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DOMENICA 19 MAGGIO 2019

ragusa provincia36.

Dall’Amministrazione provinciale al Libero consorzio comunale e ritornoMODICA. IL SINDACO IGNAZIO ABBATE

«Mi metteròa disposizionesolo se ci sarannole condizioni»Politico di lungo corso che ben conosce anchei meccanismi delle Province, scende in campo

RAGUSA. IL SINDACO GIUSEPPE CASSÌ

«Occorre uniretutte le animeIl mio mandatosarà la trasversalità»Alla prima esperienza politica, il primocittadino non ha dubbi e decide di candidarsi

in breve

LAURA CURELLA

“Tra i sindaci attualmente in caricasono l’unico ad avere avuto esperien-ze amministrative all’ex Provincia diRagusa, l’unico in grado di dare rispo-ste concrete ed immediate”. Il sinda-co di Modica, Ignazio Abbate nonscioglie completamente le riserve inmerito alla candidatura alle prossimeelezioni provinciali. “Se ci saranno lecondizioni - ha ribadito Abbate - mimetterò a disposizione. Conosco be-ne le dinamiche dell’ente provincialeessendo stato consigliere per cinqueanni ed avendo svolto il mio incaricocon impegno e risultati. Conosco i di-pendenti, le dinamiche e tutti i pro-blemi relativi ai servizi che l’ente èchiamato ad erogare. In questo sensosono l’univo in grado di fornire im-mediatamente risposte”. Abbatechiede comunque le giuste condizio-ni, “come quelle che in questi sei annidi amministrazione comunali mihanno permesso di andare avanti. Lesfide mi entusiasmano, questa avreb-be un sapore molto particolare, madeve essere legata ad un progetto se-rio altrimenti sarebbe solo un sacrifi-cio inutile del tempo che dedico almio ruolo di sindaco”.

Le problematiche legate al Liberoconsorzio comunale di Ragusa sonomolteplici, “si parte dalla pulizia dellestrade all’edilizia scolastica e la mes-sa in sicurezza scuole, non dimenti-cando l’erogazione dei servizi allepersone e portatori handicap”. Unacabina di regia provinciale sarebbecomunque un elemento fondamen-tale anche in altri settori. “Penso alcoordinamento in materia di turismoe mondo delle imprese. In questosenso, come prescindete del Gal, po-trei estendere queste competenzeche ritengo essenziali e che per troppianni sono mancate al comprensorioragusano”.

Abbate parla con entusiasmo diuna svolta politica nella gestione delterritorio dei 12 comuni iblei anchese le elezioni di secondo livello rap-presentano una assoluta novità.“Sempre se verranno confermate - hasottolineato - non è la prima volta chela commissione elettorale viene no-minata e poi si assiste ad un rinvio.Non sento molta elettricità da partedei vertici politici e anche a Palermol’ambiente mi è parso freddo. Tutta-via, se si verificheranno le giuste con-dizioni, non mi tirerò certo indietro”.

Tra le “giuste condizioni”, Abbate fachiaro riferimento ad una linea politi-ca. “Non credo negli schieramentitrasversali per il bene comune. Per e-sempio, se dovessi candidarmi, non

andrei mai col Pd che è all’opposizio -ne nel Comune che amministro. Civuole dignità dietro ad un progettopolitico, e coerenza. Le scelte ammi-nistrative partono sempre dall’ideapolitica e chi pensa di prospettare ilgoverno di un territorio senza effet-tuare scelte politiche parte già scon-fitto. Sarebbe un danno, una via soloper raggiungere il risultato che deter-minerebbe immobilismo. Meglio ri-manere commissariati allora”.

Una linea politica chiara, quindi,con una lista a sostegno rappresenta-tiva di tutti i Comuni iblei. “Importan -te che tutto il territorio sia presente eporti le istanze al futuro presidente,questo anche a discapito dei Comunimaggiori che dal punto di vista delpeso elettorale potrebbero andare a-vanti anche da soli”.

Dal punto di vista dei possibili sce-nari politici, Abbate ipotizza alcunestrade. “Dovremo capire le intenzionidel Movimento cinque stelle chechiaramente non può allearsi connessuno ma che non ha il peso di arri-vare alla soglia richiesta dalla leggeper poter esprimere un candidato. Lostesso vale per il Partito democratico,anche alla luce delle possibili scelte diMuraglie, a meno che non si ricom-patti la sinistra. Ragusa potrebbe infi-ne esprimere un candidato espres-sione dell’accordo dell’estrema de-stra”.

«Non credoneglischieramentitrasversaliper il benecomuneCi vuoledignitàdietro adun progettopolitico»

Il tempo delle riflessioni è finito.Peppe Cassì scioglie le riserve ed uf-ficializza l’intenzione di candidarsialle prossime elezioni provinciali“con l’obiettivo di trovare una con-divisione di intenti per il futuro go-verno del Libero consorzio comuna-le di Ragusa”. “Non è stata una deci-sione presa a cuor leggero - ha anti-cipato il sindaco di Ragusa - è scatu-rita da una lunga riflessione e dall’e-sito di diversi confronti. Dialogo cheproseguirà nelle settimane chemancano alla data del 30 giugno, pertrovare un punto di intesa con altrisindaci e rappresentanti degli enti.Ancora adesso ritengo che l’unicastrada per procedere sia la ricercadell’unità. Un progetto, un pro-gramma efficace, non può che parti-re da un accordo su come procedereed affrontare questo onere. Già, per-ché chiunque sarà eletto avrà l’ono-re ma anche l’onere di affrontare unimpegno ulteriore che soltanto unacondivisa ripartizione di ruoli e re-sponsabilità renderà sostenibile”.

