DOCUMENTI ESAMINATI NEL CORSO DELLA SEDUTA...

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853. Allegato A DOCUMENTI ESAMINATI NEL CORSO DELLA SEDUTA COMUNICAZIONI ALL’ASSEMBLEA INDICE PAG. Comunicazioni ................................................. 3 Missioni valevoli nella seduta del 19 settem- bre 2017 ....................................................... 3 Progetti di legge (Annunzio; Assegnazione a Commissioni in sede referente) ................ 3, 4 Documenti ministeriali (Trasmissioni) ......... 4 Progetti di atti dell’Unione europea (An- nunzio) .......................................................... 4 Nomine ministeriali (Comunicazione) .......... 5 Atti di controllo e di indirizzo .................... 6 Risposte scritte ad interrogazioni (Annun- zio) ................................................................ 6 Interpellanze e interrogazioni ....................... 7 Iniziative in relazione al progetto di dismis- sione dell’immobile denominato « Villa Olga » di proprietà dello Stato italiano, sito nella città di Salonicco in Grecia 3-03239 ......................................................... 7 Iniziative volte a contrastare il diffondersi di movimenti che si ispirano all’ideologia fa- PAG. scista, anche in relazione a vicende occorse presso lo stabilimento balneare « Punta Canna » in località Sottomarina del co- mune di Chioggia (Venezia) 3-03152; 3-03241 ......................................................... 8 Iniziative di competenza volte a contrastare le attività di talune imbarcazioni private finalizzate ad ostacolare le operazioni di salvataggio dei migranti 3-03159; 3-03178; 3-03179 ......................................... 9 Iniziative per tutelare il marchio della moz- zarella di bufala campana – 3-03142 ..... 11 Iniziative volte all’introduzione dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine della ma- teria prima anche per la filiera grano- pasta – 2-01652; 3-02941 .......................... 12 Iniziative di competenza volte a garantire la disponibilità del farmaco Creon a favore dei pazienti affetti da fibrosi cistica 2-01933 ......................................................... 15 Mozioni Marcon, Duranti ed altri n. 1- 01662, Corda ed altri n. 1-01663, Quarta- pelle Procopio, Alli, Marazziti, Locatelli ed altri n. 1-01695, Archi ed altri n. 1-01696 Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati XVII LEGISLATURA ALLEGATO A AI RESOCONTI SEDUTA DEL 19 SETTEMBRE 2017 N. B. Questo allegato reca i documenti esaminati nel corso della seduta e le comunicazioni all’Assemblea non lette in aula.

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853. Allegato A

DOCUMENTI ESAMINATI NEL CORSO DELLA SEDUTA

COMUNICAZIONI ALL’ASSEMBLEA

I N D I C E

PAG.

Comunicazioni ................................................. 3

Missioni valevoli nella seduta del 19 settem-bre 2017 ....................................................... 3

Progetti di legge (Annunzio; Assegnazione aCommissioni in sede referente) ................ 3, 4

Documenti ministeriali (Trasmissioni) ......... 4

Progetti di atti dell’Unione europea (An-nunzio) .......................................................... 4

Nomine ministeriali (Comunicazione) .......... 5

Atti di controllo e di indirizzo .................... 6

Risposte scritte ad interrogazioni (Annun-zio) ................................................................ 6

Interpellanze e interrogazioni ....................... 7

Iniziative in relazione al progetto di dismis-sione dell’immobile denominato « VillaOlga » di proprietà dello Stato italiano, sitonella città di Salonicco in Grecia –3-03239 ......................................................... 7

Iniziative volte a contrastare il diffondersi dimovimenti che si ispirano all’ideologia fa-

PAG.

scista, anche in relazione a vicende occorsepresso lo stabilimento balneare « PuntaCanna » in località Sottomarina del co-mune di Chioggia (Venezia) – 3-03152;3-03241 ......................................................... 8

Iniziative di competenza volte a contrastarele attività di talune imbarcazioni privatefinalizzate ad ostacolare le operazioni disalvataggio dei migranti – 3-03159;3-03178; 3-03179 ......................................... 9

Iniziative per tutelare il marchio della moz-zarella di bufala campana – 3-03142 ..... 11

Iniziative volte all’introduzione dell’obbligodi indicare in etichetta l’origine della ma-teria prima anche per la filiera grano-pasta – 2-01652; 3-02941 .......................... 12

Iniziative di competenza volte a garantire ladisponibilità del farmaco Creon a favoredei pazienti affetti da fibrosi cistica –2-01933 ......................................................... 15

Mozioni Marcon, Duranti ed altri n. 1-01662, Corda ed altri n. 1-01663, Quarta-pelle Procopio, Alli, Marazziti, Locatelli edaltri n. 1-01695, Archi ed altri n. 1-01696

Atti Parlamentari — 1 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 19 SETTEMBRE 2017

N. B. Questo allegato reca i documenti esaminati nel corso della seduta e le comunicazioni all’Assembleanon lette in aula.

PAG.

e Vezzali ed altri n. 1-01697 concernentila situazione di crisi nello Yemen, conparticolare riferimento all’emergenzaumanitaria e all’esportazione di armi versoi Paesi coinvolti nel conflitto .................... 18

Mozioni ............................................................. 18

Risoluzione ....................................................... 33

PAG.

Mozioni Basilio ed altri n. 1-01081, Marconed altri n. 1-01673, Gianluca Pini ed altrin. 1-01674, Vezzali ed altri n. 1-01698,Moscatt, Alli ed altri n. 1-01699 e Durantied altri n. 1-01700 concernenti iniziativein materia di dislocazione, trasporto eacquisizione di armi nucleari in Italia .... 37

Mozioni ............................................................. 37

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 19 SETTEMBRE 2017 — N. 853

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella sedutadel 19 settembre 2017.

Angelino Alfano, Gioacchino Alfano,Alfreider, Alli, Amendola, Amici, Amoddio,Artini, Baldelli, Baretta, Bellanova, Ber-nardo, Dorina Bianchi, Biondelli, Bobba,Bocci, Bonifazi, Borletti Dell’Acqua, Bo-schi, Matteo Bragantini, Brambilla, Bratti,Bressa, Brunetta, Caparini, Capelli, Ca-sero, Castiglione, Catania, Causin, Censore,Centemero, Antimo Cesaro, Chaouki, Cic-chitto, Cirielli, Coppola, Costantino, D’Alia,Dambruoso, Damiano, De Menech, De Mi-cheli, Del Basso De Caro, Dellai, Manlio DiStefano, Epifani, Faraone, Fedi, Ferranti,Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fonta-nelli, Franceschini, Galati, Garofani, Gelli,Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli,Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, La-forgia, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti,Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Marcon,Meta, Migliore, Orlando, Palazzotto, Pan-narale, Pes, Pisicchio, Portas, Rampelli,Ravetto, Realacci, Rigoni, Francesco Save-rio Romano, Rosato, Domenico Rossi, Ru-ghetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Scanu,Schullian, Sereni, Sorial, Tabacci, SimoneValente, Valeria Valente, Valentini, Velo,Vignali.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

Angelino Alfano, Gioacchino Alfano,Alfreider, Alli, Amendola, Amici, Amoddio,Artini, Baldelli, Baretta, Bellanova, Ber-nardo, Dorina Bianchi, Bindi, Biondelli,

Bobba, Bocci, Bonifazi, Borletti Dell’Ac-qua, Boschi, Braga, Matteo Bragantini,Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Ca-pelli, Casero, Castiglione, Catania, Causin,Censore, Centemero, Antimo Cesaro, Cha-ouki, Cicchitto, Cirielli, Cominelli, Cop-pola, Costantino, D’Alia, Dambruoso, Da-miano, De Menech, De Micheli, Del BassoDe Caro, Dellai, Manlio Di Stefano, Epi-fani, Faraone, Fedi, Ferranti, Ferrara,Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fonta-nelli, Franceschini, Galati, Garofani, Gelli,Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli,Gozi, Lorenzo Guerini, La Russa, Laforgia,Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi,Madia, Manciulli, Marazziti, Marcon, Maz-ziotti Di Celso, Meta, Migliore, Orlando,Palazzotto, Pannarale, Pes, Piccoli Nar-delli, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto,Realacci, Rigoni, Francesco Saverio Ro-mano, Rosato, Domenico Rossi, Rughetti,Sanga, Sani, Scalfarotto, Scanu, Schullian,Sereni, Sorial, Speranza, Tabacci, Tofalo,Turco, Simone Valente, Valeria Valente,Valentini, Velo, Vignali, Vignaroli, VilleccoCalipari.

Annunzio di proposte di legge.

In data 18 settembre 2017 sono statepresentate alla Presidenza le seguenti pro-poste di legge d’iniziativa dei deputati:

MANLIO DI STEFANO ed altri: « Mo-difiche al titolo VI del decreto del Presi-dente della Repubblica 5 gennaio 1967,n. 18, in materia di personale assunto acontratto dalle rappresentanze diplomati-che, dagli uffici consolari e dagli istitutiitaliani di cultura » (4644);

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 19 SETTEMBRE 2017 — N. 853

IACONO ed altri: « Disposizioni con-cernenti l’istituzione di zone urbane sto-riche a fiscalità agevolata » (4645).

Saranno stampate e distribuite.

Assegnazione di un progetto di leggea Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell’articolo 72del Regolamento, il seguente progetto dilegge è assegnato, in sede referente, allesottoindicate Commissioni permanenti:

Commissioni riunite I (Affari costitu-zionali) e III (Affari esteri):

ANDREA MAESTRI ed altri: « Modifi-che alla disciplina in materia di immigra-zione e condizione dello straniero. Ratificaed esecuzione del capitolo C della Con-venzione del Consiglio d’Europa sulla par-tecipazione degli stranieri alla vita pub-blica a livello locale, fatta a Strasburgo il5 febbraio 1992 » (4551) Parere delle Com-missioni II (ex articolo 73, comma 1-bis,del Regolamento), V, VI (ex articolo 73,comma 1-bis, del Regolamento, per gliaspetti attinenti alla materia tributaria),VII, VIII, X, XI (ex articolo 73, comma1-bis, del Regolamento, relativamente alledisposizioni in materia previdenziale), XII,XIV e della Commissione parlamentare perle questioni regionali.

Trasmissione dal Ministro della giustizia.

Il Ministro della giustizia, con lettera indata 15 settembre 2017, ha trasmesso, aisensi dell’articolo 30, quinto comma, dellalegge 20 marzo 1975, n. 70, la relazionesull’attività svolta, sul bilancio di previ-sione e sulla consistenza degli organicidell’Ente di assistenza per il personaledell’amministrazione penitenziaria, riferitaall’anno 2016, corredata dai relativi alle-gati.

Questa relazione è trasmessa alla XICommissione (Lavoro).

Trasmissioni dal Ministro della difesa.

Il Ministro della difesa, con lettera indata 18 settembre 2017, ha trasmesso, aisensi dell’articolo 30, quinto comma, dellalegge 20 marzo 1975, n. 70, la relazionesull’attività svolta, sul bilancio di previ-sione e sulla consistenza degli organicidella Lega navale italiana, riferita all’anno2016, corredata dai relativi allegati.

Questa relazione è trasmessa alla IVCommissione (Difesa) e alla IX Commis-sione (Trasporti).

Il Ministro della difesa, con lettera indata 18 settembre 2017, ha trasmesso, aisensi dell’articolo 30, quinto comma, dellalegge 20 marzo 1975, n. 70, la relazionesull’attività svolta, sul bilancio di previ-sione e sulla consistenza degli organicidella Cassa di previdenza delle Forze ar-mate, riferita all’anno 2016, corredata dairelativi allegati.

Questa relazione è trasmessa alla IVCommissione (Difesa) e alla XI Commis-sione (Lavoro).

Il Ministro della difesa, con lettera indata 18 settembre 2017, ha trasmesso, aisensi dell’articolo 30, quinto comma, dellalegge 20 marzo 1975, n. 70, le relazionisull’attività svolta, sul bilancio di previ-sione e sulla consistenza degli organici,rispettivamente, dell’Unione italiana tiro asegno e dell’Opera nazionale per i figlidegli aviatori, riferite all’anno 2016, cor-redate dai rispettivi allegati.

Queste relazioni sono trasmesse alla IVCommissione (Difesa).

Annunzio di progetti di attidell’Unione europea.

La Commissione europea, in data 18settembre 2017, ha trasmesso, in attua-zione del Protocollo sul ruolo dei Par-

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 19 SETTEMBRE 2017 — N. 853

lamenti allegato al Trattato sull’Unioneeuropea, i seguenti progetti di atti del-l’Unione stessa, nonché atti preordinatialla formulazione degli stessi, che sonoassegnati, ai sensi dell’articolo 127 delRegolamento, alle sottoindicate Commis-sioni, con il parere, se non già assegnatialla stessa in sede primaria, della XIVCommissione (Politiche dell’Unione euro-pea):

Proposta di regolamento del Parla-mento europeo e del Consiglio recantemodifica del regolamento (UE, Euratom)n. 1141/2014 del Parlamento europeo edel Consiglio, del 22 ottobre 2014, relativoallo statuto e al finanziamento dei partitipolitici europei e delle fondazioni politicheeuropee (COM(2017) 481), che è assegnatain sede primaria alle Commissioni riuniteI (Affari costituzionali) e XIV (Politichedell’Unione europea). Questa proposta èaltresì assegnata alla medesima XIV Com-missione ai fini della verifica della con-formità al principio di sussidiarietà; iltermine di otto settimane per la verifica diconformità, ai sensi del Protocollo sull’ap-plicazione dei princìpi di sussidiarietà e diproporzionalità allegato al Trattato sull’U-nione europea, decorre dal 19 settembre2017;

Proposta di regolamento del Parla-mento europeo e del Consiglio riguar-dante l’iniziativa dei cittadini europei(COM(2017) 482 final), corredata dal re-lativo allegato (COM(2017) 482 final –Annex 1), che è assegnata in sede pri-maria alla XIV Commissione (Politichedell’Unione europea);

Comunicazione della Commissione alParlamento europeo, al Consiglio, al Co-mitato economico e sociale europeo eal Comitato delle regioni concernentel’elenco 2017 delle materie prime essen-ziali per l’Unione europea (COM(2017)490 final), che è assegnata in sede pri-maria alla X Commissione (Attività pro-duttive).

Comunicazione di nomine ministeriali.

La Presidenza del Consiglio dei mini-stri, con lettera in data 15 settembre2017, ha trasmesso, ai sensi dell’articolo19, comma 9, del decreto legislativo 30marzo 2001, n. 165, la comunicazioneconcernente il conferimento, ai sensi delcomma 4 del medesimo articolo 19, deiseguenti incarichi di livello dirigenzialegenerale, e nell’ambito del Ministero dellasalute:

al dottor Silvio Borrello, l’incarico didirettore della Direzione generale dellasanità animale e dei farmaci veterinari;

al dottor Massimo Casciello, l’inca-rico di direttore della Direzione generaledella vigilanza sugli enti e della sicurezzadelle cure;

al dottor Giuseppe Celotto, l’incaricodi direttore della Direzione generale delpersonale, dell’organizzazione e del bilan-cio;

al dottor Giovanni Leonardi, l’inca-rico di direttore della Direzione generaledella ricerca e dell’innovazione in sanità;

alla dottoressa Marcella Marletta,l’incarico di direttore della Direzione ge-nerale dei dispositivi medici e del serviziofarmaceutico;

al dottor Giuseppe Ruocco, l’incaricodi direttore della Direzione generale perl’igiene e la sicurezza degli alimenti e lanutrizione;

alla dottoressa Rossana Ugenti, l’in-carico di direttore della Direzione generaledelle professioni sanitarie e delle risorseumane del Servizio sanitario nazionale;

al dottor Giuseppe Viggiano, l’inca-rico di direttore della Direzione generaledella digitalizzazione, del sistema informa-tivo sanitario e della statistica.

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 19 SETTEMBRE 2017 — N. 853

Questa comunicazione è trasmessa allaI Commissione (Affari costituzionali) e allaXII Commissione (Affari sociali).

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzopresentati sono pubblicati nell’Allegato Bal resoconto della seduta odierna.

Annunzio di risposte scrittead interrogazioni.

Sono pervenute alla Presidenza daicompetenti Ministeri risposte scrittead interrogazioni. Sono pubblicate nel-l’Allegato B al resoconto della sedutaodierna.

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 19 SETTEMBRE 2017 — N. 853

INTERPELLANZE E INTERROGAZIONI

Iniziative in relazione al progetto di di-smissione dell’immobile denominato« Villa Olga » di proprietà dello Statoitaliano, sito nella città di Salonicco in

Grecia – 3-03239

A) Interrogazione

TACCONI. — Al Ministro degli affariesteri e della cooperazione internazionale eal Ministro dell’economia e delle finanze. —Per sapere – premesso che:

lo Stato italiano è proprietario di unimmobile nella città di Salonicco, in Gre-cia, denominato « Villa Olga »;

negli anni l’immobile è stato sede delconsolato italiano in quella città, ma datempo è ormai inutilizzato per attivitàistituzionali;

il Ministero degli affari esteri e dellacooperazione internazionale, proprio inconsiderazione del perdurante inutilizzo,anche al fine di ottemperare agli obblighifinanziari imposti dalle recenti leggi dibilancio, ha incluso l’immobile nel pianodi dismissioni e ne ha quindi decretatol’alienazione o la permuta;

a quanto consta all’interrogante visarebbero espressioni di interesse all’ac-quisto da parte di imprenditori ed istitu-zioni locali che avrebbero presentato of-ferte in linea con i prezzi di mercato e conlo stato di manutenzione dell’edificio, che,comprensibilmente, dopo anni di abban-dono e di incuria, necessita di importanti

lavori di ristrutturazione e ripristino, cheapparentemente l’amministrazione nonavrebbe intenzione di effettuare avendonedecretato la dismissione;

il perdurare di tale stato di incuria,tuttavia, rischia di compromettere ulte-riormente lo stato e il decoro dell’edificiocon conseguente possibile diminuzione delsuo valore commerciale;

parallelamente si ha notizia che lascuola italiana di Atene, a cui guardanocon crescente interesse anche ambientiprivati ed istituzionali greci, occupa unedificio in locazione annuale, proprietàdella Santa Sede, anch’esso bisognoso diimportanti interventi di manutenzionestraordinaria, e che, inoltre, i locali dellacancelleria consolare, oltre che carenti dalpunto di vista della sicurezza, sono deltutto inadeguati ad una decorosa situa-zione lavorativa del personale e all’offertadei servizi richiesti dall’utenza –:

se, tenuto conto del mercato immo-biliare greco, non si ritenga di dovervalutare quanto prima le manifestazionid’interesse all’acquisto fin qui pervenuteper finalizzare la vendita nel più brevetempo possibile;

se non si ritenga di assumere inizia-tive volte a utilizzare i proventi dellavendita per riadattare i locali della can-celleria consolare e per garantire, even-tualmente in un edificio di nuova acqui-sizione in permuta, la piena agibilità deilocali della scuola italiana di Atene e lasicurezza degli alunni e degli insegnanti.

