Dodici | Esperienze non lineari del tempo. Brochure per download
-
Upload
simona-materazzini -
Category
Documents
-
view
226 -
download
3
description
Transcript of Dodici | Esperienze non lineari del tempo. Brochure per download
Lettura di brevi brani a tre voci. Tratti da:
J. T. Fraser, Il tempo: una presenza sconosciuta (da Time. The Familiar Stranger, 1987) Feltrinelli, Milano 1991;
Sigmund Freud, L’ interpretazione dei sogni, (da Die Traumdeutung, 1899) Boringhieri, Torino 1973;
Georges I. Gurdjiev, I racconti di Belzebù a suo nipote: critica oggettivamente imparziale degli uomini (da Récits de Belzébuth à son petit-fils, 1976 ) Neri Pozza, Vicenza 1999;
Ernst Jünger, Il libro dell'orologio a polvere, (da Das Sanduhrbuch, 1954), Adelphi Edizioni, Milano 1994;
Thomas Mann, Doctor Faustus. La vita del compositore tedesco Adrian Leverkühn narrata da un amico, (da Doctor Faustus. Das Leben des deutschen Tonsetzers Adrian Leverkühn erzählt von einem Freunde, 1947) Mondadori, Cles (Tn) 2009;
Chris Marker, Sans Soleil, 1983.
Cinzia Delnevo vive e lavora tra Bologna e Venezia. Da alcuni anni molte sue opere esigono un diretto coinvolgimento dello spettatore o prendono forma attraverso atti performativi o azioni che la coinvolgono in prima persona. Si è recentemente specializzata in Progettazione e Produzione delle arti visive all’Università Iuav di Venezia. Tra i suoi lavori recenti ricordiamo: Still life (natura morta) un passaggio, installazione site specific all’interno di Oltre lo spec-chio a cura di Elisabetta Modena, Castello di Pico, Mirandola, Modena; Jamais Vu, installazione site specific all’interno di Here we are Il luogo è sempre specifico, a cura di Martina Angelotti, Padiglione Arte Contemporanea, Ferrara; In at-tesa di un’annunciazione, performance, Fondamenta San Felice, Venezia.
L'artista ringraziaFrancesca Adami, Marzia Bedotti, Roberta Bernasconi, Elisa Bianchi, Silvia Can-
diani, Paola Casotti, Viviana Checchia, Nicola Dessì, Laura Di Nicolantonio, Andrea Esposito, Mariaelena Fantoni, Bruno Frati, Nicola Frati, Linda Fregni Nagler, Francesca Gatti, Salvatore Lauriola, Simona Materazzini, Matteo Mezzadri, Elisabetta Modena, D Nova, Nilde Paolella, Gilberto Pellizzola, Cesare Pietroiusti, Leonardo Punginelli, Veronica Romitelli, Marco Scotti, Federica Zabarri.
Dodici / Nessuna nota libera, 2011
Frame da video
Progetto per performance (Dodici movimenti per clepsamia e contrabbasso) e video (Dodici | Nessuna
Ogni volta che le sue palpebre si aprono appare un universo, 2011(dettaglio)
Ogni volta che le sue palpebre si aprono appare un universoInstallazione audio, 2011
Certo è che un “Duo per clessidra e contrabbasso” rappresenta un accadimento assolutamente insolito nella storia della musica.
C’è, per certi aspetti, un precedente ma concerne il metronomo che è però un con-gegno ausiliare più intimamente legato alla sensibilità dei musicisti in quanto serve loro per battere il tempo. La clessidra, invece, il tempo lo misura nel suo fluire e finisce per essere un simbolo della caducità umana e quindi di morte.
A rendere protagonista di un’opera musicale il metronomo fu il compositore ung-herese Gyorgy Ligeti nel suo “Poème Symphonique for 100 Metronomes” del 1962: ne mise insieme per l’appunto un tal numero per l’esecuzione. Ma Ligeti, per sua stessa ammissione, agli inizi degli anni sessanta era divenuto membro del movimento d’arte contemporanea Fluxus.
In un “duo” tradizionalmente concepito è, di solito, il pianoforte ad assumere il ruolo di sostegno armonico lasciando allo strumento solista – ad arco o a fiato – quello di esprimere la melodia, pur senza precludersi lo spazio di cantarla a sua volta.