Un compito che sin da subito do-vrà cercare di far ripartire un ente datroppo tempo commissariato e cheaffronta difficoltà economiche e digestione. “Non c’erano le giuste al-ternative alla mia candidatura? Iosono il sindaco del comune capoluo-go e non posso rimanere estraneoalla contesa. Come detto nelle scor-

se settimane, sarei stato disponibilea soluzioni che potessero coinvolge-re tutti i sindaci ma questa strada èsembrata subito difficile da pratica-re. Perciò ho deciso di scendere incampo, con la consapevolezza di po-ter incarnare l’esigenza di sintesi tratutti i territori”.

Un accordo che travalica i confinipolitici. “In questo caso non è errore,anzi. Se le elezioni fossero state asuffragio universale i presupposi sa-rebbero stati diversi, una sana com-petizione elettorale è sempre la ba-se della democrazia. Ma in una vota-zione di secondo livello è indispen-sabile a mio parere rappresentaretutti i Comuni iblei, rispettandone lecaratteristiche, condividendo stra-tegie e obiettivi. Per questa via an-cora c’è tempo. Se non con tutti al-meno con la maggior parte dei Co-muni chiamati in causa”. La “tra-sversalità” quindi “sarà la cifra delmio mandato”. “Non si tratta di vin-cere o perdere una elezione - ha sot-tolineato Peppe Cassì - bensì di met-tere insieme le varie anime del com-prensorio per rappresentarlo unita-riamente. Per raggiungere questo o-biettivo credo di poter essere il no-me adatto. Sarebbe ingiusto giudi-care eventuali altri candidati sottoquesto aspetto, io parlo per me”.Cassì ritiene quindi importante “lagestione del Libero consorzio in ma-niera trasversale, senza nessuna li-nea politica prevalente. A tutti i Co-muni deve essere consentito di ave-re voce in capitolo, a prescinderedall’identità politica di chi li rappre-senta”. Questa trasversalità dovràpermanere anche nella lista per ilconsiglio provinciale “in cui sarannorappresentati tutti Comuni”. Cassìparla di una cabina di regia condivi-sa per gestire le emergenze finorascaturite a causa della crisi delle exprovince e per individuare le solu-zioni migliori per il comprensoriodei 12 comuni iblei. “Attraversiamotutti le stesse difficoltà, il territoriodeve andare avanti in maniera com-patta, non ci possono essere divisio-ni dettate da una gestione unilatera-le che vede il governo provincialecome un trampolino di lancio versoaltri incarichi”.

“Dal mio punto di vista - ha con-cluso Cassì - questo ruolo sarebbeimportante di per sé e non in funzio-ne di quello che potrebbe venire do-po, sfruttandolo come vantaggio perun mio futuro politico. Io faccio ilsindaco della mia città, è quello chevoglio fare, non ho altri program-mi”.

L. C.

«Ritengoche l’unicastrada perprocederesia laricercadell’unitàUn progettonon può chepartire daun accordo»

L’iter tecnico

Nominatala Commissioneper le elezioni

l.c.) Va avanti la macchina orga-nizzativa in vista delle prossimeelezioni provinciali. È stata no-minata infatti la commissioneelettorale per le elezioni delpresidente e dei consiglieri delLibero Consorzio Comunale diRagusa. Non sarà una elezione asuffragio universale bensì di se-condo livello. Si voterà solo nel-la giornata di domenica 30 giu-gno 2019 e gli aventi diritto alvoto in provincia di Ragusa sa-ranno 161, ovvero i sindaci e iconsiglieri comunali degli un-dici comuni del comprensorioragusano che, attraverso un si-stema elettorale ponderato,sceglieranno la governance del-l’ente provinciale. All’appellomanca il Comune di Vittoria chenon andrà al voto perché attual-mente è retto da una Commis-sione straordinaria in quantol’ente ipparino è stato scioltoper mafia lo scorso 31 luglio.

La nomina della Commissio-ne Elettorale è uno degli adem-pimenti per procedere all’ele -zione del nuovo presidente delLibero Consorzio Comunale edei 12 consiglieri provinciali. “Ildecreto dell’assessore regiona-le alle Autonomie Locali Berna-dette Grasso - si legge nella notaufficiale del Libero consorzio diRagusa - individua i componen-ti dell’Ufficio elettorale che saràcomposto dal segretario gene-rale del comune di Vittoria, Va-lentino Pepe, nella qualità dipresidente nonché dai segretarigenerali di Santa Croce Cameri-na e Modica, rispettivamenteNadia Gruttadauria e Giampie-ro Bella, quali componenti. Lefunzioni di segretario verrannoinvece espletate dal dirigentedel comune di Vittoria, Alessan-dro Basile”. L’ufficio elettoralesi insedierà nei prossimi giorninella sede dell’ex Provincia diviale del Fante e sarà supportatodall’ufficio di staff della segre-teria generale.

POZZALLOS. Francesco, riapre il plesso

Riapre domani il plesso dellascuola materna San Francesco,chiuso lo scorso gennaio dopo ildistaccamento di partedell’intonaco in alcuni localidella scuola. Sono già terminati ilavori di sistemazione della parteinterna, l’isolamento della parteesterna, la ripitturazione delleaule e infine la puliziastraordinaria di tutto il plesso inquestione.

LA RICHIESTA DI D’ASTA«Adesione contro l’omofobia»

Giornata mondiale control’omofobia. Il consiglierecomunale di Ragusa MarioD’Asta chiedeall’amministrazione comunale diaderire a una ricorrenzapromossa dall’Unione Europeache si celebra dal 2004, dopo 14anni dalla decisione dirimuovere l’omosessualità dallalista delle malattie mentali nellaclassificazione dell’Oms.

