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Organo Ufficiale del Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani N.3 anno 7° - luglio/settembre 2009 “Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. In L.27/02/2004 n.46) art.1, comma 1 DCB Milano” Prezzo Euro 1,00 SNAMI LIBERTÀ medica Gabriella Saitta Nel teatro come nella vita: una medicina per l’anima luglio - settembre 2009 n. 3 Maria Cristina Campanini Si dibatte sul diritto alla morte e non sulla richiesta alla vita I MEDICI NON ACCETTANO LEZIONI DI BIOETICA: BIOTESTAMENTO - PILLOLA ABORTIVA La salute in ostaggio di rigurgiti ideologici e scontri politici

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Organo Ufficiale del Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani

N.3 anno 7° - luglio/settembre 2009

“Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento PostaleD.L. 353/2003 (conv. In L.27/02/2004 n.46)art.1, comma 1 DCB Milano”Prezzo Euro 1,00

SNAMILIBERTÀ

medica

Gabriella Saitta Nel teatro come nella vita: una medicina per l’anima

luglio - settembre 2009

n. 3

Maria CristinaCampaniniSi dibatte sul diritto alla morte e non sullarichiesta alla vita

I MEDICI NON ACCETTANO LEZIONI DI BIOETICA: BIOTESTAMENTO - PILLOLA ABORTIVALa salute in ostaggio di rigurgitiideologici e scontri politici

xxxFrancesco Pecora

editorialePrevediamo un autunno molto caldo e non dal punto di vista meteorologico. Alla riapertu-

ra delle attività lavorative, gli esperti dicono che saranno in tanti a non ritrovare il posto di la-voro. Vi domanderete come possa influire questo nella sanità. Presto detto. È facile rapporta-re il problema alle crisi esistenziali e a tutto il corredo di patologie psichiatriche che si porta-no dietro.

Ma non è questo il mio pensiero.Dalla mia esperienza ritengo che il problema sia un altro, molto più grave. Si ingrasseran-

no le fila dei “malati di povertà”. Il “malato di povertà” è colui o colei, il sesso in questo ca-so non crea differenza, che non avendo lavoro e disponibilità economica, crede di avere nonsolo il diritto ma anche il dovere di essere sottoposto a tutti i possibili esami di controllo chela diagnostica attuale offra, ma non perché il suo stato di salute lo richieda, ma solo perché ègratis. Purtroppo il mio non è cinismo. È la triste realtà del nostro paese dove la povertà èconsiderata malattia e dove una quantità enorme di risorse viene scaraventata giornalmente nel-la spazzatura.

Questo nuovo numero di Libertà medica affronta con coraggio alcune spinose tematiche deinostri giorni: pillola abortiva, testamento biologico. Dalla copertina si intravede che non è unnumero leggero. Proprio in copertina, oltre alla dichiarazione-appello sui ruoli del medico,sul solito silenzio dei molti e sulle prevaricazioni dei soliti politici in testa, abbiamo inserito lafoto di Maria Cristina Campanini e di Gabriella Saitta, due donne che arricchiscono il giornaledi coraggio e novità. Credo valga la pena leggere e commentare gli argomenti. Abbiamo in-tervistato il neo Presidente dell’ordine di Varese, Roberto Stella, uomo di grande esperienza,che si cimenta in questo nuovo ruolo. Mi è piaciuto l’approccio iniziale: riappropriamoci del-le nostre competenze. Il Presidente Martini, difendendo il nostro sistema sanitario, da la stu-ra allo sconcerto che viene fuori dai contributi dei lettori in “bacheca”. L’Avvocato EnnioGrassini, al solito puntuale per la sua competenza e attualità. E con il contributo di tutti gli al-tri collaboratori, abbiamo chiuso questo nuovo numero con la certezza che le nebbie si stia-no diradando. Abbiamo la bella sensazione che le scimmiette senza occhi, bocca e orecchiestiano diminuendo a vista. E per questo un doveroso benvenuto ai numerosi nuovi iscritti diquesti ultimi mesi. Non a caso la nostra rivista si chiama Libertà Medica Snami.

[email protected]

n.3 lugl io - settembre 2009

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Libertà Medica SNAMI è presente sul sito nazionale www.snami.org

SNAMILIBERTÀmedicaNumero 3/2009

PERIODICO TRIMESTRALEDI INFORMAZIONE PROFESSIONALE

SCIENTIFICA, GIURIDICA E SINDACALE

Organo Ufficiale del Sindacato NazionaleAutonomo Medici Italiani

Via Ripamonti, 40 - 20136 MilanoTel. 02 9738 3440 - 02 58300967

Fax 02 9738 3441www.snami.org - [email protected]

Autorizzazione Tribunale di Milano n.73 del 08.02.03

Direttore ResponsabileFrancesco Pecora

Segretaria di redazioneGiovanna Locatelli

Hanno collaborato a questo numeroDaniela Bernuzzi Bassi

Gianfranco BrecciaMaria Cristina Campanini

Marta GentiliEnnio Grassini

Monika GravagnoMauro Martini

Mario Ugo MirabellaStefano Nobili Augusto Pagani

Angelo TestaErnesto Torcinaro

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n.3 lugl io - settembre 2009

