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don Mario Prandi

Avendo tutti nel cuore

piccola raccolta di lettere

PRIMO VOLUMEdal 1933 al 1969

Edizioni San Lorenzo

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Visto, si approva per la stampa, CURIA VESCOVILEReggio Emilia, 15-10-2010don Eleuterio Agostini

© Edizioni San Lorenzo

Proprietà letteraria riservataEDIZIONI SAN LORENZO ®

via Gandhi, 18a/b42100 Reggio Emilia - C.P. 181tel. e fax: 0522.323.140e-mail: [email protected]

Invieremo gratuitamente l’elenco delle nostre pubblicazioni a tutti coloro che ne faranno richiesta

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“Noi rendiamo grazie a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, continuamente pregando per voi, avendo avuto notizia della vostra fede in Cristo Gesù e della carità che avete verso tutti i santi a causa della speranza che vi attende nei cieli. (…) perciò anche noi, dal giorno in cui ne fummo informati, non cessiamo di pregare per voi…” (Col 1,3-5,9) Potrebbe essere questo il titolo della pubblicazione di parte delle lettere che la Congregazione Mariana delle Case della Carità presenta in occasione del centenario della nascita del suo Fondatore, don Mario Prandi. Benchè sia solo una parte, circa un quinto, del suo epi-stolario si può cogliere come don Mario seguisse le persone che la Provvidenza gli aveva affidato con grande passione e paterna sollecitudine, accompagnando il loro cammino con la premura responsabile di colui che è cosciente che le perso-ne non gli appartengono ma gli sono affidate. Amava ricevere notizie, specie dalle Missioni, le solleci-tava con insistenza e a queste non faceva mancare regolare risposta. Voleva che le comunicazioni fossero il più possibile condivise nella Comunità scrivente e che la loro diffusione fosse la più ampia possibile, perché salisse al Signore una corale preghiera di supplica a sostegno di questi fratelli e di ringraziamento per le opere che il Signore stava compiendo attraverso di loro. In questa ottica iniziò quasi quarant’anni fa la S.Messa del giovedì sera in S.Girolamo a sostegno dei Missionari con l’Adorazione Eucaristica notturna, che ancora continua. Era

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infatti cosciente che tutto viene dal Signore e che tutto di-pende da lui; tuttavia dalle lettere traspare la trepidazione per le persone che sa di avere inviato e se ne assume la re-sponsabilità. Ma alla fine tutto rimette al Signore; “sarà poi come Dio vuole” è la conclusione di molte lettere. Come pure emerge la fiducia verso coloro che inviava: “parlatene insieme, discutete le cose e poi decidete; a me sta bene quello che voi decidete” . In realtà spesso non erano le decisioni che si aspettava, ma le rispettava. Non mancano alcune lettere ai Vescovi, a personali-tà della politica o dell’economia, a benefattori, ecc. a cui si rivolgeva con grande semplicità, nel suo caratteristico stile improntato alla schiettezza, alla lealtà e libertà. Credo che la Famiglia abbia un grande debito di rico-noscenza verso la “Commissione Scritti” che ha curato la pubblicazione di questi volumi, svolgendo un paziente e la-borioso lavoro di cernita delle lettere, corredate di brevi note che ne facilitano la collocazione storica, il riferimento agli eventi e accompagnate da una, se pur piccola, informazione sulle persone a cui sono dirette. Tutto a maggior gloria di Dio, perhè continui l’inno di ringraziamento, di benedizione, di lode e gloria a Colui che ci ha donato don Mario come padre e, attraverso di lui, ci ha chiamato al regale servizio dei Poveri.

Don Romano Zanni (Superiore Generale)

REGGIO EMILIA, 15 GENNAIO 2011

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Carissimi tutti in Gesù Xto:

Carmelitane Minori della Carità fratelli della Carità

volontari consacrati (in Casa, nella scuola, nella professione)

volontari della “Leva”ausiliari “Crocifissi” eausiliari occasionali;

collaboratori tutti così preziosinella preghiera, nella sofferenza

nella multiforme opera CaritativaDio vi benedica tutti evi rimeriti per quel che

fate per Lui nei fratelli, (...)

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Stanza-Archivio di don Mario in S. Girolamo (Reggio Emilia)

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L’ARCHIVIO DI DON MARIO IN S. GIROLAMO

Breve cronistoria del lavoroNel 1990, a pochi anni della morte di don Mario Prandi, uscì una piccola antologia dei suo scritti: “A Maggior Gloria di Dio” curata da Suor Silvia, Carmelitana Minore e da don Romano Zanni, attuale Superiore Generale, ai quali si deve il merito di aver estrapolato e messo a disposizione della Congregazione Mariana delle Case della Carità e di tutti l’ossatura della spiritualità delle Case, i punti cardine del pensiero di don Mario.Rimaneva però da fare la lettura integrale degli Scritti del Fondatore in gran parte sistemati dallo stesso don Mario, con l’aiuto di Suor Silvia, in tante cartelle conservate nell’Ar-chivio di San Girolamo (R.E.)L’origine del lavoro di questi anni si colloca nell’indicazione del Capitolo Generale del 1998 dal quale nacque l’esigenza di riandare alle fonti scritte del carisma.Vennero quindi indicate le persone da impegnare in questo servizio che ancora non si è concluso e che iniziò nel febbra-io 2004.Come commissione di lavoro preposta alla lettura degli Scritti, abbiamo fatto riferimento alle preziose indicazioni date dal Vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, S.E. Mons. Adriano Caprioli, nella giornata di studio su don Mario te-nuta dalla Famiglia in Seminario il 4/10/2003:a"  far parlare don Mario prima che parlare di lui$"  conoscere e studiare gli Scritti facendo attenzione ai

diversi generi letterari.

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Così abbiamo letto e fatto un breve sommario di ogni testo (schedatura), compilamdo una sintesi tematica di ogni car-tella e infine abbiamo operato una suddivisione per generi letterari.Nel cammino abbiamo cercato diversi aiuti per orientarci:

%  confronti con i testimoni più diversi di ciò che tro-vavamo scritto, iniziando così poveramente un tentativo di rapporto tra fonti scritte e fonti orali che possono illuminarsi a vicenda;

%  suggerimenti e pareri di chi aveva studiato prima di noi la figura di don Mario (ad esempio il Prof. Sandro Chesi);

%  chiarimenti cercati in altro materiale cartaceo a nostra disposizione (Direttori Liturgici di Fontanaluccia, Registri delle Messe, Agende grandi, Agendine degli appuntamenti, Diario parrocchiale di Fontanaluccia).

Terminata la fase di lettura e schedatura di circa quattromila Scritti, abbiamo distinto i testi di don Mario da quelli di altri (autori vari, citazioni, sacerdoti…)Gli Scritti sono poi stati divisi per generi letterari: Omelie, Esercizi Spirituali, Ritiri e Predicazioni, Appunti Spirituali, Appunti vari, Lettere, Agende, Elenchi Biblici e vari, Conti, Disegni, Composizioni.Sono stati anche individuati scritti non pubblicabili perché riservati che restano comunque tutti custoditi in Archivio.

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Accostarci a questo immenso patrimonio degli Scritti che attraversano cronologicamente tutta la sua vita è un modo fondamentale per custodire la memoria di don Mario.Pian piano sotto i nostri occhi si è messo a fuoco il ritratto di una personalità notevole, di indiscutibile intelligenza in-tuitiva e larghezza di orizzonti, piena di amore per il Signore e per l’uomo.Il lavoro che abbiamo svolto in questi anni e che ancora stiamo portando avanti non è però solo teso a conservare e custodire un patrimonio spirituale, va al di là di un interven-to tecnico - organizzativo perché ci ha reso consapevoli che il seme evangelico della Casa della Carità, sparso a larghe mani da don Mario, è ancora vivo, attuale, efficace.

Perché le lettereNell’ampio ventaglio di Scritti, le LETTERE ci sono sem-brate il genere letterario più fruibile da tutti e quello in cui si evidenzia maggiormente la grande umanità di don Mario e la sua attenzione alle singole persone. Il contatto epistolare è per lui entrare in relazione con un’altra persona, entrare nei suoi problemi, nelle sue fatiche, seguirne il cammino e la crescita umana e spirituale, accoglierla e considerarla nella sua interezza. Le Lettere dicono molto della sua larghezza di cuore e del-la capacità di intessere legami con persone appartenenti ad ambiti molto diversi: uomini politici, industriali, professori, Vescovi, volontari, suore, sacerdoti, Fratelli della Carità ami-ci, parrocchiani, autorità pubbliche. E’ un carteggio inten-

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sissimo (più di mille lettere) a cui si dedica per tutta la vita e attraverso il quale don Mario fa proposte, chiede pareri, aiu-ti, preghiere. Nella maggior parte delle epistole la struttura e i contenuti evidenziano un’ampiezza di sguardo che tiene conto di molti aspetti: il legame forte con la comunità o le persone a cui scrive, l’attenzione alle loro necessità concrete, la riconoscenza, le indicazioni spirituali.Ringraziare è tutt’altro che facile e scontato: don Mario è molto riconoscente verso i tanti che in molti modi (preghie-re, denaro, sofferenze) lo aiutano nell’avventura missionaria e nell’espansione delle “baracche” (così don Mario amava chiamare familiarmente le Case della Carità).Spesso incoraggia, sprona, illumina, sollecita, aiuta soprat-tutto le suore e i frati a comprendere quello che stanno vi-vendo o che si sta muovendo attorno a loro, a tener viva la loro identità di Carmelitane Minori e di Fratelli della Carità, ad avere chiara la motivazione e l’obiettivo della missione che è seminare l’Amore, essere segno di unità e di Carità.Scrivere lettere è il suo modo, semplice, efficace e costante negli anni, per accompagnare le suore nei loro spostamenti, sostenerle nella loro vita spirituale e comunitaria, per sotto-porre anche in dettaglio progetti ai Vescovi e spese agli ami-ci-sostenitori, per indicare cammini di discernimento voca-zionale o condividere fatiche e tribolazioni di vario genere.Più della metà dell’intero epistolario è destinata alle comu-nità in missione (Madagascar e India), alle quali chiede un rendiconto scritto frequente per tenere viva la comunione anche a distanza e non perdersi nessuna fase evolutiva dei singoli e delle comunità. Molte volte e con insistenza conte-

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sta lo spirito individualistico, l’andare avanti per conto pro-prio e richiama a vivere la Carità senza riserve, senza barrie-re, senza privatismi, cercando di andare d’accordo, cercando più quello che unisce di quello che divide. L’avventura missionaria comporta un travaglio interiore, una sofferenza spirituale di cui don Mario è molto consa-pevole: per questo chiede insistentemente preghiere. E nella preghiera coinvolge tutti, a partire dagli ospiti delle Case in Italia, per arrivare alle Comunità più lontane. Per catastrofi naturali, per situazioni di malattia, per la co-struzione di una nuova Casa della Carità, per progetti che si stanno faticosamente avviando, per le vocazioni, per sé, chiede prima di tutto preghiere. La preghiera è per lui linfa, lode, supplica, ringraziamento. La sua è una preghiera sem-pre incarnata che, potremmo dire, nasce dal basso, dalla vita; che non scavalca mai, non prescinde mai dalle circostanze concrete, piccole o grandi che siano.Molti ragionamenti, molte valutazioni si concludono con un “sarà poi quel che Dio vuole” che caratterizza il suo epi-stolario.E’ come se sospendesse tutto per lasciare a Lui l’ultima pa-rola. Dopo aver pensato, lottato, battagliato, si rimette alle regale volontà di Dio cercata e desiderata sempre, fin da-gli anni del Seminario e in ogni situazione della vita, anche nella malattia. Questo consegnare tutto ai Suoi piedi nasce dalla fiducia totale che quello che il Signore prepara per noi è il meglio. L’atteggiamento di fondo di don Mario è vivere giorno per giorno nella fiducia del Buon Dio che è Padre molto più di tutti i padri, vede e sa le cose e tutto dispone

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per il meglio.Le “baracche” non sono cose sue, non gli appartengono, ma sono del Signore, Lui le porta avanti per seminare la Civiltà dell’Amore.Il rapporto epistolare con i tanti sacerdoti che lui co-nosce, sparsi in Italia e nel mondo, appartenenti a varie Congregazioni, è cordiale, spesso affettuoso e sempre rico-noscente. Segue con particolare interesse le vicende trava-gliate di sacerdoti in difficoltà. Accompagna queste situazio-ni con la preghiera, cerca di conoscerle in tutti i loro aspetti e si adopera anche con aiuti economici. Con delicatezza si informa sulla storia delle persone, sul loro cammino, cerca un confronto con gli altri per non dare giudizi precipitosi e tirare conclusioni affrettate.Emergono così dalle epistole alcuni tratti chiari del suo tem-peramento: certamente la schiettezza e la sua semplicità, ma anche la delicatezza nei confronti di coloro che passano nelle Case portando con sé una formazione personale lontana dal-la fede, e la premura che si rivela nella sollecitudine con cui si fa presente, anche solo con poche righe, al lutto di persone care, nel ricordare anniversari, compleanni, onomastici. Anche nelle lettere più burocratiche (rapporti con pubbli-che autorità e amministrazioni, richieste di aiuti economici e sovvenzioni, etc...) la puntualità e scrupolosità nell’esple-tare alcune pratiche, dicono della sua costante attenzione agli aspetti concreti della vita e della sua sollecitudine nel ringraziare e provvedere a quanto richiesto. Don Mario scri-veva anche per tener viva l’amicizia con tanti, i molti amici che rendeva partecipi dei suoi progetti, delle sue iniziative,

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sempre secondo uno stile comunitario, di Chiesa.Si è adoperato in particolare per far crescere la comunio-ne tra le tre Famiglie reggiane: Servi della Chiesa, Piccola Famiglia dell’Annunziata e Congregazione Mariana delle Case della Carità. Il suo desiderio di tener viva l’amicizia con Monsignor Dino Torreggiani e don Giuseppe Dossetti lo spinge a cercare occasioni di incontro per pregare insieme e per individuare piani di lavoro comune sia in missione che in Italia.

Criteri di una sceltaIl panorama epistolare di don Mario è molto ampio, sia di numero (sono più di mille lettere), sia di destinatari (fami-glia, suore, frati, amici, parrocchiani, autorità, sacerdoti), sia di genere (circolari, riservate, burocratiche) e noi leggendo l’intero “corpus” siamo stati catturati dal suo pensiero, dalle sue intuizioni, dalla sua paternità così estesa che ci ha nutri-to, sollecitandoci a camminare nella fede e a crescere nella tenerezza. Non potevamo tenere per noi queste ricchezze, ma ci sembrava che queste luci potessero illuminare altri. Abbiamo quindi pensato di proporre un’antologia delle sue lettere, una raccolta limitata rispetto alla totalità, ma suffi-ciente perché si possano cogliere i lineamenti della sua spi-ritualità e la sua fisionomia di prete, di parroco, di padre. Crediamo che la presente raccolta aggiunga un’altra tessera al mosaico variegato e ricco della vicenda di don Mario do-cumentata e narrata da altri e testimoniata da chi l’ha cono-sciuto direttamente.La selezione dei testi da pubblicare non è stata facile perché

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le lettere di un certo interesse sono davvero tante, ma ab-biamo cercato di lavorare insieme e di confrontarci secondo quello stile di famiglia che don Mario ha sempre ricerca-to. Siamo quindi approdati ad una raccolta priva di rigore scientifico, ma che tiene conto di alcuni criteri di fondo: la pregnanza spirituale dei testi, la scansione temporale che abbraccia l’intero arco della sua vita, le diverse tipologie di destinatari, le riflessioni su temi svariati correlati agli eventi storici. Per delineare il susseguirsi storico degli Scritti e per entrare un po’ nello svolgersi degli eventi della vita di don Mario abbiamo scelto di presentare i testi secondo una ripartizione cronologica dal 1933 al 1986. E’ sembrato utile siglare ogni lettera con il codice che la identifica nell’Archivio di San Girolamo (ad esempio RC01027, RC01031, VE01001,...). E’ parso anche opportuno introdurre le lettere con brevi note che possono aiutare l’inquadramento dei testi e favo-rirne la comprensione. Per una maggiore fedeltà all’autore i testi sono stati trascritti integralmente, rispettandone la for-ma a volte poco scorrevole. Sono state inserite anche lettere non firmate, scritte in brutta copia, con molte cancellature e parole non decifrabili perché storicamente rilevanti e perché evidenziano tratti salienti della personalità di don Mario.Di molte persone (volontari, amici, sacerdoti etc...) nomi-nati nelle lettere anche solo per un saluto, siamo riusciti a fornire brevi notizie biografiche.Tutto questo è stato possibile per l’aiuto di tanti a cui va il nostro grazie.

I curatori del volume

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(RC01027)

«Ti ringrazio, Mamma»

Il 23 settembre 1933 Mons. Vescovo Edoardo Brettoni nella Cappella del Palazzo Vescovile di Reggio Emilia ordina al sud-diaconato il seminarista Mario Prandi. Foto e Frase del Ricordino (1933) – Alla mamma del semina-rista teologo Mario, Adalgisa Fantuzzi.

“Rendo, o Signore,immacolato il cuore e

il corpo mio perché nonsia confuso”

Ti ringrazio, Mamma,di avermi data la vita

che oggi, col Suddiaconato,consacro giocondamente

al Signore

Reggio E. 23 Settembre – 1933Anno Santo

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(RC01031)

«…di ringraziarvi per il graditissimo dono delle castagne»

È una lettera di un certo interesse storico, perché è tra le più remote, anche se manca della !rma e i destinatari non sono identi!cati con sicurezza. Don Mario si trova in seminario ad Albinea e probabilmente scrive ai seminaristi teologi che erano a Marola. A quei tempi il seminario di Marola preparava gli studenti del ginnasio (5 anni); quello di Albinea gli studenti del Liceo (3 anni) e di Teologia. Rettore del seminario di Albinea era Mons. Luigi Garimberti, vice rettore Don Dino Torreggiani. Il Circolo dei giovani era il gruppo di giovani del territorio di Albinea. Spallanzani(1) e Cocconcelli(2) erano studenti di teologia. In questa breve lettera di ringraziamento si coglie l’importanza che don Mario dà alla formazione culturale e religiosa e la !ducia che ripone nell’e"cacia della Grazia.

Albinea – 12 – XII – 33

Carissimi,sono stato incaricato dai Giovani del Circolo di ringraziarvi per il graditissimo dono delle castagne. Naturalmente que-sto doveva avvenire prima (e di questo ritardo vi domando scusa) ma, cosa volete, temevo di smentirmi e ho creduto di poter prendere con calma anche questa cosa. Del resto anche se in ritardo, i ringraziamenti non sono meno sentiti…anzi direi che lo sono di più perché anche le castagne sono sta-te…sentite venerdì scorso nella festa dell’Immacolata.

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Credo vi farà piacere il sapere che i giovani sono 27, tutti tesserati, o meglio, tutti si preparano a divenir tali Giovedì prossimo nella Solennità grande dell’Immacolata. Certo tes-serato, per noi, non vuol dire giovane completamente for-mato e tanto meno santo. A questo penserà la Grazia del Signore dietro le preghiere di noi tutti; ma dimostra certo una buona volontà nei giovani. Si tengono regolarmente le adunanze settimanali, con scuola di catechismo, fatta dal Sig. Vice-Rettore: due volte la settimana c’è anche un po’ di scuola serale per solo il Circolo: Cocconcelli e Spallanzani ne sono i maestri. Fra poco comincerà a funzionare la Bibliotechina dei giovani: c’è ancora poco, ma non si preve-deva neppur tanto dai giovani stessi…

(1) Mons. Renato Spallanzani nacque ad Arceto nel 1910. Fu Vescovo di Palestrina dal 1975 al 1986 e morì il 17/5/2001. Don Mario andò da lui a Roma nel 1985, perché S.E. Mons. Spallanzani aveva o!erto un appezzamento di terreno alla periferia di Palestrina per la costruzione di una Casa della Carità.

(2) Don Angelo Cocconcelli nacque il 27 novembre 1912 a Cavriago e morì il 29 novembre 1999 a San Pellegrino (Re). Sacerdote cattolico, reggiano, parroco per 58 anni della Chiesa di S. Pellegrino e partigiano durante gli anni seguenti all’armistizio di Cassabile. Fu militante nel movimento cattolico delle Fiamme Verdi operanti nell’Appennino Reggiano dal 1944 al 1945, con Pasquale Marconi e i fratelli Giuseppe ed Ermanno Dossetti. Negli anni Cinquanta dà impulso all’Azione Cattolica locale ed avvia la costruzione di opere parrocchiali: il cinema teatro, le sale per il catechismo, il campo gioco per l’oratorio, l’asilo. In quegli anni per il suo impegno nel sociale frequenta personalità di spicco quali don Giuseppe Dossetti e il cardinale Sergio Pignedoli.

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(VE01001)

«40 ore di adorazione»

E’ la richiesta fatta a S.E. Mons. Edoardo Brettoni(1), Vescovo di Reggio Emilia, per poter celebrare, nella Parrocchia di Fontanaluccia le SS. 40 ore di adorazione in forma solenne. È uno dei primi passi fatti da don Mario appena arrivato in Parrocchia, perché la lettera, pur non essendo datata, è scritta in brutta copia su un foglio della Direzione Miss. Diocesana del sett/ott. 1938.

Ecc.per ottemperare a quanto prescrive il canone 1275 la dispo-sizione del Concilio Plenario Emiliano, e le raccomandazio-ni dell’ Ecc.V.Rev. ho pensato che anche nella Parrocchia di Fontanaluccia fosse possibile avere una esposizione solenne in forma di 40 ore di Adorazione. Vere e proprie Quarant’ore non si sono fatte almeno da parecchio tempo.In parrocchia ho interessato della cosa la numerosa Confraternita del SS.mo Sacr. e le associazioni di Az. Catt. senza trascurare di parlarne anche al popolo in generale e come risultato si sarebbe "ssato come tempo propizio il venerdì, il sabato e la IV domenica di Quaresima. Invio pertanto all’E.V. R. questa mia domanda per poter tenere con la conveniente solennità e con la Benedizione Pastorale dell’Ecc. V. Rev.ma le dette Quaran. che desidererei avessero luogo secondo la quasi generale consuetudine della diocesi nostra, con 14 ore giornaliere nei giorni di venerdì e sabato.

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Con due discorsi sull’Eucarist. ogni giorno tenuti da un pre-dic. forestiero (per quest’anno qualora l’Ecc. V. accordasse la grazia avrei fatto parola al M. R. P. Cangimi dei S. di Maria) e 12 ore nella domenica, con processione di chiusura.Faccio voti per la continua prosperità dell’E. V (...) imploro la pastorale Benediz.

P.S: mi permetto aggiungere: Ci potrebbe accordare l’Ecc. V. di anticipare soddisfazione del precetto Pasquale nei due giorni di venerdì e sabato antec. la IV domenica di Quaresima almeno per quest’anno?(2)

(1) Mons. Edoardo Brettoni nasce a Barberino Val d’Elsa (FI) nel 1864, viene ordinato a Roma nel 1887. Vescovo di Reggio Emilia dal 1910, muore il 13 novembre 1945. È il Vescovo che ha cresimato e ordinato Mario Prandi diacono l’1/1/1934 e sacerdote il 15/7/1934. I primi incarichi pastorali di don Mario vengono da lui indicati e durante il suo episcopato viene iniziato l’Ospizio S. Lucia a Fontanaluccia il 28 settembre 1941, “Prima” delle Case della Carità.. È lui che suggerisce a don Mario l’idea delle suore “fatte in casa”. Riceve il famoso memoriale sulle "nalità della Casa della Carità, scritto da don Mario il 16/7/1943. Fu Vescovo di Reggio Emilia per 35 anni e vide il nascere di molte famiglie religiose.

(2) Per chiarire il post scriptum (P.S.) della lettera va precisato che la soddisfazione del precetto pasquale esigeva che la comunione eucaristica fosse fatta nel tempo previsto, che andava dalla domenica delle Palme alla domenica di Pentecoste. Don Mario chiedeva che detto tempo ini-ziasse dalle Quarant’ore proposte e cioè dal venerdì precedente la IV domenica di Quaresima.

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(CB01007)

«Sarà quello che il Buon Dio vorrà»

Si può de!nire una lettera “storica”. È indirizzata alla Superiora delle Suore Francescane di Palagano (MO) per chiedere alcune sorelle per l’apertura dell’Ospizio di Fontanaluccia. Si desume che la data possa essere agli inizi di gennaio del 1941.Si tratta di una brutta copia e alcune parole non sono leggibili.

M. M. Rev:Negli scorsi giorni delle solennità natalizie, il Buon

Dio si è compiaciuto farci rivivere i momenti solenni nei quali ha manifestato al mondo il suo amore. La carità cri-stiana ha preso la bella abitudine di farsi più premurosa e delicata nelle feste natalizie e conseguentemente di farci sen-tire di più il dono che Dio ha fatto al mondo del suo Divin Figliolo. Conseguenza: mi pare che aspettando "no a Giugno o Luglio per la venuta delle sue "gliole (perché ormai io mi vado sempre più convincendo che debbano venire loro a Fontanaluccia) mi pare, dico, che si allunghi troppo. Che ne direbbe Madre Rev. di questa mia proposta? La prego a considerarla per tutti i versi possibili. Se vi Fossero due o tre buone "gliole di Fontanaluccia che si sentissero di fare vita comune o quasi per provvedere allo scopo anzidetto, in attesa di un completo assestamento e della venuta di rinforzi, non potrebbe una suora venire an-che prima magari di marzo o ai primi di aprile? (in Pasqua) avrei delle buone ragioni per pensare a quella data:

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Piccola raccolta di lettere

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Ella M.R. deve (perdoni) studiare tutti i modi per con-cludere se è possibile favorevolmente. Quelle "gliole di cui le parlo hanno da tempo espresso dei buoni desideri in fatto di vita religiosa: potrebbero esperimentarla un po’ senza gravi impegni e capire meglio la loro vocazione. D’altra parte si tratterebbe di qualche mese soltanto … Mi permetto di pregarla a pensarci alquanto dinanzi a Gesù. Se crederà che la proposta lo meriti mi darà una qual-che risposta.Per non farla poi soverchiamente tribolare avrà la bontà di rispondere anche a questi punti:(1) La casetta che la Provv. mi ha messo nelle mani (molto

povera invero, ma insomma è qualche cosa) avrebbe due stanze notevolmente grandi: (6*4) a pian terreno, una corrispondente al piano superiore: nel mio piccolo progettino si lascerebbe la inferiore a servire da “sala” o di lavoro o di riunione dei ricoverati (…) e la superiore verrebbe divisa in due camerette indipend. fra loro ad uso delle suore. Ciò che chiedo è questo: per dormire è meglio ciascuno abbia una cameretta, anche piccola o amano meglio (oppure è richiesto da qualche loro disposizione) avere un piccolo dormitorio comune?

(2) Non sarebbe possibile prima di modi"che un po’ gravi alla casetta, avere una scappata a Fontanaluccia di una o due suore (non oso dire di Lei M. R. pur essendo ancor più facile e desiderabile) per prendere visione ed eventualmente dare i suggerimenti che potrebbero rendere meno disagiata la sistemazione? Dovendosi fare in (…) mi pare sarebbe opportuno.

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Queste cose mi permetto di chiederle.

Io non so se saranno a posto del tutto, se conformi alle Costituzioni o abitudini loro; se possibili tutte e in quale misura.Ad ogni modo oso sperare che un qualche riscontro me lo farà avere entro la "ne mese, almeno per quanto riguarda i lavoretti da fare. Mi sovviene di parecchi viaggi di S. Francesco e S. Teresa d’Avila con intendimenti (mi permetto di dire) un po’ simili a quelli prospettati.

Sarà quello che il Buon Dio vorrà in attesa

con stima e venerazione obb. in Cristo

Sac Mario Prandi

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(CO03006)

«Nel ritorno dei Seminaristi dalle vacanze»

E’ datata 1941, dopo l’estate, ed è indirizzata al Rettore del Seminario Urbano di Reggio Emilia (che era ad Albinea) Mons. Luigi Garimberti(1).

1941

Rev. mo Signor Rettore, nel ritorno dei Seminaristi dalle vacanze mi faccio un dovere di sottoporle, perché richiesto, qualche osservazione mia sui medesimi. In generale i doveri di pietà li hanno compiuti con dili-genza. Se dovessi dire con pietà semplice, umile, generosa, direi un po’ troppo, ma pare buona.Verso di me hanno tutti usato un contegno molto rispetto-so; credo anche coi famigliari. In chiesa si sono prestati vo-lentieri, specie i più grandi Ezio e Deiro. Però, mi permetto di fare qualche rilievo. Non so se sia una pia tradizione di Fontanaluccia, ma regolarmente ogni anno nel periodo di vacanza dei Seminaristi, viene “rotto” qualche vaso o una qualche candela; mi risulta che anche con D. Poli è avvenu-ta la stessa cosa. Questo, naturalmente, lo fanno in solido e quindi tutti sono un po’ responsabili e nessuno; però non hanno di#coltà a dire chi è stato.Fa piacere il vedere questa solidarietà e questo attaccamento

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alla tradizione… ma se si ribellassero anche qualche volta, credo che farebbe più piacere ancora. In altre piccole cose di Chiesa, che, come dico, fanno molto volentieri, si rivelano un pochino impacciati, non mostrano quella bella accortezza e precisione, per esempio nel non rovesciare le ampolline, andarle a riempire a tempo, non lasciar sgocciolare lo spegnitoio sulla tovaglia (!) non rovesciare la navicella dell’incenso e simili piccole inezie, che possono però denunciare un po’ di sbadataggine o la igno-ranza di piccole cosette che sarebbe opportuno conoscere. Mi vorrà perdonare, ma ripensando un po’ a quello che suc-cedeva quando anch’io tornavo in vacanza, mi ricordo che il mio venerato “Rettorone” D. Costi, mi disse qualche volta questa, un poco lusinghiera, ma un po’ anche verace piace-volezza: «Ma di’sô! A stèr in Seminâri dvintêv sempre piò ôchi!?»; diceva “diventate” generalizzando naturalmente con la sua famosa abbondanza un caso che riguardava personal-mente il sottoscritto.Però ho ripensato qualche volta a quel suo modo “spiano” di dire le cose; ed ho trovato che aveva ragione, nel mio e in qualche altro caso; perché e!ettivamente un allena-mento nelle cose sopra descritte non ci veniva forse dato in Seminario, come egli faceva invece in parrocchia. Forse sarebbe opportuno un allenamento del genere anche ai Seminaristi di Fontanaluccia. Tutto sommato però non posso dire nulla di increscioso.Piano piano ce la caveranno! Mi perdoni questa lungagnata e la butti subito nel cesti-no.

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Con molti ossequi anche ai Rev. compagni Superiori. dev. e obbl. don P.

(1) Mons. Luigi Garimberti nacque nel 1880. Ordinato nel 1903, fu Canonico del Duomo e morì nel 1944.

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(CO06014)

«Mio caro Piacentello, dimmi un po’: che fai di bello?»

Scrive a Osvaldo Piacentini(1).E’ una lettera singolare non datata, ma dalla corrispondenza con l’amico come risulta dall’Archivio di San Girolamo (R.E.) si deduce che sia del 1941/42, anni in cui Osvaldo, studen-te in ingegneria, prestava servizio al Pio Istituto Artigianelli (Collegio per ragazzi poveri da avviare all’inserimento nella società attraverso il lavoro).In quegli anni era Parroco di S. Teresa e Presidente dell’Isti-tuto Artigianelli don Dino Torreggiani, direttore spirituale di Osvaldo.Nella !lastrocca, tra le altre cose, don Mario ricorda all’amico di essere in attesa di un suo quadro da sistemare nella cappel-lina della Casa della Carità di Fontanaluccia (ora conservato alla Macchiaccia, casa di formazione dei Fratelli della Carità).Si coglie dal testo e dalla scelta spiritosa della rima la giovialità di don Mario e la tenera con!denza che lo lega a Osvaldo con il quale intrattiene un rapporto epistolare dagli anni Trenta !no al dopoguerra.

Mio caro Piacentello,

dimmi un po’: che fai di bello?Temo un po’ pel tuo (variante “mio”) cervello!e mi struggo e m’arrovellosol per te, caro mio bello.

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________

Superasti l’esamellomio sbarbato studentello?o, (studente sbarbatello)con risposte da... camellosei rimasto un... asinello? ________

Come andonne col cappello?L’hai dismesso? Oppur, rubelloai consigli d’un “pretello”svolazzando vai con elloalla guisa d’un fringuello? ________

Non lo fare, pazzerello!Vegnacchè mi sembri quellosu cui piscian di muggellole cornacchie, (se favellocol senese Santarello). ________

Pensa all’alma, sventatello!non al corpo miserelloch’or par fresco, ardito e snello,ma cammina a vol d’uccellovêr l’orrore d’un avello! ________

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Hai deciso se bigellovestirai, e di $agellonutrirai tuo corpo fello?O sarai “artigianello”della “sôcha” pio fratello? ________

Voi due mi sembrate il “Sor Ciccio” e “Fortunello” dei bei tempi del Corriere dei piccoli. Non dico altro perchè nei vostri riveriti compagni mi parrebbe di ravvisar parecchi altri soggettini gustosi! Orbene ditemi un po’ cosa “trate in-sieme”. ________

Io non sento più niente! non esisto più per loro... ah sì, sì! e io che credevo... ma capirò, mi sforzerò di capire...Se non capirò in prosa vedrò di capire in rima ... mi piace tanto a me la rima rima, rimetta, cucchiaro e forchetta pasticcio e gelati...viva Don Dino che “fonda” gli Oblati!E Altana è venuto? e Mons. Vescovo? e la Sig. Mamma? e quegli altri preti... che sô po mé, che cosa dicono?Ah sì, éh! vedremo adesso che hai dato due esami! Ernesto e il socio sono bravi? Dicono l’Ave Maria per D. Furmentone? e fanno anche la “pipi” a letto? ________

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Adesso ti domando delle cose pratiche: mi fai il piacere, col permesso di D. Dino, di procurarmi (pagando, rubando, sottraendo nascondendo, non dicendo niente a D. Giardo) N° 15 testi e!ettivi e un altrettale numero di testi aspiranti?Mi raccomando! Se ti lasciano venire due giorni (24 ore l’u-no) li puoi portare tu; se no, ma spero sì, me li manderai a la gran vitesse.La cappellina aspetta il suo... Masaccio o musaccio che la rivesta. Il quadro dovrebbe essere collocato sull’altarino, ma aspetta la cornice e un coraggioso che... lo metta in pezzi inesorabilmente; ma andrà su (come l’on. Litro = Zibordi, alle elezioni). Salutami tanto Don Calicetti, solette e grembiali scarpe e pianelle - matite e occhiali sapone per barba, lamette e quadernie tutti gli altri interni ed esterni.

Uh!!! mi viene in mente adesso che ho imparato chi è il più “vigliacco” di tutta la terra asciutta (esclusa l’acqua); ma te lo dico mica! Allora siamo intesi (sono le ore 3,30) quindi ti spiegherai tutto e anche D. Dino ti spiegherà. E termino con un ritor-nello Piacentello, piacentello ti arricorda del... Carmello.

D Mario P.

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P. come: patata, Pazzo, puzzo, polenta, papero ecc.

(1) Osvaldo Piacentini nacque nel 1922 a Scandiano (R.E.) e morì il 4 gennaio 1985 a R.E. Don Mario lo conobbe negli anni Trenta nella parrocchia di S. Teresa e frequentando l’oratorio di S. Rocco, complesso situato nel centro di R.E. che comprendeva il seminario minore dioce-sano e un oratorio interparrocchiale che divenne, tra la "ne degli anni Venti e Trenta, un luogo di incontro e di accoglienza per studenti, ope-rai, giovani appartenenti al sottoproletariato urbano, militari, zingari, giostrai, ex carcerati.Negli anni burrascosi della guerra andò due volte in carcere per le pro-prie idee politiche. Nel 1944 rimase per qualche tempo a Fontanaluccia per riprendersi da una malattia polmonare. Si laureò in Architettura nel 1949 e nel 1950 divenne Consigliere provinciale della D.C.Nel 1952 si costituì la Cooperativa Architetti e Ingegneri di R.E. che lo vide tra i membri fondatori. Fece parte della Confraternita dei Santi Girolamo e Vitale riaperta al culto nel 1954 e curò con la Cooperativa Architetti e Ingegneri la costruzione dell’ampliamento della Casa delle Vecchiette di via Bel"ore che si concluse nel 1958.Fu tra i fondatori e animatori della Comunità del Diaconato in Italia e fu ordinato diacono lui stesso il 23 marzo del 1978.Osvaldo Piacentini fu un uomo di grande rilevanza per la realtà reg-giana civile ed ecclesiale: riuscì a sintetizzare molto bene nella sua vita l’impegno politico, il servizio diaconale, la passione civile nel lavoro, la concreta attenzione pastorale per i poveri e gli emarginati.