SANITÀ«No a divise tutte uguali»

“Divise tutte uguali tra glioperatori sanitari dell’Asp diRagusa e tra i cittadini regna laconfusione”. Il segretarioterritoriale del Nursind Ragusa,Giuseppe Savasta, ha chiestoall’azienda sanitaria di poterdiversificare i colori per i variruoli e permettere così agliutenti l’immediatoriconoscimento di tutte le figureprofessionali.

taccuinoFarmacie e numeri utiliAcate: Pomeridiano e notturno:

Guarino, via Adua 123,telefono 0932.989056. FaxUfficio Tecnico: 0932 874301.Magazzino Comunale: 0932989997. Protezione Civile:0932 877080. PoliziaMunicipale: 0932 990070.Biblioteca: 0932 989189. Faxprotocollo: 0932 990788.Ufficio Postale: 0932 990687

Chiaramonte Gulfi: Incardona,via Montesano 5, telefono0932.928024. Protezione

civile: 333.1056924. Vigiliurbani, reperibilità diurna:3319110727, reperibilitànotturna: 331.8845583

Comiso: Ignaccolo, via Cechov52, telefono 0932.961443.Fondazione Bufalino: 0932-962617.

Monterosso-Giarratana:Nasca (Monterosso), vialeGiovanni XXIII n.85, telefono0932.977291

Ispica: pomeridiano e notturno:Cassar Scalia, corso Garibaldi13, telefono 0932.951079.

Protezione civile: 0932-701448. Vigili urbani: 0932-701423

Pozzallo: pomeridiano enotturno: Costa, via Bixio 15,telefono 0932.953281.Comune: 0932.794111.Protezione civile: 0932-794704. Vigili urbani: 0932-956711

Scicli: pomeridiano e notturno.Antica Farmacia, via DucaD’Aosta 22, telefono0932.931244. Protezionecivile: 0932-938556

Rassegna stampa del LIBERO CONSORZIO COMUNALE DI RAGUSA del 19 maggio 2019

Estratto dal GIORNALE DI SICILIA

Il terminal del porto di Pozzallo in 120 giorni

Pinella Drago

Ultimo atto per il completamento dei lavori di costruzione della Stazione passeggeri

al porto di Pozzallo. Dal Libero consorzio, che si è fatto carico della progettazione e

dei lavori, c'è l'annuncio che sono ripresi i lavori finanziati con i fondi del Patto

Territoriale. Il cantiere riapre domani dopo la firma della transazione tra l'ente di

viale del Fante e il consorzio Aeders, aggiudicatario dell'appalto e ditta capofila al

quale il dirigente del settore lavori pubblici, Carlo Sinatra, aveva revocato l'incarico

per grave inadempimento, irregolarità e ritardo dell'impresa designata per il

completamento dell'opera. a Ferrera Costruzioni, con sede a Gagliano Castelferrato.

C'è grande attesa nella ripresa e conclusione dei lavori per la costruzione della

Stazione passeggeri il cui iter è stato lungo e tortuoso. «Per completarla manca

davvero poco e la soluzione transattiva formalizzata, iniziato nel 2013 col consorzio

Aeders dovrebbe consentire di ultimare l'opera entro la fine del mese di agosto -

spiega il commissario del Libero consorzio Salvatore Piazza - e in tal senso si è

impegnata a completare l'opera entro 120 giorni dalla sottoscrizione del verbale di

consegna. All'emissione del certificato di ultimazione dei lavori come Libero

Consorzio provvederemo ad emettere la somma 133 mila euro. Mi auguro che

questa sia la volta buona per completare questa struttura che considero strategica e

fondamentale per lo sviluppo turistico di Pozzallo. Durante la mia gestione ho fatto

diversi sopralluoghi perché l'obiettivo era di consegnarla subito al territorio,

purtroppo, la ditta designata non ha rispettato i termini contrattuali di consegna dei

lavori. Ora il Consorzio capofila si è proposto di ultimare l'opera e credo che questa

sia l'ultima occasione per completare i lavori».

Rassegna stampa del LIBERO CONSORZIO COMUNALE DI RAGUSA del 19 maggio 2019

Estratto da “LA SICILIA”

RAGUSA

Rassegna stampa del LIBERO CONSORZIO COMUNALE DI RAGUSA del 19 maggio 2019

Estratto da “LA SICILIA”

RAGUSA

Rassegna stampa del LIBERO CONSORZIO COMUNALE DI RAGUSA del 19 maggio 2019

Estratto da “LA SICILIA”

MODICA

Rassegna stampa del LIBERO CONSORZIO COMUNALE DI RAGUSA del 19 maggio 2019

Estratto dal GIORNALE DI SICILIA

«Chiafura è dei sciclitani» Polemica sulla gestione

Leuccio Emmolo SCICLI

«Chiafura è di Scicli e degli Sciclitani. Decidano i cittadini». Sono le parole di Matteo Giannì,

responsabile di Forza Italia Giovani Scicli, a cui non piace l'idea del sindaco Enzo Giannone di

cedere una parte del sito culturale alla gestione dei privati. Il primo cittadino lo disse in

occasione del recente workshop sulle grotte di Chiafura. «Noi di Forza Italia Giovani - afferma

Matteo Giannì - riteniamo Chiafura uno splendido esempio di aggrottato rupestre che né ora né

in futuro potrà essere oggetto di usi prevalentemente privati, ricettivi o meno. Pur apprezzando

la decisione della Giunta di organizzare un workshop ad hoc, anche alla presenza di ospiti di

rilievo e coinvolgendo validi giovani del posto, non condividiamo alcune delle conclusioni

raggiunte dallo stesso workshop.

«Il Movimento Fig di Scicli più volte ha rimarcato la necessità di avviare un immediato

recupero di Chiafura, partendo da una completa pulizia dei sentieri, al fine di iniziare a rendere

visitabili almeno questi, per poi procedere con il ripristino della fruibilità delle grotte». Giannì

ricorda a tutti un appello congiunto lanciato lo scorso gennaio insieme alla Consigliera

comunale Marianna Buscema. «Appello che, al pari di altre concrete e fattibili proposte

dell'Opposizione- aggiunge Giannì-, è rimasto ovviamente inascoltato da parte

dell'Amministrazione. È nostra convinzione che il sito di Chiafura non possa certamente

rimanere escluso dal percorso di crescita culturale, turistica e mediatica che interessa la nostra

Città; ciò detto, appare irrinunciabile la necessità di avere come stella polare la destinazione

prevalentemente pubblica dell'intero aggrottato».