Del tutto diverso è quel che avviene nella performance di Cinzia Delnevo, dove il contrabbassista stenta a ritagliarsi il suo spazio nei brevissimi intervalli in cui la clessidra viene di continuo capovolta. È una lotta spietata tra lo scor-rere della sabbia nella clessidra ed il suo inesorabile scandire del tempo che ne prefigura la fine e la strenua volontà del contrabbassista di non vedersi ridotto al silenzio. Il suo palese isterismo, non si sa come, è però contagioso perché riesce a coinvolgere quasi in sincronia la sua stessa partner.
Sta di fatto che la clessidra è uno strumento che lo sguardo lo attira in modo che, alle volte, si potrebbe definire finanche morboso: quasi in purezza, per la sua magica capacità di incantare. E va pur detto che raggiungere la “purezza” dello sguardo non è difficile, è impossibile: è stato Walter Benjamin ad affermarlo.
Apparentemente è silenziosa la clessidra ma può capitare che chi osserva, quasi ipnotizzato, lo scorrere della sabbia – o dell’acqua – che ne costituiscono il contenuto, tenda mentalmente, se non nell’incoscio, a carpirne addirittura il suono. Non c’è, infatti, cosa al mondo che, in movimento, non produca un suono: anche il vento.
Fra i trucchi del “virtuoso”, in musica, vi è quello, preminente, di dissimulare le fatiche dell’esecuzione e ciò proprio allo scopo di sbalordire lo spettatore. Ma non è questo il caso del nostro contrabbassista che palesemente non riesce infatti a nascondere il nervosismo che, come si è detto, gli deriva dai tempi strettissimi che spietatamente gli vengono imposti da chi capovolge la cles-sidra. Viene spontaneo perciò schierarsi dalla sua parte, del contrabbassista ben s’intende, quasi immedesimandosi nelle sue difficoltà. Nel caso di uno strumento ad arco l’intensità del suono è legata alla forza con cui vengono
sfregate, o pizzicate, le corde. Cosicché, in questa strana occasione, quasi ci aspettiamo – forse inconsapevolmente – che il suono diventi sempre più la-bile, fin quasi a scomparire. Quasi come se il contrabbassista, alla fine libera-tosi dall’incombente costrizione della implacabile clessidra, dovesse poi con-tinuare a suonare all’infinito il suo strumento ma senza che sia più possibile percepirne il suono così come stentiamo a percepire quello della clessidra.
Un po’ come l’equivalente di certe frasi non dette che, a teatro, contribuiscono a creare il fascino di uno spettacolo. E’ così del resto anche nel caso della compo-sizione di Ligeti con i suoi cento metronomi che, nell’armonica complessità dell’ esecuzione, spengono gradualmente uno dopo l’altro il loro tic tac fin quando l’ultimo non lascia l’uditorio nell’emozione del silenzio.
E’ nelle “partiture” – o nelle “parti staccate” con cui nell’antichità le opere venivano diffuse – che è racchiuso un testo musicale nella forma che gli ha dato il suo au-tore. Ed è proprio alle partiture che la prassi esecutiva deve fare costante riferi-mento nel suo infinito evolversi.
Sicché è da intendersi come un dichiarato gesto di protesta quello del contrabbass-ista – nella performance dal vivo – di trascrivere su fogli di carta le note che suona.
Quasi nel chiaro intento di eternarle a dispetto della spietata clessidra e del suo in-esorabile scandire. Ma, forse è proprio a causa della clessidra, dalla lugubre sim-bologia, che ha preso una piega troppo triste il nostro discorso.
Per riscattarcene, basti qui accennare al bel titolo di un recente (2007) libro del diret-tore d’orchestra Daniel Baremboim che, in traduzione italiana, così perentoria-mente afferma:
�� ������ ������� �� �����
In questo suo testo l’autore mette in precisa evidenza che: “Il musicista che pro-duce un suono lo porta in senso stretto nel mondo fisico. Inoltre, a meno che non applichi altra energia, il suono morirà. Ogni singola nota ha un suo tempo di vita, che non è infinito. La terminologia è chiara: la nota muore.” Ed ag-giunge, Baremboim, che: “[…] qui forse troviamo la prima indicazione chiara circa il contenuto della musica: la dissolvenza del suono in silenzio è la defi-nizione stessa del suo limite spazio-temporale” facendone scaturire una sua deduzione: “[…] la musica è lo specchio della vita: entrambe cominciano dal nulla e finiscono nel nulla”.
