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Corso di:
Ricettività turistica
Modulo 1:
Domanda e Offerta
Prospettive di mercato per una Ricettività turistica nei piccoli centri storici e il caso
dell’Albergo Diffuso
Domanda e Offerta
EfficaciaEco-
sostenibilità
Raggiungere i 4 risultati attesi:
EfficienzaEquità
12/12/2011 (c) Maurizio Droli, 2010 2
Risolvere un’unica questione:
• «La competitività è l’elemento cardine per la
prosperità delle destinazioni turistiche e questa
può essere migliorata solo attraverso la co-
operazione e la partnership pubblico-privata»
12/12/2011 (c) Maurizio Droli, 2010 3
(L. Zoreda, World Tourism Organization Business Council, 2000)
Partnership e partnering turistico:
1) Perché Partnering turistico?
• Il caso Lignano Sabbiadoro*
12/12/2011 (c) Maurizio Droli, 2010 4
* La produttività del partenariato turistioo nella località è oggetto di analisi statistica da parte di MD dal 2000 e ha
permesso di mettere a puto il modello di analisi ideal-tipico che prende il suo nome. Foto©: Grand Hotel Playa.
1. Perché Partnering turistico?
• Persone/Co-operazione/Competitività/Prosperità
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Turn-over gestionale: Subingressi nella gestione delle aziende per categoria
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(Fonte ed elaborazione:
MD, 2001)
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1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000
Ristoranti Somministrazione bevande Alberghi Attività commerciali
1. Perché Partnering turistico?
• Persone/Co-operazione/Competitività/Prosperità
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Previsioni di fatturato stagionale / Carattere urgente della coop.ne
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(Fonte ed elaborazione:
MD, 2001)
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en
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(1=
min
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max)
Vari
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%)
Collettivo campione
Prev. Fatt. Urgenza d. coop.ne percepita
Poli. (Prev. Fatt.) Poli. (Urgenza d. coop.ne percepita)
1. Perché Partnering turistico?
• Persone/Co-operazione/Competitività/Prosperità
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Tradizioni aziendali / Attenzione alle opportunità di business (valori standardizzati)
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Tra
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en
zio
ne o
pp
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ità
Tens Opp. Trad. Poli. (Tens Opp.) Poli. (Trad.)
(Fonte ed elaborazione:
MD, 2001)
1. Perché Partnering turistico?
• Persone/Co-operazione/Competitività/Prosperità
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Entità delle Variazioni nel fatturato stagionale (+) / Attenzione all'appeal della destinazione sul mercato internazionale
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(Fonte ed elaborazione:
MD, 2001)
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Succ. Destinazione Variazioni fatturatoPoli. (Succ. Destinazione) Poli. (Variazioni fatturato)
1. Perché Partnering turistico?
• Non possiamo generalizzare, tuttavia …
Relazioni persone/cooperazione/competitività simili a quelle esposte sono state riscontrate a più riprese
anche in altre destinazioni turistiche nazionali, anche in altre destinazioni turistiche nazionali, europee ed extra-europee. Affermate e non.
“Primero mi; segundo mi; tercero mi”.
(detto popolare colombiano)
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1. Perché Partnering turistico?
• Questi e altri dati indicano come le volontà, le
capacità di cooperazione delle persone siano
fondamentali per la competitività, ossia per
ottenere il meglio dalla tecnologia, dal
marketing e per la prosperità territorialemarketing e per la prosperità territoriale
12/12/2011 (c) Maurizio Droli, 2010 10
ma …
1. Perché Partnering turistico?
• l’importanza delle persone e delle relazioni è
stata trascurata a lungo a causa di una
concezione del progresso limitata ai mezzi
(tecnologie, risorse, capitali, ecc.) e non estesa
ai protagonisti e ai beneficiari dello sviluppoai protagonisti e ai beneficiari dello sviluppo
12/12/2011 (c) Maurizio Droli, 2010 11
Mi considererei il più fortunato dei mortali se riuscissi a guarire
gli uomini dai loro pregiudizi. Io chiamo pregiudizio non già il
fatto di ignorare le cose, ma di ignorare sé stessi.
