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1 Documento Informativo sulla Profilatura e sui Rischi degli investimenti edizione UM0625 - 01/2018 DOCUMENTO INFORMATIVO SULLA PROFILATURA E SUI RISCHI DEGLI INVESTIMENTO SEZIONE I. LA TOLLERANZA AL RISCHIO DEGLI INVESTITORI ATTRAVERSO IL QUESTIONARIO Finalità del Questionario MiFiD Gli investitori non sono tutti uguali e neanche lo sono gli avvenimenti che li riguardano. Ogni investitore possiede un proprio livello di conoscenza ed esperienza finanziaria in materia d’investimenti. Non tutti i Clienti hanno la stessa capacità di comprendere le caratteristiche ed i rischi connessi ad un determinato investimento e le relative conseguenze che sono chiamati ad affrontare. La situazione finanziaria di ogni investitore è unica e particolare. Elementi quali il reddito, la ricchezza, gli impegni finanziari e la capacità di risparmio incidono in modo significativo sulla tolleranza al rischio nonché sugli obiettivi d’investimento di ciascun investitore. Ogni investitore ha inoltre un proprio obiettivo di investimento, che deriva non solo dalle proprie aspettative di rendimento ma anche dalla propria situazione finanziaria, dal sua tolleranza al rischio e dall’orizzonte temporale nel quale ritiene di poter mantenere investito il capitale. L’orizzonte temporale dipende ovviamente dalle esigenze finanziarie soggettive. Ad esempio il pagamento delle tasse richiede la disponibilità di liquidità nel breve termine, mentre l’accumulare risparmi per la pensione può permettere ad un investitore di gestire il proprio capitale in una prospettiva di lungo termine. Il Questionario MiFiD, che viene sottoposto al Cliente preventivamente alla prestazione dei servizi d’investimento, permette alla Banca di comprendere le effettive caratteristiche individuali dell’investitore ciò al fine di prestare in maniera corretta il servizio di consulenza, ovvero indirizzare il Cliente verso soluzioni d’investimento adeguate alle sue specifiche esigenze. Per fare una serie di esempi: un Cliente avverso al rischio, risulterà opportuno indirizzarlo verso soluzioni d’investimenti poco esposte alle variazioni di mercato, viceversa un Cliente che ha un elevata propensione al rischio sarà più opportuno indirizzarlo verso soluzioni che consentono di perseguire rendimenti elevati anche a fronte di un livello di rischiosità sostenuta. Un Cliente che non ha alcuna conoscenza ed esperienza sui prodotti e sui mercati finanziari risulterà opportuno indirizzarlo verso prodotti semplici e non complessi, viceversa un Cliente che presenta un elevata preparazione finanziaria sarà possibile indirizzarlo anche su prodotti più complessi. In base a quanto sopra riportato, risulta pertanto di fondamentale importanza ottenere dal Cliente informazioni precise, complete ed aggiornate. La diversa tipologia della clientela La disciplina comunitaria in materia di mercati finanziari, Direttiva 20014/65/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 15 maggio 2014 (di seguito la “Direttiva MiFID II”) impone alle imprese di investimento di operare una classificazione della propria clientela ai fini di modulare gli obblighi informativi da assolvere e le tutele da garantire. Sono riconosciute tre categorie di clienti: Clienti Professionali: Clienti in possesso di un livello di esperienza, conoscenza e competenze finanziarie tale da poter prendere consapevolmente ed in propria autonomia le decisioni in materia di investimenti;

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1 Documento Informativo sulla Profilatura e sui Rischi degli investimenti edizione UM0625 - 01/2018

DOCUMENTO INFORMATIVO SULLA PROFILATURA E SUI

RISCHI DEGLI INVESTIMENTO

SEZIONE I. LA TOLLERANZA AL RISCHIO DEGLI INVESTITORI ATTRAVERSO IL

QUESTIONARIO

Finalità del Questionario MiFiD

Gli investitori non sono tutti uguali e neanche lo sono gli avvenimenti che li riguardano.

Ogni investitore possiede un proprio livello di conoscenza ed esperienza finanziaria in materia

d’investimenti. Non tutti i Clienti hanno la stessa capacità di comprendere le caratteristiche ed i rischi

connessi ad un determinato investimento e le relative conseguenze che sono chiamati ad affrontare.

La situazione finanziaria di ogni investitore è unica e particolare. Elementi quali il reddito, la ricchezza,

gli impegni finanziari e la capacità di risparmio incidono in modo significativo sulla tolleranza al rischio

nonché sugli obiettivi d’investimento di ciascun investitore.

Ogni investitore ha inoltre un proprio obiettivo di investimento, che deriva non solo dalle proprie

aspettative di rendimento ma anche dalla propria situazione finanziaria, dal sua tolleranza al rischio e

dall’orizzonte temporale nel quale ritiene di poter mantenere investito il capitale.

L’orizzonte temporale dipende ovviamente dalle esigenze finanziarie soggettive. Ad esempio il pagamento

delle tasse richiede la disponibilità di liquidità nel breve termine, mentre l’accumulare risparmi per la

pensione può permettere ad un investitore di gestire il proprio capitale in una prospettiva di lungo termine.

Il Questionario MiFiD, che viene sottoposto al Cliente preventivamente alla prestazione dei servizi

d’investimento, permette alla Banca di comprendere le effettive caratteristiche individuali dell’investitore ciò

al fine di prestare in maniera corretta il servizio di consulenza, ovvero indirizzare il Cliente verso soluzioni

d’investimento adeguate alle sue specifiche esigenze.

Per fare una serie di esempi: un Cliente avverso al rischio, risulterà opportuno indirizzarlo verso soluzioni

d’investimenti poco esposte alle variazioni di mercato, viceversa un Cliente che ha un elevata propensione al

rischio sarà più opportuno indirizzarlo verso soluzioni che consentono di perseguire rendimenti elevati anche

a fronte di un livello di rischiosità sostenuta. Un Cliente che non ha alcuna conoscenza ed esperienza sui

prodotti e sui mercati finanziari risulterà opportuno indirizzarlo verso prodotti semplici e non complessi,

viceversa un Cliente che presenta un elevata preparazione finanziaria sarà possibile indirizzarlo anche su

prodotti più complessi.

In base a quanto sopra riportato, risulta pertanto di fondamentale importanza ottenere dal Cliente

informazioni precise, complete ed aggiornate.

La diversa tipologia della clientela

La disciplina comunitaria in materia di mercati finanziari, Direttiva 20014/65/CE del Parlamento Europeo e

del Consiglio del 15 maggio 2014 (di seguito la “Direttiva MiFID II”) impone alle imprese di investimento di

operare una classificazione della propria clientela ai fini di modulare gli obblighi informativi da assolvere e le

tutele da garantire. Sono riconosciute tre categorie di clienti:

Clienti Professionali: Clienti in possesso di un livello di esperienza, conoscenza e competenze

finanziarie tale da poter prendere consapevolmente ed in propria autonomia le decisioni in materia di

investimenti;

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Controparti Qualificate: sottoinsieme della categoria dei Clienti Professionali che comprende quella

parte di clientela che possiede il più alto livello di esperienza conoscenza e competenza e che

pertanto necessita del livello di protezione più basso allorquando l’intermediario presta loro i servizi

di esecuzione ordini e/o negoziazione per conto proprio e/o ricezione e trasmissione ordini;

Clienti al Dettaglio: tutti i clienti che non siano né Clienti Professionali né Controparti Qualificate.

I Clienti Professionali si distinguono tra i Clienti Professionali “di diritto” e quelli che possono invece

richiedere tale classificazione (professionali “su richiesta”).

