dom_5_ore_11_ballista

25
Torino Chiesa dello Spirito Santo Domenica 05.IX.2010 ore 11 Lorna Windsor soprano Antonio Ballista pianoforte Hindemith

description

Domenica 05.IX.2010 ore 11 Lorna Windsor soprano Antonio Ballista pianoforte Hindemith Sponsor tecnici Realizzato da Con il sostegno di Quarta edizione con la creazione e tutela di foreste in crescita nel Parco Rio Vallone in Provincia di Milano, e in Madagascar. I Partner del Festival È un progetto di partner istituzionale tramite il rimboschimento di aree verdi cittadine a Torino e attraverso progetti di riduzione dei gas serra realizzati in paesi in via di sviluppo.

Transcript of dom_5_ore_11_ballista

TorinoChiesadello Spirito Santo

Domenica 05.IX.2010ore 11

Lorna Windsor sopranoAntonio Ballista pianoforte

Hindemith

tramite il rimboschimento di aree verdi cittadine a Torino e attraverso progetti di riduzione dei gas serra realizzati in paesi in via di sviluppo.

Il Festival MITO compensa le emissioni di CO2

con la creazione e tutela di foreste in crescita nel Parco Rio Vallone in Provincia di Milano,e in Madagascar.

MITO SettembreMusica Quarta edizione

I Partner del Festival

Con il sostegno di

Realizzato da

È un progetto di

Sponsor

Media partner

Sponsor tecnici

partner istituzionale

Paul Hindemith(1895-1963)

Das Marienleben op. 27 su testi di Rainer Maria Rilkeseconda versione (1948)

Geburt Mariä Die Darstellung Mariä im Tempel Mariä Verkündigung Mariä Heimsuchung Argwohn Josephs Verkündigung über den Hirten Geburt Christi Rast auf der Flucht in Ägypten Von der Hochzeit zu Kana Vor der Passion Pietà Stillung Mariä mit dem Auferstandenen Vom Tode Mariä I Vom Tode Mariä II Vom Tode Mariä III

Lorna Windsor, sopranoAntonio Ballista, pianoforte

Videoimpaginazione e stampa • la fotocomposizione - Torino

Se desiderate commentare questo concerto, potete farlo su blog.mitosettembremusica.it o sul sito www.sistemamusica.it

Geburt Mariä

O was muß es die Engel gekostet haben,nicht aufzusingen plötzlich, wie man aufweint,da sie doch wußten: in dieser Nacht wird dem Knabendie Mutter geboren, dem Einen, der bald erscheint.

Schwingend verschwiegen sie sich und zeigten die Richtung,wo, allein, das Gehöft lag des Joachim,ach, sie fühlten in sich und im Raum die reine Verdichtung,aber es durfte keiner nieder zu ihm.

Denn die beiden waren schon so außer sich vor Getue.Eine Nachbarin kam und klugte und wußte nicht wie,und der Alte, vorsichtig, ging und verhielt das Gemuheeiner dunkelen Kuh. Denn so war es noch nie.

Die Darstellung Mariä im Tempel

Um zu begreifen, wie sie damals war,mußt du dich erst an eine Stelle rufen,wo Säulen in dir wirken; wo du Stufennachfühlen kannst; wo Bogen voll Gefahrden Abgrund eines Raumes überbrücken,der in dir blieb, weil er aus solchen Stückengetürmt war, daß du sie nicht mehr aus dirausheben kannst: du rissest dich denn ein.Bist du so weit, ist alles in dir Stein,Wand, Aufgang, Durchblick, Wölbung – so probierden großen Vorhang, den du vor dir hast,ein wenig wegzuzerrn mit beiden Händen:da glänzt es von ganz hohen Gegenständenund übertrifft dir Atem und Getast.Hinauf, hinab, Palast steht auf Palast,Geländer strömen breiter aus Geländernund tauchen oben auf an solchen Rändern,daß dich, wie du sie siehst, der Schwindel faßt.Dabei macht ein Gewölk aus Räucherständerndie Nähe trüb; aber das Fernste zieltin dich hinein mit seinen graden Strahlen,und wenn jetzt Schein aus klaren Flammenschalenauf langsam nahenden Gewändern spielt:wie hältst du’s aus?

Sie aber kam und hobden Blick, um diese alles anzuschauen.(Ein Kind, ein kleines Mädchen zwischen Frauen).Dann stieg sie ruhig, voller Selbstvertrauen,dem Aufwand zu, der sich verwöhnt verschob:So sehr war alles, was die Menschen bauen,schon überwogen von dem Lob

La nascita di Maria

Oh, quanto sarà costato agli angeli,non prorompere in canto, come in pianto si scoppia,quando hanno saputo: questa notte al fanciullonascerà la Madre, a quell’Uno, che presto si rivelerà.

Volteggiando tacevano e indicavano il luogodove, solitaria, stava la masseria di Gioacchino,ah, avvertivano in sé e nello spazio intorno condensarsi purezza,ma a nessuno era concesso di scendere in basso.

Già i due laggiù, confusi, si affaccendavano a vuoto.Una vicina venne e dette consigli senza dare aiuto,e il vecchio, prudente, andò a calmare i muggitidi una mucca nera. Mai erano stati tanto forti.

La presentazione di Maria al Tempio

Per comprendere, come essa apparisse a quel tempo,devi prima immaginare un luogo dove colonne paiono crescerti dentro; dove avvertigradini che salgono; dove archi temerarivarcano gli abissi di uno spazio,che in te si annida, perché di pezzi tali è costruito, che mai più potresti strapparli da te: ti squarceresti tutto.Arrivato al punto, che tutto in te si è fatto di pietramura, scale, prospettive, volte – allora provaa sollevare un po’ con entrambe le maniil grandioso sipario che ti trovi davanti:allora ti splenderà davanti un quadro sublimetale da sopraffare il tuo respiro e i tuoi sensi.In alto, in basso, palazzi su palazzi,e balaustre nascono da balaustre più grandi,e più sopra riaffiorano con contorni tali,che, solo a guardarli, ti colgono le vertigini.Una nube emanata da tripodi fumantioffusca ciò che ti è vicino; ma ciò che è lontanopenetra in te con i suoi raggi dritti,e se già il bagliore delle fiaccole chiaregioca su paramenti che lentamente si accostano:come potrai allora resistere?

