Don Gnocchi alpino beato - ana.it · trocessa a carta anacronistica dalle regole da disattendere o...

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Sped. in a.p. comma 2 art. 1 DL 24.12.2003 n° 353 conv. con modificazioni in L.46 del 27.02.2004 – DCB Milano - Anno LXXXVIII - N. 9 N. 9 – 2009 OTTOBRE MENSILE DELL’A.N.A. Don Gnocchi alpino beato

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N. 9 – 2009OTTOBRE

MENSILE DELL’A.N.A.

Don Gnocchialpinobeato

29-2009

AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE NUMERO 229

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Fotolito e stampa: Amilcare Pizzi s.p.a.Via Amilcare Pizzi, 1420092 Cinisello Balsamo (MI)

Progetto grafico e impaginazione: Camillo Sassi

Chiuso in tipografia il 28 settembre 2009Di questo numero sono state tirate 398.629 copie

IN COPERTINAEra tanto tempo che aspettavamo di fare questa copertina sulla beatificazione di Don Gnocchi,il cappellano della Julia in Albania e della Tridentina in Russia. Non che gli alpini non lo consi-derino già addirittura santo, sorvolando sul diritto canonico e sulla doverosa prudenza dellaChiesa. La cerimonia si svolgerà domenica 25 ottobre in piazza Duomo a Milano, celebrata dalcardinale Tettamanzi, e sarà ripresa da RaiUno. L’urna di don Gnocchi sarà portata sul sagrato altoa spalla dagli alpini, come scriviamo nelle pagine interne. E di alpini ci sarà una massiccia pre-senza in piazza Duomo. Alle 12, collegamento con piazza San Pietro, per l’Angelus del Papa.Nella foto sopra: Don Gnocchi celebra la S. Messa al campo in Albania.

ottobre 2009 sommario

NUMERO CIVICOInvitiamo i nostri lettori a verificare che sull’etichetta della copia de L’Alpinoche ricevono a casa sia indicato non solo l’indirizzo ma anche il numero civicoesatto. Questo per evitare ritardi se non addirittura mancanza di consegna delgiornale da parte delle Poste Italiane.

3 Editoriale

4-5 Lettere al direttore

6 Consiglio Direttivo Nazionaledel 12 settembre

7 Calendario manifestazioni

9 Attentato a Kabul: i Caduti della Folgore

10-11 Don Gnocchi: beatificazioneil 25 ottobre a Milano

12-14 Operazione Abruzzo: Perona al villaggio ANA

15 Pellegrinaggio sul Pasubio

16-19 I 60 ANNI DELLA JULIA

20-21 Nostri alpini in armi

22 Mininaja: a San Candido 15 giorni negli alpini

24-25 Raduno della Cadore

26 Pellegrinaggio sul Monte Bernadia

27 Commemorazione al boscodelle Penne Mozze

28-29 Rossosch: restaurato l’asilo “Sorriso”

30-31 Il cappellificio Cervo

32-33 Andreas Hofer, 200 anni dopo

34-35 Notizie in breve

36-37 Incontri

38-39 Alpino chiama alpino

40 Belle famiglie

41-47 Dalle nostre sezioni

48 Obiettivo sulla montagna

Sembrava una battuta sulloslancio emotivo provocatodalla spettacolare sfilata di

Latina, la domenica dell'Adunata na-zionale. Invece la “mininaja” - comel'ha definita il ministro della Difesa -di ragazzi e ragazze dai 18 ai 25 annireclutati per quindici giorni in unacaserma di alpini, si sta trasforman-do in uno straordinario successo sindalle prime battute e spalanca oriz-zonti insperati. Singolare è stata an-che l’accoglienza di questo esperi-mento da parte di giornali e televi-sioni, che sembrano scoprire – dopoaver fatto tanto per demolirlo – ilservizio di leva. Qualcuno pensava che il numero di150 aspiranti alla mininaja non sa-rebbe stato raggiunto. Soprattuttoper i tempi ristretti: solo il 22 lugliola nostra Associazione è stata inca-ricata della raccolta delle doman-de: termine ultimo, la prima setti-mana di settembre. La preoccupa-zione di un insuccesso era fondata,invece il numero dei candidati (lacaserma di San Candido non puòospitarne più di 150) è stato supe-rato alla grande.E poi si parla di caduta di valori.Scopriamo che quando si parla dialpini, questa caduta non esiste,che il cappello con la penna è an-cora un punto di riferimento anche

per i giovani, che il servizio militarenon è più considerato un “cuneonella vita dei giovani”, come ebbe adefinirlo qualche personaggio dal-l'alta carica istituzionale.Questa sparuta pattuglia che havissuto per due settimane con glialpini del 6°, a San Candido, condi-videndo addestramento e marce, èl'avanguardia della speranza. Per-ché la vita dura di sacrificio e disci-plina – sia pur breve – che questigiovani si sono auto-imposti, la-scerà in loro un segno. Si avverte,nel loro giovanile entusiasmo aper-to ad esperienze di sacrificio e fati-ca ma altamente appaganti, un for-te desiderio di recupero di valori,in un momento storico nel quale ilrelativismo prevale sui punti fermi,con un processo disgregatore chenon sembra risparmiare nulla e checolpisce la religione e il senso mo-rale, le istituzioni, la società e la fa-miglia.Un fenomeno cominciato quasi insordina, mirando al senso religioso,con l’attacco a tradizioni radicate:abolendo il presepe dalle scuoleelementari, e conseguentementeanche il Natale, trasformato in “fe-sta della luce”, intesa come quelladelle vetrine e dei lampioni. Il tut-to in ossequio ad un malinteso spi-rito di multiculturalismo, pronto a

sacrificare la cultura propria peraccettare, anche negli aspetti ne-gativi, quella altrui. Poi è stata lavolta del crocifisso nelle aule, toltoma rimesso sia pur dopo un pro-nunciamento del Consiglio di Sta-to, per finire con la scultura dellarana crocefissa esposta in una mo-stra d’arte moderna a Bolzano du-rante la visita del Papa.Dalla religione alle istituzioni: labandiera oltraggiata, l'inno nazio-nale dileggiato, la Costituzione re-trocessa a carta anacronistica dalleregole da disattendere o persona-lizzare.È difficile non riferire a questa ca-duta di valori il disorientamentosociale e civile che pervade la no-stra quotidianità, le cui conseguen-ze riscontriamo senza esclusioni dicampo, nella famiglie, nella scuola,in parte della classe politica, nelnostro stesso modello di vita che sifonda su tradizioni, abitudini e me-morie, ma che non può negarsiaspettative e speranze. Da San Candido ci arriva un segnalepositivo, si accende una luce. Noi ciauguriamo che si trasformi in un fa-ro, nella penombra d'un Paese dallaprecaria identità che deve riscopri-re se stesso, la sua grande storia maanche le sue straordinarie capacità.

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Prove di naja

E D I T O R I A L E

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L E T T E R E A L D I R E T T O R E

TOPONOMASTICA TURISTICAIN ALTO ADIGE

Da tantissimi anni mi interesso ai quasi300.000 esuli fiumani e giuliano-dalma-

ti in Italia. Una delle questioni più spinosenaturalmente è quella della toponomasticae del bilinguismo. Soltanto in alcune loca-lità dell’Istria, dopo il crollo del comunismo,al nome slavo è stato aggiunto nelle vie enelle piazze l’originario nome italiano.Leggo oggi con stupore che, viceversa, neicartelli turistici a cura del Club Alpino di lin-gua tedesca sono stati tolti tutti i toponomiitaliani, provocando le indignate protestedei turisti e della minoranza italiana cheritiene, giustamente, che l’Alto Adige, SudTirolo, sia ancora in Italia. Proprio perché conosco bene i danni che ilfascismo ha causato con la sua scelleratapolitica di cancellazione della ricchezzaderivante da identità linguistiche diverse, egli odi devastanti che ne sono derivati,rimango stupefatto di questa sciaguratainiziativa che spero venga al più prestocorretta.

Sen. Carlo GiovanardiSottosegretario di Stato

QUANTA RETORICA…Retorica, retorica, sempre retorica...ci si immerge come in una melassa e se

ne esce nauseati. Si parla sempre di amor di patria, si scomodano i mortiche non possono aver voce. Se si interrogano i reduci, per la maggior parte, esclu-si pochi esaltati, le guerre italiane sono state un sudario calato dall'alto su ragazzi,anche solo di 17 anni. Si sa, la patria italia (minuscolo) è sempre generosa nel distri-buire ingiustizie. Mai sentito un accenno che tutte le guerre combattute dall'eser-cito italiano sono state dichiarate dall'Italia, paese profondamente belligerante(sic!). I confini non sono mai stati violati da nessuno. Il Piave mormorò, non passalo straniero??!! Lo straniero se ne stava tranquillo nei suoi confini, magari fossimogovernati dall'Austria! Per favore non confondiamo l'opera meritoria delle sezioniANA con questo amor di patria da operetta, si tratta solo di buona volontà e spi-rito di sacrificio e di gruppo, dove il tricolore è la nota piu stonata.

Antonello Conti - Dolzago (Lecco)

La tua arringa è lunga e ancora piu pesante di quanto riportato. Il fatto di averprestato servizio civile ti dà la sensazione di poter giudicare tutti, anche la sto-ria. Dovresti avere l'umiltà di leggere con piu attenzione gli scritti de “L'Alpino” eseguire con meno pregiudizi le nostre manifestazioni. Forse scopriresti di averconfuso la retorica con il sentimento di appartenenza ad una tradizione chetutto è fuorché militaresca. II senso di umanità, che ha sempre accompagnatol'alpino in armi e nella vita civile, anche nelle vicende piu drammatiche e dolo-rose, è un bene che vogliamo conservare e tramandare. Non siamo i giudici dellastoria, compito non nostro, ma confondere chi ha le responsabilità di tante, trop-pe carneficine con chi ricorda quelli che le hanno subite, mi sembra troppo.Onorare il soldato che ha fatto il suo dovere, quando il servizio militare non eraun'opzione, ricordare la civiltà costruita dal nostro Paese con genialità nel corsodei secoli, identificarsi nel simbolo dell'unità nazionale possono essere soggettida operetta per te e qualche altro. Per me, che pur detesto la retorica, sono inve-ce motivi piu che sufficienti per continuare a scrivere al maiuscolo le parolePatria e Italia.

Purtroppo la “sciagurata iniziativa” di toglie-re dai cartelli turistici i toponomi italiani faparte di un disegno perseguito con deter-minazione: cancellare 90 anni di presenzaitaliana in Alto Adige. Oggi, il trattamentodell’Italia alla minoranza sud tirolese è digran lunga migliore di qualsiasi altro in altrerealtà simili in Europa, Austria compresa.Evidentemente non basta. Bisogna dare unsegno preciso, che c’è un limite alle pretese,superato il quale è lo Stato a perdere auto-rità e dignità.

LA MIA NAIA, CHE COMMOZIONE

Ho compiuto di recente con i miei fami-liari un breve viaggio in Friuli. Per me è

stato un ritorno. Ho svolto infatti il serviziomilitare negli anni Settanta a Paluzza, alpinodella Taurinense, battaglione Mondovì. Unatappa indiscutibilmente formativa di vita.Prova ne è stata la forte emozione avvertitaquando ho varcato la soglia della vecchiacaserma “Maria Plozner Mentil”: la garittaalla porta centrale, l’enorme caseggiato conle camerate, il circolo ufficiali, ora sede diun gruppo ANA, il piazzale dell’adunata (si

fa di corsa, poltroni!), le salmerie. Ed è rima-sto l’orgoglio di averne fatto parte. I mieifamiliari sono rimasti stupiti di tanta com-mozione.

Gianfranco Villa - Savigliano (Cuneo)

La tua lettera fa comprendere come sianoimportanti i luoghi della memoria. Le emo-zioni che ci evocano non possono esseretrasmesse ad altri, nemmeno agli intimi difamiglia. Fanno parte di un patrimonio for-mativo tutto nostro e il periodo vissuto conle stellette resta indelebile nella memoria.Una tappa importante della nostra vita, pur-troppo irripetibile.

VOLONTARIATO

Quando 18 anni fa mi iscrissi all'ANA, l'a-vevo fatto perché mi sentivo di fare

Volontariato, Volontariato con la V maiu-scola. Ora mi sembra che il volontariatoall'interno dei nostri gruppi stia diventandoun volontariato con la v minuscola.Qualcuno comincia a pensare che ogni pre-stazione o servizio debbano essere ripagatise non, addirittura, pagati. Cambiano itempi, sono d'accordo, ma che cambino inquesto modo gli alpini no, non ci sto.

Sebastiano Fasol gruppo di Bussolengo (VR)

Evidentemente se scrivi in questo modoavrai le tue ragioni. Francamente non misembra di vedere una crescita nelle pretesedei volontari. Ho visto recentemente illavoro che hanno fatto e stanno facendo inAbruzzo e possiamo esserne fieri.Comunque se hai dei dati precisi per denun-ciare un decadimento dello spirito di gra-tuità che deve animare un volontario haianche il dovere di segnalarlo al tuo capogruppo e al presidente di sezione.

CHI BRONTOLADURANTE LE SFILATE

So quanto sia apprezzata la sintesi nellelettere, ma l’importanza dell’argomento

che mi appresto a trattare, non mi consentedi essere breve e conciso. Durante la sfilatale uniche frasi che “sottovoce” si sentonosussurrare dagli alpini sono: ‘anche oggi èlunga la camminata’, ‘anche quest’anno ilsole è caldo, andiamo più avanti così ci fer-miamo all’ombra’, ‘mi raccomando, passomarziale e rigorosi davanti alle tribune!’, ‘alli-neamento davanti alle autorità’. Frasi nonpronunciate da alpini che accusano acciac-chi di salute, ma da giovani. I più anziani,infatti, proprio per il loro incrollabile e infa-

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L E T T E R E A L D I R E T T O R Eticabile spirito alpino, mai si sognerebberodi pronunciarle. Lungo tutto il percorsodella sfilata mantengono un atteggiamentomarziale per rispetto di chi affolla le tran-senne da ore, sotto il sole cocente o sottola pioggia battente. Non dobbiamo metterein secondo piano chi accompagna le nostresfilate, perché loro sono lì per noi.

Diego Caudera - Ciriè (TO)

Mi scuso se ho reso ancora più sintetica latua lettera: lo faccio quasi sempre, e ti èchiaro perché. Senti brontolare nel corsodelle sfilate? Non può essere diversamente.Siamo fatti così e non sono sicuro che glianziani facciano eccezione. É vero che dob-biamo rispetto per chi ci sta ad applaudireper ore, ma la nostra è una sfilata, non unaparata. Quindi un po’ di comprensioneanche per chi marcia. Tutto sommato devodire che sono tante le sezioni davanti allequali bisogna togliersi il cappello. Perfette!

ADUNATE: CHI RESTA A CASA

Ogni anno conosciamo quante sono lepenne nere che partecipano alle

Adunate nazionali, ma non ci siamo maichiesti quanti alpini, contro la loro volontà,per motivi familiari, pecuniari o, peggio fisi-ci, siano rimasti malinconicamente a casa.Hanno (abbiamo) avuto l'ausilio del piccolovideo della sede nazionale e ancor più daSky 907 TV Vicenza, che da qualche tempotrasmette le sfilate dall'inizio alla fine. Gli“impossibilitati” ringraziano per aver parte-cipato almeno con il cuore. E se quandoscorgiamo tra le fila cari volti di alpini notimarciare al suono dell'amato "33", lo scher-mo si appanna non è colpa del video.

Nino Venditti - Lecco

QUEL CAPPELLO STONATO

Dalla stampa di questi ultimi afosi giorniagostani apprendo che il signor Bossi

durante una delle sue visite che, stando aicontenuti, direi veramente goliardiche, inCadore si è messo in testa un nostro cap-pello. Non mi risulta che abbia fatto l'alpino.La cosa, pertanto, mi sembra molto incre-sciosa: già dobbiamo assistere ad abusi delgenere in tante occasioni che nulla hanno ache fare con il nostro spirito e la nostra alpi-nità. Ci mancava un politico!

Paolo Salvi - Motta Visconti (MI)

L'agenzia ANSA il 21 agosto batteva uncomunicato: "Bossi indossa il cappello alpi-no. Noi i veri guerrieri e i veri condottieri".Della "gag" tra il capo della Lega e il ministroTremonti si è impadronita la stampa nazio-nale che ha pubblicato, anche in prima pagi-na, foto e testi senza risparmio, dimenticache quando centinaia di migliaia di alpiniinvadono pacificamente le città d'ltalia non

scrive una riga. Va bene così, anzi no. I poli-tici sanno fare bene il loro mestiere special-mente nel ricercare i voti in tutti i modi; èqualche beota nostrano che svilisce un sim-bolo partecipando a manifestazioni di par-tito col cappello in testa. Ritengo tuttaviadoveroso segnalare una stonatura: l'alpino èstato e continua ad essere un buon soldato.Mai vestiti i panni del 'guerriero'. Quanto ai'condottieri' ... meglio lasciar perdere.

CONDUCENTI DI MULI

“Conducente di jeep col pelo” era laqualifica di chi al reggimento veniva

affidato un forte e fiero mulo da curare etrattare con attenzione. Tanto di cappello...alpino, e tanto rispetto per questi soldatiche in tutta umiltà assolvevano compitiindispensabili. Non occorreva la patente,ma imparavi, soffrivi e conoscevi il tuomulo. A differenza di chi prendeva la paten-te militare per guidare i vari CM o CL. ATorino, nel mese di luglio, hanno scoperto edenunciato quarantadue persone che ave-vano "comprato" false patenti militari con-vertite poi in "civili", cosi da poter poi guida-re tir, autobus e camion. Questi signori chenon avevano mai vestito una divisa, uno eraobiettore di coscienza, erano "conducenticol pelo", ma sullo stomaco.

Enrico Bianco - Gruppo TO-Sassi

Dalle parti mie i conducenti erano noti,affettuosamente e senza offesa, col nomedi 'sconci', questi di Torino come potremmochiamarli?

DNA ALPINO

Scrivo per segnalare un fatto che mi haprofondamente e negativamente colpi-

to. Mi è venuto tra le mani il libro "DNAalpino" che racconta la storia della ScuolaMilitare Alpina di Aosta. Ho cominciato asfogliarlo con interesse ma ben presto hoprovato un senso di amarezza e fastidio.Sembra che non ci sia altro mezzo per "sbra-nare" i giovani che si presentano alla portadella caserma se non quello di bestemmia-re a più non posso. E pazienza se questofosse un vizio ristretto a poche persone.Vorrei che l'Associazione alla quale appar-tengo fosse di esempio anche in questocampo. Per una questione di dignità, di edu-cazione, di virtù civiche che vanno inculca-te nel cuore dei nostri figli.

Francesco Calgaro 38ª btr., gr. Pieve di Cadore

Sono lontano mille miglia dal difendere ibestemmiatori. Mi creano disagio. Bisognaperò contenere il fenomeno nel contesto incui si manifestava: la caserma. Per molti, chearrivavano ancora con i "denti da latte", eraun ambiente dove tutto sembrava fossescientificamente programmato per rimbe-cillirti e che si "umanizzava" con i riti fuoridal controllo del superiore. Erano la "vec-

chiaia" e "la tubazione" che si perpetuavanoanche attraverso la bestemmia. Una formadi nonnismo che impediva alla recluta dibestemmiare e poteva stabilire un rapportomeno gerarchico con l’ufficiale, ovviamentenon privato del potere di tirare i suoi moc-coli. Una brutta abitudine, spesso lontanadall'educazione della famiglia, che dava aqualcuno la sensazione di essere cresciutoo diventato "vecio". I cappellani, che benconoscevano le anime affidate alle lorocure, evitavano di annunciare la loro pre-senza per evitare "rosari" supplementari.Inciviltà? Malcostume? Quegli improperi, avolte bislacchi e perfino pittoreschi, credonon siano mai arrivati in cielo.

IL MANIFESTO DI BASSANO 1948

Visitando il sito www.ana.it e l'elencodelle Adunate nazionali sono rimasto

particolarmente deluso nel trovare la casel-la “1948 BASSANO DEL GRAPPA” ancoravuota. La delusione è mutata quasi in rabbiaquando non ho trovato il manifesto neppu-re al nostro museo al Ponte degli Alpini.Qualcuno mi ha detto che la disastrosa"brentana" del 1966 sconvolse l’archiviodella sezione, ma da vecchio alpino del btg.Feltre non voglio arrendermi ai capricci delBrenta e non avrò pace finché non avrò tro-vato qualcosa.

Giuseppe Zonta - Bassano del Grappa

Mi auguro che qualcuno, tra le polverosecarte, trovi il manifesto e possa restituire unpo' di pace a Giuseppe.

L’ALTARE DELLA PATRIA

Vigilia dell'Adunata di Latina. Altare dellaPatria. Due giovani avieri di guardia. I

turisti salgono e scendono i gradini. Dalbasso una manciata di penne nere si allargaa ventaglio: alpini di Valgreghentino, sezio-ne di Lecco. In mano e poi alla bocca il flau-to di Pan. Le note del silenzio fermanoattorno alpini e turisti: folate di memoria edemozioni ti corrono dentro. Là, davantiall'altare, uno degli avieri, gli occhi lucidi, siè irrigidito ancor più sull'attenti.

Piero Giorgio Serpini Gruppo di Vedano Olona (VA)

Le fantasie alpine sono contagiose. Creanosempre emozioni particolari. II silenzio perchi non ha fatto la naja è bello, per noi èvita vissuta, volti di amici, ricordo di chi èandato avanti. L'Altare della Patria è unsegno del sacrificio di tanta gioventù. Oggiabbiamo eserciti di scettici se non di sup-ponenti Soloni che sentenziano negativa-mente sulla nostra storia. Bisogna avere ilcoraggio di sentirsi piccoli davanti ai nostriCaduti e riconoscere che non siamo sicuri,nonostante le presunzioni, di lasciare ainostri giovani un'eredità migliore di quellache abbiamo ricevuto.

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C O N S I G L I O D I R E T T I V O N A Z I O N A L Edel 12 settembre 2009

Nel salone del Palazzo Antonini Belgrado,sede della Provincia di Udine, prima dell'a-

pertura del CDN, c'e stato uno scambio di salu-ti tra il presidente nazionale Corrado Perona e ilpresidente della Provincia on. Pietro Fontanini,presenti il comandante della brigata Julia gen.Gianfranco Rossi e il presidente della SezioneANA, Dante Soravito de Franceschi.

1. COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE...

Il responsabile del Dipartimento dellaProtezione civile ha scritto una lettera di com-piacimento e ringraziamento, su indicazione delPresidente del Consiglio dei Ministri, per l'ope-ra svolta dai volontari in Abruzzo. É stato resoconto dell'utilizzo dei fondi del 5 per mille(339.901,46 euro) relativi all'anno 2005. LaFondazione don Gnocchi ringrazia per il contri-buto alla realizzazione dell'urna del Beato. Perquanto riguarda l'esperimento della mininaja ilpresidente lamenta una tempistica alquantofrettolosa nelle comunicazioni da parte delministero. Ciononostante le richieste dei giova-ni sono ampiamente in esubero. Evidenzia lapositività di tante manifestazioni organizzate alivello nazionale e sezionale, richiamando l'at-tenzione sulla necessità di non discostarci dallasobrietà di comportamenti e rispetto, comerichiesto dai luoghi sacri. Informa che il vice presidente nazionaleAlessandro Rossi ha rassegnato le dimissionidalla sua carica con lettera raccomandata, cuiha risposto, accettandole, sia pure con ramma-rico. Propone la sua sostituzione con il consi-gliere Silvano Spiller. Il CDN approva la desi-gnazione con un applauso. In riferimento apressanti richieste a sciogliere la riserva su unasua eventuale ricandidatura alla presidenzanazionale, tenuto conto delle sollecitazionidegli alpini e dei collaboratori, dichiara la suadisponibilità a continuare nell'incarico per iltriennio 2010-2013, previo consenso da partedei raggruppamenti. Conclude dichiarando diconfidare sull'amicizia e il senso del dovere daparte di tutti.