I Clienti Professionali “di diritto”, sono soggetti che per le caratteristiche del business in cui operano (ad

esempio, i soggetti autorizzati o regolamentati per operare nei mercati finanziari oppure gli investitori

istituzionali la cui attività principale è costituita dall’investimento in strumenti finanziari) nonché per loro

struttura dimensionale (le imprese di grande dimensioni individuate in relazione ai dati di bilancio)

presentano requisiti di competenza ed esperienza in materia finanziaria tali da consentire agli Intermediari di

considerarli come Clienti Professionali.

I Clienti Professionali “su richiesta” sono viceversa Clienti che vengono classificati come professionali a

seguito di apposita richiesta. La Banca tratta come Clienti Professionali i Clienti che ne facciano espressa

richiesta solamente dopo aver effettuato una approfondita valutazione sulla sussistenza di determinati

requisiti indispensabili per accertare che il Cliente sia in grado di adottare consapevolmente decisioni in

materia di investimenti e di comprendere i rischi che assume.

Per il Cliente Professionale viene presunto che lo stesso abbia il livello necessario di esperienza e

conoscenza necessario per comprendere i rischi connessi ai servizi di investimento, agli strumenti ed alle

operazioni in quanto dedito a tali attività.

Le Controparti Qualificate sono clienti che per la loro natura, nella prestazione dei servizi di esecuzione

ordini e/o negoziazione per conto proprio e/o ricezione e trasmissione ordini non sono applicate le principali

regole di condotta in materia di investimenti. A titolo di mero esempio, possono essere considerate

Controparti Qualificate le imprese di investimento, gli istituti di credito, le compagnie di assicurazione, i fondi

pensione, i Governi nazionali, le Banche centrali e le istituzioni internazionali.

La clientela che non presenta i requisiti per essere classificata come Professionale o Controparte

Qualificata, viene classificata dagli Intermediari come Clientela al Dettaglio, ovvero clientela a cui è garantito

il massimo livello di tutela e di informativa.

La raccolta delle informazioni

Il comma 2 dell’articolo 25 della Direttiva Europea 2014/65/UE (di seguito “la Direttiva MiFID II”) precisa che

“quando effettua consulenza in materia di investimenti o gestione di portafoglio, l’impresa di investimento

ottiene le informazioni necessarie in merito alle conoscenze ed esperienze del cliente o potenziale cliente in

materia di investimenti riguardo al tipo specifico di prodotto o servizio, alla sua situazione finanziaria, tra cui

la capacità di tale persona di sostenere perdite e ai suoi obiettivi di investimento, inclusa la sua tolleranza al

rischio, per essere in grado di raccomandare i servizi di investimento e gli strumenti finanziari che siano

adeguati al cliente o al potenziale cliente e siano in particolare adeguati in funzione della sua tolleranza al

rischio e della sua capacità di sostenere perdite”.

Secondo quanto previsto dal Regolamento Intermediari, nell’ambito della prestazione dei servizi di

investimento “al fine di raccomandare i servizi di investimento e gli strumenti finanziari che siano adeguati al

cliente o potenziale cliente e, in particolare, che siano adeguati in funzione della sua tolleranza al rischio e

alla sua capacità di sostenere perdite, nella prestazione dei servizi di consulenza in materia di investimento

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o di gestione del portafoglio, gli intermediari ottengono dal cliente o potenziale cliente le informazioni

necessarie in merito a:

alla conoscenza ed esperienza in materia di investimenti per il tipo specifico di strumento o di

servizio;

alla situazione finanziaria, inclusa la capacità di sostenere perdite;

agli obiettivi di investimento, inclusa la tolleranza al rischio”.

A tal fine la Banca, preventivamente alla prestazione dei servizi d’investimento e/o accessori richiede ai

propri clienti, mediante la compilazione del questionario, le informazioni necessarie per individuare gli

investimenti in prodotti finanziari che:

corrispondano ai loro obiettivi di investimento, inclusa la tolleranza al rischio;

comportino l’assunzione di rischi che, per esperienze e conoscenze possedute in materia di

investimenti in prodotti finanziari, siano in grado di comprendere;

comportino l’assunzione di rischi che siano finanziariamente in grado di sopportare, inclusa la

capacità di sostenere perdite.

Il questionario rappresenta uno strumento conoscitivo essenziale per consentire alla Banca di impostare un

corretto e trasparente rapporto con il Cliente. Le informazioni fornite dal Cliente nel questionario hanno la

finalità di contribuire, tra le altre cose, a far comprendere meglio l’atteggiamento del Cliente nei confronti del

rischio al fine di consentire alla Banca di proporre strumenti finanziari adeguati.

L’attività di raccolta delle informazioni del questionario consente inoltre al Cliente di aumentare, mediante la

relazione con il proprio Consulente Finanziario Abilitato all’Offerta Fuori Sede o il proprio referente di Filiale,

la propria cultura finanziaria migliorando la comprensione dei temi finanziari.

E’ necessario che il Cliente collabori con la Banca nella compilazione del questionario al fine di riportare

informazioni corrette ed aggiornate. La presenza di informazioni non veritiere o non aggiornate possono

infatti causare la prestazione di un servizio non adeguato ai bisogni e alle caratteristiche della Clientela.

Il questionario è pertanto suddiviso in tre sezioni, corrispondenti ai tre gruppi di informazioni che è

necessario ottenere dal Cliente per erogare al meglio il servizio di consulenza.

1. Sezione Conoscenza ed Esperienza

La prima sezione del questionario è costituita da domande finalizzate a soddisfare i seguenti tre elementi

previsti dalla citata normativa , ovvero:

i tipi di servizi, operazioni e strumenti finanziari con i quali il cliente ha dimestichezza;

la natura, il volume e la frequenza delle operazioni su strumenti finanziari realizzate dal cliente e

il periodo durante il quale queste operazioni sono state eseguite;

il livello di istruzione, la professione o, se rilevante, la precedente professione del cliente o del

potenziale cliente”.

Con riferimento al primo elemento ovvero “i tipi di servizi, operazioni e strumenti finanziari con i quali il

cliente ha dimestichezza” il questionario contiene domande volte ad accertare la capacità del Cliente di

comprendere i rischi, in tutte le sue dimensioni, associati ad un certo investimento. Al fine di non incorrere

nel rischio di autovalutazione da parte del Cliente, in aggiunta a domande volte a richiedere la conoscenza di

servizi e strumenti finanziari, sono presenti domande volte ad accertare la conoscenza e la comprensione di

nozioni fondamentali quali la relazione tra rischio e rendimento e il principio di diversificazione del rischio.

Con riferimento al secondo elemento ovvero “la natura, il volume e la frequenza delle operazioni su

strumenti finanziari realizzate dal cliente e il periodo durante il quale queste operazioni sono state eseguite”

il questionario contiene domande volte ad accertare le operazioni (per numero e importo) realizzate dal

Cliente in un determinato periodo di tempo. Tuttavia, una maggiore esperienza abbinata a risultati positivi,

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potrebbe indurre il Cliente ad un eccesso di ottimismo (overconfidence) e dunque ad una maggiore attitudine

ad intraprendere investimenti che non trovino corrispondenza nella propria reale capacità di tolleranza al

rischio. A mitigare tale effetto sono presenti opportune domande volte a misurare il cosiddetto rischio di

overconfidence.

2. Sezione Situazione Finanziaria

La seconda sezione, dedicata alla situazione finanziaria (inclusa la capacità di sostenere perdite), è

costituita da domande finalizzate a soddisfare i due elementi previsti dalla citata normativa ovvero:

dati sulla fonte e sulla consistenza del suo reddito regolare;

le sue attività, comprese le attività liquide, i suoi investimenti e beni immobili e i suoi impegni

finanziari regolari.

