DOMENICA 20 MAGGIO 2012 GIORNALE DI BRESCIA … · do della Bmw 328MM Roadster, del...

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MILLE MIGLIA 2012 BRESCIA&PROVINCIA BRESCIA È l’abbraccio dei compa- trioti argentini ad accogliere Claudio Scalise e Daniel Claramunt, l’equi- paggio vincitore. L’abbraccio anche di centinaia di bresciani, mani che stingono e circondano la Alfa Romeo 6C 1500 Gs, quella che, già vincitrice nella sua classe nel 1934, avrebbe do- vuto essere portata nella brezza della primavera italiana da Luciano Viaro. A pochi metri dalla passerella, dallo champagne e dalla bandiera a scac- chi mossa al rombo delle vecchie si- gnore, è il ricordo del pilota triestino scomparso lo scorso anno a mescolar- si all’emozione negli occhi di Scalise. «Lui è qui con noi, lui che ci ha lascia- to la sua generosità, che ci ha portato per mano e insegnato tutto. Se siamo sul gradino più alto del podio è grazie a lui». Mentre la fila delle auto stori- che si accorcia, scandendo il conto al- la rovescia per il fervore della festa di viale Venezia quel che ancora resta sulle gomme della «68» rossa e nella memoria dei due piloti sudamericani è l’esaltante emozione di un sogno ad occhi aperti sceso spesso a patti con la fatica, valso la conquista del primo oro argentino. «È stata una gara dura, combattuta in alcuni momenti abbia- mo pensato di non farcela - continua Scalise, sorriso garbato e silenzioso, a dispetto delle urla dei compagni di scuderia, la Sports Zagato -. La felici- tà è immensa, per il traguardo, per il calore della gente che ci ha accompa- gnato per tutto il viaggio». Poco più in là c’è il tripudio del podio, aperto do- po la sfilata del Ferrari Tribute, con un minuto di raccoglimento chiesto da Alessandro Casali, presidente del Comitato organizzatore, per comme- morare le giovani vittime della trage- dia di Brindisi, drappo nero sulla Frec- cia Rossa. «È un episodio che ci lascia tutti increduli - ha affermato Casali -. Abbiamo pensato all’ipotesi di so- spendere, ma è prevalsa l’idea di non dare agli assassini il potere di fermare tutto». Poi, in un serpentone continuo e ro- boante di cavalli e di clacson i 340 equipaggi, dei 380 partiti giovedì, hanno tagliato l’arrivo. E anche per la coppia Scalise-Claramunt è il mo- mento del podio. Dietro di loro Giulia- no Canè, dieci volte campione, a bor- do della Bmw 328MM Roadster, del ’39, in coppia con la moglie Lucia Gal- liani. «La battaglia è stata molto bella, una lotta notevolissima. Ho sbagliato un rigore a porta vuota, un errore che proprio non dovevo fare. Molto bra- vo l’argentino», ha raccontato il pilo- ta. Che sullo stacco subito ha voluto scherzare: «L’organizzazione mi ha chiesto di internazionalizzare l’even- to, per questo ho fatto vincere un ar- gentino». Vittoria che per Scalise «ha un valore in più, perché conquistata davanti a un grande come Canè». Ter- zo posto è toccato invece a Giovanni Moceri e Tiberio Cavalleri sulla Aston Martin Le Mans del ’33, mentre ai vin- citori della scorsa edizione Giordano Mozzi e Stefania Biacca il 2012 ha si- gnificato solo un quarto posto. Tra volti noti John Elkann e Lavinia Borro- meo sono giunti 152esimi per il loro esordio. La coppia ha scelto peraltro di non sfilare ieri sera in viale Vene- zia, in segno di rispetto per le vittime di Brindisi. La tradizionale Coppa delle Dame, in- fine, è tutta di Rossella Labate e Cristi- na Meini a bordo di Lancia Aprilia del 1938: l’equipaggio in quota rosa è giunto 46esimo assoluto. Ma a vince- re, come sempre, è un po’ tutta la Freccia Rossa, nel rombo di motori che si spegne nella notte bresciana. Alessandro Carboni A come «Argentina». È la patria di Scalise e Claramunt, coppia vincitrice. Hanno lottato fino all’ulti- mo per conquistarsi il trofeo da Guinnes e beffare sul filo (di gas) i campionissimi Canè-Galliani. B come «Bentley». Le perle della Regina hanno un fascino incon- fondibile, che calamita i lampi di flash, anche i nostri. British is cool. C come «Casa del Diavolo». Nel caso qualcuno se lo fosse mai chiesto questo posto esiste davvero. Si trova all’incirca