Don Armando è un prete speciale, Mafie e legalità: non solo sud · pato alla Giornata della...

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Don Armando Zappolini Il Sindaco di Rosarno Elisabetta Tripodi Un altro magistrato impegnato nella lotta alle mafie ha fatto visita al nostro istituto. Si tratta di Alfredo Nobili, procuratore aggiunto presso il Tribunale di Milano. Pag. 3 Come l’anno scorso anche questo una delegazione di studenti della scuola media L. Gereschi ha parteci- pato alla Giornata della Memoria e dell’impegno organizzata da Libera e da altre associazioni, questa volta tenutasi a Firenze. Pag. 2 L’editoriale de l’Urlo - Numero Speciale per gli amici di Libera Terra di Caserta - Cari lettori, questo numero de “L’Urlo della Gereschi è particolarmente spe- ciale. Abbiamo deciso di dedi- carlo ai responsabili della Coo- perativa “Le terre di Don Pep- pe Diana - Terra Libera” che gestisce in provincia di Caserta i terreni confiscati al clan dei casalesi. Alcune classi del no- stro istituto si recheranno infat- ti a far loro visita il giorno 18 aprile 2013 in occasione della gita d’istruzione scolastica in Campania. Una scelta questa diversa dal solito, dove insieme ai luoghi di interesse storico, artistico e culturale, i nostri ragazzi cono- sceranno alcuni dei luoghi sim- boli dell’impegno civile, della lotta alla mafia. Fatta perché studenti e docenti del nostro territorio vedano e si rendano conto da vicino di come il sud non sia solo mafia e criminali- tà, ma riscatto, dignità e legali- tà. Questo numero illustrerà le attività in cui è impegnata la nostra scuola per la promozione dei valori della legalità, sempre in collaborazione con il Comune di San Giuliano Terme; poi mostrerà come, da una parte, anche nel centro-nord le infil- trazioni mafiose siano sempre più diffuse e pericolose, e come nel sud gli esempi di contrasto alla mafia e alla cultura mafio- sa siano sempre più numerosi e concreti. Buona lettura. Numero 8 - Aprile 2013 Supplemento del Giornale d’Istituto “Il Giornale di Livia” Giornata della Memoria e dell’impegno Il magistrato Alfredo Nobili Alla vigilia del viaggio in Campania che porterà alcuni dei nostri compagni di scuola a visitare nel casertano le “Terre di Don Peppe Diana” (prete antimafia ucciso dalla camorra nel 1994), dedichiamo questo articolo all’Associazione Libe- ra Terra. Da più di 10 anni essa gestisce i beni confiscati alle mafie in tutta Ita- lia, dopo che questi sono stati riconvertiti in strutture che offrono servizi di enorme utilità sociale. Grazie ragazzi! Continuate così, avete il supporto di tutti noi. (Pag. 4) Il Giornale della Scuola Media “E. Fermi” - IC “Livia Gereschi”, Pontasserchio Don Armando è un prete speciale, impegnato nella difesa degli ultimi e in una costante attività di sensi- bilizzazione ai temi della legalità. Pag. 3-4 Una donna coraggiosa, sindaco in una città difficile del sud Italia, ci ha raccontato la sua esperienza di amministratrice onesta, di strenuo difensore della legalità. Pag. 4 Libera Terra L’URLO DELLA GERESCHI Mafie e legalità: non solo sud Nonostante ai nostri occhi non siano immediatamente visibili, le orga- nizzazioni criminali italiane si sono ormai espanse come “un malore” anche fuori dall’Italia meridionale e gestiscono molti dei propri affari nelle regioni centro-settentrionali. Una di queste è la Toscana. Secondo alcuni dati del 2011 della DNA (Direzione Nazionale Aanti- mafia), il giro d’affari delle mafie nella regione Toscana, arriva fino ai 15 miliardi di euro. Edilizia, ristoranti, alberghi, bar, scommesse clan- destine, settore tessile e usura sono le attività prese di mira dalle orga- nizzazioni criminali, sia italiane che straniere. In Toscana, scrive il sostituto procuratore della DNA Giusto Sciacchi- tano, “le strutture delle cosiddette mafie storiche o tradizionali sten- tano ad inserirsi nel territorio secondo gli schemi e le modalità con cui operano nelle regioni meridionali, ma tendono a strumentalizzare le capacità a mirati fini di reimpiego di capitale”. (Pag. 2)