2. INTERVENTI DEL PRESIDENTE...

Luglio: 11/12, Pellegrinaggio sull’Ortigara. 14,Comune di Fossa, Abruzzo: incontro con i nostritecnici e quelli della Regione Friuli VeneziaGiulia. 18/19, Chialamberto, Premio Fedeltà allaMontagna. 24, Ponte di Legno, sezioneVallecamonica, presentazione del libro: La con-quista dell’Adamello, il diario del cap. NinoCalvi. 25, 46° Pellegrinaggio in Adamello rifugioGaribaldi. 26, Costa Valle Imagna, sez. diBergamo per l'80° del Gruppo. Agosto: 2, Pragelato, sez. di Pinerolo, 50° delGruppo. 17/19, Abruzzo, Fossa e Acquasanta,visita all'area del villaggio da costruire con ifondi ANA e di altre realtà economiche. Visitaai campi di San Demetrio, Villa Sant’Angelo,Barisciano, Globo, Sassa, Paganica 4, Tempera,

Monticchio, Piazza d’Armi, Stazione Ferroviaria. AL’Aquila per firma convenzione S.M.E., UfficioAffari Generali Ministero della Difesa, stage gio-vani alpini - progetto Pianeta Difesa 2009. 26,Abruzzo, Fossa, firma convenzione con ilComune. 29, Belluno, conferimento della cittadi-nanza onoraria all’ANA. 3° raduno della brigataCadore. Settembre: 4, visita ai gruppi di Torre Santa Maria,Caspoggio, Lanzada, Chiesa Val Malenco, sez.Sondrio. 5, salita sul Bernina. Nel pomeriggio,Plan delle Betulle, sez. di Lecco. 6, cerimonia 50°anniversario della chiesetta dedicata al btg.Morbegno. S. Messa celebrata dal cardinaleTettamanzi. 9, Bassano del Grappa, incontro con iresponsabili dell’Associazione Nazionale Impiantia Fune e del Consorzio Dolomiti Superski per l'e-largizione di un contributo pro Abruzzo.

3. ...E DEI VICEPRESIDENTIValditara: luglio, 11/12 Ortigara. 14, Fossa, L'Aquilaper sopralluogo. 17/19, Chialamberto PremioFedeltà alla Montagna, 25/26, Vezza d'Oglio, 46°pellegrinaggio sull’Adamello. Agosto: 7, Fossa,Abruzzo, visita al cantiere ANA e incontro con ilsindaco e l'impresa incaricata delle opere di urba-nizzazione. 29/30 luglio, 3° raduno della brigataCadore. Settembre: 1, Udine, Telefriuli, presenta-zione del 60° della brg. Julia. 4/5, Spert, Belluno,sopralluogo in un'azienda candidata al PremioFedeltà alla Montagna. 6, Monte Bernadia, mani-festazione solenne al Faro della Julia.Lavizzari: luglio, 11/12, pellegrinaggio Ortigara. 18,Chialamberto, Premio Fedeltà alla Montagna. 24,Ponte di Legno, presentazione del diario del cap.Calvi e pellegrinaggio all'Adamello. 26, ValleImagna (BG) 80° di fondazione del Gruppo alpini.Agosto, 9, celebrazione al Forte di Oga. 16, PassoGavia, monumento "Madonna delle Vette". 17/19,Abruzzo, visita ai campi ANA. 20, Pian delleBetulle, sez. Lecco. 23, Passo Gavia, gruppoValfurva, sez. Tirano, 35° pellegrinaggio al Sacrariodi S. Matteo. 28/30, Belluno, raduno Brg. Cadore.Settembre, 5, Pian delle Betulle, 50° della chieset-ta.

4. PRESENTAZIONE DELLA CANDIDATURAPER L’ADUNATA NAZIONALE 2011

Il presidente della sezione di Torino, GiorgioChiosso, sottolineando che la città è cambiata inpositivo negli ultimi dieci anni, motiva la candi-datura con la ricorrenza del 150° anniversariodella proclamazione dell'Unità d'Italia da partedel re Vittorio Emanuele II. La manifestazionealpina sarà inserita nel programma degli eventiche è in corso di definizione. La forte valenza sto-rica della ricorrenza e la piena rispondenza dellestrutture della città per accogliere un appunta-mento così importante danno garanzia per unapositiva riuscita della manifestazione. II CDNapprova con un lungo applauso.

5. ADUNATA DI BERGAMOII consigliere Geronazzo riferisce sui contattiavuti con enti istituzionali, la definizione delle

aree a disposizione, anche per la cittadella mili-tare, e la sistemazione del SON. Sono stati defi-niti gli alloggi collettivi, le aree per le tribune ela sistemazione delle sezioni all'estero. Saràfatta richiesta di un passaggio delle FrecceTricolori. Si è infine cominciato a ricercare untema per l’Adunata che sarà prossimamentedefinito.

6. BEATIFICAZIONE DI DON GNOCCHIIl tesoriere Casini, membro del comitato orga-nizzatore, ha riferito che agli alpini sarà riserva-to un congruo numero di posti in piazza Duomoe che, successivamente alla cerimonia di beati-ficazione, la salma, scortata dagli alpini, saràtraslata in una cappella adiacente aSant’Ambrogio.

7. TERREMOTO DELL'ABRUZZOIl consigliere Favero relaziona sullo stato deilavori a Fossa. Conferma che i tempi previsti perla consegna delle casette saranno rispettati.

8. ASILO SORRISO DI ROSSOSCHFavero: i lavori di manutenzione straordinariasono stati effettuati, con qualche risparmio sulpreventivo ed è stato definito il regolamentosull'uso della parte riservata all'ANA. L'asilo èben tenuto e recentemente è stato riconosciu-to come il migliore della regione di Voronez.

9. COMMISSIONIValditara (Fedeltà alla Montagna) propone diassegnare il premio 2010 all'alpino GiovanniCompassi, gruppo alpino di Chiusaforte, sez. diUdine, per aver riadattato e gestito un bivaccoin località Plan Spadovai di Dogna, zona interes-sante sotto il profilo storico e turistico. Favero(Grandi Opere) riferisce che per completare laristrutturazione del rifugio Forca di Prestaoccorrerebbe un ulteriore contributo e che si èconclusa la procedura per la realizzazione dellacentralina al Contrin. Gazzola (Comitato diDirezione de L'Alpino) propone la data del20/21 marzo 2010 a Conegliano. Nebiolo(Sport) bene la corsa in montagna a Bardolino.Nebiolo (Manifestazioni Nazionali), steso ilnuovo regolamento per il SON. Bernardi(Costalovara), ultimato il primo lotto, per il 2° e3° affidato allo studio Concer il progetto esecu-tivo. È stato definito il regolamento gestionale.Occorrono volontari generici. Balleri (Legale)propone la proroga di un anno delle caricheistituzionali della sezione di Torino con l'appro-vazione di una norma transitoria di modifica delregolamento. Bertino comunica che al prossi-mo CDN presenterà le bozze per il calendario2010. Bonaldi (Protezione civile), grande sforzoin Abruzzo con oltre 6.000 presenze, ad oggi,non raramente in supporto di altre associazionidi volontari. Il Dipartimento ha riconosciuto lecapacità e l’efficienza dei volontari della nostraAssociazione e proporrà a breve la creazione diuna colonna mobile dell’ANA.Il col. Plasso porta i saluti del comando TT.AA.

79-2009

novembre 2009TRIESTE - Nel poligono di tiro di Tarcento (UD) 1° Trofeo “EgidioFurlan”, gara di tiro a segno con fucile Garand

MILANO - RIUNIONE DEI PRESIDENTI DELLE SEZIONI IN ITALIA E ALL’ESTERO

MILANO - CERIMONIA DI BEATIFICAZIONE DI DON CARLO GNOCCHI

TRIESTE - 23ª fiaccola alpina della fraternità dal cimitero degli Eroidi Aquileia alla foiba di BasovizzaGORIZIA - 53ª fiaccola alpina della fraternità dal Sacrario di Timaual Sacrario di Oslavia

TORINO – Commemorazione dei Caduti di tutte le guerre al Parcodella Rimembranza al colle della Maddalena

SALUZZO – Festa dell’Unità d’Italia e delle Forze Armate a SaluzzoVAL SUSA – S. Messa all’Abbazia della NovalesaVALLECAMONICA – Al passo del Tonale giornata dell’Unità d’Italiae delle Forze Armate

24 OTTOBRE

25 OTTOBRE

1 NOVEMBRE

3 NOVEMBRE

4 NOVEMBRE

18 OTTOBRE

C A L E N D A R I O M A N I F E S T A Z I O N I

GORIZIA – Fiaccola alpina della fraternità dal Sacrario di Oslavia alSacrario di Redipuglia

COMO – S. Messa sezionale nel duomo di Como

SALUZZO – Raduno del gruppo di Cavallerleone

ABRUZZI – A Teramo raduno sezionale e 80° di fondazione dellasezione

A TERAMO CONGRESSO DELLE SEZIONI ANA IN EUROPA

BOLOGNESE ROMAGNOLA – 87° anniversario della sezione epranzo degli auguri a Ozzano EmiliaACQUI TERME – A Ponzone consegna del premio letterario “AlpiniSempre”LECCO – Festa del ricordo al Santuario di LezzenoPARMA – S. Messa sezionale nel duomo di Parma

- COLLETTA ALIMENTARE - MILANO, PALAZZO DELLE STELLINE,2° CONVEGNO DEGLI INFORMATICI ALPINI

28 NOVEMBRE

7 NOVEMBRE

8 NOVEMBRE

12/15 NOVEMBRE

14 NOVEMBRE

22 NOVEMBRE

ERA VEZZA D’OGLIONel numero scorso una fotografia della sfilata delpellegrinaggio è stata scattata a Vezza d’Oglio enon, come erroneamente pubblicato, a Ponte di Le-gno. Ci scusiamo con gli alpini di questo Gruppo. �

Cravatte ANA,seconda ver-sione. Sono di

tre tipi, tutti in puraseta: una in classicostile regimental, a ri-ghe oblique con i colori verde e blu divi-si da un filo d’oro; una blu tempestata dapiccoli tricolori e la terza blu con tantepiccole penne dalla nappina rossa. Tutteriportano un piccolo stemma con il logoANA. Le richieste vanno fatte alla Se-zione di appartenenza, che le racco-glierà e manderà a sua volta l’ordinati-vo alla sede nazionale. Ovviamente,possono essere richieste anche le cravat-te della prima edizione (verdi con pennee nappina rossa, blu con penne e nappinarossa, bordeaux con penne e nappinaverde), cappelli, libri e altri gadget (la li-sta completa su www.ana.it). �

Sono disponibili su Dvd i video in alta definizione della sfilata dell’82ª AdunataNazionale di Latina. Ognuno dei 7 Dvd contiene le riprese dell’inizio e della finedella sfilata, intercalate dalle immagini delle Sezioni ANA selezionate per regio-

ne. Può essere acquistato anche un solo Dvd, quello in cui è registrata la pro-pria sezione. Questi i codici per l’acquisto:Cod. AL091 – Dvd Adunata Latina Sezioni della Liguria e della Valle d’Aosta;Cod. AL092 – Dvd Adunata Latina Sezioni del Piemonte;Cod. AL093 – Dvd Adunata Latina Sezioni della Lombardia;Cod. AL094 – Dvd Adunata Latina Sezioni dell’Emilia Romagna;Cod. AL095 – Dvd Adunata Latina Sezioni del Veneto;Cod. AL096 – Dvd Adunata Latina Sezioni del Trentino-Alto Adige e del Friuli;Cod. AL097 – Dvd Adunata Latina Sezioni del 4° Raggruppamento ANA.Il prezzo di ciascun Dvd è di 10 euro (Iva compresa), escluse le spese di spedizione(per ordini fino a 2 Dvd con la stessa destinazione euro 6,50; fino a 4 Dvd con la stes-sa destinazione euro 9,50; fino a 50 Dvd con la stessa destinazione euro 12,50).I Dvd possono essere acquistati presso la propria Sezione, o direttamente on-linesul portale www.ana.it, oppure a questo indirizzo: Oldgame-Videogiochi e DVD di Li-za Sartorello, via G. Meda, 37 - 20141 Milano, tel. 028464516 - fax 028464516, orari10:30-13; 15:30-19:30 (chiuso lunedì mattina), e-mail: [email protected]

L’Adunata di Latina in 7 DvdCravatte, berrettie gadget dell’ANA

Il calendario storico ANA 2010 È in preparazione il calendario storico dell’ANA per l’anno 2010, simile a quello di que-st’anno, che ha incontrato un grande favore di pubblico, anche non alpino. Ci sarà la do-cumentazione delle recenti attività associative, compreso l’intervento svolto in Abruz-zo dopo il terremoto. Gli interessati possono rivolgersi all’editore tel. 019-821863; cell.333-4189360 oppure al nr. 346-7384176; e-mail: [email protected]; www. l-editrice.it. �

89-2009

A Teramo in novembre il CDN, riunione delleSezioni europee e raduno della sezione Abruzzi

Dal 12 al 15 novembre Teramo ospiterà il raduno della se-zione Abruzzi nell’80° anniversario di fondazione. Inconcomitanza con il raduno, sabato 14 novembre presso

la sala consiliare del Comune di Teramo si riunirà il ConsiglioDirettivo Nazionale dell’ANA e nel pomeriggio si svolgerà ilcongresso delle Sezioni ANA europee. Questo il programma dettagliato:Giovedì 12 novembre: ore 11 conferenza stampa; ore 16 visitaalla città di Teramo. Venerdì 13 novembre: ore 8,30 alzabandiera in piazza Martiridella Libertà; 9 visita alla città de L’Aquila, al villaggio ANA peri terremotati di Fossa; 15 riunione del Comitato di presidenza ecommissioni varie; 18.45 partenza bus per Montorio al Vomano;19,30 deposizione corona monumento Caduti; 21,30 concerto inchiesa a Montorio del coro di Isola del Gran Sasso.Sabato 14 novembre: ore 9 riunione del CDN dell’ANA pressola sala consiliare del Comune di Teramo; 9,30 partenza bus per

le signore degli alpini e visita alla città delle ceramiche di Ca-stelli-S. Gabriele; 14,45 Congresso delle sezioni ANA europee;17,30 presso la sala Carino Gambacorta della Banca di Teramo,presentazione del libro “Alpini verso l’Aurora”dedicato alla se-zione e ai gruppi abruzzesi e del libro sulla storia delle sezioniall’estero; 18,45 sfilata fino a piazza Orsini e deposizione coronaal monumento ai Caduti; 19,15 arrivo del Labaro dell’ANA; 19,30arrivo della Bandiera di guerra del 9° in piazza Orsini.Domenica 15 novembre: ore 8,45 S. Messa al Santuario dellaMadonna delle Grazie; 9,30 ammassamento; 9,45 arrivo del La-baro dell'A.N.A.; 10 arrivo della Bandiera di guerra del 9° Alpini;10,15 sfilata per le vie cittadine fino a piazza Martiri della Li-bertà; 11,30 consegna cittadinanza onoraria del comune di Tera-mo all’ANA e al 9° reggimento Alpini; 12 interventi delle auto-rità; 12,30 onori finali; ammainabandiera.Per informazioni: Per informazioni e chiarimenti telefonare alconsigliere nazionale Ornello Capannolo cell. 3683201645. �

Giornata della Colletta alimentareil 28 novembre nei supermercati

Sabato 28 novembre si svolgerà intutta Italia la 13ª Giornata nazio-nale della colletta alimentare

organizzata dalla Fondazione Banco Ali-mentare Onlus e patrocinata, tra gli altri,dall’Associazione Nazionale Alpini. Nei supermercati migliaia di volontari,molti dei quali con il cappello alpino intesta, inviteranno i clienti a donare gene-ri alimentari non deperibili (preferibil-mente olio, omogeneizzati ed alimentiper l’infanzia, tonno e carne in scatola,pasta, pelati e legumi in scatola) che sa-ranno distribuiti a un milione e mezzo diindigenti attraverso gli oltre 8.000 enticonvenzionati con la rete Banco Alimen-tare (mense per i poveri, comunità perminori, banchi di solidarietà, centri d’ac-coglienza, ecc.). Lo scorso anno sono sta-te raccolte 8.970 tonnellate di prodottialimentari, per un valore economico sti-mato di oltre 27 milioni di euro.

Per informazioni: www.bancoalimentare.it. �

A Torino l’84ª Adunata del 2011

L’84ª Adunata nazionale degli alpini si svolgerà a Torino, nei giorni 7-8 maggio2011. Lo ha deciso il Consiglio Direttivo Nazionale nel corso della riunione del12 settembre scorso. �

Il 5 per milleper l’anno 2005 destinatoalla P.C.

e all’ospedaleda campo

Il contributo del 5 per mille desti-nato all’ANA Onlus nel 2006 nelledichiarazioni dei redditi relative al

2005, è stato interamente utilizzatoper le attività della nostra Protezionecivile e dell’ospedale da campo ANA.Si tratta di 339.901,46 euro. L’Associazione ha provveduto a darnecomunicazione, ai sensi dell’art. 3,comma 6, legge 24/12/2007, nr. 244,al ministero del Lavoro, Salute e Poli-tiche Sociali.�

99-2009

La notizia che sei paracadutisti dellaFolgore sono morti in un attentatonella zona verde che garantisce una

certa sicurezza alla capitale afgana si èdiffusa rapidamente e ha lasciato tuttinello sgomento. Sappiamo da sempreche i nostri ragazzi, impegnati in unaguerra senza fine, in un paese che sembraperseguitato dal demone della violenza,rischiano la vita. Quattordici hanno giàlasciato la loro esistenza in attentatiproditori, ora sono venti. Altri sono ca-duti in Iraq e in diverse località dove lapace non è di casa. Purtroppo quel tea-tro di guerra, dove la comunità interna-zionale, sia pur con limiti, contraddizionie gravi responsabilità, cerca di contenereuna crescente avversione verso l’Occi-dente, non lascia intravvedere spiragli diuna fine rapida e indolore. Settant’anni fa molti si chiedevano sevalesse la pena morire per Danzica. Il na-zismo non aveva ancora mostrato il suovolto cinico e criminale e si poteva pen-sare che forse non era il caso di scatena-re una guerra dalle conseguenze disa-strose per una questione marginale diconfini. La storia non si ripete, ma la co-stante della guerra sì. Cambiano la geografia, le motivazioni, irancori e si continua a non cercare solu-zioni equilibrate e giuste, preferendo ri-correre all’uso della forza. Nell’area me-dio orientale è in atto una partita peri-colosa per la sua atipicità negli obiettivie nelle modalità. Non siamo preparati a scontrarci con unnemico invisibile e ferocemente deter-minato. La nostra cultura impedisce l’usodella potenza militare di cui si disponeperché comporterebbe stragi ingiustifi-cabili. Proprio su questo l’avversario co-struisce la sua forza. E così i nostri solda-ti devono affrontare una situazione diffi-cile, complessa e perfino paradossale.Non sono lì per usare le armi, ma posso-no saltare in aria in qualsiasi momento.Come non bastasse, non sanno quandoe se il loro impegno potrà finire. E conquali risultati.In questo momento di tristezza e di do-lore per tante vite annientate senzapietà e famiglie colpite negli affetti piùcari non ci sono parole adeguate per

Morire per Kabul

Il pesante prezzo dell’impegno di pace

Continua il difficile e tragico per-corso dell’Afghanistan verso lapace, ma il prezzo pagato dai no-

stri soldati, portatori di pace, è alto e leinsidie si moltiplicano giorno dopogiorno. Lunedì 21 settembre l’Italia hacelebrato i funerali di Stato dei sei pa-racadutisti della Folgore uccisi in un at-tentato a Kabul. Le vittime sono il te-nente Antonio Fortunato, di Lagonegro(Potenza), del 186° reggimento, il serg.magg. Roberto Valente di Napoli, inforza al 187° rgt, il 1° caporal maggioreMatteo Mureddu nato a Oristano, inforza al 186° rgt, il 1° caporal maggioreGiandomenico Pistonami di Orvieto(Perugia), del 186° rgt, il 1° cap. magg.Massimiliano Randino di Pagani (Sassari), in forza al 183° rgt e il 1° cap. magg. DavideRicchiuto, nato a Glarus (Svizzera), in forza al 186° rgt. Migliorano le condizioni dei quattro feriti, mentre si aggiunge alla lista un nuovo at-tentato, avvenuto la mattina di martedì 23 settembre nella provincia di Shindand,una delle più turbolente dell’Ovest dell’Afghanistan. In un attacco a una pattugliadella Folgore è rimasto ferito, colpito a un braccio, un paracadutista. Le sue condi-zioni non sono gravi.

esprimere i sentimenti di vicinanza e par-tecipazione ad una tragedia così disuma-na. Con tutti i dubbi e gli interrogativi chepossono nascere quando sono in giocovite umane, crediamo di poter ribadireche il più nobile dei compiti di ogni uo-mo, e a maggior ragione di un soldato,sia opporsi alla violenza, soprattuttoquando cresce nella cultura della sopraf-

fazione e del fanatismo. Matteo, Anto-nio, Davide, Massimiliano, Roberto eGiandomenico sono morti per questo.Meritano il cordoglio e la riconoscenzadi tutti.Ai soldati in Afghanistan il nostro soste-gno incondizionato e alla Folgore, cuinon mancò mai il valore, la fortuna sì,condoglianze fraterne.

Vittorio Brunello

Massimiliano Randino

Giandomenico Pistonami

Roberto Valente

AntonioFortunato

Matteo Mureddu

Davide Ricchiuto

109-2009

Finalmente Beato!IN PIAZZA DUOMO A MILANO IL 25 OTTOBRE LA CELEBRAZIONE DEL PRIMO PASSO VERSO LA SANTIFICAZIONE

Finalmente Beato. È quanto gli alpinihanno sempre saputo. Prima che su-gli altari, don Carlo Gnocchi – il

cappellano degli alpini in Russia, fonda-tore di un’Opera che è andata via via cre-scendo dopo la sua morte – è considera-to Santo da tanto tempo. Ora sarà Beatoper la Chiesa. La cerimonia della beatifi-

cazione – a differenza della santificazio-ne, prevista in San Pietro e dichiarata dalPapa – avverrà il 25 ottobre prossimo aMilano, nella diocesi di nascita dell’an-cora, ma ormai per poco, “solo” venera-bile don Carlo. Da domenica, quandosarà dichiarato beato, don Gnocchi po-trà essere invocato nelle celebrazioni li-

turgiche ed indicato come un modelloda imitare. Per la canonizzazione occor-rerà un nuovo miracolo, ma in questosenso la fede degli alpini, e di tanti altri,è grande e non sarà disattesa.La Fondazione don Gnocchi, presiedutada mons. Angelo Bazzari, sta predispo-nendo la celebrazione e le varie manife-

Don Gnocchi

Don Gnocchi fra i suoi “mutilatini” e orfani.

