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F.N.A.S.A. Federazione Nazionale delle Associazioni delle Scuole Autonome - Statuto del 2001- Sede legale : Via dei Prefetti 47 - Roma - c/o ANCI - Sede Operativa: c/o ITIS A. Volta, Passaggio dei Picciotti 1, 90123 Palermo Tel. 091 6494211 - 091 6494216 - fax 091 474126 - sito web: www.associazionescuole.it - e-mail: [email protected] La Letterina, settimanale on line dell’A.S.A.Si. Sicilia - Rete delle scuole autonome della Sicilia - Statuto del 29.01.2003 dal notaio La Fata di Palermo - Direttore Responsabile: Giuseppe Luca - Iscrizione al registro del Tribunale di Palermo II sez. civile al n.8/2010 1

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“Amicus Plato, sed magis amica veritas”

– La Letterina n. 421 – giovedì 8 gennaio 2015 –

AL DIRIGENTE SCOLASTICOALL’ALBO

AL DIRETTORE SGAAL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO D’ISTITUTO

CHI BEN COMINCIA

Eccoci alla ripresa delle attività scolastiche dopo la pausa delle vacanze natalizie, trascorse in famiglia nel susseguirsi di feste e appuntamenti.Ritornare a scuola pesa un po’, ma è

necessario riprendere il ritmo che sarà intenso sin dai primi giorni con le imminenti scadenze della fine del quadrimestre e quindi riunioni per gli scrutini e le iniziative di orientamento e l’intenso periodo delle iscrizioni che impegna i primi due mesi del nuovo anno solare.Il 2015, anno che ricorda la grande guerra del 1915-’18 arriva carico di memorie, di attese e di speranze. L’elezione del nuovo Presidente della Repubblica sarà una tappa importante nella storia repubblicana, come pure il semestre estivo dell’Expo che pone l’Italia all’attenzione del mondo intero.Nella scuola le innovazioni muovono i primi passi attraverso il processo di autovalutazione, scandendo le tappe di un cammino che tende verso la “buona scuola”. Sarà notevole l’impegno dei docenti coinvolti nei nuclei d’istituto, promotori e artefici della non facile autovalutazione secondo le indicazioni previste nel RAV (Rapporto di autovalutazione)

che prevede l’analisi del contesto, dei processi, e le indicazioni delle pratiche educative, didattiche, gestionali e organizzative.Una particolare attenzione merita il prossimo concorso per dirigenti che impegnerà quanti desiderano dare alla scuola un nuovo impulso nella direzione della qualità e dell’efficienza.Il 2015 sarà l’anno dei grandi numeri d’immissione in ruolo di docenti, con l’auspicio di una migliore efficienza nella pianificazione dei servizi scolastici.In questo numero ricordiamo un preside educatore, Salvatore Cuccia, al quale è stato intitolato l’auditorium del Liceo Classico “N. Spedalieri” di Catania e il provveditore Vito Cardella che la notte di capodanno ha brindato in cielo. Gli articoli sull’Invalsi, sull’efficacia dei PON animano un dibattito che vorremmo sempre più coinvolgente tra gli operatori scolastici.Lodevole iniziativa è stata avviata nella provincia di Messina, dove si è costituito un sodalizio tra i presidi in pensione, non per nostalgia, ma per dare ancora un efficace contributo alla scuola che cresce.Rinnoviamo gli auguri per il nuovo anno con un messaggio di operatività.

Giuseppe Adernò [email protected]

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Arriva il Nuovo AnnoAccoglilo con gioia, è un dono

Innaffialo con il Tuo entusiasmoCustodiscilo dalle contrarietà

con il Tuo amore.Coltivalo con la Tua operositàRaccoglierai frutti copiosi e

segni di bontà.Ed ogni tuo gesto di amore

ti renderà più ricco. Giuseppe Adernò

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UN PRESIDE EDUCATORE: SALVATORE CUCCIA

L’INVALSI RESTA A META’ DEL GUADO

MA I PON SERVONO A QUALCOSA? (Daniela Crimi)

LE PROVE DI INVALSI DI MATEMATICA NELLA SCUOLA ITALIANA (Intervento di Paolo Boero al seminario di Roma)

L’ASSENZA DEI PADRI (Giuseppe Alesi)

L’AUTONOMIA SCOLASTICA TRA ANGELI E DEMONI (Gaetano Bonaccorso)

VERSO LA BUONA SCUOLA – Riflessioni e commenti

LA BUONA SCUOLA, LA CONSULTAZIONE ON LINE LANCIATA DAL GOVERNO (Roberto Tripodi)

NOTIZIE DI VITA SCOLASTICA

RICORDO DELL'EX PROVVEDITORE AGLI STUDI DI CATANIA VITO CARDELLA

LA FORMAZIONE PER I FUTURI DIRIGENTI

I PRESIDI SI ORGANIZZANO IN SODALIZIO (Claudio Stazzone)

CONTENZIOSO: La rubrica sui conflitti della scuola.

DISTACCO PER MOTIVI DI STUDIO ( Roberto Tripodi)

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Intitolazione dell’auditorium del Liceo classico “N.Spedalieri” al preside Salvatore Cuccia

L’antica collina di Montevergine che sovrastava il centro storico della vecchia Catania nel tempo si è costituita in “acropoli della cultura classica ” con la presenza delle istituzioni universitarie e del liceo classico, intitolato a Nicola Spedalieri.Il Preside Salvatore Cuccia, nato a Pantelleria nel 1925, è stato preside del Liceo “Spedalieri” dal 1973 al 1990. Ha vissuto e “governato” le stagioni dei Decreti delegati e della contestazione studentesca, imprimendo alla “sua” scuola un marchio di democrazia, di partecipazione, di responsabilità e d’impegno.Numerosi ex alunni, ed ex docenti del nobile liceo catanese si sono incontrati in occasione dell’intitolazione dell’aula magna al preside Cuccia e dalle testimonianze spontanee e sincere degli intervenuti è emersa solida e chiara la statura pedagogica del preside “che conosceva tutti i suoi studenti e li chiamava tutti per nome”.L’attuale dirigente scolastico, Alfio Pennisi, ha organizzato insieme alla famiglia Cuccia un concorso tra gli studenti e l’assegnazione delle tre borse di studio per i vincitori è avvenuta nell’ambito di un convegno nel corso del quale è stata tratteggiata la figura del preside Cuccia come uomo, intellettuale, educatore, esaltando anche il suo impegno civile, inteso come religiosità laica“. Sono intervenuti: la vice preside prof.ssa Graziella

La Pergola, il prof. Andrea Manganaro ed il prof, Giuseppe Pezzino dell’Università di Catania Nella sua carriera il preside Cuccia è stato Assistente universitario alla cattedra di Filosofia Teoretica, e quindi preside nei licei classici di Acireale, Ragusa, Modica e Paternò e poi all’Istituto magistrale “Lombardo Radice” di Catania.Dal 1975 al 1980 è stato anche consigliere alla Provincia di Catania e dell’Accademia delle Belle arti di Catania.Nel biglietto d’invito è stata riproposta una foto con tutto il corpo docente di allora, documento storico e immagine della scuola di ieri, molto diversa da quella di oggi.Durante il convegno sono state proiettate diverse immagini della scuola di ieri e le testimonianze degli amici d’un tempo.Le assemblee degli studenti avvenivano nel cortile per mancanza di spazi ed ora che si è realizzata l’aula magna, l’averla intitolata al preside, che ha lasciato un solco indelebile nella storia del liceo, è stato da tutti considerato un atto doveroso. La targa con il suo nome costituisce un monito per gli studenti di oggi ed una lezione di vita per uno studio serio e responsabile. Il preside Cuccia ha interpretato il ruolo del preside stando con i ragazzi, credendo in loro, aiutandoli a

UN PRESIDE EDUCATORE: SALVATORE CUCCIA

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riflettere e a pensare. La collaborazione con i docenti era molto sentita e prima di decidere ascoltava i diversi consigli e pareri. La presidenza era sempre aperta e spesso lo s’incontrava nei corridoi e al mattino all’ingresso per accogliere gli studenti.Quale vero educatore alla libertà, alla partecipazione e alla collaborazione per la

costruzione di una scuola di qualità, la memoria del Preside Cuccia, costituisce un monito e un modello anche per le nuove generazioni dei dirigenti scolastici di oggi, i quali, soffocati della burocrazia degli adempimenti, a volte, trascurano la materia prima della scuola che sono, appunto, gli studenti.

