Dolianova Serdiana Soleminis MA 2012

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La guida ai monumenti di Dolianova, Serdiana, Soleminis Monumenti Aperti 2012.

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26 27 Maggio 2012

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Monumenti Aperti

COMUNE DI DOLIANOVA COMUNE DI SErDIANA

COMUNE DI SOLEMINIS

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DOLIANOVAComune di DolianovaRosanna Laconi - Sindaco

Scuola secondaria di I grado “Zuddas” - DolianovaMaria Bonaria Zandara, Marina Floris, Antonella Trovato, Roberta BussalaiCon la collaborazione dell’associazione archeologica “Parteollese” e dell’ADMO.

SErDIANAComune di SerdianaRoberto Meloni, Sindaco Natalia Marroccu, Assessore alla CulturaRita Piludu, Responsabile del Servizio Socio-CulturaleSalvatorangelo Dessì, Responsabile del Procedimento area tecnicaAmelia Laura Enna, Pedagogista del Servizio Socio-EducativoBarbara Tidu, Addetta alla BibliotecaValentina Usala, Responsabile del Procedimento area socio-culturale

Con la collaborazione della Scuola Secondaria di I grado - Serdiana:Matteo Aledda Docente di educazione artisticaGli alunni della classe I^ F (Agus Elisa, Angioni Aurora, Asuni Alba, Carboni Enia, Carreras Sandra, Coppo Giulia, Dessì Francesco, Garau Laura, Locci Gianluca, Marceddu Leonardo, Marras Aurora, Matta Alessia, Meloni Veronica, Puddu Moreno, Scalas Maria Enrica, Scioni Elisa, Secci Sofia, Toro Federica, Usai Bellanna) classe II^ F (Agus Martina, Albertario Alessandro, Angius Giovanni, Bacolli Walter, B’Tina Sammy, Casula Andrea, Citarella Ciro, Corrias Valentina, Cossu Clarissa, Curreli Alex, Lai Veronica, Locci Giorgia, Loi Maddalena, Spanu Lorenzo)classe III^ F (Casula Claudia, Casula Emanuela, Frongia Fabrizio, Mascia Sabrina, Pes Chiara, Puddu Manuel, Piga Elisa) classe II^ G (Akalu Daimon, Atzeni Eleonora, Carta Andrea, Fois Maura, Karim Kalid, Mascia Christian, Meloni Ilenia, Mura Maria Sole, Mura Roberto, Origa Alice, Pala Giacomo, Pibia Nicolò, Pittiu Alessio, Pala Gabriele, Scanu Alessandra) classe III^ G (Fadda Antonio, Frongia Federica, Frongia Filippo, Loi Martina, Mascia Maria Cristina, Melis Deborah, Zanda Alice Lara)

Con la collaborazione delle associazioni locali: Associazione Culturale “Le Janas”Associazione Culturale “Villa Sergiana”Associazione Folkloristica “Sibiola”Associazione Turistica “ProLoco”Corale SS. Salvatore

SOLEMINISComune di SoleminisRita Pireddu - SindacoAlberto Sanna Assessore ai beni e alle attività culturali;Gabriele Caparrelli - Assessore all’istruzione e allo sport;Efisio Farris - Responsabile del Servizio Affari Generali Angela Petrini - Responsabile del ProcedimentoCarmela Agus - Realizzatrice delle fotografie

Scuola Secondaria I° grado di SoleminisEster Mantega, Giuseppe Pollicelli, Francesca Muntoni, Giuseppina Fanti, Isabella Putzolu, Renato Cabras, Valentina Origa, Valentina Deidda, Francesca Muntoni.

Con la collaborazione di:Soprintendenza Archeologica per le provincie di Cagliari e Oristano;Gli studenti della scuola media statale di Soleminis.

Gruppi di Coordinamento locale

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«Non sapersi orientare in una città non significa molto. Ci vuole invece una certa pratica per smarrirsi in essa come ci si smarrisce in una foresta». Walter Benjamin, Infanzia berlinese

La manifestazione “Monumenti Aperti”, pur facendo parte da diversi anni della programmazione degli eventi culturali di

Dolianova, viene sempre accompagnata da un clima di attesa e concitazione. L’entusiasmo che anima i giovani protagonisti per-vade e contagia i visitatori e quei residenti, che fingendosi turisti in casa propria, amano riscoprine le bellezze.L’amministrazione comunale, da sempre sensibile ai temi riguar-danti la cultura e la valorizzazione del territorio, è orgogliosa di patrocinare l’evento, che si inserisce in un circuito che compren-de i comuni facenti capo all’Istituto Comprensivo di Dolianova, e che si pone come obiettivo di accrescere tra i ragazzi la con-sapevolezza delle attrattive della zona del Parteolla. Tale intento non può prescindere da un progetto didattico-educativo, come quello che, fin dagli esordi della manifestazione, ha visto impe-gnati in prima linea, gli insegnati delle scuole medie. Il loro lavoro, ha permesso ai ragazzi di acquisire una maggiore conoscenza dei monumenti presenti nel paese e di divenire gli attori principali di un percorso in cui gli adulti vengono guidati dai più giovani, alla riscoperta della nostra storia. Eventi come questo, giungono particolarmente graditi, poiché testimoniano l’importanza della trasmissione intergenerazionale del nostro patrimonio storico-culturale e dimostrano che, a dispetto dei tempi, la cultura conti-nua ad essere un punto cardine della nostra società.

