanticomunista nel nord Italia (). Il movimento riceve dieci milioni di lire almese dalla Confederazione degli industriali dellItalia settentrionale ().Jacini mantiene costantemente informate le autorit americane sugli sviluppidel movimento anticomunista.

    Altri due dispacci britannici (2 giugno e 5 agosto 47, spediti daRoma a Londra) riferiscono ampiamente sui finanziamenti erogatidalla Banca nazionale dellagricoltura (Bna) al movimentoclandestino monarchico - fascista, che punta alla costituzione disquadre armate per opporsi alle formazioni comuniste. Si fanno inomi dellavvocato Carlo Jurghens, presidente della Bna, e del

    condirettore della banca, conte Armenise. Il denaro arriva ancheai rappresentanti dellUmi (Unione monarchica italiana) con sedea Roma in via Quattro Fontane, luogo frequentato anche dagliemissari della banda Giuliano. Ed molto probabile che siaproprio questa la fonte unica a cui attinge il Nuovo comandogenerale (Far, Eca e Sam) per sviluppare le attivit terroristiche

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    del maggio - giugno 47 in Sicilia (cfr. i due documenti Sis del 25giugno 47, gi esaminati). Secondo Londra, Umberto II (inesilio da un anno a Cascais, in Portogallo) al correntedelloperazione eversiva in atto. Non casuale che nelle stessesettimane lex re incontri Eva Pern, consorte del presidenteargentino Juan Pern, dalla quale (secondo il giornalista JorgeCamarasa) riceve un grosso quantitativo di pietre preziose (cfr. ilcapitolo I del volume Tango Connection, cit.). Il rapportobritannico del 5 agosto spiega infatti che le formazioni nerecercano di ottenere finanziamenti, oltre che dalla Bna, anche dagliindustriali e dai neofascisti italiani emigrati in Argentina. Nel 47,

    denaro e armi arrivano in Italia senza problemi. Il comandomilitare del Partito nazionale monarchico (Pnm), guidato dalgenerale Scala, dispone a Roma di tre depositi darmi clandestinicon seicento mitragliatrici e cinquemila bombe a mano. Malafflusso di armi inizia nellautunno 46:

    I gruppi monarchici hanno ricevuto dall'America del Nord ingentissime sommee armi di ogni specie. Fra le armi, vi sono dei fucili mitragliatori di nuovo tipocon cartuccia molto lunga e di grosso calibro. Il morale elevatissimo. Notiziaassolutamente certa (Sis, b. 43, f. L25/Attivit monarchica, 9 ottobre 46).

    Le gravi responsabilit del governo americano nelle vicendeeversive italiane emergono anche da un questionario dei servizisegreti Usa (tradotto in italiano dal Sis):

    Gli elementi che potrebbero opporsi in combattimento contro il comunismoarmato provengono quasi totalmente dai quadri degli ufficiali dellesercitoregolare, devoti alla monarchia, nonch da elementi fascisti che non si sianopiegati al comunismo (Sis, b. 44, f. LP39/Movimento anticomunista, 17 ottobre47).

    Alle soglie dellinfernoNon vi dubbio che il Pci di Togliatti, ovvero il partito nuovo

    che inizia a formarsi allindomani della Liberazione, dispone diunorganizzazione armata occulta (il celebre apparato) pronta aentrare in azione soprattutto nellItalia centrale e settentrionale.Ma possiamo affermare senza ombra di dubbio che taleapparato non ha funzioni eversive. Il suo compito semmai divigilanza rivoluzionaria, come si diceva in quegli anni, con

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    lobiettivo legittimo di impedire che un colpo di Stato neofascistaprovochi lannientamento delle sinistre e delle conquistedemocratiche successive al 25 aprile 45. Truman teme che icomunisti e i socialisti assumano il potere mediante regolarielezioni politiche, un modello che potrebbe diffondersirapidamente in altre parti del mondo e mettere in crisi le basiideologiche della nascente guerra fredda tra i blocchi dellest edellovest. Lostentazione ossessiva del cosiddetto fantasmarosso e la sua demonizzazione sono quindi strumentali al pattoscellerato che si stabilisce tra servizi segreti Usa, corpi dello Statoitaliano, neofascisti e mafia fin dal 43 e che tanti lutti provocher

    nei decenni successivi. Sono i servizi segreti statunitensi a sancirequesto connubio, con lobiettivo di bloccare il processodemocratico che inizia a svilupparsi in Italia a partire dall8settembre 43 e, in modo pi deciso, dopo il 25 aprile 45.Lottima affermazione delle sinistre nelle elezioni perlAssemblea costituente del 2 giugno 46 (comunisti e socialistisfiorano il 40 per cento dei voti, contro il 37, 2 della Dc) e lavittoria della Repubblica sulla monarchia, sono i moventi di uncolpo di Stato antidemocratico che mira ad instaurare unadittatura gestita unicamente dallArma dei carabinieri. Tra gliobiettivi urgenti, vi la messa fuori legge del Pci. In sintesi, lestragi siciliane della primavera 47 altro non sono che linnesco diuna bomba che dovr portare alla reazione popolare e allaconseguente risposta armata guidata dallintelligence americana.Lesecuzione del golpe affidato allArma dei carabinieri e allesquadre armate neofasciste, con la complicit dellEsercito, dellaMarina e dellAeronautica.

