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Cap. 7 Assonometria

Indicazioni generali

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Il metodo delle proiezioni ortogonali dà una descrizione dettagliata delle dimensioni, della forma, delle caratteristiche delle diverse superfici di un oggetto attraverso l’uso di una o più proiezioni su piani coordinati e, come già detto, per risalire alla forma complessiva dell’oggetto rappresentato bisogna mentalmente associare le varie proiezioni, sfruttando sia le conoscenze della geometria descrittiva sia basandosi su abilità ed esperienza personali. Può essere allora necessario affiancare alla proiezione ortografica disegni di più immediata comprensione, ottenuti mediante altri metodi di rappresentazione.

Per ottenere su un piano la rappresentazione di un oggetto che ne suggerisca e descriva l’aspetto tridimensionale si può ricorrere, come visto nel Cap. 1,

o alle proiezioni prospettiche

o alle proiezioni assonometriche.

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Nella proiezione prospettica (prospettiva centrale), da un centro di proiezione posto a distanza finita, i raggi proiettanti sono divergenti (come se uscissero dal vertice di un cono, ed è per questo motivo che si parla anche di proiezioni coniche); la rappresentazione è simile a quella che si realizza con la visione ottica, ma con rapporti dimensionali deformati: l’immagine che si forma sul quadro ha dimensioni diverse dall'oggetto reale (fig. 1) e variabili al variare della distanza fra centro di proiezione, quadro ed oggetto.

Figura 1 – La proiezione centrale o prospettiva

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Nella proiezione assonometrical’oggetto tridimensionale èrappresentato come apparirebbe adun osservatore situato in un puntoposto a distanza infinita (dettopunto improprio), da cui siimmagina di mandare dei raggiproiettanti fra loro paralleli (fig. 2).

A seconda della direzione dei raggidi proiezione rispetto al quadro, sihanno due tipi di assonometrie:a) assonometria ortogonale, se i

raggi di proiezione sono perpendicolari al quadro (fig. 2a);

b) assonometria obliqua, se i raggi di proiezione formano col quadro angoli diversi da 90° (fig. 2b). Figura 2 – La proiezione assonometrica

ortogonale (a) e obliqua (b)

(a)

(b)

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Poiché i due sistemi proiettivi sono il risultato di una collocazione diversa del punto di vista dell’osservatore, l’assonometria può essere considerata come caso particolare della prospettiva centrale e quindi è anche indicata come prospettiva parallela.

Anche se la localizzazione del punto di vista all’infinito è nella realtà assurda, l’assonometria viene comunemente usata nel disegno tecnico in quanto permette di costruire sul piano lo schema geometrico di un oggetto tridimensionale rispettando i rapporti e le dimensioni reali. Inoltre, pur soddisfacendo meno le esigenze visive rispetto alla prospettiva centrale, è di più facile esecuzione e permette anche una descrizione dimensionale sufficientemente rapida.

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Tipi di assonometrie

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Nelle assonometrie l’oggetto da proiettare è riferito nello spazio ad una terna di assi cartesiani ortogonali e, nel caso di assonometria ortogonale, viene disposto in modo che la terna di assi risulti inclinata rispetto al piano di proiezione.

Il fatto che i raggi proiettanti siano paralleli tra loro conferisce alle assonometrie alcune importanti proprietà generali che, a differenza delle prospettive, le rendono accettabili anche per i disegni tecnici industriali.

a) I lati e le superfici di un oggetto paralleli al quadro si proiettano sul quadro stesso in vera grandezza e forma (fig. 3), qualunque sia l’angolo che la direzione dei raggi proiettanti forma col quadro.

Figura 3 – La figura ABCDEF, parallela al quadro, si proietta in vera grandezza e forma

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b) Lati e superfici di un oggetto non paralleli al quadro si proiettano in grandezza diversa, secondo la diversa inclinazione dei raggi proiettanti rispetto al quadro (fig. 4).

Figura 4 – La figura ABCDEF, non parallela al quadro, si proietta in grandezza diversa

c) Le grandezze delle proiezioni di segmenti e superficie paralleli tra loro (cioè aventi la stessa inclinazione rispetto al quadro) sono direttamente proporzionali alle grandezze dei segmenti e superfici proiettati (fig. 5). Segmenti paralleli nello spazio si proiettano secondo segmenti ancora paralleli sul quadro.