nell’Umbria, di- sperso fra i monti. Non è segnato sul percorso ufficiale ma chi - come noi - si è perso fra Sansepolcro e Foli- gno, magari con una vettura della stampa tedesca al seguito, si è trova- to a passarci. Dal check su Google Maps: è una frazione di Perugia. D come «distributori». Oasi nel deserto lungo il percorso di- ventano punto di riferimento globa- le: dissetano uomini e mezzi e ri- compattano il serpentone che, sulla lunga distanza, tende a sfaldarsi. E come «entusiasmo». Se ne tro- va a quintali lungo il tracciato della Freccia Rossa. Le bandierine sventolano e le mani si agitano al passaggio dei piloti, che di rimando improvvisano concerti di clacson. F come «Ferrari». Nella corsa più bella del mondo hanno un ruo- lo secondario ma le bambine di Ma- ranello, scatenatissime protagoni- ste del Tribute di apertura, manda- no in visibilio le folle. Guadagnando applausi scroscianti. G come «guasti». Sono all’ordi- ne dell’ora. Le protagoniste della Mille Miglia sono signorine de- licate dalla salute cagionevole. Qual- cosa si ripara, per altro non c’è pro- prio nulla da fare. Alla fine non tutte arrivano a sfilare in viale Venezia. H come «Hi». Gli stranieri sono sempre di più, sia fra gli equi- paggi che nelle file del pubblico. E allora dopo l’italiano il saluto più co- mune è quello in inglese. I come «incognita». È sempre die- tro l’angolo: un guasto al motore, un cappellino che vola nel vento o un acquazzone improvviso. Quan- do rincorri l’Italia per 1000 miglia non ci può essere nulla di certo. J come «John Elkann». Se ne è par- lato molto, ma lo si è visto poco. Ha regalato brevissime compar- sate, ma la sua presenza sull’asfalto è stata trascurabile. L come «levataccia». Non è una gara per pigri. Il sonno è quasi bandito nella tre giorni di Mille Mi- glia. Si va a letto tardi e bisogna se- dersi al volante alle prime luci del giorno. La sveglia è d’obbligo accan- to al tachimetro. M come «mito». Indiscutibil- mente e senza eccezioni. Le vecchie signore sono accolte per strada come delle vere star. C’è chi, se potesse, se ne porterebbe a casa un pezzetto. O chiederebbe per au- tografo uno schizzo di benzina. N come «navigatore». È l’inter- prete eletto del Roadbook, il li- bro sacro di ogni equipaggio. Per il corteo di profani al seguito è la voce elettronica fondamentale che ti gui- da fuori dai percorsi senza uscita. O come «ordine». È praticamen- te inesistente. Lungo le strade e della Mille Miglia regna una simpa- tica anarchia. P come «passaggio previsto». Inu- tile illudersi. Se la prima vettura è attesa a Padova alle 22.25 state pur certi che a Prato della Valle non arri- verà nessuno prima delle 22.40. Q come «quando?». Ecco, ap- punto, quando? È la doman- da ricorrente nelle piazze e sul- l’erba dei tornanti fra gli astanti in attesa (che solitamente ingannano il tempo con un pic nic). Solitamen- te la risposta è un ruggito assordan- te che preannuncia l’arrivo della pri- ma vettura. R come «Raticosa». Che se fosse «F» sarebbe «Faticosa». (Ma c’è anche chi si ostina a chiamarla Rati- sbona). Prima dei largheggi di Bolo- gna e dopo le sudate sulla Futa è l’in- cubo dello sterzo in uno scenario da favola. S come «speaker». Spesso fuori- luogo nonostante la competen- za. Nei paesi impazzano, intratte- nendo la folla fra nozioni tecniche e battute salaci. Davvero dei comici nati. T come «Twitter». Abbiamo cin- guettato per voi tutte le emozio- ni della Freccia Rossa. Il suono non ci è dispiaciuto affatto. V come «Viterbo». La più grande fra le piccole. Siena è una mera- viglia ma questa piccola città del La- zio è stata la sorpresa che vale tutte le fatiche. Z Come «zelo». È quello che ci mettono i volontari e gli uomi- ni delle forze dell’ordine. Chiudia- mo con un ringraziamento. Se loro non avessero lavorato noi tutti non avremmo potuto fare festa. L’alfabetodellacorsa di Ilaria Rossi Vincono Scalise e Claramunt È il primo oro... argentino Dedicano il successo a Luciano Viaro, pilota e maestro scomparso Battuti sul filo Canè-Galliani: «Così trionfa l’internazionalità» 10 DOMENICA 20 MAGGIO 2012 GIORNALEDIBRESCIA