119-2009

stazioni di contorno che richiameranno aMilano, e in particolare domenica 25, mi-gliaia di persone. Per contenere il gran numero di fedeli,alpini in particolare, la Curia ha dispostoche la S. Messa sarà officiata all’aperto,in piazza Duomo. L’altare sarà posto sulsagrato alto, davanti al portale della ba-silica, accanto all’urna con le spoglie delbeato. Celebrerà l’arcivescovo di Milano,cardinale Dionigi Tettamanzi alla presen-za del legato pontificio mons. AngeloAmato, prefetto della Congregazionedelle cause dei santi.Questa la scansione degli avvenimenti.Sabato 24 – l’urna con le spoglie di DonGnocchi verrà traslata dal “Centro MariaNascente” della Fondazione di via Cape-celatro, alla Chiesa di San Pietro in Sala(Piazza Wagner), dove nel primo pome-riggio si terrà un momento di preghiera.L’urna sarà poi trasferita alle ore 17 nellaChiesa di San Bernardino alle Ossa, viaSan Bernardino 1, e sarà esposta allapietà dei fedeli fino alle ore 24.Dalle ore 21, nella Basilica di Santo Stefa-no, nell’omonima piazza, veglia con reci-ta di brani e canti da parte del coro ANAdi Milano.Domenica mattina, alle 8,30, in corteol’urna del beato sarà traslata in piazza

Duomo, portata a spalla dagli alpini, eposta sul sagrato alto della basilica. Inquesta circostanza il coro ANA della Se-zione di Milano canterà canti alpini inonore di don Gnocchi. Alle ore 10 il car-dinale celebrerà la S. Messa, che sarà ac-compagnata dalla corale della Cappelladel Duomo e del Seminario diocesanononché da un canto del coro ANA.RaiUno trasmetterà il rito in una direttache si concluderà alle 12,10. A mezzogior-no piazza Duomo e piazza San Pietro sa-ranno collegate per un intervento delpapa nel corso dell’Angelus.Al termine del rito e dopo la benedizio-

ne del pontefice l’urna di cristallo (ormaisenza più la copertura di velluto che im-pediva la vista del beato) sarà trasferitanella chiesa di San Sigismondo, adiacen-te alla basilica di Sant’Ambrogio.Com’è immaginabile, ci sarà un grandeafflusso di persone, in special modo alpi-ni. È bene sapere, dunque, che l’ingressoin piazza Duomo sarà in parte contingen-tato (accessibile solo a coloro che avran-no l’invito o il pass) e in parte libero. Pertutti, i varchi saranno aperti alle ore 8 e –tassativamente – chiusi alle 9,30. Giorna-listi e fotografi dovranno essere accredi-tati presso la Curia arcivescovile. �

Un brano dal libro Cristo con gli alpini scritto da don Gnocchi

Giorgio

Quando venne alla Casa degli Orfani, fragile e incerto, pareva un uccellino sperdutonella bufera. Lo portava un'infermiera dell'ospedale e, consegnandocelo, disse: «Ha seianni. Il papà deve essere stato fucilato dai tedeschi; a ogni modo era militare e, dopol'8 settembre, non se ne seppe più nulla. La mamma, poveretta, è morta al sanatorio,e anche questo piccino (senta che cuore) deve averne patite delle privazioni». Avevainfatti un cuoricino singhiozzante che lo si vedeva sussultare anche di sotto la cami-cina stinta. Il dottore, quando lo vide, disse subito: «Tenetelo ben guardato. Se gli so-pravviene una malattia non regge». E così fu difatti. Povero Giorgino. Aveva una gran fame di tenerezza. L'implorava tacitamente con gliocchi, i suoi piccoli occhi di acqua dolce, illuminati da un chiarore fermo e vesperale.La mendicava da tutti. E se tu fossi venuto all'Istituto, te lo saresti trovato inavvertita-mente daccanto a prenderti leggermente la mano per carezzarsene la guancia morbi-da e pallida. Teneramente. Ma venne l'urto tanto temuto e, dopo penosa resistenza, morì che era tutto un male.Fu soltanto sul letto di morte, piccola bambola di cera, che io lo riconobbi. Perchétocca alla morte rivelare profonde e arcane somiglianze. Aveva la terrea nudità degliuccellini caduti dal tetto per fame o per la bufera. Quante volte l'avevo già incontra-to nella mia vita di guerra. Nella ferale teoria dei fanciulli in attesa degli avanzi del ran-cio o randagi a cercarlo fra le immondizie; nei bambini febbricitanti e morenti sui mi-serabili giacigli delle isbe russe o dei tuguri albanesi; nei cadaveri stecchiti dei bimbimorti di fame o di pestilenza, sulle strade della Russia, della Croazia o della Grecia. Intutti i bambini insomma travolti dalla guerra. Esercito di piccole vittime innocenti, dicui Giorgio era la retroguardia. Tanto più lacrimevole, in quanto la guerra era finita eper molti ormai lontana. La malattia l'aveva ridotto a un fragile scheletrino. Non doveva pesare più di una fo-glia. Eppure riempiva di sé tutta la casa. È vero che i morti sono tutti di piombo e ten-gono sempre un gran posto, così che, quando escono dalla stanza per la sepoltura, vilasciano una gran piazza immensamente vuota e silenziosa. Ma Giorgio pesava quasicome il corpo di un misterioso reato. Non era stato abbattuto dalla cieca bufera, po-vero uccellino tremante, ma dal piombo degli uomini in lotta ... E se non m'inganno,anche quelli che seguivano commossi il suo funerale pareva sentissero il peso di que-sta oscura e comune colpevolezza. Pareva dicessero: Ecco un'altra vittima, e la più in-nocente, dei nostri peccati. Che ne sapeva lui, povero piccino dolce e sognante, del-le nostre ambizioni di grandi, dei nostri stupidi sogni di potenza, degli interessi e del-le cose politiche che ci mettono gli uni contro gli altri così accanitamente? Eppureper tutto questo egli ha sofferto ed è morto... Perché continuiamo ancora a dilaniarci, a contenderci avidamente i pochi metri diquesta lurida terra? Pazienza pagassimo soltanto noi, ma invece sono questi piccini,questi innocenti che pagano per le colpe di tutti...

Don Gnocchi: fu cappellano della Juliae della Tridentina.

129-2009

Perona a Fossa visita il cantiere delle case ANA

L’area circostante la città de L'A-quila, più che una zona terremo-tata, sembra un gigantesco can-

tiere: pale meccaniche, betoniere, gru inmovimento ovunque. I disastri del sismarestano relegati all'interno dei centri sto-rici e quindi poco visibili. A fare da contrasto a questo fervore, letendopoli. Ben organizzate e ordinateospitano ancora tante persone, soprat-tutto donne, bambini e anziani che se nestanno lì in attesa di un futuro in cui fa-ticano a credere. Gli abruzzesi non si so-no piegati al terremoto, però il colpo èstato duro e prolungato oltre ogni previ-sione. Gli aiuti da parte del governo, la presen-za della Protezione Civile Nazionale, deivigili del fuoco, carabinieri, forestali, al-pini in armi, altri corpi militari e associa-zioni, ANA in testa, di istituzioni pubbli-che, a partire dalle Regioni, la Croce Ros-sa e via dicendo stanno svolgendo un la-voro encomiabile. C'è ordine, pulizia etanta volontà di aiutare; ciò nonostantesembra di cogliere sul volto e nei com-portamenti della gente che il colpo nonè stato ancora assorbito. L'esperienza devastante del 6 aprile etutto quello che sta avvenendo in quellaregione, che pure ha vissuto in passatotragedie analoghe, di dimensioni anchemolto superiori, sembra non riuscire a ri-dare quell'impennata necessaria per ri-mettersi in piedi.Il sindaco di Fossa, Luigi Calvisi, preso in

un vortice di impegni che si accavallanodi giorno in giorno, è ottimista sulla ri-presa del suo Comune. Ci sono stati 4morti, tra questi una bambina moldavaarrivata con la famiglia da pochi giorni ealcune centinaia di abitanti sono senzatetto. Nell'area dove l'ANA costruirà unvillaggio di 32 abitazioni ne sono in pro-gramma altre 120 ad opera di enti priva-ti o pubblici e della Protezione civile na-zionale. Per il prossimo autunno il sinda-co è sicuro di avere a disposizione quelledegli alpini e poche altre. Poi si vedrà. Il problema che lo angustia è la messa insicurezza della montagna che incombepericolosamente sull'abitato del paese.Prima di mettere mano alla ristruttura-

zione del paese disastrato bisognerà ri-solvere quel problema.Il presidente nazionale Perona segue conattenzione l'opera dei nostri volontariimpegnati un po’ dovunque fin dalle pri-me ore del sisma. Ormai sono 6.000 glialpini arrivati in Abruzzo. Nei giorni fre-netici delle scosse devastanti erano lìcon le unità cinofile, a sistemare tende,distribuire materiali di prima necessità esoprattutto a fornire pasti. Ora si passaalla fase della costruzione di abitazionicon criteri diversi da quelli di baraccheprovvisorie. L’obiettivo è di creare un vil-laggio che possa, finita l’emergenza, re-stare come struttura di supporto all’uni-versità interessata alla necropoli che si

Il presidente nazionale Perona (dietro, in maglietta verde) con,da destra, Carlo Bionaz, Vittorio Brunello e Giuseppe Bonaldi.Le foto di questa pagina sono state scattate nel mese di agosto,a cantiere appena aperto.

OPERAZIONE ABRUZZO

139-2009

trova a poche centinaia di metri dall’areaurbanizzata. Per questo Perona dal 17 al20 agosto, accompagnato dal vicepresi-dente Cesare Lavizzari, dai consiglieri na-zionali Ornello Capannolo, SebastianoFavero e Franco Munarini, dal presidentedella sezione Abruzzi Antonio Purificati,da Carlo Bionaz, Ivano Gentili, e dal re-sponsabile nazionale della ProtezioneCivile ANA Giuseppe Bonaldi ha volutovisitare per la terza volta l’area d’inter-vento dell’ANA, per definire gli ultimidettagli con l’amministrazione comunalee la ditta incaricata a realizzare le operedi urbanizzazione. L’avanzamento dei la-vori procede come da programma, grazieanche alla costante presenza dei nostritecnici. Si è ragionevolmente ottimisti dipoter arrivare prima dell’inverno a con-segnare tutte le casette. Il presidente non poteva però perderel’occasione di visitare tutti i campi dovec'erano alpini. Ha cominciato con S. De-metrio dove ha incontrato il presidentedella sezione di Udine Dante Soravitocon i suoi alpini schierati per una rasse-gna informale e alzabandiera. L’attivitànon è più frenetica come nelle passatesettimane, ma il lavoro continua con lapreparazione di 300 pasti al giorno. Cuci-ne con grandi pentoloni fumanti, alpiniintenti a confezionare menù e a prepara-re contorni danno tranquillità ai terre-motati, che non si sentono soli. Tra loroc’è anche un reduce di Cefalonia, France-sco Norscia, classe 1923. Quando, cattu-rato dai tedeschi, gli viene chiesto dicontinuare a combattere, risponde:“Contro chi devo sparare”? La visita è proseguita a Villa Sant’Angelo,Barisciano, dove il sindaco ha accolto Pe-rona con grande cordialità, e poi “Globo”,Sassa, Paganica 4, Tempera, Monticchio,Piazza d’Armi e Stazione Ferroviaria.Ovunque grande entusiasmo dei nostrialpini nel vedere il presidente nazionalee la delegazione ANA. In breve si viene a sapere dove si mangiameglio, dove sono più organizzati. Regio-ni come l’Emilia-Romagna, Trento, Pie-monte, Valle d’Aosta, Veneto, solo percitarne alcune, hanno fatto un lavoro en-comiabile. Si respira tuttavia aria di smo-bilitazione. Il responsabile della Prote-zione civile Guido Bertolaso ha infattidichiarato che al 30 settembre tutti icampi saranno chiusi. L’Abruzzo volta pagina e ricomincia acamminare da solo. La strada della nor-malità è ancora lunga. Ce la faranno.Hanno un cuore alpino. �

Villaggio ANA: iniziatoil montaggio delle case

A FOSSA, NEL QUARTIERE SAN LORENZO, FERVE L’ATTIVITÀ NEL CANTIERE DOVE OPERANO I NOSTRI VOLONTARI

Siamo ormai alle fondamenta, uninizio non da poco. Perché le 32 ca-se per i terremotati che il Consiglio

Direttivo Nazionale ha deciso di costrui-re a Fossa non sono case normali maavranno caratteristiche antisismiche chegarantiranno la ‘tenuta’ anche in un terri-torio soggetto a movimenti tellurici di ri-lievo. L’importo necessario proviene dapiù fonti: i versamenti dei nostri associa-

ti (e quanto ancora può venire dalle Se-zioni e dai Gruppi), e da istituzioni comeCariparma-FriulAdria (oltre 500 mila eu-ro) e i responsabili dell’Associazione Im-pianti a Fune, che si sono impegnati a de-volvere un contributo di 190 mila euro.Basta visitare il quartiere nel quale le abi-tazioni saranno costruite: particolare cu-ra è stata data nella predisposizione delterreno, preparato con l’apporto di ma-

L’armatura metallica sulla quale verrà poi effettuata una gettata di calcestruzzo, che costituirà la base per le case.

Il progetto delle case.

OPERAZIONE ABRUZZO

149-2009

Dalla Electroluxun container-cucinada 600 pasti al giorno

Èoperativo da mesi, nel campo di ac-coglienza della Protezione civileANA di Sassa Scalo il container ac-

quistato con parte dei fondi raccolti dal-la Electrolux e dai suoi dipendenti, all’in-terno del quale è stata allestita una cuci-na mobile, progettata e donata dallastessa azienda ed in grado di allestire finoa 600 pasti al giorno. Dopo il grave sismadel 6 aprile dalle fabbriche in Italia sonopartiti per la tendopoli frigoriferi, lavatri-ci, cucine; in contemporanea è stata or-ganizzata una raccolta di fondi tra i di-pendenti, che in poco tempo ha raggiun-to i 25.000 euro, cifra poi raddoppiatadalla Electrolux che ha provveduto a tra-sportare il container-cucina, collaudarloe metterlo in funzione. Ai fornelli, PaoloPaciaroni, chef della Electrolux. Al termi-ne dell’emergenza abruzzese, il containerallestito entrerà a far parte dell’attrezza-tura della Protezione civile ANA. La parterimanente del denaro raccolto, circa altri25.000 euro, è stata donata al fondo perl’Abruzzo, istituito dalla stessa ANA perfavorire la ricostruzione, come ha annun-ciato Andrea Danieli, ex dipendente diElectrolux Professional, vice presidenteANA della sezione di Conegliano e coor-dinatore della P.C. sezionale.Nelle foto: il container-cucina donatodalla Electrolux e lo chef Paolo Paciaroniai fornelli. �

teriale arido, che è stato quindi livellatoe rullato. A questo punto sono interve-nuti i nostri volontari che hanno effet-tuato una gettata di calcestruzzo magro(con bassa quantità di cemento) e creatoil piano di posa sul quale è stata predi-sposta una armatura metallica. All’inter-no della piattaforma sono stati predi-sposti i condotti per gli impianti di ener-gia elettrica, dell’acqua, del gas, del te-lefono e lo scarico delle acque reflue. In-fine è stata effettuata una seconda get-tata di calcestruzzo, di 25 centimetri dispessore sulla quale, dal 28 settembrescorso l’impresa veneta Leimholz ha ini-ziato a posare i prefabbricati. Che saran-no uno in più, 33 anziché 32, essendo l’ag-giunto destinato ad ospitare la sede delgruppo alpini rimasti senza ‘baita’, di-

strutta dal terremoto.Le abitazioni avranno uguali caratteristi-che, con un’ampia zona giorno, due ca-mere e un bagno. Particolare cura sarà data alle finiture siainterne che esterne, alle quali provvede-ranno in parte i nostri volontari con laposa delle pavimentazioni in ceramica, icollegamenti con le reti della luce, delgas, idrici e telefonici e la sistemazionedelle aree esterne.Per quanto riguarda i tempi di consegna,la ditta che ha in appalto la costruzionedei prefabbricati ha dato garanzie precise:entro la fine di ottobre le case sarannoconsegnate. Si tratta di vere e proprie abi-tazioni che, come è stato più volte detto,al termine dell’emergenza, quando glisfollati potranno tornare alle proprie ca-se ristrutturate o ricostruite, saranno uti-lizzate dagli studenti dell’università o peraltri scopi di interesse sociale.Questo piccolo villaggio che la nostraAssociazione sta costruendo, si aggiungeall’opera che hanno prestato oltre seimi-la nostri volontari, alternandosi in turnidi lavoro. Essi gestiscono tuttora diretta-mente alcune aree di accoglienza (in pra-tica, tendopoli) o sono al seguito dellecolonne mobili delle Regioni. Si trovanoa Campo “Globo”, a Paganica 4, a SassaScalo, a San Demetrio nei Vestini, Acqua-santa, Villa Sant’Angelo, Piazza d’Armi, al-la stazione ferroviaria, a Monticchio. Sono impegnati, in una meravigliosa garadi solidarietà, alpini di tutte le sezioni,dei quali, campo per campo, scriveremopiù dettagliatamente nel prossimo nu-mero. �

La fase avanzata della gettata in calcestruzzo.

OPERAZIONE ABRUZZO

159-2009

… Quell’ultimo baluardo del confine

L’ANNUALE PELLEGRINAGGIO SUL PASUBIO PER ONORARE COLORO CHE DIFESERO…

Il 5 e 6 settembre si è svolto l’annualepellegrinaggio sezionale sul Pasubio.Quest’anno il gruppo di Malo si è oc-

cupato dell’organizzazione logistica,mentre il supporto per le emergenze èstato affidato alla squadra sanitaria dellaProtezione civile ANA della sezione diVicenza. Perso da tempo il carattere locale, la sa-lita al Pasubio è oggi nel contempo unviaggio nel passato e un abbraccio dellecentinaia di alpini provenienti da diverseparti del Paese, come testimonia la pre-senza di numerosi vessilli e gagliardetti. Questa celebrazione è stata anche l’oc-casione per una visita delle trincee, puli-te e sistemate grazie ai gruppi alpini chesi sono avvicendati nel lavoro di recupe-ro. Significative presenze, insieme alle

autorità locali, sono state quelle del ten.col. Dalbagno, comandante del btg. Fel-tre, e del capitano Zappatore del 2° Reg-gimento artiglieria “Vicenza”.È sempre difficile scrivere su un eventoche si ripete, di anno in anno. Eppure, puressendo entrato nella tradizione delleattività sezionali, ogni volta il Pasubio ri-chiama alla mente nuove immagini e, asaperlo ascoltare, è il Pasubio stesso chelascia trapelare le voci della propria sto-ria. Una storia che è anche la nostra.Quest’anno il pellegrinaggio ha rispetta-to quello che potremmo definire il pri-mo significato del termine: un omaggio aquei soldati che 91 anni fa sono morti inquota. Soldati che, comandati dal gene-rale degli alpini Vittorio Emanuele Rossi,

hanno difeso quello che gli storici hannobattezzato “l’ultimo baluardo in difesadei confini nazionali”. Giuseppe Galvanin, presidente seziona-le, e Silvano Spiller, consigliere nazionale(ora vice presidente nazionale, n.d.r.),hanno ricordato, con un linguaggioasciutto ed incisivo, cosa è stato e cosarappresenta il Pasubio. Le loro parole, iloro richiami ai valori di sacrificio e allaPatria, risuonano ancora nelle orecchie dichi c’era. E non si sa bene se essere più orgogliosidi appartenere all’ANA o più arrabbiatisentendo che a 150 anni dall’unità d’Italiac’è ancora chi mette in dubbio il signifi-cato del Tricolore.

Federico Murzio

La chiesetta costruita dagli alpini della sezione, dove è stata celebrata la Messa per i Caduti.

Il Pasubio sul cui crinale vennero fermati gli austro-ungarici. La tomba del gen. Rossi sepolto sul Pasubio.

Una delle trincee recuperate dagli alpinicon un lungo lavoro di ripristino.

169-2009

IMPONENTI CELEBRAZIONI A UDINE E IN TUTTO IL FRIULI PER I 60 ANNI DELLA BRIGATA

Non c'è famiglia, in Friuli, cui il no-me Julia non richiami una serie diricordi. Del resto, la naja alpina

nella Divisione prima e nella brigata poi, èil comune denominatore d'una tradizioneentrata così profondamente nell'animo dafar sì che essere alpino - ricordano i nostrivecchi - era divenuta quasi una caratteri-stica antropologica, e non averlo fatto,

raccontano sorridendo, comportava qual-che problema perfino per trovare la mo-rosa.Ma è anche memoria triste, perché con ladivisione Julia da qui sono partiti tanti figlie padri che non sono più tornati. È un no-me che durante la guerra, nei mesi dellacampagna di Russia, veniva sussurrato conuna stretta al cuore, perché nonostante la

Julia, sempre nel

Udine: sfila il Labaroscortato dalpresidente nazionalee dal CDN.

Un mare di applausi ha salutato gli alpini in armi.

179-2009

propaganda di regime la gente capiva chec'era una tragedia in corso non avendo persettimane, mesi, notizie del loro caro.Julia è un tutt'uno con alpini, e gli alpini –in armi ma anche in congedo – sono ac-corsi con una meravigliosa gara di solida-rietà nei giorni del terremoto del '76. I friu-lani non dimenticano. Per questo all'Adu-nata di Udine, vent'anni dopo, la gente èscesa in strada per festeggiarli e mai adu-nata fu così imponente.Per questo le celebrazioni dei 60 anni del-la brigata si sono trasformate in tre giornidi festa – l'11,12 e 13 settembre – con i pae-si e le città imbandierate, con centinaia dialpini andati a rivedere i luoghi della me-moria, città per città, spesso purtroppotrovando caserme vuote e silenziose da

cuore della gente

riempire di ricordi.La festa è iniziata a Udine venerdì mattinacon la cerimonia dell'alzabandiera curatadal comando brigata. In piazza Libertà sti-pata da migliaia di alpini con le massimeautorità della Regione, il gen. C.A. Arman-do Novelli comandante del Comando

L’imponente sfilata fra due ali di folla.

Sindaci e gonfaloni da tutto il Friuli Venezia Giulia.

I reduci hanno sfilato sulle camionette.

La Bandiera di Guerra del btg. L’Aquila. Al centro, il presidente Perona con i generali Primicerj e Rossi.

189-2009

Da Udin siam partiti ...Il mito della Julia del ponte di Perati e di Valujki resta sem-

pre forte nella mente e nel cuore degli alpini. La celebra-zione del 60° della sua ricostituzione lo ha ampiamente di-

mostrato. Militari, sezione ANA, autorità civili di un territoriocome quello del Friuli, che poche decine di anni fa contava piùdi trenta caserme e che ha visto passare “la meglio gioventù”,hanno organizzato, da Forni Avoltri a Pordenone, da Tarvisio aGorizia, Tolmezzo e tante altre località, manifestazioni conbande, cori e fanfare come raramente capita. La città di Udine ha smesso per una volta il suo aplomb e si ètrasformata in un palcoscenico festoso dominato dai cappellialpini, con la partecipazione calorosa della popolazione, me-more di tanta gioventù vista salire sulle tradotte cantando:“Da Udin siam partiti”. Nel pomeriggio di sabato, alla messa in duomo, presenti le piùalte autorità alpine in servizio e in congedo, tra queste quasi

tutti gli ex-comandanti della brigata, il Labaro con il presiden-te Perona e il CDN al completo, gonfaloni di Province e Comu-ni con i rispettivi presidenti e sindaci, vessilli, gagliardetti, la-bari di associazioni combattentistiche e d’arma, il coro antici-pa l’inizio del sacro rito con la struggente composizione di DeMarzi: “E la Julia non fece ritorno”. Passato e presente, per un attimo, sembrano in dissolvenzasotto le grandi navate della chiesa. Impossibile dipanare il gro-viglio di emozioni che suscita in tutti il ricordo di vicende tra-giche e ricche di umanità. A riportarci a riflessioni meno laiche,ma in linea con il sentire alpino, ci pensa il celebrante nella suaomelia. “Il gioco della vita – dice - proposto da questa società diven-ta sempre più povero. Nessuno fa più capire ai giovani che ledifficoltà aiutano a crescere. La vita dev’essere interpretatacome servizio e in questo senso gli alpini sono testimoni at-

Forze terrestri e il gen. Gianfranco Rossicomandante della brigata, al suono dellafanfara della Julia un picchetto ha reso glionori al Gonfalone della città decorato diMedaglia d'Oro al Valor Civile e poi – ac-colto da un'ovazione – al Labaro scortatodal presidente Perona e dal Consiglio Di-rettivo Nazionale. Mentre il Tricolore saliva sul pennone del-la specola del Castello dalla piazza si è le-vato l'Inno di Mameli. Nel pomeriggio, inaugurazione della Cit-tadella degli Alpini, una rassegna che pre-senta l’alpino di oggi: lo stesso spirito diun tempo, ma con tecniche, mezzi, arma-menti moderni e tecnologie avanzate. Poinella Sala del Popolo, al Palazzo Comuna-le, il saluto del sindaco Honsell al presi-dente Perona e al gen. Rossi e in serata,presentazione al teatro Giovanni da Udi-ne del libro sui 60 anni della Julia.Sabato mattina, saluto ufficiale del presi-dente della Provincia, Pietro Fontanini, se-

guito dalla riunione straordinaria del CDN(ne scriviamo a pag. 6). Nel pomeriggiopuntata a Tarvisio, dove erano convenutiun migliaia di alpini, molti dei quali abruz-zesi. C'era anche il nostro presidente Pero-na che non tornava in città da 55 anni. “Viho ritrovato il cuore della gioventù”, diràpoi. Breve sfilata, tanti ricordi, deposizio-ne di una corona al monumento ai Cadu-ti, poi di nuovo a Udine per la Messa inDuomo e la festa al comando della briga-ta.Domenica si presenta in un clima di atte-sa. A metà mattina inizia la sfilata, e sem-bra che il tempo abbia fatto un passo in-dietro, tanto è uguale a quella del '96: unamarea di penne nere. Ci sono cinque Ban-diere di guerra e il nostro Labaro. Un boa-to accoglie gli abruzzesi che sfilano perprimi, poi è la volta dei vari blocchi, bendieci raggruppamenti, alpini in divisa inapertura e poi quelli in congedo. C’è an-che, con relativa banda musicale, la rap-

presentanza di un reggimento di monta-gna ungherese che, con analogo repartosloveno, forma la brigata multinazionale acomando Julia. E poi la banda militare sta-tunitense, bande e fanfare associative, chesi erano esibite un po' in tutto il Friuli neidue giorni precedenti e ora sono qui per ilgran finale. È passato un pezzo di storia d'Italia, che hariportato ricordi e una travolgente ondatadi emozioni. Talvolta fatte anche di rim-pianto, e non solo perché i vent'anni sonopassati, ma perchè è impossibile pensareal Friuli, e all’Abruzzo, senza la Julia. Nonper nulla tutti e tre hanno come emblemal'aquila, ed è un'aquila che vola alto. �

(Foto di Matteo Martin, L’Alpino,e Brigata Julia)

LA CITTADELLA DEGLI ALPINILa Cittadella degli alpini ha registrato un recorddi visitatori. Sono state stimate in mille all’orale persone che per tre giorni l’hanno visitata. Era allestita su una superficie di 4.000 metriquadrati in piazza I Maggio a Udine.