Elisabetta CaraAssessore Comune di Dolianova

Quest’anno, si ripete, l’esperienza vincente di Monumenti Aperti. La manifestazione rappresenta una festa della cul-

tura, ideata per tutelare e valorizzare i beni storico, artistici e ambientali del paese. La manifestazione offre l’opportunità di appropriarsi delle proprie tradizioni civili e religiose, rafforzare l’i-dentità collettiva, il senso di appartenenza alla propria comunità, di stimolare nelle giovani generazioni la conoscenza della propria storia. Questa edizione si è arricchita di novità stimolanti: nuovi monumenti apriranno le porte alle curiosità e all’interesse dei visi-tatori quali, la chiesa di Sant’Antonio, la Biblioteca Comunale e il Museo etnografico “Su Berànu” di Mura Giuliano. Inoltre ci sarà a disposizione un bus turistico a pagamento che compirà il giro del centro storico e delle campagne intorno alla chiesa di Santa Maria di Sibiola, e permetterà ai turisti di ammira-re le bellezze ambientali del nostro territorio.Ringrazio tutte le Associazioni del paese, la scuola secondaria di primo grado di Serdiana, i volontari, i singoli cittadini, e tutti coloro che con la loro collaborazione hanno dato un prezioso contributo alla realizzazione della Manifestazione.

Natalia MarroccuAssessore alla Cultura Comune di Serdiana

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Amare un territorio significa �immergersi� in quella realtà e di-venire parte di essa, con orgoglio, senso di appartenenza e

soprattutto partecipazione attiva alla sua vita.Significa quindi vivere da protagonisti la quotidianità di quei luo-ghi, facendosi attori principali di una realtà, che talvolta non ci appartiene per nascita ma per affetto o scelta di vita.Per poter vivere appieno una tale dimensione si pone però l’im-portante e imprescindibile necessità di conoscere le vicende sto-riche, quelle scritte e non, che negli anni hanno animato quella comunità, così che sia possibile comprenderne gli sviluppi che, nel tempo, hanno determinato e delineato la condizione attuale. Monumenti Aperti vede quest’anno a Soleminis la sua seconda edizione.L’evento rappresenta un’importante occasione, non solo per vi-sitare il patrimonio artistico e archeologico del territorio ma, per conoscere il vissuto della comunità, lasciandosi permeare da sentimenti e saperi che possono emergere solo visitando quei luoghi, sapientemente restituiti alla memoria collettiva.Il percorso che intendiamo proporre al visitatore, si svilupperà dal Centro Polifunzionale, dove potrà essere visitata una mostra foto-grafica dei siti e ritrovamenti archeologici del territorio soleminese ed una riproduzione in creta dei reperti rinvenuti nei siti di “Su Cuccuru e sa Cresia Arta”, Affacc’e Idda e Is iscallittas”, realiz-zati dagli studenti della scuola media. Prosegue quindi per la Via Lussu per giungere alla Chiesa di San Giacomo che conserva le opere d’arte recentemente restaurate. Si proseguirà per la Via Murenu e la Via Dritta fino alla Casa Spa-da, scrigno della cultura contadina locale, dove verrà riproposta, attraverso le sapienti mani delle donne, l�antica e preziosa arte del fare il pane e della tessitura, attraverso l’impiego dell’antico telaio custodito nel sito.Si terranno, inoltre, delle visite guidate presso i siti di “Su Cuccuru e sa Cresia Arta”, Affacc’e Idda e Is iscallittas” con la collabora-zione degli archeologi Federico Angius e Roberta Pierantoni.La passione e il vivo interesse degli studenti delle scuole medie, sapientemente istruiti dalle loro insegnanti, accompagneranno il visitatore nei vari percorsi proposti. A loro va davvero riconosciuto il ruolo più significativo della manifestazione, così come a tutti gli operatori locali che, con slancio vi hanno aderito, rendendo pos-sibile questo evento, che rappresenta per la comunità un ulteriore momento di aggregazione e rinnovato senso di appartenenza. rita PiredduSindaco di Soleminis

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DOLIANOVA

I monumenti saranno visitabili gratuitamente sabato 26 Mag-gio dalle ore 16.00 alle ore 20.00 e domenica 27 Maggio dalle ore 9.00 alle 13.00 e dalle ore 16.00 alle 20.00.

SErDIANA

I monumenti saranno visitabili gratuitamente il pomeriggio del sabato 26 Maggio dalle 16.00 alle 20.00 e la domenica 27 Maggio dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00.