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MILLE MIGLIA 2012

BRESCIA&PROVINCIA

SUL PODIO ANCHE...

Casali: «Così ho fatto della gara un evento»Il patron uscente tira le somme della sua gestione e si toglie qualche sassolino dalla scarpa

BRESCIA È l’abbraccio dei compa-trioti argentini ad accogliere ClaudioScalise e Daniel Claramunt, l’equi-paggio vincitore. L’abbraccio anchedi centinaia di bresciani, mani chestingono e circondano la Alfa Romeo6C 1500 Gs, quella che, già vincitricenella sua classe nel 1934, avrebbe do-vuto essere portata nella brezza dellaprimavera italiana da Luciano Viaro.A pochi metri dalla passerella, dallochampagne e dalla bandiera a scac-chi mossa al rombo delle vecchie si-gnore, è il ricordo del pilota triestinoscomparsoloscorsoannoamescolar-si all’emozione negli occhi di Scalise.«Lui è qui con noi, lui che ci ha lascia-to la sua generosità, che ci ha portatoper mano e insegnato tutto. Se siamosul gradino più alto del podio è graziea lui». Mentre la fila delle auto stori-chesi accorcia,scandendoilconto al-la rovescia per il fervore della festa diviale Venezia quel che ancora restasulle gomme della «68» rossa e nellamemoria dei due piloti sudamericanièl’esaltante emozionedi un sogno adocchi aperti sceso spesso a patti conla fatica, valso la conquista del primooro argentino. «È stata una gara dura,combattutainalcunimomentiabbia-mo pensato di non farcela - continuaScalise, sorriso garbato e silenzioso, adispetto delle urla dei compagni discuderia, la Sports Zagato -. La felici-tà è immensa, per il traguardo, per ilcalore della gente che ci ha accompa-gnato per tutto il viaggio». Poco più inlà c’è il tripudio del podio, aperto do-po la sfilata del Ferrari Tribute, conun minuto di raccoglimento chiestoda Alessandro Casali, presidente delComitatoorganizzatore, percomme-morare le giovani vittime della trage-diadiBrindisi,drapponerosullaFrec-cia Rossa. «È un episodio che ci lasciatutti increduli - ha affermato Casali -.Abbiamo pensato all’ipotesi di so-spendere, ma è prevalsa l’idea di nondare agli assassini il potere di fermaretutto».Poi, in un serpentone continuo e ro-boante di cavalli e di clacson i 340equipaggi, dei 380 partiti giovedì,hanno tagliato l’arrivo. E anche per lacoppia Scalise-Claramunt è il mo-mentodelpodio. DietrodiloroGiulia-no Canè, dieci volte campione, a bor-do della Bmw 328MM Roadster, del’39,incoppia conla moglieLuciaGal-liani. «La battaglia è stata molto bella,