IN QUESTO NUMERO

LA PAGINA DEL PRESIDENTEIl sogno americano è la sanità italiana a cura di Stefano Nobili ......................................................... 3

TRE DOMANDETestamento biologico: la deontologia non è proprietà di nessuno Angelo Testa ................ 5

BACHECALibera vetrina a disposizione dei lettori ........................................................................................................................... 7

ATTUALITÀQuando si realizza una prescrizione off-label Gianfranco Breccia .................................................. 12Oneri in capo all’assicurato conseguenti alla verificazione del sinistrodi responsabilità civile professionale Daniela Bernuzzi Bassi ............................................................. 15Laboratorio Teatrale Atma Monika Gravagno ....................................................................................................... 18Ru486 pillola abortiva è scontro Francesco Pecora ......................................................................................... 36Pillola abortiva Ru486: hanno detto ................................................................................................................................. 37

POLEMIZZANDOVuole un figlio dal marito in coma Maria Cristina Campanini .......................................................... 21Carosello Augusto Pagani ............................................................................................................................................................. 23

LA VOCE DEI SETTORIScuola quadri dedicata alle tematiche della dirigenza medica Ernesto Torcinaro ......... 25Una sorsata di disagio Maria Cristina Campanini ........................................................................................... 27

DIRITTO SANITARIOLa cartella clinica Ennio Grassini ........................................................................................................................................ 29Le disposizioni del decreto legislativo n. 81/2008: studi associati Ennio Grassini ........ 28

ARTE MEDICA E SCIENZAL’uso degli oppioidi in Italia: cos’è cambiato negli anni Marta Gentili .................................... 32Il “decreto Abruzzo”, cosa cambia per il sistema Mario Ugo Mirabella .................................. 35

LETTI PER VOI 38

L’INTERVISTAIntervista a Sergio Meda Stefano Nobili ...................................................................................................................... 39

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Libertà Medica Snami è realizzatocon il contributo non vincolante di

In copertina: spiaggia di Rodifoto: frappè

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In Italia un malato oncologico riceve farmaci e cure gratis

Il sogno americano è la sanità italianaQui in Italia si sta assistendo ad una disgregazione della centralità sanitaria

� a cura di Stefano Nobili

Èestate e come tutti gli anni, sti-molati dagli immancabili arti-coli di giornale sotto l’ombrel-

lone, si è parlato tanto del Servizio Sa-nitario Nazionale o meglio del Servi-zio Sanitario Regionale, delle sue inef-ficienze, dei tempi di attesa, della pre-sunta malasanità ed ognuno esalta ilmeglio o denuncia il peggio della pro-pria regione.

Ho preso spunto da questo per fareuna riflessione sulla assistenza sani-taria.

Cominciamo andando a vedere co-sa succede nel paese consacrato comeil top dai media. Decine di libri, filme serial televisivi che osannano ospe-dali e medici che assomigliano più ad“extraterrestri” che non a abili pro-fessionisti, ovvero gli Stati Uniti d’A-merica.

Negli USA la Sanità si paga comin-ciando dal pronto soccorso dove ap-pena vi accedi gli infermieri del tria-ge ti chiedono se pagherai con la “cre-dit card? Insurance?” o cash, e suc-cessivamente ti saranno prestate lecure del caso. I cittadini, per far fron-te alle spese sanitarie devono essereforzatamente assicurati e le assicura-zioni coprono a diverso livello in re-lazione ai premi ma mai completa-mente.

In Italia no!

In Italia un malato oncologico rice-ve farmaci e cure gratis e con l’ esen-zione per patologia non paga neppu-re il ticket. Andate a chiedere ad unostatunitense ammalato di cancro qua-li sono le traversie burocratiche che siaggiungono allo stress proprio dellapatologia!

Negli USA 45 milioni di abitanti nonhanno assicurazione (fonte The Lan-cet, vol.372, n. 9651-9652, nov.2008).

L’obesità infantile è epidemica e sicalcolano centomila casi di malasa-nità l’anno. “Questa sanità deve cam-biare” ha detto il neopresidente USABarack Obama e sta cercando di far-lo. Ampliamento della copertura sa-nitaria infantile, potenziamento ecoordinamento del sistema sanitario,in pratica una politica più centralistacon minori fughe in avanti o indietrodei singoli Stati. Praticamente vuolecopiare l’Italia.

Qui in Italia si sta assistendo al con-trario ad una disgregazione della cen-

la pagina del PresidenteMauro Martini

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Barak Obama

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la pagina del Presidente

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tralità sanitaria, ovvero ad una regio-nalizzazione spinta, con il rischio chesi arrivi a 21 sistemi differenti: stare-mo a vedere se come per i DRG co-pieremo il meglio o il peggio di pre-sunti modelli ottimali d’oltreoceano.

Certo, siamo in un momento stori-co economico di scarsità di risorse e icosti della riforma sanitaria, promos-sa dal Presidente USA, sempre secon-do i dati riportati dall’articolo del Lan-cet, ammonterebbero a 35 miliardi didollari, una cifra spaventosa.