Charles Louis de Secondat, Barone di Montesquieu,Lo spirito delle leggi – Prefazione, 1748
1. Perché Partnering turistico?
• Quale missione principale? Dare equilibrio
– Rendere sempre più produttivi gli interventi di
marketing (efficacia), la gestione congiunta
delle attività (efficienza management), le delle attività (efficienza management), le
iniziative di coinvolgimento (equità) e le attività
di tutela ambientale (eco-sostenibilità)
realizzate nelle diverse fasi del «ciclo di vita della destinazione»
12/12/2011 (c) Maurizio Droli, 2010 12
[Gilbert (1939), Stansfield(1978), Butler(1980), Young (1983)].
1. Perché Partnering turistico?
Prodotti: Marketing e Vendite:
• rinforzare l’intera catena del valore
• rinforzare singoli servizi, alloggi, attrazioni , ecc.
• creare nuovi servizi, alloggi e attrazioni
• definire standard di qualità a protezione degli Ospiti
• integrare nel turismo i diversi settori
• sostenere lo sviluppo economico della comunità locale
• migliorare e preservare le risorse
• gestire la sfida competitiva
• creare un brand di destinazione
• migliorare la visibilità e l’immagine
• espandere il raggio delle azioni di marketing
• rinforzare la rete di vendita tradizionale e telematica
• supportare la partecipazione e la realizzazione di fiere e
manifestazioni
• accedere a nuovi mercati e segmenti
• Obiettivi possibili:
• gestire la sfida competitiva
Risorse e tecnologia: Infrastrutture:
Reperire, valutare, selezionare ed acquisire:
• consulenza ed altri servizi tecnici
• metodologie di ricerca e di monitoraggio
• sistemi di rendicontazione statistica degli impatti più ampi
prodotti
• tecnologie di supporto al processo, al prodotto ed al
mercato
• migliorare strade, sentieri ed attrezzature di base esistenti
• sviluppare ed erogare servizi di trasporto ed intermodali
• rinforzare servizi per la salute e per la sicurezza esistenti
• potenziare il sistema delle telecomunicazioni
Risorse umane: Risorse finanziarie:
• definire standard di servizio
• offrire programmi di formazione ed aggiornamento
• migliorare la produttività e la capacità di innovazione
• migliorare l’attrattività economica delle fonti di fatturato
• recuperare fondi
• attivare investimenti
• realizzare progetti collaterali
• provocare escalation negli investimenti pubblici
• ottenere fondi per l’avvio di nuove attività
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(schema-base: KPMG, in Droli, 2007).
1. Perché Partnering turistico?
• Quali applicazioni? soggetti sempre + produttivi:
alberghi tradizionali, villaggi e residence, alberghi diffusi, paesi-albergo, dimore storiche, ristoranti, musei,
centri sportivi, parchi naturali, parchi archeologici, agenzie, tour-
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centri sportivi, parchi naturali, parchi archeologici, agenzie, tour-
operator, bus-operator, compagnie di navigazione, compagnie di
trasporto aereo, compagnie di trasporto ferroviario, compagne di
noleggio, network di agenzie, consorzi d’imprese, club di Prodotto , authority
di destinazione, DMO, enti pubblici, sistemi turistici locali, associazioni
di categoria, volontaristiche culturali, ricreative,
unità-matrice, …, ,…, …, …
1. Perché Partnering turistico?
• Quali applicazioni? iniziative di co-marketing s.+p
sistemi informativi di marketing territoriale, strategia di
co-marketing, programmi di co-branding, piani di packaging
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co-marketing, programmi di co-branding, piani di packaging
statico, packaging dinamico, portali web, numeri verdi, call-
centre, card turistiche, cataloghi di promozione cartacei,
pubblicazioni a tema, newsletter ospiti, newsletter operatori,
reti di vendita, fiere, educ-tour, workshop, CRMS, sistemi di
e-mobile tourism, …, … (in genere sia push-pull)