Giuseppe Adernò

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Taglio del nastro. I familiari, il Rettore dell’Università, il preside Pennisi, ex docenti, al centro la Vice Preside del preside Cuccia, Prof.ssa Graziella La Pergola.

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Scelta nella rosa di quattro nominativi proposti da un apposito Comitato presieduto da Tullio De Mauro, Anna Maria Ajello venne nominata dal ministro Carrozza presidente dell’INVALSI.Anna Maria Ajello, professore ordinario alla Sapienza, subentra all’economista Paolo Sestito, che torna con un incarico di prestigio in Banca d’Italia, così come Piero Cipollone era tornato al FMI e poi alla Banca d’Italia. In pratica ai dirigenti favorevoli alla valutazione del personale si era preferita una professoressa universitaria che, esponendo il suo programma, dimostrava di avere idee chiare e gradite ai sindacati: “L’Invalsi deve misurare, non valutare, e si deve fermare sulla soglia della scuola. La valutazione è un’altra cosa, è l’espressione di un giudizio rispetto a dei dati raccolti. E questo lo fa il docente. L’Invalsi è una sorta di “amico critico”. E poi: “oggi coloro che preparano le prove sono per la maggior parte persone del Centro-Nord; evidentemente al Sud c’è un minor interesse per la valutazione. Ebbene, bisogna convincere i bravi docenti a rendersi disponibili. Vogliamo conquistare i docenti del Sud!”. Il programma della presidente è quindi chiaro: l’Istituto Nazionale di Valutazione non deve valutare e ci si deve affidare alla disponibilità dei docenti. Ci chiediamo se questa signora conosca la condizione delle scuole, il livello di preparazione dei nostri studenti, i rifiuti di una parte del personale a svolgere i test, l’insubordinazione frequente, l’umiliazione del MIUR a fronte dell’anarchia regnante.

La redazione

L’INVALSI RESTA A META’ DEL GUADO

Il sottosegretario, che afferma che l’Invalsi non debba valutare il personale

La presidente Invalsi convinta che l’Istituto di valutazione non debba valutare i docenti e la scuola.

Il responsabile della fondazione TREELLE, contrario alla valutazione degli insegnanti

Il Presidente Indire Giovanni Biondi, anche lui contrario alla valutazione dei docenti

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MA I PON SERVONO A QUALCOSA?

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Il Liceo Linguistico Ninni Cassarà, come altre scuole secondarie di secondo grado della Sicilia, a seguito di presentazione del progetto PON 676 C-1- Soggiorni studio all’estero FSE-2014, è

stato beneficiario del Piano558 articolato in due moduli didattici Speaking European e Deutsch fü Europa, autorizzati dal Miur con data di scadenza il 20/12/2014 e per un totale di 95 ore di attività didattica. Obiettivo del progetto: migliorare i livelli di conoscenza e competenza dei giovani con interventi per lo sviluppo delle competenze chiave, in questo caso le competenze linguistiche in Lingua Inglese e Tedesca.Dopo una lunga e farraginosa procedura amministrativa che ha sottoposto la scuola a quasi un centinaio di atti amministrativi per gare ed avvisi di evidenza pubblica al fine di individuare le agenzie e le scuole all’estero nonché gli esperti e i docenti tutor accompagnatori, i nostri 32 alunni (16 per l’Inglese e 16 per il tedesco) delle classi V di tutte le sedi della scuola(con delibere degli Organi collegiali , abbiamo individuato alunni di tutte le sedi dell’istituto, ben sei, per assicurare una giusta rappresentanza a tutte le succursali in base al numero degli alunni iscritti) reclutati per merito, anche loro su avviso,(i migliori per media dello scrutinio finale del IV anno) hanno beneficiato di un soggiorno studio di ben 4 settimane in due scuole straniere: la Delfin English School di Londra e lo Sprachinstitut Tubinghen SIT.E’ stato il primo PON che il neonato istituto appena statizzato ha realizzato e non c’è stata occasione migliore per beneficiare dei Fondi europei.È risaputo che le amministrazioni pubbliche e i dirigenti non sanno o non vogliono gestire attività aggiuntive che caricano i responsabili di oneri spesso non compensati adeguatamente.Ciò non vale per i dirigenti scolastici che, tra tutti, sono gli unici dirigenti pubblici ad avere saputo utilizzare appropriatamente le risorse dell’Unione Europea, spesso in assoluta “solitudine” a fronte di direttori amministrativi contrari e con il solo ed unico scopo di non togliere opportunità didattiche ed educative agli alunni.Di tutti i Piani FSE che ho avuto modo di gestire nella mia esperienza di Dirigente scolastico, i C1 ,“Soggiorni studio all’estero”, sono stati in

assoluto i più proficui per gli studenti che hanno potuto beneficiare di un’occasione unica, soprattutto per un Liceo Linguistico, irripetibile, per quanto sia il nostro Istituto da sempre abituato ad esperienze di gemellaggi con scuole europee.L’occasione è stata unica,quattro settimane di studio (80 ore) in una scuola tedesca, a Tubingen, nota cittadina universitaria, con un programma ricco di escursioni, visite e attività di ogni genere, non ultime quelle ricreative e sportive, per 16 alunni che hanno perfezionato le competenze in lingua tedesca e che completeranno con una certificazione di livello B2.Lo stesso per 16 alunni che sono stati ospitati a Londra- centro in una scuola, la Delfin English School, e che lì in sede hanno sostenuto gli esami di certificazione IELTS (International English Language Testing System) è il test più popolare al mondo per certificare la conoscenza della lingua inglese e che apre numerose porte a chi intende lavorare o studiare in Italia e all'estero.Molto sarebbe da dire sul differente approccio alla didattica, centrata molto sulla padronanza delle competenze e poco sulla relazione, ma ciò rientra in un quadro culturale differente, sia inglese che tedesco, poco sensibile all’approccio empatico sul quale molto punta la cultura e la pedagogia “di casa nostra”, a buon ragione, secondo me.Prova ne è che i nostri allievi italiani non sono certamente i primi nelle classifiche europee di rendimento ma sicuramente sono tra i preferiti per accoglienza e convivialità dai compagni stranieri in occasione di Comenius e di gemellaggi.

La visita che ho personalmente effettuato nelle due scuole, anche se racchiusa in pochissimi giorni, mi ha consentito di constatare e verificare i servizi acquistati e resi e di esprimere alla fine, insieme al gruppo di coordinamento del progetto, un bilancio tra aspetti positivi e negativi al fine di migliorare possibili PON futuri.Il bilancio è senz’altro positivo e di ciò ne abbiamo contezza dal feedback diretto degli alunni e dei genitori nonché di tutto lo staff di tutor e figure coinvolte.Di ogni progetto è stato stilato un report dettagliato inserito nella piattaforma digitale di Indire che segue passo passo tutte le attività didattiche ed amministrative dei Pon, incombenza, questa, piuttosto impegnativa e spesso complicata per i

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soggetti coinvolti, compresi gli alunni, ma che consente al Ministero di monitorare in tempo reale ogni fase progettuale e di evitare, tra l’altro, anche errori procedurali. Molto apprezzabile è la chiarezza e la tempestività con cui vengono rese le informazioni dal servizio di assistenza tecnica Pon del Ministero, coordinato dal Dott. Tonino Sensi, che in tempo quasi reale risponde, senza esitazioni ed ambiguità, ai quesiti delle scuole rendendo il lavoro di noi dirigenti sicuramente più facile.È quasi istintivo il termine di paragone negativo con i progetti POR della Regione Sicilia sui quali è meglio stendere un velo pietoso per la incertezza e

la contraddittorietà delle disposizioni, anche scritte, fornite a noi dirigenti dall’autorità di gestione regionale.Peccato, perché anche quei progetti hanno fornito agli alunni delle nostre scuole importantissime opportunità didattiche ed educative, anche uniche nel loro genere, ma l’immobilismo, la lentezza e la contraddittorietà delle disposizioni amministrative regionali mi portano a dire che saranno gli ultimi che finirò, spero al più presto, di gestire.

Daniela Crimi

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Intervento di Paolo Boero al seminario INVALSI di Roma.

Intervengo come docente universitario impegnato, dal 1976, nella ricerca teorica e sperimentale

Studenti e docenti del Liceo Cassarà impegnati nei moduli didattici Speaking European e Deutsch für Europa.