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Don Armando Zappolini Il Sindaco di Rosarno Elisabetta Tripodi

Un altro magistrato impegnato nella lotta alle mafie ha fatto visita al nostro istituto. Si tratta di Alfredo Nobili, procuratore aggiunto presso il Tribunale di Milano. Pag. 3

Come l’anno scorso anche questo una delegazione di studenti della scuola media L. Gereschi ha parteci-pato alla Giornata della Memoria e dell’impegno organizzata da Libera e da altre associazioni, questa volta tenutasi a Firenze. Pag. 2

L’editoriale de l’Urlo -

Numero Speciale per gli amici di

Libera Terra di Caserta -

Cari lettori, questo numero de “L’Urlo della Gereschi è particolarmente spe-ciale. Abbiamo deciso di dedi-carlo ai responsabili della Coo-perativa “Le terre di Don Pep-pe Diana - Terra Libera” che gestisce in provincia di Caserta i terreni confiscati al clan dei casalesi. Alcune classi del no-stro istituto si recheranno infat-ti a far loro visita il giorno 18 aprile 2013 in occasione della gita d’istruzione scolastica in Campania. Una scelta questa diversa dal solito, dove insieme ai luoghi di interesse storico, artistico e culturale, i nostri ragazzi cono-sceranno alcuni dei luoghi sim-boli dell’impegno civile, della lotta alla mafia. Fatta perché studenti e docenti del nostro territorio vedano e si rendano conto da vicino di come il sud non sia solo mafia e criminali-tà, ma riscatto, dignità e legali-tà. Questo numero illustrerà le attività in cui è impegnata la nostra scuola per la promozione dei valori della legalità, sempre in collaborazione con il Comune di San Giuliano Terme; poi mostrerà come, da una parte, anche nel centro-nord le infil-trazioni mafiose siano sempre più diffuse e pericolose, e come nel sud gli esempi di contrasto alla mafia e alla cultura mafio-sa siano sempre più numerosi e concreti. Buona lettura.

Numero 8 - Aprile 2013 Supplemento del Giornale d’Istituto “Il Giornale di Livia”

Giornata della Memoria e dell’impegno

Il magistrato Alfredo Nobili

Alla vigilia del viaggio in Campania che porterà alcuni dei nostri compagni di scuola a visitare nel casertano le “Terre di Don Peppe Diana” (prete antimafia ucciso dalla camorra nel 1994), dedichiamo questo articolo all’Associazione Libe-ra Terra. Da più di 10 anni essa gestisce i beni confiscati alle mafie in tutta Ita-lia, dopo che questi sono stati riconvertiti in strutture che offrono servizi di enorme utilità sociale. Grazie ragazzi! Continuate così, avete il supporto di tutti noi. (Pag. 4)

Il Giornale della Scuola Media “E. Fermi” - IC “Livia Gereschi”, Pontasserchio

Don Armando è un prete speciale, impegnato nella difesa degli ultimi e in una costante attività di sensi-bilizzazione ai temi della legalità. Pag. 3-4

Una donna coraggiosa, sindaco in una città difficile del sud Italia, ci ha raccontato la sua esperienza di amministratrice onesta, di strenuo difensore della legalità. Pag. 4

