Domenica 30 marzo 20 14 1,30 LE SPINE DEL GIOVANE RENZI È ...€¦ · Domenica 30 marzo 20 14 –...

24
Domenica 30 marzo 2014 – Anno 6 – n° 88 1,30 – Arretrati: 2,00 Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 È già ieri di Marco Travaglio N el film È già ieri del 2004, Antonio Albanese interpreta un divulgatore televisivo con- dannato a svegliarsi ogni mattina e a rivivere esattamente ciò che aveva vissuto il giorno pri- ma. Stesso destino tocca agli italiani che leggono i giornali o guardano i telegiornali attivando la funzione “memoria”. Qualunque notizia o an- nuncio lascia addosso la fastidiosa sensazione di averlo già visto, letto o sentito. Il Corriere titola: “Stretta sui manager pubblici. Dal 1° aprile taglio agli stipendi”. E Repubblica : “Da aprile tetto agli stipendi dei manager”. E La Stampa: “Arriva la stretta sui manager di Stato”. E l’Unità: “Ecco il ‘tetto’ agli stipendi dei manager pubblici”. Re- trogusto di déjà vu. Infatti il 31-21-2012, regnan- te Monti, Repubblica avvertiva: “Manager pub- blici, tetto agli stipendi senza deroghe. Retribu- zioni non oltre i 310 mila euro”. E il 29-2-2012 il Corriere comunicava: “Maxi stipendi dei mana- ger, tetto sui contratti futuri”. Quale sarebbe dunque il tetto di Renzi ai manager già sottoposti al tetto di Monti? Un tetto sul tetto? Un sot- totetto mansardato? Un soppalco? Mistero. In- tanto La Stampa anticipa il “piano di Alfano per recuperare 400 agenti” (infatti vuole tagliare 200 presìdi di polizia): “Giro di vite al Viminale. La scorta sarà data solo a chi rischia davvero”. Ma Alfano era ministro dell’Interno anche nel go- verno Letta, partito 11 mesi fa. Dunque ci sta dicendo che per quasi un anno ha dato la scorta a gente che rischiava per finta? E a chi, e con quali criteri, e perché? Il libro La Casta di Stella e Rizzo, che fra l’altro segnalava gli sperperi di denaro pubblico per auto blindate usate come status symbol dai papaveri e dalle loro signore per fare la spesa col lampeggiante e accompagnare i figli a scuola senza cercare parcheggio, è uscito nel 2007: quindi, dopo sette anni di solenni promes- se di tagli, il Viminale si sveglia nel 2014? Può darsi, come dice Renzi, che l’Italia sia infestata da “un esercito di gufi e rosiconi che spera che l’I- talia vada male”: ma non sarà che, più sempli- cemente, qualcuno ha conservato un pizzico di memoria e, come San Tommaso, crede solo se vede? Prendiamo la riforma del mercato del la- voro: a parte il nome pittoresco (“Jobs Act), si parla di svuotare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori per aumentare la “flessibilità” e dun- que il precariato in vista dell’auspicato calo della disoccupazione. Oh bella, ma l’articolo 18 non l’aveva già cambiato la Fornero? E la flessibilità non è la parola d’ordine degli ultimi cinque go- verni, dalla legge Treu del '97 alla Maroni (detta abusivamente “Biagi”) del 2002 alla Fornero del 2012? I risultati si sono visti: disoccupazione ai massimi storici e zero nuovi posti di lavoro. An- diamo avanti così? Prendiamo gli F-35, che l’I- talia scelse di acquistare dall’americana Loc- kheed grazie ai governi D’Alema e Berlusconi (che ora si dice “contrario da sempre”). Due anni fa Renzi, ancora sindaco di Firenze, tuonava: “Non capisco perché buttare via così una doz- zina di miliardi per gli F-35” (6-7-2012). Gliel’ha poi spiegato Obama l’altro giorno. L’attuale mi- nistra degli Esteri Mogherini invocava “la con- sistente riduzione del numero di F-35 da ordi- nare” (15-2-2012). E Bersani: “Vanno assoluta- mente riviste e limitate le spese militari degli F-35, le nostre priorità sono altre: non i caccia ma il lavoro” (22-1-2013). Il 19-3-2014 la mi- nistra della Difesa Pinotti annunciava: “Abbia- mo sospeso i pagamenti, facciamo una mora- toria, di fronte alle preoccupazioni si può vedere se è il caso di ridimensionare”. L’altroieri, rice- vuti gli ordini da Obama, riecco la Pinotti: “I militari stiano sereni, non ci saranno passi in- dietro”. Chi ricorda queste cosucce è un gufo, un rosicone, o una persona sensata? Per completare il déjà vu, ci sarebbe poi l’arresto di Previti: ma come, non l’avevano già arrestato nel 2006, salvo poi salvarlo con l’indulto? Sì, ma quello era Ce- sare, lo zio di Umberto. È l’unica novità di gior- nata, peraltro in linea con la “staffetta genera- zionale” auspicata dalla ministra Madia: prepen- sionare i vecchi per liberare le celle ai nipoti. Podestà, presidente forzista della Provincia di Milano : “Non darei un orfano né a Riina né a una coppia gay”. Non meraviglia visto chi frequentava B., il suo capo LE SPINE DEL GIOVANE RENZI CASE, VINI E FAMIGLIE U di Furio Colombo IL PARADOSSO DI MATTEO: PIACE PERCHÉ NON È ELETTO REPORTAGE Berlusconi vuole Miss Folletto: “Per Forza Italia serve gente co- sì”. Con grandi aspirazioni » www.forumspinoza.it LA CATTIVERIA » FINANZE DIVINE Vaticano, sventata la truffa miliardaria alle casse dello Ior » pag. 8 FILOSOFIE TV Un altro alloggio imbarazza il premier: glielo affittò a prezzi modici una erede Frescobaldi. L’azienda vinicola era stata protagonista di un evento finanziato con 140 mila euro dalla Provincia guidata da Renzi. Intanto la Ducati Energia del padre della ministra Guidi ha subito una verifica per una presunta evasione in Romania Ministre contro, Madia: “Fuori i vecchi dalla PA” Giannini: “Sbagli” » pag. 22 » EFFETTO PLACEBO » Misura inutile La finta guerra della Lorenzin: contro Big Pharma con pochi spiccioli » MISTERI ITALIANI » Sequestrate dai pm a Gamberale Moncada, le carte segrete del burattinaio Ricci: così proposi a De Benedetti di abolire le Veline Da l l ’inchiesta di Milano sulla Sea emergono gli appunti del manager candidato alla guida di Telecom. E il nome dell’ex agente dei servizi segreti militari, oggi presidente della Fata Group: con un ruolo strategico per definire affari e contatti. Tra gli altri, con Gotti Tedeschi, Fassino, Chiamparino e Romani Lillo » pag. 7 Sta per arrivare in Parlamento il decreto che dovrebbe impedire i “car telli” tra le multinazionali dei farmaci. Ma gli esperti lo giudicano ridicolo (come minimo) Paolin » pag. 9 Fabio Bucciarelli » pag. 16 - 17 di Malcom Pagani D ecalogo delle idiosin- crasie di Antonio Ricci: “Detesto la montagna, il fred- do, i motori, gli ipocriti, chi per darsi un tono ti parla di vino, la battuta che prolassa le palle”. » pag. 18 - 19 Palombi, Scacciavillani e Vecchi » pag. 2 - 3 BARUFFE ROSA L’altro Rossellini: “Del cinema non mi frega nulla, non vedo i miei film” I NOSTRI SOLDI Sud Sudan, una guerra uccide lo Stato nato solo tre anni fa Enzo Biagi » pag. 12 - 13 La mangiatoia delle Regioni per gli “italiani nel mondo” Liuzzi » pag. 6 MOSSE ELETTORALI Tesoro, fretta (e qualche trucco) per garantire 80 euro al mese Feltri » pag. 4 La prima si becca l’ennesima bordata di critiche dai colleghi, la seconda attacca i prepensionamenti che il suo partito voleva un anno fa pag. 5 » Ignazio Moncada Ansa y(7HC0D7*KSTKKQ( +&!z!%!%!z

Transcript of Domenica 30 marzo 20 14 1,30 LE SPINE DEL GIOVANE RENZI È ...€¦ · Domenica 30 marzo 20 14 –...

Page 1: Domenica 30 marzo 20 14 1,30 LE SPINE DEL GIOVANE RENZI È ...€¦ · Domenica 30 marzo 20 14 – Anno 6 – n° 88 € 1,30 – Arretrati: €2 ,0 0 Redazione: via Valadier n°

Domenica 30 marzo 2 01 4 – Anno 6 – n° 88 € 1,30 – Arretrati: € 2 ,0 0

Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

È già ieri

di Marco Travaglio

Nel film È già ieri del 2004, Antonio Albaneseinterpreta un divulgatore televisivo con-

dannato a svegliarsi ogni mattina e a rivivereesattamente ciò che aveva vissuto il giorno pri-ma. Stesso destino tocca agli italiani che leggonoi giornali o guardano i telegiornali attivando lafunzione “memoria”. Qualunque notizia o an-nuncio lascia addosso la fastidiosa sensazione diaverlo già visto, letto o sentito. Il Co r r i e re titola:“Stretta sui manager pubblici. Dal 1° aprile taglioagli stipendi”. E Re p u b b l i ca : “Da aprile tetto aglistipendi dei manager”. E La Stampa: “Arriva lastretta sui manager di Stato”. E l’Unità: “Ecco il‘tetto’ agli stipendi dei manager pubblici”. Re-trogusto di déjà vu. Infatti il 31-21-2012, regnan-te Monti, Re p u b b l i ca avvertiva: “Manager pub-blici, tetto agli stipendi senza deroghe. Retribu-zioni non oltre i 310 mila euro”. E il 29-2-2012 ilCo r r i e re comunicava: “Maxi stipendi dei mana-ger, tetto sui contratti futuri”. Quale sarebbedunque il tetto di Renzi ai manager già sottopostial tetto di Monti? Un tetto sul tetto? Un sot-totetto mansardato? Un soppalco? Mistero. In-tanto La Stampa anticipa il “piano di Alfano perrecuperare 400 agenti” (infatti vuole tagliare 200presìdi di polizia): “Giro di vite al Viminale. Lascorta sarà data solo a chi rischia davvero”. MaAlfano era ministro dell’Interno anche nel go-verno Letta, partito 11 mesi fa. Dunque ci stadicendo che per quasi un anno ha dato la scortaa gente che rischiava per finta? E a chi, e con qualicriteri, e perché? Il libro La Casta di Stella e Rizzo,che fra l’altro segnalava gli sperperi di denaropubblico per auto blindate usate come s ta t u ssy m b o l dai papaveri e dalle loro signore per fare laspesa col lampeggiante e accompagnare i figli ascuola senza cercare parcheggio, è uscito nel2007: quindi, dopo sette anni di solenni promes-se di tagli, il Viminale si sveglia nel 2014? Puòdarsi, come dice Renzi, che l’Italia sia infestata da“un esercito di gufi e rosiconi che spera che l’I-talia vada male”: ma non sarà che, più sempli-cemente, qualcuno ha conservato un pizzico dimemoria e, come San Tommaso, crede solo sevede? Prendiamo la riforma del mercato del la-voro: a parte il nome pittoresco (“Jobs Act), siparla di svuotare l’articolo 18 dello Statuto deilavoratori per aumentare la “flessibilità” e dun-que il precariato in vista dell’auspicato calo delladisoccupazione. Oh bella, ma l’articolo 18 nonl’aveva già cambiato la Fornero? E la flessibilitànon è la parola d’ordine degli ultimi cinque go-verni, dalla legge Treu del '97 alla Maroni (dettaabusivamente “Biagi”) del 2002 alla Fornero del2012? I risultati si sono visti: disoccupazione aimassimi storici e zero nuovi posti di lavoro. An-diamo avanti così? Prendiamo gli F-35, che l’I-talia scelse di acquistare dall’americana Loc-kheed grazie ai governi D’Alema e Berlusconi(che ora si dice “contrario da sempre”). Due annifa Renzi, ancora sindaco di Firenze, tuonava:“Non capisco perché buttare via così una doz-zina di miliardi per gli F-35” (6-7-2012). Gliel’hapoi spiegato Obama l’altro giorno. L’attuale mi-nistra degli Esteri Mogherini invocava “la con-sistente riduzione del numero di F-35 da ordi-nare” (15-2-2012). E Bersani: “Vanno assoluta-mente riviste e limitate le spese militari degliF-35, le nostre priorità sono altre: non i cacciama il lavoro” (22-1-2013). Il 19-3-2014 la mi-nistra della Difesa Pinotti annunciava: “Abbia-mo sospeso i pagamenti, facciamo una mora-toria, di fronte alle preoccupazioni si può vederese è il caso di ridimensionare”. L’altroieri, rice-vuti gli ordini da Obama, riecco la Pinotti: “Imilitari stiano sereni, non ci saranno passi in-dietro”. Chi ricorda queste cosucce è un gufo, unrosicone, o una persona sensata? Per completareil déjà vu, ci sarebbe poi l’arresto di Previti: macome, non l’avevano già arrestato nel 2006, salvopoi salvarlo con l’indulto? Sì, ma quello era Ce-sare, lo zio di Umberto. È l’unica novità di gior-nata, peraltro in linea con la “staffetta genera-zionale” auspicata dalla ministra Madia: prepen-sionare i vecchi per liberare le celle ai nipoti.

Podestà, presidente forzista della Provincia di Milano:“Non darei un orfano néaRiinané a una coppia gay”. Non meraviglia visto chi frequentava B., il suo capo

LE SPINE DEL GIOVANE RENZICASE, VINI E FAMIGLIE

U di Furio Colombo

IL PARADOSSODI MATTEO:PIACE PERCHÉNON È ELETTO

R E P O RTAG E

Berlusconi vuole Miss Folletto:“Per Forza Italia serve gente co-sì”. Con grandi aspirazioni

» w w w.fo r u m s p i n oza . i t

LA CATTIVERIA

» FINANZE DIVINE

Vaticano, sventatala truffa miliardariaalle casse dello Ior

» pag. 8

FILOSOFIE TV

Un altro alloggio imbarazza il premier: glielo affittò a prezzi modici una erede

Frescobaldi. L’azienda vinicola era stata protagonista di un evento

finanziato con 140 mila euro dalla Provincia guidata da Renzi. Intanto la

Ducati Energia del padre della ministra Guidi ha subito una verifica per una

presunta evasione in Romania

Ministre contro,Madia: “Fuor ii vecchi dalla PA”Giannini: “Sbagli”

» pag. 22

» EFFETTO PLACEBO » Misura inutile

La finta guerradella Lorenzin:contro Big Pharmacon pochi spiccioli

» MISTERI ITALIANI » Sequestrate dai pm a Gamberale

Moncada, le cartesegrete del burattinaio

Ricci: così proposia De Benedettidi abolire le Veline

Da l l ’inchiesta di Milano sulla Sea emergono

gli appunti del manager candidato alla guida

di Telecom. E il nome dell’ex agente dei servizi

segreti militari, oggi presidente della Fata

Group: con un ruolo strategico per definire

affari e contatti. Tra gli altri, con Gotti Tedeschi,

Fassino, Chiamparino e Romani Lillo » pag. 7

Sta per arrivare in Parlamento il decreto che dovrebbe impedire

i “car telli” tra le multinazionali dei farmaci. Ma gli esperti

lo giudicano ridicolo (come minimo) Paolin » pag. 9

Fabio Bucciarelli » pag. 16 - 17

di Malcom Pagani

Decalogo delle idiosin-crasie di Antonio Ricci:

“Detesto la montagna, il fred-do, i motori, gli ipocriti, chiper darsi un tono ti parla divino, la battuta che prolassa lepalle”. » pag. 18 - 19

Palombi, Scacciavillani e Vecchi » pag. 2 - 3

BARUFFE ROSA

L’altro Rossellini:“Del cinemanon mi frega nulla,non vedo i miei film”

I NOSTRI SOLDI

Sud Sudan,una guerra uccidelo Stato natosolo tre anni fa

Enzo Biagi » pag. 12 - 13

La mangiatoiadelle Regioniper gli “italianinel mondo”

Liuzzi » pag. 6

MOSSE ELETTORALI

Tesoro, fretta(e qualche trucco)per garantire80 euro al mese

Feltri » pag. 4

La prima si becca l’ennesima bordata

di critiche dai colleghi, la seconda

attacca i prepensionamenti che

il suo partito voleva un anno fa pag. 5 »

Ignazio Moncada Ansa

y(7HC0D7*KSTKKQ( +&!z!%!%!z

Page 2: Domenica 30 marzo 20 14 1,30 LE SPINE DEL GIOVANE RENZI È ...€¦ · Domenica 30 marzo 20 14 – Anno 6 – n° 88 € 1,30 – Arretrati: €2 ,0 0 Redazione: via Valadier n°

2 DOMENICA 30 MARZO 2014 il Fatto Quotidiano

Forza Italia adessofrena sulla riformadel Senato

LA RIFORMA DEL SENATO è attesa per

il Consiglio dei ministri di domani, ma già

le truppe di Forza Italia si muovono. In

un’intervista a Re p u b b l i ca il capogruppo

al Senato Paolo Romani dice che il “ddl sul

bicameralismo non era nei patti”. E che

martedì Fi porterà un proprio testo sulla

riforma del Senato. “Il principale proble-

ma che abbiamo identificato - spiega -

riguarda l’elezione del Senato. Nel gruppo

è emersa, a larga maggioranza, la volontà

che sia diretta, a suffragio universale e

con metodo proporzionale. Ogni Regione

che va al voto per i consigli, vota anche i

suoi rappresentanti per il Senato”. Chiede

inoltre che il Senato voti anche sulla Leg-

ge di Stabilità. Nello stesso giorno, Gio-

vanni Toti affonda contro l’alleato delle

Riforme: “Mi sembra che Renzi abbia pre-

so un vizio da democrazia sovietica, di

decidere prima nella direzione del par-

tito, poi dire cosa deve fare al Cdm e quin-

di portare testi ‘prendere o lasciare’ alle

Camere: ma su questo non ci stiamo”.

di Davide Vecchi

Se non fosse stato perla marchesa Cornaronominata assessorein Provincia nel

2004, Matteo Renzi nonavrebbe trovato la sua primacasa fiorentina, in via Malen-chini 1, dove da sindaco haregistrato la residenza dal 13novembre 2009 al 13 marzo2011, prima di trasferirsi nel-l’appartamento di via degliAlfani 8, pagato dall’amicoMarco Carrai.

FU LA MARCHESA GiovannaFolonari Cornaro a presenta-re l’allora giovane ed esube-rante presidente della Provin-cia alle famiglie nobili di Fi-renze tra cui il marchese LuigiMalenchini, proprietario del-l’abitazione di 80 metri qua-dri poi affittata al sindaco.Che il cognome sia uguale alnome della via non è un caso:il palazzo è uno dei più antichidi Firenze. Costruito nel1348, è incastrato a 300 metrida Palazzo Vecchio, gli Uffizi,Santa Maria alle Grazie, Pon-te Vecchio. Insomma nel cuo-re della città. Renzi paga almese 900 euro d'affitto peruna mansarda. Luigi è pro-

prietario di tutti gli immobilie risiede nel palazzo di viaVincenzo Malenchini 1. Quivive anche sua moglie, LiviaFrescobaldi. Mentre Luigi inquegli anni opera nel ramoagricolo, proprietario dell’a-zienda Agri Carignano e con-sigliere tra l’altro della Mar-chesi Ginori Lisci, Livia si de-dica alla cultura, pur essendoazionista della CompagniaFrescobaldi Spa, azienda difamiglia che gestisce ben cin-

que tenute, in particolare nel-le zone Chianti Rufina eMontalcino, e produce alcunidei vini toscani più noti e dif-fusi al mondo, uno su tutti ilNipozzano. Due mondi sim-metrici dunque, quello di

Renzi e quello della coppiaMalenchini Frescobaldi. Cheperò inconsapevolmente siincontrano già nel 2008.Quando la Provincia di Firen-ze, guidata dall’attuale pre-mier, organizza e finanzia ilGenio Fiorentino. Alle cassedell’ente l’iniziativa costa 881mila euro, parte dei qualiespressamente dedicati a or-ganizzazioni di eventi e mo-stre finalizzate alla promozio-ne e sviluppo dei vini toscani.Con esattezza, 141 mila eurodi eventi, nella manifestazio-ne GeniDiVini: a farla da pa-drone (indiscusso) proprio ilCastello di Nipozzano-Mar-chesi de’ Frescobaldi. Una ca-sualità? Senz’altro. I dettaglidelle fatture sono però nellemani della Corte dei conti chesta indagando con l’ipotesi didanno erariale per 9 milionidi euro a carico della giuntaguidata da Renzi. Una casua-lità, senz’altro, perché le cro-nache cittadine fanno risalirel’amicizia tra il premier e lacoppia a inizio 2009, alla cenaelettorale organizzata a soste-gno dell’allora candidato sin-daco da Ambrogio Folonari esignora, Giovanna FolonariCornaro.C’erano tutti i blasoni che

contano, dai marchesi Mazzeiai Bini Smaghi. Le famigliepatrizie iniziarono così, comemai prima, a mischiarsi con lapolitica cittadina. Tanto cheper sostenere Renzi, i nobilitoscani negli ultimi anni han-no persino varcato i circoliArci e le storiche case del Po-polo. Sponsorizzato da Gio-vanna Folonari che Renzi,con un colpo a sorpresa nel2004 nominò assessore al Tu-rismo e alla Cultura della Pro-vincia da lui guidata. Lei è ri-masta talmente entusiastadell’esperienza da voler divul-gare orgogliosamente il suocurriculum. Dieci righe: no-me, cognome, data di nascita,esperienza lavorativa da as-

sessore e firma. Punto. Nonstupisce che nel 2011 la Cortedei conti abbia poi condan-nato Renzi e altri per dannoerariale nei confronti dellaProvincia di oltre 2 milioni dieuro per aver assunto personenon qualificate. Tra cui pro-prio la nobildonna. A cuiRenzi prestò, gentilmente,l’avvocato di fiducia: AlbertoBianchi.

NEL 2010, INTANTO, a LiviaFrescobaldi, moglie del pro-prietario di casa in cui abi-tava, il Comune guidato daRenzi affida la cura della mo-stra “Il Risorgimento dellamaiolica italiana”, patrocina-ta da Palazzo Vecchio e so-

stenuta, tra gli altri, dall’EnteCassa di Risparmio di Firenzeguidata dall’amico MarcoCarrai. L’anno successivo Li-via Frescobaldi fa il suo in-gresso, nominata sempre dalComune, nel Gabinettoscientifico letterario Vieus-seux. A conferma che la no-biltà sostiene apertamenteRenzi, c’è anche il contributoversato dalla Frescobaldi allafondazione Big Bang per fi-nanziare la campagna di Ren-zi per le primarie a segretariodel Pd. Un contributo simbo-lico, per carità, 250 euro. Unpo’ come quell’affitto da 900euro per una mansarda im-mersa nel cuore di Firenze.

[email protected]

Il terrore corre sul Dario. Inteso come Nardellain quanto vicesindaco e candidato alla succes-

sione del suo dante causa politico, Matteo Renzi.Si parla di Firenze, ovviamente, e delle elezionicomunali di maggio. Nardella, a leggere i giornalilocali, non ha avversari: il voto ha già un suo re-sponso, la città il suo sindaco, la prosecuzione delrenzismo con altri mezzi, insomma, è già un fatto.Peccato che in giro per la città e sulla rete si spre-chino gli aggettivi non proprio commendevoli alsuo riguardo: “avatar”, “paracadutato”, “clone” evia duplicando il premier fuggitivo. Nella realtà,insomma, la corsa di Dario Nardella è meno indiscesa di quanto venga raccontato. È il Pd fio-rentino a dirlo o, meglio, un paio di sondaggicommissionati proprio dai democratici.

NEL PRIMO, siamo a inizio marzo, il vicesindacoviene quotato attorno al 35%: effettivamente unpo’ poco rispetto al 47 messo assieme da Renzi alprimo turno nel 2009 e pure all’effetto atteso del-l’unzione pubblica dell’ennesimo padrone d’Ita -lia. È stata la seconda rilevazioneperò, circa tre settimane dopo, afar virare di botto l’umore delrenzismo in città: Nardella ve-leggia poco sopra il 30%. Bruttonumero, soglia psicologica e fat-to politico di rilievo nazionaleinsieme: la culla del renzismo,

nel frattempo diffusosi viralmente, sembra in crisidi rigetto. Sopravvivono la macchina del consen-so, i rapporti con la stampa e i potentati locali, masenza entusiasmo: non sono pochi, per dire, gliesponenti di Co n f i n d u st r i a e Cu r i a - pure schieratea conservazione dell’esistente - ad essere perplessisulla scelta (e col cardinal Betori ci fu pure un me-morabile scazzo nel giugno scorso). I cittadini, ingenerale, non sembrano nemmeno aver gradito diaver avuto - tra primarie e complotti di palazzocontro Letta - un sindaco assente per due anni.Il fatto è che Nardella non ha il fisico per fare quelche dovrebbe: il buon Dario, musicista ed espertodi diritto, non è un politico di prima fila; i vericustodi del renzismo non ne hanno grande stima;il Pd lo riconosce solo in quanto unto del Signore;in Comune lo vedono poco, associazioni e cate-gorie produttive pure. È un candidato in fuga:“Non sono il clone di Renzi”, dice ogni volta cheinaugura qualcosa (che poi è la sua unica attivitàda sindaco). È il segno che è così che si sente einfatti nessuno gli crede. Renzi un po’ ci prova e un

po’ no a tirargli la volata. L’ul -tima sparata è in puro stile Silvio:“Porterò il G8 del 2017 a Firen-ze” con annesso stanziamentoda 200 milioni per rimettere anuovo vari pezzi della città.

NARDELLA, PERÒ, ha problemipiù seri del G8. Non riesce a li-berarsi del suo vizio di nascita:essere un candidato imposto.Ora a sinistra ha anche un av-versario nuovo, frutto propriodelle modalità con cui si scelse diregalargli la candidatura: perevitare che l’ex vicesindaco Ste -

fania Saccardi si presentasse alleprimarie, infatti, Renzi ha impo-sto a Enrico Rossi di prendersela nella Giunta re-gionale. Nel rimpasto è stata fatta fuori C r i st i n a

Scaletti, ex IdV, medico immunologo con grossocurriculum, già assessore all’Ambiente di Renzi a

Firenze, poi passata alla Culturain Regione. Scaletti - sollecitataalla candidatura da associazionie società civile sparsa - ha chiestodi poter partecipare alle prima-rie del Pd. Risposta no: la coa-lizione di centrosinistra dovràappoggiare il nostro candidato.

Il risultato è che ora Nardellasi ritrova a competere con“La Scaletti sindaco”, lista ci-vica con tanto di simbolo ro-sa, che il famigerato sondag-gio accredita già di un lusin-ghiero 13 per cento (stessapercentuale, peraltro, a cuiviaggia la grillina Miriam

A m a to ). Ambienti del Pd,raccontano, hanno ancheprovato a fare qualche pres-

sione per dissuadere l’interessata, ma non c’è statoverso. Non solo. Anche Sel e altri pezzi della si-nistra fiorentina che nel 2009 sostennero Renzistavolta andranno per conto loro: candiderannoTommaso Grassi, consigliere comunale che è statouna vera spina nel fianco del fu sindaco. Al nettodella confusione nel campo di centrodestra (due otre candidati in corsa, ancora non si sa), MatteoRenzi rischia una figuraccia in casa: eppure pro-prio lui, così digitale e up to date, lo dovrebbe sa-pere quant’è importante non sbagliare avatar.

Marco Palombi

IL CANDIDATONardella corre per il Pd

a sindaco di Firenze Ansa

CASE, VINI E DONAZIONILA PASSIONE PER RENZIDEI NOBILI FIORENTINIDAL 2009 AL 2011 IL SINDACO RISIEDEVA NELLO STORICO PALAZZO

MALENCHINI. PER LE FAMIGLIE DEI MARCHESI PROPRIETARI

D E L L’APPARTAMENTO LE “CO RT E S I E ” DI COMUNE E PROVINCIA

LE SPINE

Terrore a Firenze: Nardella al 30%

CRISI DI RIGETTO?

LA RESIDENZA

L’immobile

è nel centro storico,

a due passi da Ponte

Vecchio: la mansarda

di 80 mq affittata

a 900 euro al mese

GLI SFIDANTI A SINISTRA

In campo ci sono pure la lista civica

di Cristina Scaletti (data al 13%)

e Sel e altri che portano Tommaso Grassi

I l lu s t ra z i o n e

di Emanuele Fucecchi

Page 3: Domenica 30 marzo 20 14 1,30 LE SPINE DEL GIOVANE RENZI È ...€¦ · Domenica 30 marzo 20 14 – Anno 6 – n° 88 € 1,30 – Arretrati: €2 ,0 0 Redazione: via Valadier n°

3il Fatto Quotidiano DOMENICA 30 MARZO 2 01 4

Gentile difendeScopelliti: “Re st ilì altri 8 mesi”

RIBADISCO la mia stima e la mia fi-ducia al presidente Scopelliti”. Anto-nio Gentile, segretario di Ncd in Ca-labria, si schiera con l’ex governatorecalabrese, dimessosi dopo la condan-na in primo grado a sei anni e all’in -terdizione dai pubblici uffici. Gentile, siera a sua volta dimesso da sottosegre-

tario del governo Renzi per la vicendadelle pressioni sul quotidiano dell’O ra

della Calabria affinché non pubblicas-se la notizia di suo figlio indagato. E oramostra pieno sostegno a Scopelliti,compagno di partito, pronto a candi-darsi alle Europee. “Sono certo che inaltre sedi giudiziarie sarà assolto e non

ho dubbi nel dire che rimane il leaderdel centrodestra calabrese - scriveGentile - La scelta delle dimissioni glifa onore perché rappresenta uno stiledi condotta politica e morale che ri-guarda gli uomini del centrodestra”.L’ex sottosegretario gli rivolge ancheun “a p p e l l o”, affinché “non si crei un

imbuto istituzionale e le dimissionivengano formalizzate dopo l’approva -zione in seconda lettura delle modifi-che allo Statuto. Solo allora potremoavere una legge che consenta di rece-pire la norma nazionale e di eleggere ilnuovo presidente e il nuovo Consi-g l i o”

di Fiorina Capozzie Gaia Scacciavillani

Il ministro Federica Gui-di se ne lava subito le ma-ni, ricordando di aver la-sciato tutti gli incarichi

nel gruppo di famiglia con l’in -sediamento allo Sviluppo eco-nomico. Il padre Guidalbertogetta acqua sul fuoco e si dicepronto a ricorrere “fino all’ul -timo grado perché sono tran-quillissimo”. Fatto sta che sullaDucati Energia, l’azienda bolo-gnese della famiglia Guidi, pen-de da poco meno di un anno unverbale di verifica fiscale firma-to dall’Agenzia delle Entratedell’Emilia Romagna non anco-ra tradotto in accertamento, cheparla di 1,3 milioni di euro diimponibile sottratto al fisco ita-liano per un totale di circa400mila euro di tasse non ver-sate tra il 2009 e il 2011. Un pe-riodo durante il quale l’attualeministro del governo Renzi eraconsigliere di amministrazionee vicepresidente della DucatiEnergia.