Ce la farà? Ce lo auguriamo perchénoi crediamo nel nostro sistema soli-daristico universale dove, nel rispet-to della nostra Costituzione, tutti i cit-tadini sono uguali ed è nostro compi-to difenderlo sempre quando siamochiamati alle varie trattative naziona-li, regionali e aziendali.

Appunto le trattative. Per evitare che si arrivi a una di-

sgregazione del SSN è indispensabileche SNAMI continui l’opera iniziatanegli ultimi due anni di condivisioneinterna e presentazione collegiale euniforme ad ogni livello delle nostreproposte organizzative del territoriocome il progetto Me.Di.Co.

Siamo gli unici sostenitori dellacentralità del territorio e dello sta-to giuridico di libero professionistae non di dipendente del Medico diMedicina Generale nel pieno rispet-to del rapporto duale medico pa-ziente.

Non dimentichiamo che cooperati-ve, utap, gruppi fantasiosi porteran-no unicamente alla disgregazione diquesto SSN, vituperato da molti macopiato da tutto il mondo. �

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Obama: sistemafunziona solo perle assicurazioni

Il sistema sanitario americano “og-

gi funziona bene per le assicurazio-

ni, ma non sempre altrettanto per i

cittadini”.

Lo ha detto Barack Obama riba-

dendo che il nuovo piano studiato

dalla sua amministrazione proteg-

gerà gli americani e limiterà il pote-

re delle compagnie assicurative.

“Quello di cui abbiamo bisogno e che

avremo quando questa riforma verrà

approvata - ha assicurato il presi-

dente - sono delle protezioni per il

consumatore assicurato”.

“Sia che oggi abbiate una assicu-

razione malattia sia che non l’abbia-

te. Le riforme che vogliamo porte-

ranno protezione e sicurezza che og-

gi non avete”, si tratta di riforme

“che diventano urgenti, sempre più

urgenti ogni anno che passa”.

Quanto a coloro che lo hanno at-

taccato affermando che fa politica

sulla salute delle persone, Obama ha

detto: “Sapete che non si tratta di

politica, ma della vita della gente.

Sono questioni che riguardano le per-

sone, il nostro futuro. �

L’emergenza non è finzione

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tre domandeAngelo Testa

� Angelo Testa

Caro Stella, Presidente per laprima volta di un ordine di mediedimensioni. emozionato o normaleamministrazione viste le esperienzematurate nel sindacato e inSNAMID. Riuscirà a portare i suoiiscritti di Varese dentro l’ordine efar sì che partecipino alla vitadell’ordine stesso?

Difficile considerare normale am-ministrazione un incarico quale quel-lo di Presidente dell’Ordine dei medi-ci. Non nascondo una certa emozionenonostante i molti anni di attività pri-ma sindacale e poi nella società scien-tifica e la quasi ventennale esperien-za ordinistica con tre mandati da vi-ce presidente.

Reggere il timone tuttavia è un’al-tra cosa e si avverte tutto il peso del-la responsabilità che questa veste isti-

tuzionale comporta. Ciò è ancora piùrilevante in questo momento nel qua-le stiamo affrontando tematiche digrande rilievo che implicano difficiliscelte e decisioni che devono esseremolto ponderate. Riordino delle pro-fessioni sanitarie, ECM, medicine nonconvenzionali, etica, privacy, pubbli-cità sanitaria, professione “al femmi-nile”, ambiente, Università, sono so-lo alcuni dei problemi aperti e credoche gli Ordini possano svolgere unruolo cruciale per tentare di offrire ri-sposte efficaci ed appropriate.

A Varese da molti anni vi è un’im-portante e attiva partecipazione deinostri colleghi in particolare nell’am-bito del consiglio direttivo nel qualesi sono stabiliti rapporti di grande col-laborazione e sintonia con tutte le al-tre realtà professionali della provin-

cia. Sono certo che riusciremo a pro-seguire su questa strada che ha pro-dotto sinora ottimi risultati.

Testamento biologico, argomentomolto spinoso, una guerra dipensiero o un pretesto per un altrotipo di divergenze in seno agli ordini.

Credo che stiamo toccando uno deitemi più delicati degli ultimi mesi chesta scuotendo la coscienza di molti ecreando divergenze di pensiero. Sa-rebbe comunque strano il contrariodi fronte a una problematica che trop-po coinvolge nella sfera personale del-le idee e delle scelte morali, tuttaviami rifiuto di considerare il problemasul piano dello scontro ideologico epunto il dito contro coloro che vo-gliono cavalcare questa tesi.

Roberto Stella

Presidente dell’Ordine dei Medici di Varese

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Mi considero un fortunato per le opportunità avutee per aver potuto vivere sinora questa entusiasmanteesperienza

Testamento biologico:la deontologia non èproprietà di nessunoRitengo che la Federazione ed il ConsiglioNazionale degli Ordini devono e dovrannorestare il luogo del confronto e del dibattito.