L’ introduzione della clessidra quale partner di un ortodosso musicista – che ab-biamo definito innovativa – non è poi così eccentrica come potrebbe apparire a prima vista.
Viviana Checchia - curatrice e critica
� ⌛I didn't want to make it visible
� ⌛� ⌛ � ⌛
�
⌛
La performance vede l’artista impegnata nel ruotare una clessidra di sabbia ogni volta che essa ha terminato il suo ciclo per un numero di dodici movimenti. Nel breve arco di tempo che passa da quando la clessidra termina a quando questa viene rimessa in funzione al musicista invitato è chiesto di scegliere cosa e come suonare, rispettando il tempo a lui concesso. Questo tempo è poco più di un attimo se confrontato col tempo dell'attesa che lo segue o lo precede. Soltanto dopo avere eseguito ogni movimento il musicista può scrivere le note, i suoni o i rumori da lui prodotti sopra uno speciale pentagramma*.
*Breve nota sul pentagrammaQuesto speciale pentagramma, è formato da 5 linee rette curvate
e unite fino a fargli assumere una forma non lineare. Il pentagramma è stampato su 12 fogli di carta bianca 30 x 30 cm.
Dodici movimenti per clepsamia e contrabbassoPerformace, 2009-2011
nota libera), 2011
Matita e chine su carta, 49 x 41, 5 cm
Vista dell'installazione Museo Casa Ariosto Ferrara
Cinzia DelnevoDodici / Esperienze non lineari del tempoMuseo Casa Ariosto Ferrara, Giugno - Settembre 2011
Consulente Scientifico Marco ScottiProgetto grafico Simona Materazzini Testo critico I didn't want to make it visible Viviana ChecchiaContrabbasso Dodici / Nessuna nota libera e Dodici movimenti per
clepsamia e contrabbasso Salvatore LauriolaInterpreti in Ogni volta che le sue palpebre si aprono appare un
universo Nicola Dessì, D Nova, Cesare Pietroiusti.Supporto tecnico e operativo video Dodici / Nessuna nota libera
Matteo MezzadriUfficio Stampa Elisa Bianchi
In collaborazione con Il Mestiere delle Arti Corso di formazione avanzata per giovani artisti
Promozione e finanziamento: Ministero della Gioventù Regione Emilia Romagna – Assessorato Progetto Giovani
Ideazione e gestione: Associazione Giovani Artisti dell’Emilia Romagna (GA/ER), Comune di Ferrara – Assessorato Cultura, Turismo e Giovani, CPF – Consorzio Provinciale Formazione Ferrara con la collaborazione di Amministrazione Provinciale di Ferrara - Assessorato al Progetto Giovani
Responsabile: Paola CasottiCuratore artistico: Gilberto PellizzolaCoordinazione didattica: Elisa Bianchi Consulente: Mara CristoforiProgetto Grafico Mestiere delle Arti: Federica Zabarri
www.dodiciesperienze.com [email protected]
Stampato a Venezia da CompuService giugno 2011
a J.T. Fraser, Il tempo: una presenza sconosciuta, Feltrinelli Editore, Milano 1991.
b A.a.V.v., Filosofia della fisica, a cura di G.Boniolo, Bruno Mondadori, Milano 2000.
c A.a.V.a., Enciclopedia delle scienze, Garzanti, Milano 2007.
d Lawrence M. Krauss, Dietro lo specchio, Il misterioso fascino delle dimensioni addizionali, da Platone alla teoria delle stringhe e oltre, Codice Edizioni, Torino 2007.
e¹ Philippe De la Cotardiere, Dizionario di astronomia, Gremese Editore, Roma 1995.
e² Philippe De la Cotardiere, Dizionario di astronomia, Gremese Editore, Roma 1995.
f ¹ A.a.V.v., Filosofia della fisica, a cura di G.Boniolo, Bruno Mondadori, Milano 2000.
f ² A.a.V.v., Enciclopedia delle scienze, Garzanti, Milano 2007.
g¹ /² Corinne Morel, Dizionario dei simboli, dei miti e delle credenze, Giunti Editore, Firenze 2006.
Dodici movimenti per clepsamia e contrabbasso è stata performata davanti ad una telecamera nella mattinata del 3 maggio 2011 nella prima stanza a sinistra del Museo Casa Ariosto. Le finestre erano aperte e dentro Casa Ariosto era presente il custode del museo e un’operatore per video e fotografie.