una lotta notevolissima. Ho sbagliatoun rigore a porta vuota, un errore cheproprio non dovevo fare. Molto bra-vo l’argentino», ha raccontato il pilo-ta. Che sullo stacco subito ha volutoscherzare: «L’organizzazione mi hachiesto di internazionalizzare l’even-to, per questo ho fatto vincere un ar-gentino». Vittoria che per Scalise «haun valore in più, perché conquistatadavantiaungrandecomeCanè».Ter-zo posto è toccato invece a GiovanniMoceri e Tiberio Cavalleri sulla AstonMartinLeMansdel ’33,mentreai vin-citori della scorsa edizione GiordanoMozzi e Stefania Biacca il 2012 ha si-

gnificato solo un quarto posto. TravoltinotiJohnElkanneLaviniaBorro-meo sono giunti 152esimi per il loroesordio. La coppia ha scelto peraltrodi non sfilare ieri sera in viale Vene-zia, in segno di rispetto per le vittimedi Brindisi.LatradizionaleCoppadelleDame,in-fine,ètuttadi RossellaLabateeCristi-na Meini a bordo di Lancia Aprilia del1938: l’equipaggio in quota rosa ègiunto 46esimo assoluto. Ma a vince-re, come sempre, è un po’ tutta laFreccia Rossa, nel rombo di motoriche si spegne nella notte bresciana.

Alessandro Carboni

3˚MOCERI-CAVALLERI

Il bronzo spetta all’equipag-gio composto da GiovanniMoceri e Tiberio Cavalleri

A come «Argentina». È la patriadi Scalise e Claramunt, coppia

vincitrice.Hannolottatofinoall’ulti-mo per conquistarsi il trofeo daGuinnes e beffare sul filo (di gas) icampionissimi Canè-Galliani.

B come «Bentley». Le perle dellaReginahannounfascinoincon-

fondibile, che calamita i lampi diflash, anche i nostri. British is cool.

C come «Casa del Diavolo». Nelcaso qualcuno se lo fosse mai

chiesto questo posto esiste davvero.Si trova all’incirca nell’Umbria, di-spersofra i monti. Nonè segnato sulpercorso ufficiale ma chi - come noi- si è perso fra Sansepolcro e Foli-gno, magari con una vettura dellastampatedescaal seguito,siètrova-to a passarci. Dal check su GoogleMaps: è una frazione di Perugia.

D come «distributori». Oasi neldeserto lungo il percorso di-

ventanopuntodiriferimentogloba-le: dissetano uomini e mezzi e ri-compattano il serpentone che, sullalunga distanza, tende a sfaldarsi.

E come «entusiasmo». Se ne tro-va a quintali lungo il tracciato

della Freccia Rossa. Le bandierinesventolano e le mani si agitano alpassaggio dei piloti, che di rimandoimprovvisano concerti di clacson.

F come «Ferrari». Nella corsa piùbella del mondo hanno un ruo-

lo secondario ma le bambine diMa-ranello, scatenatissime protagoni-ste del Tribute di apertura, manda-noin visibilio le folle. Guadagnandoapplausi scroscianti.

G come «guasti». Sono all’ordi-ne dell’ora. Le protagoniste

dellaMilleMigliasono signorinede-licatedallasalutecagionevole.Qual-cosa si ripara, per altro non c’è pro-prio nulla da fare. Alla fine non tuttearrivano a sfilare in viale Venezia.

H come «Hi». Gli stranieri sonosempre di più, sia fra gli equi-

paggi che nelle file del pubblico. Ealloradopol’italianoilsalutopiùco-mune è quello in inglese.