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tre domande

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bilità le proprie idee e convinzioni an-che quando sono difficili da condivi-dere. La deontologia non è proprietàdi nessuno ma rappresenta il valorepiù prezioso e l’espressione più altadella nostra professione e come taledeve essere considerata in una visio-ne tuttavia dinamica, evolutiva, at-tenta ai cambiamenti della società ealle nuove prospettive, anche in am-bito etico, della nostra professione.Bisogna evitare che la “questioneD.A.T.” vada oltre il suo reale signi-ficato diventando strumento da par-te di qualcuno per portare avanti altriprincipi o altre problematiche ben piùmateriali.

Ritengo che la Federazione ed ilConsiglio Nazionale degli Ordini de-vono e dovranno restare il luogo delconfronto e del dibattito.

Ordine, Sindacato, Societàscientifica, un Roberto Stella a tuttotondo, cosa prevale o prevarrà di più.

Esiste un “fil rouge” che collega iltutto ed è la scelta fatta molti anniorsono di partecipare in prima per-sona alla politica della professione,intesa nella sua migliore accezione.Impegno che ho vissuto sempre congrande passione ed entusiasmo sianei primi anni di attività sindacale esuccessivamente con la società scien-tifica che ha costituito per me un for-te punto di riferimento per tentaredi contribuire, modestamente, a quel-lo sviluppo professionale e al tenta-tivo di riqualificazione della medici-na generale che ha nella formazio-

ne, nell’aggiornamento e nello svi-luppo delle competenze i suoi riferi-menti principali. L’esperienza ordi-nistica si è svolta in parallelo e stadiventando oggi, anche in conside-razione dell’incarico avuto recente-mente quale componente del comi-tato centrale della FNOMCeO, qual-cosa di sempre più importante e im-pegnativo.

Mi considero un fortunato per leopportunità avute e per aver potutovivere sinora questa entusiasmanteesperienza, per i momenti facili e perquelli difficili, per i compagni di viag-gio con cui ho condiviso le attivitàdi questi anni e per le tante splendi-de persone di valore che ho cono-sciuto e che mi hanno arricchito siasul piano professionale che su quel-lo umano.

Pur mantenendo assolutamente l’im-pegno nel direttivo della società scien-tifica e nella scuola di formazione del-la Snamid, credo che oggi si giochi unapartita molto importante e difficileche necessita della nostra presenza ne-gli ambiti istituzionali della profes-sione e laddove si possano creare mo-menti di confronto e dialogo con leistituzioni del paese per la difesa del-la professione e della professionalitàdei medici e per partecipare attiva-mente alle scelte e alle decisioni di po-litica sanitaria che ci hanno visto mol-to spesso assenti.

Penso di aver indicato il mio cam-mino ma continuerò, se possibile, adessere a”tutto tondo” non venendomeno alle scelte, alle idee, alla coe-renza ed agli impegni assunti. �

NAS nelle palestre,68 denunciati

A Reggio Emilia, per somministrazione pericolosa di farmaci

Blitz dei carabinieri del Nas di Par-ma nelle palestre: denunciate allaprocura della Repubblica di ReggioEmilia 68 persone.

Tra queste conduttori e frequenta-tori di palestre di body building. L’ac-cusa è di esercizio abusivo della pro-fessione di farmacista e medico, som-ministrazione pericolosa di medici-nali, commercializzazione illegale difarmaci, ricettazione, spaccio di so-stanze stupefacenti ed estorsione fi-nalizzata a riscuotere i proventi del-le attività illecite. �

Dobbiamo ricondurre la questionesul terreno del dialogo e del confron-to civile, all’interno della professione,dei suoi ambiti istituzionali, che le-gittimano scelte e dichiarazioni, al difuori delle stanze della politica che ab-biamo avuto modo di constatare nonha mai molto considerato gli interes-si della nostra professione.

Un paese moderno, un gruppo diri-gente responsabile non si lascia fuor-viare da opportunismi e opportunità,ma vive e porta avanti con responsa-

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IL MINISTRO HA VOGLIA DI SCHERZARE, NOI MENO

Caro direttore,ho letto con iniziale stupore e successiva rabbia la pro-

posta (o già decisione) di impiegare gli infermieri nelle far-macie. Potranno fare medicazioni, campagne di preven-zione, provare la pressione, consegnare referti di esami e“tanto altro”. Per permettere ciò si andrà addirittura a mo-dificare una legge che fino ad ora vietava la coesistenza didue figure professionali all’interno della farmacia (per quelminimo di conflitto di interessi che facilmente traspare).

Ora, esimio Viceministro Fazio, sinceramente pensoche noi medici di famiglia uniti all’intera categoria pro-fessionale, di degrado e squalificazione del nostro lavo-ro ne abbiamo già abbastanza, quindi se proprio desi-dera affrontare qualche lato della nostra disgraziatissi-ma professione può scegliere uno qualunque dei disastrisanitari in corso: la regolamentazione delle figure pro-fessionali (per esempio ottici e tecnici sanitari in genere)l’abusivismo della professione odontoiatrica, il proble-ma annoso delle pertinenze tra chirurghi maxillo faccia-li, medici dentisti e laureati in odontoiatria, la libera pro-fessione intramoenia nelle aziende ospedaliere, gli ac-cordi collettivi nazionali che vengono remunerati al me-dico di famiglia con una quota capitaria annua procapi-te che non verrebbe accettata nemmeno da un bambinodelle elementari come paghetta settimanale, i problemidella privacy legati al siss e mai definiti, la mancanza difondi per incentivare accordi regionali sicuramente utilialla salute e benessere del cittadino, la scarsità di sup-porto sociale alle donne che lavorano, i problemi dei me-dici di continuità assistenziale che lavorano a vita comeprecari, le scuole di specialità, le liste di attesa, il caricoburocratico che ci dobbiamo sobbarcare a spese del tem-po che possiamo dedicare ai pazienti, la mancanza di co-municazione tra asl e uffici anagrafe e uffici di immi-