Sono presenti due sezioni distinte,: una che riguarda le persone fisiche ed un’altra dedicata ai soggetti

diversi da persone fisiche.

a. Persone fisiche

Con riferimento al primo elemento, ovvero “dati sulla fonte e sulla consistenza del suo reddito regolare”, il

questionario contiene domande volte ad accertare la fonte principale del reddito ed il suo livello di stabilità

nonché la sua capacità di far fronte agli impegni di spesa ricorrenti. Particolare attenzione viene posta al

concetto di nucleo familiare, in virtù del fatto che il livello del reddito complessivo e la sua distribuzione tra

più membri della famiglia incide sia sulle scelte di consumo che sul livello di stabilità del reddito medesimo.

Nella valutazione della stabilità del reddito vengono tenute in considerazione anche informazioni anagrafiche

quali ad esempio l’età del cliente.

Con riferimento al secondo elemento, ovvero “le sue attività, comprese le attività liquide, i suoi investimenti e

beni immobili e i suoi impegni finanziari regolari”, il questionario contiene domande volte ad accertare il

patrimonio complessivo e gli impegni finanziari assunti a cui si deve fare riferimento nell’ambito delle

operazioni di investimento che il cliente intende realizzare.

Inoltre con riferimento alla capacità di sostenere perdite, il questionario contiene una domanda volta a tener

conto della reazione del cliente di fronte ad una variazione negativa dei suoi investimenti.

b. Soggetti diversi da persone fisiche

Con riferimento al primo elemento, ovvero “dati sulla fonte e sulla consistenza del suo reddito regolare”, il

questionario contiene domande volte ad accertare, mediante informazioni anagrafiche, la natura giuridica

della società, il settore merceologico in cui opera, la sua storia, la sua dimensione, al fine di avere un quadro

completo sul livello di solidità aziendale. Particolare attenzione viene posta al conto economico nonché al

fatturato attraverso specifiche domande che mirano ad accertarne l’andamento. In ultimo è presente una

domanda che mira a verificare il livello di liquidità dell’azienda ovvero la sua capacità di far fronte agli

impegni ricorrenti.

Con riferimento al secondo elemento, ovvero “le sue attività, comprese le attività liquide, i suoi investimenti e

beni immobili e i suoi impegni finanziari regolari”, il questionario prevede la presenza di domande volte ad

accertare alcuni elementi significativi dello stato patrimoniale del soggetto, con particolare riferimento agli

investimenti mobiliari ed immobiliari nonché al livello di indebitamento complessivo.

Inoltre con riferimento alla capacità di sostenere perdite, il questionario contiene una domanda volta a tener

conto della reazione del cliente di fronte ad una variazione negativa dei suoi investimenti.

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3. Sezione Obiettivi d’investimento

La terza sezione, ovvero gli obiettivi d’investimento (inclusa la tolleranza al rischio) , è costituita da domande

finalizzate a soddisfare i seguenti quattro elementi previsti dalla citata normativa vigente. :

arco temporale per il quale il cliente desidera conservare l’investimento;

preferenze in materia di rischio;

profilo di rischio;

finalità dell’investimento.

Con riferimento al primo punto, “arco temporale per il quale il cliente desidera conservare l’investimento”, il

questionario contiene domande volte a rilevare l’orizzonte temporale del Cliente prendendo a riferimento

diversi fattori, quali il grado di impazienza nonché le esigenze di liquidità prevedibili, al fine di valutare il

livello di ragionevolezza dell’orizzonte temporale dichiarato dal Cliente. Con riferimento al secondo e terzo

punto, “preferenze in materia di rischio; profilo di rischio”, il questionario contiene domande volte ad

accertare la preferenza del Cliente ad investire in strumenti finanziari con determinate caratteristiche di

rischio e rendimento (c.d. rischio oggettivo), nonché a rilevare la capacità emotiva del Cliente di assumere

rischio finanziario, ovvero la sua avversione alle perdite (c.d. rischio soggettivo).

Con riferimento al quarto punto, “finalità dell’investimento”, il questionario contiene domande volte ad

accertare gli obiettivi d’investimento del Cliente , a fini esemplificativi se il Cliente intende impiegare la

propria liquidità per un periodo limitato piuttosto che investirla senza particolari vincoli temporali.

Rapporti tra più persone (cointestazioni)

In caso di rapporti cointestati a piu’ Clienti, la Banca, con riferimento alle informazioni riferite alla situazione

finanziaria e agli obiettivi d’investimento utilizza per le valutazioni di adeguatezza le informazioni rese dalla

“cointestazione” medesima (ovvero quindi ad informazioni comuni ai cointestatari) a prescindere dalla

circostanza che il rapporto sia a firme disgiunte o congiunte, mentre per la conoscenza ed esperienza viene

effettuato il controllo sul soggetto che dispone l’ordine.

Pertanto per le domande del questionario che fanno riferimento ad informazioni di carattere

personale/soggettivo (es. età) i Clienti cointestatari rispondono scegliendo a quale dei cointestatari riferirsi.

Per le informazioni comuni alla “cointestazione” si consiglia pertanto di riportare comunque le informazioni

più prudenziali (ovvero rappresentare la situazione finanziaria del soggetto più debole, rappresentare gli

obiettivi di investimento del soggetto più prudente) in quanto determina una maggiore protezione.

Soggetti diversi da persone fisiche (esempio persone giuridiche, enti etc..)

In caso di Clienti soggetti diversi da persone fisiche, le informazioni riferite alla “componente” esperienza e

conoscenza devono fare riferimento al legale rappresentante del Soggetto (o altra figura rappresentata),

viceversa le informazioni riferite alla situazione finanziaria e agli obiettivi d’investimento devono

rappresentare le caratteristiche nonché le finalità del Soggetto medesimo.

L’importanza dell’aggiornamento costante delle informazioni del questionario

Alla luce di quanto sopra rappresentato risulta evidente come le informazioni fornite dal Cliente in fase di

profilatura costituiscono elemento essenziale per una corretta valutazione di adeguatezza. E’ pertanto

interesse del cliente fornire informazioni complete, puntuali, veritiere ed aggiornate, nonché informare

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tempestivamente la propria Filiale o il proprio Consulente Finanziario Abilitato All’Offerta Fuori Sede di

eventuali variazioni rilevanti.

La Profilatura

Ai fini delle valutazioni di adeguatezza e/o appropriatezza, le informazioni raccolte tramite il questionario

vengono utilizzate dalla Banca per la costruzione di specifici indicatori sintetici dei profili finanziari dei Clienti.

La logica di indicatore sintetico consente alla Banca, tramite un sistema di pesatura delle informazioni

raccolte, di calcolare per ciascuna sezione del questionario un punteggio complessivo in base alle risposte

fornite dal Cliente.

Dalla combinazione dei diversi pesi assegnati alle domande, vengono determinati specifici profili finanziari

sintetici del Cliente per le seguenti sezioni:

conoscenza ed esperienza;

situazione finanziaria;

obiettivi di investimento;

orizzonte temporale.

1. Profilo sintetico “Conoscenza ed Esperienza”

Il profilo sintetico della conoscenza ed esperienza è costituito da 4 classi crescenti (bassa, medio-bassa,

medio-alta, alta).

Il profilo sintetico assegnato al Cliente viene confrontato con quattro classi di complessità degli strumenti

finanziari (si veda il punto “La complessità degli strumenti finanziari” della seconda Sezione del documento)

ai fini della valutazione di appropriatezza. A fini esemplificativi, ad un Cliente che presenta un basso livello di

conoscenza ed esperienza finanziaria risulteranno appropriati esclusivamente prodotti finanziari

caratterizzati da un grado di complessità semplice, mentre ad un Cliente che presenta un profilo di

conoscenza ed esperienza alto risulteranno appropriati tutti gli strumenti finanziari indipendentemente dal

loro grado di complessità.

2. Profilo sintetico “Situazione Finanziaria”

Il profilo sintetico della situazione finanziaria è costituito da 4 classi crescenti (bassa, medio-bassa, medio-

alta, alta). In relazione alle risposte fornite e al conseguente punteggio ottenuto nell’ambito della specifica

sezione del questionario, al Cliente viene attribuito un profilo rappresentativo del suo livello di situazione

finanziaria. Il Profilo sintetico della Situazione Finanziaria concorre alla identificazione del Profilo Sintetico di

Rischio del Cliente.