Un’ovazione ha accolto la Sezione Abruzzi.

199-2009

COLTE AL VOLO• A Udine, tra i nu-merosi gruppi mu-sicali che hanno al-lietato la sfilatac’erano anche al-cune formazionistraniere: la banda

delle Forze Navali Statunitensi in Europa e Afri-ca (o Banda delle Forze Alleate) nell’impeccabiledivisa bianca e la Banda Ungherese di Debrecen.

• Tra i più applaudi-ti, i reduci della Ju-lia, che hanno salu-tato la folla daimezzi militari. Al-cuni sono iscritti al-la Sezione di Udine:Luigi Papinutto (classe 1908 del btg. Mondovì),Adelchi Marchesi (cl. 1909, btg. Cividale), Gio-vanni Zucchiatti e Ferdinando Mangilli (cl. 1910,8° Alpini), Domenico Liussi, Augusto Di Luch,Olinto Del Fabbro e Giacomo Pilotto (cl. 1911, 8°Alpini).

• Udine era imban-dierata con oltrequattromila Trico-lori, 1.500 in più diquelli inizialmenteprevisti. Nella mag-gior parte dei nego-zi era esposta in ve-trina una bandiera oun cappello alpino.

• “Nomine tanto fir-missima” è il motto

della Julia che fu adottato ufficialmente nel de-creto legge n. 2233 del 31 ottobre 1935. Il suo no-me deriva dal 3° Comando superiore alpino “Ju-lio”.

• La sacra icona della Madonnadel Don, portata dagli alpinidalla Campagna di Russia e cu-stodita dai padri cappuccini diMestre, è tornata in Friuli dopo55 anni, in occasione dell’anni-versario della Julia. (M.M.)

tendibili. La misura della riuscita della vita di ognuno di noi èvalutata nella capacità di aiutare gli altri”.In serata, alla caserma Di Prampero, incontro conviviale alle-stito sotto le volte dell’elegante chiostro che fa da cornice al-l’imponente monumento all’alpino. A rendere più vivo il con-trasto tra la suggestiva atmosfera ascetica del cenobio e lastoria avvincente della Julia ci si mette di mezzo un comples-so di archi ed arpa con delle raffinate interpretazioni di musi-ca classica. È il momento dell’incontro tra vecchi e nuovi ami-ci, della fraternità alpina che si conclude solo a notte inoltra-ta con l’irruzione improvvisa della fanfara della brigata, sullenote del 33, per chiudere con un silenzio fuori ordinanza inter-pretato con grande sensibilità. La sfilata di domenica, perfetta nell’organizzazione, ha espres-so, come meglio non si poteva, una sintesi irripetibile di con-tributi provenienti dai militari e dalla società civile. Il gen.

Gianfranco Rossi, il presidente nazionale dell’ANA CorradoPerona, sindaci, presidenti di Provincia, Regione, rappresentan-ze di associazioni d’arma, del volontariato con labari, gonfalo-ni, stendardi, oltre 50 vessilli sezionali, più di 400 gagliardettihanno accompagnato e onorato il passaggio di “veci e bocia”della Julia. I reparti in armi con bandiera di guerra e i reparti di-sciolti, accompagnati dagli alpini in congedo, hanno percorsoil centro storico della città imbandierata, con la fierezza di chisente ancora il mito delle penne nere. Era dai tempi della pri-ma adunata a Trieste, dopo il ritorno all’Italia, che non si vede-va il calore di Udine. Non erano solo gli applausi, ma il voltodella gente assiepata lungo tutto il tragitto a testimoniare af-fetto e attaccamento ai giovani in tuta mimetica e alla storiache li accompagna. Una comunità stretta attorno ai suoi sol-dati nel nome della Julia. Di quella che non fece ritorno e diquella che ne perpetua la grande tradizione. (v.b.)

Un libro sui 60 annidella Julia. Curatodall’ufficio P.I. della

brigata comandato dal col.Claudio Linda e da una se-rie di preziosi collabora-tori che si sono occupatidella supervisione tecni-ca, dell’archivio della bri-gata, della raccolta dellefoto (comprese quelle inviatedagli alpini in congedo), insomma ditutte le infinite cose che consentonol’uscita di un libro, edito dalla Selekta,di Udine. Rende davvero onore al 60°,con le storie essenziali e le tante foto-grafie che si succedono come un filma-to. È dedicato a tutti gli alpini, in armi ein congedo, con un pensiero a RinaldoParavan, già presidente della Sezione diUdine, andato avanti mentre progetta-va le celebrazioni dell’anniversario. È un libro fotografico, con le immagini

dei vari comandanti, dalgen. Carlo Cigliana (15 ot-tobre del 1949, giorno del-la costituzione della briga-ta) fino all’attuale, gen.Gianfranco Rossi. E poi una splendida passe-rella di alpini, da “come era-vamo” ai giorni nostri, e mo-menti di vita e di naja, chefanno tanta nostalgia e te-

nerezza. Ora quelle colonne lunghissi-me di alpini sulla neve non ci sono più.Ma gli alpini sulla neve continuano adandarci, sulle rocce pure, hanno un ab-bigliamento diverso, un equipaggia-mento diverso. Vanno in missione all’estero, un compi-to rischioso che assolvono con profes-sionalità ma anche grande umanità. So-no rispettati e apprezzati per quel chefanno, tenendo alta la nostra Bandiera.Sono alpini. �

Un libro di fotografie, come un film

Reparto salmerie: anche i muli si sono presi la loro buona dose di applausi.

209-2009

NOSTRI ALPINI IN ARMI

Il 2° rgt art. da montagna “Vicenza”cittadino onorario di VicenzaIl 20 giugno scorso si è concretizzatal’iniziativa voluta dal presidente dellasezione di Vicenza Giuseppe Galvanin

e dal consiglio sezionale di celebrare l’u-nico reparto dell’Esercito italiano che an-cora porta il nome del capoluogo berico:il 2° Reggimento Artiglieria da Montagna“Vicenza”. La manifestazione ha raggiuntoil culmine con il conferimento della citta-dinanza onoraria al reggimento all’ombradella basilica palladiana in piazza dei Si-gnori e la successiva sfilata del repartoper corso Palladio, tra due ali di folla chehanno salutato i militari in marcia, cosaquesta che la maggior parte di loro non èpiù abituata a vedere. E se le autorità civili sintetizzano l’eventocome “Un atto d’amore verso la città” (leparole sono del sindaco Achille Variati), ilcolonnello Dario Buffa, comandante delreggimento spiega che: “Vi sono giorniche non sono giorni qualsiasi, perché nonpossono essere uguali a tutti gli altri.Quest’oggi è uno di quelli. La città di Vi-cenza ed il 2° reggimento, che ne porta

orgogliosamente il nome, celebrano, as-sieme, due eventi di straordinaria impor-tanza: il conferimento della cittadinanzaonoraria al reggimento ed i primi centoanni di vita di questa gloriosa unità”. Proprio il colonnello Buffa ricordando gli

eventi bellici che hanno vistoprotagonista la città e

quelli del reggimen-to, due storie

che cor-

rono parallele, afferma che le medaglieche decorano le bandiere del Comuneberico e del reggimento: “Sono fatte diuna lega di ghiaccio e neve, di vento rab-bioso e gelido, di sangue e di dolore, difreddo e di fatica, di determinazione e dieroismo”. Dice Buffa non senza una certa commo-zione: “Ciò che hanno fatto questi uomini,coloro che ci hanno preceduto, è riempir-ci lo zaino con una eredità quasi impossi-bile da portare, mettendoci così alla provae pretendendo da noi l’impegno di seguir-ne ed onorarne l’esempio. Tale vinco-

lo ci è ben chiaro, ancorché ci

Il Labaro scortato dal vicepresidente nazionale vicario Marco Valditarae dai consiglieri Nino Geronazzo, Sebastiano Favero e Silvano Spiller.

Il 2° reggimento art. mont. “Vicenza” e la banda storica schierati in piazza dei Signori.

218-2009

NOSTRI ALPINI IN ARMI

spaventi, ed io che oggi ho l’onore di darevoce al reggimento, rinnovo a nome di tut-ti tale impegno”. In quest’ottica non pote-va mancare un pensiero ai numerosi redu-ci presenti a Vicenza: “Davanti hanno la lo-ro bandiera, quella stessa che hanno servi-to ed onorato, in momenti drammatici,senza riserve e senza esitazioni. E sul drap-po vi è oggi una Medaglia d’Oro al Valoreche allora non c’era”.La sospensione della leva ha provocatoun progressivo allontanamento tra repar-ti in armi e il resto del Paese. Il distacconon è stato solo umano, ma anche cultu-rale. Ciò è accaduto sia nella sostanza (aquanti ventenni di oggi farebbe benequalche mese di naja?) sia nella forma:

Al Comando Truppe Alpine nuovo Capo di Stato Maggiore

Il gen. D. Claudio Mora ha lasciatol’incarico di Capo di Stato Maggioredel Comando Truppe alpine, conti-

nuando a ricoprire quello di vice co-mandante delle Truppe alpine. Gli èsubentrato il gen. B. Marcello Vito Gia-como Bellacicco. L’ufficiale è da poco rientrato dallaGermania dove, dal 2006, ha ricopertol’incarico di addetto militare per l’Eser-cito presso l’Ambasciata d’Italia nellasede di Berlino, con accreditamenti se-condari per l’ Olanda e la Danimarca.Nella foto: il comandante delle Truppealpine gen. D. Alberto Primicerj, a de-stra, stringe la mano al gen. B. Vito Bel-lacicco. �

corpo estraneo dal resto del Paese maparte integrante e portante dello stesso.In questo senso illuminanti sono state leparole del colonnello Buffa rivolte al sin-daco di Vicenza: “Signor Sindaco, la deci-sione assunta da lei e dalla sua ammini-strazione di conferirci la cittadinanzaonoraria ci onora e completa come me-glio non sarebbe possibile questa ricor-renza. Il reggimento che oggi diventa cit-tadino, già è figlio di questa città e tale siè sempre sentito. Questo ulteriore lega-me altro non fa se non consolidare econfermare il nostro sentimento di ap-partenenza ed il nostro affetto”.

Federico MurzioFoto di Maurizio Mattiolo

basti ricordare il rito del giuramento edelle licenze a casa. Ecco allora che an-che queste manifestazioni sono fonda-mentali per recuperare almeno in partequesto rapporto. E far capire a tutti chel’Esercito, pur se professionista, non è un

Nuovo capo Ufficio P.I. e del Reparto Comando “Tridentina”

Il ten. col. Alessandro Cottone ha la-sciato il comando dell’Ufficio Pub-blica Informazione del Comando

Truppe alpine per assumere il coman-do del Reparto Comando e SupportiTattici Tridentina, sostituendo il ten.col. Marco Tempera, destinato alComfoter di Verona. Al passaggio diconsegne erano presenti il gen. D. Clau-dio Mora, vice comandante delle Trup-pe alpine, il presidente della sezioneANA di Bolzano Ferdinando Scafarielloe rappresentanze delle altre Associa-zioni Combattentistiche e d’Arma. Il vi-ce presidente del Consiglio ProvincialeMauro Minniti, nel suo indirizzo di salu-

alpini è come una cima senza neve”. Daparte nostra, un grazie al ten. col. Cot-tone per la collaborazione e l’amicizia,per aver facilitato spesso il nostro lavo-ro di redazione. È stato di grande aiutonon solo a L’Alpino ma anche a tutte letestate associative i cui responsabili sisono rivolti a lui o ai suoi valenti colla-boratori, trovando sempre grande di-sponibilità ed efficienza. La responsabi-lità dell’Ufficio P.I. è stata affidata almaggiore Camillo della Nebbia, che hauna certa esperienza nell’ambito dellacomunicazione, maturata allo StatoMaggiore dell’Esercito e in missioni inBosnia, Iraq e Afghanistan. �

Da sinistra: il ten. col. Cottone, il gen. D.Mora e il ten. col. Marco Tempera.

to, ha sottolineato l’importanza dellapresenza delle Truppe alpine nella Regio-ne, significando che “L’Alto Adige senza

229-2009

CONCLUSO CON STRAORDINARIO SUCCESSO IL PRIMO CORSO DI MININAJA DEL “PROGETTO DIFESA” AL QUALE HANNO PARTECIPATO AL 6° ALPINI 140 RAGAZZE E RAGAZZI SELEZIONATI DALL’ANA

Alla fine ha prevalso la commozione,perché questa esperienza ha la-sciato il segno un po' a tutti: istrut-

tori e allievi alpini. Il primo esperimentodel “Pianeta Difesa” – una “mininaja”, duesettimane di vita di caserma per 140 ra-gazze e ragazzi che sono stati selezionati,su invito del ministero della Difesa, dallanostra Associazione – si è rivelato un suc-cesso al di là di ogni aspettativa. Alla cerimonia di conclusione del corso,nella Sala Resch di San Candido, il colon-nello Massimo Gianni Poli, dopo aver rin-graziato lo Stato Maggiore dell'Esercito eil ministro della Difesa Ignazio La Russaper aver scelto il 6° reggimento Alpini perquesta prima esperienza, rivolgendosi agliallievi ha continuato: “Ma il mio ringrazia-mento va anche a voi. Sono soddisfattodell'impegno e della serietà che avete di-

mostrato. Meritate il riconoscimento deivostri istruttori che hanno avuto la fortu-na di addestrarvi in questi quindici giorni”.“Voi – ha continuato – avete stretto identi quando il cammino era faticoso, visiete commossi alla celebrazione per i seiparà Caduti a Kabul, avete cantato in ten-da le canzoni alpine, ci avete dimostratoche era ben fatto quello che stavano fa-cendo i vostri istruttori. L'esperimentoPianeta Difesa si è rivelato una scommes-sa vinta, il che mi fa dire che per gli alpininulla è impossibile”.Occhi lucidi fra i giovani, qualche lacrimadi padri che vedevano i loro figli trasfor-mati come non avrebbero mai creduto.“Vedere mia figlia correre per mettersi su-gli attenti, obbediente agli ordini, inqua-drata con gli altri è stata per me una sod-disfazione che non avrei mai sperato”, hacommentato un genitore.“Non abbiamo fatto loro alcuno sconto –dirà più tardi il ten. col. Milco Colosi, co-mandante del battaglione “Bassano” – Laprima sera, quando sono arrivati al centro

addestramento, dopo aver indossato l'u-niforme erano diversi da quando eranoscesi dal pullman, in abiti civili. Il giornodopo, inquadrati dagli istruttori, erano giàmilitari”.Sono stati quindici giorni davvero com-pleti e impegnativi. Dopo le prime lezioniteoriche, sulla struttura dell'Esercito, ilruolo delle Forze Armate, nozioni sulla so-pravvivenza in montagna e di topografia,è cominciata la pratica, con addestramen-to formale, attività sportiva, elementi dipronto soccorso e difesa personale e mo-vimento in montagna con difficoltà pro-gressive, compreso un pernottamento inquota e arrampicata lungo una via ferrata.“Uno spettacolo”, ha concluso il col. Colo-si.Dopo il saluto dell'assessore Tiziano Blan-chetti, che rappresentava il sindaco di SanCandido, è intervenuto il nostro presiden-te nazionale Corrado Perona. “L'emozioneè tanta, – ha esordito – sentendo le paro-le del colonnello Poli sono tornato ai mieivent'anni e alla parole del mio comandan-te di allora: non è stata una ripetizione,ma una conferma che il modo di essere al-pini è sempre lo stesso”. I tempi sono cam-biati, oggi ci sono i volontari che aggiun-gono professionalità e operano così benenelle missioni di pace. “L'esordio di questiragazzi ci mancava – ha proseguito – e ve-derli andar via il dispiacere è forte. Ci au-guriamo che possa essere ripetuta per al-tri giovani questa bella esperienza con glialpini. Noi saremo sempre disponibili acollaborare”. Quanto al cappello alpinoche il generale Alberto Primicerj, di lì a

L’arrivederci del gen. Primicerj:“Siamo orgogliosi di voi”

Il comandante delle Truppe alpine gen. AlbertoPrimicerj alla consegna del cappello alpino aElisa Colombara, una ragazza del corso “PianetaDifesa”. Tra loro, il presidente Corrado Perona.

Gli allievi del corso nella Sala Resch di San Candido alla cerimonia della conclusione del corso.

Sotto: primo mattino, sveglia e corsa per i prati. Sullo sfondo le Dolomiti di Sesto. A destra: inmarcia con l’equipaggiamento per il pernottamento all’addiaccio.

Dal 23 al 25 ottobre l’AssociazioneNazionale Alpini parteciperà conuno stand al Lingotto Fiere di Tori-

no ad “Alpi 365 - Montagna Expo”, il salo-ne biennale dedicato alla scoperta delleopportunità che la montagna offre. Idea-ta e strutturata per mostrare i nuovi mo-delli di sviluppo della montagna, la se-conda edizione della manifestazione ruo-ta attorno a cinque temi principali: turi-smo, vivibilità, economia, sport e culturae ha come riferimento geografico lo spa-zio definito dal territorio dell’Euroregio-ne Alpi-Mediterraneo. La manifestazioneha un programma ricco di eventi e appun-tamenti ed è rivolta a turisti, sportivi eappassionati in genere, agli studenti, allefamiglie, ma anche agli operatori econo-mici e alle piccole aziende montane. “Al-pi365 - Montagna Expo” vuole accenderei riflettori sul turismo di prossimità, sulleproduzioni e sui prodotti del territorio,su cui è necessario investire per valoriz-zare l’immenso patrimonio storico-cultu-rale e ambientale del nostro Paese per lasalvaguardia del quale la nostra Associa-zione è sempre stata in prima linea.L’evento si inserisce nel progetto trienna-le (2007-2009) della Regione Piemonteche vuole porre al centro dell’attenzionedel pubblico, la montagna, le sue proble-matiche e le sue risorse.Alpi 365: dal 23 al 25 ottobre 2009, ore10-23, Lingotto Fiere (via Nizza 294,Torino, tel. 011.6644111). �

L’ANA al Lingotto di Torinoper l’Expo della Montagna

Domenica 18 ottobreFiorano Modeneseospiterà il raduno

del 2° Raggruppamento (se-zioni della Lombardia edell’Emilia Romagna). Nu-merosi gli incontri e le ini-ziative collaterali: sabato 17a Maranello si svolgerà lariunione dei presidenti se-zionali mentre sabato 10ottobre a Formigine saràpresentato il centro di accoglienza ri-strutturato e saranno consegnati i premidel concorso scolastico “Alpini sempre”.Per informazioni: sezione ANA di Mode-na, tel. 059/342901. Il programma completosu www.ana.it. �

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poco, avrebbe messo in testa a questi gio-vani a conclusione del corso, Perona haesortato: “Portatelo con dignità, con fie-rezza. Dietro ha una lunga storia, di sacrifi-cio, di abnegazione. Non perdete l'entu-siasmo che avete dimostrato, sappiateche il cappello per noi, e ora anche pervoi, vuol dire tutto”. I giovani – cinquantaragazze, un centinaio i ragazzi – hanno tri-butato a Perona un applauso lunghissimoe caloroso.C'era una commovente atmosfera di com-miato, quando ha preso la parola il gene-rale Primicerj. Si è detto disponibile a ri-petere questa esperienza anche per tempipiù lunghi, confidando che sia ancorascelto il Corpo degli Alpini. “Per due setti-mane abbiamo guardato a voi con simpa-tia, oggi vi ammiriamo perché avete avutola forza di continuare fino alla fine”. Inqueste due settimane abbiamo cercato dispiegarvi cosa sono i militari e cosa sonogli alpini. Ma i vostri bravi istruttori vi han-no trasmesso anche altri valori: quelli del-la montagna, che è la miglior palestra perun soldato ma anche per la vita, perchéconsente di farci capire i nostri limiti, ac-quisire rispetto per l'ambiente, per sestessi, per i compagni e per i comandanti,e infine il senso della solidarietà: questo sichiama spirito di Corpo”. E dopo aver ringraziato il presidente Pero-

na e il ten. col. Colosi, ha parlato del cap-pello che avrebbe consegnato: “É un privi-legio ma anche un impegno, un impegnodi vita. Sarebbe per noi una grande soddi-sfazione se qualcuno di voi volesse torna-re come volontario. Per questo non vi di-co addio, ma arrivederci”. Dopo l'applauso, il col. Poli ha chiamatogli istruttori davanti al palco e dato l'ulti-mo attenti agli allievi per il saluto al gen.Primicerj. C'era un silenzio che parlava. Poiil rompete le righe e la gioia dei ragazzi edei parenti.Era tempo di consuntivo. “Un'esperienzadavvero positiva – dice Emanuele Bazzoli,operaio edile di Agnosine (Bergamo). So-no grato al presidente della sezione diSalò, Romano Micoli, che mi ha offertoquesta possibilità”.“È stato straordinario! - dice con entusia-smo Gioia Azzalini, di Ardenno (Sondrio)laureanda in filologia moderna all'Univer-sità Cattolica di Milano. Nessun parentené amici fra gli alpini: “Ho sentito del Pia-neta Difesa alla televisione, mi ha incurio-sito ed eccomi qua”.Ileana Bersini, impiegata di Cazzago SanMartino, ha una famiglia di alpini, padre,zii, nonno reduce di Russia. Il padre nonsta nella gioia vedendola in tuta mimeticacol cappello in testa. Trattiene a stento lelacrime.Commosso anche Luigi Bernardi, consi-gliere nazionale e presidente della sezio-ne di Colico, quando il colonnello Poli loinvita ad essere lui a mettere il cappello intesta al figlio Fabio, studente di ingegneriae allievo alpino per 15 giorni.Vorremmo dire di tanti altri giovani, di Iri-sa Benso, di Novi Ligure, partita con ap-prensione e ora entusiasta, madre com-presa, di Katerina Beretta, madre venezue-lana e padre di Reggio Emilia, di tutti glialtri. Li abbiamo visti felici. Quindici gior-ni, e hanno lasciato un segno. (g.g.b.)fotoservizio del CMS Paolo Massardi –Comando Truppe alpine

2° Raggruppamento: il 18 ottobre il radunoa Fiorano Modenese

Il presidente Perona mentre rivolge il suo saluto ai giovani del corso sperimentale. In prima fila il gen. Primicerj con il col. Poli, i consiglieri nazionali Bernardi e Favero e il presidente della Sezione di Bolzano Scafariello. Foto Ildo Baiesi.

