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DONNE E POLITICA

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DONNE E POLITICA

Direttore

Ginevra C OUniversità degli Studi Roma Tre

Comitato scientifico

Fiorenza TUniversità degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale

Roberta Adelaide MUniversità degli Studi Roma Tre

Marie–Frédérique PUniversity Jean Moulin Lyon

DONNE E POLITICA

Donne non si nasce, ma si diventa

— Simone de Beauvoir

La collana Donne e Politica è dedicata alla pubblicazione di ricerche estudi, monografie o volumi collettanei, dedicati a colmare le lacune storiche,ancora esistenti nella nostra cultura, derivanti dall’assenza della dimensionedi genere nella storia.

In primo luogo dunque, tenendo presente i risultati conseguiti in quaran-ta anni di “studi sulle donne”, oggi “studi di genere” si tratta di comprenderein pieno le cause del diverso percorso di uomini e donne per accedere aidiritti civili, politici e sociali. Non solo una storia delle donne ma una storiadelle relazioni tra i generi. Verrà dato spazio pertanto agli studi sulle pro-tagoniste ed i protagonisti delle campagne suffragiste nei paesi occidentali,ai classici della questione femminile, alle teorie formulate per spiegare leragioni della “differenza e dell’uguaglianza” femminile e a quelle oppostealla ricerca di un nuovo equilibrio nei rapporti tra i sessi; all’analisi deimutamenti e delle trasformazioni delle idee politiche, culturali, giuridiche.

La collana nasce anche dalla convinzione che questa nuova storiografianon interessa esclusivamente le donne, ma deve diventare patrimonio dellacultura generale. Solo in questo modo sarà possibile formulare e realizzareuna politica della parità, fornendo alle giovani generazioni gli strumenticulturali e scientifici appropriati.

Angela Ammirati

Neouniversalismo

Le teorie di genere oltre l’uguaglianza e la differenza

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I edizione: gennaio

A mio padre

Non dobbiamo contrattare ciò di cui abbiamo bisognosulla base della nostra produttività. Abbiamo un diritto al

sostegno fondato nella dignità del nostro bisogno umano stesso.

M.C. N, Il futuro del liberalismo femministain Giustizia sociale e dignità umana. Da individui a persone.

Indice

Introduzione

Parte ITeorie: neouniversalismo e femminismo

Capitolo IIl femminismo umanista

.. Okin e Nussbaum, – .. Genere e famiglia. Verso unagiustizia umanista: Susan Moller Okin, – .. Omissis di gene-re, – .. Neo–liberalismo e femminismo: Marta Nussbaum, – .. La comune umanità: le capacità, .

Capitolo IIFemminismo e discorso pubblico

.. Universalismo interattivo: Seyla Benhabib, – .. Femmi-nismo e democrazia deliberativa, – .. Habermas e il femmi-nismo, – .. Benhabib e Iris Marion Young: universalismo odifferenza?, .

Capitolo IIIFemminismo e contrattualismo

.. Jean Hampton, – .. Il contratto femminista, – .. Ol-tre la dicotomia pubblico–privato, .

Indice

Parte IITemi e dibattiti: identità e differenze

Capitolo IIl femminismo tra etica della cura e giustizia

.. Cura o Giustizia? Tra Gilligan e Rawls, – .. Con e OltreRawls, – .. Il paradigma della Cura nel pensiero femministacontemporaneo, – .. Carol Gilligan e i suoi critici, –.. Una lettura universalistica della cura: Joan Tronto, .

Capitolo IIMulticulturalismo e postmodernismo

.. Il Multiculturalismo e l’uguaglianza delle donne, – .. Mul-ticulturalismo e universalismo, – .. Femminismo e postmo-dernismo. Un’alleanza possibile?, .

Conclusioni

Bibliografia minima di riferimento

Ringraziamenti

Introduzione

Il presente lavoro si colloca nel vasto orizzonte degli studi digenere, maturati nel contesto dei Women’s studies e sull’ondadel movimento femminista. Tale filone, prolifico di autrici e diidee, in Italia è rimasto a lungo escluso dalle aule universitarie,non solo per la resistenza delle istituzioni tradizionali, ma ancheper l’intrinseca riluttanza di un’area del femminismo italiano al-l’istituzionalizzazione delle elaborazioni e delle pratiche sorte inseno al movimento delle donne degli anni settanta. Pur tuttaviae nonostante le accese conflittualità all’interno dello stesso frontefemminista, essa si è gradualmente imposta attraverso l’adozionedella categoria di genere, nel tentativo di “trasformare in manieraradicale i paradigmi disciplinari”. In Italia Il primo insegnamentodi Storia della questione femminile fu istituito nel presso l’u-niversità “Luiss Guido Carli” ad opera di Ginevra Conti Odorisio,la quale nel fonda il Comitato Interuniversitario per gli Studidi genere nella Storia e nella Società (CISDOSS) e avvia il primodottorato in “Dottrine Politiche e Questione Femminile”presso la

. Si veda G. C O (a cura di), Gli studi delle donne nelle università: ricercae trasformazione del sapere, Napoli, ed. Scientifiche Italiane, .