« Il primo cittadino Giannone ridadisce: «Siamo aperti ai privati, ma con giudizio. Non è

pensabile che coi fondi pubblici si possano mettere in sicurezza, in tempi sostenibili, i sette

livelli di Chiafura. Se non vogliamo l'opzione zero, ovvero l'abbandono come negli ultimi 60

anni, serve un coinvolgimento dei privati nel recupero del sito». Ed intanto col workshop «è

iniziato un cammino - ha detto l'assessore Viviana Pitrolo - il cui prosieguo registrerà di nuovo

un'azione corale, da parte degli stessi protagonisti della “tre giorni” che saranno chiamati a

sviluppare le conclusioni sulle tre esperienze che costituiranno la base per la definizione di un

progetto di fattibilità tecnico-economica».

Rassegna stampa del LIBERO CONSORZIO COMUNALE DI RAGUSA del 19 maggio 2019

Estratto dal GIORNALE DI SICILIA

Ambulantato selvaggio, Confcommercio insorge

Pinella Drago Pozzallo

Ambulantato selvaggio nelle principali vie della città, azioni di vandalismo, incendi di autovetture. A lanciare

l'allarme su queste azioni delinquenziali è la locale sezione della Confcommercio di Pozzallo con il suo

presidente cittadino, Giuseppe Cassisi. «Quanto accaduto nelle ultime settimane non può passare sotto silenzio.

E' indispensabile garantire un minimo di serenità agli operatori commerciali e, più in generale, ai cittadini di

questa bella realtà che ha in sé grandi potenzialità ma che non può davvero fare i conti con questa situazione

complicata - afferma Cassisi - ecco perché è necessario ottenere delle risposte efficaci e concrete rispetto alle

richieste di ordine pubblico che si sollevano da più parti. Altrimenti diventa davvero difficile andare avanti.

Servirebbe maggiore presenza di vigili urbani, di carabinieri e di personale della Polizia di Stato in giro per la

città. Il quadro è allarmante. Ci sono furti in abitazioni, si incontrano siringhe insanguinate nel centro storico, ed

ancora ci sono autovetture in fiamme, atti vandalici nelle scuole. I vandali prendono di mira pure le attrezzature

di pubblica fruizione e lo stesso vale per alcune opere pubbliche che ancora devono essere consegnate. Poi,

come se non bastasse registriamo un ambulantato selvaggio. In ragione di ciò chiediamo maggiore attenzione

alle istituzioni e alle forze dell'ordine».

Se il presidente di Confcommercio chiede a voce alta una costante e numerosa presenza delle forze dell'ordine

non è da meno è presidente provinciale Gianluca Manenti. «Sappiamo - dice - che l'amministrazione comunale

si sta dando da fare per garantire dei segnali in tale direzione però è chiaro che tutto questo, finora, non basta.

Siamo pronti a fare la nostra parte, nel rispetto pieno del nostro ruolo, ma è evidente che Pozzallo deve ritornare

a splendere come accadeva una volta, senza ombre e senza timori di nessun tipo per chi ci abita e per chi decide

di visitarla».

Il sindaco Roberto Ammatuna, nelle settimane scorse, aveva lanciato l'appello chiedendo una grande attenzione

verso la sua città. Era stato anche sentito in sede di riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza

pubblica manifestando le sue preoccupazioni legate non solo alla delinquenza comune ma anche a problemi

interni alla macchina burocratica a palazzo La Pira. Ha già individuato la necessità di un impinguamento

dell'organico del corpo della Polizia locale con l'assunzione di nuovo personale da destinare ai servizi spettanti

ai caschi bianchi. Personale che l'amministrazione immetterebbe su strada proprio per combattere tutte le

attività illegali che si nascondono nel tessuto economico della città.

Rassegna stampa del LIBERO CONSORZIO COMUNALE DI RAGUSA del 19 maggio 2019

Estratto da “LA SICILIA”

Rassegna stampa del LIBERO CONSORZIO COMUNALE DI RAGUSA del 19 maggio 2019

Estratto dal GIORNALE DI SICILIA

Discariche come bombe ecologiche Cento milioni per bonificarle

Giacinto Pipitone

Il record - negativo, of course- spetta alla provincia di Messina. Lì, fra i Nebrodi e la costa, la Regione ha censito ben 166 vecchie

discariche. Tutte potenzialmente pericolose al punto da rendere necessario un intervento urgente di bonifica. È questa la parte più

importante di un piano varato venerdì dalla giunta senza tanto clamore che prevede l'investimento in tutta la Sicilia di 100 milioni per

risanare aree inquinate da rifiuti urbani e industriali.

È un piano che doveva arrivare una quindicina d'anni fa, quello varato dal presidente Musumeci e dall'assessore Alberto Pierobon. E

che arriva adesso anche per la difficoltà di reperire dati e indicazioni geografiche di discariche vecchie in qualche caso di più di 30

anni, ormai coperte da terreni incolti e di cui nemmeno i Comuni sanno più molto.

Ora di tutti questi impianti dismessi c'è almeno una fotografia generale: sono 511 e coprono un territorio vasto oltre 5 milioni di metri

quadrati. In pratica, è come se la giunta avesse deciso di cominciare a bonificare un'area vasta come una metropoli.

Messina a parte, al secondo posto di questa speciale classifica c'è la provincia di Palermo: lì sono 93 le discariche dismesse da

bonificare. Al terzo posto c'è l'Agrigentino con 63 impianti segnalati. E si prosegue poi con il Catanese che conta 45 vecchie

discariche. Nel Nisseno ce ne sono 39, nell'Ennese 33, nel Siracusano 32, nel Trapanese 25 e nel Ragusano 15.