LE PROVE INVALSI DI MATEMATICA NELLA SCUOLA ITALIANA

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(insieme a gruppi di insegnanti) sull’insegnamento-apprendimento della matematica nella “scuola dell’obbligo”, in collegamento con la ricerca a livello internazionale nel settore. La mia posizione, nel periodo 2002/2014, si è gradualmente modificata: da osservatore molto critico sulla somministrazione di prove INValSI con parecchi quesiti non allineati con le Indicazioni Nazionali per il Curriculum e che rischiavano di consolidare alcuni degli aspetti più negativi dell’insegnamento della matematica in Italia, a osservatore attento dei fenomeni positivi che le prove INVALSI degli ultimi anni stanno innescando nella scuola. Molti insegnanti si interrogano oggi sulle ragioni delle difficoltà dei loro allievi nelle prove e sono più attenti alle Indicazioni Nazionali per il Curriculum e alla scelta di libri di testo, esercizi ed attività in classe coerenti con esse; e si cominciano a osservare cambiamenti nella qualità delle prove preparate e somministrate nelle scuole.Cercherò quindi di evidenziare alcuni aspetti dell’evoluzione delle Prove INVALSI per la Matematica, prendendo come riferimento per gli esempi le prove per la “terza media” (per il loro effetto nelle scuole), con attenzione alle competenze per affrontarle e alla loro significatività per la matematica e per la formazione culturale del cittadino.Intervengo come ricercatore sui processi di insegnamento - apprendimento della matematica come componente della formazione culturale e scientifica. E il suo uso fuori, e dopo, la scuola (“matematica per il cittadino”). I miei criteri di analisi delle prove e della loro evoluzione sono di tre tipi:A) significatività matematica, anche in relazione alla prosecuzione degli studi fino alla maturità e oltre (a ingegneria, architettura, economia, fisica, biologia, ecc.)B) significatività operativa, per l’uso della matematica fuori della scuola e dopo la scuola, da parte di tutti gli allievi (con particolare attenzione per quelli che non proseguiranno gli studi oltre l’obbligo, e per quelli che li interromperanno prima!) C) significatività formativa, per tutti, come contributo allo sviluppo equilibrato di flessibilità, creatività e rigore intellettuale.Pongo il tema della proporzionalità: tema importante, centrale nei programmi del 1979 e in tutte le “indicazioni nazionali per il curriculum” Ecco la prova invalsi 2002, terza media: quesito

sullo schema della proporzionalità:5. Se 7 sta a 13 come x sta a 52, qual è il valore di x ? A. 7 B. 13 C. 28D. 364Significatività matematica:scarsa (schema utile, ma senza senso se non collegato a un problema da risolvere)Significatività operativa: assai scarsa, in quanto nelle professioni e nella vita quotidiana la difficoltà vera consiste nel “matematizzare” una situazione reale; quindi non viene accertato il possesso di alcun strumento per l’autonomia degli allievi di livello basso. Significatività formativa: nulla, in quanto si tratta di applicare meccanicamente uno schema rigido;(effetti inevitabili di autorizzare/incentivare, con il test nazionale, domande del genere nei test delle scuole possono essere: una immagine distorta della matematica; e, per i ragazzi più irrequieti, un accresciuto odio verso la matematica)La preparazione degli allievi al superamento di un test (internazionale, nazionale, o di scuola; con problemi aperti o con domande a risposta multipla) è una preoccupazione inevitabile per gli insegnanti a tutti i livelli scolastici e in tutti i Paesi!Il problema riguarda la qualità dei processi di insegnamento-apprendimento così attivati in relazione alla qualità delle prestazioni richieste per superare il test. Se il superamento delle prove invalsi richiede prestazioni di buona qualità, teaching to the test comporta scelte didattiche articolate su tempi lunghi, capaci di incidere in profondità sulle competenze degli allievi, quindi può influire positivamente sulla qualità della formazione degli allievi e sulla professionalità degli insegnanti. In tal senso c’è ancora parecchio lavoro da fare per migliorare la qualità dei test invalsi (soprattutto per quanto riguarda le domande “aperte”, e una spiegazione accessibile a tutti gli insegnanti del “senso” di tutte le domande, in relazione alle Indicazioni Nazionali per il Curriculum) anche tenuto conto delle conseguenze sulla qualità dei test preparati nelle scuole (oggi, spesso, scadenti, e con domande poco allineate alle Indicazioni Nazionali per il Curriculum)

Paolo Boero Scuola di Scienze Sociali e Dipartimento di

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Matematica Università di Genova

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In tempi recenti, appena mezzo secolo che storicamente e ben poca cosa, ma certo per i gaudenti dell’attimo una vera eternità, la società era ordinata in senso verticale; il padre era il Padre, il Dominus, intorno alla di lui autorità e volontà ruotava il mondo e non sempre in maniera corretta.Tanti erano i padri, oltre quello naturale, dal capufficio, al colonnello, all’insegnante maestro, al Prof; educare voleva dire severità, fare in modo che i giovani virgulti venissero su senza smancerie

di sorta, temprati, fedeli alla tradizione, con sani principi. L’arbitrio poteva certamente essere frequente, le sberle per i più piccoli volavano come anche le terribili cinghiate, le bacchettate, le umiliazioni dinanzi a tutti, per esempio e monito, a scuola gli impertinenti finivano dietro la lavagna o in ginocchio sui ceci.C’erano madri e tanti padri da tutte le parti, la società era al maschile, a casa e a scuola, l’eroe

Elena Ugolini, Consigliere del Ministro, contraria alla valutazione punitiva.

L’ASSENZA DEI PADRI

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integerrimo, forte, tenace e virtuoso, custode della giustizia, albergava nei cuore di tutti. Tra genitori e insegnanti esisteva una tacita, stretta e profonda alleanza, società e scuola erano in linea su come far crescere le nuove generazioni, come trasmettere le solide basi della tradizione, si predicavano l’onestà, la rettitudine morale, i valori e il controllo sociale era molto elevato. Tutti parlavano una stessa lingua, i giovani dovevano essere seguiti attentamente, già Platone e Aristotele rimarcavano l’opportunità di contenerne i loro impulsi sregolati, la loro voglia di profanare le regole; lo scarto generazionale, sempre esistito, era tenuto sotto stretto controllo.Devono fare la gavetta e a loro vanno tirate le orecchie frequentemente, senza indulgenze, anche per far capire chi comanda; si sentiva spesso dire: “Un giorno capirai che tutto questo è per il tuo bene, caro figlio! E poi anche tu, un domani, avrai responsabilità, famiglia e figli!”. I fuori dal coro, in forma stabile, i Lucignoli, erano pochi, si notavano subito ed erano additati da tutti.Per questo i giovani allora volevano crescere in fretta e affrancarsi velocemente, per poi finalmente comandare a loro volta ed essere liberi dai tanti divieti, dagli innumerevoli limiti, che ammettevano ben pochi ma; il matrimonio per molti era considerato una via d’uscita dalla morsa dei no, dalle proibizioni, dalla sottomissione e si assumevano responsabilità, anche gravose sfide, per raggiungere l’ambito ruolo di adulto. La logica era quella di procrastinare il piacere e di sapere aspettare.Contro i tanti padri, in molti casi veri padroni intransigenti e inflessibili, è scattata, alla fine degli anni sessanta, una epocale rivolta; gli anni tra il 1968 e il 1977 sono stati il momento dell’apice di una assordante ribellione, una vera rivoluzione per la libertà, che ha travolto tutto l’ordine costituito, la tradizione, i dogmi, le certezze. E i tanti padri da quel momento in poi, accerchiati anche dalla ribellione femminile, hanno visto affievolirsi, man mano, il loro potere; l’autorità aspramente contestata, è vacillata e poi si è quasi dissolta. La società organizzata gerarchicamente sbanda paurosamente, i tanti divieti saltano e lasciano il posto al: “Tutto è possibile!” C’e un grande entusiasmo, il paese comincia a mutare volto: da provinciale, chiuso e contadino, si avvia sul sentiero dello sviluppo industriale; l’economia tira, si intravede il benessere, lo si cerca, perché aspettare.La contestazione, euforica, dilaga in ogni dove,