1. Perché Partnering turistico?
• Quali applicazioni? interventi di co-management s.+p
reti di accoglienza, campagne di comunicazione interna del management, verifiche dei costi di produzione
individuali, verifiche dei livelli di produttività individuali, individuazione e
promozione dei fattori di successo, change-management, iniziative per
migliorare le motivazioni al lavoro del personale e dei collaboratori supervisione
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migliorare le motivazioni al lavoro del personale e dei collaboratori, supervisione
tecnica delle iniziative realizzate in regime di partenariato, controllo sulle caratteristiche
finali delle grandi opere, selezione di nuovo personale, incentivi per migliorare lo
“spirito di squadra”, club-meeting, time-management, agende di
aggiornamento del personale e dei collaboratori, investimenti congiunti,
relazioni con i fornitori, relazioni con le istituzioni, relazioni con le
associazioni di categoria, relazioni con le associazioni volontariato,
relazioni con opinion-leader,
relazioni con le associazioni di consumatori, …, …, …
2. Perché l’Albergo diffuso?
Un impresa ricettiva che richiede persone e relazioni per
rappresentare e valorizzare l’identità del luogo
12/12/2011 (c) Maurizio Droli, 2010 17
• Risorse:
– conoscenza del borgo
– http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/Co
ntentItem-9f32e0a5-25b9-44e0-bf84-
2. Perché l’Albergo diffuso?
ntentItem-9f32e0a5-25b9-44e0-bf84-
e4527d2c8a59.html?p=0
12/12/2011 18Maurizio Droli © 2011
premiata dallo UNDP su candidatura del BIC Lazio per la
sua sostenibilità economica, istituzionale, sociale e
ambientale* (Budapest, 2008)
2. Perché l’Albergo diffuso?
• Una formula d’accoglienza Made in Italy che piace:
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Premio Turismo Responsabile Italiano 2010 Agenzia del
Turismo, ENIT, UFTAA, FIAVET (Rimini, 2009)
Alberghi diffusi FVG e “Bici diffusa”, 2°Premio e menzione GreenFactor (Udine, 2010)
1° Premio Global Tourism
Award (Londra, 8 novembre
2010)
(*: gruppo
di lavoro: G.
Dall’Ara, G.
Dichter, M.
Droli)
2. Perché l’Albergo diffuso?
• Cosa ci può insegnare di buono?
– Il metodo aziendalista, competitivo è la base, ma oggi non è
più sufficiente
– Il metodo co-operativo è strategico, ma non è applicabile fra
concorrenticoncorrenti
– L’approccio coopetitivo è più realistico, ma si basa sulle
necessità dell’impresa, del privato
– Il partenariato necessario allo sviluppo d’impresa e locale è
quello fra Privati, Pubblico e Associazionismo
– Anche i competitori cooperano. La sfida diventa fare squadra e
fare sistema meglio di loro
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2. Perché l’Albergo diffuso?
• Cosa ci può insegnare di buono?
– Il metodo aziendalista, competitivo è la base, ma oggi non è
più sufficiente
– Il metodo co-operativo è strategico, ma non è applicabile fra
concorrenti i quali conferiscono beni non standardizzati, concorrenti i quali conferiscono beni non standardizzati,
eterogenei
– L’approccio coopetitivo è più realistico, ma si basa sulle
necessità dell’impresa, del privato
– Il partenariato necessario allo sviluppo d’impresa e locale è
quello fra Privati, Pubblico e Associazionismo
– Anche i competitori cooperano. La sfida diventa fare squadra e
fare sistema meglio di loro12/12/2011 (c) Maurizio Droli, 2010 21
2. Perché l’Albergo diffuso?
• Cosa ci può insegnare di buono?
– Esiste un paradigma integrativo nuovo Vantaggio coopetitivo
– Facilitare il partenariato richiede un metodo manageriale,
ossia “numeri” e non solo “parole”;
– La partnership virtuosa e lo sviluppo virtuoso richiedono – La partnership virtuosa e lo sviluppo virtuoso richiedono
persone sempre più virtuose
– Le posizioni assunte da istituzioni economiche, sociali, morali e
ambientali su un modello di sviluppo “ideale” non sono
irrealizzabili, teoriche, anzi!
– ciascuno di noi può dare vita a un processo di sviluppo non
solo d’impresa, locale e turistico, ma anche: integrale e
globale12/12/2011 (c) Maurizio Droli, 2010 22
3. Prospettive per l’Albergo Diffuso
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• Iniziamo dalla questione della dipendenza da
risorse scarse (Pfeffer-Salancik, Prahalad, Hamel, Hall, Piercy)
– Sicurezza
a. La domanda di qualità della vita
La criminalità, l’inflazione e la disoccupazione sono i tre
problemi più sentiti rispettivamente per il 33%, per il
29% e per il 27% degli italiani (ISTAT, 2008).