Ma lei giunse e sollevòil suo sguardo su tutto questo.(Una bambina, solo una bimba in mezzo alle donne).E poi salì tranquilla, fiduciosa di sé,verso quello sfarzo, che si scostò da parte:tanto era, ciò che gli uomini edificano,già sopraffatto dal sentimento di lode

in ihrem Herzen. Von der Lustsich hinzugeben an die innern Zeichendie Eltern meinten, sie hinaufzureichen,der Drohende mit der Juwelenbrustempfing sie scheinbar: Doch sie ging durch alle,klein wie sie war, aus jeder Hand hinausund in ihr Los, das, höher als die Halle,schon fertig war, und schwerer als das Haus.

Mariä Verkündigung

Nicht daß ein Engel eintrat (das erkenn),erschreckte sie. Sowenig andre, wennein Sonnenstrahl oder der Mond bei Nachtin ihrem Zimmer sich zu schaffen macht,auffahren -, pflegte sie an der Gestalt,in der ein Engel ging, sich zu entrüsten;sie ahnte kaum, daß dieser Aufenthaltmühsam für Engel ist. (O wenn wir wüßten,wie rein sie war. Hat eine Hirschkuh nicht,die, liegend, einmal sie im Wald eräugte,sich so in sie versehn, daß sich in ihr,ganz ohne Paarigen, das Einhorn zeugte,das Tier aus Licht, das reine Tier).Nicht, daß er eintrat, aber daß er dicht,der Engel, eines Jünglings Angesichtso zu ihr neigte: daß sein Blick und der,mit dem sie aufsah, so zusammenschlugenals wäre draußen plötzlich alles leerund, was Millionen schauten, trieben, trugen,hineingedrängt in sie: nur sie und er;Schaun und Geschautes, Aug und Augenweidesonst nirgends als an dieser Stelle: sieh,dieses erschreckt. Und sie erschracken beide.

Dann sang der Engel seine Melodie.

Mariä Heimsuchung

Noch erging sie’s leicht im Anbeginne,doch im Steigen manchmal ward sie schonihres wunderbares Leibes inne, und dann stand sie, atmend, auf den hohn

Judenbergen, aber nicht das Land,ihre Fülle war um sie gebreitet;gehend fühlte sie: man überschreitetnie die Größe, die sie jetzt empfand.

nel cuore di lei. Dalla gioia di abbandonarsi agli intimi presagii genitori si convinsero allora a sollevarla in alto,e il sacerdote con il petto ingioiellatosembrò volerla accogliere: tuttavia ella fra tutti, piccola com’era, passò oltre ogni manoverso il suo destino, che, più alto della salae più pesante del Tempio, era già pronto.

L’annunciazione di Maria

Non per l’arrivo dell’angelo (sappilo)ebbe paura. Come altri non sobbalzano quando un raggio di sole o della luna di nottenella stanza irrompe,lei non si stupì per l’aspetto con il quale l’angelo le andava incontro;nemmeno supponeva, quanto il soggiorno su questa terrafosse penoso agli angeli. (O se sapessimo,quanto era pura. Non fu forse una cervache, giacendo nel bosco, la videe la contemplò al punto che in sé,senza accoppiarsi, concepì l’unicorno,l’animale di luce, l’animale puro?).Non perché entrò, ma perché su di leil’Angelo chinò il suo volto di giovinettocosì vicino: che il suo sguardo e quelloche lei sollevò a sua volta si incontraronocome se il vuoto si fosse fatto intorno a loroe le opere, gli sguardi e i patimenti delle moltitudini fossero in loro penetrati: soltanto loro due;chi guarda e chi è guardato, sguardo e delizia all’occhio,in nessun altro luogo, ma solo in questo: vedi, questo spaventa. Ed entrambi provarono spavento.

Poi l’angelo intonò il suo canto.

Visitazione di Maria

In principio leggera procedeva,ma in salita, talvolta già avvertivacrescerle dentro il prodigioso corpo, e allora sostava un poco, ansimando, sugli alti

monti della Giudea, ma non il paesaggio,bensì la sua pienezza le faceva contorno;e procedendo avvertì che non si poteva andare oltrequella grandezza infinita che ora percepiva.

Und es drängte sie, die Hand zu legenauf den andern Leib, der weiter war.Und die Frauen schwankten sich entgegenund berührten sich Gewand und Haar.

Jede, voll von ihrem Heiligtume,schützte sich mit der Gevatterin.Ach der Heiland in ihr war noch Blume,doch den Täufer in dem Schooß der Muhmeriß die Freude schon zum Hüpfen hin.

Argwohn Josephs

Und der Engel sprach und gab sich Mühan dem Mann, der seine Fäuste ballte:aber siehst du nicht an jeder Falte,daß sie kühl ist wie die Gottesfrüh?

Doch der andre sah ihn finster an,murmelnd nur: Was hat sie so verwandelt?Doch da schrie der Engel: Zimmermann,merkst du’s noch nicht, daß der Herrgott handelt?

Weil du Bretter machst, in deinem Stolze,willst du wirklich den zu Rede stelln,der bescheiden aus dem gleichen HolzeBlätter treiben macht und Knospen schwelln?

Er begriff. Und wie er jetzt die Blicke,recht erschrocken, zu dem Engel hob,war der fort. Da schob er seine dickeMütze langsam ab. Dann sang er lob.

Verkündigung über den Hirten

Seht auf, ihr Männer. Männer dort am Feuer,die ihr den grenzenlosen Himmel kennt,Sterndeuter, hierher! Seht, ich bin ein neuersteigender Stern. Mein ganzes Wesen brenntund strahlt so stark und ist so ungeheuervoll Licht, daß mir das tiefe Firmamentnicht mehr genügt. Laßt meinen Glanz hineinin euer Dasein: Oh, die dunklen Blicke,die dunklen Herzen, nächtige Geschickedie euch erfüllen. Hirten, wie alleinbin ich in euch. Auf einmal wird mir Raum.Stauntet ihr nicht: der große Brotfruchtbaumwarf einen Schatten. Ja, das kam von mir.