dissacra e fagocita nella sua sfrenata voglia di libertà; l’autorità costituita, chi comanda e detta regole, sono ormai visti come assurdi e tirannici. La stessa tacita e stretta alleanza tra società e scuola, viene meno e passa la logica del sei politico, del subito tutto a tutti. Anche la scuola, quindi, è messa sotto accusa, perché è fortemente selettiva, allontana con intransigenza coloro che non si adeguano e non rendono come essa desidera, come gli insegnanti vogliono.“C’è stato un tempo in cui andare a scuola e pregare era la stessa cosa” scrive M. Recalcati ed è vero, tanto che in molte realtà, prima di iniziare la lezione, si pregava o si cantava il “Va pensiero” di Verdi; in quella scuola l’insegnante era l’autorità da rispettare senza se e senza ma, a lui spettava trasmettere il sapere, i valori della tradizione e del passato e il modello pedagogico dominante era quello correttivo-repressivo. Quella scuola era ordinata, stimata, selettiva, funzionante ad ascensore e pienamente corrispondente alle esigenze del momento, figlia di una società concepita a gradini. Sotto le istanze pressanti del nuovo e le critiche sferzanti, la scuola, cambia volto; si afferma la nuova linea, la scuola aperta a tutti, di massa, opportunità formativa per ogni giovane. Scende drasticamente il livello culturale degli alunni e, negli anni che seguono, pur tra tante incertezze e perplessità, si cerca di dare un nuovo assetto alla istituzione scolastica, la si desidera più democratica, aperta all’esterno, al dialogo e inclusiva.Le innovazioni travolgono la sua secolare identità, ogni regola si infrange e si afferma il principio che un diploma non si può negare ormai più a nessuno. I tempi sono rapidamente mutati, la società del benessere e dei consumi si consolida, la globalizzazione, nel bene e nel male, e internet, fanno il resto, le novità dilagano e trasformano rapidamente la vita delle persone. PC, televisori ad alta definizione, cellulari super tecnologici, navigatori satellitari sono a disposizione di chiunque, di sfrenati quanto inebetiti consumatori.Si diffonde con altrettanto vigore uno stile di vita molto disinvolto, spregiudicato, che ricerca il piacere e il facile guadagno, nessuno vuol restare indietro e così si diffondono anche gli scandali e la corruzione a tutti i livelli.Nel fare una siffatta impietosa analisi del nostro momento storico è bene non gridare allo scandalo, le vicende umane hanno visto stagioni più nere,

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l’alternanza di periodi cupi con altri più luminosi e solari è parte integrante della non facile vita dell’essere umano e l’educazione ovviamente ne ha seguito le sorti.Nel Satyricon di Petronio Arbitro a Encolpio che lamenta il degrado della scuola di retorica e della crisi che la travaglia, il maestro Agamennone risponde: “Gli insegnanti se non dicono cose che possono piacere ai ragazzi, verranno lasciati da soli nelle scuole” e successivamente: “Il biasimo se lo meritano i genitori, perché non vogliono che i

propri figli vadano avanti sorretti da principi rigorosi”. Oggi come allora, tra i giovanotti e non solo, i principi rigorosi sono poco graditi e abilmente aggirati, si ricercano scappatoie, si offrono scorciatoie e si ricercano buoni risultati con il minimo dello sforzo e chi si impegna troppo sembra non abbia capito proprio nulla di come vadano le cose nel mondo

Giuseppe Alesi

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L’AUTONOMIA SCOLASTICA, TRA ANGELI E DEMONI

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Nel lontano 1964, al Liceo Meli, all’età di 14 anni, un insegnante di religione( allora erano sacerdoti e non laici ) m’interrogò il lunedì mattina sul vangelo che avrei dovuto ascoltare alla messa della giornata precedente. Mi fece fare una brutta figura, e sebbene questo non sia servito per farmi diventare un fervente cattolico e neppure un laico che annuncia in televisione che un angelo guida da vicino ogni uomo, tuttavia capii in quell’occasione che anche l’ora di religione e il suo gestore meritavano più rispetto. L’anno dopo, nella stessa scuola, un altro docente mi mandò a posto e mi mise 2 perché un compagno aveva suggerito. Fu un eccesso, ma l’esperienza mi fece capire che dovevo essere più furbo, pronto e sicuro di me e che era meglio non fidarsi dei compagni che suggerivano. L’anno successivo, in prima liceale, l’insegnante di latino mi mandò a posto con 4 perché non avevo studiato sul libro da lui consigliato. Anche questo era un esempio di autorità imperativa con la quale bisognava fare i conti, del tutto in linea con quella che emanava la famiglia e le istituzioni sociali che in condivisione curavano l’educazione dei giovani. Essa generava certamente scontentezza ed insoddisfazione, ma costituiva una parte di quel muro rappresentato dai valori tradizionali che serviva per opporvisi e quindi per crescere. Le nostre passioni non erano tristi come quelle dei giovani di oggi, secondo il punto di vista di due psicologi, Miguel Benasayag e Gerard Schmit, autori di “L’epoca delle passioni tristi”, un libro che riprendendo una citazione del filosofo Spinoza, indaga sul senso di impotenza e d’incertezza che domina negli uomini d’oggi e caratterizza soprattutto la tendenza dei giovani a rinchiudersi in se stessi per vivere il mondo come una minaccia. Nel mondo occidentale, secondo gli psicologi , vige una crisi profonda di valori perché la fede nel progresso è stata sostituita dal futuro cupo, dalla brutalità che identifica la libertà con il dominio di sé, del proprio ambiente, degli altri. I giovani sono educati( o diseducati) verso un utilitarismo denso di permissività, di eccessive relazioni sociali, di ignoranza del problemi fondamentali della vita. La mancanza del limite, il non rispetto di qualunque forma d’autorità, la mancanza di forme credibili di autorità, in ogni campo della vita familiare,politica e sociale producono un’assenza di energia vitale, non necessariamente consapevole, che induce alla sconfitta prima ancora di combattere per la propria vita. Incurante di questi mali denunciati da esperti che lavorano sul campo, una trasmissione televisiva pochi giorni ha diffuso un messaggio che equivale ad una profezia apocalittica. La bontà regna nel mondo, dicevano, e ogni uomo ha accanto a sé un angelo che lo assiste e lo guida verso il suo giusto cammino. E non lo dicevano uomini di chiesa, ma laici( almeno all’apparenza).Rai Uno, generalmente preda di direttori cattolici, è l’emittente più sfacciatamente impegnata nella difesa dei valori cattolici, nella presentazioni di trasmissioni televisive di stampo cattolico, con una irruenza trasversale che va dai governi democratico-cristiani, al craxismo, al berlusconismo, all’attuale governo di Zorro-Renzi. E penso che non ci sia nulla di male a trasmettere ogni tanto, invece che stupide fiction, appuntamenti televisivi in grado di fare riflettere uomini e donne sui misteri che coinvolgono la religiosità umana, tra i quali la sofferenza e la morte. Anche la scuola dovrebbe, nell’ambito della sua autonomia didattica, piuttosto che preferire progetti sull’araba fenice, garantire ai giovani che la frequentano, un nucleo di ore destinate a questa problematica. Le ore di religione , come è noto a tutti, si utilizzano, per vedere film di scarso valore, invece di trattare temi di portata universale come il senso della vita, le regole, il rapporto con i genitori e col prossimo, la presenza degli angeli e dei demoni nella nostra esistenza, la morte, soprattutto oggi, in mancanza di famiglie, catechismi, ed educazione religiose mandati al macero dal progresso-regresso che ha prodotto un paese ormai irredimibile. E’ doveroso, quindi, rispondere a questi laici che assicurano la presenza di un angelo per ciascun uomo( quando nasce, quando cresce, quando diventa grande, quando sta male, quando soffre, quando sta per morire?) con questi annunci di violenza subita da bambini, da pochi mesi fino all’adolescenza.

“ Nella notte di venerdì 25 ottobre 2013, a Lecco, Nicolò Imberti , che avrebbe dovuto compiere 3 anni, è stato ucciso dalla mamma, Aicha Coulibaly, 25 anni, di origine ivoriana, che lo ha colpito mortalmente al cuore con una grossa forbice. La donna è stata

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rinchiusa nel carcere del Bassone di Como”.

“ L’11 febbraio 2014 sarebbe stata la depressione, causata anche dalla seconda separazione che stava affrontando, a spingere Michele Graziano, 37 anni, ad accoltellare a morte i suoi bambini , Elena di 9 anni e Thomas di 2 anni, avuti con due donne diverse, per poi tentare il suicidio nella sua casa a Giussano (Monza e Brianza)”.