E DI CERTO le irregolarità ri-scontrate dai funzionari di At-tilio Befera nei conti del gruppobolognese presieduto da Gui-dalberto Guidi, non sono un belbiglietto da visita per il dicasterodello Sviluppo economico e peril Paese. Anchè perchè i rilievidell’Ufficio grandi contribuentidell’Emilia Romagna coinvol-gono indirettamente anche loStato, visto che riguardano irapporti tra la capogruppo ita-

liana e una delle sue controllateestere che, a partire dagli anninovanta, hanno portato allaprogressiva delocalizzazionedella struttura produttiva di Du-cati Energia con il sostegno eco-nomico della Simest, la finan-ziaria della Cassa Depositi e Pre-stiti per lo sviluppo e la promo-zione delle attività delle impreseitaliane all’estero e in Italia. Nelmirino dei funzionari delle En-trate, in particolare, è finito ilrapporto commerciale tra la ca-sa madre e la Ducati Energia Ro-mania Sa al 74,37% di Ducati e al

25,63% di Simest. Con quest’ul -tima che con il gruppo ha solouna “collaborazione finanziariae non gestionale”, come si pre-mura di precisare il verbale dellaverifica datato luglio 2013 che IlFatto Quotidiano ha potuto visio-nare.In pratica, secondo i funzionari,lungo il doppio binario attraver-so il quale la Ducati rumena e lacasa madre italiana si scambia-no materie prime e prodotti

elettronici finiti (condensatori)da rivendere, qualcosa non vacome dovrebbe. E così al termi-ne del controllo avviato il 7 mar-zo 2013 sui bilanci 2009, 2010 e2011 del gruppo, i “verificatori”hanno verbalizzato alla societàdue tipologie di rilievi, il piùconsistente dei quali riguardaappunto il prezzo delle transa-zioni commerciali infragruppo.Quello cioè che, secondo le au-torità fiscali che da tempo stan-no passando al setaccio tutte lemultinazionali, può essere ma-nipolato per spostare redditiimponibili da Stati a elevata fi-scalità verso territori caratteriz-zati da una minore pressione tri-butaria, con una tecnica elusivache porta il nome di transfer pri-

cing. È su questo filone che allaDucati Energia vengono mossidue rilievi relativamente al 2010e al 2011 che, in aggiunta ad altridue fatti minori, portano allacontestazione di sottrazione direddito imponibile Ires e Irapper un totale di 1,384 milioni dieuro. La quantificazione delconto da pagare non spetta in-vece agli ispettori e non è stataancora formalizzata nonostantesiano passati 8 mesi e ci sia giàstato un incontro tra le parti, masi parte da una base di circa400mila euro di imposte nonversate.A insospettire i funzionari è sta-ta l’elevata redditività della filia-le rumena rispetto alla casa ma-dre “nonostante l’attività sia no-tevolmente meno complessa”con “un volume significativo discambi fra Ducati spa e Ducati

Romania”. Di qui sono partite leanalisi comparative dei funzio-nari che hanno ipotizzato la sot-trazione di reddito imponibileIres e Irap per 734mila euro nel2010 e 576mila euro nel 2011.

A QUESTO RILIEVO, si è poi ag-giunto quello mosso per l’am -mortamento per avviamentosuperiore a quanto consentitodalla legge relativamente alla fu-sione per incorporazione dellaDucati Sistemi nella DucatiEnergia avvenuta nel gennaio2009, con un totale imponibile

sottratto di 72.708 euro negliesercizi 2009, 2010 e 2011.“La cosa è molto semplice: noiabbiamo queste consociate, laconsociata rumena fa utile. Noipaghiamo le tasse in Romania eportiamo i dividendi qua. Suidividendi paghiamo le tasse quie quello che reimportiamo dallaRomania lo rivendiamo in giroper il mondo pagandoci sopra2-3-4 milioni di tasse in Italia”,ha spiegato Guidi al Fa t to . Quin-di dopo il verbale di luglio vi sie-te chiariti? “Io non ho più avutoniente. Non ho più sentito una

parola. Non siamo neanche allacommissione tributaria. Pro-prio qualche settimana fa hochiesto ai miei commercialisti diandare a sentire”. Poi più nulla.“Spero che lei non li convinca afare più in fretta, perché se cipensano ancora un altro po’ nonmi dispiace - scherza - Credoche troveremo una soluzioneper cui si convinceranno chesiamo in regola, perché altri-menti lo Stato rumeno potrebbeanche infastidirsi. E mi incavo-lerei se dovessi pagare perché hogià pagato le tasse in Romania”.

Ducati Energia, presuntaevasione per l’impresa GuidiNEL LUGLIO 2013 UN VERBALE DI VERIFICA FISCALE CONTESTA ALL’AZIENDA 1,3 MILIONI DI EURO

DI IMPONIBILE SOTTRATTO AL FISCO ITALIANO ( PER 400 MILA EURO DI TASSE NON VERSAT E )

Lattacco di Susanna Ca-musso arriva dal palco del

convegno del centro studi diConfindustria, a Bari: “Ma qua-le rigidità... È la stagione in cui icolpevoli sono le imprese e isindacati, perché va di moda”,ha spiegato ieri dopo le critichemosse due giorni fa dal gover-natore di Bankitalia, IgnazioVisco. Poi l’attacco al premier:“La proposta del governo Renzisul lavoro è uguale a quelle fattein tutti questi anni, non c’è nul-la di nuovo, anche perché c’e unpresidente del Consiglio diver-so ma con una maggioranzache è sempre la stessa. Abbiamo4 milioni di giovani precari, maquello che accade in Italia sullaprecarietà non ha eguali nelmondo”.“La rigidità di sindacati e im-prese frena il Paese”, ha spiega-to due giorni fa Visco. Ieri, do-po le critiche delle parti sociali,e il plauso di Matteo Renzi(“parole sacrosante”), il gover-natore ha corretto il tiro. Da-vanti a Camusso e al numero

uno degli industriali, GiorgioSquinzi, Visco ha cercato di ar-chiviare l'accaduto. “Le mie pa-role sono state fraintese - haspiegato - bastava ascoltare be-ne quello che ho detto”. Secon-do Visco, non c’era “nessun ri-ferimento al dibattito su flessi-bilità e mercato del lavoro” - co-me invece gli hanno contestatoi sindacati - ma solo “una ana-lisi più generale”. Non c’eranocritiche neanche per gli indu-striali. “Ma le imprese italianedevono crescere, bilanciare ilpeso dell’indebitamento”. Co-

me? “gli imprenditori devonoinvestire con risorse proprie”,cioè di tasca loro. Squinzi, chedue giorni fa era stato cauto nelcommentare l’attacco di Visco,si è messo subito sulla difensi-va: “Siamo i primi a voler spin-gere al cambiamento e all’inno -vazione”. Il presidente di Con-findustria ha riconosciuto “icosti altissimi di un immobili-smo di maniera durato troppo alungo” ma ha suddiviso equa-mente le colpe: “siamo tutti re-sponsabili, chi per non aver agi-to e chi per non essere riuscito aconvincere ad agire in direzioniadeguate”. Le critiche di Visco?“Non le vedo in questo modo”,ha tagliato corto con i cronisti.Nel suo discorso, il governatoredi Bankitalia ha poi teso la ma-no al leader della Cgil, elogian-do i contratti a tempo indeter-minato fatto ieri da Visco: “Inostri studi - ha spiegato il go-vernatore - mostrano che rap-porti di lavoro più stabili incen-tivano i lavoratori e aiutano leimprese”.

Camusso: “Quelli del Jobs Acthanno già creato precarietà”

BANCA D’I TA L I A

Visco aveva criticato:

“La rigidità

di sindacati e imprese

frena il Paese”. Ieri

ha corretto: “E ra

un’analisi generale”

LE SPINE

Guidalberto Guidi, della Ducati Energia. In alto, la figlia Federica, ministro dello Sviluppo economico La Pre ss e

Il 16 gennaio scorso, Matteo Renzi,all’epoca sindaco di Firenze, aveva

tuonato contro il governo e la sua man-canza di riformismo. Aveva detto: “Ofacciamo le riforme o ci daranno la col-pa del fallimento”. E ancora: “Far no-tare gli errori per rimediare non è cer-care di fare le scarpe al premier. Chi fanotare gli errori è qualcuno che ti vuolebene”. Nel pomeriggio, rispondendoalla email di uncittadino che gliaveva scritto al-l’indirizzo del Co-mune di Firenze,Renzi era chiaris-simo: “Caro Do-menico, anzitut-to, La ringrazioper l’incoraggia-mento e per lafranchezza concui mi scrive.Avere un rappor-to diretto con lepersone, per me ènon soltanto mol-to utile. Ma fon-

damentale. Quanto al Suo giudizio sul Pre-sidente del Consiglio, condivido la stima.E, al di là delle ricostruzioni dei media,garantisco che anche io sono con Letta; delresto, se chiedo che il suo esecutivo facciale cose, non è perché voglio sostituirmi alui; al contrario, perché voglio dargli unamano e aiutare il governo: qui c’è in giocoil futuro del Paese! Che vale ben più delmio. Un saluto cordiale”. La fine è nota.

EMAIL DI MATTEO “Elettore stai serenonon farò cadere il governo Letta”

LA REPLICA

Guidalberto, padre

del ministro dello

Sviluppo economico:

“Legittimi i nostri

guadagni in Romania,

siamo tranquilli”

Page 4: Domenica 30 marzo 20 14 1,30 LE SPINE DEL GIOVANE RENZI È ...€¦ · Domenica 30 marzo 20 14 – Anno 6 – n° 88 € 1,30 – Arretrati: €2 ,0 0 Redazione: via Valadier n°

4 DOMENICA 30 MARZO 2014 il Fatto Quotidiano

un valore formale ma con uncontenuto politico: lì Renzi ePadoan fisseranno i loro obiet-tivi e indicheranno quale saràl’impatto delle misure su cuistanno lavorando e non ancoratradotte in provvedimenti dilegge (come il bonus da 80 eu-ro). I numeri della terza tabellasaranno ovviamente migliori diquelli delle altre due: la crescita,come anticipato da Renzi, saràindicata almeno all’1-1,1 forseperfino di più. E così i conti tor-neranno.

UN’ARDITEZZA CONTABILEche si fonda sulla forza politicache il premier sente di avere:non guardate i numeri come so-no, ma crede a come possonocambiare. Percentuali a parte, cisono da trovare i soldi veri: ilbonus da 80 euro a 10 milioni diitaliani costa circa 10 miliardiall’anno, visto che nel 2014 par-tirà da maggio ne bastano pocopiù di 6. Se la soglia di stipendiomensile che permette di accede-re scendesse da 1.500 a 1.300 eu-ro – come si dice in questi giorni

– il conto si ridurrebbe ancora.E per partire subito si può ancheusare qualche copertura unatantum, rimandando quelle ve-re, strutturali, alla legge di sta-bilità in autunno. Basta gonfia-re un po’ l’impatto sulla crescitae anche il deficit non avrà pro-blemi. Anzi, con un Pil a +1,2 osuperiore anche i requisiti im-posti dalla regola del debito sa-rebbero più blandi e la correzio-ne da fare più bassa. Chissà se aBruxelles la Commissione eu-ropea approverà questa creati-vità contabile.

Twitter @stefanofeltri

Lupi: “Alitaliaed Etihad pronteall’alleanza”

SENZA ALTERNATIVE

di Stefano Feltri

Il modo lo troverà: Mat-teo Renzi ha promessoche il 27 di maggio 10milioni di italiani avran-

no 80 euro in più in busta paga ecosì sarà, si è esposto troppo.Magari i beneficiari non saran-no proprio 10 milioni, forse glieuro saranno qualcosa in menodi 80 (dipende anche dall’effet -to del fisco), probabilmente lecoperture di questo regalo elet-torale in vista delle Europee sa-ranno precarie, ma Renzi lo fa-rà.Nella sede del governo ombra,cioè il ministero del Tesoro,hanno capito che il premier èinamovibile e stanno lavoran-do per avere i numeri giusti. Manon è facile. Il giorno decisivo èl’8 aprile: ci sarà un Consigliodei ministri che all’ordine delgiorno avrà i due punti cruciali,il Documento di economia e fi-nanza che fissa il quadro di bi-lancio in cui deve avvenire l’o-perazione 80 euro, e un decretolegge attuerà i primi tagli dellaspending review, per trovare lecoperture. Ma è meno semplicedi come suona.

IL MINISTRO del Tesoro PierCarlo Padoan ha messo al lavo-ro i supertecnici del ministero,da giorni alle prese con i modellieconometrici che devono pro-durre il risultato desiderato: nu-meri compatibili sia con le pro-messe del premier che con le ri-chieste della Commissione eu-ropea. Venerdì sera, intervista-to da Enrico Mentana su La7, ilpremier Matteo Renzi ha anti-cipato che la crescita del Pil2014 sarà rivista al ribasso dall’1per cento stimato da EnricoLetta al 0,8-0,9 (comunque ot-timistico visto che le principaliprevisioni indipendenti parla-no di 0,6). Il deficit, stimato al2,5 per cento del Pil, non arri-verà mai e poi mai al 3 per cento,hanno giurato i tecnici del Te-soro agli sherpa della Commis-sione che stanno seguendo i la-vori preparatori del Def. Certo,un po’ di spesa in deficit ci sarà,ma al massimo fino a 2,7-2,8 percento. E nella sua intervista a Re -

p u b b l i ca di mercoledì, Padoanha ribadito che l’Italia rispetteràanche la regola del debito, quel-la che prevede una riduzioneprogressiva in modo da esserein regola con i parametri del Fi-scal compact dal 2016. Tradot-to: bisogna fare un aggiusta-mento strutturale da 0,5 puntidi Pil cui corrispondono tagliduraturi per 4-5 miliardi.Vi siete persi? Normale. È un

gioco di abilità o di illusioni-smo: come si fa a tenere sottocontrollo il deficit, però alzan-dolo un po’, rivedere al ribassola crescita, ma anche alzarla pereffetto delle riforme annunciatee ridurre il debito però ancheaumentarlo per pagare gli arre-trati della pubblica amministra-zione? A Bruxelles sono moltocuriosi di scoprirlo. Nelle paro-le di Renzi c’è un indizio: con iltaglio del cuneo fiscale “speroche alla fine la crescita arrivi ar-rivi all’1 per cento e lo si superi”.Stando a quanto trapela da viaXX Settembre funzionerà così:

il Def avrà non due ma tre ta-belle. Le prime sono standard:una indica i numeri a legislazio-ne vigente (cioè come andreb-bero i conti senza interventi), laseconda è il quadro program-matico, include gli effetti dellecosiddette misure “legislate”,cioè approvate in una qualcheforma e tra queste ci saranno itagli della spending review, gliscostamenti del deficit, il rispar-mio dovuto agli interessi piùbassi sul debito pubblico, l’im -patto del Jobs Act e così via.Comparirà poi una terza tabel-la, quella dell’ottimismo, senza

C R E AT I V I T À

Nel Def ci sarà una terza

tabella, quella delle

promesse, con stime

di crescita ritoccate

al rialzo che faranno

tornare i conti

CACCIA AGLI 80 EURO

I SEGRETI DEL TESORO

PER TROVARE I SOLDIPADOAN DEVE ACCONTENTARE IL PREMIER. TUTTO SI DECIDEL’8 APRILE CON L’APPROVAZIONE DEL DOCUMENTO DI ECONOMIAE FINANZA E IL DECRETO CON I TAGLI DELLA SPENDING REVIEW

Che fine ha fatto Carlo Cotta-relli? A palazzo Chigi comin-

ciano a chiederselo. Non si trattadi una domanda metaforica che fi-ne hanno fatto i tagli del commis-sario alla spending review? - maletterale: dov’è l’ex dirigente delFondo monetario? Matteo Renzi,come si sa, ha preteso che l’eco-nomista e la sua squadra lascias-sero il Tesoro e andassero a lavorare a palazzo Chigiper avere la delicata materia dei tagli sotto controllotanto politico che fisico. A piazza Colonna lo at-tendevano mercoledì scorso, ma finora dei ragazzidella spending review non se n’è visto neanche mez-zo. Un giorno va bene, passi pure per due, ma ormaiGraziano Delrio comincia a essere preoccupato.Non solo: Cottarelli, dicono, non ha nemmeno in-tenzione di andarci a palazzo Chigi, ma vorrebbeallestire gli uffici qualche centinaio di metri più inlà, a largo Chigi, nello stesso palazzo che ospita pureil ministro delle Riforme Maria Elena Boschi. Nonproprio un bel segnale per i rapporti tra il presi-dente del Consiglio e l’uomo che dovrà garantirgli ifondi per realizzare i suoi mirabolanti cambiamentidi verso e svolte buone. Ci si penserà poi: per orasarebbe già qualcosa ritrovare il commissario.

m.pa.

n FEBBRAIO Legge elettorale: l’Italicum è passato solo allaCamera, il premier: “Sarà approvato al Senato dopo la ri-forma del bicameralismo”. Slitterà almeno a giugno.

n M A R ZO Jobs act: lunedì in Parlamento presentazionedel disegno di legge delega sul lavoro, per adesso solo undecreto (molto discusso) presentato dal ministro del La-voro Giuliano Poletti. Sui tempi Renzi afferma: “Non ac-cetto ultimatum”.

n APRILE Pubblica Amministrazione: ridurre il numerodei dirigenti, massimo 6 anni per incarico. Il premier ga-rantisce sui tempi, il ministro Marianna Madia più cauta:“Partiremo tra fine aprile e inizio maggio”.

n MAGGIO Fisco: lotta a evasione e gioco d’azzardo, nuo-vo Isee per le aziende. Dopo l’approvazione in Camera deldisegno di legge sulla delega fiscale Renzi conferma la sca-denza, ma visti gli altri ritardi anche questa riforma ri-schia di slittare.

CAMBI DI PROGRAMMA

Renzi rimandato, le riformesi fanno attendere

di Luca De Carolis

Il Renzi che in diretta tvsfotte e si fa sfottere è un

politico che segna la sua di-versità. Può piacere o no, maha un suo stile che nessuno,per ora, è in grado di copia-re”. Venerdì Enrico Menta-na ha avuto il premier comeospite, su La7, a B e rs a g l i o

Mobile.

Direttore, la settimana scorsa aveva intervistato Gril-lo, venerdì Renzi. Differenze e analogie?Grillo tornava in tv dopo una vita, con lui è stata unafinale di Champions. Per Renzi invece Bersaglio Mobile èstata una partita di campionato. Grillo sta all’opposi -zione, può andare all’attacco. Il premier invece dice cosedi cui dovrà rendere conto, nell’azione di governo.Renzi è apparso piuttosto stanco.Naturale: era reduce dalla direzione del Pd, e da giorniintensi. Ha incontrato Obama, Hollande, la Merkel. Inpiù, era collegato da Palazzo Chigi: doveva guardare fis-so in camera, non poteva usare il linguaggio del corpo e

interagire direttamente con gli altri in studio.Questo lo ha penalizzato molto?Penalizza tutti. Ma non è stata una prestazione di-sastrosa, se è questo che chiede. È stato il Renzi con-sueto, come stile e ritmo.Su temi come il Fiscal compact ha svicolato.È vero, ma ora non è più il Renzi irresponsabile chepuò dire da fuori quel che vuole: è il premier. Non puòdire apertamente che rincontratterà i parametri eu-ropei: pagherebbe subito dazio sui mercati.Ma lei ha capito qual è la sua linea con Bruxelles?Credo che sia la seguente: prima l’Italia deve fare ifamosi compiti, riordinando i conti: poi potrà andarein Europa a discutere dei vincoli.Ha fatto melina anche sulle riforme istituzionali.Non era di fronte al Parlamento.Sì, ma qualcosa di concreto poteva dirlo. Anche perchéin Direzione non ha presentato un testo.Anche questo è il suo stile. Ha ottenuto la fiducia delsuo partito, per poi ripartire. Deve correre, senza fer-marsi: altrimenti rischia di sbandare.Ma continua a confermarsi un accentratore.Senza dubbio, e infatti per raccontare la politica delgoverno ormai devi raccontare lui. Su ogni argomen-

to l’ultima parola è la sua.È sempre in tv. Non esagera?Da quando è premier la puntata di Bersaglio Mobile èstata la sua terza serata in tv, la prima fuori della Rai.C’è la sensazione di overdose perché non puoi evitaredi seguirlo anche nelle conferenze stampa.Ma Renzi è preoccupato? Sulla percentuale a cui puntanelle Europee ha citato il 26 per cento della preceden-te tornata: niente cenni al 30, il vero obiettivo.Se fissi una quota del genere tendi non a dichiararlo.Comunque, non mi è parso preoccupato dal voto, an-che perché l’effetto Renzi nei sondaggi pare esserciVenerdì si è scambiato frecciate con Claudio Cerasadel Fo g l i o, citando suoi articoli: un altro premier nonl’avrebbe mai fatto. Fa bene a essere così informale?Gli viene naturale. Io ero abituato al politico che fa ilcapotavola, tenendo le distanze. Lui viene da un’altragenerazione. Anche durante la puntata consultavaiPad e iPhone. È così, nel bene e nel male.Meglio Grillo o Renzi in tv?Astraendoci da ogni considerazione politica, e par-lando solo della prestazione tecnica, Grillo. Ma nes-sun “tifoso” avrà cambiato idea, guardando le pun-tate.

Enrico Mentana

“M at t e o è stanco, ma il suo stile tv è unico”

Bersaglio mobile

CHI L’HA VISTO? C ot t a r e l l iè scomparso da giorni

Il premier Matteo Renzi si gioca tutto sul taglio del cuneo fiscale La Pre ss e

ALITALIA ED ETIHAD s a re b b e ropronte all’alleanza. É quasi conclusa ladue diligence sui conti dell’ex compa-gnia di bandiera da parte del Gruppodi Abu Dhabi e una prima bozza di in-tesa dovrebbe arrivare entro la pros-sima settimana. Gli emiratini potreb-bero anche avanzare alcune richieste,

tra cui probabilmente una stretta sullacig. A confermare le trattative avan-zate è il ministro dei Trasporti e infra-strutture Maurizio Lupi, che da tempoindica il 31 marzo come scadenza perla decisione di Etihad. Lupi spiega di-ce: “Mi auguro che entro la prossimasettimana una prima bozza di intesa

tra le due società, nella loro autono-mia, possa essere stilata in modo chepossa essere presentata al governo".Il sindaco di Milano Giulaiano Pisapiaavverte: "L'eventuale accordo tra Ali-talia e Etihad dovrà essere l’o cc a s i o n edi sviluppare Malpensa in vista dell’E-xpo 2015”

Page 5: Domenica 30 marzo 20 14 1,30 LE SPINE DEL GIOVANE RENZI È ...€¦ · Domenica 30 marzo 20 14 – Anno 6 – n° 88 € 1,30 – Arretrati: €2 ,0 0 Redazione: via Valadier n°

5il Fatto Quotidiano DOMENICA 30 MARZO 2 01 4

di Marco Palombi

Prima o poi dovevasuccedere e ieri è suc-cesso: prima polemi-chetta mediatica tra

le ministre del governo Renzi.La faccenda, per i curiosi, coin-volge la titolare della Pubblicaamministrazione MariannaMadia e quella dell’IstruzioneStefania Giannini. La materiadel contendere è, sostanzial-mente, la pianta organica dellaP.A.: quanti dipendenti, reclu-tati come? Ovvio in tempi dispending review e relative ta-belle (in quelle di Carlo Cotta-relli, per dire, si parlava di 85mi-la dipendenti da mandare a ca-sa), ma magari un po’ troppo al-l’ingrosso per due ministri dellaRepubblica.Veniamo al merito. Il parere diMadia sui dipendenti pubblici,già consegna-to ai posteri ainizio setti-mana, è statoribadito ierisul Co r r i e re

della Sera: “Vaavviato unprocesso di ri-duzione nontraumaticadei dirigenti epiù in generale dei dipendentivicini alla pensione, per favorirel’ingresso dei giovani. Se in unposto mando in pensione leg-germente anticipata tre diri-genti, non devo per forza sosti-tuirli, magari basta prendere unfunzionario. Con questa staffet-ta generazionale riduco, svec-chio e risparmio”.

PRIMO PASSO: la riforma delladirigenza “tra fine aprile e iniziomaggio”. In sostanza, prepen-sionamenti in cambio di unosblocco parziale del turn over.Questa è la ricetta del ministroMadia. Non sia mai, è la rispostadi Stefania Giannini, montianadoc per cui i prepensionamenti,l’assunzione dei precari dellaP.A. senza concorso e le modi-fiche alla riforma Fornero dellepensioni equivalgono a un cri-

mine contro l’umanità: “Nonamo il collegamento tra chi va acasa e chi entra. Un sistema sanonon manda a casa gli anziani perfar entrare i giovani. È necessa-ria un’alternanza costante. Ilprecariato è una deformazionepatologica del principio dellaflessibilità, che va restituito allasua fisiologicità. Un governo

che crede nella flessibilità, e nonnella sua patologicità, deve tro-vare gli strumenti”.

BELLA BOTTA, non c’è che dire,ma Marianna Madia deve avercifatto il callo. Non tanto per lacattiva stampa che la perseguitafin da quando Walter Veltronila piazzò capolista del Pd nel La-zio strappandola, per così dire,ad una verde carriera da ricer-catrice all’Arel di Enrico Letta. Enemmeno per la tenera sbada-taggine che la portò, volendo il-lustrare la riforma del lavoro diMatteo Renzi, a sbagliare palaz-zo finendo per illustrarla all’al -lora ministro dello SviluppoFlavio Zanonato anziché al le-gittimo titolare della materia,Enrico Giovannini, ministro delLavoro di Enrico Letta, appun-to.Ci ha fatto il callo perché è, in

sostanza, l’unico ministro del-l’attuale governo che viene cri-ticata praticamente ogni voltache parla.Ieri, per dire, anche se pochil’hanno notato, è successo duevolte: la prima da parte di Gian-nini, la seconda di Deborah Ser-racchiani. E sempre per la stessaintervista. “Sto incontrando isindacati di categoria. Sperocollaborino”, ha detto il mini-stro della P.A., lasciando inten-dere che il loro parere favorevo-le è benvenuto quanto non ne-cessario. Sul punto è intervenu-ta la vicesegretario del Pd via co-municato stampa: “Credo chesulla concertazione si sia solle-vato un dibattito più grande epiù acceso di quanto sia effetti-vamente in gioco”. E ancora:“Non c’è mai stata alcuna chiu-

sura al dialogo”.Piccole sfumatu-re, ma significati-ve.Ma questa, peral-tro, non è nem-meno la primavolta che il mini-stro Madia siprende il cazzia-tone da un colle-ga. Martedì 18

marzo, intervistata su La Stampa,s’era scagliata su quel “milione emezzo di persone” che “cumulalavoro e pensione”. Apriti cielo.Giuliano Poletti, ministro delLavoro in quota coop rosse, sel’era presa a male: “Non credosia giusto che i pensionati nonpossano più lavorare. Credo chebisogna trovare delle modalitànuove che consentano ad ognipersona di avere una cosa da fa-re”. Se Madia è sfortunata con lerettifiche dei colleghi, Gianniniè smemorata: come le ha ricor-dato quel cattivone di Bruno Ta-bacci, a luglio scorso Scelta Ci-vica - il suo partito - aveva sot-toscritto un emendamento chechiedeva giusto 100mila pre-pensionamenti nella P.A. incambio di assunzioni di giovaniunder 30.

SVOLTA BUONA?

Sandra Bonsanti

Battiato: “Obamasi compri i cacciacoi soldi suoi”

“OBAMA VIENE QUI e ci dice di

spendere soldi per acquistare gli

F-35, ma fallo con i tuoi soldi, cosa

vieni a chiedere qui? Queste sono

cose che non dovrebbero essere

accettate: da chi ci difendiamo?

Sono barzellette”. A dirlo a mar-

gine della presentazione del pro-

getto Arge, a Palermo, è stato il

cantautore Franco Battiato, rife-

rendosi alla visita in Italia del pre-

sidente americano, Barack Oba-

ma. Poi è intervenuto anche ri-

spetto alla situazione politica si-

ciliana: “Secondo me Crocetta do-

veva approfittare della mia uscita

per mandare tutta la Giunta a ca-

sa. Sarebbe stata la soluzione mi-

g l i o re .

Doveva avere più coraggio e tutti

l’avrebbero apprezzato. Per il mo-

mento non ho visto riforme”. Bat-

tiato lasciò la Giunta poco dopo la

sua nomina.

Madia e Giannini Scontrotra due titane renzianeLA PRIMA VIENE SMENTITA OGNI VOLTA CHE PARLA, LA SECONDA DIMENTICA

CHE IL SUO PARTITO A LUGLIO VOLEVA I PREPENSIONAMENTI CHE LEI CRITICA OGGI

di Emiliano Liuzzi

Libertà e Giustizia parla di una svolta auto-ritaria, inaccettabile se in ballo c’è la demo-

crazia parlamentare, la Costituzione. SandraBonsanti, da qualche lustro guida l’associazione,ma fu anche tra i pochi giornalisti a prendere ledistanze da quella che era la grande ubriacaturadel craxismo. Perché il disegno di Renzi non èmolto dissimile da quello di Giuliano Amato eBettino Craxi.Chi lo guida il Paese?

Non lo so, non lo sappiamo più. Questo è un go-verno che nasce su un vizio elettorale chiamatoPorcellum, creato su una presunta emergenza eriformato strada facendo. Sicuramente è questio-ne di larghe intese.Due nomi?

A sentire i toni ci sono due leader, uno si chiamaMatteo Renzi, l’altro Silvio Berlusconi. Che ap-pena vede muoversi qualcosa che non è di suogradimento parla di patti traditi. Piacerebbe sa-pere che patti siano. Ufficialmente per una leggeelettorale: l’evidenza delle cose ci dice che non è

Tagliamo, non tagliamo, tagliamo, non ta-

gliamo. Venerdì sera Matteo Renzi a Ber-

saglio Mobile su La7 ha detto: “Le spese militari in

Italia vanno ridotte. Punto. E noi le riduciamo.

Obama si arrabbia? Ha fatto la stessa cosa. Come

le riduci? Abbiamo un calendario triennale”. E

sugli F-35? “Quando la commissione sugli F-35

avrà chiaro cosa si può fare - ha risposto - vi

diremo qual è la riduzione su quel capitolo”.

Nello stesso giorno, il ministro della Difesa Pi-

notti aveva detto che dai piani già sottoscritti

non si tornava indietro. Il balletto continua.

D I SA R M A N T I

F-35, Renzi li tagliaPinotti li tiene

1 mlnL AVO RAT O R ISCOLASTICI

3, 2 mlnD I P E N DE N T I

PUBBLICI

L’EPISODIO

Il ministro della P.A.:

“Dirigenti in pensione

prima, svecchiamo”

La collega della Scuola:

“Non si cacciano i vecchi

per assumere i giovani”

I ministri della P.A. Marianna Madia e dell’Istruzione Stefania Giannini D l m /A n s a

solo quello. L’accordo è quello di prendere e but-tare mezza Costituzione nel cestino. Mi chiedo sealla fine cambieranno anche la firma, che non saràpiù quella di Enrico De Nicola, Umberto Terra-cini, Alcide De Gasperi. Probabilmente la firme-ranno Boschi e Verdini. O Renzi e Berlusconi.Quello che ci preoccupa è il disegno che muove ipassi molto prima di ieri o l'altroieri.Ci o è ?

Quando JP Morgan dice che è obsoleta la nostraCarta costituzionale invita a nozze le larghe in-tese, offre il pretesto per parlare di riforme. Pochesettimane dopo, Enrico Letta inizia l’accelerazio -ne, oggi tocca a un terzo dell’intera Costituzione.Poi toccherà magari all’autonomia della giustizia,all’articolo 101. E tutto nel silenzio assoluto. Lorodicono di aver ascoltato tutti.Da voi è venuto nessuno?

No. Avranno ascoltato le associazioni che fannoriferimento a Luciano Violante, Franco Bassaninie Gaetano Quagliariello. Non siamo stati ascoltatida nessuno. Solo dal Fatto Quotidiano.S co ra g g i a t i ?