3. Profilo sintetico “Obiettivi di Investimento”

Il profilo sintetico degli obiettivi d’investimento è costituito da 5 classi crescenti (bassa, medio-bassa, media,

medio-alta, alta). In relazione alle risposte fornite nella specifica sezione del questionario ed al conseguente

punteggio ottenuto, al Cliente viene attribuito un profilo rappresentativo della sua propensione al rischio e dei

suoi obiettivi d’investimento. Il Profilo sintetico degli obiettivi d’investimento concorre all’identificazione del

Profilo Sintetico di Rischio del Cliente

4. Profilo di “Rischio Sintetico del Cliente”

Il «Profilo di Rischio Sintetico del Cliente» è costituito da 5 classi crescenti (bassa, medio-bassa, media,

medio-alta, alta) e viene determinato attraverso una matrice che rapporta il profilo sintetico degli obiettivi

d’Investimento con il profilo sintetico della situazione finanziaria.

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Per la determinazione del profilo di rischio sintetico, il profilo di partenza è quello relativo agli obiettivi

d’Investimento. Il profilo della situazione finanziaria contribuisce a mitigare l’eccessiva propensione al rischio

nelle situazioni in cui il cliente risulti finanziariamente meno “solido” diminuendo il profilo di rischio sintetico.

Ai fini della valutazione di adeguatezza, ad ognuno dei singoli profili di rischio sintetico vengono definiti:

specifici livelli di rischiosità di mercato del portafoglio;

specifici livelli di rischio credito del portafoglio;

specifici livelli di soglie di concentrazione.

numero massimo di operazioni effettuate in consulenza in un determinato arco temporale

(frequenza).

Con riferimento ai controlli del livello di rischiosità di mercato, il controllo consiste nella verifica che la

rischiosità del portafoglio risultante dalla raccomandazione sia minore o uguale alla soglia di rischio di

mercato prevista per il profili di rischio del cliente (per un approfondimento del concetto di rischio mercato si

veda il punto “Rischio mercato” della seconda Sezione del documento).

Con riferimento ai controlli del livello di rischio credito del portafoglio, il controllo consiste nella verifica che il

livello di rischio credito del portafoglio risultante dalla raccomandazione sia minore o uguale alla soglia di

rischio credito prevista per il profili di rischio del cliente (per un approfondimento del concetto di rischio

credito si veda il punto “Rischio mercato” della seconda Sezione del documento)..

Con riferimento ai controlli delle soglie di concentrazione (a valere per gli emittenti societari), il controllo

consiste nella verifica che il livello di detenzione di prodotti finanziari appartenenti al medesimo Emittente o

Gruppo all’interno del portafoglio risultante dalla raccomandazione sia minore o uguale alla soglia prevista

per il profili di rischio del cliente.

Con riferimento ai controlli di frequenza sul numero di operazioni effettuate in consulenza. Tale controllo

confronta la numerosità delle operazioni effettuate in consulenza in un determinato periodo di tempo con il

numero massimo di operazioni associate al profilo.

5. Profilo sintetico di “Orizzonte Temporale”

Il profilo sintetico di orizzonte temporale è costituito da 3 classi (breve, medio, lungo). In relazione alle

risposte fornite e al conseguente punteggio ottenuto, al Cliente viene attribuito un profilo rappresentativo del

suo orizzonte temporale di investimento:

breve (fino a 36 mesi);

medio (oltre 36 mesi e fino a 60 mesi);

lungo (oltre i 60 mesi).

Il profilo sintetico di orizzonte temporale del Cliente interagisce con l’orizzonte temporale dei prodotti

finanziari. L’attribuzione ai prodotti finanziari di un orizzonte temporale (breve, medio, lungo) avviene sulla

base del tempo minimo di detenzione, inteso come il periodo stimato come necessario all’investitore per

ammortizzare i costi di struttura/intermediazione (si veda il punto “Il Rischio liquidità ed impatto dei costi dei

prodotti” della seconda Sezione del documento).

Ad ogni profilo sintetico di orizzonte temporale viene attribuita una specifica percentuale massima di

detenzione sul portafoglio complessivo di prodotti finanziari che presentano un orizzonte temporale medio

e/o lungo, fermo restando che non vi sono limitazione alla detenzione di prodotti finanziari che presentano

un orizzonte temporale breve.

Il servizio di consulenza prestato dalla Banca

Per “Consulenza in materia di investimenti” (di seguito anche “il Servizio”) si intende (ai sensi dell’art. 4 della

Direttiva MiFID II, comma 4) “la prestazione di raccomandazioni personalizzate a un cliente, dietro sua

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richiesta o per iniziativa dell’impresa di investimento, riguardo ad una o più operazioni relative a strumenti

finanziari”.

Unipol Banca presta il servizio di consulenza in materia di investimenti di propria iniziativa in abbinamento

alla prestazione degli altri servizi di investimento relativamente ad operazioni aventi ad oggetto

Prodotti/Strumenti Finanziari individuati nel Testo Unico delle disposizioni in materia di intermediazione

finanziaria, ivi compresi Prodotti/Strumenti Finanziari emessi e/o collocati dalla Banca; in tale ambito, per le

sole operazioni di acquisito il servizio di consulenza viene prestato dalla Banca limitatamente ai Prodotti /

Strumenti Finanziari presenti nel proprio “listino” il cui elenco è messo a disposizione delle clientela presso le

Filiali e i Consulente Finanziari Abilitati all’Offerta Fuori Sede.

Unipol Banca, in via preliminare, procede all’analisi iniziale del portafoglio del Cliente. Nell’effettuare tale

attività di analisi, la Banca tiene in considerazione i Prodotti/Strumenti Finanziari presenti nei depositi titoli o

comunque registrati presso la Banca, i prodotti finanziari – assicurativi sottoscritti dal Cliente presso la Banca

e le somme depositate dal Cliente presso la Banca su conti e depositi nominativi nonché di eventuale

Gestioni patrimoniali in essere presso la Banca (di seguito insieme anche “Portafoglio”).

Il servizio di consulenza in materia di investimenti prestato dalla Banca prevede, in particolare, che la Banca

effettui una o più raccomandazioni personalizzate valutando sempre l’adeguatezza dell’insieme delle

operazioni consigliate rispetto a soglie di rischio predefinite dalla Banca mediante l’utilizzo di un algoritmo

comprensivo dei seguenti controlli:

- un controllo di congruenza sul mercato di riferimento dei prodotti finanziari (“target market”);

- un controllo di complessità dei prodotti finanziari;

- un controllo di rischio che comprende il controllo del rischio di mercato, di credito e di

concentrazione del portafoglio del cliente su uno o più emittenti;

- un controllo di frequenza delle operazioni eseguite a fronte delle raccomandazioni rese;

- un controllo di rischio di liquidabilità del Prodotti/Strumenti Finanziari.

- un controllo di costi/benefici con riguardo alle raccomandazioni multiple (ovvero che contengono sia

operazioni di acquisto che di vendita cosiddette “switch”).

raccordando tale valutazione con le informazioni fornite dal Cliente per la costituzione del relativo Profilo e

tenendo conto del Portafoglio del Cliente.

La Banca si è inoltre dotata di appropriate politiche e procedure interne volte ad assicurarsi di essere in

grado di comprendere la natura e le caratteristiche, compresi i costi ed i rischi, dei servizi di investimento e

degli strumenti finanziari selezionati per i clienti e di valutare, tenendo conto dei costi e della complessità, se

servizi di investimento o strumenti finanziari equivalenti possano corrispondere al profilo dei propri clienti.