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(CA02005)

«Amicizia e bontà del dottor Marconi»

Appunto per una lettera scritta su un foglio protocollo del Consorzio Prov. Produttori dell’Agricoltura di Modena del 1941. È datata successivamente da don Mario 16 maggio 1944 (o 45) e indirizzata a don Nando Barozzi(1), sacerdote della diocesi di Reggio Emilia. È un documento importante, perché don Mario riconosce la presenza spirituale rilevante del dr. Pasquale Marconi(2) nel sorgere delle Case della Carità !n dalle origini.

Nel 1940 appro"ttando un po’ della amicizia e bontà del Dr. Marconi gli proponevo di accogliere nel suo piccolo Cottolengo alcuni elementi de"cienti e bisognosi di assi-stenza, della mia parrocchia. Non avendo potuto accoglierli per ristrettezza di spazio si pensò insieme di radunarli in una casetta a Fontanaluccia. Egli promise appoggio morale, pro-fessionale ed economico. Difatti si aprì in Fontanaluccia un Ricovero per de"cienti il 28 Sett. 1941. All’inaugurazione il Dr. Marconi rivolse alcune parole alla folla numerosa accorsa, provocando una generale visibile commozione. – Da allora ogni qualche mese Egli faceva una sua visita ai ricoverati, recando medicinali a volte o facendo ordinazioni opportune e lasciando o!erte. Nel 1941 accolse presso di sé due uomini di Fontanaluccia in attesa che sorgesse un re-partino maschile in questa parrocchia. Uno si licenziò dopo 28 mesi circa migliorato, un altro vi si trova ancora. Non mi

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ha mai chiesto nulla né a loro o famigliari: soleva dire che quanto più erano miserabili tanto più li gradiva.Nel 1943 fu acquistato parte dello stabile che accoglie i ri-coverati di Fontanal. Si sostenne una spesa di 25.000 lire. Io non potei che rivolgermi a lui che, generosam. me li fece pervenire. Si fece un mutuo che lui avrebbe estinto in vari anni senza quasi accorgersene, diceva, e senza, "no ad oggi, alcun onere per meNell’estate 1942 accolse in cura la superiora del piccolo ospi-zio di Font. per 2 mesi: e per 25 giorni una ricoverata, certa Caniparoli, di Fontanaluccia. Subirono osservazioni radio-logiche, cura ricostituente e numerose iniez. endovenose. Nel 1943 una cura simile per quattro mesi la ebbi io sotto-scr. Non voleva da noi neppure sentir parlare di compensi se non di qualche S. Messa e preghiere per lui. Nei 4 mesi di mia assenza fu qualche volta a Fontanaluccia e in una di quelle occasioni saldò alcune fatture di esercenti per l’ammontare di £ 9900,00. Fece anzi saper loro che non avessero alcun timore a fornire le cose necess. all’Osp. che avrebbe corrisposto eventualm. Lui. Larghiss. simp. suscitò nell’amb. parrocchiale che sostiene quasi completam. la (...)Si adoperò varie volte presso Mons. Vescovo in favore del piccolo ospizio: e forse è dovuto al suo interessamento e ap-poggio se il Vescovo ha approvato l’idea e sostenuta la cosa: chè francam. il parroco di Fontan. che ha dato segni non dubbi di esaltaz. e squilibrio mentale non avrebbe approdato a molto.Quante volte io personalmente mi recai a Castelnuovo ho trovato una accoglienza e cordialità più che fraterna. Varie volte ritornavo da qualche visita al Dottore molto migliore

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di quando vi ero andato.In momenti di trepidazione o di depressione d’animo con-fesso che neppure in confratelli sacerdoti (mi perdonino) trovai tanto aiuto come nel Dr. Marconi.Il dono della sua amicizia e del suo grande cuore sono stati per noi molto più preziosi che i biglietti da mille ricevuti, che pure assommarono a 40 in tre anni circa.

Mandata il 16.V. a D. Nando Barozzi.1944-45?

(1) Mons. Nando Barozzi, nato il 6-8-1913, venne ordinato nel 1938. Vice coop a Bibbiano (38-39), a Castelnovo ne’ Monti (39-44), a S. Stefano di Pineto (44-45), e successivamente parroco a Sarzano e Casina. È morto il 28 agosto 2010.

(2) Pasquale Marconi nacque il 18 febbraio 1898 a Rosano, borgata in comune di Vetto (R.E.). Frequentò il Seminario di Marola per cinque anni, ma poi capì di non essere chiamato alla vita sacerdotale. Sposò Irma Cabassi nel 1921 e da lei ebbe 10 "gli. Si laureò in Medicina nel 1923. Nel 1931 aprì l’Ospedale “Principe Umberto” a Castelnovo ne’ Monti (RE); il cuore dell’Ospedale fu il “Piccolo Cottolengo”, padiglione riservato agli handicappati, trattati con estrema delicatezza ed onore, il “reparto dei Re” come lui lo de"niva. Durante la Seconda Guerra Mondiale il suo ospedale fu aperto ai feriti partigiani, tedeschi, fascisti, a chiunque fosse malato, senza alcuna preclusione. Il 2 giugno 1946 entrò a Montecitorio nel gruppo parlamentare DC e fu rieletto per altre tre successive legislature. Nel dopoguerra aumentarono i suoi impegni pubblici e nel 1956 fu anche sindaco di Vetto. In quella veste si impegnò molto a favore dei disoccupati. La morte di quattro "gli e della moglie non incrinarono la sua profonda fede: “La morte dà lo sfratto – diceva – ma non resti sul lastrico: sai di poter contare sulla seconda Casa.” Morì il 6 maggio 1972; don Mario gli fu vicino negli

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ultimi giorni. Un rapporto del tutto particolare, "liale e paterno, legò don Mario all’Onorevole Pasquale Marconi. Li accomunava lo stesso sguardo di fede sul mondo, l’amore senza limiti per l’uomo so!erente, la ricerca della volontà di Dio ed il culto per i poveri. La Messa e il Rosario erano due appuntamenti quotidiani irrinunciabili per Marconi come per don Mario. L’incontro tra i due avvenne negli anni dell’apertura dell’Ospedale di Castelnovo e da allora si sostennero reciprocamente nei progetti di Dio che ciascuno era chiamato a realizzare. Don Mario trovò in Marconi un aiuto generoso e concreto per la realizzazione dell’Ospizio di Fontanaluccia ed un amico e medico premuroso quando nel 1943 fu ricoverato all’Ospedale di Castelnovo; Marconi poté sempre contare sulla presenza spirituale di don Mario nelle varie vicende della sua vita e soprattutto durante la malattia dei "gli e della moglie. Le numerose lettere del professor Marconi a don Mario scritte dalla "ne degli anni ’30 "no alla "ne degli anni ’60 e conservati nell’archivio di San Girolamo rivelano un’amicizia profonda a tutti i livelli, che abbraccia ogni aspetto della vita.

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Cervarolo 1960Inaugurazione del bivio Gazzano Civago Cervarolo in cui si riconosce l’on.Pasquale Marconi insieme a don Mario

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(CC01023)

«Non è mai troppo quello che si può fare coi !gli»

Lettera indirizzata ai genitori dei ragazzi della V elementare. È una lettera scritta da altri, in cui don Mario appone solo la data e la !rma. È una proposta indirizzata ai genitori dei ragazzi di Fontanaluccia che hanno !nito la V elementare.

Memorie Scuola “Media –

sup.” 1944 – ‘45

Cari genitori,Nel desiderio di procurare un po’ di istruzione complemen-tare ai ragazzi che hanno ultimato la V^ elementare e per tenere i detti ragazzi in esercizio, il vostro Parroco vi fa la proposta di una scuola di tipo medio da tenersi un paio d’o-re al giorno (dalle 14 alle 16) nel locale della scuola elemen-tare (Chiesa). Presterebbero la loro opera per la scuola, oltre al Parroco, anche il Rag. Mùller, lo studente universitario Fontanini Francesco e il diplomato di Liceo Scienti"co Bruno Olivato.Le materie d’insegnamento, sarebbero così distribuite:

Prevosto : Religione – Educazione morale e civile GalateoRag. Mùller : Aritmetica – Geometria – Computisteria –

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Lavoro manuale (artigianato, per i maschietti)

S. U. Fontanini : Italiano – Storia – Musica

D. Olivato : Geogra"a – Scienze naturali – Fisica - Disegno

Rev. Suore : Lavoro per bambine – (Cucito, ricamo ecc…)

Se credete di mandare i vostri "gliuoli alla scuola, non avete che a mettere la "rma vostra di "anco al nome dell’alunno; se non lo riterrete opportuno, lascerete in bianco e mi scuse-rete di avervi disturbato.Se sarà possibile o conveniente un piccolo contributo mensile in danaro, si tratterrà in seguito (da 25 a 30 lire mensili).La scuola avrebbe inizio il 3 Gennaio p. v. – Vi auguro di potere procurare un po’ più di istruzione ed educazione ai vostri "glioli in una età in cui ne hanno immenso bisogno anche con qualche sacri"cio vostro.Non è mai troppo quello che si può fare coi "gli. Un giorno ne sarete contenti –

Vi auguro ogni bene dal Signore per il nuovo anno –

a!.mo Sac. Mario Prandi pr.29 – XII – 1944 -

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(CC01014)

«Egregi Signori della Lista della Fiaccola»

Lettera indirizzata agli indipendenti della Lista della Fiaccola. Don Mario come prete scende in campo per difendere il Vangelo e le cose sacre dagli attacchi di un gruppo politico. Anche se la missiva non è datata, siamo probabilmente agli inizi della Repubblica Italiana (anni ‘45_’50) con tanti fermenti di crescita e forti contrapposizioni. Don Mario richiama fortemente alla chiarezza e franchezza.

RISPOSTA AGLI “INDIPENDENTI”

Egregi Signori della Lista della “Fiaccola”,

nel manifesto apparso il 24 c. m. si parla di Vangelo e di Cose Sacre: non v’è bisogno di molto acume per capire che quelle frasi e altre sono rivolte al “Prete” o almeno le ritengo tali. Perciò il “Prete” risponde:

1) i rilievi fatti dalla Democrazia Cristiana di Fontanaluccia, sono "rmate dalla Democrazia non dal Prete, quindi sue;“Il Sacerdote non può essere iscritto a nessun Partito Politico” (Cod. Dir. Can.) Altrettanto vieta l’Art. 43 del Concordato del 1929.Per le cose che riguardano la Democrazia, risponderà lei se lo crede: se poi ritiene di essere “piena di veleno da dover sbavare…(via, è un po’ esagerato, caro Cavecchia) se la vedrà da sé.

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2) Per quanto riguarda il Vangelo, cari Signori, pri-ma di parlarne bisogna conoscerlo, averlo studiato e capito. (Ma guarda un po’ che mania è venuta fuori di predicare tutti il Vangelo!)Leggete il capo 23 di Matteo, e il 6 di Luca o il capo 8° di Giovanni e ce n’è abbastanza per farvi tacere per sempre.Se io sviso il Vangelo e me ne servo per bassi "ni, non avete che a denunziarmi al Santo U#zio a Roma o al Vescovo o alla Curia di Reggio (Via Vittorio Veneto – Palazzo Vescovile - Reggio E.). Se poi ne abusano anche Loro….e anche il Papa…, santo Cielo! Ma allora spazzateci via e venite voi a insegnare il Vangelo e ne sentiremo delle belle!

3) Dei Preti ce ne sono stati prima di me e ce ne saranno dopo (anche se a qualcuno può dispiacere) e anche nel passato ve ne fu da dire!Riguardo alle “ambizione politiche”, ci ho ben altro che mi preme!!Intanto io non sono in alcuna lista e non ho fatto niente per esservi iscritto né per formare delle liste.

4) Riguardo al “materiale”, quello che io ho lo sanno tutti: dei debiti di soldi e di gratitudine verso molti assai. – In quanto poi a sfruttare le cose più sacre per "ni materiali, intendiamoci bene: se intendete intaccare la rettitudine del Sacerdote nel suo Ministero Sacro, non esito a denunziar-vi alla Opinione Pubblica come di!amatori e calunniatori; metteteci delle "rme sotto quello che dite e chiarite bene il vostro pensiero e a base anche di Codice Civile e Penale qualcuno vi farà vedere cosa vuol dire calunniare il prossimo!Se poi ho abusato della posizione e dell’abito che porto, sebbene indegnamente, per presentarmi a fascisti e tedeschi

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tutte le volte che sono venuti ("no a buscarmi un piccolo ri-cordo che conservo gelosamente in una spalla) o per aiutare feriti, prigionieri o partigiani, o per salvare la pelle o i quat-trini o l’onore, o tutto questo insieme, a qualche mio pros-simo minacciato, se con questo ho abusato o l’ho fatto per "ni materiali, lo lascio giudicare al Popolo di Fontanaluccia.

QUESTO NON E’ PER I SIGNORI DELLA LISTA Sarebbe ora di buttare la maschera! Non mi meraviglia che vi siano delle competizioni politiche in Parrocchia; vi sono dappertutto. Poi è giusto che ciascuno esprima e segua la propria idea se la ritiene buona. Ma quello che non è leale è il mascherarsi sotto l’incognito e manifestare tendenze che non esito a quali"care come manovre massoniche di altri tempi, ormai sepolti.Ad aprire certi sepolcri viene fuori molto puzzo! Altro che Vangelo e Cose Sacre!!

Non conservo malanimo per nessuno sinceramente; però sono a disposizione per chi desidera, con "rme chiare, con-trobattere le mie povere idee.

Don Mario Prandi parroco.

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(CO06237)

«Osvaldo mio, (non della Giulia)»

Osvaldo e il fratello Bruno insieme a Giulia Vinesi !danzata di Osvaldo che nel dicembre 1944 l’aveva aiutato a passare nelle !le partigiane, vennero catturati a Viano nel febbraio 1945 durante un rastrellamento e minacciati di una fucilazione che però non avvenne.E’ questo lo sfondo storico al quale don Mario si riferisce in questa lettera all’amico Osvaldo.

Piacentini OsvaldoPresso il Partito Democratico Cristiano

(se non c’è lì, siate gentili e cercate di trovarmelo)(classe 1922) Reggio Emilia

6-5-45 Osvaldo mio, (non della Giulia).perdonami l’entrata da scapestrato! perdonami anche que-sto: io sentivo che non ti potevano ammazzare, per ora. Sarebbe troppo comodo! Paolino ti dirà qualcosa a voce. Però fai in modo di venire qualche giorno. Ti aspetto. Come Qualcun Altro ti aspetta… e forse ti aspetterà ancora per del tempo. Salutami i tuoi –e anche gli amici. Ti abbraccio in Domino D. Mario.Sii sereno e prega la Madonna per me. Non badare a me.

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(SR01006)

«Egregio Sig. Brigadiere»

Don Mario visse sulla sua pelle le tensioni fra tedeschi, partigia-ni, civili nella II guerra mondiale e venne anche ferito.L’Ospizio divenne una sorta di ospedale per accogliere partigia-ni e tedeschi feriti. Questa lettera fu scritta a guerra terminata.

Fontanaluccia 22 – 12 – 45

Egregio Sig. Brigadiere –Le mando l’elenco richiestomi oggi dei partigiani seppelliti nel nostro cimitero. Mi permetto segnalare che esistono nel territorio della par-rocchia almeno 5 cadaveri (forse anche più) di cui io cono-sco il luogo di seppellimento: uno in località Frugoni, pare fosse una spia – soppresso nel giugno 44 uno a Pietravolta – tre a casa Bernardi, seppelliti dal sottoscritto due giorni prima del rastrellamento di agosto 1944, perché trovati da poco fucilati in prossimità della casa ove avevamo sfollati i malati più gravi dell’Osped. partig. nell’imminenza del ra-strellamento. Si tratta di un sergente tedesco di aviazione, privo di documenti; di un giovane forse della brigata nera di Modena o Reggio; e di una donna pare di Modena, spia o creduta tale.Io chiedo se convenga raccoglierne le ossa e portarli in qual-che parte del cimitero parrocchiale; anche perché seppelliti in condizioni precarie. Se mi è preciso in merito le sarei grato.Con ossequi. D.Mario Prandi

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(CO02011)

«Nell’antica osteria di Gigli»

E’ la risposta di don Mario ad una lettera scritta in data 26 settembre 1945 da Armando Sassatelli, parrocchiano di Fontanaluccia, emigrato in Argentina. La lettera è incompleta, ma è interessante il racconto del tempo della guerra e degli inizi dell’Ospizio.

Mio buon Sassatelli – Ho ricevuto con grande gioia la Vostra lettera del 26 – 9 – 45 – mi è giunta però in gennaio 1946.Ho letto il contenuto a Muschioso alla presenza di tutti i Vostri parenti. Fernando era molto contento e stava bene, ma purtroppo contro l’aspettativa di tutti il caro vostro fra-tello è morto improvvisamente qualche giorno dopo e pre-cisamente il 30 – I – 1946. Mi spiace dover rispondervi con questa nota di dolore, ma voi siete un buon cristiano e capi-rete la volontà di Dio.A Fontanaluccia abbiamo passato la guerra con molti disa-gi, molta paura, ma con danni non eccezionali. Abbiamo avuto bruciate le scuole e due case civili, più qualche "enile e in uno scontro dei partigiani nostri con i tedeschi abbia-mo avuto due nostri giovani morti un altro fu ucciso dai tedeschi tempo fa. Però a Cervarolo furono bruciate quasi tutte le case e furono uccisi 26 uomini con il caro Priore D. Pigozzi. Anche a Civago avvennero gravi bruciamenti come pure a Monte"orino, Toano e Villa che furono distrutti.Si ebbero dei rastrellamenti che spaventarono le popolazioni

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e frequenti rilevamenti di bestiame e di vari generi.Però, grazie a Dio siamo qui. Io stesso fui colpito da una scheggia di granata sparata dai Tedeschi mentre portavo av-visi alla popolazione di Gazzano mandato da loro. Ma mi andò bene.Io credo che abbia fatto un po’ da parafulmine una caset-ta che abbiamo aperto nell’antica osteria di Gigli(1) per ac-cogliervi i de"cienti(2) e i poveri abbandonati della nostra montagna. Nati nella povertà assoluta, viviamo di carità e ora si accolgono una 30 di bisognosi, assistiti da 5 suore dei nostri posti. Se il Buon Dio avesse dato delle possibilità eco-nomiche a qualche di Fontanaluccia che si trova in America io lo pregherei a mezzo vostro a...

(1) Come scrive don Mario nel Diario parrocchiale di Fontanaluccia: “Espongo… come Gigli Leonilda, proprietaria della vecchia osteria della Chiesa sia disposta a cedere quel vecchio fabbricato cadente per riattarlo e accogliervi le sue due "glie sordomute”.

(2) In questo e in altri scritti don Mario usa questa parola che a noi oggi può sembrare poco rispettosa ma che allora era di uso comune.

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(CO06002)

«Tutto va bene quando va come vuole il Signore.»

A tre anni dall’apertura della Casa della Carità di San Giovanni di Querciola (R.E.) il 24 novembre 1947, don Mario scrive alle suore rivolgendo a ciascuna una nota a#ettuosa.

Fontanaluccia - 11-1-50

Mie buone e care "gliole,

vi ringrazio, in Domino, dei saluti e auguri che a suo tempo mi avete mandato e molto più del ricordo al Signore che avrete fatto anche per me. Non vi scrivo molto perché sapete come sono! Ma vi ho presenti tutte molto spesso al Signore. Come pure ricordo con gioia gli amici della Casa della Carità. Dite a tutti che, se credono, ci ricordino al Signore perché diventiamo buoni. Suor Maria verrà quando potrà: credo vi abbia scrit-to. Non sta ancora del tutto bene e poi vi è molto lavoro. Bisogna forzare un po’ la mano al Buon Dio perché ci mandi delle vocazioni. Ci occorre della gente in gamba, che abbia capito l’Ospizio, la Carità e che o!ra quanto ha di meglio nella propria giovinezza al Signore per il trionfo di quegli ideali. - Suor Giovanna mi raccomando la serena allegria e... il giudizio per tutte.Suor Gemma devi ridere ogni giorno in Domino. Tutto va bene quando va come vuole il Signore.

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Fai delle amicizie con tutti quanti puoi - E non pensare a te, che perdi il tempo per poco di buono.Suor Lucia non aver la testa nelle nubi - Ama molto il Signore in tutti e sii umile, sottomessa.Suor Bettina, il centro di attrazione e di ricerca è Dio non noi. Scantati e ridi sempre.Saluto con voi i cari amici della Casa e il Padre di tutti il buon Prevosto. Ricordatemi alla Madonna. D Mario P.

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(CO06003)

«Non turbatevi qualunque cosa possa accadere.»

Da Fontanaluccia scrive alle suore di S. Giovanni di Querciola (R.E.) in prossimità del 16 luglio, festa della Madonna del Carmine, durante la quale avveniva la vestizione delle suore e il rinnovo dei voti.

+ V. G. e M. Fontanaluccia 9 - 7 - 1950 Care "gliole,avvicinandosi la nostra Carissima Festa della B.V. del Carmine vi mando i migliori auguri del più genuino fervore per la Madre celeste. Pregatela molto e pregatela bene: per tutte le nostre baracche e anche per me. Nell’occasione se lo riterrete conveniente rinnoverete i Santi Voti per un anno, secondo la mente dei superiori - Avvertite il Sig. Prevosto che se crede li potrebbe ricevere lui stabilendo il tempo più conveniente. Se lo farà, come spero, pregatelo a nome mio di ricordar-vi la inestimabile ricchezza della Santa Povertà, la indicibile preziosità della Santa Castità, il sublime olocausto della S. Ubbidienza. Teneteci sempre presenti tutti noi nelle vostre orazioni e nell’esercizio della Carità. Molte cose con l’aiuto del Buon Dio si miglioreranno quando sarà passato il periodo della “potatura” durante il quale forse ci troviamo. Non turbatevi qualunque cosa possa accadere. State molto

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attaccate alla S. Chiesa e al S. Padre. Se il Signore vi farà grazia di so!rire accogliete il favore come si deve e o!rite quanto potete per i Sacerdoti. Noi avremo una Prima S. Messa il Giorno del Carmine(1). Sarà di buon Augurio.Credete fermamente in Dio e nella Madonna e che io sono il peggiore degli uomini. Dio vi benedica largamente D Mario P.

(1) Don Alessandro Cervetti, originario di Muschioso di Fontanaluccia, celebrò la Prima Messa a Fontanaluccia nel giorno della Madonna del Carmine il 16 luglio 1950.

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(CB12005)

«…imponente massa di operai»

Lettera indirizzata al Senatore Giuseppe Medici(1), quale. Presidente dell’Istituto Nazionale di Economia Agraria. Don Mario scrive al Senatore per presentare le iniziative di recupero delle tenute del Bosco della Saliceta (Mo).

OSPIZIO S. LUCIA V.M. = FONTANALUCCIA (Modena)

Fontanaluccia, 31 / 10/ 1950AL SEN. PROF. GIUSEPPE MEDICI

Presidente Istituto Naz. Economia Agraria

= ROMA = Via Barberini, 36

Avendo attivamente collaborato alla sua realizzazione, Ella conosce gli sviluppi dell’iniziativa dell’acquisto e suc-cessiva messa a coltivazione da parte di due Cooperative di braccianti delle Tenute “Bosco della Saliceta” di Ha. 500, e “Risaia”, di Ha 150, già di proprietà del Conte di Carrobbio. Tali Tenute, che sono contigue e la cui estensione giace nel territorio di diversi Comuni, si trovano in una zona lon-tana da ogni centro abitato, il più vicino dei quali dista oltre 4 – 5 Km. - . In tale zona dovranno sorgere, in prosieguo di tempo, le case dei nuovi piccoli proprietari (circa 120 fami-glie), nonché le attrezzature aziendali: sicchè è prevedibile la

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graduale formazione di un nuovo centro abitato. E’ noto, altresì, che, in relazione al lavoro di trasforma-zione agraria, che si iniziò alla "ne del 1949 e proseguirà ancora per 3 – 4 anni, a%uiscono nella zona, oltre ai soci delle due Cooperative e loro familiari, diverse centinaia di altri operai, il numero dei quali in certe stagioni supera il migliaio: buona parte di questi ultimi operai, provenendo da zone assai lontane, permangono per lunghi periodi in zona, alloggiando in stalle, "enili o altri ricoveri di fortuna. In questa situazione si è presentato il problema di pre-disporre un po’ di assistenza, materiale e morale, nei con-fronti di questa imponente massa di operai, tenendo anche presente che intorno a qualche iniziativa di questo genere, potrebbe anche svilupparsi in futuro l’embrione del nuovo centro abitato. Invitato da alcuni membri delle due Cooperative, il sot-toscritto, dopo ripetute visite alla zona, si è pre"sso il se-guente programma: Esigenza primordiale e urgente è sembrata quella del funzionamento di una mensa economica, soprattutto per coloro che, venendo al lavoro da più lontano, non possono tornare a casa ogni sera: a tale scopo è stata acquistata (a credito!) una discreta baracca prefabbricata, di legno, accan-to alla quale è stata costruita una tettoia, e in essa funziona già, in piccolo e con attrezzature provvisorie, la cucina, che dispensa per ora circa 400 pasti giornalieri agli operai prove-nienti da più lontano. – Al servizio provvedono alcune suo-re provenienti dall’Ospizio esistente nella mia Parrocchia di Fontanaluccia. – Le esigenze però sono molto più notevoli e

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occorrerebbe provvedere un’attrezzatura più adeguata. Non appena i mezzi lo consentano, occorrerebbe sostitu-ire la baracca con una costruzione in muratura, nella quale dovrebbero trovar posto, oltre alla mensa, anzitutto un asilo per i bambini delle donne che vengono a lavorare, nonché un piccolo ambulatorio (ho già trovato i medici disposti a farvi un turno gratuito), e successivamente un ritrovo serale per operai, che servirà in un primo tempo per quelli che per-nottano in zona in alloggi di fortuna e poi anche per i nuovi piccoli proprietari non appena saranno costruite le case. In prosieguo di tempo, se Iddio vorrà benedire l’inizia-tiva, potrebbe sorgere un Ospizio per minorati, ragazzi ab-bandonati, ecc. (simile a quello esistente nella mia attuale Parrocchia), e in"ne possibilmente anche una Chiesetta per sostituire l’attuale minuscola Cappellina esistente accanto alla baracca della mensa. Come si vede, le esigenze sono numerose e senza limi-te sarebbero le possibilità di andar incontro a quella povera gente: sempreché si rendessero disponibili i mezzi necessa-ri. – D’altra parte è mia convinzione che, una volta che i programmi siano ritenuti opportuni, l’essenziale sia di co-minciare a fare qualche cosa, anche di modeste proporzioni, proporzionando i successivi sviluppi ai mezzi che ci vorrà procurare la Provvidenza, nonché gli aiuti delle persone consapevoli delle profonde esigenze sociali di quella zona sovrappopolata di braccianti e troppo spesso scossa da dolo-rose agitazioni. Nella speranza che Ella possa aiutare la ns/ iniziativa, La ringrazio di quanto potrà fare e la ossequio. (Don Mario Prandi)

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(1) Giuseppe Medici nacque a Sassuolo il 24 ottobre 1907 e morì a Roma il 21 agosto 2000. Fu un importante uomo politico italiano. Si laureò in Scienze Agrarie nel 1929 e fu docente di economia e politica agraria presso l’Università di Bologna. Fu eletto ininterrottamente al Senato per la Democrazia Cristiana dal 1948 al 1976 nel collegio di Modena e Sassuolo. La sua attività come parlamentare, Ministro e Presidente di Consorzi di boni"ca fu dedicata allo sviluppo dell’agricoltura italiana. Nel 1951 fu nominato Presidente dell’Ente per la riforma fondiaria della Maremma e del Fucino e nel 1954 divenne ministro dell’Agricoltura. Intorno agli anni ’50 con l’aiuto del Senatore Medici, l’Ente Maremma o!rì alla Cooperativa Sociale Santa Lucia di Fontanaluccia, un grosso lavoro. C’erano da fare strade, canali, molte case; il lavoro impegnò la Cooperativa per alcuni anni. Nel 1968 Giuseppe Medici fu Ministro degli A!ari Esteri; poi ancora dal 1972 al 1973 e in quella veste aiutò don Mario varie volte per i volontari in terra di missione. Insieme all’on. Marconi, all’on. Dossetti, all’on. Ermanno Gorrieri, al commendator Marazzi, il Senatore Giuseppe Medici fu tra coloro che più aiutarono don Mario a realizzare tante sue iniziative.

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(CO06001)

«Vedrete che Solo Lui !nirà per trionfare.»

Le tre lettere che seguono non sono datate, ma, molto proba-bilmente, sono degli anni ’50 perché collocate da don Mario insieme ad altre lettere di quel periodo.Quasi sicuramente sono state scritte nello stesso giorno come confermano gra!a e tipo di fogli utilizzati e inviate alle tre Case della Carità allora esistenti: San Giovanni di Querciola, Sassuolo, Cella.Il contenuto è molto simile: manda gli auguri di Buona Pasqua e sottolinea l’importanza di rimanere saldi e uniti nella Carità perché lì c’è Dio.

Fontanaluccia Giovedì Santo ore 10,30 di sera.

Carissimi tutti, abbiamo da poco ultimata la Funzione della Cena del Signore. E’ la notte del Trionfo dell’Amore, e purtroppo anche del Tradimento. Siate saldi e uniti nella Carità perché lì vi è Dio. E sic-come Dio questa sera lo vediamo diventato nostra Cena, nostro cibo, è qui che lo troviamo. Non pensate di risolvere le questioni della vostra casa e di tutte le case se non ai pie-di suoi. E’ con questa "ducia che vi mando i più cordiali Auguri di Buona Pasqua in ricambio dei vostri.

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Più le cose vanno male più vanno bene. Abbiamo poca gente nelle nostre "le e i bisogni crescono, e qualcuno è malandato: Bene: è buon segno, vuol dire che il Signore vuole farci delle grandi grazie e dei gran regali. Non venite meno mai a questa fede e "ducia. Vedrete che Solo Lui "nirà per trionfare: Siate allegri e giocondi = non badate a eventuali segni di stanchezza in nessun campo = Dio è là, dove c’è la Carità e l’Amore. In Lui non ci si esaurisce, non ci si ammala, non si è spos-sati = o forse se avviene tutto ciò, è per morire e poi risorgere con Lui per una vita più piena. Vi saluto e benedico tutti. D Mario P.

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(CO06105)

«Il Signore ci sta preparando a Doni molto grandi.»

Fontanaluccia Giovedì Santo ore 10,30 di sera.

Carissimi,abbiamo celebrato da poco la Cena del Signore - Vi mando gli Auguri a tutti e i ringraziamenti a chi me li ha inviati. Non avvilitevi mai perché “Dove c’é la Carità e l’Amore là vi è Dio” e se per trovarlo bisogna tribolare e so!rire, non solo diciamo pazienza, ma ringraziamo Dio = questo è un pensiero importante: tutti o quasi ringraziano Dio del bene, ed è giusto: pochi lo ringraziano dei mali = forse perché non esiste alcun male tranne il peccato: ma siccome anche le tri-bolazioni e i mali terreni ci fanno so!rire o penare, o essere preoccupati, mettetevi a ringraziare Dio di questi mali. Sarà poi quel che Dio vuole. Solo mi morti"ca il pensiero che io non so!ra molto mentre ne avrei più bisogno e dovere di tutti. Sarà perché sono il meno capace a so!rire. Pazienza = Il Signore ci sta preparando a Doni molto grandi. Vi saluto tutti nel Cuore di Lui e della Madonna.

a!. D Mario Pr.

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(CO06106)

«…rompete lo specchio…»

Fontanaluccia Giovedì Santo ore 10,30 di sera.

Carissimi tutti,nell’unione e nel Vincolo della Eucaristia, cioè nell’Amore del Nostro Dio, ci ritroviamo tutti = E’ da poco che abbia-mo celebrato il mistero della Cena del Signore. Nell’“Ubi Caritas” che vi prego di meditare, in italiano, per alcun tem-po, trovate la cura a tutti i mali e l’indicazione del punto di riferimento in cui tutti ci ritroviamo. Quello che ci può allontanare per qualsiasi motivo da quel centro, o per apprensioni, o per voglie, o per so!erenze o altro, è tutto derivato dal maligno - quindi da evitare nella maniera più assoluta. Siate fedeli a questo. Pensate con quei sentimenti a ri-solvere i problemi del numero delle suore, della loro salute, delle loro crisi, ecc. E quanto più ve la vedete brutta, tanto più andate a can-tare l’Ubi Caritas et Amor - Non perdete tempo in piattolate di nessun genere: è come il tempo troppo lungo passato allo specchio = rompe-te lo specchio e forse vi si apre una "nestra su un orizzonte nuovo e bello. Auguri a tutti.D Mario

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Fontanaluccia 1950Processione del Corpus Domini

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(VE02007)

«Certo che “La Paz” mi andava a genio»

È la brutta copia di una lettera scritta a don Sergio Pignedoli(1), da poco eletto Vescovo. Parla della prima di#usione delle Case della Carità (a San Giovanni di Querciola e Sassuolo). Il tono denota una grande con!denza e amicizia tra i due.

Fontanaluccia 7-1-51

Caro D. Sergio,

Sono molto contento che ti abbiano fatto vescovo “non fate agli altri quello che non volete fatto a

voi”Anche perché non desidero per gli altri quello che non vo-glio per me.

Sono proprio molto contento. Io ho perso quota ma spero sempre lo stesso. Certo che “La Paz” mi andava a genio : ma ce ne saranno delle altre .

Adesso ti vedremo all’opera in quel di Bolivia.Ma non credere di starci molto. E’ tutta una cabala che ti

ordiscono, veh!Quel santarello di Mons. Montini, al quale da tempo

mi permetto di voler molto bene (per via anche di quella sua “opera” che non conosco a modo ma che darà gloria a Dio certamente e qualche passeggero fastidio alla S. Chiesa) vedrai che ti imbarcherà in qualche bel negozio.

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Dio vi strabenedica tutti, voialtri. Noi pregheremo da po-veretti per tutti Voi. E quando sarai là, chissà che non ti torni in mente che le Case di Carità “vanno di!ondendosi”.

Sai che la nuova ha fatto piacere anche fra i nostri ricove-rati? è un bel segno! metteranno poi su “la giornata dell’Ar-civescovo” e quella sarà tutta per te.

Caro D.Sergio mi fai venire in mente le “duas peras pater Iuppiter” la croce davanti e quella sulle spalle –

Però come è bello dare una mano alla chiesa, al S. Padre. E poi con l’aria fresca che hai sempre respirato, a Felina, a Milano in Inghilterra, sul mare, a Roma, hai i polmoni sani veh. – gambe e braccia robuste. Solo che quando avrai lo zucchetto non sta mica bene ridere così alla reggiana come qualche volta hai fatto. Spero prima di morire di vedere lo spettacolo di un tuo incedere in mitra e Pastorale benedi-cendo.

Ti dirò le mie impressioni. Come ti abbraccio stretto.

Se mi faranno vescovo, come spero, non sarò così contento come adesso. Portaci tutti nel cuore e “Quel Vento gagliar-do,, che ti avvolgerà fra poco ti faccia “parer pieno di mosto” e sentiremo un po’ di ebbrezza anche noi .La faccenda del “perder tempo” la liquideremo in paradiso, se ci daranno il permesso.Grazie del dono e del “modo ancor” grazie anche per quel giovane e grazie per tutti i giovani che hai fatto sorridere con quella irresistibile roba che hai tu e che io tanto t’invidio, per tutti i giovani dell’anno santo, per tutti i pellegrini grandi e piccoli,

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che tornerai ad incontrare .La Madonna ti benedica di dentro et di fuora com’io ti bene-dico nel nome del Padre e del Figliolo e dello Spirito santo –prostrato al bacio del S.Anello, quando l’avrai, e implorata per me e per i miei amici una grande pastorale Benedizione auguro all’E.V.Ill.eRev. un buon viaggio e una felice missio-ne in Domino .

Viva il Papa. tuo lo paz

(1) Mons. Sergio Pignedoli, nacque a Felina il 4 giugno 1910, fu ordinato sacerdote l’1/4/1933. Nel ’40 fu Cappellano Militare e della Marina. Laureato in Lettere all’Università Cattolica, nel dopo guerra fu assistente generale dell’Azione Cattolica Italiana. Nel dicembre del 1950 eletto Vescovo di Iconio, fu nominato Nunzio Apostolico in Bolivia e Venezuela, de"nito “Trasvolatore di Continenti” da Papa Pio XII. Ausiliare del Card. Giovanni Battista Montini di Milano dal 1956 al 1960, fu poi Delegato Apostolico in Nigeria e Canada. Nel 1967 divenne Segretario della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli. Cardinale nel Concistoro del 5 marzo 1973, dal 1973 è Presidente del Segretariato per i non cristiani. Morì a Reggio Emilia il 15 giugno 1980. Fu uomo di grandi qualità umane e spirituali e di grande cultura. Per la loro grande amicizia, don Mario il 16/6/1985 fu invitato a Felina per farne la solenne commemorazione.