Durante gli orari delle funzioni religiose: sabato 26 maggio ore 19.00 e domenica 27 maggio dalle 9.30 alle 10.00 e dalle 11.00 alle 11.30 le visite saranno sospese.

Servizio a pagamento Bus turistico Accompagna i turisti dal centro del paese (capolinea in via Roma affianco all’infopoint)

al vigneto Ise-lis Argiolas alla chiesa di Santa Maria di Sibiola, Su Staini Saliu e viceversa.

SOLEMINIS

ORARI DI APERTURA DEI SITI CULTURALI I monumenti saranno visitabili gratuitamente il pomeriggio del sabato 26 Maggio dalle 16.00 alle 20.00 e la domenica 27 Maggio dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00. Durante gli orari delle funzioni liturgiche (ore 19,00 del Sabato 26 Maggio e ore 10,00 della Domenica 27 Maggio) le visite guidate presso Chiesa di San Giacomo Apostolo saranno so-spese.

Informazioni Utili

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Consiglio Regionale della Sardegna Claudia Lombardo Maria Santucciu Regione Autonoma della Sardegna Assessorato al Turismo Luigi Crisponi Artigianato e Commercio

Assessorato alla Pubblica Istruzione, Sergio Milia Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport

Direzione Regionale per i Beni Culturali Maria Assunta Lorrai e Paesaggistici della Sardegna Sandra Violante

M.I.U.R. Ufficio Scolastico Regionale Enrico Tocco per la Sardegna Rosalba Crobu

Comune di Cagliari Massimo Zedda Enrica Puggioni

Provincia di Cagliari Angela Maria Quaquero

Ufficio Regionale Francesco Tamponi Beni Culturali Ecclesiastici

UPI Sardegna Francesco Putzu

ANCI Sardegna Cristiano Erriu Umberto Oppus

Università degli Studi di Cagliari Giovanni Melis Università degli Studi di Sassari Attilio Mastino Pinuccia Simbula

Imago Mundi Associazione Culturale Fabrizio Frongia Armando Serri

Consorzio CAMU’ Centri d’Arte e Musei Francesca Spissu Giuseppe Murru

Società Cooperativa Sociale Il Ghetto Alessandro Piludu Nicoletta Manai

Confesercenti Regione Sardegna Marco Sulis Confcommercio Sardegna Gavino Sini

Agenzia Nazionale Gianpiero Liori Sviluppo Autonomia Scolastica

Sardegna Solidale Roberto Copparoni Centro Servizi per il volontariato

Il ComitatoScientifico regionale

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Turismo, identità e cultura, una combinazione ideale per una terra depositaria di tradizioni millenarie. Oltre che da

spiagge bianche e mare cristallino, i viaggiatori sono sempre più attratti da manifestazioni e itinerari culturali e da località d’arte della Sardegna. Una recente indagine conferma il trend, nel primo semestre 2011 nell’Isola è cresciuta del 20% la frequentazione di luo-ghi di interesse storico artistico, un dato con pochi confronti in Italia. Fra le motivazioni alla vacanza, spiccano le visite al patrimonio artistico e monumentale: ‘uno scrigno di tesori’ composto in Sardegna da antichi palazzi e castelli, basiliche e musei, parchi minerari e archeologici, e disseminato sull’in-tero territorio. Un patrimonio da preservare innanzitutto, poi da riscoprire per i sardi e, nel contempo, da condividere con i visitatori con l’accoglienza della quale l’Isola è capace. Da condividere con itinerari culturali, come appunto Monumenti aperti, evento che suscita suggestioni ed emozioni uniche. La domanda turistica è orientata alla ‘memoria’ e alla cultura, perciò la Regione Sardegna promuove l’architettura storico - artistica, simbolo di identità, così da assecondare anche il profilo moderno dei nostri visitatori, culturalmente preparati, rispettosi e desiderosi, oltre che di ‘vivere’ l’unicità di paesag-gi incantevoli, anche di conoscere beni culturali e manifesta-zioni tradizionali.

Luigi CrisponiAssessore regionale del Turismo, Artigianato e Commercio

Anno dopo anno, Monumenti Aperti rappresenta un mo-mento importante che va oltre la semplice manifestazio-

ne culturale. È la condivisione della conoscenza del nostro patrimonio di cultura, di memoria e di storia condivisa. È la consapevolezza che i beni culturali rappresentano veramente noi stessi, la nostra espressione artistica e creativa, interprete dell’epoca che li ha visti nascere. È la testimonianza di quanto la cultura non sia un bene privato, ma collettivo, che aspetta di essere riscoperto, esposto, valorizzato, divulgato, fruito.Con Monumenti Aperti si vive un momento popolare e di festa dove un pubblico sempre più attento e consapevole delle po-tenzialità del nostro patrimonio artistico-architettonico, diven-ta protagonista della storia della nostra Isola. La promozione del nostro grande patrimonio culturale si è trasformata nel corso degli anni, proprio grazie a questa manifestazione, in un momento festoso e popolare che raduna giovani e meno giovani, studiosi della materia e semplici curiosi, studenti e volontari culturali. Tutti ugualmente coinvolti in un’attesa op-portunità di arricchimento storico e culturale dove il nostro passato e il nostro presente si fondono per dare a tutti la con-sapevolezza che dobbiamo tramandarlo gelosamente, nel migliore dei modi, alle generazioni future. Sergio MiliaAssessore regionale della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport

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Eventi CollateraliDOLIANOVACircolo DoliaSabato e Domenica negli orari della manifestazione

Proiezione cortometraggio sui siti archeologici presenti nel co-mune di Dolianova a cura di Gigi Erriu dell’Associazione archeologica “Parteollese”Mostra fotografica a cura del Presidente Efisio Bandino, che sarà illu-strata dai ragazzi della scuola media

Saggi musicali e di danza eseguiti dagli allievi della Scuola secon-daria di I grado

Il gruppo storico culturale “Memoriae” in collaborazione con l’associazio-ne culturale “Samarcanda”:In occasione della manifestazione monumenti aperti offre la sua partecipa-zione con una rappresentanza di figuranti e con una serie di banchetti che faranno rivivere alcune professioni dell’ epoca medioevale, tra cui “tintura dei tessuti con le erbe”, “banchetto del calzolaio”, “la naturopata con le sue es-senze” banchetto della lavorazione del pane”, esposizione di legumi cereali.

SErDIANASabato 26 Maggio ore 17.30 Casa MuseoPresentazione del libro “Il soldino dell’anima. Antonio Pigliaru in-terroga A. Gramsci.”Presentazione del libro: Giorgio Serra, Giulio Angioni, Gavino Angius, Alfio Desogus, Federico Francioni, Vindice Ribichesu, con la partecipazione di: Michela Murgia, Lucia Deias, Comitato Archivio Storico e Ricerca Antonio Pigliaru, Terra Gramsci, Il sentiero dei passi perduti.

Sabato 26 e Domenica 27 Maggio negli orari della manifestazione

Casa MuseoMostra pittorica di Luigi Pillittu

Chiesa parrocchiale del SS. SalvatoreEsposizione di oggetti sacri (durante gli orari delle funzioni religiose le visite sa-ranno sospese)

Bottega antica di Paolo Pittiu in viale Repubblica 56Dimostrazione visiva della realizzazione delle borse e gioielli artistici, realizzati con tecniche anti-che che riprendono disegni e figure dell’antica cultura sarda.

Domenica 27.05.2012 dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 20.00Casa FalconieriApertura della “Casa Falconieri - Laboratorio di Sperimentazione e Ricerca nelle arti visive e in particolare nel settore dell’incisione originale”.Casa Falconieri diffonde l’innovazione della sua ri-cerca, promuove la formazione di giovani artisti e crea situazioni di confronto e scambio dinamico.

Domenica 27 Maggio dalle ore 11.00 alle ore 18.00Argiolas Cantine AperteVisita guidata al vigneto Iselis

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Domenica 27 Maggio dalle ore 13.00Parco di Santa Maria di Sibiola3a edizione della manifestazione enogastronomica Pani e Casu …Sar-tizzu e Binu a rasu a cura dell’Associazione ProLoco Serdiana.

Domenica 27 Maggio negli orari della manifestazione“Percorso Antichi Portali” del centro storico e mostra artigianato e anti-chi mestieri, a cura di Carla Asunis. Partenza dalla Casa Museo via XX settembreOrari: 1° percorso ore 10:00 - 2° percorso ore 12:00 3° percorso ore 16:00 - 4° percorso ore 18:00

SOLEMINISMostra fotografica “Uomini e Manifatture”Centro Polifunzionale Sabato 26 e Domenica 27 mag-gioNel 2006, nell’ambito dell’VIII settimana della cultura, dal 2 al 10 aprile, era stata proposta la mostra fotografica “Uomini e Manifatture” con la quale è stato descritto il patrimonio archeologico del paese e che ora viene ripro-posta all’interno di Monumenti Aperti. Nei pannelli, curati dalla Soprintendenza Archeologica per le province di Cagliari e Oristano, sono presentate numerose testimonianze archeologiche relative ad un periodo cro-nologico che va dal neolitico al medioevo. I materiali proposti derivano sia da rinvenimenti di superficie che da campagne di scavo come quelli effettuati in località Sa Cavuna, Is Scalitas e Cuccuru Cresia Arta. I più antichi segni di vita nel territorio sono documentati da un insediamento del 3° millennio A.C. riferito alla fase culturale denominata sub Ozieri. La mostra poi illustra i rinvenimenti ascritti alla cultura di Monte Claro e a quanto recuperato in località Facc’e Bid-da. Dedica poi ampio risalto allo scavo della tomba Bonnanaro di Is Scalitas che ha restituito fra gli altri materiali, alcune splendide collane ora esposte nel museo archeologico di Cagliari. Infine descrive con foto e disegni, gli scavi effettuati nel 2004 in località Cuccuru Cresia Arta, sulla cui sommità è stata trovata una struttura quadrangolare da riferirsi ad un edificio di culto, a sup-portare una leggenda secondo la quale li sorgeva la chiesa dell’antico abitato di Soleminis distrutto dalla peste. L’elemento più significativo dello scavo è costituito dal rinvenimento di una struttura nuragica di pianta ellitica impostata al limite del costone. L’ipotesi è che si tratti della camera di combustione di una fornace.