Abbiamo imparato a conoscere le larghe intese. Io

navigo tra la depressione e larabbia. Credo che prevalga la se-conda ragione. Tutti lì a sparge-re lacrime sul film che Veltroniha dedicato a Enrico Berlinguer,ma per come l’ho conosciuto io,Berlinguer si sarebbe fermatogià alla forma, alle parole moltofuori luogo. Cosa vogliono direquesti quando “manderanno acasa tutti”? Che sconfiggerannogli “uccelli del malaugurio”, “igufi”. Inaccettabile.Senza legittimazione alcuna.

Appunto. Neppure quella elet-torale. Quando De Gaulle, e nonRenzi, mise mano alla Costitu-zione chiese il parere due volteattraverso un referendum consultivo. Due volte.Esiste una via d'uscita?

Presentarsi in una campagna elettorale con unprogramma per le riforme e prendere voti.Il Quirinale è complice?

Sicuramente il Colle ha giocato la sua parte, que-

sta ormai è la storia. Siamo pas-sati da una Repubblica parla-mentare al semipresidenziali-smo. E credo anche che questo,presumibilmente, sarà anche ildopo. Non oso immaginare chipossa arrivare dopo Napolita-no, ma penso più verosimil-mente che chiedano a gran voceAmato o, che ne so, Gianni Let-ta, piuttosto che Romano Prodi.

È l’ultimo anello mancante. Poi sarà accadutoquello che noi e pochi altri, incluso il Fatto, cer-chiamo di evitare. Oggi hanno aderito al nostroappello anche Barbara Spinelli e Maurizio Lan-dini. Ci siamo. Con diverse idee e linguaggio, masiamo qui a difendere la democrazia.

Sandra Bonsanti La Pre ss e

I GIORNALI

TAC C I O N O

Abbiamo imparato

a conoscere

le larghe intese

Qui cambiano

un terzo della Carta

Con la benedizione

di Napolitano

Con Libertà e Giustizia

“È la Costituzione di Boschi e Verdini”

Page 6: Domenica 30 marzo 20 14 1,30 LE SPINE DEL GIOVANE RENZI È ...€¦ · Domenica 30 marzo 20 14 – Anno 6 – n° 88 € 1,30 – Arretrati: €2 ,0 0 Redazione: via Valadier n°

6 DOMENICA 30 MARZO 2014 il Fatto QuotidianoI TA L I E

Podestà: “Maiaffiderei un bimboa gay e Totò Riina”

Italiani nel mondo,milioni sprecatitra viaggi e tortelliniDALLA PROVINCIA DI TRENTO ALLA REGIONE EMILIA ROMAGNA

INDAGINI SULLE PRESUNTE TRUFFE A SPESE DEI CONTRIBUENTI

di Emiliano Liuzzi e Giulia Zaccariello

Iladroni sono molto più di quaranta.Sparsi su venti regioni, senza colore néconvinzione politica. Un’intesa lar-ghissima che diventa abbuffata. Par-

liamo delle associazioni che si dedichereb-bero agli italiani nel mondo. Tutte con sederegionale, perché lì il piatto è più ricco. Mi-lioni di euro e miliardi di lire buttati nellapresunta causa degli italiani emigrati, ma chea conti fatti sono spesso finiti in grandi viaggidi chi guidava le associazioni e in bevute trapresunti connazionali. Oppure in libri maivenduti, delegazioni ospitate da chissà qualeparte del globo. Hotel, ristoranti e businessclass. Prima degli indiziati è la rossissimaEmilia Romagna, che si inventò una consultaper dare un lavoro a Silvia Bartolini. La stessache, per la prima volta in 50 anni, fece per-dere alla sinistra la guida del Comune di Bo-logna a vantaggio di Giorgio Guazzaloca, pertutti il macellaio dell’altra Bologna. Bartoliniperse, ma il partito nel 2006 le disegnò unposto su misura: presidente della Consultadegli emiliano romagnoli nel mondo.

I soldi sprecati a Bologna

Oggi, nonostante sia passato qualche anno emolti, molti soldi, quell’associazione è dentroa un fascicolo giudiziario. Truffa aggravata aidanni della Regione, l’accusa. Il sospetto èche non tutti i progetti vincitori dei bandiavessero davvero i requisiti richiesti. Ma restaanche da capire se la Regione abbia messo inatto i controlli. Va detto che la lista delleassociazioni beneficiarie dei finanziamenti èpiuttosto ridotta. A spartirsi la gran partedella torta sono stati tre enti: l’Istituto Fer-

nando Santi, il Comitato tricolore per gli ita-liani nel mondo e il Movimento cristianolavoratori dell’Emilia Romagna. In sei anni,dal 2008 al 2013, hanno avuto in totale 303mila e 372 mila euro, per 27 progetti. Traquesti vere e proprie iniziative fotocopia. Nel2008 il Movimento cristiano ottiene 10 mila e400 euro per un non meglio precisato pro-getto intitolato El viento del sur. Nel 2010 stessacosa: 10 mila euro per Seguendo el viento del

sur. E si potrebbe andare avanti a lungo. Altri10 mila e 500 euro sono stati spesi per Parolee immagini della nostra bandiera e degli

stemmi dei comuni dell’Emila Romagna.“Un libro? Una mostra? Non si sa, non c’ètraccia nemmeno sul sito della Consulta stes-sa”, fa notare Liana Barbati, consigliere re-gionale dell'Idv. Il Movimento 5 stelle ha fat-to anche una rassegna delle pubblicazionipromosse dalla Consulta: delle 27 mila e 300copie di volumi dedicati ai connazionali al-l’estero e pagati 239 mila euro, oltre 4300sono rimaste in magazzino, avvolte nel cel-lophane. “Così è un carrozzone mangia sol-di”, è l’accusa che vanno ripetendo i 5 stelleda mesi. Eppure, nonostante le inchieste, ledecine di interrogazioni firmate da tutte leforze dell’opposizione, e le promesse di s p e n-

ding review regalate ciclicamente della giunta,la Consulta per gli emigrati è sempre al suo

posto. È costata 7 milioni in 7anni, di cui 658 mila euromessi a bilancio per il 2014.Molti soldi sono finiti per iviaggi fatti da Bologna all’e-stero, cene, alberghi di lus-so.È in buona compagnia. Di

enti dedicati ai connazionali all'estero ce nesono un po’ ovunque in tutta Italia. Cam-biano il nome, variano i soldi a disposizione,ma non la sostanza. Sono quasi sempre entiregionali, spesso gestiti dall'assessorato dicompetenza. In tutti i casi finanziano viaggi,conferenze e progetti per tenere allacciati ilegami con gli emigrati. Rapporti talmentepreziosi per la Regione Calabria, che la giuntaha addirittura pensato che una sola strutturanon bastasse.

Alla Calabria una non basta

E così nel 2011 la Consulta dell’emigrazione(costata solo nel 2010 82 mila e 700 euro) èstata affiancata dalla Fondazione dei Cala-

bresi nel mondo, del parlamentare di ForzaItalia, Giuseppe Galati. È un ente alla Re-gione, sostenuto solo nel 2013 con 440 milaeuro. In Sardegna invece la Consulta per l’e-migrazione ha dovuto stringere la cinghia. Sifa per dire. Nel 2012 ha avuto a disposizionecirca 3 milioni e mezzo. L’anno successivo lerisorse si sono dimezzate, scendendo a 1 mi-lione e mezzo. Non proprio spiccioli. Più dra-stici in Abruzzo, dove il rubinetto è statochiuso almeno fino al 2015. Così come inLombardia e in Veneto, dove i legami con gliemigrati si mantengono a zero euro dal2012.Non poteva mancare la provincia autonomadi Trento. Loro di soldi ne hanno e ai con-nazionali ci tengono assai. Anche troppo.Tanto che la Corte dei conti ha chiesto lagiustificazione per una spesa di 5 milioni dieuro per una serie di progetti di aiuto per lefamiglie di trentini in Brasile, Paraguay, Ar-gentina e Uruguay, dal 2004 al 2009. La guar-dia di finanza vuole capire come si siano con-centrate le spese. Legittimo, visto che non sitratta di spiccioli.

Strage in galleria sulla Messina-Palermo

FAMIGLIA DISTRUTTA A CEFALÙ: 4 MORTI E 3 FERITI GRAVISSIMIQuattro vittime nello scontro, in galleria sulla A20: una coppia e la loro bimba di 7 anniL’altro figlio, un bimbo di due anni, è gravemente ferito. Nell’impatto è morto anchel’autista dell’autocompattatore che ha causato il tamponamento a catena Ansa

LA ROSSA BOLOGNA

Silvia Bartolini (Pd): perse il Comune

contro Guazzaloca, da allora è presidente

degli emiliano-romagnoli nel globo

Grillo ai suoi: “Parlate semplice”VERTICE AL MARE CON CASALEGGIO PER “ALLENARE” I 5 STELLE: “NON STATE SUL PALCO COME ME”

di Luca De Carolis

Sabato con spiaggia, sole epartitella di pallone. Assie-

me a Grillo e Casaleggio. A sor-presa, ieri i due fondatori di Cin-que Stelle hanno riunito unatrentina tra parlamentari ed elet-ti del Movimento a Marina diBibbona (Livorno), dove l’artistaha una villa. Tutti a pranzo, perun “incontro motivazionale”co -me lo definisce uno dei parteci-panti. Una riunione a metà tral’assemblea e la scampagnata, incui Grillo ha caricato i suoi versola campagna elettorale. Proprionel giorno in cui si sono chiuse lecandidature alle Europee, e a po-che ore dal debutto del suo spet-tacolo teatrale a Catania, marte-dì prossimo. Un tour che lo im-pegnerà fino a metà aprile, in-centrato “sull’incubo finanziariochiamato euro”. A tavola, molti“capipalco”, i due parlamentariche in ogni regione dovrannocoordinare comizi e iniziative,ed eletti locali, membri del grup-po dei 40 che organizza la cam-

pagna. Tra i presenti, i senatoriGiarrusso, Santangelo, Morra,Airola, i deputati Castelli, Ruoc-co e Nuti, il sindaco di AsseminiMario Puddu.

PRANZO in un agriturismo.Antipasti, primo piatto, poi caf-fè in un bar. Quindi camminatasulla spiaggia, e partita di pallo-ne in riva al mare. Grillo e Ca-saleggio non hanno giocato. Mail padrone di casa ha parlato,molto. Seminando battute: “Ve -dete, Casaleggio ha riso tre volte,non succedeva dal 1984”. Ha di-

spensato anche consigli, su comecomportarsi in tv e nei comizi.“Non state sul palco come ci stoio. Io lo faccio da una vita, voi no.Tenete conto di dove vi trovate,parlate semplice e chiaro”. A bre-ve ai candidati alle Europee verràdistribuito un kit di comunica-zione. Tra i consigli, quello di evi-tare frasi come: “Abbiamo pre-sentato tante proposte in Parla-mento, ma ce le hanno bocciate”.Messaggio che suona autoindul-gente. Nella giornata al mare, Ca-saleggio è stato più silente. Pareche abbia dato rassicurazioni sui

gruppi più saldi in vista del voto.Ma il messaggio congiunto deidue fondatori è stato chiaro:“Stiamo andando bene, tutti isondaggi sono positivi”. Intantosul suo blog Grillo ha chiuso i ter-mini per le Europee: “Le candi-dature sono state acquisite e nonè più possibile candidarsi. Ten-tativi di cordate al fine di scambiodi voto sono vietate”. Un monitocontro accordi tra collettori divoti sui territori. Dopo la primascrematura ad opera di un comi-tato elettorale, a scegliere i can-didati sarà il web, con un doppioturno (regioni, poi macroaree). Iprescelti saranno in lista in ordi-ne alfabetico. Sul web, proteste diesclusi contro il “misterioso staff”di M5S. In serata, il sindaco gril-lino di Parma Pizzarotti ospite aChe tempo che fa: “Siamo la mi-gliore opposizione degli ultimi20 anni, ma dovremmo renderepiù comprensibili certe azionipolitiche. La multa di 250 milaeuro come vincolo di mandato?Un segnale simbolico”.

Twitter@lucadecarolis

La Lega Pallacanestro di Serie A ha scelto: Fer-dinando Minucci sarà dal prossimo luglio il

nuovo presidente. Proprio l’ex numero uno dellaMens Sana Basket Siena, squadra dominatrice inItalia nell’ultimo decennio, che ha lasciato il clubtoscano a febbraio a causa di un’inchiesta per frodefiscale a suo carico. È già stato, quindi, prontamen-te riabilitato dal sistema. Ma i tifosi italiani del ba-sket non ci stanno e chiedono “rispetto per unosport che rischia di scomparire e necessita di regoleche ne preservino il futuro”. Dopo quello che de-finiscono l’ennesimo affronto al mondo della pal-lacanestro, infatti, 30 gruppi ultras hanno firmatoun comunicato congiunto in cui manifestano lapropria delusione. Il panorama cestistico nazionaleha già visto scomparire a causa della crisi degli ul-timi anni le squadre di molte piazze storiche e lesocietà che sono riuscite a sopravvivere lo hannofatto grazie a riduzioni di budget e forti sacrifici,fatti in primis dai tifosi. Nell’appello si legge inoltreche “dalle macerie che sono state lasciate nel re-cente passato possono nascere solo altri disastri”.“L’unica via da seguire”, affermano gli ultras delleprincipali squadre italiane, “è quella che riconduceil basket alla passione incondizionata che risiededentro i palazzetti, nello spirito delle curve e nelcuore dei tifosi”.

M. Ze.

BASKET La Lega premiail manager della frode

Grillo e Casaleggio con altri grillini a Marina di Bibbona tratta da Facebook

PRIMA la dice e poi la pensa. Sog-

getto Guido Podestà, presidente

in quota Pdl della Provincia di Mi-

lano: “Non affiderei mai un orfano

a una coppia omosessuale, come

non lo affiderei a Totò Riina. Se

non ci fossero alternative tra que-

ste due ipotesi, piuttosto lo adot-

terei io”. Podestà lo dice ai micro-

foni di K l a u s Co n d i c i o, il talk show

di Klaus Davi in onda su YouTube,

rispondendo alla domanda sull’i-

potesi di scegliere la prima o il

boss di Cosa Nostra. Il video fa il

giro del web, scoppiano le pole-

miche e in un baleno arriva la

smentita in una nota: l’i n te r v i s t a

“ha dato adito a interpretazioni

errate e fuorvianti delle mie parole

sull’opportunità di affidare bam-

bini in adozione a coppie omoses-

suali”. Quindi aggiusta il tiro e ri-

formula: “Ritengo che alle coppie

omosessuali vadano garantiti tutti

i diritti essenziali di convivenza ci-

vile, ma sono da sempre contrario

al riconoscimento del matrimonio

e all’adozione di bambini”.

Intanto, proprio ieri, Londra fe-

steggiava l’entrata in vigore della

legge che ammette i matrimoni

tra omosessuali.

Page 7: Domenica 30 marzo 20 14 1,30 LE SPINE DEL GIOVANE RENZI È ...€¦ · Domenica 30 marzo 20 14 – Anno 6 – n° 88 € 1,30 – Arretrati: €2 ,0 0 Redazione: via Valadier n°

7il Fatto Quotidiano DOMENICA 30 MARZO 2 01 4A L L’I TA L I A NA

Adusbef, un contocorrente costa371 euro all’anno

CONTINUA L'AUMENTO del costo dei conticorrenti con una crescita del 15 per cento circarispetto ai 12 mesi precedenti e una media di 371euro in Italia contro la media di 114 euro in Europa.Lo calcola l’Adusbef, l’associazione dei consu-matori in una nota, citando il proprio monito-raggio mensile effettuato sul sito w w w. p a t t i c h i a -

ri.it.

Secondo i dati Adusbef, le utenze allo sportellosono arrivate a 3 euro (2,5 euro un anno fa); ilprelievo dei contanti allo sportello 2 euro (+0,50centesimi); il costo del bonifico sulla propria ban-ca a 4 euro (3,5 euro); su altra banca 4,50 euro (4euro); l’estratto conto allo sportello 1 euro (0,50centesimi); il prelievo Bancomat da sportelli dialtre banche 2,10 euro (+10 centesimi) e 55 euro

di Marco Lillo

Gli appunti con i nomidi Piero Fassino, Ser-gio Chiamparino,Paolo Romani e altri

politici sono stati trovati dallaGuardia di Finanza a casa di VitoGamberale, 70 anni, dal 2007amministratore del fondo F2I eora candidato a diventare presi-dente di Telecom. Gli appuntinon hanno contenuti penalmen-te rilevanti ma aprono unosquarcio sui rapporti tra econo-mia e politica. Sintetizzano i temitrattati in una quindicina di in-contri, da fine 2008 al 2011, traGamberale e Ignazio Moncada,presidente di Fata Group, al 100per cento di Finmeccanica, cheesporta macchinari per la produ-zione dell’alluminio. Gamberalenon cercava macchine ma sugge-rimenti da questo manager ano-malo, classe 1949, che fa la spolatra Torino e Roma, dove riceve ipotenti all’hotel Saint Regis.

ACCREDITATO di entraturepresso burocrati cinesi, sultaniarabi e socialisti europei, com-preso il presidente Hollande,Moncada vanta solidi rapporticon Giuliano Amato e Piero Fas-sino ma anche con i servizi segre-ti, del passato (era nella squadradel capo del SID Gianadelio Ma-letti) e di oggi: il direttore del DISGiampiero Massolo lo stima e loascolta. La sua fama non accennaa tramontare, anche se la lucenon è la metafora giusta per un

potere che si nutre di ombra. Nel2012 è emerso sui giornali quan-do l’allora presidente dello Ior eanche di F2I, Ettore Gotti Tede-schi, intercettato dai pm di Na-poli, disegnava all’allora presi-dente di Finmeccanica, GiuseppeOrsi, questo ritratto: “Non sem-plificarlo come agente segretodella Cia, Moncada non è unmassoncello qualsiasi, è vera-mente un grandissimo buratti-naio (...) Certo fa i suoi giochigrossi (...) è una persona di unacapacità di informarsi, unica! Lui

è tutto! Tutto!(...) Il suo riferi-mento direi è Giuliano Amato(...) ha una capacità di influenzarele decisioni, che è straordinaria!Tanto che Giulio (TremontiNdr) mi chiese di conoscerlo e sifece dare una mano”. Ora si sco-pre che Gamberale, manager diestrazione socialista che gestisce ifondi da 2,4 miliardi di F2i (so-cietà partecipata anche dalla Cas-sa Depositi e Prestiti, presieduta

dente dello Ior. Nel memo del-l’incontro del 26 gennaio del2011 si legge: “Torino: creare cli-ma per Sagat (la società che ge-stisce l’aeroporto, acquistata nelgennaio 2013 da F2i, ndr) Roma-ni” (allora ministro di Berlusco-ni, ndr). Segue la strategia da per-correre: “check con Chiamp.(Chiampa -rino) daparte I.M.(IgnazioMoncada?)Spingereper ipotesiprima ele-zioni. Inter-locutori a si-nistra: Fas-sino (alloracandidato a sindaco, Ndr) –Chiamparino (sindaco in carica,Ndr)- Tom De Alessandri (vice-sindaco Ndr) e a destra: ex pre-sidente regione”, cioé MaurizioGhigo. Quanto a Milano, già il 29gennaio 2009 Gamberale parlavacon Moncada di “Sea ipotesi dilavoro Formigoni-Moratti”.Mentre il 30 settembre 2009 siparla di “visita a Guzzetti”, pre-sidente della Fondazione Cari-plo, azionista di F2I e il 12 no-vembre 2009 c’è la strategia di av-vicinamento: “Guzzetti: impe-gnare Ettore Gotti Tedeschi, in-viati messaggi, attesa risposta”.Poi c’è un preveggente “Futuro:check da Fossati” e proprio Mar-co Fossati ha candidato Gambe-rale a presidente Telecom Italia. Il22 febbraio si legge: “Torino:

da Franco Bassanini) parla conMoncada delle strategie per con-quistare gli aeroporti di Milano,Napoli, Torino e Firenze, la retein fibra di Milano e poi ancora larete Telecom e quella della Rai,non ottenute. Ora quegli appuntisu una quindicina di incontri trail 2008 e il 2011 sono depositatinel faldone dell’indagine del pmdi Milano Alfredo Robledo conl’accusa di turbativa d’asta neiconfronti di Gamberale per l’ac -quisto da parte di F2i della quotadel 30 per cento di Sea, la società

degli aeroporti di Milano.Il 27 novembre del 2008 c’è il pri-mo appunto su un incontro conMoncada in cui si parla di “fund

ra i s i n g obiettivo altri 100-150 mi-lioni di euro” e poi di “nuovi tar-get: Enel rete gas; Telecom ItaliaSparkle e Rete Telecom”. Il 24giugno del 2009 all’ordine delgiorno c’è “Ettore Gotti Tedeschidurata rinnovo; Ior?”. Gotti sarànominato tre mesi dopo presi-

spingere per accelerare prudenzasu valutazione-Pietro GaribaldiC.E. Fassino”(consulente econo-mico del sindaco Piero FassinoNdr). Ancora: il 15 marzo 2011“Finmeccanica: telefonata daPansa”; il 12 ottobre 2011 “Bas -sanini Romani:convergenze suMetroweb”.

PER SPIEGARE gli appunti, VitoGamberale ci riceve nel suo uf-ficio con dei fogli in mano. Sonoriassunti di incontri, identici aquelli di Moncada, ma con il no-me dell’interlocutore sbianchet-tato: “Io scrivo tutto. Guardi qui,ogni incontro c’è un appunto eper ogni personaggio conservouna cartellina. Quella sequestrataè una delle tante”. Gamberale citiene a far sapere che non c’è nes-

sun burattinaio dietro le sue stra-tegie in F2I: “Moncada è solo unadelle tante persone che incontroper avere spunti. Non è un bu-rattinaio e non è un lobbysta. Loconosco da trent’anni. Gli incon-tri non sono dovuti a un rapportoprofessionale ma solo all’amici -zia e alla stima: mi interessano lesue analisi”.E gli appunti sui contatti conChiamparino e Fassino? “Mon -cada è torinese, conosce benequel mondo. Ne abbiamo parlatoma poi sono io che incontro ochiamo Fassino. Non ho certo bi-sogno di Moncada”. Anche il‘grandissimo burattinaio’ con -corda: “Nessun rapporto profes-sionale, solo un’amicizia pluride-cennale. Mi creda, mi hanno ri-tagliato addosso una figura chenon mi corrisponde”.

POTERE FORTE

Di lui l’ex capo dello Ior

Gotti Tedeschi disse:

“Non si può ridurlo

a un massoncello

qualsiasi o a un agente

della Cia, lui è tutto”

MONCADA, IL “B U R AT T I N A I O ”CHE SUSSURRAVA A GAMBERALENELLE CARTE DEI PM DI MILANO GLI APPUNTI DELL’ASPIRANTE PRESIDENTE TELECOM

CHE RACCONTANO GLI INCONTRI CON IL MISTERIOSO E POTENTE MANAGER TORINESE

Ignazio Moncada della Fata; afianco, Vito Gabernale e i suoi

appunti dopo gli incontri con ilmanager torinese nel 2011 Ansa

di Carlo Di Foggia

Da Puggy, a Vittoria, fino aDudù. Se prima erano solo

foto affetuose con cuccioli inbraccio - dal carlino di MicaelaBiancofiore, al meticcio di Vit-toria Brambilla - ora lo sguardosi allarga, fino a Madre Teresa, e abbraccia la que-stione tutta: migliaia, anzi milioni di amici a quat-tro zampe e i loro padroni-elettori. Il Caimanotorna cinofilo per necessità. I sondaggi preoccu-pano - Forza Italia sotto il 20 per cento (dietro Pdal 35 e M5S al 21) - e così Berlusconi riscopre il“piano animalista”, per non scoprirsi terzo polodopo le elezioni europee. Il primo passo: “Biso -gna trovare un papà o una mamma alle migliaia dicani e gatti abbandonati”, spiega al telefono incollegamento con uno dei club Forza Silvio di Ro-ma. Perché “se li amiamo come meritano, saremomolto vicini a Dio”, prosegue l’ex Cavaliere ci-tando un brano della beata missionaria (“l’hoscoperto questa notte, una cosa che mi è piaciutamoltissimo”), e poi perché così “gli oltre 10 mi-lioni di italiani che hanno un cane o un gattinonon potranno che guardarci con simpatia, e que-

sto aiuterà il popolo dei moderati a diventare for-za e maggioranza politica”. E poi c’è il risparmio(“260 milioni di euro all’anno che spendiamo peri canili”). Ma ci sono anche altri motivi per amaregli aniamli, come si legge sulprofilo Facebook, dove am-micca anche una foto delbarboncino Dudù: “Perchévivono senza avere una lus-suosa dimora”; “perché noncomprano l’amore, sempli-

cemente lo aspettano”; “perché sono nostri com-pagni, eterni amici che niente potrà separare”.Così come niente può separare davvero il cen-trodestra italiano. Francesco Storace reagisce su-

bito al fischio del caro vecchioSilvio, con “affetto ed entusia-smo”. Proprio ieri, dal comitatocentrale della Destra, è arrivato ilvia libera al ritorno a casa. Ber-lusconi lo aveva chiesto con unalettera all’ex governatore del La-zio. Le forme e i modi si trove-ranno, ma l’obiettivo è presen-tarsi uniti all voto europeo, pro-

babilmente con l’inserimento dell’ex An nelle li-ste azzurre.Proprio le liste sono il problema che in questigiorni preoccupa meno Berlusconi, che attende ilgiudizio del tribunale di sorveglianza di Milanoche il 10 aprile (ma si parla di uno slittamento)dovrà decidere se dargli l’affidamento ai servizisociali. Nell’attesa il partito e il cerchio magicoattorno al leader si spaccano su come gestire l’im -minente vuoto al vertice. Il richiamo berlusco-niano dei giorni scorsi è servito a limitare le po-lemiche pubbliche. Ora si studiano le contromos-

se per sopravvivere. Ed ecco ilritorno all’animalismo, che giàa dicembre Berlusconi avevaabbracciato con crescente con-vinzione. All’ex Cavaliere veni-vano attribuite espressioni tipo“dobbiamo fare qualcosa per icuccioli che non hanno le stesse

fortune di Dudù”, o “non regalerei mai una pel-liccia a una donna”. Ora si fa sul serio e per lacampagna animalista verranno mobilitati i 12mila club Forza Silvio, del fido Marcello Fiori, exmanager Acea con un passato nella protezionecivile.Michela Vittoria Brambilla - l’ex ministro con-siderata la prima ispiratrice delle simpatie caninedell’ex premier - ieri applaudiva entusiasta. Mal’idea non sembra convincere gli animalisti, a co-minciare dall’Associazione Italiana Difesa Ani-mali ed Ambiente (Aidaa), che contesta anche inumeri (“ci sono anche 750 mila randagi”). “Ser -vono misure concrete - dicono - a meno che Ber-lusconi non venga da noi a fare il dog sitter”. Nes-suna ironia, visto che per ben due volte l’asso -ciazione si è offerta di ospitare il Cavaliere in casodi affidamento ai servizi sociali.

FORZA DUDÙIl barboncino di casa Berlusconi

che corredava il post di ieri dell’exC ava l i e re foto tratta da Facebook

Forza Italia, Dudù detta la linea:“Salviamo i cani abbandonati”

IL POST DI SILVIO

(+5) i costi di gestione del portafoglio titoli.Le meno care, secondo Adusbef, Bnl (238 eurol’anno); Popolare Commercio Industria, PopolareMilano, Popolare Ancona, Banco di Brescia (250euro). Tra le più care Banca Popolare di Ravenna(515); Banca di Sassari (593) e Banco di Sardegna(621); Banca Popolare Emilia Romagna (754 eurol’a n n o) .

Page 8: Domenica 30 marzo 20 14 1,30 LE SPINE DEL GIOVANE RENZI È ...€¦ · Domenica 30 marzo 20 14 – Anno 6 – n° 88 € 1,30 – Arretrati: €2 ,0 0 Redazione: via Valadier n°

8 DOMENICA 30 MARZO 2014 il Fatto Quotidiano

Imprenditore sullacupola di San Pietro“Francesco aiutaci”

di Enrico Fierro

Lucia ha avuto fi-nalmente giusti-zia. L’uomo che inun giorno di apri-

le decise di sporcare la pri-mavera e di rovinarle la vita,è stato condannato. Ventianni di galera. Quattordici aiboia che assoldò per la suaassurda vendetta e che strap-pò dalle viscere di quell’A l-bania del codice Kanun, chefa della hakmarrja, la vendet-ta, la sua legge fondamenta-le, considerando la donnasubalterna, succube, di padrie mariti.

LUCIA ANNIBALI è l’a v v o c a-tessa di 37 anni sfregiata conl’acido da due killer assol-dati dal fidanzato. Ha pas-sato mesi d’inferno ma nonha mai mollato. È diventataun simbolo per tutte le don-ne vittime delle persecuzio-ni di fidanzati, mariti eamanti, che non riescono adaccettare la fine di un rap-porto. Ieri era in aula adascoltare la sentenza. “S e n-tenza giusta – ha commen-tato in una veloce conferen-za stampa –, ma adesso vo-glio guardare avanti”. Emo-zionata, ma senza mai ab-bandonare sorriso e lucidi-tà, Lucia Annibali ha voluto

ripercorrere i mesi passati.“Ho lottato per non farmitravolgere da un dolore im-menso”. “Non voglio porta-re rancore – ha aggiuntocombattendo con la com-mozione di ricordi che an-cora le lacerano l’anima –ma nulla potrà ripagarmi”.Quale sarà il suo futuro, Lu-cia lo ha ben chiaro: “Oravoglio ricostruire il mio visoe godermi un po’ di sereni-tà”. Parola magica, che

commuove i presenti. Don-ne, soprattutto. Tante, ve-nute a esprimerle solidarie-tà. Sono esponenti di comi-tati e associazioni femmini-li, c’è l’Unione donne italia-ne di Pesaro in prima fila,ma sono tante le donne sen-za sigle né bandiere. “Luciaha avuto sempre coraggio –

ci dice Anna, una signorasulla cinquantina con gli oc-chi lucidi di commozione –,fin dall’inizio, quando dasubito ha capito che quellasubita non era un’a g g r e s s i o-ne, ma la vendetta dell’u o-mo che la perseguitava. E haavuto coraggio anche neimesi successivi non pensan-do solo a se stessa, alla suaguarigione, ma a noi tutte. Atutte le donne vittime distalking”.

GLI AVVOCATI della difesadei tre condannati hanno an-nunciato ricorso. “E si devo-no sinceramente vergognare– dice l’avvocato di Lucia,Francesco Coli –. Noi andre-mo ad Ancona, in Appello, ea Roma, se necessario. È statadata una pena mai vista nelnostro sistema, ma è una pe-na giusta, che mette un pun-to fermo su tutte le violenzealle donne”.È il 16 aprile 2013, Lucia An-nibali è appena rientrata acasa. Da giorni la sua esisten-za è sconvolta da un amorefinito. La storia col collegaLuca Varani, non ha più pre-sente, né futuro. La giovaneavvocatessa ha infatti sco-perto che lui ha un altro le-game. C’è un’altra donna traloro due, una presenza cheLucia fino a quel momento

ignorava. L’altra aspetta unfiglio, Varani presto sarà pa-dre. Da questo momento èl’inferno. Lucia incontra piùvolte quello che era stato ilsuo uomo, gli comunica cheil rapporto è finito, vuoletroncare e tronca.