Libera Terra

L’URLO DELLA GERESCHI

Mafie e legalità: non solo sud

Nonostante ai nostri occhi non siano immediatamente visibili, le orga-nizzazioni criminali italiane si sono ormai espanse come “un malore” anche fuori dall’Italia meridionale e gestiscono molti dei propri affari nelle regioni centro-settentrionali. Una di queste è la Toscana. Secondo alcuni dati del 2011 della DNA (Direzione Nazionale Aanti-mafia), il giro d’affari delle mafie nella regione Toscana, arriva fino ai 15 miliardi di euro. Edilizia, ristoranti, alberghi, bar, scommesse clan-destine, settore tessile e usura sono le attività prese di mira dalle orga-nizzazioni criminali, sia italiane che straniere. In Toscana, scrive il sostituto procuratore della DNA Giusto Sciacchi-tano, “le strutture delle cosiddette mafie storiche o tradizionali sten-tano ad inserirsi nel territorio secondo gli schemi e le modalità con cui operano nelle regioni meridionali, ma tendono a strumentalizzare le capacità a mirati fini di reimpiego di capitale”. (Pag. 2)

Numero 8 - Aprile 2013

Lo scorso sabato 16 marzo siamo andati a Firenze per partecipare alla XVIII Ma-nifestazione della Memoria e dell’impegno indetta dall’Associazione Libera e da altri enti e istituzioni per ricordare le vittime della mafia in Italia. Eravamo 24, 6 ragazzi per ognuna delle 4 terze dell’istituto. Siamo partiti dal parcheggio dell’Agrifiera alle 07:10 il pullman della Croce Rossa, dove abbiamo trovato anche i compagni della scuola Me-dia Niccolini di S. Giuliano Terme, l’Assessore di S. Giu-liano Martinelli, l’Assessore alla Provincia di Pisa santo-ni e altri rappresentanti di associazioni e istituzioni. Dopo circa un’ora e mezza di viaggio siamo arrivati a

16 marzo 2013, a Firenze per ricordare

Firenze al punto di raccolta, presso la Fortezza da Basso, vicino alla Stazione S. Maria Novella. Qui abbiamo alzato il striscione preparato da Gabriele in cui era scritta la famosa frase di Peppino Impastato “La ma-

fia uccide, il silenzio pure”. Altri ragazzi hanno preso le bandiere di “Libera” gialle, rosa e arancione e le hanno messe attorno al collo. Quindi abbiamo iniziato la lunga sfilata che ci ha portato fino allo Stadio A. Franchi a Campo Marte.

Davanti, in apertura, i circa 600 familiari delle vittime di mafia provenienti da tutta Italia per testimoniare ancora una volta l’impegno dei loro familiari. A seguire decine di migliaia di perso-ne provenienti da tutta Italia con pullman, treno e aereo. La città di Firenze non è stata scelta a caso, ma una scelta simbolica: quasi venti anni fa, la città fu ferita dalla strage dei Georgofili. Il corteo, che si è mosso dalla Fortezza da Basso, è poi arrivato allo stadio comunale A. Franchi, dove ci sono state la lettura dei nomi delle vittime di mafie, il discorso di Don Ciotti e un breve concerto di Fiorella Mannoia. E’ stata davvero una giornata inten-sa, di grande impegno civile, e per alcuni di noi la prima esperienza di partecipazione a un corteo così grande e partecipato. (A. Amdiaze)

Mafie in Toscana

(Continua dalla Prima pagina)

Fra le organizzazioni criminali presenti in Toscana, spiccano i nomi di alcuni dei clan più conosciuti della camorra e della n’drangheta. Nei dintor-ni delle province di Pisa e Lucca si ha il clan dei Contini, i Mazzarella e i Casalesi a Montecatini, i Misso nella provincia di Firenze. Prato ospita la più grossa comunità cinese d’Italia - circa 12mila secondo i dati ufficiali, più di 30mila secondo quelli ufficiosi - ed è anche uno dei maggiori centri di sfruttamento di ma-no d’opera nel settore tessile di grandi marchi. Oltre alle mafie cinesi molto attivo è il clan camorristico dei Birra, originari di Ercolano. Esso, oltre ad esser specializzato nella realizzazione di prodotti tessili di vari grandi marchi a basso costo, gestiscono lo spaccio di eroina e cocaina all’interno della regio-ne Toscana scendendo a patti con clan venezuelani per i rifornimenti di stupe-facenti.

