Domenica 1 maggio 2016...le altre. Sugli otto angoli del battistero di Piazza Duomo a Bergamo si...

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Parrocchia delle In questa domenica abbiamo festeggiato il nostro patrono, San Giuseppe artigiano. Nell’occasione abbiamo ricordato il 50° anniversario della consacrazione della chiesa parrocchiale. Con i ragazzi abbiamo utilizzato un simbolo molto semplice, un mattone, per ricordarci che la chiesa non è solo l’edificio strutturale, piuttosto è l’insieme dei battezzati che costituiscono le pietre “vive” attorno alla pietra “fondamentale-fondativa” che è Gesù: Lui è la prima pietra, la pietra angolare scartata dagli uomini ma posta a fondamento da Dio, per la sua Chiesa. Questo ci richiama continuamente al dovere e all’impegno di darsi da fare per la propria comunità mettendo a disposizione i propri doni, le proprie capacità, il proprio tempo, le proprie risorse; siamo tutti diversi, siamo tutti utili, ognuno al suo posto, appoggiati gli uni agli altri e “cementati” insieme dall’amore di Dio che ci rende solidi e stabili nella vita. Lo Spirito Santo che abbiamo festeggiato nella Pentecoste è proprio il collante della Chiesa, è il dono misterioso e più grande che Dio ci ha fatto che non solo sostiene ma soprattutto costruisce la sua Chiesa, ancora oggi, e la protegge. Chiediamo al Signore di farci sentire responsabili gli uni gli altri, chiediamo e preghiamo Dio perché doni a questa comunità persone generose e servizievoli, gente appassionata di Dio, della chiesa, delle persone, dei ragazzi, gente capace di non pensare solo ai propri interessi ma disponibile a pensare anche agli altri… come da molto tempo ripeto “se ognuno di noi FA qualcosa allora si può fare molto”! La ricchezza di una comunità dipende anche dalla generosità e dalla risposta delle persone che ne fanno parte, strette attorno al proprio “pastore”. Se non hai tempo da donare almeno prega per la tua comunità perché là dove non arriviamo noi cristiani ci possa arrivare la grazia di Dio. Gesù ha detto “senza di me non potete fare nulla”: per questo affidiamo tutto il lavoro pastorale perché Dio lo renda fecondo e faccia crescere i frutti del tanto impegno di molte persone. Ringrazio tutte le persone che in questo anno pastorale si sono impegnate in parrocchia e per la parrocchia. Il Signore vi conceda la sua benedizione. Buona estate a tutti! Il vostro parroco Don Vinicio Domenica 1 maggio 2016

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Parrocchia delle

In questa domenica abbiamo festeggiato il nostro patrono, San Giuseppe artigiano. Nell’occasione abbiamo ricordato il 50° anniversario della consacrazione della chiesa parrocchiale. Con i ragazzi abbiamo utilizzato un simbolo molto semplice, un mattone, per ricordarci che la chiesa non è solo l’edificio strutturale, piuttosto è l’insieme dei battezzati che costituiscono le pietre “vive” attorno alla pietra “fondamentale-fondativa” che è Gesù: Lui è la prima pietra, la pietra angolare scartata dagli uomini ma posta a fondamento da Dio, per la sua Chiesa.Questo ci richiama continuamente al dovere e all’impegno di darsi da fare per la propria comunità mettendo a disposizione i propri doni, le proprie capacità, il proprio tempo, le proprie risorse; siamo tutti diversi, siamo tutti utili, ognuno al suo posto, appoggiati gli uni agli altri e “cementati” insieme dall’amore di Dio che ci rende solidi e stabili nella vita. Lo Spirito Santo che abbiamo festeggiato nella Pentecoste è proprio il collante della Chiesa, è il dono misterioso e più grande che Dio ci ha fatto che non solo sostiene ma soprattutto costruisce la sua Chiesa, ancora oggi, e la protegge.Chiediamo al Signore di farci sentire responsabili gli uni gli altri, chiediamo e preghiamo Dio perché doni a questa comunità persone generose e servizievoli, gente appassionata di Dio, della chiesa, delle persone, dei ragazzi, gente capace di non pensare solo ai propri interessi ma disponibile a pensare anche agli altri… come da molto tempo ripeto “se ognuno di noi FA qualcosa allora si può fare molto”! La ricchezza di una comunità dipende anche dalla generosità e dalla risposta delle persone che ne fanno parte, strette attorno al proprio “pastore”.Se non hai tempo da donare almeno prega per la tua comunità perché là dove non arriviamo noi cristiani ci possa arrivare la grazia di Dio. Gesù ha detto “senza di me non potete fare nulla”: per questo affidiamo tutto il lavoro pastorale perché Dio lo renda fecondo e faccia crescere i frutti del tanto impegno di molte persone.Ringrazio tutte le persone che in questo anno pastorale si sono impegnate in parrocchia e per la parrocchia. Il Signore vi conceda la sua benedizione.Buona estate a tutti!