    Sono molti i nominativi che ricorrono nel lungo documento Sisdel 25 giugno 47, riportato allinizio di questo dossier. A parteSalvatore Giuliano, incontriamo un certo tenente della Gnr

    Martina, gi di stanza a Novara, definito capo effettivo dellabanda. Nellinterrogatorio condotto dal Sim di Napoli il 12maggio 45, intitolatoMagistrelli Dante, agente nemico, si legge:

    Il 16 giugno 1944 i comandi italiani e tedeschi arrivano a Porto dAscoli, doverimangono per tutto il giorno. Qui, assieme a Console Pino, il soggetto decidedi disertare per raggiungere Partinico, provincia di Palermo. I due ricevono

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    laiuto di un certo Francesco Martina, nativo anche lui di Palermo, elementoche incontrano per caso presso la famiglia Caratella, originaria di FrancaVilla Mare, ma sfollata a Porto dAscoli.

    quindi lecito ipotizzare che il Martina al quale si accenna neldocumento Sis, sia lo stesso che accompagna i fratelli Console eMagistrelli a Palermo nellestate 44.Scorrendo il documento del 25 giugno 47, compare pi volte ilPartito fusionista italiano (Pfi). In particolare, si menzionano isuoi dirigenti: Pietro Marengo, lavvocato Ciarrapico e il notodottor Cappellato, ex medico di Mussolini, agente provocatore

    numero uno in Sicilia, comandante del vecchio Partito fascistademocratico prima, e delle formazioni nere dopo, in seno allasezione romana del Partito fusionista. Di Marengo scrive il Cicin un rapporto del 27 gennaio 47 intitolato Attivit neofasciste a

    Bari: Pietro Marengo, che il direttore dellorgano del partito IlManifesto, ha assicurato il nostro informatore che la piattaformadel partito fascista. E poco prima: Cerapico [si trattaprobabilmente di Ciarrapico] ha istruito un membro siciliano delpartito nei seguenti termini: Dobbiamo assolutamente vincere leelezioni in Sicilia in via pacifica, altrimenti dovremo cominciare aspezzare le ossa con cazzotti e bastoni . Su questa formazione, i

    servizi segreti britannici riferiscono:

    Il Partito fusionista italiano, in origine un piccolo fronte neofascista camuffatoin Sicilia, sta trasferendo la sua base di operazioni a Roma. Nuove forzeorganizzative ne hanno preso il controllo e ora servir da fronte per i varielementi ex fascisti, un tempo disorganizzati, e per i vari elementinazionalistici. Il suo programma sar basato sullattivit anticomunista (18ottobre 46).

    La riorganizzazione del Pfi avviene nellautunno 46 quando,secondo i documenti Sis, si inizia a parlare di un colpo di Statoguidato dallintelligence Usa e dallUpa. La sperimentazioneeversiva in Sicilia assume, quindi, un carattere nazionale e sicolloca allinterno del pi generale progetto golpista attuato dellesquadre paramilitari neofasciste, che cominciano la lunga marciache le porter a scatenare, qualche mese dopo, lincidenteterroristico di Portella della Ginestra. Sul Pfi leggiamo ancora:

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    Scorza [ex segretario Pnf] ha diretti rapporti col generale Messe [generale deiCc, capo dellUpa] e tali rapporti si riferiscono alleventualit di unazioneanticomunista di carattere interno [il colpo di Stato dellUpa] o contro le forzedi Tito nella Venezia Giulia. Sono organi politici del partito [Pfd]: il Partitofusionista italiano; la frazione Patrissi dellUq (Uomo qualunque); [] leorganizzazioni neofasciste indipendenti, create in Calabria e in Sicilia dalprincipe Pignatelli; i nuclei reduci della Decima Mas del principe Borghese(Sis, b.13, f. Turati Augusto, titolo: Partito fascista democratico: quadrodellorganizzazione a tutto il 26 settembre 1946, 30 settembre 46).

    Limminenza di unazione anticomunista risulta anche da un altrorapporto Sis:

    Ha avuto luogo ieri sera alla sede del Pfi, via Regina Giovanna di Bulgaria, n.95 (interno 20), una riunione limitata ai dirigenti fascisti dello stesso partito.Erano presenti: il dott. Cappellato che presiedeva (). Cappellato ha fatto leseguenti testuali dichiarazioni: Abbiamo preso noi fascisti le redini del Pfi cheormai letteralmente nelle nostre mani (). Unazione monarchica tendente acapovolgere radicalmente la situazione pare imminente con lintervento dicorpi armati. In questo caso il Pfi si terr a stretto contatto di gomito, al centroe alla periferia, col nostro partito (alludeva al Pfd) per la funzione che questoha da svolgere di movimento risolutivo della situazione (b. 56, f.MP44/Attivit fascista nel Lazio, titolo: Partito fusionista italiano, 9 ottobre46) .