“ Il 9 marzo 2014 Edlira Dobrushi, casalinga albanese di 37 anni , uccide a Lecco con novanta coltellate le sue tre figlie di 3, 10 e 13 anni cercando poi di tagliarsi le vene, ma senza riuscirci. La donna era disperata per la separazione in corso con il marito che era partito per l’Albania, dopo aver apertamente detto alla moglie di avere un’altra donna”.

“ Sempre nel marzo 2014 a Cosenza Daniela Falcone, 43 anni, ha ucciso il figlio undicenne e poi ha tentato il suicidio. Il ragazzino, Carmine De Santis, ha cercato di difendersi dalla furia della madre che lo stava colpendo con un coltello e un paio di forbici. È emerso dall’autopsia. Il bambino non è riuscito a sfuggire alla furia della madre perchè indossava la cintura di sicurezza”.

“ Il 15 giugno 2014 Carlo Lissi, informatico di 31 anni, uccide nella sua villa di Motta Viscont i in provincia di Milano la moglie e i suoi due figli di 5 anni e 20 mesi sgozzandoli senza pietà e poi va a vedere la partita dell’Italia. Alla base del gesto, una passione morbosa per una collega di lavoro”.

“ Il 18 luglio 2014 Massimo Maravalle, 47enne informatico, nella notte ha soffocato con un cuscino il figlio adottivo di origine russa di 5 anni nella casa di via Petrarca, a Pescara, mentre la moglie dormiva. Massimo Maravalle era affetto da psicosi atipica e assumeva regolarmente dei medicinali. Le indagini hanno stabilito che l’uomo aveva interrotto i farmaci da 4 giorni. La piccola vittima si chiamava Maxim ed era stata adottata nel maggio del 2012, un bambino tranquillo che non dava nessun tipo di problemi, tanto meno per scatenare alcuna reazione da parte del padre adottivo”.

“ Il 17 agosto 2014 Luca Giustini, ferroviere di 34 anni, ha assassinato la figlioletta di 18 mesi con cinque coltellate a Collemarino (Ancona). Lavoratore serio, padre e marito amorevole secondo colleghi, ha detto di aver agito come obbedendo ad una volontà superiore, mentre la moglie e l’altra figlia di 4 anni e mezzo erano al mare con i nonni”.

“L’uccisione di una ragazzina di 12 anni da colpita a morte dal padre, avvenuta stamane nel catanese, è solo l’ultima di un lungo elenco di omicidi compiuti per mano di padri o di madri e che hanno avuto come vittime giovani e giovanissimi”.

“ Un ragazzo di tredici anni, Simone Forconi, è stato ucciso a coltellate la sera della vigilia di Natale: è ormai certo che l’omicidio è stato commesso, al termine di una lite furibonda, dalla madre, Debora Calamai, che è già stata arrestata dai carabinieri. “Me lo volevano portare via”, ha detto la donna al momento dell’arresto facendo riferimento alle pratiche di divorzio dal marito. “Sono contenta di averlo fatto” ha detto la donna ai carabinieri. La sera della vigilia si era incontrata con il marito e pare che avessero avuto una discussione sempre in ordine all’affidamento dell’adolescente (il 30 gennaio la donna si sarebbe dovuta sottoporre a una consulenza tecnica in merito alla causa). A quanto pare, madre e figlio non avrebbero avuto una lite, ma è probabile che la donna abbia avuto paura che l’ex marito potesse portarle via Simone ed è esplosa la follia”.

Ci sarebbe, poi, il caso di Loris Stival, per il quale, chiunque sia stato il demone, l’angelo era certamente assente ingiustificato. E’ quello che , in fondo, afferma, il vescovo che ha gestito il suo funerale dicendo: “Vogliamo chiedere al Signore di accogliere tra le sue braccia il piccolo Loris, vogliamo esprimere la nostra affettuosa vicinanza ai familiari affranti dal dolore, vogliamo ascoltare da Dio parole di conforto e di speranza, e testimoniare la nostra fede nella risurrezione.

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Un bambino non può morire perché un altro essere umano si è arrogato il diritto inesistente di togliergli la vita. Come si può uccidere un bambino? Solo un folle, un pericoloso folle, può compiere un tale gesto. Un folle che deve essere fermato. Il Signore, che mi ha costituito pastore in questa Chiesa, vuole che io vi dica solo le parole della fede, le uniche che possono consolare il cuore, pur nella consapevolezza che la morte, e la morte di un bambino per violenza, rimane sempre avvolta da un’ombra di mistero. Non sono in grado di rispondere in maniera compiuta alle tante domande che la tragedia, che qui ci vede riuniti, suscita in noi. Posso dirvi, però, che Dio non è insensibile di fronte alla morte e alla sofferenza che essa provoca”. Uno dei compiti della scuola, affidatole dall’autonomia in eterna supplenza dell’incapacità educativa cui ci ha condotto la politica della ribellione alle regole e dell’edonismo, è rifiutare questa insensatezza dolciastra e ipocrita che ogni tanto s’insinua dentro le nostre coscienze colpevoli. Gli angeli sono i giovani e i demoni sono gli adulti , uomini e donne che, dominati da una reciproca insoddisfazione e lasciati liberi dal progresso –regresso di fare ciò che vogliono, scaricano sui bambini e sui figli le cariche esplosive della loro follia. La quale nasce, nella società odierna, dall’eterna lotta di genere, dall’ignoranza di se stessi e degli altri che occupa le nostre menti e i nostri cuori, quando si tratta di scegliere seriamente i compagni della nostra vita e i genitori dei nostri figli, dall’incapacità di essere soprattutto uomini e non individui. I demoni veri sono questi laici e questi cattolici che continuano a preferire la menzogna alla verità.

Gaetano Bonaccorso

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VERSO LA BUONA SCUOLA – Riflessioni e commenti

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Un successo di partecipazione che ha visto 1.300,000 accessi al sito, 200mila partecipanti ai dibattiti su tutto il territorio nazionale che si sono articolati in 40 tour  e il 67% di partecipazione degli uffici scolastici regionali.Il questionario online ha ricevuto oltre 6 milioni di risposte. La maggior parte delle risposte al questionario è arrivata dagli insegnanti (il 54%) mentre i genitori sono stati il 20%.I suggerimenti vanno dall’abilitazione al concorso, dalla formazione alla riforma degli organi collegiali, alle supplenze alle copertura di cattedre vacanti. Sono state molte le richieste di introdurre l’organico funzionale negli istituti scolastici, che dovrebbe essere utilizzato anche per il tempo pieno, per le compresenze alle elementari e per il recupero dei “debiti” nella secondaria superiore.Argomento molto sentito è quello che riguarda il percorso per l’abilitazione degli insegnanti:  il 72% vuole un percorso diverso in  cui si rafforzino le discipline di base (85%) e le lingue e il digitale (89%), mentre il nuovo concorso dovrebbe premiare di più la capacità di insegnare e la competenza disciplinare invece che curriculum, titoli e pubblicazioni.Per quanto riguarda la valutazione dei docenti, dirigenti scolastici (87%) e genitori (70%) sono i più convinti che debba servire a modificare la retribuzione mentre i docenti (64%) e gli  studenti (54%), sono meno favorevoli. Lo stipendio dei professori per il 14% dei partecipanti dovrebbe essere basato sulla sola anzianità di servizio, contro il 35 % che punta solo sul merito e il 46% che vorrebbe un sistema misto bastato su merito e anzianità. Per l’81% il merito deve contribuire alla crescita stipendiale ma non deve intaccare la collegialità di lavoro. Per quanto riguarda gli organi collegiali l’89% dei rispondenti si è detto a favore di una loro modifica. I dirigenti scolastici quelli maggiormente a favore. Tra gli altri “suggerimenti”  il rafforzamento dello studio delle lingue straniere, le competenze digitali, l’italiano e il metodo di studio

e fornire competenze di educazione civica come “cittadinanza attiva”, educazione ambientale, scoperta del territorio, educazione alimentare, competenze relazionali ed educazione all’affettività.In realtà la situazione non è proprio trionfale come la descrive il ministro. Nell'anno scolastico 2012/2013 gli studenti iscritti nelle scuole di ogni ordine grado sono stati quasi nove milioni, circa 17.500 in meno rispetto al precedente anno (solo in Sicilia 9.000 in meno). Gli alunni stranieri, in continua crescita, costituiscono poco meno del 9 per cento del totale degli iscritti.Secondo l’Istituto di statistica il successo scolastico è in totale contrasto coi risultati dei test sui livelli di apprendimento: la quasi totalità degli studenti supera gli esami di Stato a conclusione dei cicli: nell’anno scolastico 2012/2013, li ha superati il 99,7 per cento per le medie e il 98,8 per cento per le superiori. Con un picco nei licei classici e scientifici. Le studentesse ottengono tassi di successo più elevati in tutti gli indirizzi di studio e mostrano anche una maggiore propensione a proseguire gli studi dopo la scuola secondaria: quasi 62 diplomate su 100 si iscrivono all'università, a fronte del 50% dei diplomati.Cresce il gradimento per i corsi accademici dell'Alta formazione artistica e musicale (Afam), che registrano un aumento di iscritti del 7,5 per cento.Nel 2011, lavora solo il 48,8% dei diplomati del 2007; in misura maggiore i diplomati degli istituti professionali (69,5 per cento) e tecnici (60,1 per cento); gli uomini (54,7 per cento) più delle donne (43,0 per cento). In Sicilia la situazione è peggiore che nelle altre regioni. La formazione professionale privata si è dimostrata un totale fallimento, si sono buttati 280 milioni l’anno mentre la disoccupazione registrata era la più alta del Paese. Alle scuole statali sono state assegnate briciole. La regione ha speso per il proprio funzionamento le cifre scandalose illustrate nella tabella sotto allegata.