LUI, LUCA VARANI, non loaccetta. Non si dà pace, sisente abbandonato, non rie-sce ad ammettere le sue re-sponsabilità. Per Lucia sonogiorni durissimi. Telefonatenel cuore della notte, appo-stamenti, sguardi minaccio-si, una persecuzione che lalegge italiana traduce con untermine inglese, stalking, cheperò non rende l’idea dell’in -ferno.Un giorno Luca le entra incasa e tenta di ammazzarla

aprendo tutti i rubinetti delgas. Poi la decisione ultima,la più terribile, Lucia deve es-sere sfregiata. Nessunoavrebbe potuto più accarez-zare il suo bel volto. Cosìl’avvocato Luca Varani com-pra per duemila euro la com-plicità di Rubin Ago Talabane Altistin Precetaj, due ba-lordi albanesi disposti a tut-to. Ed è Talaban che nel po-meriggio di quel maledetto16 aprile si fa trovare nell’ap -partamento di Lucia. Leiapre la porta, lui le lancia sulvolto un fiotto di acido.È l’inferno, il viso di lei è co-me divorato dalle fiamme.

Lucia capisce subito, è statolui, l’ex fidanzato ad assol-dare quei due killer, quella èla sua vendetta. È straziatadal dolore, ma riesce a rac-contare tutto ai soccorritori,tanto che il giorno dopo scat-tano subito le manette perLuca Varani e per i suoi duecomplici.Il resto è lo strazio delle diecioperazioni al volto e agli oc-chi che rendono ancora piùdoloroso il calvario di Lucia.Una donna che non si è ar-resa e che è diventata un sim-bolo per tutte le donne vit-time di violenze e soprusi.Per questa sua tenacia l’8marzo scorso, l’avvocatessaha ricevuto un riconosci-mento giustissimo: l’onorifi -cenza dell’Ordine al meritodella Repubblica.

Ve n t ’anni all’ex fidanzatoche fece sfregiare LuciaCONDANNATO IL MANDANTE DELLA “PUNIZIONE” DELLA LEGALE DI PESARO

di Valeria Pacelli

L’idea era tanto ambiziosa quanto spre-giudicata. Portare a termine una mega

truffa ai danni dello Ior, l’istituto di creditodel Vaticano. Tutto era pronto: titoli di cre-dito, timbri, sguardi e modi da professio-nisti, accento straniero ma educato, che nonguasta mai. Il piano è stato mandato a monteda una collaborazione inedita fra la Guardiadi finanza e la Gendarmeria vaticana.

I DUE AUTORI della tentata truffa allo Iorsono stati fermati proprio dai gendarmi e daimilitari delle Fiamme gialle, proprio quandopensavano di essere riusciti a portare a ter-mine la “stangata”.“Non sono clienti, tantomeno erano attesi daqualcuno allo Ior” hanno detto le autoritàvaticane; insomma, i due cittadini stranieri -un americano e un olandese - risultano al-meno per il momento totalmente estraneiall’attività dell’istituto e sconosciuti da fun-zionari e personale dello Ior.Secondo quanto si apprende - le notizie sonofiltrate con il contagocce - sono stati seque-strati titoli di credito al portatore per migliaiadi miliardi di euro, dollari e altre valute pre-giate. Uno dei due denunciati aveva a di-sposizione tre passaporti, particolare che ladice lunga sulla “professionalità” del truffa-tore.Come sono andati i fatti? Anche su questo siconoscono pochi particolari, quel che è certoè che sia la Gendarmeria sia la Finanza so-spettavano dei due “uomini d’affari” che so-

no stati bloccati mentre entravano in Va-ticano dall’ingresso di S. Anna. Con loro por-tavano una valigetta e la loro intenzione eraquella di depositarne il contenuto - i titolifalsi per miliardi di valuta pregiata - allo Ior.Al posto di controllo i due uomini hannocercato di eludere la sorveglianza e hannochiesto di andare allo Ior, l’istituto di de-posito vaticano che ha sede a pochi passi

dall’ingresso, nel TorrioneNicolò V. Quando la Gen-darmeria ha chiesto loro difornire spiegazioni e i motividi quella richiesta, i due han-no millantato conoscenzecon due cardinali, come sequesto particolare potesseproteggerli e permetter lorodi proseguire.Ma il piano era ormai saltato:il loro obiettivo era ottenerel’apertura di una linea di cre-dito con cui, poi, agire suimercati internazionali. L'operazione è statapossibile grazie alla nuova normativa anti-ri-ciclaggio approvata dal Vaticano.

LA GUARDIA DI FINANZA ha poi procedutoalla perquisizione delle camere d’albergo oc-cupate dai due truffatori, dove sono stati ri-trovati timbri, certificazioni di carattere fi-

nanziario, telefoni, computer e tre passaportivalidi rilasciati da Olanda e Malesia. I dueuomini sono stati denunciati sia all’autoritàvaticana sia a quella italiana. Sulla base degliaccordi previsti dal Trattato lateranense sonostati comunque consegnati alle autorità ita-liane. Ora sarà la Procura a proseguire l’in -chiesta.

IN TRIBUNALELucia Annibali, la donna

sfregiata con l’a c i d o.

A sinistra, Luca Varani

La Pre ss e

UN GIORNO IN ITALIA

I DUE ALBANESI

14 anni di carcere

ai balordi assoldati

dallo spasimante rifiutato

per compiere l’a g g u a to

Da quel giorno la vittima

ha subito dieci operazioni

Il Papa andrà in terra di ’n d ra n g h e ta

CASSANO, DOVE È MORTO IL PICCOLO COCÒPapa Francesco visiterà alla fine di giugno Cassano alloJonio, il paese di Cocò Campolongo, il bimbo uccisoe bruciato assieme al nonno dalla ’ndrangheta Ansa

L’ingresso della sede dello Ior in Vaticano La Pre ss e

ANCORA UNA PROTESTA sulla cu-pola di San Pietro per l’i m p re n d i to retriestino Marcello Di Finizio, quasi“abbonato a questo tipo di azionispettacolari in Vaticano. È la quartavolta in pochi anni che l’i m p re n d i to resale sulla cupola esponendo uno stri-scione per mostrare il suo dissenso su

tematiche sociali. Questa volta si èrivolto al presidente della Repubblica,Giorgio Napolitano, e a Papa France-sco, chiedendo un loro intervento sul-le politiche del governo. “Per l’amor diDio fermatevi - si legge sullo striscio-ne - ci state ammazzando tutti” e an-cora “Papa Francesco aiutaci tu”.

L’imprenditore protesta contro “lamacelleria sociale con Renzi”. Di Fi-nizio ha messo in atto lo stesso tipo diprotesta lo scorso anno: in quella oc-casione il suo intento era contestarel’euro e una applicazione della nor-mativa europea Bolkestein al settoreb a l n e a re .

M I L L A N TATO R I

L’intento era ottenere

una linea di credito

per poi agire sui

mercati internazionali

Uno dei denunciati

aveva tre passaporti

Vaticano, tentano truffa allo IorLA “STA N G ATA” PREVEDEVA LO SMERCIO DI TITOLI FALSI, FERMATI UN OLANDESE E UN AMERICANO

Page 9: Domenica 30 marzo 20 14 1,30 LE SPINE DEL GIOVANE RENZI È ...€¦ · Domenica 30 marzo 20 14 – Anno 6 – n° 88 € 1,30 – Arretrati: €2 ,0 0 Redazione: via Valadier n°

9il Fatto Quotidiano DOMENICA 30 MARZO 2 01 4SI CURI CHI PUÒ

I medici di famiglia:ci occuperemo anchedi salute sessuale

RIDURRE L’ACQ U I STO di farmaci online e occu-parsi della salute dei pazienti in modo più completo.Per questo la federazione dei Medici di MedicinaGenerale - o medici di famiglia - ha deciso di farentrare i disturbi legati alla sessualità nei check-upambulatoriali. Insomma, non solo il vecchio control-lo della pressione, non solo “dica 33” o le domandesu fumo e alcool: presto i medici di famiglia si in-

formeranno anche sulla salute sessuale dei propripazienti. D’altronde, dicono le stime, l’a rgo m e n toriguarda 16 milioni di italiani: 4 milioni di uomini -che al 90% non si curano - soffre di eiaculazioneprecoce. La difficoltà a raggiungere l’orgasmo ri-guarda 4,5 milioni di donne e un milione soffrono divaginismo. Tre milioni e mezzo, invece, gli uominiche lamentano disfunzione erettile.

di Chiara Paolin

L’entusiasmo di Bea-trice Lorenzin, mi-nistro della Salute,è totale: “Mai più

un caso Avastin-Lucentis, estop al cartello delle aziendefarmaceutiche”. Anzi: “Se lamulta a Roche e Novartis saràconfermata, ci costituiremoparte civile e chiederemo il rim-borso del danno erariale per de-volverlo al Servizio sanitarionazionale”. Premessa e grimal-dello di questo severo cambiodi passo è il decreto legge nu-mero 36/2014, pubblicato inGazzetta Ufficiale lo scorso 21marzo: il Decreto Lorenzin.L’idea è di ampliare la scelta dimedicinali a disposizione delsistema nazionale spuntandoprezzi più convenienti. Come?Finora funzionava così: ognicasa farmaceutica si presentavaall’Aifa (Agenzia italiana delfarmaco) con un certo prodot-to da utilizzare per una o piùindicazioni. Se Aifa riconosce-va l’efficacia del farmaco lo im-metteva nell’elenco ufficiale,contrattando il prezzo del rim-borso. Esistono anche elenchispeciali, come il cosiddetto 648:è il far west dell’off-label, cioèfarmaci non registrati ufficial-mente nel disciplinare Aifa, macomunque rimborsabili.

NEL 648 STAVA L’AVA ST I N , unantitumorale che pur non es-sendo registrato per trattare lemaculopatie era ampiamenteutilizzato dagli oculisti: funzio-nava benissimo e costava 50 eu-ro a dose anziché 700. Aifa nonpoteva prescriverlo ufficial-mente per la maculopatia, per-chè Roche non ne aveva fatto ri-chiesta (al contrario di Novartiscon il costoso Lucentis) maconsentiva l’uso off label. Nel2012, appena l’agenzia europeadel farmaco segnala i rischi con-nessi alla somministrazione in-traoculare di Avastin, Aifa siprecipita a segnalare il passag-gio e decide di eliminare il me-dicinale low cost, quando inrealtà il pericolo di trasmettereinfezioni con la puntura è co-mune a tutti i farmaci, e diversistudi europei - oltre alla prassidegli oculisti italiani - confer-mano l’equivalenza sostanzialetra Avastin e Lucentis.Il punto nodale è uno: per im-mettere un medicinale nel siste-ma è la casa farmaceutica a po-

tersi muovere, a decidere qualemolecola e per quale uso sia di-sponibile. In seconda battuta c’èl’Aifa, che certifica e autorizza,oppure concede l’iscrizione inoff label per uso temporaneo.

LA RIVOLUZIONE Lorenzinprevede che, oltre alle case far-maceutiche, ora anche Aifapossa promuovere la registra-zione di un farmaco o il suo uti-lizzo estensivo, purchè BigPharma sia d’accordo. “In pre-

senza di un medicinale usato offlabel in altri Paesi, all’Aifa è af-fidato il potere di avviare d’uf -ficio una sperimentazione, con ifondi pari a circa 3 mln di eurodi cui l’Agenzia stessa dispone”ha spiegato il ministro. L’ipotesiè valida anche in caso siano di-sponibili studi indipendenti asostegno dell’efficacia terapeu-tica del prodotto usato “fuorietichetta”. Per procedere, ha ag-giunto il ministro, “Aifa contat-ta l’azienda titolare di brevetto

IL DECRETO LORENZIN

CHIEDE A BIG PHARMA

L’OK SUI MEDICINALIVA IN PARLAMENTO LA NORMA CHE DEVE CONTRASTARE

TRAMITE AIFA GLI ACCORDI DI CARTELLO TRA MULTINAZIONALI

I FARMACOLOGI: NON FUNZIONA, SERVE UN CAMBIO RADICALE

Il farmacologo Silvio Garattini

“3 milioniper sperimentare? Fa ridere”

Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin La Pre ss e

Silvio Garattini, capo del piùgrande centro di ricerca farma-

cologico d'Europa (il Mario Negri diMilano), non è particolarmentesoddisfatto delle novità contenutenel Decreto Loren-zin.Partiamo dal dato più

semplice: per fare ri-

cerca in proprio, Aifa

ha a disposizione 3

milioni di euro.

È una cifra ridicola.Uno studio clinicocontrollato costa di-versi milioni e duraparecchi anni. Servi-rebbe una base di al-

meno 20, 25 milioni per impostareun’attività seria.Ma c’è la crisi.

Capisco. Eppure, se si vuole inter-venire, i soldi saltano fuori.

Co m e?

Innanzitutto biso-gna rilanciare ifondi per la ricercaindipendente cheAifa mette a caricodelle aziende far-maceutiche: è il 5per cento della lo-ro spesa promo-zionale. Un tempoc'era un bel flusso,negli ultimi anni

s’è prosciugato.Sono appunto i 3 milioni di cui so-

pra. E poi?

E poi bisogna ribadire che la sceltadei farmaci deve essere libera al100%. L’ente europeo del farmacofornisce un elenco dei medicinaliapprovati, ma non ci vincola a uti-lizzarli. È lo Stato italiano a deciderequali siano davvero utili e conve-nienti.Magari incidendo nel processo di se-

lezione con l’occhio ai costi?

Certo. Realizzando studi utili a chigestisce un sistema sanitario, nonseguendo gli interessi delle aziende.Voglio dire: chiaramente chi vendeprodotti mira a piazzarne di nuovi,

che non siano peggiori di quelli giàesistenti. Ma lo Stato ha bisogno distudi comparativi per vedere se ilmedicinale testato in modo stan-dard ha effetti particolari su cate-gorie specifiche come i bambini, glianziani, le donne, i soggetti mul-tipatologici. Idem per affinare la co-noscenza sulla somministrazione:dose ottimale, durata ottimale, as-sociazione con altri principi. Aifadeve lavorare bene e garantire legiuste priorità: cure sicure, spesacorretta.Il Decreto Lorenzin va nella direzio-

ne giusta?

Mi pare proprio di no.Twitter@chiarapaolinSilvio Garattini Ansa

FOLLOW THE MONEY, ovvero vai avedere dove finiscono. Le medicineche si vendono in Italia, tra farmaciee cure ospedaliere, passano dalla po-litica: dal ministero della Salute aiprimari, tutto viene tradizionalmen-te suddiviso con il benestare dellapolitica. E quindi è lì, dentro i palazziistituzionali, che bisogna stare. Spe-cie quando sono le istituzioni stessead aprire la porta: il premier MatteoRenzi s’è presentato alla prova cloudel suo tour europeo, l’incontro conAngela Merkel, accompagnato daLuisa Aleotti, sotto accusa (con i suoifamiliari) per aver truffato il sistemasanitario e reinvestito i profitti illeci-tamente ottenuti tramite l’aziendaMenarini. Del resto, Lucia Aleotti èsempre stata a fianco di Renzi: 600computer in omaggio alle scuole del-la Provincia di Firenze nel 2007, trecase popolari lo scorso gennaio, conMatteo e Lucia sempre sorridenti. Unbel colpo per chi dice che è il centro-destra il covo dei farmaco-friendly.

Solo perché la moglie dell’alfaniano Maurizio Sacconi è la di-rettrice generale di Farmindustria (Enrica Giorgetti). O perché ilfedelissimo berlusconiano Paolo Bonaiuti si fa fotografare alQuirinale con Daniela Melchiorri, membro italiano dell’a ge n z i aeuropea del farmaco (Ema). O perché il presidente dei farma-cisti italiani, Andrea Mandelli, è diventato senatore della Re-pubblica. Dettagli, naturalmente.

per acquisirne l’assenso allasperimentazione; l’azienda hauna triplice possibilità: darel’assenso alla sperimentazionedell’Aifa; avviare in proprio (e aproprie spese) la sperimenta-zione; opporsi sic et simpliciter.In questo caso, del dissenso del-l’azienda viene data pubblicitàsul sito Aifa”.

TUTTO BENE, tutti contenti?Quelli delle case farmaceutichesicuramente sì, perchè nulla po-trà essere messo in circolo senzail loro consenso. Nota bene: se-guendo il decreto letteralmente,se l’azienda si oppone alla regi-strazione, Aifa non può inclu-dere nemmeno temporanea-mente il medicinale nelle sue li-ste. Unica sanzione: la pubbli-cazione del rifiuto nel miscono-sciuto sito dell’ente. E la cifrache Aifa può spendere per stu-diare in proprio i farmaci è de-finito semplicemente “ridicolo”dal professor Silvio Garattini,luminare indiscusso.Ma c’è un altro aspetto su cui siconcentra la delusione di ricer-catori e manager sanitari chevogliono usare il denaro pub-blico per tutelare più i pazienti emeno Big Pharma: trattasi delmitologico comma Z, ovvero ilcodicillo dell’articolo 1 della Fi-nanziaria 2007 in cui si affermache se esiste nell’elenco Aifa unmedicinale on label riconosciu-to valido per una certa cura, nonpuò essercene un altro in quellespeciali. Ebbene, se il comma Zfosse eliminato, davvero non sipotrebbe più ripetere un casoAvastin-Lucentis, perchè en-trambi i farmaci resterebberosu piazza, e ogni Asl, ogni me-dico, sceglierebbe in libertà

quale comprare.Sul punto parla chiaro il Sifact,la società di farmacia clinica chestimola studi indipendenti e usirazionali delle risorse pubbli-che: “Ci aveva provato Balduzzia mettere una pezza all’improv -vido articolo del Ministro dellaSanità dell’epoca, Livia Turco.Il successore Renato Balduzziaveva inserito in un decreto lanorma che autorizzava l’usooff-label per indicazioni tera-peutiche non registrate quando

il profilo di sicurezza del farma-co non era ‘inferiore a quello delfarmaco autorizzato’, e qualoraquest’ultimo risultasse ‘eccessi -vamente oneroso’ per lo Stato.Ma il Parlamento cassò la pro-posta: probabilmente le lobbydel mondo farmaceutico aveva-no lavorato bene”.

ANCHE PER IL DECRETO Lo -renzin c’è chi è convinto si sialavorato in alto loco, e di certonon v’è traccia del comma Z.Adesso che la norma entra inParlamento per la conversionein legge, che si fa? La senatricedel Pd Nerina Dirindin chiedeuna revisione sostanziale: “Percome è scritta ora, la norma as-segna alle case farmaceutiche ilpotere assoluto di registrare far-maci, col benestare dell’Aifa.Cioè il controllato che governail controllore: sul punto servefare chiarezza, subito. Ma perintervenire in modo organicobisogna eliminare il comma Z, eintrodurre gli elementi più fortinel contrastare lo spreco. Cosegià note: i sistemi di gara per gliacquisti farmaceutici delle Asl,l'utilizzo dei generici, il ruolodelle Regioni che devono averepiù potere e autonomia consi-derato quanto spendono in me-dicine. Cottarelli non ha pensa-to di intervenire, speriamo cheil governo capisca l’entità del ri-sparmio possibile”.La spesa farmaceutica italiana èstata di 25 miliardi di euro nel2012. Solo l’Emilia Romagnanel 2013 ha speso 12 milioni peril Lucentis: ne avrebbe spesi 160mila se avesse usato Avastin.

AVA ST I N - LU C E N T I S

Il ministro garantisce

trasparenza nell’a cq u i s to

dei farmaci. La senatrice

Dirindin: “Per risparmiare

davvero, tutelando

la salute, serve altro”

E intanto la politicanon resta a guardare

Sopra, Renzi e Aleotti.

Sotto, Paolo Bonaiuti

e Daniela Melchiorri

Ansa, Umberto Pizzi

Page 10: Domenica 30 marzo 20 14 1,30 LE SPINE DEL GIOVANE RENZI È ...€¦ · Domenica 30 marzo 20 14 – Anno 6 – n° 88 € 1,30 – Arretrati: €2 ,0 0 Redazione: via Valadier n°

10 DOMENICA 30 MARZO 2014 il Fatto Quotidiano

di David Marceddu

San Benedetto Val di Sambro (Bologna)

Se la terra continua a camminare, la seces-sione del Paese quassù potrebbe farsi real-tà. Non quella ideologica di Umberto Bos-si, s’intende. Ma quella infrastrutturale: qui

l’Italia rischia di dividersi in due. Perché la Variantedi valico potrebbe mettere a rischio le altre grandiopere che da decenni attraversano l’Appennino. Ri-svegliata dai lavori per la nuova galleria Val di Sam-bro, la frana che dal 2010 sta facendo muovere ilpaesino di Ripoli è infatti arrivata a pochi metri dallastazione ferroviaria di San Benedetto Val di Sambro.E quelli della Direttissima che passano lassù nonsono binari qualunque: sono il teatro di due stragiche hanno segnato la storia della nostra Repubblica.Quella dell’Italicus nel 1974 (12 morti) e la strage diNatale del Rapido 904 nel 1984 (17 morti). Ciò cherimaneva dei treni arrivò sotto quelle pensiline.

Il pilone, alto 40 metri, dell’Au to s o l esi è spostato di 15 centimetri in due anni

Come rivelato dal Fa t to il 23 marzo, il viadotto amonte di Ripoli, dove passa l’attuale Autosole Bo-logna-Firenze, si è mosso di quasi 15 centimetri indue anni e mezzo. I misuratori però segnalano cheanche a valle della frazione di San Benedetto Val diSambro la terra si muove. Tutto sta scritto nellecarte di Spea, società di ingegneria di proprietà diAutostrade per l’Italia, concessionaria della Va-riante di valico. Mire topografiche piazzate a mag-gio 2013 ai bordi del parcheggio dello scalo Fs, apoche decine di metri dai binari, segnalano mo-vimenti di quasi tre centimetri verso valle negli ul-timi 10 mesi. Pochi metri più a monte le misu-razioni sono iniziate ben prima, fin dal novembre2011, da quando gli abitanti del paese hanno no-tato le prime crepe sui muri: la mira O-8, per esem-pio, si è mossa di 18 centimetri tra novembre 2011e febbraio 2014. Rfi (Rete ferroviaria italiana), in-terpellata, prova a minimizzare: “Gli studi in corsoa cura dell’Università di Bologna non evidenziano,al momento, movimenti tali da comprometterel’agibilità della linea ferroviaria”. I tecnici del ser-vizio geologico della Regione Emilia Romagna, che

da tre anni aggiornano le mappe di Ripoli, la spie-gano così: “La stazione e i binari non sono sul corpodi frana, ma su depositi alluvionali di fondovalle. Ilcolore differente (nella cartina topografica chepubblichiamo in alto è azzurro, ndr) dipende dalladiversa natura dei terreni”. L’enorme macchia dicolore rosso sulla mappa, segno di frana attiva, cheora ricopre Ripoli fin su, fino al viadotto dell’A1,l’hanno disegnata loro. Ed esclude solo binari e sta-zione. “Sono mai state fatte delle misure lì?”, chie-diamo. “No. Non ci risulta che vi siano mai statiproblemi di alcun tipo sulle linee stesse. Di con-seguenza la zona ferroviaria non fa parte del ter-ritorio monitorato specificamente per la Variantedi valico”. Prima che gli scavi la risvegliassero, lagrande frana si muoveva al massimo di 2,7 mil-limetri l’anno. A stabilirlo è una consulenza che laprocura di Bologna ha fatto eseguire per la sua in-chiesta. Lunghe indagini sulla quale per mesi han-no lavorato i carabinieri di Vergato, ma per la quale

ora i pm hanno chiesto l’archiviazione. Adesso, in-vece, a Ripoli tutto cammina più veloce. I muri sispaccano, famiglie intere hanno dovuto abbando-nare il borgo dalla sera alla mattina. La chiesetta delDuecento, un gioiellino del Medioevo, è stata di-chiarata in stato d’allarme secondo le schede Ae-des, quelle che si usano dopo i terremoti. Ha cam-minato per oltre 15 centimetri dal 2011. Ci sonocase quassù che sono scivolate per 25 centimetri.Andando dal centro del paese verso la zona chia-mata Scaramuzza, che prima dei lavori si muovevadi nove millimetri l’anno, il misuratore A-2 ha se-gnato movimenti per oltre 80 centimetri da inizio2011. E nonostante le rassicurazioni non si è an-cora fermato.

Il silenzio delle istituzioni dopo una brevesospensione dei lavori nel 2012

Le istituzioni intanto latitano. Tra il 2011 e il 2012,sotto la pressione di cittadini inferociti e spaven-tati, Regione e Prefettura imposero ad Autostradeun controllo massiccio affinché a nessuno cadessein testa il tetto. Ripoli da allora è il paese più mo-nitorato d’Europa. Non c’è casa che non sia con-trollata al millesimo di millimetro. Ma la frana simuove ancora, anche ora che la galleria della Va-riante è quasi completa e il danno è fatto. Nel 2012,quando ancora fermare gli scavi poteva significaresalvare la situazione, il Consiglio regionale votòunanime lo stop ai lavori proposto dal M5s. Lagiunta regionale, del Pd, da sempre sponsor po-litico dell’opera, si presentò da Autostrade con lacoda fra le gambe e ottenne giusto una breve in-terruzione dei lavori. Da allora il silenzio della po-litica. Rotto periodicamente dalle notizie deglisgomberi. Il 22 marzo il Fa t to ha segnalato in unarticolo problemi analoghi in un altro tratto dellaVariante, la galleria Sparvo. La notizia ha spinto icittadini di Ripoli a far sentire ancora la loro voce:“Le istituzioni dovrebbero prendere atto che le no-stre case sono destinate a essere perse. Dovrebberofare pagare i responsabili per i danni patrimoniali eper quelli alle nostre vite – spiega Dino Ricci, geo-metra in pensione, ex costruttore di strade, e oraportavoce del comitato civico –Una frana di questedimensioni, in Appennino non si ferma più”.

Lo scoop del Fattonel silenzio totaledi giornali e tg

SPROFONDO ITALIA

DISSESTOLa cartogra-

fia ufficiale

della Regione

Emilia Roma-

gna segnala

col colore ros-

so la zona di

dissesto: la

frana è ormai

a pochi metri

dalla linea fer-

roviaria, indi-

cata dentro la

fascia azzurra,

all’altezza

della stazione

delle stragi

IComuni non riescono più a fare cas-sa con le multe. Almeno per quanto

preventivato. Gli incassi sono in mediadel 30% inferiori alla voce stimata, conpunte di evasione dei pagamenti chearrivano al 50%. È quanto emerge daun’indagine dell’Ad n K ro n o s sui bilancidei Comuni italiani. La conseguenzaprincipale: di fronte ai buchi che siaprono nei conti, le amministrazioni ri-corrono spesso a campagne estempo-ranee di nuove multe a tappeto per col-mare almeno in parte la falla aperta.L’analisi dei bilanci restituisce una fo-tografia in cui spiccano alcune realtà,nelle grandi città e in quelle più piccole,

che vedono le ammini-strazioni in evidentedifficoltà. E spesso a es-sere fuori misura sono lestime di gettito inserite

in bilancio. A Roma, il Comune ha iscrittoa bilancio per il 2013 incassi dalle multeper 408 milioni quando nel 2012 l’accer-tato è stato di 280 milioni. A pesare, e nonpoco, è anche l’evasione, i mancati paga-menti causa crisi. A Napoli le multe perinfrazioni al codice della strada registranoun tasso d’evasione superiore al 50%; aPescara, nel 2013, il Comune ha riscosso1,7 milioni, quando l’anno prima erano3,5. In questo scenario, si inserisce anchel’ultima accesa contesa sulle multe sullestrisce blu, in caso di sosta oltre l’orarioconsentito. Alla fine, ha vinto l’Anci, in-cassando dal governo il via libera per l’e-manazione di specifici regolamenti locali.

M U LT E Con la crisi i sindaci

non riescono a riscuotere

Variante di ValicoLa frana minacciala stazione delle stragiSI MUOVONO IL VIADOTTO DELL’A1 E UN PAESINO: A RISCHIOI BINARI GIÀ TRISTEMENTE NOTI PER L’ITALICUS E IL RAPIDO 904

GRANDI OPERE

4 AGOSTO 1974 La strage dell’Italicus Ansa

23 DICEMBRE 1984 La strage del Rapido 904

UNA SETTIMANA FA il Fatto Quo-

tidiano rivelava, sabato 22 marzo, iproblemi della Variante di Valico, conla nuova galleria di Sparvo interessatada un movimento franoso che mette arischio l’opera. Il giorno dopo, dome-nica 23, con un reportage da Ripoli,San Benedetto Val di Sambro, sempre

il Fatto ha rivelato l’allarme per il via-dotto, alto 40 metri, dell’Autosole: si ègià spostato, scivolando insieme allafrana sopra Ripoli, di ben 15 centime-tri. Già oltre il livello di guardia indi-cato nel 2012 dalle stesse Autostradeper l’Italia. Sul resto della stampa ita-liana, nei giorni seguenti, silenzio.

Page 11: Domenica 30 marzo 20 14 1,30 LE SPINE DEL GIOVANE RENZI È ...€¦ · Domenica 30 marzo 20 14 – Anno 6 – n° 88 € 1,30 – Arretrati: €2 ,0 0 Redazione: via Valadier n°

11il Fatto Quotidiano DOMENICA 30 MARZO 2 01 4

di Marcello Longo

Basta una telefonata. È vero,prenotare una visita medicacon il Servizio sanitario nazio-nale non richiede particolariacrobazie. Ottenuta la ricettadal medico di famiglia ci si ri-

volge al Cup più vicino, il Centro unico di pre-notazione dell'azienda sanitaria locale. Le opzio-ni sono tre: chiamare il centralino, recarsi allosportello, oppure – dove il servizio è attivo – pre-notare online. La prima, in teoria, dovrebbe es-sere la strada più semplice, soprattutto per chi hapoco tempo o scarsa praticità col web. Lo cre-devano anche Luigi, Rossana e Walter (nomi difantasia) prima di tentare la prenotazione dellastessa visita in tre grandi città italiane. La via piùsemplice si è rivelata, ancora una volta, una sto-ria di “centralini maledetti”.

Palermo Spiacente, il servizionon è al momento disponibile“Buongiorno, siete in linea con il centro unico diprenotazione dell'azienda sanitaria provincialedi Palermo”. È lunedì mattina, una voce regi-strata dà il benvenuto a Luigi che ha chiamatol'800.098.739 per prenotare la visita. Dopo il sa-luto, la prima scelta: “Per prestazioni del Serviziosanitario nazionale prema uno, per prestazioni apagamento e intramoenia prema due”. Facile fi-nora, ma lo attende un lungo messaggio regi-strato che comincia con la frase già sentita:“Buongiorno siete in linea con il centro unico diprenotazioni dell'Asp di Palermo”. E poi con-tinua: “Sarete collegati con il primo operatoredisponibile, nell’attesa è utile preparare l’impe-gnativa del medico curante e un recapito tele-fonico. Restate in linea per non perdere la prio-rità acquisita. Si ricorda che la prenotazione ver-rà effettuata per priorità e/o per posto disponi-bile nell'ambito del territorio provinciale. L’u-tente che non intendesse usufruire della presta-

zione è tenuto a disdire contattando qualsiasisportello Cup, questo stesso numero o utilizzan-do il fax 091.748.20.16 almeno tre giorni lavo-rativi prima dell’appuntamento”. Attesa lunga,ma il peggio deve ancora venire. Luigi è convintoche ora qualcuno gli risponderà, ma ecco lasmentita: “Spiacente, il servizio richiesto non è almomento disponibile”. Così riaggancia e richia-ma dopo un quarto d'ora. È costretto ovviamentea riascoltare tutte le istruzioni sull'impegnativa,la prenotazione, la disdetta e il fax. Ma per laseconda volta: “Spiacente, il servizio richiesto...”.Luigi riaggancia prima che la voce registratacompleti la frase. Stufo, rimanda il terzo tenta-tivo all'indomani, anche perché il servizio – ec-cetto martedì e giovedì – è attivo solo fino alle

13:30. Il risultato non cambia: “Sarete collegaticon il primo operatore disponibile...”. Ma non èvero: “Spiacente” dice ancora la voce registrata.Luigi non si arrende, passa mezz'ora e ci riprova.Dopo il solito messaggio di istruzioni nessun av-viso “spiacente”. Una speranza. Ma in pochi se-condi la voce riparte: “Buongiorno, siete in lineacon il centro...”. Luigi no lo sa ancora, ma ascol-terà quel messaggio altre dieci volte. Trascorsiquasi nove minuti di “tortura”, si arrende. È ilquarto tentativo fallito. Giura che ci riproveràuna sola volta ancora. La quinta telefonata èquella giusta, riesce a trovare un operatore li-bero. Ha vinto: visita prenotata. Ci vorranno tremesi, se ha fretta dovrà farla a pagamento. Maquesta è un'altra storia.