    La riunione si svolge pochi giorni dopo quella - ben piimportante - tra Turati, Corso (sottosegretario agli Interni nelsecondo governo De Gasperi), Ferrari, Santoro, Agrifoglio ePhilip J. Corso (cfr. documento britannico dell8 ottobre 46, givisto). A conferma di queste manovre, una nota Sis del 2novembre 46 (b. 56, f. MP44/Attivit fascista nel Lazio)riferisce: Personalit dellAlto comando alleato incoraggianoquesti piani [golpisti] da un punto di vista soprattuttoantibolscevico. Il passaporto internazionale rilasciato dagliAlleati a Turati parte integrante del suddetto programmadazione.Emerge in modo netto il progetto di colpo di Stato, che vede incima alla piramide il Comando alleato e i servizi segretistatunitensi (Angleton, Philip J. Corso e altri). Costoro invianoordini a rappresentanti del governo italiano e degli apparati delloStato (Agrifoglio, Corso, Santoro, Ferrari) nonch a Turati.

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    Questultimo controlla le varie organizzazioni del clandestinismofascista sparse in tutta lItalia. Tra queste, il Pfi di Marengo,Ciarrapico e Cappellato. La militarizzazione neofascista conseguenza degli incontri di cui sopra. () Si tratta diformazioni che avranno in dotazione armi e munizioni. Leriunioni si tengono ai primi di ottobre tra Bastiano (definitoun cugino del re, ovvero Laderchi), il principe Ruspoli e ineofascisti Gray, Nunzi, Turati e Pini. Agli incontri partecipaanche Resio. Il documento Sis del 2 novembre 46 moltoesplicito sulle finalit di questi gentiluomini: Stringere un piomogeneo patto dazione tra fascisti e monarchici, in previsione

    delle agitazioni popolari che verranno promosse simultaneamentein tutte le citt dItalia, per imporre il ritorno al regimemonarchico e alla legalit.Le riunioni, nel corso delle quali sancita la nascita dellUpa,affidata al generale Messe (Cc), si svolgono a Roma in una casadi via Due Macelli (di propriet della duchessa Caffarelli), chedista appena cinquanta metri dal bar Traforo, un localefrequentato da Giuliano. Nel documento del 25 giugno 47leggiamo che il bandito Giuliano vi stato pi volte segnalato,anche e soprattutto in ordine ai suoi contatti con le formazioniclandestine di Roma. Vi fu precisato il luogo degli incontri con icapi del neofascismo (bar sito a via del Traforo, allangolo di viaRasella). E via Due Macelli non lontana dal bar con servizioesterno situato a piazza San Silvestro (angolo con via dellaMercede). Qui, come abbiamo visto, ha sede lAssociazione dellastampa estera dove lavora Mike Stern.Nella gerarchia golpista il Pfi assume unimportanzafondamentale, in quanto garantisce i contatti logistici tra lacapitale e il sud nelle persone di Marengo, Pini, Cappellato e altri.Francesco Garase assicura il rapporto col gruppo monteleprino(nota Sis del 28 luglio 47) ed definito, il 2 agosto successivo,

    emissario a Roma della nota banda Giuliano. Frequenta il bar dipiazza San Silvestro allo scopo di tenere i collegamenti con irappresentanti romani delle varie organizzazioni clandestine,sostituendo Giuliano quando questi impegnato in Sicilia. ARoma, Garase in contatto con elementi dei Far di Romualdi (inparticolare con Walter Di Franco, che solito incontrare

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    Puccioni, 28 luglio 47) ma anche con pericolosi neofascisti comeArmando Di Rienzo, Marco Fossa e Antonio Di Legge.Questultimo segnalato dal Sis in rapporti con il Centroinformazioni Pro Deo, ovvero lintelligence vaticana diretta dalfrate domenicano belga Felix Morlion. Secondo un documentoSis dell8 luglio 47 c un movimento, lEca, che fa capo a uncerto Muratori, e del cui servizio informazioni a capo un certoPuccioni. In sintesi, emerge che i Far e lEca, tramite Di Franco,Garase e Puccioni, inviano ordini alla banda Giuliano in Sicilia ein Calabria. Come abbiamo visto, lEca stata fondata da NinoButtazzoni, ai cui ordini opera Muratori. Altri rapporti Sis

    descrivono Buttazzoni e Di Franco come elementi neofascisticoinvolti nelle azioni eversive dellestate 47. Da un dispaccio del6 dicembre 46 (Sis) apprendiamo che anche Alfredo Covelli alla testa del movimento clandestino monarchico - fascista diLaderchi, Callegarini, Resio e Infante. Si segnalano poi le attiviteversive di Spinetti, Pollini e Cappellato, che agiscono allinternodel Pfi, sorto a Bari nellaprile 46. Il loro campo di azione siestende a Roma, Milano, Agrigento, Brindisi, Caltanissetta,Cagliari, Catania, Palermo, Firenze, Lecce, Messina e Potenza.Come si vede, le citt siciliane interessate sono ben cinque.Nei rapporti, anche alcune perifrasi alludono al colpo di Stato. Adesempio, i termini azione diretta e movimento risolutivo dellasituazione. La formula azione diretta compare in una circolaredel Fronte internazionale antibolscevico riportata dal Sis il 18luglio 47 (in cui si illustrano le fasi dellimminente insurrezioneneofascista) e in un documento datato 13 agosto 47, in cui siafferma che i Far sono per lazione diretta, non rifuggono dallaviolenza e fanno ricorso ad atti terroristici. Lespressionemovimento risolutivo della situazione, che troviamo in un altrorapporto del 25 giugno 47, ricorre per la prima volta il 9 ottobre46, come abbiamo gi visto. Si parla del Pfi, del dottor