Si tratta di impianti - si legge nel piano appena approvato in giunta - che in passato, fino ai primi degli anni Ottanta, venivano

autorizzati dai sindaci e in qualche caso dai prefetti. In quegli anni le regole erano meno stringenti di adesso. E spesso, maglie larghe a

parte, c'erano anche discariche abusive. Così si sono moltiplicate fino a superare la media di un impianto in ogni Comune dell'Isola.

Quando alla fine degli anni Novanta le regole europee imposero di limitare le discariche, iniziarono le chiusure. Ma anche in questo

caso non sarebbero state rispettate le norme per mettere i sigilli agli impianti: in particolare non sono stati fatti gli interventi per

bonificare l'area in cui sorgevano. Malgrado il compito spetti ai sindaci, la Regione ha cominciato a pensare a un intervento nel 2003.

Nel frattempo avrebbero dovuto essere accantonate le risorse necessarie.

Condizionale d'obbligo su ogni aspetto della vicenda visto che non tutti i Comuni - avverte adesso la Regione - sono in grado di sapere

qual è la reale situazione ambientale e dunque qual è il tipo di intervento necessario. Allo stesso modo non si sa quanti Comuni hanno

accantonato le risorse necessarie per intervenire.

Da qui nasce la decisione della giunta, che venerdì ha approvato il piano di Pierobon mettendo sul piatto 35 milioni per le prime

bonifiche. Di questo budget, ben 14 milioni hanno già una destinazione frutto di un vecchio bando a cui hanno aderito appena 3

Comuni. Ora, con il nuovo piano, la giunta cambia i criteri di assegnazione delle somme e permette così a tutti i sindaci di ottenere i

primi fondi. Su questo però serve anche un via libera di Bruxelles che alla Regione contano di ottenere in tempi rapidissimi.

Mentre partiranno i primi interventi l'assessorato condurrà un nuovo monitoraggio per verificare quanti e quali impianti hanno bisogno

della bonifica e stabilire quindi il reale budget da investire. «La tutela dell'ambiente è una delle quattro priorità del mio programma -

ha detto Musumeci -. Per anni le risorse sono rimaste inutilizzate, mentre non si ha certezza della natura delle 511 discariche: non

sappiamo quali siano inquinanti e quali no. Procediamo per evitare ulteriori danni al territorio».

Il piano appena approvato dà mandato al dipartimento Acqua e Rifiuti, diretto da Salvo Cocina, e alla Ragioneria generale della

Regione di trovare nuove risorse da mettere sul piatto. Una parte delle somme necessarie arriverà dalla cosiddetta Ecotassa che proprio

i Comuni versano quando scaricano i rifiuti.

Ma ci sono anche altre strade che si stanno percorrendo. Una prende lo spunto da quanto fatto in Lombardia ed è inserita nel piano

energetico, anche questo appena approvato. In sostanza si prevede l'affidamento dei siti ai privati per farli diventare produttivi

autorizzando l'installazione ad esempio di impianti di energia rinnovabile in cambio della preliminare bonifica. Altra proposta in fase

di valutazione riguarda l'istituzione di un fondo di rotazione per avviare le bonifiche con rateizzazione di 10 o 15 anni dei fondi

erogati.

«Questo governo - ricorda Pierobon - ha da subito provveduto ad istituire l'Ufficio Speciale per il settore delle bonifiche dei siti

contaminati al fine di rafforzare la governance sul tema e procedere all'aggiornamento della pianificazione di settore».

Dei 100 milioni stanziati venerdì, 65 andranno invece alla bonifica dei cosiddetti siti di interesse nazionale, cioè quelli dove hanno

sede le raffinerie di Priolo e Milazzo. Nel dettaglio, 61 milioni andranno a Priolo e 4,3 a Milazzo. Si tratta di somme che erano in

contabilità speciale a disposizione del commissario per l'emergenza rifiuti e dunque non a disposizione della Regione. «Per l'utilizzo -

spiegano a Palazzo d'Orleans - era necessario il trasferimento nel bilancio della Regione. Sbloccato questo passaggio, si potrà

accelerare l'iter per gli interventi in questi siti individuati in base alla pericolosità degli agenti inquinanti».

Rassegna stampa del LIBERO CONSORZIO COMUNALE DI RAGUSA del 19 maggio 2019

Estratto da “LA REPUBBLICA”

La cultura diventa business siti e musei valgono 28 milioni Nel 2018 gli ingressi hanno fruttato due milioni di euro in più rispetto all’anno precedente Il settore è trainato da Taormina e Valle

dei templi. Maglia nera rimane sempre Aidone

L’ultimo regalo di Sebastiano Tusa è l’anno del definitivo rilancio. Un rilancio passato dalle grandi mostre

come quella di Antonello da Messina a Palazzo Abatellis e dall’accordo con i custodi per garantire l’apertura

nei festivi per tutto l’anno: il risultato è un boom dei visitatori paganti nei musei e nelle aree archeologiche

siciliane, per un incasso che nel 2018 vale 28 milioni, due in più rispetto al già lusinghiero 2017.

I dati appena elaborati dall’assessorato regionale ai Beni culturali fotografano un successo su tutta la linea: in un

anno in cui crescono i visitatori complessivi, calano i biglietti gratuiti e aumentano quelli a pagamento. Il

successo è totale: la crescita arriva in 8 province su 9 ( solo il Ragusano segnala un calo degli incassi, ma di soli

3mila euro). Templi e Taormina superstar

A trainare il settore — in un anno che ha visto sì il turismo crescere, ma a un passo inferiore rispetto ai biglietti

dei musei — sono le due aree archeologiche superstar, la Valle dei Templi e Taormina.

Che proseguono nel testa a testa ingaggiato da qualche anno per essere la più redditizia delle località culturali

siciliane e fanno di questa concorrenza un elemento virtuoso: entrambe crescono dell’ 11 per cento grazie a una

ricca programmazione di eventi per attrarre visitatori, e dunque anche quest’anno a spuntarla è il teatro antico

della cittadina jonica, che incassa poco meno di 6,9 milioni e sopravanza Agrigento di meno di 200mila euro.