I come «incognita». È sempre die-trol’angolo: unguastoal motore,

un cappellino che vola nel vento oun acquazzone improvviso. Quan-do rincorri l’Italia per 1000 miglianon ci può essere nulla di certo.

J come «John Elkann». Se ne è par-lato molto, ma lo si è visto poco.Ha regalato brevissime compar-

sate, ma la sua presenza sull’asfaltoè stata trascurabile.

L come «levataccia». Non è unagara per pigri. Il sonno è quasi

bandito nella tre giorni di Mille Mi-glia. Si va a letto tardi e bisogna se-dersi al volante alle prime luci delgiorno.Lasvegliaèd’obbligoaccan-to al tachimetro.

M come «mito». Indiscutibil-mente e senza eccezioni. Le

vecchie signore sono accolte perstrada come delle vere star. C’è chi,se potesse, se ne porterebbe a casaun pezzetto. O chiederebbe per au-tografo uno schizzo di benzina.

N come «navigatore». È l’inter-preteelettodelRoadbook, il li-

bro sacro di ogni equipaggio. Per ilcorteo di profani al seguito è la voceelettronica fondamentaleche tigui-da fuori dai percorsi senza uscita.

O come«ordine».Èpraticamen-te inesistente. Lungo le strade

edellaMilleMigliaregnaunasimpa-tica anarchia.

P come«passaggioprevisto».Inu-tile illudersi. Se la prima vettura

è attesa a Padova alle 22.25 state purcerti che a Prato della Valle non arri-verà nessuno prima delle 22.40.

Q come «quando?». Ecco, ap-punto, quando? È la doman-daricorrentenellepiazzeesul-

l’erba dei tornanti fra gli astanti inattesa (che solitamente ingannano

il tempo con un pic nic). Solitamen-te la risposta è un ruggito assordan-techepreannuncial’arrivodellapri-ma vettura.

R come «Raticosa». Che se fosse«F» sarebbe «Faticosa». (Ma c’è

anche chi si ostina a chiamarla Rati-sbona). Prima dei largheggi di Bolo-gnaedopolesudatesullaFutaèl’in-cubo dello sterzo in uno scenario dafavola.

S come «speaker». Spesso fuori-luogo nonostante la competen-

za. Nei paesi impazzano, intratte-nendo la folla fra nozioni tecniche ebattute salaci. Davvero dei comicinati.

T come «Twitter». Abbiamo cin-guettatopervoitutteleemozio-

ni della Freccia Rossa. Il suono nonci è dispiaciuto affatto.

V come «Viterbo». La più grandefralepiccole.Sienaèunamera-

viglia ma questa piccola città del La-zio è stata la sorpresa che vale tuttele fatiche.

Z Come «zelo». È quello che cimettono i volontari e gli uomi-

ni delle forze dell’ordine. Chiudia-mo con un ringraziamento. Se loronon avessero lavorato noi tutti nonavremmo potuto fare festa.