Figura 5 – In una proiezione assonometrica le proiezioni A1B1 e C1D1 sono proporzionali ai segmenti proiettati AB e CD: AB : CD =A1B1 : C1D1

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d) Stabilita l’inclinazione dei raggi proiettanti, le proiezioni sul quadro di un determinato oggetto possono variare soltanto se varia l’orientamento dell’oggetto stesso rispetto al quadro e non la distanza dell’oggetto dal quadro (fig. 6).

Figura 6 – In una proiezione assonometrica, variando la distanza di una figura piana dal quadro, le proiezioni rimangono invariate

Per i suddetti motivi, sul foglio del disegno si ottiene una rappresentazione dell’oggetto con misure delle sue tre dimensioni legate a quelle originali da precisi rapporti di proiezione, che dipendono dal tipo di assonometria adottato. Si possono pertanto dedurre le proporzioni e, dato un opportuno riferimento o una scala, le dimensioni dell'oggetto (a differenza di quanto avviene con la prospettiva dove variando la distanza dell'oggetto dal quadro variano le dimensioni delle proiezioni).

Le proiezioni assonometriche sono oggetto della norma UNI EN ISO 5456‑3.

Il piano assonometrico deve essere tale che una sola proiezione assonometrica sia sufficiente per rappresentare completamente la forma dell’oggetto.

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Dato dunque un oggetto qualsivoglia (ad esempio il cubo di fig. 7) e un quadro di rappresentazione π , si colleghi all’oggetto un sistema di assi cartesiani ortogonali x, y, z di origine O, in genere scelti paralleli o perpendicolari a facce o linee di contorno. Fissate sugli assi tre unità di misura tra loro eguali, ux = uy = uz = u, si proiettino gli assi stessi sul quadro π mediante raggi di proiezione paralleli fra loro (e ortogonali od obliqui rispetto al piano di proiezione). La proiezione dà luogo a tre rette x’, y’, z’ uscenti da un medesimo punto O’, proiezione dell’origine O sul quadro π (fig. 7) e a tre segmenti ux’, uy’, uz’ non necessariamente eguali tra loro.

Figura 7 – Proiezione assonometrica di un cubo. Come si vede, i tre spigoli, che nell’oggetto sono perpendicolari tra loro, nel piano di proiezione danno luogo a tre angoli e a tre lunghezze diverse dalle dimensioni reali

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Le tre rette orientate x’, y’ e z’, proiezioni di x, y e z, vengono chiamate assi assonometrici e costituiscono la struttura di riferimento per gli oggetti da rappresentare in assonometria; le unità proiezione ux’, uy’, uz’ prendono il nome di unità assonometriche o ridotte.

Poiché una delle proprietà fondamentali delle assonometrie è che segmenti paralleli nello spazio si proiettano secondo segmenti ancora paralleli sul quadro di rappresentazione, ne segue che tutti i segmenti paralleli ad uno degli assi cartesiani sono proiettati secondo segmenti paralleli alla proiezione di quell’asse sul quadro, quindi le loro lunghezze sono tutte ridotte nel medesimo rapporto.Tutti i segmenti paralleli all’asse x nello spazio vengono allora ridotti di ux’ /u nella rappresentazione assonometrica, cosi come saranno ridotti di uy’ /u quelli paralleli all’asse y e di uz’ /u quelli paralleli all’asse z; i rapporti

p = ux’ / u q = uy’ / u r = uz’ / u

si chiamano rapporti di riduzione secondo gli assi x’, y’ e z’.

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I tre segmenti proiettati ux’, uy’, uz’ hanno lunghezze diverse o uguali a quella originaria a seconda che l’asse d’appartenenza sia obliquo o parallelo al quadro.

Quando le dimensioni lineari parallele ai tre assi subiscono tutte e tre la stessa variazione si dice che l’assonometria è isometrica (o monometrica); in questo caso anche gli angoli che formano tra loro le proiezioni dei tre assi di riferimento sono uguali.

Quando due dimensioni subiscono la stessa riduzione e solo la terza una diversa, l’assonometria è dimetrica; in questo caso solo due angoli sono uguali.

Infine, quando le dimensioni subiscono riduzioni tutte diverse tra loro, si ha l’assonometria trimetrica: in questo caso i tre angoli sono tutti diversi tra loro.