Sezione II. Concetti di Rischio-Rendimento

Il Rendimento atteso di un investimento

Il rendimento effettivo di un investimento è il flusso monetario totale - inclusi i guadagni o le perdite in conto

capitale - generato dallo strumento finanziario oggetto dell’investimento ed espresso come frazione del suo

prezzo. Viene calcolato considerando il costo d’acquisto (inclusi gli oneri) dello strumento finanziario, il

prezzo di rimborso o prezzo di vendita, i flussi di cassa ricevuti (cedole, dividendi) durante il periodo di

detenzione del titolo in portafoglio.

Dato che tutte le attività finanziarie presentano una componente di rischio, solitamente un investitore non

può sapere in anticipo i rendimenti che otterrà in futuro.

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Quanto ragionevolmente un Cliente si aspetta di guadagnare dall’investimento viene definito rendimento

atteso. Il rendimento atteso esprime pertanto una probabilità di rendimento futuro, e può essere

calcolato ad esempio sulla base dei rendimenti passati (ovvero i rendimenti storici), e quindi non

rappresenta una garanzia per il futuro.

Maggiori saranno le variabili che potranno influenzare il rendimento, maggiore sarà la sua variabilità.

Tuttavia è opportuno precisare che non esiste un attività finanziaria dal rendimento certo, esiste

sempre un rischio, anche minimo, che il rendimento effettivo non sia in linea con il rendimento atteso. Ad

esempio nei titoli obbligazionari è possibile che l’emittente non faccia fronte alle proprie obbligazioni, ad

esempio non rimborsando, tutto o in parte, il capitale.

Rapporto Rischio / Rendimento

Nel valutare un investimento non è sufficiente considerare il solo rendimento atteso, ma è importante anche

considerare il rischio associato allo strumento finanziario. Quanto maggiore è il rendimento atteso di un

investimento, tanto maggiore è il rischio che l’investitore deve essere disposto a sopportare. La

maggiore componente di rischio implica un maggior “premio al rischio” richiesto dall’investitore.

Principali rischi associati agli investimenti

Il rischio è una componente inalienabile degli investimenti finanziari. Gli strumenti finanziari sono

caratterizzati da diverse componenti di rischio in relazione alla loro natura ed ai differenti fattori che possono

influenzare il valore dello strumento stesso. A titolo esemplificativo il differente rischio dei titoli di capitale (ad

esempio le azioni) rispetto al rischio ai titoli di debito (ad esempio le obbligazioni e i certificati di deposito), è

dovuto al fatto che:

acquistando titoli di capitale un investitore diviene socio, per la quota parte dei titoli acquisiti della

società, partecipando per intero al rischio economico derivante dalla gestione della società stessa.

Investire in titoli azionari assegna il diritto a percepire annualmente il dividendo sugli utili conseguiti

nel periodo di riferimento (se deliberato dall’assemblea dei soci).

acquistando titoli di debito si diviene finanziatori della società emittente il prestito. L’investitore

acquisisce il diritto a percepire periodicamente gli interessi previsti dal regolamento dell'emissione e,

alla scadenza, al rimborso del capitale prestato (se non diversamente previsto, ad esempio nel caso

delle obbligazioni “perpetue”).

Il Rischio Mercato

Il Rischio di Mercato rappresenta il rischio che il valore degli strumenti finanziari possa subire variazioni

negative in seguito a variazioni delle variabili di mercato che impattano sul valore dello strumento stesso.

Diverse sono le variabili che influenzano l’andamento dei mercati. A titolo esemplificativo alcune variabili

principali possono essere il:

rischio specifico e rischio generico;

rischio di tasso di interesse;

rischio cambio;

rischio leva finanziaria.

Rischio specifico, rischio generico e diversificazione

10 Documento Informativo sulla Profilatura e sui Rischi degli investimenti edizione UM0625 - 01/2018

Il rischio specifico dipende dalle caratteristiche peculiari di ogni singolo strumento finanziario mentre il rischio

generico (o sistematico) rappresenta quella parte di variabilità del prezzo di ciascun titolo che dipende dalle

fluttuazioni del mercato. Ad esempio, per i titoli di capitale, il rischio generico rappresenta quella parte di

variazione del prezzo del titolo che può dipendere dalla congiuntura economica, dagli andamenti delle

principali piazze di negoziazione etc…

Il rischio d'interesse

Il rischio di tasso di interesse è il rischio di possibili variazioni di valore del prezzo di un titolo (solitamente

obbligazionario) dovuto alle variazioni dei tassi di interesse. Ad esempio per un titolo a tasso fisso, il cui

flusso cedolare è predefinito a priori, più lunga è la vita residua maggiore è la variabilità del prezzo al variare

dei tassi di interesse di mercato.

Rischio di cambio

Quando uno strumento finanziario è denominato in una divisa diversa da quella di riferimento per

l’investitore, al fine di valutare la rischiosità complessiva dell'investimento occorre tenere presente il rischio di

cambio. Tale rischio dipende dalla volatilità del rapporto di cambio tra la divisa di riferimento e la divisa

estera in cui è denominato l'investimento.

L'investitore deve considerare che i rapporti di cambio con le divise di molti paesi, in particolare di quelli in

via di sviluppo, sono altamente volatili e che comunque l'andamento dei tassi di cambio può condizionare il

risultato complessivo dell'investimento.

Rischio di Leva finanziaria

Particolare attenzione deve essere posta agli strumenti finanziari derivati caratterizzati dalla presenza di un

effetto leva (esempio futures, opzioni, derivati cartolarizzati quali covered warrant, warrant, certificates,

alcune tipologie di ETF). Con effetto leva s’intente la possibilità di effettuare un investimento che riguarda un

elevato ammontare di risorse finanziarie, con un basso tasso di capitale effettivamente impiegato. L’effetto

leva comporta la moltiplicazione delle performance positive o negative dell’investimento rispetto alle

variazioni del valore corrente di mercato del sottostante, pari alla misura della leva stessa.

Il Rischio di Credito

Il Rischio di Credito è il rischio che il soggetto emittente o garante di un titolo si trovi in una situazione di

dissesto finanziario che non gli permetta di adempiere ai propri obblighi o che gli consenta di farlo solo in

parte. Il rischio di credito permette di integrare l’analisi del rischio e di renderla ancora più completa,

attraverso una misura che consente di comprendere la probabilità di default dell’emittente.

Il Rischio liquidità ed impatto dei costi dei prodotti

La liquidità di uno strumento finanziario consiste nella sua attitudine ad essere smobilizzato senza perdita di

valore. Il rischio di liquidità dipende in primo luogo dalla presenza e dalle caratteristiche di un mercato o

sistemi multilaterali di negoziazione in cui il titolo è trattato. In generale, a parità di altre condizioni, i titoli

trattati su mercati regolamentati, su sistemi multilaterali di negoziazione1 ovvero su Internalizzatori

1 I sistemi multilaterali di negoziazione (c.d. MTF) costituiscono dei sistemi di negoziazione alternativi ai mercati regolamentati di tipo

multilaterale il cui esercizio è riservato ad imprese di investimento, banche e gestori dei mercati regolamentati.

11 Documento Informativo sulla Profilatura e sui Rischi degli investimenti edizione UM0625 - 01/2018

Sistematici2 sono più liquidi dei titoli non trattati su tali mercati o dei titoli per i quali non esiste un

mercato. In aggiunta al rischio di liquidità è necessario tenere in considerazione anche l’impatto dei costi

sostenuti dall’investitore per l’acquisto, il mantenimento e lo smobilizzo dei prodotti finanziari.

Il costo del prodotto finanziario è rappresentato da tutte le voci di costo che possono incidere sul rendimento

effettivamente percepito dall’investitore: ad esempio, i costi di intermediazione, le commissioni di

sottoscrizione/rimborso, le commissioni di gestione. Prodotti caratterizzati da costi elevati richiedono un

tempo di detenzione maggiore per ammortizzare i costi di struttura sostenuti per l’acquisto e/o lo smobilizzo.