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Fontanaluccia 1952La banda di Fontanaluccia

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(CO06170)

«Molto Gentile e molto Caro Prof. La Pira…»

Questa interessante lettera a La Pira(1) che probabilmente don Mario aveva ascoltato a Reggio già negli anni ’30 quando Mons. Tondelli promosse i “Gruppi di Vangelo” nell’ambito del Movimento Laureati, e con cui aveva avuto altri contatti nel dopoguerra, evidenzia i numerosi legami ricercati e coltivati con politici di primo piano come Lazzati, Dossetti e Marconi citati appunto in questa missiva.Cercatore instancabile don Mario camminava nelle strade del mondo creando comunione con sguardo ampio e grande atten-zione alla realtà storica.Proprio nel 1951, come scrive il Prof. Chesi(2), don Mario in-contrò don Calabria, don Orione, moltissime volte Marazzi e don Zeno di Nomadel!a.Per le celebrazioni del XVII° centenario di S. Agata, partico-larmente venerata a Fontanaluccia insieme a S. Lucia, ipotizzò un programma ambizioso per il quale si era preparato con un pellegrinaggio a Catania e Siracusa, luoghi di S. Agata e di S. Lucia.Il suo piano per le celebrazioni contemplava questa lettera di invito al Sindaco di Firenze, La Pira, perché presiedesse il co-mitato d’onore.Il centenario, però, così accuratamente pensato e preparato non potè essere celebrato perché nei giorni 2/3/4/5 febbraio 1952 ci fu una nevicata molto abbondante che impedì gli spostamenti. L’esordio della lettera è spiritoso e accattivante e tradisce una familiarità e una franchezza che sono proprie di don Mario.

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– 1951 –

Molto Gentile e molto Caro Prof. La Pira, ho "nalmente deciso di rompere ogni mio ritegno nei suoi riguardi e di farle pagar cara ... il mancato incontro a Firenze col Com. Marazzi.Ben 5 volte la cercammo inutilmente e indarno.Perciò e per altre ragioni che ora Le spiego... La invito for-malmente a presiedere d’onore il Comitato per le celebrazio-ni centenarie di S. Agata che concluderemo nella nostra par-rocchia il 5 Febbraio prossimo - Ch’io mi sappia il sindaco di Firenze è il più illustre Catanese dei dintorni.Ma c’è di peggio: che cercando di intonare le celebrazioni di S. Agata a qualcosa di socialmente cristiano e costruttivo, si sarebbe pensato di studiare un po’ i primi tre secoli (che ci hanno dato S. Lucia e S. Agata, patrone della Nostra par-rocchia) e le comunità dei primi tempi, per vedere se fosse possibile imparar qualcosa per i tempi nostri. E siccome è nata in parrocchia una Casa della Carità, che avrebbe molte pretese, fra cui quella di lievitare la comunità parrocchiale in un senso di Servizio ai fratelli per Cristo, cominciando dai più bisognosi; e siccome altre Case sono sorte e stanno sor-gendo con quell’intento sotto il patrocinio di Lucia “nimica di ciascun crudele” e di Agata la Buona, sarebbe parso bene a me e ad altri di tirare il Sindaco di Firenze, come siciliano e come uno che pare se ne intenda di queste baracche, a par-larci una volta di queste cose e a prendere visione di un espe-rimento molto povero, ma che sembra molto promettente. Tanto più che al termine delle celebrazioni e come “ricor-

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do” si penserebbe alla creazione di una industria nella nostra zona montana improntata se si può alla più genuina vitalità e organizzazione cristiana.Che ne dice, Sig. Sindaco, di questa proposta? Ho parla-to con gli on. Lazzati e Dossetti e Marconi che, a parte la valentia parlamentare, potrebbero aiutarci a capirci dentro qualche cosa. Mons. Nostro Vescovo ha pure accettato di intervenire nella fase "nale e Mons. Arciv. di Modena penso benedirà l’iniziativa.Si farebbe qualcosa possibilmente nelle vicinanze della festa (2 - o 3 - o 4 Febbraio 52) oppure in altro tempo più pro-pizio per Lui. Vedo che è un a!are che tradisce qualche pretesa e che potrebbe essere organizzato da gente più capace del sotto-scritto e in ambienti meno disagevoli che una parrocchiet-ta di alta montagna e in periodo quasi invernale. E’ vero, onorevole, ma mi sembra di una certa importanza un atto di generosità non comune da parte di persone certamente sovraoccupate, che rubano qualcosa alle grandi e ordinarie occasioni, per spendere un giorno o due a favore di una zona di alta montagna, dove c’è gente che pare capace di capire e seguire l’esperimento di cui sopra. E penso che non sarebbe tutto tempo perduto. Veda Lei se può fare a me e ai nostri poveri un regalo simile: e se le interessasse avere chiarimenti maggiori sulle Case della Carità, o sulle eventuali conversazioni col nostro clero o col popolo sugli argomenti citati glieli fornirei di gran cuore.

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(1) Giorgio La Pira nacque il 9 gennaio 1904 a Pozzallo (Ragusa) in Sicilia, primogenito di una famiglia di umili condizioni. Laureto in Giurisprudenza, fu docente di Diritto Romano all’Università di Firenze.Nella Democrazia Cristiana ricoprì diversi incarichi parlamentari. Uomo di profonda fede e molta preghiera, divenne terziario francescano e si de"nì lui stesso “libero apostolo” spendendo tutta la vita per pro-muovere il bene sociale secondo i principi cristiani. Nel 1951 divenne sindaco di Firenze e in quel ruolo si adoperò per i disoccupati, gli sfrattati, i vecchi, i malati, gli ultimi.Nel 1952 organizzò il primo Convegno Internazionale per la pace e la civiltà cristiana. Da lì partì un’attività, unica in Occidente, tesa a pro-muovere contatti vivi, profondi, sistematici tra esponenti politici di tutti i Paesi per costruire la pace e il disarmo.Nel 1967 venne eletto Presidente della Federazione mondiale delle Città Unite.Morì il 5 novembre 1977.Nel 1986 venne avviata la causa di beati"cazione(2) Sandro Chesi: “E’ fuori di sé…” don Mario Prandi e le Case della Carità - Diabasis.

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(SR01017)

«Ci vuole una volante missionaria»

Don Mario risponde ad una lettera del 13/1/1954 di don Guerrino Orlandini(1) e don Umberto Giaroli(2), sacerdoti della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, che a nome del Comitato Diocesano per l’Anno Mariano, gli avevano chiesto indicazioni pratiche per l’organizzazione dei Congressi Mariani di Zona.La ri$essione di don Mario scardina i punti del questionario propostogli e allarga l’orizzonte su prospettive diocesane nuove. Proprio in quegli anni infatti, tra il 1954 e il 1958, don Mario pensò e cercò di dar vita alla “Congregazione Presbiterale (con laici) del Cenobio”: una sosta di preghiera e meditazione, a turni, per qualche giorno al mese, per rinnovarsi nella propria vocazione attingendo al clima monastico.

Risposta. – Gesù manda i discepoli – vedi Vangelo – Tradizione della Chiesa per i missionariNon si tratta di un contenuto o di un metodo secondo me – nella predicazione = chè ogni contenuto che si ispiri al Vangelo e alla tradizione della Chiesa è buono – il metodo è quello di arrivare a tutti cominciando, secondo me, dai più poveri e umili e di lì entrare in ogni settore della Vita: ma non avvicinando l’impiegato o l’operaio o il commercian-te come tale, ma l’uomo com’è naturalmente nella sua sede naturale che è la casa, la famiglia se non viene più in chiesa – nel suo essere di uomo – ora: come fecero gli apostoli? Si inserirono nella vita accostando, avvicinando, visitando,

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aiutando. Una volante per un anno,Rispondo sommariamente a quanto mi chiedevate è un pez-zo che ci penso su:(1) non andate in cerca di formule nuove: non è questione di

formule o di novità: si tratta di cambiare la gente.(2) Il mondo nuovo è un pezzo che, modestamente lo sto

facendo, come penso molti confratelli: venite a vedere cosa si fa qui da noi dal prete, solo, in inverni tristissi-mi, con 10 – 12 ore di scuola settim. in varie località. Catechismi adunanze – azione sociale, assistenziale, ecc – e il Diavolo che vi porti. Non ci si può neanche con-fessare a proprio agio. Non si può neanche pregare come si vuole.

(3) Ci vuole una volante missionaria, ma che abbia lo spirito completo dello sbaraglio e che abbia quello da fare, non un cumulo di impegni e quello come evasione o diver-sivo o che so io.

(4) Questi 8 o 10 o 12 missionari che si ammazzino per que-sto dovrebbero avere un centro alimentatore in una clau-sura almeno di un mese prima di lanciarsi e di qualche giorno di strettissima osservanza in clausura ogni tanto: silenzio – riposo – preghiera studio.

(5) Se ci sono 10 – 12 preti capaci di capire questo non è niente di perso toglierli di dove sono e provvedere con qualcuno come voi che se non vi sentite di fare la clau-sura o la missione, potete andare a sostituire quelli: si può far senza di molta gente, volendo, che è attualmente occupata. Se poi il mondo nuovo lo concepite nel fare quello che facciamo con dei programmi e grattacapi di

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più, ma stando ciascuno al nostro caldo posto ce la sba-gliamo di grosso.

(6) Se il Vescovo vuole può trovare per un anno un certo-sino o un trappista in gamba da organizzare il centro rifornimento per l’anno mariano e l’eventuale clausura permanente per un anno, per un gruppo di preti (e direi perché no di laici) che in diocesi domandino al Buon Dio il mondo migliore – e lo vivano loro in povertà, in nascondimento, in “inattività” apparente, anche come scagione a questo dilagare di attività occupazioni – e im-pegni che così miseramente e vigliaccamente ci svuotano di quello che è essenziale. Guardate a quei poveri preti operai. Se non si torna a scappare un po’ ogni tanto ma mica 8 giorni di esercizi, con tavola abbondante e spesso con molte parole ma con almeno un mese di vita ceno-bitica non si riesce. Anche a Reggio si può fare se no si "nisce per diventare un po’ tutti preti operai – che si svuotano di Cristo per riempirsi di malcelato marxismo; ma forse questo non avviene per borghesi comodità. Non mi contraddite: sarebbe facile per voi il farlo ma anche poco onorevole per voi.

(1) Mons. Guerrino Orlandini nacque a Reggio Emilia il 3/7/1915. Ordinato sacerdote il 17 luglio 1938, insegnante di lettere e musica nel Seminario Diocesano, assistente della Gioventù Femminile di Azione Cattolica (1935-1968), direttore dell’U#cio Liturgico Diocesano (1968-1995), incaricato per i Ministeri laicali ed esorcista, morì a Montecchio il 29 gennaio 2006.

(2) Canonico Umberto Giaroli nacque a Marmirolo il 30 agosto 1922. Ordinato il 3 giugno 1945, parroco in San Paolo città dal 1978 al 2001, Canonico della Cattedrale, morì il 4 gennaio 2008.

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(CO06007)

«Con la… Provvidenza vanno bene le cose? Spero di sì.»

Scrive a Suor Francesca dello Spirito Santo (1912-1993) e Suor Chiara dell’Incarnazione (1921-2001), che sono alla Casa del-la Carità di Cella (RE) aperta il 3 novembre 1953.Ringrazia, raccomanda e benedice con a#etto.

Civago 15-5-54Carissime Suor Francesca e Suor Chiara,sono dovuto scappare qualche giorno in Civago per potere scrivere agli amici. Ma vedo che anche qui comincia a di-ventare un posto pericoloso: perché la gente e le abitudini sono come a Fontanaluccia ... o peggio. Beh. conta niente.Vi ringrazio delle notizie che mandate e dei saluti: va bene: continuate a tenere un collegamento con tutti noi. Vi raccomando di pregare molto perché si sta lavorando un po’ per la de"nizione delle nostre baracche e un po’ di approvazione. Occorre vivere più che sia possibile lo spirito vostro di dedizione e servizio completo di Gesù nei fratelli per la dif-fusione dell’Amore nel mondo. Poi bisogna stare sani e allegri perché ci si è in pochi: e pregare molto per vocazioni e aiuti di personale. Pare anche che ci vogliano a#dare S. Girolamo. E torne-rebbe bene per un sacco di cose. Ma ci vuole dei soggetti. Sarà quel che Dio vuole.

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Sento che andate avanti benino. Deo Gratias. Siate buone e riconoscenti con tutti per le cortesie e gentilezze che posso-no usarvi, cercando di non vedere altro che questi tratti di bontà.Le miserie e de"cienze degli altri non bisogna considerarle, se non nel senso di farci, qualche volta, dimenticare i 99 giusti per la pecorella smarrita. Siate sane perché è indispensabile: fate quanto potete, si capisce, il resto lo farà il Buon Dio, se lo crede. Ricordate gli esercizi di quest’autunno: ci dovrebbe essere qualche ricordo che serve ancora. Salutatemi tutti gli ospiti, gli amici, sacerdoti e laici, della Casa: in particolare il vostro D. Antonio e il Sig. Arcipr. di Pieve, e quanti lavorano per la casa. - Ho visto a Reggio, per strada, la Vanda e Luciano: capitano qualche volta? e qual-che ragazza l’avete che possa domani aiutarvi stabilmente? Con la... Provvidenza vanno bene le cose? spero di sì. State bene e pregate un po’ anche per me. Vi saluto e benedico con a!etto D Mario Pr.

Qui in Civago pare abbiano voglia di fare una cooperativa di lavoro: dite un’Ave Maria. Nel resto andiamo bene. Oggi scrivo a D. Paolo -Per S. Francesca: salutami i P. Serviti se puoi e chiedi notizie del Priore.

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(CO06009)

«Sarà poi quel che Dio vuole.»

Il raggio d’azione si sta ampliando (Boschi di Saliceta(1)), gli impegni si fanno più gravosi e le forze sono poche. Don Mario, consapevole di tutto ciò, chiede molta preghiera alle suore di S. Giovanni di Querciola (R.E.) e si consegna alla volontà di Dio.

Civago 15-5-54

Carissimi tutti, vi mando un saluto a!ettuoso da Civago dove mi sono ritirato per alcuni giorni a sistemare alcune cosette mie. Vi dirò che ho avuto qualche tempo fa un colloquio pro-lungato con l’on. Dossetti, per una compilazione di statu-to-canonico delle nostre baracche. Naturalmente abbiamo accennato a problemi multipli che ci riguardano, come: Congregazione Religiosa o Istituto Secolare? Abito o non abito? Vita comune o vita anche distaccata anche in altri ambienti? ecc. Sono cose di una certa importanza. Certo voi sapete, mi pare, quali siano le nostre idee: vi prego di ricordare gli esercizi dell’anno scorso per rendervi conto un po’ delle in-tenzioni. Per concretare in fatti positivi e accettabili e approvabili dalla Autorità Ecclesiastica, queste nostre intenzioni occor-rono molti lumi dal Cielo: per questo vi raccomando molto caldamente di pregare e fare pregare perché qualcosa si possa

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concretare per il bene di tutti. Pare anche abbastanza probabile e conveniente accettare la custodia della Chiesa di S. Girolamo a Reggio, che po-trebbe diventare un luogo di incontro per tutti voi di passag-gio, e per eventuali amici e amiche delle Case della Carità: per ritiri per conversazioni, per pregare, ecc. Anche per que-sto occorre molta preghiera e docilità di spirito per essere pronti ad a!rontare qualsiasi impegno che pare conveniente ai Superiori si debba accettare. E poi occorre essere "sicamente pronti e sani per le no-tevoli fatiche che una disponibilità e adattabilità del genere, richiede nei soggetti. Care le mie suore: bisogna considerare come punto fon-damentale di regola il procurare con diligenza e discrezione di avere, per quanto il Buon Dio permetterà, una salute più valida che sia possibile, di corpo e di spirito. Il lavoro è tan-to: le capacità sono poche, le vocazioni si fanno desiderare. Occorre fare un continuo fuoco di "la sul Cuore del Buon Dio, con l’aiuto del Cuore Immacolato della Madonna, per ottenere lumi, grazie e quanto occorre per fare la Sua Santa Divina Volontà: e chiedere con insistenza vocazioni, voca-zioni, vocazioni. Sarà poi quel che Dio vuole.Certo con il Bosco già funzionante e la prospettiva di S. Girolamo, diminuiscono le già magre risorse di personale. Quindi pensateci su e pregate molto il Buon Dio per questo. Saluto cordialmente tutti gli ospiti, gli amici della Casa; in modo speciale ossequio il Sig. Prevosto. Grazie delle notizie che ogni tanto mandate e dei salu-

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ti: perdonatemi se non rispondo sempre e subito. Saluto e benedico S. Gemma, Suor Lucia, Suor Anna, la cara Ada e quanti vi aiutano. State di buon animo e non avvilitevi mai.

a!mo. D. Mario P.

(1) Nella primavera del 1949 don Mario manda alcune suore ai Boschi di Saliceta (MO), ad accompagnare e far da mangiare agli operai della Cooperativa edile di Fontanaluccia chiamati là per lavori di boni"ca. La preoccupazione era di mantenere vivo lo spirito di fede, l’unità delle famiglie e il senso della comunità cristiana.

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(CO05015)

«Articoli di lusso»

Non è datata. Si desume che sia del 1954, anno di ordinazione di don Giampaolo (Paolo) Morelli(1), sacerdote della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, Servo della Chiesa, a cui la lettera è indirizzata.

Caro D. Paolo.Spero che manterrai la promessa di venire a Celebrare da noi. In quanto a consigli, ce n’ho da poco prezzo, da un po’ di più e anche alcuni che sono articoli di lusso, ma per te non vanno bene. Ti darò qualche cosa che non sia troppo scadente e ne-anche di troppa spesa:

1) Per ogni cosa da fare, nella vita, sarebbe prudente agire così:

a. Pensarci su – b) pregare un po’, c) chiedere parere a persone prudenti (escluso noi si capisce) poi decidere: inesorabilmente, categoricam. senza ritorni: come si decise è indubbio che è Volontà di Dio.

2) Per la castità: non si può scendere a nessun compromesso: se si contratta si vende inesorabilmente: quindi sappiati regolare tieni d’occhio il cuore che è più pericoloso di tutto il resto. Questo non ti risparmierà

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assalti e angustie per tutta la vita, ma fa niente. La nostra concupiscenza è come la gobba. Uno ce l’ha e la deve tenere "no nella cassa. Non c’è chirurgo o sarto o impiastri che la possano togliere: ce l’abbiamo e solo un grande amore a Gesù e la Madonna ci può aiutare.

3) Per la povertà: sii modesto e discreto in ogni cosa, senza attaccarti a nulla, né nelle scelte materiali né nelle scelte spirituali. Cioè non avere neanche pretese di “santità”, sii un buon prete alla buona, che sa che non sarà mai “un santo” anche se lo diranno in tanti: è mica vero vè! fanno a posta, anche quando sono in buona fede. Allora non t’importerà di niente: e dai via tutto, e sei tutto per gli altri. Mi ci son voluti più di 20 anni di prete per cominciare a capire (se poi l’ho capito) che il prete è un uomo mangiato, come diceva quello là. E tutti vogliono il loro boccone. Dal cielo all’inferno- Rassegnati pure e non tentare di resistere.

4) per l’ubbidienza: è la merce più rara – e la più impossibile di tutte le virtù (secondo me) perché qui ci vuole in due: come nel matrimonio: se si riesce ad andare ben d’accordo ci si salva: ma uno solo non riesce.

Bisogna pregare molto, molto, molto, molto. molto e costringere quell’altro a prendersi la sua responsabilità. Se per il numero tre il prete è un

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uomo mangiato, qui è addirittura digerito e padito.

Non c’è un uomo più costituzionalmente anarchico di un prete e non c’è un uomo più radicalmente incapace di azione propria di un prete che non ubbidisce.

arrangiati. Giacobbe lottava con l’angelo

Totale: mi viene una Messa e una terza parte di Rosario sconto compreso.

sei un gran Sandrone, ma ti voglio bene

D. Mario

(1) Don Paolo Morelli nacque nel 1929. Ordinato nel 1954, fu Direttore dell’Istituto “Villa Maria” per "gli dello spettacolo viaggiante (Treviso) dal 1954 al 1960. Fu anche Direttore della Scuola per addetti al culto dal 1960 al 1961. Coadiutore a Bagnolo in Piano dal 1961, morì il 30 gennaio 2004.

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(CO04014)

«Negli operai della zona c’è un certo malcontento…»

E’ indirizzata al sig. Prefetto della Provincia di Reggio Emilia. È inserita in una cartellina datata “1955”, da cui si può desumere anche l’epoca della lettera. Don Mario parroco si interessa e si prende cura di tutti i problemi della gente di montagna.Si tratta di una brutta copia con molte cancellature e alcune parole indecifrabili

A sua Ecc. Ill.Il Sig. Prefettodella Provincia

di Reggio Emilia

Eccellenza, sono un parroco della zona interessata nei lavori del-la costruendo Galleria Secchiello – Diga di Gazzano-Fontanaluccia.Mi permetto informare l’Ecc. V. di una situazione che va creandosi nella zona di Val d’Asta a seguito di una vertenza tra la Società Emiliana (…) e i Cons. Em. di Boni"ca. Penso che l’Eccellenza V. conosca i termini della vertenza – anche l’on. Dossetti dovrebbe avergliene parlato come pure l’on. Manenti.Comunque negli operai della zona c’è un certo malconten-to, che potrebbe accentuarsi, perché i lavori della costruzio-ne della nuova galleria Secchiello – Cervarolo, pare siano sospesi.

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E’ ormai ultimato il tratto Cervarolo – Diga e l’inverno, per noi disastroso, sorprendeva completamente disoccupati gli operai della zona, che, contando sul lavoro progettato e già "nanziato (è risaputo dalla gente) non hanno neppure pen-sato a qualche eventuale emigrazione temporanea in cerca di occupazione.Credo che pure il Sindaco di Villa M. abbia fatto presen-te la situazione; a me pare doveroso rilevare che l’ambiente ne so!rirebbe non poco, oltre che dal lato economico, an-che nella "ducia alla legittima autorità; e per il pericolo di uno sfruttamento di sinistra, se si venisse a conoscere che interessi privati e non (…) di due grandi gruppi industriali, impedissero o dilazionassero un lavoro di qualche centina-ia di milioni in una zona ancora discreta politic. ma molto povera. Tanto più che si fa strada nel popolo un certo buon senso che consente di pensare che dopo così immani disastri per le alluvioni, molti stanziamenti per le zone di montagna verranno, giustamente, stornati per i luoghi sinistrati.Penso modestamente si potrebbe, in sede politica, diciamo così, risolvere una questione molto importante per le conse-guenze, pur rimanendo accesa in campo giuridico.

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Piccola raccolta di lettere

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(CO04013)

«Noi preti riteniamo di essere, professionalmente, dei caccia-tori di amici»

Non si conosce il destinatario. È una lettera interessante perché si coglie il valore attribuito da don Mario alle sincere relazioni di amicizia.

Font. 2-3-55

Molto gentile e caro Dottore,come vede non rispondo tanto presto neppure a persone di un certo rango e di così generosa cortesia: conta niente. Servirà a Lei per conoscermi meglio.Le esprimo tuttavia molta gratitudine per gli accorti e pre-ziosi suggerimenti e soprattutto per il bel manuale.Può darsi che la importuni ancora, ma questa volta gradi-rei conoscerla personalmente, anche per vedere "no a che punto le “a#nità” collimano, e soprattutto per conoscerci meglio: perché non le nascondo di nutrire già una certa sim-patia, dopo il breve colloquio telefonico e alcuni ragguagli dei Sigg. Bastianini.Noi preti riteniamo di essere, professionalmente, dei caccia-tori di amici: selvaggina invero piuttosto rara, ma sempre ghiotta. Non è tanto facile in questo tempo così di#dente e poco sincero, stringere delle amicizie, ma è così importante! Oso sperare che qualcosa del genere potrebbe avvenire.Le rinnovo i ringraziamenti e la saluto cordialmenteDev.mo D. Mario Prandi

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(CO06011)

«…aspettiamo l’approvazione delle nostre baracche.»

Nell’ottobre del 1955 don Mario aveva chiesto al Vescovo l’erezione canonica delle Case della Carità e, in attesa del riconoscimento delle “baracche” che il Vescovo emanerà l’11 febbraio 1956, don Mario chiede a Suor Gemma e alle altre suore della Casa della Carità di S. Giovanni di Querciola (R.E.) che si preghi e che si facciano incontri, per spiegare la Casa e incominciare la “Congregazione Mariana”. Chiarisce l’identità delle suore e sottolinea l’importanza dell’ausiliariato.

Fontanaluccia 11-11-55

Cara Suor Gemma,

mi pare di avere scritto molto tempo fa su una proposta da fare al Sig. Prevosto sulla adorazione e litanie dei Santi con tutte le preci, da recitare ogni settimana. Non ho mai avuto un chiarimento in merito. Sarebbe opportuno che lo face-ste, soprattutto adesso che aspettiamo l’approvazione delle nostre baracche, parlane con D. Giovanni poi per te e per le sorelle tieni a mente:1) non siete “religiose” anche se tutti lo credono e se molte cose lo fanno pensare: siete delle sorelle laiche, con un abito della Madonna, che vivete lo spirito dei Voti e della Carità.2) E’ assolutamente indispensabile arrivare a far conoscere alle giovani la faccenda delle “ausiliarie” - 8-10-12 mesi a

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servizio permanente della Casa.3) Vocazioni - Vocazioni - Vocazioni -4) Preparati a fare ogni cosa a gloria di Dio compreso quello di lasciare S. Giovanni se sarà necessario.5) fate qualche riunione anche settimanale, se fosse possibi-le, con il Sig. Prevosto, con gli amici più intimi della Casa per cominciare la “Congregazione Mariana”. Pregate insie-me la Madonna. Meditate il Mistero della Casa. Vedete il da farsi e vi stimolate vicendevolmente nella Carità - 6) pregate per me e per tutti noi.

Saluta tutti in Domino, fai capire alle sorelle e agli amici intimi la faccenda della Casa con i 5 punti.Poi mandami a dire le impressioni -Se è necessario verrò poi anch’io.Il N° 4 per ora è riservato. Saluti a tutti, molto molto cari - Un abbraccio al Prevosto,e molte benedizioni a tutti.

D Mario .

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(CO06171)

«Miei carissimi piccoli Amici…»

Don Mario è ricoverato all’Ospedale di Castelnovo né Monti (RE). Questa lettera, indirizzata ai bambini di Fontanaluccia che stanno per ricevere la I Comunione, è l’occasione per farsi vicino con a#etto paterno e tenerezza. Dal Direttorio Liturgico di Fontanaluccia la I Comunione è stata celebrata il 9 giugno 1957.

Ospedale S. Anna Castelnuovo Monti Pasqua Rosa 1957.

Miei Carissimi piccoli Amici, avevo tanto desiderato di mangiare questa Pasqua con Voi, che fate la Festa della I Comunione, ma il Buon Dio ha di-sposto diversamente: e siccome Il Signore sa quello che fa, sia benedetto egualmente. E allora a#do a questa mia lettera il dolce incarico di portarmi, in questo modo, in mezzo a Voi. - Te lo raccomando, cara lettera, di farlo ben capire, ai miei piccoli e anche ai grandi, che sono veramente con loro e che in questo momento sto anch’io, (lo spero) Celebrando la S. Messa per tutti loro. - Avrei dovuto soddisfare a un desiderio Vostro e mio, di raccontarvi tante cose del comune nostro Carissimo amico Gesù, da quando inventò per noi la “splendida Fiaba” della Sua nascita, fantolino per Amore, nella Notte di Betlemme

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"no alla morte di Croce e alla Sua Ascensione, e come ve-ramente tutta la visse: ma penso che Don Vinicio, le vostre insegnanti, i vostri genitori, nel prepararvi a questo giorno Ve l’avranno narrata “quasi” bene come me ! - Vedete: il Signore, e la Madonna, con questi temporanei distacchi e assenze che permettono (ma spero che quest’anno la Nostra bella Signora non mi faccia il tiro dell’anno scorso per il Carmine !) ci fanno bellamente capire che quaggiù ci siamo provvisori e che dobbiamo piano piano avezzarci al distacco "nale, la morte, che dovrà poi ricongiungerci per sempre in una Pasqua ... di tutti i colori che non "nirà mai nel Beato Paradiso. Ad ogni modo Vi ricordo che Gesù ha sempre voluto bene ai ragazzi e anche oggi si trova bene assai con i fanciul-li: e anche qui ha inventato il modo di rimanere o diventare fanciulli nell’anima per godere piena la gioia del Padre e del-la sua amicizia di Fratello. Oh se fosse possibile fermarsi a questo giorno!Fermatevi! fermatevi!! e lasciando crescere il corpo, rima-nete sempre fanciulli nel cuore, nella purezza, nell’entusia-smo e nello stupore delle avventurose scoperte del Creato, nella spensierata libertà degli uccellini dell’aria o dei "ori dei campi, baciati e inondati continuamente dal Sorriso di Dio e della Madonna. E quel Caro Gesù, che soprattutto Voi piccolini, ricevete oggi per la prima volta, Vi inondi di luce amorosa, come i tre apostoli sul Tabor, talché rimaniate come feriti dal Suo amore e possiate camminare sempre nel-la vita, anche se dovrete discendere dal Monte, con il vivo ricordo e il nostalgico richiamo di questo giorno.

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E pregate! - pregate come ci ha insegnato Gesù, nella leti-zia e nel dolore, sempre con la gioia degli uccelli e dei "ori. E pregate per la Grande Madre, la Chiesa, che vi fa na-scere a queste grandezze, e che oggi lo Spirito di Dio perva-de nell’atomica esplosione della Carità; pregate per il santo Padre, per il Caro nostro Vescovo, per le Vocazioni, per le missioni, per i martiri, per i poveri. E pregate per i Vostri Cari: e ritornando alle Vostre fami-glie siate veramente “radiattivi” di Cristo. E portate le Vostre famiglie al S. Cuore, a Consacrarsi a Lui e al Cuore Immacolato della Vergine, per essere sempre preservate dal tremendo contagio del maligno. E pregate per la nostra famiglia parrocchiale, perché sia unita nella Fede e nella Carità e capisca sempre meglio e sempre più quanto il Buon Dio l’ha prediletta.E, se Vi rimane un posticino nel cuore, così pieno di tanta roba, pregate un po’ anche per me. Vi saluto tutti nel Signore e nella Madonna, i presenti e gli assenti, i vicini e i lontani, i sani e i malati, e chiedo la Grazia al Signore e a Voi, di potere tornare fra Voi quan-to prima, a lodarvi e benedirvi, a brontolare e strapazzarvi, ma soprattutto ad aiutarvi, con più “patientia et doctrina” a conoscere, amare, servire e vivere con fedeltà il Regno del Sacro Cuore e del Cuore Immacolato di Maria, nostri Amabilissimi Sovrani e Padroni a cui spetta l’onore e la glo-ria nei secoli dei secoli.

e Così sia.

Il Vostro “prete” e amicoDMario .

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(CO06172)

«Cari amici del Consiglio…»

La lettera è incompleta, ma interessante perché don Mario esprime il disagio che gli deriva dall’impossibilità a conciliare due ruoli: quello di consigliere della Cooperativa(1) e quello di parroco, divenuti, col tempo, incompatibili.

Fontanal. 28-6-58

Cari amici del Consiglio

ho pensato a lungo e da molto tempo a questa decisione e vi prego quindi di accoglierla come la sincera e ferma espres-sione della mia volontà. Intendo rassegnare le dimissioni da Consigliere della Cooperativa -I motivi sono vari ma credo di poterli riassumere in pochi =Non sono più capace di unire insieme il desiderio (che cre-do avere sempre avuto) del bene economico, organizzativo, sociale, disciplinare, formativo della Cooperativa, con la mia condizione di Vostro prete e parroco.Se accentuo per la mia vivacità qualcuno degli elementi detti sopra, posso mettere a rischio la mia reputazione di prete, perché voi potete vedere solo l’uomo e arrivare a mancare, anche gravemente, di rispetto e di riguardo al mio sacerdo-zio; e questo perché non vedete che l’uomo con i suoi difetti e le sue idee. E qualche volta ho dolorosamente constatato e provato anche questo.

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D’altra parte moltissime mie osservazioni ho l’impressione che abbiano seccato e seccano alcuni di Voi.E siccome desidero che soprattutto prevalga il concetto su-periore del Vostro parroco, desidero non dare più occasione a questo -Inoltre: nella misura in cui io mi sono dedicato con tutta l’a-nima alla Cooperativa ho visto dolorosissimamente diminu-ire la vitalità - nelle adunanze e degli uomini e dei giovani.Sono ridotto a non riuscire più a mettere insieme 10 perso-ne con regolarità e un po’ di entusiasmo.// questi motivi

(1) Si tratta della Cooperativa Sociale Santa Lucia costituita il 21 Agosto del 1945. Don Mario si coinvolse profondamente nella gestione econo-mica della Cooperativa, che vide momenti di#cili sia per l’esodo a valle di alcuni, sia per le crisi "nanziarie.

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Monteggibbio, Sassuolo 1956Costruzione del Monastero delle Carmelitane, ad opera del-la Coop. Sociale S. Lucia. Al centro si riconoscono il senato-re Medici e don Mario

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(MA01008)

«Bisogna essere mandati per fare un po’ di bene»

La lettera è indirizzata molto probabilmente a Mons. Jerome Rakotomalala(1), Arcivescovo di Tananarive (Madagascar).Don Mario esprime il desiderio che nascano vocazioni per l’Africa nella consapevolezza che, per fare del bene, bisogna essere mandati.

5 marzo 1961Parrocchia di S. LUCIA V. M. FONTANALUCCIATel. 1 (Modena)

Rev.mo e Caro Padre, Ho appreso oggi stesso da P. Dario, che Ella mi avreb-be spedito una lettera, con proposte molto grosse, per il Madagascar – già da vario tempo. E che è anche molto adi-rato con me – Sono veramente desolato perché non ho mai avuto una tale lettera.Ho provato anche a fare ricerche ma lei capisce che una let-tera del genere avrebbe fatto epoca – E’ da tempo che desi-deriamo delle Vocazioni e delle indicazioni un po’ chiare per l’Africa.Può sembrare temerario il nostro modo di pensare, ma se i Rev.mi Superiori ce lo consentissero, sarebbe la più grande delle aspirazioni.

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Pensi che il mio più caro amico è stato inviato dal S. Padre in Africa occ. (Nigeria) come Delegato Apostolico = S. E. Mons. Sergio Pignedoli – Anche a lui ho detto, un po’ ridendo e un po’ incoscientemente: mi fai venire con Te ?!Non so se saremmo capaci di aiutarvi, essendo così povera gente. D’altra parte, anche se può essere molto bello pensare così, bisogna essere “mandati” per fare un po’ di bene.Ma creda che varie nostre Suore sarebbero entusiaste di un simile progetto – Sarà quel che Dio vuole.Intanto P. Dario ci sta aiutando un po’ in vari ministeri, dato che la bontà dei suoi Superiori ce lo ha mandato per un po’. Assieme a lui le mando i più Cordiali Saluti e Auguri nel Signore. – Se ha già provvisto, bene: se no torni a scrivere e se è Volontà di Dio sono disposto a partire anch’io. Ci benedica e ci ricordi al Signore e alla Madonna. Dev.mo e a!.

Sac. Mario Prandi.

(1) Mons. Jerome Rakotomalala, nato il 15 luglio 1914, venne ordinato sacerdote nel 1943. Nel maggio del 1961 Rakotomalala, da poco consa-crato Vescovo (4 aprile 1960), durante i lavori preparatori del Concilio, si recò a Fontanaluccia per far visita alla famiglia di Padre Dario Asti, gesuita; vide l’Ospizio e chiese la Casa della Carità per la sua Diocesi. Morì l’1/11/1975.

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(MA01007)

«...un’avventura apostolica...»

Don Mario legge un disegno provvidenziale nella vicenda di Padre Dario Asti(1) per aprire una via apostolica della Casa della Carità in Madagascar. Pio XII aveva scritto la “Fidei Donum”, un’enciclica sulle condizioni delle missioni cattoliche in Africa (21.4.’57). La lettera è indirizzata a padre Giovanni Costa, provinciale dei Gesuiti, che era stato a Fontanaluccia nel 1956 per conoscere la famiglia Asti.

M. R. P. Giov. Costa S.J. S. Paul – Tsaramasoandro

Tananarive Madagascar – A. Fr.