grazione... sono infiniti i nostri problemi, infiniti e im-modificati nel tempo, qualunque medico gliene potreb-be snocciolare un rosario intero. Riaffiorano nei perio-di elettorali e poi, come il sommergibile Enrico Toti, ri-tornano sul fondo del mare che ci sta affogando. Perchè,viceministro Fazio, invece di risolvere uno qualunque diquesti problemi, a favore del miglioramento della nostraattività per il cittadino oltre che della nostra vita, perchèle è venuto in mente di fare questa proposta degli infer-mieri in farmacia, a dir poco imbarazzante?

Dove si collocheranno questi infermieri all’interno del-la farmacia? In piedi in un angolo bisbigliando al pazientein modo da mantenere adeguati livelli di privacy? Op-pure verranno forniti a tutti i pazienti che entrano in far-macia delle cuffie con la musica come si faceva nei quiz diMike Buongiorno perchè i concorrenti non sentissero lerisposte degli altri? Oppure si userà il linguaggio dei se-gni che verrà rapidamente insegnato nel bar di fronte al-la farmacia? Oppure nel retrobottega della farmacia che,per l’occasione verrà ritenuto congruo dal controllo del-la asl? Sarà lostesso tipo dicontrollo che vie-ne fatto da ineso-rabili funzionariasl per autoriz-zarci a lavorarenei nostri ambu-latori in cui civiene controllataanche la lunghez-za del manico dellavabo che dob-biamo azionarecol gomito per la-varci le mani? Il vice ministro alla salute Ferruccio Fazio

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E a questo proposito: ci sarà un bagno riservato nellefarmacie per gli infermieri tra una medicazione e l’altrao verrà loro fornita una borraccetta da campeggio conacqua e betadine? E il bagno per i pazienti in attesa diconsulto con apertura della porta e sanitari a norma an-che di portatori di handicap verrà sostituito dalla cate-terizzazione del paziente medesimo? (tanto l’infermiereè già in farmacia...)

Chi pagherà questi infermieri? I cittadini, con modalitàalla spina come la birra? Le cooperative, e quali? I far-macisti? O lavoreranno gratuitamente perchè tanto an-che il loro lavoro è una missione? O ci verrà detratta unaquota ogni mese dallo stipendio? (in Lombardia va mol-to di moda, pare sia la modalità preferita per sanare pro-blemi e incompetenze altrui).

Cosa e quali responsabilità verranno dati a infermieriche, con tutto rispetto per la loro indispensabile profes-sione, si trovano a consigliare persone che non hannomai visto, di cui non conoscono la storia clinica, la cuicompetenza sanitaria ha indirizzo infermieristico (ap-punto) e non medico, cosa diranno ai nostri pazienti men-

tre commentano con loro i risultati dei referti degli esa-mi del sangue o strumentali?

Personalmente, la scorsa settimana, non sono riuscitaa farmi dire telefonicamente nemmeno il valore della gli-cemia di mia madre (mia assistita), dopo essermi quali-ficata con il direttore di un grande laboratorio di anali-si sanitarie che afferisce a un altrettanto grande ospeda-le milanese. Per ritirare il referto degli esami di mia ma-dre/paziente ottantacinquenne ho dovuto portare al la-boratorio una sua delega oltre alla mia e sua carta diidentità in fotocopia. Tutte queste prudenze (o pruderie)di privacy per quale magico processo chimico evapore-ranno in farmacia dove verranno consegnati in mano apersone estranee al paziente i referti degli esami?

Noi medici di famiglia non possiamo aprire uno stu-dio medico all’interno di un laboratorio di analisi, perun logico quanto comprensibile conflitto di interessi.

L’infermiere che consiglia un farmaco o un rimedioomeopatico preventivo che poi il paziente (già che c’è)acquisterà nella medesima farmacia come e da chi verràgiudicato? O il conflitto di interessi funziona ora si orano come le frecce della macchina?

Non abbiamo già abbastanza problemi nelle infinitediscussioni e contrattazioni con i pazienti per l’appro-priatezza prescrittiva e un consumo ragionato dei far-maci? È facile immaginare che, visto il sodalizio di con-tiguità tra infermiere e farmacista il paziente uscirà dalnegozio già con la medicina e ci verrà a chiedere la ri-cetta, creando ulteriori motivi di dissapore e continuandola perfida e ben architettata battaglia mirata a rompereil rapporto fiduciario medico-paziente per creare altritipi di alleanza terapeutica.

Cosa significa quel sinistro “tanto altro” riferito alle at-tività che gli infermieri potranno espletare in farmacia?