12/12/2011 (c) Maurizio Droli, 2010 24
• Iniziamo dalla questione della dipendenza da
risorse scarse (Pfeffer-Salancik, Prahalad, Hamel, Hall, Piercy)
– Sicurezza
a. La domanda di qualità della vita
Il senso di insicurezza cresce più rapidamente nelle nazioni
che non hanno una tradizione di immigrazione e che
quindi risentono maggiormente dell’apertura
incontrollata delle frontiere, mentre è minore nei paesi
che hanno maggiore tradizioni in questo senso come
l’Olanda o il Regno Unito. (Eurobarometro, 2006).
12/12/2011 (c) Maurizio Droli, 2010 25
a. La domanda di qualità della vita
• Iniziamo dalla questione della dipendenza da
risorse scarse (Pfeffer-Salancik, Prahalad, Hamel, Hall, Piercy)
– Possibilità di coltivare amicizie personali
Le persone > 6 anni di età che incontrano gli amici tutti
i giorni è del 27% nei comuni < 2 mila abitanti, del
24,2% nei comuni 2-10 mila abitanti, del 23,9% per i
comuni 10-50 mila e del 16,1% nei comuni
metropolitani (ISTAT, 2008).
12/12/2011 (c) Maurizio Droli, 2010 26
a. La domanda di qualità della vita
• Iniziamo dalla questione della dipendenza da
risorse scarse (Pfeffer-Salancik, Prahalad, Hamel, Hall, Piercy)
– Aria pulita (o non troppo inquinata) da respirare
L’inquinamento atmosferico dovuto alle PM2,5 nelle
città provoca ogni anno oltre3milioni e 600mila
decessi. Il “solo” danno economico è stimato tra i 200
ed i 600milioni di euro annui. (Report Commissione
Europea)
12/12/2011 (c) Maurizio Droli, 2010 27
a. La domanda di qualità della vita
• Iniziamo dalla questione della dipendenza da
risorse scarse (Pfeffer-Salancik, Prahalad, Hamel, Hall, Piercy)
– Tempi e ritmi di vita sostenibili
Il 18% delle persone lavorano da 1 a 5 sere al mese,
mentre il 30% degli europei lavorano più di 5 sere al
mese. Il 30% degli Europei lavorano da 1 a 3 sabati al
mese, mentre il 23% lavorano 4 o 5 sabati al mese.
12/12/2011 (c) Maurizio Droli, 2010 28
a. La domanda di qualità della vita
• Iniziamo dalla questione della dipendenza da
risorse scarse (Pfeffer-Salancik, Prahalad, Hamel, Hall, Piercy)
– Tempi e ritmi di vita sostenibili
Le persone che lavorano da 1 a 3 domeniche al mese
sono il 20% mentre il 10% di nostri concittadini lavora
tutte le domeniche. (Fonte: European Foundation for the
Improvement of Living and Working Conditions, 2007)
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a. La domanda di qualità della vita
• Rischi di deriva dei progetti di sviluppo locale attuati attraverso l’ospitalità diffusa:
– politico-amministrativa;
– imprenditoriale o associativa;– imprenditoriale o associativa;
– assistenziale-finanziaria;
– urbanistico-architettonica;
– ricettiva;
– speculativa;
– marketing;
– manageriale;.altri.
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a. La domanda di qualità della vita
• La sfida?