Roma Disdire l’a p p u n t a m e n to?Missione impossibileRossana vive a Roma. Per prenotare una visitamedica tramite Cup deve chiamare il numeroverde 800.33.33, attivo per la capitale e per tuttoil Lazio. Anche qui il primo tentativo non basta:“Gli operatori sono momentaneamente occupa-ti, si prega di richiamare più tardi”. Mezz’ora do-po il risultato non cambia, stessa risposta regi-strata. Serve una terza telefonata. La voce delCup l’avvisa: il tempo di attesa è di tre minuti. Maalmeno potrà parlare con qualcuno, spera Ros-sana. Passano pochi istanti, musica di sottofon-do: A l l e g ro di Antonio Vivaldi, da Le quattro sta-

gioni . Torna la voce registrata: “Il tempo di attesaè di due minuti e 45 secondi”. E poi ancora: “Due

minuti e 30 secondi”. Sarà così fino alla fine.Ogni 15 secondi interviene la voce, interrom-pendo le note di Vivaldi. Un sistema ansiogenoper tenere in linea i pazienti. Ma ecco l’opera-trice: è gentile, raccoglie i dati anagrafici di Ros-sana e le indica strutture e date possibili per la suavisita. Sarà fra due mesi. Poi le detta il codice diprenotazione: undici cifre che serviranno a Ros-sana per pagare il ticket o per disdire la preno-tazione. Lei lo userà alcuni giorni dopo, quandodopo aver consultato il medico, deciderà di an-nullare la visita e prenotarne una in privato peraccorciare i tempi. Il menù del call center pre-vede un canale per cancellare le prenotazioni:“Per disdire un appuntamento digiti tre, se haprenotato tramite call center digiti il numero diprenotazione fornito dall’operatore”. Rossanaaveva annotato quel numero, seguendo il con-siglio dell’operatrice. Lo digita. Ancora un pas-saggio: “Digiti le quattro cifre dell'anno di na-

scita dell'intestatario della ri-chiesta seguite da cancellet-to”. Esegue, ma l’esito è nega-tivo: “Dati non disponibili”,annuncia la voce automatica.Rossana ci riprova, ma è inu-tile. Il sistema non riconosce ilcodice. A giudicare da altre te-stimonianze non è un caso néun errore di trascrizione: sipuò provare all’infinito, maannullare l’appuntamento - equindi liberare un posto nellalista d’attesa a favore di un al-tro utente - è una missioneimpossibile. Bisogna chiama-re ancora, cercando di parlarecon un operatore. E l’attesa ri-comincia.

Venezia Per essererichiamati digitate 9E sperate“Benvenuti al centro unicoprenotazioni dell’aziendaUlss 12 veneziana”. ComeLuigi e Rossana, Walter deveprenotare una visita speciali-stica. A Venezia non c’è unnumero verde. Si chiama lo041.8897908 al costo di unanormale telefonata. Il primotentativo di Walter dura seiminuti. Dopo la prima sceltafra “digiti uno, due o tre” el’informativa sulla privacy, lavoce registrata, gelida ma cor-diale, lo avvisa: “Lei è in attesadi un operatore libero”. Wal-ter non ha ancora motivo didubitare se qualcuno gli ri-sponderà o no. Secondo avvi-so, più lungo: “Lei è in attesadi essere collegato con il pri-mo operatore disponibile, lainvitiamo a non riagganciareper non perdere la priorità ac-quisita, tenga a portata di ma-no l’impegnativa del medico,tessera sanitaria, carta e pen-na per annotare le informa-zioni dell’operatore”. Istru-zioni dettagliate per un servi-zio efficiente, pensa Walter.Ma, suggerisce la voce del callcenter, “se vuole registrare unnumero di telefono a cui es-sere ricontattato nel più brevetempo possibile digiti nove”.Walter comincia a sospettare,ma non rinuncia all’opportu-

nità di parlare con un operatore, fiero di aver“acquisito la priorità”. Il messaggio registrato ri-comincia da capo. Dopo averlo ascoltato tre vol-te forse è il caso di digitare “nove”. Walter esitaun istante, non fa in tempo a premerlo, un altromessaggio per lui: “Ci scusiamo per il protrarsidell’attesa, la informiamo che le ore di minorcarico telefonico sono fra le 10 e le 12 e fra le 15 ele 18, la invitiamo a riprovare più tardi, grazie”.La telefonata si interrompe bruscamente, il si-stema è programmato così. Sono le 12.30, Walterci riprova alle 16. L’esito è uguale. Dunque, o lastoria del “minor carico” è una bugia o è tuttacolpa della sfortuna. Rassegnato, Walter preme“nove” in fretta e registra il suo numero. In at-tesa, stavolta, che qualcuno richiami lui.

CENTRALINI MALEDETTI / 3 - CONTINUAChi non si è mai scontrato con il muro di gomma delle comunicazio-

ni preregistrate per ottenere informazioni? Stavolta vi raccontia-

mo le difficoltà incontrate con i “numeri verdi” della Sanità

PRENOTARE UNA VISITAAL TELEFONO: SE NONSEI MALATO, LO DIVENTIRIVOLGERSI AL CUP, IL CENTRO UNICO DELL’AZIENDA SANITARIA, DOVREBBE ESSERE IL MEZZOPIÙ SEMPLICE. INVECE, DA SUD A NORD, ECCO UNA SERIE DI TENTATIVI NON ANDATI A BUON FINE

Illustrazione di Doriano

COME FAR CRESCERE L’ANSIA

NELLA CAPITALE

“Il tempo di attesa è di due minuti e 45

secondi. Due minuti e 30 secondi. Due

minuti e...”. La voce metallica prosegue

così fino alla fine per tenere in linea

il paziente sull’orlo di una crisi di nervi

Page 12: Domenica 30 marzo 20 14 1,30 LE SPINE DEL GIOVANE RENZI È ...€¦ · Domenica 30 marzo 20 14 – Anno 6 – n° 88 € 1,30 – Arretrati: €2 ,0 0 Redazione: via Valadier n°

12

di Enzo Biagi

Rossellini, il film che l’ha lanciata è stato “Ro m acittà aperta”, contestato in Italia, grande suc-cesso in America, una vicenda che ha il saporedel romanzo.Per poterlo realizzare ho usato mille espe-dienti: rubavamo la luce alla Sala Corse di viaAvignonesi, dove avevano piazzato la reda-zione del giornale americano Stars and Stripe.La pellicola negativa non esisteva, compera-vamo spezzoni da venti, trenta metri daglis ca t t i n i , i fotografi ambulanti. Ubaldo Arata,l’operatore, fece miracoli, le riprese le rea-lizzammo un po’ con il negativo e un po’ conla pellicola positiva. Marcello Pagliero, il pro-tagonista, era mio compagno di scuola, AnnaMagnani aveva alle spalle soltanto una par-ticina in un filmetto di De Sica, una sciantosainvadente e crudele. Ho fatto sei milioni didebiti, che mi sono portato dietro per la vita.Quando uscì, le recensioni furono tremende:“Bruttissimo, banalissimo”, “Questo cretinoche confonde la cronaca con l’arte”. Sono sta-to sempre coperto d’insulti. I critici hanno illoro schema, se lo sono fabbricato amorevol-mente, guai se esci fuori. La prima di Pa i s à fua Venezia. Era morto Romano, mio figlio dinove anni, non volevo vedere nessuno, nonuscii dalla camera. Il portiere dell’albergo miportò un pacco di giornali. Lessi: “La menteottenebra il regista”. Per Germania anno zero,furono più gentili: ero diventato involuto.Questo la ferisce?

No. Sono perfettamente cosciente che la miaindipendenza rompe le scatole a tutti. Sonoanche rispettato da un sacco di persone, odia-to da altri.Questa ondata di rancore nei suoi confronti,

francamente non la sento.

Per questo, neppure io. Vivo talmente isolato,lavoro venti ore al giorno. Se ti preoccupi dioggi lasci un ricordo, non un segno. La ric-chezza economica, i trionfi effimeri, li ho sem-pre respinti. “Grazie papà”, dicono i miei figli,“che non ci lascerai la preoccupazione dei sol-di, quando non ci sarai più”. Se non la pensassicosì sarei o uno stupido o un mostro, per tuttele buone occasioni che ho sprecato.Lei lascerà il segno: il neorealismo, i film che

ha fatto, appunto “Roma città aperta”.

Ho conosciuto Fellini all’epoca del film, col-laborò alla sceneggiatura. Fu un rapportomolto fecondo, chiacchieravamo all’infinito.

Gli altri sceneggiatori erano Sergio Amidei eAlberto Consiglio. Un soldato americano, inun bar di via Frattina, comperò la pellicolasenza contratto, per 28 mila dollari. La pro-grammarono in una piccola sala di New Yorkper 38 mesi di fila. Ingrid Bergman la vide lì.Voleva scrivermi una lettera, ma non sapevadove indirizzarla. Un italiano, per strada, lechiese un autografo, e la consigliò di mandarlaalla società Minerva. Diceva: “Se avete biso-gno di un’attrice svedese che parla bene ininglese, ha dimenticato il suo tedesco, che siesprime in un francese non molto compren-sibile e che in italiano sa dire solo t’amo, sonopronta a venire con voi”. Ingrid, aveva già

ricevuto il primo Oscar, ma non avevo visto isuoi film; la Minerva fu distrutta dalle fiammedi un terribile incendio, ma quella busta spe-dita da Hollywood arrivò. Facemmo S t ro m b o l i

terra di Dio e la stampa disse: “Rossellini harovinato la Bergman per sempre”.Con “Roma città aperta” il cinema neorealista

fece il giro del mondo. Nessuno dimenticherà

le albe livide e le facce disperate di quella Ro-

ma nazista.

La speranza era quella di far diventare il ci-nematografo uno strumento utile. Con Ro m a

città aperta ho innovato tanto. Allora era im-pensabile girare in ambiente vero e non ri-costruito in un teatro di posa, che era il luogoin cui si celebrava il grande rito del cinema; lastrada, quella vera, era completamente sco-nosciuta al cinema di allora. Volevo fare uncinematografo accessibile a tutti: uscire dallaproduzione industriale, con tutte le schiavitùche comportava. Abbiamo fallito. Di questomodo di fare cinema se ne sono appropriati gli

stessi industriali che pensano solo all’incasso.Cinema utile lo intendo sul piano sociale,educativo, sul piano dell’insegnamento del vi-vere civile. Dobbiamo ammetterlo: il cinema-tografo non è diventato affatto utile, salvoqualche raro caso perché fatto da persone se-rie.Il rapporto con i suoi film?

Bisogna essere mobili non coerenti. Rifiutoaccuratamente di costruire il monumento ame stesso. Mai rivisti i miei film; se mi piac-ciono, sono fottuto, se non mi vanno, peggio.Appena terminati li abbandono. Solo il Messia,l’ho proiettato tredici, quattordici volte, per-ché ci ho trovato dentro quello che ho cercato

di fare per quarant’anni. Se non c’è un po’ difollia, l’esistenza per me non ha senso.E il successo?

Una scocciatura; è disturbante perché ti lega.Gli attacchi sono sempre condizione di sfida.Quando realizzai Viva l’I ta l i a , fui stroncato an-che da l’Unità. A Togliatti era piaciuto, e miscrisse per scusarsi: “Si dice che siamo unpartito monolitico. Come vede, non è vero”.Io anelo alla libertà, io voglio essere vera-mente libero.Lei ha conosciuto grandi politici come il

Mahatma Gandhi, Nehru, Allende, che ricordi

h a?

Gandhi l’ho conosciuto nel ’31 o nel ’32,quando passò da Roma. Ha abitato per alcunigiorni nell’appartamento in cui sono nato.Era considerato un santo, invece io ho avuto lasensazione di avere a che fare con un uomod’azione, molto rapido, veloce. Nehru, l’erededi Gandhi, era dolce, distaccato. L’ho cono-sciuto quando sono andato in India a girareper il telegiornale, alla fine degli anni Cin-quanta. Era amatissimo dal popolo al puntoche se avesse voluto sarebbe potuto diventareun dittatore. Nehru ha dedicato se stesso perportare in India la democrazia. Salvador Al-lende l’ho incontrato nel 1971.Abbiamo messo in onda l’intervista qualche

giorno dopo la sua morte, avvenuta l’11 set-

tembre 1973, con la sua introduzione.

Quando incontrai Allende era presidente delCile da qualche mese. Voleva dimostrare cheil socialismo in Cile sarebbe stato portatoavanti con tutte le regole della democrazia.Uno dei punti fondamentali del suo pensieroera che non ci potevano essere due morali:una dello Stato, dei politici, cioè del potere euna dei cittadini. Le morali devono essere

“A me del cinemanon frega nullaSono indifferente”IL DISINCANTO, L’IRONIA, LA MALINCONIA, LE FRECCIATE DI ROBERTO ROSSELLINI, UNO DEI PIÙGRANDI REGISTI ITALIANI, RICONOSCIUTO NEL MONDO PER IL RUOLO DI PADRE DEL NEOREALISMOGRAZIE A PELLICOLE COME “ROMA CITTÀ APERTA” E “PA I S À ”. QUINDI IL SUO RAPPORTOCON FELLINI, IL RUOLO DELLA CRITICA, LA DIFESA DA PARTE DI TOGLIATTI, L’ESPERIENZA IN CILEVICINO AL PRESIDENTE ALLENDE, POI UCCISO DA UN GOLPE FASCISTA NEL 1974

Vivo isolato, lavoro

venti ore al giorno

La ricchezza, i trionfi effimeri,

li ho respinti. Bisogna essere

mobili non coerenti. Rifiuto

il monumento a me stesso

Mai rivisti i miei film; se mi

piacciono, sono fottuto,

se non mi vanno, peggio

Sul Corriere della Sera

L’intervista è stata realizzata nel 1976

per le pagine culturali del quotidiano

di via Solferino. Esattamente un anno

prima della morte del regista36

LA VITA E LE OPERE

I 5 capolavori con la Bergman protagonista

È NATO A ROMA nel 1906, città nella quale è morto nel 1977. L’e-sordio alla regia è con La nave bianca nel 1941, poi ha continuato conUn pilota ritorna (1942) e L'uomo della croce (1943). Nel dopoguerradirige pellicole fondamentali per il Neorealismo, il film che hanno fat-to il giro del mondo: Roma città aperta (1945), Paisà (1946) e G e r-

mania, anno zero (1947). Dopo A m o re (1948) e La macchina ammaz-

za-cattivi (1948-49), diresse Stromboli, terra di Dio (1950), Europa '51

(1951), Viaggio in Italia (1954), Paura (1955), tutti interpretati da Ingrid Bergman, dalui sposata nel 1950 e da cui divorziò nel 1958; e successivamente India (1958), Ilgenerale della Rovere (1959), Era notte a Roma (1960), Viva l’I ta l i a (1961), Vanina Va-

nini (1961), Anima nera ( 1 9 62 ) , Il messia (1975). Il suo uso del linguaggio del cinemacome strumento di conoscenza, la moralità del suo umanesimo, che si riflette in unosguardo diretto, partecipe e privo di formalismi, sono stati fra l’altro un importantepunto di riferimento della nouvelle vague francese e del nuovo cinema dei paesi del-l’Est.

(co n t i n u a )

Page 13: Domenica 30 marzo 20 14 1,30 LE SPINE DEL GIOVANE RENZI È ...€¦ · Domenica 30 marzo 20 14 – Anno 6 – n° 88 € 1,30 – Arretrati: €2 ,0 0 Redazione: via Valadier n°

13il Fatto Quotidiano DOMENICA 30 MARZO 2 01 4

MACCHINA DA PRESA Roberto Rossellini

visto da Emanuele Fucecchi. Il regista ha vinto

per quattro volte il Nastro d’A rge n t o,

ma ha ottenuto solo una nomination all’Oscar

per la sceneggiatura di “Pa i s à ”

Ingrid, Isabella, la Raie l’amore per la FerrariLA SUA GRANDE PASSIONE ERANO I DOCUMENTARI: LAVORÒ DIECI ANNI

PER LA TELEVISIONE DI STATO “PERCHÉ PIÙ LIBERA DELLA CINEMATOGRAFIA”

uguali. Allende era per la chiarezza assoluta, lasincerità. Il rifiuto totale della furberia. At-torno a lui c’era un odio furibondo, com-pletamente irrazionale: sui giornali si legge-vano cose incredibili, la moglie era descrittapiena di amanti, invece era una signora gen-tile di cui si poteva dire tutto, ma non chefosse una Messalina.Chi erano i suoi nemici?I fascisti. Il Cile è un paese denso di fascistinostalgici. Lui aveva l’idea di fare la rivolu-zione senza fare la rivoluzione, senza le armi,intendo.Che cosa ha realizzato secondo lei?Ha raggiunto il martirio. Oggi Allende ha

conquistato una dimensione che non avrebberaggiunto se fosse morto nel suo letto.Rossellini, la maturità che cosa le ha portato?La convinzione che bisogna dare un’infor-mazione precisa, senza l’uso della seduzione ela volontà di persuadere sempre chi ascolta.Diceva il filosofo François de La Rochefou-cauld: “Più si diventa vecchi, più si diventapazzi, più si diventa saggi”. Del cinema, nonmi frega nulla. Sì, sono indifferente. Disprez-zo l’artista, l’intellettuale: importante è im-parare il mistero di uomo. Mi occupo di mestesso. Non ci sono ancora riuscito. Mi im-pegno ogni giorno a demolire la mia igno-ranza, ma arrivo appena a scalfirla. Qualcuno

ha detto che lei prima si è occupato di Cristo,per far contenta la Dc; adesso che sta cercandofinanziamenti per realizzare un film su Marx, vain pari con le sinistre.Ho risposto a uno studente che mi facevaquesto rilievo: “Quello che tu dici rivela unamentalità che è anche la tua: quella di unservo”.C’è qualche sua opera che ama particolarmen-t e?Nessuna. Ciò che è stato fatto deve essere di-menticato.Come vive, Rossellini?La notte scrivo sempre. Mi sveglio alle sette,alle otto prendo il caffè, sfoglio i quotidiani,

faccio anche i cruciverba, poltrisco, mi lavo,sono lento. Durante la giornata penso all’or-ganizzazione e alla cassa, come finanziare iprogetti. Leggo quattordici, quindici libri as-sieme, altrimenti mi annoio. Annoto tutto,poi distribuisco nelle rubriche: sentimento,pensiero, intelligenza.È stato duro?Nel ’47 mi hanno chiamato per ritirarmi ilpassaporto, perché ero l’autore di Roma città

aper ta e di Pa i s à , sostenevano che i panni spor-chi si lavano in casa. Lavorare con dignità haun prezzo altissimo, non ho mai avuto unmomento di tregua. Ma sono riuscito a nonessere vendicativo. Rifarei tutto.Pentimenti, rimpianti?Non ne ho. Le sembrerò presuntuoso; ognifatto è un arricchimento.Qualche modello?Bisogna dire Marx, Engels, Cristo, l’umanistaLeon Battista Alberti, che è poco conosciuto, eil mio caro Comenio, il difensore dell’istru-zione pubblica. Bisogna insegnare a rifletter enon quello che si deve pensare. Siamo alla finedi una civiltà, e in uno stato di smarrimento.Nella Roma della decadenza, al teatro di Mar-cello, c’era in scena un toro che copriva unafanciulla, e si discuteva anche allora di di-vismo, di emancipazione, di pornografia. Nonsono stati i barbari a far crollare quel mondo.Sant’Ambrogio predicava contro uomini edonne che vestivano in modo uguale, e siamoall’unisex. Quando scoppiano i movimenti dirivolta, indossano sempre gli abiti dei pri-mitivi.Lei ha detto che “Roma città aperta” è il filmdella paura di tutti, soprattutto della sua: te-me ancora qualcosa?No, io non ho nessuna paura. n

Gandhi l’ho conosciuto

nel ’31 o nel ’32, quando

passò da Roma. Ha abitato

per alcuni giorni nella casa

in cui sono nato. Era ritenuto

un santo, invece, io ho avuto

la sensazione di avere a che fare

con un uomo d’azione,

molto rapido, veloce

di Loris Mazzetti

Il primo amore non siscorda mai. La carriera diRoberto Rossellini co-minciò con il documen-

tario Da p h n e girato nel 1936 e siconcluse nel 1977, l’anno dellascomparsa, con un altro docu-mentario, questa volta per la tv:Beaubourg centre d’art et culture

George Pompidou. Rossellini erastato colpito dal cinema ameri-cano di King Vidor: La folla, Al-

leluja, che aveva potuto vederegrazie al padre proprietario delCinema Corso a Roma. “Avevola tessera per entrare, ne ho vistiuna quantità. Certi film mi emo-zionavano. Così è nato il miointeresse per le cose del cine-ma”.

ROSSELLINI arrivò al cinemapartendo dal cortometraggio,che considerò come una formadi esercitazione. Da p h n e e Pr é l u d e

à l’après-midi d’un faune furono iprimi che realizzò: “Li ho pre-parati consigliandomi con miofratello, quei documentari misono serviti per raccontare la na-tura e per sondare il terreno delcinematografo. Nei documenta-ri si possono trovare le mie fan-tasticherie giovanili. La scopertadella vita. Nei miei film, invece viè molto di autobiografico”. Il do-cumentario è la palestra da cuisono usciti straordinari cineasti,oltre a Rossellini, Michelangelo

Antonioni: Gente del Po e N.U.-

Nettezza Urbana. La tv, in par-ticolare la Rai, dovrebbe investi-re maggiormente nel genere ededicare una prima serata al do-cumentario. Il servizio pubblicoha il dovere di superare l’osta -colo dell’Auditel, altrimenti il la-voro di Rai Cinema, produttoredi Sacro Gra di Gianfranco Rosiche ha vinto il Leone d’oro al-l’ultima Mostra del Cinema diVenezia, rischia di perdersi nellepoche sale cinematografichelungo la penisola ed essere vistoda un numero esiguo di telespet-tatori. L’intervista di Enzo Biagiche il Fatto Quotidiano pubblicaoggi fu fatta un anno prima dellamorte, per le pagine culturali delCorriere della Sera.Rossellini è stato il padre delNeorealismo, non soltanto unmovimento culturale, ma unascelta morale.Rossellini creò una scuola cherese il cinema italiano famosonel mondo insieme con Viscon-ti, De Sica, De Santis, Antonioni,Lattuada, Castellani, Lizzani ealtri ancora. Rossellini, raccon-tandosi a Biagi, disse che amavaessere definito un regista di filme non un esteta del cinema, e alladomanda su come raccontare ilNeorealismo, rispose: “Non cre-do che saprei indicare con as-soluta precisione che cosa sia ilrealismo. Posso dire, però, comeio lo sento, qual è l’idea che mene sono fatto. Un bisogno, che è

proprio dell’uomo moderno didire le cose come sono, di ren-dersi conto della realtà direi inmodo spietatamente concreto,conforme a quell’interesse, tipi-camente contemporaneo, unasincera necessità, anche di vede-re con umiltà gli uomini qualisono, senza ricorrere allo stra-tagemma di inventare lo straor-dinario”.

L’INCONTRO tra Biagi e Rossel-lini avvenne a casa di un amicocomune: “Il regista parlava conabbandono, e la notte si consu-mava. Hanno ragione quelli chedicono che gli piaceva incantarela gente: diffonde attorno a sé,molta simpatia. Ha passato i set-tanta, ma non si commemora.Racconta la sua vicenda, questalunga avventura, con ironia”.Rossellini è sempre stato inse-guito dalla fama che lo rese unsimbolo e anche dalle cambialiche gli servivano per portare atermine i progetti. Ha avuto, ac-canto a sé, donne bellissime. Unsenatore americano lo definì:“una vipera insidiosa”, perché siinsinuava nel letto degli altri. Aquesto proposito scrisse Biagi:“La ragazza nordica (Ingrid Ber-gman) che per Roberto avevapiantato tutto con un cronista logiustificò: ‘Davano tutta la colpaa lui, ma nessuno pensava che ilmio era amore’”. Si erano sposatinel 1950 e dalla loro unione nac-quero Roberto, Isotta Ingrid e

Isabella, ma dopo qualche annol’unione andò in crisi, l’attricesvedese tornò a lavorare in Ame-rica, e con A n a s ta s i a vinse il se-condo Oscar come attrice pro-tagonista. “Rossellini mi ha fattosentire viva, umana. Insieme gi-rammo cinque soggetti, e tutti ecinque furono clamorosi fiaschi.Ma io ero troppo calma o bor-ghese per lui, e lui era troppoimpulsivo e irresponsabile perme. Aveva paura di volare, e gui-dava la Ferrari ai duecento”.Rossellini si tuffò nel lavoro epartì per l’India per girare diecidocumentari per la televisione.Per la Rai lavorò ininterrotta-mente per dieci anni. Il registaconsiderava la Rai, seppur con-trollata dai partiti al governo, piùlibera dell’industria cinemato-grafica, “meno vincolata a ragio-ni di cassetta, a calcoli industrialie commerciali”. La Rai gli diedela possibilità di tornare al primoamore: il documentario: “senzaremore spettacolari; si rivolgevaa larghi strati di pubblico, anchesul piano internazionale; richie-deva costi di produzione note-volmente inferiori a quelli del ci-nema; impiegava una tecnicamolto più agile e con maggioripossibilità di utilizzazione neipiù diversi contesti socio-cultu-rali”. Biagi riportò negli appuntipresi durante l’intervista che“nel suo lavoro, Rossellini ha vo-luto dimostrare che la vera ri-voluzione è la verità”. n

Page 14: Domenica 30 marzo 20 14 1,30 LE SPINE DEL GIOVANE RENZI È ...€¦ · Domenica 30 marzo 20 14 – Anno 6 – n° 88 € 1,30 – Arretrati: €2 ,0 0 Redazione: via Valadier n°
Page 15: Domenica 30 marzo 20 14 1,30 LE SPINE DEL GIOVANE RENZI È ...€¦ · Domenica 30 marzo 20 14 – Anno 6 – n° 88 € 1,30 – Arretrati: €2 ,0 0 Redazione: via Valadier n°

15il Fatto Quotidiano DOMENICA 30 MARZO 2 01 4

di Carlo Antonio Biscotto

Il complottismo è unosport praticato da sempre

e molte delle ipotesi di co-spirazione smentite dallastoria sono talmente invero-simili che a tutta prima appare im-possibile metterle in relazione tra lo-ro. Eppure, per quanto inverosimilepossa sembrare, un filo rosso lega, se-cono alcuni, l’assassinio di John Ken-nedy alla guerra in Iraq e a molti altrieventi luttuosi del XX secolo. Nulla ache vedere con l’antisemitismo o conil petrolio. La risposta è apparente-mente più semplice: i Cavalieri diMalta. Questo ordine, fondato nelMedio Evo, è uno dei pochi arrivatofai giorni nostri. Intorno alla sua or-ganizzazione fioriscono le stesse vocie leggende che si attribuiscono allamassoneria. Ogni tanto – a scadenzeperiodiche – vengono fatti circolaregli elenchi dei più famosi apparte-nenti all’ordine. Qualche nome:George Bush, Rupert Murdoch, il ca-po della Cia, Tony Blair, MichaelBloomberg e molti altri.Il giornalista dell’Independent EvgeniLebedev è stato invitato nella sede ro-mana dei Cavalieri di Malta che sitrova in una traversa di via Condotti,

il problema è l’enormedisuguagliaza di reddi-to. Aiutiamo i bambinipoveri, i senzatetto, ivecchi”.Nel seminterrato delpalazzo non c’è una ca-tacomba, ma un mo-dernissimo ospedale.Uno dei tanti sparsi intutto il mondo. Quellodi Napoli l’anno passa-to a curato 4.300 pa-zienti. “Gestiamo unprogramma comunecon il Libano”, spiega ilGran Maestro. “Perquesto lavorano neinostri ospedali molteoperatrici musulmane.In Egitto contribuiamoa curare i lebbrosi. Vor-remmo fare qualcosaanche in Siria, ma per ilmomento non ci è statopermesso di andare inquel Paese”. Per secoli iCavalieri di Malta do-

vevano fare voto di povertà, castità eobbedienza. Oggi è obbligatorio so-lamente il voto di obbedienza e i Ca-valieri non vengono esclusivamentedalle fila della nobiltà europea.

DUELLI Anne Hidalgo e Nathalie

Kosciusko-Morizet. Sotto, Hollande

e Marine Le PenA n s a / La Pre ss e

LA CENSURA NELLE URNE

REFERENDUM SU ERDOGANLE AMMINISTRATIVE IN TURCHIA SONO UN VOTO SULLO (STRA)POTEREDEL PREMIER E INFLUENZERANNO IL FUTURO EUROPEO DI ANKARA

ALTRI MONDI

SERVIZI & SEGRETI: L’ORDINE DI MALTA

Ballottaggi francesiil grande giornodel Front National

LA POLITICA IN ROSA

di Roberta ZuniniIstanbul

Anche il premio Nobel tur-co per la letteratura,Orhan Pamuk, che non siera messo sulla scia dei de-

trattori di Tayyip Erdogan durante larivolta di Gezi park a giugno, ha dettobasta all'arroganza del primo mini-stro, alla vigilia delle elezioni comu-nali più cruciali, per una volta, dellepolitiche. Ha scritto un appello a piùvoci intellettuali intitolato “restituite -ci la parola”. Attraverso la richiesta diriaprire twitter e Youtube eviden-ziando lo stato infimo in cui versa lalibertà di stampa nel Paese che 12 annifa il premier aveva promesso di libe-rare dal giogo dei militari e dai lorometodi illiberali. I media turchi lohanno ignorato e se anche lo avesserodiffuso, non avrebbe cambiato di unavirgola l'esito elettorale. Anzi, i milio-ni di turchi – 1 su 5 su un totale di 74milioni di persone - che oggi sceglie-ranno il nome dei candidati sindacidel partito di Erdogan, Akp (giustiziae sviluppo), nonostante gli scandaliquotidiani che dal 17 dicembre lo ve-dono coinvolto con alcuni esponentidel suo inner circle, compreso il figlioprimogenito Bilal, lo voteranno per-ché lo ritengono vittima di un com-plotto ordito dall'ex imam moderatoFetullah Gulen, un tempo suo sodale,nonché una potenza in termini di se-guaci nei posti chiave dello Stato.