Dall’inviatoEnrico Mirani

SIENA È un crescendo di emozioni che riscalda ilcuore. Ti guardi in giro, osservi le crete ondulate, icasali annunciatidai filaridi cipressi, iborghi raccol-ti sulle colline e pensi che il Senese sia qualcosa dimolto vicino al paradiso. Ammiri il paesaggio, assa-pori la Storia, riempi occhi e narici di luce e profu-mi. La carovana delle Mille Miglia si snoda lungo laCassia con rispetto, rendendo omaggio ad una terrabellissima.È il tratto più affascinante dell’intera cor-sa, da Acquapendente a Buonconvento passandoperRadicofani, S. Quirico d’Orcia e Montalcino, pri-ma dell’approdo naturale del viaggio in questa par-te di Toscana: Siena. Il batticuore comincia alle pri-me viste della Torre del Mangia, diventa sempre piùintenso e sale mentre ti inoltri nel centro storico,imbocchi via dei Pellegrini e intravvedi, in fondo, lafolla raccolta per godersi la sfilata. Infine, eccol’emozione più grande, quella che intaschi e porti acasa: il passaggio in piazza del Campo, fra le ali digente che applaude. Stare qui su un’auto ha il sapo-re della profanazione, della cosa che non avrestimai pensato di fare, ma del resto dura poco prima diuscire su via Banchi di Sotto e girare nei banchi diSopra, dove si prosegue a passo d’uomo fra i senesie i turisti che passeggiano.Siena e le sue terre sono il pezzo centrale di un per-corso suggestivo che costringe la carovana della Mil-le Miglia a mantenere una certa compattezza. DaRoma a Viterbo si alternano brutte periferie e anoni-mi centri urbani, invece l’ingresso nella cittadinaschiude panorami diversi. Viterbo è molto bella, ac-coglie la Mille Miglia con affetto e calore. Le autostoriche si infilano nelle stradine, passano sotto gliarchi, sbucano nella piazza principale fra gli urrahdegli scolari. La corsa si rilancia godendosi i verdisaliscendiche portano al lagodi Bolsena, ampie cur-ve e rettilinei dove i piloti sorpassano, danno gas,accelerano per la goduria degli spettatori assiepatisul ciglio della strada. Bolsena, con il massiccio ca-stello che domina il centro storico, è un gioiello me-dioevale e lascia la voglia di una visita.Poi si cominciano a vedere colline laccate, modella-te dall’uomo, i panorami che fanno da fondale neidipinti del Rinascimento. La valle assolata si apre adun paesaggio di struggentearmonia. Le auto colora-tedella Milla Miglia non sembrano intrusi, fruttoco-me sono anch’esse di un estro d’altri tempi. Ti guar-di intorno, indovini le formedi Pienza, BagnoVigno-ni,Radicofani e pensialla tragedia di Brindisi, all’uo-

mo che costruisce e distrugge, che non riesce anco-ra a conciliare le sue nature contraddittorie, di ani-male feroce e di essere pensante.A S. Quirico d’Orcia, Montalcino, Buonconvento -perle medioevali - la Milla Miglia registra il solitoentusiasmospontaneo. Dopo Siena i piloti affronta-no le terre del Chianti, più verdi e selvagge, per arri-varea S. Casciano Val di Pesa e scendere verso Firen-ze. Peccato la pioggia, peccato la carovana sfilaccia-ta per il passo diverso, i ritiri, i guasti. Il transito nelcentro storico è comunque suggestivo, davanti aiGiardini di Boboli, a fianco di palazzo Pitti, sul pon-te alle Grazie, in piazza della Signoria... Ma l’impat-to con il calore degli spettatori non è lo stesso chenei piccoli centri. Commoventi, invece, le migliaiadi persone disseminate lungo la statale della Futa edi Raticosa, incuranti del mezzo diluvio, sotto lapioggia, spesso senza ombrelli, decisi a vedere sfrec-ciare le auto della MM sui tornanti dei due passi.Qualcuna possono guardarla da vicino senza fatica,accostata sul ciglio, stoppata da qualche problemameccanico. In questo tratto verso Bologna la corsasi mescola con raduni di motociclette, autonnone,bolidi. Del resto, questa è terra di grandi passionimotoristiche.La conferma a Pianoro,prima di Bolo-gna, dove la MM è salutata da un enorme cartellonerosso del locale Ferrari Club. Qui, ormai, la carova-na è un serpentone lunghissimo, che striscia versola pianura, Modena, Maranello, Fiorano, Reggio,Parma, Cremona, Brescia.