evolvere i piccoli borghi come luogo
di vacanza, di lavoro e di vitadi vacanza, di lavoro e di vita
12/12/2011 (c) Maurizio Droli, 2010 31
b. Il Modello di Ospitalità Ricettiva Originale
12/12/2011 (c) Maurizio Droli, 2010 32
b. Il modello di ospitalità
• Il marketing
– Le radici storiche della proposta:
• radici strutturali: natura orizzontale
– tabernae romane;
– tabernae alto-medioevali;
– hospitia medioevali
• Comunità accogliente
• Cultura del dono
12/12/2011 (c) Maurizio Droli, 2010 33
(GDA)
b. Il modello di ospitalità
• Il marketing
– Le radici storiche: l’hospitium medioevale (un caso)
12/12/2011 (c) Maurizio Droli, 2010 34
© Archivio di
scavo "Hospitium
di San Nicolò degli
Alzeri, Arta Terme,
UD, (Fabio Piuzzi)
b. Il modello di ospitalità
• Il marketing
– La nascita del nome
• l’idea di portare più turisti nei piccoli paesi: viene da lontano e, in Italia risale al II dopoguerra (Paesi-albergo);lontano e, in Italia risale al II dopoguerra (Paesi-albergo);
• Il nome: nasce nel paese di Comeglians, in Carnia, Friuli Venezia Giulia in risposta al terremoto del 1976 e alla riconsegna delle prime case ristrutturate ai proprietari alla fine degli anni ’70 su impulso del poeta Leonardo Zanier e del suo gruppo di lavoro interdisciplinare a cui partecipa Giancarlo Dall’Ara;
• Il progetto-pilota: Comeglians (1982) a firma dell’architetto Carlo Toson;
12/12/2011 (c) Maurizio Droli, 2010 35
(GDA)
b. Il modello di ospitalità
• Il marketing
– Il concetto• «Una struttura ospitale composta da due o più edifici diversi e
preesistenti, localizzati in un centro storico di un borgo o di una città, in preesistenti, localizzati in un centro storico di un borgo o di una città, in
presenza di una comunità ospitante anch’essa preesistente, gestita in
modo unitario, il cui stile gestionale è integrato nel territorio e nella
sua cultura, che dispone di locali adibiti a servizi comuni per gli ospiti,
dotata di servizi di standard alberghiero nell'accoglienza,
nell'assistenza, nella ristorazione, ecc., ed in cui la distanza tra le unità
abitative (case e appartamenti) e gli spazi comuni sono contenute nei
200 metri». (GDA, 2007)
12/12/2011 (c) Maurizio Droli, 2010 36
(GDA)
b. Il modello di ospitalità
• Il marketing
– I servizi offerti
• alloggio;
• piccola colazione;
• ristorazione con o senza servizio in camera;
• fornitura biancheria;
• pulizie minime (una volte a settimana);
• assistenza e informazioni 24 ore su 24;
• reperibilità telefonica diurna e/o per casi eccezionali
notturna. 12/12/2011 (c) Maurizio Droli, 2010 37
(GDA)
b. Il modello di ospitalità
• Il marketing
– La domanda: un turista
• “post-industriale” (Fabris, 2003)
• “permeabile” (Canestrini, 2004);
• “della terza generazione” (Dall’Ara, 2005);
Una persona con una buona esperienza di viaggio, che cerca cose non
“per turisti”, capace di auto-organizzarsi, interessato alle relazioni
quanto alle risorse turistiche, quanto dai ritmi di vita del paese e dalle
cose più semplici.
12/12/2011 (c) Maurizio Droli, 2010 38
b. Il modello di ospitalità
• Il management
– Obiettivi principali:
• sviluppare una proposta turistica coerente (con la cultura
locale e con i bisogni espressi dagli investitori);locale e con i bisogni espressi dagli investitori);
• recuperare e riqualificare il patrimonio urbanistico ed
edilizio-abitativo pre-esistente attraverso interventi di
qualità e in stile locale;
• produrre un maggiore volume d’affari e una maggiore
occupazione attraverso risorse (storiche, naturalistiche,
ecc.), strutture, infrastrutture, ecc.