25 – 3 – 61 “Et Verbum Caro factum est” dunque penso che anche noi possiamo sobbarcarci una avventura apostoli-ca come lei ci propone.Certo che una scelta simile è incoscienza da parte mia; ma le strade del Buon Dio sono tante = Tempo fa mi diceva P. Dario: creda D. Mario che tutta questa storia che io dalla “Borella” senza alcun precedente in parrocchia, sia andato a "nire fra i Gesuiti e per giunta nella Provincia Torinese, con quel po’ po’ di espansione apostolica nel Madagascar, mi ha fatto molto ri$ettere, ultimamente, che possa essere stata una mossa provvidenziale per aprire una via apostolica alla Sue Case della Carità –

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Sarà quello che Dio vuole – Certo non mi faccio nessuna illusione di sorta tanto più che la cosa deve essere vagliata bene da Lei e da S. E. l’Arcivescovo. Però le posso assicurare che un fermento missionario che entusiasma un certo numero delle nostre "gliole è iniziato da qualche anno – E la lettera del Sommo Pont. Pio XII° sull’Africa ne ha orientato inconsciamente ma fermamente varie di loro.E’ già per l’Africa una grazia questa: che si sentano entusia-ste di una possibile andata in Missione, anche se questo nei piani del Buon Dio potrebbe non accadere –E’ pur vero che abbiamo un altro Missionario di Fontanaluccia che partì con l’idea di "nire in Cina e invece da vari anni la-vora indefessamente nell’Africa Orientale.Credo che valga la pena pregarci su parecchio: e poi che le cose vadano come Dio vuole.Abbiamo notevoli richieste anche nelle nostre zone e in altre regioni d’Italia – ma pare che il Buon Dio largheggi anche di Vocazioni.Sarà quel che Dio vuole e la Madonna. Veda Lei il da farsi –Noi siamo entusiasti della cosa.

(1) De"nito “il missionario della foresta”, originario di Fontanaluccia, Padre Dario Asti nacque il 14 luglio 1927. Entrato nel 1945 nel noviziato dei Gesuiti a Cuneo e poi a Gallarate, fu inviato nel 1953 nella missione del Madagascar dove terminò gli studi. Fu ordinato sacerdote a Tananarive l’11 luglio 1959 da Mons. Sartre, ultimo Arcivescovo francese. Celebrò la prima Messa solenne a Fontanaluccia il 24 luglio 1960. In missione la sua destinazione fu nella foresta Tanala, nel distretto di Fort Carnot e poi, dal 1974, nel distretto di Vohimarina. Padre Dario fu il “ponte felice” tra Fontanaluccia, la Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla e il Madagascar. Morì il 23 maggio 2007.

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(CF07002)

«Gentilissima Signora Irma nonché Cara Mammona»

Lettera indirizzata alla sig.ra Irma Cabassi (sposa di Pasquale Marconi). Il 10 luglio 1963 don Mario pernottò nella canonica di Felina, presso don Artemio Zanni; partecipò alla riunione della Congregazione Presbiterale e fu informato dal Prof. Marconi delle gravi condizioni della moglie. Passò la notte da loro. La signora morì dopo due giorni e i funerali furono celebrati il 14 luglio. Pochi giorni dopo, di notte, scrive da San Girolamo questa lettera che poi spedisce da Porlezza (sul lago di Garda) dove trascorre alcuni giorni di riposo.

fatta a S. Girolamo – R. E. Porlezza – spedita ilil 18-7-63 – ore 1,30 23-7-63 a Pasq. M.

20/7/1963

Gentilissima Signora Irma nonché Cara Mammona, se non disturbo, verrei a dirle qualche cosa che ho qui dentro e che non sono riuscito a buttar fuori domenica sera, perché sono stato un po’ vigliacco e ho avuto paura di qualche spia: lei sa che sono sempre stato un povero prete e che quando dico o faccio qualche cosa, c’è sempre un po’ di apprensione nei miei riguardi, perché non si sa mai come vada a "nire. Ma oggi, nella quiete e nella solitudine mi è ritornato il

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coraggio; e poi Lei me ne infonde tanto ….. - Ma non si disturbi: rimanga pure nella sua quiete: verrò io vicino a Lei, se permette, in punta di piedi e parlerò sottovoce.Oh! ma come è bella, Signora! veramente bella. C’è una com-postezza così nobile e aristocratica che denuncia una lunga speranza, una segreta ansia: e, vede, il Signore l’ha premiata: è così immobile e aristocratica che mi permetto di baciarLe riverentemente la mano. Come del resto ho fatto altre volte: e se Lei mi ha anche detto: “mo’ Dio, mo’ c’ma l’è sporc”, io so che ne era segretamente lusingata.E forse era anche questo mio, diciamo pure, un po’ strano modo di fare che mi rendeva a Lei un po’ caro. Perché, ri-corda, non sono mai venuto in casa sua sia nella bella casa nuova, come nella vecchia, senza che Lei mi dicesse: oh, ha bisogno di qualche cosa? vuol da mangiare? Iride guarda se c’è qualcosa: almeno un ca!è lo prenda. – Perché giusta-mente pensava che avessi sempre un po’ bisogno di qualche cosa. La ringrazio, Signora, di questa sua bontà, che arrivava "no a farle sorgere degli improvvisi bisogni di far dire una Messa per i suoi Morti, o per i suoi “bastardi”, da farmi pensare che, mentre quel gesto denunciava in Lei un bellis-simo fondo di Fede, potesse essere anche un discreto modo di darmi qualche cosa: perché cinquecento lire sono sempre cinquecento lire! sopratutto per Lei che le avrebbe tenute anche così volentieri da conto; ma per usarle poi in qual-che altro gentile modo per gli altri. E anche quando faceva le spese strettamente personali, e diciamo pure per qualche composta civetteria femminile, sono persuaso che lo facesse sempre per non dover mettere a disagio gli altri, presso i

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quali amava tanto apparire compita e signora. Senza dire che il più lo faceva per il suo “vecchio” ma così caro Pasquale, che ha sempre amato teneramente, costantemente, intensa-mente e a volte per"no aggressivamente perché non di rado era un dio ai suoi occhi!Veramente, Signora Irma, è una grande Dama! e dinnanzi a questa aristocratica e composta bellezza scompaiono anche le frasi e i quaderni di “quelle porselle nère” che non si sa come le abbiano potute inventare.Ma, Signora; c’è tanta gente in giro, come mai? Ah, ma sono venuti tutti per Lei. Guardi, guardi, quante Autorità, quante persone di rango, quanti Preti, quanta gente del popolo ve-nuti da ogni parte, ma soprattutto quanti bambini e quanti "ori! Ma, Signora, la vengono a prelevare per Una Grande Festa! Non facciamoli aspettare molto. Venga, Signora, che andiamo a questo così Grandioso Viaggio: ma resti comoda che hanno pensato a tutto. Sarà bene che si degni di pren-dere il “carro” che è già pronto, perché c’è un po’ da salire e non vorrei che facesse troppa fatica. E anche Gianluca lo ha detto che la Mammona ha fatto bene a prendere il carro perché forse non ce l’avrebbe fatta. – Soprattutto per via di quei benedetti piedi. Oh, certamente le sue scarpette sono graziose e civettuole di fuori, ma così terribilmente strette di dentro, nonostante le sue ripetute raccomandazioni allo scarpettaio. Ma venga con "ducia, Signora; ci sono tutti, e poi c’è la fedele Iride vicino. – Oh, cara Iride, che cammini appresso alla tua Signora (le poche volte che vi ho visto) e mi ricordi, per la forza dei contrari, un episodio della mia fanciullezza: quando conducevo il vecchio Prevosto Mons.

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Scurani a cena da Bertoldi a Reggio, dove avevo già portato il Cav. don Costi, e il venerando Prevosto si appoggiava a me che camminavo diritto e impettito, mentre lui dolcemente cunava da una parte all’altra, tanto da meritare il nomignolo di don Dindola; ma la tua Signora l’ho sempre vista dignito-sa ed eretta, mentre un po’ di dindola la facevi tu. Mi scusi, Signora, ma sono una linguaccia.Andiamo dunque, Signora, al nostro “Piccolo Colle”, dove tanti a!etti, tante ansie e travagli e speranze sono adunate.Vede, per Lei si fa un Rito nuovo. E’ veramente una grande festa, perché si arriva che è già tutto pieno e la moltitudine che la segue deve stiparsi nei viali e vialetti. C’è una Chiesa con una immensa cupola azzurra – c’è un altare illuminato e baciato da uno splendido sole morente – c’è nell’aria un dolce rincorrersi di meste melodie, e c’è soprattutto una selva di "ori, "ori, "ori! E in mezzo a tutto questo le più splendide corolle del suo casato: i bambini at-torno alla Mammona.Ah, Signora; me lo lasci dire, che tanto non le può più far male: tutta questa meraviglia è il tributo ad una grande Mamma, che ha tanto amato i suoi e per loro ha tanto pa-tito. Oh, se dovessimo aprire il capitolo della so!erenza! Tacerò, Signora, pur sapendo che i diuturni e lancinanti dolori, così vivi e forti anche nel solo ricordo, non le possono turbare la dolce e sorridente compostezza del viso. Tanto più che una buona parte dei dolori li ritrova con sorpresa tras"gurati nei radiosi sorrisi di Anna, di Mirella, di Arturo,di Piera, che le vengono incontro festanti.

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Ah, Signora, che viaggio, che partenza…… Certo il “Vecchio” rimarrà un po’ solo; ma credo che il suo ricordo, e l’attesa di rivederla con tutti gli altri, gli riempia gradevol-mente i giorni.Vada pure, Signora, non voglio trattenerla oltre. E mi scusi di averla così a lungo tediata. La saluto molto caramente e mi permetto di aspettare un po’ anch’io con il desiderio di rivederla. Lei è nella gioia: perché c’è stato anche il “segno”. Al ri-torno, mentre la sera cadeva, “un povero” venne a chiedere l’elemosina, e la Rosina si a!annò a raccogliere della moneta (come faceva Lei…) da consegnare al povero. Veramente, a pensarci ora, era più semplice mettergli in mano un pezzo solo. Ma spontaneamente, senza quasi pensarci, la Rosina ha radunato una manciata di spiccioli……… che avranno servito al pedaggio per il Paradiso: perché quel povero è stato mandato da “LUI”, anzi era senz’altro “LUI”, -

D. Mario

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(CO09038)

«Dio ci penserà Lui»

In questa lettera a suor M. Concetta di San Giovanni Evangelista (1934-2005), Carmelitana Minore della Carità, don Mario rivela una grandissima !ducia in Dio. In agosto aveva ricevuto la lettera che lo escludeva dalla Famiglia.

Fontanaluccia 21-11-63 Presentaz. di Maria SSma Al Tempio

Cara Sr. Concetta,ti scrivo in modo che la trovi appena a casa. Grazie molto della tua da Salso(1). Quello che Dio vuole o permette è sempre per il meglio. Spero che ti sarai rimessa: ti auguro di star bene perché c’è molto lavoro da fare. Continua a pre-gare e a…tribolare, se occorre, sempre per la Gloria di Dio e il bene della anime. Prega molto e fa pregare per me. Sto molto meglio in tutto.Andiamo avanti con molta "ducia. Dio ci penserà Lui.Salutami tutti, compreso D. Giovanni e digli di pregare per me. Uniti in preghiera D. Mario Pr.

(1) Suor M. Concetta era stata ricoverata per un periodo a Salsomaggiore (PR).

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(CB05006)

«E’ un Vescovo che non si può scrivere sulla carta...»

E’ indirizzata alle suore pochi giorni dopo l’ingresso nella Diocesi di Reggio Emilia del nuovo Vescovo di Reggio Emilia-Guastalla Gilberto Baroni(1), avvenuto il 6/6/1965, solennità di Pentecoste.

23-7-65 (Suore) S. Apollinare - Care Figliole in Domino et Maria-Sono stato 3 volte da Mons. Vescovo-E’ un Vescovo che non si può scrivere sulla carta e neanche stampare (vedi cartolina del Comitato); non sta… dentro in nessun recipiente perché scappa fuori da tutte le parti. Ha molto amor di Dio, perché lo semina dappertutto e amore alla Chiesa.Ha preso in mano il timone della Barca di S. Prospero e la sta guidando con braccio sicuro. Credo che l’unica cosa che dobbiamo fare ora è montar sulla barca e basta.Andremo dove vuole, staremo come vuole faremo quel che vuole. E tutto in gioia e generosità. Ha preso in mano e nel cuore anche la nostra baracca e intende sempre più occuparsene con grande sollecitudine. E’ il Superiore e Padre di tutti noi. Ha creduto bene e così sia, che io riprenda in essa a fare l’impiegato-fattorino del Signore.Non veniamo meno alle grandi aspettative del Vescovo, che per noi è la Chiesa cioè Gesù Cristo Caro – Non deludiamolo

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che se mai iniezione di forza, energia, generosità, spinta ci è stata data, questa ci viene da lui – L’ha provato chi di noi lo ha avvicinato. Riprenderemo quindi i nostri antichi e naturali rapporti con in buono un sacco di preziose anche se dolorose espe-rienze – Non guardiamo indietro come la infelice moglie di Lot, ma avanti in Domino. Dio e la Madonna continueranno ad aiutarci e a loro sia sempre ogni onore e gloria e benedizione.

Amen- Vi benedico tutti a nome del Padre Vescovo-

DMario-

(1) Mons. Gilberto Baroni, nato a Gherghenzano (BO) nel 1913, fu ordinato sacerdote nel 1935 nella Basilica di San Luca a Bologna. Fu nominato Vescovo di Tagaste, ordinato nel 1954, posto come ausiliare del Card. Giacomo Lercaro, Arcivescovo di Bologna. Trasferito ad Albenga nel 1963, fu nominato Vescovo di Reggio Emilia il 27 marzo 1965. Il solenne ingresso in Diocesi avvenne il 6 giugno 1965, Solennità di Pentecoste; fu amministratore apostolico e poi Vescovo di Guastalla dal 1973. Rimase in Diocesi "no al 1989. Morì a Bologna il 14 marzo 1999. Dopo il suo ingresso in diocesi ha subito riammesso don Mario nelle sue funzioni, reintegrandolo in Famiglia. Ha autorizzato il viaggio esplorativo in Madagascar, inviando successivamente l’équipe missionaria. Ha accompagnato l’avventura missionaria con una lettera pastorale del 1968 “La Chiesa diocesana in stato di missione”. Ha promosso la Missione sia in Brasile che in India. Ha aiutato don Mario e la Famiglia nell’approfondimento teologico del carisma. Ha benedetto l’inizio del Ramo dei Fratelli della Carità nella sua cappella il 27 settembre 1972. Ha aperto nel 1979 il Sinodo diocesano, che si concluse col documento "nale dal titolo: “Annuncio del Vangelo oggi in terra reggiana e guastallese”.

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(VE01029)

«…ci guidi e sorregga con paternità piena»

E’ la brutta copia di una lettera a Mons. Gilberto Baroni, scritta a nome della Famiglia (suore ed ospiti) per ringraziare dei documenti del Concilio Ecumenico Vaticano II, apertosi solennemente a Roma l’11/10/1962 e conclusosi l’8/12/1965 e per ringraziare in particolare del Decreto “Perfectae Caritatis” sul rinnovamento della vita religiosa e per chiedere l’inizio dell’avventura missionaria in Madagascar.

13-1-6614-1-66

Ecc. Rev.mapermetta che la ringrazi, a nome di tutte le suore e

gli ospiti per la preziosa collaborazione prestata dalla E.V. assieme al S. Padre e a tutti i Vescovi, alla compilazione e approvazione delle Costituz. e Decreti del S. Concilio, così so!use di squisita e genuina carità – in modo particolare per la “Perfectae Charitatis,,

A mio mezzo le Suore si professano pronte a qualsiasi emendamento o rinnovazione delle nostre Regole e a «cor-rispondere prontamente alla divina vocazione e al compito che oggi devono assolvere nella Chiesa».

Ci siamo permessi di scoprire nel presente Decreto Conciliare, che abbiamo letto e cominciato a meditare, una implicita approvazione delle nostre povere regole, quando al

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N° 8 del Decreto abbiamo letto che fra i di!erenti e molte-plici doni della Grazia dello S.S. vi è anche «chi fa opere di misericordia con gioia» Voglia il Signore che permanga sem-pre in noi questa gioia. E voglia V.E. incaricarsi veramente anche se siamo un “pusillus grex,, per non fare mai mancare in tutti noi questa limpida e calda giocondità.

E giacché ci mettiamo al completo servizio della Carità nelle mani di V.E. abbiamo la ferma "ducia che V.E. ci gui-di e sorregga con paternità piena. Come pure, mi permetto esprimere alla E.V. due voti nella circostanza gaudiosa e pu-ri"cante di questo inizio di S. Giubileo:

1° che la grazia del Giubileo possa essere lucrata, una volta, da tutti gli ospiti che ne sono capaci, nella Casa di Carità dove si trovano.

2° che nel presente anno, che è pure per noi giubilare perché il 28 settembre prossimo si compiono 25 anni dall’u-mile inizio della nostra attività caritativa, ci consenta di ten-tare l’apertura di una Casetta della Carità, nel Madagascar dove già ci legano tanti nodi di a!etto e gratitudine.

V.E. voglia ricordare queste nostre povere cose alla S. Messa di oggi

Voglia accettare la modesta o!erta per la S. Messa rac-colta in tutte le 15 case.(...) La prego di distribuire come ricordo del I Giubileo lu-crato la “Perfectae Caritatis”, a ogni suora presente – dev. e a!. DMario

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(CO06178)

«…per una sempre più delicata, soave e piena comprensione della Parola.»

Don Mario aveva seguito con interesse il Concilio Vaticano II.Questa lettera risente del respiro conciliare per la forte sottoline-atura che don Mario fa del Culto della Parola di Dio. La Congregazione Missionaria Diocesana era composta di sa-cerdoti diocesani disponibili per condurre le Missioni al popolo nelle parrocchie e, in generale, per la predicazione.

28 2-66 Congreg. Miss. Diocesana del CleroAgli amici promotori del rinnovam. della N. Cong.Non posso essere presente, ma prego, umilmente,

di considerarmi con voi in piena comunione di Spirito per ridare "nalmente un assetto stabile ed e#ciente alla antica e gloriosa congregaz. dei missionari Diocesani –

In un tempo in cui la più immediata e tangibile ri-forma liturgica ha ridato tutta la doverosa importanza alla li-turgia della parola, mi sembra ovvio che nel clero Diocesano si vada a gara, non tanto per o!rire una generosa prestazione ai confratelli e ai fedeli per la di!usione della Divina parola, quanto per costituire in Diocesi un vero cenacolo in unione al Vesc. dei devoti cultori e fedeli interpreti della Parola di Dio – che insieme, qualche volta, possano studiare, appro-fondire, e pregare per una sempre più delicata, soave e piena comprensione della Parola.

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Quando proclamiamo o spieghiamo la Sacra Scrittura o la Divina Tradizione, sempre sorretti e guidati dall’ordinario magistero del Som. Pon e dei Vescovi – si at-tua e si opera in noi una vera strumentalità carismatica non aliena dalla carica messianica, profetica, apostolica, dei pri-mi propagatori del Vangelo –

Se non ne siamo sempre consapevoli e compresi, può essere proprio dovuto a una povertà e de"cienza nostra e a una mancanza di unità e coesione fra noi.

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(CO09045)

«I peccati premono nel Torchio»

Lettera molto signi!cativa, se letta alla luce della vita di suor Letizia del Bambino Gesù (1941-2009), Carmelitana Minore della Carità. In questo periodo si trovava alla Casa della Carita’ di Villa Argine, dedicata al I mistero doloroso “L’agonia di Gesù nell’orto” a cui fu poi dedicata anche la prima Casa della Carità in India a Versova (Bombay), il 21 giugno 1980, dove suor Letizia spese circa 25 anni della sua vita. Rientrata dalla missione indiana, Suor Letizia è recentemente scomparsa dopo una lunga malattia che l’ha progressivamente consumata !no all’incontro de!nitivo con lo Sposo.

Fontanaluccia 28-2-66

Cara Sr. Letizia,il mistero dell’agonia, è fra i più duri per tutti e in particolare per te – Durante la Quaresima e nella Settimana Santa capirai qualcosa di più (se è possibile per te!). Consolati che anche gli Apostoli ci hanno dormito su – ma potrà servirti il pensiero del Torchio che spreme sempre di più, sempre di più, per fare uscire il vino più buono che mai sia esistito – Non aveva det-to nella Cena che avrebbero bevuto il Suo Sangue? Ecco che comincia a gocciolare sul mondo e continuerà "no alla "ne del mondo nella Messa –I peccati premono nel Torchio: tutti i peccati di tutti gli uo-mini di tutti i tempi: soprattutto quelli dei suoi amici…Salutami tutti e sii brava D. Mario P.

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(VE01032)

«E’ la prima lettera che scrivo da qui»

A Mons. Gilberto Baroni don Mario scrive le prime impressioni pochi giorni dopo l’inizio della missione esplorativa in Madagascar (12 gennaio – 14 marzo 1967) con Francesco Casini(1).

Tananarive – 16-1-1967S. Marcello P.M.

Ecc. Revma e Carissimo Padre-Vescovo,è la prima lettera che scrivo da qui. Ringrazio Dio, la Beat.ma V. Maria, gli Angeli e i Santi tutti, V.E. e quanti ci hanno benedetti e salutati accompagnandoci con preghiere, per il felicissimo viaggio. Niente paure – nessuna emozione che non fosse di stupore e di gaudio. Orario perfetto – tempo meraviglioso – 11 ore di volo – sosta a Gibuti per 40 minuti. Di notte qualche città che si individua dalle luci – qualche pisolino – qualche leggera ballata. Verso l’alba pianure, de-serto, montagne, tutto molto squallido: verso mezzogiorno prima vista splendida di alcune Isole al largo di Madagascar poi la Grande Isola – verde, lussureggiante, in grandissimo contrasto con l’Africa. Si atterra bene, molta gente: oltre 120 viaggiat. D. Ganapini e P. Ermenegildo ci attendono. Grandi e!usioni – Verso Tana ci fermiamo in una località dove trovo numerosi P. Gesuiti di passaggio e un P. che è stato a Fontanaluccia. Poi incontro con P. Piergiorgio: gran-di pacche sulle spalle (anche dove abbiamo il “vaiolo,, in

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fermentazione!) e poi all’Arcivescovado : al sommo del colle della città, veduta splendida – S.Ecc. l’Arciv. ci accoglie con grande bontà ed e!usione e ci vuole suoi ospiti per tutta la permanenza. Ci mostra gli alloggi, dove convivono alcuni Sacerd. della Cattedrale e alcuni “fratelli,, per il Servizio –Dopo la S. Messa di ringraziam. a cena comune con l’Arciv. – molta festa dei vari Sacerdoti –

Il giorno dopo alcune interessantissime visite ai quartieri poveri, dove troviamo vecchie amicizie, poi da D. Ganapini a cena: serata con un po’ di baldorietta alla reggiana; poi Breviario in comune e noi a casa loro a letto. Sabato matti-na, dopo la S. Messa dalle Suore Carmelitane di Torino che sono nella parrocchia dei nostri preti, (immagini chi abbia-mo incontrato nella visita di ieri pomeriggio: il P. Anastasio Generale dei Carmel. Scalzi, che ben conosco e col quale fui insieme a Pisa a S. Torpè due mesi fa!) [Care Suorine (una 15.na) con una splendida residenza: ordine, pulizia, proprietà, buon gusto.... quindi possibili anche qui... e nu-merosissima gente che viene all’ambulatorio e molte ragazze alla scuola di lavoro... che tutti risentono e credo imparano e apprezzano il vivere delle Suore: le quali, fra l’altro, vanno anche nei posti più miseri – ] dopo la Messa, dicevo, S.E. l’Arciv. ci conduce in macchina a visitare le cose più note-voli: chiese e scuole, chiese nuove di Marazzi,... chiese da costruire (credo 6-7) ma per ora in votis, pre-Seminario – poi Seminari e in"ne la tenuta agricola della Diocesi (prima trappola per il Dottorone!) molto vasta.

Nel ritorno passiamo ad ossequiare S.E. il Delegato Apost. da qualche giorno Nunzio, S.E. Mons. Felice Pirozzi

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e facciamo gli auguri di onomastico. Molta signorile cordia-lità, bellissima residenza, splendida Cappella. Ci invita per i prossimi giorni.

Domenica: aiuto (come posso) D. Ganapini I^ Messa in un bel “ghetto,, – II^ Messa cantata alla parrocchiale. (D. P. Giorgio è in altre due chiese) moltissima gente – S. Comunioni – la Messa cantata dura 2 ore e 30 (e io non ho predicato!) Simpatica questa: alla "ne della Messa, prima della Benedizione "nale, D. Ganapini dà alcuni (numerosi!) avvisi – poi due Capi del popolo vengono in presbitero al microfono e fanno comunicazioni religiose, avvertimenti e reprimende: poi io dico 20 parole che D. Pietro traduce, tra larghi sorrisi ("nalmente) della brava gente che è stata 2 ore e 30 seria e... troppo composta, soprattutto i ragazzi... e "nalmente... li posso benedire !.....

Prime impressioni:moltissimi bambini, soprattutto nei quartieri popolari e qui moltissima povertà... e anche miseria e sporcizia: una bella Napoli dei quartieri più umili ––

Città immensa con enormi contrasti dalla più squallida miseria ai più lussuosi e ameni luoghi – Quasi tutto qui è francese e questo mi dispiace assai: ci sono anche alcuni ita-liani (agip – imprese) che scoveremo – molte scuole! (pare un pallino di tutti: Stato, Chiese, (protest. e Catt.) frati, suo-re speriamo bene!

Siamo stati anche in giro, un pomeriggio fuori Tananarive, facendo oltre un centinaio di Km. per scovare nella “brusse,, un amico malgascio: P. Ra!aele che è stato a Fontanaluccia oltre due anni – E’ dottore in Iure Canonico, civilissima-

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mente ospitato a Roma in S. Luigi.... dei Francesi, e ora par-roco di un distretto con 32 o 35 Centri e Cappelle da servire: è aiutato da un vecchio e valoroso P. Gesuita di 78 anni, che va in bicicletta (quando può) per trenta-40 Km. ––

Conclusione:abbiamo sentito l’odore che forse V.E. viene da queste parti: guardi di portare con sé almeno un paio di preti e qualche laico da lasciar qui un po’ di tempo: altrimenti la rimandano indietro subito!

Ci Benedica tutti: preghi e faccia pregare per noi tutti: io spero di mettere insieme un po’ di Fede, se il Buon Dio e la Madonna me ne daranno – poveramente ma ogni giorno ricordo tutti, tutti in Domino. dev.mo e a!mo

Don Mario Pr.P.S. Se non è troppo, chiedo che spedisca la presente a mia

sorella per quei di casa e le Suore, a cui ho mandato cartoline – (tanto quando l’ha letta, se ci riesce, non serve più – Scusi del mal scritto, forse è l’aria o altro : ma nel resto sto benissimo e sono molto contento – Dio mi aiuti –

D. Mario –

(1) Francesco Casini (1934-2009), agronomo, inviato dal Vescovo Mons. Baroni nel marzo 1967 in avanscoperta in Madagascar insieme a don Mario. Fu componente della prima équipe missionaria diocesana. È stato diversi anni a Fontanaluccia, accompagnato da don Mario e ha condiviso in vario modo il cammino della Famiglia delle Case della Carità "no alla morte.

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(MA01023)

«Carissimi Amici tutti di Fontanaluccia»

Lettera ai parrocchiani di Fontanaluccia durante il viaggio esplorativo in Madagascar con il dottor Francesco Casini. Per un disegno provvidenziale ciò che all’inizio era sembrato solo un’occasione per un aiuto morale e spirituale a Padre Dario Asti si è trasformato in una presenza reale in Madagascar.

28-1-67 Carissimi Amici tutti di Fontanaluccia

E’ ormai quasi un mese che siamo assenti da casa e ci trovia-mo fra questi nuovi amici del Madagascar - Ma ogni giorno pur essendo lontani siamo anche con voi e voi con noi perché ogni giorno ci incontriamo nella S. Messa – L’invocazione quotidiana delle nostre due Sante Lucia e Agata che abbiamo nel Canone, ce lo richiama, se lo scordassimo - Ripensando alla Pentecoste del 1959, quando stabilimmo qui nella nostra chiesa un patto di amicizia con il Madagascar alla Presenza di Mons. Arcivescovo Rakotomalala, molti di noi pensavano certo ad un aiuto morale e spirituale da dare a P. Asti e alla sua attività di Missionario; ma di#cilmente avremmo pensato che oggi fossimo in quattro amici reggiani ad abbracciare ed aiutare P. Dario - Ma la Provvidenza guida le cose e oggi ci troviamo riuni-ti nel distretto di P. Dario fra i tanàla a celebrare la festa di S. Agata.

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Non posso dimenticare Fontanaluccia e tutti gli Amici, "gli e fratelli nel Signore, specialmente nelle più intime no-stre ricorrenze, come la festa di S. Agata. Qui molte cose ci edi"cano, come il grandissimo numero di cristiani che pregano e cantano insieme e numerosissimi si accostano alla S. Comunione, gli innumerevoli bambini che con una ca-ramella fanno subito festa, la cordialità della gente; ma poi anche troppe cose ci addolorano: come la grande miseria di tantissime famiglie, la denutrizione generale, la immen-sa necessità di scuole e maestri e catechisti e il grandissimo sacri"cio dei Padri missionari, sopratutto nelle zone lontane dalle città – da questi luoghi vi mando un caro saluto, un ricordo a!ettuoso e un grande invito a pregare, pregare , per noi, per i Missionari, per la Chiesa che si sta formando con le sue grandi necessità: e insieme vi mando un invito a considerarvi voi ben fortunati, pur nelle modeste condizio-ni economiche: perché qui c’è solo una piccola parte di un immenso mondo di fratelli che non conoscono che pochis-sime gioie della vita e vivono da secoli fra stenti e fatiche, senza avere neppure un conforto nella speranza cristiana – Quando i cristiani della Chiesa occidentale avranno capito bene il problema Missionario, non solo per mandare pre-ghiere e o!erte, ma per imporsi un modo più cristiano di vita, per preparare più anime ad aiutare di persona il mondo missionario, allora si sarà capito Gesù Cristo, il suo Regno, la Salvezza di tutto il Popolo di Dio -

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(CO06083)

«…che mi faccia come mi vuole Lui»

E’ sempre spiritoso e familiare il tono delle lettere che invia alla Signorina Mercede(1).In questo scritto ringrazia, saluta quanti a"ancano la Signorina nella bottega, e raccomanda molte preghiere per le vocazioni e per sé.

Fontanaluccia 24-5-67 B. V. Ausiliatrice

Cara Signorina,la lettera mi ha fatto molto piacere: va bene i conti: continui così - Per me preghi come vuole: aggiunga pure: che non vada giù di strada; credo di non essermene a!atto o!eso. E’ una possibilità che abbiamo tutti se il Buon Dio non ci tiene la Mano! - E così per tutti gli altri! Ma la cosa grossa, a cui non mi so adattare, é la mancanza di vocazioni: vocazioni nostre, vali-de, molte, durature - tutto per andare avanti nelle baracche - e per la Missione -Ma si vede che andrà bene così: se lei mi fa una novena alla B. V. della Ghiara, chiedendo di farci conoscere la volontà di Dio per la Missione, mi fa un piacere. E lo dica con insistenza al Signore: che mi faccia come mi

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vuole Lui - Preghi molto: in bottega, da sola, in compagnia: riempia il negozio più che di alimentari e robe da vendere, di atti di amore, di preghiere, di sacri"ci – Mi saluti Ismene e Domenico: se ce la cavate a dire qual-che volta il Rosario insieme, bene –Ma non si potrebbe avere lì nel vostro angolo una Madonnina da dirci davanti il Rosario per quelli della borgata? Ci pensi su! Saluti da tutti. Sr. Maria voleva venire ma non é riuscita -È venuto Roberto, già due volte a cercarmi per suoi proble-mi – è venuto una volta con il papà – Ho detto loro di diventare sempre più amici Ci sono cose belle in vista – ci preghi su –Mi saluti tanto la Maria e la ringrazi molto per il bene che fa a lei e a tutti noi a tenere acceso il “lucignolo” del Tavernello – Spero di capitare quando Dio vorrà –La salutano tutti, anche i miei di casa –

a!. Don Mario P.

(1) La Signorina Mercede Orlandini (1914-1999) era una consacrata laica che si mise a disposizione della Famiglia secondo le indicazioni di don Mario. Nel 1949 andò a S. Giovanni di Querciola (R.E.) e lì, in qualità di maestra di asilo, aiutò Suor Gemma, poi andò a Fontanaluccia dove pure si occupò per anni, con molta dedizione, dell’asilo parrocchiale. In seguito don Mario la mandò al Tavernello, frazione di Castelnovo Monti, a gestire una piccola bottega di generi alimentari di proprietà della signora Ismene e in quel contesto fu una presenza importante di preghiera e di fede. Fece la professione (senza vestizione) il 2 ottobre 1959.

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(CO04094)

«Prega, fa pregare e trova soldi»

E’ indirizzata presumibilmente a Lorenza Marconi, !glia del dott. Pasquale Marconi, poco prima della partenza della prima équipe per la missione del Madagascar. Gianni era uno degli altri !gli di Marconi.

Reggio Emilia 10/10/1967

Carissima Lorenza, la baracca pare che funzioni; a partire siamo in dieci (ab-basso i preti!!!!) due preti, io escluso, tre suore, quattro baldi giovanotti, e una donzella…. di 57 anni, ma è tanto croce-rossina che viene anche lei. Ho mandato via una quarantina di lettere come quelle che invio a te – tutta gente Modenese e reggiana della bassa. Se tu credi mandarle a qualcuno della nostra ghenga di lì –va bene. Se ne vuoi delle altre ne ho… La partenza è condizionata ai visti del Governo Malgascio, ma la prossima settimana dovremmo andare all’ambascia-ta Malgascia a Roma con il Vescovo nostro e l’Arcivescovo Malgascio. Teniamo di scorta Mons. Sergio!!!! Speriamo che il tutto funzioni per i primi di Novembre. Prega, fa pregare, e trova soldi!!! Se puoi fare la corte a un bel dottorino che venga anche lui, ti a#do l’area che va da

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Piacenza a Bologna, ma con possibili escursioni anche fuori. Saluta tutti e per le pratiche di soldi rivolgiti a Gianni; lui sa tutto sui soldi.

Ti voglio molto bene D. Mario

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(MA01005)

«Un matrimonio… un po’ misto!»

In questa lettera di carattere informativo si parla del visto della prima équipe, prossima alla partenza per il Madagascar. Scrive a Padre Antonio Bucoli, gesuita, Vicario generale di Fianarantsoa, e a Padre Giuseppe Mangiapane, gesuita, direttore della Scuola di Ambositra.

Roma, 17/10/67

Rev.mo Padre,

S.E. l’Arcivescovo Mons. Gilbert si è incontrato ieri con il Vescovo di Reggio Em. e si sono perfezionati gli accordi, credo con soddisfazione da ambo le parti: l’hanno chiamato un matrimonio... un po’ misto, dato che se ne parla ora al Sinodo ! Abbiamo visto oggi il Signor Alfred BOTRALAHJ, inca-ricato d’A!ari a Roma e il Signor Console PRIORE: ci han-no concesso subito il visto per tre mesi, poi hanno preparato una lettera per il Ministro dell’Interno a Tanà, per il sollecito del visa per lungo soggiorno (almeno tre anni). Sono stati gentilissimi: attendiamo la richiesta tempestiva di Lei al Ministero e dall’Arcivescovo di Tanà, che abbiamo informato dalla cosa; come pure abbiamo scritto all’Amba-sciatore MONDAINI per l’aiuto in merito. Contiamo di riuscire a partire ai primi di novembre.

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Avendo tutti nel cuore

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Arrivederci e preghi e faccia pregare.

Devotissimo in C. J.

==========Rev.mo Padre Antonio Bucoli S.J. Mission CatholiqueFianarantsoa MADAGASCAR

Rev/mo Padre Mangiapane s.j.Direttore della scuola di Ambositra

Ambositra

Rev/mo Padre, solo ora siamo in grado di fornire dati sicuri per venire da Voi. Ci sono due sacerdoti, tre suore, un religioso, due laici ed una signorina come da elenco allegato. Siamo in attesa del “visa” e non siamo ancora sicuri di arrivare per l’inizio della scuola ma trattandosi di un gruppo notevole, penso che sarà così buono da aiutarci. Ci saluti gli amici, fermi i posti e arrivederci presto.