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La UNI EN ISO 5456‑3 riporta alcune importanti norme per la costruzione delleassonometrie:

a) la posizione degli assi coordinati rispetto al quadro deve essere tale che la proiezione di uno degli assi risulti verticale;

b) l'oggetto da rappresentare deve essere disposto in posizione tale che i suoi assi e le linee di contorno siano paralleli, per quanto possibile, agli assi coordinati e in modo che risultino in evidenza le tre viste che sarebbero state scelte per la rappresentazione dello stesso oggetto in proiezione ortogonale;

c) gli assi di simmetria dell’oggetto non devono essere tracciati, se non nel caso che risultino necessari;

d) le linee rappresentanti contorni o spigoli nascosti devono essere omesse, a meno che non siano ritenute utili per chiarire maggiormente la rappresentazione;

e) i tratteggi per mettere in evidenza una sezione devono essere tracciati di preferenza secondo angoli di 45° rispetto agli assi e contorni della sezione (come si vedrà nella fig. 12) . Qualora sia necessaria, la quotatura è effettuata parallelamente agli assi coordinati.

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Assonometrie ortogonali

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Le assonometrie ortogonali si realizzano con proiezioni ortogonali al quadro assonometrico; come avviene per le proiezioni ortografiche, i segmenti proiettati sono uguali per forma e dimensione a quelli della figura rappresentata se giacciono su piani paralleli al piano assonometrico.

Si consideri una terna di assi ortogonali x, y, z solidali con l’oggetto (chiamata anche terna obiettiva, fig. 8) e la si proietti ortogonalmente su un piano generico π.

Figura 8 – Proiezione assonometrica ortogonale di una terna cartesiana solidale ad un oggetto

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I punti A, B e C, intersezioni del piano assonometrico con gli assi x, y e z si chiamano punti traccia. Sia OO’ il raggio proiettante l’origine O, perpendicolare al piano, e siano α, β e γ gli angoli che questa perpendicolare forma con i tre assi x, y e z rispettivamente. I tre rapporti di riduzione p, q, r sono eguali a:

p = ux’ / u = O’A /OA = sen α

q = uy’ / u = O’B /OB = sen β (1)

r = uz’ / u = O’C /OC = sen γ

Figura 8 rip.

Infatti il triangolo AO’O è rettangolo in O’ per ipotesi, quindi, essendo AO l’ipotenusa e A’O il cateto opposto, vale la precedente relazione; lo stesso dicasi per i triangoli BO’O e CO’O. I parametri assonometrici, angoli e rapporti di riduzione, sono strettamente legati tra loro, per cui, dati i primi, si possono ricavare i secondi, sia con procedimenti analitici che grafici.

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Determinazione analitica degli angoli α’, β’ e γ’ tra gli assi assonometrici per le assonometrie ortogonali

Gli angoli α’, β’ e γ’ tra gli assi assonometrici O’x’, O’y’ e O’z’ per le assonometrie ortogonali sono legati agli angoli α, β e γ dalle relazioni: α’ = arcos(-ctgβ·ctgγ) β’ = arcos(-ctgα·ctgγ) (2) γ’ = arcos(-ctgβ·ctgα)

Gli angoli α’, β’ e γ’ sono ottusi e legati dalla relazione:

α’ + β’ + γ’ = 2 π

Si può poi dimostrare facilmente che:

cos ' cos '

cos 'ctg

cos ' cos '

cos 'ctg

cos ' cos '

cos 'ctg

Date quindi nel piano π tre rette orientate x’, y’ e z’, che individuano i tre angoli arbitrari α’, β’ e γ’, la cui somma è 360°, è possibile analiticamente individuare la disposizione spaziale della terna ortogonale che, proiettata ortogonalmente, dà origine ai 3 assi assonometrici x’, y’ e z’.

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Assonometria isometrica

Nella assonometria isometrica i tre rapporti di riduzione sono tutti uguali tra loro:

p = q = r

Questo vuol dire che la stessa unità di misura u = ux = uy = uz, presa sugli assi x, y e z, viene proiettata sul piano π in tre segmenti uguali:

ux’ = uy’ = uz’

Con riferimento alla figura 8 la terna da proiettare è orientata in modo che:

α = β = γ

Poiché:

cos2α + cos2β + cos2γ = 1

si ha che :

cos2α = cos2β = cos2γ = 1/3Figura 8 rip.

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e quindi:

Dalle (2) risulta pertanto:

α’ = β’ = γ’ = arcos(-ctg254,73°) = 120°

I tre rapporti di riduzione, tenendo presente le (1), ovvero: p = ux’ / u = O’A /OA = sen α q = uy’ / u = O’B /OB = sen β r = uz’ / u = O’C /OC = sen γ

valgono:

p = q = r = senα = 0,816

Nel caso dell’assonometria isometrica, pertanto, tre segmenti uguali di lunghezza u, presi su tre assi cartesiani ortogonali x, y e z, proiettati ortogonalmente su tre assi x’, y’ e z’ del piano assonometrico, danno origine a tre segmenti ux’, uy’, uz’ di lunghezza pari a 0,816 u.