I quattro intervistati con l’attestatorilasciato dal Comando Truppe alpine:Ileana Bersini, Emanuele Bazzoli, Gioia Azzalini e Fabio Bernardi.

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Dodicimila per la CadoreBELLUNO IMBANDIERATA A FESTA PER IL 3° RADUNO DELLA DISCIOLTA BRIGATA

Cronaca di un successo annunciato."È andata oltre le aspettative – hadetto alla fine uno stanco ma feli-

ce Arrigo Cadore, presidente della Sezio-ne organizzatrice - c’erano circa dodici-mila alpini in città in questa tre giorni, ilcolpo d'occhio sulla fiumana umana èstato entusiasmante".È andata così per il terzo raduno degli exdella disciolta brigata “Cadore”, organiz-zato dalla sezione ANA di Belluno, cheha visto la città del Piave pacificamenteinvasa dalle penne nere arrivate un po' da

tutta Italia, dal Piemonte alla Sicilia, datutte le regioni del Nord, Marche, Moli-se, Puglia, persino dall’estero. Tutti conun solo obiettivo: rendere omaggio alla"Brigata che non c'è più ma che vive neinostri ricordi", come è stato ripetuta-mente sottolineato. Da venerdì 28 a domenica 30 agosto sisono succedute varie manifestazioni: unamostra fotografica su Arturo Andreolet-ti, curata da Orazio Andrich, una sull’in-tervento di Protezione civile in Abruzzoed un’altra dedicata alla compagnia Ge-

Cittadinanza onoraria all’ANA – Perona: “Un onore ma anche un impegno che gli alpini sanno rispettare con la loro presenza dove possono essere utili”

di Dino Bridda

nio pionieri, curata da C. Ezzelino DalPont; la proiezione di un documentariodi Giorgio Cassiadoro sulla storia della“Cadore” e sull’attualità del 7° reggimen-to alpini; una celebrazione al sacrario diCol Visentin, dedicato ai Caduti del 5° ar-tiglieria alpina e del gruppo “Val Piave”con l’apposizione di una targa con la pre-ghiera dell’artigliere; un applaudito con-certo della fanfara e del coro dei conge-dati della “Cadore”; infine la grande sfila-ta conclusiva per le vie del centro citta-dino imbandierate a festa.Momento centrale del raduno è stata lacerimonia per la consegna all’ANA dellacittadinanza onoraria della città di Bellu-no. Al sindaco il presidente Corrado Pe-rona ha risposto con parole vibranti:“Questo riconoscimento è un onore, maè anche un impegno che gli alpini sa-pranno rispettare, perché noi siamoquelli che sanno essere presenti sempredove possiamo essere utili e di questa

Il Labaro scortato dal presidente Perona, l'on. Giovanardi, il gen. Rossi e il CDN.

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terra siamo forza vitale, generosa, legataai migliori valori della convivenza civile”.La stessa sfilata, con il passo di marciascandito da ben sei fanfare e bande, hadato ai presenti la misura che la brigata“Cadore” è viva nei cuori di tutti, comeha sottolineato con evidente commo-zione il presidente nazionale Perona,presente in tribuna assieme al vicarioMarco Valditara, al vice Cesare Lavizzari,al direttore de “L’Alpino” Vittorio Brunel-lo e a un nutrito gruppo di consiglieri na-zionali di scorta al Labaro. Accanto a loro, tra gli altri, il sottosegre-tario Carlo Giovanardi, l’assessore e ilconsigliere regionale del Veneto ElenaDonazzan, Dario Bond, l’on. Franco Gido-ni, il presidente della Provincia di BellunoGianpaolo Bottacin, il sindaco del capo-luogo Antonio Prade, il prefetto Provvi-denza D. Raimondo e il comandante del-la “Julia” gen. Gianfranco Rossi.L'attuale 7° Alpini non ha voluto mancareall'appuntamento e le sue compagnie diformazione con la bandiera di guerra delbattaglione "Feltre" hanno sfilato in testaal corteo al comando del colonnello Fa-bio Majoli. Dietro di loro è stato un con-tinuo susseguirsi di vessilli e gagliardettidi varie associazioni combattentistiche e

d'arma, di sezioni egruppi dell'ANA epoi la lunga teoriadei vari reparti della"Cadore" dai reggi-menti ai battaglioni,dai gruppi alle com-pagnie, dai servizi alMeteomont, all'avia-zione leggera, ploto-ne paracadutisti, nu-cleo carabinieri e lerappresentanze del-le altre brigate alpi-ne "Taurinense", "Orobica", "Tridentina".Dopo un'ora e mezzo di sfilata a chiude-re è arrivato il blocco variopinto dellaProtezione civile dell'ANA con la squa-dra sanitaria e veterinaria che costitui-scono il fiore all'occhiello dell'Associa-zione, oggi ancora impegnati in Abruzzo.Dopo gli onori finali a labari e gonfaloni,la fanfara dei congedati della "Cadore" haofferto un saggio della sua bravura of-frendo ai presenti uno spettacolare ca-rosello fuori programma a suggello di unlegame profondo tra gli alpini e la terrabellunese.Un dato importante del raduno: per l’oc-casione, ripulita dai volontari della se-

zione bellunese, è stata riaperta la caser-ma "Fantuzzi", già sede del comando del-la “Cadore”. Lì, dopo il rancio, è stato da-to il via alla stura dei ricordi più vivi chemai per coloro che in quella casermaprestarono il loro servizio di leva.Ora, grazie anche all’opera degli alpini, la“Fantuzzi” passerà al Ministero dell’Inter-no per un futuro utilizzo per le forze dipolizia, ponendo così fine a un degradoche durava dal 1997. E la caserma di“quelli della Cadore” tornerà a vivere. �

In alto: sfila la bandiera di guerra del 7° reggimento alpini.

Qui sopra: lo striscione dedicato alla Cadore.

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Al Bernadia, faro di alpinitàIL PELLEGRINAGGIO CELEBRATO AL MONUMENTO-FARO IN MEMORIA DEI CADUTI DELLA JULIA

In una tersa giornata settembrina, conil sole che illuminava la campagnafriulana sottostante, si è svolto l'an-

nuale pellegrinaggio sul Monte Bernadia,dalla cui sommità il monumento-farocostruito a memoria dei Caduti della Ju-lia domina il Tarcentino. Come tutti gli anni questa manifestazio-ne, che è l'ultima delle tre a livello sezio-nale (le altre due si svolgono al Sacrariodi Cargnacco e al Monte di Muris) ha ri-chiamato un migliaio di persone, alpini enon. Quest'anno il pellegrinaggio era re-so ancora più solenne dalla presenza delLabaro, scortato dal vice presidente na-zionale vicario Marco Valditara e daiconsiglieri nazionali Chiofalo, Geronazzoe Munarini e dal neo revisore dei continazionale, il nostro iscritto, Ernestino Ba-radello. Numerosa anche la rappresentanza divessilli di altre sezioni, a testimoniarequanto questa celebrazione sia sentita.Facevano infatti ala alla manifestazione ivessilli di Gorizia, Venezia, Aosta, Carni-ca, Gemona, Conegliano, Treviso, MilanoCadore, oltre a quello australiano di Bri-sbane. Con i vessilli alpini, c’erano anchequelli di altre associazioni d'Arma. Unasessantina i gagliardetti.Rendeva gli onori un picchetto dell'8°Reggimento alpini, con la fanfara dellabrigata alpina Julia.E poi, il generale Rossi assieme a nume-rosi ufficiali e sottufficiali, rappresentan-ti della Regione, Provincia e sindaci dei

Comuni vicini.Le cerimonie hanno avuto inizio con l'al-zabandiera e con l'ingresso sulla spianata,prospiciente la scalinata che porta al fa-ro, del Labaro e del gonfalone della città

di Tarcento. Hanno quindi preso la paro-la il sindaco di Tarcento Pinosa, l'assesso-re regionale Ciani il quale tra le altre co-se ha ricordato come la Protezione civilenazionale sia nata proprio in Friuli, congli alpini.Il vice presidente vicario Marco Valditaraha portato i saluti del presidente Peronaimpegnato in altre celebrazioni, ringra-ziato il presidente sezionale Soravito esalutato con trasporto i reduci presenti,Floretti, Zurini e Biasizzo. Ha ricordatoinoltre l'importanza del 90° dell'ANA, ce-lebrato ovunque come una grande festa.E venendo a epoche più recenti, il ses-santesimo anniversario della rifondazio-

ne della brigata alpina Julia,avvenuta nell'autunno del1949. Valditara ha infine ri-cordato quanti vollero, av-vocato Mattighello in testa,la costruzione del monu-mento-faro, elevato poi allivello di sacrario quandonella cripta vennero inumatii resti di 6 Caduti alpini del-la Julia.A chiusura degli interventi, ilgenerale Gianfranco Rossi,comandante della brigata

Julia, unendosi alle parole di chi l'avevapreceduto nel saluto ai reduci e nell'ono-re ai Caduti, ha assicurato che gli alpini di

oggi sono i continuatori diquel modo di fare e di pen-sare di coloro che in passatohanno portato le fiammeverdi. Quindi la Santa Mes-sa, celebrata dal cappellanomilitare don Giuseppe Gan-ciu, accompagnata, comeogni anno, dalle armoniosevoci del “Coro Bernadia”. Altermine le autorità hannodepositato corone di alloronel sacello ricavato all'inter-no del monumento faro.

Conclusa la parte celebrativa e di rimem-branza, al rompete le righe è seguita laparte festosa dell'avvenimento, con ilrancio alpino, e più tardi, il naturale na-scere di cori spontanei.

Luigi Renzo Rovaris

Il monumento-faro eretto ad onore dei Caduti della Julia,con lo schieramento di vessilli e gagliardetti durantela celebrazione della S. Messa.

Il momento della resa degli onori ai Caduti: dadestra, il presidente della Sezione Soravito deFranceschi, il vice presidente nazionale vicarioValditara, il gen. Rossi comandante della Julia,il sindaco di Tarcento Pinosa e l’assessoreregionale Ciani.

Il gruppo di reduci.

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Onore alle “Penne Mozze”nel segno della solidarietà

L’ANNUALE COMMEMORAZIONE AL BOSCO DI CISON DI VALMARINO CON UNA DELEGAZIONE DI ALPINI ABRUZZESI

Dall’Abruzzo alla Marca Trevigianain segno di riconoscenza per la so-lidarietà dimostrata dalle penne

nere della sezione di Vittorio Veneto neiconfronti della gente di Paganica, e quin-di l’intervento del consigliere nazionaleSebastiano Favero, appena rientrato daRossosch, dove aveva diretto venti vo-lontari per lavori di manutenzione straor-dinaria all’Asilo Sorriso: così, all’insegnadella solidarietà, si può sintetizzare il 38°raduno al Bosco delle Penne Mozze a Ci-son di Valmarino. C’erano alcune migliaiadi alpini, provenienti da ogni regione, Si-cilia compresa, gli alpini della sezione diVittorio Veneto presieduta da Angelo Biz,di Valdobbiadene con il presidente PaoloVanzin, Treviso con il presidente Luigi Ca-sagrande e Conegliano con il presidenteGian Battista Bozzoli. E alpini siciliani, conil presidente Antonio Garraffo e di altredieci Sezioni, con 140 gagliardetti. E poi iSindaci con i gonfaloni di 15 comuni e 14rappresentanze d’Arma.Questo “memoriale” che l’ANA di Vitto-rio Veneto ha costruito, prima per i Ca-duti della Sezione, quindi allargandolo aquelli di tutta Italia, si è arricchito, nellaprima domenica di settembre, di due

nuove targhe a ricordo di quelli che “so-no andati avanti” nelle sezioni di Palma-nova e di Piacenza. Questa di domenica 6 settembre, è stata,come sempre, una cerimonia semplice eaustera nella sua sobrietà, col presidentedel Comitato per il Bosco, Claudio Tram-petti a dare il benvenuto e a ricordaredue anniversari: nel 1969, la realizzazionedel Cristo crocifisso posto sull’altura so-pra il Bosco e il ventennale della scom-parsa di Mario Altarui, ideatore di questo“memoriale”. Il discorso della solidarietà

alpina svolto da Sebastiano Favero haquindi trovato pratico riscontro nelletrenta penne nere abruzzesi giunte a Ci-son di Valmarino guidate dal capogrup-po di Paganica, Palmerini e dal vicesinda-co de L’Aquila De Paolis, per esprimeregratitudine alla sezione di Vittorio Vene-to per il dono ricevuto: un prefabbricatosu due piani di quattrocento metri qua-drati, ormai in avanzata fase di costruzio-ne. Un tangibile segno di solidarietà de-gli alpini della Città della Vittoria con lagemellata Paganica. �

di Giovanni Lugaresi

A sinistra: il consigliere nazionale Sebastiano Favero durante il suo intervento.A destra: il momento degli onori ai Caduti. In primo piano, da sinistra, il consigliere nazionale Sebastiano Favero, il ten.col. dell’aeronautica del 51°Stormo, il sindaco di Cison di Valmarino Cristina Pin e il presidente del comitato per il Bosco delle Penne Mozze Claudio Trampetti. In seconda fila, ilpresidente della Sezione Vittorio Veneto Angelo Biz, di Treviso Luigi Casagrande, di Conegliano Gian Battista Bozzoli e di Valdobbiadene Paolo Vanzin.

Uno scorcio del Bosco delle Penne Mozze. Vi sono ricordati, con altrettante stele, 2500 alpini.

289-2009

L’asilo di Rossosch torna …a sorridere

PER QUASI TRE SETTIMANE 19 VOLONTARI GUIDATI DAL CONSIGLIERE NAZIONALE SEBASTIANO FAVERO HANNO RESTAURATO L’EDIFICIO RICONOSCIUTO DALLE AUTORITÀ LOCALI“IL MIGLIORE DELLA REGIONE DI VORONEZ”

Il 22 luglio scorso 19 volontari alpini,con il supporto dell’interprete, il mi-gliore della regione di Voronez, una

“veterana” che ci segue fin dall’inizio del-l’operazione (1992) e di un operatore in-caricato dalla RAI di produrre un docu-mentario dal titolo “ Sulla via di Kabul”per novembre di quest’anno, sono partitiper raggiungere Rossosch (Russia) per ef-fettuare una serie di interventi di manu-tenzione straordinaria all’asilo “Sorriso”,inaugurato il 20 settembre 1993. Giunti adestinazione in tarda mattinata del gior-no successivo, già nel pomeriggio, dopoil pranzo predisposto dal personale del-l’asilo, sono iniziati i lavori, tanta era lavolontà dei partecipanti di procederecon impegno e solerzia per garantire l’e-secuzione di quanto programmato.E, nei 18 giorni di permanenza a Rosso-sch, di interventi per ridare all’asilo il suoaspetto originario, i volontari ne hannofatti parecchi. Basti ricordare i principali:

ripasso completo della copertura cen-trale a due falde, consolidamento colon-nine terrazze lato ovest, controllo del-l’intero sistema fognario con rimessa inquota e sostituzione di alcuni pozzetti,posa di sei nuove griglie nelle bocche dalupo lato nord in sostituzione del vetro-cemento, sistemazione radicale della zo-na dell’ingresso principale comprese sca-le e scivoli, completamento della recin-zione sud lato est e sistemazione dellarimanente con formazione nuove coper-tine in lamiera preverniciata e rivernicia-tura di cancelli e ringhiere, rifacimento diun tratto di muro di recinzione, lato ove-st. Nell’area esterna, intervento radicalesulla struttura portante verticale dellesei “casette” ad uso dei bambini nel pe-riodo estivo, sistemazione degli accessial museo ed alla zona A.N.A. (lati est edovest), ridipintura esterna, regolazionedei serramenti esterni ed interni, sostitu-zione di tutti i sifoni di cacciata delle va-

schette dei bagni e di una doccia, sosti-tuzione di tutti i portalampade dell’inte-ro complesso e fornitura per l’asilo dilampade a basso consumo energetico erimessa in funzione dell’illuminazioneesterna (in totale, 2800 ore di lavoro).

* * *Mi sono fermato alle cose essenziali, mache penso, da sole, testimoniano la moledi lavoro svolto anche se si deve ricono-scere che l’asilo nel suo complesso è bentenuto e pulito e che la direttrice LiubaLaptjiova è certamente una donna capa-ce che ha a cuore il “nostro” asilo. A di-mostrazione e conferma di ciò, la stessadirettrice ci ha informato con giusto or-goglio, anche nostro, che proprio alcunigiorni prima le era arrivata da Voronez lacomunicazione che l’asilo “Sorriso” ave-va ricevuto da una apposita commissio-ne il riconoscimento quale miglior asilodell’intera regione e che ciò sarebbe sta-to oggetto di informative e pubblicazio-ni speciali nell’intero territorio della Rus-sia. Di tale circostanza ci ha parlato, con evi-dente soddisfazione, anche il neo presi-dente della provincia di Rossosch IvanViktorovic Geramisnko, nell’incontro uf-ficiale avvenuto lunedì 27 luglio alle 11.15in municipio, alla presenza del vice presi-dente, sig.ra Larisa Viktorovna Gribanovae dell’assessore provinciale Pavel An-dreevic Malacov. Con me c’erano il revi-sore dei conti Luigi Sala e il presidentedella sezione di Pordenone Gasparet,l’interprete Gianna Valsecchi e l’operato-re-fotografo Giovanni Francescutti. L’incontro è stato quanto mai cordiale. È

Momenti della ristrutturazione, recinzione compresa.

Ecco come si presenta l’asilo dopo il restauro. Una speciale commissione scolastica l’ha definito “il migliore della regione di Voronez”.

299-2009

stato espresso il plauso e la soddisfazio-ne da parte dell’Amministrazione provin-ciale per la nostra venuta ed il nostro in-tervento, nell’auspicio che i rapporti re-ciproci possano continuare e se possibi-le progredire nel tempo. L’incontro si èconcluso con un brindisi offerto dall’am-ministrazione in segno di stima ed amici-zia come è nella tradizione russa. Vi sono stati diversi incontri con il prof.Morosov, gestore del museo, anche sulleprospettive future. Lo stesso professore ci ha accompagna-to nella visita effettuata domenica 2 ot-tobre a Nikolajewka e nel pomeriggio digiovedì a quota “Pisello”, a quota “Civida-le” e sul Don. Un ringraziamento partico-lare lo ha voluto rivolgere ai volontariper i lavori effettuati anche nel museo.Del tutto particolari e toccanti sono sta-ti i due incontri avuti con i bambini del-l’asilo, domenica 24 luglio con i più picci-ni, che hanno donato un loro disegno edai quali in cambio abbiamo regalato uncesto di dolciumi, ed il secondo il ve-nerdì successivo con quelli dell’ultimoanno, che ci hanno intrattenuto con unabella recita, parte in italiano, coinvolgen-doci direttamente nei loro canti e balli.Nell’occasione ci sono stati gli scambi didoni con la consegna di un attestatospeciale per ciascun volontario ed ancheper il presidente Corrado Perona, e per ilpast president Leonardo Caprioli, daparte della direttrice e la consegna delletarghe e dei guidoncini, oltre che di uncontributo in euro dei volontari a nomedell’intera A.N.A. Lo stesso giorno nel pomeriggio, incon-tro con Jvanov, sindaco di Rossosch almomento della costruzione dell’asilo, econ la signora Tamara, sua stretta colla-boratrice, ai quali abbiamo consegnato latarga del Presidente.

L’incontro si è concluso con la cena,scambi di saluti, immancabile bicchieratae canti finali. Venerdì cena ufficiale conl’assessore Malacov e la direttrice. Vengono ribaditi gli accordi raggiunti, inparticolare relativamente al regolamen-to per l’uso dei locali A.N.A. approvatodal C.D.N., regolamento che viene accet-tato integralmente ed al quale viene al-legato il modulo per la richiesta d’uso,scritto in italiano, ed in russo, e che do-vrà essere, in ogni occasione di utilizzodei locali, firmato dal presidente nazio-nale. Sul fronte più generale Malacov e la di-rettrice ribadiscono i ringraziamenti perquanto svolto dai volontari e auspicanodi poter continuare a mantenere rappor-ti di reciproca amicizia con gli alpini di-ventati ormai una componente impre-scindibile di Rossosch. A mia volta horingraziato e portato i saluti del presi-dente, del C.D.N. e di tutti gli alpini d’Ita-lia, in modo particolare di coloro chehanno contribuito alla realizzazione del-l’asilo “Sorriso”, con un doveroso ricordodei reduci e di quelli che in quelle steppedel Don o nella prigionia, sono andatiavanti. Un ringraziamento a tutti i volontari che

ricordo con affetto: da Piero (Tonietti) ilcuoco, a Francesco (Maioli) l’aiuto tuttofare, a Giovanni (Francescutti) l’elettrici-sta a Piero (Bazzoli) e Gildo (Caliaro) ipittori, ad Aldo (Del Bianco), Franco(Martin), Tarcisio (Barbui) e Luciano (Pia-sentin) i muratori, e poi a Valentino (Bo-nin) l’elettricista con l’aiuto di Angelo(Reffo) e Giovanni (Gasparet), il presiden-te della sezione di Pordenone, Erico (Zu-lian) con Tarcisio (Manzana) i saldatori elattonieri, Bruno (Parenti) lo stuccatore eLuigi (Gusmeroli) l’idraulico.E infine grazie a Gianna (Valsecchi) l’in-terprete, al “povero” Gigetto (Sala) con-tabile e vivandiere, per il loro impegno.Hanno condiviso il nostro programma,dall’alba con la sveglia alle 6, la colazionealle 6.30, l’alzabandiera con lettura dellapreghiera di Rossosch e canto dell’innod’Italia, il pranzo alle 12, la ripresa lavorialle 13, fine lavori alle 18, l’ammainaban-diera con preghiera dell’alpino e cantodell’inno nazionale alle 18.50. Poi cena al-le 19 e in branda alle 21.50. Grazie di cuo-re.È doveroso rendere conto anche degliimpegni finanziari sopportati che sonostati di complessivi 28.000 euro con la-vori eseguiti pari a un controvalore di80.000 euro.In conclusione posso dire che questo in-tervento effettuato in terra di Russia hapermesso di rinsaldare i rapporti di ami-cizia sia con l’amministrazione di Rosso-sch che con la popolazione ed in modoparticolare con i genitori ed i bambinidell’asilo, anche quelli che ormai hannoterminato il loro ciclo ma si ricordanodegli alpini; e ne abbiamo incontrato pa-recchi. Per essi, ma anche per noi, questoasilo “Sorriso” è un monumento vivente“per non dimenticare”, in quest’anno par-ticolare del 90° della fondazione dell’As-sociazione Nazionale Alpini.

Sebastiano Faveroconsigliere nazionale

I bambini dell’asilo, che hanno regalato a ciascun alpino un disegno. Nella foto sono con la direttrice (in maglia rosso e nera), due maestre e la interprete Gianna Valsecchi (accanto a Favero, al centro).

Al monumento ai Caduti italiani in terra di Russia.