Il montaggio effettuato sulla ripresa originale ha apportato variazioni solo per ciò che concerne la sua durata interna ed intera. Ad ogni azione (attesa e movimento) è attribuita la stessa importanza temporale: 12 secondi ciascuno. La timeline è stata divisa in uno schema ripetitivo di 24 segmenti con durate identiche. La durata totale della performance nel video diviene quella della durata della clessidra utilizzata durante la performance.
Dodici / Nessuna nota libera Video dvd hd colore e suono, 2011
� ⌛
a [..
.] un
a lin
ea r
etta
è u
n og
gett
o ge
omet
rico
priv
o di
la
rghe
zza,
con
sol
o du
e di
rezi
oni
oppo
ste.
Risp
etto
a
qual
siasi
punt
o de
lla l
inea
, qu
este
due
dire
zion
i so
no
simm
etric
he; s
ono
indi
stin
gubi
li. C
osì,
una
linea
è u
na
rapp
rese
ntaz
ione
inad
egua
ta d
ell’e
sper
ienz
a um
ana
del
tem
po, c
he o
pera
una
dist
inzi
one
nett
a tr
a il
futu
ro, i
l pa
ssat
o e
il pr
esen
te. S
i riv
elò
però
ade
guat
a pe
r rap
pre-
sent
are
il te
mpo
nel
mon
do fi
sico.
b [..
.] la
curv
atur
a ne
l cas
o de
lla re
lativ
ità g
enera
le è u
na cu
r-va
tura
dello
spaz
iotem
po e
non,
com
e err
onea
men
te m
olti i
nten
-do
no, d
ello s
pazi
o solo
. È l’i
nter
o co
ntin
uo sp
azio
tem
pora
le
che
si in
curv
a in
un
dato
mod
o a
caus
a di
una
dat
a di
s-tr
ibuz
ione
di m
ater
ia-e
nerg
ia e
non
solo
lo sp
azio
.
c La
mol
tiplic
azio
ne g
ode
delle
pro
prie
tà a
ssoc
iativ
a e
com
mut
ativ
a e
inol
tre
della
pro
prie
tà d
istrib
utiv
a ris
-pe
tto
all'a
ddiz
ione
. Lo
ste
sso
simbo
lo p
uò d
enot
are
oper
azio
ni in
insie
mi q
ualu
nque
, per
le q
uali
di v
olta
in
volta
si p
ostu
lano
tutt
e o
in p
arte
le p
ropr
ietà
del
la m
ol-
tiplic
azio
ne t
ra i
num
eri,
in p
artic
olar
e un
a de
lle o
per-
azio
ni d
i un
anel
lo.
d Si
ngol
arità
: ge
nera
lmen
te d
escr
ive
le c
arat
teris
tiche
m
atem
atic
he d
i qua
lsivo
glia
qua
ntità
che
può
cre
scer
e al
l’infi
nito
. Se
rifer
ita a
pun
ti de
llo sp
azio
, una
sing
olar
-ità
indi
ca u
na re
gion
e de
llo sp
azio
in c
ui la
den
sità
della
m
ater
ia e
del
l’ene
rgia
cre
sce
all’i
nfini
to, c
osic
ché
non
è pi
ù po
ssib
ile a
pplic
arvi
le le
ggi c
lass
iche
del
la re
lativ
ità
gene
rale
.
e¹
Dop
pia:
[in
ast
rono
mia
] in
siem
e di
due
ste
lle c
he a
p-pa
iono
est
rem
amen
te r
avvi
cina
te n
el c
ielo
. Ta
lvol
ta,
l’avv
icin
amen
to è
pro
voca
to d
a un
sem
plic
e ef
fett
o di
pr
ospe
ttiv
a, in
qua
nto
le c
ompo
nent
i si t
rova
no in
re-
altà
a d
elle
dist
anze
mol
to d
iffer
enti
dalla
Ter
ra: s
i par
la
in q
uest
o ca
so d
i cop
pie o
ttich
e. M
a, n
ella
mag
gior
par
te
dei c
asi,
sopr
attu
tto
allo
rché
lo s
dopp
iam
ento
si r
ivel
a di
ffici
le, l
e co
mpo
nent
i son
o le
gate
dal
la lo
ro re
cipr
oca
atte
nzio
ne e
ruot
ano
ognu
na at
torn
o al
cent
ro d
i gra
vità
de
l sist
ema f
orm
ando
una
stel
la d
oppi
a fisi
ca (o
bin
aria
). Q
uand
o le
com
pone
nti
sono
sep
arab
ili m
edia
nte
os-
serv
azio
ni v
isual
i al c
anno
cchi
ale
o al
tele
scop
io, s
i par
la
di st
elle
dop
pie
visu
ali.