La complessità degli strumenti finanziari

Gli strumenti finanziari si distinguono per diversa natura e struttura, rappresentative di un diverso livello di

complessità. Livelli di complessità elevata di prodotti finanziari accrescono le difficoltà di comprensione delle

caratteristiche e dei rischi derivanti dalle operazioni finanziarie poste in essere e, in quanto tali, sono idonei a

pregiudicare la capacità dei risparmiatori di assumere consapevoli decisioni di investimento.

Sono molti i fattori che possono rendere un prodotto di difficile comprensione. A titolo esemplificativo un

prodotto finanziario può essere considerato complesso se:

è un prodotto derivato o include una componente opzionale ;

racchiude beni o indici sottostanti dal valore non facilmente calcolabile, o i cui prezzi o valori non

sono accessibili al pubblico;

presenta un investimento a termine fisso, per esempio con penali in caso di ritiro anticipato che non

sono illustrate in modo chiaro;

utilizza variabili multiple o formule matematiche complesse per determinare il rendimento

dell’investimento (prodotti strutturati);

comprende garanzie o protezione del capitale condizionali o parziali, o che possono venir meno con

il verificarsi di determinati eventi.

Il beneficio della diversificazione del portafoglio e la pianificazione finanziaria

La diversificazione di un portafoglio consiste nella costruzione di un portafoglio con strumenti finanziari i cui

rendimenti non sono perfettamente correlati. In pratica, costruire un portafoglio con strumenti finanziari di

diversa scadenza, emessi da soggetti diversi e che investono in settori ed aree geografiche differenti

permette di frazionare il rischio complessivo del portafoglio.

Tale diversificazione consente di ridurre notevolmente il rischio di perdite legate a specifici settori, aree

geografiche, emittenti.

Alla base di una corretta attività di investimento vi è la pianificazione finanziaria. Una corretta analisi dei

bisogni ed una conseguente pianificazione degli investimenti consente, infatti, di effettuare una scelta

consapevole e adeguata alle capacità economiche e reddituali del cliente ed in linea con livelli di rischio

sostenibile.

Glossario

2 Gli internalizzatori sistematici costituiscono dei sistemi di negoziazione alternativi ai mercati regolamentati di tipo bilaterale in contropartita diretta dell'intermediario con il cliente, il cui esercizio è riservato ad imprese di investimento, banche e gestori di mercati regolamentati.

12 Documento Informativo sulla Profilatura e sui Rischi degli investimenti edizione UM0625 - 01/2018

Principali Strumenti Finanziari

Obbligazioni: titolo di credito che rappresenta una frazione, di uguale valore nominale e con i medesimi

diritti, di un’operazione di finanziamento. Il sottoscrittore o il possessore dell’obbligazione diventa creditore

della società emittente, la quale è invece obbligata a pagare gli interessi e a rimborsare il capitale investito a

scadenza. Gli elementi caratteristici di un titolo obbligazionario sono:

tasso di interesse nominale, che può essere fisso per tutta la durata dell’obbligazione, oppure

variabile;

durata;

cedola, che può essere pari a zero (obbligazione zero coupon) oppure periodica a scadenze

predeterminate;

modalità di rimborso, che può essere ordinaria (rimborso in un’unica soluzione a scadenza, oppure

rimborso progressivo a determinate scadenze), oppure straordinaria (rimborso anticipato oppure

riacquisto sul mercato);

prezzo di rimborso, che può essere fisso oppure variabile.

Le categorie di obbligazioni esistenti sul mercato sono numerose:

Titoli di Stato: strumenti emessi dai governi nazionali, ivi comprese quelli dei cosiddetti Paesi Emergenti, sia

in Euro sia in divisa diversa dall’Euro, che prevedono il rimborso del valore nominale alla scadenza ed un

rendimento cedolare o dato dalla differenza tra il valore nominale (o il prezzo di vendita) e il prezzo di

emissione (o prezzo di acquisto).. Le principali tipologie di titoli di stato Italiano attualmente in circolazione

sono:

Buoni Ordinari del Tesoro (BOT): titoli zero coupon, ovvero caratterizzati dall’assenza di cedole, il cui

rendimento è determinato dalla differenza tra il valore nominale (o il prezzo di vendita) ed il prezzo di

emissione (o il prezzo di acquisto). Hanno una scadenza non superiore ad un anno (3, 6, 12 mesi);.

Buoni del Tesoro Poliennali (BTP): titoli che prevedono un tasso nominale fisso pagabile a cadenza

semestrale (cedola semestrale). Pertanto, gli interessi sono corrisposti semestralmente mediante lo

stacco di una cedola che è pari alla metà del tasso nominale annuo. Hanno una durata medio-lunga

che può variare da 3 a 5, 10, 15, e 30 anni;.

Certificati di credito del Tesoro (CCT): titoli che prevedono un tasso nominale variabile,

caratterizzato da cedole semestrali indicizzate al rendimento dei BOT semestrali o annuali emessi

nel bimestre che precede il mese dello stacco della cedola;

Certificato di credito del Tesoro indicizzati all’Euribor (CCTeu): titoli che prevedono un tasso

nominale variabile, caratterizzato da cedole semestrali indicizzate al tasso Euribor a 6 mesi rilevato il

secondo giorno lavorativo antecedente il primo giorno di maturazione della cedola;

Certificati del tesoro zero coupon (CTZ): titoli zero coupon, ovvero caratterizzati dall’assenza di

cedole il cui rendimento è rappresentato dalla differenza tra il valore di rimborso (pari al valore

nominale) ed il prezzo di emissione (sempre sotto la pari). Hanno una durata pari o inferiore a 24

mesi;

BTP Italia: titoli che forniscono una protezione contro l'aumento del livello dei prezzi italiani, con

cedole che offrono un tasso reale annuo minimo garantito (collegato all'indice ISTAT dei prezzi al

consumo per famiglie di operai e impiegati – FOI - al netto dei tabacchi) pagate semestralmente

insieme con la rivalutazione del capitale per l’inflazione del semestre.

BTP Inflation Linked (BTP€i): titoli che forniscono all’investitore una protezione contro l’aumento del

livello dei prezzi; sia il capitale rimborsato a scadenza sia le cedole pagate semestralmente sono,

infatti, rivalutati sulla base dell’inflazione dell’area Euro, misurata dall’Indice Armonizzato dei prezzi

al Consumo (IAPC) con esclusione del Tabacco.

13 Documento Informativo sulla Profilatura e sui Rischi degli investimenti edizione UM0625 - 01/2018

Obbligazioni societarie sono titoli emessi da società private, essenzialmente banche e società industriali,

che si caratterizzano generalmente per un maggior rendimento rispetto ai titoli di stato di simile durata.

In questa categoria rientra un ampia gamma di obbligazioni: alle più semplici obbligazioni a tasso fisso

(che prevedono la corresponsione di un rendimento calcolato in base ad un tasso di interesse costante

per tutta la durata del prestito), a tasso variabile (che prevedono la corresponsione di un rendimento

calcolato in base ad un tasso d’interesse che può variare durante la durata del prestito), indicizzate (il cui

rendimento e/o valore di rimborso dipendono dal rendimento di un parametro di riferimento), convertibili

(che consentono la facoltà di conversione in azione) si affiancano le obbligazioni caratterizzate da un

rischio maggiore, e cioè, quelle strutturate e quelle subordinate.

Obbligazioni strutturate: sono titoli costituiti da una componente obbligazionaria, con o senza cedola,

e da una o più componenti “derivate”, ossia strumenti finanziari derivati (opzioni o swap). Il detentore

del titolo assume la posizione di acquirente della componente obbligazionaria e, contestualmente, di

acquirente o venditore della componente derivativa. I detentori di titoli di tale genere sono quindi

soggetti non semplicemente avvezzi ai rischi normalmente propri dei titoli di debito, ma anche ai

rischi propri della componente derivativa presente nell’obbligazione strutturata.