COME IL SUO GRANDE AMICO SilvioBerlusconi, Tayyip Erdogan non amaessere criticato. Dalla rivolta di Gezi , agiugno, alla Tangentopoli del 17 di-cembre, fino all'ipotesi di un video aluci rosse e all' intercettazione telefo-nica (pubblicata su Youtube, da qui lachiusura) della scorsa settimana in cuiil capo dei servizi Hakan Fidan, vici-nissimo a Erdogan, e il ministro degliEsteri, Ahmet Davutoglu, ordivanoun bombardamento in una zona dellaSiria confinante con la Turchia, pro-babilmente per distrarre l'attenzionedegli elettori dagli scandali, Tayyip haripetuto lo stesso mantra: “Io e il miopartito siamo vittime di un complot-to”. Parole che ha urlato fino a duegiorni fa quando, in uno dei tantissimicomizi, la sua voce è scesa al punto dacostringerlo a un ridicolo farsetto. Uncontrappasso, lui che ha tolto la voce auna sessantina di giornalisti – la Tur-chia è la prigione a cielo aperto più po-polosa per i giornalisti, più della Cina,tanto che è al 154° posto su 180 paesidel World press freedom index - che ilpolitico astuto, quale ancora è, potreb-be però rigiocare a proprio favore. “Èun uomo passionale, sincero, ha persola voce perché, pur essendo premier,non ha esitato ad andare in giro pertutto il paese a parlare con la gente perfar capire quanto sia importante che icomuni di Istanbul e di Ankara vada-no ai nostri candidati sindaci”, dice unelettore dell'Akp che fa servizio volon-tario alla sede di Galata Kulesi, nelcuore del quartiere più turistico dellamegalopoli, Beyoglu.Ogni sera, durante la campagna elet-torale è stata distribuita gratuitamente

la cena a centinaia di poveri. Perché,pur essendo in testa nei sondaggi, ilpartito di Erdogan potrebbe perderemolti voti e il municipio della capitaleAnkara a favore del candidato del par-tito kemalista più forte dell'opposizio-ne, il Chp, partito repubblicano delpopolo. Il cui candidato sindaco diIstanbul, Sarigul, pur essendo moltonoto, non riuscirà a riportar indietro ilcalendario di 14 anni, quando, per laprima volta dopo la nascita della Re-pubblica turca di Ataturk, fondata sul-la laicità, la prima poltrona della cittàpiù importante della Turchia, ponteper antonomasia tra Europa e Orien-

te, andò a un politico dichiaratamenteislamico: Tayyip Erdogan. Dopo il suoarresto e il carcere per un anno, a causadella declamazione pubblica dei versidi una controversa poesia: “I minaretisaranno le nostre baionette”, Istanbultornò brevemente laica, per poi farrotta verso l'Akp. Se oggi i timoni dellenavi Istanbul e Ankara dovessero an-che leggermente virare, per il premierle porte della presidenza della Repub-blica, a cui continua ad aspirare, po-trebbero chiudersi prima di esseraperte, ad agosto, quando ci saranno leprime elezioni presidenziali a suffra-gio universale.

non lontano da Piazza di Spagna, ed èall’altezza di quanto ci si aspetta daun glorioso ordine religioso: palazzorinascimentale, saloni con ritratti dire, regine e imperatori, antiche spadee una cappella superbamente deco-rata nella quale è stato battezzato daPio XII, Juan Carlos, futuro re di Spa-gna. Il tutto però lascia un pò delusi:l’atmosfera è decadente, i paggi inuniforme latitano, gli ambienti sonopolverosi, le stanze sembrano disabi-tate da secoli. Insomma, i Cavalieri diMalta somigliano al Rotary.

QUANTO AL GRAN MAESTRO Mat -thew Festing, abbastanza in là con glianni, non ha nulla a che vedere conManuel Aringarosa, il vescovo aman-te del potere che regge le sorti dell’O-pus Dei ne Il Codice Da Vinci di DanBrown. Nato in Northumberland èrimasto il riservato esperto di librid’arte che era fino al 2008, anno dellasua elezione.Quando Lebedev gli chiede contodelle tanti voci che girano sui Cava-lieri , risponde pacato: “Se rispondessia tutto quello che leggo, impazzirei”.I secoli trascorsi a Malta sono valsi aiCavalieri non solo il nome, ma anchela fama di uomini potenti e il presti-gio. L’Ordine, fondato nel Medio Evo

da alcuni mercanti amal-fitani a Gerusalemme co-me ordine esclusivamentemonastico, con il tempodivenne una spaventosamacchina da guerra tantoche, dopo la caduta di Ger-salemme, su mandato delPapa, trasformarono Mal-ta in una inespugnabilefortezza a difesa della cri-stianità dalle invasioni ot-tomane. Nel 1565 sconfig-gendo Solimano il Magni-fico contribuirono alla sal-vezza dell’Europa cristia-na.Oggi l’Ordine si è datocompiti prevalentementeumanitari e assistenziali. I118.500 membri gestisco-no ospedali, scuole, campi profughiin varie parti del mondo. “Abbiamouna enorme organizzazione e cer-chiamo di aiutare la gente in difficol-tà”, racconta Festing. “Dove ci sonocrisi alimentari, guerre, disastri natu-rali, rifugiati, noi siamo presenti. Sia-mo particolarmente attivi in zone po-verissime del mondo quali l’Africacentrale e il sud-est asiatrico. In quellezone manca l’acqua e la tubercolosi faancora moltissime vittime. In Europa

I Cavalieri del complottoda Kennedy a Dan Brown

Pianeta terra

UCRAINA VERTICE A SORPRESA KERRY-LAVROV

Mentre il candidato presidenziale Kiltschko lascia il posto all’indi -pendente Poroshenko, magnate favorito nei sondaggi, a Parigi incon-tro d’urgenza tra il segretario di Stato Usa Kerry e il ministro degliEsteri russo Lavrov, anche se non c’è un “approccio comune”. Ansa

U SA GM, 5 MILIONI DI AUTO RICHIAMATE

È salito a 4,8 milioni il numero delle vetture richia-mate da General Motors per riparazioni. Ultimi, i490 mila pick up e suv a causa di impianti di raf-freddamento che possono causare incendi. La pri-ma tornata era stata per problemi al sistema d’ac -censione che hanno causato anche vittime. La Pre ss e

di Luana De MiccoParigi

Il duello tra donne per la poltrona disindaco di Parigi è più incerto del

previsto. Dopo un primo turno che hasmentito i pronostici, parte in vantag-gio, per un soffio, la candidata del par-tito della destra Ump, Nathalie Kosciu-sko- Morizet, con il 35,46% dei voticontro i 34,40%, per la socialista AnneH i d a l go . Ma quest’ultima, vice del sin-daco uscente Bertrand Delanoë, dataper favorita durante la campagna, è intesta nei due arrondissement col mag-gior peso elettorale, 12° e 14°. Nella ca-pitale, come altrove, socialisti ed eco-logisti si sono uniti per sbarrare la stra-da alla destra. La bilancia pende nei fat-ti ancora dalla parte della Hidalgo.

GLI OCCHI SARANNO PUNTATI sullalunga lista di città che i socialisti, du-ramente puniti dalle urne (oggi al voto20 milioni di francesi) al primo turno,anche da un’astensione record del36,45%, rischiano di perdere. Strasbur -go e To l o s a in particolare, ma ancheMetz, Re i m s , Chambéry, Saint-Étien -ne. Un voto sanzione per la maggioran-za socialista, più duro del previsto: “Ilgoverno saprà ascoltare”, sono state leparole contrite del presidente Hollan-de, per il quale un rimpasto di governosembra inevitabile e dato per imminen-te, forse già da domani. Gli ultimi datidella disoccupazione (31.500 in più afebbraio) piombano alla vigilia del votomentre il presidente aveva promesso“l’inversione della curva” per fine 2013.

Ne approfitterà la destra. Secondo l’i-stituto di sondaggi Ipsos, l’Ump (destramoderata) potrebbe come minimo re-cuperare la novantina di comuni persinelle amministrative del 2008 e speraredi conquistarne altri. Ma centro-destrae sinistra dovranno fare conti con la“marea blu” del Front National, che saràpresente al ballottaggio in più di 200 co-muni. Dopo la vittoria storica a Hénin-Beaumont, ex feudo elettorale sociali-sta, e il sorpasso inaspettato a Marsigliasul candidato socialista, il partito diMarine Le Pen potrebbe conquistareanche i comuni di B é z i e rs , Fo r b a c h ,Fr é j u s . Gli occhi saranno puntati inparticolar modo sulle città di Av i g n o n ee Pe r p i g n a n , dove l’estrema destra è asua volta arrivata in testa.

79° GRANMAESTRO Fr à

Matthew Festing con

Francesco La Pre ss e

NEMICI PER LAPELLE Fe t h u l l a h

Gulen, mentore pentito

di Erdogan Ansa

Page 16: Domenica 30 marzo 20 14 1,30 LE SPINE DEL GIOVANE RENZI È ...€¦ · Domenica 30 marzo 20 14 – Anno 6 – n° 88 € 1,30 – Arretrati: €2 ,0 0 Redazione: via Valadier n°

16

di Fabio Bucciarelli *Yirol (Sud Sudan)

Ricordo il Sud Sudan dallosguardo della sua gente.Stanco da decenni di guer-ra, ma illuminato da un’in-dipendenza sudata e otte-nuta: era il maggio del

2012, pochi mesi dopo che il referendum sancìla nascita del nuovo Stato. Si parlava di sogni,di sviluppo di nuove infrastrutture, di scuole ingrado di formare la classe borghese del futuroe di sanità capace di curare una maggiore fettadi popolazione. Le nuove bandiere sventola-vano sui tetti di Juba, Capitale dello Stato piùgiovane del mondo e il presidente Salva Kiirgodeva dell’ammirazione della sua gente. No-nostante le grandi aspettative, al nord lungo lafrontiera con il Sudan di Khartoum si con-tinuava a combattere. Una guerra per l’an-nessione dei giacimenti petroliferi. Durante ladivisione del paese, il presidente al-Bashirtracciò i confini del nuovo Stato non tenendoconto dei gruppi etnici presenti nella regione edelle richieste di Juba, fomentando così unennesimo conflitto per l’oro nero lungo lafrontiera fra i due Stati.Andai prima a Turalei, per documentare i mi-gliaia di profughi di ritorno dal Sudan delnord, cacciati dal presidente e obbligati a tor-nare nella loro terra natia. Poi Bentiu, rac-coforte del militari del Spla (Sudan People’s Li-

beration Army) che lottavano per il controllodella regione. Anche in questa zona, lontanacentinaia di chilometri dalla capitale, si parlavadella nascita della nuova nazione, ma gli in-teressi economici e decenni di guerra facevanopassare in secondo piano l’euforia indipen-dentista. Sono passati quasi due anni e la spe-ranza sul volto della gente è scomparsa, quasidimenticata. Si combatte ancora lungo la fron-

tiera di divisione dei due Sudan, manon è questa la novità. Le speranzesono passate in secondo piano.Il Sud Sudan si è risvegliato marto-riato da un conflitto politico per lapresidenza, diventato guerra civile frale due etnie più grandi del paese. Dauna parte ancora Salva Kiir, Dinka,successore del padre fondatore JohnGarang, e attuale presidente del Su-dan del sud. Dall’altra parte il suo vi-ce, Riek Machar di etnia Nuer. Nel-l’estate del 2013 cominciano a pale-sarsi i dissapori fra i due, tanto daobbligare il presidente a licenziare ilsuo vice e isolarlo dalla vita politicadel paese. Machar decide così di scap-pare da Juba per evitare ritorsioni e ditornare nella sua terra d’origine, loUnity State dove l’etnia Nuer è più nu-merosa. Comincia così a formare un nuovoesercito composto dai disertori armati dell’e-sercito regolare e dalla popolazione Nuer.Lo scontro politico fra le due personalità chia-ve del paese diventa guerra civile. Un odionascosto dalle speranze di libertà, celato daldesiderio di indipendenza e smascherato dalpotere. La mia speranza di tornare in Sud Su-dan e mostrare lo sviluppo di un ricco paeseafricano svanisce ancora prima di nascere.Qui si documenta un paese sul baratro dove lospettro della pulizia etnica è alle porte. Or-ganizzate le truppe, nel dicembre 2013 Macharsferra i suoi primi attacchi conquistando Ma-lakal, poi Bentiu con l’intenzione di dirigersivarso Juba. In difficoltà Salva Kiir chiede l’aiu-to dell’Uganda. Yoweri Museveni interessato arafforzare il business del greggio con il SudSudan schiera le truppe ugandesi in difesa deiterritori conquistati rispedendo i ribelli fuorida tutte le città principali. Nel mese di gennaioe febbraio è stato firmato anche il “cessate il

fuoco” non rispettato da entrambe le parti einfranto ufficialmente a fine febbraio con inuovi scontri di Malakal. Nel tempo trascorsoin Sud Sudan mi sono reso conto di quanto èdiversa una guerra africana da una mediorien-tale. In Libia o in Siria si vedeva la battaglia, siassaporava l’odore della polvere da sparo,piangevano i feriti e i morti. Si fotografava ilconflitto nelle sue fasi più cruente e inumane.Mentre in Africa la guerra si vive nella suaquotidianità, nei volti della gente, abbandonatial proprio destino, imprigionati senza la pos-sibilità di scappare né di cambiare il futuro.

IL CAMPO DI MINGKAMAN

Con in testa il cappello da cow boy in stilepresidenziale, con il solo gesto del braccio ilcapo villaggio Simon mi apre gli occhi stanchidi tanta miseria, mostrandomi la realtà dei 120mila sfollati che invadono la pianura al di quadel Nilo. Sono tutti scappati, perché al di là,

dall’altra parte c’è Bor. La città contesa dove lavita non conta e la sopravvivenza è diventataun miracolo. Prima, decenni di battaglie con-tro il governo del Nord, ora tumefatti da unaconflitto intestino. Cambiano gli attori ma lasostanza rimane la medesima: la guerra.Una guerra africana, violenta e senza tregua,infinita, una guerra di potere e ora una guerraetnica. Le figure appaiono sfocate, vibranti sot-to il sole equatoriale il paesaggio è surreale.Migliaia di Idp’s (Internal displaced people) fug-giti dagli scontri cercano riparo dai raggi delsole sotto scheletri dei rari alberi o al fresco dicespugli spinosi.Durante il giorno tengono tutto accatastato:materassi, pentole, vestiti, arnesi vari, carriolee valigie, tutto ammucchiato come se doves-sero essere sempre pronti a fuggire, a scappareda un nuovo attacco. Poi quando scende lasera, smontano il mucchio di averi e preparanola loro casa per la notte, costruendo ogni gior-no il proprio giaciglio. E domani sarà lo stesso.

L’agonia del Sud SudanIL PIÙ GIOVANE PAESE AL MONDO, NATO NEL 2011 DALLA SEPARAZIONE CON GLI ISLAMICI DI KHARTOUMSTA GIÀ AFFOGANDO NELL’ENNESIMO CONFLITTO TRA SIGNORI DELLA GUERRA, ETNIE E PETROLIO

R E P O RTAG EFabio Bucciarelli, ‘Robert Capa gold me-

dal’ e ‘World press photo’, ha testimonia-

to tra l’altro le primavere arabe (Libia

e Siria su tutte) e la nascita del 56° Stato

africano. Indipendente dal luglio del

2012, vasto 620 mila chilometri quadrati

con 12,5 milioni di abitanti (animisti

e cristiani) e dilaniato dalla faida tra

i “due presidenti” Salva Kiir e Machar

Page 17: Domenica 30 marzo 20 14 1,30 LE SPINE DEL GIOVANE RENZI È ...€¦ · Domenica 30 marzo 20 14 – Anno 6 – n° 88 € 1,30 – Arretrati: €2 ,0 0 Redazione: via Valadier n°

17il Fatto Quotidiano DOMENICA 30 MARZO 2 01 4

il rischio di incursioni ribelli. E poi tornanoindietro verso il deserto di Mingkaman.Salgono su barchette instabili, in decine ac-compagnati dalle loro coperte e valigie, attra-versano il Nilo e in meno di due ore diventanosfollati. “È come se fossimo tornati indietro al1993, abbiamo perso tutto quello che aveva-mo”, Simon si toglie il cappello come in segnodi rispetto verso il passato: “Non abbiamo piùnulla, nemmeno la dignità. Ci vorranno anniper tornare al passato. Tutto quello che ave-vamo conquistato ci è stato tolto per l’enne-sima volta”.

L’OSPEDALE DI YIROL

Dopo qualche giorno, decido di lasciare ilcompound della ong Ccm (Comitato Colla-borazione Medica) che mi aveva ospitato finoad ora, a poche decina di miglia dal camposfollati di Mingkman. Pochi chilometri che inSud Sudan diventano ore sull’aspra strada ster-rata che unisce i due villaggi. Decido così diproseguire verso il nord, verso la contea diYirol, un’area controllata dell’etnia Dinka cheha visto la violenza degli scontri delle ultimesettimane.Yirol è uno dei villaggi più grandi della zona,ed è percorso da una strada principale nonasfaltata con al fondo l’ospedale in muratura,circondato da baracche di legno e lamiera chesi affacciano sul lago omonimo. Nella stagionedelle piogge, l’area intorno al lago diventa pan-tano, e il pantano un nugolo di zanzare ma-lariche. Come spesso accade, arrivato al vil-

300.0 0 0BA R I L I

AL GIORNO

13.0 0 0CASCHI BLU

IN CAMPO

SABBIE MOBILI E ORO NERO

Meno di due anni fa, si parlava di sogni,

di sviluppo di nuove infrastrutture,

di scuole in grado di formare la classe

borghese del futuro e di sanità capace

di curare la popolazione. Le nuove

bandiere sventolavano sui tetti di Juba,

la futura Capitale. Un anno dopo, il paese

si è risvegliato martoriato da un conflitto

politico: da una parte Salva Kiir, Dinka,

successore del padre fondatore John

Garang; dall’altra il vice Riek Machar

di etnia Nuer

MUCCHE,PROFUGHIE KALASHNIKOVDa sinistra, in senso orario:giovani allevatori di etniaDinka nei pressi di Yirol; sol-dati governativi e sfollati nelcapo Onu di Yirol; la siestadei soldati, un militare feritodurante uno scontro con i ri-belli nell’ospedale da campodi Yirol est. Sfollati Dinka,fuggiti dalla zona di Bor, nelcampo di Mingkaman. Ladistesa di tende vicino al NiloBianco Fabio Bucciarelli

Simon mi fa da Cicerone all’interno del cam-po, mi fa vedere da dove arrivano gli sfollati infuga da Bor, le interminabili code per la re-gistrazione alle liste del World Food Pro-gramm e l’attesa ai pozzi d’acqua non potabile.Mi spiega la percezione del tempo per quelliche aspettano. Quotidianamente decine dipersone si muovono da Mingkaman a Bor eviceversa. Quelli che tornano nella città di-strutta, vanno per vedere le loro case e a sa-lutare i propri cari che sono restati affrontando

PIÙ PROFUGHICHE MORTICentinaia dimigliaia gli sfollatie i fuggiti all’estero

RICCHEZZAB L O C CATAIl greggio ora fermorappresenta il 70%delle esportazioni

UNA MISSIONEA SINGHIOZZOLa Unmiss (guidatadall’India) dovrebbeessere rafforzata

laggio vado direttamente all’ospedale, centronevralgico di informazioni utili per capire lostato del conflitto. Varcare il cancello dell’o-spedale è come entrare in un girone dantescodove le urla degli uomini e delle donne ferite siconfondono con il gemito dei nuovi nati. Neigiorni precedenti al mio arrivo ci sono statibrutti scontri nella contea di Yirol, nella suaparte più a ovest, in prossimità di Adior. Grup-pi armati appartenenti alla fazione di Macharhanno cercato di conquistare la zona, con in-cursioni puntuali ed efficaci.Durante gli scontri i ribelli sono stati cacciatidai soldati governativi del Spla, ma non senzagravi perdite. Molti dei soldati e dei civili feritidai colpi di kalashnikov sono arrivati qui, al-l’unico centro sanitario attrezzato in centinaiadi chilometri. Comunque non abbastanzagrande per ospitare l’esodo dei feriti di guerra:il corridoio dell’ospedale è diventato un verolazzaretto. Soldati e civili giacciono nei loroletti mentre intorno, nella tipica tradizioneafricana, l’intera famiglia li assiste. Mi muovotra i feriti nell’ultima stanza dove incontroAbraham, seduto, coperto da un leggero len-zuolo. Cominciamo a parlare e mi racconta lasua storia spostando il sudario per mostrarmile ferite di guerra. Abraham ha perso una gam-ba, amputatagli qualche giorno fa dal dottoredell’ospedale. In questo modo è riuscito a so-pravvivere. Ora spera che la guerra finisca eche i suoi figli possano scordare presto il con-flitto e crescere in un Sud Sudan libero dalmale. Per lui sarà difficile dimenticare. n

* fotografo

UN PAESE PER 2 (E MILLE TRIBÙ)

Qui si documenta una nazione sul

baratro, dove lo spettro della pulizia

etnica è alle porte. Bor è la città contesa

dove la vita non conta e la sopravvivenza

è un miracolo. Prima decenni di battaglie

contro il governo del Nord, ora tumefatti

da una conflitto intestino. Cambiano

gli attori, ma la sostanza è la stessa: la

guerra. L’ospedale di Yirol è un girone

dantesco dove le urla degli uomini

e delle donne ferite si confondono

con il gemito dei nuovi nati

10.0 0 0VITTIMEIN 3 MESI

Page 18: Domenica 30 marzo 20 14 1,30 LE SPINE DEL GIOVANE RENZI È ...€¦ · Domenica 30 marzo 20 14 – Anno 6 – n° 88 € 1,30 – Arretrati: €2 ,0 0 Redazione: via Valadier n°

18 DOMENICA 30 MARZO 2 01 4

SECONDO TEMPO

S P E T TAC O L I . S P O RT. I DE E

di Malcom Pagani

Decalogo del-le idiosin-crasie di An-tonio Ricci:“Detesto lamontagna, il

freddo, i motori, gli ipocriti, chiper darsi un tono ti parla di vino, labattuta che prolassa le palle, le mi-nestrine, la calma piatta, i presepieretti ad arte, le esclusive, l’esserconsiderato venerato maestro”.Dalla trappola dell’adulazione,circondato da finte moschee a for-ma di orologio, plastici del Drive In,statuette del Papa e cartoline in cuiBerlusconi è alternativamente ab-bigliato da Mao o Giuseppe Stalin,l’inventore di un trentennio di ri-voluzioni televisive è fuggito intempo: “Odio impagliarmi. Misono sempre ribellato all’idea didiventare santo di sinistra, santosubito”. Come da bambino, adAlbenga, all’epoca in cui lo zioprete gli augurava di indossare iparamenti: “Diceva di pregareogni giorno il Santo Iddio perchémi cogliesse la vocazione” e Ricciscardinava il misticismo giocandocon la vita: “Avendo una madreiconoclasta che nulla ci faceva ve-dere e senza la tv in casa, dovevoindustriarmi. I compagni di classemi parlavano dei programmi vistiin tv e io controbattevo inventan-done di nuovi”. A 64 anni, mentrel’età gli disegna un inatteso profiloda Sean Connery, l’highlander ligu -re che continua a bivaccare cinquegiorni a settimana in un residencee aggredisce salumi confezionati atarda notte: “Accoltello le confe-zioni, prendo il bottino e lo tran-

gugio in un sol boccone senza cu-rarmi della scadenza” aspetta an-cora l’estate: “Le rovesciate sullaspiaggia, le nuotate, le partite apallavolo, i 70 metri che ad Alas-sio, oltrepassato il Caffè Roma, midividono dal mare” e accarezzal’ennesimo entusiasmo stagiona-le. Ride spesso con un nitrito, untimbro cavallino che prende larincorsa da lontano. Si alza in pie-di, recupera materiali utili allaconversazione, sventola articoli,tormenta impassibili segretarieche riesumano Betacam di iniziomillennio. Ha in testa, senza sba-gliare una data, un sua personaleDiscoteca di Stato. La sua Repub-blica è Milano 2. Marzo freddo, ci-gni immobili, primavera solo no-minale. Tra laghetti artificiali, ri-storanti giapponapoletani e indi-cazioni per i dipendenti Mediasetappese al muro come un edittomanzoniano: “Il buono pastomensa comprende un piatto prin-cipale, un contorno, una frutta,

acqua e pane”, Ricci balla da mo-natto tra le immondizie esisten-ziali. Anche se G i a ss , l’ultimo virusprodotto dal suo laboratorio, nonha spazzato i dubbi della critica:“A volte fingo di inalberarmi, ma

sotto sotto ringrazio e in realtà, infondo, mi crogiolo” l’unico anti-doto rimasto sullo scaffale è l’iro -nia. “L’idea di chiamarlo così mi èvenuta da J a zz , il libro di Matisse, ilpiù bello del ‘900. Volevo spiegar-lo, ma quando in conferenzastampa il 98 per cento dei gior-nalisti ha scambiato Matisse peruno dei Jalisse ho rinunciato”.Dopo gli ascolti bestiali della se-conda puntata, G i a ss lascia la do-menica e si sposta al martedì: “Be -stiali non direi. Eravamo indiscu-tibilmente l’unica idea nuova tra laBibbia, Un medico in famiglia e la re-ligione nazionale del pallone e ab-biamo giocato duro per vedere seriuscivamo a scavare la montagnacon il cacciavite. Noi e Fabio Fa-zio, uno che in termini di share haseguito il nostro destino e che es-sendo un finto prete si è dimostra-to molto meno convincente deipreti veri, eravamo chiamati al-l’impossibile. Ma non è stata unabrutta partenza. A me e al mio

“cerchio magico”, G i a ss piace echiunque mi conosce sa che la bo-naccia mi annoia. Cerco ondepazzesche, godo nel casino, esultonel luddismo ludico. Nel 2004, aStriscia, provai la conduzione tri-partita. Alessandro Benvenuti nelruolo di guida, Luca Laurenti neipanni già rodati del gregario na-turale e Anna Maria Barbera, inarte Sconsy. Benvenuti non resseall’emozione e alla strizza. Con lalingua felpata, faticava persino adire buonasera. Laurenti bramavaper affrancarsi dall’ombra di Bo-nolis e si vestì da leader. Anna Ma-ria che non aveva ben capito dovefosse si alzava e veniva da me inpiena trasmissione. ‘Antonio,questa non è venuta bene, bisognarifarla’ e io serafico, pazzo di gioia,mentre intorno tecnici e registipensavano che fossi scemo, a ghi-gnare: ‘Cara, guarda che siamo indiretta’”.

Lo spostamento di “G i a ss ” non

sembra preoccuparla.

Abbiamo fatto i kamikaze. Sia-mo stati coraggiosi. Nel peggio-re dei casi, avrei inventato unottimo format per Italia Uno.Come tutte le novità, ad esem-pio il restyling di quotidiani esiti, provoca spaesamento eun’iniziale repulsione. A G i a ss tidevi affezionare. È pieno di sfu-mature, di scorrettezze, di cita-zioni e io comunque non faccioil chirurgo. Non opero a cuoreaperto. Non conosco lo stress.Una cosa può venir bene, un’al -tra male. Sbaglio una puntata?Amen. Chi lavora con me mivede come un nocchiero digrande esperienza perché nonsa che sono totalmente inco-sciente. Per fortuna, non di ra-do, mi aiuta una botta di culo.Non tutti i giornali hanno ap-

prezzato “G i a ss ”. Sui blog e su

Twitter le hanno fatto il funera-

le.

Molti hanno apprezzato, ma c’èchi mi vuol fare il funerale. PeròG i a ss è un esperimento e io ho lespalle coperte dai milioni e mi-lioni di spettatori che guardanoStriscia la notizia e Pa p e r i ss i m a

sprint. In ogni caso, cado in pie-di. Non sono turbato, sapevoche ce ne avrebbero dette di tut-ti i colori. Sono contento di la-vorare con Luca e Paolo e ho ca-pito perché mi piacciono e di-sturbano tanto quelli che hannodiviso precedenti esperienzecon loro. Stanno sul pezzo, nonsi risparmiano e intervengonocon serie ragioni mai dettate daldivismo. Due alieni. Tornandoalla domanda, giornali e Twit-ter non producono ascolti.Twitter poi è un succedaneodella masturbazione. Fa diven-tare ciechi. Internet è una gi-gantesca pippa di massa, unonanismo transcontinentale. E

PA P E R I SS I M A

Altro grande e longevosuccesso di pubblico targa-to Mediaset. In onda dalgiugno 1990

VELINE

Il casting per selezionare leveline di Striscia la notizia inonda dal 2002. Velone è la va-riante per donne over 65

DRIVE IN

Programma cult degli Anni80, in onda dal 4 ottobre 1983al 17 aprile 1988, un enormesuccesso di pubblico e critica

Antonio Ricci

“Il p o l i t i c a l ly correctè più violento di me”

STRISCIA LA NOTIZIA

Il Tg satirico, la piùlongeva delle creature diAntonio Ricci, in ondaininterrottamente dal 1988

L’autore tv

LIGURE DOCAntonio Ricci

è nato ad Albenga

(Savona) il 26 giugno

1950. Vive tra Alassio

(Sv) e un residence

di Milano Ansa

Carlo De benedetti Dlm Aldo Grasso La Pre ss e

Page 19: Domenica 30 marzo 20 14 1,30 LE SPINE DEL GIOVANE RENZI È ...€¦ · Domenica 30 marzo 20 14 – Anno 6 – n° 88 € 1,30 – Arretrati: €2 ,0 0 Redazione: via Valadier n°

19DOMENICA 30 MARZO 2 01 4il Fatto Quotidiano

starei anche molto attento algatto morto, alla sua “narrazio -ne vendoliana” e alla sua virtuo-sistica ricerca della forma sim-bolica. Scusi se parlo come la Pi-zia.Aldo Grasso ha parlato di comi-cità scarica. Avete risposto conun ritratto feroce.Non sono andato giù durissi-mo, è stato un dolce avverti-mento. Il paese è mafioso e lamafia ligure, ogni tanto, mandaun pizzino: “Non star lì a menaril torrone, altrimenti lo menoanch’io”. Sparare a un criticocon la tv è come tirare a unabomba atomica a uno con la lafionda: il rischio è di renderlofosforescente. Grasso vorrebbeesserlo e siccome sono a finecorsa l’ho accontentato. L’ho

reso visibile, come una madon-nina di Lourdes. E al critico siaddice di più il ca m o u f l a g e che laforma target.Sempre su Twitter, questa voltaGad Lerner: “Il fiasco di Giasssegna una felice evoluzione nelgusto degli italiani. Prima o poidoveva accadere. BenvenutoRicci tra noi perdenti”.Ma che evoluzione: partite e Bib-bia! La verità è che Gad è un ro-sicone mostruoso, nei miei con-fronti cova revanchismi da desta-bilizzato cronico. Con lui avevouna causa. Mi aveva accusato diogni porcata. Mi aveva dipintocome para organizzatore delBunga bunga. Con afflato didat-tico e con la consapevolezza dicondurre un’indagine di un certointeresse, l’ho querelato anch’io.Mi son detto: “Proviamo a testarese quel che si dice è vero”.E cosa si diceva?

Che Gad avesse i giudici comecompagni di merende. Ci ve-diamo al Tribunale di CasaleMonferrato e il giudice, unadonna, prova a conciliare: “Sie -te due persone intelligenti, met-tetevi d’accordo”. Lui si mostracontrario: “No, deve pagare an-che Ricci”. Allora intervengo:“Lo vede che non è intelligente,è solo furbo, sono io l’offeso daquesto po’ po’ d’uomo. Mi scusisignor giudice, ma devo saperequal è il limite. Se voi mi datelicenza di libero insulto, facciofesta liberandomi delle penosealchimie da farmacista che ela-boro prima di ogni puntata diStriscia per non superare i con-fini del lecito”. Il giudice ascoltae mi fa: “Quanto vorrebbe di ri-sarcimento danni?”.