. Mari Gibson fa notare che il passaggio di women’s studies ai gender studies sideve soprattutto a Joan Scott che ha sostenuto la necessità di spostare l’attenzione dalledonne come gruppo al modo in cui linguaggi e istituzioni producono e fissano i ruolidi genere. Si veda M. G, La Storia di Genere nel dialogo tra generazioni, in «Genesis»,VII/, , p..

. J. S, W. S, Il genere: un’utile categoria di analisi storica, in P. di Cori, Altrestorie. La critica femminista alla storia, Clueb, Bologna , p..

. Ginevra Conti Odorisio è stata professore ordinario di Storia delle dottrinepolitiche nella Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi Roma Tre. Dal, con la fondazione di DWF, prima rivista internazionale di studi sulle donne, si èimpegnata a favorire l’inserimento dei women’s studies nella ricerca scientifica. Espertadel Consiglio d’Europa sulla partecipazione politica in Europa, ha scritto numerosistudi e monografie sul pensiero politico dal XVII al XIX secolo.

Introduzione

facoltà di Scienze Politiche di Roma Tre, denominato successiva-mente “Studi di Genere. Sotto la sua direzione il dottorato, da cuila presente ricerca trae origine, ha promosso la diffusione dellaprospettiva gender oriented, la cui specificità è stata quella di mette-re a nudo la totale rimozione della soggettività femminile dallastoria del pensiero politico. Tale approccio ha stimolato e favoritola fioritura di nuove mappe che hanno portato alla luce la storia ei processi di emancipazione femminile nell’ambito dei diritti e del-la giustizia sociale, nonché le opere e percorsi politici di pensatriciignorate e sepolte dal sapere tradizionale. La valorizzazione delsommerso femminile sul versante della contemporaneità ha inol-tre contribuito a dischiudere nuovi scenari e prospettive di ricerca,mettendo in luce l’importanza e l’attualità sul piano politico diteorie, come quelle neouniversaliste, trascurate dalla storiografiafemminista italiana, tradizionalmente egemonizzata dalla scuoladella differenza. È in questo orizzonte di ricerca che ha presovita l’idea di condurre uno studio sulla vicenda teorico politicadel femminismo universalista contemporaneo e delle sue radiciemancipazioniste e illuministe, rendendo fedelmente e dinami-camente conto di quell’esercizio, tentato soprattutto da parte diautrici nordamericane, di pensare una nuova forma di uguaglian-za politica, superando da un lato, le distorsioni androcentriche esessiste della tradizione del pensiero occidentale, dall’altro, quellasterile e improduttiva opposizione uguaglianza–differenza in cuila letteratura femminista è spesso rimasta intrappolata. Questalettura alternativa del paradigma dell’uguaglianza è caratterizzatada un confronto aperto con il pensiero liberale e illuminista, neltentativo di emendarne e valorizzarne quegli elementi emancipa-tori, ritenuti indispensabili alla risoluzione e alla composizione

. Si intende qui la tradizione rappresentata da Olympe de Gouges, Mary Woll-stonecraft, Elizabeth Cady Stanton e J. Stuart Mill che la storiografia identifica comune-mente come prima “ondata del femminismo” e nel cui alveo, nel ‘, si inserisce ilfemminismo “umanistico” di Simone de Beauvoir. La prima ondata comprende anchele lotte emancipazioniste dell‘ per la conquista dei diritti politici delle donne.

. Sull’ importanza di una convergenza tra liberalismo e femminismo si veda M.N, Sex and Social Justice, Oxford University Press, , pp. –.

Introduzione

dei conflitti che si manifestano nella società contemporanea; allostesso tempo si pone in continuità con le teorie della giustiziacontemporanee di John e Rawls e Juergen Habermas, anch’esseindirizzate ad un recupero della tradizione illuminista.

Neouniversalismo è la definizione adottata nel seguente la-voro che meglio esprime la vastità delle proposte teoriche fem-ministe che si prefiggono tale obbiettivo. Il suffisso neo o nuovo,lungi dal determinare una corrente o una scuola filosofica po-litica con una tradizione ben consolidata, qual è ad esempio,il pensiero della differenza sessuale o il decostruzionismo, èpiuttosto un orizzonte di pensiero articolato ed eterogeneo chesi contraddistingue per il tentativo di superare e riformulare laconcezione dell’universalismo, di cui, in più ambiti di pensie-ro, sono state denunciate le competenti omologanti, astratte elivellatrici.