“I più potenti clan camorristici – conti-nua Sciacchitano – hanno individuato alcuni settori di investimento partico-larmente redditizi con finanziamenti cospicui e continuativi a imprenditori

toscani, in parte vitti-me e in parte complici”.

Ci sono stati numerosi arresti e sequestri effet-tuati dalle forze dell’ordine in Toscana, infatti c’è una grande imponenza mafiosa. Quindi anche in Toscana le mafie riciclano denaro sporco, un fenomeno molto alto nella città di Firenze. An-che la FIPE (Federazione Italiana Pubblici E-sercizi) ha affermato più volte che le imprese che ora sono sane, con il protrarsi della crisi, anche a Firenze diverranno una minoranza.

Le azioni della mafia cinese sono diventate note-voli, - sosteneva l’ex Procuratore Nazionale An-timafia Piero Grasso, ora presidente del Senato, - e fra qualche anno la Cina influenzerà la crimina-lità organizzata dalla potenza economica e com-merciale. La Cina non è la sola mafia estera pre-sente in Italia: anche quelle russa, slava, rume-na, albanese e africana sembrano aver trovato degli accordi con le organizzazioni mafiose italia-ne.

Gli amministratori non devono abbassare la guardia ma devono conoscere nei minimi dettagli

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il fenomeno, cosi da non sotto-valutarlo e prendere le dovute precauzioni. Anche alla politi-ca spetta questo compito che deve incominciare azioni forti e incisive per bloccare il feno-meno, i cittadini devono essere guardiani in grado di avere un ruolo principale nella denuncia e nella prevenzione. La mafia ha riciclato nel centro-nord soldi sporchi provenienti dal

commercio della droga, delle armi, dal pizzo, dalle rapine e dalla prostituzione comprando negozi, locali notturni, proprietà, hotel e aziende. Le attività mafiose fattura 100 miliardi di euro l’anno, e colpisce le imprese con quasi 1300 reati al giorno.

Molti sono stai i sequestri effettutati dalle forze dell’ordine e dalla magistratura alla mafia. Gli ultimi dati aggiornati sono dell’aprile 2012. Questi dati indicano che 12.064 sono i beni tolti alla mafia di tutta Italia: 5.242 in Sicilia, 1819 in Campania, 1699 in Calabria, 1044 in Puglia, 1031 in Lombardia e i 576 del Lazio. In Toscana nel 2010 i beni confiscati erano 50, nel 2012 sono aumentati di 11; i maggiori sono a Pistoia(14) e a Firenze (13), poi a Massa-Carrara (8), Lucca (7), Arezzo (6), Prato(5), Siena (5), Pisa (2) e Livorno (1).

(D. Davini - V. Bernardo)

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Percorsi di Legalità alla Gereschi di Pontasserchio

Il giorno 23 febbraio sono venuti a trovarci per parlare del fenomeno mafioso il magistrato Alfredo No-bili, accompagnato dall’avvocato Francesco Vignoli e dalla avvoca-tessa Michela Luperini Alfredo Nobili lavora alla procura di Milano ed è un magistrato pena-le, in particolare un pubblico mini-stero. Per iniziare ha voluto rin-graziare tutto l'Istituto per l'atten-zione dedicata a questo argomen-to. Dopo una breve introduzione dell’assessore F. Martinelli e della nostra preside L. Sacconi il magi-strato ha voluto subito mettere in chiaro come, benché la mafia sia nata al sud, faccia i migliori affari nel centro-Nord. Però in alcune zone del sud la ma-fia la fa da padrona anche nella vita sociale. Ha voluto raccontarci due episodi particolari. In un piccolo paese calabrese, San Luca, un boss mafioso è morto in seguito a una grave malattia. La settimana successiva la squadra locale lo ha voluto ricordare por-tando il lutto al braccio durante tutto l'arco della partita, simbolo di come questo boss dominasse quel piccolo paesino. Un'altra cosa abituale è che al passaggio del corteo funebre di un mafioso i commercianti abbassino le saraci-nesche, altrimenti potrebbero trovarsi brutte sorprese. Un altro episodio che ci ha voluto