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Sul cappello che noi portiamoA COLLOQUIO CON GIORGIO BORRIONE, AMMINISTRATORE DELEGATODEL CAPPELLIFICIO CERVO, PER GLI ALPINI UNA FABBRICA DI SOGNI…

Giovedì 10 settembre, alle 9.30,puntuali come sempre, davanti alCappellificio Cooperativo Cervo,

a Sagliano Micca, provincia di Biella cisono alcune penne nere: il presidentenazionale Corrado Perona, il presidentedella sezione di Biella Edoardo Gaja e ilconsigliere nazionale Renato Zorio. Nonè difficile capire perché. Da quell’aziendasono usciti in esclusiva per l’ Esercito Ita-liano, dall’inizio del ‘900 fino al 1985, icappelli degli alpini. Come tutti sannonon si tratta di un semplice copricapo,ma di un simbolo, sicuramente uniconella storia militare di tutti gli eserciti.Una sorta di fenomeno mediatico e d’i-dentità.La visita non è motivata da curiosità, maè una sorta di pellegrinaggio. Guardandoil grande edificio, con ancora ben visibilela denominazione aziendale, come siusava un tempo, è impossibile non pro-vare una forte emozione pensando cheda quei saloni sono usciti i cappelli dinostro padre, di fratelli, zii e chissà quan-ti amici. Ancora più toccante è andarecon la memoria alle vicende che hannocontribuito a creare la leggenda dellepenne nere. Da Adua all’Ortigara, aimonti della Grecia, alle steppe dellaRussia. Tanti cappelli calzati in testa conla spavalderia della gioventù e tornati abaita col solo desiderio di riabbracciarela mamma e la morosa. Altri sono rimastisui campi di battaglia, chissà dove.Non è senza una certa soggezione quindiche si varca la soglia di quel grande edifi-cio, eretto su tre piani, 5.500 metri qua-dri di superficie lavorativa, privo di segnipromozionali o di rappresentanza. Adaccogliere i responsabili dell’ANA c’èGiorgio Borrione, un signore dall’aria di-stinta e simpatica, amministratore dele-gato della società Cervo. Il brio non glimanca e nemmeno lo spirito. Del restosul suo biglietto da visita campeggia unascritta dorata: Rapa Giovanni, antico li-quorificio fondato nel 1880. Immancabi-le lo scudo sabaudo circondato da unbel gruzzolo di medaglie.Seduti ad un tavolo in noce, la stanza

tappezzata da stampe e foto antiche, laconversazione scorre subito piacevole eamichevole. Approfittiamo per porrequalche domanda.Signor Borrione, dire che si è sorpresi en-trando nella sua azienda è poco. Si sco-pre una realtà che sembra più vicina adun museo che ad una prestigiosa azienda.Qual è il segreto del vostro successo?La forza della qualità. Nel processo lavo-rativo non abbiamo mai cercato di rin-correre l’ultimo ritrovato della tecnolo-gia. Questa non fa storia. Puntiamo tuttosulla professionalità consolidata dellemaestranze. Nel nostro settore, solo unprocesso produttivo affidato alla ma-nualità, cresciuta attraverso l’esperienzadi maestri esperti e che rischiamo di per-

di Vittorio Brunello

Giorgio Borrione, amministratore delegato della società Cervo con il presidente nazionale Corrado Perona fra Vittorio Brunello, direttore de L’Alpino e il presidente della sezione di Biella Edoardo Gaja.

Un soffitto di stampi di cappelli per tutte le teste…

Non sono belli come quelli alpini, ma sono comunque cappelli molto raffinatiche fanno eleganza e moda.

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dere se qualcuno non penserà di “farescuola”, può garantire un prodotto di ec-cellenza.Il mercato è sensibile, cioè risponde aquesta vostra scelta?Si. Specialmente da parte di chi vede nelcopricapo una sorta di “espressione cul-turale”.Vuole spiegarci meglio?Certamente. In passato un uomo nonpoteva uscire di casa con il vestito da fe-sta senza il cappello. Anzi, lo portavasempre. Dalla foggia che sceglieva, dacome lo calzava, dal tratto che aveva nelsalutare, da come lo teneva in mano siqualificava “distinto signore” o personaordinaria. Questa tradizione resta ancoraviva in Giappone, e non è casuale chequel paese sia il nostro mercato più inte-ressante. Siamo convinti che, a comin-ciare dalle signore, un modo per mante-nere alto il tratto raffinato, per comuni-care con eleganza, per esprimere rispet-to anche attraverso un tocco sul cappel-lo, non sia una prospettiva da accanto-nare. Si tratta di riuscire ad interpretarenei tempi e modalità corretti un bisognolatente, ma vivo e reale.Quindi puntate sull’alta qualità?Certamente. C’è una fascia di clientela,in costante crescita, che sa apprezzare ilvalore del prodotto di qualità. Può sem-brare una scelta controcorrente e forselo è. Stiamo però investendo sullo stile esu persone che hanno delle peculiaritàprofessionali coniugate alla passione perquesto tipo di lavoro. Dalle parti nostreci sono. Non è un problema di risorse fi-nanziarie, che fortunatamente abbiamoanche grazie al recente ingresso di sociimportanti, ma di impegnarci ad accetta-re la sfida. Un tempo producevamo820.000 copricapo con 320 dipendenti,ora 80.000 con 22. Abbiamo una cliente-la affezionata e per questo guardiamocon fiducia al futuro. Anche per quantoriguarda il cappello alpino.

L’esercito professionale ha ridotto gli al-pini ad una decina di migliaia. Le pro-spettive per quanto riguarda l’ambitomilitare non sono rosee. A suo parerequali sono gli elementi che vi fannoguardare con ottimismo ai prossimi die-ci, vent’anni?Fino al 1985 la nostra azienda era l’unicofornitore dell’Esercito. Soldati e ufficiali.Si è arrivati a produrre, negli anni cin-quanta, fino ad 80.000 cappelli all’anno.Poi sono state bandite da parte dell’Eser-cito delle gare internazionali e sono en-trate la Polonia e la Cina. Sui risultati nonsta a me esprimere valutazioni. Ora siamosui 300 cappelli all’anno e il Bantam restasempre il pezzo forte della nostra linea.Non è necessario spendere parole perconvincere gli alpini che la vostra azien-da confeziona la migliore qualità deicappelli alpini. Il mio ha resistito a tuttoper cinquant’anni e continua a restare inservizio. Poiché nessuno di noi lo consi-dera un prodotto commerciale, ritieneche la vostra sia stata per oltre un seco-lo una fabbrica di sogni o che resti anco-ra un sogno per i giovani di oggi?L’amore e la passione con i quali abbia-mo sempre lavorato mi consentono didire che abbiamo confezionato un pro-dotto sicuramente emblematico dell’e-sperienza giovanile di tanti ragazzi e cheha esaltato le loro aspettative. Oggi so-no cambiate tante cose, ma ritengo cheil vostro simbolo resti una testimonianza

unica di un’epoca che non è finita. E quindi il sogno continua.Lei sa che l’ANA opera con determina-zione per la conservazione di un patri-monio civile, e non solo, che stenta atrovare cittadinanza in un contesto so-ciale instabile, per non dire in degrado.Ritiene che ci siano ancora margini permantenere viva la tradizione alpina?A L’Aquila sono arrivati per primi gli alpi-ni. A Biella quando c’è bisogno, gli alpinisono sempre presenti. Così avviene intutte le regioni del nord e dell’Abruzzo.La vostra forza è nella gratuità e quindil’Associazione non teme i cambiamentidel nostro tempo. Posso aggiungere chesiamo orgogliosi di essere vostri fornito-ri. Lunga vita all’ANA.Nel vostro cassetto c’è un sogno chevorreste vedere realizzato?Meno macchine, più cappelli. �(foto Giuliano Fighera)

Un interno del cappellificionegli anni Quaranta.

Due degli attestati conferiti allo storicocappellificio: una poesia dedicata al “Bantam”e a Sergio Cervo, campione olimpico dei Giochidel 1938 e l’attestato della Medaglia d’oro emedaglia d’argento conferite al cappellificioalla VI Fiera campionaria di Tripoli.

Storia di oggi: un…bosco di cappelli all’Adunatae l’imposizione del cappello alle reclute, al Sacrariodel Grappa da parte degli alpini della sezione diFeltre (foto archivio L’Alpino).

Lo chiamavano il Barbone: viso ton-do e paffuto, sorriso mite, sguardoprofondo, nessun atteggiamento

da cospiratore; era noto anche comeSandwirt, l’oste di Sand, paesino pressoSan Leonardo della val Passiria (in AltoAdige) dov’era nato nel 1767 e dove vive-va con la moglie e cinque figli. Era unpezzo d’uomo grande e grosso: un rap-porto della polizia francese postillavacosì le sue note caratteristiche “Il suo fi-sico piace molto alle donne”. Una foltabarba gli incorniciava il volto: aveva giu-rato di non tagliarsela finché non fosseriuscito a cacciare i bavaresi dal Tirolo.Siamo nel 1805. Sullo scacchiere euro-peo si stanno fronteggiando due impera-tori: uno, Napoleone, è di fresca nomina,l’altro è l’erede dell’antica Casa d’Asbur-go, Francesco II d’Austria.Il 21 ottobre a Ulma e il 2 dicembre adAusterlitz, gli austriaci sono stati secca-mente sconfitti dalla “Grande Armée”; ifrancesi hanno sottratto la Baviera al lo-ro dominio e si sono procurati un sicuroed utile alleato al quale hanno regalato ilTirolo austriaco, che comprendeva oltread Innsbruck, anche Bolzano e Trento: ilduca di Baviera ritiene doveroso procla-marsi re. I nuovi padroni del Tirolo, tradizionaliavversari dell’Austria, commisero subitodue errori gravissimi: se la presero colclero (errore imperdonabile fra gente dimontagna), cacciando prelati, soppri-mendo feste religiose, abolendo privile-gi, limitando perfino il suono delle cam-pane; e introdussero la coscrizione ob-bligatoria, fino allora sacra prerogativadella Dieta regionale. Somma delle igno-minie, il Tirolo prese il nome di Bavieradel Sud! La chiamata alle armi conseguì l’effettoche si sperava a Vienna: i monti si trasfor-marono in sicuri nascondigli per i nume-rosi disertori che, con l’aiuto di emissariaustriaci, si riunirono nelle prime forma-

zioni di guerriglieri. La rivincita di Auster-litz sarebbe cominciata dal Tirolo: dallaloro fortezza naturale montana, cernierafra la piana bavarese a nord e la pianurapadana a sud, i tirolesi avrebbero appog-giato la duplice offensiva austriaca. Laparola d’ordine era “Nessun bavarese de-ve varcare vivo il Brennero”: lo scoppiodell’insurrezione fu stabilito per il 9 apri-le 1809. Mancava però una chiara visionedella situazione effettiva. L’astro napo-leonico era allora nel suo pieno fulgore el’Austria aveva collezionato una serie diinsuccessi.Una lotta di bande irregolari alpine qua-le risultato avrebbe potuto conseguiresenza la presenza di consistenti forze re-golari in pianura? Ma Hofer era guidatoda una logica istintiva. Entrava in campo

Andreas Hofer: dalla val Passiriacontro Napoleone

di Umberto Pelazza

GRANDI CELEBRAZIONI IN ALTO ADIGE PER IL BICENTENARIODELL’INSURREZIONE DEL 1809. VOLEVA CACCIARE I BAVARESI DAL TIROLOL’EROE FUCILATO DAI FRANCESI A MANTOVA

per difendere la religione e il focolare,l’antico contro il nuovo, l’ordine contro ildisordine, combatteva per l’Austria cheincarnava da sempre questi principi, nonper la libertà: la sua era una rivoluzionedi controrivoluzionari.Gli insorti agirono fulminei lo stesso 9aprile, obbedendo al segnale dei fuochiaccesi sui monti. Sorpresi dalla fitta eviolenta azione di fucileria che li investi-va da ogni parte degli scoscesi versantiboscosi e dai fulminei attacchi scagliatiall’improvviso contro i reparti isolati, ibavaresi di presidio in Val Pusteria dovet-tero rapidamente battere in ritirata, per-seguitati da continue imboscate, fino aInnsbruck. E dopo soli quattro giorni lacittà era in mano ai rivoltosi esultanti.Quando, a cose fatte, giunsero gli au-striaci, Hofer aveva già avuto tempo diordinare pubbliche preghiere e imporremisure per il mantenimento dell’ordine edella disciplina. Regolari e irregolari, uni-te le loro forze, conquistarono Trento;quando la breve campagna si conclusecon la liberazione di Rovereto i tirolesiavevano già catturato due generali, 130ufficiali e 6.000 soldati.Hofer, novello Cincinnato, depose le ar-mi e ritornò alla sua osteria. Ma gli au-striaci non furono altrettanto fortunatiquando si scontrarono in campo apertocontro i francesi e lasciarono la portaaperta a Napoleone, deciso a togliersidal fianco la fastidiosa spina tirolese. Ibavaresi ritornarono, protetti dall’om-brello francese e la disparità delle forzecostrinse gli insorti a rifugiarsi sui monti. Hofer non si perse d’animo: riorganizzòle bande, riuscì a ottenere dall’Austriadue pezzi d’artiglieria e con 12.000 uomi-ni divisi in tre colonne, ripartì cocciutoall’attacco di Innsbruck: al suo fiancoprocedeva il frate cappuccino Haspinger,tenendo alto il Crocifisso, come un anti-co crociato. La battaglia si concentrò in-torno al monte Isel (il Bergisel, sarà il no-me della lega tirolese) e i bavaresi furonoricacciati in città, dalla quale si allonta-

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narono silenziosamente durante la not-te, dopo aver fasciato di paglia le ruotedei carriaggi e dei cannoni.Per la seconda volta Hofer rientrò in Inn-sbruck da trionfatore. Un corpo di spedizione francese manda-to a spazzar via gli insorti, fu sorpresonella strettoia di Mules, tra Vipiteno eBressanone, e decimato: il comandante,maresciallo Lefebvre, salvatosi a stentodopo aver perso giacca e cappello, scris-se a Napoleone: “È la prima volta che mison ritirato, e mi è toccato farlo davanti acontadini furiosi, più furbi dei selvaggi.Ho ricevuto una pietra sul ginocchio ‘quime fait un mal du diable’”. Anche in Pu-steria, in Val Venosta, a Trento, i Tirolesiebbero la meglio: il piano di Napoleonesubì uno smacco. Ma l’oste di San Leonardo, animato dauna fiducia incrollabile nella Provviden-za, non poteva trasformarsi in pochi me-si in uomo politico. I suoi proclami, im-perniati essenzialmente sulla lotta ai cat-tivi costumi, rivelano le sue insufficienzenell’azione governativa. Protestanti edebrei furono emarginati, vietato il divor-zio, perseguitato l’adulterio, abolite lefeste danzanti. L’abbigliamento femmini-le subì drastiche restrizioni: “…le donne sicoprono il petto e le braccia troppo po-co o con veli trasparenti…”. Il trattato di pace aveva imposto all’Au-stria la cessione del Tirolo: quattro co-lonne di francesi e bavaresi fecero irru-zione nel ridotto montano. I rivoltosiopposero una strenua resistenza, spe-cialmente in val Gardena e in valle Auri-na: Hofer conseguì gli ultimi successiproprio nella sua terra natale, San Leo-nardo di Passiria.Ma alla fine lo sconforto s’impadronì delsuo animo anche se non modificò la suavisione cristiana dell’esistenza: “Nonpossiamo combattere contro la potenzainvincibile di Napoleone, le vittorie e lerivoluzioni sono le conseguenze dei di-segni immutabili della Provvidenza”.La situazione gli era decisamente sfavo-revole: il suo imperatore stava già trat-tando il matrimonio della figlia MariaLuisa con lo stesso Napoleone e avevapraticamente abbandonato il Tirolo alsuo destino. I capi dell’insurrezione fug-girono in Austria; Hofer preferì rifugiarsicon pochi amici su quelle montagne chel’avevano visto più volte vincitore e ri-parò in un fienile. Sul suo capo fu messauna taglia di 1500 fiorini, che fece gola aun mendicante, un certo Haffel, il qualerivelò il nascondiglio ai francesi.

Per catturarlo il generale Baraguay d’Hil-liers inviò mille soldati ed altri duemila apresidiare la valle per impedire reazionidella popolazione. Hofer non volle met-tersi in salvo, dopo la cattura chiese solodi non far del male a sua moglie e ai suoibambini. I francesi, che avevano l’ordinedi Napoleone di processarlo e subitogiustiziarlo, lo trasferirono a Mantova,lontano dalla sua terra. Invano gli stessi mantovani offrirono cin-quemila scudi per riscattarlo. Anche ladomanda di grazia di Francesco II a Na-poleone arrivò dopo il 20 febbraio 1810,quando Andreas Hofer, dopo un simula-cro di processo, era già stato fucilato sulbastione di Porta Ceresa. “Carissimo fra-tello – aveva scritto alle 5 del mattino,poco prima di essere fucilato - la volontàdi Dio è che io passi qui a Mantova dallavita all’eternità; che Dio sia benedettoper la sua divina grazia che mi rende lamorte così facile…”.Con uno di quei voltafaccia che la ra-gion di Stato può giustificare ma che ap-paiono incomprensibili agli occhi del-l’uomo comune, qual era l’oste della valPassiria, tre settimane dopo il “nemico diDio e del Tirolo”, Napoleone Bonaparte,impalmava la figlia dell’imperatore d’Au-stria, per il quale Andreas Hofer avevacombattuto e sacrificato la vita: sarebbestato un testimone scomodo.Il poeta Julius Mosen gli dedicò un com-ponimento in versi: “Zu Mantua in Ban-den” (A Mantova in catene), musicato daLeopold Knebelsberger ed ispirato al te-ma di un concerto per pianoforte diLudwig van Beethoven. L’inno, austero esolenne, viene spesso suonato alle festedalle numerose ‘Musikkappelle’ altoate-sine. Due anni fa qualcuno propose di

adottarlo come inno ufficiale dell’AltoAdige-Sudtirol, ma il presidente dellaProvincia autonoma Luis Durnwalderscartò l’idea, “per non creare motivi discontro tra i diversi gruppi linguistici”.

* * *Dal tempo di Andreas Hofer sono passa-ti due secoli. In Alto Adige il ricordo del-l’eroe è molto vivo: quest’anno una seriedi manifestazioni sono state organizzatenel bicentenario della storica battagliadel 1809 sul Bergisel, ad Innsbruck. Con-vivono laboriosamente popolazioni ditre gruppi linguistici: italiano, tedesco eladino. Bolzano – secondo le statisticheufficiali – è la città italiana più vivibile el’Alto Adige la provincia più ricca. La spe-ciale autonomia concessa con lungimi-ranza da due illuminati statisti, Alcide DeGasperi e Karl Gruber, ministri degli Este-ri d’Italia e Austria - non sempre imitatinel corso degli anni nella visione politi-co-sociale - ha consentito a questa terrabellissima di diventare l’esempio di comesia possibile, nel rispetto delle specifi-che tradizioni, trasformare la diversitàstorico-linguistica in comune ricchezzaculturale ed economica. Non manca, ancor oggi, chi vorrebbe fa-re un uso distorto di questa esemplareautonomia, maturata in situazioni a voltedifficili, e risvegliare fantasmi d’un passa-to che ciascuno potrebbe evocare – nonsenza strumentalizzazioni - a propriovantaggio. Una cosa è certa: l’Alto Adige,nelle controversie internazionali, vienespesso indicato come perfetto modellodi convivenza da imitare. Rendiamo dunque onore ad Andreas Ho-fer, celebriamolo come un eroe che hadato la vita per il proprio ideale. E lascia-molo riposare in pace. �

Il celebre dipinto della fucilazione di Andreas Hofer. Davanti all’eroe, i suoi compagni disperati.

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CAMPIONE DI COCKTAILGianluca Alessi, socio delgruppo di Casale Sud, sezio-ne di Casale Monferrato,barman alla “Canottieri” diCasale Monferrato, è il cam-pione del mondo di Cocktail.Dopo aver superato tutte leselezioni e la finale italiana di Milano, Alessi ha vinto la finaledella “cocktail competition” disputata a Bangkok, in Thailandia.

IN MEMORIA DI CRISTINACristina Castagna, sociaaggregata nella squadrasanitaria del gruppo diSan Quirico, sezione diValdagno, è morta il 18luglio durante la discesadal Broad Peak (cono-sciuto anche come K3)una cima di 8.047 metri

nella catena del Karakorum, al confine tra Pakistan e Cina. Alpi-nista esperta con molti “ottomila” al suo attivo, amava la monta-gna sopra ogni cosa, e si definiva “ricercatrice del silenzio”. Loscorso primo agosto gli alpini hanno partecipato alla Messa insuffragio, celebrata a San Quirico di Valdagno.

IN BREVE

LE TRE CASERME DI PONTEBBA Per non dimenticare… tre caserme di Pontebba, ora dismesse. Ilcapogruppo Gianfranco Sonego ha applicato tre targhe in marmoall’esterno della sede del gruppo ANA prelevate dalla “Zanibon”,dalla “Fantina” e dalla “Bertolotti”, che negli anni furono sede deibattaglioni Feltre, Gemona, Val Fella e del gruppo Belluno. Sullelapidi sono infissi anche gli stemmi dei battaglioni e del gruppo.

LA NUOVA SEDE DELGRUPPO DI CALCINATOIl gruppo di Calcinato, se-zione di Brescia, ha cele-brato il 75° di fondazione.La conclusione delle mani-festazioni ha visto la sfila-ta per le vie del paese el'inaugurazione della nuovasede (nella foto) che è già

divenuta centro di aggregazione per molti cittadini.

DIECIMILALIBRI DALPIEMONTEALL’ABRUZZOSono stati conse-gnati i diecimila li-bri raccolti in Pie-monte grazie all’i-niziativa “Libri perl’Abruzzo” promos-sa dalla trasmis-sione di Radio Rai3“Fahrenheit”, allaquale hanno aderito il Consiglio Regionale del Piemonte e la Fon-dazione per il Libro. I libri, caricati su un mezzo speciale dallabrigata alpina Taurinense sono stati trasportati a L’Aquila, a di-sposizione dei centri di accoglienza.

NOZZE D’ORO(CON L’ANA)Vittorio D'Amario è statopremiato al gruppo di TrinoVercellese per i suoi 50 an-ni di appartenenza all’ANA.

LA NUOVA SEDE DEI GRUPPIDI MAGNANO E BILLERIOI gruppi di Magnano con Bueriise di Billerio, sezione di Udine,condividono finalmente la nuo-va sede, inaugurata dopo 3 annidi lavoro volontario. Molte lecerimonie per festeggiare l’evento che hanno visto la partecipa-zione di autorità civili e militari, di numerose sezioni e di 72gruppi da tutta Italia.

IL GRUPPO PIÙVECCHIO D’ITALIAIl 24 maggio scorso ri-correva l’anniversariodella morte di RiccardoDi Giusto, primo italianoCaduto nella grandeguerra. Il gruppo ANAUdine Est, a lui dedicato,ha commemorato l'avve-nimento e celebrato l'87° anniversario: fondato nel 1922 è ilgruppo più vecchio d'Italia. Nella foto, con il gagliardetto, il capo-gruppo Alceo Padoano.

FONDI PER L’ABRUZ-ZO DALL’ANA CARNICALe penne nere dei gruppidella Carnia hanno rac-colto una cifra consisten-te per i terremotati d’A-bruzzo, confluita sui con-ti aperti dall’ANA nazio-nale. I volontari dellaProtezione civile della

sezione Carnica, a poche ore dal sisma erano già in viaggio versoL'Aquila dove, nei primi due mesi, sono stati impegnati, comples-sivamente, per 224 giornate lavorative, servendo fino a 1.100 pa-sti e 400-500 colazioni giornaliere. Nella foto: da sinistra i sociClaudio Rainis, Sergio Riolino e, dietro, Fabio Matiz al lavoro nel-la cucina da campo della sezione carnica.