Da sole le due aree archeologiche incassano dunque circa metà di tutto il bottino dei beni culturali siciliani, per

una quota che arriva oltre il 66 per cento se si aggiungono i 5 milioni ottenuti dall’area archeologica della

Neapolis e dell’Orecchio di Dionisio di Siracusa.

L’anno dell’Abatellis

Palermo, di gran lunga la città più visitata in Sicilia, ottiene dunque una percentuale minima degli incassi

regionali: 1,9 milioni scarsi su 28. Tanto più che a trainare la provincia — in un elenco che ovviamente include

solo i siti gestiti dall’assessorato ai Beni culturali, e dunque esclude ad esempio la Cappella Palatina, in mano

alla Fondazione Federico II — è un gioiellino che si trova a Monreale, il Duomo patrimonio dell’umanità: al

chiostro di Santa Maria La Nuova sono stati staccati biglietti per 831mila euro, in una classifica che vede il

monumento monrealese precedere altri due luoghi inseriti nell’itinerario arabo- normanno, San Giovanni degli

Eremiti e il Castello della Zisa.

Alle spalle di questo terzetto si colloca Palazzo Abatellis, che beneficia anche dei primi giorni della mostra di

Antonello da Messina in un anno che sarebbe comunque stato da incorniciare: l’aumento dei visitatori paganti è

di oltre il 33 per cento, per un incasso che però è ancora inchiodato a quota 153mila euro.

I gioielli dimenticati In questo quadro complessivamente positivo restano però alcuni elementi in chiaroscuro.

Alcuni gioielli, infatti, sono appannaggio di pochissimi appassionati, con un pubblico che addirittura in certi

casi è in calo: il dato più clamoroso è quello del museo archeologico di Aidone che ospita la Dea di Morgantina

e la Testa di Ade, con appena 4.717 biglietti a pagamento staccati in un anno e un calo dell’11 per cento rispetto

all’anno precedente.

Male anche il museo regionale di Messina, che ospita due capolavori di Caravaggio (l’"Adorazione dei pastori"

e la " Resurrezione di Lazzaro") e due di Antonello ( il " Polittico di San Gregorio" e la " Madonna col bambino

benedicente e un francescano in adorazione"): i visitatori paganti sono stati 8.577, quasi il 10 per cento in meno

rispetto al 2017, per un incasso di 67mila euro, la metà rispetto al meno celebrato museo archeologico eoliano

di Lipari.

Per restare ai capolavori di Antonello, poi, ha suscitato clamorose proteste a Siracusa il prelievo

dell’Annunciazione di Palazzo Bellomo, portata a fine anno a Palermo per l’esposizione di Palazzo Abatellis:

alla fine, in realtà, nella sua location originale il dipinto è stato visto da soli 13.092 visitatori paganti, con un

calo — seppur lieve — rispetto all’anno prima. Piccole macchie in un anno comunque complessivamente

positivo. L’anno della svolta. Della messa a reddito dei luoghi siciliani della cultura.

Rassegna stampa del LIBERO CONSORZIO COMUNALE DI RAGUSA del 19 maggio 2019

Estratto da “LA SICILIA”

Rassegna stampa del LIBERO CONSORZIO COMUNALE DI RAGUSA del 19 maggio 2019

Estratto da “LA REPUBBLICA”

La Lega del rosario e dei fischi al Papa Il raduno dei sovranisti europei sotto la pioggia resta molto lontano dall’obiettivo dei centomila partecipanti. Salvini lancia la sfida

alla Ue e accompagna il comizio con inni alla religione e citazioni di santi. Poi nomina Bergoglio e i manifestanti rumoreggiano.

Antifascisti in corteo e tante contestazioni in Piazza Duomo

di Brunella Giovara

Milano - In una città che per Salvini è matrigna, e con un tempo maligno, pioggia sulle bandiere, presto

inzuppate, dei forse 20mila che hanno risposto all’adunata del ministro dell’Interno, nella giornata che doveva

essere gloriosa, ma bastava guardare la faccia del vicepremier ingigantita sui maxischermi — torva, più che

felice — per capire che le cose non sono andate come lui si aspettava. «Venite a Milano, non prendete impegni

per sabato 18, vi aspetto tutti in piazza Duomo, saremo 100mila…», da settimane lo chiedeva nei comizi in giro

per l’Italia, la gente è arrivata sì, ma per riempire una piazza da 60mila ci voleva ben altro. Poi, le proteste,

Marine Le Pen a lungo contestata da un centinaio di poderosi fischiatori guardati a vista dai carabinieri, nel lato

verso Palazzo della Regione, e del suo intervento si è sentito ben poco. Gli altri sovranisti arrivati dal resto

d’Europa, per loro scarso interesse anche da parte dei leghisti, che in verità aspettavano solo che Matteo

iniziasse a parlare.

E infine è toccato a lui, «è un momento storico per liberare il continente dall’occupazione abusiva organizzata a

Bruxelles da molti anni. Chi ha tradito l’Europa, il sogno dei padri fondatori, De Gasperi, De Gaulle?». Già, chi

l’ha tradita? «Merkel, Macron, Soros, Juncker, loro hanno costruito l’Europa della finanza e dell’immigrazione

incontrollata ». Qui ricorda a tutti che «con l’azione di governo ho dato risposte con i fatti, non con le parole. Lo

dico anche a papa Francesco, che oggi ha detto “bisogna ridurre i morti nel Mediterraneo”: il governo sta

azzerando i morti nel Mediterranei, con orgoglio e spirito cristiano ».