(3-03239)

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 19 SETTEMBRE 2017 — N. 853

Iniziative volte a contrastare il diffon-dersi di movimenti che si ispirano al-l’ideologia fascista, anche in relazione avicende occorse presso lo stabilimentobalneare « Punta Canna » in località Sot-tomarina del comune di Chioggia (Ve-

nezia) – 3-03152; 3-03241

B) Interrogazioni

CRIVELLARI, NARDUOLO, VERINI,MISIANI, MORETTO, NACCARATO, DEMENECH, D’ARIENZO, CAMANI, GI-NATO, ZARDINI, RUBINATO, ROTTA,MIOTTO, ZAN, ROSTELLATO, SBROL-LINI e CRIMÌ. — Al Ministro dell’interno.— Per sapere – premesso che:

lo stabilimento balneare « PuntaCanna » in località Sottomarina del co-mune di Chioggia (Venezia) è pieno dicartelli con immagini di Benito Mussolini,saluti romani e frasi inneggianti l’epopeafascista;

la proprietà dello stabilimento non famistero di ispirarsi alle idee e alle politi-che portate avanti durante il ventenniofascista;

all’interno dello stabilimento si « con-suma » l’elogio delle attività del regimefascista e di Benito Mussolini, dove ilregime diviene espressione di una « poli-tica sociale » da applicare all’interno del-l’esercizio;

l’attività dello stabilimento si svolgesu terreno demaniale affidato tramite con-cessione;

il comportamento e le parole dellaproprietà dello stabilimento « PuntaCanna » sembrano agli interroganti esal-tare pubblicamente « principi, fatti o me-todi del fascismo »;

l’articolo 4 della legge n. 645 del1952 disciplina l’apologia del fascismo e lostesso articolo prevede, tra le pene per ilreato di « apologia del fascismo » la reclu-sione, sanzioni pecuniarie e l’interdizione

dai pubblici uffici per un periodo di cin-que anni, la non eleggibilità e la decadenzaper le cariche pubbliche elettive –:

se il Ministro interrogato sia a cono-scenza dei fatti illustrati in premessa equali iniziative intenda assumere per mo-nitorare, per quanto di competenza, ladiffusione di movimenti e luoghi di aggre-gazione che si ispirano in modo palese einaccettabile all’ideologia fascista e se in-tenda assumere iniziative normative perrendere pienamente applicabile quantostabilito dalla legge in merito al reato diapologia di fascismo. (3-03152)

CIMBRO, ZOGGIA, RICCIATTI, LA-FORGIA, SPERANZA, SCOTTO, RO-BERTA AGOSTINI, ALBINI, BERSANI,FRANCO BORDO, BOSSA, CAPODICASA,D’ATTORRE, DURANTI, EPIFANI, FAVA,FERRARA, FOLINO, FONTANELLI, FOR-MISANO, FOSSATI, CARLO GALLI,KRONBICHLER, LEVA, MARTELLI, ME-LILLA, MURER, NICCHI, GIORGIO PIC-COLO, PIRAS, QUARANTA, RAGOSTA,SANNICANDRO, STUMPO, ZACCAGNINI,ZAPPULLA e ZARATTI. — Al Ministrodell’interno. — Per sapere – premesso che:

il prefetto di Venezia Carlo Boffi hafirmato un’ordinanza « per l’immediata ri-mozione di ogni riferimento al fascismocontenuto in cartelli, manifesti e scritte »presenti all’interno dello stabilimento bal-neare Punta Canna a Chioggia. L’atto èstato notificato al gestore dello stabili-mento balneare, Gianni Scarpa. Nell’ordi-nanza è ordinato a Scarpa « di astenersidall’ulteriore diffusione di messaggi controla democrazia ». L’ordinanza è arrivatadopo la « visita » della Digos e dei vigiliurbani, in seguito alle polemiche per laspiaggia nostalgica del ventennio mussoli-niano;

non vi è alcun dubbio che nelleintenzioni del gestore dello stabilimentobalneare che inneggia al fascismo diChioggia e che intrattiene i bagnanti indiscorsi stile duce, in un ambiente pieno dicartelli con immagini di Mussolini e saluti

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romani, non ci sia solo « il desiderio disuscitare un sorriso ». Anche a giudicaredalle dichiarazioni rilasciate dal gestore ala Repubblica: « la democrazia mi faschifo, qui valgono, le mie regole, i tossicili sterminerei (...) »;

non sono mancate l’indignazione e larabbia di cittadini e amministratori, chehanno esortato a revocare la concessionebalneare dello stabilimento, definito dalsuo titolare « zona antidemocratica e aregime », con tanto di esortazione ad avereun atteggiamento quanto meno remissivo(Non rompete i c...). Lo stabilimento haricevuto la visita della digos di Venezia,« per accertamenti », e domani anche lapolizia locale effettuerà le verifiche delcaso: « Se ci saranno infrazioni alla nor-mativa per quanto ci riguarda, profilipenalmente rilevanti o irregolarità nellastruttura – ha chiarito il vicesindacoMarco Veronese – il comune interverràimmediatamente. La notizia di reato è giàall’attenzione dell’autorità giudiziaria equindi l’iter farà il suo corso »;

quell’ostentazione di memorabilia delventennio – tra gadget fascisti, poster delduce, il tutto condito dai giudizi sprezzantidel titolare dello stabilimento – ha dunqueacceso le ire di tanti. Su tutti l’Anpi diChioggia, che ha « stigmatizzato il com-portamento provocatorio e pericoloso delgestore » e chiesto « l’immediata revocadella concessione balneare e l’applicazionedelle sanzioni previste dalle leggi ».« Chioggia antifascista non c’entra nientecon questo ciarpame: il tizio è miranese, iclienti sono turisti che vengono da altreparti del Veneto », afferma l’Anpi. « Alpersonaggio ricordiamo che Punta Cannanon è “casa sua”, come ama asserire: inquanto concessione demaniale sul suoloitaliano, egli è tenuto a rispettare le leggidello Stato, congruenti con la Costituzionenata dalla Resistenza antifascista » –:

se non ritenga necessario intervenire,attraverso la prefettura e la questura diVenezia, al fine di verificare tutte le ini-ziative possibili per evitare il protrarsi diuna situazione che vede propagandare i

principi e i simboli del fascismo e chegenera grave danno alla memoria e aivalori della Costituzione;

se non ritenga urgente e doverosoassumere iniziative, per quanto di compe-tenza, per avviare un approfondimentosulla questione;

quali iniziative di competenza in-tenda assumere al fine di impedire chesituazioni analoghe possano verificarsi infuturo. (3-03241)

Iniziative di competenza volte a contra-stare le attività di talune imbarcazioniprivate finalizzate ad ostacolare le ope-razioni di salvataggio dei migranti

– 3-03159; 3-03178; 3-03179

C) Interrogazioni

SCHIRÒ. — Al Ministro dell’interno e alMinistro della difesa. — Per sapere –premesso che:

secondo quanto si apprende dalleagenzie di stampa e da quanto segnalatoda diverse associazioni catanesi, tra cui larete antirazzista, la comunità di Sant’Egi-dio e l’Arci, la nave « C Star », lunga 40metri e battente bandiera dello Stato diGibuti, noleggiata dal gruppo di estremadestra Generazione identitaria, dovrebbefare scalo nei prossimi giorni nel porto diCatania;

lo scopo di tale iniziativa, a pareredell’interrogante dal chiaro sapore provo-catorio, è quello di intralciare le opera-zioni di salvataggio in mare dei migrantida parte delle unità gestite dalle organiz-zazioni non governative;

secondo quanto dichiarato da unesponente del suddetto gruppo e raccoltedal quotidiano la Repubblica, il progetto,denominato « Defend Europe », intendebloccare « le barche dei clandestini impe-dendogli di toccare le coste italiane finquando la guardia costiera libica nonverrà a prenderseli per riportarli indie-

Atti Parlamentari — 9 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 19 SETTEMBRE 2017 — N. 853

tro », nonché il controllo dell’operato delleimbarcazioni di salvataggio delle organiz-zazioni non governative;

l’esercizio di tali attività da parte diun’unità privata appare al di fuori di ognilegittimità e probabile motivo di ulterioretensione in acque già teatro di gravissimesciagure;

lo scalo nel porto etneo sarebbe fun-zionale all’imbarco delle provviste neces-sarie alla missione e di volontari arruolatinell’operazione paramilitare, provenientida diversi Paesi europei;

la presenza di una nave non coordi-nata con la Guardia costiera e dal dichia-rato intento di ostacolare le operazioni disalvataggio potrebbe rappresentare ungrave pericolo per i naufraghi e per ilpersonale operante in mare –:

quali urgenti iniziative intendanoadottare al fine scongiurare che il drammadell’immigrazione via mare in Mediterra-neo possa trasformarsi in un’occasione perquelli che appaiono gesti provocatori dispeculazione politica da parte di gruppixenofobi;

quali iniziative di prevenzione riten-gano di dover adottare al fine di impediresituazioni di ulteriore pericolo per i nau-fraghi e per i soccorritori, in conseguenzadell’azione di disturbo messe in atto daimbarcazioni che, senza alcuna titolarità,intendono contrastare le azioni di soc-corso. (3-03159)

BURTONE e SCHIRÒ. — Al Ministrodell’interno, al Ministro della difesa e alMinistro delle infrastrutture e dei trasporti.— Per sapere – premesso che:

è atteso l’approdo presso il porto diCatania della nave « C-Star », un’imbarca-zione di 40 metri noleggiata dal movi-mento estremista di destra Generazioneidentitaria;

la C-Star è salpata da Gibuti e l’ar-matore è la Maritime global service ltd,società inglese con sede a Cardiff. Rap-

presentante risulterebbe essere lo svedeseSven Tomas Egerstrom, che risulta legatoa una serie di società attive nel settoredella sicurezza e specializzate nella difesaprivata con impiego di ex militari russi eucraini;

da giorni attraverso i social si pub-blicizza tale iniziativa denominata « De-fend Europe » con il dichiarato intento dibloccare gli arrivi di imbarcazioni conmigranti salvati nel Mediterraneo;

suddetta organizzazione già nel mesedi maggio 2017 aveva posto in esseresempre nelle acque del porto di Cataniaun’azione dimostrativa ritardando l’ap-prodo dell’imbarcazione di un’organizza-zione non governativa;

una serie di associazioni, dalla Reteantirazzista catanese al Comitato NoMuos/NoSigonella alla Comunità di Sant’Egidio,all’Arci Catania hanno chiesto alle autoritàcompetenti, a partire dal prefetto, di evi-tare l’attracco di questa nave, sollevandoquestioni di sicurezza e di tutela dell’or-dine pubblico;

la città di Catania non ha assoluta-mente bisogno di ulteriori elementi ditensione –:

quali iniziative il Governo intendaassumere per evitare l’attracco presso ilporto di Catania della C-Star e qualimisure di sicurezza si intendano porre inessere per scongiurare qualsiasi problemadi ordine pubblico all’interno del porto edella città di Catania, considerata la ma-trice estremista del movimento in que-stione. (3-03178)

ALBANELLA, BERRETTA e SCHIRÒ.— Al Ministro dell’interno e al Ministrodelle infrastrutture e dei trasporti. — Persapere – premesso che:

come si apprende dagli organi distampa, da giorni è previsto l’arrivo alporto di Catania della nave « C-Star »,lunga 40 metri, costruita nel 1975, bat-tente bandiera dello Stato africano diGibuti;

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tale imbarcazione a quanto risultasarebbe stata noleggiata dal gruppo dichia-ratamente razzista e xenofobo Genera-zione identitaria al fine di respingere,attraverso azioni paramilitari, i migrantiche tentano di attraversare il Mar Medi-terraneo, intralciando così i preziosi sal-vataggi delle organizzazioni non governa-tive delle navi umanitarie, sempre piùcriminalizzate;

la sosta nel porto di Catania o di altriporti siciliani sarebbe stata funzionale al-l’imbarco delle provviste necessarie alla« missione » e all’imbarco di « volontari »arruolati nell’operazione paramilitare;

apparirebbe, dunque, molto grave,come sottolineato in un appello alle au-torità competenti firmato da numeroseassociazioni, se si concedesse l’attracco el’utilizzo delle infrastrutture pubbliche aorganizzazioni che hanno l’intento di com-piere azioni paramilitari nel Mar Mediter-raneo, intercettando imbarcazioni di mi-granti e arrogandosi il diritto di interve-nire consegnando i naufraghi alla Guardiacostiera libica e violando di fatto l’obbligodi legge che vuole l’accompagnamentoverso il porto più sicuro, che non è certoquello libico;

la città di Catania rappresenta, daanni, un fulcro vivo di contaminazioneculturale. È una città in cui le comunità dimigranti sono riconosciute, organizzate edanno il proprio contributo per la costru-zione di un futuro di pace per questa città.Le finalità di organizzazioni del generenon possono essere avallate, men chemeno in un periodo storico in cui la pauradel futuro lascia spazio a speculazioniretoriche di movimenti ed organizzazionireazionarie e nostalgiche che tentano diconvincere i cittadini che un futuro digni-toso potrà essere costruito solo se tutti siimpegneranno a far soccombere i piùdeboli –:

se i Ministri interrogati, nell’ambitodelle proprie competenze, non ritenganodi dovere mettere in campo tutte le ini-ziative utili ad impedire l’utilizzo, adesso enel futuro, delle infrastrutture portuali

alla nave C-Star, attualmente nella dispo-nibilità dell’organizzazione Generazioneidentitaria, anche al fine di evitare che lapresenza di una nave non coordinata conla Guardia costiera possa ostacolare leoperazioni di salvataggio con grave peri-colo per i naufraghi e per il personalepreposto. (3-03179)

Iniziative per tutelare il marchio dellamozzarella di bufala campana – 3-03142

D) Interrogazione

CARELLA, LUCIANO AGOSTINI,CARRA, ROMANINI, COVA, PRINA, TER-ROSI, FERRARI, FERRO, GADDA,FIANO, FIORIO, MONGIELLO, PILOZZI,PIAZZONI, MINNUCCI e TIDEI. — AlMinistro delle politiche agricole, alimentarie forestali e al Ministro della salute. — Persapere – premesso che:

gli agricoltori, gli allevatori di bufaleed i componenti della filiera agricola dibase dell’allevamento bufalino dell’area diproduzione della mozzarella di bufalacampana dop (Lazio, Campania, Puglia eMolise) continuano a denunciare alle isti-tuzioni ed alle autorità competenti inmerito come il latte di bufala prodotto inItalia e destinato alla trasformazione dimozzarella di bufala campana dop sianettamente inferiore ai quantitativi dimozzarella di bufala, sia dop e sia nondop, commercializzata dai caseifici; spessoa prezzi irrisori rispetto al costo di pro-duzione, determinando un’alterazione delmercato;

occorre ricordare che per poter uti-lizzare la denominazione d’origine pro-tetta, la mozzarella di bufala campanadeve essere prodotta solo con latte frescoproveniente dalle seguenti regioni: dal La-zio, province di Roma, Frosinone, Latina;dalla Campania, province di Caserta, Be-nevento, Napoli e Salerno; dalla Puglia,provincia di Foggia; dal Molise, provinciadi Isernia;

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in ogni caso, per contrastare real-mente le sofisticazioni e le problematicheconnesse e consequenziali, sono necessarieda parte delle aziende sanitarie locali e deinuclei antisofisticazione azioni permanentidi controllo della filiera della mozzarelladi bufala dop e del sistema di produzionee di commercializzazione dei latticini dilatte di bufala non dop;

il 4 maggio 2017 l’assemblea del Con-sorzio per la tutela del formaggio mozza-rella di bufala campana dop ha deliberatouna nuova proposta di modifica al disci-plinare della predetta mozzarella con de-signazione di dop, allo scopo, tra l’altro, diprevedere la possibilità di introdurre, nelmetodo di elaborazione della stessa, ilcondizionamento e la commercializza-zione a temperature negative di -18 gradicentigradi (congelamento del prodotto),anche senza liquido di governo con ob-bligo di effettuare tale processo senzasoluzioni di continuità nel corso della suaproduzione e nello stesso stabilimento au-torizzato;

tale modifica del disciplinare è statatrasmessa al Ministero delle politiche agri-cole, alimentari e forestali per l’approva-zione e la ratifica delle modifiche deldisciplinare; si rileva che il marchio dellamozzarella di bufala dop è un bene im-materiale di proprietà dello Stato italianoe per esso del Ministero delle politicheagricole, alimentari e forestali, essendo ilfrutto del lavoro e dell’esperienza degliagricoltori e trasformatori italiani;

l’iniziativa sopra richiamata costitui-sce per gli interroganti quindi un nonnuovo tentativo di « industrializzare » que-sto antichissimo prodotto rurale del Mez-zogiorno d’Italia, correndo il rischio dibanalizzarlo con grave danno soprattuttoper gli allevatori di bufale che produconoil latte in seno all’areale della suddettadop –:

se i Ministri interrogati siano a co-noscenza di quanto descritto e quali ini-ziative, per quanto di competenza, inten-dano assumere al fine di tutelare real-mente i consumatori, gli allevatori ed i

trasformatori di filiera contro quella chead avviso degli interroganti costituisceun’alterazione del mercato agroalimentaredella mozzarella di bufala dop e non-dopitaliana tuttora in atto;

se il Ministro delle politiche agricole,alimentari e forestali intenda dichiarareufficialmente la contrarietà alle propostedi modifica del disciplinare di produzionedella mozzarella di bufala dop così comerichiesto dal Consorzio per la tutela delformaggio mozzarella di bufala campanadop;

se il Governo intenda assumere ulte-riori iniziative per tutelare il marchio dellamozzarella di bufala, anche tenendo contodegli impegni formulati nelle risoluzioniapprovate dalla Camera dei deputati il 22giugno 2016 a seguito dell’esame dellarelazione sulla contraffazione nel settoredella mozzarella di bufala campana dellaCommissione parlamentare di inchiestasui fenomeni della contraffazione, dellapirateria in campo commerciale e delcommercio abusivo della Camera dei de-putati, che hanno impegnato il Governopro tempore ad intraprendere ogni inizia-tiva utile per rafforzare i controlli suglioperatori della filiera produttiva dellamozzarella di bufala in Italia. (3-03142)

Iniziative volte all’introduzione dell’ob-bligo di indicare in etichetta l’originedella materia prima anche per la filiera

grano-pasta – 2-01652; 3-02941

E) Interpellanza e interrogazione

La sottoscritta chiede di interpellare ilMinistro delle politiche agricole, alimen-tari e forestali, il Ministro dello sviluppoeconomico e il Ministro degli affari esterie della cooperazione internazionale, persapere – premesso che:

il 18 novembre 2016 il Governo protempore annunciò l’intenzione di inviare aBruxelles uno schema di decreto che pre-vedeva l’introduzione dell’obbligo di indi-

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care in etichetta l’origine della materiaprima anche per la filiera grano-pasta, alfine di dare maggiore trasparenza alleinformazioni per il consumatore, di tute-lare i produttori e di rafforzare i rapportidi una filiera strategica per il made in Italyagroalimentare;

il 20 dicembre 2016 il Ministro Mar-tina ha reso noto che lo schema di decretoè stato trasmesso alle autorità di Bruxellesper una prima verifica e che è stato cosìavviato l’iter autorizzativo per configurareun modello di etichettatura in grado diindicare con chiarezza se la pasta seccasia prodotta in Italia o in un altro Paesee l’area dove il grano sia stato coltivato emacinato;

in particolare, lo schema di decretoprevederebbe che le confezioni di pastasecca prodotte in Italia dovranno obbliga-toriamente indicare in etichetta le dicituresul Paese di coltivazione del grano e delPaese di molitura. Se queste fasi avven-gono in diversi Paesi, possono essere uti-lizzate, a seconda della provenienza, leseguenti diciture: Paesi UE, Paesi non UE.Se il grano duro è coltivato almeno per il50 per cento in un solo Paese, come adesempio l’Italia, si potrà usare la dicitura:« Italia e altri Paesi UE e non UE ». Questeindicazioni sull’origine del grano dovrannoessere apposte in etichetta in un puntoevidente e nello stesso campo visivo, inmodo da essere facilmente visibili, chia-ramente leggibili e indelebili;

in merito alle nuove disposizioni cheverrebbero introdotte dallo schema di de-creto del Ministero delle politiche agricole,alimentari e forestali, l’executive directorcommunication and external relations dellaBarilla, Luca Virginio, ha già avanzato« forti dubbi e perplessità in quanto l’in-dicazione in etichetta dell’origine dellamateria prima della pasta confonderebbe iconsumatori e indebolirebbe la competiti-vità della filiera ». Inoltre, sempre secondoil manager della Barilla, « l’origine da solanon sarebbe sinonimo di qualità »;

ai dubbi del gruppo Barilla sonoseguiti quelli espressi dai pastai italiani di

Aidepi, Associazione delle industrie deldolce e della pasta italiana, che criticanotuttavia solo la dicitura scelta dal Governo,dichiarandosi invece favorevoli all’indica-zione dell’origine del grano;

Riccardo Felicetti, presidente dellacitata associazione, ha infatti dichiarato« la formula scelta non ha alcun valoreaggiunto per il consumatore (...) l’originedel grano non è sinonimo di qualità (...) el’etichetta da sola non basta »;

se lo schema di decreto sull’etichet-tatura – precisa Ivano Vacondio, presi-dente Italmopa – risponde alla richiesta ditrasparenza sull’origine della materiaprima proveniente dai consumatori, tutta-via l’origine del grano non è in alcun modosinonimo di qualità, poiché « l’eccellenzadell’industria molitoria italiana è ricondu-cibile alla capacità dei nostri mugnai diindividuare, selezionare, miscelare e tra-sformare le migliori varietà di frumento,quali che siano le loro origini, per laproduzione di semole di frumento duro dialtissima qualità. Semole che costituisconouno degli ingredienti essenziali per il suc-cesso della pasta italiana nel mondo »;

inoltre, rimangono inalterate le pro-blematiche, relative al deficit quantitativodella produzione nazionale e del controllosul corretto approvvigionamento di fru-mento duro dell’industria semoliera;

lo schema di decreto incide dunquesui delicati equilibri dell’industria alimen-tare: « il Ministro Martina – afferma LucaFerrara, amministratore unico del pastifi-cio Guido Ferrara, alla quinta generazioneimprenditoriale – punta ad accrescere ilprezzo del grano italiano sottostimandoperò le problematiche di noi produttoristritolati dalla grande distribuzione orga-nizzata e dal prezzo finale. Con questodecreto il Belpaese sta concedendo spazioai concorrenti turchi, nordeuropei e nor-dafricani, minando i vantaggi distintividell’industria italiana della pasta conqui-stati con grandi sforzi nei decenni pas-sati »;

l’Italia è il principale produttore eu-ropeo di grano duro destinato alla pasta

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con quasi 5 milioni di tonnellate su unasuperficie coltivata pari a circa 1,3 milionidi ettari (concentrata, soprattutto, in Pu-glia e in Sicilia, che, da sole, rappresen-tano il 42 per cento della produzionenazionale);

nonostante ciò, la produzione italiananon è sufficiente a soddisfare la domandadomestica ed è pertanto necessario ricor-rere all’importazione di circa 2,3 milionidi tonnellate annue dall’estero, prodottoprivo di indicazioni adeguate in etichetta,che lo condanna, seppur di buona qualità,ad un giudizio negativo;

la materia relativa all’etichettaturanon può e non deve essere scissa daquestioni fondamentali quali la stabilizza-zione dell’offerta e la continuità dell’ap-provvigionamento della materia prima,fattori indispensabili per la corretta pro-grammazione industriale e del tutto igno-rati –:

a che punto sia l’iter dello schema didecreto inviato alle autorità di Bruxelles;

se non ritengano, per quantoespresso in premessa, opportuno avviareun tavolo di concertazione con il coinvol-gimento di tutti gli attori della filiera, alfine di valutare la possibilità di adottareun tipo di etichettatura che concretamentegarantisca i consumatori e i produttori.