Lei esagera con la richiesta?Neanche un po’: “Non vogliosoldi per me, le offese di Gadfanno parte del mio cursus ho-

norum. Mi affido al buon cuoredel signor Lerner e vorrei che lacifra fosse comunque destinataa don Ciotti”. C’è un consultotelefonico con il suo avvocato,Caterina Malavenda. Lei gliconsiglia di accettare subito etre giorni dopo arriva la propo-sta di conciliazione. Gad vuoldare mille euro. Dopo qualchemesto siparietto si chiude a cin-quemila. Chiamo don Ciotti e loavverto: “Gigi, sappi che Gad tideve dare 5.000 euro per unaquerela. Avvisami quando cà-pita”. Passano due giorni e vedodon Ciotti seduto nella trasmis-sione di Lerner. Mi telefona: “Isoldi me li ha dati, ma sai cosami ha detto? Ho vinto una causae questo assegno è per te”. Il per-

sonaggio è questo. Gliene rac-conto un’altra.Dica.Da anni il vanesio Lerner con-duce una guerra frontale a Stri -

scia la Notizia e alle Veline. Mo-ralismo incongruo a parte, duegiorni fa mi hanno raccontatoche anche da giovane Lerner eraun assatanato: a Rapallo, le ra-gazze erano costrette a chiuder-lo in cabina per placarne gli as-salti con bavetta. Inconcepibil-mente, però, il grande giorna-lista in questi anni ha dimenti-cato di spendere 5 minuti o duerighe su altri temi di importan-za nazionale. E la cosa spiegamoltissimo di lui.Quali temi?La centrale di carbone TirrenoPower a Vado Ligure, ad esem-

pio. Ha qualche serio guaio giu-diziario e curiosamente è ricon-ducibile a quel signore.Carlo De Benedetti?Penso ancora che sia meglio es-sere brechtianamente teppistiche direttori di banca e, dopoaver ascoltato per anni Lerner di-scettare di velinerie come maleassoluto, ho iniziato ad alzare iltiro. Ogni tanto mi stanco e inluogo del sicario, me la prendocon il mandante. Proposi a DeBenedetti di eliminare le Velinese il Gruppo Espresso avesse ri-nunciato alle sue due Veline, cioèVe l ve t e D la Repubblica delle donne,le note filiere della carne e delladoppia morale su cui campa dasempre.L’ingegnere non le diede retta.E io, come promesso, tenni leVeline e cambiai loro il nome inCarline. C’era un siparietto do-ve le sventurate pregavano da-

vanti a un’enorme statua di SanCarlone: “Non cedere, tieni invita Ve l ve t e D, così rimaniamoqui anche noi”. L’intercessionedivina avveniva attraverso Sil-via Cornacchia in arte Monti,sua moglie. Anche in quel casoavremmo potuto essere pesan-tissimi, ma fummo lievi.Non lo foste con Berlusconi. Lachiamò sabotatore.Berlusconi ha due grosse colpeche risolverebbe solo emigrandoall’estero. Ha creato i berlusco-niani e gli antiberlusconiani.Due opposti bigottismi che si eli-dono e che solo reciprocamentetrovano la loro ragion d’essere.Lei ha trascorso gli ultimi decen-ni a litigare con chiunque.Bè, io provoco, per fortunaqualcuno ci casca. Chi va in tv

diventa particolarmente su-scettibile e vulnerabile. L’oc -chio della telecamera ti cambiaper sempre. Ora ho in menteuna piccola serie di eccellenzeda mettere in G i a ss : “Tortelloni:gente molto ripiena di sé”.Qualche nome?Massimo Gramellini. Sembravanormale, ma ha subìto una mu-tazione. Ha perso i freni inibitori.Esonda e sputacchia. La tv pro-duce effetti terribili. Ha ucciso lemigliori menti della mia genera-zione perché non c’è niente da fa-re, la tv ammazza. Ti mette in unacondizione disumana e chi la fain prima persona, non ragionapiù. È come quando si accendeuna luce e le falene vanno a pic-chiare la testa finché non si bru-ciano. Questo è la televisione.Una luce accesa che attira e in-ganna, come nel mito di Narciso.In tv, a iniziare dalle risse tutto è

falso, tutto alterato, peggio chenelle riunioni in streaming di Re -

p u b b l i ca . Quando arrivi in unostudio c’è già chi ti tampona, tispazzola, ti dà da bere, ti blandi-sce sussurrandoti “bravissimo”.Rimanere in equilibrio è compli-cato e chi è stato normale fino algiorno prima, chi non è stato maicagato dal portinaio in vita sua,dopo i primi applausi va in over-dose. Arriva dalla moglie a casa, sisente dire: “Hai schiacciato ildentifricio in mezzo, stai più at-tento” e 24 ore dopo chiede il di-vorzio.Lei è ancora sposato.Mi son salvato perché non sonoandato in video. Lì conta più lacravatta che ti metti di ciò che di-ci. La tv ti costringe a travestirtida caratterista, a dare sulla voce

agli altri, a ordire guerriglie quo-tidiane. Come le ho detto, quan-do torni al focolare, deponi il co-stume e scopri che non sei Su-perman, ma solo un figuranteabusivamente piantato dentrol’involucro del Gabibbo.Con Beppe Grillo vi frequentatea n co ra?Lo incontro spesso. Passammoinsieme momenti memorabili.Eravamo entrambi ospiti nellavilla di Baudo, a Morlupo equando Pippo usciva per anda-re a lavorare, curiosavamo sen-za pudore tra cassetti, armadi ereliquie improbabili. Baudo eraappena stato lasciato da una fi-danzata rimproverata con ec-cessiva asprezza per aver mo-strato il seno recitando con Car-melo Bene. Il cazziatone gli siera ritorto contro e Pippo pro-vava un dolore inconsolabile. Siaggirava in mutande, baciava

gli oggetti che le erano appar-tenuti, si sedeva al pianoforte eintonava canzoni senza parruc-chino. In testa c’erano quattroclips che sembravano pastigliedi Formitrol succhiate. Lo dissia Grillo che iniziò a rideresguaiatamente e vigliaccamen-te, di fronte alla reazione di suapippità, diede la colpa a me.Con Baudo le schermaglie nonfiniscono mai.Mi ha fatto smontare l’archiviodi Drive in. Tre mesi fa lo sentoarringare la stampa: “Ricci hacompiuto un gesto da figlio diputtana, una cosa disgustosa”. Siera convinto che lo avessi messoin uno sketch come uno sperma-tozoo che corre a fecondare l’o-vulo di Katia. Stante il mio gusto,non era possibile. Però ho cerca-to, perché anche a me capita difissarmi su cose mai avvenute.Dopo settimane di apnea hosventolato bandiera bianca, l’hochiamato e gliel’ho detto: “Man -dami pure a cagare per altri mo-tivi, ma quella cosa, Pippo, nonc’è e non c’è mai stata”. Ha bo-fonchiato un “Sei sicuro?” e miha detto “vediamoci”. La storiadella mia cattiveria è una leggen-da. I cattivi sono altri.Nomi Ricci, nomi.Lo so, lei vuole che le dica Fazio, ilquale, lombrosianamente, conquei dentini, è davvero malva-gio. Ma adesso siamo in buona.Poveraccio, è bastato che scen-dessero gli ascolti del suo festivalper una partita e tutti l’hanno in-giustamente dato per morto. Co-munque la platessa Fazio ama lamelassa indistinta, ma è propriola melassa a impedire di vedere lecose per quelle che sono.E come sono?C’è più violenza nel politica-mente corretto che in una soladelle tante trasmissioni che hoimmaginato.Fare cultura in televisione equi-vale a un atto di sodomia. Adarare con un phon un campo digrano. L’ha detto lei.E lo penso ancora. Ma la sfida èseminare dubbi, spiazzare, pro-varci. Per anni, senza che nes-suno lo notasse, ho prodotto co-micità senza far dire mai unaparolaccia. Non sono un ben-pensante, ma l’ho sempre rite-nuta una scorciatoia. In G i a ss cisono perché ho usato i comicicome “voci dal territorio”, sen-za alterare la loro verità.In Giass ve la prendete anchecon Laura Boldrini.La Madonna laica. Per me èun’ossessione, mi appare in so-gno ogni notte. Mi sto trasfor-mando in Paolo Brosio.Boldrini presiede la Camera. IlGabibbo prese 15 voti in unalontana votazione per il Quirina-le. È trascorso un quarto di se-colo. Si sente vecchio?A mia insaputa, sono passatosenza traumi da enfant prodige a“vecchio malvissuto”. Il proble-ma, però, me l’ero posto:“Quante estati avrò ancora da-vanti? Tre, quattro? Poi ho fattoun programma, Ve l o n e , che miha donato una forza incredibile.Ho visto 93enni ballare in di-scoteca, vedove finalmente li-berate dall’uomo fare volonta-riato, donne allegre scambiaredentiere e stanze d’albergo conimprontitudine. Allora, mi sondetto, non ho più una sola esta-te. Non si chiude la saracinescaall’improvviso, te la giochi dav-vero fino all’ultimo. E sono sta-to felice. E ho riso. Anche io cheper mestiere, faccio ridere.

THE SUN: SCHUMACHERSARÀ PORTATO A CASACorinna prepara la stanzaper il ritorno a casadi Schumi. Stando a quantoriporta il tabloid britannico“Sun”, la moglie dell’ex pilotatedesco avrebbe già iniziatoi lavori nella lussuosa villasul lago di Ginevra

GIAPPONE, CAPPELLINI-LANOTTE COPPIA D’OROLa coppia azzurra formatada Anna Cappellini e LucaLanotte ha vinto il titoloiridato nella danzaai Mondiali di figuradi Saitama in GiapponeCarolina Kostner bronzonella prova individuale

F1, GP MALESIA:HAMILTON IN POLEHamilton ha conquistatola pole nel Gp di MalesiaIl pilota della Mercedessi è piazzato davantialla Red Bull di Vettele al compagno di squadraRosberg. Quarta la Ferraridi Fernando Alonso

La tv ha uc-

ciso le mi-

gliori menti della

mia generazione

Rimanere in equi-

librio è complicato

e chi è stato nor-

male fino al giorno

prima, chi non

è stato mai cagato

dal portinaio, do-

po i primi applausi

va in overdose

GIASS, L’ULTIMA INVENZIONELuca e Paolo, conduttori di “Giass”,

un programma di Antonio Ricci più o menodichiaratamente antifazista (nel senso

di Fazio Fabio). Risultati non entusiasmanti,è stato spostato al martedì sera Ansa

Gad Lerner La Pre ss e Il Gabibbo La Pre ss e

L’O F F E RTA

A DE BENEDETTI

“Gli proposi di eliminare

le Veline se il Gruppo

Espresso avesse rinunciato

alle sue, cioè “Velvet” e “D”

ALDO GRASSO, CENSORE

DEL CORRIERE

“Sparare a un critico

con la televisione è come

renderlo fosforescente

Lui vorrebbe, l’ho accontentato

GAD LERNER,

IL GRANDE NEMICO

“È un rosicone

mostruoso, nei miei

confronti cova revanchismi

da destabilizzato cronico

Page 20: Domenica 30 marzo 20 14 1,30 LE SPINE DEL GIOVANE RENZI È ...€¦ · Domenica 30 marzo 20 14 – Anno 6 – n° 88 € 1,30 – Arretrati: €2 ,0 0 Redazione: via Valadier n°

20 DOMENICA 30 MARZO 2014 il Fatto QuotidianoSECONDO TEMPO

a cura di

S te fa n oDisegni

BIOCRAZIA

IL PARLAMENTO EUROPEO (1951)

n Il Parlamento europeo è eletto direttamente dal popolo. Una scusa già sentita.n Ci si chiede a cosa serva avere una sede a Bruxelles e una a Strasburgo. Quandobasta Berlino.n Il trasloco mensile del Parlamento dal Belgio alla Francia costa 180 milioni di euroall’anno. Ma per fortuna offre la Grecia.n Tra i compiti del Parlamento c’è quello di garantire agli Stati il diritto di obiettarealle scelte della Troika. Purché poi si accettino.n In politica estera il Parlamento europeo ha poteri limitati. Dal Congresso Usa.n Di recente il Parlamento E. ha bocciato un regolamento sulle sementi che favoriva lagrande industria. Così la Monsanto impara a fare i bonifici in ritardo.n Il rinnovo del Parlamento europeo potrebbe registrare un boom dell'estrema de-stra. Che ce l'ha per vizio.n Il 25 maggio anche gli italiani voteranno per il nuovo Parlamento europeo. Si vedeche Napolitano le considera elezioni innocue.

di edelman

Vengo anch’i o. . .

Page 21: Domenica 30 marzo 20 14 1,30 LE SPINE DEL GIOVANE RENZI È ...€¦ · Domenica 30 marzo 20 14 – Anno 6 – n° 88 € 1,30 – Arretrati: €2 ,0 0 Redazione: via Valadier n°

21il Fatto Quotidiano DOMENICA 30 MARZO 2 01 4SECONDO TEMPO

TG PAPI

Obama e l’onda co s m i c adella stima e dell’a f fe t to

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

“Mom” e le altre, il tempodelle donne i m p e r fe t te

ANNA FARIS Protagonista di “Mom”,

serie tv in onda su Mediaset Premium Ansa

di Paolo Ojetti

Era una di quelle occasioni cheun giornalista sulla piazza

avrebbe cavalcato come John Wa-yne su un mustang selvaggio: unamericano a Roma, e che america-no, l’uomo più potente della terra,una visita da raccontare con l’otti -mismo della volontà e il pessimismodella ragione, mobilitando –oltre al-le cronache – giornalisti made inUsa, gli esperti di oggetti militari vo-lanti (tipo F35, per dire), teologi delcattolicesimo nordamericano e, vi-sta la situazione dalle parti di Kiev,anche uno o due putinologi.Invece no. Diretta alle 10 per papaFrancesco, diretta alle 12 per il Qui-rinale, diretta alle 15,20 per la con-ferenza stampa in brokkolino diMatteo Renzi, tutto sulla prima reteRai e sui vari Tg1, con il disastrosorisultato complessivo di dipingeremister Obama come una specie dicitrullo ridanciano venuto a Romaper parlar bene di tutto e tutti. Gior-gino fibrillava: “Una visita di grandeintensità e amicizia”. Fabio Zavatta-ro scopriva che il corteo papalinoaveva in testa “una moto america-na”, sorvolando sulla freddezza diBergoglio, che sarà pure un papabuono, ma è argentino e i nordame-ricani gli ricordano troppe nefan-dezze. Simona Sala, che ormai hauna suite sul Colle, partiva con il

“che bello rivederti” di Obama a Na-politano, agitando poi un’onda co-smica di “stima, affetto, reciprocacomprensione, un parlar fitto” conun presidente ormai noto come “oldrock”.

QUANDO poi è toccato alla confe-renza stampa congiunta di Obama eRenzi, appena il nostro “premier” diturno ha preso la parola, la palla èpassata di colpo a Roberto Chinzari,che di Renzi è l’esegeta autorizzato.E, infatti, la partenza è stata all’altez -za delle notti degli Oscar: “Mi ha col-pito la sua energia, ha detto Obama”,ed è superfluo dire di chi fosse tuttaquesta vitalità. E non bastava: “Ecco,Renzi ha camicia bianca, cravattarossa, vestito blu”. Vuoi vedere che iltrittico cromatico – notato dall’acu -to Chinzari – voleva omaggiare lestars and stripes? Ovvio che sì, sonodelicatezze tipiche degli ex-sindacicapitati nell’alta società.Insomma, con scrupolo, tutti si sonoimpegnati a rispettare la consegna:Obama è il nostro sponsor, soprat-tutto del giovane energico e, cometutti sanno, lo sponsor è quello chescuce e che conta. Solo in due si sonosalvati dalle salivazioni giornalisti-che: papa Francesco, la cui versionesurgelata ha spiazzato tutti tranneZavattaro. E il Colosseo che, nono-stante i suoi 1934 anni, non ha fattouna piega: No, I can’t.

di Chiara Daina

Altro che quote rosa: la vera rivo-luzione femminile si fa a visioni di

mamme imperfette, un filo isteriche,single, magari ex alcoliste, casalinghedisperate, teenager incinte, ostetriche eginecologhe indaffarate tra casa, asilo esale parto e, perché no, milf affamate ditoy boy. In poche parole: con le sit-com,grazie alla tv. Il piccolo schermo si con-ferma lo strumento che più di qualsiasialtra cosa o promessa di marito, poli-tico, psicologo, guru, santone, star diturno assicura la presa di potere delledonne.La domanda è ormai matura: vi sietemai chiesti perché dai tempi della pietraal 2014 resiste il maschio sui seggiolonidella politica? Perché la maggior partedei piani alti delle aziende continua aessere abitato da costellazioni di uomi-ni intoccabili? Per una questione di te-stosterone. Ma è opinabile. O per un’al-tra ragione, indiscutibile: il palinsestotelevisivo. Le super bombe di Sex and the

c i ty , le svariate cornute e traditrici diBeautiful, e la carovana di letterine e me-teorine aggiunte a overdosi di spot pub-

blicitari in stile famiglia del MulinoBianco o moglie in compagnia di Omi-no Bianco, pastiglie per lavatrici e de-tersivi corrosivi per water incrostati so-no un antidoto micidiale all’ascesa del-l’identità della donna. Scordatevele, og-gi qualcosa sta cambiando. In peggio,solo se vi fidate delle apparenze.

LA MICCIA l’ha accesa venerdì seraMom, nuova serie sul canale pay Joi (diMediaset Premium). Protagonista An-na Faris, quella che in Scary Movies ve -stiva i panni della studentessa CindyCampbell, e qui invece fa la parte diChristy, la mamma separata con due fi-gli avuti da due uomini diversi, un pas-sato da alcolista e tossicodipendete, unamadre che dorme nel suo salotto, un la-voro da cameriera in un ristorante chicdove scoppia in lacrima ogni volta che lecapita di servire al tavolo di una coppiafelice o quando ordinano torte di com-pleanno. Di Christy ce ne sono tante.Anche di donne come sua madre chedopo anni di latitanza rispunta nella vitadella figlia e anziché badare ai nipotini sifa mantenere. Meno di Carrie, Charlot-te, Miranda e Samantha (la squadra di

miss che vivono a New York in Sex and

the city). È un problema o forse no. Per-ché Mom è una storia che passa dal ri-scatto. Finalmente si toglie il cellophanedalla donna barbie e dalla sguattera.Cioè si passa dalla natura morta all’im -pressionismo. Parlare delle difficoltàdelle donne vuol dire aiutare la società aemanciparsi. Tra i primi esperimenti c’èDesperate Housewives. Più un aborto, inrealtà. C’è troppa ricchezza. Troppa en-fasi. Poi Rai Due decide di dedicare laparentesi, in fascia oraria seguitissima,tra il tg e il programma di prima serata auna Una mamma imperfetta, già web seriesu co r r i e re . i t . Un paio di settimane fasbarca su Real time tv Dottoresse in sala

par to che prende il posto di 24 ore in sala

par to: in pratica, dalle donne che par-toriscono in diretta a quelle che fannopartorire, si tolgono il camice, corronoall’asilo a prelevare il figlio, si fiondano acasa a fare i mestieri. Una rivoluzionenel verbo: dal subire all’agire. La tv fauscire dal guscio anche le over 50 con laserie Cougar wives: donne di una certaetà che frequentano ragazzi più giovani(una si sposa il compagno di liceo di suafiglia).

Gli ascoltidi venerdì

LA PISTAS p e t t a to r i 3,89 mln Share 16,4%CROZZA NEL PAESE...Spettatori 2,59 mln Share 9,63 %

LE MANI DENTRO LA CITTÀSpettatori 3,45 mln Share 1 3 ,6 %CO LO R A D OSpettatori 1,94 mln Share 9,69 %

18.30 Transatlantico Attual.19.00 News Notiziario19.25 Sera Sport Notiziario

sportivo19.30 Il Caffé: il punto

Attualità20.00 Il Punto alle 20.00

AttualitàMeteo Previsioni deltempo (all’ interno)

20.58 Meteo Previsioni deltempo

21.00 News lungheNotiziario

21.26 Meteo Previsioni deltempo

21.30 Visioni di futuroAttualità

21.56 Meteo Previsioni deltempo

22.00 Visioni di futuroAttualità

22.26 Meteo Previsioni deltempo

22.30 News lungheNotiziario

22.56 Meteo Previsioni deltempo

23.00 Il Punto + RassegnaStampa Attualità

23.27 Meteo Previsioni deltempo

23.30 Il Punto + RassegnaStampa Attualità

23.57 Meteo Previsionitempo

0.00 News + RassegnaStampa Attualità

0.27 Meteo Previsioni deltempo

6.00 Prima PaginaInformazione

7.55 Traffico - Meteo.itInformazione

8.00 TG5 MattinaInformazione

8.45 TGCom Informazione8.50 Le frontiere dello

spirito Rubricareligiosa

10.05 Belli dentro“Halloween” Telefilm

10.40 SuperCinema Rubrica11.30 Le storie di Melaverde

Documenti12.00 Melaverde Documenti13.00 TG5 - Meteo.it

Informazione13.40 L’ arca di Noè Rubrica14.00 Domenica Live

Attualità18.50 Avanti un altro Gioco

20.00 TG5 - Meteo.itInformazione

20.40 Paperissima SprintVarietà Condotto daJuliana Moreira con ilGabibbo

21.10 La vita è una cosameravigliosa -Commedia (Ita 2010).Di Carlo Vanzina, con Gigi Proietti, Nancy Brilli

23.25 Grande Fratello -Riassunto Reality show

0.15 X-Style Attualità1.15 TG5 Notte - Rassegna

Stampa - Meteo 5Informazione

7.35 Til Death - Per tutta lavita Telefilm

8.50 Scooby-Doo e ilmostro del Messico -Animazione (Usa2003). Di Scott Jeralds

10.25 Flipper - Avventura(Usa 1996). Di AlanSaphiro, con ElijahWood, Paul Hogan

12.25 Studio Aperto -Meteo.it Informazione

13.00 Sport Mediaset - XXLRubrica sportiva

14.00 Grande Fratello Realityshow

14.25 Duma - Avventura(Usa 2005). Di CarrollBallard, con AlexMichaeletos

16.25 Il mistero della pietramagica - Commedia(Usa/Arabia Saudita2009). Di RobertRodriguez, con JimmyBennett, Kat Dennings

18.15 Tom & Jerry Cartoni 18.30 Studio Aperto -

Meteo.it Informazione19.00 Così fan tutte Sit com19.40 Honey - Musicale (Usa

2003). Di BilleWoodruff, con JessicaAlba, Lil‚ Romeo

21.30 Lucignolo 2.0 Attualità0.30 Torno a vivere da solo -

Commedia (Ita 2008).Di Jerry Calà, con JerryCalà, Tosca D‚ Aquino

2.30 Grande Fratello Reality

8.00 Zorro “Un imbroglioneimbrogliato” Telefilm

8.30 Magnifica ItaliaDocumentario

9.25 I Santi - Lo splendoredel divino nelquotidianoDocumentario

10.00 Santa Messa Evento10.50 Pianeta mare

Documenti11.30 TG4 - Meteo.it

Informazione12.00 Pianeta mare

Documenti13.00 Ricette all’ italiana

Rubrica13.50 Donnavventura

Real Tv14.45 Cornetti alla crema -

Commedia (Ita 1981).Di Sergio Martino, con Lino Banfi

17.00 Nuclear Target -Azione (Usa 2005). Di Marcus Adams, con Wesley Snipes

18.55 TG4 - Meteo.itInformazione

19.35 Il segreto Soap20.30 Tempesta d’ amore

Soap21.15 Prima tv La Bibbia -

Dio nella storia“Terra Promessa” “Il Regno” Miniserie

23.20 La Giuria - Thriller (Usa2003). Di Gary Fleder,con Gene Hackman,Dustin Hoffman

6.00 TGLa7 - Meteo -Oroscopo - Traffico -InformazioneInformazione

7.00 Omnibus - RassegnaStampa Attualità

7.30 TG La7 Informazione7.50 Omnibus meteo

Informazione7.55 Omnibus Attualità

10.00 L’ aria che tira - IlDiario Attualità

11.00 Bersaglio MobileAttualità (Repl.)

13.30 TG La7 Informazione14.00 TG La7 Cronache

Attualità14.40 L’ uomo di Alcatraz -

Drammatico (Usa1962). Di JohnFrankenheimer, conBurt Lancaster

17.25 The District “Caccia alpoliziotto” Telefilm

18.10 L’ ispettore Barnaby“Oscuri segreti”Telefilm

20.00 TG La7 Informazione20.30 Crozza nel paese delle

meraviglie VarietàCondotto da MaurizioCrozza

21.10 Fuori gabbiaAttualità (Diretta)

21.30 La GabbiaAttualità (Diretta)

0.00 Toro scatenato -Biografico (Usa 1980).Di Martin Scorsese,con Robert De Niro

6.30 UnoMattina In FamigliaAttualità

10.00 Buongiorno Benessere -Tutti i colori della saluteRubrica

10.30 A sua immagineRubrica religiosa

10.55 Santa Messa Evento12.00 Recita dell’ Angelus

Evento12.20 Linea verde Rubrica13.30 TG1 Informazione14.00 Prima parte L’ Arena

Attualità14.25 Pole Position Rubrica 14.35 Mondiale Formula 1

2014 Da Kuala LumpurGran Premio dellaMalesia: gara (Differita)

16.25 Che tempo fa Infor.16.30 TG1 Informazione16.35 Seconda parte L’ Arena

Attualità17.25 Domenica in Varietà

Condotto da MaraVenier

18.50 L’ eredità Gioco20.00 TG1 - Rai TG Sport

Notiziario sportivo20.40 Affari tuoi Gioco21.25 Carosello Reloaded

Documenti21.30 Prima tv Un medico in

famiglia 9 “Lorenzosulla graticola ““Procurato allarme”Telefilm con Lino Banfi

23.30 Speciale TG1 Attualità0.35 TG1 Notte - Che tempo

fa Informazione

7.25 Lassie Telefilm8.15 Voyager Factory

Documentario9.05 Il nostro amico Charly

“Compagnid’ avventura” “Unafesta per Max” Telefilm

10.30 Cronache animaliDocumentario

11.30 Mezzogiorno infamiglia Varietà

13.00 TG2 Informazione13.30 TG2 Motori Rubrica13.40 Meteo 2 Informazione13.45 Quelli che aspettano

Varietà sportivo15.40 Quelli che il calcio

Varietà Condotto daNicola Savino conMassimo Caputi,Daniele Tombolini,Ubaldo Pantani

17.05 TG2 L.I.S. - Meteo 2Informazione

17.10 Stadio Sprint Rubrica 18.10 90° Minuto Rubrica 19.35 Countdown

“Compagni di scuola”Telefilm

20.30 TG2 - 20.30 Infor.21.00 Prima tv N.C.I.S.

“Il rifugio” Telefilm21.45 Prima tv

Hawaii Five-0 “Unastrana coppia” Telefilm

22.40 La Domenica SportivaRubrica sportiva

1.00 TG2 Informazione1.20 Protestantesimo

Rubrica religiosa

7.55 Televisione pirataDocumenti

8.00 Gli Imbroglioni -Commedia (Ita 1963).Di Lucio Fulci, conAntonella Lualdi

9.30 Il conte Ugolino Doc.9.50 Correva l’ anno Doc.

10.45 TeleCamere Attualità11.10 TGR Estovest Rubrica11.30 TGR RegionEuropa

Rubrica12.00 TG3 Informazione12.25 TGR Mediterraneo

Rubrica12.55 12 Idee per la crescita

Rubrica13.25 Fuori Quadro Rubrica

14.00 TG Regione - MeteoInformazione

14.15 TG3 Informazione14.30 In 1/2 h Attualità15.05 Kilimangiaro Doc.18.55 Meteo 3 Informazione19.00 TG3 Informazione19.30 TG Regione - Meteo

Informazione20.00 Blob Varietà20.10 Che tempo che fa

“Ospiti: Graziano Delrioe Andrea Camilleri”Attualità

22.45 TG3 - TG RegioneInformazione

23.05 Masterpiece “La Finale- Ospiti Donato Carrisi eSusanna Tamaro”Reality show

0.25 TG3 - Meteo 3Informazione

LA TV DI OGGI

LA RADIO

SC1 Cinema 1

SCH Cinema Hits

SCP Cinema

Passion

SCF Cinema

Family

SCC Cinema

Comedy

SCM Cinema Max

SCU Cinema Cult

SC1 Sport 1

SC2 Sport 2

SC3 Sport 3

17.20 Perchè te lo dicemamma SCP

17.30 Anni 90 - Parte II SCC17.40 After Earth SC118.55 Romanzo

di una strage SCH19.05 Against The Ropes

SCP19.10 Kinky Boots SCU19.10 Come d’ incanto SCF19.25 Amiche da morire SC119.25 Creature del buio -

Blood: The last vampire SCM

19.30 Il dittatore SCC21.00 Hollywoodland SCU21.00 Cop Land SCM21.00 Dance with me SCP21.00 Bob un maggiordomo

tutto fare SCF

21.00 Una pallottola spuntata SCC

21.10 Prima tv Treno di not-te per Lisbona SC1

21.10 Attack the Block -Invasione aliena SCH

22.30 Candidato a sorpresa SCC

22.40 Honey SCF22.45 Insidious SCH22.50 Vivere un sogno -

Goal! 2 SCM23.05 La frode SC123.10 Alì ha gli occhi

azzurri SCU23.15 Spanglish SCP0.00 Jackass:

The Movie SCC0.15 Il castello

di Ra-Tim-Bum SCF

15.00 Calcio, Serie A2013/2014 Sampdoria- Fiorentina (Dir.) SP1

15.00 Basket, NCAA2013/2014 Final Regional 1 Florida -Dayton (Replica) SP3

16.30 Tennis, ATP World TourMasters 1000 Miami:1a semifinale (R) SP2

17.00 Calcio, Serie A2013/2014 31a giornataLazio - Parma (R) SP3

18.30 Tennis, ATP World TourMasters 1000 Miami:seconda semifinale(Replica) SP2

18.45 Motonautica, F1 H2OWorld Championship2014 (Sintesi) SP3

19.15 World Series ofBoxing 2013/2014Azerbaijan - Italia(Sintesi) SP3

20.20 Basket, NCAA2013/2014 FinalRegional Kentucky -Michigan (Dir.) SP3

20.30 Tennis, ATP World TourMasters 1000 2014Miami: finale(Diretta) SP2

20.40 Calcio, Serie A2013/2014 Napoli - Juventus(Diretta) SP1

0.00 Basket, NBA 2013/14Brooklyn Nets - Min-nesota Timberwolves(Diretta) SP2

I film Lo sportIl viaggiatore sulle orme di Darwin“Il Viaggiatore”, con Rita Rocca al microfono, ripercorrerà la storia di un viaggio che ha cambiato

la visione del mondo e della specie umana. E’ il viaggio del famoso naturalista Charles Darwin:

quasi cinque anni a bordo del brigantino Beagle, circumnavigando il globo terrestre, dalle isole di

Capo Verde al Brasile, dalla terra del fuoco alle Galapagos, fino a giungere in Australia. In questa

fantastica avventura, tra ghiacciai, vulcani, deserti foreste tropicali e isole selvagge, Darwin raccol-

se materiale prezioso per elaborare la sua teoria dell’ evoluzione delle specie che oggi è alla base

del pensiero scientifico e della moderna etno-antropologia. Ospiti della trasmissione saranno

“darwiniani” illustri come Telmo Pievani, filosofo epistemologo direttore di Pikaja, il portale del-

l’ evoluzione e il biologo naturalista Gabriele Gentile, ricercatore alle Galapagos dove ha scoperto

la famosa “iguana rosa”. Guido Barbujani, biologo, genetista e scrittore di “Dilettanti - Quattro

viaggi intorno a Charles Darwin”, illustrerà come il concetto di razza nella specie umana non abbia

alcun fondamento biologico.