E molti leghisti hanno fischiato papa Francesco, contrapposto da Salvini a Giovanni Paolo II e Benedetto XVI,

il tutto di fronte alla cattedrale gotica che non è solo il simbolo di Milano e prima del bacio al rosario da parte di

Salvini. Pronto a «dare la vita per l’Italia», meno pronto a parare il colpo a sorpresa che è andato in scena

proprio di fronte al palco, quando uno Zorro con cappello mantello e spadino è uscito su un balcone al terzo

piano, sede di un albergo di gran lusso, e ha srotolato uno striscione con su scritto “Restiamo umani”, e essendo

troppo in alto per far sentire la voce, ha sfidato i sovranisti saettando lo spadino, e catalizzando così gli sguardi

di tutti, ma proprio tutti, non si poteva non vederlo. Uno sberleffo teatrale, sarebbe piaciuto a Dario Fo. E pure

irraggiungibile, i funzionari della Digos mandati a identificare l’uomo mascherato hanno faticato a trovare la via

per il balcone giusto, e convincerlo a ritirare lo striscione, peraltro più che educato. «Questi sovranisti si

possono prendere l’Italia, l’Europa, il mondo, ma non Milano», aveva detto il sindaco Beppe Sala, e così è stato.

La contromanifestazione di forse 5mila antifascisti, che ha attraversato il centro ma tenuti ben alla larga dai

sovranisti, e i balconi addobbati con lenzuola ostili e anche sghignazzanti, “Solo ponti, niente muri”, “più gattini

meno Salvini”, “Non sei il benvenuto”, e i molti richiami ai 49 milioni, “Rimpatria i 49 milioni…”, insomma la

fantasia al potere. In corso Venezia al civico 37, “Salvini via le mani dal nostro futuro”, proprio sopra le teste

dei fan di Matteo in corteo che si dirigeva verso il Duomo, dove c’erano molte bandiere con il leone della

Serenissima, più che quelle “Salvini premier”. Paola, commerciante di Thiene: «Vogliamo cambiare un po’

l’Europa, vogliamo l’Europa dei popoli, non quella della finanza e dei grandi gruppi». In piazza, assieme al

gruppo dei fischiatori e degli urlatori (“fascista”,“buffone”, “ignorante”...), la quasi coetanea Elvira, bancaria

pensionata: «Non posso tollerare che questa gente voglia tornare indietro, Salvini ha portato l’estrema destra a

Milano, in una città che ha avuto delle stragi come piazza Fontana, forse loro non se lo ricordano ».

Intanto Salvini ricordava che «oggi sarebbe il compleanno di Giovanni Falcone», e giù fischi e grida di

«vergogna, giù le mani da Falcone!». Poi elencava i santi patroni d’Europa, «Benedetto da Norcia, Brigida di

Svezia, Caterina da Siena, Cirillo e Metodio, Teresa Benedetta della Croce», con un rosario nel pugno, «affido

la mia e la vostra vita al cuore immacolato di Maria che sicuramente ci porterà alla vittoria». Poi sciò, i

camioncini dell’Amsa a ripulire la piazza in un amen, e tutti a casa con il pullman.

Rassegna stampa del LIBERO CONSORZIO COMUNALE DI RAGUSA del 19 maggio 2019

Estratto dal GIORNALE DI SICILIA

Sea Watch, nuovo braccio di ferro

Concetta Rizzo LAMPEDUSA

È entrata nelle acque territoriali italiane «per ragioni umanitarie». Karol, una delle volontarie del team medico

di bordo della Sea Watch 3, ieri, in diretta sui social, parlava di una «situazione, dal punto di vista sanitario, non

buona» ed evidenziava la condizione psicologica dei 47 migranti rimasti sulla nave della Ong. «Alcuni parlano

di autolesionismo e di suicidio pur di far terminare questa loro situazione. Stiamo mantenendo - spiegava - un

equilibrio molto fragile e precario». Dopo che, per un'intera nottata e una mattinata, la Sea Watch 3 era rimasta

al confine con le acque territoriali italiane, nella tarda mattinata di ieri è stata fatta la scelta. Poco prima delle

16,30 è stato, poi, autorizzato, a mezzo un miglio dal porto dell'isola, l'ancoraggio dell'imbarcazione. Nave che,

in acque libiche, mercoledì aveva salvato 65 immigrati e che venerdì mattina era stata diffidata dalla Finanza a

non entrare in acque italiane. «Siamo alla fonda a ridosso di Lampedusa - confermava, ieri pomeriggio, la

portavoce di Sea Watch 3 Giorgia Linardi - . La nave è stata avvicinata da una motovedetta della Finanza che ci

ha chiesto quali fossero le intenzioni del comandante. Abbiamo ribadito che si tratta di ragioni umanitarie, viste

le condizioni meteo, con un'onda di tre metri con vento in aumento, e le condizioni psicofisiche delle persone a

bordo». «Abbiamo fatto sbarcare malati e bambini, ma resta il divieto assoluto alla Sea Watch 3 di entrare nelle

nostre acque territoriali - aveva ribadito, per l'intera mattinata di ieri, il vice premier Matteo Salvini riferendosi

all'autorizzazione, data la sera di venerdì, per fare sbarcare 18 dei migranti, ammalati, donne e bimbi, che erano

su quell'imbarcazione -. Non cambiamo idea: porti chiusi per chi non rispetta le leggi, mette in pericolo delle

vite, minaccia. Una Ong, peraltro straniera, non può decidere chi entra in Italia». Quando la nave è entrata nelle

acque italiane, ha ribadito: «Non cambio idea e non autorizzo lo sbarco. Se qualcuno non è d'accordo si prenda

la responsabilità pubblica di dirlo e di autorizzarlo. Li consideriamo complici dei trafficanti». A monitorare

l'evolversi dei fatti legati alla Sea Watch 3, il procuratore aggiunto Salvatore Vella e il sostituto Alessandra

Russo. I due pm erano arrivati a Lampedusa per gli interrogatori sul caso della nave Mare Jonio. E, proprio nel

tardo pomeriggio di ieri, la nave Mare Jonio ha lasciato - grazie ad un permesso della Procura di Agrigento - il

porto di Lampedusa, facendo rotta verso Licata per il cambio di equipaggio e il rifornimento. L'imbarcazione

della Ong Mediterranea resta però sotto sequestro, dopo che una decina di giorni addietro aveva sbarcato a

Lampedusa 30 immigrati soccorsi in acque libiche. Mediterranea Saving Human riferisce che l'Alto

commissariato dell'Onu per i diritti umani ha scritto una lettera al governo italiano in cui critica le direttive

emanate dal ministero dell'Interno per vietare l'accesso delle navi Ong ai porti italiani.