(2-01652) « Elvira Savino ».

LATRONICO. — Al Ministro delle poli-tiche agricole, alimentari e forestali. — Persapere – premesso che:

l’Italia è il principale produttore eu-ropeo di grano duro destinato alla pastacon quasi 5 milioni di tonnellate su unasuperficie coltivata pari a circa 2,5 milionidi ettari, di cui 140 mila ettari in Basili-cata con diecimila aziende;

da alcuni anni il settore agricolo sitrova a combattere una battaglia contro ilcrollo dei prezzi del grano italiano che hacausato agli agricoltori perdite per circa700 milioni di euro. Le quotazioni del

grano duro destinato alla produzione dipasta hanno perso il 43 per cento delvalore, mentre si registra un calo del 19per cento del prezzo del grano tenerodestinato alla panificazione;

il made in Italy agroalimentare è ilpiù copiato e contraffatto al mondo e,nonostante il settore agricolo confermi lesue enormi potenzialità, esso deve affron-tare e contrastare la pressione delle di-storsioni di filiera e il flusso delle impor-tazioni selvagge dall’estero che fanno con-correnza sleale alla produzione nazionale;

nei porti italiani continuano a giun-gere navi importatrici di grano da tutto ilmondo con pochissimi controlli sanitariche, oltre a contribuire alla diminuzionedel prezzo, creano anche problemi ditracciabilità e salubrità del prodotto im-portato;

una situazione drammatica è statadeterminata dal crollo dei prezzi pagatiagli agricoltori che nella campagna 2016sono praticamente dimezzati per effettodelle speculazioni e della concorrenza sle-ale del grano importato dall’estero e poiutilizzato per fare pasta venduta comeitaliana. Oggi il grano duro per la pastaviene pagato 18 centesimi al chilo, mentrequello tenero per il pane è sceso addirit-tura a 16 centesimi al chilo;

vi è un’importazione sempre piùmassiccia di grano straniero, che creadanni devastanti alla produzione nazio-nale con il 30-40 per cento di grano duroproveniente dai Paesi come l’Ucraina, laTurchia e il Canada. Ad esempio: si regi-stra un +315 per cento dell’importazionedall’Ucraina di grano tenero (per il pane),mentre il Canada resta in testa per lespedizioni di grano duro (per la pasta);

non è accettabile il fatto che il primofornitore di grano duro dell’Italia, quale èil Canada, possa esportare a dazio zero,mentre applica un’aliquota fino all’11 percento all’ingresso della pasta in arrivodall’Italia sul proprio territorio;

l’eccellenza dell’industria molitoriaitaliana è riconducibile alla capacità di

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selezionare e trasformare le migliori va-rietà di frumento, quali che siano le loroorigini, per la produzione di semole difrumento duro di altissima qualità. Semoleche costituiscono uno degli ingredienti es-senziali per il successo e la preziosità dellapasta italiana nel mondo;

a giudizio dell’interrogante è neces-sario mettere in atto misure che tutelinosia i produttori che i consumatori perpoter restituire un futuro al grano italianocon: l’obbligo di indicare in etichetta l’o-rigine della materia prima utilizzata nellapasta e nei derivati/trasformati; l’indica-zione della data di raccolta; l’esigenza difermare le importazioni selvagge a daziozero; infine l’estensione dei controlli al 100per cento degli arrivi da Paesi extracomu-nitari dove sono utilizzati prodotti e fito-sanitari vietati da anni in Italia ed inEuropa –:

quali iniziative di competenza in-tenda assumere per intensificare i con-trolli fitosanitari sulle importazioni dall’e-stero, dove sono utilizzati prodotti e fito-sanitari vietati da anni in Italia ed inEuropa, per una maggiore tutela dellasalute dei consumatori;

se intenda adottare iniziative volte adaccelerare l’introduzione dell’obbligo di in-dicare in etichetta l’origine della materiaprima anche per la filiera grano-pasta, alfine di dare maggiore trasparenza alleinformazioni per il consumatore, di tute-lare i produttori e di rafforzare i rapportidi una filiera strategica per il made in Italyagroalimentare. (3-02941)

Iniziative di competenza volte a garantirela disponibilità del farmaco Creon a fa-vore dei pazienti affetti da fibrosi cistica

– 2-01933

F) Interpellanza

I sottoscritti chiedono di interpellare ilMinistro della salute, per sapere – pre-messo che:

i pazienti affetti da malattia rara,spesso in carenza di farmaci specifici,

hanno comunque un bisogno estremo diquei farmaci che contribuiscono a garan-tire loro qualità di vita, a volte anche nellaprospettiva di terapie salvavita, conside-rando tra queste quelle che rallentano ilprocesso della loro patologia specifica econsentono di salvaguardare il più a lungopossibile la loro qualità di vita;

gli interpellanti intendono denun-ziare una situazione incresciosa che ri-guarda i pazienti affetti da fibrosi cistica,per i quali non è attualmente reperibilesul mercato un farmaco di estremo inte-resse nella loro condizione di malattiagrave e progressiva. Il farmaco in que-stione è il Creon, nel duplice dosaggio di10.000 e 25.000 (enzimi pancreatici);

in data 20 luglio 2017 la Lega italianafibrosi cistica, dopo aver ricevuto nume-rose segnalazioni da parte di pazienti divarie regioni e dopo aver interpellato laMylan, casa farmaceutica produttrice delfarmaco, ha contattato anche l’Agenziaitaliana del farmaco, a quanto consta agliinterpellanti senza ottenere risposta, se-gnalando che su tutto il territorio nazio-nale si stava verificando una carenza delfarmaco Creon nei dosaggi da 10.000 e25.000, utilizzato quotidianamente dai pa-zienti affetti da fibrosi cistica;

considerando la necessità e l’urgenzadi dover reperire il farmaco, la settimanadopo, concretamente in data 26 luglio2017, la Lega italiana fibrosi cistica hanuovamente contattato la segreteria tec-nica e scientifica dell’Agenzia italiana delfarmaco, sottolineando, anche se proba-bilmente non ce n’era alcun bisogno, comesi tratti dell’unico enzima pancreatico chepossono assumere i pazienti con fibrosicistica;

in pochi giorni, infatti, la situazionesi è andata aggravando su tutto il terri-torio nazionale. Molte farmacie ospeda-liere hanno confermato di essere ancora inattesa di ricevere il farmaco, mancantealmeno dal mese di giugno 2017;

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all’Agenzia italiana del farmaco sichiedeva almeno di specificare se si trat-tasse solo di un problema di distribuzioneo anche di produzione, ovviamente desti-nato ad aggravarsi ulteriormente;

in risposta al sollecito, l’Agenzia ita-liana del farmaco ha affermato che, dopouna verifica da loro effettuata, è risultatoche l’azienda aveva attraversato un pe-riodo di interruzione temporanea, tra il 30giugno ed il 7 luglio 2017, a causa delcambio del sistema gestione degli ordini,ma che, al momento, la situazione sem-brava risolta, per cui l’azienda aveva at-tivato un gruppo di lavoro straordinarioper evadere con assoluta priorità gli ordiniricevuti nel periodo di riferimento; inparticolare, sottolineava come in merito alfarmaco Creon c’era la massima disponi-bilità a rimetterlo in commercio, perchénon ricorrevano criticità in merito alladisponibilità. Le forniture sarebbero stateevase in tempi rapidi; secondo l’Agenziaitaliana del farmaco la Mylon aveva unostock disponibile di 193.000 pezzi di Creonda 10.000; 11.193 pezzi di Creon 25.000;

a questo punto, a quanto risulta agliinterpellanti, la presidente della Lega ita-liana fibrosi cistica, la dottoressa GiannaPuppo, decideva di scrivere alla Mylonmettendo in evidenza come dalla rispostadell’Agenzia italiana del farmaco si dedu-ceva con estrema chiarezza che non c’e-rano criticità in merito alla disponibilità eche le forniture sarebbero state evase intempi rapidi;

purtroppo, quella che sembrava un’e-mergenza risolta, lo era solo in apparenza.Continuavano, infatti, ad arrivare segna-lazioni da parte di famiglie e pazientipreoccupati, anche perché molte farmacieospedaliere confermavano di essere in at-tesa del farmaco da giugno 2017. Nellospecifico, arrivavano segnalazioni dall’a-zienda sanitaria locale Caserta e dall’a-zienda sanitaria locale Napoli 1, dalleaziende sanitarie locali di Cosenza e Ma-tera, dalle aziende sanitarie locali di Tivolie Ariccia, dalle aziende sanitarie locali diBergamo e Melegnano, dalle aziende sa-

nitarie locali di Taranto e Casarano(Lecce), dall’azienda sanitaria locale diSan Bonifacio e da altre;

la Lega italiana fibrosi cistica, attra-verso la sua presidente, richiedeva unarisoluzione immediata da parte dell’a-zienda Mylan, mettendo adeguatamente inrisalto come avesse il dovere di renderedisponibili i farmaci, a tutti i pazienti,soprattutto laddove non esiste un farmacosostitutivo. La Lega italiana fibrosi cisticachiedeva anche di conoscere l’aggiorna-mento dei quantitativi disponibili e letempistiche di distribuzione, regione perregione, del farmaco nei due dosaggi;

la presidente sottolineava come nonsi trattasse solo di rassicurare famiglie epazienti, salvaguardando la salute dei pa-zienti stessi, ma di avere ben presente che,se l’emergenza non fosse stata risolta nelpiù breve tempo possibile, la Mylan sa-rebbe stata considerata come direttamenteresponsabile di qualsiasi disagio occasio-nato ai pazienti;

ad oggi l’azienda Mylan non ha an-cora risposto; mentre la segreteria scien-tifica dell’Agenzia italiana del farmaco harisposto alle 12:07 del 2 agosto 2017,sostenendo che il prodotto è comunquedisponibile presso il loro magazzino eribadendo che il problema era solo delladistribuzione e non della produzione;

sarebbe opportuno conoscere il mo-tivo per il quale la stessa azienda nonrisponda alle sollecitazioni della massimaassociazione di pazienti, preoccupata digarantire loro il farmaco necessario –:

come sia possibile che un’aziendaproduttrice di un farmaco che risultaessere indispensabile per una classe dimalati non garantisca la presenza conti-nua del farmaco nelle farmacie, compresequelle ospedaliere, in cui il Creon comin-cia a scarseggiare;

perché la Mylan abbia cambiato si-stema di gestione dati senza preoccuparsiprima di garantire il rifornimento dellefarmacie, anche per il periodo in cui ilsistema sarà bloccato;

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come sia possibile che si concentrinonei confronti dei pazienti affetti da fibrosicistica, proprio alle soglie della pausaestiva, tante e tali gravi mancanze dirispetto per la loro condizione, esponen-doli a rischi pesanti sia sotto il profilo

della salute fisica che della serenità psi-cologica, perché non c’è dubbio che l’ansiascatenata dalla mancanza di farmaco peg-giori il loro stato.

(2-01933) « Binetti, Pisicchio ».

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MOZIONI MARCON, DURANTI ED ALTRI N. 1-01662, CORDA EDALTRI N. 1-01663, QUARTAPELLE PROCOPIO, ALLI, MARAZZITI,LOCATELLI ED ALTRI N. 1-01695, ARCHI ED ALTRI N. 1-01696E VEZZALI ED ALTRI N. 1-01697 CONCERNENTI LA SITUA-ZIONE DI CRISI NELLO YEMEN, CON PARTICOLARE RIFERI-MENTO ALL’EMERGENZA UMANITARIA E ALL’ESPORTAZIONE

DI ARMI VERSO I PAESI COINVOLTI NEL CONFLITTO

Mozioni

La Camera,

premesso che:

il Consiglio di sicurezza delle Na-zioni Unite ha approvato più risoluzionisullo Yemen, in particolare le risoluzioni2216 (2015), 2201 (2015) e 2140 (2014),che qui si intendono richiamate;

l’attuale crisi nello Yemen è il ri-sultato dell’incapacità dei Governi che sisono succeduti di rispondere alle legittimeaspirazioni del popolo yemenita alla de-mocrazia, allo sviluppo economico e so-ciale, alla stabilità e alla sicurezza; taleincapacità ha creato le condizioni per loscoppio di un violento conflitto, in quantonon si è riusciti a dare vita a un Governoinclusivo e a garantire un’equa riparti-zione dei poteri e sono state sistematica-mente ignorate le numerose tensioni tri-bali, la diffusa insicurezza e la paralisieconomica del Paese;

l’intervento militare a guida sauditanello Yemen, richiesto dal Presidente ye-menita Abd Rabbuh Mansur Hadi, com-preso l’uso di bombe a grappolo bandite alivello internazionale, ha portato a unasituazione umanitaria disastrosa che inte-ressa la popolazione in tutto il Paese, hagravi implicazioni per la regione e costi-tuisce una minaccia per la pace e lasicurezza a livello internazionale; membri

della popolazione civile yemenita, già espo-sta a condizioni di vita terribili, sono leprincipali vittime dell’attuale escalationmilitare;

i ribelli houthi hanno in passatoposto sotto assedio la città di Ta’izz, laterza città dello Yemen, ostacolando lafornitura di aiuti umanitari; una situa-zione per cui secondo Stephen ÒBrien,Sottosegretario generale delle NazioniUnite per gli affari umanitari e coordina-tore degli aiuti d’emergenza, i circa200.000 civili intrappolati nella cittàhanno un disperato bisogno di acqua po-tabile, cibo, cure mediche e altri tipi diassistenza di primo soccorso e protezione;

dall’inizio del conflitto sono stateuccise oltre 10.000 persone (delle qualicirca 4.700 civili) e 40.000 sono rimasteferite (oltre 8.000 civili); tra le vittime sicontano centinaia di donne e bambini;l’impatto umanitario sulla popolazione ci-vile degli attuali scontri tra le diversemilizie, dei bombardamenti e dell’interru-zione della fornitura dei servizi essenzialiha raggiunto proporzioni intollerabili;

2 milioni di persone sono attual-mente sfollate internamente ai confini acausa dei combattimenti; 2 milioni dibambini non hanno la possibilità di an-dare a scuola; 18,8 milioni di persone, tracui 9,6 milioni di bambini, necessitano diassistenza umanitaria, compresi cibo, ac-

Atti Parlamentari — 18 — Camera dei Deputati

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qua, rifugio, carburante e servizi sanitari.Oltre a questo, circa 1500 bambini sonostati reclutati come soldati;

secondo molteplici segnalazioni, gliattacchi aerei della coalizione militare aguida saudita nello Yemen hanno colpitobersagli civili, tra cui ospedali, scuole,mercati, magazzini cerealicoli, porti e uncampo di sfollati, danneggiando grave-mente infrastrutture essenziali per la for-nitura degli aiuti e contribuendo alla gravecarenza di generi alimentari e di carbu-rante nel Paese;

il 10 gennaio 2016 è stato bombar-dato nello Yemen settentrionale un ospe-dale finanziato da Medici senza frontiere eciò ha provocato la morte di almeno seipersone e il ferimento di una dozzina, tracui membri del personale di Medici senzafrontiere, oltre a danneggiare gravementele strutture mediche; questo è l’ultimo diuna serie di attacchi ai danni di strutturemediche, nonché a numerosi monumentistorici e siti archeologici che sono statidistrutti o danneggiati irrimediabilmente;

stando all’organizzazione Save thechildren, in almeno 18 dei 22 governatoratidel Paese gli ospedali sono stati chiusi ogravemente danneggiati a causa dei com-battimenti o della mancanza di carbu-rante; in particolare, sono stati chiusi 153centri sanitari che in precedenza forni-vano nutrimento a oltre 450.000 bambinia rischio, insieme a 158 ambulatori cheerogavano servizi di assistenza sanitaria dibase a quasi mezzo milione di bambini aldi sotto dei cinque anni;

secondo l’Unicef, il conflitto nelloYemen ha avuto pesanti ricadute anchesull’accesso dei bambini all’istruzione, cheha smesso di funzionare per quasi 2milioni di minori, con la chiusura di 3.584scuole, ossia una su quattro; 860 di taliscuole sono danneggiate oppure sono uti-lizzate come rifugio per gli sfollati;

la situazione nello Yemen com-porta gravi rischi per la stabilità dellaregione, in particolare nel Corno d’Africa,nel Mar Rosso e nel resto del Medio