raccontare è il seguente: una mae-stra di scuola media ha assegnato ai propri un tema su cosa fosse per loro la camorra. L'80% di questi ragazzi ha risposto che doveva ringraziare la camorra perché per-metteva al padre di portare a casa la sera. Ha voluto evidenziare come adesso non esiste più il mafioso come si vede al cinema, adesso esistono i mafiosi gli imprenditori. La mafia più pericolosa è la mafia imprendi-trice che investe i soldi guadagnati con traffici illeciti in attività appa-rentemente leciti. Per esempio se a una gara d'appalto partecipa un mafioso, per sbarazzarsi dei con-correnti li minaccia. Un altro mo-

do è minacciare le persone che devono giudicare questo appalto. Un altro ancora è corrompere av-versari e giudici con le cosiddette mazzette. La mafia ultimamente ha deciso di mantenere un profilo basso. Prima chiunque si mettesse contro la criminalità organizzata, dal magi-strato al prete, veniva ucciso, ora la mafia cerca di evitare gli omici-di, nonostante continui a fare i propri affari. A questo è corrispo-sto un profilo basso da parte dello stato, che ora, senza omicidi non teme la mafia tanto quanto prima. Per contrapposizione bisognerebbe aumentare le iniziative come que-sta, i mafiosi infatti temono più la

diffusione di questi ideali che il carcere, che è quasi un’onorificenza. Così come temo-no molto la confisca dei terreni, simboli di potere. Quello che sconfiggerà la mafia sarà un esercito di insegnanti, studenti e persone colte. Francesco Vignoli è un avvocato del tribunale di Milano. Quando lui aveva la nostra età non c’erano i mezzi di informazione presenti adesso. Nonostante la sua passione fosse il calcio, ha sempre sentito un senso di giu-stizia. Ha voluto specificare un argomento in particolare, già trattato dal Sig. Nobili, sottoli-neando che ogni regola serve a vivere meglio, rispettando gli altri e vivendo meglio anche con loro. Non è necessario essere un magistrato, un impiegato dello stato, per far valere le regole. A Pisa si ricorda la figura di Gior-gio Ambrosoli, un libero profes-sionista ucciso per aver svolto il proprio lavoro, cioè doveva prendere gli elementi dell’attivo della banca e quelli del passivo, verificare la corrispondenza fra essi e distribuire l’attivo equa-mente tra i creditori della banca. Per non aver privilegiato nessu-no fu ucciso. La dottoressa Luperini è un avvocato e quindi anche un operatore della giustizia, nono-stante a volte si trovi a difendere dei delinquenti, anche se invo-lontariamente. Come conciliare queste due situazioni? Semplice, bisogna sempre e comunque rispettare le regole. La libertà di una persona finisce dove inizia la libertà di un’altra persona. Per controllare ed evidenziare questi confini occorrono le regole. (I. Bioli)

Numero 8 - Aprile 2013

Il giorno 19 marzo è venuto a tro-varci Don Armando Zappolini, un parroco di Perignano, un paesino vicino a Pontedera, molto attivo nelle attività di sensibilizzazione alla cultura della legalità e alla lotta alle mafie, membro delle associazio-ni Libera, Bhalobasa e Chiodo Fisso e di altre Comunità e Cooperative. Dopo una breve introduzione dell’assessore di San Giuliano Ter-me, Fabiano Martinelli, e della nostra Dirigete Lida Sacconi, il parroco ha voluto subito sottolinea-re, con un discorso molto forte, come qui, a differenza di dove la mafia la fa da padrona, si parla di molto di mafia. In molti luoghi del sud Italia la mafia si vive tutti i giorni nella vita quotidiana. Per esempio chi abita davanti alle case dei mafiosi - Don Armando ha portato l’esempio dei vicini di casa di Totò Riina a Cor-leone - non può mai aprire le finestre per evitare di vedere qualcosa che non avrebbe mai dovuto vedere e quindi essere uccisi. Quando vengono confiscati dei terreni ai mafiosi non vengono colpiti economicamente, ma vengono colpiti