Il vostro parroco Don Vinicio

Domenica 1 maggio 2016

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’Don Giulio’ e i suoi discepoli... ehm... chierichetti

Lasciate che i bambini vengano a me, perché il Regno appartiene a chi è COME loro!.

E vince la seconda edizione... Fiorine centro!!!!

Bravo Marcooooooo

Una bella compagnia

Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.

La Chiesa, pietre ’vive’ radunate e fondate in Gesù

1966-2016 50 anni dalla consacrazione della Chiesa... finalmente col suo campanile

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Festa patronalenei 50 anni della chiesa

Giochi insieme

Pranzo al sacco in oratorio

La preghiera della Chiesa: Padre NOSTRO…

Dopo messa un bel rinfresco... beati gli

ultimi se i primi non si scoleranno tutto...

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Prime ComunioniDaniele Trussardi

Daniel Gusmini

Francesco Capitanio

Letizia Lorandi

Aurora Maiale

Marta Tomasoni Martina Nessi

Lucrezia Algarotti

Nicholas Forchini

Nicola Gambarini

Anna Andreoletti

Noemi Ferri

Nicoli perini

Mattia Marinoni

Alessandro Savoldelli

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Gianluca Facen

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Questa per me è la fede: abbandonarsi alla volontà di Dio, perché lui non ci riserva cose brutte. Lui è buono, riserva solo il meglio per noi.…Ai giovani che pensano di non avere più bisogno di Dio vorrei dire: state facendo una caccia al tesoro senza tesoro…

Giulia Gabrieli

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S. CresimeAndrea Caparrota Elisa Capitanio

Giada dalla Grassa

Claudio Lorandi

Luca Zucchelli

Matteo PegurriMirko Trussardi

Alice Cilli

Valentina Carrara Valentina Gianoli

Andrea Barzasi

Simone Regonesi

Francesco Capitanio Giorgia Manini

Valentina Giudici

Giulia Bonomi

Jacopo BendottiGabriele Corna

Chiara Giudici

Benedetta Giudici

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Le parole usate per descrivere questa opera di misericordia vanno comprese una a una. Innanzitutto si parla di persone moleste. Non è che ci sono persone con il marchio “moleste”, anche se alcune ci paiono particolarmente antipatiche, “pesanti”, o insistenti. C’è chi ci bombarda di messaggi, chi insiste nel chiederci un’amicizia via facebook, chi continuamente ci manda notizie di sé, chi ci chiede insistentemente di uscire insieme o di partecipare a un’iniziativa, chi ci domanda aiuto o ci coinvolge in attitvità che non vogliamo o non possiamo fare. Ci possono essere persone che sono viste come moleste perché sono temute, perché sono immaginate come una minaccia, per esempio quelle con le quali non abbiamo mai parlato, o quelle che da tutti sono indicate come da evitare, o gli stranieri che bussano alle nostre porte… Spesso la persona molesta è quella vicina: in casa, fra gli amici, a scuola… In certi casi la persona molesta è chi fa stalking, mobbing, o tenta una vera e propria molestia, e sappiamo come il mondo dei social network può costituire un ambito privilegiato per chi vuole esercitare queste azioni. Le persone moleste vanno sopportate. Sopportare significa farsi carico, come quando si porta un peso. Questo non significa semplicemente rassegnarsi passivamente, resistere con eroicità sperando che