Mostra Fotografica ItineranteL’Amministrazione Comunale è da anni fortemente impegnata sui temi dell’identità e della riscoperta delle proprie tradizioni.Fra le iniziative realizzate vi é la riproduzione in formato gigante di n. 10 foto-grafie, di cui n. 7 di m. 2x1 e n. 3 di m. 3 x 1,50, stampate in vinile adesivo plastificato, che raffigurano alcuni aspetti del paese e che consentono una comparazione tra il vecchio ed il nuovo, ma soprattutto una riflessione su ciò che è stato realizzato nel tessuto urbano. Le predette gigantografie sono state affisse sulle pareti di edifici di proprietà comunale e alcuni di proprietà di privata, al fine di creare un circuito itinerante sulle strade del Paese che, in occasione della Manifestazione Monumenti Aperti 2011, verrà incrementato con n. 12 Stendardi di dimensioni 1x1,5 mt, che ritraggono ulteriori aspetti della Storia di Soleminis e dei suoi abitanti.

Visite guidate presso i siti archeologici “Su Cuccuru e sa Cresia Arta”, Affacc’e Idda e Is iscallittas” con la collaborazione degli Archeologici Fe-derico Angius e Roberta Pierantoni, compatibilmente con le condizioni metereologiche.Si raccomanda ai visitatori di indossare delle scarpe confortevoli ( scarpe da tennis) che consentano di effettuare in maniera agevole il percorso campestre.

Degustazione di prodotti tipici locali (pane casereccio, olive, vino, sal-siccia..) presso la Casa Spada e altri vari siti.

Mostra di antichi mestieri sardi nella Piazza dei Caduti.

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Cattedrale di

San Pantaleo

L’imponente chiesa medioevale fu dedi-cata a San Pantaleo ed è uno dei più im-portanti monumenti dell’arte romanico-pisana in Sardegna. E’ stata edificata tra il XII e il XII sec. e ven-ne, come risulta da una iscrizione nella parte absidale, inau-gurata l’8 dicembre del 1289 alla presen-za del giudice Maria-no II di Arborea. Si tratta probabilmente di un rifacimento in quanto, in quel pe-riodo, San Pantaleo,

o Dolia antico nome del borgo, ospitava il Curatore ed era la sede del vescovado “De Olia”. Se nel 1289 il tempio viene ulti-mato, negli anni successivi i lavori riguardano soprattutto l’ab-bellimento della Cattedrale con affreschi nella parte absidale, con il grande dipinto dell’Arbor Vitae di scuola Trecentesca ed il retablo di San Pantaleo, risalente alla fine del Quattrocento, che fu attribuito ad un artista spagnolo, di scuola maiorchina.

Dolianova

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L’artista Gianni Argiolas ha realizzato, a partire dal 2003, una serie di opere scultoree a cui fanno da cornice sei ettari di una rigogliosa vegetazione. Le opere, simbolo di storia e cultu-ra, già originali nella loro realizzazione, suscitano nei visitatori profonde emozioni anche grazie al contesto ambientale in cui sono posizionate. Nel parco possono essere visitati i seguenti siti scultorei: Il monumento dell’acqua, La Natività, L’Aratore, Il Sepolcro, Il monumento del ciclista sardo, Il monumento dell’atleta, Papa Giovanni Paolo II, Omaggio alla Brigata Sas-sari, Monumento al disabile, Villaggio Nuragico, Su Coidroxu. Si consiglia ai visitatori di parcheggiare le proprie auto nello spazio antistante la cantina sociale.

Loc. Isca Sa Folla (fr. Cantina Sociale) - Dolianova

Parco Artistico

Gianni Argiolas

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Serdiana

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Soleminis

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Chiesa di

Santa Maria

La chiesa di S. Maria è situata in Via S. Maria nel centro abitato,dedicata alla Madonna d’agosto, è festeggiata dalle le chiese di Dolianova il 15 Agosto, in un’unica giornata. Tra la fine del 700 e i primi anni dell’800 la chiesa passò a privati. L’ultimo dei quali apparteneva alla famiglia Spada che negli anni Novanta, con un atto di donazione, ha ceduto la chie-sa e il piccolo spiazzo antistante al Comune di Dolianova. La piazza dove anticamente si svolgeva la festa, è stata utiliz-zata dai proprietari per costruirvi un’abitazione. L’altra comu-nità parrocchiale, quella di San ‘Biagio, ha ripreso a organiz-zare la festa della Madonna dormiente da pochi anni. All’in-terno della chiesa un altare ligneo del Settecento è ancora in via di restauro. Si tratta di un pezzo molto pregiato e di alto valore artistico.