L’alfabeto della corsa di Ilaria Rossi

2˚CANÈ-GALLIANI

LA CLASSIFICA

Vincono Scalise e ClaramuntÈ il primo oro... argentinoDedicano il successo a Luciano Viaro, pilota e maestro scomparsoBattuti sul filo Canè-Galliani: «Così trionfa l’internazionalità»

Il ritorno, il traguardo■ Dall’alto: scorci al passaggio daRadicofani, Futa, S. Quirico, Siena e S.Giovanni d’Asso, con prova specialesu sterrato. Nella foto grande ivincitori Scalise e Claramunt. Quisopra, Maranello e John Elkanndavanti alla Ferrari di F1 (Reporter)

Le emozioni più bellefra le colline senesie la terra del ChiantiIl passaggio da Viterbo, la sfilata in piazza del Campoa Siena e in piazza della Signoria a Firenze

Secondo posto assoluto per igià dieci volte campioni Giu-liano Cané e Lucia Galliani

■ In questa edizione della Freccia Rossa 2012ci sono due modi di guardare al traguardo. Lacoppia Scalise-Claramunt l’ha attraversato conle mani levate al cielo, simbolo di vittoria e disoddisfazione. Per il patron Alessandro Casali,invece, il traguardo di questa Mille Miglia ha im-plicazioni diverse. C’è la soddisfazione per il la-voro svolto negli ultimi cinque anni, che ha tra-sformato il volto della manifestazione; ma c’èl’amarezza di chi se ne va socchiudendo la por-ta, non senza prima togliersi qualche sassolinodalla scarpa.«Nessuno può mettere in dubbio - esordisce -chenel quinquennio della nostra gestionela cor-sa si sia trasformata. Non più solo un eventosportivo ma una manifestazione che si fa mar-chio per esportare le eccellenze d’Italia e di Bre-

scianel resto del mondo». È questo il primo pila-stro su cui Casali ha innestato quella che defini-sce una vera e propria rivoluzione.«In secondo luogo - elenca - abbiamo dilatato laMille Miglia che è passata innanzitutto da tregiorni a dieci e poi, grazie ai roadshow all’esteroe agli eventi, è arrivata a durare quasi tutto l’an-no. Infine abbiamo trasformato il marchio in unvolano economico, una leva attraverso cui farepressione per uscire da questa difficilecrisi. Pec-cato che non tutti l’abbiano capito».Casali aveva già espresso nei giorni scorsi la suaamarezza nei confronti degli industriali e dellaCamera di Commercio («non ci sono stati vicini,e non parlo solo di denaro ma anche di soste-gno»). E ora rintuzza: «Il Governo ha compresoperfettamente il valore della Freccia Rossa, se è

vero che la utilizza per tessere rapporti interna-zionali. Le istituzioni bresciane dovrebbero farelo stesso in chiave di promozione del territorio».È un tasto, questo, insieme a quello mediatico,su cui Casali ha battuto parecchio. E ora cosasuccederà? «Quello che so è che ho avviato coiPaesi Brics trattative interessanti, che sono giàin fase avanzata. Penso che sarebbe un peccatonon sfruttare l’occasione di offrire a Brescia unasimile visibilità». Un peccato. È lo stesso termi-ne usato anche da Franco Polotti, presidente delBanco di Brescia, che si era espresso a favore diuna futura collaborazione fra l’Aci Brescia, chenel 2013 organizzerà la Mille Miglia, e chi - ono-real merito - ha trasformato la Freccia Rossa nel-la kermesse che tutti ci invidiano. Sarà così?

Ilaria Rossi

pos. equipaggio naz. punti

1 Scalise-Claramunt ARG 31.529

2 Canè-Galliani ITA 31.505

3 Moceri-Cavalleri ITA 31.049

4 Mozzi-Biacca ITA 30.757

5 Tonconogy-Berisso ARG 30.734

6 Salvinelli-De Marco ITA 29.432

7 Vesco-Guerini ITA 29.256

8 Sielecki-Hervas ARG 29.092

9 Cibaldi-Costa ITA 28.529

10 Elicabe-Gessler ARG-USA 28.495

11 Gamberini-Nobili ITA 28.035

12 Valseriati-Sabbadini ITA 27.812

13 Checchi-Fortin ITA 27.788

14 Sisti-Bernini ITA 27.673

15 Ferrari-Ferrari ITA 26.816

10 DOMENICA 20 MAGGIO 2012 GIORNALE DI BRESCIA