E un desiderio la prese, di posare la manosu un altro ventre, più maturo del suo.E le donne si vennero incontrobarcollando, e si sfiorarono gli abiti e i capelli.

Ricolma ognuna del suo santuario,nella comare cercava conforto.Ah, il Salvatore era in lei ancora in boccio,ma al Battista, in grembo alla cugina,la grande gioia fece fare un sobbalzo.

Il dubbio di Giuseppe

E l’angelo si sforzava di convincerequell’uomo, che serrava forte i pugni:non ti avvedi che ella in ogni piegaè fresca e pura come un’aurora divina?

L’altro però lo fissava tetro,mormorando soltanto: Che cosa l’ha così trasformata?Gridò allora l’angelo: Falegname,non ti sei ancora accorto, che è opera divina?

Poiché stai a costruire tavole, chiuso nel tuo orgoglio,pensi davvero di chiedere ragione a chipuò decidere, dallo stesso legno,di far spuntare foglie e maturare gemme?

Egli allora capì. E non appena levò lo sguardo,preso dallo spavento, in alto verso l’angelo,quello era sparito. Allora lentamente si tolseil suo rozzo berretto. E cantò lodi.

L’annunciazione ai pastori

Sollevate in alto gli sguardi, uomini. Uomini dei bivacchi,voi che ben conoscete il cielo sconfinato,venite, voi che interpretate i segnali degli astri! Guardate, sonouna nuova stella nascente. Tutto il mio essere bruciae così forte risplende e trabocca tanto di luce piena, che il profondo firmamentopiù non mi basta. Lasciate che il mio splendore penetrinelle vostre esistenze: Oh, quante occhiate scure,quanta oscurità d’animo, e destini notturni,vi sommergono. Pastori, come mi sento solofra di voi. E ad un tratto in voi trovo il mio spazio.Non vi meravigliate: il grande albero del paneora vi fa ombra. Sì, è merito mio.

Ihr Unerschrockenen, o wüßtet ihr,wie jetzt auf eurem schauenden Gesichtedie Zukunft scheint. In diesem starken Lichtewird viel geschehen. Euch vertrau ichs, dennihr seid verschwiegen; euch Gradgläubigenredet hier alles. Glut und Regen spricht,der Vögel Zug, der Wind und was ihr seid,keins überwiegt und wächst zur Eitelkeitsich mästend an. Ihr haltet nichtdie Dinge auf im Zwischenraum der Brustum sie zu quälen. So wie seine Lustdurch einen Engel strömt, so treibt durch euchdas Irdische. Und wenn ein Dorngesträuchaufflammte plötzlich, dürfte noch aus ihmder Ewige euch rufen, Cherubim,wenn sie geruhten neben eurer Herdeeinherzuschreiten, wunderten euch nicht:ihr stürztet euch auf euer Angesicht,betetet an und nenntet dies die Erde.

Doch dieses war. Nun soll ein Neues sein,von dem der Erdkreis ringender sich weitet.Was ist ein Dörnicht uns: Gott fühlt sich einin einer Jungfrau Schooß. Ich bin der Scheinvon ihrer Innigkeit, der euch geleitet.

Geburt Christi

Hättest du der Einfalt nicht, wie solltedir geschehn, was jetzt die Nacht erhellt?Sieh, der Gott, der über Völkern grollte,macht sich mild und kommt in dir zur Welt.

Hast du dir ihn größer vorgestellt?

Was ist Größe? Quer durch alle Maße,die er durchstreicht, geht sein grades Los.Selbst ein Stern hat keine solche Straße.Siehst du, diese Könige sind groß,

und sie schleppen dir vor deinen Schooß

Schätze, die sie für die größten halten,und du staunst vielleicht bei dieser Gift:aber schau in deines Tuches Falten,wie er jetzt schon alles übertrifft.

Aller Amber, den man weit verschifft,

Cessata ogni paura, se solo sapeste,come adesso sui vostri volti intentisplende il futuro. In questa luce sfolgorantemolte cose accadranno. Io lo confido a voi, perchémanterrete il segreto; a voi dalla fede sincera,parla ogni cosa. Calura e pioggia parlano,e il volo degli uccelli, e il vento e ciò che siete,e niente sull’altro prevale, crescendoin vanità. Voi non serbatele cose dentro al pettoper ricavarne tormento. Come la gioia che attraversa il petto degli angeli, così fluisceattraverso di voi ogni cosa terrena. E se un rovetosi incendiasse ad un tratto, ancora potrebbel’Eterno chiamarvi, se Cherubini,si degnassero di camminare accantoal vostro gregge, non vi fareste meraviglia:ma con il viso premuto nella polvere,adorereste la terra celebrandola.

Ma questo è stato. Ora è una cosa nuova,che strappando i confini terrestri si espanderà.Cosa è per noi un roveto: se Dio stesso si fa sentirenel grembo di una vergine. Io sono il chiaroreche, da dentro di lei, vi resta accanto.

Nascita di Cristo

Senza la Tua innocenza, come ti poteva accadere, ciò che ora la notte tutta rischiara?Guarda, il Dio, che nutriva rancore per gli uomini,si è fatto mite e viene al mondo in te.

Te lo immaginavi forse più grande?

Ma grandezza cos’è? Oltre ogni limite,che per Lui è nulla, dritto procede il suo destino.Neanche una stella ha un simile percorso.Guarda, questi re sono potenti,

e ammonticchiano davanti al grembo tuo

quei tesori, che essi stimano più grandi,e tu forse di questi doni ti stupisci:ma guarda lui, fra le pieghe del tuo panno,come ogni cosa, già adesso, sopravanza.

Tutta l’ambra, giunta da lontano,

jeder Goldschmuck und das Luftgewürze,das sich trübend in die Sinne streut:alles dieses war von rascher Kürze,und am Ende hat man es bereut.

Aber (du wirst sehen): Er erfreut.

Rast auf der Flucht in Ägypten

Diese, die noch eben atemlosflohen mitten aus dem Kindermorden:o wie waren sie unmerklich großüber ihrer Wanderschaft geworden.

Kaum noch daß im scheuen Rückwärtsschauenihres Schreckens Not zergangen war,und schon brachten sie auf ihrem grauenMaultier ganze Städte in Gefahr:

denn so wie sie, klein im großen Land,– fast ein Nichts – den starken Tempeln nahten,platzten alle Götzen wie verratenund verloren völlig den Verstand.