    Cappellato e di unazione monarchica tendente a capovolgereradicalmente la situazione con lintervento di corpi armati. Lastessa formula compare il 14 ottobre 46 riferita al Pfd di Turati,Nunzi e Gray, che proprio in quei giorni decide di fiancheggiareil movimento monarchico. Le disposizioni sono impartite ancheagli uomini di Romualdi e del Pfi in tutta Italia, isole comprese.

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    Altri personaggi ricorrono nel documento del 25 giugno 47. Iloro nomi sono Alfredo Misuri, la principessa Bianca Pio diSavoia, Gioacchino Cipolla e Anna Maria Romani:

    Il Fronte antibolscevico costituito recentemente a Palermo, al quale dette la suaadesione incondizionata lonorevole Alfredo Misuri in proprio, e quale capodel gruppo di via Savoia 86 (capitano Pietro Arnod, principessa Bianca Pio diSavoia, ecc.), non una sezione del Fronte anticomunista a voi nota. Il Cipollache a Palermo dirigerebbe il fronte del tutto sconosciuto al Fronte unicoanticomunista, di cui alle nostre reiterate segnalazioni confidenziali. Il Fronteantibolscevico di Palermo per collegato con Anna Maria Romani, ospitedella principessa Pio di Savoia sedicente segretaria particolare di Misuri, cucita

    in tutto a filo doppio del noto colonnello Paradisi, detto anche Minelli (piazzaTuscolo) ed pei suoi buoni uffici che Misuri e i camerati del comitato anticomunista di Torino, a Voi noto, appoggiarono e appoggiano il progetto diazione diretta di cui Paradisi autore.

    Alfredo Misuri un collaboratore stretto di Covelli. Alla fine del47 ricopre lincarico di presidente dellUmi in via dellUmilt83, a Roma. Vicepresidente il conte Luigi Benedettini, che nelmaggio 46 incontra Garase, Cannamela e Caterina Biancaproprio in via dellUmilt. Risulta quindi evidente che, almenodalla primavera 46, esponenti monarchici di prima grandezzasono in contatto con la banda Giuliano, in maniera diretta otramite emissari.A proposito del colonnello Paradisi, alias Minelli, che operapresso la cellula neofascista del rione Tuscolo a Roma, leggiamo:In via Britannia, di fronte alla caserma dei carabinieriesisterebbe un bar ove si terrebbero riunioni della cellulaneofascista, il cui locale verrebbe fra laltro frequentato da taleBianchini, da un maggiore dellesercito e da un professore (Sis,busta 56, f. MP44/Attivit fascista nel Lazio, 19 ottobre 46). E inun altro rapporto del 21 ottobre 46: Dal gruppo neofascistaTuscolo ho avuto lincarico - scrive lanonimo agente - di

    funzionare da tratto di unione tra il gruppo stesso e il capitanoNebulante, comandante di settore del movimento monarchicoromano. Si fa riferimento anche allattivit clandestina deicarabinieri. Infine, in un dispaccio Sis del 2 novembre 46 si parladi contatti tra monarchici clandestini e neofascisti/qualunquistidel rione Tuscolo, per unazione in comune nellimminenza

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    dellazione di piazza di cui si farebbe promotore il Partitomonarchico per il ritorno al potere del re. Il piano di tale alleanzasarebbe stato propugnato col consenso della federazione romanadel Partito fascista democratico. chiaro, come recita un altrodocumento Sis redatto il 2 novembre (gi citato), che talefermento punta a stringere un pi omogeneo patto di azione trafascisti e monarchici in previsione delle agitazioni popolari cheverranno promosse. Il Bianchini in questione DomenicoBianchini (classe 1896), figura di spicco nel Pfd dellepocaassieme ai colonnelli Mariani e Pollini, che tra la fine del 46 elestate 47 operano al sud. Ma sappiamo anche che Pollini in

