don Livio Tonello, E se fosse sceso dalla croce? dilaga in ogni dove, trasfigura ogni tragedia. Quel...

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EDITORIALEdon Livio Tonello, direttore

La famosa Crocifissione bianca di MarcChagall, che abbiamo scelto per la copertinadi marzo, è anticonformista, medesimotormento di cristiani ed ebrei. Tragicametafora naïf dei tempi nei quali viviamo, il dipinto del 1938 (si veda la descrizione dipagina 9) rimane agghiacciante enigmaanche per l’uomo d’oggi. Perché Cristo non scende dalla croce? Anzi, di mestaindifferenza sembra ammantare le crudevicende che attorno si consumano. È la«passione dell’impassibile», come la definivasan Gregorio Taumaturgo. «Se tu sei Figliodi Dio, scendi dalla croce!» (Mt 27,40).Scendi, ora, che fiamme e urla si levano alcielo! Rivolgi lo sguardo all’umanità ferita e devastata sotto l’avanzare di bandiere alvento. Una furia disumana che non si arrestadi fronte a nulla. Bruciano case e città;fuggono giovani e anziani; sono profanatisantuari e simboli. Tutto si scompaginaattorno a quella croce, tutto si frantuma nellastoria di ieri e di oggi. Come non vederviraffigurate le odierne colonne di gente in fuga, rovine e macerie di guerre senzaconfini, tragiche vicende di barconi e violenze...? L’uomo non cambia mai! E Diosembra impotente, inerme… oggi come ieri.

Eppure se Cristo fosse sceso dalla croce la sua missione non si sarebbe compiuta.Troppo facile, troppo conformista far valerela legge del piú forte. E lui lo poteva. Ma sarebbe stata la legge del male, la leggedella violenza che si perpetuava all’infinito.Male chiama male, vendetta chiama vendetta.L’anticonformismo di Dio è in quelladebolezza, in quella croce che accoglie suoFiglio e lí vi rimane per dimostrate la suapotenza. Una forza capace di opporsi al male,di non rispondere con la stessa moneta cosí da perpetuarne la logica perversa. Sul calvario Dio ha vinto senza uscire dallasua debolezza, anzi portandola all’estremo.

Anche oggi Dio non scende i gradini diquella scala che sembra invitarlo a porre fineal suo e al nostro tormento. Troppo facile.Troppo umano. L’invito è forse un altro: unascala solo da salire, per vedere piú da vicinola luce che scende dal cielo. Salire quei piolimalmessi per andare sulla croce, peravvicinare il volto dell’innocenza. Solo negli occhi di suo Figlio è possibile leggerel’amore per questo mondo. Occhi chiusi:

per non vedere? No, solo socchiusi perchéabbagliati dall’atroce oscurità che i suoifratelli sono capaci di diffondere. E sullapacata e inerme compostezza si disvela la risposta finale. Oltre la croce stessa, eccol’irrompere della luce, la bianca luce che dalcielo dilaga in ogni dove, trasfigura ognitragedia.

Quel crocifisso, «scandalo per i giudei,stoltezza per i pagani» (1Cor 1,23), è il piúforte simbolo anticonformista di Dio, capacedi ribaltare le sorti della storia e di ridaresperanza all’umanità.

A tutti noi è dato di avvicinare questomistero di salvezza: se rifiutiamo l’assurditàdella croce di Cristo non possiamo essereilluminati dal fulgore della sua risurrezione.Perché il mistero della croce racchiudel’amore di Dio per l’umanità. È l’irrazionalepretesa del cristianesimo di vincere il malecon il bene. In Cristo, nostro fratello, èpossibile. Rimane lí, sulla croce, segno diamore per tutti, buoni e cattivi, per ricordarciche solo l’amore e il perdono sono l’unicomodo di vincere il male e cancellareingiustizie e atrocità. La croce, piantata, nel cuore del mondo, illumina di possibilitànuova il vivere umano, lasciando all’uomo la sua libertà. È il segno della misericordia di Dio che in quest’anno ci viene donatanell’evento giubilare. Il Dio della Bibbia è amore e «non si vive in amore senza dolore»(Imitazione di Cristo, III,5).

E se fosse sceso dalla croce?

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In copertina:Crocifissione bianca

di Marc Chagall.A lato: particolare

del Crocifissoligneo di Donatello

(1386-1466), Chiesa di S. Mariadei Servi, Padova.

IMP. ITALIA MARZO_italiano.qxp 15/02/16 17.21 Pagina 3