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Importiamo eserciti di infermieri

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Accompagneranno i pazienti nelle caserme dei pom-pieri durante i periodi di “emergenza caldo” o lavore-ranno a maglia caldi scialletti per gli inverni più rigo-rosi?

Ne abbiamo davvero abbastanza di queste demago-gie ammantate di interesse per il cittadino.

Rinnovo con desolata rassegnazione, come già fattoper giornalisti dubbiosi sui nostri rimi di lavoro, l’invi-to al viceministro, al suo sottosegretario, portaborse o aqualsiasi persona del suo immagino numeroso staff di

consulenti, di passare qualche giorno a fianco di un me-dico di famiglia per rendersi conto di cosa significhi pren-dersi cura del paziente, o di un collega ospedaliero permeglio comprendere dove realmente servono gli infer-mieri.

Quando grande è la confusione, ottima è la situazio-ne, diceva Mao. Anche in questo caso però, mi sembra siaottima per molti ma non di sicuro per noi medici. Moresolito.

MCC Milano

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BUON SINDACALISMO E SOFTWARE DI GESTIONE

Leggo su Doctor news una critica severa sulla qualitàpiuttosto scarsa degli otto principali software di gestio-ne delle nostre cartelle cliniche ed i relativi commenti disindacalisti ed esponenti di società scientifiche.

Fra tutte le dichiarazioni salta agli occhi quella falsa-mente candida del segretario nazionale dell’altro sinda-cato che giustifica la cosa dicendo che in fondo questiprogrammi sono nati dal niente.

Vorrei ricordare al segretario nazionale del sindacato

che fortemente ha voluto le due ultime convenzioni nel-le quali si richiede al medico l’uso tassativo del compu-ter,che sarebbe stato indispensabile ottenere la realizza-zione di un programma di buona qualità finanziato dal-la parte pubblica ed approvato dai medici, accompagna-to da buoni corsi di aggiornamento per quei medici che peri più svariati motivi incontravano difficoltà con il lin-guaggio informatico.

Sarebbe stato un esempio di buon sindacalismo, invece dirifugiarsi dietro la nascita senza genitori dei programmi!

Fulvio Leopardi, Torino

SPERIAMO IO ME LA CAVO

Caro direttore,credo siano molte le ASL virtuose o perlomeno capacidi amministrare la cosa pubblica.

Con “speriamo io me la cavo” non si va da nessunaparte, è necessario entrare nella stanza dei bottoni delleaziende sanitarie cominciando con lo “studiare” punto perpunto i loro bilanci e evidenziando eventuali sprechi.

Dobbiamo metterci in testa una cosa ben precisa: la sa-nità è di competenza strettamente regionale, ogni regioneinveste in questo settore le risorse che ritiene utile investire.

Se l’80% del PIL regionale è riversato in sanità comeavviene in certe regioni, le risorse ricadono anche nel no-stro settore se gli investimenti vengono dirottati in altriluoghi... il sindacato può fare ben poco.

L’ADI non è affatto un’assistenza sociale modificatama un prezioso risparmio per le Asl per i mancati rico-veri ospedalieri e fonti di incentivi per progetti aziendali.

Ma, ripeto, bisogna proporre e non stare a guardare! Non piace fare accordi con l’ASL? Non lamentiamoci se

poi questa non apre i cordoni della borsa. Con chi dovremmofare accordi se non con chi alla fine ci mette i soldi?

Roberto Tieghi (FE)

Libertà Medica SNAMI

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ACCATTONI 2

Caro direttore, dopo aver letto molto su ciò che sta ac-cadendo, consentimi alcune riflessioni. Accattoni lo stia-mo diventando tutti noi medici di MMG.

Un anno di arretrati (2006) a 25 centesimi per assisti-to, se non fosse tragico, sarebbe ridicolo. Come si fa adaccettare tutto questo da un sindacato, è un mistero.

Quelli che non sono del famigerato sindacato non pos-sono cancellarsi da un sindacato al quale non sono iscrit-ti, e tuttavia debbono accontentarsi ugualmente di que-ste elemosine, appunto da accattoni.

Ma quelli che sono iscritti al famigerato, DOVE CEL’HANNO IL CERVELLO?

Loro si che possono cancellarsi da questo sindacatoche oltre a peggiorar loro la qualità della vita ad ogninuovo ACN, li rende più accattoni nel vero senso dellaparola. Mi chiedo, perchè non lo fanno?

I motivi saranno sicuramente molti, ma uno lo vogliosegnalare io: per cancellarsi da questo sindacato pare sianecessario inviare raccomandata A.R. al Segretario Pro-vinciale prima del 30 giugno, altrimenti sarai conside-rano ancora iscritto. E naturalmente se l’anno successi-vo non fai la procedura corretta IN TEMPO UTILE,tuo malgrado sarai sempre iscritto al famigerato.

Anche con questi mezzucci questo furbissimo sindaca-to continua ad imperversare con più di ventimila deleghe.