Oriente; al-Qaeda nella penisola araba(Aqap) è riuscita a sfruttare il deteriora-mento della situazione politica e di sicu-rezza nello Yemen, espandendo la propriapresenza e aumentando il numero e laportata dei propri attacchi terroristici; ilcosiddetto Stato islamico Isis/Daesh haconsolidato la propria presenza nello Ye-men e ha sferrato attacchi terroristicicontro moschee sciite, uccidendo centinaiadi persone;

alcuni Stati membri dell’Unioneeuropea hanno continuato ad autorizzareil trasferimento di armi e articoli correlativerso l’Arabia Saudita dopo l’inizio dellaguerra; tali trasferimenti violano la posi-zione comune 2008/944/PESC sul con-trollo delle esportazioni di armi, cheesclude esplicitamente il rilascio di licenzerelative ad armi da parte degli Stati mem-bri, laddove vi sia il rischio evidente che latecnologia o le attrezzature militari daesportare possano essere utilizzate percommettere gravi violazioni del dirittoumanitario internazionale e per compro-mettere la pace, la sicurezza e la stabilitàregionali;

il 27 gennaio 2017 è stato tra-smesso al Consiglio di sicurezza delleNazioni Unite il « Rapporto finale delgruppo di esperti sullo Yemen » che evi-denzia che « I bombardamenti aerei con-dotti dalla coalizione guidata dall’ArabiaSaudita hanno devastato le infrastrutturecivili in Yemen, ma non sono riuscite ascalfire la volontà politica dell’alleanzahouthi-Saleh di continuare il conflitto ». Esoprattutto riporta che « Il conflitto havisto diffuse violazioni del diritto umani-tario internazionale da tutte le parti inconflitto. Il gruppo di esperti ha condottoindagini dettagliate su questi fatti ed hamotivi sufficienti per affermare che lacoalizione guidata dall’Arabia Saudita nonha rispettato il diritto umanitario interna-zionale in almeno 10 attacchi aerei direttisu abitazioni, mercati, fabbriche e su unospedale »;

nel medesimo rapporto trasmessoal Consiglio di sicurezza delle Nazioni

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 19 SETTEMBRE 2017 — N. 853

Unite si dimostra il ritrovamento, a seguitodi due bombardamenti a Sana’a nel set-tembre 2016, di più di cinque « bombeinerti » sganciate dall’aviazione sauditacontrassegnate dalla sigla « Commercialand Government entity (Cage) codeA4447 ». Quest’ultima è riconducibile al-l’azienda Rwm Italia s.p.a. del gruppotedesco Rheinmetall, con sede legale in ViaIndustriale 8/D a Ghedi, in provincia diBrescia. Secondo gli esperti delle NazioniUnite « l’utilizzo di queste armi rivela unatattica precisa, volta a limitare i danni inaree in cui risulterebbero inaccettabili ».Gli esperti spiegano inoltre che « unabomba inerte del tipo Mk 82 ha unimpatto pari a quello di 56 veicoli da unatonnellata lanciati a una velocità di circa160 chilometri all’ora » (si confrontino lepagine 171-172 del rapporto);

secondo recenti notizie di stampa(riportate in particolare dall’Ansa e daAvvenire) e grazie alle informazioni tra-smesse dall’organizzazione non governa-tiva yemenita Mwatana è stato recuperatoin Yemen un frammento di ordigno consigla « A4447 », che indica la provenienzadalla Rwm Italia. Il numero di matricola,trasmesso all’ufficio Ansa di Beirut, è statorinvenuto a Der al Hajari, nella regionenordoccidentale di Hodeida, teatro di unattacco aereo condotto alle 3 di nottedell’8 ottobre 2016: almeno sei civili uccisi,tra cui 4 bambini;

negli scorsi mesi sono stati espor-tati materiali di armamento per257.215.484 euro (tra cui, in particolare,bombe Rwm MK82) verso l’Arabia Sau-dita, a capo della coalizione composta daEau, Oman, Bahrain, Egitto, Qatar, Ma-rocco, Kuwait. Come si evince nella rela-zione al Parlamento, ai sensi dell’articolo5 della legge 9 luglio 1990, n. 185, nel solo2016 l’Italia ha venduto armi all’ArabiaSaudita per un valore di 427,5 milioni dieuro, con un incremento del 66 per centorispetto al 2015. All’Arabia Saudita sonostati venduti aeromobili, bombe, siluri,razzi, missili ed accessori, apparecchiatureper la direzione del tiro, esplosivi e com-bustibili militari, apparecchiature elettro-

niche, apparecchiature specializzate perl’addestramento militare o per la simula-zione di scenari militari, tecnologia per losviluppo, produzione o utilizzazione dellearmi. Nello stesso anno 2016 ai Paesi delMedio Oriente l’Italia ha venduto armi perun valore di 8,5 miliardi di euro, pari aoltre il 50 per cento delle esportazioniitaliane totali;

nell’ultima relazione al Parlamentoex legge n. 185 del 1990, per l’anno 2016,depositata in Parlamento il 26 aprile 2017,si legge che Rwm Italia è salita al terzoposto per giro d’affari nel settore difesa inItalia. Dal 1o gennaio al 31 dicembre 2016Rwm ha ottenuto 45 nuove autorizzazioniper l’esportazione di armamenti dal Mi-nistero degli affari esteri e della coopera-zione internazionale italiano, per un totaledi 489,5 milioni di euro: 460 milioni dieuro in più rispetto al 2015, quando lasocietà aveva ricevuto nuove autorizza-zioni per 28 milioni di euro. La relazionedel Governo italiano mette in evidenza inparticolare una commessa di Rwm, per untotale di 411 milioni di euro, che riguardal’esportazione di 19.675 bombe in totale(Mk 82, Mk 83 ed Mk 84). Non è peròindicato il committente. Non si sa quindiverso quale Paese siano state esportate lebombe. Nella relazione finanziaria diRheinmetall per l’anno 2016 si legge chec’è stato un ordine « molto significativo »di « munizioni » per 411 milioni di euro daparte di un « cliente della regione Mena(Medio Oriente e Nord Africa) ». Di queste19.675 bombe autorizzate nel 2016 (e diquelle relative ad altre licenze precedenti)ne sono già state effettivamente esportatesolo nel 2016 circa 2.150 per controvaloredi 32 milioni di euro;

la risoluzione del Parlamento eu-ropeo del 25 febbraio 2016 sulla situazioneumanitaria nello Yemen (2016/2515(RSP))contiene, in particolare, l’invito « al VP/ARad avviare un’iniziativa finalizzata all’im-posizione da parte dell’Unione europea diun embargo sulle armi nei confronti del-l’Arabia Saudita, tenuto conto delle graviaccuse di violazione del diritto umanitariointernazionale da parte di tale Paese nello

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Yemen e del fatto che il continuo rilasciodi licenze di vendita di armi all’ArabiaSaudita violerebbe pertanto la posizionecomune 2008/944/PESC del Consigliodell’8 dicembre 2008 »;

la risoluzione del Parlamento eu-ropeo del 15 giugno 2017 sulla situazioneumanitaria nello Yemen (2017/2727(RSP))richiama la precedente del 25 febbraio2016 in merito alla proposta di embargosulle armi e invita ad una soluzione ne-goziale del conflitto, riaffermando « la ne-cessità che tutti gli Stati membri dell’U-nione applichino rigorosamente le dispo-sizioni sancite nella posizione comune2008/944/PESC del Consiglio sull’esporta-zione di armi »;

il sito « Viaggiare sicuri » del Mini-stero degli affari esteri e della coopera-zione internazionale, a proposito delloYemen, affermava fino ad alcuni mesi fache « le condizioni umanitarie stanno di-venendo insostenibili per larga parte dellapopolazione civile, come indicato nei re-port delle Nazioni Unite, che hanno do-cumentato anche arresti arbitrari e viola-zioni del diritto umanitario da ambe leparti coinvolte nello scontro armato »,

impegna il Governo:

1) ad esprimere, in ogni consesso inter-nazionale o sede di confronto conrappresentanti di Paesi stranieri:

a) la profonda preoccupazione del-l’Italia per l’allarmante deteriora-mento della situazione umanita-ria nello Yemen, caratterizzatada una diffusa insicurezza ali-mentare e una grave malnutri-zione in alcune parti del Paese,da attacchi indiscriminati controcivili, personale medico e opera-tori umanitari e dalla distruzionedelle infrastrutture civili e medi-che a causa del preesistente con-flitto interno, dell’intensificarsidegli attacchi aerei ad opera dellacoalizione guidata dall’ArabiaSaudita, dei combattimenti a

terra e dei bombardamenti, no-nostante i ripetuti appelli per unanuova cessazione delle ostilità;

b) l’angoscia per la perdita di viteumane causata dal conflitto e perle sofferenze delle persone rima-ste coinvolte negli scontri, espri-mendo altresì il cordoglio dell’I-talia alle famiglie delle vittime;

c) l’impegno dell’Italia a continuarea sostenere lo Yemen e il popoloyemenita;

d) la grave preoccupazione per gliattacchi aerei da parte della co-alizione a guida saudita e ilblocco de facto da essa impostoallo Yemen, che hanno causato lamorte di migliaia di persone,hanno ulteriormente destabiliz-zato il Paese, stanno distruggendole sue infrastrutture fisiche,hanno creato un’instabilità che èstata sfruttata dalle organizza-zioni terroristiche ed estremiste,quali l’Isis/Daesh e l’Aqap, ehanno aggravato una situazioneumanitaria già critica;

e) la ferma condanna delle azionidestabilizzanti e violente condottedai ribelli houthi, che sono soste-nuti dall’Iran, compreso l’assediodella città di Ta’izz, che ha avuto,tra l’altro, conseguenze umanita-rie disastrose per gli abitanti;

f) il convincimento che soltanto unasoluzione al conflitto politica, in-clusiva e negoziata può ripristi-nare la pace, nonché l’esortazionea tutte le parti a impegnarsiquanto prima, in buona fede esenza condizioni preliminari, inun nuovo ciclo di negoziati dipace sotto l’egida delle NazioniUnite, anche superando le lorodivergenze attraverso il dialogo ele consultazioni, rifiutando gli attidi violenza finalizzati al raggiun-gimento di obiettivi politici e aste-nendosi da provocazioni e da

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tutte le azioni unilaterali volte acompromettere la soluzione poli-tica;

2) a richiedere, in ogni consesso interna-zionale o sede di confronto con rap-presentati di Paesi stranieri:

a) un’azione umanitaria coordinatasotto la guida delle Nazioni Unitee la partecipazione di tutti i Paesialle iniziative volte a far frontealle esigenze umanitarie;

b) a tutte le parti di consentire l’in-gresso e la distribuzione di generialimentari, farmaci e carburantedi cui vi è un urgente bisognononché di altre forme di assi-stenza necessaria, tramite le Na-zioni Unite e i canali umanitariinternazionali, al fine di soddi-sfare le necessità impellenti deicivili colpiti dalla crisi, secondo iprincìpi di imparzialità, neutra-lità e indipendenza;

c) una tregua umanitaria affinchél’assistenza di primo soccorsopossa essere fornita con urgenzaalla popolazione yemenita, anchefacilitando ulteriormente l’ac-cesso delle navi mercantili alloYemen;

d) a tutte le parti di rispettare ildiritto umanitario internazionalee il diritto internazionale in ma-teria di diritti umani, di garantirela protezione dei civili e di aste-nersi dall’attaccare direttamentele infrastrutture civili, soprattuttole strutture sanitarie e gli im-pianti idrici;

e) un’indagine imparziale e indipen-dente su tutte le accuse di abusi,torture, uccisioni mirate di civili ealtre violazioni del diritto inter-nazionale in materia di dirittiumani e del diritto umanitariointernazionale, come pure sui re-

centi attacchi che hanno preso dimira le infrastrutture e il perso-nale umanitario;

f) il rispetto dei diritti umani e dellelibertà di tutti i cittadini yemenitie l’importanza di migliorare lasicurezza di tutti coloro che la-vorano per le missioni umanitariee di pace nel Paese, compresi glioperatori umanitari i medici e igiornalisti;

3) ad assumere iniziative affinché tutte leparti coinvolte garantiscano che gliospedali e il personale medico sianotutelati come previsto dal diritto uma-nitario internazionale, tenendo contoche un attacco deliberato contro icivili e le infrastrutture civili costitui-sce un crimine di guerra;

4) a chiedere nelle competenti sedi del-l’Unione europea di promuovere conefficacia il rispetto del diritto umani-tario internazionale, come stabilito neipertinenti orientamenti dell’Unioneeuropea, tenendo conto in particolaredella necessità che l’Italia e l’Unioneeuropea mettano in evidenza, nel pro-prio dialogo politico con l’Arabia Sau-dita, l’esigenza di rispettare il dirittoumanitario internazionale e che, qua-lora tale dialogo risulti infruttuoso,occorre definire ulteriori misure inconformità degli orientamenti dell’U-nione europea volti a promuovere l’os-servanza del diritto umanitario inter-nazionale;

5) ad assumere iniziative per bloccarel’esportazione di armi e articoli cor-relati prodotti in Italia o che transitinoper l’Italia, destinati all’Arabia Sauditae a tutti i Paesi coinvolti nel conflittoarmato in Yemen, tenuto conto dellegravi accuse di violazione del dirittoumanitario internazionale da partedell’Arabia Saudita nello Yemen, comeprevedono recenti risoluzioni del Par-lamento europeo, la normativa nazio-

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nale (legge n. 185 del 1990) e il Trat-tato internazionale sul commercio diarmamenti;

6) ad avviare un’iniziativa finalizzata allaprevisione da parte dell’Unione euro-pea di un embargo sulle armi neiconfronti dell’Arabia Saudita, tenutoconto che il continuo rilascio di li-cenze di vendita di armi all’ArabiaSaudita violerebbe la posizione co-mune 2008/944/PESC del Consigliodell’8 dicembre 2008;

7) ad assumere iniziative affinché l’Ara-bia Saudita e l’Iran, Paesi che rappre-sentano la chiave di volta per risolverela crisi, operino in modo pragmatico ein buona fede per porre fine ai com-battimenti nello Yemen.

(1-01662) « Marcon, Duranti, Marazziti,Sberna, Mattiello, Airaudo,Bossa, Brignone, Civati, CarloGalli, Costantino, Lacquaniti,Daniele Farina, Fassina, Fos-sati, Martelli, Fratoianni,Giancarlo Giordano, Melilla,Gregori, Andrea Maestri, Nic-chi, Paglia, Palazzotto, Pan-narale, Piras, Pastorino, Pel-legrino, Ricciatti, Placido,Zaccagnini ».

La Camera,

premesso che:

già con la risoluzione n. 7-00677dell’8 maggio 2015 – non discussa – ilgruppo parlamentare del MoVimento 5Stelle della Camera dei deputati poneva ilproblema della gravissima situazione nelloYemen e del « contributo » italiano a quelconflitto tramite l’invio di bombe prodotteda stabilimenti ubicati sul territorio na-zionale; peraltro, su questo argomento, o aesso afferente, sono stati anche depositatisvariati atti sia di sindacato ispettivo chedi indirizzo (tra gli altri: 5-09723; 3-02546;3-01874; 7-00677; 7-01043; 4-11199;3-02584; 5-08939);

il Consiglio di sicurezza delle Na-zioni Unite ha approvato più risoluzionisullo Yemen, in particolare le risoluzioni2216 (2015), 2201 (2015) e 2140 (2014), manessuna di queste ha contribuito all’ab-bassamento della violenza e a una solu-zione equa e negoziata del conflitto;

il processo di transizione sostenutoa livello internazionale nello Yemen hainiziato a mostrare tutta la sua fragilità apartire dal settembre 2014 quando glihouthi, guidati da Abdul-Malik al-Houthi,sono entrati nella capitale Sana’a, capita-lizzando le proteste e la rabbia diffusadopo l’annuncio del Governo di un forteaumento dei prezzi del carburante, accre-scendo il loro sostegno anche in aree nonsciite grazie all’aver fatto propri i temi cheavevano animato le rivolte contro Salehnel 2011 (lotta alla corruzione delle vec-chie élite di regime e ad al-Qaeda) ecostringendo il Primo ministro Salem Ba-sindwa alle dimissioni. Il rafforzamentodegli houthi nel nord del Paese e la rapidapresa della capitale sono state possibilianche grazie all’allineamento tattico contribù, comandanti militari e alcune unitàd’élite della Guardia repubblicana rimastefedeli all’ex Presidente Saleh e contronemici comuni, come il partito islamistasunnita Islah, i salafiti e la potente fami-glia tribale degli Al-Ahmar;

l’intervento militare a guida sauditanello Yemen, richiesto dal Presidente ye-menita Abd Rabbuh Mansur Hadi, com-preso l’uso di bombe a grappolo bandite alivello internazionale, ha portato alladrammatica attuale situazione umanitaria.L’escalation del conflitto, con la parteci-pazione diretta di potenze regionali, co-stituisce una minaccia per la pace e lasicurezza a livello internazionale. La stessaattuale crisi tra il mondo sunnita e ilQatar – che pur faceva parte della coali-zione anti houthi – è segnata da evidentiapprocci diversi tra Doha e Riad su comerisolvere il conflitto;

i ribelli houthi hanno in passatoposto sotto assedio la città di Ta’izz, laterza città dello Yemen, ostacolando la

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fornitura di aiuti umanitari; una situa-zione per cui secondo Stephen ÒBrien,Sottosegretario generale delle NazioniUnite per gli affari umanitari e coordina-tore degli aiuti d’emergenza, i circa200.000 civili intrappolati nella cittàhanno un disperato bisogno di acqua po-tabile, cibo, cure mediche e altri tipi diassistenza di primo soccorso e protezione;

dall’inizio del conflitto sono stateuccise oltre 10.000 persone (delle qualicirca 4.700 civili) e 40.000 sono rimasteferite (oltre 8.000 civili); tra le vittime sicontano centinaia di donne e bambini;l’impatto umanitario sulla popolazione ci-vile degli attuali scontri tra le diversemilizie, dei bombardamenti e dell’interru-zione della fornitura dei servizi essenzialiha raggiunto proporzioni intollerabili;

2 milioni di persone sono attual-mente sfollate internamente ai confini acausa dei combattimenti; 2 milioni dibambini non hanno la possibilità di an-dare a scuola; 18,8 milioni di persone, tracui 9,6 milioni di bambini, necessitano diassistenza umanitaria, compresi cibo, ac-qua, rifugio, carburante e servizi sanitari.Oltre a questo, circa 1500 bambini sonostati reclutati come soldati;

gli attacchi aerei della coalizionemilitare a guida saudita nello Yemenhanno più volte colpito bersagli civili, tracui ospedali, scuole, mercati, magazzinicerealicoli, porti e un campo di sfollati,danneggiando gravemente infrastruttureessenziali per la fornitura degli aiuti econtribuendo alla grave carenza di generialimentari e di carburante nel Paese;

il 10 gennaio 2016 è stato bombar-dato nello Yemen settentrionale un ospe-dale gestito da Medici senza frontiere e ciòha provocato la morte di almeno seipersone e il ferimento di una dozzina, tracui membri del personale dello stessaorganizzazione Medici senza frontiere, oltrea danneggiare gravemente le strutture me-diche; questo è l’ultimo di una serie diattacchi ai danni di strutture mediche,nonché a numerosi monumenti storici esiti archeologici che sono stati distrutti odanneggiati irrimediabilmente;

stando all’organizzazione Save thechildren, in almeno 18 dei 22 governatoratidel Paese gli ospedali sono stati chiusi ogravemente danneggiati a causa dei com-battimenti o della mancanza di carbu-rante; in particolare, sono stati chiusi 153centri sanitari che in precedenza forni-vano nutrimento a oltre 450.000 bambinia rischio, insieme a 158 ambulatori cheerogavano servizi di assistenza sanitaria dibase a quasi mezzo milione di bambini aldi sotto dei cinque anni;

secondo l’Unicef, il conflitto nelloYemen ha avuto pesanti ricadute anchesull’accesso dei bambini all’istruzione, cheha smesso di funzionare per quasi 2milioni di minori, con la chiusura di 3.584scuole, ossia una su quattro; 860 di taliscuole sono danneggiate oppure sono uti-lizzate come rifugio per gli sfollati;

la situazione nello Yemen com-porta gravi rischi per la stabilità dellaregione, in particolare nel Corno d’Africa,nel Mar Rosso e nel resto del MedioOriente; al-Qaeda nella penisola araba(Aqap) è riuscita a sfruttare il deteriora-mento della situazione politica e di sicu-rezza nello Yemen, espandendo la propriapresenza e aumentando il numero e laportata dei propri attacchi terroristici; ilcosiddetto Stato islamico Isis/Daesh haconsolidato la propria presenza nello Ye-men e ha sferrato attacchi terroristicicontro moschee sciite, uccidendo centinaiadi persone;

alcuni Stati membri dell’Unioneeuropea hanno continuato ad autorizzareil trasferimento di armi e articoli correlativerso l’Arabia Saudita dopo l’inizio dellaguerra; tali trasferimenti violano la posi-zione comune 2008/944/PESC sul con-trollo delle esportazioni di armi, cheesclude esplicitamente il rilascio di licenzerelative ad armi da parte degli Stati mem-bri, laddove vi sia il rischio evidente che latecnologia o le attrezzature militari daesportare possano essere utilizzate percommettere gravi violazioni del dirittoumanitario internazionale e per compro-mettere la pace, la sicurezza e la stabilitàregionali;

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il 27 gennaio 2017 è stato tra-smesso al Consiglio di sicurezza delleNazioni Unite il « Rapporto finale delgruppo di esperti sullo Yemen » che evi-denzia che « I bombardamenti aerei con-dotti dalla coalizione guidata dall’ArabiaSaudita hanno devastato le infrastrutturecivili in Yemen, ma non sono riuscite ascalfire la volontà politica dell’alleanzahouthi-Saleh di continuare il conflitto ». Esoprattutto riporta che « Il conflitto havisto diffuse violazioni del diritto umani-tario internazionale da tutte le parti inconflitto. Il gruppo di esperti ha condottoindagini dettagliate su questi fatti ed hamotivi sufficienti per affermare che lacoalizione guidata dall’Arabia Saudita nonha rispettato il diritto umanitario interna-zionale in almeno 10 attacchi aerei direttisu abitazioni, mercati, fabbriche e su unospedale »;

nel medesimo rapporto trasmessoal Consiglio di sicurezza delle NazioniUnite si dimostra il ritrovamento, a seguitodi due bombardamenti a Sana’a nel set-tembre 2016, di più di cinque « bombeinerti » sganciate dall’aviazione sauditacontrassegnate dalla sigla « Commercialand Government entity (Cage) codeA4447 ». Quest’ultima è riconducibile al-l’azienda Rwm Italia s.p.a., costola delgruppo tedesco Rheinmetall defence, co-losso tedesco degli armamenti, con sedelegale in via Industriale 8/D a Ghedi, inprovincia di Brescia (mentre nella localitàdi Domusnovas dal 2010 si trova la sedeoperativa dello stabilimento della RwmItalia, fabbrica di bombe);

secondo gli esperti delle NazioniUnite « l’utilizzo di queste armi rivela unatattica precisa, volta a limitare i danni inaree in cui risulterebbero inaccettabili ».Gli esperti spiegano inoltre che « unabomba inerte del tipo Mk 82 ha unimpatto pari a quello di 56 veicoli da unatonnellata lanciati a una velocità di circa160 chilometri all’ora » (si confrontino lepagine 171-172 del rapporto);

secondo recenti notizie di stampa(riportate in particolare dall’agenzia Ansa

e dal quotidiano Avvenire) e grazie alleinformazioni trasmesse dall’organizza-zione non governativa yemenita Mwatana èstato recuperato in Yemen un frammentodi ordigno con sigla « A4447 », che indicala provenienza dalla Rwm Italia. Il nu-mero di matricola, trasmesso all’ufficioAnsa di Beirut, è stato rinvenuto a Der alHajari, nella regione nord-occidentale diHodeida, teatro di un attacco aereo con-dotto alle 3 di notte dell’8 ottobre 2016:almeno sei civili uccisi, tra cui 4 bambini;

negli scorsi mesi sono stati espor-tati materiali di armamento per257.215.484 euro (tra cui, in particolare,bombe Rwm MK82) verso l’Arabia Sau-dita, a capo della coalizione composta daEAU, Oman, Bahrain, Egitto, Qatar, Ma-rocco, Kuwait. Come si evince nella rela-zione al Parlamento ai sensi dell’articolo 5della legge 9 luglio 1990, n. 185, nel solo2016 l’Italia ha venduto armi all’ArabiaSaudita per un valore di 427,5 milioni dieuro, con un incremento del 66 per centorispetto al 2015. All’Arabia Saudita sonostati venduti aeromobili, bombe, siluri,razzi, missili ed accessori, apparecchiatureper la direzione del tiro, esplosivi e com-bustibili militari, apparecchiature elettro-niche, apparecchiature specializzate perl’addestramento militare o per la simula-zione di scenari militari, tecnologia per losviluppo, produzione o utilizzazione dellearmi. Nello stesso 2016 ai Paesi del MedioOriente l’Italia ha venduto armi per unvalore di 8,5 miliardi di euro, pari a oltreil 50 per cento delle esportazioni italianetotali;

secondo l’ultima relazione al Par-lamento ex legge n. 185 del 1990 perl’anno 2016, depositata in Parlamento il 26aprile 2017, si legge che Rwm Italia èsalita al terzo posto per giro d’affari nelsettore difesa in Italia. Dal 1o gennaio al31 dicembre 2016 Rwm ha ottenuto 45nuove autorizzazioni per l’esportazione diarmamenti dal Ministero degli affari esterie della cooperazione internazionale ita-liano, per un totale di 489,5 milioni dieuro: 460 milioni di euro in più rispetto al2015, quando la società aveva ricevuto