LA BUONASCUOLA, LA CONSULTAZIONE ON LINE LANCIATA DAL GOVERNO

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Ai presidi sono state date responsabilità enormi per quanto riguarda la sicurezza senza consentire poteri di spesa.Roberto Tripodi

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NOTIZIE DI VITA SCOLASTICA

RICORDO DELL'EX PROVVEDITORE AGLI STUDI DI CATANIA VITO CARDELLA

Stroncato improvvisamente da un infarto durante la notte di capodanno. Aveva 81 anni ed  è stato Provveditore di Catania e di Ragusa  negli anni 70 e 80  - Uomo di scuola, avendo iniziato al sua carriera come Maestro elementare. E’ stato sempre attento alla scuola catanese e ne ha guidato lo sviluppo. Si spegne una stella nel firmamento della scuola catanese. Lascia la moglie, due figli e diversi nipoti,ai quali vanno le più sincere condoglianze della direzione, della redazione  di Aetnanet e dell’Asasi.I funerali si terranno il 2 gennaio alle ore 15 a Catania nella chiesa della Madonna del Carmelo di Barriera.

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Uomo di scuolaIl nuovo anno era iniziato da poco, quando Vito Cardella ci ha lasciati, all'improvviso.Aveva compiuto da poco 81 anni (era nato il 6 dicembre 1933) ma ancora fino a pochi mesi fa aveva continuato a collaborare con la nostra testata.Il professore Cardella arrivava dal mondo della scuola in quando aveva iniziato a lavorare come maestro elementare, per passare poi alla carriera amministrativa.Negli anni 70 diventò provveditore, carica che ricoprì a Catania e successivamente a Ragusa.Nello stesso periodo incominciò a collaborare con Venero Girgenti, allora direttore della nostra rivista "La Tecnica della Scuola" e con il quale era legato da profonda amicizia, curando articoli e guide di legislazione scolastica.A partire dall'inizio degli anni Novanta si occupò di consulenza ai lettori con grande perizia e competenza. Ultimamente, nella rubrica "A domanda risponde", rispondeva ai quesiti dei lettori in modo semplice ma preciso e prestando sempre molta attenzione anche agli aspetti umani delle vicende dei lettori ai quali, talora, parlava anche di persona.Tra il 1998 e il 2014 ha creato e costantemente aggiornato la banca dati normativa del sito della Tecnica della scuola che rappresenta ancora oggi la più completa banca dati nel campo della legislazione scolastica.Con Vito Cardella se ne va non solo un personaggio di spicco della cultura siciliana, ma anche un grande amico della "famiglia" della nostra testata e un indiscusso amico della scuola tutta.Lascia una moglie e due figli e diversi nipoti ai quali vanno le più sincere condoglianze della direzione, della redazione e di tutti i collaboratori della Casa editrice "La Tecnica della Scuola".

I funerali si terranno il 2 gennaio alle ore 15 a Catania nella chiesa della Madonna del Carmelo di Barriera.

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LA FORMAZIONE PER I FUTURI DIRIGENTI

L’ASASi, in collaborazione con l’ANIEF, ha programmato un corso di formazione per i candidati al concorso a dirigente scolastico, che dovrebbe iniziare nel presente anno e concludersi nel 2016. L’obiettivo è quello di formare dirigenti che abbiano senso dello Stato, che vogliano mettere al centro della loro azione l’interesse generale e non quello di categoria e dirigere una scuola al servizio del Paese. Pensavamo di iniziare il corso il 17 gennaio, ma il bando non è stato pubblicato, come previsto, entro il 31 dicembre, per cui abbiamo spostato l’inizio al mese di aprile. La durata della fase "concorsuale” sarebbe di dodici mesi e quella della fase "corsuale” di sei mesi. Vi sarà una fase di sovrapposizione fra due concorsi successivi: mentre i candidati della procedura 1 svolgeranno il corso di formazione presso la SNA, quelli della procedura 2 svolgeranno le prove concorsuali per accedere al corso di formazione dell’anno successivo. La partecipazione è nazionale, senza indicazione preventiva della regione. Potranno partecipare i docenti di ruolo con almeno cinque anni di anzianità di servizio incluso quello pre-ruolo.Ai concorrenti appartenenti ad una delle categorie di cui all’art. 2-ter del Decreto legge 58/14 è riservata una quota di posti solo per coloro che avranno superato entrambe le prove scritte ed il colloquio, all’atto dell’ammissione alla fase "corsuale” della selezione. Coloro che in quella graduatoria si collocano in

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posizione utile non intaccano il numero dei posti messi a riserva.La prima prova sarà una preselezione, che si svolgerà se il numero degli aspiranti supererà il triplo dei posti messi a concorso, ma è ovvio che questo avverrà. Sarà una prova a test con risposta chiusa e sarà superata da un numero di aspiranti non superiore a tre volte quello dei posti messi a concorso. Chi supera la preselezione, svolgerà due prove scritte: una in forma di saggio, l’altra di soluzione di casi strutturati. Ad ogni prova sono assegnati fino a 100 punti ed il minimo per il superamento è di 70/100 per ciascuna. Chi supera entrambe le prove scritte sostiene un colloquio (valutato in centesimi).A coloro che avranno superato le prove saranno valutati i titoli. Punti disponibili: venti, di cui metà per i titoli culturali e metà per quelli di servizio.– La graduatoria relativa comprenderà il punteggio delle due prove scritte e del colloquio più il punteggio dei titoli. Saranno ammessi al corso di formazione presso la SNA tanti candidati quanti sono i posti messi a concorso, maggiorati del 20%.L’ASASi ha costituito un team di relatori composto da Anna Armone, Adriana Bongiorno, Giusi Buccola, Roberto Tripodi, Lucia Rovituso, Vito Lo Scrudato, Aurora Fumo, Alessandra Benanti, Giuseppe Pintaldi, Domenico Doro e Maria Rosaria Dagostino ai quali è stato anche demandato il compito di redigere un manuale per il concorso da affidare ai tipi dell’Editore Simone. Il senso del manuale è, anche in questo caso, di indirizzare i futuri dirigenti a difendere le ragioni dell’Amministrazione, di essere equilibrati nei conflitti e nel contenzioso, di gestire con fermezza e capacità il personale e le procedure organizzative e amministrative, oltre che il controllo dell’attività didattica.

ASASi.