TROFEO “CAMPI DI BATTAGLIA”Questa gara di fondo a pat-tuglie (25 km.), ha percorsoi luoghi delle battaglie dellaGrande Guerra: Monte Loz-ze, Monte Ortigara, CimaCaldiera, Monte Fiaretta.Hanno partecipato 55 pat-tuglie che si sono contese i trofei: Campi di Battaglia, MemorialTonino Carli, Trofeo sezione Monte Ortigara e Memorial PaoloScaggiari. Ha vinto la pattuglia del G.S.A. Asiago. Nella foto: ivincitori del trofeo “Campi di Battaglia” con, a sinistra, il presi-dente della sezione di Asiago Massimo Bonomo.

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IN BREVEUNA CROCESUL MONTE VALINISIl gruppo di Valmedu-na, sezione di Porde-none, ha collocato unaCroce sulla cima delMonte Valinis, 1.101metri, in ricordo ditutti i “fradis” andatiavanti.

DUE COMPLEANNI IMPORTANTI

Il gruppo alpini di Scalenghe, sezione di Pinerolo, ha festeggiato i100 anni del socio Giacomo Marchetti (seduto davanti al monu-mento eretto dagli alpini); il gruppo di Fornaci, sezione di Bre-scia, si è stretto attorno al socio Cesare Bonometti per il 99° com-pleanno.

GLI ALPINI A MALTASi è celebrato in aprileil gemellaggio tra i Co-muni di Victoria, capo-luogo dell’Isola di Gozo(Malta), e di Nichelino(Torino). La cerimoniasi è tenuta a Gozo, conla partecipazione deisindaci Robert Tabonee Giuseppe Catione.Faceva parte della de-legazione il coro ANA di Nichelino che si è esibito alla presenzadel ministro maltese Giovanna Debono. Le esibizioni del coro inpiazza sono state accolte con entusiasmo dalla gente.

LA 24H CASTELLINella foto la squadradel gruppo ANA diFarra, sezione di Fel-tre che dal 2002 par-tecipa tutti gli annialla “24H Castelli”.Questa gara ciclistica

della durata di 24 ore, si svolge a Feltre su un percorso cittadino.Da notare il caschetto del concorrente (ultimo seduto a destra)“decorato” di penna nera.

LA FANFARA DELLA TAURINENSELa fanfara della Brigata Taurinen-se si è esibita in un concerto, la se-ra di venerdì 19 giugno, nella cor-nice della Rotonda Antonelliana aCastellamonte (Torino), nell'ambi-to delle iniziative di solidarietàper l'Abruzzo promosse dalla Cro-ce Rossa italiana. Al concerto hanno assistito oltre mille persone.

UN SIMPATICO PRIMATOLuigi Meotto, classe 1934,del gruppo di Rivoli, sezionedi Torino, con l’Adunata diLatina ha raggiunto il tra-guardo di partecipazione acinquanta Adunate Naziona-li consecutive. La prima è

stata Venezia nel 1960. Gli alpini che fossero in lizza per questoprimato, o interessati a questa simpatica competizione, possonocontattarlo ai nr. 011 9586323 - cell. 347 8529240.

IL CIPPO DI COLOGNA VENETAIl gruppo di Cologna Veneta, sezio-ne di Verona, in occasione della fe-sta del tesseramento ha inaugura-to un cippo in ricordo dell’artiglie-re Mario Gallo, originario del pae-se, caduto durante la Campagna diRussia. Nella foto, davanti al mo-numento, il sindaco di Cologna Sil-vio Seghetto e il vice presidentedella Provincia Antonio Pastorello.

LA RACCOLTADELL’ARTIGLIERE SCAVARDAIl vecio artigliere Paolo Scavardadi Chivasso (Torino), ha messo adisposizione dei visitatori della“Cittadella alpina” allestita all’a-dunata di Latina, le sue numerosecopertine della “Domenica delCorriere”, della “Tribuna Illustra-ta”, dell’”Illustrazione del Popo-

lo”, de “L’Alpino” e molte cartoline d’epoca. La raccolta di Scavar-da sarà presente anche nelle prossime edizioni di questa bella ini-ziativa del Comando Truppe alpine.

LO SCULTORE DEL LEGNOIl passatempo di Gino Bom-bardelli, classe 1926, iscrittoal gruppo di Drena, sezione diTrento, è la scultura del legno.Eccolo nella sua casa di Dre-na, un maso su un piccolo pro-montorio, circondato dai suoilavori. Molti crocifissi realiz-zati da questo alpino del 6°, adornano i sentieri della zona.

UNA PALESTRA INTITOLATA AL GEN. MAGNANIAlla presenza del figlio, gen. Luigi Magnani, delle autorità civili e

religiose e di un numero-so pubblico tra cui moltialpini, è stata intitolatala palestra delle scuolemedie di Mede al gen.M.O.V.M. Franco Magna-ni, nativo di Mede, nelcentenario della nascita.A lui è intestato anche ilgruppo di Mede. Nella foto: il gen. LuigiMagnani e la presideGiovanna Vitale scopro-no la targa.

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I N C O N T R I

Appuntamento a Darfo Boario (Brescia) domenica 8 novembre per glialpini della cp. pionieri dell’Orobica. Per informazioni contattare Igna-zio Pedretti, 338-4646991; oppure Ferruccio Pelagatta, 338-2932085; ovisitare il sito www.pionieriorobica.it.

Si troveranno a dicembre ad Alba (Cuneo) gli alpini dell’89° corso AUCdella SMALP di Aosta. Telefonare a Rossato, 045-577090; oppure aGhisio, 0161-256298.

Si sono ritrovati alla caserma Druso di Silandro (Bolzano) gli artiglieridel 9° scaglione 1991 del 5° rgt. artiglieria da montagna, gruppo Berga-mo. Per informazioni e futuri appuntamenti rivolgersi a:Fabrizio Carli, 328-1261296 e-mail: [email protected]; oppure a OlivieroDelle Donne 338-1445013 e-mail: [email protected].

Alcuni commilitoni della 75ª cp. comandata nel 1959, da Giulio Primi-cerj (padre dell’attuale comandante delle truppe alpine gen. D. Alber-to Primicerj) si sono dati appuntamento dopo 50 anni a Tai di Cadore.

Ventunesimo incontro a Trento degli artiglieri della 15ª batteria, grup-po Conegliano, brg. Julia che negli anni 1963-64-65 erano a Cividale delFriuli. Per il prossimo raduno, programmato nel mese di aprile 2010 aGemona, contattare Roberto Ober, 348-8557611; e-mail:[email protected]; oppure Giovanni Grosso, 0438-60669.

Annuale ritrovo del 6°/’98, 6ª compagnia, btg. Tolmezzo, 14° Alpini, ca-serma Manlio Feruglio di Venzone (Udine). L’incontro è avvenuto aBassano del Grappa per festeggiare i 10 anni dal congedo. In alto, da si-nistra, l'alpino Spezzamonte, Arman, Pellizzari, Pellizzon, Dametto, DalBon, Fardin, Codello, Ganzini. In basso da sinistra Magagnin, Prevedel-lo, Pestrin, Baldotto. Per informazioni sul prossimo raduno contattareDal Bon, al nr. 339-6307091; oppure Prevedello, 349-1262977.

Artiglieri della 76ª batteria, caserma Huber di Bolzano, si sono dati ap-puntamento a Trento, dopo 43 anni. Erano presenti i generali Cucchini ePulozzi, rispettivamente capitano e tenente della batteria. Per il prossimoraduno, telefonare a Pietro Adami, al nr. 045-8347007.

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I N C O N T R I

Renzo Cossettini e Franco Pascolosi sono ritrovati a Coja (Udine) a 51anni dal CAR svolto a Bassano delGrappa. Nella foto sono con il ca-pogruppo di Artegna-Montenars,Daniele Furlanetto e con il presi-dente della sezione di Udine,Dante Soravito De Franceschi.

Incontro a Perzacco di Zevio inoccasione del 25° anniversario difondazione della squadra di Pro-tezione civile. Sono quattro arti-glieri del gruppo Asiago.

Foto di gruppo a Silandro, 3°/’67,degli alpini che erano alla caser-ma Druso. Per il prossimo incon-tro contattare Giuseppe Milesi,al nr. 035-542494.

Vincenzo Marano e Vincenzo Magnarelli si sono ritrovati a 50 anni dallanaia. Nel 1959 erano alla scuola di specializzazione della Cecchignola.Nell’altra foto i loro commilitoni del 1°/’37, officina mobile della Triden-tina a Varna, nel marzo del 1960, che Marano e Magnarelli vorrebberoriabbracciare. Contattare Marano al nr. 081-7111286; oppure 334-8293878.

A 47 anni dal congedo gli artiglieri del gruppo Vestone che negli anni 1960-61-62-63 erano a Merano alla ca-serma Cesare Battisti, si sono ritrovati a Sotto il Monte Papa Giovanni XXIII (Bergamo) per la quindicesimavolta. Si sono dati un nuovo appuntamento per il prossimo mese di aprile, sul lago Maggiore. Contattare Al-fredo Milani, al nr. 338-2247669.

Artiglieri del 2° da montagna, gruppo Asiago, di nuovo insieme a 49 anni dal congedo. Appuntamento per l’an-no prossimo, a maggio, in occasione del 50°. Per informazioni telefonare a Riccardo Passionelli, al nr. 045-7225366.

Foto di gruppo dei Lupi della Monte Bianco, che si sono ritrovati davanti alla loro caserma a La Thuile.

Dante Maranzana di Udine e PinoCervigni di Ascoli Piceno eranocommilitoni nel gruppo Cone-gliano, reparto comando di Udi-ne. Eccoli di nuovo insieme dopo50 anni.

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CHI SI RICONOSCE? INCONTRIAMOCI!

BAR DE L’AQUILABAR de L’Aquila, 1°/’70. Contattare Giuseppe Longo, al nr. 349-4262617.

BTG. EDOLO, NEL 1948Merano, novembre 1948: btg. Edolo, caserma Regina Elena di Brunico,corso reggimentale conduttori automezzi. Telefonare a Zilioli, al nr.0332-331702.

BTG. MORBEGNO, 1°/’74Btg. Morbegno, 45ª cp., 1°/’74. Contattare Rudi Bavera, 348-3201929; op-pure Giuseppe Bracchi, 335-6444624.

BTG. GEMONA, NEL 1959Il giuramento nel 1959 del 2° scaglione, classe 1937, 4ª cp., btg. Gemona,a Bassano del Grappa. Contattare Alfredo Barberini, al nr. 338-2839602.

21° CORSO AUCUfficiali, sottufficiali, artiglieri e conducenti della 24ª batteria: 21° corsoAUC, gr. Belluno, brg. Julia, caserma Italia di Tarvisio, anno 1959. Telefo-nare a Piero Negro, 349-6647929.

CASERMA SCHENONI, BRG. TRIDENTINABrg. Tridentina, caserma Schenoni,3°/’97. Vittorio Schiavi (tel. 335-1008529) in particolare cerca Massi-mo Rambaldini e Simone Gustinetti.

VAL DI BRAIES, NEL 1953Btg. Trento, caserma Monguelfo: alpini durante una sosta di una marciain Val di Braies, nel 1953. Contattare Mario Tomasi, al nr. 0471-029556.

399-2009

CHI SI RICONOSCE? INCONTRIAMOCI!

ALPINO CHIAMA ALPINO

RADUNO 20ª CP. LA VALANGATutti i commilitoni del 9°/’88, uf-ficiali e sottoufficiali della  20ªcompagnia “La Valanga” di stanzaa Chiusaforte (Udine) sono prega-ti di contattare Gianluca Vignan-do, tel. 347-3173094 [email protected], oppure Rudy Pittolo, tel.348-0908590, per una rimpatria-ta. L’invito è rivolto anche achi  aveva già  contatti perché al-cuni nominativi sono andati persi.

IL 17 OTTOBRE 1955 A BRUNICODelfina De Santi Bellinetti cercanotizie di un alpino che il 17 otto-bre del 1955 soccorse suo papàinvestito da un macchina davantialla caserma di Brunico. La signo-ra Delfina, che ricorda ancora concommozione quel giovane alpi-no, vorrebbe riabbracciarlo perdirgli ancora una volta grazie.Scriverle in via Perotti 12 – 10015Ivrea (Torino).

BTG. BORGO SAN DALMAZZOGiovanni Alutto (tel. 011-9771000) cerca i commilitoni delbtg. Borgo San Dalmazzo, dal 1938al 1943 e i reduci di Russia che siricordano di lui. Contattatelo.

11° BTG. 3°/’67Commilitoni del 3° ’67, 11° btg., ca-sermetta Borgo Lischiasse a Val-fella Chiusaforte. In particolarecerca Franco Lunardon e MarioScotti con altri compagni ritrattinella foto. Contattare Luigi Gajo,al nr. 0423-859061.

CASERMA MONTE FIORE, ANNI 1970-71Caserma Monte Fiore, borgo SanDalmazzo, anni 1970-71. Contat-tare Marco Perlo, 349-8733890.

264ª CP., NEL 1974Santo Stefano di Cadore (Bellu-no), nel 1974: alpini d’arresto, 264ªcp., durante il campo invernale alPasso Monte Croce-Comelico.Telefonare ad Antonio Dall’Osto,0445-893383.

BRG. TAURINENSE, 2°/’36Allievi del corso tiratori scelti,2°/’36, brg. Taurinense con l’i-struttore Armando Rinaldi aMondovì che desidera esserecontattato al nr. 339-7520388.

CASERMA PRANDINA, ANNI 1962/63Le firme degli alpini del 1°/’41 chenegli anni 1962/63 erano alla ca-serma Prandina di Padova. Chi ri-conosce la sua può contattareBruno Barisone, al nr. 0143-822630.

PASQUALE BROSIOMarino Badocerca notiziedello zio Pa-squale Brosio,classe 1909, 1°Alpini, btg.Pieve di Teco,deceduto du-rante la cam-pagna di Rus-sia a Valuiki, il 26/01/1943. Chi siricordasse di lui è pregato di con-tattare Bado, al nr. 347-2561997;e-mail: [email protected].

SEVERINO BIANCHINIgor Bianchin cerca i commilitonidel padre Severino (andato avan-ti 20 anni fa) che erano a Tolmez-zo tra il 1962-63, nel 3° artiglieriada montagna, gr. Udine, repartoComando. Contattarlo al nr. 339-4410619;e-mail: [email protected].

COMPAGNI DI PRIGIONIA A PINIUKGiovanni Moscardi, classe 1922, 5°Alpini, btg. Edolo, fu fatto prigio-niero il 29 gennaio 1943, dopo labattaglia di Nikolajewka. Interna-to nel campo di concentramentodi Piniuk (Urali), vi rimase dalmaggio 1943 al 12 Novembre 1945.Chi si ricorda di lui può contat-tarlo, al nr. 0364-320246.

78ª CP., BTG. BELLUNOBruno Ottonello classe 1944 cer-ca i compagni di naia della 78ªcp., btg. Belluno, caserma Agor-do, nel 1966. Ottonello, che era conducente dimuli, risponde al nr. 0182-988072;e-mail: [email protected].

FABBRO CERCA SIMONOTTIGiorgio Fabbro di Bassano delGrappa, classe 1941, comp. tra-smissioni della Julia nel 1963-64,caserma “Di Prampero” di Udine,cerca il suo tenente Simonotti.Telefonargli al nr. 0424-513612.

OLIVA CERCA LE SUE RECLUTEIl caporale istruttore Pier Dome-nico Oliva cerca le sue recluteche negli anni 1968/69 erano alBAR della Cadore, cp. Belluno,caserma Mondovì. Telefonargli alnr. 0182-98359.

GIULIO TARQUIDavide Tarqui (tel. 347-3917832; e-mail: [email protected]) cercanotizie dell’alpino Giulio Tarqui,classe 1922, 9° Alpini della Julia,disperso dal 21/01/1943 nellabattaglia di Popovca.

MERANO NEL 1959-60Officina mobile dell’Orobica a Merano, negli anni 1959-60. ContattareErmanno Sola. Al nr. 347-8045174; e-mail: [email protected]

409-2009

B E L L E F A M I G L I E

Alessandro ORELLA, cl. ’80, 2° rgt., btg.“Saluzzo” e la sposa Antonella VERBI-CARO. Con loro il papà dello sposo,Bruno, cl. ’51, 2° rgt., il fratello Massimo,cl. ’77, 4° rgt. paracadutisti alpini “MonteCervino”, i cugini Gianni PIZZATO, cl.’61, btg. trasmettitori e Marco BASSOT-TO, cl. ’80, 3° rgt., btg. “Susa”. Sono iscrit-ti alla sezione Valsesiana.

Dal gruppo di Mazzè (sezione di Ivrea) ifratelli PAVAROTTO. Da sinistraRuggero, artigliere da montagna al 3° rgt.,Tiziano, btg. logistico della “Taurinense”e Adriano, geniere alpino al 4° rgt.

Nonno Battista BENETTI, cl. ’40, geniopionieri alla brigata “Orobica” con ilfiglio Stefano, cl. ’68, genio pionieri alladivisione “Tridentina” e i piccoli Filippoe Luca, cl. 2005.

Una bella famiglia, riunita in occasionedel battesimo del piccolo Enrico CAPO-RAL. Da sinistra, il prozio GiuseppeMORO, cl. ’52, lo zio Emiliano Caporal,cl. ’77, entrambi dell’8° rgt. della “Julia”, ilnonno Tiziano, cl. ’52, artigliere del 5°rgt., il papà Andrea, cl. ’76, genio guasta-tori alla “Julia” e il padrino Ilario APRI-LIS, cl. ’77, divisione “Julia”.

Dalla sezione di Treviso, Francesco MAZ-ZER il giorno del suo matrimonio conFlavia ZANESCO, figlia e sorella di duealpini del gruppo di Possagno. Nella foto,da sinistra, il padre della sposa Flavio, gliamici alpini Attilio COSMA e ClaudioGIANELLO, gli sposi, Filippo PAVAN,Albino DAL MAS e il fratello della sposa,Lino con altri tre parenti (sono alpini, manella foto non hanno il cappello).

Dal gruppo di Castelrosso (sezione diTorino), Bruno SANTA, cl. ’53, artiglieredel gruppo “Susa” con suo figlioAlessandro, cl. ’78, alpino della“Taurinense” e la moglie Serena ADOR-NO e la figlia Barbara con il maritoStefano CLERICI, cl. ’79, artigliere delgruppo “Vicenza”. Sono davanti al sacellodedicato al beato don Secondo Pollo,protettore del gruppo di Castelrosso.

Dal gruppo di Rubbio (sezione diBassano del Grappa), Claudia CORTESE,cl. ’89, in servizio presso il 7° Alpini, btg.“Feltre” con i nonni Giovanni VIVIAN (asinistra) cl. ’43, 8° Alpini, btg. “Gemona”della “Julia” e Giorgio, cl. ’40, artiglieredel 6° rgt., brigata “Cadore”.

Papà Giuseppe SIMONCELLI con il figlioGiuliano, segretario del gruppo diSalussola (sezione di Biella) il giorno delmatrimonio con Marinella SINALDORA.

Massimo ZOTTIG con il suoceroFiorino MACORIG, BAR alla Julia nel ’63,corso trasmissioni a San Giorgio aCremano e genio pionieri alla casermaZavattaro di Udine. La foto è stata scat-tata in occasione di una festa alpina aCividale del Friuli.

419-2009

S E Z I O N I I T A L I APISA-LUCCA-LIVORNO

Annuale raduno sul Monte Argegna

Sul monte Argegna (metri 1.012) in provincia di Lucca, com’è tradi-zione da 27 anni, sono stati ricordati gli alpini della Garfagnana e

della provincia di Lucca Caduti nel secondo conflitto mondiale. Inquesto pianoro è stata collocata una campana votiva del peso di un-dici quintali, sulla cui circonferenza è effigiato un cappello alpino conla penna mozza e la scritta in latino che tradotta significa: “A voi ono-re e gloria e monito alle genti sia il mio suono, mentre ogni giornocon il bronzo celebro le vostre lodi”.Il complesso è opera dell’architetto Tito Salvatori, reduce di Russia,deceduto da alcuni anni.Molti gli intervenuti nonostante il clima inclemente. C’erano inoltre isindaci della Garfagnana, del Comune di Lucca e di Forte dei Marmi,il consigliere provinciale Tersitti in rappresentanza del presidentedella Provincia di Lucca Stefano Baccelli, e l’assessore della Protezio-ne civile provinciale Emiliano Favilla.L’ANA era rappresentata dal neo eletto vice presidente nazionale Ce-sare Lavizzari, che ha tenuto l’orazione ufficiale, dal consigliere nazio-nale Fabrizio Balleri, dal presidente della sezione Pisa Lucca Livorno,Adriano Canini con il consiglio sezionale quasi al completo, dal pre-sidente della sezione di Udine Dante Soravito de Franceschi con ilsuo vice presidente Renzo Luigi Rovaris.

È intervenuta dal Friuli anche una numerosa comitiva di alpini e lorofamiliari. Erano presenti inoltre una sessantina di gagliardetti deigruppi con i vessilli delle sezioni di Udine, di Massa Carrara, Pisa-Luc-ca-Livorno e rappresentanze delle sezioni di La Spezia, Genova e Sa-vona, i gen. Gino Salotti, Pierpaolo Battistini e il gen. dei carabinieriEnnio Paniccia. Al termine della Santa Messa, celebrata da don Giorgio Simonetti, ilrancio alpino sotto la tensostruttura recentemente acquistata dallasezione per la Protezione civile. Roberto Andreuccetti

429-2009

S E Z I O N I I T A L I A

Da Vicenza a Messina in ricordo del capitano Masotto

Gli alpini del gruppo di Noventa Vicentina sono andati a Messinaper rendere omaggio al loro eroico concittadino capitano Um-

berto Masotto, morto nella battaglia di Adua, il 1° marzo 1896. Omag-gio che da sempre viene tributato anche dal 24° gruppo di artiglieriaterrestre della brigata Aosta, di stanza nella città siciliana. Ogni anno nella ricorrenza dell’epica battaglia, di fronte al monu-mento dedicato a Masotto e alle batterie siciliane, vengono resi glionori a questo personaggio noventano che è stato tra le prime me-daglie d’Oro alpine. La cerimonia coinvolge le massime autorità civilie militari con grande partecipazione degli studenti delle scuole su-periori di Messina. Gli alpini del gruppo quest’anno erano doppia-mente coinvolti in questa ricorrenza poichè hanno ospitato nella lo-ro sede di Noventa il comandante del 24° reggimento artiglieria ter-restre “Peloritani”, col. Antonello Arabia, accompagnato da una rap-presentanza del suo Stato Maggiore. Nella stessa serata, presso la sa-la consigliare del municipio di Noventa Vicentina, il sindaco Carlo Al-berto Formaggio, avendo convocato per l’occasione un consiglio co-munale straordinario, ha insignito il 24° reggimento della cittadinanzaonoraria di Noventa. Giorni dopo una delegazione di 9 alpini di No-

CARNICA

A Timau il raduno della Sezione

Per un giorno Timau, assieme a Cleulis (comune di Paluzza) è statacapitale degli alpini della Carnia, ed ha ospitato l'annuale raduno

delle penne nere della Sezione. Grande partecipazione con le rap-presentanze dei trentadue Gruppi carnici oltre ad altre giunte da SanGiovanni Ilarione (Verona), Paspardo (Novara), Salsomaggiore e da al-tri centri della Regione. Sei i vessilli sezionali, oltre a quello della Car-nica, c’erano quelli di Novara, Parma, Pordenone, Palmanova e Gemo-na. Erano presenti anche il sindaco di Paluzza Elia Vezzi e la Medagliad'Oro Paola Del Din Carnielli. Per i militari in servizio una rappresen-tanza del 3° artiglieria con il cap. Davide Pascoli e dei carabinieri. Ilcorpo bandistico Val di Gorto ha animato la manifestazione. La serie delle cerimonie è inziata al Tempio Ossario di Timau dove è

Nelle foto: un momento della sfilata per le vie di Timau e dell’onore ai Caduti, conla medaglia d’Oro al V.M. Paola del Din Carnielli, il sindaco, il presidente della Se-zione e il rappresentante dei Kaiserschuetzen austriaci.

stata celebrata la messa dal cappellano militare don Albino D'Orlan-do. La preghiera dell’alpino è stata recitata dal reduce di Russia CiroRupil. Quindi la sfilata per le vie di Timau fino al monumento alleportatrici carniche in piazza San Pio X, dove sono state apposte co-rone d'alloro e la croce fiorata dell'OKB. Sono seguite le orazioni uf-ficiali, dei capigruppo di Timau Olivieri Matiz e di Cleulis Giulio Pun-tel, del sindaco Vezzi, del rappresentante dell'OKB Sommerbauer, delcap. Pascoli, della Medaglia d'Oro Paola Del Din e, infine, del presi-dente sezionale Umberto Taboga. Questi ha ricordato l'impegno ditutti i gruppi della Carnica che, per il 2008, hanno messo a disposi-zione della collettività ben 13.013 ore e 40.974 euro. Inoltre l'impegno nella solidarietà ai "fradis" de L'Aquila che si esplicain centinaia di giornate lavorative da parte degli uomini della Prote-zione civile sezionale e alla raccolta, tramite una sottoscrizione, di ol-tre 31 mila euro". Fausto Coradduzza

VICENZA

venta sono stati ospitati a Messina. Accompagnati dall’assessore Gra-ziano Zattra e dal consigliere Adelino Veronese, in rappresentanzadella municipalità di Noventa, per consegnare la chiave simbolicadella città veneta al reggimento “Peloritani”, davanti al monumento aMasotto e alle Batterie siciliane. Gli alpini di Noventa Vicentina, nel-le tre giornate messinesi, hanno avuto un’accoglienza meravigliosa,sia dai Corpi militari che dalla cittadinanza e dal gruppo alpini diMessina, con il capogruppo Luciano Di Nuzzo. Pietro Cristofari

Nella foto: la delegazione di Noventa Vicentina con alcuni alpini di Messina da-vanti al celebre monumento eretto in onore delle batterie siciliane.