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Piccola raccolta di lettere

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Rev/mo P. Antonio Bucoli s.j.Vicario Generale a Fianarantsoa

Fianarantsoa

Rev/mo e Carissimo Padre, abbiamo visto S.E. L’Arcivescovo di Fianara a Roma, appena arrivato, visto Padre Lanz a Genova, ed abbiamo in-formato ampiamente Mons. nostro Vescovo e si è pensato di inoltrare a Lei e all’Arcivescovo di Tanà l’elenco delle perso-ne che verrebbero in Madagascar. Le abbiamo divise in due “equipes”: una per Tanà, per la quale L’Arcivescovo inoltre-rebbe domanda al Ministero ecc., come ha detto Lei; ed una per Lei. Non sono gruppi intoccabili, intanto vediamo di ottene-re il “visa”, poi vedremo; non saranno i soli... se Dio vorrà. Uniamo anche uno schema di regolamento, che può es-sere la base per accordi tra il nostro Vescovo ed i Vescovi missionari. Ho pensato di mandare gli elenchi anche all’Ambasciata Italiana a Tananarive. Se si riesce, con l’aiuto di Dio, ad ot-tenere il “visa” in tempo, pensiamo di fare la scuola regolare ad Ambositra, almeno per nove persone, due sacerdoti, tre suore, tre laici, una signorina. Ho scritto anche a padre Mangiapane, per i posti, veda anche Lei di parlare a Lui. Mons. Vescovo dì Tanà ha scritto a me da tempo che approva la scuola di Ambositra per noi. Per le spese siamo per ora completamente autonomi in quanto la Diocesi tutta si sta lievitando per la missione. Il gruppo di Fianara si presume che rimarrà, compatto

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per Ampasimanjeva; contiamo di completarlo con il medico e qualche religioso (?). Stiamo per andare a Roma presso l’Ambasciata Malgascia con S.E. l’Arcivescovo di Fianara per sollecitare al massimo le pratiche, sempre per... la scuola.

Elenco delle persone che desiderano avere il “Visa” di lungo soggiorno per il Madagascar.Gruppo di Tananarive:(1) Don Augusto Corradini fu Giovanni – nato ad Albinea

(Reggio Emilia) il 21/4/1923 – residente a Villaminozzo (Reggio Emilia) – celibe – sacerdote parroco -

(2) Casini dott. Francesco fu Ferrante – nato a Reggio Emilia il 13/1/1934 – residente a Fontanaluccia di Frassinoro (Modena) – celibe – agronomo – religioso.

(3) Suor Margherita, nata Elisa Branduzzi di Aristide – nata a Baiso (Reggio Emilia) il 24/4/1928 – residente a Fontanaluccia Frassinoro (Modena) – nubile – religiosa.

(4) Suor Lucia, nata Ghini Cecilia fu Virginio a Frassinoro (Modena) il 5/3/1925 – residente a Fontanaluccia Frassinoro (Modena) – nubile – religiosa.

(5) Suor Bernardetta nata Ferrari Maria di Celso a Ramiseto (Reggio Emilia) il 28/6/1938 – residente a Fontanaluccia Frassinoro (Modena) – nubile – religiosa.

(6) Sig./na Roteglia Miranda fu Paolo nata a Sassuolo (Modena) il 31/12/1910 ivi Residente – Nubile – croce-rossina – missionaria laica.

(7) Don Mario Prandi fu Giovanni nato a Reggio Emilia il 6/2/1910 – residente a Fontanaluccia (Modena) – celibe – sacerdote Parroco.

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Piccola raccolta di lettere

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Gruppo di Fianarantsoa:!"Don Giovanni Voltolini di Vittorio – nato a Reggio Emilia

il 31/1/1929 – residente a Scandiano (Reggio Emilia) – celibe – sacerdote – parroco.

!"Mario Predieri fu Enrico – nato a Viano (R.E.) il II/6/1918, ivi residente – celibe – religioso.

!"Tosi Dino di Angelo, nato a Monte"orino (Modena) il 2/6/1938 residente a Palagano (Modena) – celibe – infer-miere – Missionario laico.

!"Fanti Giuseppe di Filippo nato ad Argelato (Bologna) il 13/3/1943 – celibe – infermiere – residente a Corticella (Bologna) – Missionario laico.

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(CO04098)

«Le Missioni ‘costano’ parecchio»

E’ indirizzata a don Carlo Lindner(1), delegato nella Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla per le PP.OO.MM. (Ponti!ce Opere Missionarie), durante il primo viaggio missionario in Madagascar con l’équipe diocesana. Il Vescovo Mons. Gilberto Baroni aveva incaricato per le Missioni due sacerdoti: don Mario per il Madagascar e don Lorenzo Braglia per il Brasile(2). Don Mario era partito con l’équipe il 22 novembre 1967.

13-12-1967Carissimo D. Carlo,credo che tutto sia avvenuto per volontà del Buon Dio!Mons. Vescovo, al quale ho parlato qualche volta di lei mi ha detto pressapoco così: lascia stare D. Carlo in questa fac-cenda (la nostra venuta in Madagascar) lui deve fare un altro preziosissimo servizio per le Missioni!Ho provato anche con D. Braglia, ma mi ha detto anche lui che è un’altra faccenda la nostra.Credo che trattandosi di una “esperienza” Mons. Vescovo non si voglia troppo compromettere… anche se alla Ghiara (dove io non c’ero!) ha concelebrato con i partenti.Comunque: le posso dire con tutto il cuore che le Missioni “costano” parecchio: di so!erenze interiori intendo. Ed è giusto, perché troppo spesso si vede da molti solo l’aspetto di assistenza di preghiera e soprattutto di “soldi”. Ma il trava-

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glio interiore che può costare questo lavoro, forse lo provano in pochi (almeno fra i preti). Credo che sia buon segno. Ci aiuti con la preghiera molto!Penso che D. Ganapini le avrà inviato la sua relazione del nostro arrivo, assieme alla nostra lettera, e le notizie le avrà avute.In questo giorno di S. Lucia, che per me è stato particolar-mente penoso (non per l’assenza da casa beninteso) mi per-metto questa con"denza sperando che mi capisca e la tenga per sé. Mi ricordi molto al Signore e riceva con vera e!usio-ne di cuore gli auguri più cari di Buone Feste a Lei, a tutta la sua Famiglia e ai collaboratori Missionari.Spero di ritornare fra non molto e di venirla a trovare.Faccia pregare molto per le Missioni! La saluto in Domino dev. D. Mario Prandi

(1) Can. Carlo Lindner, nato a Reggio Emilia nel 1903; ordinato sacerdote nel 1935, morì nel 1990; fu canonico del Duomo, insegnante e cappellano del lavoro. Fu uno dei maestri, anche con i suoi scritti, della nostra Diocesi. Come responsabile delle PP.OO.MM. fu promotore dell’animazione missionaria della Diocesi, in attesa della nascita del Centro Missionario Diocesano.

(2) Don Lorenzo Braglia, nato nel 1928, ordinato sacerdote nel 1955, promotore del Gruppo laicale missionario dal 1959, ha svolto attività di recupero per tossicodipendenti dal 1973. Svolge il servizio pastorale nella Parrocchia di San Giuseppe al Migliolungo (RE) dal 1988.

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(CO06082)

«Siamo completamente nelle Sue Mani, no!»

Si evidenzia la paternità spirituale di don Mario nei confronti della Signorina (Mercede Orlandini) che lui segue passo passo nelle più piccole situazioni di vita e a cui raccomanda l’abbandono completo nelle mani della Provvidenza.Mario e Vittoria sono sposi. Vittoria, che aveva vissuto per alcuni anni nelle Case della Carità, ha aiutato per molto tempo la Signorina nella bottega di Tavernello, vicino a Castelnovo ne’ Monti (RE).

Ambositra - 14-12-67 Eglise cathol.

Cara Signorina,anzitutto facciamo un bell’atto di Fede: siamo nell’anno della Fede! Quindi siamo tutti nelle mani del Buon Dio, che é il vero e unico Padre amoroso e provvidente: noi qui, suor Maria e gli altri a casa, lei al Tavernello - Se si ricorda, anche l’altra volta quando io venni in Madagascar, proprio lì al Tavernello maturò nella Vittoria il progetto e vennero le decisioni che sa: mi raccomando non maturi niente, non cambi niente, non progetti niente prima del mio ritorno, salvo ordini espliciti del Vescovo. Potrebbe anche darsi che qualche decisione presa in que-sto tempo non venisse proprio dal Buon Dio, ma dal mali-gno.

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Quindi si faccia coraggio in Lui - cerchi di far amicizia con qualche anima buona che venga a pregare con lei; si dia da fare per trovare qualche vocazione - per lo meno o!ra tut-to per questo: poi il Buon Dio e la Madonna ci penseranno loro! Io sono orientato (ma non riesco sempre) all’abbando-no completo nelle mani della Provvidenza, che poi si serve di ogni circostanza o persona per indicarci quello che vuole -Siamo completamente nelle Sue Mani, no! Quindi "no a luglio credo sia bene che continuiamo noi = dopo non so proprio come sarà. Ma mi pare che l’Ismene debba cercare qualcuno che le vada bene. Se si troverà, po-tremo cedere tutto: se no, ci rimetteremo al Buon Dio, che ci ha sempre aiutato anche nelle piccole cose. Non posso ora dire che ci staremo anche dopo luglio: non lo so, credo di no, ma non ne sono certo - Per quanto riguarda la sua o!erta: anzitutto quando si fa, bisogna farla con molto amore e molta gioia, non per dei dispiaceri. Quindi niente per ora! Solo cerchi di pregare e so!rire per tutto quello che oc-corre alle nostre Case e per la Volontà di Dio = basta così - Mi saluti Mario e la Vittoria e faccia loro molti auguri per Natale dicendo che preghino! Anche a lei auguro buone cose nel Signore - Continui a pregare molto. La saluto in D.no. (unisco un foglio per Ismene e uno per Mario e Vitt.) -

Don Mario

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(CO04099)

«…prepari la tua venuta»

E’ indirizzata a Ivano Amadei, medico di Ramiseto (RE), durante il primo viaggio missionario in Madagascar con l’équipe diocesana. Don Mario ha cercato a lungo e con tenacia di trovare medici e volontari per l’Ospedale di Ampasimanjeva.

Ambositra 16-12-67 Eglise Catolique Madagascar (io rimango qui "no a Natale, dal 5 gennaio p.v. ci sarà solo l’equipe )

Ivano carissimo,spero che ti sia arrivata la nostra prima lettera-circolare con le notizie che ci riguardano; eventualm. chiedi alle nostre Suore a Fontanaluccia, o a D. Elvo(1). Spero che tu stia bene, la Signora e la bimba pure e tutti i tuoi.Ti auguro con tutto il cuore Buone Feste. Ed ora a!ari!1) Mons. Vescovo di qui desidera al più presto un impegna-tivo da parte tua che nel 1969 ( febbraio- marzo) tu ti assu-merai la direzione sanitaria dell’ospedale di Ampasimanjeva; beninteso in collaborazione con la nostra equipe missiona-ria, per almeno due o tre anni.

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2) Conviene che tu prepari la tua venuta qui per l’estate prossima (giugno-luglio o agosto) per un sopralluogo o dei contatti.3) È indispensabile conoscere e parlare bene il francese. Ci vorrà anche qualche mese di malgascio (che potresti fare qui ad Ambositra presso i simpatici e cordialissimi Padri Gesuiti (è molto confortevole, qui!) nei mesi che precedono la sosti-tuzione del medico attuale. Le lezioni qui si svolgono da Novembre a giugno di ogni anno (quest’anno siamo in 44 allievi tra suore, laici e preti, di 3-4 continenti)4) Conviene che tu segnali le tue capacità ( specializzazioni) e il curriculum- e che sia pronto per ostetricia- malattie tro-picali e un po’ di chirurgia ( taglio cesareo…fatto qui con facilità!)5) Sarai come un fratello per noi, ma avrai una casetta per te e la famiglia; le suore e gli amici saranno di molto aiuto anche in casa, se lo gradirai- parlane con tua moglie e dacci assicurazione.6) Non lavorerai per puro amor di Dio, ma non contare su molto = eventualmente vai da Mons. nostro Vescovo e par-lane così pure per i viaggi esplorativi.Metti avanti passaporto e richiesta di visto di entrata.Se vuoi puoi metterti in contatto con P. Renato Lanz S.J.- via Petrarca 1- Genova-È il Procuratore delle Missioni dei P.P. Gesuiti in Madagascar ti potrà essere molto utile.Io spero di rivederti al mio ritorno: credo marzo prossimo. Attendo quanto prima riscontro- inviare = D. Mario Prandi – Eglise Cath Ilanivato Tananarive

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(1) Don Elvo Magnani: nacque a Cavazzoli nel 1911, ordinato nel 1934 e quindi compagno di classe di don Mario, morì nel 1983; insegnò al Seminario di Marola e fu parroco a Nigone. Fu grande amico ed estimatore di don Mario.

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(VE01034)

«…fare una cosa nuova»

E’ indirizzata a suor Maria e a tutti. Don Mario scrive durante il primo viaggio missionario in Madagascar per accompagnare i primi passi dell’équipe diocesana (22 novembre 1967 – 6 maggio 1968)

+ Antanimena Egl. Cath. TANANARIVE (nuovo indir. mio e di Fr.

4/1/1968Carissima Sr.Maria e carissimi tutti abbiamo ricevuto la posta il 2c. soltanto per l’ingorgo di Natale e perché eravamo tutti a Taná. Grazie in"nite a tutti: a te, a Lino Iotti, le Ragazze e gli amici, sr. Letizia, sr. Imelda (fai bene a brontolare con i Preti!) sr. Roberta, sr. Chiara, (grazie molt.me a D. Zanni, ma e la lettera?) sr. Silvia, sr. Teresa, sr. Vincenza, sr. Marta, sr. Agostina, sr. Agata, sr. Alda.

E a tutti i carissimi Ospiti per gli Auguri e le preziose Preghiere. Contraccambio di cuore a nome anche di tutti noi. – Il mese passato ad Ambositra é andato molto bene, salvo qualche piccolo inconveniente presto dissipato. Io mi sono rimesso sui banchi della scuola: sono il più vecchio! Deo gratias! Notizie spicciole ve le daranno le suore. – Tornati a Taná, meno D. Giov.e D. Aug. perché andati “in brusse per ministero”, abbiamo passato il Natale con i “no-stri” di qua: Notte Santa preparata dovunque da “sacre rap-pres.” ad Ampe"loa la borgata più povera di D.Gualdi con

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l’Arciv. che ha celebrato due Messe; per me Messa dell’Alba da P. Ermenegildo, con DISCORSO in malgascio... letto natural. e CORTO! poi Cantato Messa Solenne tutta in malgascio e discorso, più lungo ma sempre onesto; e bello !

D.Ganapini (ero nella sua parr.) ha suonato la sua bel-lissima Messa con splendido accompagnam. di “batteria”. Terza messa concelebr. dalle Suore di S.Gius. di Aosta che hanno ospitato in questi giorni le n/sr.: poi cena solenne. - Arrivati i n/preti, due giorni di riunioni plenarie di Preti, Frati, e moltissime suore. - poi Ritiri Spir. per noi tutti in una bella Casa di Eser. e l’ultimo dell’anno Concelebr. serale alla parr. e cena con Mons. ARCIV. dalle Suore Orsoline; canti, suoni e quasi balli!- Alla mattina del I° dell’anno, prima di fare i Complimenti solenni all’Arciv. e a un altro Vescovo da parte di molti Padri, abbiamo fatto, tutti noi riuniti, la prima impostazione generale delle nostre idee sul-la Casa della Carità da fare qui; era presente anche qualche prete malgascio e pare che venga capita bene. L’idea di fondo che si va pro"lando é di fare una cosa nuova non quello che fanno già altri, in favore di vecchi, ciechi, disgraziati, dei quali nessuno si occupa; siamo quindi in pieno nel nostro campo. - Dai Superiori si é già avuto una indicazione, che io ritengo provvidenziale, di una zona di ripopolamento situa-ta in un piano urbanistico già in via di edi"cazione da parte dello Stato, proprio ai margini delle Parrocchie più povere di D.Ganap.e D.Gualdi.

Pare anche che in seguito alla costruzione della CASA, e quando si è visto come funziona, ci venga a#data addirittu-ra la Parrocchia intera... da costruire: Chiesa, canon., Scuola

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e Opere parrocc. Vedete quindi che si pro"la un immenso lavoro; e non si può star lì a... pipare e a ragionare; biso-gna lavorare “in Domino et Maria”, pregare molto, so!rire e tutto il resto.

Per Francesco si pro"la un altro prezioso lavoro di boni-"ca in tutti i sensi nella zona dove lui opera di preferenza; ci sono andato anch’io e vi garantisco che a pochi km. da Taná, c’è da fare la Missione nel suo senso più largo. Se potete stare in contatto con della gente che possa capire queste cose e ci possa aiutare anche di persona, sarà un gran bene!

Per quanto riguarda a!ari: Francesco ti spiega molte cose nella sua vedi di fare quello che puoi. Io non riterrei inutile una piccola cerchia di persone che possono aiutare in questo campo.+ Per la RAPTIM di Roma, io non ho scritto niente. Spero che tu abbia mandato il milione . Se ci sono soldi mandaci I milione o un mezzo a questo indirizzo: Banque Franco-Chinoise pour le Commerce et l’Industrie-Annexe Jo!ré- TANANARIVE.E adesso alcuni, credo, saggi consigli:

Mi pare "nito il tempo dei convenevoli; qualche notizia la manderemo sempre e anche voi ce le manderete, ma noi gradiremmo che tu o qualcuno ci mandaste chiara la situa-zione delle cose che ci riguardano in Diocesi,cioè:

I) che cosa si dice, in bene o in male, della nostra venuta; 2) che cosa ne pensano genuinamente i Rev.mi Superiori; 3) che cosa ne dice in generale il nostro Clero; 4) che riscontro o reazione hanno avuto le nostre lettere,

sia la prima di richiesta di soldi, sia la seconda con le notizie, sia di quelle che manderemo;

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5) la nota esatta dei soldi che via via ricevete o degli impegni;

6) i contatti che potete avere con persone, Preti, Frati, Suore, Laici che dànno un certo a#damento di collabora-zione e una possibilità di inviare gente;

7) Dall’on. Marconi e dalla Famiglia non ho avuto nes-sun riscontro; potreste anche andarli a trovare; conterei mol-to su di loro;

Per l’Ospizio e le Case della Carità: I) come vanno, le novità più o meno dolorose che ci

possono essere; il giudizio di convenienza gradirei farlo io dopo che tu o qualcuno siete stati leali, schietti e chiari;

2) un certo andamento delle Suore, anche in via riservata; 3) come procede e che cosa fare per... le 400! 4) che cosa o che intendete fare per la CASA della

Preghiera; 5) se potete organizzare in tutte le Case un po’ di

Adorazione dalle otto o nove di sera per le Suore e altri che ne hanno voglia, una volta alla settimana: con o senza Prete.

Per la Parrocchia o Canonica: I) anche in via riservata, esattamente quel che succede,

le emozioni della Maria, le baracche dei preti, la faccenda economica ecc., ma come la vedi tu;

2) come va e come fa Lino e la Lori, in tutti i settori; 3) le funzioni e altre robe di Chiesa; i malati e vecchi

della parrocchia; 4) i ragazzi: se si può fare o si fa qualche cosa per loro per

le Missioni 5) le registrazioni dei morti, battezzati, matrimoni, le

spese, le Messe ecc.

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6) gli avvenimenti principali e della Parr. e della Dioc., eventualmente inviando Bollettino Dioc. o ritagli di giorna-li: perché qui non si sa nulla.

Naturalmente questa roba si farà gradatamente e distin-tamente poco per volta; poi il Buon Dio e la Madonna vi aiuteranno a capire le mie povere intenzioni. A!ermo qui di passaggio che la Missione costa molto, molto, molto.

Non ho avuto ancora alcun riscontro da D. Braglia, e questo mi dispiace un po’; se tu potrai discretamente since-rarti in merito mi farà piacere.

A D. Agostini(1) potrai, se credi, far leggere la presente; come pure a chi crederai opportuno, specie alla Maria; la prima parte la potresti mandare e far passare in tutte le Case, o farla anche vedere al Vescovo, prima di mandarla.

Ti unisco la lett. di Franc. e il resoc. inviato ai due Vescovi.

Saluto tutti tutti con tutto il cuore! Saluta i Preti; gli Amici ecc.

Preghiamo molto e con"diamo molto nel Signore e nella Madonna.

La Maria sarebbe disposta a venire qui se facciamo la Parrocchia? Molte benedizioni a Tutti e saluti da Tutti noi.

(1) Don Eleuterio Agostini nacque a Castelnovo ne’ Monti (“il più bel paese del mondo!” – dice lui) il 12/10/1923 e fu ordinato sacerdote nel 1947. Insegnò in Seminario e fu cappellano ad Albinea dal 1947 al 1954. Cappellano di San Girolamo (dal 1957 circa "no al 1970), stabilì con don Mario un forte legame di collaborazione e di amicizia e fu, da

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allora "no ad oggi, punto di riferimento per la formazione delle Suore e dei Fratelli. Negli anni in cui fece il prete operaio, dal 1971 al 1975, continuò a mantenere una grande familiarità con la Casa della Carità di San Girolamo. È stato parroco di Sant’Alberto di Gerusalemme (Reggio Emilia città) dal 1975 al 2009, dove risiede tuttora.

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(CO04106)

«Dio conduce gli uomini e le cose»

Uno dei grandi desideri di don Mario era creare occasioni di incontro e comunione tra Congregazioni. Ne è un esempio questa lettera indirizzata a suor Margherita, Carmelitana Minore della Carità, partita con la prima équipe diocesana per il Madagascar, che era stata accolta in convalescenza nella comunità di Analaroa, circa 100 km a nord della Capitale malgascia. Qui vivevano le Suore Orsoline di Verona e padre Emanuel Papo#, di origine italiana, medico, gesuita, che aveva aperto un centro per bimbi rachitici.

+ Tana 23-2-68 ore 23,30

Cara Margherita,Dio conduce gli uomini e le cose: Deo Gratias.Pensavo di vedere P. Papo! prima di partire, invece niente. Ho qui un pacco di lettere per te. Le lascio nel cassetto di Papo!, spero ti arriveranno.Tu continua a star lì "n che ti trovi bene e il medico ti dirà che puoi riprendere. Sono contento di tutto quello che il Signore dispone di noi. Domani partiamo per Ambositra e immagina chi portiamo per 8-10 giorni a rimettersi un po’?, Suor Margherita(1) di Anatiazo. Come vedi una Margherita ci va.Staremo via anche noi 8-10 giorni perché, dopo il Ritiro ad

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Ambositra io proseguirò per Fianara e poi Ampasimanjeva e penso di portare Mario – Dio ci sta preparando nuove sorprese: te ne scriveremo poi, ma sono buone e belle. Per Itaosy ancor niente: per Soavimbahoka attendo risposta da loro e dal Vescovo Nostro. Quando torno ci vedremo.C’è l’ultima lettera dei tuoi.Saluta le Suore e il Padre.Ringrazia molto. Non so come faremo a pagare tutti questi debiti.Ma Dio ci aiuterà. Prega e con"da nel Buon Dio e nella Madonna e tutto serve!La mia settimana di Esercizi è andata bene: almeno ha fatto bene a me! Bei posti! Ma 21 preti per una Diocesi 10 volte quella di Reggio. Dio provvederà.Però ci vogliono dei santi davvero non delle mezze-cartucce come noi.Ti scriveremo da Ambositra.Saluti cari e benedizioni

Don Mario e gli altri –

(1) Suor Margherita era una delle Sorelle di padre Andrea Gasparino di Cuneo, fondatore del Movimento Missionario Contemplativo “P. de Foucauld”. Insieme ad un’altra consorella rientravano in Italia e avevano lasciato per un anno la Casa di Anatiazo, quartiere di Tananarive, all’équipe reggiana.

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Piccola raccolta di lettere

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(CO06238)

«C’è veramente bisogno di una tua venuta!»

Nel 1967 Osvaldo Piacentini era stato nominato delegato al Consiglio Pastorale Diocesano. Per questo ruolo e per il suo prezioso lavoro di architetto, don Mario ha bisogno di un suo giudizio sui progetti nascenti in Madagascar.

Attenti alla v. dei ragazzi dal 22 c.ogni venerdì!! sorprese!!!

+ Fianarantsoa 4-3-68

Carissimo Osvaldo, dico sul serio: parlane con Mons. Vescovo, ma credo che la Missione reggiana ci guadagnerebbe non poco per una tua venuta turistica di 2-3 mesi – Credo che per la spesa può entrare nel conto della baracca – C’è veramente bisogno di una tua venuta! A Tanà stiamo pensando a una Casa della Carità che sia un po’ anche il pied à terre per chi viene dall’Italia (credo che di gente ce ne sarà). Se le cose vanno come spero, c’è un terrazzo meraviglioso in una collina dei dintorni di Tanà, ma ormai in città, di quasi un paio di ettari, dove si può fare un mucchio di cose: Casa e villaggio – Qui a Fianara, meglio, a 200 Km. da qui, in una regione interessantissima per la gente e per il posto, si preleverà l’O-spedale di Ampasimanjeva.

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C’è… molto da fare alla Missione! l’Ospedale è funzionan-te: occorre a#ancare Casa della Carità – e molto altro! – In ogni posto… missionari che fanno Chiese e Scuole… senza piani d’insieme, qualche volta, a cose fatte, si mangiano le dita per non aver previsto. Ma poi c’è tutto un mondo interessantissimo da vedere e scoprire – E’ naturale che il Dr. Marazzi sarebbe il primo a bocciare la tua venuta, ma per me e credo per la realtà, qui occorre che le cose siano viste in una certa maniera, altrimenti si rischia di non capire niente e nessuno. E credo che tu abbia la certa maniera. Penso che sarebbe molto utile al Cons. Pastorale, se tu venissi qualche mese – Perché c’è un lavoro enorme da poter fare in diocesi nostra a tutto bene"cio di chi sta lì: è ora che si svecchi e si scuota di dosso la sclerosi che la blocca (è un’i-dea del Vescovo) – E nell’anno della Fede ci può stare anche un tuo viaggio – Io tornerei dopo Pasqua: ma ci si può anche intendere – E Liliana(1) e i ragazzi? e i vecchi? e gli amici? Vi spero tutti bene e vi saluto molto molto – Dì ai ragazzi che ci aiutino e se vogliono francobolli malgasci me lo dicano – E Enrico(2)? e la Franca(3)? Saluta tutti e prega per me e per tutti noi. A!.mo – D.Mario Pr.

(1) Liliana Bussi: sposa di Osvaldo nel 1956.

(2) Enrico Bussi: fratello di Liliana.

(3) Franca Iori: "danzata di Enrico Bussi e sua sposa nel 1969.

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(CO04108)

«…buchi da colmare con vera carità»

E’ indirizzata al dott. Pietro Marazzi(1), titolare di un gruppo di ceramiche nel comprensorio di Sassuolo (MO). Fu scritta durante il primo viaggio missionario in Madagascar con l’équipe diocesana di Reggio Emilia.

28-3-68 Tanà.

Dottore carissimo, credo che sarà abbastanza al corrente delle nostre cose per-ché ho pregato Mons. Vesc. di R. di parlare con lei di nostri problemi e anche Sr. Maria. Anzitutto vi spero sani in fami-glia. La prego di salutare molto la Signora e i ragazzi; a tutti auguro Buona Pasqua di cuore. Mi permetto di pregarla di estendere gli auguri e salu-ti a tutti i suoi collaboratori e dipendenti dal cariss. Mario Orienti "no ai portieri, in modo speciale Masini, D. Adelchi le Suore. Mi lasci anche fare un gran saluto all’Ave e alla Ditta Ferrari Buona Pasqua. Ed ora caro Dott. le dirò che io non ho fatto niente: al-meno di costruito. Ho pregato, ho so!erto, ho predicato, ho girato, ho visto e considerato molte cose e ho trovato dap-pertutto buchi e buchi e buchi da colmare con vera carità: c’è un mucchio di gente, ci sono preti, frati, suore, poveri,

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fanciulle, pulci, pidocchi, topi, politicanti e intriganti; la-dri e prostitute, a!aristi, gaudenti, malati e malvestiti, co-lonizzatori e osservatori, “cinesi” che si in"ltrano, gente che si in"schia di tutto, ma dappertutto un enorme bisogno di amore vero, di vera Carità. Lei dirà che tutto questo è roba vecchia, che lo sa benissi-mo, che in Italia c’è la babilonia, che il dollaro fa l’altalena, che i sinistrorsi le gon"ano i “così detti” e via discorrendo: bene. Ma io me ne… frego di tutto e di tutti e non vedo altro che i buchi da riempire, che ci vuole Carità, Carità, Carità, ma quella con la C maiuscola, quella del Buon Dio e della Madonna. Mi sopporti ancora perché non l’ho disturbata molto con le mie lettere. Ho la pretesa, l’illusione, l’orgoglio smisurato di credere che la Casa d. Car. possa fare qualcosa qui come altrove. Siccome tutto è occupato, immatricolato, tutto è organiz-zato e mutuato e sindacacato e non è rimasto fuori niente… allora noi ci occupiamo del niente, cioè dei poveri, stupidi, luridi e malnutriti, storpi e sciancati e proviamo a produrre con quelli: ce ne sono dei giacimenti come i fondi marini. Punto.Allora: ecco i progetti per qualcosa di positivo. 1. una prima Casa non del tutto nostra, ma fatta secon-do i nostri ideali e adattata al luogo e ai costumi di qui, su un bel terreno, un po’rialzato e arborato (7000 m2. quadri) donato dall’Arciv. di qui per il primo impianto. Se arriverò a casa le spiegherò. Totale previsto: 5-6 milioni di qui = costa tutto il materiale il doppio di lì.

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È previsto un "nanziamento da elaborare nel quale lei non è disturbato. 2. acquisto in seguito (se approvato d. Dioc. di R.E. ) di uno splendido terreno a terrazzo (1 ha e 76 a) in posi-zione geogra"ca e spirituale molto adatta, per il quale c’è la piena approvazione e incoraggiamento dell’Arciv., del Cons. Episcop.del Pro-Nunzio, che costerà… 8 milioni e mezzo di frmg in contanti all’atto di cessione da parte della Congregaz. dei F.lli delle Scuole Crist= per questo terreno lei non dovrebbe impegnarsi perché è previsto un "nanziamen-to extra: le spiegherò. Su questo terreno lei dovrebbe costruire la Casa Madre della Carità per accogliere anche i Missionari italiani che il Buon Dio potrà mandare qui: perché adesso qui bisogna pagare tutto, anche il gabinetto, e non nei grandi alberghi, ma nelle case ospitali dei Religiosi e Religiose Missionari di qui: del resto anche loro fanno come possono. E non mi venga a dire che sono storie: perché io personalmente potrei anche cavarmela alla evangelica: ma ad altri non lo posso consigliare o imporre, e neanche lei lo farebbe né per sé né per gli altri. 3. nell’agosto pross. una parte dell’ “equipe” andrà ad Ampasim.va a 600 km al Sud per prelevare nei primi del ’69 l’ospedale esistente. È assicurata la presenza nell’èquipe di un medico italiano, con moglie e prole, a 25-30 mila al mese per tre anni (contro i 200 mila attuali che il caro Misereor paga mensilmente ai Medici Missionari francesi che sono stati qui 2 anni ciascuno). Ma con il ’69 cessa i suoi aiuti = e suben-trano i “ coglioni” italiani che lo fanno per amor di Dio.

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Come vede sono tre cose molto chiare, come la SS.ma Trinità, come l’acqua, il Sangue e lo Spirito, come l’idrog., l’ossig. e l’olio ( per le bombe atom.) e come le gambe indi-spensabili perché un trepiedi stia su. Mi pare che io sia un uomo tranquillo e felice perché il Padrone del Vapore è un Gran Signore, e Sua Madre una Gran Dama, l’economo è S. Giuseppe = siano benedetti tut-ti. Amen. Per cui: se Corghi, Lercaro e Baldassarri e Gorrieri e Dossetti e il “Borghese” e la D.C. e il Card. Ottaviani e Jonson sono nei pasticci o fanno dei pasticci, a me non me ne frega niente e ci penserà il B.Dio a tirarli fuori, se crede – E se lei ci aiuta, bene: come del resto siamo d’accordo, se no è lo stesso perché non casca niente, non si ferma niente e tutto va avanti lo stesso e la merda continua a colare lenta e inesorabile come una lava e "nirà per sommergerci tutti. perché è già a un bel livello e voi ci state bene dentro, buon pro vi faccia, io spero di andare in Paradiso, quanto Dio vuole. e lo spero anche per tutti, ma bisogna che si nettino un po’.Del resto il Buon Dio è sempre Uno e Tre, il sole si alza tutti i giorni e se uno non ha la prostata è un bel sollievo – Con il quale la saluto e l’abbraccio in D.no et Maria et Joseph. E mi saluti il Vescovo al quale voglio quasi più bene che a lei. D. Mario Pr.

(1) Dott. Pietro Marazzi (1907-1978), imprenditore ceramico sassolese, fu un uomo di spiccate capacità manageriali. Diede vita a Sassuolo, centro delle ceramiche, ad uno dei più rilevanti gruppi industriali che poi esportò in tutto il mondo. Ricco di umanità, profondamente

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cristiano e grande benefattore, fu amico e collaboratore di don Prandi come documentano le Agende di don Mario e le numerose lettere che il dott. Marazzi gli scrisse dagli anni ‘50 agli anni ‘70 (vedi Archivio di S. Girolamo). Don Mario trovò in lui un sostenitore prezioso nella costruzione di diverse Chiese e Case della Carità in Italia e in Missione (Madagascar e India).

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(VE01039)

«Una nuova !nestra»

Lettera inviata al Vescovo Mons. Gilberto Baroni e ai carissimi amici della missione, sull’animazione missionaria nella zona di Ampasimanjeva (Madagascar).

Pasqua 68 Ampva 14-4-68

Ecc. Rev.ma e Carissimi Amici Il grande e interessantissimo ambiente della foresta (Tanala) e della Costa (Antaimoro) ci ha trovati per qualche giorno tutti riuniti. Una sorpresa insperata ma graditissima: la venuta con noi e fra noi del Dr. Amadei di Ramiseto in viaggio esplorativo alla zona che assorbirà per tre anni le sue energie e capacità. Dopo tre giorni di Congresso internazio-nale di Medicina a Tanà (dove ha onorevolmente rappresen-tato l’Italia) è qui fra noi e non perde tempo, anche se questo lo a!atica non poco, per fare esperienze, contatti, sondaggi preziosi,– Siamo stati accolti con grande gioia dalla popo-lazione in ogni villaggio dove ci siamo fermati – Non sono mancati canti, danze, doni tipicamente locali – Squisita l’ospitalità delle suore del Prez. Sangue nella loro grande e bella dimora – Emozionante l’andata in piroga e soprattutto il notturno ritorno al di là del grande "ume Faraony che è il Signore della regione – splendido il pome-riggio di Pasqua sulle sponde dell’Oceano Indiano.

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Commoventi e a!ollatissime le funzioni della Settimana Santa ad Ampasimanjeva, mentre Don Augusto e Mario compiono le medesime nella capitale storica di Vohimasina a una quindicina di km e D. Giovanni in piena foresta in aiuto a P. Asti nella regione dei Tanala. Ecco alcune im-pressioni del nostro gruppo - Non abbiamo mancato di fare qualche registraz. cinemat. - Se il tutto funzionerà, potrà essere un aiuto per tutti voi a comprendere l’ambiente - Come avete rilevato dalla impressione l’animazione di tutta la zona è tenuta viva ed è in graduale aumento dall’o-pera instancabile, appassionata e intelligente di un autentico missionario: P. Roberto Dubois, da 16 anni nella zona – E’ un P. Gesuita francese di Lillà sulla cinquantina che incide profondamente nell’animo degli Antaimoro con una vita di autentica santità e donazione – Ne è testimone l’ammirazio-ne indiscussa dei cristiani e anche dei pagani, ma sopratutto la vita esemplare e integralmente cristiana di alcuni catechi-sti e capi del popolo. Ci sono in loro episodi che non hanno niente da invidiare alla vita travagliata ed eroica dei primi cristiani – Valeva veramente la pena che si aprisse nella no-stra chiesa di occidente una nuova "nestra: una panoramica nuova si o!re ai nostri sguardi e alle nostre ri$essioni, ma anche una ventata di fresca e autentica missione invade i nostri occidentali polmoni e v’è motivo di credere che ne re-steranno bene"camente ossigenati. Sia ringraziato il Buon Dio che ha riservato a modesti pionieri come noi l’esplora-zione e l’arricchimento di così preziosi valori - Uniamo come l’ha scritta, una simpatica lettera in fran-cese del nostro amico malgascio Pierre, che ci segue da tem-po e che è con noi nelle vacanze Pasquali –

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(CO04112)

«…lo Spirito di Dio c’è in voi...»