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Il “Circolo di Lettura Dolia” vanta una storia secolare 118 anni di vita, fondato nel 1893 a San Pantaleo, un villaggio contiguo a Sicci San Biagio. Quando i due villaggi decisero di unificarsi nel 1905, dando vita al nuovo Comune di Dolianova, i Soci del Circolo, de-cisero di costruire la sede in prossimità della piazza Brigata Sassari che ancora oggi è la sede dell’Associazione. Questa, ultimata nel 1909, è diventata centro di tutte le varie attività ricreative, culturali ed associative. Il salone centrale dell’edi-ficio, è stato utilizzato per esposizioni di mostre d’arte oltre che di fotografia, è stato sede di dibattiti culturali, di concerti, di rappresentazioni teatrali e di feste ricreative e ludiche. Per aiutare gli studenti meritevoli, ogni anno il “Circolo Dolia” as-segna a concorso tre borse di studio per incoraggiare i gio-vani a manifestare idee, sentimenti, capacità di confronto e di partecipazione.

Dolianova

Circolo di lettura

Dolia

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Serdiana

La Biblioteca comunale istituita nel 1981 ha sede nell’edificio, in stile umbertino, delle vecchie Scuole elementari costruito nel 1912 e ristrutturato dall’Amministrazione comunale nel 1992. E’ intitolata a Monsignor Agostino Saba illustre con-cittadino di grande levature intellettuale che scrisse molti libri sulla storia della chiesa e dei papi. La Biblioteca comunale possiede circa 12.000 volumi, è dotata, oltre che delle normali sezioni di Narrativa e Saggistica, di una ricca e articolata se-zione per bambini di età prescolare, per ragazzi, di una sezio-ne specifica della Sardegna e della nuova sezione dedicata alla Mediateca. Oltre alla normale attività di consultazione e prestito libri, la Biblioteca organizza nel corso dell’anno incon-tri di animazione alla lettura per bambini.

Biblioteca

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Casa Museo

La Casa Museo Ex Casa Mura Sebastiano è una tipica casa a corte acqui-stata dal Comu-ne il 22 maggio 1996 sulla Via XX Settembre, un tempo chia-mata Bia Me-suidda poiché è situata nel cen-tro storico del paese. L’edificio rappresenta un’impor-tante struttura edilizia significativa per la sua conno-tazione storica e la sua configurazione architettonica. Sulla chiave di volta del portale è scolpita la data 1855 che attesta il termine della sua costruzione, anche se l’isolato ri-sulta già perfettamente formato nel 1841 come è evidente dal Catasto De Candia. Il portale è costruito a misura di carro e si affaccia su un piccolo percorso imperdau. All’interno del-la corte e in corrispondenza del portale si trova su procciu, uno spazio coperto che era adibito alla custodia del calesse. Sopra su procciu vi è su stalli, locale dove solitamente veni-vano conservate le provviste familiari. Lo stabile appare lungo e stretto, su due livelli, coperto da un tetto a duas acquas, (a due falde). Rispetto all’impianto originario il fabbricato ha subito alcune modifiche ma nel complesso conserva ancora la caratteristica di duplice partizione dei cortili con una pratza de ananti, destinata all’ambito di relazione con il paese, e una pratza de pallas, finalizzata agli usi produttivi agricoli. Nel cortile posteriore, a ridosso delle mura di recinzione sono presenti is lollas, porticati rustici destinati ai lavori agricoli, al ricovero degli animali e su magasinu. All’interno dell’abitazio-ne i locali sono comunicanti tra di loro e qui trovano colloca-zione alcuni arredi e utensili che riproducono lo stile di vita di una famiglia di grossi proprietari terrieri di fine Ottocento. Percorrendo il vialetto imperdau si arriva all’ingresso della casa dove trova posto una cassapanca in legno. Da qui si ha l’accesso per sa coxina, il cuore della vita familiare, s’appo-sentu bonu, luogo adibito al ricevimento degli ospiti, mentre dal lato opposto si ha l’accesso a is apposentusu de croccai, le stanze da letto. Nella parte superiore è allestita una mostra permanente dedicata alla memoria storica relativa al periodo delle due Guerre mondiali, con un vasto repertorio fotografico e cimeli bellici.