439-2009

S E Z I O N I I T A L I AMODENA

Cambio di presidenza

Palagano ha ospitato la 67ª Adunata della sezione di Modena nelcorso della quale c’è stato il passaggio di presidenza: a Corrado

Bassi, è subentrato Guido Manzini, già vice presidente vicario e refe-rente per la Protezione civile. Sono intervenuti tutti i 42 gruppi dellaprovincia e quelli di Protezione civile, oltre ai vessilli delle sezioni diCile e Uruguay e il gagliardetto del gruppo di Monaco di Baviera. Lalogistica è stata curata in collaborazione con il Comune di Palaganoed il suo sindaco Paolo Galvani. La festa è cominciata con l’inaugura-zione delle mostre storiche, realizzate dal reduce Aldo Corti e visita-te anche dal sottosegretario Carlo Giovanardi.Sempre sabato si è tenuta presso la sede municipale la tradizionaleseduta "aperta" del consiglio sezionale che ha preceduto la deposi-zione di corone d’alloro presso i vari monumenti ai CadutiNon sono mancati i momenti musicali e culturali, con l'esibizione inpiazza della banda e, presso la parrocchiale, dei cori alpini.Domenica lo sfilamento degli alpini, dei reduci, delle autorità e deigonfaloni comunali (primi fra tutti quelli di Modena e di Montefiori-no, insigniti di Medaglia d'Oro al Valor Militare). Durante la cerimoniail presidente Bassi ha consegnato la bandiera tricolore ai ragazzi del-le scuole di Palagano, sottolineando la forte identità dell'Associazio-ne, le sue tradizioni ed il suo impegno in campo sociale. Concetti ri-presi dal consigliere nazionale Cesare Lavizzari che ha portato i salu-ti del presidente nazionale. È seguita la S. Messa al campo, concele-brata da monsignor Pierino Sacella, cappellano della sezione e del-l'Accademia Militare di Modena, e da don Fabrizio Martelli, parrocodi Palagano.Nella foto: il momento del passaggio del Vessillo dal presidente Cor-rado Bassi al nuovo presidente Guido Manzini, a destra. �

COMO

Raduno sezionale a Bellagio

Si è svolto a Bellagio, con il borgo tappezzato di manifesti e volan-tini e con una buona partecipazione di pubblico, il raduno della

sezione di Como. Il programma è partito il venerdì con il concerto delCoro Bilacus, vanto della cittadina, nella chiesa di San Giacomo incentro paese. Il sabato pomeriggio l’incontro tra le autorità locali el’Associazione in una sala della Casa di Riposo “Greco De Vecchi”. Altermine, accompagnati dalla fanfara alpina di Scanzorosciate (Berga-mo), trasferimento nella piazza della chiesa dove sorge la casa nataledel tenente Teresio Olivelli, una delle sette Medaglie d’Oro che fre-giano il vessillo sezionale. Al mattino di domenica gli alpini di Bella-gio erano già al lavoro per i ritocchi finali. Buona l’affluenza degli al-pini, un centinaio i gagliardetti, numerosi i vessilli di altre sezioni, di-versi i gonfaloni comunali e i sindaci, alcuni con il cappello alpino.L’immancabile pannello floreale degli alpini di Griante portava lascritta ‘Teresio Olivelli’. Alzabandiera e onori ai Caduti, quindi sfilata,accompagnata dalle nostre fanfare di Asso e di Olgiate Comasco perle vie di Bellagio. Il passaggio dei volontari in tuta gialla ha suscitatoscrosci di applausi; sono i volontari che hanno lavorato e continuanoa lavorare nell’Abruzzo terremotato. Punto di arrivo il parco-giardinoin fondo al lungolago dove, dopo gli interventi delle autorità, è statacelebrata la S.Messa accompagnata dal canto della Corale Bilacus.Era presente il prefetto di Como, dottor Frantellizzi, molto legato al-la nostra Associazione. Ma non renderemmo giustizia alla cronaca senon citassimo due episodi particolari: la pioggia di tagliandini bianchi,rossi e verdi riversati a piene mani da anziani e giovani, signore e ra-gazze sui partecipanti al corteo lungo tutto il percorso cittadino e lapartecipazione del presidente della Casa di cura, Riccardo Galetti,capitano dei bersaglieri in congedo, che non ha rinunciato al suo piu-metto: è stato molto applaudito. A noi alpini ciò ha procurato un po-co di sana e amichevole invidia. �

LECCO

Un disegno per dire grazie

Questo disegno racchiude una storia piccola, ma che merita di essere racconta-ta. Ci arriva dai bambini (e dalla maestre) della scuola materna San Giovannino

di Verderio Inferiore (Lecco) i quali vogliono ringraziare gli alpini - in tutto 8 più 3amici - che in 4 giorni di lavoro hanno rimesso a nuovo il tetto del loro asilo. Gli alpini del gruppo di Verderio Inferiore hanno la loro sede all’interno dei localidella parrocchia dove si trova anche l’asilo. Saputo che l’edificio aveva bisogno di unrestauro, gli alpini non si sono fatti pregare, ed ora i bambini hanno voluto esprime-re il loro sentimento di gratitudine attraverso questo bel disegno che ci hanno spe-dito in redazione e che ben volentieri pubblichiamo. �

449-2009

S E Z I O N I I T A L I AUDINE

I cinquant’anni del gruppo di Dolegnano

Grande festa a Dolegnano per i 50 anni di attività del gruppo, fon-dato il 4 aprile 1959 da sei reduci della seconda guerra mondiale:

Giuseppe Bolzicco, Attilio Deganutti, Giuseppino Mattaloni, MarinoNovello, Orazio Plaino, Luigi Zamaro, e da un “bocia” fresco di naia,Alberto Montina. Le manifestazioni sono iniziate con una cerimoniain ricordo dei soci fondatori e di due capigruppo, Guido Romanutti eFiorenzo Bernardis, ormai andati avanti. Alla sera una rassegna corale, dedicata al compianto presidente se-zionale Ottorino Masarotti, nella chiesa parrocchiale di Dolegnano.Si sono esibiti il coro “Alpini”di Passons, il coro “Stelle Alpine” di Basi-liano e il coro “Sezionale” di Codroipo. Il giorno dopo sfilata lungo le vie del paese: con 50 gruppi e relativigagliardetti provenienti da tutto il Friuli, il vessillo della sezione diUdine, accompagnato dal presidente Dante Soravito de Franceschi,oltre a numerosi vessilli di associazioni ed enti locali. Erano presentimolte autorità civili e militari e tre reduci della seconda guerra mon-diale, Floretti, Rupil e Pagnutti. Dopo la cerimonia dell’alzabandiera presso il parco “Julia”, nella chie-sa parrocchiale è stato inaugurato il nuovo gagliardetto, cui è seguitala S. Messa officiata dal parroco don Luigi Paolone, accompagnata dalcoro “Monte Nero” della sezione di Cividale. Al termine corona d’al-loro alle lapidi che ricordano i Caduti.Alla fine le allocuzioni ufficiali, tra cui quella del capogruppo ErcolePonton, che ha presentato il libro “I primi cinquant’anni 1959-2009” edel presidente sezionale Dante Soravito De Franceschi. Prima del rancio il capogruppo ha ringraziato gli artisti Renato Picilli,già autore della targa posta sul cippo del parco “Julia”, che ha donatoun portafiori in ferro, e Franco Canzutti che ha scolpito manualmen-te 70 crest in legno da donare ai gruppi. �

VARESE

Capolago: 50° del gruppo

Capolago in festa per il 50° di fondazione del Gruppo, presenti tan-ti alpini della sezione e cittadini del piccolo borgo.

I festeggiamenti sono iniziati con il concerto del coro Penna Nera diGallarate e del coro Orobica. Il giorno dopo, alzabandiera, deposizio-ne della corona ai Caduti, sfilata lungo il centro storico di Capolagopreceduta dalla banda Giuseppe Verdi, infine la santa Messa. Erano presenti, con i rispettivi presidenti, i vessilli delle sezioni di Va-rese, Luino, Palmanova, Sondrio e oltre 50 gagliardetti, alcuni dei qua-li provenienti dalle sezioni di Como, Sondrio, Trento, Pordenone, Pal-manova. È seguita le cerimonia di consegna di una targa e del libro“Noi Alpini di Capolago” a due soci fondatori, Gino Tres e Angelo Or-landi, agli ex capigruppo Ugo Ossola e Flavio Pierobon nonché a tut-te le autorità ed alle rappresentanze delle Sezioni e dei Gruppi. Particolarmente toccante è stata la consegna della targa all’alpinoGermano Pozzo, reduce di Russia e padre del capogruppo. Il pranzo digala, ha chiuso i festeggiamenti in un clima di allegria. Una menzioneparticolare alle maestre della scuola elementare Francesco Baraccaper aver saputo trasmettere all’intera scolaresca lo spirito alpino,concretizzatosi poi con la realizzazione di circa 20 cartelloni sullastoria degli Alpini, molto apprezzati dai numerosi visitatori. �

Da sinistra: il consigliere sezionale Zoccola, Silvio Botter, il capogruppo GiulianoPozzo, il presidente sezionale Francesco Bertolasi, il consigliere nazionale Adria-no Crugnola, il vice presidente sezionale Alioli, Bertoglio, il consigliere sezionaleVanoli e Bonin.

I gruppi schierati sulla scalinata della chiesa.

459-2009

S E Z I O N I I T A L I AMONZA

Un monumento contro la guerra

Nel giorno della festa della Repubblica nella frazione di Fornaci diBriosco è stato inaugurato un monumento dedicato all’articolo

11 della Costituzione Italiana (L’Italia ripudia la guerra come strumen-to di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzio-ne delle controversie internazionali…). La cerimonia è stata presiedu-ta dal sindaco Andrea Folco, dal presidente del consorzio brianteoper l’istruzione Villa Greppi Gianni Confalonieri (senatore, XV legisla-zione, alpino a Silandro negli anni Settanta). Erano presenti, inoltre, glialpini del gruppo di Capriano, le autorità locali e tanti cittadini. Anziani, adulti e giovani hanno accolto, prima in silenzio poi con unforte applauso, il grande pannello in terracotta dedicato al rifiutodella guerra. Il monumento rappresenta un vecchio soldato in ginoc-chio che ha deposto le armi, confortato da un giovane militare cheoggi opera solo in servizio di pace. Il giovane soldato porge la ban-diera di pace su cui spicca la scritta “articolo 11” ad una bimba musul-mana che rappresenta, con un bimbo latino ed uno occidentale, il fu-turo multietnico della nostra nazione. Dietro ai tre giovani, volanoquattro colombe in segno di pace. La benedizione del nuovo monu-mento ha concluso la cerimonia. �

CASALE MONFERRATO

Gli 80 anni del Gruppo San Giorgio

Il gruppo di San Giorgio ha iniziato il sabato sera i festeggiamentiper il suo ottantesimo di fondazione con un concerto del coro, di-

retto da Cecilia Brovero, che ha riscosso un grande successo non so-lo per l’armonia delle esecuzioni ma anche per la varietà delle cante.Il neo sindaco Teresa Zaccone, alla sua prima uscita ufficiale, ha por-tato il suo saluto mentre il capogruppo Gian Franco Costanzo, con ilpresidente sezionale Gianni Ravera e Ivano Gentili (già vice presiden-te vicario nazionale) hanno consegnato i distintivi d’oro ai capogrup-pi storici, come attestato della riconoscenza degli alpini.La domenica mattina il ritorno del sole getta subito le premesse peruna bella manifestazione. Arrivano i gagliardetti e i vessilli delle se-zioni di Bassano del Grappa con il presidente Carlo Bordignon, Tori-no, Vercelli, Acqui Terme, il Gonfalone della Provincia di Alessandria,di San Giorgio, le associazioni dei paracadutisti e dei donatori di san-gue, le Infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana, il sindaco diSan Giorgio, l’assessore regionale Daniele Borioli ed il sindaco di Oc-cimiano Ernesto Berra. Inizia la sfilata con le soste previste per la ce-rimonia dell’Alzabandiera e gli onori ai Caduti ad entrambi i monu-menti. Le allocuzioni avvengono nei pressi del Palazzo Municipale.Sono intervenuti il capogruppo Gian Franco Costanza, il sindaco Te-resa Zaccone, l’assessore regionale Daniele Borioli, il vice sindaco Ri-no Scarola che ha commemorato la figura del concittadino sergentemaggiore Luigi Bucco, caduto in Russia, medaglia d’Argento al V.M. Ha chiuso gli interventi il presidente sezionale Gianni Ravera. La ma-nifestazione accompagnata dalla filarmonica di Occimiano si è poiconclusa con la celebrazione della S. Messa, nel corso della quale so-no state presentate le reliquie del beato don Secondo Pollo, cappel-lano degli alpini caduto il 26 dicembre 1941 in Montenegro mentresoccorreva un alpino ferito (per questo gli fu conferita la M.A.V.M.). Lagiornata ha avuto la sua conclusione con il classico rancio alpino con-sumato tra i canti e tanta allegria. Nelle foto: gli alpini di San Giorgio con il presidente Ravera e gli excapigruppo premiati. �

ACQUI TERME

Un elettrocardiografo all’ospedale

All’Ospedale Civile diAcqui Terme (distretto

ASL 22), nel reparto di ane-stesia e rianimazione diret-to dal dottor GianmariaBianchi, la sezione di AcquiTerme ha consegnato unelettrocardiografo di ultimagenerazione, acquistatoproprio a favore dell’UnitàOperativa di rianimazione(nella foto). I componenti della sezione si sono a lungo prodigati peruna raccolta fondi per dotare l’ospedale cittadino di un’apparecchia-tura all’avanguardia in campo tecnologico. Il gesto testimonia la sen-sibilità - secondo la tradizione degli alpini - verso il territorio e le fa-sce più deboli della popolazione. La consegna dell’elettrocardiografoal direttore generale dell’ASL Gian Paolo Zanetta è stata fatta dal pre-sidente della sezione Giancarlo Bosetti. Al significativo momentodella consegna hanno presenziato il sindaco Danilo Rapetti, e i presi-denti delle sezioni di Alessandria, Bruno Pavese e Casale Monferrato,Gianni Ravera. �

469-2009

S E Z I O N I I T A L I APINEROLO

Il gruppo di Pragelato festeggia le “nozze d’oro”

Domenica 2 agosto il gruppo “Assietta” di Pragelato ha festeggiatoi 50 anni della fondazione. Centinaia le persone intervenute ad

assistere alle cerimonie, iniziate con la S. Messa. Molte le rappresen-tanze di sezioni e gruppi ANA provenienti da diverse parti d’Italia,con 65 tra vessilli e gagliardetti. Presenza d’eccellenza, quella del pre-sidente nazionale Corrado Perona, accompagnato dal presidente del-la sezione di Pinerolo Francesco Busso. È seguita la sfilata ed un pran-zo conviviale per quasi 500 persone.�

NOVARA

Oleggio in festa con gli alpini

Gli alpini di Oleggio hanno festeggiatol’intitolazione del gruppo alla Medaglia

d’ Argento al V.M. Giovanni Battista Miglio,nel corso della festa sezionale. La manife-stazione è iniziata il sabato sera con un con-certo della fanfara alpina Valle Elvo, al tea-tro comunale. Il giorno dopo, ammassa-mento e sfilamento tra gli applausi dellacittadinanza. Erano presenti le sezioni diNovara, Milano, Biella, Domodossola, Ver-celli, Asti, Valsesiana e Acqui Terme, oltre a

29 gruppi provenienti dalle sezioni di Novara, Vercelli, Milano, Intra,Domodossola, Varese, Asti e Biella. Non mancavano le altre associa-zioni d’Arma e di volontariato oleggesi. Le autorità civili erano rap-presentate dal sindaco di Oleggio e da quello di Marano Ticino, pre-ceduti dal gonfalone cittadino. Dopo la Santa Messa, il corteo ha rag-giunto il cippo dedicato agli alpini, sul quale è stata scoperta una tar-ga alla memoria del tenente colonnello degli alpini Giovanni BattistaMiglio, Medaglia d’Argento al Valor Militare. La targa è stata scoper-ta dal figlio Renato, alpino, che nel corso della seconda guerra mon-diale patì la prigionia in un campo di concentramento tedesco. Conl’occasione è stata ufficializzata l’intestazione del gruppo di Oleggioal ten. col. Miglio. Il corteo è proseguito fino al monumento ai Cadu-ti per onorarne la memoria. Al termine le allocuzioni della autorità. �

Gli alpini del gruppo con al centro il presidente nazionale Perona e il presidentedella sezione di Pinerolo, Busso.

Il presidente Perona mentre consegna il crest dell’ANA al capogruppo BrunoGuiot Chiquet.

VICENZA

Studenti di Zenica ospiti degli alpini

Gli hanno ricostruito la scuola, adesso hanno promosso uno scam-bio culturale con un liceo di Vicenza. Continua così l'impegno

degli alpini vicentini per la scuola di Zenica, città a pochi chilometrida Sarajevo, nel nome della convivenza fra popoli ed etnie diverse. Lacosa è nata una decina di anni fa, dopo la guerra fra serbi e bosniaci,con la ricostruzione della scuola da parte degli alpini del Triveneto edella sede nazionale. L'anno scorso, nell'ambito del programma di dif-fusione della cultura alpina nelle scuole, curato dall’ANA e dalla Re-gione Veneto, il liceo Quadri di Vicenza ha accolto l'invito degli alpi-ni ed ha inserito la scuola bosniaca nel programma di scambi cultura-li in atto con diverse scuole europee. In aprile c'è stato il primo attodi questo nuovo gemellaggio: una classe della scuola di Zenica è sta-ta a Vicenza, ospite delle famiglie degli studenti di terza informaticadel liceo. Ormai collaudato il programma: lezioni in classe e visite aVicenza, Padova e Venezia. Una sera l'hanno fatta da protagonisti glialpini del gruppo Savegnago, che hanno offerto la cena a ragazzi bo-sniaci e vicentini ed hanno dato modo a Luciano Cherobin, uno dei

protagonisti della ricostruzionedella scuola bosniaca, di pre-sentare storia e finalità dell'ANA. Alpini ancora protagoni-sti alla festa di commiato al li-ceo Quadri, con il saluto delpresidente della Sezione ANAGiuseppe Galvanin e la conse-gna, a studenti e insegnanti, deiberretti di "amici degli alpini". La

riconoscenza agli alpini, nella serata di commiato al liceo Quadri, èstata espressa dal direttore della scuola di Zenica, don Anto Ledic.«Grazie alpini, che pensate a noi; grazie per quello che fate per Zeni-ca e per la Bosnia. Le nostre porte sono aperte, vi aspettiamo concuore, perché voi e noi abbiamo lo stesso obiettivo: popoli senzafrontiere e senza problemi». Don Anto ha annunciato che nella scuo-la sarà apposta una targa dedicata al cappello alpino. In autunno sa-ranno gli studenti vicentini a recarsi a Zenica. Dino Biesuz

Nella foto: Un momento della serata tra-scorsa dagli studenti di Zenica al gruppo diSavegnago. Con il gagliardetto in mano (edil cappello alpino, che ha voluto portare,come le ragazze, per la foto ricordo del-l’incontro con le penne nere) è don AntoLedic, direttore della scuola di Zenica.

479-2009

S E Z I O N I E S T E R OAUSTRALIA

Una targa per ricordare gli alpini andati avanti

Il gruppo di Dandenong, della sezione di Melbourne, ha inaugurato unatarga a ricordo di tutti gli alpini e gli amici che sono andati avanti.

Nella foto: un gruppo di penne nere di Dandenong, con la madrina Oli-va Faoro che ha scoperto la targa. �

FRANCIA

Grenoble festeggia i 40 anni del gruppo

Alcuni alpini hanno celebrato il 40° anniversario della nascita delgruppo di Grenoble con una gita in Italia a Novalesa in Val Susa,

deponendo una corona al monumento ai Caduti. Per gli alpini chenon sono potuti tornare in Patria, l’occasione per festeggiare è statal’assemblea generale del gruppo nel salone della Missione CattolicaItaliana di Grenoble alla presenza di alcune autorità. Il capogruppoIlario Rigodanzo ha ricordato i suoi predecessori Mario Papagalli eModesto Treppo che hanno saputo prima di lui tenere alto il nomedell’Italia e della nostra Associazione in terra straniera. �

CANADA

Vancouver:il comitatodirettivo sezionale

Ecco il comitato di-rettivo della sezio-

ne di Vancouver, nellafoto scattata in occa-

sione della annuale “Festa del combattente”. Al centro il nuovo cappel-lano sezionale padre Luigi Piran.  �

Nella foto il presidente della sezione Renato Zuliani, con il capogruppo Rigodan-zo e alcuni alpini del gruppo di Grenoble.

AUSTRALIA

Adelaide: alpini di Melbourne in visita

Alcuni alpini dei gruppi di Dandenong e Springvale (sezione Melbour-ne) hanno fatto visita agli alpini della sezione di Adelaide. Eccoli

mentre posano per la foto ricordo. �

ROMANIA

Il 2 giugno festeggiato in Romania

In occasione della ricorrenza della festa della Repubblica italiana, ilgruppo alpini di Romania, intitolato a Piero Redaelli, ha ospitato un

gruppo di alpini valtellinesi, il coro CAI Valmalenco e il parroco diChiesa Valmalenco e rettore del Santuario parrocchia Madonna degliAlpini. Alla presenza di autorità civili e militari nella residenza del-l’ambasciatore d’Italia, Mario Cospito, il coro e gli alpini hanno canta-to l’inno nazionale e alcuni canti della tradizione alpina.Nella foto: gli alpini a Bucarest, davanti al monumento ai Caduti ita-liani della Grande Guerra. �

Obiettivo sulla montagnaSembra davvero il fotogramma di un cartoneanimato questo paesaggio dell’altipiano delRenon con le caratteristiche piramidi di terrarossa in primo piano, davanti alla piccolafrazione di Monte di Mezzo con la chiesetta di San Nicolò e sullo sfondo, quasi evanescenti,le sagome del Sassolungo e Sassopiatto. È, questo di ottobre, il mese d’oro per gliamanti della montagna, i suoi colori, i suoi silenzi.(La foto è di Jonathan Weatherill, ospite del Soggiorno alpino Costalovara dell’ANA)