E’ indirizzata a don Giovanni Voltolini(1), sacerdote della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, Servo della Chiesa, responsabile della prima équipe diocesana reggiana in Madagascar, e a tutti.

Fontanaluccia, 15 Luglio 1968

Carissimo D. Giovanni e carissimi tutti!

Sono lietissimo del tuo ordine e della insistenza in certe cose: ho qui davanti tutte le tue lettere. – Non ho scritto prima perché… Vedi Francesco. –Sono contento che viviate in armonia e che facciate molta comunità: ricorda bene:

pregare insieme mangiare insieme

ma soprattutto parlare insieme di tutto il vostro mondo e anche di quello degli altri, se ne avete tempo. – Con quello Spirito che univa gli amici dei primi Cap.li degli Atti. –

Sono 34 anni oggi che sono prete e sono immensamente felice di esserlo anche se in Cielo, in terra e negli inferi non molti lo sono. – Ti dirò: sono anche contento di essere come sono, con un sacco di limiti e di miserie, ma anche con una

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grande "ducia nel Buon Dio e nella Madonna. – E anche nella vita che Dio ci ha aperto in molte espansioni: anche se è movimentata di dentro e di fuori e notevolmente co-stosa…., quasi da nababbi (intendo di so!erenza e di con-trasti). –

Continuate a lavorare in uno stile sempre più caldo di amo-re, di bontà di comprensione ecc. Credo pure che sia il Buon Dio (oltre il Vescovo!) che porta sempre più intesa e fusione con D. Ganapini e D. Gualdi, che mi saluterai tanto, tanto. – Mi secca ammetterlo, ma le cose vanno molto meglio me assente che presente. – E questo è vero anche qua, forse. – Va bene! Vuol dire che non farò che girare per non essere troppo scocciante e di peso per nessuno. –Ma non impressionarti, perché prevale un fondo di ottimi-smo notevole. –

Spero avrete ricevuto soldi – ve ne manderemo altri – Bene per i conti. – Bene per Mangiapane, che non ho ancora “contactè” in alcun modo, ma che spero di vedere. –

Il papà di P. Dario è venuto a casa, ma va sempre più giù. – Si teme la "ne da un giorno all’altro. – Preghiamo-

Per "lmine, vedi Francesco.

Per bobine: un po’ monotona quella dei lebbrosi; fate qual-cosa di più vivace, però vedete voi, ma è più valido "lmine e diapositive o foto. –

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Per Miranda, vedete voi: mi sembra bene per le suore restare con loro, ma anche qualche soggiorno ad Ampasim.va. –

La baracca di Ampasimanjeva ha bisogno di molta, ma mol-ta preghiera e anche del resto. – Cose grosse si stanno muo-vendo, ma riparlerò. –Non abusare della bicicletta!Saluta molto Giannetti e Ambasciatore. –Bene per le Messe. –

Giulio ha mandato i pezzi, meno il cavallotto che dovrebbe fare Mario. –

Per la casetta di IlanivatoNe ho parlato con il Vescovo. – Mi ha detto di andare mol-to piano perché non si può fare tutto il bene che si vede o che capita di fare. – Abbiamo due obiettivi ben chiari: Casa Carità e Ospedale. – Vedi anche tu che c’è l’espansione di Soamand.ai, che c’è Anatiazo, che c’è una parte di Ilanivato e Anosibè. – Non si può arrivare dappertutto. – Ad ogni modo, in un certo limite di appoggio e di aiuto si può fare qualcosa anche con loro e per loro. – Da non dimenticare che c’è tutto un programma che anche loro hanno inviato e che voi ben dovete vedere tutti e insieme, e tenerne conto. –

Mi compiaccio di tutti i progressi che fate in ogni cosa e spero continuerete: poi anche tu, caro D. Giovanni, cerca di capire che quando io o qualche altro non ci siamo lì, lo Spirito di Dio c’è in voi e se siete d’accordo voi, nello spirito, e veri"cate con i superiori locali la faccenda, io e tutti noi

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qui siamo d’accordo perché tutti e purchè tutti cerchiamo veramente quel che Dio vuole . –

Quindi bene per la inaugurazione e per tutto il resto, ma ci sarà qualcuno di noi, spero. –

In quanto ai conti e partecipazioni di qua, non aver paura che cerchiamo il meglio per inviare, per Zocco ecc.P. Zocco è già d’accordo per un conto a Mario. –

A Felina è andata molto bene. – Più di 200 preti e anche dei laici. – Vi manderemo il Bollettino, quando uscirà, con tutta la baracca. – Altre notizie ci saranno da Mario o dalle Suore. –

Ho fatto una tre giorni a Roma con D. Dino e gli amici per le carceri. – Ci sono cose che si svilupperanno e te lo dirò. –

Ti saluto e abbraccio caramente in Domino et Maria. –

a!.mo Don Mario Prandi

(1) Don Giovanni Voltolini (1929-2009), Servo della Chiesa, fu ordinato sacerdote il 5 agosto 1951. Fu direttore del Collegio San Giuseppe a Guastalla (1951-55), parroco di Ventoso (55-67) e missionario “Fidei Donum” in Madagascar dal 1967 "no al 1990. Rientrato in Italia, fu eletto Responsabile dell’Istituto secolare “Servi della Chiesa” "no al 2001. Fu poi nominato rettore della Chiesa di San Domenico città e dal 2002 al 2007 svolse il servizio di amministratore parrocchiale a Masone. Come responsabile della prima équipe missionaria in Madagascar, tenne rapporti molto stretti con tutta la Famiglia delle Case. Don Mario gli scrisse molte lettere, raccomandandogli di custodire lo spirito comunitario.

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(CO04113)

«Tutto quello che facciamo lo facciamo per Lui»

E’ indirizzata a Mario Predieri(1).

+Fontanaluccia, 23 Luglio 1968

Carissimo Mario,

Risposta alla lettera del 14.7.68 partita il 20/7 e arrivata il 22/7. –Spero avrai già ricevuto altre lettere. Va tutto bene ma non fermare il lavoro. –C’è nelle lettere qualche indicazione in merito. – anche per l’acqua ho già detto che va bene. – Mettiti d’accordo con P. Wagemans e con tutti quelli che è necessario e vedete di avvicinare autorità del fanjakan o che so io per ottenere ap-provazioni e aiuti e poi fate piani: tubi tanto, fossa tanto, giunti tanto, permessi tanto: per fare acquedotto ci vuole tanto circa; noi abbiamo tanto in cassa, occorrono soldi op-pure ne abbiamo. – Così per la luce: pali tanto, "lo tanto, mano d’opera tanto ecc. ecc. Totale: ci vuole tanto. – Mettiti d’accordo con Francesco, non c’è apposta? Per eventuali la-vori fate i preventivi (anche del tetto, delle "nestre e porte) dell’attrezzatura igienico-sanitaria fate dei preventivi, discu-teteli, poi fate voi. – Se avete dei dubbi domandate. – Così per giardino, attrezzature di casa, suppellettili; fate un po’ i

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conti, sentite dalle suore, vedete di trovare roba un po’ alla buona ecc. –Così pure per lavori fatti. –E dì a D. Giovanni che non sono pastorali le mie lettere e che anche lui deve discutere con tutti voi di quelle cose lì e mettetevi d’accordo come foste soli. –Soltanto a conti fatti (preventivi e consuntivi) dite a noi: occorre tanto. – Se arrivano subito, bene, se non arrivano arrangiatevi un po’. –Se tenete le mie lettere e un po’ le mettete in comune, mi pare che ci sia quasi tutto. A questo serve la comunità, per la quale occorre spendere il tempo che ci vuole e lasciar lì altre cose, se occorre. –Coraggio quindi, caro Mario e avanti che tutto procede bene. – Sarà perché io non concepisco di fare più niente se non veri"co con altri il da farsi, che mi fa ritenere così ovvio che vediate voi e decidiate voi. – Ma non in due o tre, ma tutti. –Perché rimane poi valido che se vi radunate tutti per quelle cose, c’è poi il Signore con voi. – Perché tutto, tutto, tutto quel che facciamo lo facciamo per Lui. –Mi pare normale spirito di fede. –Se non dico tutto in ogni lettera è perché le confrontiate e mettiate in comune. –Ti abbraccio con molta "ducia

a!.mo Don Mario

e ti benedico assieme a tutti gli operai, amici, fornitori ecc.

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Ti unisco una lettera di Sr. Luigina cheho trovato fra le mie, ma è tua; ma credo che tu l’abbia già letta. – Sr. Luigina è passataora da S. Giovanni ed è qualche giorno qui connoi a Fontanaluccia. –

(1) Mario Predieri nacque a San Giovanni di Querciola (RE) l’11 giugno 1918. Entrò a far parte dell’Istituto secolare “Servi della Chiesa”. Formato da don Giovanni Reverberi, parroco di San Giovanni di Querciola, collaborò nei primi anni di vita della Casa della Carità di S. Giovanni e partì poi con la prima équipe missionaria. Dotato di molto senso pratico e capace di svolgere lavori manuali di ogni genere, costruì materialmente le Case della Carità in Madagascar, a partire dalla prima, quella di Tongarivo. Visitava le Case della Carità in Madagascar ed era sempre disponibile per i più svariati lavori di manutenzione. L’amicizia con don Mario e con tutta la Congregazione fu molto grande e di fatto fu elemento di coesione tra i Servi della Chiesa e la Famiglia delle Case. Venne ordinato sacerdote il 26 luglio 1991. Negli ultimi anni della sua vita svolse il ministero sacerdotale a Fontanaluccia, dove morì il 31 agosto 2009.

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(CO04114)

«Tutti e insieme»

E’ indirizzata a don Giovanni Voltolini, Servo della Chiesa, responsabile della prima équipe diocesana reggiana in Madagascar.Non è datata, ma è stata scritta sul retro di una lettera a Mario Predieri inviata da Fontanaluccia il 23/7/1968

Carissimo D. Giovanni,

Oltre quello che dico nella lettera qui unita di Mario, ti prego di tener presenti le lettere tutte che arrivano quando possono, ma vi danno tutte le risposte che mi chiedete: per-ché io tengo tutte le vostre e copia di quelle che mando. –Qualche volta la risposta è evasiva : cioè desidero che de-cidiate voi, che vi impegniate voi, ma tutti e insieme, non qualcuno o ad uno per volta: o ci capiamo o non ci capiamo. – La comunità è quella lì, anche se fa perdere tempo: ma bi-sogna perderlo! Se nonostante il telegramma che io ho man-dato apposta perché ritardino, voi tutti, insieme avete deciso che vadano via… perché tutto è pronto, va bene, accetto la soluzione e non casca il mondo. –Ma fate così anche voi per il resto: badate che è valido quel che fate, se lo discutete e decidete con carità insieme e con tutti, non con dei … notabili o quali"cati o esperti. – Sentite bene, se necessario, anche pareri da fuori, ma poi decidete voi : qui c’è il Signore. –

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Ho l’impressione che Mario faccia un po’ da solo, che Francesco faccia un po’ da solo, che tu faccia un po’ da solo, ma è solo un’impressione: se a fatti non è così, forse ci va pregato su di più, da voi e da me, per capirci. –Perché arrivano, da te, sempre lettere così: allora con P. Zocco come facciamo?Allora Lei cosa ha deciso? Ha preso degli impegni? Allora ci mandate dei soldi?Allora come facciamo con questo e con quest’altro? – Vedi, D. Giovanni, personalmente scrivimi quello che vuoi: mi fa sempre piacere, ma per le cose comuni, mi pare conveniente che trattiate insieme: poi fate, se volete, un po’ di resoconto del come risolvete o risolvereste voi e mandatelo a dire, se credete. –Vedetevi, vedetevi, parlate delle vostre cose. – Mi pare che ci sia nel regolamento che conviene trattare anche e soprattut-to delle cose comuni, dei lavori, dei programmi, degli impe-gni, anche quando sembrano essere solo problemi di uno. -Ora che state costruendo la Casa, il problema N. 1 è quello, per tutti. – Poi i piani di Francesco, poi cosa mettiamo nella Casa (di roba), poi chi ci mettiamo dentro e così via. –E poi cantate, cantate e battete le mani e qualcosa che non fate voi, lo farà qualcun’altro o il Buon Dio. – Poveretto, lasciate anche a Lui di fare qualcosa, altrimenti si annoierà se combiniamo tutto noi, se precisiamo tutto noi, se ordi-niamo tutto noi. –Tieni le tue lettere, se puoi (fai copia) e vedrai che fanno un po’ ridere anche te quando le rileggi o le fai leggere a qualcuno. –

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Piccola raccolta di lettere

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Caro D. Giovanni, non te la prendere, ma ridi e sii contento e così gli altri. –Vi saluto tutti con grande cuore e con la voglia di tornare: ma capisco che vi imborso e allora staremo a vedere.

a!.mo Don Mario Pr.

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(CO04140)

«Comunione totale»

E’ indirizzata a suor Lucia di Santa Teresa di Gesù Bambino, una delle prime quattro Carmelitane Minori della Carità, componente della prima équipe diocesana missionaria in Madagascar.

+ Fontanaluccia, 23 Luglio 1968

Cara Sr. Lucia, sta chietina e fai il tuo lavoro lì. – Quando verremo giù ne riparleremo. – Per ora prega per Amp.va e basta. – Ma prega molto. – Grazie molte, come sempre, della cordialità e apertura che hai, ma adesso consolidiamoci lì e basta. –Basta, basta, basta e basta! Integrati con le Suore, la Miranda e i fratelli Francesco, Mario, D. Giovanni, D. Ganapini, D. Gualdi – basta - .Parlate insieme anche di eventuali pensieri che vi vengono, ma rimanete fermi a realizzare bene quel che state facendo. – Non andate a cercare altra roba e non accettate proposte da nessuno. – Lasciateli dire, stateli a sentire, date loro ragione, ma voi dovete fare la Casa della Carità lì e basta. – E per me, Casa della Carità vuol dire tutto quello che fa perno in voi. – Tongarivo – Soamandrakizai – Ilanivato – Basta – Basta – Basta. – E’ questa la volontà di Dio. –Vogliatevi bene, compatitevi, aiutatevi, ma parlate insieme dei problemi. – Leggi anche questa lettera a tutti, se credi. –

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Lavorate insieme, aiutatevi insieme, mettete tutto in comu-ne i vostri problemi. – E’ in questa comunione totale che c’è il Signore. – Se viene a qualcuno qualche voglia, mettetela in comune e poi mandatela via se è un po’ individuale. –E’ la più grossa rivoluzione che stiamo facendo: il bandire tutto quel che c’è di individuale (anche buono) se non entra nel piano comunitario vostro. –Ti saluto e benedico assieme a tutti. –

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(CO02008)

«…è il più bel regalo che abbiate fatto al Buon Dio…»

In questa lettera don Mario risponde ad una richiesta fatta il 26 agosto 1968 dalla Famiglia Nicolai di Roma. Si coglie la premura di don Mario nei confronti dei genitori di Padre Gabriele Nicolai, missionario in Madagascar.

State tranquilli che passeremo volentieri a ritirare quanto de-siderate mandare a P. Gabriele purché non sia roba di troppo peso o troppo volume, dovendo partire in aereo. La parten-za, salvo cambiamenti che non dipendono da noi, dovrebbe avvenire il 16 ottobre da Roma.Il 15 ottobre qualcuno si farà vivo.Pregate anche per noi e per quelli che devono partire e per le loro mamme e papà, che non so!riranno meno di voi.Però siate certi che è il più bel regalo che abbiate fatto al Buon Dio donando P. Gabriele: e il fatto che vi sia costato molto vuol dire che ha molto valore.Vi saluto tutti cordialmente. Dev. Mons. Mario P.

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(CO04119)

«Consolidatevi molto nell’essere, prima di fare»

E’ indirizzata a don Giovanni Voltolini, Servo della Chiesa, responsabile della prima équipe diocesana reggiana in Madagascar, e a tutti.

+Fontanaluccia, 28 Agosto 1968

Carissimo D. Giovanni e carissimi tutti,

Risposta alla tua del 19/8/1968. – Benissimo per i conti. – P. Zocco ha già avuto un accre-dito di 3 milioni che vi passerà. –Sono meravigliato e dispiaciuto per la faccenda dei 200.000 frmg. di Dogana. – Ma non è possibile fare niente? Com’è andato con il trattore? Non potete farla passare come dono alla Missione? Veramente dovevamo inviarla noi a Mons. Arciv. per Giuseppe, ma loro di Corticella hanno voluto provvedere per conto proprio. – Mandateci a dire qual’ è la ragione di questa enorme somma. –Poi vedi P. Beemsterboer e parlane con lui. –Va bene per Mario ad Ampas.va e per la sostituzione con Francesco e sta bene anche per lo spostamento a Tongarivo, ma fate che la Casa sia asciutta e pronta per non pigliar ma-lanni. – E poi P. Wagemans che mi ha scritto una lunga lettera sul furto subìto, raccomanda di far serrature robuste!

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P. Ermenegildo si ferma ancora un po’ e attualmente è a Milano e Torino per le sue faccende. –E’ arrivato P. Mangiapane e ha portato il "lmino e molte diapositive. –E’ andato in giro per le famiglie: Voltolini, Casini, Tosi, Branduzzi, D. Augusto, le Suore dell’Ospedale di Sassuolo, varie Case nostre e questa sera andrà a Civago e domani a Pavullo nel Frignano al Gruppo di Giovani di D. Mauro, il quale ha versato ultimamente altri 100.000 Lire. – Spero che si potrà anche andare dalle Suore di Palagano, domenica prossima e in qualche altra parte. –E’ carissimo e si adatta a tutto. – Poi fa lunghe conversazioni con Jeanne-Françoise e cantano insieme canti malgasci. – Jeanne va anche lei qualche volta ed è contenta. – Fa pro-gressi nel parlare italiano. –P. Mangiapane ha fatto anche una serata alla conclusione dei movimentati Esercizi di Ventoso, ma avrai notizie più dirette. –Io sono rimasto un po’ male di una intransigenza di D. Dino su certe cose: mi sembra eccessiva e intollerante, ma va bene lo stesso. – Dio giudicherà Lui quel che è meglio. –Va bene per Anosibè. – Ricorda sempre che sei anche il Padre dell’equipe italiana di Anatihazo – Tongarivo – Soamandrakizay. –Per quanto riguarda P. Bojè, dite che vada piano. – Però vedete voi quel che è per il meglio. – Credo che dobbiate accettare tutte quelle che chiedono, naturalmente cercan-do di sistemarle un po’ alla meno peggio, per un incontro continuato con voi. – Poi si vedrà se possono, alcune essere

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ricevute in qualche probandato o noviziato (meglio aposto-linato) di qualche congregazione amica, per le cose più ne-cessarie: leggere, scrivere, un po’ di formazione generica ecc. eventualmente andando come a scuola ogni giorno. –E’ certo un problema, ma va risolto da voi. – Sr Margherita può pensare ad organizzare un po’ la loro vita eventualmen-te prendersi un po’ lei, un po’ tu, un po’ D. Ganapini, un po‘ Riverdito, un po’ … qualche altro amico, la bazza della loro formazione al nostro spirito: soprattutto se nessuno vi accetta, comincia così la vera vita missionaria: e quella Casa di Tongarivo ha in previsione anche questo. – Fatene ogget-to di discorso fra tutti voi . – Credo che abbiate anche in francese le nostre Regole; anche se hanno bisogno di qual-che aggiornamento, conviene coglierne lo spirito e darlo, un po’ malgascizzato, a tutte quelle "gliole. – E’ un po’ la benedizione e … la Croce della Casa della Carità, se vuol di!ondersi, come forse avverrà, in tutta l’Isola. –Sr Margherita dovrebbe intendersene un po’. – Poi avete del-le care suore che vi daranno una mano. – Siate molto aper-ti, comprensivi, ecumenici e conciliari, soprattutto. – Poi il Buon Dio vi aiuterà. – E’ certo più facile, anche se laborioso e problematico, un inserimento pastorale e ministeriale in una o più parrocchie, dove c’è già una struttura, o dove altri guidano e dirigono, che inventare di sana pianta, o quasi, una nuova mentalità, basata sulla Carità e sul Vangelo, per di!ondere anche nel Madagascar, se Dio lo vorrà, questo nuovo stile: di andar d’accordo noi, prima di far qualcosa per gli altri; poi andar d’accordo con i Poveri: merce molto richiesta e molto rara nel mondo. –

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Caro D. Giovanni e cari tutti: se ci lasciamo guidare dal Buon Dio, può darsi che, se anche buoni da niente, possia-mo conquistare la luna. –E questo sia detto anche per Pierre e per vocazioni maschi-li, che non mancheranno per i Servi della Chiesa o Fratelli della Carità – e di questo basta. –Per i diplomi degli Infermieri: io sono sicuro di averli portati dal Dr Giannetti all’Ambasciata Italiana per farli tradurre: mi sembra strano che non li abbiano là. – Ma avete cercato o fatto cercare con cura all’Ambasciata?Ho visto oggi il Fratello Marista, cugino della nostra Suor Maria Rosa e anche letto la lettera delle Suore. – Sono con-tento anche di questi incontri. – Lui ci ha portato notizie fresche, che tutto va bene; anche per gli Esercizi ringraziate Dio e le Suore. –E poi pensate anche qualcosa per gli uomini. – Mi raccomando… gli stati d’avanzamento di Tongarivo da fare chiari e documentati perché Marazzi non ci dà un soldo, se non si fa tutto come vuole. – Non è il momento di discu-tere la faccenda. – Prendi atto. – Raccomanda a Francesco e Mario di essere precisi in merito. –Salutali tutti. – Ho già fatto tutto l’incarto per il visto di entrata per 7-8 persone, per ora. – I sicuri sono: Sr Augusta, Sr Giuliana, l’Augusta Bon"glioli, Nadir e Pier-Giorgio Asti. – Ho appena sentito per telefono D. Dino che tu… hai progetti per Nadir. –Per amor di Dio, vai piano con i progetti. – Nadir è uno di quelli che dovranno fare la scuola regolare ad Ambositra. – Almeno qui abbiamo pensato così e con lui Sr Augusta e la

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Sig.na Augusta. – Gli altri no. – Ti prego e con te gli altri, di non lasciarvi prendere da… quel che c’è da fare o che si può fare: ma consolidatevi molto nell’essere, prima di fare. – E’ quel che ha rovinato molta gente: questa fretta e smania del fare. – E’ naturale che ce n’è bisogno : ma anche al tempo di Gesù ce n’era tanto bisogno e ce n’era tanto da fare, ma Lui ha fatto quel che ha fatto: cioè molto poco, ma ha immesso tanta forza in quel che ha fatto!Spero che Dio vi aiuti tutti.- Vi saluto e abbraccio tutti voi e anche gli amici vostri da parte di tutti noi. – Il seguito al prossimo numero!

a!.mo Don Mario Prandi

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(MB01032)

«Prega il Buon Dio perché è Lui l’oggetto principale in tutta questa faccenda.»

Federico Romiti era probabilmente uno studente in medicina prossimo alla laurea, che si era reso disponibile per l’ospedale di Ampasimanjeva. È una lettera scritta in duplice copia, una manoscritta e l’altra dattiloscritta. Da quest’ultima risultano luogo e data: Fontanaluccia 3 settembre 1968.

Carissimo Federico mi spiace molto di non essere stato a Casa Domenica sera; ma sai un po’ come sono: qualche impegno mi scappa per distrazione o perché non l’ho chiaro o notato; qualche impegno mi salta perché altri... non meno importanti si so-vrappongono. Ma fa niente. - Bisogna però che tu mi faccia avere un curriculum com-pleto di Te con date precise di Laurea e studi fatti ecc. e di arruolamento – Io penso di scrivere al Ministro Medici per questa faccenda. E’ molto sensibile, perché l’anno scorso fu lui, sebbene non ministro, a far partire il Dr. Rotteglia da Sassuolo per la Somalia – E già io parlai della necessità che avevo di un medico - Tu però sii molto bravo: "nisci bene le tue cose (esami – laurea ecc.) e poi prega il Buon Dio perché è Lui l’oggetto principale in tutta questa faccenda.

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Ti saluto caram. e molti auguri

a!.mo D. Mario

__________Gent.mo SignorFederico Romitic/o Cuoghi-RighiVia N. Festasio, 12Modena

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(VE01040)

«…ripensare molte cose…»

Lettera inviata al Vescovo Mons. Gilberto Baroni. Don Mario esprime le ragioni per cui ritiene opportuno rimanere a casa e inviare in visita in missione per la prima volta suor Maria (novembre 1968).

+ Fontanaluccia, 9 Settembre 1968

Eccellenza Rev.ma,

Le invio:

1-) la situazione attuale nostra in Madagascar, come da richiesta2-) una circolare del Direttore del corso di malga-scio ad Ambositra, che è bene che legga3-) una copia delle risposte già inviate a Don Carlo per la “Roccia”, se Le può servire4-) una copia della lettera al Dott. Marazzi, con il resoconto delle spese sostenute a tutto Agosto per la Casa di Tongarivo. -

Mi permetto pure informarLa che al termine del primo corso di Esercizi a Pietravolta, predicato da Mons. Mora, molto gradito e penso e#cace (e per questo ringraziamo an-che V.E. come penso le Suore avranno fatto a Monsignore), le Suore hanno tenuto un Consiglio, leggermente allargato,

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per esaminare alcune mie proposte che riguardano la mia non parrtenza, per ora, per il Madagascar ed alcuni altri pro-blemi. -

Avevo riassunto così le ragioni che io ritengo valide per rimanere a casa un po:

a.) sono un po’ stanco e "no alla partenza (16 ottobre) non potrò riposarmi gran che

b.) credo urgente l’avvio della Casa della Preghiera a Pietravolta(1). - Io la ritengo indilazionabile. – Si co-mincerebbe con 4-5 novizie e qualche Suora volontaria che verrebbe temporaneamente (10-15 giorni) dalle va-rie Case.- La Casa della Preghiera avrebbe inizio dopo la partenza del gruppo per il Madagascar

c.) questo consentirebbe a me di fermarmi abitualmente a Pietravolta e potere cosi ripensare molte cose : della “Congregazione”, della Parrocchia, del Vicariato... della Diocesi, della Missione e dell’anima mia

d.) potrei anche tentare di rompermi la testa cozzandola contro quelle di Don Dino e Don Dossetti, per un’inte-sa almeno nella formazione di base degli elementi che il Buon Dio ci manda

e.) Suor Maria si renderebbe conto di persona di alcune si-tuazioni di laggiù e soprattutto dell’impianto della nuova Casa, del clima morale e spirituale delle Suore e ragazze ecc. E vedere anche lei con altri occhi dei miei, e sentire con le sue orecchie la opportunità o meno delle nuove fondazioni. -

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Taccio gli altri ventidue motivi che convaliderebbero la mia permanenza, per ora.-

Naturalmente le Suore avevano votato e il loro parere era che andassi giù io, - Ho provato, non so se con molto calore, a riprendere gli argomenti, ma sono rimaste del loro pare-re.- Allora ho detto che Mons. Vescovo aveva riconosciuto buone queste ragioni per via dei “tempi lunghi” e loro sono rimaste di stucco. - Ho suggerito di formare una commis-sione di tre Suore che con Suor Maria avrebbero discusso la cosa con V.E. E verranno presto, se V.E. le riceverà, come credo sia molto conveniente. - Poi mi diranno i risultati. -

La ringrazio e Le porgo i miei rispettosi ossequi. –

(1) Don Mario iniziò a scrivere riguardo la Casa della Preghiera nel 1953, anche se ancora non sapeva dove dovesse sorgere. Coltivò a lungo negli anni, come documentano diversi scritti, questo desiderio di una Casa in cui le suore potessero ritemprarsi e fare rifornimento. “La Casa di Preghiera: la stiamo facendo… stiamo facendo il nido, il nostro nido. Ci andrà chi ci andrà, non importa (…). Lì nasceranno gli uccellini che poi voleranno via. Ma per farli nascere ci vuole un nido caldo… e noi lo stiamo facendo: la Casa di Preghiera!! Voi ve lo dimenticate, ma io no! Ci andrà chi ci deve andare, ma il nido ci vuole. E la Casa della Carità non è completa se mancherà questo nido, questa gemma.” (da un’omelia del 15 luglio 1966 contenuta in “A maggior gloria di Dio” pag.161). Il 5 novembre 1968 ci fu l’apertura della Casa della Preghiera a Madonna di Pietravolta nella Parrocchia di Fontanaluccia, con il Noviziato composto da Clara Bizzarri (suor Vittoria), Argia Lodi (suor Grazia), Eva Simonazzi (suor Ludovica), Anna Cervi (suor Cristina) e suor Ra!aella che per un

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periodo sarà maestra delle novizie. Dopo quell’anno il Noviziato si svolse in parte a Fontanaluccia, in parte in San Girolamo. Nel 1984 fu in Via Gabbi a Reggio Emilia e il 25 gennaio 1986 fu inaugurata la Casa del Noviziato nella parrocchia di Santa Teresa (RE).

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(CO04151)

«Lavoro missionario»

E’ indirizzata agli amici della Missione, per informarli delle attività delle nostre missioni diocesane in Madagascar, Brasile ed India.

Casa della Carità, Sassuolo, 23 Settembre 1968

Carissimi amici della Missione in Madagascar,

Credo di dover riprendere io i rapporti con voi, perché i nostri amici di Madagascar, si sono messi al lavoro e tro-vano solo il tempo di scrivere ai famigliari. –

La salute è buona di tutti, così mi dicono. – Don Augusto, Dino e Giuseppe sono già nel lavoro all’ospedale di Ampasimanjeva e nel distretto circostante. – Attendono l’andata di Mario e forse della Sig.na Miranda per comple-tare il quintetto. – C’è un po’ di adattamento da fare, per-ché il clima, il cibo, l’ambiente è diverso dall’altopiano. – Sono al di là della grande foresta, verso la costa dell’Oceano Indiano: meno strade, meno comunicazioni, meno compa-gnia di europei e lavoro più duro. – Sono entrati veramen-te nel lavoro missionario, che non è certamente turismo. . Ma la Grazia del Signore che li ha sospinti non verrà certo meno. – E la nostra amicizia di qua, dovrà intensi"carsi e a#narsi per sostenerli moralmente e spiritualmente di più. –

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Gli altri, cioè, Don Giovanni assieme a Don Ganapini e Don Gualdi, le tre Suore e il Dr. Casini, lavorano ormai per ultimare e approntare la Casa della Carità di Tongarivo, per accogliere presto i primi ospiti. – Anche per loro non è facile la vita e il lavoro; ma le condi-zioni d’ambiente sono più favorevoli. – Contano di inau-gurare la Casa nel prossimo Novembre; forse nella festa di S. Prospero, a un anno preciso dalla andata in Madagascar. – Molti problemi ci sono ancora da risolvere e… molti soldi da spendere, ma anche per questo si conta sul costante aiuto della Provvidenza, attraverso i nostri numerosi amici di qui. – credo che il viaggio di Mons. Vescovo in Brasile, la splendida relazione che Egli ne ha fatto alla presenza di quasi tutto il Clero Diocesano, l’entusiasmo con il quale è stato accolto l’annuncio dell’aiuto e solidarietà anche con l’India, dove lavora da nove anni la Dott.ssa Bianca Morelli, nostra eroica concittadina, il probabile viaggio del Vescovo in Madagascar l’anno prossimo, il progetto del Consiglio Presbiterale di preparare una o due giornate diocesane in tutta la Diocesi per le nostre Missioni, l’animazione che va a!ermandosi in Diocesi, tutto questo ci fa sperare un ge-neroso aumento di solidarietà, simpatia, sostegno per tutti i nostri Missionari. – La Grazia del Signore sta preparando per tutto il Popolo di Dio un risveglio spirituale che farà bene a loro e a noi. –

Si sta intanto preparando una nuova équipe di Missionari che partiranno l’ottobre prossimo per il Madagascar. – Due nostre Suore della Casa della Carità, Sr. Augusta Zannoni e

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Sr. Giuliana Beltrami, il Servo della Chiesa Martello Nadir, il giovane laico muratore-carpentiere Pier Giorgio Asti di Fontanaluccia, la Sig.na Augusta Bon"glioli, infermiera, di Reggio Emilia. – A questi si unirà per un periodo di tempo di lavoro con loro, il Dr. Giorgio Max e la sua Signora di Milano e la Signorina M. Teresa Sacco, crocerossina pure di Milano. –Accompagnerà l’équipe, Sr. Maria del Carmine, Superiora delle Case della Carità e la Dott.ssa Laura Bergomi di Reggio Emilia, per un viaggio esplorativo, a cui può darsi si aggiunga qualche altra persona amica. –

Il sottoscritto per questa volta non parte. – Penso di fermarmi qualche mese a casa per avviare alla Casa di Preghiera di Pietravolta una serie di incontri di giovani e ragazze per un ausiliariato, sia per le Case della Carità, sia per le Missioni. – Si rende sempre più necessario a#ancare qui da noi le nostre Case della Carità di generosi che posso-no prestare un prezioso servizio di ausiliariato temporaneo nell’assistenza ai nostri ospiti. – Senza togliere nulla al va-lore formativo e apostolico comunitario, che si può trovare in permanenze più o meno prolungate al Cottolengo di Torino, a eventuali campi di lavoro o di Emmaus. – Credo che valga la pena, forse per gruppi non troppo numerosi e per esperienze anche singole, una permanenza di qualche tempo nelle Case della Carità. – Può essere una veri"ca del nostro amore e della nostra disponibilità verso i più poveri e diseredati dei nostri fratelli che ivi sono ospita-ti, una esperienza di una certa comunità nella Carità, “un

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prolungamento naturale” – per dirla con parole di Mons. Vescovo – “della liturgia della Parola e della Eucaristia”. –

Mi pare molto conveniente che chi desidera fare una prestazione di questo tipo, debba passare qualche giorno di informazione e preparazione a Madonna di Pietravolta. – Come pure mi pare conveniente avere un centro di incontro per un eventuale ausiliariato per le Missioni in Madagascar, al detto Santuario. –

E’ assicurata una conveniente accoglienza e ospitalità per quanti desiderano informarsi e prepararsi anche a par-tire per la Missione. –

Non si domanda contributo di sorta. – La Provvidenza continuerà ad aiutarci, come ha fatto "no al presente. –

Cari amici, mentre ripeto un grazie riconoscente a quanti ci hanno in un modo qualunque aiutati e sostenu-ti "n’ora, mi permetto punzecchiare e stimolare quelli che avessero fatto troppo poco. –

Scrivete ai nostri Missionari! Dio vi aiuti e benedica tutti. a!.mo Don Mario Prandi

Indirizzi

%  Equipe “Don Mario”

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Fondation Mèdicale Ampasimanjeva par Sahasinaka (F.C.E.) Madagascar

%  Communauté Italienne Eglise Catholique – Anatihazo Tananarive (Madagascar)

%  Equipe ItalienneMaison de la CharitéTongarivo – TanjombatoTananarive (Madagascar)

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(CO04156)

«Qui ci vuole un medico»

E’ indirizzata a Maria Baroni, dottoressa di Castelnuovo ne’ Monti (RE); instancabile la ricerca di personale medico e paramedico fatta da don Mario per l’Ospedale di Ampasimanjeva (Madagascar).

Casa della Carità, Sassuolo, 23 Settembre 1968

Maria Carissima,

Non puoi dire che ti abbia né perseguitata, né lusingata, né tentato sedurti e neanche…fatto una corte onorevole…sebbene in segreto da tanti anni ho atteso…questo momento.

Veramente il momento è venuto per conto suo: in quan-to un medico "libustiere che aveva promesso di venire 2–3 anni in Madagascar in un ospedaletto già avviato, sul più bello mi dice che non potrà venire.

Ho cercato in molti modi di trovare qualche sostituto: ma sì! qualche barlume di speranza ce l’ho: ma qui ci vuole un medico non delle speranze e tanto meno dei barlumi!

Io non so quali sono i tuoi programmi, nonostante che… tuo padre e tua madre, poveretti, abbiano accurata-mente tenuto lontano da te un tipo così poco raccomanda-bile come me.

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Avendo tutti nel cuore

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Ma ti rivolgo un disperato appello. Ad Ampasimanjeva il mese di febbraio-marzo, parte il medico francese che ha "nito i suoi due anni. Non so come fare. Ci vieni a dare una mano, almeno da aprile in avanti per qualche mese? Non casca il mondo. Sono disposto a ragionare della cosa dove vuoi e quando vuoi, ma non lasciar cadere indarno un simile grido.

Non badare al tono: perché sto "nendo gli Esercizi spiri-tuali in Seminario e le ultime prediche sono state sulla gioia. Io sono pieno della gioia che tu mi dica di sì, tesoro! Te lo chiedo per amor di Dio e della Madonna.