Ist es denkbar, daß von ihrem Gangealles so verzweifelt sich erbost?Und sie wurden vor sich selber bange,nur das Kind war namenlos getrost.

Immerhin, sie mußten sich darübereine Weile setzen. Doch da ging -sieh: der Baum, der still sie überhing,wie ein Dienender zu ihnen über

er verneigte sich. Derselbe Baum,dessen Kränze toten Pharaonenfür das Ewige die Stirnen schonen,neigte sich. Er fühlte neue Kronenblühen. Und sie saßen wie im Traum.

ogni ornamento d’oro e l’aroma di incenso, che inebria tutti i sensi:tutto questo passa velocemente e alla finelascia soltanto rimpianto.

Ma (lo vedrai): Egli dona la gioia.

Sosta durante la fuga in Egitto

I due, che ancora con profondo ansimarefuggivano in mezzo alla strage dei bambini: oh come, senza saperlo, si erano fattipiù forti nel loro pellegrinaggio.

E mentre ancora si voltavano indietroe s’era appena allentata la stretta del terrore,già essi portavano sul loro grigiomulo una minaccia per città intere:

perché non appena essi, così piccoli nel grande paese,– quasi un nulla – si accostavano ai solidi templi,si spaccavano gli idoli, come traditie perdevano ogni senso.

Poteva credersi, che per il loro andaretutti fossero così violentemente in collera?Iniziarono a essere sgomenti di se stessi,solo il bambino era inspiegabilmente sereno.

E nondimeno, essi dovettero a un trattosostare un poco. Ed ecco avvenne –guarda: l’albero, che silenzioso li copriva,come volesse servirli, su di loro

si inchinò. Lo stesso albero,le cui fronde ai morti faraoni,la fronte incoronano in eterno,si inchinò. E sentiva nuovi rami fiorire. Ed essi stavano come rapiti in sogno.

Von der Hochzeit zu Kana

Konnte sie denn anders, als auf ihnstolz sein, der ihr Schlichtestes verschönte?War nicht selbst die hohe, großgewöhnteNacht wie außer sich, da er erschien?

Ging nicht auch, daß er sich einst verloren,unerhört zu seiner Glorie aus?Hatten nicht die Weisesten die Ohrenmit dem Mund vertauscht? Und war das Haus

nicht wie neu von seiner Stimme? Ach, sicher hatte sie zu hundert Malenihre Freude an ihm auszustrahlensich verwehrt. Sie ging ihm staunend nach.

Aber ja bei jenem Hochzeitsfeste,als es unversehns an Wein gebrach, sah sie hin und bat um eine Gesteund begriff nicht, daß er widersprach.

Und dann tat er’s. Sie verstand es später,wie sie ihn in seinen Weg gedrängt:denn jetzt war er wirklich Wundertäter,und das ganze Opfer war verhängt,

unaufhaltsam. Ja, es stand geschrieben.Aber war es damals schon bereit?Sie: sie hatte es herbeigetriebenin der Blindheit ihrer Eitelkeit.

An dem Tisch voll Früchten und Gemüsenfreute sie sich mit und sah nicht ein,daß das Wasser ihrer TränendrüsenBlut geworden war mit diesem Wein.

Vor der Passion

O hast du dies gewollt, du hättest nichtdurch eines Weibes Leib entspringen dürfen:Heilande muß man in den Bergen schürfen,wo man das Harte aus dem Harten bricht.

Tut dir nicht selber leid, dein liebes Talso zu verwüsten? Siehe meine Schwäche;ich habe nichts als Milch- und Tränenbäche,und du warst immer in der Überzahl.

Le nozze di Cana

Come avrebbe potuto non essere lei, orgogliosadi lui, che lei, la più umile, aveva reso bella? Non era perfino l’immensa notte abituata a cose grandi, come fuori di sé al suo apparire?

E non era forse, quel giorno che si era smarrito,incredibilmente andato incontro alla sua gloria?Non avevano forse i saggi chiuso la boccaper aprire le orecchie? E il tempio

non era come rinato al suono della voce sua? Ah, certamente aveva dovuto cento volte e piùtrattenersi dal manifestare la gioiache da lui le veniva. Lei lo seguiva stupita.

Ma quando a quella festa di nozze,per un errore venne a mancare il vino,lei si rivolse a lui perché facesse un gestoe non comprese che egli non voleva.

E tuttavia lo fece. Più tardi comprese,di averlo spinto lei per quella strada:perché ora era davvero l’uomo dei miracoli, ed era completamente deciso il sacrificio,

inarrestabile. Sì, stava ormai scritto.Ma a quel tempo era già pronto?Lei: lei lo aveva spinto a questo,accecata dalla sua vanità.

Davanti alla mensa ricca di frutta e di verdurelei gioiva con gli altri e non si accorse,che negli occhi di lui, al mutarsi dell’acquain vino, le lacrime s’erano fatte sangue.

Prima della passione

Oh, se questo volevi, non avresti dovutonascere da corpo di donna:i redentori dovrebbero cavarsi dai monti,dove durezza con durezza si rompe.

Non è per te un dolore, devastare cosìla tua valle amata? Guarda come sono abbattuta;non ho che ruscelli di latte e di lacrime,e tu mi hai sempre sovrastato.

Mit solchem Aufwand wardst du mir verheißen.Was tratst du nicht gleich wild aus mir hinaus?Wenn du nur Tiger brauchst, dich zu zerreißen,warum erzog man mich im Frauenhaus,

ein weiches reines Kleid für dich zu weben,darin nicht einmal die geringste Spurvon Naht dich drückt: so war mein ganzes Leben,und jetzt verkehrst du plötzlich die Natur.

Pietà

Jetzt wird mein Elend voll, und namenloserfüllt es mich. Ich starre wie des SteinsInneres starrt.Hart wie ich bin, weiß ich nur Eins:Du wurdest groß -...und wurdest groß,um als zu großer Schmerzganz über meines Herzens Fassunghinauszustehen.Jetzt liegst du quer durch meinen Schooß,jetzt kann ich dich nicht mehrgebären.