Obbligazioni subordinate: sono titoli caratterizzati da una posizione subordinata del soggetto che le

detiene rispetto agli altri creditori della società in caso di rimborso delle passività dell’emittente a

seguito di liquidazione che amplifica il rischio emittente normalmente presente nei titoli di debito. Il

detentore, infatti, sarà soddisfatto nelle sue ragioni di credito verso l’emittente solo dopo che siano

stati soddisfatti tutti gli altri creditori non ugualmente subordinati e sempre che vi sia un residuo

attivo. Le caratteristiche proprie dei titoli subordinati fanno si che il detentore dei titoli di tal genere

sia il primo a risentire dell’eventuale dissesto finanziario della società emittente.

Azioni: l’azione è un titolo rappresentativo di una quota di proprietà di una società. È possibile emettere

diverse tipologie di azioni. All’interno di ciascuna categoria le azioni devono essere uguali ed offrire uguali

diritti. Le azioni ordinarie danno al possessore diritti amministrativi, patrimoniali e misti, tra i quali il diritto di

partecipare alle assemblee ordinarie e straordinarie, il diritto di riparto agli utili e ad una quota di liquidazione

nel caso di scioglimento della società. Le azioni privilegiate, di risparmio, e di godimento, attribuiscono diritti

diversi rispetto alle azioni ordinarie. Le azioni di risparmio sono azioni prive del diritto di voto nell’assemblea,

ma privilegiate nella distribuzione del dividendo, poiché la società emittente deve distribuire utili ai titolari di

queste azioni fino ad almeno il 5% del valore nominale delle azioni stesse. Possono essere emesse solo

dalle società quotate in borsa e sono, solitamente, destinate ai piccoli risparmiatori che cercano più il

rendimento dell’investimento che l’esercizio del diritto di voto.

Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio (OICR): conosciuti con l'acronimo OICR, sono

organismi che svolgono la funzione di “investimento” in forma “collettiva” del “risparmio”. Tutti i sottoscrittori

partecipano agli utili (e alle perdite) nella stessa misura o, meglio, in proporzione alla loro partecipazione al

fondo, e cioè al numero delle quote possedute. I fondi, infatti, sono suddivisi in tante parti unitarie, dette

quote, che vengono sottoscritte dai risparmiatori e garantiscono uguali diritti. La somma delle quote

sottoscritte dal risparmiatore dà la misura della sua partecipazione al fondo.

L’investimento è tutelato attraverso la qualificazione del fondo come patrimonio giuridicamente separato, sia

dal patrimonio della società di gestione che da quello dei singoli partecipanti. Questa caratteristica comporta

una conseguenza molto importante: i creditori della società di gestione non possono aggredire il fondo per

soddisfare i propri crediti (e quindi non possono pregiudicare i diritti dei partecipanti).

L'ordinamento ha previsto varie tipologie di fondi. Uno dei principali criteri di suddivisione dei fondi è relativo

alla struttura che distingue i fondi aperti da quelli chiusi ed i fondi dalle Sicav.

La particolare struttura dei fondi aperti consente di sottoscrivere quote, o chiederne il rimborso, in ogni

momento. Il loro patrimonio, infatti, non è fissato in un ammontare predefinito, ma può continuamente

14 Documento Informativo sulla Profilatura e sui Rischi degli investimenti edizione UM0625 - 01/2018

variare, in aumento per le nuove sottoscrizione o in diminuzione per i rimborsi (oltre che, ovviamente,

aumentare o diminuire in relazione al variare del valore dei titoli in portafoglio). Quelli chiusi hanno invece un

patrimonio predefinito, che non può variare a seguito di nuove sottoscrizione e rimborsi e che è suddiviso in

un numero predeterminato di quote. Le quote, quindi, possono essere sottoscritte, nei limiti della

disponibilità, solo durante la fase di offerta, che si svolge prima di iniziare l'operatività vera e propria, ed il

rimborso avviene di norma solo alla scadenza. E' comunque possibile acquistarle o venderle in borsa nel

caso siano ammesse a quotazione.

Sempre in relazione alla struttura, si distinguono poi i fondi comuni di investimento e le Sicav. In teoria, la

differenza è netta, perchè il fondo comune è un patrimonio a sè stante, costituito con il denaro dei

sottoscrittori e gestito da uno specifico tipo di società, la SGR (società di gestione del risparmio). La Sicav,

invece, è una vera e propria società di cui i sottoscrittori sono soci con tutti i relativi diritti (ad esempio il diritto

di voto). In pratica, assolvono entrambi alla stessa funzione economica: gestire collettivamente le somme

affidate dai risparmiatori. Per cui, se non diversamente specificato, nel prosieguo con il termine "fondo" ci

riferiamo anche alle "sicav".

Exchange Trade Funds (ETF): è una tipologia di fondo comune d’investimento o Sicav le cui quote sono

negoziate in Borsa come semplici azioni ed il cui unico obiettivo di investimento è quello di replicare l’indice

al quale si riferisce (benchmark) attraverso una gestione totalmente passiva. Riassume in sé le

caratteristiche proprie di un fondo e di un’azione. L’acquirente di un ETF è esposto ai rischi propri dei Fondi

Comuni di Investimento ed al rischio che la valuta di riferimento dell’indice sottostante sia differente da

quella di negoziazione (euro): il rendimento potrebbe quindi divergere da quello del benchmark per effetto

della svalutazione/rivalutazione di tale valuta rispetto all’euro.

Exchange Traded Commodities (ETC): sono strumenti finanziari derivati cartolarizzati, (si rimanda al punto

seguente), che replicano passivamente la performance di materie prime o di indici di materie prime. Gli ETC

sono titoli senza scadenza (simili alle obbligazioni zero coupon senza scadenza) emessi da una “società

veicolo” a fronte dell’investimento diretto dell’emittente in materie prime o in contratti derivati (es. future) su

materie prime (es. oro, platino, argento, palladio, etc). Il prezzo degli ETC è quindi legato direttamente o

indirettamente all’andamento della materia prima o del paniere di materie prime, di cui replica passivamente

la performance, eventualmente convertito in euro nel caso in cui la valuta di negoziazione di quest’ultima sia

diversa dalla divisa europea.

L’utilizzo di contratti derivati espone l’investitore al rischio che la controparte del contratto derivato non sia in

grado di onorare i suoi impegni a titolo di questi strumenti. Gli ETC non appartengono agli OICR, per cui a

differenza degli ETF e dei Fondi Comuni di Investimento, non esiste un fondo sottostante con un patrimonio

separato, che protegge gli investitori in caso di fallimento dell’emittente. Nel caso degli ETC, quindi, come

avviene per le azioni, le obbligazioni, in caso di fallimento dell’emittente l’investitore perderà la somma

investita (salva la possibilità di recuperare qualcosa dalla liquidazione fallimentare).

Exchange Traded Notes (ETN): sono strumenti finanziari derivati cartolarizzati che replicano passivamente

la performance di sottostanti o indici diversi dalle materie prime o indici di materie prime. Gli ETN si

distinguono dagli ETC esclusivamente in base alla natura del sottostante: l’ETN non ha sottostanti riferiti a

materie prime. Come gli ETC non è considerato un OICR, ovvero l’utilizzo di contratti derivati espone

l’investitore al rischio che la controparte del contratto derivato non sia in grado di onorare i suoi impegni a

titolo di questi strumenti.

Derivati cartolarizzati: un derivato cartolarizzato è uno strumento derivato incorporato in un titolo

negoziabile. Rispetto ad altre categorie di strumenti derivati come i futures e le opzioni, gli strumenti derivati

cartolarizzati non sono contratti, bensì titoli emessi generalmente da una istituzione finanziaria.