    Sicilia prima della fine dellestate: Il colonnello Pollini Gianni,gi in collegamento con Pucci e Del Massa [esponenti di primopiano dei servizi segreti della Rsi], attualmente a Napoli inattesa di trasferirsi in Sicilia con altri elementi (Sis, b. 38 f.HP40/Penne stilografiche esplosive, 11 agosto 46).Laffermazione confermata da un passo (gi visto) del rapportodel 25 giugno 47 che stiamo esaminando: Anche il colonnelloPollini e Spinetti Ottorino (gi abitanti a Roma, in via CastroPretorio 24, piano ultimo), sono stati, pochi giorni primadellarresto del Pollini e dellinizio dellazione della banda[Giuliano], in Sicilia e a Palermo per conto dellEcla diretta daMuratori. Per quanto riguarda Mariani, colonnello dei carabinieried ex Gnr, presente al sud tra il 46 e il 47 e agisce in sintoniacon i generali Bencivenga e Caracciolo. In quei mesi, Napoli un punto di riferimento cruciale per leversione monarchico -fascista nel meridione e nelle isole. I contatti con lArma deicarabinieri sono costanti. Si citano, ad esempio, il maggioreGiovannini, il maresciallo Milanesi e il capitano BernardidellUfficio informazioni (Sis, b. 43, f. L25/Attivit monarchica,20 settembre 46).Un personaggio importante la principessa Bianca Pio di Savoia,

    cognata del colonnello Laderchi (Cc), dal quale la nobildonna incaricata di occuparsi delle formazioni nere meridionali. La suaabitazione, in via Savoia 86 a Roma, un centro diorganizzazione anticomunista per le attivit eversive al sud neiprimi mesi del 47 nonch punto di riferimento per la nobiltsiciliana nella capitale, di cui sono esponenti non secondari le

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    principesse di Ganci e di Niscemi. Bianca Pio di Savoia ospitaAnna Maria Romani, uno dei nomi di copertura di SeleneCorbellini, esponente delle Sam e frequentatrice degli ambientieversivi palermitani collegati al noto Martina, capo della bandaGiuliano. La Corbellini mantiene i contatti con lAssociazionepatriottica anticomunista (Apa) di Torino. Qui troviamo Valletta,Pirelli, Falck, Piaggio e Costa, che finanziano i movimentieversivi neri almeno dallimmediato dopoguerra (cfr. documentobritannico del 30 giugno 45). Tra il 46 e il 47, la capitalesabauda diventa il crocevia dei movimenti clandestini monarchico- fascisti, che ricevono denaro e armi per le attivit terroristiche in

    tutta lItalia. A Torino, nei primi mesi del 47, sono operativi ilgenerale Infante, Covelli, Misuri, il principe Giovanni FrancescoAlliata di Montereale (poi coinvolto nelle trame nere degli anni60 e 70), Tommaso Leone Marchesano, Selene Corbellini,Tullio Abelli (Decima Mas/Far), Mario Tedeschi (DecimaMas/Far) e, secondo il documento del 25 giugno 47 che stiamoesaminando, Salvatore Giuliano in persona (Vi parlammo deisuoi viaggi Roma - Torino). Sappiamo inoltre che, daldopoguerra, Tedeschi e Abelli lavorano come confidenti perlintelligence americana. Sullimportante ruolo golpista ricopertodallApa nel 47, il Sis non potrebbe essere pi esplicito:Formazioni clandestine anticomuniste preparano in Sardegnamoti rivoluzionari per la defenestrazione violenta delle autoritlocali e la proclamazione di un governo nazionale nellisola. Leformazioni, collegate con altre organizzazioni della penisola,riceverebbero ordini e denaro da un Comitato anticomunista diTorino (b. 44, f. LP39/Movimento anticomunista, 8 agosto 47).Secondo il Sis, lApa di Torino un movimento che mira ad uncolpo di Stato e che incoraggiato e finanziato dallArgentina(cfr. documenti del 10 giugno 47, 13 agosto 47, 19 settembre47 e il capitolo I del volume Tango Connection, cit.). Elemento

    fondamentale dei circuiti eversivi e finanziari neofascisti Giuseppe Cambareri, gran massone, capo dei RosacrociatidAmerica e del Fronte internazionale antibolscevico (Fia) ecollaboratore dei servizi segreti americani dal 39. Non a caso, undispaccio Sis del 27 ottobre 47 riferisce che Cambareri harapporti con lestero, principalmente con le Americhe e con la

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    Spagna, ed stato fra i dirigenti della rivoluzione che ha portatoal potere Peron.

    Nel giugno 47, come abbiamo visto, sbarcano in Italia duepersonaggi di prima grandezza nella storia eversiva del Belpaese.Il primo Charles Poletti, che promette soldi e armi da parte delgoverno americano a condizione che si istituisca un comandounico delle forze paramilitari neofasciste. Il secondo Eva Pern.Giunge in Italia con un carico di lingotti doro, pietre preziose edenaro che sono distribuiti (tra giugno e luglio) in varie citt dellapenisola, in Svizzera e in Portogallo. Nelle stesse settimane,