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I PRESIDI PENSIONATI SICILIANI SI ORGANIZZANO IN SODALIZIO

"E' stata costituita, in data 19 marzo 2014, in Messina, l’Associazione “Scuola – Cultura – Società: Associazione Dirigenti Scolastici e Territorio” che vuole, al di là della denominazione che intende identificarne esclusivamente la matrice creativa, porsi sul territorio aprendosi a quanti hanno operato o operano nell’ambito della pubblica istruzione ed a quanti, pur operando in ambiti o settori diversi dall’istruzione, abbiano a condividerne gli scopi.L’Associazione, basata su principi di democraticità e liberalità, non ha scopo di lucro, confessionale o partitico, neanche in forma indiretta ed opera esclusivamente per fini di aggregazione tra i propri soci e di solidarietà sociale.E’ apartitica ed apolitica. Ha lo scopo di elaborare, promuovere e realizzare progetti ed attività culturali, educative e/o ricreative e/o di aggregazione nei confronti dei propri soci.Lo spirito e la prassi dell’Associazione trovano origine nel rispetto dei principi della Costituzione Italiana che ispirano l’Associazione stessa e si fondano sul pieno rispetto della dimensione umana, culturale e spirituale della persona.L’Associazione è stata ufficialmente presentata in data 15 aprile 2014, presso l’Aula Magna dell’Istituto Superiore “Antonello” sito in V.le Giostra, 2 – Messina". Il gruppo dei soci fondatoriPerché un sito?ADSeT, http://www.adset.altervista.org/ lo abbiamo detto, non ha voluto costituirsi come il ‘rifugio’ della nostalgia; se ciò avessimo voluto, ciascuno avrebbe rielaborato in sé le proprie rimembranze, le avrebbe

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coccolate dentro di sé con l’ affetto della memoria; e … ‘ça va’ !Abbiamo voluto innanzi tutto non disperdere una squadra di amici, abituati a lavorare insieme: quella squadra di quasi sette lustri e più; essa, tuttavia, non poteva , non doveva attuare la ‘serrata’!E dunque, la Squadra vuole essere propositiva: siamo rimasti uomini di scuola e di cultura; e , se propositiva vuol dire rimanere al passo con la vita, dovevamo aprirci a (crepi il maschilismo!) Donne e Uomini di cultura, dovevamo far quadrato tra intellettuali, poiché il nostro orizzonte non è più solo la scuola: quella pure, ma, lì, forze nuove ne sono e ne saranno ‘nocchieri’; occorreva percorrere in avanti il binario dello scambio! La premessa non ha voluto essere ‘oziosa’ o di maniera: era il corollario ‘a parte ante’ che spiegasse il ricorso al sito su cui ci leggete.Se è vero che abbiamo una sede, il prestigiosissimo ’Antonello’, grazie alla D.S. ed agli OO.CC., è pur vero che non è, e non potrebbe essere, casa nostra, e che dunque occorre essere ospiti discreti; al contempo è vero che un luogo reale o virtuale una associazione deve averlo, nostro in questo caso: ecco l’esigenza di un sito.Esso sarà, la nostra modernità d’azione in linea col mondo scuola; esso sarà il nostro ‘albo’; esso sarà la nostra ‘campana di raccolta’; esso sarà il nostro ‘archivio’; ma – cosa ancora più fondamentale! – esso sarà il nostro megafono stentoreo da cui l’ Assemblea, il Direttivo, il Socio potrà diffondere i contenuti del nostro reciproco ed individuale lavoro: perché è un lavoro quello che ci attende, non - ritorniamo all’inizio! - la ‘rimasticazione’ del già fatto.

Claudio Stazzone, [email protected]; http://www.adset.altervista.org/

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CONTENZIOSO: La rubrica sui conflitti della scuola.

DISTACCO PER MOTIVI DI STUDIO

Gentilissima ASASi"Con l’Ordinanza del Tribunale di Caltagirone emessa in data 17/12/2014 il Giudice del Lavoro, ha accolto totalmente il ricorso ex art. 700 c.p.c. da parte di un docente con contratto a tempo determinato, precario e regolarmente inserito per le classi di concorso A043/AD00/A050/AD02 nelle Graduatorie permanenti ad esaurimento dal 2003, per la disapplicazione del provvedimento del Dirigente Scolastico di un Istituto Comprensivo Statale nel quale si concedeva il suddetto permesso straordinario per Dottorato di Ricerca, ma senza retribuzione secondo quanto indicato ed interpretato “erroneamente” dalla circolare Miur n. 15/2011. Il docente, vincitore di concorso pubblico nell’ambito del programma di Educazione della prestigiosa Università Complutense di Madrid nell’ottobre del 2013, aveva iniziato, fruendo già di un primo breve permesso regolarmente retribuito nel primo anno accademico 2013/2014, il faticoso percorso di Ricercatore in Formazione per la convalida e proseguimento del programma, con il superamento obbligatorio di esami per la dimostrazione della conoscenza della lingua spagnola e inglese livello B2, frequenza e superamento di specifica disciplina in Metodologia della Ricerca, mobilità internazionale, frequenza di seminari anche con partecipazione diretta e presentazione di apprezzati lavori di ricerca individuali, oltre alla strutturazione di un proprio Programma di ricerca nell’ambito dell’inclusione educativa e dell’attenzione alla diversità... tutte attività indispensabili alla validazione dell’intero anno accademico da parte della competente Commissione Accademica, finalizzate a poter continuare a pieno regime il secondo anno accademico

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2014/2015 e portare a termine (nel 2016) l'importante lavoro di Ricerca. Nel settembre 2014, ottenuto l’incarico a tempo determinato per l’anno scolastico 2014/2015 fino al 30/6/2015, presenta regolare domanda di congedo straordinario retribuito per dottorato di Ricerca ai sensi dell’art. 2 L. 476/84, dell’art. 52, comma 57 Legge 448/2001, dell’art. 18 e 19 del CCNL comparto scuola, che la Dirigente rigetta in quanto richiedente la conservazione della retribuzione e disponibile ad accogliere una riformulata richiesta di congedo senza retribuzione, a suo dire non dovuta perché docente precario come suggerito da personale dell’Ambito Territoriale ed indicato dalla circolare Miur n. 15/2011. Davanti ad un provvedimento di questo tipo, il docente, si trova davanti a delle scelte importanti: 1)rinunciare dopo tanti sacrifici ad un significativo percorso di crescita professionale e culturale difficilmente ripetibile o 2) (come deciso) riformulare una “costretta” seconda richiesta come indicato dal primo provvedimento di rifiuto della Dirigente, cioè richiesta di congedo straordinario per dottorato di ricerca non retribuito, ma "riservandosi espressamente di agire per via giudiziaria per il riconoscimento della piena conservazione del trattamento economico e previdenziale" a dimostrazione che non ci può essere alcun tipo di discriminazione tra personale di ruolo e precario così come esplicitato chiaramente dalla normativa di riferimento (L. 476/84, L. 448/2001, art. 6 Dlgs.368/2001, Dlgs 119/2011), dal CCNL di categoria (artt. 18 e 19) e dalla Direttiva Comunitaria 1999/70/CE. Il Giudice del Lavoro del Tribunale di Caltagirone, sentite le parti nell’udienza del 18/11/2014, si è riservato la decisione fino al 17/12/2014 e con la propria Ordinanza, nella quale, respingendo tutte le motivazioni e riferimenti contrari della difesa della Dirigente, accoglie totalmente il ricorso e le motivazioni del docente precario ma con tanti anni di esperienza alle spalle, riconoscendo il pieno diritto a fruire del congedo straordinario per la continuazione del Dottorato di Ricerca, “non avendo alcun pregio sotto questo profilo i rilievi circa il luogo di svolgimento del dottorato”, con piena conservazione del trattamento economico dovuto, aderendo alla giurisprudenza di merito che ha statuito sul punto (Tribunale di Padova del 4/12/14, Tribunale di Ancona sentenza del 16/10/13, Tribunale di Verona sentenza del 26/5/11, Tribunale di Busto Arsizio sentenza del 15/5/09, Tribunale di Biella Ordinanza del 19/6/12), evidenziando il principio di parità di trattamento tra lavoratore a tempo determinato e tempo indeterminato espressamente sancito dalla normativa nazionale e comunitaria e in definitiva “condannando l’amministrazione scolastica all’immediato pagamento delle somme dovute per gli arretrati, oltre interessi e rivalutazione dalle scadenze al saldo”. Un ulteriore provvedimento giudiziario di notevole portata, che elimina completamente eventuali distorte interpretazioni di una circolare che di fatto non presenta alcun valore di innovazione normativa degna di attenzione, a giustificazione di atti illegittimi e palesemente discriminatori, quando la Legge Nazionale, Comunitaria ed il CCNL di riferimento, esplicitano chiaramente la volontà legislativa di promuovere la partecipazione dei dipendenti pubblici (compreso i docenti) meritevoli a percorsi di crescita di così alto spessore ed utilità per tutta la comunità educativa e con un lavoro (Dottorando o Ricercatore in Formazione - Ph.D) che richiede impegno, studio, tempo, sperimentazione ed innovazione difficilmente quantificabili rispetto al valore sostanziale della possibile ampia qualità spendibile a conclusione di un tale percorso". Cordiali saluti

prof. Giovanni Savia

Gentile professoreMi compiaccio con lei per aver ottenuto soddisfazione presso il Tribunale di Caltagirone, sezione Lavoro, sia dal punto di vista economico, che giuridico. Tuttavia, a mio avviso, il giudice si sarebbe dovuto limitare a esaminare le sue ragioni e quelle del dirigente alla luce della legge e della norma, evitando interpretazioni personali. Infatti qui non si tratta solo della circolare Miur n. 15 del 22 febbraio 2011, ma anche e soprattutto della legge 28.12.2001, n. 448 che pone limiti di bilancio alla autorizzazione alla frequenza dei dottorati e stabilisce che il pubblico dipendente ammesso ai corsi di dottorato di ricerca è collocato a domanda, compatibilmente con le esigenze dell’amministrazione, in congedo straordinario. Quindi il congedo straordinario per il borsista è un diritto, ma resta subordinato alla compatibilità con le esigenze dell’Amministrazione.È chiaro che il limite posto dalla legge alla retribuzione dei lavoratori precari deriva dalla impossibilità