12/12/2011 (c) Maurizio Droli, 2010 39
(GDA)
b. Il modello di ospitalità
• Il management
– Obiettivi principali:
• migliorare la qualità della vita per ospiti presenti per
motivi di lavoro, turisti veri e propri, escursionisti, motivi di lavoro, turisti veri e propri, escursionisti,
proprietari di seconde case, imprenditori stagionali e
residenti;
• collegare in modo stabile i comparti agricoltura,
artigianato, servizi e le istituzioni pubbliche, il privato e
l’associazionismo;
• non aumentare il carico sull’ambiente prodotto dagli
immobili utilizzati,12/12/2011 (c) Maurizio Droli, 2010 40
(GDA)
b. Il modello di ospitalità
• Il management
– Vantaggi automatici:
• un accresciuto senso di appartenenza alla propria
comunità;comunità;
• una maggiore condivisione della necessità di collegarsi alle
dinamiche turistiche anche da parte di imprese non
turistiche (artigianali, agroalimentari, ecc.);
• la perdita di parte del senso di emarginazione tipico dei
residenti dei piccoli paesi nei confronti degli abitanti nei
grandi centri urbani;
12/12/2011 (c) Maurizio Droli, 2010 41
(GDA)
b. Il modello di ospitalità
• Il management
– Vantaggi possibili:
• animare per diversi mesi all’anno un borgo o un centro
storico che altrimenti sarebbe privo di una proposta di storico che altrimenti sarebbe privo di una proposta di
soggiorno e di socializzazione/animazione;
• contagiare anche le altre forme di ospitalità presenti
nell'area, stimolandole a essere più aderenti al territorio e
dotate di un sempre maggiore “sapore locale”;
• dare ai territori una identità spendibile dal punto di vista
turistico;
12/12/2011 (c) Maurizio Droli, 2010 42
(GDA)
b. Il modello di ospitalità
• Il management
– Vantaggi possibili: opportunità di valorizzare appieno
risorse locali quali:
• patrimoni immobiliari poco o non fruiti;
• culture fino a qualche anno addietro definite marginali o
minori
• comunità senza equilibrio demografico;
• risorse (climatiche, naturalistiche, storiche, artistiche,
culturali in genere);
12/12/2011 (c) Maurizio Droli, 2010 43
(MD)
b. Il modello di ospitalità
• Il management
– Vantaggi possibili: opportunità di valorizzare appieno
risorse locali quali:
• infrastrutture, strutture, impianti, attrezzature e servizi;
• organizzazioni e iniziative turistiche;
• eventi e manifestazioni;
• persone in possesso di competenze specifiche;
• relazioni tra persone, organizzazioni e Istituzioni;
12/12/2011 (c) Maurizio Droli, 2010 44
(MD)
b. Il modello di ospitalità
• Il management
– Svantaggi (diseconomie):
Centri di costo Albergo
12/12/2011 (c) Maurizio Droli, 2010 45
(MD)
Tradizionale Diffuso
Investimento
iniziale • edificio in stile locale o non • in stile locale sempre
• camere dislocate di solito in un unico
edificio
• in minimo due edifici
• materiali, tecniche costruttive,
distribuzione degli spazi e altre
variabili non risentono
necessariamente della cultura del
luogo
• variabili fisico-architettoniche
sempre legate alla cultura del luogo,
tipiche, difficilmente
standardizzabili
Manutenzione
straordinaria • oneri relativi alla gestione della
pratica edilizia relativi ad un’unità
immobiliare-edificio
• pratiche burocratico-amministrative
relative a due o più edifici
• costi variabili in base al livello
qualitativo della proposta
• costi, a parità del livello qualitativo,
funzione del valore storico degli
edifici
• tempi di ultimazione degli interventi
maggiormente prevedibili
• tempi di ultimazione legati alla
complessità dei restauri e meno
prevedibili
b. Il modello di ospitalità
• Il management
– Svantaggi (diseconomie):
Centri di costo Albergo
12/12/2011 (c) Maurizio Droli, 2010 46
(MD)
Tradizionale Diffuso
Manutenzione
ordinaria e arredi
• allestimenti e mobilio
indifferentemente tipici o moderni
• generalmente tipici e talvolta
d’epoca
• riparazioni attraverso materiali di uso
comune standardizzati e largamente
reperibili sul mercato
• richiedono in prevalenza materiali,
tecniche e saperi di artigianato edile
locale
Utenze e
Operazioni interne
(assistenza,
riassetto camere,
catering, ecc.)
• costi di riscaldamento, consumi
elettrici, acqua sono relativi all’unità
di produzione-camera
• sono relativi ad un’intera unità
abitativa-casa o appartamento
• pulizia limitata alle camere e alle
eventuali pertinenze (suite)
• pulizia di locali sempre superiori
per numero rispetto alle camere
• arredi e suppellettili tendenzialmente
standardizzati
• arredi in stile locale e conseguente
maggiore difficoltà ad applicare i
principi propri del room
management
b. Il modello di ospitalità
• Il management
– Limiti: una
normativa
in alcuni casi
• Sardegna. L.R. 12 agosto 1998, n 27 – “Disciplina delle strutture ricettive extra
alberghiere, integrazioni e modifiche alla legge regionale 14 maggio 1984, n. 22”;
Art. 1, Comma 1 e Art. 25, Comma 2;
• Friuli Venezia Giulia. L.R 16.01.2002, n.2 - “Disciplina organica del turismo”. Art.