    anche Covelli viaggia a Lisbona per incontrarsi con Umberto II.Che i fondi per leversione nera provengano in gran parte dalpaese sudamericano, ce lo conferma il quotidiano La RepubblicadItalia del 22 giugno 47, a proposito della retata della polizia aidanni dei Far (di cui parleremo tra poco): Lorganizzazione acarattere terroristico farebbe capo a un governo provvisoriofascista in Argentina.Si pu ora ipotizzare il seguente schema finanziario per il golpeneofascista del 47 in Italia: il denaro (proveniente dalle cassedallInternazionale nera di Bormann e Skorzeny) partedallArgentina di Pern tramite il governo provvisorio fascistacon sede a Buenos Aires (composto anche da tre ministri della exRsi: Moroni, Spinelli e Pellegrini Giampietro; sul tema, cfr. ilsettimanaleLEuropeo del 10 luglio 49); viaggia con Eva Pern(cio con valigia diplomatica) nel giugno 47; arriva in Italia dove suddiviso tra gerarchie vaticane e banche. Ne beneficiano lexre dItalia, lUpa e, probabilmente, anche la Bna. A sua volta,questultima lo distribuisce alle squadre paramilitari monarchico -fasciste di Turati, Scorza, Covelli, Fresa e Patrissi. I soldifiniscono cos nei circuiti del Nuovo comando generale (Far,Eca, Sam) per le azioni terroristiche siciliane del maggio - giugno

    47, ovvero il bagno di sangue messo in atto dallo squadronedella morte agli ordini di Salvatore Giuliano.

    Il rapporto del 25 giugno 47 si sofferma anche sul duca diSpadafora:

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    Nel mese di marzo, se ben si rammenta, fu segnalato che il duca Spadafora,capo del gruppo commerciale agrario del sud, fu a Roma ed ebbe colloqui conrappresentanti del Fronte clandestino. Chiese di poter versare un milione inconto, a condizione che si facesse in Sicilia un lago di sangue. Mormini, delFronte, avrebbe dovuto raggiungere in Sicilia la banda Giuliano, a contattoanche colla mafia locale in parte a disposizione del suo gruppo. La propostanon fu accettata, sembr orribile Da allora, da notizie certe e sicure,Spadafora ha contatti diretti col Martina, che finanzia direttamente e al qualeimpartisce disposizioni. Elementi ricercati sono stati ammessi a far parte dellabanda.

    Qualche mese prima, il Sis scrive:

    Il principe Spadafora, neofascista monarchico che fu collaboratore dellaRepubblica di Sal, sottosegretario di Stato e detenuto a Regina Coeli da dovevenne liberato per il personale intervento di re Umberto, si trova presentementein missione in Sicilia, a contatto con i dirigenti separatisti e con i neofascistiaderenti ai gruppi autonomi (6 ottobre 46).

    Le attivit stragiste del duca sono dunque documentate almenodallautunno 46, in coincidenza con linizio delle mattanze inSicilia (eccidio di Alia) e con gli accordi golpisti siglati neipalazzi romani. Vi inoltre un legame diretto tra il duca eMartina, ritenuto dal Sis il capo della banda Giuliano e al quale

    Spadafora invia ordini e denaro.In merito al lago di sangue, una nota Sis del 17 settembre 47afferma:

    Altri emissari di Ambrosini [capo delle formazioni militari neofasciste del Pfr]si recarono a Milano e incassarono la somma elargita () per il lago di sanguevoluto dagli industriali. In casa Ambrosini fu compilata una lista di coloro chedovrebbero comporre il nuovo governo (). Si sta provvedendo alladistribuzione di armi automatiche nuove e di munizionamento (). Certo DiFranco andr in questi giorni in Umbria per impartire ai camerati le ultimedisposizioni. Parteciper al raduno di Napoli (). Lavorano attivamente per ladetta azione: generale Navarra Viggiani, generale Muratori, Venturi (), ilcapitano Italo Nebulante (), il colonnello Festi, il colonnello Buttazzoni (b.39, f. HP68/Partito fascista repubblicano).

    Alla fine dellestate 47, Walter Di Franco continua ad esseremolto attivo nella preparazione del lago di sangue che dovrcondurre al colpo di Stato. Tornano alla ribalta il capitanoNebulante (gi visto in collegamento con il gruppo neofascista di

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    piazza Tuscolo, a Roma) e Buttazzoni, che arrestato dallapolizia nel settembre 47. Lazione golpista, dunque, non si fermadopo le stragi siciliane e mira con insistenza a provocare il tantoagognato incidente di cui scrivono numerosi rapporti italiani ebritannici. Un altro documento Sis del 25 giugno 47, giesaminato, recita infatti:

    Il comando generale dei Far ha ordinato questa mattina, in conseguenzadelloperazione di polizia in corso, di accelerare i tempi.