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nuove autorizzazioni per 28 milioni dieuro. La relazione del Governo italianomette in evidenza in particolare una com-messa di Rwm, per un totale di 411milioni di euro, che riguarda l’esporta-zione di 19.675 bombe in totale (Mk 82,Mk 83 ed Mk 84). Non è però indicato ilcommittente. Non sappiamo quindi versoquale Paese siano state esportate lebombe. Nella relazione finanziaria diRheinmetall per l’anno 2016 si legge chec’è stato un ordine « molto significativo »di « munizioni » per 411 milioni di euro daparte di un « cliente della regione Mena(Medio-Oriente e Nord Africa) ». Di queste19.675 bombe autorizzate nel 2016 (e diquelle relative a altre licenze precedenti)ne sono già state effettivamente esportatesolo nel 2016 circa 2.150, per un contro-valore di 32 milioni di euro;

la risoluzione del Parlamento Eu-ropeo del 25 febbraio 2016 sulla situazioneumanitaria nello Yemen (2016/2515(RSP)contiene in particolare l’invito « al VP/ARad avviare un’iniziativa finalizzata all’im-posizione da parte dell’Unione europea diun embargo sulle armi nei confronti del-l’Arabia Saudita, tenuto conto delle graviaccuse di violazione del diritto umanitariointernazionale da parte di tale Paese nelloYemen e del fatto che il continuo rilasciodi licenze di vendita di armi all’ArabiaSaudita violerebbe pertanto la posizionecomune 2008/944/PESC del Consigliodell’8 dicembre 2008 »;

la risoluzione del Parlamento eu-ropeo del 15 giugno 2017 sulla situazioneumanitaria nello Yemen (2017/2727(RSP))richiama la precedente del 25 febbraio2016 in merito alla proposta di embargosulle armi e invita ad una soluzione ne-goziale del conflitto, riaffermando « la ne-cessità che tutti gli Stati membri dell’U-nione europea applichino rigorosamente ledisposizioni sancite nella posizione co-mune 2008/944/PESC del Consiglio sull’e-sportazione di armi »;

il sito « Viaggiare sicuri » del Mini-stero degli affari esteri e della coopera-zione internazionale, a proposito dello

Yemen, affermava fino a alcuni mesi fache « le condizioni umanitarie stanno di-venendo insostenibili per larga parte dellapopolazione civile, come indicato nei re-port delle Nazioni Unite, che hanno do-cumentato anche arresti arbitrari e viola-zioni del diritto umanitario da ambe leparti coinvolte nello scontro armato »,

impegna il Governo:

1) a chiedere alle forze belligeranti l’im-mediato cessate il fuoco e l’interru-zione di ogni iniziativa militare nelloYemen;

2) ad assumere iniziative per impedire,con tutti gli strumenti disponibili, iltransito di armi e materiale bellicoverso lo Yemen in porti, aeroporti,stazioni ferroviarie, acque territoriali espazio aereo italiani, da qualsiasi parteessi provengano;

3) a rendere disponibili i dati relativi aquante e quali armi usate in questomomento dall’Arabia Saudita nei suoiferoci bombardamenti sullo Yemen(Paese sovrano) siano di provenienzaitaliana;

4) ad adoperarsi, di concerto con la co-munità internazionale, per:

a) la convocazione di una confe-renza internazionale di pace, pergiungere a una soluzione politicainclusiva nello Yemen, affinché sipossa riprendere al più presto lavia della democratizzazione eprevenire un’ulteriore diffusionedel terrorismo;

b) l’avvio di un’iniziativa umanitariasotto la guida delle Nazioni Unitetesa a portare soccorso e soste-gno alla popolazione civile;

c) l’avvio di un’inchiesta internazio-nale sui crimini di guerra controle infrastrutture civili e sulle re-

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sponsabilità degli attacchi agliospedali e al personale medico edi soccorso;

5) ad assumere iniziative per dare seguitoalle richiamate risoluzioni del Parla-mento europeo bloccando l’esporta-zione di armi e articoli correlati pro-dotti in Italia o che transitino perl’Italia, destinati all’Arabia Saudita e atutti i Paesi coinvolti nel conflittoarmato in Yemen, tenuto conto dellegravi accuse di violazione del dirittoumanitario internazionale da partedell’Arabia Saudita nello Yemen inconformità alle recenti risoluzioni delParlamento europeo, alla normativanazionale (legge n. 185 del 1990) e alTrattato internazionale sul commerciodi armamenti;

6) ad assumere questa posizione anche inassenza di una formale dichiarazionedi embargo sulle armi da parte delleorganizzazioni internazionali;

7) ad avviare un’iniziativa finalizzata allaprevisione da parte dell’Unione euro-pea di un embargo sulle armi neiconfronti dell’Arabia Saudita, tenutoconto che il continuo rilascio di li-cenze di vendita di armi all’ArabiaSaudita violerebbe la posizione co-mune 2008/944/PESC del Consigliodell’8 dicembre 2008;

8) ad assumere le iniziative per favoriree supportare la riconversione in pro-duzioni civili delle attività delleaziende attualmente interessate allaproduzione di armi destinate al con-flitto con lo Yemen o comunque aPaesi in guerra, anche attraverso l’i-stituzione di un fondo ad hoc e ilrifinanziamento degli incentivi per laristrutturazione e la riconversione del-l’industria bellica e la riconversioneproduttiva nel campo civile e duale,destinati alle imprese che operano nelsettore della produzione di materialidi armamento ai sensi dell’articolo 6,commi 7, 8, 8-bis e 9, del decreto-legge

20 maggio 1993, n. 149, convertito,con modificazioni, dalla legge 19 luglio1993 n. 237.

(1-01663) « Corda, Frusone, Scagliusi, Ba-silio, Manlio Di Stefano, DelGrosso, Rizzo, Grande, PaoloBernini, Di Battista, Tofalo,Spadoni ».

La Camera,

premesso che:

il territorio dello Yemen, è statoculla di civiltà millenarie e anche perquesto custodisce un patrimonio immensoin termini di arte, cultura, storia. Oggipurtroppo, dopo anni di instabilità poli-tica, lo Yemen è diventato uno dei Paesipiù poveri del mondo. Stante questa si-tuazione è necessaria e urgente una presadi responsabilità da parte dei paesi esoprattutto delle organizzazioni interna-zionali;

lo scontro in atto, una guerra civileche si protrae da più di due anni ma chevede la partecipazione anche di diversepotenze regionali, ha generato un altonumero di vittime (al 30 agosto 2016,secondo fonti ONU, oltre 10.000 personesono state uccise), delle quali circa unterzo sarebbero civili e 1.540 bambini, conaccuse alle parti in conflitto di condotteche configurerebbero crimini di guerra;

il conflitto è peraltro all’origine diun gravissimo deterioramento delle condi-zioni umanitarie nello Yemen, classificatocome la peggiore crisi del mondo dall’Uf-ficio delle Nazioni Unite per gli affariumanitari (Ocha) che indica in 18,8 mi-lioni le persone bisognose di assistenzaumanitaria o di protezione, di queste 10,3milioni necessitano di assistenza imme-diata a causa della grave carestia e del-l’epidemia di colera che ha già fatto più di1.500 vittime e che potrebbe diffondersirapidamente mettendo a rischio la vita dioltre 300 mila persone;

il conflitto in corso colpisce inparticolare donne e bambini; secondo i

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dati dell’Unicef la crisi yemenita conta piùdi 1,6 milioni di bambini sfollati chesoffrono di malnutrizione acuta, mentresarebbero addirittura 14,5 milioni i minoriin condizioni igienico-sanitarie gravementeprecarie tra cui 4,5 milioni privati diaccesso all’istruzione e che rischiano diessere reclutati per i combattimenti; più di2,6 milioni di donne e di bambine sono arischio di violenze, aumentate peraltro del65 per cento dall’inizio del conflitto;

già prima della guerra civile loYemen risultava totalmente dipendentedagli aiuti esterni e il 90 per cento deiprodotti alimentari di base del Paese sonoimportati; il blocco aereo e navale impostodalle forze della coalizione a guida sauditadal marzo 2015 ha rappresentato unadelle principali cause della catastrofeumanitaria, mentre la violenza e la diffusacarenza di carburante hanno reso menoutilizzabili le reti interne di distribuzionedei generi alimentari;

l’Ocha ha lanciato un appello perfronteggiare la crisi umanitaria nello Ye-men per l’anno 2017 stimando una spesadi 2,1 miliardi di dollari, di cui i donatorihanno fino ad ora finanziato soltanto unterzo (688 milioni di dollari);

l’Italia si è attivata sin dall’iniziodella crisi per soccorrere la popolazionecivile; in occasione della Conferenza deidonatori di Ginevra 25 aprile 2017 ilGoverno italiano ha annunciato un con-tributo pari a 10 milioni di euro di aiutiumanitari nel biennio 2017-2018; finorasono stati finanziati – per il tramite dellacooperazione italiana – progetti di emer-genza per un valore di 4 milioni di europer realizzare interventi nei settori dellasicurezza alimentare (PAM), dell’assistenzasanitaria (Croce Rossa Internazionale),della prevenzione della violenza di genere(UNFPA) e dell’istruzione a favore deglisfollati interni (OIM);

lo Yemen è da un lato vittima edall’altro causa di un possibile inaspri-mento delle tensioni regionali con gravirischi per la stabilità e per la sicurezzainternazionale anche per la crescente pre-

senza e il consolidamento delle organiz-zazioni terroristiche che nel Paese hannogià intensificato il numero e la portatadegli attacchi, uccidendo centinaia di per-sone;

non si fermano le vendite interna-zionali di materiali di armamento ai Paesicoinvolti nella guerra civile in Yemen;

l’amministrazione USA, nella fasefinale della presidenza Obama aveva« espresso alcune preoccupazioni molto si-gnificative circa l’alto tasso di vittime ci-vili » nel conflitto yemenita e nel dicembre2016 aveva deciso di sospendere tempora-neamente alcune forniture di munizioni diprecisione all’Arabia Saudita, con partico-lare riguardo alla vendita da parte diRaytheon di circa 16.000 kit di munizioniguidate per un valore di 350 milioni didollari, avendo valutato che l’aviazionesaudita si è più volte mostrata non ingrado di individuare correttamente i suoiobiettivi;

la legge 9 luglio 1990, n. 185, re-cante « Nuove norme sul controllo dell’e-sportazione, importazione e transito deimateriali di armamento », è stata pubbli-cata sulla Gazzetta Ufficiale 14 luglio 1990,n. 163 ed è stata poi modificata dal de-creto legislativo 22 giugno 2012, n. 105, eseguita dal regolamento di attuazione –decreto ministeriale 7 gennaio 2013, n. 19;

la legge n. 185 del 1990 prevede unsistema di controllo e di autorizzazionescrupoloso ed articolato in materia diarmamenti convenzionali;

la risoluzione del Parlamento eu-ropeo del 25 febbraio 2016 sulla situazioneumanitaria nello Yemen (2016/2515(RSP)),in particolare contiene l’invito « al VP/ARFederica Mogherini ad avviare un’inizia-tiva finalizzata all’imposizione da partedell’Unione europea di un embargo sullearmi nei confronti dell’Arabia Saudita,tenuto conto delle gravi accuse di viola-zione del diritto umanitario internazionaleda parte di tale paese nello Yemen e delfatto che il continuo rilascio di licenze divendita di armi all’Arabia Saudita viole-

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rebbe pertanto la posizione comune 2008/944/PESC del Consiglio dell’8 dicembre2008 »;

un’ulteriore risoluzione del Parla-mento europeo del 15 giugno 2017 (2017/2727(RSP)) rinnova gli impegni e le re-sponsabilità dell’Unione per fronteggiarela crisi umanitaria in Yemen e per pro-muovere un processo di pace negoziatonella consapevolezza che la soluzione dellacrisi non potrà che avvenire per via ne-goziata e non per via militare;

già il Consiglio dei ministri degliesteri dell’Unione europea del 3 aprile2017 aveva ribadito nelle conclusioni che« non c’è soluzione militare al conflitto incorso in Yemen » e che « la gestione dellacrisi passa necessariamente attraverso unprocesso negoziato che coinvolga tutte leparti interessate, cui le donne devono dareun contributo fondamentale e che conducaad una soluzione politica inclusiva » perricostruire un clima di fiducia attraversoun cessate il fuoco duraturo, un mecca-nismo monitorato di ritiro delle forze inconflitto, la predisposizione di canali uma-nitari e commerciali, nonché la liberazionedei prigionieri politici;

il 13 settembre 2017 il Parlamentoeuropeo ha adottato a relazione approvatadalla commissione affari esteri già nelmese di luglio 2017 sull’export di armi esull’implementazione della posizione co-mune 2008/944/CFSP dove si denuncia lamancanza di un approccio comune insituazioni quali Siria, Iraq e Yemen e siincoraggiano gli Stati membri e il ServizioEuropeo di Azione Esterna (SEAE) ad« avviare una discussione sull’estensionedel criterio 2 per includere gli indicatori digovernance democratica, in quanto talicriteri di valutazione potrebbero contri-buire a creare ulteriori garanzie contro leconseguenze negative involontarie delleesportazioni »;

anche il Consiglio di sicurezza delleNazioni Unite, che nelle sue risoluzioni2201/2015 e 2216/2015 ha deplorato leazioni unilaterali degli Houthi, ha attivatomeccanismi di monitoraggio della crisi e

promosso una serie di iniziative diploma-tiche volte a favorire il raggiungimento diuna composizione negoziata e inclusivadella controversia;

dal 10 gennaio 2017 l’Italia è mem-bro non permanente del Consiglio di si-curezza dell’Onu, organo che ha la re-sponsabilità principale del mantenimentodella pace e della sicurezza internazionale;inoltre, nel 2018 l’Italia assumerà la pre-sidenza dell’Organizzazione per la sicu-rezza e la cooperazione in Europa (OSCE),

impegna il Governo:

1) a continuare nel monitoraggio dellacrisi umanitaria in corso in Yemensensibilizzando gli altri donatori sullagravità della situazione e sostenendogli sforzi in corso da parte delle Na-zioni Unite, affinché vengano mobili-tate le necessarie risorse per finan-ziare l’azione di soccorso internazio-nale;

2) a proseguire e a rafforzare le attivitàdi assistenza umanitaria alla popola-zione in linea con l’impegno finanzia-rio assunto in occasione della Confe-renza dei donatori tenutasi, su inizia-tiva delle Nazioni Unite, il 25 aprile2017 a Ginevra;

3) a continuare ad attivarsi presso ilConsiglio di sicurezza dell’Onu e neglialtri fori internazionali dove è pre-sente il nostro Paese, per promuovereiniziative internazionali volte a farerispettare il diritto internazionaleumanitario e i diritti umani e a favo-rire le condizioni per una soluzionenegoziata del conflitto, per la stabiliz-zazione del Paese e per la costruzionedi una pace duratura e inclusiva ditutte le risorse disponibili, compreso ilcontributo che le donne possono darecome previsto dalla risoluzione ONU1325 (2000);

4) a favorire, nell’ambito delle regolariconsultazioni dell’Unione europea a

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Bruxelles, una linea di azione condi-visa in materia di esportazioni di ma-teriali di armamento dando sostegnoconcreto alle iniziative internazionaliper la cessazione delle ostilità e ade-guandosi immediatamente alle prescri-zioni o ai divieti che fossero adottatinell’ambito delle nazioni Unite o del-l’Unione europea.

(1-01695) « Quartapelle Procopio, Alli, Ma-razziti, Locatelli, Garavini,Tacconi, Carrozza, Tidei,Zampa, Nicoletti, Porta, An-drea Romano, Patriarca,Cova ».

(Mozione non iscritta all’ordine del giornoma vertente su materia analoga).