G.S. Napoli

BLITZ E FIRME IN CONTROPIEDE

Caro direttore, mi sembra che dobbiamo ringraziare proprio l’altro sin-dacato,visto che ha la mania di fare i BLITZ e cioè FIR-ME su ACN fatte all’ultimo minuto in contropiede, an-che se gli accordi preliminari erano condotti insieme atutte le altre OOSS! e questo è successo sia in questo ul-timo che, soprattutto in quello precedente.

Ed è proprio per questa modalità che io mi sono dimessada quel sindacato! Anche allora la “base” non era stata infor-mata degli importanti cambiamenti che erano stati propostie già firmati! E fu un “grande falco” che migrò in tutte leprincipali città d’Italia, DOPO LA FIRMA, per presentare ilnuovo e “rivoluzionario”ACN a farlo conoscere a tutta labase!!!!!!! Ed ora come allora, l’arroganza è il loro motto.Non è il caso forse di smascherarli una volta per tutte?

Elisabetta Simoncini, Bologna

ACCATTONI

Caro amico Pecora, nel sito dell’altro sindacato e sulla rivista organo uffi-ciale il segretario nazionale di quel sindacato definisce lealtre OOSS come organizzazioni che fanno del “prose-litismo da accattoni”...!

Rilancia il ruolo a suo dire centrale del suo sindacatosulla firma della convenzione, attacca le altre OOSS per

il loro silenzio assordante, vuoto di proposte, e per l’in-venzioni di firme tecniche a suo dire fantasiose e senzasenso. Io credo che, al di la di affermazioni volte a ri-compattare la propria base, occorra rilanciargli la quali-fica di accattone per quanto si è compiaciuto di chiederee raccogliere alla SISAC. Il grave è che sta riducendo tut-ta la classe medica italiana convenzionata in un popolodi scontenti, poveracci e purtroppo per loro accattoni!

M.U.

Libertà Medica SNAMI

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bachecalibera vetrina a disposizione dei lettori

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MANCANZA DI ARGOMENTI

Caro direttorecredo che i dirigenti nazionali di una “federazione” dimedici che dovrebbero essere tutelati, si ritengano de-tentori di un potere particolare, da “Sindacato di Stato”.Solo questo giustifica parole offensive nei confronti dialtri colleghi.

•••

DISAGIO E POVERTÀ

Caro direttore e cari colleghi,penso che il momento dei discorsi sia trascorso e finito,questi sterili appelli, quasi umanitari, sulla nostra con-dizione devono solo portare a prendere decisioni di for-za comune.

L’unica strada che io vedo è costituirsi in delegazioneanche supportata dal nostro sindacato, a cui lancio even-tualmente l’appello, per aiutarci a comunicare con le al-te cariche dello stato che decidono del nostro futuro.

Noi dobbiamo spiegare quale triste disagio ci attana-glia da anni e mi rifiuto di credere che i governati delpaese non siano sensibili alla nostra voce, non sono baz-zecole, sapete che il nostro intero modus vivendi dipen-de da una iniqua riforma, la peggiore dal dopoguerra, ese accetteremo anche questo GIOGO mi chiedo se nonfosse stato meglio per tutti andare a lavorare come ope-rai nei campi o in fabbrica, essendo il rispetto loro por-tato più ampio e visibile del nostro.

Di fronte a stipendi e rispetto dei nostri dirigenti di-pendenti, noi viviamo in povertà soprattutto spirituale.Come pensate di portare avanti questa professione sem-pre più sfruttata negativamente per noi e per i nostri pa-zienti? Alla fine ci sarà un crollo e tutti pagheremo pe-santemente la mancanza di coraggio che attanaglia la clas-

se medica. assieme bisogna meglio credere in noi stessi!Chiedo al gentile direttore di libertà medica Snami di pub-

blicare questa mia come sempre ha fatto, con gratitudine,[email protected] (RA)

Le fumerie d’oppio, dove si può comperare l’oblio, sono covi

di orrore dove il ricordo di vecchi peccati può essere distrutto dalla follia di quelli nuovi.

Oscar Wilde

Il letto è il posto più pericoloso del mondo: vi muore l’80%

della gente.

Mark Twain

Ma si sa (almeno dai tempi del filosofo Agostino) chel’autorità è l’ultimo degli argomenti, anzi è la dimostra-zione della mancanza di argomenti. Sicuramente la diri-genza nazionale SNAMI, e quella di altri sindacati devonorispondere a tono a questi insulti, magari ricordando allafederazione, che è proprio la base degli iscritti a quel sin-dacato che è particolarmente contraria all’ACN siglato.

Oreste Della Bitta, Sondrio

Libertà Medica SNAMI

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Le normative che disciplinano la prescrizione dei farmaci off-label

Quando si realizzauna prescrizione off-labelIl tutto presuppone una corretta conoscenzadella scheda tecnica del farmaco.

� Gianfranco BrecciaResponsabile Nazionale Centro Studi

Negli ultimi anni si sono verifi-cati parecchi episodi di inda-gini da parte della magistra-

tura con tanto di avvisi di garanzia neiconfronti di MMG riguardanti pre-scrizioni “off label” su ricettario delS.S.N., pertanto appare opportuno ap-profondire l’argomento.