154,73

3arcos

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Le figure 9a e 9b mostrano la disposizione delle proiezioni x’, y’ e z’ dei tre assi e le unità assonometriche di lunghezza 0,816 u nella proiezione isometrica rigorosa.La norma, per ragioni pratiche, consiglia di arrotondare i valori dei rapporti p, q ed r a 1, tenendo gli angoli tra gli assi assonometrici di 120°. In tal modo lungo ogni asse assonometrico si ha un ingrandimento lineare dato dal rapporto 1/0,816 = 1,22 (fig. 9c). L’assonometria isometrica dà quindi un’immagine dell'oggetto piuttosto ingrandita rispetto al pezzo reale.

Figura 9 – a) disposizione degli assi assonometrici nelle

assonometria isometrica; b) poiché le unità assonometriche risultano uguali a

0,816u, un cubo di lato 10 mm dovrebbe essere rappresentato con lo spigolo di 8,16 mm;

c) per ragioni pratiche, i rapporti di riduzione sono arrotondati all’unità. Il cubo sarà quindi disegnato con lato 10 mm

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Nelle figure 10, 11, 12 e 13 sono riportate rappresentazioni isometriche conformi alle regole generali prima esposte.In particolare, la figura 13 mostra la disposizione consigliata degli assi nell’assonometria isometrica in presenza di singolarità geometriche.

Figura 10 – Un pezzo meccanico in assonometria isometrica

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Figura 11 – Nell’assonometria isometrica del componente raffigurato sono consigliate le rappresentazioni a) e c); la b) è sconsigliata perché non si rileva il foro cieco, la d) è errata (nessuno degli assi è verticale)

Figura 12 – Esempi di solidi rappresentati in assonometria isometrica con tagli

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Figura 13 – Nella costruzione in assonometria isometrica si consiglia di disporre le singolarità geometriche fondamentali secondo la direzione degli assi assonometrici. La figura mostra una soluzione sbagliata e quella corretta.

Al contrario delle proiezioni ortogonali, in quelle assonometriche tutte le dimensioni devono essere visibili sulla stessa, e quindi ogni punto viene individuato da tre coordinate. Per questa ragione nella costruzione di un’assonometria isometrica conviene costruire prima le proiezioni ortogonali dell’oggetto, ottenere le tre coordinate di un punto e infine riportarle sulla terna assonometrica.L’assonometria isometrica è di facile esecuzione, poiché presenta un'unica scala sui tre assi; tuttavia è opportuno tener presente che occorre molta attenzione nel trasporto di angoli e nella rappresentazione dei cerchi.

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Assonometria dimetrica

L’assonometria dimetrica viene usata quando si vuole mettere in particolare evidenza una delle facce dell’oggetto, ottenendo una rappresentazione più simile a quella reale, ma di esecuzione laboriosa. Due dei rapporti di riduzione sono eguali tra loro, e cioè:

p = q ≠ r

oppure:

q = r ≠ p r = p ≠ q

Questo significa che la stessa unità di misura u sugli assi coordinati x, y e z, viene proiettata sul quadro in tre segmenti u’x, u’y, u’z di cui due uguali ed il terzo diverso.Tra le varie possibilità di orientamento, assumendo, ad esempio:

p = r ≠ q p/q = 2

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risulta, ricordando le (l), che:

α = γ ≠ β e sen α / sen β = 2

da cui:

cos2β = 1 – sen2β = 1 – (1/4)sen2α

e quindi:

sen2α = 4 – 4 cos2β (a)

mentre dalle:

cos2α + cos2β + cos2γ = 1 e cos2γ = cos2α

si ottiene:

cos2β = 1 – 2cos2α

per cui, sostituendo nella (a), risulta:

tg2α = 8

e quindi:

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α = γ = 70,53° β = 28,12°

e, dalle (2):

α’ = arcos(-ctgβ·ctgγ) = 131,4° ≈ 131,5° β’ = arcos(-ctgα·ctgγ) = 97,18° ≈ 97°

e

α’ = γ’

I rapporti di riduzione sono:

p = senα = 0,943 q = sen β = 0,471 r = sen γ = 0,943

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I valori dei rapporti di riduzione vengono arrotondati a:

p = r = 1 q = 0,5

mentre gli angoli che gli assi x’ e y’ formano con l’orizzontale vengono arrotondati a 42° e 7° (fig. 14).