La Camera,

premesso che:

le risoluzioni del Consiglio di sicu-rezza delle Nazioni Unite 2201/2015 e2216/2015 hanno espresso una chiara con-danna delle azioni unilaterali intrapresedagli Houti con il colpo di stato che haportato allo spodestamento del Governo incarica nello Yemen, all’occupazione abu-siva da parte delle milizie armate Houtidelle istituzioni yemenite sorte dal pro-cesso di transizione politica in corso inquel Paese dal 2011, obbligando il legit-timo Presidente e il suo Governo all’esilio;

la risoluzione delle Nazioni Uniten. 2216 del 2015, ha riaffermato il soste-gno alla legittimità del Presidente delloYemen Hadi ed ha reiterato l’appello atutte le parti ad astenersi dall’assumereazioni che possano minare l’unità, la so-vranità, l’indipendenza e l’integrità terri-toriale dello Yemen;

il Presidente Hadi ha chiesto l’aiutodella comunità internazionale a seguito delquale si è formata una coalizione a guidasaudita dopo che, con una sua letteradatata 24 marzo 2015, Hadi ha informatoil Presidente del Consiglio di sicurezzadelle Nazioni unite di avere richiesto so-

stegno immediato, con qualsiasi mezzo emisura, incluso l’intervento militare, alfine di proteggere lo Yemen e il suo popolodalle continue aggressioni degli Houti, alConsiglio di Cooperazione degli Stati Arabidel Golfo e alla Lega degli Stati Arabi;

la situazione di caos determinatadal conflitto in alcune aree dello Yemensta favorendo il radicamento di gruppi diterroristi quali ISIS/Daesh e, segnata-mente, Al Qaeda nella Penisola Arabica,che costituiscono una minaccia rilevanteper la sicurezza dell’Europa e dell’occi-dente e un elemento di destabilizzazionetrasversale per tutti gli Stati;

la comunità internazionale si è at-tivata per porre fine al conflitto in corsocon un’iniziativa di mediazione delle Na-zioni Unite attraverso un inviato specialedel Segretario Generale che ha promossotra il 2015 e il 2016 tre tornate negozialitra le Parti, senza tuttavia conseguire ilrisultato di un accordo di pace;

l’impegno delle Nazioni Unite perla pace in Yemen è tuttora in corso purdovendo queste far fronte a crescenti dif-ficoltà a riportare le Parti al tavolo nego-ziale;

la risoluzione approvata dal Parla-mento europeo il 13 settembre 2017 sul-l’esportazione di armi, tra le altre cose,invita gli Stati membri e il Servizio euro-peo per l’azione esterna (SEAE) « ad au-mentare la coerenza dell’attuazione dellaposizione comune e a rafforzare i mecca-nismi di scambio di informazioni, ren-dendo disponibili informazioni miglioridal punto di vista qualitativo e quantita-tivo per le valutazioni del rischi correlatial rilascio di licenze di esportazione »;

la legge italiana sul controllo del-l’esportazione, importazione e transito deimateriali di armamento è particolarmentesevera ed è stata da ultimo modificata nel2012 con un decreto legislativo che harecepito la direttiva 2009/43/CE finalizzataad armonizzare la legislazione in materiain ambito europeo;

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la guerra, che si protrae da più didue anni, ha causato oltre 16mila vittime,fra i quali molti civili, e ridotto 7 milionidi persone alla fame, fra le quali 2 milionidi bambini, provocando una grave carestiae un’epidemia di colera;

sono costanti l’attenzione e la pre-occupazione dei presentatori del presenteatto di indirizzo per il deterioramentodella situazione umanitaria, alimentatodalle difficoltà negli approvvigionamenti diderrate alimentari e beni essenziali, dagliostacoli all’accesso umanitario frappostida tutte le parti in conflitto e aggravatodal dislocamento dei servizi di base, do-vuto agli scontri;

l’Italia è Presidente di turno dal 1o

gennaio 2017 del G7 ed è membro nonpermanente del Consiglio di Sicurezzadelle Nazioni Unite,

impegna il Governo:

1) a continuare a sostenere, nella qualitàdi membro non permanente del Con-siglio di sicurezza delle Nazioni Unite,quelle iniziative internazionali finaliz-zate a conseguire la cessazione delleostilità e la ripresa del negoziati dipace, in particolare le attività a talescopo messe in atto nel quadro delleNazioni Unite e dell’Unione europea;

2) a mantenere un alto livello di atten-zione in tutti i fori internazionali sul-l’evolversi della situazione, onde potercontribuire attivamente alle proposteinternazionali che favoriscano un dia-logo tra le Parti in conflitto e unasoluzione politica dello scontro in atto,sottolineando la forte preoccupazioneper il grave deterioramento della si-tuazione in Yemen, con il riaccendersidel confronto militare dopo il falli-mento dell’ultima tornata negoziale aKuwait City che aveva aperto delleprospettive positive alla soluzione po-litica della crisi yemenita;

3) a continuare a seguire gli sviluppidella crisi umanitaria in Yemen par-

tecipando alle iniziative di solidarietàinternazionale della comunità dei do-natori, sostenendo gli sforzi in corsoda parte delle Nazioni Unite ed eser-citando una forte pressione sulle Partiin causa, in riferimento alla questioneumanitaria, ai diritti delle donne e deibambini, nonché facendosi promotoredi ogni opportuna azione e iniziativain tutti i fori competenti affinché sianorispettati i fondamentali diritti umani;

4) a svolgere un ruolo propositivo nelleriunioni della fase finale della Presi-denza italiana del G7 per fare in modoche la presidenza subentrante raccolgail testimone di un impegno a tenerealta l’attenzione sulla crisi yemenita;

5) a sensibilizzare i Paesi partner e glialleati circa la minaccia rappresentatadal rafforzamento della presenza diorganizzazioni terroristiche estremistein alcune aree dello Yemen, nellaconsapevolezza che raggiungere unagovernance efficace nel Paese impedi-sca ad Al-Qaeda di approfittare deivuoto di potere che si è creato;

6) a promuovere un rafforzamento delmeccanismo di consultazione perio-dico dell’Unione europea sul controllodelle esportazioni degli armamenticonvenzionali.

(1-01696) « Archi, Carfagna, FitzgeraldNissoli, Valentini, Occhiuto ».

(Mozione non iscritta all’ordine del giornoma vertente su materia analoga).

La Camera,

premesso che:

lo Yemen è un paese ricco di storia,che per secoli ha rappresentato un riferi-mento per l’intera area circostante. Notoai Romani come Arabia Felix per i suoiinteressi commerciali, fu governato da nu-

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merose dinastie locali e per ben 53 anni –dal 1084 al 1137 – da una donna che fudefinita La signora libera;

la sua storia lo vuole parte dell’im-pero ottomano, poi indipendente, infinecolonia britannica anche se spesso divisofra Nord e Sud con destini diversi. Il 1990sancì la riunificazione del paese ma solo 4anni dopo la regione meridionale assunsecome capitale Aden. Un tentativo di se-cessione che non ebbe riconoscimento in-ternazionale, ma che avviò un percorso diriforme che portò all’elezione del presi-dente della repubblica con voto popolare.Nel 2012, la primavera araba, ha messo indiscussione questo processo di democra-tizzazione e nel 2015 si è avuto un colpodi stato per cui le precostituite autorità sisono tutte dimesse consegnando il paese alcaos istituzionale;

le risoluzioni del Consiglio di Sicu-rezza delle Nazioni Unite 2201/2015 e2216/2015 hanno espresso una chiara con-danna delle azioni unilaterali intrapresedagli Houti con il colpo di Stato che haportato allo spodestamento del Governo incarica nello Yemen e all’occupazione abu-siva da parte delle milizie armate Houtidelle istituzioni yemenite sorte dal pro-cesso di transizione politica in corso inquel paese dal 2011, obbligando il legit-timo Presidente e il suo Governo all’esilio;

la risoluzione delle Nazioni Uniten. 2216 del 2015 ha riaffermato il soste-gno alla legittimità del presidente delloYemen Hadi e ha reiterato l’appello a tuttele parti ad astenersi dall’assumere azioniche possano minare l’unità, la sovranità,l’indipendenza e l’integrità territorialedello Yemen, nonché la legittimità delPresidente dello Yemen;

il Presidente Hadi ha chiesto l’aiutodella comunità internazionale a seguito delquale si è formata una coalizione a guidasaudita dopo che con una sua lettera,datata 24 marzo 2015, Hadi ha informatoil Presidente del Consiglio di sicurezza diavere richiesto sostegno immediato, conqualsiasi mezzo e misura, incluso l’inter-vento militare, al fine di proteggere lo

Yemen e il suo popolo dalle continueaggressioni degli Houti, al Consiglio dicooperazione degli Stati Arabi del Golfo ealla Lega degli Stati Arabi;

la difficile situazione che si è creataha reso impossibile il ripristino delle con-dizioni minime di sicurezza sociale o distabilità e ha paralizzato l’economia delpaese;

la situazione umanitaria si è fattadisastrosa mostrando condizioni di vitaterribili: sfollati, carenza di viveri e diacqua potabile, impossibilità di assicurarealla popolazione cure mediche e assi-stenza;

i bambini, a centinaia fra le vit-time, sono stati anche reclutati come sol-dati;

le associazioni umanitarie chehanno operato e permangono nel paesehanno subito attacchi e perdite umane;

un gruppo di esperti del Consigliodi sicurezza delle Nazioni Unite ha pro-dotto un rapporto nel quale si legge che ladevastazione provocata dall’intervento mi-litare dell’Arabia Saudita non ha scalfitola volontà degli Houti-Saleh di proseguireil conflitto. Un conflitto segnato da viola-zioni del diritto umanitario internazionaleda tutte le parti coinvolte;

nonostante le risoluzioni del Par-lamento europeo che invitavano all’em-bargo sulle armi e alla soluzione politicadel conflitto, ancora oggi la situazionepermane di grave disagio e costituisce unaminaccia per la sicurezza e la pace alivello internazionale;

il Governo italiano ha espresso piùvolte nei consessi internazionali la seriapreoccupazione per la situazione forte-mente compromessa che si è determinatain Yemen anche a seguito del tentativo(fallito) di negoziazione che si è avuto aKuwait City ed è costantemente informatodelle difficoltà che incontrano le associa-zioni umanitarie nel portare alla popola-zione derrate alimentari e beni essenziali.In occasione della Conferenza dei Dona-

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tori tenutasi a Ginevra, ha annunciato uncontributo di 10 milioni di euro di aiutiumanitari sul biennio 2017/2018;

l’aggravarsi della situazione ha cre-ato le condizioni per far crescere la mi-naccia terroristica, visto che Al Qaeda si èestesa fino a controllare alcune zone delpaese in balia di un vuoto di potere;

l’Italia è impegnata, nel rispettodelle risoluzioni del Consiglio di sicurezzadelle Nazioni Unite, per trovare una so-luzione politica e non militare del con-flitto, basato sul dialogo e sulla inclusionedi tutti gli attori regionali coinvolti, chetuteli minoranze e porti alla ricomposi-zione pacifica della controversia e allasospensione delle ostilità,

impegna il Governo:

1) a continuare a sostenere la mediazionedelle Nazioni Unite, finalizzata ad in-dividuare una soluzione politica e agarantire garantisca la sospensionedelle ostilità;

2) a incoraggiare e favorire l’opera delleorganizzazioni umanitarie senza lequali perfino gli impegni economici egli aiuti promessi non riuscirebbero adarrivare alle popolazioni stremate;

3) a proseguire i rigorosi controlli sullerichieste di imprese italiane volte aottenere la licenza di esportazione diarmi e a imporre prescrizioni e divietiove fossero accertate violazioni da partedegli organismi internazionali.

(1-01697) « Vezzali, Francesco Saverio Ro-mano, Merlo, Parisi, Galati,D’Agostino, Faenzi, Marcolin,Abrignani, Rabino, Auci,Borghese, D’Alessandro, Sot-tanelli, Zanetti ».

(Mozione non iscritta all’ordine del giornoma vertente su materia analoga).

Risoluzione

La Camera,

premesso che:

da ormai tre anni il firmatario delpresente atto d’indirizzo denuncia e do-cumenta l’invio di armi e munizionamentifabbricati in Italia in Arabia Saudita uti-lizzati reiteratamente contro le popola-zioni dello Yemen;

il sottoscritto proponente aveva giàsottoposto due anni fa un ordine delgiorno alla Camera dei deputati con ilquale si chiedeva di bloccare tale espor-tazione di munizionamento che stava ge-nerando una vera e propria strage diinnocenti;

in reiterati atti di sindacato ispet-tivo, nel silenzio generale, venivano de-nunciate e documentate le azioni di inviodi tali munizionamenti in contrasto con leleggi in materia;

il 3 dicembre 2015, secondo l’agen-zia Nena News un bombardamento dell’a-viazione dell’Arabia Saudita ha colpito unaclinica mobile in Yemen, nel villaggio dial-Khashabeh, nella zona meridionale diAl Houban;

la clinica era di proprietà dell’or-ganizzazione umanitaria internazionaleMedici Senza Frontiere, target negli ultimimesi delle violenze della guerra, prima inAfghanistan e poi in Siria;

sette persone sono rimaste feritenel raid saudita, di cui due si trovano orain gravi condizioni;

lo staff è stato evacuato;

si è trattato dell’ennesimo criminecommesso dalla coalizione sunnita anti-Houthi che dalla fine di marzo portaavanti una violenta operazione militarecontro lo Yemen: quasi 6 mila i morti;

ad aggravare il crimine, il fatto che— secondo testimoni — i jet sauditi ab-biano usato il metodo devastante del dop-pio attacco: un primo raid, seguito ad un

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secondo poco dopo, mentre sono in atto leoperazioni di soccorso dei feriti;

è stato immediato l’intervento del-l’Onu: il segretario generale Ban Ki-moonha condannato l’attacco;

il raid era giunto a poco più di unmese da un precedente attacco controun’altra struttura di Msf nel nord delloYemen: il 27 ottobre 2015 un bombarda-mento della coalizione guidata dall’ArabiaSaudita aveva distrutto un ospedale neldistretto di Haydan, nella provincia diSaada. Un raid cominciato di notte eproseguito a lungo, il risultato è statodevastante: 200 mila civili yemeniti sonorimasti senza assistenza sanitaria;

con le bombe partite dall’Italia ol-tre 1500 bambini sarebbero stati feriti euccisi;

la denuncia appena battuta dalleagenzie nello Yemen è devastante: « Savethe Children », ogni giorno tre bambiniuccisi;

tali gravi fatti sarebbero conse-guenza soprattutto di armi esplosive, de-nuncia il rapporto di Save the Children;

ogni giorno almeno tre bambinivengono uccisi nello Yemen, nella maggiorparte come conseguenza diretta delle armiesplosive a largo raggio, utilizzate nellearee abitate da civili;

nel rapporto di Save the Children èscritto: « Nessun luogo sicuro per i bam-bini dello Yemen » (Nowhere safe for Ye-men’s children), che analizza con testimo-nianze e dati l’impatto dei quotidiani at-tacchi aerei che utilizzano questo tipo diarmi e le terribili conseguenze in partico-lare sui bambini;

sono 1.500 i bambini che sonorimasti feriti o uccisi dall’inizio dell’esca-lation di violenze che ha coinvolto il Paese;

attualmente, dopo la Siria, lo Ye-men ha il numero più alto di vittime acausa di armi esplosive in tutto il mondo;

l’impatto delle armi esplosive suipiù piccoli, che sono fisicamente più vul-

nerabili, è particolarmente grave e spessoi bambini subiscono lesioni complesse cherichiedono cure specialistiche e interventichirurgici estremamente complessi — haspiegato Edward Santiago, direttore diSave the Children nello Yemen – le strut-ture ospedaliere e sanitarie che dovreb-bero curarli, però, sono spesso danneg-giate o distrutte da quelle stesse armiesplosive e anche quando ci sono, spessonon hanno attrezzature mediche suffi-cienti ad intervenire né il carburante ne-cessario a far funzionare correttamente lestrutture, a causa del blocco di fatto delleimportazioni, dell’insicurezza e delle re-strizioni all’accesso umanitario;

a causa delle difficili condizioni delsistema sanitario nel Paese, sottolinea l’or-ganizzazione, 14 milioni di persone inYemen non hanno la possibilità di riceverevaccinazioni o antibiotici, con il rischio dimorire per malattie prevenibili come ladiarrea, la polmonite e la malaria;

ormai sono 600 gli ospedali chesono stati chiusi perché danneggiati operché non hanno forniture mediche epersonale sufficiente a mandare avanti ilservizio;

Save the Children chiede un im-mediato cessate il fuoco nel Paese e chenel frattempo tutte le parti in conflittosmettano di utilizzare armi esplosive al-l’interno di aree popolate da civili;

la riluttanza della comunità inter-nazionale a condannare pubblicamente leperdite umane della guerra in Yemen dàl’impressione che le relazioni diplomatichee la vendita di armi vengano prima dellevite dei bambini – aggiunge Santiago – ilmondo non deve stare a guardare mentrei bambini vengono bombardati. Si deveesigere che la vita dei civili e le strutturecivili, come gli ospedali, vengano protetti;

è probabile che ancora una voltatali gravissimi fatti siano stati resi possibilidall’invio, denunciato reiteratamente dalsottoscritto, di munizionamenti e in par-ticolare bombe partite reiteratamente an-che nei mesi scorsi dall’Italia prodottedalla soc. RWM;

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tale invio, ad avviso del firmatario delpresente atto, illegale, proprio perché ilconflitto nella Yemen è duramente con-dannato dall’Onu, è stato denunciato dalsottoscritto con precedenti atti di sinda-cato ispettivo e con un preventivo inter-vento alla Camera dei deputati con il qualesi chiedeva l’intervento del Governo perbloccare tale trasbordo;

a giudizio del firmatario del pre-sente atto, è evidente che tale nefasto einaccettabile comportamento del Governoitaliano sta confermando la responsabilitàoggettiva verso il conflitto non autorizzatonello Yemen;

in tal senso si tratta non solo dellaviolazione di norme internazionali ma an-che di quelle nazionali che impedisconoquesto tipo di traffico di armi verso Paesiritenuti a « rischio »;

con questo tipo di trasporto emer-gono anche le notizie fatte trapelare alleagenzie di stampa dai servizi segreti tede-schi; secondo i servizi segreti tedeschi inArabia Saudita si rischia di fatto un golpe;

è del 2 dicembre 2015 la notiziache i servizi segreti tedeschi hanno diffusola notizia che in Arabia saudita sarebbe incorso un vero e proprio golpe;

secondo i servizi segreti il « pro-gressivo accentramento del potere da partedel principe della corona presenta il ri-schio latente di un tentativo di successioneanticipata al trono »;

aver consentito tale invio di armi èda irresponsabili e il rischio è che quellestesse armi possano davvero essere usateper destabilizzare i rapporti con la stessacoalizione internazionale;

il dispaccio d’agenzia riportaquanto segue: « Speciale difesa: Germania,servizi segreti mettono in guardia dall’A-rabia Saudita – Berlino, 02 dic – I servizisegreti tedeschi (Bnd) mettono in guardiadal ruolo destabilizzante dell’Arabia Sau-dita nel mondo arabo, riferisce il“Frankfurter Allgemeine Zeitung. Una po-litica interventista impulsiva sta pren-

dendo il posto del cauto approccio diplo-matico dei membri più anziani della fa-miglia reale” », si legge in un’analisi delBnd, in cui si parla della situazione del-l’Arabia Saudita come di una « potenzaregionale preda di un cambio di para-digma dagli imperativi di politica esteraalle esigenze di consolidamento della po-litica interna », in un contesto di crescenterivalità con l’Iran. Soprattutto il ruolo delnuovo Ministro della difesa e figlio del reSalman, Mohammed Bin Salman, vieneguardato con sospetto dall’Intelligence te-desca: il progressivo accentramento delpotere da parte del principe della corona« presenta il rischio latente di un tentativodi successione anticipata al trono »;

la Bnd scorge anche il rischio di undeterioramento delle relazioni « coi paesiamici e alleati » nella regione. Un fattorecruciale nella politica di potenza sauditanella regione, stando all’analisi dei servizisegreti tedeschi, è la fiducia nella prote-zione strategica garantita dagli Stati Uniti;

per il Bnd, la campagna militarelanciata da Riad in Yemen presenta « ri-schi militari, finanziari e politici non igno-rabili »;

dinanzi a questo scenario di unalleato come la Germania risulta gravis-simo che, invece, il Governo italiano si sialimitato a giustificare tale invio di armicome un regolare commercio di armi,

impegna il Governo:

1) ad assumere iniziative per bloccaretale traffico di armi verso Stati a« rischio » che viola di fatto le leggiitaliane in materia di vendita e tra-sporto di armi dal territorio italianoverso contesti poco chiari e comunqueoggetto di condanna da parte dellastessa Onu;

2) ad acquisire ulteriori elementi circa lerilevanti e inquietanti informazioni dicui sono in possesso i servizi segretitedeschi;

Atti Parlamentari — 35 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 19 SETTEMBRE 2017 — N. 853

3) ad intervenire presso l’Onu per garan-tire supporto all’azione di immediataconclusione dei bombardamenti versocivili e bambini da parte dell’ArabiaSaudita;

4) ad assumere iniziative affinché sia ga-rantito che gli ospedali e il personalemedico siano tutelati come previstodal diritto umanitario internazionale,tenendo conto che un attacco delibe-rato contro i civili e le infrastrutturecivili costituisce un crimine di guerra;

5) ad adoperarsi affinché l’Arabia Sau-dita rispetti il diritto umanitario in-

ternazionale e ad assumere iniziativeper definire, in caso contrario, ulte-riori misure in conformità degli orien-tamenti dell’Unione europea volti apromuovere l’osservanza del dirittoumanitario internazionale;

6) a porre in essere iniziative per ilrispetto e l’applicazione delle recentirisoluzioni del Parlamento europeo, lanormativa nazionale (legge n. 185 del1990) e il Trattato internazionale sulcommercio di armamenti.

(6-00348) « Pili ».