Gent.ma Maria BaroniDott.ssaCastelnuovo Monti

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Piccola raccolta di lettere

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(CO04150)

«Per Scuola Arti e Mestieri»

E’ indirizzata a don Pietro Ganapini e don Piergiorgio Gualdi, sacerdoti della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla inviati come “Fidei Donum” in Madagascar rispettivamente nel 1961 e nel 1965, a don Giovanni Voltolini, Servo della Chiesa, responsabile della prima équipe missionaria, a Padre Donato Scattaglia, gesuita, e a suor Immacolata, delle Carmelitane di S. Teresa di Torino, Superiora di Ilanivato, parrocchia alla periferia di Tananarive (Madagascar).

Casa della Carità – Sassuolo, 24 Settembre 1968

PER SCUOLA ARTI E MESTIERI

Carissimi amici D. Ganapini, D. Gualdi, D. Giovanni, D. Scattaglia e Rev.da Superiora di Ilanivato,

La prima cosa da fare, secondo me, che ne ho parlato varie volte anche con P. Ermenegildo, è quella di radunarvi e di non fare ciascuno da solo, per conto suo; perché quello che volete fare, è una roba che c’è già nel mondo. – Tutti gli educatori hanno sempre sentito l’esigenza di portare gli uomini non solo all’università e all’alta cultura e tecnica, ma anche a fare ciascuno nel suo ambiente quel che occorre alla vita semplice di tutti i giorni. – Quindi preparare gio-vani e ragazze per arti e mestieri del popolo. –

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Avendo tutti nel cuore

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Mons. Vescovo ha stabilito un centro di sviluppo sociale che è herim-baohaka in Rue Berenis. – Non viene tutto di là, ma siete voi che dovete andar là e parlare con Odon o qualche altro, dopo che vi siete messi d’accordo voi su quel che volete e sul come lo volete. – E questo per iniziare cose che possano durare e progredire anche quando qualcuno di voi può essere cambiato o venir meno. – Allora c’è una continuità assicurata. – Poi, assieme si evitano certi erro-ri, almeno per qualcuno, dove fatalmente si cade. – E poi si rompe una buona volta questo senso egoistico ed indi-vidualistico di pensare una cosa e volerla subito o quasi, vederla realizzata e funzionante. –

Non sono chiacchiere: Dio non ha fatto il mondo in un sol giorno, non ha fatto la Salvezza in poco tempo e facen-doci domandare per millenni e milioni di secoli “Venga il Tuo Regno” non lo fa mai quaggiù completo. – “E’ adesso che stabilisci il Tuo Regno?”“Noi saremo ai posti di comando?”“Fa che i miei "gli ecc.”Non sapete di che spirito siete! E’ la costante risposta di Gesù. –

Venendo al pratico: non lasciatevi prendere dall’urgenza delle cose (che è poi sbrusia, spiura, fretta, frenesia di marca occidentale); prima aspettate di avere formato qualche équipe dei nostri e di malgasci che abbiano ben capito il lavoro d’insieme e quel che si deve fare: non credete, non credete, non crede-

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Piccola raccolta di lettere

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te al trapianto di qualche tecnico o artigiano o che so io, se non ha ben capito lo spirito, l’ambiente, le persone, le necessità del luogo: e non dite: ma allora non si fa niente (Francesco). – Cosa ha fatto il Misereor a Miarinarivo con milioni e bra-vissimi e pagatissimi tecnici? E ad Ampasimanjeva? E a Bevalala e in molti altri posti?

E poi c’è il grande pericolo di ricadere nel vieto e mar-cio “Questo l’ho fatto io, l’abbiamo fatto noi, è nostro. – Siamo noi che abbiamo realizzato ecc.”- Inoltre quando si fa qualcosa, bisogna tener conto di quello che fanno anche altri, di quello che sono movimenti e indirizzi di marcia, da qualsiasi parte venga. –

Un giorno Delolanier disse a un “fratello”: “Vieni a ve-dere una grande porcilaia moderna!” Rispose: “Non mi in-teressa: mi preme di vedere quel che può fare chiunque, il povero popolo, il povero contadino ecc.”

Vi chiedo scusa, miei cari amici, di tutte queste predi-che, ma credo che convenga meditare queste cose e poi un po’ è il mio mestiere. –

Ma oltre le parole che vi mando, c’è anche tanto cuore e tanta comprensione dei numerosi problemi. – E dite a Francesco che tutto questo che vi dico è anche il frutto di molti incontri con numerosissimi Missionari venuti da tutte le parti del mondo alla molto bella settimana di Studi

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Avendo tutti nel cuore

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Missionari di Milano, all’Università cattolica. –

E poi spero che questo discorso lo riprendiate con P. Ermenegildo. – Ho ricevuto varie lettere alle quali mi farò premura di rispondere a parte. – Vi saluto abbraccio tutti… compreso la Madre Superiora di Ilanivato! Uh!!

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Piccola raccolta di lettere

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(CO04155)

«La barca camminerà»

E’ indirizzata a Fra Geminiano Corradini. Ennio, così si chiamava, aveva fatto parte del cammino di preparazione del primo gruppo dei Fratelli della Carità, nei primi anni ’60 a Fontanaluccia. Entrato poi nei Fatebenefratelli divenne Maestro dei probandi, Superiore di diverse comunità nel Nord Italia, poi Maestro dei novizi; recentemente è stato Direttore dell’Ospedale sull’Isola Tiberina a Roma e primo assistente del Superiore Generale. L’idea di don Mario contenuta nella lettera riguardava l’Ospedale di Ampasimanjeva e il desiderio di una gestione comune con i Fatebenefratelli del Nord Italia.

Casa della Carità – Sassuolo, 24 Settembre 1968

Carissimo Fra Geminiano,

Ho scritto al tuo Rev. P. Provinciale invitandolo con te per il 28 settembre a Fontanaluccia per le 10 per le nostre funzioni. Sarebbe un modo di entrare un po’ dentro alle no-stre baracche. Naturalmente se i suoi impegni lo consentiranno.

Tu prega molto la Madonna e S. Giovanni, poi se è una barca che deve navigare, come io credo, il Buon Dio farà trovare la rotta, il vento e tutto il resto.

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Avendo tutti nel cuore

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Ho appena fatto gli Esercizi e sono molto convinto che la barca camminerà, con te o senza te, con quelli che l’Ordine riterrà validi. Credo che sia un lavoro molto delica-to, ma anche molto importante e quasi storico. Ma sarà quel che Dio vuole.

Credo che tutto dipenda dalla Fede che abbiamo e dalla preghiera. S. Matteo ha questa frase nell’Oremus della sua Messa: “Aiutaci a fare quel che per noi è impossibile” e viene dal suo Vangelo dove dice: “se avrete fede, niente vi sarà impossibile” – Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile.

Ti saluto con tanto a!etto.

Fra GeminianoFatebenefratelliVia S. Vittore, 1220100 Milano

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Piccola raccolta di lettere

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(CO08013)

«Inaugurare la Casa»

Lettera indirizzata a Pietro Marazzi, da cui emerge l’a#etto e la stima per don Mario da parte del dott. Marazzi, e la paternità spirituale di don Mario nei suoi confronti.Il 14 ottobre 1968 suor Maria parte per il suo primo viaggio in Madagascar dove, l’11 febbraio 1969, sarà inaugurata a Tongarivo la prima Casa della Carità. Nello stesso giorno a Cagnola, nella parrocchia di San Prospero, venne aperta la Casa della Carità. Don Aldo Orienti, Fratello dello Carità, ne era e ne è il parroco.

Casa della Carità – Sassuolo, 25 Settembre 1968

Caro Dottore,

La ringrazio molto della sua del 18/9/1968. – Le sue lettere sono sempre molto gradite e piene di “tenerezza”, ma questa passa veramente i limiti. –

Comunque non sono a!atto insensibile a queste at-tenzioni: continui pure…che non lo dico a nessuno. –

Pare che la Casa sia pronta per il 24 Novembre. – E siccome questa volta pare che io non vada giù, ma bensì Sr Maria a ordinare e “inaugurare” la Casa, io direi che per non essere da meno, io, lei e Mario, se crede, e Don Orienti,

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Avendo tutti nel cuore

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andassimo in quel giorno a dire una Messa “clandestina” alla Casa di Cagnola, o in altro giorno, se ci sono pericoli di…a!ollamento. Ma spero di vederla per i primi di ottobre. –

Credo che tutti quelli della nostra “azienda” preghe-ranno, come pregano, per le “intenzioni”. –

E se lei mi aiuta a “convertirmi”, le prometto che le do una mano (o un piede!) a farsi santo. –

_________________Ch.mo DottPietro MarazziV.le Regina Pacis41049 Sassuolo______________________

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Piccola raccolta di lettere

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(CO04121)

«...il mio pallino...»

E’ indirizzata a suor Margherita, suor Lucia e suor Bernardetta, Carmelitane Minori e componenti della prima équipe diocesana in Madagascar.

+Casa della Carità - Sassuolo, 26 Settembre 1968

Carissime Sr Margherita, Sr Lucia, Sr Bernardetta,

Credo che possa rispondere assieme, perchè fra tutte e tre siete come una "glia un po’ più voluminosa di Sr Maria Rosa, che è qui, pare superiora a Sassuolo e oltre al solito si è leggermente gon"ata come un “pito” per l’occasione. – Sono molto contento di quanto mi dite perché dimostrate che in complesso siete su di giri e vedete bene l’avvio della Casa, come mi pare, di tutto il resto. – Spero che D. Giovanni sia buon Vice-Padre per voi e Francesco e Mario dei buoni fratelli. – Certo che se anche voi mi dite qualche cosa di loro nei vostri scritti, vedo di più che vi stanno a cuore. – Certo il tutto con la più leale e aperta libertà. – Non è che io vo-glia crearvi delle ansie, me ne potete parlare e non è contro niente che ciascuno esprima il suo pensiero anche di tutti gli altri. –Ma così, con molta carità e naturalezza: anche per avere una visione di tutta la baracca da ogni angolo. + Ormai le grati-

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Avendo tutti nel cuore

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tudini e le a!ettuosità le conosco bene e ne sono veramente persuaso, ma mi manca, per esempio, un fedele resoconto dei vostri incontri, delle vostre discussioni, dei vostri inevita-bili piccoli, ma preziosi contrasti: altrimenti mi fate pensare (e questo mi umilia un po’) che battibecchi e contrasti e scancherate c’erano solo quando c’ero io… e perché sono io una peste che non vede mai giusto e bene del tutto le cose. – Non è ultimo questo piccolo dubbio, ad avere sollecitato un po’ Sr Maria a venire a stare un po’ con voi e a rendersi conto esatto della vita d’insieme. Perché il mio pallino (che ormai è diventato un dirigibile) è proprio quello che viviate in co-munione, ma non solo di pranzo, di lavoro e di preghiere, ma di cuore, di anima, di sentimenti, di pensiero, di vedute, di ansie, di giudizi, di progetti, di compatimenti, di perdoni, di sopportazioni, di tolleranze, di risate e di pianti. –Leggete, qualche volta, se credete, il discorso di Gesù sull’u-nità in S. Giovanni, credo al 17 o 18 cap.Francesco è molto bravo nel dire le sue impressioni e forse anche gli altri, ma D. Giovanni è un po’ troppo “va tutto bene, siamo molto uniti ecc.” e altri non vanno di là dei convenevoli e delle notizie di cronaca. –Ma qualcosa di molto personale nella veduta generale, nel procedere delle baracche tranne Francesco, non sono molto aperti. – Don Augusto è “parsimoniosissimo” , Dino dice sempre “saluti cari” e Giuseppe “Cristo regni” e poco più. –E’ certo bello: ma un papà si aspetta un sacco di cose dai "gli. – Ma sarà quel che Dio vuole. –Preparatevi a ricevere e alloggiare una decina di persone e di stare qualche giorno insieme, prima che si dividano. –

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Piccola raccolta di lettere

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Non so come farete, ma conviene pensarci. –Di Giuseppe so poco, che mi ha detto lui, ma ora come sta? Si è rimesso?- E così degli altri. –Dunque, spero che abbiate capito e che il vero bene è lì. – Dio vi aiuti e accompagni. –Salutate tutti gli amici e conoscenti.-Vostro a!.mo e “gentile”, “riservato”, “rispettoso”, “delicato” e “tenero” Padre…come un riccio… a!. mo Don Mario – padre… quasi Vedovo!

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Avendo tutti nel cuore

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(CO04166)

«...paterna sollecitudine...»

E’ indirizzata a Mons. Antonio Poma(1), Arcivescovo di Bologna, successore del Cardinal Giacomo Lercaro. Don Mario presenta se stesso e la sua “Azienda” a Mons. Poma, nominato da poco alla guida della Arcidiocesi.

Fontanaluccia, 30 Settembre 1968

Ecc. Rev.ma,

Si avvicina la data di S. Petronio che è cara a V. E. e all’Arcidiocesi, ma un po’ anche a noi, perché in quel gior-no, 2 anni fa, fu aperta la Casa della Carità di Corticella. Mi perdoni Ecc. se non l’ho fatto prima, ma fui in Madagascar "no a maggio. Sono Don Mario Prandi di Reggio Emilia che desidero porgere, a nome anche della nostra Famiglia, un segno di sincera e cordiale sottomissione all’Arcivescovo. Per invito di S. E. il Cardinale e d’accordo con Mons. Vescovo di Reggio, nel 1966 furono inviate tre nostre Suore per aprire e avviare la Casa della Carità e poco dopo altre due a Oliveto. Siamo una povera Famiglia Diocesana che fu “Pia Unione” dal 1941 al 1956. In quell’anno con Decreto Vescovile, di-venne Ente di Diritto Diocesano. Le Suore si chiamano

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Piccola raccolta di lettere

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“Carmelitane Minori” e tutta “l’Azienda” “Congregazione Mariana delle Case della Carità”. Perché si tenta di a#anca-re alle Suore, per il servizio dei poveri, anche degli ausiliari e ausiliarie e di creare nelle comunità parrocchiali dove ci sono le Case, un alone di simpatizzanti e sostenitori dell’o-pera. In Diocesi di Reggio, dove sono nate, di Modena, di Firenze, hanno discretamente funzionato. E ultimamente, si sta aprendo una prima “Casa” in Madagascar. La bene-volenza di alcuni Ecc.mi Vescovi, ci ha incoraggiati e siamo andati avanti. Ora chiediamo a V. E. di accettarci in prova e considerarci come "gli. Poi faremo quel che il Buon Dio vorrà. Appro"tto dell’occasione per esprimere alla E. V. tutta la devozione mia e della nostra Famiglia. PregandoLa di avere un po’ di paterna sollecitudine an-che per tutti noi e di inviarci una Pastorale Benedizione, mi confermo dell’ Ecc. V. Rev.ma.

S. E. Rev.maMons. Antonio PomaArcivescovo diBologna

(1) Mons. Antonio Poma (1910-1985) venne ordinato presbitero nel 1933. Nominato Vescovo di Tagaste e Ausiliare di Mantova nel 1951, Arcivescovo di Bologna nel 1968, fu presidente della CEI dal 1969 al 1979.

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Avendo tutti nel cuore

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(CO04163)

«...va tutto sempre bene»

E’ indirizzata a Dino Tosi, di Palagano (MO), componente della prima équipe diocesana reggiana in Madagascar; è una delle poche lettere a noi pervenute scritte ai volontari che stavano molto a cuore a don Mario.

Casa della Carità – Sassuolo, 3 Ottobre 1968

Carissimo Dino,

Mi perdonerai se ho fatto precedere le notizie, chiamia-mole u#ciali a D. Augusto, ma voglio anche rispondere alla tua ultima. Io ero persuaso che una volta ingranati, tu e Giuseppe e gli altri, avreste cominciato a dare voi un certo ritmo all’ospedale. Certo che ci vorrà del tempo e della…co-stanza, soprattutto adesso che è tutto un po’ in sospeso. Ma tu lo sai bene: si rimane bloccati quando ci si aspetta certe cose dagli uomini e poi non si riesce ad averle o a fare come si era previsto e organizzato. Ma quando si vive giorno per giorno nella "ducia del Buon Dio, si prende quello che vie-ne, si è pronti a ricorrere a Lui per un qualche scossone, al-lora va tutto sempre bene. Lui ci è Padre, molto più di tutti i padri, vede e sa le cose e tutto dispone per il meglio: anche se lascia un po’ di spazio e di tempo perché noi ci possiamo arrabbiare o inquietare, ma poi tutto rientra nell’ordine. Mi pare che vada molto bene come vi siete organizzati. Adesso c’è la Sig.na Miranda: tenetela lì. Presto verrà giù un po’ la

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Piccola raccolta di lettere

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Dott.ssa Farmacista Laura Bergomi. Poi spero che qualche mese stia con voi il Dr Max e intanto si preparerà altra gente. Solo che bisogna vivere giorno per giorno: e se P. Bucoli ha fretta, si metta a correre!Sono molto contento che ve la intendiate bene con tutte le Suore, come mi dice D. Augusto. Continuate: é tanta Carità anche questa. E poi quest’anno vengono giù altre due nostre Suore. Troveremo bene il modo di fare la “nostra Casa della Carità”, che non deve fare paura a nessuno, che non intral-cerà nessuno, che non sostituirà nessuno, ma che riempirà un qualche vuoto. Continuate a pregare e a credere in Dio. Anche qui si conti-nua a incontrare varia gente. Siamo stati con P. Mangiapane dalle Suore di Palagano e poi anche a Pavullo dai nostri ami-ci. E andiamo in molti altri posti, sempre per trovare o su-scitare amici. Avrai saputo che Mangiapane è stato anche all’ospedale di Sassuolo. Speriamo di potere “animare” sem-pre di più tutti quelli che incontriamo, a lavorare o pregare per le Missioni.Poi verrà a trovarvi anche Sr Maria, spero, e così anche lei si renderà conto. E voi contate a lei quel che non dite neanche ad altri.Se c’è ancora Mario, lo salutate tanto e poi anche lui vi darà una mano. Saluta tutti, infermieri e collaboratori, Dottore, Suore, Padri e amici. Scrivo anche a Giuseppe e tu sarai così gentile da dargliela.Ti abbraccio con a!etto. Scrivete spesso, se vi riesce. E pre-parate anche una letterina circolare per tutti i nostri amici; intanto ne ho fatta una io che vi porterà giù Sr Maria.Ti benedico con tutto il cuore.

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Avendo tutti nel cuore

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(CO04122)

«Voi siete il mio gaudio e la mia corona»

E’ indirizzata a tutta la comunità missionaria malgascia. Don Mario scrive una parte comune con informazioni per tutti e una parte personale per alcuni amici presenti in quel momento in missione: don Giovanni Voltolini, Mario Predieri, Francesco Casini, Piergiorgio Asti, le Suore, in particolare suor Giuliana e suor Maria, Franca Ferrari di Sassuolo (MO), Miranda Roteglia, Laura Bergomi.

+Madonna di Pietravolta

8-11-1968

Carissimi tutti,

la Casa della preghiera è aperta e anche il noviziato. Ogni giorno si fa l’Adorazione solenne – speriamo di crescere e farla anche di notte.Avrete sentito delle alluvioni in Piemonte. Un centinaio di morti e moltissimi danni – pregate anche voi. Il governo continua. Fatto il congresso del P.S.I. ma con-cluso poco.Si sta facendo quello del P.R.I. A Modena c’è stato il Congr. Prov. della D.C. - Vi mande-remo qualcosa.A Reggio ci fu il Cardinal Pellegrino nel Palazzo dello sport

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Piccola raccolta di lettere

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(bellissimo) per il centenario dell’Az. Catt. Il Presbiterale ha fatto un “consuntivo” e un “preventivo” che presenterà a tutto il Clero. Qui a Pietravolta il 13-14-15 tre giorni di Preghiera e in-contri fra: Don Dossetti e qualche frate e suora dei suoi, D. Dino Torreggiani e qualche Servo della Chiesa, Don Mario e qualcuno dei suoi per vedere… di andar d’accordo e trovare piani comuni di lavoro almeno in campo missionario e per un eventuale noviziato un po’ in comune. Pregate molto!!!Il 24 ci sarà la benedizione della Casa di Cagnola. E voi quando avrete "nito?

Caro D. Giovanni, va bene tutto quanto mi dici. Giannetti mi autorizza a fare una operazione di soldi. Ti manderò ricevuta di versamento per ritirare da lui.// Se fosse possibile, a casa "nita, vivere tutti a Tongarivo, sarebbe il mio consiglio preciso: andando ciascuno a far le proprie cose e tornando almeno alla sera. Parlane con Don Gualdi e Ganapini e salutali tutti.

Caro Mario grazie delle informazioni su tutto. Tira a "nire presto la Casa. Fatti aiutare di più!Per Ampasim.va sentiremo anche Sr Maria. Penso che va te-nuto presente anche Soavimbahoaka e Soamandrakizay, ma con del tempo. Non si può far tutto in una volta e neanche in tre anni, ma se qualcuno rimane di più e altri verranno a sostituire chi torna, ci vogliono piani e progetti ben pensati, so!erti e pregati.

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Poi ci vorrà del tempo e soprattutto molta Grazia di Dio. Sono contento che il “Primo Ospite” sia Gesù Cristo!

Caro Francesco fai meglio che puoi e piantala di scancherare e brontolare sempre e non essere ombroso come certi cavalli.Cerca di dare una mano valida agli altri per "nire la casa… e anche per il resto: adopera qualcuno dei tuoi operai. Se a casa "nita vai anche tu a Tongarivo, questo è il mio preciso consiglio.Da Modena ti manderanno delle relazioni di quanto fanno.Qualcuna l’ho anch’io e la spedirò.Della S. Isidoro… non sento niente ma ci vedremo … forse. Menziani vuole indietro mezzo milione – cosa si fa?Ho visto dei tuoi parenti e tutti ti mandano a salutare. Sei un po’ magro nelle foto. Mangia e lavora meno… per il re-gno terreno e sempre di più per quello vero!

sei arrivato che c’è molto da lavorare, ma pazienza. Spero che starai bene e sarai di validissimo aiuto a tutti.Verso "ne mese verrà P. Dario e ti porterà notizie. ho ricevu-to una bellissima lettera da Rosalba e suo marito da Verona.I tuoi stanno bene e ti salutano.

Dio vi assista e benedica assieme a tutti per quello che fate e che farete soprattutto per tenere unita la famiglia. Aiutate gli uomini e fateli mangiare.

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Sentiremo dopo il ritorno di Sr Maria come va tutta la ba-racca. Tenente presente che la Diocesi intera, senza distin-zione di preti, frati, suore o laici vi considera "gli privilegiati e vi ammira, ma vi manda anche soldi e roba e soprattutto preghiere e so!erenze. I poveri ci sono vicini e gli ammalati. E molti so!rono anche per voi! Coraggio e avanti.

Sr. Mariastai mietendo a piene mani omaggi e riverenze eh?!Bene, bene! fanne una bella provvista perché … a casa ne hai molto meno. Però la baracca funziona e credo che anche questo viaggio e le esperienze serviranno sempre di più per tutto.Spero molto nell’incontro dei tre giorni e nell’Adorazione continua – Dio ci aiuterà.

ho visto varie volte Luigi e spero tutto vada bene – parli di venire a casa il 19? ma non aspetti tu e la Laura l’apertura della Casa? Come si fa a lasciarla sola! E poi credo che con-venga a tutti una decente permanenza per rendersi conto esatto. Mi raccomando le "lmine e… gli articoli per i roto-calchi! –Aspettiamo molto da questo viaggio.Credo che farà bene anche…le pulci, gli odori e tutto il re-sto. Coraggio e avanti.

grazie molte della cordialità.

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Si vedrà da voi il da farsi per lì o per l’ospedale, ma è molto preziosa la sua presenza in tutti i posti. Faccia vedere a quei cosiddetti giovani di che cosa sono capaci i veterani! Cerchi di vedere la Dr. Calzia e P. Papo! e me li saluti molto. Scriverò anche a loro. E anche la Greti eventualmente chiedendo a Sr. Margherita di Anatihazo.Se potete conservare rapporti con loro bene. E sempre in gamba.

Credo che il Buon Dio ti abbia guidato Lui in questa av-ventura. E le esperienze saranno preziosissime. Ogni tanto vedo gente che ti conosce e che ti ammira. Ieri sera in casa della Sig.ra Adriana e il Dr. Palazzi a Villa M. c’era anche la mamma e abbiamo parlato di te. Cerca di riordinare bene le idee per l’ospedale perché saran-no preziose. Spero che il viaggio laggiù vi abbia fatto bene… anche se sarà costato…molto. Oggi abbiamo detto la Messa per… incrementare la cono-scenza della chiamata di Dio.

vi dirò con S. Paolo, se mi date il permesso, “ Voi siete il mio gaudio e la mia corona” ma anche un po’ … con la Traviata “Voi siete croce e delizia”Certo è roba che sa poi il Buon Dio e che voi capirete bene nella preghiera.Sono molto contento: quindi presto ci sarà qualcosa da pa-gare! Ma fa niente.

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Piccola raccolta di lettere

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Dio ci aiuterà. Salutate tutti. Come vi saluto a nome di tutti di qui.Dio vi benedica.Vi abbraccio in Lui. Don Mario

non l’ho riletta: scusate!

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(CB09005)

«...un incontro di vedute ed intese nella carità...»

Don Mario invita all’incontro delle Tre Famiglie nate in Diocesi di Reggio Emilia: i Servi della Chiesa, fondati da don Dino Torreggiani, la Piccola Famiglia dell’Annunziata, fondata da don Giuseppe Dossetti Senior, la Famiglia delle Case della Carità. L’incontro si terrà a Pietravolta il 13-14-15 novembre 1968.

Carissimi Amicicon l’aiuto del Signore e della Madonna,mi permetto invitarvi al Santuario della B. V. di Pietravolta per i giorni 13 – 14 – 15 Novembre per pregare insieme e trovare, se possibile, un incontro di vedute e di intese nella carità e qualche possibile collaborazione in qualche campo. Se è possibile si farà ogni giorno una concelebrazione e qualche parte di U#cio Divino insieme e al mattino e al pomeriggio ci sarà qualche tempo per incontri.Senza impegnarsi in anticipo su quanto si potrà concordare insieme, mi permetto avanzare alcune domande che potreb-bero essere orientative.

1) Quale validità hanno gli ordini Religiosi e le Congregazioni e Ist. Secolari nel nostro tempo?

2) Si può parlare di una Catechesi fondamentale o di iniziazione per aspiranti alla Vita religiosa o ai Consigli evangelici?

3) E’ possibile uni"care gli sforzi per noviziati o pre-noviziati intercongregazionali?

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4) E’ possibile trovare piattaforme comuni di collaborazione fra Famiglie Religiose diverse? esempio missioni?

Per ogni famiglia invitata sarebbe gradita in anticipo una conferma di quanti partecipano e sarebbe pure gradito l’ar-rivo dei partecipanti la sera del 12 Novembre per iniziare il lavoro con una Liturgia comune il 13- Eventualmente si potrà accorciare la permanenza. Sono invitati: D. Giuseppe Dossetti e alcuni della famiglia monastica Maschile e Femminile di Monteveglio. Don Dino Torreggiani e qualcuno dei Servi della Chiesa D. Mario Prandi e qualche fratello e sorella della Caritàl’ultimo giorno sarà presente il Provinciale dei Fatebenefratelli di Milano e un suo frate, per una possibile Collaborazione Missionaria.

Salmi con riferimento alla benedizione che sono i "gli. (n.d.r. don Mario scrive questa frase a lato della lettera)

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(CO04031)

«...il centro propulsore...»

Non è datata ma dal contenuto si desume che sia scritta dal Madagascar dopo il 1968 e indirizzata a suore e ospiti della Casa della Carità di San Girolamo (RE). Le Carmelitane Minori sono suor Francesca dello Spirito Santo (1912-1993), suor Angela del Volto Santo e suor Alberta del Cuore Immacolato di Maria.

Per Suor Francesca d. S. S. Suor Angela d. V. S. S. Alberta – Teresa – Oriana – Tina – Mafalda – Candido – Lea – Clementina – Clelia e papà e tutti gli altri del I e II piano.Vivissimi auguri di Buone Feste a voi e vostre famiglie.Continuate a pregare per tutte le nostre baracche: Suore – Case – missioni – malgasci – infermieri – amici e nemici. S. Girolamo è diventato il centro propulsore di ogni nostra iniziativa, incontro e ricupero. Il posto dove tutto si ridu-ce, si manipola, si distribuisce. Quando pensammo la Casa dello Spirito Santo, io speravo qualcosa di simile: e anche di altro che verrà!!! Forse manca un po’ di preghiera ben fatta, comunitaria, completa.Siate aperte a tutto: accogliete gruppi e singoli, buoni e meno buoni. E ospitate tutti con gioia e pazienza, con corte-sia e benevolenza… e non mandate nessuno… a quel paese!E fate funzioni liturgiche e canti chiamando amici. Don Mario

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(CO04063)

«Lo zio d’America»

Lettera indirizzata a don Dino Torreggiani e a tutti i Servi della Chiesa per invitarli ad iniziare un tempo di preghiera per la glori!cazione di Victoire Rasoamanarivo (1848-1894), principessa e prima beata del Madagascar.

7/2/1969Carissimo don Dino e fratelli tuttidei Servi della Chiesa,

ci stiamo scoprendo sempre più parenti oltre che amici in Cristo… Non so chi sia lo “zio d’America” che ci ha lasciato in parti uguali una così favolosa eredità. È ben vero però che ci accomuna in molti beni e ci arricchisce continuamente, anche se noi siamo dei dilapidatori formidabili di ricchezze e degli sperperatori.Credo che stia venendo il tempo di fare un po’ di conti e di amministrare un po’ meglio questi beni. C’è una nuova ondata in arrivo! Che ne dite di questa proposta? Don Livio non sta a!atto bene e va declinando. Iotti Natalino della nostra azienda è spacciato dai medici. Una “ispirazione” che è di lunga data, mi fa ritenere che un in-dubbio aiuto ci verrà dal buon padre dei Cieli per l’intral-lazzo di una certa Vittoria Rasoamanarivo, fervente cristiana del Madagascar, morta alla "ne del secolo scorso in concetto di santità.

Il nuovo Nunzio apostolico del Madagascar, S.E.

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Mons. Paolo Mosconi, quando arrivò in quel paese portò tre cose buone a nome del Santo Padre: una grande bene-dizione apostolica, una vivissima sollecitudine per la Chiesa Malgascia, una promessa di mandare avanti la causa della Serva di Dio Rasoamanarivo. Avevamo già stabilito con l’arcivescovo di Tananarive che la seconda casa della carità (quella completamente reggiana) e il villaggio della carità l’avremmo intitolato alla serva di Dio. Che ne dite se cominciamo sul serio una sequela di novene e di preghiere per la sua glori"cazione, chiedendo esplicitamente l’intervento straordinario in favore dei nostri due cari ammalati? Credo che Mons. nostro Vescovo non sarà estraneo a questa gara di fede provocatoria e di squisita carità fraterna. Vi aggiungo una preghiera che il nostro pastore vorrà ap-provare e indulgenziare, e che di!onderemo nella Quaresima Missionaria. Don Mario Prandi

O Santissima Trinità, Padre Figlio e Spirito Santo, o verità primordiale e carità in"nita, dal cui segreto misterioso sca-turisce ogni fonte di salvezza e di santità, noi miseri "gli di Gesù Cristo e obbedienti al comando del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo elevare dal nostro nulla assoluto questa preghiera:degnati di glori"care, se così è stabilito, Vittoria Rasoamanarivo perchè sia per noi esempio mirabile di fede speranza e carità. -Degnati di aiutare i nostri fratelli malga-sci e la nostra missione con loro, a raggiungere quel grado

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di salvezza che tu hai pensato per loro. -Degnati di guarire i nostri fratelli don Livio e Natalino che le risorse umane hanno ormai abbandonato._La Vergine Immacolata, così cara a Vittoria Rasoamanarivo, interceda per noi!

Amen

“Crediamo, o Signore, ma tu aumenta la nostra fede!”.Questa preghiera sia per ciascuno di noi un rimprove-ro ed uno stimolo a tutto osare nella misericordia di Dio per l’intercessione dei suoi santi.

+Gilberto Baroni Vescovo

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(CO04181)

«...il Signore ci vuole moltissimo bene...»

E’ indirizzata a tutti della Missione del Madagascar. Don Mario sottolinea sia la devozione per San Giuseppe, al quale è dedicato il mese di marzo, sia la pronta generosità per andare incontro a situazioni di bisogno.

+R. E. S. Girol. 1 - 3 – 69

Comincia il mese di S.Giuseppespero che sia quello della Provvi=

denza per risolvere molti problemi.

Carissimi tutti, metto con Sr Maria questo biglietto.Non ho scritto prima per un milione di ragioni fra i quali: non so ancora se domenica 16/3 verrò giù con P. Asti e qual-cun altro.2) non siamo ancora andati insieme dal Vesc3) Sr Maria non ha ancora fatto una esauriente relazione del viaggio: ci siamo visti poco4) può darsi che io veda la missione in un modo e voi in un altro5) può darsi che il Signore non sia molto contento di me, perché certe cose che premono non vanno come previsto o sperato (vedi morte di Iotti; salute delle nostre Suore qui…e lì, e molte altre cose); oppure che il Signore ci vuole mol-

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tissimo bene e ci fa so!rire per tutte queste cose e per altre perché ci puri"chiamo di più nella Fede – Speranza e Carità.6) non ho più tempo, calma e…forse salute per a!rontare i molti problemi.Ragione per cui: se mi vedete venire, vi darò relazione e ra-gione di molte cose; se non dovessi venire, ve le manderemo di qui.

Mi viene un pensiero: di quei soldi che avete, se credete e siete tutti d’accordo, potreste dare 2/3 per i disastri del Sud, almeno per la zona di Ampasimanjeva: - e dopo come fare-mo? – risposta: “se cercate prima il Regno di Dio e la Sua giustizia il resto vi sarà dato in soprappiù”. Don Mario

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(VE02030)

«...si dilati lo spazio della Carità»

A Mons. Jerome Rakotomalala, Arcivescovo di Andohalo/Tananarive, poco dopo l’inaugurazione della prima Casa della Carità in Madagascar, a Tongarivo, avvenuta l’11 febbraio 1969, Casa dedicata al mistero della Natività di Gesù (III Gaudioso).

Reggio Emilia, 6 Marzo 1969

Eccellenza Rev.ma,

La ringrazio vivamente della premura usatami nel co-municarmi la buona notizia dell’accordato contributo per Soavimbaohaka. Vittoria Rasoamanarivo avrà pregato e ne sarà contenta. –

La ringrazio pure per la bontà avuta di aprire la prima Casa della Carità in Madagascar. – Ne sia benedetto Dio e la Vergine Immacolata. –

Spero di portarle una sorpresa al mio arrivo! A Dio piacendo partirò il 16 Marzo da Roma con P. Asti e por-to con me la Superiora Generale della Suore Francescane di Palagano e una sua assistente. Vengono per un viaggio esplorativo per dare una mano a V.E, se sarà possibile, per il

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problema scolastico dei “67 hectares” e di Alarobia. –

Continui ad esserci Padre e amico e a pregare per noi. Abbia la cortesia di salutare tutti gli amici di Andohalo e i confratelli tutti della Diocesi. –

Spero che la Chiesa di Tananarive e quella di Reggio stringeranno sempre più i rapporti perché si dilati lo spazio della Carità. –

Ci benedica tutti e faccia pregare Vittoria per l’aiuto e lo sviluppo d tutta la Chiesa malgascia e perché accordi a noi occidentali lo spirito genuino di servizio ai fratelli malgasci. –

Dev.mo e obbl.mo

Mons. Mario Prandi

A S.E.Mons. Jéròme RakotomalalaArchevéchéAndohalo / Tananarive

Madagascar

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(CO04189)

«...appello alla sua generosità...»

Copia di una lettera indirizzata alla dott.ssa Gabriella Calzia originaria di Genova, in servizio alla Fondation Medical Ampasimanjeva (Madagascar).

Reggio Emilia, 13 Marzo 1969

Gent.ma e carissima Dottoressa,

è già un po’ di tempo che avrei dovuto scriverle. Ma una serie innumerevole di contrattempi mi ha impedito. Anzitutto: quando io ricevetti la sua prima, mi ero mol-to lusingato di poterla aiutare. E ho tentato di mettermi in contatto con il Sacerdote che era a Salsomaggiore per qual-che chiarimenti in merito. Ma non ho avuto alcun esito. Poi è iniziata la fase più pressante per inviare giù un me-dico e molto mi ha assorbito, pur non riuscendo a conclu-dere.A questo punto, siamo completamente nelle mani di Dio. Io sono qui per farle una grande proposta: che lei sia così buona, per amor Dio e della Madonna, di rimanere con noi ad Amp.va parecchio tempo. Sia per dare una sicurezza all’o-spedale, sia per vivere con i nostri ragazzi e domani, con altre persone dell’équipe e iniziare una nuova… importante gestione dell’ospedale fatta dalla Diocesi di Reggio Emilia.