Per illustrare questo percorso complesso e articolato sonostate scelte diverse strade: nella parte introduttiva il saggio pre-senta uno spazio dedicato all’emancipazionismo femminista distampo egualitarista e alle elaborazioni teoriche nate con il fem-minismo di “seconda ondata”, matrici ideologiche attraversocui rinvenire e ricostruire l’identità, la storia e l’evoluzione delpensiero femminista neouniversalista.

Nella prima parte ci si sofferma sulle analisi e la ricostruzio-ne delle teorie politiche universaliste della giustizia, approfon-dendo quell’insieme di teorie e di paradigmi che affidano lapromessa di libertà femminile all’ideale dell’uguaglianza.

Le espressioni filosofiche più rilevanti, scelte in questo vo-lume per la loro vicinanza tematica sono: Martha Nussbaum,Susan Moller Okin, Jean Elizabeth Hampton, Sheyla Benhabib,

. È Linda Nicholson la prima a parlare di “seconda ondata del femminismo”.Questa fase è attraversata dall’ondata dei movimenti di liberazione della fine deglianni ’ e si caratterizza per un’attenzione maggiore verso temi legati alla sessualitàe alla sfera della riproduzione considerati come aspetti su cui l’uomo ha esercitato ilsuo controllo e predominio. La seconda ondata è comunemente definita anche conl’espressione neofemminismo. Vedi L. N, Second Wave: A Reader in FeministTheory, Routledge, New York .

Introduzione

Joan Tronto. Filosofe contemporanee che hanno interpretatoil progetto dell’illuminismo come potenziale irrinunciabile diemancipazione, elaborando teorie normative fondate sulla con-cezione dell’uguaglianza. Ciascuna autrice, dunque, pur nelladiversità di approcci e metodologie, ripropone in ottica fem-minista il grande tema dell’universalismo dei diritti cercandodi portare a compimento le potenzialità inespresse e ancoradisattese di questa preziosa eredità.

Susan Moller Okin e Marta Nussbaum hanno tradotto inuna nuova forma di liberalismo la proposta femminista, attin-gendo alla filosofia di Rawls di cui hanno revisionato e riela-borato gli aspetti più contradditori rispetto al genere. SeylaBenhabib ha teorizzato una sorta di “universalismo dialogicoe interattivo” mutuandolo dalla filosofia di Hannah Arendt edalla teoria discorsiva habermasiana. Jean Elizabeth Hamptonha proposto una originale versione femminista del contrattosociale, frutto di una combinazione del modello kantiano ehobbessiano. Joan Tronto offre un contributo innovativo al te-ma della cura, liberandola da quelle implicazioni “essenzialiste”che partire dalla pubblicazione di In a Different Voice di Carol Gil-ligan hanno avuto largo seguito nell’ambito del femminismoculturale e del differenzialismo di area francese.

La seconda parte è incentrata, invece, sui temi divenuti or-mai ricorrenti all’interno del dibattito femminista contempora-neo. In particolare ci si soffermerà sulla questione del rapporto“etica della giustizia” ed “etica della cura”, paradigmi che hannoesercitato vasta influenza sul pensiero politico contemporaneo,coinvolgendo gran parte della teoria femminista nordameri-

. C. G, Con voce di donna, Feltrinelli, Milano (ed. or.), In a diffe-rent Voice: psychological theory and women’s development, Harvard University Press,Cambridge . La studiosa avvia negli Stati Uniti il dibattito sull’etica della cura esulla questione differenzialismo–ugualitarismo, paradigmi entro cui la storiografiafemminista è solita collocare il pensiero femminista contemporaneo.

. Si ispira a al lavoro di Carol Gilligan e afferma la differenza femminilecome valore. È denominato culturale perché sostiene la necessità di affermare laliberazione delle donne attraverso l’affermazione di una “controcultura femminile

Introduzione

cana in discussioni accese concernenti il problema filosoficodell’identità e del rapporto tra universalismo morale e partico-larismo etico. La terza e ultima parte è dedicata ai dibattiti chehanno attraversato il femminismo contemporaneo e sui qualiil pensiero neouniversalista è stato maggiormente criticato echiamato in causa.

Il primo dibattito riguarda il multiculturalismo e i dirittidelle donne e ha come sfondo il celebre saggio di Okin Is mul-ticulturalism bad for women?. Il secondo concerne il rapportofemminismo e postmodernismo.