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MOZIONI BASILIO ED ALTRI N. 1-01081, MARCON ED ALTRIN. 1-01673, GIANLUCA PINI ED ALTRI N. 1-01674, VEZZALI EDALTRI N. 1-01698, MOSCATT, ALLI ED ALTRI N. 1-01699 EDURANTI ED ALTRI N. 1-01700 CONCERNENTI INIZIATIVE INMATERIA DI DISLOCAZIONE, TRASPORTO E ACQUISIZIONE

DI ARMI NUCLEARI IN ITALIA

Mozioni

La Camera,

premesso che:

il Trattato di non proliferazionenucleare sancisce l’obbligo per l’Italia dinon ospitare ordigni nucleari e, per gliStati nucleari, di non dispiegare tali ar-mamenti al di fuori del proprio territorio;nello specifico, l’articolo 1 recita: « Cia-scuno degli Stati militarmente nucleari,che sia Parte del Trattato, si impegna anon trasferire a chicchessia armi nucleario altri congegni nucleari esplosivi, ovveroil controllo su tali armi e congegni esplo-sivi, direttamente o indirettamente; si im-pegna inoltre a non assistere, né incorag-giare, né spingere in alcun modo uno Statomilitarmente non nucleare a produrre oaltrimenti procurarsi armi nucleari o altricongegni nucleari esplosivi, ovvero il con-trollo su tali armi o congegni esplosivi »;

secondo quanto affermato dall’Isti-tuto affari internazionali nel documento« Il dibattito sulle armi nucleari tattiche inItalia », nonostante l’esplicito impegno a« creare le condizioni per un mondo senzaarmi nucleari », il nuovo concetto strate-gico della Nato, adottato a Lisbona il 19novembre 2010, ribadisce che « fintantoche ci sono armi nucleari nel mondo, laNato rimarrà una Alleanza nucleare ».Ultimo caso di dispiegamento avanzato

(forward deployment), cinque Paesi dell’Al-leanza atlantica – Belgio, Germania, Italia,Olanda e Turchia – continuano ad ospi-tare armi nucleari tattiche (Ant) statuni-tensi all’interno dei propri confini. Il tipodi arma nucleare a disposizione della Natoattualmente ospitata sul territorio europeoè la bomba B-61, che è comunementeclassificata come tattica. Attualmente sonoin servizio le versioni B61-3, B61-4 eB61-10, costruite tra il 1979 e il 1989, convarie opzioni di potenza da 0,3 a 170chilotoni. Le bombe possono essere tra-sportate dagli aerei statunitensi F-15E eF-16C/D e dagli aerei delle forze europeecome gli F-16 belgi, olandesi, turchi e iTornado italiani e tedeschi. Le bombesono custodite sotto il controllo americanodagli US munitions support squadrons(Munss);

svariati organi di stampa parlanodi atomiche americane presenti in Italianelle basi di Aviano e Ghedi, di esercita-zioni svoltesi nelle stesse per valutare lasicurezza delle armi nucleari e di adde-stramento specifico rivolto al personalemilitare per fronteggiare emergenze dicarattere nucleare in caso di incidenti conqueste stesse armi;

i siti internet ufficiali dell’Aeronau-tica militare statunitense affermano che,nella base di Aviano, esistono apparecchia-ture specifiche per il controllo e la ma-nutenzione di questo genere di armamenti;

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anche nel bilancio 2018 dell’Usaf sistanziano fondi per l’F-35A dca (dualcapable aircraft) con capacità nucleare. Inparticolare, nel bilancio di ricerca e svi-luppo 2018 per la Us Air force in discus-sione in questi giorni al Congresso statu-nitense sono previsti fondi aggiuntivi perlo sviluppo della versione dca dell’F-35Alightining II. La versione dca è previstopossa portare nella stiva interna duebombe nucleari B61-12;

il programma di sviluppo del veli-volo dca (identificato nel bilancio Usaf conil numero 676011) è iniziato nell’annofiscale 2014 e si concluderà verosimil-mente nell’anno fiscale 2025;

per il 2018 l’Usaf chiede uno stan-ziamento di 27,731 milioni di dollari, inaumento rispetto allo stanziamento 2017di 25,743 milioni. Il trend della spesa perquesta specifica versione dell’F-35A se-gnala ulteriori aumenti nei prossimi annifino a toccare i 50,433 milioni dell’eserci-zio fiscale 2021, ultimo anno per il qualesono pubblicate le proiezioni, per un totalecomplessivo presunto di circa 250 milionidi dollari;

questa spesa sarà sostenuta, oltreche dagli Stati Uniti, anche dai Paesipartner del programma F-35 che si dote-ranno di questa specifica versione. Traquesti vi sono certamente l’Italia, i PaesiBassi e la Turchia. La Gran Bretagna nonè coinvolta, avendo finora acquisito sol-tanto la versione b del velivolo priva dicapacità dca. Ugualmente fuori dal pro-gramma nucleare è la Germania che nonpartecipa al programma F-35;

come affermato dalla Corte inter-nazionale di giustizia, mantenere una mi-naccia nucleare nei confronti di altri Paesiè un illecito e per di più le armi nucleariin territorio italiano rappresentano unpericolo per la salute e la vita di chi vivenei pressi di una installazione nuclearemilitare;

in una risposta all’interrogazionen. 4-01188 della deputata Basilio del Mo-Vimento 5 Stelle, il Ministro della difesa

pro tempore, senatore Mauro, affermavache: « Anche l’Alleanza Atlantica ha ag-giornato periodicamente la propria poli-tica di difesa, inclusa la componente nu-cleare. Il processo di revisione è iniziatonel 2010 a Lisbona e ha portato all’ap-provazione, nel 2012, della Revisione delladifesa e della deterrenza dell’Alleanza At-lantica (Defence and deterrence posturereview – Ddpr), la quale delinea il mixottimale (“appropriate mix”) di forze nu-cleari, convenzionali e di difesa missilisticanecessarie per garantire la sicurezza e ladifesa dell’Alleanza e per perseguire gliimpegni annunciati nel nuovo concettostrategico relativi alla difesa collettiva, allagestione delle crisi e alla sicurezza coope-rativa. La Defence and deterrence posturereview, nel ribadire che finché esisterannoarmi nucleari la deterrenza nucleare, rap-presenterà un elemento indispensabile perla sicurezza dell’Alleanza e dei suoi Statimembri »;

nella stessa risposta all’interroga-zione il Ministro della difesa pro temporeaffermava, tra l’altro: « Con riferimentoalla questione della presenza di armi nu-cleari in Europa, si fa rilevare che l’Alle-anza, pur mantenendo un atteggiamentoassolutamente trasparente sulla propriastrategia nucleare e sulla natura del pro-prio dispositivo in Europa, non può agire,tuttavia, a discapito della sicurezza diquesto dispositivo e della riservatezza cheè indispensabile avere in relazione ai siti,alla loro dislocazione, ai quantitativi e allatipologia di armamento in essi contenuti.Una riservatezza che non può essere vio-lata unilateralmente da un singolo Paesedell’Alleanza, perché la deterrenza nucle-are è un bene ed un onere collettivo chelega collegialmente tutti i Paesi alleati. Latipologia e la qualità delle informazionirilasciabili sugli armamenti nucleari è,quindi, una decisione politica collettiva edunanime degli alleati, cui nessun Paesepuò sottrarsi, pena la violazione del pattodi alleanza liberamente sottoscritto e delvincolo di riservatezza che da esso nediscende. » Questa affermazione appare,secondo gli interroganti, in contrasto peròcon il fatto che la presenza di armi

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nucleari tattiche nelle basi militari diGhedi ed Aviano è stata resa nota unila-teralmente evidentemente dal Congressodegli Stati Uniti d’America. Senatori edeputati degli Usa, nonché semplici citta-dini attraverso il Freedom of informationact, evidentemente, godono di un potere diconoscenza superiore a quello degli altriPaesi membri;

la legge 9 luglio 1990, n. 185, vietaespressamente la fabbricazione, l’importa-zione, di armi biologiche, chimiche e nu-cleari, nonché la ricerca preordinata allaloro produzione o la cessione della relativatecnologia;

il divieto di cui alla legge 9 luglio1990, n. 185, si applica anche agli stru-menti e alle tecnologie specificamente pro-gettate per la costruzione delle suddettearmi;

l’Italia ha da sempre dichiarato dinon far parte del « club atomico » con tuttigli obblighi internazionali che ne derivano;

per ben due volte il popolo italianoha rifiutato, con due referendum, l’opzionenucleare, anche solo per fini civili,

impegna il Governo:

1) a relazionare al Parlamento sulla pre-senza in Italia di armi nucleari, sullaloro dislocazione e sulla potenza, nonfacendosi più « paravento » di un vin-colo atlantico alla riservatezza inesi-stente per i cittadini ed i parlamentariUsa;

2) a dichiarare l’indisponibilità dell’Italiaad utilizzare armi nucleari escludendol’acquisizione, per i propri sistemid’arma, di tecnologie in grado di ren-dere gli stessi atti all’impiego di arminucleari;

3) a non procedere all’ammodernamentodegli aerei Tornado attualmente abili-tati al trasporto di bombe nucleari per

renderli idonei all’impiego dellebombe nucleari B61-12 di previstaprossima introduzione nell’arsenalestatunitense;

4) a non acquisire le componenti sof-tware e hardware necessarie per ren-dere gli aerei F-35 eventualmente de-stinati all’Aeronautica militare idoneial trasporto di armi nucleari;

5) ad assumere iniziative per prevedere ildivieto di attracco in porti e molinazionali di navi o sommergibili, an-che di Paesi alleati, che abbiano abordo armi nucleari.

(1-01081) (Nuova formulazione) « Basilio,Frusone, Corda, Rizzo, To-falo, Paolo Bernini, D’Incà,Sorial, Cozzolino, Crippa, DelGrosso, Brugnerotto, Pesco,Agostinelli, Alberti, Baroni,Battelli, Benedetti, Massimi-liano Bernini, Nicola Bianchi,Bonafede, Brescia, Busina-rolo, Busto, Cancelleri, Ca-riello, Carinelli, Caso, Ca-stelli, Cecconi, Chimienti, Ci-prini, Colletti, Colonnese, Co-minardi, Da Villa, Dadone,Daga, Dall’Osso, D’Ambrosio,De Lorenzis, De Rosa, DellaValle, Dell’Orco, Di Battista,Di Benedetto, Luigi Di Maio,Manlio Di Stefano, Di Vita,Dieni, D’Uva, Fantinati, Fer-raresi, Fico, Fraccaro, Ga-gnarli, Gallinella, Luigi Gallo,Silvia Giordano, Grande,Grillo, L’Abbate, Liuzzi,Lombardi, Lorefice, Lupo,Mannino, Mantero, Marzana,Micillo, Nesci, Nuti, Paren-tela, Petraroli, Pisano, PaoloNicolò Romano, Ruocco,Sarti, Scagliusi, Sibilia, Spa-doni, Spessotto, Terzoni, To-ninelli, Tripiedi, Vacca, Si-mone Valente, Vallascas, Vi-gnaroli, Villarosa, Zolezzi ».

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La Camera,

premesso che:

le armi nucleari mettono in peri-colo la sopravvivenza della specie umana edel Pianeta, un rischio tutt’altro che re-moto in un mondo non pacificato;

tra pochi giorni, il 6 agosto, ricor-rerà l’anniversario dei bombardamentiatomici di Hiroshima e Nagasaki e, nono-stante la conoscenza di quanto accaduto ele minacce continue della Corea del Norde del terrorismo internazionale, i Governidel mondo e soprattutto quelli delle po-tenze nucleari non sono pervasi dallaconsapevolezza che è arrivato il momentodi perseverare con determinazione nelbandire le armi nucleari;

già dal 1968 l’articolo VI del Trat-tato di non proliferazione delle armi nu-cleari (TNP), ratificato dal nostro Paesenel 1975, impegna ciascuna parte a per-seguire in buona fede negoziati per defi-nire nel più breve tempo possibile misureeffettive che conducano alla cessazionedella corsa agli armamenti nucleari equindi al disarmo nucleare;

ciascuno degli Stati militarmentenon nucleari che hanno sottoscritto il TNP« si impegna a non ricevere da chicchessiaarmi nucleari o altri congegni nucleariesplosivi », ma l’Italia, ad avviso dei fir-matari del presente atto di indirizzo incontrasto con tale impegno e con l’articolo26 della Convenzione di Vienna sul dirittodei trattati del 23 maggio del 1969, rati-ficata nel 1974 ed entrata in vigore nel1980, continua a mettere a disposizione ilproprio territorio per l’installazione, iltransito, la detenzione e l’uso di arminucleari;

ciò avviene in base all’accordo Natodi condivisione nucleare « Nuclear sharingagreements » che prevede una serie diimpegni di condivisione di strutture edinfrastrutture: oltre allo stoccaggio dellebombe, che sono sotto il controllo degliStati Uniti, è previsto l’addestramento dipiloti italiani per il possibile uso delle armi

e la partecipazione italiana alle riunionidel Nuclear Planning Group della Nato;

l’Italia è la nazione con il più altonumero di ordigni nucleari Usa stoccatisul suolo europeo: secondo i dati dellaFederation of American Scientists, adAviano e a Ghedi sono stoccate settantadelle centottanta bombe presenti in Eu-ropa e il nostro è l’unico Paese in Europacon due basi nucleari: quella dell’Aero-nautica militare di Ghedi e quella statu-nitense di Aviano (Pordenone);

è noto da tempo, che il Pentagonoha stanziato ingenti risorse per ammoder-nare il proprio arsenale di bombe atomi-che, comprese quelle depositate nelle basiall’estero o in quelle di Paesi alleati. Inquesto contesto, le bombe atomiche stoc-cate in Italia saranno presto sostituitedalle nuove bombe B61-12;

su questo arsenale nucleare il Go-verno italiano ha sempre rifiutato di for-nire informazioni. Le poche informazionidi cui si dispone provengono in gran partedai rapporti delle ispezioni sulla sicurezzadegli arsenali nucleari, rilasciati dal Pen-tagono, che possono indicare se ci sonostati problemi con il personale che ma-neggia gli armamenti nucleari, se ce nesono stati con l’equipaggiamento tecnico ocon altri aspetti dello stoccaggio dellearmi;

è di pochi giorni fa, tuttavia, lanotizia che, per effetto di una decisionedella US Air Force e del Joint Chiefs ofStaff, gli USA hanno deciso di secretareanche tali report, rendendo impossibilel’accesso anche a queste informazioni mi-nime, per sapere se le bombe di Aviano ea Ghedi hanno falle di sicurezza, emersegrazie alle ispezioni ufficiali dello stessoGoverno americano;

l’accesso a queste informazioni nonha mai comportato un rischio, dal mo-mento che i report non contengono daticlassificati, e ora che si parla dell’arrivo inItalia della nuova bomba termonucleareB61-12, che ha il sistema di puntamentodigitale, compatibile con i sistemi elettro-

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nici dell’F35-A, l’esigenza di un controllominimamente efficace di questi armamentiè più cruciale che mai;

l’Italia partecipa, altresì, al progettoper la realizzazione del Joint Strike Fighter(F-35), cacciabombardiere capace di tra-sportare anche ordigni nucleari con carat-teristiche stealth e net-centriche. Ciascunvelivolo F-35 potrà trasportare due bombenucleari di tipo B61-12;

l’Assemblea generale delle NazioniUnite, approvando il 23 dicembre 2016 larisoluzione n. 41, ha avviato un nuovopercorso per attuare l’obiettivo del Trat-tato di non proliferazione (TNP), mediantela predisposizione di strumenti giuridica-mente vincolanti per la proibizione dellearmi nucleari;

il 7 luglio 2017 l’Assemblea gene-rale dell’ONU ha approvato il Trattato peril bando definitivo delle armi nucleari,sotto la pressione della società civile in-ternazionale, che ha preso parte attiva-mente ai negoziati, diventando l’agentedeterminante per il raggiungimento diquesto obiettivo;

a favore hanno votato 122 Paesi,ma purtroppo tra questi non c’è l’Italia,che non ha partecipato al voto. A pesaremolto fortemente è stata l’assenza ai ne-goziati delle maggiori potenze nucleari(USA, Russia, Francia), nonché dei Paesiaderenti alla NATO. L’Italia, a giudizio deifirmatari del presente atto di indirizzo, siè di fatto adeguata al volere degli altriPaesi, soprattutto degli Stati Uniti e dellaNATO;

nonostante il ruolo dell’ONU inmateria nucleare sia stato sovrastato dal-l’unilateralismo, dalla Nato e dall’instabilegioco delle grandi potenze, il Trattato peril bando definitivo delle armi nucleari è unpasso importante in avanti per il rilanciodell’azione di disarmo e l’adozione dimisure efficaci. Per tali ragioni serve cheanche l’Italia lo sottoscriva e lo ratifichi,consentendo al Trattato di entrare in vi-gore al raggiungimento della cinquante-sima ratifica,

impegna il Governo:

1) ad assumere le iniziative di compe-tenza per sottoscrivere e ratificare,dopo la data del 20 settembre 2017,quando inizierà il processo di ratifica,il Trattato dell’ONU per la messa albando delle armi nucleari, anche alfine di garantire la sua effettiva en-trata in vigore che avverrà solo dopola ratifica da parte di 50 Paesi;

2) ad attivarsi presso la Nato e gli StatiUniti, anche nel rispetto dell’impegnoa non ospitare armi nucleari assuntocon il Trattato di non proliferazionedelle armi nucleari, incluso il divietodi installazione, transito, detenzione euso di armi nucleari, per chiedereun’immediata rimozione di qualsiasiordigno nucleare presente sul territo-rio italiano, liberando gli italiani dallaminaccia che essi rappresentano;

3) ad assumere iniziative per opporsi alladecisione degli USA di secretare ireport delle ispezioni sulla sicurezzadegli arsenali nucleari in Italia cherenderebbe impossibile per l’opinionepubblica avere accesso a informazioniminime sulla sicurezza della popola-zione che abita vicino alle basi edell’Italia;

4) a non procedere all’acquisizione deicomponenti hardware e software ne-cessari per equipaggiare le varie ver-sioni del velivolo F-35 delle capacitànecessarie per trasportare e sganciarearmi nucleari del tipo B61-12, il cuischieramento operativo sul territorioeuropeo è previsto a partire dalla finedel presente decennio nell’ambito deiprogrammi di condivisione nuclearedell’Alleanza Atlantica;

5) a promuovere in tempi rapidi un’at-tenta ridefinizione del modello di di-fesa italiano sulla base del dettatocostituzionale e della politica esteraitaliana, affermando un ruolo centrale

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per la politica europea e sostenendo ilruolo di peacekeeping per le Forzearmate;

6) a subordinare qualsiasi decisione suisistemi d’arma da acquisire alla defi-nizione del modello di difesa.

(1-01673) « Marcon, Airaudo, Brignone,Civati, Costantino, DanieleFarina, Fassina, Fratoianni,Giancarlo Giordano, Gregori,Andrea Maestri, Paglia, Pa-lazzotto, Pannarale, Pasto-rino, Pellegrino, Placido ».

La Camera,

premesso che:

la situazione internazionale nonaccenna a migliorare, continuando piutto-sto a caratterizzarsi per la numerosità ecomplessità dei teatri di crisi, su molti deiquali le maggiori potenze mondiali e re-gionali si misurano attraverso vere e pro-prie forme di guerra per procura;

dal 1945 ad oggi, le armi nuclearihanno contribuito a mantenere la pace trale maggiori potenze del pianeta, anche secostituisce motivo di preoccupazioni cre-scenti l’interesse dimostrato nei confrontidella loro acquisizione da parte di Paesiche spesso non condividono la medesimacultura e razionalità strategica occiden-tale;

le ragioni di fondo che indusserol’Alleanza Atlantica a poggiare la propriastrategia di mantenimento della pace sulpossesso e la disponibilità ad usare le arminucleari degli Stati Uniti non sono ancoravenute meno. La proliferazione delle armidi distruzione di massa sembra anzi ag-giungerne di nuove;

furono gli europei ad esigere a suotempo lo stazionamento nel nostro Conti-nente delle armi nucleari americane e nongli Stati Uniti ad imporlo;

l’intenzione annunciata dal Presi-dente americano Donald Trump di rio-

rientare la Nato in modo tale da rendernepiù agevole l’impiego a sud e sud-estdell’Europa, non necessariamente controla Federazione Russa, ma, anzi, anche incollaborazione con la Russia, offre ulte-riori incentivi al mantenimento delle arminucleari americane nel nostro Continente;

dubbi concernenti la presunta di-minuzione dell’interesse degli Stati Unitialla sicurezza europea hanno già provo-cato in Germania l’apertura di un dibattitosull’opportunità che la stessa Repubblicafederale tedesca si doti di un propriodeterrente nucleare nazionale;

esiste quindi il rischio potenzialeche il ritiro delle armi nucleari americanedall’Europa provochi una corsa al riarmonucleare anche fra alleati europei dellaNato, dalle conseguenze politiche e stra-tegiche imprevedibili ma sicuramente dan-nose per la coesione complessiva dell’Oc-cidente;

in seguito alla « Brexit », il nostroPaese si trova oggi a disporre di unaposizione geopolitica che potrebbe permet-tergli di assumere un ruolo di mediazionetra gli Stati Uniti e la Germania, ed insenso più ampio l’Unione europea, tra iquali sta emergendo un’evidente contrap-posizione di interessi e visioni;

il deteriorarsi delle condizioni disicurezza in Estremo Oriente potrebbespingere anche il Giappone a riconsiderarela propria opzione contraria all’acquisi-zione delle armi nucleari;

in assenza dell’« ombrello » nucle-are americano anche l’Italia sarebbe chia-mata ad effettuare nuove ed impegnativescelte sul piano della propria politica disicurezza;

non è chiara la posizione del no-stro Paese per il caso in cui si giungesseeffettivamente a pervenire ad un’integra-zione europea anche nel campo della di-fesa e, conseguentemente, all’europeizza-zione del deterrente nucleare francese,

Atti Parlamentari — 42 — Camera dei Deputati

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impegna il Governo:

1) ad intensificare i propri sforzi in tuttele sedi competenti affinché venga pro-gressivamente depotenziata la spintaad allargare e modernizzare gli arse-nali nucleari militari;

2) a favorire il dialogo tra le maggioripotenze nucleari del pianeta, qualemiglior precondizione della progres-siva e bilanciata riduzione degli ordi-gni atomici nel mondo;

3) a confermare l’impegno del nostroPaese a scoraggiare il fenomeno dellaproliferazione nucleare tra le potenzeemergenti ed altresì nei confronti diStati alleati, come la Germania ed ilGiappone, che starebbero riflettendosull’opportunità o meno di dotarsi dipropri arsenali atomici;

4) a non rinunciare, data la criticitàdell’attuale situazione internazionale,alla garanzia comunque ancora offertadalla disponibilità statunitense a pro-teggere anche nuclearmente l’Europa,ed il nostro stesso Paese, non neces-sariamente rispetto alla Russia ma piùin generale contro qualsiasi aggressorepotenziale;

5) a chiarire la posizione del nostro Pa-ese in merito all’eventualità che infuturo la Force de Frappe francesedivenga il nucleo del deterrente nu-cleare di un’Europa integrata, anchedal punto di vista militare.