64, commi 2 e 7; Art. 65, Comma 2;
• Marche. L.R 11.07.2006, n 9 - “Testo unico delle norme regionali in materia di
turismo”; Art. 10, Comma 2 e Art. 10, Comma 5;
• Umbria. L.R 27.12.2006, n 18 - “Legislazione turistica regionale”; Art. 22; Art 23,
comma 4; Art. 27, comma 4; Art. 28, comma 1;
in alcuni casi
troppo ambigua
e flessibile
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comma 4; Art. 27, comma 4; Art. 28, comma 1;
• Emilia Romagna. Delibera Giunta Regionale n. 916 dd. 4 maggio 2007; estratto da
“Specificazioni tipologiche”;
• Liguria. L.R 07 febbraio 2008 n. 2 - “Testo unico in materia di strutture turistico-
ricettive e balneari”; Art. 10; R.R. 25 ottobre 2007, n. 5; Art. 5; Art. 6 e Art. 7. L.R.
21 marzo 2007, n. 13 - “Disciplina degli itinerari dei gusti e dei profumi di Liguria,
delle enoteche regionali, nonché interventi a favore della ricettività diffusa”; Art. 2,
comma 4
• Provincia di Trento. Comunicazione dd. Giunta provinciale n. 4226, dd. 07 aprile
2009 – “Indicazioni sulle modifiche apportate ala Legge Provinciale 15 maggio 2002
numero 7 e al suo regolamento di attuazione”. L. Prov. 15 maggio 2002, n.7 -
“Disciplina degli esercizi alberghieri ed extra-alberghieri e promozione della qualità
della ricettività turistica”; Art, 2, comma 2; Art.5, comma 1; capov. 2; Art.8, comma
1; Art. 36 bis, commi 2, 3, 4 e 5;
• Calabria. L. R. 5 aprile 2008, n. 8 – Riordino dell’organizzazione turistica regionale,
Art. 12, commi 1, 3 e 4;
• Campania. Decreto N. 579 del 8 agosto 2003;
• Lombardia. integrazione dell'articolo 23 della legge regionale 16 luglio 2007, n.15.
b. Il modello di ospitalità
• Il management
– Minacce:
Requisito essenziale
presente/mancante
Conseguenze
• Lo status di struttura
alberghiera
rispetto/violazione di un principio di coerenza
generale (rispetto al nome: Albergo diffuso)
• l’ubicazione della struttura
nel centro storico
possibilità o meno di accedere ai luoghi di
aggregazione, di incontrare gente, di fare
acquisti, ecc.
rischio-eterogeneità
nella interpretazione
del modello
a livello normativo
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acquisti, ecc.
• la distanza massima tra le
abitazioni e la reception
contenuta entro i 2/400metri
possibilità di fare colazione e di utilizzare spazi
e i servizi comuni senza dovere necessariamente
usare l’auto
• l’assenza presenza di un
sistema di classificazione
possibilità di essere bene accolto
dall’intermediazione e di essere
commercializzato attraverso reti di vendita
lunghe
• le deroghe agli strumenti
urbanistici vigenti
tutela del valore architettonico degli edifici,
costi d’intervento
• la presenza/assenza di
finanziamenti e di contributi
agevolati destinati al
comparto
garanzie offerte al sistema del credito e fiducia
ottenuta verso gli investitori
(MD)
b. Il modello di ospitalità
• Il partnering: necessità Co-mktg e Co-mngmnt:– lessicali: contenute nella definizione di Albergo diffuso: una
proposta orizzontale;
– ampie: dato il numero delle risorse che formano il mosaico;
– inevitabili: dovute all’interdipendenza fra Pubblico e Privato;
– profonde: giustificate dall’urgenza di agire traguardando obiettivi di brevissimo, breve e di medio termine;
– conclamate: sottolineate dall’evoluzione del comparto, da tendenze in atto nello scenario macro-economico, da variazioni in atto nel settore turistico, da un recente premio internazionale.
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