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Ma questo discorso sarà possibile e utile farlo di persona. Io sto per partire e spero nel Buon Dio di arrivare lì da lei prima della "ne di marzo. Intanto le potrei anticipare che un Professore Primario e proprietario di un ospedale di qui si è impegnato ad aiutare e a mandare a sue spese un medico per un paio di mesi o tre per consentire un rientro di lei in patria per un periodo di ferie e di riposo.Potremmo trattare insieme le modalità della cosa, quando vengo. Per ora le faccio solo un grande appello alla sua generosità e comprensione per consentire un inizio sicuro e soddisfa-cente di questo nostro travagliato e contrastato periodo di trapasso dell’ospedale dall’attuale impostazione alla nuova. Che Dio e la Madonna ci aiutino e anche la Venerabile Vittoria Rasoamanarivo.

La saluto molto caramente, pregandola di salutare tutti a cominciare da P. Dubois, D. Augusto e tutti gli altri. In attesa di abbracciarvi tutti, vi porto ora alla Messa che vado a celebrare mettendo tutto il problema di Ampasimanjeva nelle mani del Buon Dio.La ringrazio ancora di quello che fa e la benedico.

Gent.maDott.ssa CALZIAFondation MèdicaleAmpasimanjeva par SahasinakaMadagascar

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(CO06230)

«Carissimi Amici tutti del più splendido Gruppo Missionario del Mondo!»

Si rivolge al Gruppo Missionario di Scandiano, grande sostenitore della prima équipe missionaria. In questo viaggio in Madagascar don Mario aveva portato con sé due suore Francescane di Palagano (MO) che apriranno in seguito una missione a Tananarive.

Maison de la Charité Tongarivo par Tanjombato

TANANARIVE - Madag. 2 - 4 - 69Carissimi Amici tutti del più splendido Gruppo Missionario del Mondo!Lì da voi è una cosa, qui è un’altra, ma fa niente: lavoriamo tutti per la stessa Azienda! Siamo arrivati molto bene. Le suo-re di Palagano venute con noi hanno riscosso una serie inter-minabile di rallegramenti e hanno suscitato attese: dal nuovo Cardinale del Madagascar, l’Arciv. Jerome Rakotomalala, il nostro, (verrà in Italia il 22 c. m. e conta di fare una picco-la tournée a Reggio: bloccatelo per Scandiano!) "no ai 1200 ragazzi e maestri che le attendono presto. Pregate anche per questo. La Casa della Carità(1) funziona: già una ventina di simpatici ospiti, dal piccolo Emmanuel, cieco e deturpato nel volto, a René, scugnizzo nato, dei bassifondi di Tanà, a Kinto, a Jannine ... ai dada-be (nonni), alla vecchia mamma di Kinto che è cieca e sputa maledettamente ... a due metri di distanza, alla interminabile serie di pazienti che quasi ogni giorno af-

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follano il nostro piccolo “dispensaire”, dove la sig.na Miranda Roteglia(2) di Sassuolo si prodiga a distribuire “fanafody” = medicine; a Pier Giorgio Asti che con una squadra di operai continua la ri"nitura e sistemazione della Casa, alle nostre Suore che, assieme a 4 giovani malgasce, lavorano - pregano - cantano; ai numerosi amici che ogni giorno ci visitano e, non piccola cosa, alla schiera quotidiana di donne e ragazzi che con secchi, latte e bidoni vengono ad attingere acqua al nostro pozzo che sembra diventato quello di Giacobbe. Nel complesso la baracca funziona benissimo con l’aiuto della Provvidenza..... e di D. Giovanni: che, fra le numerose indi-sposizioni, malattie e convalescenze, trova il modo di rifornire, con una sgangherata ma preziosa “trois cheveau” tutto quanto occorre alla numerosa famiglia. Beninteso che tutto questo lo fa nei ritagli di tempo che gli consente la cura della sua amatissima e curatissima parrocchia. Veramente Tongarivo è diventata la Corte dei miracoli. Prosit. Altra cosa succede al Sud ad Ampasimanjeva dove c’è l’ospedale. Condotti dal più atletico e vigoroso esemplare del “branco”, il Dr. Casini, (che dirige saggiamente e con pro"tto la azienda agricola di Soamandrakisay) le due Suore di Palagano e il sottoscritto hanno fatto un sopralluogo nella desolata Valle del Faraony. Il recente ciclone ha distrutto i raccolti e la gente è alla fame. Vengono all’ospedale denutriti e indeboliti a trovare un po’ di aiuto. Cari amici: ci vogliono tonnellate di riso: e ce n’è poco. Vi parlerò in una prossima della situazione di laggiù. Se potete di!ondete questa lettera. Buona Pasqua a tutti D. Mario

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(1) La Casa di Carità è quella di Tongarivo aperta l’11 febbraio 1969.

(2) Miranda Roteglia, volontaria di Sassuolo (MO), partì con la Prima équipe. Infermiera nel dispensario di Tanà, fu punto di riferimento molto importante per la sua buona conoscenza della lingua francese.

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(CO07021)

«Continuate a unirvi»

Cartolina indirizzata a don Alfredo Ravanetti(1), sacerdote della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla..

Rev.moD. Alfredo Ravanetti e FamigliaParr. S. Pietro - città42100 REGGIO EMILIA (1) ITALIA -

p. avion Maison de la 2-4-69 - Charitè Buona Pasqua Tongarivo par a tutti di casa Tanjombato e al Gruppo - TANANARIVEQuesti ragazzi mangianoma al Sud, all’ospedale sonos"niti per la fame ! Un grandeciclone li ha stroncatiContinuate a unirvi e a pregare – E scriveteci !!Saluti Cari a tutti – D. Mario Pr.

(1) Don Alfredo Ravanetti, nato a Calerno nel 1921, fu ordinato sacerdote nel 1944. Priore di San Pietro a Reggio Emilia, morì il 6 aprile 1978. Era il parroco quando la Casa della Carità di San Girolamo fu aperta il 19 aprile 1958.

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(CO06114)

«Carissime !gliole in Cristo»

Scrive dal Madagascar alle Novizie a Pietravolta, con tratto squisitamente paterno. Dal Direttorio Liturgico risulta che la Pasqua 1969 fosse il 6 aprile.

+ Pasqua 1969 Carissime "gliole in Cristo

Non c’è bisogno di andar molto lontano per nutrirsi bene in questa “nuova Terra dove scorre latte e miele” e dove il Signore ci ha condotto con la sua Risurrezione.Basta seguire bene ogni giorno le letture e i canti o inter-mezzi delle letture che si trovano ogni giorno nelle splendide Messe dell’ottava di Pasqua e anche nell’U#cio per ricavare quanto più nutrimento è possibile. Credo che nelle vostre lunghe adorazioni possiate ricava-re quanto occorre per voi - per essere piene di Lui e comuni-carlo continuamente agli altri. Se a questo aggiungete le letture della Regola e le discute-te fra voi, eventualmente notando le cose più importanti che vi rimangono oscure per domandare a qualche Suora che sia con voi le spiegazioni necessarie o addirittura chiederle a me per lettera, voi potete completare in questi mesi quella formazione che vi è indispensabile per una totale donazione e consacrazione al Buon Dio.

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Perché tutto quello che conta è poi raggiungere una vera amicizia con"dente e serena con Gesù nostro Signore. Il resto viene tutto dopo e viene da sé - E ora che vi dirò di noi?Qui andiamo molto bene in complesso - ogni giorno arriva qualche ospite - Sono carissimi e rimangono un po’ sbalor-diti di questa famiglia dove ci si vuol bene e dove ciascuno è messo a suo agio - Poi c’è un via vai di gente: in casa, cono-scenti e amici - al dispensario dove la Signorina lavora molto e non riesce ad accontentare tutti con medicine e assistenza (parlo della Sig. Miranda); sia perché c’è un numero sempre crescente di gente che viene; sia perché manchiamo di molta roba - sia perché bisogna educare la gente, che viene senza sapere che cosa ha o cosa vuole; sia perché un po’ bisogne-rebbe far pagare qualcosa, anche poco, per far considerare la cosa - Vedete quanto lavoro c’è da fare e quanta preghiera voi ci dovete mandare. Mercoledì parto per Ampasim.va dove c’è l’ospedale - Là le cose vanno ancora peggio perché moltissima gente viene ora da noi anche per la fame: dopo il grande ciclone. Vi scriverò di là - Come vedete non manca certo il lavoro - Ma poi Cristo è risorto e allora bisogna per forza seminare la gioia e vivere di gioia - E voi che fate?Viene qualche Suora ogni settimana? e i preti? avete sentito parlare di un incontro D. Dossetti, D. Dino e gli altri? Avete cominciato a studiare Infermieristica? Tenetemi al corrente di tutto !!

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Avete tempo e potete ogni settimana mandare un reso-conto - fate voi -Verrà il Cardinale a Reggio. Vedete di interessarvene.Salutatemi gli Amici tutti di Pietravolta - Pregate molto per me - Vi Benedico

a!.mo V. Padre D. Mario

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(CO04028)

«…enorme bisogno di preghiera»

E’ indirizzata alla Casa della Carità di San Girolamo (RE). La Casa divenne luogo di preghiera e adorazione per le Missioni, soprattutto con i “giovedì missionari”.

FONDATION MEDICALE

D’AMPASIMANJEVA

_______

SAHASINAKA

21 – 4 – 69

Carissimi tuttidella Casa della Carità

(suore – vecchiette ecc.)Grazie dei saluti e auguri.Portate i nostri saluti a tutti di Casa. Continuiamo a star bene, ma ad avere enorme bisogno di preghiera e carità vera – quell’altra non serve a niente.Fate dell’Adorazione!!Dite a D. Agostini che organizzi turni di preghiera – per-ché… discorsi, riunioni, incontri ecc. se ne fanno già. Salutate anche lui. E la nostre ragazze?Oriana, Luciana, Lea, Lucia e Clelia? E delle novizie ne avete trovato? – Cosa fanno tante smor"osette che… studiano? E il gruppo di S. Pietro funziona? E quelli della domenica?Salutate le “vecchiette” e in modo speciale le mie due ami-

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che: Renata e Spaggiari.Avete fatto un bel Sepolcro? A Giovanna Ralivao che la ringrazio molto della lettera che mi ha fatto molto piacere – e poi è ben scritta-.A Giovanna Carpi che non perda del tempo… e che venga giù, quando sarà matura!

Saluti cari a tutti quanti domandano. Vi benedico e saluto a nome anche di tutti di qui.

Vostro padre Don Mario.

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(CO04199)

«...una lettera comune...»

E’ indirizzata a tutti per comunicare notizie dalla missione in Madagascar, nel secondo viaggio missionario di don Mario dal 15 marzo al 9 luglio 1969.

Casa della Carità – Tongarivo – 10-5-69

Carissimi TUTTI ho risposto a qualcuno e forse lo farò anche ad altri, ma mi conviene fare una lettera comune per tutti voi. Anche perché alcune notizie sono comuni; e poi siete tutti presenti qui con noi.

Sono stato un mese ad Ampasimanjeva all’Ospedale. Ora l’Arcivescovo è assolutamente deciso a volere le Suore e la Casa della Carità. Sarà quella che terrà vivo lo spirito di tut-ta l’équipe che sarà laggiù (e deve essere numerosa e molto valida) perché c’è un lavoro che di#cilmente si può spie-gare; soprattutto ora che c’è una miseria estrema e i nervi della gente sono molto tesi; come lo dimostrano alcuni fatti luttuosi avvenuti quando ero laggiù. Solo il Buon Dio può provvedere; come solo la Missione Cattolica sta facendo là.

Ho visto anche molte altre cose fra cui il meraviglioso lebbro-sario di Farafangana, frutto di 60 anni di stenti e preghiere.

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Piccola raccolta di lettere

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Qui a Tongarivo la casa si anima sempre più del medesimo clima delle nostre case lì da voi: perché le miserie sono co-muni a tutti gli uomini.S.Lucia ci ha già inviato 5 ciechi: e ce ne saranno ancora. Ci sono tutti i nostri “tipi”. A oggi siamo: 11 donne, 6 uomini e giovani più due…ospiti speciali.Poi le quattro malgascie, le nostre 5 suore, P. François, e per ultimo un giovane tanala di Padre Asti…che potrebbe anche aiutarci. In tutto siamo una bella famiglia di 32 persone con me.Per ora Pier Giorgio è ad Analaroa per lavori a P. Papo! che è andato ad Ampasimanjeva. Francesco viene ogni tanto. Tre sono ad Ambositra, ma a "ne maggio saranno qui e 4 sono a Ampasimanjeva. Per "ne maggio si prevede la partenza per Ampasimanjeva di due Suore più Augusta, più due malga-scie e…me se sono ancora qui: come è probabile. E comin-ceremo, con l’aiuto di Dio e vostro, la nuova grande “ba-racca” laggiù. Mi dice in questo momento P. François, che è ritornato da confessare in città, che ci sono molte ragazze che desiderano venire con noi. Io stesso in tutti i luoghi dove vado trovo qualcuna che domanda. Vedremo… Però vede-te anche voi: chi va… chi viene e Dio sia benedetto. Fra qualche tempo avremo un bebè in casa e le suore hanno già pronto il corredino. E poi richieste di gente da accogliere… non vi dico. Bisogna moltiplicare le Case. Il bello è che la gente comincia a capire: anche protestanti e Indiani portano gioventù a vedere questa cosa nuova che impressiona favo-revolmente tutti. E anche la Provvidenza spicciola, dice Sr Lucia, comincia a venire. Quindi pare che tutto marci bene.

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Le Suore stanno bene e anche Sr Margherita è meglio. Ma abbiamo bisogno di rinforzi. E i rinforzi vengono soprattut-to da voi:1) se c’è molta Fede, molta Preghiera, molta Carità nelle

Case ne arriva anche qui2) se fate delle economie, trovate anche dei soldi, come ave-

te sempre fatto anche nel passato;3) soprattutto se riuscite a capire i giovani e a tenerli vicini,

ma con fede e "ducia, ci saranno anche le vocazioni per lì e per qui.

Sono molto contento che si cominci a fare qualche setti-mana a Pietravolta e che Sr Maria giri per le Case. Se tiriamo tutti pari ne caviamo dei ragni dal buco! Dio è con noi. Per i vostri Ospiti vi dico sempre: - siate buone, cortesi, com-prensive, ed allegre. Per le vostre anime…vi ri"lo quello che ha detto il Vescovo di Reggio a noi: “che tutti siano un cuor solo e un’anima sola e una vita sola e unica. Raccomando: silenzio interiore, penitenza, umiltà, Fede, ascolto attento della parola di Dio e delle Sue ispirazioni, vita di comunità in primo luogo per la Preghiera abbondante la correzione fraterna”.Per i vostri Preti prego salutarli, aiutarli e pregare per loro; fate leggere le nostre e se scrivono due righe ci fa molto pia-cere.

Vi benedico tutte e pregate per meVostro Padre. Don Mario

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(CO06115)

«…che la “baracca” non sia interrotta…»

Dal Madagascar scrive alle novizie a Pietravolta (MO), allora sede del Noviziato, e raccomanda loro di tenere aperta ad ogni costo la Casa della Preghiera e tener viva l’Adorazione Eucaristica.

8-6-69

Carissime novizie,grazie molto delle vostre di maggio 8/9/-5 e 11/5 e 26-27/5 e di tutte le care notizie - Desidero chiarimenti: per Desolina di Vitriola - di tutti i nostri di Fontanaluccia - della salute di Anna alla quale rac-comando o di mollare tutto o io non mi sento di rispondere di lei: e la capacità di mollare tutto ce l’ha e sa cosa vuol dire: è il Signore che glielo chiede - E io chiedo che dipinga per la gloria di Dio e per l’ubbidienza - Desidero sapere se contate su qualcuno di preciso per prendere il vostro posto l’anno prossimo a Pietrav. E’ assolu-tamente indispensabile che la “baracca” non sia interrotta... a costo di fare voi un altro anno.La Casa della Preghiera, la Casa della Preghiera !!!Anche se sorgeranno di#coltà nuove, o si ammaleranno Suore o ne andranno via è indispensabile tenere viva l’Ado-razione - Ditelo a tutto il mondo, cominciando da Sr. Maria e dai preti nostri e non nostri - Grazie all’Anna per quello che fa e scrive. Grazie all’Eva

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per tutta la disponibilità che ha - Grazie alla Clara per quel che mi dice - Sono pienamente d’accordo che si possa an-dare (o tutte o almeno due) nelle parrocchie a parlare con la gioventù - mettetevi d’accordo con Sr. Maria e purché non diventi troppo frequente. Grazie alla Argia per tutto l’entusiasmo che mette nelle sue cose e per i progetti: mol-to d’accordo per far leggere a D. Antonio qualche omelia in italiano - ma molte sono un po’ di#cili - attendiamo il nuovo Breviario - Ed ora vi sottopongo un problema che sta diventando di giorno in giorno più attuale e urgente: il reclutamento e la formazione di Suore e ausiliarie e ausiliari malgasci per le Case della Carità. Anzitutto: i malgasci in generale, sono un po’ impressio-nati dei nostri malati, soprattutto degli epilettici. C’è forse una tradizione secolare di considerarli come dei ... segnati da Dio e quindi da tener lontani, da lasciare al loro destino. Voi capite che dover far comprendere a questa gente che soprat-tutto in loro c’è il Signore e dover avviarli a una cura tenera e a!ettuosa, cioé molto piena di Fede e d’Amore è un’impresa molto grossa - Ma non ci si può fermare - I casi sono innumerevoli e nell’Isola non c’è ancora niente di simile alla Casa della Carità, se si fa eccezione dei lebbrosi in alcuni posti, ma che poi provvedono per conto loro, con le loro famiglie - Ne ho parlato al Cardinale: risposta: il reclutamento, la conoscenza di queste anime, la loro formazione al genuino spirito, soprattutto le prime, spetta a lei, solo a lei (che sono poi io) - Ma allora ... bisognerà che io mi fermi qui 4-5 anni, che impari la lingua ecc. ecc - Ma certo -

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Sarà Volontà di Dio?Certo io non sono d’accordo di inviare in Italia gente di qui per formarsi a ciò. Va bene: qualche volta, per poco tempo, ma dopo che sono Suore o aggregate - Sicché il Noviz. biso-gna farlo qui. Come faremo? Bisogna pregare e domandare lumi al Signore. E voi dovete sentire molto questo problema. Io spero di venire verso (prima o dopo) la metà di luglio: ne riparleremo -

Vostro Padre.

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(VE01049)

«…mi permetto suggerirle…»

Don Mario prepara con attenzione e premura la prima visita in Madagascar del Vescovo di Reggio Emilia, Mons. Gilberto Baroni, succeduto nel 1965 al Vescovo Mons. Beniamino Socche. In questo scritto si rivolge a Mons. Gilberto con toni delicati e !liali.

19 – 8 – 69 Eccellenza Rev.ma,avendo conosciuto un po’ l’ambiente malgascio e la sensibi-lità di quella gente, mi permetto suggerirle che sarebbe poco delicata e producente una visita troppo sommaria e in quasi incognito. E’ molta l’attesa del Vescovo di Reggio (e non è tutta colpa mia) e il desiderio di vari Vescovi e Padri di parla-re con V. E. D’altra parte è alla Capitale dove ci siamo instal-lati per primo, poi nella Capitale del Sud, Fianarantsoa, dove c’è l’Arcivescovo capo della Commiss. Ep. dell’Isola. Qui ci sono molti Padri Italiani e Suore; e credo che il Vesc. di R.E. sia uno dei primi Vescovi Residenziali che vanno laggiù. Per questo chiederei che venissero avvisati o da V. E. o da me, i Vescovi che hanno desiderato conoscere la nostra im-postazione Missionaria e che sono venuti di persona a visi-tarci: e intendo oltre il Card. e l’Arciv. di Fianara, il Vescovo di Antsirabè – di Mananjary e di Farafangana. In più ci sono i due Vescovi di Iosy e di Ambatondrazaka, italiani, che av-visati potrebbero vedere V. E., uno a Fianara, uno a Tanà.

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Unisco il progetto – programma che può avere delle va-rianti, ma che in complesso prevede quanto sopra. Io sarei disponibile o domenica 17 c.m. al pomeriggio o lunedì 18 al mattino, per conferire con V.E. prima di man-dare i dettagli del viaggio a Tanà. Penso di condurre in Francia lunedì i 4 probabili partenti per un mese di francese e sistemarli – Tornerei verso "ne mese. Checco Lindner(1) mi saprà dire se crede opportuno un mio incontro con V. E. e la data precisa – oppure se pensa V.E. a completare o de"nire il programma e a scrivere ai Vescovi e ai nostri missionari – Mi scusi e mi benedica dev.mo Don Mario P.

(1) Francesco Lindner: volontario di Reggio Emilia, fu uno dei primi obiettori di coscienza e andò in Madagascar in alternativa al servizio militare con la legge Pedini, quando ancora non esisteva Reggio Terzo Mondo. Partì con don Paolo Ronzoni nel 1969 e rimase "no al 1971 aiutando all’ospedale di Ampasimanjeva.

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(CO04219)

«...la presenza della luce e dell’acqua...»

E’ indirizzata all’Ing. Pietro Bernardi di Firenze per sollecitare la realizzazione di un progetto in missione.

Reggio Emilia, 12 ottobre 1969

Gent.mo e Carissimo Ing., ho "nalmente rintracciato il suo indirizzo che spero sia il buono. Perché un giorno mi era stato dato Via dei Cerretani, 6 e io avevo scritto ma non ho ottenuto nessuna risposta.

Anzitutto le debbo comunicare la dolorosa notizia della morte della mamma di Padre Ra!aele Randriamisata(1). Ci ha portato la notizia ai primi di ottobre Mons.Vescovo di Reggio di ritorno da un viaggio pastorale in Madagascar. La mamma è morta il 18 settembre. Mi permetto di riprendere il discorso del progetto di sol-levazione di acqua nel villaggio di ALAROBIA(2) nel distret-to di Padre Ra!aele. Non so che cosa potrà fare per il gruppo elettrogeno di cui si era parlato. Ma siccome gli avvenimenti incalzano mi permetto di riproporle il problema. Io sono stato in quel villaggio svariate volte e ho visto le grandi re-alizzazioni iniziate da Padre Ra!aele: la grande scuola già funzionante, la grande chiesa e teatro in via di ultimazio-ne, l’inizio della nuova missione delle Suore Francescane di Palagano che si impianteranno in quel villaggio (due scende-ranno con me il 26 ottobre e tre nella primavera prossima). Ma tutto questo presuppone ed esige urgentemente la

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presenza della luce e dell’acqua. Caro Ing. lo so che la scocciamo molto, ma le sarei gran-demente riconoscente se ci potesse dare una risposta deci-siva in merito al progetto. Anche nel caso di una risposta negativa, potremmo avviare le nostre ricerche altrove: e la Provvidenza non mancherebbe certo di aiutarci. Fino a que-sto momento per quel progetto la Provvidenza ci ha insi-stentemente indirizzato a lei, nel futuro vedremo. A parte le amenità le sarei grato di un cortese riscontro; anche per portare a Padre Ra!aele una risposta sicura. Io spero di ritornare laggiù il 26 c.m. con un’altra squa-dretta di operai evangelici (mamma mia che costi pesanti soltanto i viaggi!!).Spero che faccia pregare i suoi ragazzi. Spero siate tutti sani e che i ragazzi non contestino troppo. Mi farebbe piacere qualche notizia di loro. La ringrazio di tutto, la prego di conservarci la sua ami-cizia anche se siamo un po’ scocciatori, la saluto caramente assieme alla Signora e ai "gli.Dev.mo Don Mario Prandi

P.S. Mio indirizzo "no al 24 ottobre: o Fontanaluccia (Modena) oppure Casa della Carità - Via S. Girolamo , 26 - 42100 Reggio Emilia

In Madagascar B.P. 1660 - Tananarive – Madagascar________________

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Ill.mo Signor,Dott. Ing. Pietro BernardiViale Gramsci, 3150121 FIRENZE

(1) Padre Ra!aele è un sacerdote malgascio della diocesi di Tananarive, mandato a studiare in Italia. Trascorreva le vacanze a Fontanaluccia ed è diventato poi Vicario Generale della sua Diocesi.

(2) Alarobia è il villaggio natale di padre Ra!aele nel distretto di Tananarive ed è anche la sede della prima Casa in Madagascar delle suore Francescane di Palagano.

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(CO07005)

«Cara Sr Vittoria, come va la nuova vita?»

La lettera è indirizzata a Suor Vittoria della Madonna della Ghiara (1944-2004), Carmelitana Minore della Carità. Non è datata ma dal contesto si deduce che sia stata scritta poco dopo la sua vestizione, avvenuta a Fontanaluccia il 15 ottobre 1969.

Cara Sr. Vittoria,come va la nuova vita? Ma non importa che me lo scriva: me lo dirai se torno. E l’abito? Per amor della Madonna si può essere naturalissimi anche con l’abito. E i tuoi di Casa? Li spero bene. Salutali tanto. Conosci la Mira(1)? che ne dici? Prega molto per lei. Perché Sr. Teresa è sempre imbronciata con me? Non va bene conservare il risentimento. Salutala molto e dille che il Buon Dio è il Padrone di tutto, che vede tutto e provvede a tutto. E che la "ducia bisogna averla in Lui e non negli uo-mini. Però qualche volta bisogna anche credere ai Superiori, anche se sono uomini, ma sempre perché ci rappresentano Lui e pregando Lui che li guidi sempre. – Non impressio-narti di tutto quello che succede nel mondo e di tutti i mo-vimenti che devi fare: sempre contenta e buona con tutti e in ogni posto che ti mandino: per poco o per molto. Poi quando è ora andremo in Paradiso con Lui e là ci sta-remo sempre: che è una bella Casa della Preghiera – D. Mario

(1) Mira di Campolungo amica di Suor Vittoria; diventerà Suor Emanuela della Madonna della Ghiara, Carmelitana Minore della Carità. Farà la professione religiosa il 15 ottobre 1971.

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(CO06116)

«Se non diventiamo umili, semplici, piccoli non capiremo mai chi è Gesù Cristo.»

Don Mario è a Tongarivo (Madagascar) e scrive alle suore e novizie a Pietravolta (MO).E’ una lettera ricca di ri$essioni spirituali sulla schiettezza, la “vera umiltà” e sulla Fede come dono.

+ Tongarivo – 20/11/69

Mie carissime "glie e amiche, mi preparo a un brevissimo Ritiro presso i Benedettini di Mahytsy (a 28 Km. da qui) che spero fare con Francesco Casini e Giuseppe l’infermiere che è venuto su con me da Amp.va per un po’ di riposo. Credo che caschi bene il ritiro anche se è di tre giorni: 21 Presentaz. della Vergine, 22 S. Cecilia, 23 Dom. e S. Clemente.Così ci prepariamo al 24: S. Prospero e S. Giov. della Croce e al 25 S. Gioconda di Reggio – il 23 – 24 è anche il 2° anniversario della venuta della 1° equipe degli “11” – Ringrazieremo il Signore per tutta questa bella roba e per molta ancora! – Come va la vostra vita nella Casa della Preghiera? Grazie della gentilezza di avere scritto il 5/11 e anche delle notizie – Spero che abbiate una vita piena e ricca di Spirito Santo – E che cominciate a sperimentare la Sua vicinanza e presenza in voi! Avete la Parola Sua abbondante e il Suo Corpo e Sangue che vi unisce e nutre – Poi ci sarà

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la presenza molto cara anche di Sr. Chiara o Sr. Teresa, in attesa di Sr. Maria in convalescenza. Queste lettere a voi sono di proposito piuttosto… spiri-tuali; non che disdegni le notizie o le amenità, che in alcune lettere abbondano, e anche un po’ di spregiudicatezza come è del mio carattere o stile; ma quando scrivo a voi, alla Casa della Preghiera sono sempre più… bravo e contenuto perché mi ispira moltissima "ducia quel che fate e mi permette di dialogare con voi come padre che ha a cuore e cura, anche se lontano, un po’ della vostra formazione. Forse mi concen-tro di più così lontano che se fossi lì con voi – Ieri sera ho celebrato dalle suore di S. Giuseppe di Aosta: mi avevano preparato la Messa di S. Ponziano Papa e Martire e mi sono permesso di meditare un po’, per me e per loro, due momen-ti del Vangelo della Messa “Si diligis” – Mt. XVI, 13-20 -: 1°. “Chi dicono gli uomini che sia il Figlio dell’uomo?” – Gesù non disdegna sapere quel che si dice di Lui =Tenete presente che “non ti curar di lor ma guarda e passa” cioè non curarsi o disdegnare di sapere quel che altri dice di noi non è conforme a vera carità: a) perché noi siamo “spettacolo” al mondo, cioè: devono vedere quel che siamo e facciamo; e siamo “luce” non nascosta ma posta sul monte come una città – e ciascuno deve avere il diritto di fare i propri apprez-zamenti su noi (preti, religiosi, cristiani) anche se qualche volta non rispondessero a verità o fossero addirittura calun-nie e persecuzioni: anche allora dovremmo “pregare per i calunniatori e persecutori” come dice il Signore.; b) ma c’è un motivo più profondo: e se quel che si dice rispondesse a verità? se ci fosse del vero? non dovremmo forse accettare

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la carità che ci viene fatta facendoci conoscere per quello che siamo? o almeno come veniamo giudicati dai fratelli? Non vi pare che questo ci aiuti ad essere sempre più leali e schietti nel comportarci? sempre e dovunque? da soli o con altri? con la franchezza e "ducia nel non aver paura che si veda o si sappia quel che siamo veramente? anche nei nostri limiti e con i nostri difetti? Quel che siamo lo sa bene Dio: davanti a Lui non possiamo fare delle “"nte o usare del-le “prudenze” che poi sono “della carne” e allora possiamo anche cominciare ad essere con tutti quello che siamo con Lui: non arrivo "no a dire i nostri peccati nascosti: questo lo dirò in confessione; ma per tenere nascosto un difetto o una mancanza non debbo neppure alterare il mio atteggiamento per far credere di essere quel che non siamo – E qui viene fuori il più grande discorso della vera

Umiltà Lo faremo poi.2°. “e voi chi dite che io sia? Simone Pietro rispose: tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente – e Gesù gli replicò: - Beato sei tu, Simone "glio di Giona, perché non la carne e il san-gue ti ha rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli” – Se io campassi cent’anni non "nirei mai di capire e di cercar di far capire questo ai miei amici. “Non la carne e il sangue” cioè: non è la natura umana, con i suoi doni, le sue qualità, i suoi pregi, le sue intuizioni, la intelligenza, la cultura, l’esperienza, la scienza i progressi, le scoperte, le invenzioni e quant’altro si possa dire, che ci fa conoscere che Gesù è il Figlio del Dio vivente, ma è “la rivelazione del Padre”.

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Il problema della Fede in generale e della Fede in Gesù Figlio di Dio, non è frutto e conseguenza di una ricerca per quanto appassionata e sincera; non è il frutto di studi o di letture, non è il risultato di indagini scienti"che (neanche teologiche); non può assolutamente arrivarci la natura uma-na, non importa se di un genio o di un povero uomo; è soltanto un dono, una rivelazione del Padre: e Lui lo vuole dare ai suoi "gli, glielo ha già dato in germe nel Battesimo, ma, come dice il Vangelo “il Padre si rivela ai piccoli, ai sem-plici, agli umili” e “tiene nascoste queste cose ai grandi e ai potenti” – Se non diventiamo umili semplici, piccoli non capiremo mai chi è Gesù Cristo; se non domandiamo con insistenza, con amore, come fanno i piccoli, i poveri, senza vergognarci di essere poveri e piccoli e umili, non arrive-remo mai. E se per caso dovessimo arrivare, se non rima-niamo semplici e poveri e umili e casti e ubbidienti a Lui e al suo Vangelo (presentatoci e chiarito dalla Chiesa di Dio) possiamo anche perdere la chiarezza di quella rivelazione, possiamo anche perdere la Fede: come è avvenuto, per un momento, anche a Pietro quando, per paura (sempre sangue e carne!) tradì Gesù; come è avvenuto a Giuda (per attacca-mento al danaro e per i raggiri che con quello egli pensava di fare); come può succedere di chiunque, anche santo, se non rimane umile, piccolo, semplice, casto, ubbidiente e pove-ro = almeno nel suo intimo, almeno nel suo spirito. Perché “è lo Spirito che conta: la carne non serve a niente” (Giov. vang.). E’ lo Spirito che abbiamo in noi, non è l’anima, l’in-telligenza, lo spirito umano in contrapposizione a corpo, ma è lo Spirito di Dio, lo Spirito Santo “che ci è stato dato” nel Battesimo e nella Cresima. –

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Come vedete, da un piccolo testo evangelico può venir-ne fuori un nutrimento portentoso per le anime e coscienze nostre. Se pensate che ne abbiamo tanto di Vangelo e di Scrittura per nutrirci “nello Spirito Santo” e poi abbiamo il Sacramento del Corpo di Cristo per nutrire la nostra “Vita” di “"gli del Padre” e questa roba la chiediamo ogni giorno nel “Padre nostro” della Messa, possiamo proprio dire: chi è più ricco di noi? chi è più ben pasciuto di noi? chi ha un “Padre” così caro, così Signore, così istruito, così bello, così giovane, così forte, così saggio, così aperto, così buono, così fecondo, così amabile, così tenero, così dolce, così pre-muroso, così attento, così furbo, così potente, così… ----> all’in"nito, come noi? “superabbondo di gaudio in ogni mia a%izione”

+ ---------------------------------- + Vi prego di leggere e rileggere, non solo questa mia pove-ra lettera, ma le frasi che ci sono dal Vangelo. E quando le avete lette e assorbite e digerite e fatto san-gue e vita, vi prego di sudarlo questo sangue, di trapelarlo, di colarlo negli altri fratelli; di comunicarla e donarla “questa vita” agli altri: primo, perché siete donne e se non comuni-cate “questa vita” vi seccherete vi inacidirete, vi isterilizzerete e non servirete a niente (“che cosa voglio se non che abbiate la Vita in voi e l’abbiate abbondantemente?” – Vang.); poi perché “io voglio che l’abbiano tutti in abbondanza, anche più di voi” dice il Signore: e “ogni albero che non dà frutto (è questo il frutto: comunicare la Vita!) sarà tagliato e gettato al fuoco” –Ecco perché anch’io sono padre, anche se non ho moglie e "-gli di carne e di sangue. – Vi prego di mandare questa lettera

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in lettura, poi ve la ridarà, alla mia "glia Franca, Vle Curiel, Sassuolo. E pregate molto per tutti noi – Vostro padre –

Se poi può servire a tutte le nostre suore, questa mia, la fate poi vedere alle altre Case. Mah?!!

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(CO06117)

«La vita è bella - il Signore è Nostro Padre - il paradiso è una meraviglia…»

E’ la risposta ad una lettera delle suore e novizie di Pietravolta (MO) nella quale aveva colto un certo tono pessimistico; don Mario cerca di sdrammatizzare e infondere !ducia.

+ Tongarivo 10-12-69 S. Casa di Loreto .

Carissime noto dal tenore generale della lettera che prevale un certo senso di pessimismo o di scontento. Niente di tutto! La vita è bella - il Signore è Nostro Padre - il paradiso è una meraviglia e voi, se condividete tutte, le leggere .... geremiadi di Sr. Cristina, non siete più le Novizie che credevo. Poche storie ! ! ! -Cominciamo così: scriverà una volta ciascuna le notizie tut-te: così vi arrangerete. Poi ciascuna ri$etterà il suo sincero modo di vedere, senza alterazioni ... per non far star male o .... per dare qualche consolazione .... molto sinceramente e semplicemente - Per amor di Dio non diventate complicate. Poi: cos’è quel “D. Antonio ha letto in chiesa”? ma era una letterina da mandare a tutte le famiglie !!! E mi pareva che qualcuno o a macchina o col ciclo-stile le dovesse prepa-rare: - pazienza.E le lettere per le altre suore? -

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Piccola raccolta di lettere

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Quasi quasi vi direi: beh siccome è inverno aspettate per l’altare: però fate voi se siete già avviati - fate bene però ! -Per la gente di Pietravolta fate quel che potete: ma un incon-tro serale, brioso, famigliare mi piace molto - Non è necessa-rio che ci sia D. Antonio: fatelo anche da sole - Se potete avviate qualche nostra ragazza a fare qualche giorno con voi - forse nelle vacanze: ma non perdete tempo: insegnate quel che fate e fatele partecipare = ma con molta gioia, senza complessi - Se non riuscite a risolvere problemi ... ci saltate sopra.Vi auguro un buon Natale nel Signore - Salutate gli amici.

D. Mario

Page 248: don M ario P randi - WebDiocesi · 2012. 2. 29. · don M ario P randi A vendo tutti nel cuor e piccola r accolta di letter e PRIMO V OL UME dal 1933 al 1969 Edizioni San Lorenzo.