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Chiesa di

Sant’Antonio

La chiesa dedicata a Sant’Antonio da Padova, attualmente di proprietà delle sorelle Angius, è’ situata nell’ala “Est” del “Castello Roberti”, a fianco alla torre.Tipica chiesetta rurale, costruita in pietra di tufo, con caratte-ristiche di cappella padronale ad ala mononavata, con archi a sesto acuto, secondo la tradizione catalana, che fungo-no non solo da elementi di sostegno della copertura lignea, ma anche di separazione tra il vano presbiteriale e quello in prossimità dell’ingresso su cui è situato il loggiato ligneo pa-dronale.Questa struttura permetteva ai signori di poter accedere alla cappella direttamente dalla loro residenza e così poter assistere, separati e non visti dal popolo, alla cerimonia. Sopra l’altare, il dipinto di autore ignoto raffigurante “il sogno o la visione di sant’ Antonio”; nel fianco sinistro un piccolo pulpito ligneo completo di paravoce; a destra un crocifisso tra due colonne tortili, raccolte superiormente da un elemento orizzontale con motivi a racemo, su cui poggiano le statue antichissime, in legno, della Vergine Annunziata (VI sec.) e di un vescovo (forse San Demetrio) (XVII sec.). Il portone principale è quello antico e nello spiazzo anti-stante la Chiesa è stato realizzato un giardinetto recintato. Il semplice prospetto a capanna presenta l’originale motivo di un campanile angolare a due vele in cotto. La Chiesa è visitabile il 13 giugno, in occasione della festa di S. Antonio da Padova, alla quale partecipano numerosissimi fedeli, e per ricorrenze particolari su richiesta.

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La chiesa di Sibiola intitolata a Santa Maria è uno dei ca-polavori di arte romanica edificati in Sardegna ad opera dei Vittorini. L’edificio è ascrivibile al primo quarto del XII secolo (1125 ca.), anche se pare esistesse una pietra della colonna vicina all’altare con incisa la data 1086, andata poi perduta nel restauro del 1964. L’impianto è a due navate con absidi perfettamente orientate a Est. La navata Nord è leggermente più stretta di quella Sud ed entrambe sono voltate a botte. Il fianco nord presenta una scala pensile per l’accesso al piano superiore, si tratta di mensoloni litici infissi nel muro che ricor-dano le scalinate interne dei nuraghe. La facciata è costituita da conci squadrati in pietra trachitica che creano una certa vi-vacità di colori, in passato culminava con un campanile a vela di cui oggi restano solo i conci basali, essendo stato distrutto da un fulmine nel 1963, ma le campane erano già assenti perché a quanto sembra furono trafugate nel 1800. Al centro della facciata appare un circolo bicromo a raggi radianti e al suo fianco si può notare un concio di dimensioni maggiori con una scritta, ormai consumata dal tempo in cui è incisa l’e-spressione in nomine Domini et Marie (nel nome del Signore e di Maria). Nella facciata, alle due estremità, sono presenti due bacini, in origine ceramici riportati poi orizzontalmente anche nella parte superiore rifinita da un’archeggiatura che accompagna tutti i lati. All’interno le due navate presentano una volta a botte. Per quanto riguarda l’arredo, nella navata maggiore è presente un unico altare sovrastato da un croci-fisso ligneo, mentre nell’abside minore, in una nicchia, sta la piccola statua di Sant’Anna con Maria bambina, rinvenuta nelle campagne circostanti.

Serdiana

Chiesa di

Santa Maria di Sibiola

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Chiesa Parrocchiale di

SS. SalvatoreSerdiana

La chiesa parrocchiale dedi-cata al Santissimo Salvatore fu edificata in una delle zone alte del paese, così che po-tesse esser vista in tutta la sua struttura anche dalla strada statale. L’impianto è databile XVII-XVIII secolo ed è in stile tardo barocco mentre la fac-ciata è in stile classico anche se la struttura è stata edifica-ta in epoche diverse. Il primo impianto risale al 1610 ed è rappresentato dalla Cappella della Pietà, immediatamente dopo fu costruita la Cappel-

la del Rosario nel 1650, il cupolone fu completato nel 1770 e il campanile nel 1844. La facciata è suddivisa in quattro lesene simmetriche sormontate da capitelli, mentre ai lati si trovano due nicchie. Sopra il portale ottocentesco è presen-te una finestra a forma di lunetta e la facciata è sormontata da un timpano classicista di forma triangolare. Ai due lati si trovano le cappelle e il campanile è posizionato in fondo. Le cupole sono a pianta ottagonale e culminano con la lanterna. L’interno è caratterizzato da una pianta centrale e il soffitto è in legno e a capriate. Ai lati sorgono sei cappelle costrui-te in epoche diverse. L’altare maggiore è realizzato in marmi policromi e articolato in piani diversi, presenta alla base due scalini. In cima è presente una nicchia sorretta da quattro colonnine di marmo nero con capitelli ionici. All’interno della nicchia troviamo la statua lignea di San Salvatore. L’autore della statua è ignoto ma si pensa possa essere stata eseguita dallo stesso scultore della statua di Santa Maria, ossia An-tonio Lonis di Senorbì. Ai lati dell’altare sono presenti le due Cappelle voltate a botte della Pietà e del Rosario. L’altare è sovrastato da un dipinto di autore ignoto che rappresenta la deposizione di Cristo dalla croce. Affianco alla Cappella del Rosario si trova il pulpito del 1878 che fu commissionato da Cav. Mereu e dall’Assessore anziano Giuseppe Angius: esso è in marmo bianco, appoggiato su una lesena, ed è in stile tardo barocco. Ai lati dell’ingresso troviamo a sinistra la Pila dell’Acquasantiera, in stile romanico, proveniente dalla chiesa di Santa Maria di Sibiola e a destra la Fonte Battesimale, di scuola genovese, in marmi policromi e legno. La parte supe-riore è in legno intarsiato e riproduce la scena del Battesimo di Cristo. Nella Cappella del Sacro Cuore sono conservate le salme di Monsignor Agostino Saba e Monsignor Paolo Carta.