Ieri mattina, sul prospetto del Municipio di Lampedusa, è stato appeso uno striscione con la scritta: «Lampedusa

per un Mediterraneo di pace». «Lampedusa è un'isola di pace, nessuno rimuoverà questo striscione», ha

commentato don Luigi Ciotti, presidente di Libera. E ieri Papa Francesco ha ammonito: «Non bisogna

dimenticare questo Mediterraneo che si sta convertendo in cimitero».

Rassegna stampa del LIBERO CONSORZIO COMUNALE DI RAGUSA del 19 maggio 2019

Estratto da “LA REPUBBLICA”

Italia, record della propaganda social i partiti usano Facebook più di tutti Una ricerca di cento ricercatori in 50 università Ue certifica il sorpasso dell’uso di post e video nella campagna elettorale: tre volte

superiore rispetto agli altri paesi dell’Europa. Prima la Lega, seguita da M5S, Forza Italia e Pd

di Emanuele Lauria

È ufficialmente la campagna elettorale del sorpasso. Fatta più sui social che sugli altri mezzi di comunicazione.

Una tendenza che accomuna i 28 Paesi membri ma che vede l’Italia assoluta protagonista: basti pensare che il

numero dei post di propaganda su Facebook comparsi sugli account ufficiali delle principali 7 liste delle

Europee, dal 28 aprile al 15 maggio, è doppio rispetto a quello del secondo Stato in classifica (il Portogallo) e

triplo rispetto alla media degli altri. È quanto emerge da un monitoraggio in progress, il primo del suo genere,

realizzato da 100 ricercatori di 50 università diverse del Continente, coordinati dal professor Edoardo Novelli,

docente di comunicazione Politica a Roma 3.

La ricerca ha scandagliato — e archiviato sul sito electionsmonitoringcenter. eu — migliaia di contenuti della

competizione elettorale per l’europarlamento, dividendoli in messaggi social, affissioni, e spot. Ne è venuto

fuori, come dice Novelli, un quadro variegato «che racconta 28 campagne differenti, perché diverse sono leggi e

regolamenti che le regolano ». Ma è quello che i ricercatori chiamano il "tono di voce social" ad accostare realtà

poco omogenee.

L’Italia non teme confronti in questo campo. E mette in fila, con i suoi quasi 2.500 messaggi elettorali in 17

giorni pubblicati solo sui profili ufficiali, gli altri Paesi con propensione "medio-alta" alla comunicazione social:

Portogallo, Regno Unito, Grecia, Malta, Ungheria, Polonia, Francia, Repubblica Ceca, Austria, Romania,

Slovenia e Croazia. Un boom dovuto soprattutto all’attivismo dei due partiti di governo: la Lega, nel periodo

osservato, ha pubblicato su Facebook 1.399 messaggi elettorali (e si badi, non è censito il profilo di Salvini),

M5S è lontana a quota 382, poi Forza Italia (179), Pd (151), +Europa (98), Fratelli d’Italia (97) e la

Sinistra (40). «È una tendenza che abbiamo già registrato alle Politiche — afferma Novelli - . Il post o il video

in luogo dei manifesti, anche dove si vota con le preferenze. Un cambio di passo enorme rispetto alle Europee

2014». Gli svantaggi, a sentire il docente, non mancano: «Questa forma di comunicazione, più veloce e

penetrante, non favorisce la discussione ed è sempre più riservata a un pubblico di affezionati, iscritti a liste

chiuse o a chat, che hanno già un’idea politica. Il web, in questo caso, restringe il confronto».

Non a caso i messaggi "emotional" basati su slogan a effetto battono quelli "rational", legati a cifre e contenuti,

specialmente nel Sud Europa, con l’Italia al quinto posto. Il tema immigrazione, nel nostro Paese, è al centro

della campagna: solo nell’Ungheria di Orban è più presente in post, video e contenuti di altra natura. L’Italia,

però, è lo Stato dove le promesse di lavoro occupano più spazio. L’ambiente, invece, fa più fatica a imporsi: i

messaggi su questo tema, malgrado l’eco internazionale della battaglia simboleggiata da Greta Thunberg, sono

meno di un terzo di Svezia o Finlandia. Ed è una campagna elettorale in cui i temi propri dell’Ue, rispetto al

2014, soccombono a quelli nazionali: nel nostro Paese solo un messaggio su cinque ha respiro europeo. «Oggi il

quesito sul sì o il no all’Europa non è più centrale — spiega Novelli — Le voci critiche nei confronti dell’Ue

sono ancora forti ma esprimono istanze sovraniste o problemi specifici come quello dell’immigrazione».

Si scopre così che, malgrado l’avanzata dei movimenti nazionalisti, i partiti più operosi nei diversi Paesi sono

quelli favorevoli all’Unione. Il fronte pro-Europa ha un grado di attivismo pari all’82%. L’ampia fazione dei

diffidenti, in gran parte dei casi, sembra bypassare la questione di un giudizio sull’Ue. L’Italia, governata da

forze euroscettiche, non fa eccezione: solo un messaggio su tre veicola un’immagine "positiva" o "molto

positiva" dell’Europa. Ma quasi la metà del volume comunicativo non sfiora temi come il valore e il futuro

dell’Ue. Un topic cancellato, sottratto alla valutazione degli elettori. Si vota per l’Unione, insomma, ma sembra

secondario.

Rassegna stampa del LIBERO CONSORZIO COMUNALE DI RAGUSA del 19 maggio 2019

Estratto da “LA SICILIA”