Stillung Mariä mit dem Auferstandenen

Was sie damals empfanden: ist es nichtvor allen Geheimnissen süßund immer noch irdisch:da er, ein wenig blaß noch vom Grab,erleichtert zu ihr trat:an allen Stellen erstanden.O zu ihr zuerst. Wie waren sie daunaussprechlich in Heilung.Ja sie heilten, das war’s. Sie hatten nicht nötig,sich stark zu berühren.Er legte ihr eine Sekundekaum seine nächstensewige Hand an die frauliche Schulter.

Und sie begannen still wie die Bäume im Frühling,unendlich zugleich,diese Jahreszeitihres äußersten Umgangs.

A questo prezzo mi fosti promesso.E perché allora non balzasti subito, indomito, fuori da me?Se tu solo di tigri hai bisogno, pronte a sbranarti,perché allora mi venne insegnato in una casa di donne,

a tessere per te una veste candida e morbida,dove nemmeno la più piccola tracciadi cucitura potesse sfiorarti: questa finora fu tutta la mia vita,e ora, d’un tratto, tu sconvolgi ogni cosa.

Pietà

Ora la mia sventura è colma, e inesprimibilemi riempie tutta. Divento dura comeè duro il cuore di una pietra.E, dura come sono, so solamente una cosa:Tu sei cresciuto –...e sei cresciuto ancora,come un dolore più grandeche, oltre i confini del cuore,mi straripa.Ora tu mi giaci di traverso sul grembo,e io non posso piùdarti la vita.

Consolazione di Maria con il Risorto

Quello che allora provarono: non èforse il più dolce fra tutti i misterie tuttavia ancora terreno?Quando egli, ancora un po’ pallido per la tomba,reso più lieve, le andò incontro risorto in ogni fibra.Proprio da lei per prima. Non si può esprimere a parolequanto erano guariti entrambi. Sì, da ogni cosa guariti. Non era necessario,che si abbracciassero forte.Egli posò per un attimo,lievemente, la mano che giàdiventava eterna, sulla spalla di lei.

E si fecero entrambisereni come alberi nella primavera,per sempre insieme,in quella stagionedel loro incontro supremo.

Vom Tode Mariä I

Derselbe große Engel, welcher einstihr der Gebärung Botschaft niederbrachte,stand da, abwartend daß sie ihn beachte,und sprach: Jetzt wird es Zeit, daß du erscheinst.Und sie erschrak wie damals und erwiessich wieder als die Magd, ihn tief bejahend.Er aber strahlte und, unendlich nahend,schwand er wie in ihr Angesicht – und hießdie weithin ausgegangenen Bekehrerzusammenkommen in das Haus am Hang,das Haus des Abendmahls. Sie kamen schwererund traten bange ein: Da lag, entlangdie schmale Bettstatt, die in Untergangund Auserwählung rätselhaft Getauchte,ganz unversehrt, wie eine Ungebrauchte,und achtete auf englischen Gesang.Nun da sie alle hinter ihren Kerzenabwarten sah, riß sie vom Übermaßder Stimmen sich und schenkte noch von Herzendie beiden Kleider fort, die sie besaß,und hob ihr Antlitz auf zu dem und dem...(O Ursprung namenloser Tränen-Bäche).

Sie aber legte sich in ihre Schwächeund zog die Himmel an Jerusalemso nah heran, daß ihre Seele nur,austretend, sich ein wenig strecken mußte:schon hob er sie, der alles von ihr wußte,hinein in ihre göttliche Natur.

Vom Tode Mariä II

Wer hat bedacht, daß bis zu ihrem Kommender viele Himmel unvollständig war?Der Auferstandne hatte Platz genommen,doch neben ihm, durch vierundzwanzig Jahr,war leer der Sitz. Und sie begannen schonsich an die reine Lücke zu gewöhnen,die wie verheilt war, denn mit seinem schönenHinüberscheinen füllte sie der Sohn.

So ging auch sie, die in die Himmel trat,nicht auf ihn zu, so sehr es sie verlangte;dort war kein Platz, nur Er war dort und prangtemit einer Strahlung, die ihr wehe tat.Doch da sie jetzt, die rührende Gestalt,sich zu den neuen Seligen gesellteund unauffällig, licht zu licht, sich stellte,da brach aus ihrem Sein ein Hinterhalt

La morte di Maria I

Lo stesso angelo immenso, che un giornole aveva recato l’annuncio della gravidanza,stava ora, in attesa che lei lo guardasse,per dirle: Il tempo è giunto, che tu ti presenti.E, come allora, lei trasalì e si mostrò ancora una voltacome la vergine, che dal profondo del cuore acconsentiva.L’angelo si illuminò tutto, infinitamente vicino,poi sembrò dileguarsi dentro il volto di lei – e ordinòagli apostoli, sparsi per il mondo,di riunirsi presso la casa sul pendio,la casa dell’Ultima Cena. Quelli arrivarono tristied entrarono sgomenti in quella casa: là lei giaceva, distesasu un angusto giaciglio, lei che si era trovata immersadentro il mistero della morte e della resurrezione,giaceva intatta, come non logorata dalla vita,intenta ad ascoltare un canto angelico.E come ella li vide tutti quanti in attesa,dietro le candele, si distaccò da quel cantostraordinario per regalare ancora con il cuorele sole due vesti che possedeva,e levò il viso su questo e su quello...(Oh, ineffabile sorgente di torrenti di lacrime).

Poi tornò a giacere nella sua debolezzae attrasse il cielo di Gerusalemmecosì vicino a sé, che la sua anima,lasciando il corpo, dovette protendersi solo un poco:e già colui, che di lei tutto sapeva,la assunse nella sua natura divina.

La morte di Maria II

Chi ha mai pensato, che fino alla sua venutalo sterminato cielo fosse incompleto?Il Risorto aveva preso il suo posto,e tuttavia, accanto a lui per ventiquattro anni,un seggio era vuoto. E iniziavano giàad abituarsi a quella pura lacuna,che come risanata appariva, perché del suo splendoretutta la colmava il figlio.