L’aumento dei rapporti di riduzione porta ad un ingrandimento lineare pari a:

1/0,942 = 1,06

abbastanza trascurabile.

Figura 14 – Rappresentazioni in assonometria dimetrica

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In figura 15 è rappresentato lo stesso oggetto in proiezione isometrica e dimetrica: nella proiezione isometrica l’oggetto appare di volume maggiore.

Figura 15 – Confronto tra la rappresentazione isometrica e dimetrica

Questa rappresentazione prevista dalla normativa, viene tuttavia sconsigliata dalle norme UNI, essendone molto laboriosa l’esecuzione.

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Assonometria trimetrica

In questo tipo di assonometria, che non rientra fra quelle previste dalla norma, i tre rapporti di riduzione p, q ed r sono tutti diversi tra loro: questo significa che la stessa unità di misura u presa sulla terna obiettiva x, y e z viene proiettata in tre segmenti ux’, uy’, uz’, diversi tra loro, rispettivamente lungo gli assi assonometrici x’, y’ e z’. Tra le infinite possibilità di orientamento degli assi assonometrici, si può sceglierne una che dia rapporti di riduzione semplici, anche se la rappresentazione di componenti con questa assonometria è comunque molto laboriosa e raramente usata.

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Tabella 1 – Riepilogo delle assonometrie ortogonali

La tabella 1 mostra il riepilogo di proiezioni assonometriche ortogonali, con diversi valori dei rapporti di riduzione.

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Figura 16 – Assonometrie di un cubo con diversi rapporti di riduzione

Facendo variare i rapporti di riduzione p, q ed r, un cubo, rappresentato in assonometria, può assumere gli aspetti illustrati nella figura 16 in funzione dei rapporti p:q:r.

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Assonometrie oblique

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Le assonometrie oblique sono proiezioni parallele nelle quali i raggi proiettanti intersecano obliquamente il piano assonometrico, con la conseguenza che i procedimenti proiettivi diventano molto laboriosi e portano in generale a risultati grafici con immagini in generale tanto distorte da rendere spesso irriconoscibili le figure assonometriche.

Il caso particolare di assonometria obliqua con il piano di proiezione parallelo a uno dei piani coordinati riscuote tuttavia molto successo fra i progettisti per la rapidità di esecuzione grafica e per la possibilità di descrizioni dettagliate dei particolari rappresentati, e perché si ottiene così un'immagine molto realistica e simile a quella ottenuta con l’assonometria dimetrica, ma di più facile esecuzione e generalmente preferita nei disegni tecnici.

In tale assonometria, detta “cavaliera”, due degli assi coordinati proiettati restano fra loro perpendicolari e non si ha per essi variazione di scala. Il quadro π viene di solito posto parallelamente al piano verticale e i rapporti di riduzione

p = ux’ /u r = uz’ /u

sono eguali tra loro ed eguali all'unità.

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Figura 17 – Assonometria obliqua di un cubo con raggi di proiezione a 45° rispetto al quadro

Supponiamo di avere un cubo appoggiato sul piano di proiezione π, con una faccia principale parallela agli assi x e z (fig. 17); l’aver posto il quadro π parallelo agli assi x e z vuol dire che l’asse y è ad esso perpendicolare.

Si proietti il segmento BB” sul quadro con raggi di proiezione obliqui ed inclinati di 45° rispetto al quadro.

Proiettando l’estremo B sul quadro π, si ottengono infinite proiezioni aventi tutte l’estremo sulla circonferenza di intersezione del piano π con una superficie conica di vertice B ed angolo di semiapertura di 45°.

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Scelto un punto B’ su tale circonferenza, essendo il triangolo BB”B’ isoscele e rettangolo in B”, si ha che il segmento BB” sarà eguale al segmento B”B’, da cui si deduce che tutti i segmenti paralleli all’asse y, e quindi perpendicolari al quadro, sono proiettati secondo un rapporto di riduzione unitario.

Se il segmento proiettante BB’ sta nel piano per y formante angoli di 45° con le direzioni di x e z, si otterrà la proiezione obliqua A’B’C’D’-A”B”C”D” visibile in figura 18, sul piano π.

Figura 18 – La proiezione assonometrica obliqua del cubo di figura 17

Figura 17 rip.