nell’orgoglio. Per un mafioso sape-re che in una sua casa o in un suo terreno ora si operi contro la mafia è una cosa che va contro il suo orgoglio. Libera, raccogliendo un milione di firme, è riuscita nel 2001 a far approvare una legge secondo la quale quando una persona viene arrestata per mafia tutti i possedi-menti e i soldi ottenuti illecitamen-te vengono confiscati e riutilizzati dalla comunità. I mafiosi lanciano dei piccoli messaggi, come un cane morto all’ingresso del podere, per far capire che quello che stanno facendo dà noia. Fra i beni confi-scati alla Camorra, nel territorio di

Casal di Principe, che alcune classi del nostro Istitu-to visiteranno il 18 aprile prossimo, c’è il Ristorante l’NCO, cioè Nuova Cucina Organizzata (originariamente sigla dell’associazione mafiosa Nuova Camorra Organizzata). Prima era una villa di un boss della zona, poi è stata confiscata e ora vi lavorano dei ragazzi down e preparano piatti con prodotti di Libera Terra, l’associazione presieduta da Don Ciotti.

Don Armando Zappolini

Il Magistrato di Milano Alfredo Nobili

Don Zappolini ha ricordato l’impegno della Chiesa nella lotta contro la mafia. I preti o gli uomini della chiesa dovrebbe-ro cercare di allontanare i ragaz-zi dalla criminalità organizzata. Ma spesso è stata troppo indiffe-rente. Per esempio prima di Giovanni Paolo II nessuno ave-va mai scomunicato un mafioso. Perché anche se un boss mafioso ha il santino, se legge la bibbia, non è cattolico. Dopo il suo bel discorso, alcuni alunni hanno gli hanno posto delle domande a Don Armando. Agata della 3^ A ha chiesto se lui aveva ricevuto delle intimi-dazioni, a seguito del suo attivi-smo. (Continua a p. 4)

(Continua da pag. 3) “No, direttamente non ho mai ricevuto intimidazioni dirette, però una volta nel crotonese mi consigliarono di non espormi pub-blicamente sulla mafia”. Lisa di 3^ B ha voluto invece sapere come reagiscono i ragazzi che vivono in zone a dominazione mafiosa. “La sensazione è che anche nei paesi dove domina la mafia si possa cambiare. Adesso la parteci-pazione dei giovani ad attività contro la mafia è maggiore” Federica della 3^ A ha chiesto quando Don Armando ha comin-ciato il suo impegno contro la mafia? “Io ho cominciato questo impegno contro la mafia 12 anni fa, lavo-rando in una comunità per far guarire i tossico-dipendenti, quan-do mi sono chiesto chi si arricchis-se dietro la sofferenza di quelle persone. Dietro l’arricchimento della criminalità mafiosa c’è infat-ti il dolore, la sofferenza e la morte di moltissimi uomini innocenti” (I. Bioli)

L’Urlo della Gereschi Supplemento del giornale d’Istituto

“Il Giornale di Livia”

Editore: DS Prof.ssa Lida Sacconi

La Redazione

Coordinamento: Prof. S. Viaggio Redazione: S. Albanese (2B), A. Amdia-ze 3D), V. Bernardo (3A), C. Bianucci (2E), I. Bioli (3A), L. Cecchetti (3A), D. Davini (3B), C. Del Papa (2B), M.G. Galoforo (2C), G. Locateli (1C), F. Maini (1C), M. Marranini (1A), I. Metani (3D), S. Said (2C).