Così anche lei, quando fu assunta in cielo,non andò verso di lui, anche se forte era il desiderio;non c’era posto, là solo lui stava in trionfocon un fulgore, che le fece male.Ma quando poi, la commovente figuraprese ad accompagnarsi ai nuovi beatie, in modo discreto, luce a luce si aggiunse,allora dal suo più profondo essere traboccò

von solchem Glanz, daß der von ihr erhellteEngel geblendet aufschrie: Wer ist die?Ein Staunend war. Dann sahn sie alle, wieGott-Vater oben unsern Herrn verhielt,so daß, von milder Dämmerung umspielt,die leere Stelle wie ein wenig Leidsich zeigte, eine Spur von Einsamkeit,wie etwas, was er noch ertrug, ein Restirdischer Zeit, ein trockenes Gebrest -.Man sah nach ihr; sie schaute ängstlich hin,weit vorgeneigt, als fühlte sie: ich binsein längster Schmerz -: und stürzte plötzlich vor.Die Engel aber nahmen sie zu sichund stützten sie und sangen seliglichund trugen sie das letzte Stück empor.

Vom Tode Mariä III

Doch vor dem Apostel Thomas, derkam, da es zu spät war, trat der schnellelängst darauf gefaßte Engel herund befahl an der Begräbnisstelle:

Dräng den Stein beiseite. Willst du wissen,wo die ist, die dir das Herz bewegt:Sieh: sie ward wie ein Lavendelkisseneine Weile da hineingelegt,

daß die Erde künftig nach ihr riechein den Falten wie ein feines Tuch.Alles Tote (fühlst du), alles Siecheist betäubt von ihrem Wohl-Geruch.

Schau den Leinwand: wo ist eine Bleiche,wo er blendend wird und geht nicht ein?Dieses Licht aus dieser reinen Leichewar ihm klärender als Sonnenschein.

Staunst du nicht, wie sanft sie ihm entging?Fast als wär sie’s noch, nichts ist verschoben.Doch die Himmel sind erschüttert oben:Mann, knie hin und sieh mir nach und sing.

una riserva di tanto splendore che, abbagliatoda quella luce, un angelo gridò: Chi è costei? E stupirono tutti. Poi videro comeDio Padre in alto tratteneva nostro Signore,in modo che, circondato da un più dolce chiarore,il posto vuoto, come un dolore lieve,ricomparisse, come una traccia di solitudine,come qualcosa, che ancora sopportava un residuodi tempo terrestre, una ferita asciutta. E guardarono a lei; lei ricambiò timidamente gli sguardiquasi inchinandosi, come se pensasse: sono ioper lui il dolore più lungo: poi cadde in avanti.Ma gli angeli la presero tra le bracciae la sostennero e cantarono beatie per l’ultimo tratto in alto la portarono.

La morte di Maria III

Ma davanti all’apostolo Tommaso,che era giunto in ritardo, apparve veloce l’angelo da tempo pronto a quel momentoe ordinò, presso la sepoltura:

Spingi la pietra da parte. Se vuoi sapere,dove è colei, che ti tocca nel cuore:Guarda: come un cuscino di lavandaqui è stata a giacere qualche tempo,

in modo che di lei possa odorare la terrain ogni piega, come un fine panno.Tutto ciò che è morto (ti avverto), ciò che è malatodal suo buon profumo resta inebriato.

Guarda il sudario: con quale candeggio,poteva diventare così bianco senza ritirarsi?La luce di questa pura salma,più di quella del sole, lo ha fatto così candido.

Non ti stupisci, di come dolcemente ne è uscita?Come se vi giacesse ancora, nulla fu mosso.Tuttavia i cieli, lassù, sono commossi:uomo, inginocchiati, guarda verso di me e canta.

A disposizione degli eventuali aventi diritto

Das Marienleben, ossia la vita di Cristo attraverso gli occhi di Maria, dellamadre, della donna. Il senso profondo del rovesciamento si rivela nella deci-

ma lirica, Prima della Passione: “Oh, se questo volevi, non avresti dovuto nasce-re da corpo di donna: i redentori dovrebbero cavarsi dai monti, dove durezza condurezza si rompe”. La storia fondativa del cristianesimo subisce un capovolgi-mento di prospettiva che le eleganze suadenti dei versi di Rilke riescono a mala-pena ad attenuare. La figura del Redentore è respinta sullo sfondo, icona aulicae remota. Non più la Divinità che s’incarna per la redenzione universale ma, alcontrario, l’umano troppo umano, un corpo fragile di donna fatto strumentopassivo di un destino di dolore che lo trascende e l’ignora. Non c’è redenzioneper la sofferenza di Maria che assiste impotente al sacrificio del Figlio: doloresenza scopo e senza colpa che l’espiazione del Cristo non sublima, bensì affon-da in un abisso cieco di solitudine. E se alla fine ci sarà catarsi (La morte di MariaI, II, III), questa non avverrà per grazia divina ma, come per tutte le figure fem-minili di Rilke – bellezze precocemente appassite e chiuse in sé dopo una delu-sione terrena – sarà il punto d’arrivo di un lungo cammino di rassegnazione chetrasforma misticamente l’amore per un uomo in una compassione, questa sì,universale. Nei versi di Rilke, l’assunzione di Maria in cielo è atto di riparazionetardiva, dai toni dimessi, esitanti, e il fulgore celeste non cancella l’eco del lungopatire (La morte di Maria II: “come qualcosa, che ancora sopportava un residuodi tempo terrestre, una ferita asciutta”).Il ciclo di Rilke è del 1912, all’inizio del soggiorno duinese. La composizione diHindemith è del 1922/1923: poesia contemporanea, dunque, come tutte le suescelte letterarie di quegli anni, ma di tenore molto diverso dal Kokoschka diAssassinio, speranza delle donne, dall’August Stramm di Sancta Susanna e dalToller del ciclo Die junge Magd, che è del 1922. Tema onnipresente è la donna– pressoché un’ossessione nella cultura mitteleuropea dei primi decenni del XXsecolo – e comune a tutti i testi è l’assunzione di un punto di vista che, sulla sciadell’espressionismo, rovesci l’ordine dei valori e sveli ciò che si cela sotto lasuperficie delle cose. E a ben guardare, si può forse cogliere un sottile legame frail quasi mistico Marienleben e la quasi blasfema Sancta Susanna, appunto nellarappresentazione del Cristo come effigie algida e impassibile: dinanzi al doloredi Maria come dinanzi al delirio erotico della monaca. Quel che è diverso nelleliriche di Rilke è, da un lato il complesso simbolismo che le pervade, dall’altrola forte spinta ascetica che promana dalle più umili immagini terrene: l’uno el’altra rappresentarono per Hindemith all’inizio degli anni Venti – almeno perun momento – un antidoto alla sua totale immersione nel mare mutevole einquieto dell’attualità, ai gesti plateali e lancinanti, alla ricerca del nuovo a tuttii costi. Alla prima esecuzione, nell’ottobre 1923, il nuovo ciclo di liriche nonmancò di stupire il pubblico di Francoforte, memore dagli anni precedenti delleintemperanze iconoclaste del giovane compositore, del suo beffardo Ragtimedella Suite 1922 o dell’irriverente citazione del Tristano (re Mark) nell’operinaper marionette birmane Das Nusch-Nuschi. Nel Marienleben Hindemith nonrinuncia alle tensioni del cromatismo, alle asprezze di un contrappunto eterofo-nico che dissolve le relazioni tonali, a una vocalità “difficile”, ma lascia traspa-rire sullo sfondo un nuovo desiderio di conciliazione, di compiutezza, di stabi-lità. Del tutto assente è la violenza visionaria che contraddistingueva i Liederprecedenti (l’opera 18 e, in parte, le raccolte Des Todes Tod e Die junge Magd), el’espressione musicale del pathos assume le forme stilizzate e astratte delle anti-che figure degli affetti (la lirica Pietà, ma anche La nascita di Cristo e La mortedi Maria II). Il rapporto con il testo si fa distaccato e discreto, rispettoso dellareciproca autonomia simbolica. La musica (il canto e l’accompagnamento) silimita a fare eco alla parola poetica e, spogliata di ogni intento illustrativo, sem-bra rendere il senso del testo con la pura forma della costruzione, con lo stile di