Warrant: titolo che incorpora un’opzione e che conferisce all’acquirente il diritto di acquistare, di

sottoscrivere o di vendere (con o senza effetto leva) una certa quantità di attività sottostante

15 Documento Informativo sulla Profilatura e sui Rischi degli investimenti edizione UM0625 - 01/2018

rappresentata da strumenti finanziari, ad un prezzo stabilito (prezzo di esercizio o strike price), alla o

entro una data di scadenza specifica (scadenza), a seconda che i warrant sia rispettivamente di stile

europeo o americano. L’emittente dei warrant può anche non coincidere con l’emittente dell’attività

sottostante;

Covered warrant: titolo che incorpora un’opzione (con o senza effetto leva) e che conferisce

all’acquirente il diritto di acquistare o di vendere una certa quantità di attività sottostante

rappresentata da strumenti finanziari, indici, valute, tassi, merci, metalli preziosi, ad un prezzo

stabilito (prezzo di esercizio o strike price), alla o entro una data di scadenza specifica, a seconda

che il covered warrant sia rispettivamente di stile europeo o americano.

Certificate: derivato cartolarizzato (che può incorporare una o più opzioni) e conferisce all’acquirente

il diritto di partecipare (con o senza effetto leva) alla variazione del valore corrente di mercato

dell’attività sottostante e di ricevere (al momento dell’esercizio), alla o entro una data di scadenza

specifica, a seconda che il certificate sia rispettivamente di stile europeo o americano, l’attività

sottostante o la liquidazione monetaria, se positiva, del valore corrente di mercato dell’attività

sottostante.

Opzioni: contratto derivato che attribuisce il diritto, ma non l’obbligo, di comprare (opzione call) o vendere

(opzione put) una data quantità di bene (sottostante) ad un prezzo prefissato (strike price o prezzo di

esercizio) entro una certa data (scadenza), nel qual caso si parla di opzione americana, o a raggiungimento

della stessa, nel qual caso si parla di opzione europea.

Future: contratto derivato negoziato su mercati regolamentati mediante il quale acquirente e venditore si

impegnano a scambiarsi una determinata quantità di una certa attività finanziaria o reale (detta attività

sottostante o underlying asset) ad un prezzo prefissato e con liquidazione differita a una data futura

prestabilita. È un contratto simmetrico in quanto entrambi i contraenti sono obbligati ad effettuare una

prestazione a scadenza. L’operatore che acquista il future (che s’impegna, cioè, ad acquistare a scadenza il

sottostante) assume una posizione lunga (long), mentre l’operatore che vende il future assume una

posizione corta (short).

Certificati di deposito: forma di deposito vincolato mediante il quale la Banca, dietro il pagamento di

interessi, acquista la proprietà delle somme di denaro depositate dal cliente, obbligandosi a restituirle alla

scadenza pattuita. Il Certificato di Deposito ha durata non inferiore a 1 mese e non superiore a 5 anni: la

somma depositata è vincolata per il periodo concordato, indicato sul Certificato stesso. Non è previsto il

rimborso anticipato dei Certificati di Deposito da parte della Banca.

Pronti Contro Termine: è un operazione nella quale la Banca (la controparte) vende al cliente una quantità

definita di titoli (cosiddetta operazione a “pronti”) con contemporaneo obbligo di riacquisto della stessa

quantità ad una data ed a condizioni di prezzo prestabilite (cosiddetta “operazione a termine”). La

remunerazione del Cliente per le operazioni di PCT è costituita dalla differenza tra il prezzo ricevuto nella

vendita a termine e il prezzo pagato nell’acquisto a pronti degli strumenti finanziari oggetto delle operazioni

stesse. Il contratto di pronti contro termine non può essere risolto anticipatamente.

Servizio di Gestione di Portafogli: consente all’investitore di avvalersi delle conoscenze e dell’esperienza

di professionisti del settore nella scelta degli strumenti finanziari in cui investire il proprio patrimonio e

nell’esecuzione delle relative operazioni.

Nel servizio di gestione di portafogli l’investitore conferisce al Gestore un patrimonio determinato, costituito

da denaro e/o strumenti finanziari con l’incarico di gestirlo mediante operazioni di acquisto e vendita di

strumenti finanziari. Nello svolgimento del servizio di gestione di portafogli, il Gestore decide per conto

dell’investitore quali strumenti finanziari andranno a comporre il portafoglio gestito al fine di valorizzarlo e

provvede anche a tutte le operazioni necessarie per acquistarli e venderli.

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L’autonomia decisionale del Gestore non è illimitata: infatti, l’investitore può orientare la rischiosità del

servizio di gestione definendo contrattualmente i limiti entro cui devono essere effettuate le scelte di

gestione.

Prodotti di investimento assicurativo (Insurance-based investme products - IBIPs

Per prodotti di investimento assicurativo (Insurance-based investme products - IBIPs) si intendono prodotti

assicurativi che presentano una scadenza o un valore di riscatto e in cui tale scadenza o valore di riscatto è

esposto in tutto o in parte, in modo diretto o indiretto, alle fluttuazioni del mercato, di cui all’art. 2 della

Direttiva (UE) 2016/97 del Parlamento Europeo e del Consiglio (Direttiva IDD). Rientrano in tale definizione

le polizze e le operazioni di cui ai rami vita I (ad esclusione dei contratti assicurativi vita, qualora le

prestazioni previste dal contratto siano dovute soltanto in caso di decesso o per incapacità dovuta a lesione,

malattia o infermità), III e V di cui all’art. 2 del decreto legislativo n. 209 del 7 settembre 2005 (Codice delle

assicurazioni private) , con esclusione delle forme pensionistiche individuali.

Polizze di Assicurazioni Index linked: contratti in cui l’entità del capitale assicurato dipende

dall’andamento nel tempo del valore di un indice azionario o di un altro valore di riferimento. Pertanto, il

capitale ottenibile da questo contratto è soggetto alle oscillazioni dell’indice o del titolo di riferimento che,

soprattutto nei contratti di breve durata, può risentire di cicli economici negativi. Questi prodotti possono

offrire delle garanzie (per esempio la restituzione almeno dell’importo dei premi investiti oppure un capitale

minimo a scadenza, ovvero la corresponsione di cedole in corso di contratto) sia in caso di vita sia in caso di

morte dell’assicurato.

Polizze di Assicurazione Unit linked: contratti in cui l’entità del capitale assicurato dipende dall’andamento

del valore delle quote di fondi d’investimento interni (appositamente costituiti dall’impresa di assicurazione) o

da fondi esterni (OICR Organismi d’investimento collettivo del risparmio) in cui vengono investiti i premi

versati, dedotti i caricamenti, il costo per la copertura caso morte, le eventuali coperture accessorie e le

commissioni di gestione. Nelle polizze unit linked è prevista una suddivisione dei fondi interni in sei classi in

funzione del rischio d’investimento.

Polizze Vita di Capitalizzazione: contratti che prevedono una maggiorazione annuale del capitale o della

rendita assicurati attraverso il riconoscimento di una parte degli utili finanziari realizzati da specifiche gestioni

speciali costituite all’interno dell’impresa (gestioni separate), nelle cui attività vengono investiti i premi versati,

al netto dei costi per questi prodotti possono essere pagati premi unici, ricorrenti o annui. I premi annui

possono essere costanti o rivalutabili. Le gestioni separate sono gestioni assicurative in genere

prevalentemente orientate al mercato obbligazionario nella quale confluiscono gli investimenti di Clienti che

aderiscono a contratti ad essa collegati. Le Gestioni separate sono tenute contabilmente distinte dalle altre

attività della Compagnia, a tutela dei risparmi degli assicurati. I risultati conseguiti da tali gestione sono

annualmente certificati da una Società di revisione contabile, che ne attesta la correttezza.