(1-01674) « Gianluca Pini, Fedriga, Allasia,Attaguile, Borghesi, Bossi,Busin, Caparini, Castiello,Giancarlo Giorgetti, Gri-moldi, Guidesi, Invernizzi,Molteni, Pagano, Picchi, Ron-dini, Saltamartini, Simo-netti ».

La Camera,

premesso che:

nessun essere umano, al di là delcolore politico, della fede religiosa e del

suo livello di istruzione, si esprimerebbemai a favore della guerra e del ricorso allearmi, alla costituzione di arsenali o alpossesso di tecnologia di ultima genera-zione, ma gli armamenti rappresentanouna forma imprescindibile di difesa;

l’ordine mondiale non può essereorganizzato sul principio del disarmosenza se e senza ma, anche perché gliaccordi internazionali sono sottoscrittisolo da un numero limitato di Paesi, nontutti conoscono la democrazia e non sonoparagonabili le diverse condizioni econo-miche e culturali;

non si è in grado di « bastare a noistessi » – lo scambio di informazioni ne-cessarie per contrastare il terrorismo in-ternazionale ne è la prova – e, per assi-curare l’incolumità dei cittadini, si habisogno di far parte di organizzazionisovranazionali;

la storia non si cancella, ha unvalore e deve aiutarci a migliorare. L’im-pegno internazionale dell’Italia a favoredel mantenimento della pace, nei luoghiche ne sono stati scenario o in Paesi dovesono in atto contrapposizioni fra etnie,religioni o persecuzioni, deve essere mo-tivo di orgoglio. Ricordare le vittime ita-liane di Nassiria e di tutte le operazioni dipace nelle quali il Paese ha avuto caduti eferiti, è un dovere;

le donne e gli uomini che si occu-pano della sicurezza rischiano, come èavvenuto di recente in Francia, di divenirebersaglio di contestatori e di terroristi soloperché sono simbolo dell’unità della na-zione, dell’autorità e incarnano lo spiritodi servizio;

negli anni, i Governi hanno fattoscelte basate su princìpi, nel rispetto deldettato costituzionale e a fronte di valu-tazioni di opportunità. La necessità diassicurare al Paese la sicurezza non è indiscussione o da rinegoziare oggi;

con lo strumento referendario gliitaliani si sono espressi contro il nucleare

Atti Parlamentari — 43 — Camera dei Deputati

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anche per fini civili e oggi l’Italia è unPaese non nucleare;

è altrettanto vero che l’Italia èmembro della Nato ed è legata agli StatiUniti da accordi politici, economici, cul-turali, strategici in base ai quali il nostroPaese ha degli impegni da rispettare;

fra questi quello di fornire le basie di garantire la riservatezza delle opera-zioni che si svolgono in quei luoghi. IlPaese ha un sistema di garanzie che vuoleche la buona fede si debba sempre pre-sumere, ragione che induce a ritenere cheall’interno delle basi si compiano opera-zioni lecite che non possono minare illivello di fiducia fra alleati, né arrecaredanno alle comunità loro prossime e chetutte le misure di sicurezza siano attivate;

ridurre le spese militari è un con-trosenso se ad ogni imprevisto si invoca lapresenza dello Stato e rinvio di militari ol’innalzamento del livello di sicurezza. Ladifesa è un sistema complesso che peressere efficiente deve poter contare suinvestimenti coerenti con i suoi obiettivi,perché è impensabile rispondere ad attac-chi nucleari con le baionette;

l’articolo 1 del Trattato di nonproliferazione nucleare (TPN) recita: « Cia-scuno degli Stati militarmente nucleari,che sia parte del Trattato, si impegna anon trasferire a chicchessia armi nucleario altri congegni nucleari esplosivi, ovveroil controllo su tali armi e congegni esplo-sivi, direttamente o indirettamente; si im-pegna inoltre a non assistere, né incorag-giare, né spingere in alcun modo uno Statomilitarmente non nucleare a produrre oaltrimenti procurarsi armi nucleari o altricongegni nucleari esplosivi, ovvero il con-trollo su tali armi o congegni esplosivi »;

fintanto che ci saranno armi nu-cleari nel mondo, la Nato, come ribadito aLisbona nel 2010, rimarrà un’alleanza nu-cleare;

il fatto che i Governi di destra e disinistra che si sono succeduti abbianoconvenuto sulla scelta di non discuterel’alleanza con gli Stati Uniti, conferma che

la difesa non può essere oggetto di oppor-tunità elettorali né negoziabile se il con-testo internazionale rimane quello attuale;

le notizie che giungono dalla Coreadel Nord e quanto minacciato nel passatodall’Iran, non lasciano presagire che ildisarmo sia praticabile;

l’attuale posizione dell’Italia ri-spetto alla sua collocazione nel Mediter-raneo e all’Europa, consiglierebbe, invece,al Governo di evitare di assumere decisioniche potrebbero rafforzare, all’interno del-l’alleanza, altri Paesi a danno del nostro,

impegna il Governo:

1) a far sì che, nel rispetto degli accordivigenti, l’Italia possa avere garanziasulla sicurezza dei luoghi e sull’inco-lumità delle popolazioni residenti neipressi di basi militari e, ove presente,del personale addetto, secondo quantoaffermato dalla Corte internazionaledi giustizia;

2) a fare in modo che venga concordataogni modifica quantitativa o qualita-tiva del materiale bellico presentenelle basi di Aviano e Ghedi;

3) ad assumere iniziative per garantireche non vengano dismesse aree mili-tari che hanno ospitato o ospitanoarmi nucleari senza la dovuta bonificae riqualificazione e a fare in modo cheil personale militare che opera in talicontesti sia adeguatamente seguito alivello medico per scongiurare il ri-schio di malattie da esposizione amateriali radioattivi.

(1-01698) « Vezzali, Francesco Saverio Ro-mano, Merlo, Parisi, Galati,D’Agostino, Faenzi, Marcolin,Abrignani, Rabino, Auci,Borghese, D’Alessandro, Sot-tanelli, Zanetti ».

(Mozione non iscritta all’ordine del giornoma vertente su materia analoga).

Atti Parlamentari — 44 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 19 SETTEMBRE 2017 — N. 853

La Camera,

premesso che:

la comunità internazionale si con-fronta con nuove e gravi sfide alla pace ealla sicurezza internazionale, incluso ilconcreto rischio di una ulteriore prolife-razione delle armi di distruzione di massae dei vettori ad esse associati;

le catastrofi umanitarie e i danniirreversibili che possono essere prodottidalle armi nucleari le rendono inconcilia-bili con il diritto internazionale umanita-rio e hanno indotto la comunità interna-zionale a rendere prioritari gli obiettividella non proliferazione e del disarmogenerale;

lo sforzo volto alla riduzione degliarmamenti nucleari ha dato buoni fruttinegli anni passati, soprattutto attraverso laconclusione di fondamentali trattati inter-nazionali;

non esiste alternativa praticabile aun approccio progressivo e graduale, dinatura inclusiva al disarmo nucleare;

permane appieno la validità dell’o-biettivo di un mondo senza armi nuclearida perseguirsi tenuto conto dell’articolatacornice degli impegni internazionali as-sunti dall’Italia e considerati gli aspettiumanitari e di sicurezza collegati al tema;

l’Italia ha convintamente sostenutola dichiarazione di Hiroshima dei Ministridegli esteri del G7 del 2016, che, con fortevalenza simbolica, ha riaffermato l’impe-gno a creare le condizioni favorevoli a unmondo privo di armi nucleari, in unquadro di stabilità internazionale, e lapiena applicazione del Trattato di nonproliferazione nucleare in tutte le suecomponenti, disarmo incluso;

appare indispensabile incrementaregli sforzi per salvaguardare e rafforzare ilTrattato di non proliferazione nucleare(TNP) in tutti i suoi aspetti, ovvero nonproliferazione, disarmo e promozione de-gli usi pacifici della tecnologia nucleare,nonché operare per universalizzare il TNP,sollecitando gli Stati ad aderirvi senza

indugio e incondizionatamente, e in par-ticolare quelli dotati di armamenti nucle-ari;

appaiono fondamentali l’arrestodella produzione di materiale fissile desti-nato ad armi nucleari o ad altri ordigniesplosivi nucleari (e quindi la finalizza-zione del relativo Trattato sulla messa albando del materiale fissile idoneo allafabbricazione di armi nucleari), nonché laconferma ed universalizzazione in terminigiuridici vincolanti della moratoria sugliesperimenti nucleari (e quindi l’entrata invigore del relativo Trattato sulla messa albando totale degli esperimenti nucleari);

appare necessario adoperarsi perulteriori passi avanti in tema di disarmo aisensi del TNP, nel contesto del « Ciclo diRiesame » attualmente in corso, in vistadella Conferenza di Revisione del Trattatodel 2020;

il 7 luglio 2017 l’Assemblea gene-rale delle Nazioni Unite con 122 voti afavore, 1 astenuto e 1 contrario ha ap-provato il Trattato per la proibizione dellearmi nucleari (TPNW), che ha l’ambizionedi affermarsi come strumento giuridicoper una progressiva eliminazione totaledelle armi nucleari, rafforzando gli obiet-tivi della non proliferazione nucleare e deldisarmo generale conformemente all’arti-colo VI del TNP,

impegna il Governo:

1) a continuare a perseguire l’obiettivo diun mondo privo di armi nucleari,attraverso un approccio progressivo einclusivo al disarmo, che riconosca lacentralità del Trattato di non prolife-razione nucleare, e attraverso moda-lità che promuovano la stabilità inter-nazionale, valutando in questo conte-sto, compatibilmente con l’obiettivodelineato, con gli obblighi assunti insede di Alleanza atlantica e con l’o-rientamento degli altri alleati, la pos-sibilità di aderire al trattato giuridi-camente vincolante per vietare le arminucleari, che porti alla loro totale

Atti Parlamentari — 45 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 19 SETTEMBRE 2017 — N. 853

eliminazione, approvato a New York il7 luglio 2017 dall’Assemblea generaledell’ONU appositamente convocata;

2) ad attivarsi, insieme con gli altri part-ner della comunità internazionale perfavorire l’universalizzazione ed il raf-forzamento del Trattato di non proli-ferazione nucleare, l’entrata in vigoredel Trattato sulla messa al bandototale degli esperimenti nucleari(CTBT), la conclusione di un Trattatosulla messa al bando del materialefissile idoneo alla fabbricazione diarmi nucleari (FMCT), il consolida-mento e la creazione di zone libere daarmi nucleari, soprattutto in Mediooriente, e altre misure di trasparenzae costruzione della fiducia che possanocondurre all’obiettivo del disarmo ge-nerale.

(1-01699) « Moscatt, Alli, D’Arienzo, StellaBianchi, Lodolini, Galperti,Bolognesi, Aiello, Bonomo,Fusilli, Marantelli, SalvatorePiccolo, Valeria Valente, Ro-stellato, Villecco Calipari,Tacconi, Tidei, Garavini,Gianni Farina, Fedi, LaMarca ».

(Mozione non iscritta all’ordine del giornoma vertente su materia analoga).

La Camera,

premesso che:

secondo la Federation of AmericanScientists (FAS), l’organizzazione fondatanel 1945 a Washington e che si occupa dianalizzare i numeri legati alla presenza diarmi nucleari nel mondo, l’Italia custodi-sce il più alto numero di armi nuclearistatunitensi schierati in Europa;

queste armi nucleari in Europasarebbero settanta ordigni B-61, su untotale di centottanta distribuite nelle seibasi della Nato in Europa – Belgio (KleineBrogel AB), Germania (Buchel AB), Paesi

Bassi (Volkel AB), e Turchia (Incirlik AB),e per l’appunto Italia (Aviano e Ghedi AB);

recentemente è stata ufficialmenteautorizzata dalla National Nuclear Secu-rity Administration (NNSA) la B61-12,nuova arma con una testata nucleare dellapotenza media pari a quella di quattrobombe di Hiroshima;

una nota congiunta del DOE/NNSA, Department of Energy’s NationalNuclear Security Administration e dell’AirForce ha rivelato che in data 8 agosto 2017si è svolto il secondo test di volo delleB61-12 nel Tonopah Test Range, Nevada;

le bombe B61-12 sono state sgan-ciate da un F-15E proveniente dalla baseaerea di Nellis: l’obiettivo era valutare ildesign, le prestazioni non nucleari delsistema d’arma e le capacità di integra-zione con il velivolo; l’Air Force conti-nuerà a testare fino alla fine del 2019 labomba B-61-12 (la revisione del progettofinale dovrà concludersi nel 2018), primadi avviare la produzione di serie;

la produzione del primo lotto saràquasi certamente destinata all’Europadove sono presenti le versioni più obsoletedella bomba B61 e dovrà essere conse-gnato entro il marzo del 2020. L’interaproduzione B61-12 si completerà nel 2025e coinciderà con il ritiro dal servizio delsistema d’arma all’idrogeno B83 con resamassima di 1,2 megatoni. Le B61-12 LEP(life extension program) resteranno in ser-vizio fino al 2050;

foto satellitari, pubblicate dallaFAS, mostrano le modifiche già effettuatenelle basi di Aviano e Ghedi-Torre perinstallarvi le B61-12; le basi italiane diGhedi ed Aviano dovrebbero ospitare com-plessivamente dalle 30 alle 50 bombe nu-cleari B61;

sono le sei basi della Nato in Eu-ropa – Belgio (Kleine Brogel AB), Germa-nia (Buchel AB), Italia (Aviano e GhediAB), Paesi Bassi (Volkel AB), e Turchia(Incirlik AB) – che ospitano le circa 180bombe nucleari americane B61 Mod-3,-4,-7,-10;

Atti Parlamentari — 46 — Camera dei Deputati

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l’Italia, che fa parte del Gruppo dipianificazione nucleare della North Atlan-tic Treaty Organization (NATO), mette adisposizione non solo il suo territorio perl’installazione di armi nucleari, ma anchepiloti italiani che, dimostra la FAS, sonoaddestrati al l’attacco nucleare sotto co-mando USA con i cacciabombardieri Tor-nado schierati a Ghedi;

anche i previsti caccia F-35A de-stinati all’aeronautica italiana saranno in-tegrati, come annunciato dall’U.S. AirForce, con la B61-12;

in tal modo si violerebbe il Trattatodi non proliferazione delle armi nucleari,firmato nel 1969 e ratificato nel 1975, ilquale all’articolo 2 stabilisce: « Ciascunodegli Stati militarmente non nucleari, chesia Parte del Trattato, s’impegna a nonricevere da chicchessia armi nucleari oaltri congegni nucleari esplosivi, né il con-trollo su tali armi e congegni esplosivi,direttamente o indirettamente »;

tali nuovi armamenti, ad avviso deifirmatari del presente atto di indirizzo,abbasseranno ulteriormente la soglia nu-cleare, rendendo più probabile un attaccoatomico;

con la presenza simultanea sul ter-ritorio di B61-12, F-35 e della stazioneMobile User Objective System (MUOS), si-stema di telecomunicazione satellitaridella Marina militare degli Stati Unitid’America, l’Italia, in un preoccupantequadro di corsa al riarmo atomico e dicrescente tensione, come dimostrano lecronache dei nostri giorni, diventa unbersaglio prioritario di un’eventuale rap-presaglia nucleare;

in aggiunta, come di recente ripor-tato dalla stampa internazionale, il Pen-tagono ha deciso di non rivelare più ireport delle ispezioni di sicurezza sui suoiarmamenti atomici. Ad oggi i report co-stituivano una delle pochissime fonti didati sullo stato degli arsenali nucleari ehanno permesso di avere un minimo dicontrollo sulla gestione dei depositi, ancheper capire se venivano rispettate misure disicurezza rigorose e adeguate;

il 23 dicembre 2016 l’Assemblea ge-nerale dell’Onu ha approvato una risolu-zione che ha disposto l’avvio di negoziatiper definire un accordo internazionale, alfine della proibizione delle armi nuclearifino alla totale eliminazione. I negoziatiper la redazione del testo hanno avutoinizio con una conferenza a New York dal27 al 31 marzo 2017;

in seguito a questa prima fase didiscussione, il 22 maggio è stato pubblicatoun progetto di convenzione per la proibi-zione delle armi nucleari. La bozza è stataoggetto di discussione nella seconda fasenegoziale, che si è aperta il 15 giugno e siè conclusa il 7 luglio, quando l’Assembleagenerale dell’ONU ha approvato il Trattatoper il bando definitivo delle armi nucleari.A votare a favore sono stati 122 Paesi;

l’Italia era assente. Pertanto, il pas-saggio successivo per l’Italia è quello disottoscrivere dapprima il Trattato e poiratificarlo;

nonostante vi sia un numero rile-vante di documenti internazionali in cui sisono da sempre sottolineati gli effetti de-vastanti di queste armi e si è cercato dilimitarne la diffusione, per le armi nucle-ari non esiste un divieto generale e com-pleto. Pertanto, un bando alle armi nu-cleari, legalmente vincolante, costituirebbeuna significativa novità nel quadro deldiritto internazionale in materia;

nel documento, il divieto delle arminucleari è espresso in termini inequivoca-bili. La convenzione impone anche il di-vieto, per gli Stati parte, di autorizzare lapresenza di armamenti nucleari o lo svol-gimento di test nel proprio territorio.Quest’ultima previsione è particolarmenterilevante per i membri della Nato, comel’Italia, che ospitano nel proprio territorioarmi nucleari statunitensi;

tuttavia, tale divieto vede la con-trarietà dei membri della Nato, compresaquindi anche l’Italia. Come affermato inun recente intervento parlamentare, in-fatti, secondo l’Esecutivo « la convoca-zione, nel 2017, di una Conferenza delle

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Nazioni Unite per negoziare uno stru-mento giuridicamente vincolante sullaproibizione delle armi nucleari, costituisceun elemento fortemente divisivo che ri-schia di compromettere i nostri sforzi afavore del disarmo nucleare. Un nostrosostegno avrebbe, in altre parole, rischiatodi erodere la credibilità politica del “pro-gressive approach” e del Trattato di nonproliferazione. In spirito costruttivo, as-sieme ai Paesi like-minded, abbiamo rite-nuto invece preferibile continuare a pro-muovere o sostenere una serie di iniziativeche prevedono un percorso graduale, re-alistico e concreto in grado di condurre aun processo di disarmo nucleare irrever-sibile, trasparente e verificabile ». Quelloche emerge pertanto è la prudenza daparte dell’Italia, al fine di non indebolireil quadro internazionale esistente,

impegna il Governo:

1) a rispettare il Trattato di non proli-ferazione delle armi nucleari e quindi,in linea con quanto in esso contenuto,a porre in essere iniziative finalizzatealla progressiva rimozione da partedegli Stati Uniti d’America delle arminucleari presenti sul territorio ita-

liano, nonché volte a evitare l’instal-lazione dei nuovi ordigni B61-12 e diqualunque altra arma nucleare;

2) a non procedere all’acquisizione dellecomponenti hardware e software ne-cessarie per equipaggiare la versionedell’F-35A con le armi nucleari B-61-12;

3) ad adottare, attraverso una nuovastrategia diplomatica, iniziative oppor-tune al fine di consentire, nel rispettodegli impegni internazionali già as-sunti, la sottoscrizione del trattato giu-ridicamente vincolante sul divieto dellearmi nucleari, approvato a New Yorkil 7 luglio 2017 dall’Assemblea gene-rale dell’ONU appositamente convo-cata, promuovendo le conseguenti pro-cedure di ratifica dello stesso.

(1-01700) « Duranti, Laforgia, Fossati,Carlo Galli, Fava, Speranza,Cimbro, Piras, Ferrara, Ro-stan, Franco Bordo, Zacca-gnini, Fontanelli ».

(Mozione non iscritta all’ordine del giornoma vertente su materia analoga).

Stabilimenti TipograficiCarlo Colombo S. p. A.

*17ALA0008530**17ALA0008530*

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