    Le operazioni di polizia cercano di arginare gli attacchi terroristici

    neofascisti, che avvengono in Calabria e in Sicilia a partire dal 18giugno 47. Si tratta di una retata di ampio respiro che portaallarresto di numerosi capi dei Far (cfr. Pier Giuseppe Murgia,

    Il vento del nord. Storia e cronaca del fascismo dopo la

    resistenza, 1945 - 1950, Milano, Sugarco, 1975, pp. 288 - 292).La strage di Portella della Ginestra (1 maggio) non ha sortitoleffetto desiderato, ovvero linsurrezione delle sinistre. Ineofascisti dei Far tentano quindi il tutto per tutto. Ecco perch il22 giugno 47 attaccano con mitra e bombe a mano le Camere dellavoro della provincia di Palermo (due sindacalisti perdono la vitae i feriti si contano a decine). Nelle settimane precedenti atti

    analoghi si registrano in tutta Italia, soprattutto a Milano e aRoma. Si punta a provocare il Pci, costi quel che costi. Loconferma Pasquale Pino Sciortino, membro autorevole dellabanda Giuliano, nel suo discorso ai banditi radunati la sera del 21giugno 47 a Testa di Corsa, una contrada di Montelepre.Sciortino istruisce i suoi uomini agli assalti del giorno dopo. presente il picciotto Giuseppe Di Lorenzo, gi veterano deimoti del Non si parte. Questi, in un verbale dinterrogatoriodatato 16 luglio 47, riporta lintervento (poi ripreso dalRapportogiudiziario del 4 settembre 47): Lo Sciortino concluse dicendoche questa seconda parte del loro programma [la prima era stata la

    strage del 1 maggio] tendeva specificamente alla distruzionedelle sedi dei partiti di sinistra, site nella zona di influenza delGiuliano, in modo da creare lo scompiglio e far s che anche neglialtri comuni gli aggressori trovassero imitatori. una frase chericorda da vicino il documento del 25 giugno 47, a proposito deiFar: Anticipare lazione di piazza per la conquista del potere. Il

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    Sis torna sullargomento due settimane pi tardi, il 10 luglio 47(b. 44, f. LP40/Arditi): Con le annunciate manifestazioni degliArditi (), si vorrebbe provocare incidenti di piazza per daremodo al Partito comunista di scendere in campo con le sue forze,per una offensiva anticomunista in grande stile da parte delleorganizzazioni militari clandestine [neofasciste]. Infine, diiniziative di piazza parla anche il conte Armenise (condirettoredella Bna), nellambito del movimento anticomunista armato dalui finanziato (cfr. MI5 britannico, 16 giugno 47).Il progetto di insurrezione golpista, che doveva innescarsi conleccidio di Portella, fallisce perch il Pci e il Psi non reagiscono

    alla grave provocazione. Togliatti e Nenni sanno benissimo che lastrage altro non che una gigantesca trappola destinata adannientare i partiti storici della sinistra italiana. Gi l8 maggio47, il Sis rileva che vi una spaccatura tra lUpa e i Far, chediventa definitiva con la nascita del quarto governo De Gasperi, il31 maggio 47, quando comunisti e socialisti sono estromessi dalgoverno. LUpa avverte che non pi necessaria una insurrezioneviolenta perch il pericolo comunista comincia finalmente adallontanarsi. Non cos la pensano i Far, che proseguonoimperterriti sulla strada delle azioni terroristiche che dovrannoportare al golpe. Ma un pesante atto di disubbidienza neiconfronti delle potenti gerarchie eversive della capitale, unosgarro che Romualdi e le sue squadre armate pagano a caroprezzo. Tra il 26 e il 27 giugno 47 si scatena la micidialerappresaglia dellUpa. In poche ore, in Sicilia, sono massacrati acolpi di mitra Salvatore Ferreri, alias Fra Diavolo (il vice diGiuliano), e altri otto banditi. linizio della fine per losquadrone della morte monteleprino e per le Sam, lEca e i Far.La sconfitta del Nuovo comando generale segna il decollodefinitivo dellUpa - lorganizzazione parallela interna allo Statoche veglier sulla minaccia comunista per i successivi

    cinquantanni - e della destra istituzionale dellMsi di GiorgioAlmirante.Secondo il documento Sis del 25 giugno 47, Giuliano inrapporti anche con la mafia. A questo proposito, occorre precisareche il bandito, dal 43, agisce sotto il controllo dei varicapifamiglia delle zone in cui opera: Vincenzo Rimi (Alcamo),

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    Santo Fleres (Partinico), Domenico Albano (Borgetto),Salvatore Celeste (San Cipirello), Giuseppe Troia (SanGiuseppe Jato), don Ciccio Cuccia (Piana degli Albanesi), donCalcedonio Miceli (Monreale). Sono questi padrini a determinarela particolare insorgenza del gruppo monteleprino e la scomparsadi tutte le altre bande di tipo tradizionale in Sicilia. Giulianorappresenta un fatto nuovo nellorganizzazione criminale delterritorio. Ne segna un salto qualitativo nella direzione dei pi altilivelli istituzionali e politici del tempo, a cominciare dagliambienti pi disponibili a sperimentare il terrorismo di Stato eleversione antidemocratica: Mormini del Fronte - leggiamo nel