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Questa proiezione, in cui la direzione dell’asse assonometrico y’ è inclinata di 45°, viene chiamata “assonometria cavaliera isometrica” con rapporti di riduzione unitari:

p = ux’ /u = 1 q = uy’ /u = 1 r = uz’ /u = 1

La figura 18 evidenzia come questa assonometria (detta anche “assonometria cavaliera speciale”) dia luogo a un effetto ottico di allungamento degli oggetti. Se però si dimezza il rapporto q, assumendo q = uy’ /u =1/2, si ottiene una figura che soddisfa maggiormente le esigenze visive (fig. 19). Questa assonometria è definita dalla norma “cavaliera (unificata) dimetrica" o semplicemente “cavaliera".

Figura 19 – Assonometria cavaliera isometrica (a sinistra) e unificata dimetrica (a destra) di un cubo: si noti nel primo caso l’effetto ottico dell’allungamento dell’oggetto lungo l’asse y

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Costruzione di cerchi

La figura 20 riporta la disposizione degli assi assonometrici di un cubo che ha delle circonferenze inscritte in ogni faccia; i cerchi, sulle facce parallele al piano xz, come ogni altra figura parallela al piano di proiezione, si mantengono inalterati. Gli altri cerchi si trasformano in ellissi, con gli assi definiti dalle seguenti relazioni: asse maggiore: a2 = a3 = 1,06 a asse minore: b2 = b3 = 0,33 aCome si vede dalla figura, l’angolo di inclinazione degli assi maggiori dell’ellisse rispetto agli assi assonometrici è di 7°.

Figura 20 – Costruzione dei cerchi nella assonometria cavaliera

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Figura 21 – Tracciamento semplificato dei cerchi nella assonometria cavaliera

Nell’assonometria cavaliera la rappresentazione di un cerchio inscritto in una delle facce del cubo di riferimento può essere considerata come un ovale inscritto nel parallelogramma prospettiva del quadrato in cui è inscritto il cerchio stesso (fig. 21). Per la sua costruzione è possibile usare una costruzione semplificata, tracciando un numero conveniente di corde e riportare le lunghezze in base al rapporto di riduzione 0,5 adottato. Con l’ausilio del curvilineo, si uniscono i punti in tal modo ottenuti.

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Figura 22 – Assonometria cavaliera di un componente meccanico: il pezzo si orienta in modo da avere i fori paralleli al piano xz

Costruzione di solidi

La figura 22 mostra una rappresentazione in assonometria cavaliera di un componente meccanico.

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Figura 23 – Disposizione di pezzi nell’assonometria cavaliera

Il metodo generale di costruzione di una figura tridimensionale consiste nel costruire il parallelepipedo che contiene completamente il solido; l’orientamento dell’oggetto deve essere tale da mettere in evidenza la vista più funzionale dell'oggetto oppure quella che mostri l’oggetto nelle condizioni di utilizzazione. E’ opportuno a questo proposito disporre i pezzi in modo tale da avere i cerchi nel piano xz (fig. 23), evitando in questo modo la costruzione mostrata in precedenza.

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Figura 24 – Costruzione assonometrica cavaliera di un componente

La figura 24 mostra la costruzione in assonometria cavaliera unificata di un componente: si costruisce dapprima la scatola che contiene il solido, facendo attenzione a dimezzare le dimensioni lungo la direzione y a 45°. Dopodiché è possibile riportarsi gli angoli e tutte le altre dimensioni.

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Figura 25 – Tangenze e raccordi nell’assonometria cavaliera

La figura 25 illustra le diverse fasi di costruzione di un altro solido: scelta la configurazione che mostri i fori e i cilindri nel piano xz, a partire dal centro A si riportano dimezzate tutte le dimensioni a 45° per ottenere i centri E e D, B e C, distanti 100 mm. Le circonferenze vengono raccordate in punti di tangenza facendo riferimento alle costruzioni già mostrate nei capitoli precedenti: infine si esegue l’inspessimento delle linee di contorno e l’eliminazione delle linee inutili.

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Norme di riferimento per il Cap. 7

UNI EN ISO 5456-1:2001Disegni tecnici - Metodi di proiezione - Quadro sinottico

UNI EN ISO 5456-3:2001 Disegni tecnici - Metodi di proiezione - Rappresentazioni assonometriche

UNI EN ISO 5456-4:2002 Disegni tecnici - Metodi di proiezione - Rappresentazioni prospettiche

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Fine Cap. 7