scrittura e con la varietà dei registri espressivi. Così diverso da quello di Schönberg,il contrappunto di Hindemith rileva qui pienamente il suo carattere fluido, para-tattico e figurativo, più che intensificativo e “motivico”. Ma soprattutto appareuna nuova attenzione alle simmetrie, alla sintassi rigorosa, alla chiarezza dellearticolazioni: in una parola, alla “forma”, e principalmente la passacaglia, la piùaurea fra quelle create dalla discorsività musicale. Si ascoltino, simmetricamen-te disposte nel ciclo, le liriche Presentazione di Maria al Tempio e La morte diMaria II (variazioni su basso), nonché La morte di Maria I e i bassi ostinati deL’annunciazione a Maria e Sosta durante la fuga in Egitto. Dopo il Marienleben, Hindemith dovrà ancora per vari anni inseguire i richiamidella modernità e delle poetiche d’avanguardia: con le Kammermusiken, la“musica d’uso”, il “neo-oggettivismo”, l’opera-attualità (la “Zeitoper” Novità delgiorno, 1929), ma il ciclo di Rilke rimarrà nella sua memoria come una pro-messa incompiuta, un’ipoteca sul futuro. Già alla fine degli anni Trenta, negliStati Uniti, Hindemith pose mano alla revisione di alcuni Lieder, e nel 1948approntò una nuova versione dell’intero ciclo, che avrebbe dovuto sostituire laprima. La nuova versione era preceduta da una lunga prefazione, di sapore vaga-mente polemico, che agli occhi dei più apparve come la giustificazione “nonrichiesta” di un rifacimento di cui non si sentiva affatto la necessità, e che ineffetti rispondeva a un’esigenza interiore del compositore, quasi un proprio per-sonale redde rationem. L’esigenza di “profondità spirituale” veniva contrappostaalla volontà di innovazione a qualunque prezzo: «Tali innovazioni, dopo millevarianti – scrive Hindemith – sono ormai insipide, mentre la volontà atavica diapprofondimento spirituale in musica resta sempre nuova». E in questa orgo-gliosa riappropriazione da parte dell’autore di un’opera già entrata stabilmentein repertorio e considerata uno dei suoi capolavori giovanili, sembra quasi dicogliere qualcosa di simile alla sindrome di Cardillac, l’orafo del racconto diHoffmann da cui Hindemith aveva tratto il più celebre dei suoi lavori teatrali:l’orafo che non sopporta l’idea di vedersi sottrarre i propri gioielli a costo diassassinare l’incauto compratore.Nella nuova versione tutte le liriche, quale più quale meno, subiscono una tra-sformazione. In particolare la linea del canto, resa più melodiosa e di natura piùvocale negli intervalli. Altrove è modificato l’accompagnamento, riequilibrate leproporzioni interne e il peso fra le parti, e soprattutto riformulate le disposizio-ni armoniche sulla base del nuovo sistema musicale del Trattato di composizione(1939-1940), che riconduceva ogni linguaggio musicale, cromatismo e atonalitàcompresi, alle leggi universali regolanti in natura i rapporti fra vibrazioni sono-re. All’intero ciclo viene sotteso un reticolo di corrispondenze tematiche in rela-zione al testo e di centri tonali di chiaro significato simbolico. E mentre nellaversione precedente la raccolta era ripartita in quattro gruppi rispettivamente di4-4-4-3 liriche, nella nuova versione è accentuato il senso unitario della pro-gressione narrativa che si evolve, con preciso calcolo dei momenti di distensio-ne e dei climax dinamici ed espressivi, dai toni epico-lirici dei primi quattroLieder e attraverso l’atmosfera drammatica della parte centrale (Il dubbio di Giu-seppe e Le nozze di Cana, con l’eccezione della Nascita di Cristo, di andamentopastorale), sino a Prima della Passione e Consolazione di Maria con il Risorto,incentrati sulla sofferenza di Maria, e alla mistica astrazione degli ultimi tre:come osserva Marco Moiraghi nella sua recente monografia, un vero e propriooratorio – per ampiezza di proporzioni e coerenza musicale – più che un sem-plice ciclo di liriche.Nonostante le intenzioni di Hindemith, la nuova versione non soppiantò mai deltutto la prima, ed entrambe convivono fianco a fianco come possibili alternati-ve. Se la seconda versione è musicalmente più ricca e profonda, più raffinata ecomplessa, la prima ha dalla sua la freschezza della spontaneità. Così scriveva

nel 1974 Hans Werner Henze, che di Hindemith era stato ammiratore e allievo aiprimi corsi di Darmstadt nel 1946: «Il primo Marienleben aveva fatto scuola, quel-le note “atonali” e quei ponti melodici si erano imposti come un modello al qualei cantanti avevano adattato la loro tecnica. La vecchia versione aveva in sé tantoentusiasmo e unità (proprio laddove la frase è armonicamente incommensurabile eil cromatismo della voce più squilibrato) quanto la nuova ha maestria di scrittura edi forma. Ma la bellezza selvatica della primizia è scomparsa».