Questi temi hanno avuto notevole influenza sul femmini-smo proprio nella fase in cui, al suo interno, si formavanoposizioni polarizzate. Si pensi, ad esempio, alla distinzioneemersa tra la fine degli anni ’– su sesso/genere e ugua-glianza/differenza che vede confrontarsi in un acceso dibattitole universaliste, differenzialiste e poststrutturaliste.

Le ragioni dell’universalismo, come è ormai noto, riman-dano a molti modelli e sistemi filosofici della filosofia politica: ateorie giuridiche e politiche che fanno leva sui contenuti normati-vi e procedurali della ragione, a rielaborazioni dell’universalismoin senso deliberativo e discorsivo, a traduzioni filosofiche dell’eti-ca kantiana, a etiche narrative e dialogiche che fanno da sfondoa teorie del multiculturalismo e dell’interculturalità, così comeai grandi dibattiti sui diritti umani. Tuttavia un fil rouge uniscetali teorie filosofiche: la ricerca relativa alla legittimità e “fonda-

. S.M. O, Diritti delle donne e multiculturalismo, Raffaello Cortina, Mila-no (ed. or.), Is multiculturalism bad for women? (with respondents), PrincetonUniversity Press, Princeton .

. M. C, Generi e femminismi in L. Cedroni, M. Calloni (a cura di), Filosofiapolitica contemporanea, Le Monnier, Firenze , p. .

. S. B, J. B, D. C, n. F, L. N, FeministContentions: A Philosophical Exchange, .

. Sulle diverse declinazioni della teoria universalista contemporanea si veda S.B, L’universalismo nel dibattito contemporaneo in La rivendicazione dell’identitàculturale. Eguaglianza e diversità nell’era globale, il Mulino, Bologna , p. –. Siveda anche G. C, Universalismo e particolarismo, oggi. Un punto di vista filosofico,Archivio di Storia della cultura, Anno XXII, Liguori, Napoli , –.

Introduzione

bilità” di una norma generale dell’uguaglianza che non occulti erimuova la ricchezza delle differenze.

L’universalismo, infatti, come sottolinea Ginevra Conti Odo-risio, dalle sue prime formulazioni giusnaturalistiche fino alladichiarazione dei diritti del , era riferito ad un individuolibero, autonomo. Come fa notare J. Landes a proposito dellaRivoluzione Francese, questa forma di soggettività politica èstata attribuita solo agli uomini che ritenuti soggetti dotati dirazionalità si sono emancipati dal corpo naturale e sono sta-ti consacrati a quello “politico”. Le donne, invece, sono statesegnate dal loro corpo e da qualità irrazionali e apolitiche:estranee all’ordine del discorso maschile, escluse dalla citta-dinanza, portatrici di una irriducibile differenza incarnata nelcorpo che la cultura maschile ha allo stesso tempo assoggettatoe sussunto in un falso concetto di universalità.

A questa logica binaria è improntata la tradizione dell’univer-salismo dei diritti dell’età moderna: la pretesa di rappresentarela totalità del genere umano cancellava la differenza femminile,implicando in maniera tacita e nascosta l’esclusione delle donnedalla sfera pubblica.

La critica all’universalismo, in una parte consistente dellateoria femminista, si è declinata in prima istanza con riferimentoalla differenza sessuale. Il pensiero femminista ha così volutoerodere “le basi stesse dell’individualismo — il suo concetto di

. G. C, Capire il racconto degli altri, «Reset», n. , settembre–ottobre,.

. G. C O, Ragione e Tradizione. La questione femminile nel pensieropolitico, Aracne, Roma , p. .

. È un tema ricorrente nelle diverse voci del pensiero femminista. Si veda S. B, Il Secondo Sesso, Il Saggiatore, Milano ; L. I, Etica della diffe-renza sessuale, Feltrinelli, Milano ; J. S, La Citoyenne paradoxale: les féministesfrançaises et les droits de l’homme, Albin Michel, Paris .

. J. L, The Performance of Citizenship: Democracy, Gender, and Difference inthe French Revolution, in S. Benhabib (a cura di), Democracy and Difference: Contestingthe Boundaries of the Political, Princeton University Press, , p. .

. A. F, Diritti delle donne tra universalismo e particolarismo, Ragion Pratica,il Mulino, Bologna , p. .

Introduzione

singolarità, astratto e atomistico, su cui è modellato il concettodi libertà, come assenza di relazione” — e con esso lo stessouniversalismo fondato proprio, sull’astratta uguaglianza di talesingolarità.