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dell’amministrazione di far fronte alla spesa conseguente al numero elevato di personale con contratto a tempo determinato che vorrebbe usufruire di dottorato non retribuito dalla università straniera.Non capisco dunque quale decreto le abbia dedicato l’USRS nell’autorizzarla a svolgere il dottorato all’estero da precario.Ne deduco che la legge lo impediva, la circolare lo impediva, il decreto dell’USRS non le autorizzava il pagamento, il preside non le autorizzava il pagamento, ma il giudice ha imposto ugualmente il pagamento.Mi felicito con lei, ma devo continuamente registrare sentenze dei giudici del lavoro che intervengono, non nell’applicazione delle leggi, ma in una interpretazione estensiva contraria agli interessi dell’amministrazione statale. Pubblico in questo numero la copia di un articolo di giornale in cui un giudice si fa intervistare per farsi definire giudice comunista, curatore di opere di Marx ed Engels, collaboratore del quotidiano comunista “Il Manifesto”.Io credo che, in democrazia, magistratura e politica debbano restare separati e autonomi, ma ormai siamo abituati alle sentenze più stravaganti: a me è capitato un giudice che ha dato ragione ai COBAS che volevano i permessi sindacali retribuiti (sentenza poi riformata in appello), uno che ha promosso d’ufficio 200 bidelli ex esecutori comunali (senza neppure la licenza media) a assistenti tecnici, uno che ha condannato 12 presidi di istituti superiori ad assumere i centralinisti ciechi che in atto ricevono lo stipendio da tre anni senza lavorare e la pianto qui per carità di Patria. Avendo svolto per 15 anni il ruolo di Consulente Tecnico d’Ufficio per i tribunali di Palermo e Agrigento, mi meraviglio del fatto che, per i procedimenti riguardanti urbanistica ed edilizia i pubblici ministeri nominino dei consulenti, mentre per quanto riguarda la scuola non lo fanno mai. Sarebbe invece opportuno nominare un ispettore tecnico per redigere una relazione invece di pronunciarsi su casi complessi che disastrano le pubbliche finanze. Basti pensare a come in Italia siano stati nominati 100.000 insegnanti di sostegno invece di 20.000, sulla base di 80.000 sentenze dei giudici amministrativi. Abbiamo per sentenza, unico Paese al mondo, più insegnanti di sostegno che di italiano. Abbiamo annullato in tal modo i risparmi conseguiti licenziando i docenti di diritto, di storia dell’arte, di laboratorio, ma anche i bidelli, gli amministrativi e i tecnici. Per sentenza abbiamo trasformato la scuola in un luogo di assistenza per i diversabili, scuola che però è 26a su 27 nazioni UE in matematica e italiano. Magari lo avessimo deciso per legge, ma abbiamo ristrutturato il bilancio statale per sentenza, con una invadenza della magistratura nella politica senza precedenti.

Roberto Tripodi

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Per ottenere l’adesione all’ASASi di una scuola o di una rete di scuole e per pagare la quota annuale:1) Delibera del Consiglio di Circolo/Istituto o dell’organo preposto se si tratta di una rete di scuole; non è obbligatorio inviarla; basta citarne gli estremi nella lettera di adesione;2) Lettera di adesione: va inviata una comunicazione presso la sede operativa sotto indicata anche per posta elettronica e registrazione on-line da effettuare sul sito dell’ASASi;3) Pagare la quota associativa annuale: SINGOLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE : 50,00 euro RETI DI SCUOLE: 25,00 euro x numero di scuole che compongono la rete (esempio: rete di 10 scuole = 250,00 euro)Il versamento, a favore dell’Associazione, va fatto tramite bonifico bancario, utilizzando l’IBAN riportato di seguito. La spesa va imputata, nell’ambito del Programma Annuale. Associazione delle Scuole Autonome della Sicilia, c/o ITIS Volta, Viale dei Picciotti 1, 90123 Palermo. Banco Popolare Siciliano- IT07 Z 05034 04603 000000147624, via Buonriposo, 110, 90124 Palermo, ag. N°3.

ORGANIGRAMMA ASASI 2013-2016Presidente Onorario Roberto Tripodi ([email protected]) Presidente Lo Scrudato Vito Liceo Classico Umberto I (PA), ([email protected])Vicepresidente Salvatore Indelicato ITI Cannizzaro di Catania, ([email protected])

Il rappresentante dell’ASASi, convinto che si debba attuare un sistema premi-punizioni per i presidi, i professori, gli amministrativi, i tecnici, i bidelli e i dirigenti del MIUR in difesa della qualità della Pubblica Istruzione.

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Tesoriera Francesca Paola Puleo ICS E. Ventimiglia di Belmonte Mezzagno (PA) ([email protected])Comitato di coordinamento

Attinasi Pietro IS Petralia Sottana (PA), ([email protected])Linda Piccione SMS Pluchinotta S. Agata li Battiati (CT)Grande Valentina III ICS S. Lucia (SR),( [email protected])Novelli Maria IIS RipostoI.T.N. + I.T.G. + I.P.S.I.A.M. (CT), ([email protected])Teresa Buscemi Liceo Scientifico Statale "Ettore Majorana" (AG), Bongiorno Adriana (PA). ([email protected])

Comitato dei GarantiMaria Paola Iaquinta (CT)Mauthe Degerfeld Fabio ICS GIOVANNI XXIII (Trabia PA), ([email protected])D’Agata Laura ICS Padre Gabriele Allegra (Valverde CT) Rampulla Angela ICS Giovanni Paolo II (Belpasso CT), supplente ([email protected])Casertano Mario Liceo Scientifico Einstein (PA) supplente.

Collegio dei SindaciFicicchia Francesco IIS De Felice Giuffrida (CT), ([email protected])Finocchiaro Giampiero IC Lanza Baronessa (Carini PA), [email protected] Santangelo Margherita ITI Volta (PA) ( [email protected])Triolo Paola IC Don Bosco (Ribera AG), supplente ([email protected])Russo Giuseppe (PA), supplente

Redazione della LETTERINA

Direttore responsabile Luca Giuseppe ([email protected])Direttore redazionale Giuseppe Adernò ([email protected])RedazioneRoberto Tripodi ([email protected]), Lucia Rovituso ([email protected]), Giuseppe Adernò ([email protected]), Adriana Bongiorno ([email protected]), Gaetano Bonaccorso ([email protected]), Bianca Boemi ([email protected]), Giovanna Orlando ([email protected]), Concetta Guagenti, Pietro Attinasi ([email protected]).

L’ASASI aderisce a FNASA Federazione delle scuole autonome (Federazione Nazionale delle Associazioni Scuole Autonome)

Campania Associazione della Scuole della CampaniaEmilia Romagna Associazione scuole autonome BolognaFriuli Venezia Giulia Associazione delle Scuole del Friuli Venezia GiuliaLazio Associazione Scuole Autonome del LazioLombardia Associazione Scuole Autonome BrescianeLombardia Associazione Istituzioni Scolastiche Autonome MantovaneLombardia Associazione delle Scuole Autonome Provincia di BergamoLombardia Associazione Scuole VaresePiemonte Associazione Scuole Autonome del PiemontePuglia Associazione Scuole Autonome della PugliaSardegna Associazione Scuole Autonome della SardegnaSicilia Associazione Scuole Autonome della SiciliaConsultare per le news dal mondo della scuola il sito scolastico siciliano www.aetnanet.org e i siti web delle Associazione Scuole Autonome

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