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Lo scorso 20 marzo è venuta a tro-varci nella nostra scuola, nell’ambito della Settimana della Legalità del Comune di San Giulia-no Terme, il sindaco della città calabrese di Rosarno Elisabetta Tripodi. Un sindaco coraggioso, che da molto tempo vive sotto scorta per avere ricevuto minacce da parte di un boss della ‘ndrangheta. Rosarno è un paese con una forte presenza mafiosa. Se si vuole essere un sindaco corretto in quelle zone si può rischiare molto, poiché la mafia è molto attaccata ai simboli. Per esempio, nel 2010, quando la signora è stata eletta sindaco, im-

Libera Terra Le cooperative “Libera Terra” utilizzano i beni confiscati alle ma-fie per finalità sociali o istituzio-nali secondo la legge 109/96. Al 30 giugno 2008 si contano ben 8385 immobili confiscati alla criminalità da cui l’84% proviene dalle quattro regioni

meridionali con la Sicilia al primo posto. Libera terra è il marchio che distingue i prodotti biologici prodotti in tutta Italia nelle terre liberate dalla mafia. Que-sti prodotti vengono curati dalle cooperative sociali che aderiscono al progetto. Vedia-mo le caratteristiche di alcuni di questi prodotti Pasta e semole: la pasta viene prodotta con grano duro colti-vato biologicamente. Il grano viene seminato in autunno, è diserbato con mezzi esclusiva-mente meccanici e trebbiato

mediatamente l’intero comune si è costituito parte civile in un processo di ‘ndrangheta contro la cosca principale del paese. Questo ha comportato mol-te decisioni diffi-cili, come quella di sfrattare una la famiglia di un boss mafioso che abitava in una casa abusiva e questo ha dato molto fastidio all’ndrangheta. Pochi mesi dopo la signora ha ricevuto una lettera di minac-cia, che si trovava, incredibil-mente, dentro una busta inte-stata al comune di Rosarno, da un boss mafioso ergastolano presso il carcere di Opera a Mi-lano. Questi si lamentava delle attività e dell’impegno in favore della legalità che stava contrad-distinguendo l’amministrazione comunale. La Tripodi ha denunciato il fatto e, dopo una perquisizione nella cella di questo boss, sono state trovate altre lettere dello stesso tenore che le sarebbero

Numero 8 - Aprile 2013

state inviate nei giorni succes-sivi. In seguito a questa vicen-da il sindaco vive sotto scorta e si è aperta una campagna di delegittimazione. Lei è anche mamma di due figli e questo la ha molto frenato nella sua attività di sindaco. I figli preferirebbero una mamma tradizionale, ma lei ha cercato di far loro capire come bisogna proteggere il paese dove si è nati e che ama. Anche altre due donne di Rosarno hanno iniziato a collaborare contro la mafia per sottrarre i loro figli ad un destino così brutale.

(I. Bioli e L. Cecchetti)

tra fine giugno e metà luglio a se-conda dell’annata e dell’altitudine. La semola viene essiccata a tempe-rature moderate per mantenere il più possibile le proprietà nutrizio-nali. Cous cous: viene prodotto con la semola di grano duro proveniente dai cambi liberati dalla mafia. Il cous cous è da sempre un simbolo dello scambio e dell’integrazione culturale. Legumi: provengono prevalente-mente dall’entroterra siciliano. Sono coltivati con il metodo biolo-gico mettendo in risalto il gusto semplice e genuino. La gamma

Il Sindaco di Rosarno Elisabetta Tripodi Don Zappolini

comprende: ceci, lenticchie e farina di ceci. Tarallini: sono prodotti con olio extravergine d’oliva e grano duro Friselline: sono prodotte con gra-

no duro. Sono un ottimo sostituto del pane. Olio extravergine d’oliva: le olive con cui viene prodotto sono direttamente raccolte a mano e spremute a freddo. Il suo gusto deciso e le sue proprietà nutrizionali lo rendono un ingrediente fondamentale della dieta mediterrane-a. Limoncello: viene prodotto con l’infusione in alcool di limoni scelti. Non vengono aggiunti additivi chimici né coloranti. Alcuni negozi che vendono questi pro-dotti li troviamo anche in Toscana. Uno a Pisa (Via Prov. Calcesana, 1) e uno a Firenze (Via Fiesolana 6/r). (S. Said)