La teoria della differenza, o differenzialismo, radicatasi so-prattutto in Francia e in Italia, ha ritenuto l’uguaglianza unprincipio etico politico da superare, in quanto un concetto checancella le differenze e occulta l’esclusione femminile dalla cit-tadinanza. Una miopia, un errore filosofico, come sostieneSusan Moller Okin, poiché l’uguaglianza non è da confonderecon identità (sameness) e pertanto essa si oppone alle dise-guaglianze e non alle differenze. In seconda istanza la criticaall’universalismo, invece, si è riferita alla differenza culturale.L’emergere del pluralismo anche in seno al movimento delledonne ha messo in luce che le differenze non sono solo quelletra uomini e donne ma anche tra le donne stesse.

Al femminismo contemporaneo egualitarista si rimanda,dunque, una questione spinosa: come legittimare un discorsosull’eguaglianza che non si fondi sull’universalità di un soggettosoltanto e che non sfoci nel vicolo cieco dell’assimilazionismoculturale. L’universalismo, scrive Ginevra Conti Odorisio, peressere veramente tale, dev’essere capace di esprimere le diverseidentità e non di annullarle. In questa direzione si muove la teo-ria femminista neouniversalista, nel tentare il passaggio da unaconcezione dell’uguaglianza discriminatoria o assimilazionistadelle differenze, che ha caratterizzato l’epoca moderna, ad unaemancipatoria e rispettosa delle differenze.

. G. B, I vestiti dell’imperatore. Per una critica femminista dell’ideologiaitaliana in G. Marammao, F. Lussana, (a cura di), L’Italia repubblicana nella crisi deglianni settanta: cultura, identità, nuovi soggetti, Rubettino, Soveria Manelli .

. C. M, Oltre il femminismo. Le donne nella società pluralista, il Mulino,Bologna . p. .

. S.M. O, Women in Western Political Thought, Princeton University Press,Afterword , p. .

. A. F, Diritti delle donne, cit., p. .. Si veda M.P. P, Dall’eguaglianza alla differenza: diritti dell’uomo e

Introduzione

La riattualizzazione dei principi di uguaglianza, libertà e giusti-zia, ereditati dalla cultura illuminista, è accompagnata dall’elabo-razione di raccomandazioni normative che sappiano accogliere enon rimuovere gli altri tipi di differenze, di genere, etnia, cultura.

La tesi sostenuta in questo lavoro afferma che i paradigmidell’uguaglianza e della differenza non incarnano due concettialternativi e incompatibili ma complementari. Nella rivisitazio-ne neouniversalista, la concezione dell’uguaglianza, a differenzadella visione proposta dalla tradizione di pensiero illuminista,sia nelle sue versioni storiche che in quelle recenti, non si fondasu un principio neutro, assoluto e astratto.

Allineata alle neointerpretazioni giuridiche femministe,le quali rendono ormai datate le critiche al concetto di ugua-glianza provenienti dall’area differenzialista, questa nuovaespressione del femminismo universalista, tenta un superamen-to dell’alternativa “uguaglianza” o “differenza”, articolando unragionamento complesso attorno alle potenzialità e alle sfidedi un nuovo universalismo inclusivo di entrambi gli aspetti.

La giurista femminista Ute Gerhard chiarisce il suo punto divista riguardo alla necessità di insistere sul concetto di uguaglianza:

Uguaglianza non è un principio assoluto e neppure un criterio stabi-le, ma piuttosto un concetto relazionale. Esso esprime una relazionetra due oggetti e determina sotto quale aspetto essi siano da con-siderare come uguali. Uguaglianza, perciò deve essere, in primoluogo, cercata, pretesa e creata e presuppone che ciò che va confron-tato sia in sé diverso. Altrimenti il precetto dell’uguaglianza sarebbe

cittadinanza femminile nel pensiero politico, Giuffrè, Milano .. Per una concezione dell’uguaglianza compatibile con le differenze in am-

bito giuridico si veda L. G, Eguaglianza e differenza: sono veramenteincompatibili?, in G. Bonacchi, A. Groppi, (a cura di), Il dilemma della cittadinanza.Diritti e doveri delle donne, Laterza, Roma–Bari , pp. –; L. G,Identity, Equality, Similarity and the Law, in Rechtsteorie, , vol. e L. F,La differenza sessuale e le garanzie dell’eguaglianza, in Democrazia e diritto, ; U.G, Femminismo e diritto: verso una concezione femminista e contestualizzatadell’eguaglianza, in Ragion Pratica, .

. Vedi la critica all’uguaglianza di A. C, Tra omologazione e inclusione inS. Restaino, A. Cavarero, Filosofie femministe, Paravia, Torino, , pp. –.