e²
Dist
orsio
ne: a
berr
azio
ne g
eom
etric
a ch
e si
man
ifest
a co
n un
a de
form
azio
ne d
ell’im
mag
ine
di u
na q
uadr
etta
tura
.
Nel
la di
stor
sione
a ba
rilot
to, le
line
e ret
te ch
e non
pas
sano
pe
r l’as
se o
ttic
o o
il ce
ntro
del
l’imm
agin
e so
no ri
prod
otte
co
n un
a con
cavi
tà ri
volta
vers
o il
cent
ro e
che c
resc
e con
la
dist
anza
da q
uest
o; n
ella
dist
orsio
ne a
cusc
ino,
le lin
ee re
tte
che
non
pass
ano
per l
’asse
ott
ico
o il
cent
ro d
ell’im
mag
ine
sono
ripr
odot
te co
n un
a con
vess
ità ri
volta
vers
o il
cent
ro e
ch
e cre
sce c
on la
dist
anza
da q
uest
o.
f¹ I
l div
enire
è st
ato
di v
olta
in v
olta
iden
tifica
to c
on il
di-
veni
r rea
le, di
veni
r pre
sente,
ven
ire in
esist
enza
, div
enir
logica
-m
ente
deter
min
ato [
...],
dive
nir c
asua
lmen
te de
term
inat
o [...
], at
tual
izza
rsi e
cos
ì vi
a. L
e di
stin
zion
i so
stan
zial
i so
no
dete
rmin
ate
da d
iffer
enti
conc
ezio
ni m
etafi
siche
del
te
mpo
. Gia
cché
un
prim
o pu
nto
fond
amen
tale
è: Q
ual’è
il
sogg
etto
del
div
enire
?, Ch
e cos
a es
atta
men
te d
ivie
ne?
f² C
on il
term
ine c
aos s
i ind
ica g
ener
icam
ente
la n
atur
a glo
-ba
le d
ei si
stem
i com
ples
si. L
o st
udio
del
cao
s ha
orig
ini
rela
tivam
ente
rec
enti
e co
stitu
isce
un’at
tività
inte
rdis-
cipl
inar
e in
qua
nto
rigua
rda
le s
ituaz
ioni
com
ples
se d
i qu
alsia
si se
ttor
e sc
ient
ifico
, dal
la t
urbo
lenz
a ne
i flui
di
alle
flut
tuaz
ioni
del
le p
opol
azio
ni,
alle
att
ività
ele
t-tr
iche
del
cuo
re e
del
cer
vello
. Nel
le s
ituaz
ioni
app
ar-
ente
men
te p
iù c
ompl
esse
e ir
rego
lari
sono
stat
e ril
evat
e so
rpre
nden
ti re
gola
rità
graz
ie a
ll'im
pieg
o di
teor
ie n
on
trad
izio
nali
(p.e
. cat
astr
ofi, f
ratt
ali e
cc.).
g¹ I
l dod
ici s
egna
l’in
gres
so n
ella
pub
ertà
e d
unqu
e in
duce
g² l
’idea
di u
na tr
asfo
rmaz
ione
radi
cale
[...c
he] s
i fon
da su
un
pas
sagg
io m
olto
diffi
cile
e fa
ticos
o ch
e è
il so
lo c
he
davv
ero
port
a a
cres
cere
. È p
er q
uest
o ch
e il
dodi
ci tr
a-du
ce im
plic
itam
ente
gli
osta
coli,
i pa
ssag
gi d
iffici
li, g
li en
igm
i da
risol
vere
. Nel
la m
aggi
or p
arte
del
le so
ciet
à, i
riti i
nizi
atic
i, de
stin
ati a
far a
cced
ere a
llo st
ato
di ad
ulto
, si
prat
ican
o ne
l dod
ices
imo
anno
di e
tà.