Andrea Lanza

Di origini inglesi, Lorna Windsor dopo gli studi di pianoforte e viola si diploma incanto alla Guildhall School of Music and Drama di Londra, perfezionandosi inseguito a Vienna, Parigi e in Italia. Debutta come Rosalinde nel Pipistrello e nellaVedova Allegra a Tours e Marsiglia e affronta la maggior parte dei ruoli di Offenbach,diretta da Jérôme Savary al Théâtre des Champs-Elysées a Parigi e a Radio France.Ha interpretato ruoli di opere buffe del Settecento napoletano per il Teatro Massimodi Palermo sotto la guida di Graziella Sciutti, oltre a ruoli nel teatro di prosa. Hacantato Salieri diretta da Frans Brüggen, Bach con Gustav Leonhardt e Monteverdi aMantova, Vienna, Praga, Budapest, incidendo Les Motets de Versailles di Blanchard.Tra i suoi ruoli mozartiani spiccano Venere in Ascanio in Alba, Donna Anna nel DonGiovanni a Glyndebourne, Despina in Così fan tutte diretta da Claudio Abbado e nel-l’edizione di Giorgio Strehler con il Piccolo Teatro di Milano, a Roma, Pechino, SanPietroburgo e Mosca. Ha cantato inoltre Euridice nell’Euridice di Peri al Théâtre duChâtelet di Parigi, Oscar in Un ballo in maschera a Reims, Sophie nel Cavalieredella rosa a Parigi, Norina nel Don Pasquale a Verona e L’Enfant et les sortilèges conla regia di Daniele Abbado ad Ancona e Bari. Apprezzata interprete nell’ambito delLied, si esibisce frequentemente in prestigiose rassegne internazionali di musica con-temporanea con svariati ensemble in opere di Berio (Sequenza, Folksongs, Circles),Cage (di cui ha registrato l’integrale cameristica), Feldman, Castiglioni, Crumb,Schönberg (Pierrot Lunaire al Covent Garden di Londra), Denisov, Messiaen, Rotaru,Kurtág (Kafka Fragments), Dallapiccola.Insegna presso la Maîtrise de Notre-Dame a Parigi e tiene frequenti masterclass invari conservatori europei.

Antonio Ballista, pianista, clavicembalista e direttore d’orchestra, fin dall’iniziodella carriera si è dedicato all’approfondimento delle espressioni musicali più diver-se, effettuando personalissime escursioni nel campo del ragtime, della canzone ita-liana e americana, del rock e della musica da film, agendo spesso in una dimen-sione parallela tra la musica cosiddetta di consumo e quella di estrazione colta. Par-ticolarissimi per invenzione, originalità e rigore i suoi programmi, che sconfinanotalvolta nel teatro e ampliano spesso gli ambiti rituali del concerto.Dal 1953 suona in duo pianistico con Bruno Canino, una formazione d’ininterrot-ta attività la cui presenza è stata fondamentale per la diffusione della nuova musi-ca e per la funzione catalizzatrice sui compositori.Ha suonato sotto la direzione di Abbado, Bertini, Boulez, Brüggen, Chailly, Madernae Muti e con l’Orchestra della BBC, il Concertgebouw di Amsterdam, la Filarmoni-ca d’Israele, il Teatro alla Scala di Milano, la London Symphony, l’Orchestre deParis, le Orchestre di Philadelphia e Cleveland e la New York Philharmonic, ed èstato spesso invitato in prestigiosi festival internazionali.Hanno scritto per lui Berio, Boccadoro, Bussotti, Castaldi, Castiglioni, Clementi,Corghi, De Pablo, Donatoni, Lucchetti, Morricone, Mosca, Panni, Picco, Sciarrino,Sollima, Togni e Ugoletti.Ha effettuato tournée con Berio, Dallapiccola e Stockhausen e ha collaborato conBoulez, Cage e Ligeti in concerti monografici. Ha diretto la Sinfonia per 21 pia-noforti di Daniele Lombardi e nel 2003 a New York (Winter Garden, Ground Zero)la prima assoluta della sua Threnodia dedicata alle vittime dell’11 settembre. Come direttore d’opera ha debuttato al Teatro dell’Opera di Roma con Gilgameschdi Franco Battiato. È fondatore e direttore dell’ensemble Novecento e Oltre, forma-zione stabile che ha esordito nel 1995 in occasione dell’esecuzione integrale delleopere di Webern a Palermo e il cui repertorio va dal Novecento storico fino alle piùrecenti tendenze.Con Alessandro Lucchetti e Federico Mondelci ha costituito nel 2003 il trio FataMorgana, che esegue musica “cross-over”.La sua passione per la letteratura liederistica lo ha portato a collaborare con i cantantiRoberto Abbondanza, Anna Caterina Antonacci, Marco Beasley, Cathy Berberian,Luisa Castellani, Anna Moffo, Luciana Serra, Lucia Valentini Terrani, e lavora conti-nuativamente con Monica Bacelli, Gemma Bertagnolli, Alda Caiello e Laura Cherici.Legato da un sodalizio trentennale con Paolo Poli, Antonio Ballista ha lavorato inol-tre con gli attori Gianni Agus, Arnoldo Foà, Ottavia Piccolo, Toni Servillo, FrancaValeri, Milena Vukotic e Peter Ustinov e le danzatrici Marga Nativo ed ElisabettaTerabust.Ha insegnato nei Conservatori di Parma e Milano e all’Accademia Pianistica Inter-nazionale “Incontri col Maestro” di Imola.