    lungo rapporto - avrebbe dovuto raggiungere in Sicilia la bandaGiuliano, a contatto anche con la mafia locale in parte adisposizione del suo gruppo. Non sappiamo chi sia questoMormini, ma il documento ci dice che lavora per il Fronteantibolscevico nellisola, cio per il Nuovo comando generaleneofascista. Pi sfumato appare il quadro che lestensore deldocumento presenta circa le relazioni tra la mafia e il bandito.Probabilmente, gli sfugge lo status di dipendenza del gruppoterroristico dal pi attrezzato (anche sotto il profilo sociale)controllo mafioso del territorio. Sono infatti i padrini locali adeterminare lesistenza, la durata e persino i modi di essere diqualsiasi organizzazione criminale allinterno della nicchia dipotere che esse si costruiscono. Fino alla vigilia di Portella, lefamiglie mafiose sembrano paghe del loro tradizionale controlloterritoriale. Sono in rapporti con autorevoli esponenti del mondoistituzionale ma non hanno ancora compiuto il salto verso loStato. Stentano a percepire il terrorismo come strategia di lottapolitica ma non disdegnano di contribuire alla decapitazione delleleadership del movimento democratico. Nellimminenzadellevento stragista, i vecchi padrini nutrono ancora molti dubbisul da farsi. A tutti loro pensa Salvatore Lucania (Lercara Friddi,

    1897), alias Lucky Luciano, il super boss della mafia siculo -americana che arriva per la prima volta a Palermo nella primavera46 (aprile, maggio e giugno) per poi ripartire durante lestate peril Sud America (Brasile, Colombia e Venezuela). Dallottobre 46al marzo 47 a Cuba e il 12 aprile 47 arriva a Genova a bordodi un piroscafo turco. Il 30 aprile a Palermo, dove giunge con un

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    treno speciale scortato da sei carabinieri. Il 22 giugno lascialhotel delle Palme per recarsi a Napoli. La data di arrivo e quelladi partenza sono illuminanti: la presenza di Lucky Luciano ritenuta imprescindibile dallintelligence Usa (Angleton in testa)per appianare le divergenze che potrebbero svilupparsi tra i varicapifamiglia dellisola nellattuazione del golpe.Ad assicurare la necessaria tranquillit sul piano delle cosiddetteforze dellordine troviamo un personaggio come EttoreMessana. Ma non da questo versante che pu arrivare lacertezza sulle future coperture istituzionali e sociali di cuiloperazione stragista ha bisogno. La mafia garantisce non solo

    lomert necessaria ma anche la prospettiva del controllo internoagli stessi apparati dello Stato. E, al contempo, costituisce ildeterrente al disvelarsi di eventuali anelli deboli. Messana luomo giusto al posto giusto, forte delle sue esperienze dicriminale di guerra per gli atti genocidi compiuti tra il 41 e il 42nella Slovenia occupata dalle truppe italiane. Ma non subiscealcun processo. Al contrario, nellautunno 44 scelto ispettoregenerale di Ps in Sicilia dal secondo governo Bonomi, instraordinaria coincidenza con la nomina di Angleton a capoassoluto dello Special counter intelligence (Sci), ilcontrospionaggio alleato in Italia. Si pu quindi ipotizzare che ilComando alleato utilizzi i moti siciliani della fine del 44 (ispiratie in gran parte organizzati dai servizi segreti di Sal) comecontraltare al pericolo rosso che si sviluppa al nord (lottapartigiana) e al sud (leggi di riforma agraria del ministrocomunista Fausto Gullo). Tuttavia, appaiono gravi leresponsabilit del capo del governo, Ivanoe Bonomi, chenellinverno 44 - 45 ricopre ad interim la carica di ministrodellInterno. lui a mettere Messana a capo della Ps in Sicilia,pur sapendo che questi figura negli elenchi dei criminali di guerraricercati dalle Nazioni unite per assassinio, massacri, terrorismo

    sistematico, torture di civili, violenza carnale, deportazioni dicivili, internamento di civili in condizioni inumane, tentativi didenazionalizzazione degli abitanti dei territori occupati (cfr.Repubblica Slovena, Archivio nazionale di Lubiana, b. 1551, 14luglio 45).

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    Altrettanto sconcertanti risultano le mosse di Alcide De Gasperi.Durante il suo secondo governo (13 luglio 46 - 20 gennaio 47),si registra la fase matura degli accordi tra intelligence Usa,clandestinismo neofascista e corpi dello Stato (ottobre - novembre46). Questi ultimi fanno riferimento al ministero dellInterno, alSim, alla Ps e allArma dei carabinieri. evidente che il Sisriferisce, per dovere dufficio, al ministro dellInterno, caricaricoperta ad interim proprio da De Gasperi. Come abbiamo visto,la circostanza denunciata in quelle settimane da una serie dipreoccupati rapporti top secret redatti a Roma dallintelligencebritannica.Mario Scelba diventa ministro dellInterno con il terzo governoDe Gasperi (2 febbraio - 13 maggio 47) e tale carica ricopre inmaniera ininterrotta fino al 54. Il ministro perfettamente aconoscenza del retroscena eversivo neofascista che porta allestragi siciliane del maggio - giugno 47. Le migliaia di rapportiSis prodotti nella primavera - estate 47, e che riconducono inmaniera inequivocabile allalleanza tra servizi segreti statunitensi,squadre armate neofasciste, Arma dei carabinieri ed Esercito,sono ovviamente diretti proprio a lui. Tuttavia il 2 maggi