RADIO1 8.30

Page 22: Domenica 30 marzo 20 14 1,30 LE SPINE DEL GIOVANE RENZI È ...€¦ · Domenica 30 marzo 20 14 – Anno 6 – n° 88 € 1,30 – Arretrati: €2 ,0 0 Redazione: via Valadier n°

22 DOMENICA 30 MARZO 2014 il Fatto Quotidiano

di Furio Colombo

Credo di avere capi-to e voglio condi-videre con voi que-sta rivelazione.

Renzi, che riesce anchequando non riesce, e au-menta nel gradimento an-che dopo i colpi a vuoto, è alcentro dell’attenzione bene-vola della maggioranza deicittadini non perché è gio-vane, e neppure perché è co-sì diverso da tutti gli altri,come si usa dire. Il fatto checonta, e che lo sostiene co-me un atleta portato a spal-le, è che Renzi non è maistato eletto. Non so se virendete conto di quanto val-ga questa carta in tempi difuriosa anti politica. Renzinon è la casta. Poiché nonha mai fatto campagna elet-torale (tranne che nella suacittà e nei percorsi internidelle “primarie”), non sipuò tentare di tenerlo inquel perenne stato di puni-zione che spetta ai politiciveri eletti, non gli si può gri-dare “da che pulpito!”. Enon gli si possono rimpro-verare cose mai accadute.Direte che ha promessomolto e ha ottenuto solo ri-sultati modesti o vittorie ap-parenti. Non è il punto.Il punto è che Matteo Renzi èentrato direttamente nellastanza dei bottoni (nienteprescrive o prevede che unopassi di lì e vi entri perché èuno bravo o si presume chesia bravo) e vi resta non soloincontrastato ma abbastanzaapprezzato. La ragione è chenon è mai stato eletto. Lo soche mi sto ripetendo, manon mi pare vero di avereindividuato la ragione che,con un po' di fortuna e difaccia tosta (che non glimanca), lo salverà a lungodal crollo dei controsoffittipolitici che colpiscono cosìpresto quasi tutti i regolaridella politica.

DIRETE che altri, prima dilui, avevano governato senzaessere stati eletti. Vero, maerano bene in vista due con-dizioni: una situazione diemergenza; e una lista di po-che, essenziali cose da fare,subito. Qui, invece, parliamodi una intera legislatura, del-l’abbattimento del Senato edelle Province e di tutte (tut-te) le altre riforme.I suoi modi simpatici e di-sinvolti devono avere fattopresa anche sul capo delloStato, che aveva previsto unasituazione eccezionale breve,e si trova di fronte a una si-tuazione eccezionale lun-ghissima. Ma forse anche luiaveva visto che Renzi ha unlasciapassare prezioso: puòdimostrare di non essere sta-to votato. Non è l’on. Renzi oil senatore Renzi. È il dottorRenzi.Fa una differenza grandis-sima, e Renzi in persona èben cosciente di questo pri-vilegio che a tutti gli altrinon sembra bello ricordare(infatti non se ne parlamai). Renzi ne è coscienteal punto da esprimersi conla libera spregiudicatezza dichi sta fuori dal gioco, men-

tre sta dentro e al centro.Tipica è la frase con cui li-quida il dissenso della lea-der di Cgil e del presidentedi Confindustria: “Vuol di-re che ce ne faremo una ra-gione”.Vi immaginate se un rego-lare politico eletto si abban-donasse a tanto giovanilesarcasmo? Per capire è benenon illudersi che l’ondatafortissima di avversione allapolitica prima o poi si esau-risce. Occorre un forte chocperché questo accada. Almomento non sembra néimminente né probabile.Cose enormi e non cancel-labili (certo non adesso)hanno segnato e sfregiato lapolitica. E il colpo di grazia è

avvenuto nello stabilire che“sono tutti uguali”, legittimogrido di esasperazione, maanche salda barriera di pro-tezione per i peggiori, chepossono continuare (e con-tinuano, salvo occasionaledetenzione) nei propri affaripoltico-privati proprio per-ché protetti dal discreditoche ha colpito tutti. Tutti manon gli estranei al sistema.

Chi è più contrario al siste-ma di uno che non è mai sta-to eletto, ma è incaricato diportare a termine una lungae operosa legislatura, met-tendo al lavoro, con giova-nile impeto, gli eletti siad'accordo che non d’a c c o r-do? Persino nel suo partito,nessuno obietta. Se lo faces-se avrebbe tutti contro, den-tro e fuori dalla politica.Renzi, il capo non eletto ditutto, lo sa benissimo.Una lucidissima contropro-va ci viene offerta da Grillo.Non appena i suoi liberi,nuovi, rispettabili e rispettaticittadini che si sono offertiper la candidatura a CinqueStelle sono stati eletti, è comese fossero andati in conven-to. Devono tacere, obbedire etogliersi dalla testa di deci-dere. Decide il capo (noneletto) che sta battendosi pertogliere dalla Costituzione lafrase “senza vincolo di man-dato”, e imporre una multaall'eletto che si ribella al caponon eletto.

DUNQUE in Parlamento (cistanno dicendo anche i nuo-vi arrivati) non conta la co-scienza. Conta l’obbedienza.E dunque il “vincolo di man-dato” deve diventare un cap-pio. Se ti muovi per contotuo, io stringo.Renzi ha notato, con l’atten -zione vorace di chi imparasubito. Primo, forma un go-verno modesto (tanto il go-verno è lui, Renzi), con per-sone giovani, persino piùgiovani di lui, così è sicuroche non sdottorino con pre-tese di competenza e noiosestorie di esperienza.Secondo, si accerta che nonsappiano la materia, in mododa evitare che pretendano diinsegnartela. Terzo, fa pesareil fatto che ogni decisionegrande o piccola, tocca a lui,non tanto e non solo perchélui è il capo, ma perché lui èesente. Nessuno lo ha eletto,e perciò è esente dalla squa-lifica che marchia i politici.Per ora funziona. Certo, nonconosciamo ancora le conse-guenze.

di Gian Carlo Caselli

Luca Rastello hascritto per Chiare-lettere un libro cat-tivo (I buoni) contro

Luigi Ciotti. Un attacco spie-tato alla persona, al suo pen-siero e alle sue opere. Prati-camente non si salva nulla.Dilagano ovunque nequizie eipocrisia. In realtà, proprio l’i-pocrisia è il difetto del libro. Sipremette che “è corretto con-siderare le vicende narrate nelromanzo come immagina-rie”, ma il velo farisaico di unnome fittizio (don Silvano)serve a niente. Il prete “santo”,laureato “in scienze confuse”,che da bambino “per difen-dere uno compagno lanciò infaccia alla maestra un porta-penne”, per qualunque lettoreche non sia del tutto scemonon può che essere ed è cer-tamente Luigi Ciotti. Del qua-le mi onoro di essere amico esarà per questo che fatico acomprendere come dalloscritto di Rastello possa stra-ripare una tempesta di livorecosì violenta. Ipotizzo un ri-sentimento personale profon-do, tant’è che la narrazione siconclude con l’uccisione di uncollaboratore di Ciotti e la fe-roce aggressione di un altroad opera di uno psicopaticoammalato, che poi si costitui-sce convinto di poter attirarenella sua cella quel “sacerdotedella strada “che certamentenon si negherà a “un prigio-niero moribondo che ha chie-sto come ultima grazia di in-contrarlo”. La condanna a ca-rico di Ciotti, nella “logicanarrativa” delle “vicende im-maginarie”, è forse la pena dimorte?

QUASI MEZZO secolo di vitadel “Gruppo Abele” e quasivent’anni di “Libera” di fattospariscono sotto le macerie diun assortimento di orride ne-fandezze che sarebbero la re-gola, fino a creare “un dio chechiamano legalità”, il “loro vi-tello d’oro” che “dona carrieree onori”, mentre “molti crimi-ni sono migliori di questa le-galità” e “molti criminali sonomigliori dei suoi sacerdoti”.Sarà pure un romanzo, ma

francamente sconcertano ab-bordaggi così prevenuti dipercorsi che certamente pos-sono aver avuto momenti dif-ficili, ma che in una valuta-zione complessiva non posso-no essere liquidati con arro-gante presunzione.Rastello sa scrivere bene, maquesta volta le pagine del libro– come dire – sembrano sfug-girgli di mano e trasformarsiin una sorta di manganello dateppisti prodighi di scomuni-che che preludono a roghi pu-rificatori (lo psicopatico chechiude il romanzo). La storiadel “Gruppo Abele” e di “Li -bera” è storia – per tutti – diun impegno costante, fatico-so, intelligente e produttivo.Su vari versanti: accoglienza eascolto delle persone in diffi-coltà; cultura (Università dellastrada, Centro studi, Casa edi-

trice, percorsi di legalità nellescuole); mobilitazione politicasu temi “sensibili” per i dirittie la giustizia sociale (dalla dro-ga alla corruzione); coopera-tive sociali di lavoro; iniziativeall’estero. Come capo dellaprocura di Palermo dopo lestragi del ’92, posso testimo-niare l’importanza decisivache “Libera” ha avuto nel con-trasto alla criminalità organiz-

zata. Che tutti dicono non es-sere delegabile esclusivamentea polizia e magistratura; mapoi nessuno faceva niente,mentre proprio “Libera” haaperto la strada dell’antimafiasociale e dei diritti, indispen-sabile già trent’anni fa perCarlo Alberto dalla Chiesa:“Assicuriamo ai cittadini i lo-ro elementari diritti; togliamoalla mafia il potere di trasfor-marli in favori; facciamo deisuoi dipendenti i nostri allea-ti” (frase definita nel libro co-me una delle citazioni prefe-rite di don Silvano/Ciotti; ed èvero, ma il riferimento a Ciottinel libro diventa anche fontedi dileggio).

IL MILIONE di firme che pro-vocò l’approvazione della leg-ge del 1996 per la destinazionead attività socialmente utilidei beni confiscati ai mafiosi ;l’organizzazione di cooperati-ve di giovani che coraggiosa-mente lavorano a questi beni,producendo ad esempio olio,pasta e vino che sono diventatiun vero e proprio baluardocontro i ricatti e le umiliazionidei mafiosi; il costante e con-creto sostegno alle vittime dimafia; la straordinaria parte-cipazione annuale alla “Gior -nata della memoria e dell’im -pegno”, culminata il 21 marzoscorso con la suggestiva “con -sacrazione” di “Libera” daparte di papa Francesco: eccoun’imponente sequenza diprove che vanno nella direzio-ne di un bilancio fortementepositivo. Svilire tutte questeesperienze a “Grande ReteGiovanile” che crea un’“am -biente ormonale”, consenten-do di “accumulare un capitaledi figa”, è volgare e squallido.E soprattutto ingiusto.

di Silvia Truzzi

n NON È FRANCESCA dicevano. Invece sì. È pro-prio lei che ha preso il Palazzo, nel senso di Graziolie lo tiene in pugno. Dai ghiaccioli di Telecafone finoa un improbabile ruolo politico, la fidanzatina di Sil-vio, di strada ne ha fatta parecchia. C’era una voltauna ragazza di Fuorigrotta con la passione per lapolitica. In un’intervista al Corriere del Mezzogiorno

raccontò le sue disavventure: “A 17 anni, alla finale diMiss Grand Prix: dovevo vincere io quel concorso.Un giudice m’avvertì: ‘Lei ha vinto’. Invece i pro-duttori regionali e nazionali si misero d’accordo perfar vincere un’altra. Denunciai l’organizzatore. Andaianche in tv, ospite di Alda D’Eusanio, per far scop-piare il caso. Nella vita ho subìto tante altre in-giustizie. Non solo nel mondo dello spettacolo. Daqui, la passione per la politica, per un mondo piùg i u s to”. E sembra averlo realizzato quel sogno, sequalche giorno fa ha addirittura rilasciato un’i n te r-vista politica a Re p u b b l i ca , in cui ha parlato di tutto:dall’ipotesi Marina al governo Renzi, mostrandogrande dimestichezza con gli equilibri interni al par-tito. Sul Fa t to di ieri Fabrizio d’Esposito ci ha rac-

contato che proprio Francesca sarebbe riuscita aintrodurre nella prima cerchia di fedelissimi il se-natore forzista Vincenzo Gibiino, coordinatore delpartito in Sicilia.È partita dalla spending review della dispensa diPalazzo Grazioli (“un piccolo emblematico esempiodi coloro che abusano della fiducia di Berlusconi. Equanti compratori di fagiolini, intorno a lui, in po-litica, nei seggi!”) e, grazie anche al patto di ferro conla badante Maria Rosaria, si è ritagliata uno spazioche nessuna dama di corte aveva mai avuto

n PERFINO l’epurazione della potente Santanchèpare sia opera sua. Sembra che il maturo fidanzato latema moltissimo: avrebbe voluto arruolare Ana Da-mian, miglior venditrice di “Fo l l e t to”, ma poi ve-dendo dalle foto su Internet che la signora è anchepiuttosto avvenente, si è arreso prima di tentare.“Che bella figliola! Non posso mica contattarla, chimi sta accanto non me lo permetterebbe mai”,avrebbe confidato il presidente di Forza Italia ai suoi.E dire che, all’inizio della liaison, su Francesca non

avremmo scommesso una lira. Nonostante Dudùscaldasse il cuore affranto di B., sembrava una delletante, capitata per caso nel momento in cui c’e rabisogno di mostrare un Cavaliere (lo era ancora,allora) più sobrio, dopo gli scandali a luci rosse.Aveva, la ragazza, un’aria un po’ troppo g ro ss i e r, aitempi: sembra che Silvio le abbia imposto corsi dibon ton. Ed eccola qui, en travesti, a sfoggiare ac-conciature che vorrebbero ricordare la divina GraceKelly. Dopo aver detto addio ai vestitini sexy a buonmercato, oggi sfila con abiti vagamente anni Cin-quanta e certo più costosi. Tuttavia le mutazioniprodigiose riescono raramente, sembra dire MaraCarfagna che ha fatto dimenticare, a suon di tailleure sofisticati tagli di capelli, i calendari scollacciati.Per sugellare il trionfo di Francesca, mancano solo lenozze: il traguardo più ambito, a Capri. Ce la farà?L’attempato b oy f r i e n d sembra riluttante, ma nonsappiamo di quali armi la signorina disponga. In ognicaso, nemmeno il matrimonio (come il patrimonio)la trasformerebbe in Jackie Kennedy, che sull’Isolaazzurra amava passeggiare a piedi scalzi.

FATTI DI VITA

Le m e t a m o r fo s i di Francesca,da Telecafone alla presa del Palazzo

Il segreto di Matteo Renziil presidente “g i ov a n e ”

IL TURBOPREMIER

Un romanzo cattivoper colpire “I Buoni”

IL LIBRO

IL PRIVILEGIO

Il fatto è che non è mai

stato eletto. Vale molto

in tempi di furiosa anti

politica. Non è la casta,

non è in quel perenne

stato di punizione

SECONDO TEMPO

FINTA FINZIONE

È un attacco spietato

a don Ciotti. Fatico

a comprendere come

dallo scritto di Rastello

possa straripare

un livore così violento

PER ESIGENZE redazionali,oggi non è stato possibilepubblicare il consueto ap-puntamento domenicalecon la rubrica “Storie ita-liane” di Nando dalla Chie-sa. La rubrica riprenderàregolarmente la prossimasettimana, domenica 6aprile.

STORIE ITALIANE

Matteo Renzi La Pre ss e Don Luigi Ciotti Ansa

Page 23: Domenica 30 marzo 20 14 1,30 LE SPINE DEL GIOVANE RENZI È ...€¦ · Domenica 30 marzo 20 14 – Anno 6 – n° 88 € 1,30 – Arretrati: €2 ,0 0 Redazione: via Valadier n°

23il Fatto Quotidiano DOMENICA 30 MARZO 2 01 4

A DOMANDA RISPONDOFurio Colombo

SECONDO TEMPO

La deriva italianache paralizza il popolo

Cosa possiamo fare? An-ch'io vedo la deriva, sentoil pericolo di un venten-nio che si perpetua nonuguale a se stesso ma peg-giore perché oggi il berlu-sconismo ci ha totalmen-te anestetizzati e resi inca-paci di reagire, indignar-ci, lottare. Ma che possia-mo farci, cosa, se un pre-sidente in delirio di onni-potenza da anni ci rifiutail voto? Se l'Europa che cibacchetta su tutto riguar-do a questo tace e accon-sente? Se un partito dipseudosinistra ha sven-duto se stesso e noi al mi-glior offerente? Se il par-tito della protesta e dellarabbia continua ad avvi-lupparsi su se stesso ed èancora in cerca, o forseneanche più, dell'aprisca-tole? Se la "crisi"(indot-ta?) ci ha così prostrati dafarci rintanare in un so-gno qualunque esso sia?Aiutateci voi, se potete. Iomi sento disperata e im-potente.

Francesca Cardoni

Multe e parcheggi,i Comuni gongolano

Sulla questione dei par-cheggi a pagamento i Co-muni dovranno approva-re dei nuovi regolamentiche disciplinano la situa-zione delle multe quandoscade il ticket del par-cheggio. È la solita storiaall'italiana dove una Leg-ge viene "raggirata" permettere i Comuni nellecondizioni di fare cassa.In un Paese serio la que-stione sarebbe affrontatain modo diverso, magarifacendo pagare la parte ditempo sforato, oppure,concedendo una certa so-glia di tempo oltre la sca-denza. Da noi invece ognidecisione viene lasciata aiComuni che hanno giàfatto capire le loro inten-zioni per non perdere unintroito sicuro a costo ze-ro. Siamo davvero messimale, e la maggior partedei politici, compresiquelli che si candideran-no alle elezioni europee eregionali, se ne fregano diqueste cose.

Marino Bertolino

Le rassicurazionidel ministro Pinotti

Che sollievo! Da un po’ disere andavo a letto conl’incubo d’essere svegliatadal rumore assordantedei carrarmati russi cheinvadono il nostro terri-torio. Il ministro della Di-fesa, Roberta Pinotti, hainviato un messaggio ras-sicurante alle forze arma-te: “State sereni. Il gover-no ieri, lo ha detto Renzi alpresidente Obama e inconferenza stampa,quando parla di forze ar-mate e della necessità chel'Italia continui a svolgereil ruolo che ha svolto perla sicurezza nel mondo,non può fare un passo in-dietro”. Dio sia lodato, ca-ro ministro. Rassicuran-do le forze armate ha an-che rassicurato me, ansio-sa cittadina, che temevasoprattutto non si mante-

nessero le promesse sul-l’acquisto dei prodigiosiF-35. Come fermare altri-menti il nemico che sma-nia per invaderci? Adessosono serena. E se ci attac-cassero prima che gli F-35siano pronti?

Elisa Merlo

Un parere favorevoleall’abolizione del Senato

Leggo sul Fatto l'appellodi illustri costituzionalisticontrari alle riforme pro-poste da Renzi, riforme lacui paternità viene attri-

buita a Berlusconi (“l’at-tuazione del piano che eradi Berlusconi”). Perquanto riguarda la (pa-sticciata) proposta di leg-ge elettorale, certamenteil ruolo di Berlusconi èsotto gli occhi di tutti. Maper quanto riguarda la co-siddetta «abolizione delSenato», ricordo di averlaletta per la prima volta inun articolo di Paolo Flo-res d'Arcais (“Come com-battere la partitocrazia”,MicroMega 4/1990, cheriprendeva un precedentearticolo del 1986). Scrive-va Flores d'Arcais: «Inprimo luogo: una sola Ca-mera, e un numero deci-samente ridotto di rap-presentanti (non superio-re ai cento). La doppia Ca-mera, infatti, malgrado lecapriole retoriche e altrisalti mortali dialettici dichi sostiene la tesi contra-

ria, non possiede alcunautilità o funzionalità spe-cifica. E il va e vieni delleleggi tra una Camera el'altra ottiene quale unicorisultato quello di incen-tivare ignobili mediazionie disgustosi pasticci con-sociativi». A me, da sem-plice cittadino, parevauna buona idea allora econtinua a parermi taleanche oggi che la propo-ne, in versione più soft,Renzi. Ovviamente, ho ilmassimo rispetto per gliinsigni giuristi che la giu-

dicano negativamente,ma, per amor di verità,evitino di attribuirne laprimogenitura a Berlu-sconi.

Pietro Farro

Il dilemma della leggesulle pensioni

Vorrei segnalare una cri-ticità che a causa dellemodifiche introdotte dalprecedente governo ri-schia di rovinare la vita dimolte famiglie italiane.Mi riferisco alla Legge243/2004 che in data

CARO FURIO COLOMBO, ormai si dice,come per le stagioni, che non ci sono piùdestra e sinistra. Che non fa differenza In-grao o Alfano. È possibile? È vero?

Gino

CI SONO DUE MONDI DIVERSI, quellodei fatti (non tutti i fatti possibili, solo quelliche sono accaduti e che accadono in Italia).E quello delle idee, che si evolvono, ma nonsi cancellano. Nel mondo dei fatti è veroche, negli ultimi venti anni, gli anni di pienaegemonia berlusconiana, la parte definita"sinistra" dalla Storia e dalla persuasionecomune, ha cominciato a provare prima ti-more, poi rispetto, infine attrazione sempremeno resistibile verso la destra. Non la de-stra del capitale e del mercato. Piuttosto ladestra di Berlusconi fondata sulla illegalitàcome scorciatoia autorizzata (se hai il pote-re) al fine di risolvere a tuo vantaggio (chearrivi a immaginare come vantaggio di tut-ti) un tuo problema. Potremmo chiamare“Penati Point” (sto ispirandomi al titolo diAntonioni “Zabriskie Point”) il tempo e illuogo decisivo di una vera e propria svoltadella sinistra verso il mercato. È la svoltache sboccherà nelle “Grandi Intese”, un mi-sterioso patto senza partiti e senza popoloche liquiderà in un giorno decenni di vita edi confronto politico (e anche di lotta) dellaResistenza e del dopo Resistenza, stabilen-do un saldo e leale legame con l'illegalità or-ganizzata. Quel patto dura ancora ed èonorato persino nelle forme (titoli, riguar-di, attenzioni giornalistiche ma anche pro-tocollari, fino al punto che un condannato,purché sia di destra illegale, può guidareuna delegazione di partito al Quirinale). Eperciò è ragionevole dire che, nella partegrande e vistosa dello schieramento politicoitaliano, destra e sinistra non esistono più,ovvero le parole che si riferivano a quella di-

stinzione sono senza senso perché non cor-rispondono a fatti reali. La questione delleidee, invece, è completamente diversa. Nes-suno ha – o potrebbe – aver abolito, ovverocancellato, la sinistra come impegno per unmondo fondato sulla uguaglianza comepunto di partenza e di giustizia come puntodi arrivo, con il divieto di abbandono deideboli a qualsiasi titolo. Contro la leggendadel sistematico fallimento dell’uguaglianzacome fondamento politico, e del sicurotrionfo del mercato, ci sono gli esempi di treclamorosi salvataggi degli Usa: il New Deal“socialista” di Roosevelt, dopo lo sperperodisastroso di Hoover, il clamoroso recuperodi Clinton, dopo le spese pazze militari e ilcratere contabile lasciato da Reagan, e lacapacità di Barack Obama di salvare ban-che e imprese industriali (l'industria in ro-vina dell'auto) e di garantire almeno inparte il diritto di tutti alle cure mediche, do-po due guerre immensamente costose per-dute da Bush junior. Ecco, persino ai giorninostri, segnati da confusioni profonde, nes-suno direbbe che non c'è alcuna differenzafra le idee di Reagan e dei Bush e quelle diClinton e Obama e che non serve distingue-re. Certo, se Clinton avesse chiesto a Bush dico-governare e Obama si fosse associato conquelli del Tea Party, saremmo costretti a di-re che ogni distinzione è finita. Ma non è ac-caduto. E il contrasto americano fra “libe -ral” (sinistra) e conservatori fondamentali-sti (la nuova destra) è durissimo, profondoe non rinunciabile. Dunque il problema esi-ste. Ma è solo italiano. Ed è accaduto in unazona d'ombra della nostra vita politica, chenon ha niente a che fare con la volontà po-polare.

Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano00193 Roma, via Valadier n. 42l e t te re @ i l fa t to q u o t i d i a n o. i t

Destrae sinistra nonesistono più

Direttore responsabile

Antonio Padellaro

Vicedirettore Marco Travaglio

Direttore de ilfattoquotidiano.it Peter Gomez

Caporedattore centrale Ettore Boffano

Vicecaporedattore Edoardo Novella

Art director Paolo Residori

Redazione00193 Roma , Via Valadier n° 42

tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230mail: [email protected] - sito: www.ilfattoquotidiano.it

Editoriale il Fatto S.p.A.sede legale: 00193 Roma , Via Valadier n° 42

Presidente: Antonio PadellaroAmministratore delegato: Cinzia Monteverdi

Consiglio di Amministrazione:Luca D’Aprile, Peter Gomez,Marco Tarò, Marco Travaglio

FORME DI ABBONAMENTO

• Abbonamento postale annuale (Italia)Prezzo 290,00 € • 6 giorniPrezzo 220,00 € • 5 giorniPrezzo 200,00 € • 4 giorni

• Abbonamento postale semestrale (Italia)Prezzo 170,00 € • 6 giorniPrezzo 135,00 € • 5 giorniPrezzo 120,00 € • 4 giorni

• Modalità Coupon annuale * (Italia)Prezzo 370,00 € • 7 giorniPrezzo 320,00 € • 6 giorni

• Modalità Coupon semestrale * (Italia)Prezzo 190,00 € • 7 giorniPrezzo 180,00 € • 6 giorni

COME ABBONARSI

È possibile sottoscrivere l’abbonamento su:https://shop.ilfattoquotidiano.it /abbonamenti/

Oppure rivolgendosi all’ufficio abbonatitel. +39 0521 1687687, fax +39 06 92912167o all’indirizzo mail:a b b o n a m e n t i @ i l fa t to q u o t i d i a n o. i t

• Servizio clienti

a ss i s te n za @ i l fa t to q u o t i d i a n o. i t

MODALITÀ DI PAGAMENTO

• Bonifico bancario intestato a:

Editoriale Il Fatto S.p.A.,BCC Banca di Credito CooperativoAg. 105, 00187 Roma, Via Sardegna n° 129Iban IT 94J0832703239000000001739

• Versamento su c. c. postale:

97092209 intestato a Editoriale Il Fatto S.p.A.00193 Roma , Via Valadier n° 42,Dopo aver fatto il versamento inviare un fax alnumero +39 06 92912167, con ricevutadi pagamento, nome, cognome, indirizzo,telefono e tipo di abbonamento scelto

• Pagamento direttamente online

con carta di credito e PayPal.

Centri stampa: Litosud, 00156 Roma, via Carlo Pesenti n°130,20060 Milano, Pessano con Bornago, via Aldo Moro n° 4;Centro Stampa Unione Sarda S. p. A., 09034 Elmas (Ca), via Omodeo;Società Tipografica Siciliana S. p. A., 95030 Catania, strada 5ª n° 35Concessionaria per la pubblicità per l’Italia e per l’e ste ro :

Publishare Italia S.r.l., 20124 Milano, Via Melchiorre Gioia n° 45,tel. +39 02 49528450-52, fax +39 02 49528478,mail: [email protected], sito: www.publishare.it

Distribuzione Italia: m-dis Distribuzione Media S.p.A.,Sede: 20132 Milano, Via Cazzaniga n° 1,tel. + 39 02 25821, fax + 39 02 25825203, mail: [email protected] del trattamento dei dati (d. Les. 196/2003):Antonio Padellaro

Chiusura in redazione: ore 22.00Certificato ADS n° 7617 del 18/12/2013 Iscr. al Registro degli Operatori di Comunicazione al numero 18599

il Fatto Quotidiano Abbonamenti

Il Fatto Quotidiano

00193 Roma, via Valadier n. 42l e t te re @ i l fa t to q u o t i d i a n o. i t

la vignetta

• Abbonamento in edicola annuale (Italia)Prezzo 305,00 € • 7 giorniPrezzo 290,00 € • 6 giorni

• Abbonamento in edicola semestrale (Italia)Prezzo 185,00 € • 7 giorniPrezzo 170,00 € • 6 giorni

• Abbonamento digitale settimanale

Prezzo 4,00 € • 7 giorni

• Abbonamento digitale mensile

Prezzo 12,00 € • 7 giorni

• Abbonamento digitale semestrale

Prezzo 70,00 € • 7 giorni• Abbonamento digitale annuale

Prezzo 130,00 € • 7 giorni

* attenzione accertarsi prima che la zona sia raggiunta dalla distribuzione de Il Fatto Quotidiano

31-12-2015 cesserà i suoieffetti sperimentali. Io so-no nata il 20-1-1959 ecompirò 57 anni nel 2016quindi per 20 giorni nonpotrò usufruire del pen-sionamento anticipato.Quindi per venti male-detti giorni nel 2015 nonpotrò accedere alla pen-sione. Purtroppo l'azien-da per cui lavoro naviga inpessime acque ed alla finedell'anno cesserà l'attivi-tà. Secondo le nuove nor-me potrei andare in pen-sione anticipata nel 2022,

ma mi domando: alla miaetà dove lo trovo un altrolavoro? Come soluzionealternativa mi rimane lapossibilità di andare inpensione per vecchiaianel 2026 ma vivere per 11anni senza stipendio sa-rebbe impossibile. Pensoche il mio caso non sia iso-lato quindi sarebbe op-portuno, per evitare a tan-te famiglie un calvarioumiliante, adoperarsi perprocrastinare gli effettidella legge 243/2004.

Carlarosa Ianniello

I tagli alla politicanon sono sempre giusti

L'abolizione delle provin-ce e dei 3000 consiglieriprovinciali in meno saràampiamente compensatada oltre 30000 consigliericomunali in più. La fac-cenda però non è cosìsemplice e merita un'ana-lisi più approfondita.L'aumento dei consigliericomunali infatti noncompensa una diminu-zione molto più grandecausata da una legge pre-cedente. Nel caso del co-mune dove io vivo, unpaese di 4200 abitanti, do-ve da quasi vent'anni sonoamministratore, il consi-glio comunale era statoportato da 17 consiglieri a7. Ciò era stato vissuto datutti noi e dalle personecon cui avevo parlato del-la cosa, come un gravevulnus della democrazia,una straordinaria limita-zione della partecipazio-ne delle persone al gover-no del bene comune e del-la comunità. Sette consi-glieri soli voleva dire la-sciare il sindaco e la giun-ta (anch'essa ridotta da 5 a3 assessori) troppo soli ecarichi di lavoro. Tutti ve-devano in questo taglioun nuovo brutto soprusodella casta, che con la scu-sa di diminuire i costi del-la politica, gettava fumonegli occhi tagliando i ra-mi piccoli alla base permantenere i grossi tron-chi su in alto. Faccio rile-vare che il nostro consi-glio comunale costa in unanno circa 2.000 euro (17consiglieri per 8 consiglicirca all'anno per 15 eurolordi a consiglio, fanno2040 euro), vale a dire cheun solo deputato costa co-me un centinaio dei nostriconsigli! D'altra parte miviene il dubbio che forsealtrove i consigli comu-nali non sono così parsi-moniosi: potrebbero es-serci gettoni più consi-stenti, o consigli convoca-ti durante l'orario di lavo-ro e quindi più onerosiper le casse comunali.

Giovanni Salvi

Page 24: Domenica 30 marzo 20 14 1,30 LE SPINE DEL GIOVANE RENZI È ...€¦ · Domenica 30 marzo 20 14 – Anno 6 – n° 88 € 1,30 – Arretrati: €2 ,0 0 Redazione: via Valadier n°