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Serdiana

La primavera in sardo “Su Berànu”, casa antica situata a Serdiana a pochi chilometri da Cagliari, costruita intorno al 1700, restaurata rispettando lo stile e l’architettura, adibita a museo etnografico dal proprietario Mura Giuliano, serdianese di nascita, che con grande passione sin dal 1995, chieden-do a parenti ed amici ha recuperato numerosi oggetti antichi di ogni genere che costituiscono una testimonianza preziosa della vita e della cultura popolare sarda.La collezione consta attualmente di circa 900 pezzi, tra cestini sardi, chiavi, ceramiche, brocche, piatti e utensili del lavoro contadino e artigiano.Di notevole interesse un mortaio in marmo calcare realizzato interamente a mano risalente al 1820/30 che veniva utilizzato per pestare i cereali.

Aperto esclusivamente la giornata del 27 maggio

Museo Etnografico

Su Berànu

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Casa Spada

La casa Spada è ubicata nel centro storico, ha una superficie di 600 mq. e 200 mq. di coperto articolato su due livelli. Si tratta di una casa a doppia corte di tipo campidanese, in terra cruda, forse di impianto settecentesco, ampliata e rimaneg-giata nei primi anni del 900. L’acquisizione della struttura ed il successivo restauro sono stati voluti dall’Amministrazione comunale allo scopo di farne il luogo della memoria.L’edificio al momento dell’acquisto versava in cattivo stato di conservazione. Il restauro ha rispettato le stratigrafie storiche e lasciato tracce leggibili delle diverse fasi costruttive. Nel cor-so dei lavori, per ragioni di funzionalità, sono stati realizzati nuovi ambienti assolutamente rispettosi dei caratteri dell’ar-chitettura storico tradizionale, sia nella scelta dei materiali che delle tecniche costruttive.La casa propone arredi e utensili e permette a chi la visita di osservare le tracce della vecchia civiltà contadina e, con gli ausili introdotti, la storia passata e recente di Soleminis. L’in-sieme appare armonico e per il visitatore è facile distinguere il vecchio dal nuovo, osservare i manufatti esposti senza l’au-silio di etichette o didascalie. L’ospite può sfogliare il libro che racconta la nascita e l’evoluzione del paese, può ascoltare dalla viva voce di anziani esperienze di vita, il lavoro conta-dino e quello domestico, la festa ed il lutto, la religiosità e le superstizioni. La speranza è regalare un’emozione, di vivere con naturalezza in un ambiente che ti sembra di conoscere, dove immagini di vivere, di raccontare storie, protetto dentro un mondo che riscopre ritmi naturali.

Soleminis

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La chiesa di San Giacomo è l’unico edificio, ovviamente di-verso da come lo conosciamo oggi, sopravvis-suto alla rovina dei villaggi pre-senti nel nostro territorio. Nel pe-riodo medioeva-le le notizie risal-gono alla metà del trecento. Sappiamo infatti che era rettore “ecclesie ville Solemini” il pre-sbitero Bona-nato. La chiesa risulta esistente nel 1637 nel do-cumento di presa in possesso del feudo, quando il paese era ancora spopolato. Il paese fu rifondato nel 1673 e da subito risultano celebrati matrimoni ed altri sacramenti. Nei conti del-le cause pie di fine seicento risultano diverse spese per lavori sulla parrocchiale. Negli anni 1701/1705 sono documentate le spese per ampliare la chiesa ormai troppo piccola e inido-nea. Infatti nel 1705, esattamente il 23 giugno, fu benedet-to il nuovo tempio. Quindi si possono ipotizzare diverse fasi costruttive: la prima riguarda la navata con gli archi a sesto acuto in stile tardo gotico, coperta a capriate, che dovrebbe essere sorta su un preesistente impianto romanico, teoria so-stenuta dalla presenza della porticina laterale rappresentativa di quel periodo. Successivamente furono realizzati i contraf-forti, il vano voltato a botte del presbiterio e la sacrestia. Per il campanile si ipotizza la costruzione a metà settecento. In epoca successiva sono poi documentati numerosi interventi di restauro. La chiesa contiene anche diverse opere d’arte: l’altare mar-moreo, il fonte battesimale, il simulacro di S. Giacomo, il cro-cifisso della confraternita del SS. Rosario, due pitture su tela e un ricco corredi di argenti. Si tratta di opere datate da fine seicento a fine ottocento, parte di un patrimonio ben più co-spicuo, scampate all’incuria del tempo.

Soleminis

Chiesa Parrocchiale di

San Giacomo Maggiore

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