la persona molesta si levi di torno il prima possibile. Nemmeno significa semplicemente assecondare, lasciare fare. Significa invece ascoltare, capire il perché di certi atteggiamenti, dare i giusti consigli, saper dire anche dei no.Sopportare significa anche vedere nell’altro, come in uno specchio, ciò che anche di noi può essere molesto. Può infatti capitare che si ritengano sempre gli altri come pesanti, quando invece siamo noi che dobbiamo cambiare, alleggerirci, smuoverci.Tutto questo va fatto, infine, pazientemente. La pazienza non è la virtù che ha solo qualche persona, né una virtù di second’ordine, tipica dei deboli. La pazienza, si sa, è la virtù dei forti, quella che per tanti versi sembra compendiare anche le altre. Sugli otto angoli del battistero di Piazza Duomo a Bergamo si trovano otto statue: le tre virtù teologali (fede, speranza e carità), le quattro cardinali (prudenza, fortezza, giustizia e temperanza) e insieme quella della pazienza. Se non c’è quella, anche le altre vacillano. La pazienza significa entrare nel tempo di Dio e degli altri, che non coincide con il nostro tempo. L’amore è paziente e tutto sopporta. È tutt’altro che debolezza! Per riflettere su questa opera si consiglia la lettura del famoso inno alla carità contenuto nel capitolo 13 della Prima Lettera ai Corinzi.

Sicuramente visitare i carcerati è l’opera di misericordia che sentiamo meno praticabile. Chi di noi è mai entrato in un carcere? Ci sembra un mondo lontano anni luce, pur trovandosi spesso a poca distanza dalle nostre case. Tuttavia l’esperienza del carcere entra prepotentemente nelle nostre case soprattutto con le varie trasmissioni di cronaca giudiziaria. L’ingresso di certe carceri, dove entra il furgone con l’imputato eccellente, ci rimane nella memoria. Nell’antichità i carcerati si trovavano in condizioni penose e se non c’era chi andava da loro per portare cibo e vestiti, rischiavano seriamente di morire. Anche oggi le condizioni dei carcerati sono spesso molto difficoltose, talvolta disumane: non solo per il problema del sovraffollamento delle carceri o delle carenze igieniche, ma per la difficoltà a realizzare un cammino di riabilitazione.Spesso ci si accontenta di sapere che chi ha sbagliato stia “dentro”; magari ci auguriamo che una persona che ha compiuto un grave crimine stia il più a lungo possibile “a marcire” nel carcere; qualcuno per certi reati invoca la pena di morte (che è ancora una triste realtà in certi Stati nel mondo). La giustizia deve essere rispettata, certo. Ma cosa è la giustizia? Semplicemente il far pagare a chi ha sbagliato? Chi sbaglia deve certamente rendersi conto di quello che ha fatto e rimediare al male fatto, e per questo la pena ha la sua legittimità. Però

la pena è solo o principalmente punitiva? O deve aiutare a comprendere il male fatto e a percorrere un cammino di conversione?Non è facile visitare i carcerati, ma è possibile. Si può, per esempio, fare parte di un gruppo o di un’associazione che è autorizzata a entrare nel carcere con i propri membri, oppure si può essere autorizzati anche come singole persone, in determinati casi, soprattutto là dove si presta un servizio in percorsi formativi, scolastici e professionali. Si possono per questo contattare i cappellani del carceri o la Caritas.Si può scrivere ai carcerati, intercettare e sostenere i familiari dei detenuti, tramite i gruppi o associazioni che si prendono cura di loro anche nei bisogni concreti. Ci si può interessare dei problemi delle carceri, con letture, approfondimenti, dibattiti. Si può e si deve pregare per i detenuti!C’è chi è in carcere ingiustamente, in particolare per motivi religiosi. Ci sentiamo in comunione con i cristiani perseguitati? Quando Pietro era in carcere «dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui» (At 12,5). Per rendersi conto della situazione dei cristiani incarcerati e del valore della loro testimonianza, è proficua la lettura di F.X. Nguyen Van Thuan, Il cammino della speranza.

Opere di Misericordia Spirituale

Opere diMisericordia

Corporale

Sopportare pazientementele persone moleste

Visitare i carcerati

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Nella pace del SignoreBartolomea Barzasi

di anni 96 + 12.05.2016

Tutti gli ammalati che desiderano ricevere a casa la comunione lo possono comunicare direttamente al parroco o al sagrestano Giulio.AMMALATI

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Domenica 15 maggio 2016è stato battezzata Isabella Benigni.Benvenuta tra noi!Auguri a papà Davide e a mamma Alessandra.

Battesimo

Se vuoi essere richiamato lascia un messaggio in segreteria telefonica! Per tutte le informazioni sei invitato a leggere gli avvisi esposti fuori dalla chiesa o all’oratorio (che trovi anche sul sito della parrocchia).

Segreteria Telefonica

È possibile vivere una festa di compleanno in oratorio quando non ci sono attività pastorali. Basta prenotarsi al Bar!

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