La prescrizione di un farmaco che èpresente nel prontuario ma viene im-piegato per patologie che non rientra-

no tra quanto previsto dal Riassuntodelle Caratteristiche del Prodotto (RCP)autorizzato dal Ministero della Salute(scheda tecnica) viene definita “off-la-bel”, poiché il farmaco viene utilizza-to in situazioni che, per patologia, po-polazione o posologia non sono confor-mi al Riassunto delle Caratteristichedel Prodotto (RCP) autorizzato dal Mi-nistero della Salute.

La prescrizione off-label si realizzaquando un farmaco viene sommini-strato:1. diversamente dall’indicazione

terapeutica prevista;2. diversamente dalle vie e dalle

modalità di somministrazioneprevista;

3. secondo dosi diverse rispetto aquanto previsto dallo schemaposologico dell’RCP;

4. superando le controindicazionicontemplate nel RCP;

5. diversamente dalle utilizzazioniautorizzate dal Ministero dellaSalute;

6. diversamente dall’elencopredisposto dall’AIFA.

Le normative che disciplinano la pre-scrizione dei farmaci off-label sono:� La Legge 648/1996: medicinalierogabili a totale carico del SSN.Legge che rappresenta l’attuazione delDecreto Legislativo 536/96; attraver-so questa norma è stato stilato un elen-co di medicinali erogabili a totale ca-rico del SSN, allo scopo di risponderetempestivamente a situazioni patolo-giche che hanno una carenza terapeu-tica e per le quali, quindi, non esisteuna valida alternativa terapeutica.Tale elenco è composto da medicinaliche alla loro base hanno degli studi cli-nici di Fase II e contiene, anche, prov-vedimenti e determinazioni attraversole quali vengono indicate quali sono lecondizioni e le modalità d’uso dei sin-goli medicamenti. I medicinali contenuti in questo elen-co devono avere le seguenti caratteri-stiche:1. devono essere medicinali innovati-vi la cui commercializzazione è auto-rizzata all’estero e non sul territorionazionale;2. devono essere medicinali sottopo-sti a sperimentazione clinica;

attualitàGianfranco Breccia

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attualità

3. devono essere medicinali da impie-gare per un’indicazione terapeutica di-versa rispetto a quella autorizzata.

È necessaria, inoltre, un’analisi (mo-nitoraggio) epidemiologica sull’impie-go di questi medicinali per quelle pa-tologie che non hanno una valida al-ternativa terapeutica. L’elenco che con-tiene questi medicinali è periodicamenteaggiornato dalla CTS (CommissioneTecnico Scientifica) dell’Agenzia Ita-liana del Farmaco (AIFA).

Di natura altresì importante è l’infor-mazione che deve essere fornita dal me-dico al paziente per poi acquisire il“consenso informato” per iscritto daparte del paziente, dove viene certifi-cato che il suddetto paziente è a cono-scenza degli eventuali rischi e beneficidel trattamento che gli è stato proposto.

La dispensazione di questi medicinaliè a carico del SSN (Sistema SanitarioNazionale) e può essere effettuata dalServizio Farmaceutico in strutture pre-scrittrici o dalle AA.SS.LL. di residen-za dei pazienti.

� La Legge 94/1998: normativa sul-l’uso speciale dei farmaci «Legge DiBella».

In generale questa recita che un me-dico è autorizzato dal Ministro dellaSalute a prescrivere i medicinali auto-rizzati per le diverse indicazioni tera-peutiche, vie e modalità di sommini-strazione.

Questa norma di legge venne ema-nata d’urgenza sulla spinta della vi-cenda del “Poli-trattamento del Prof.Di Bella” nel tentativo di razionalizza-

re e contenere gli effetti destabilizzan-ti che stava creando la nota vicenda.

Nell’art. 1 nel comma 3 viene riba-dito il concetto di legittimità della pre-scrizione dei medicinali autorizzati perparticolari indicazioni, e nell’art. 3, nelcomma 2, viene espressamente defini-ta la legittimità delle prescrizioni deifarmaci al di là delle indicazioni tera-peutiche, delle vie e delle modalità disomministrazione consolidate.

Lo stesso art. 3 comma 2 stabilisceche:”in singoli casi il medico può, sot-to la propria e diretta responsabilitàe previa informazione del paziente eacquisizione del consenso dello stes-so, impiegare il medicinale prodottoindustrialmente per un’indicazione ovia di somministrazione o una mo-dalità di somministrazione o di uti-lizzazione diversa da quella autoriz-zata”.

Tale prescrizione può avvenire soloed esclusivamente nei casi in cui l’im-piego proposto del farmaco sia docu-mentato e conforme a lavori apparsisu pubblicazioni scientifiche accredi-tate in campo internazionale. Quindila legge delinea chiaramente gli ambi-ti entro cui può legittimamente collo-carsi la cosiddetta «prescrizione off-la-bel» dei medicinali, individuando cosìle condizioni a cui deve essere subor-dinata la sua attuazione. Quindi questanorma si premura di delineare i mar-gini di discrezionalità consentiti al me-dico nella sua valutazione clinica, acondizione che esistano pubblicazioniscientifiche accreditate in campo in-ternazionale, che confermino comel’impiego proposto è già noto e speri-

mentato. Ancora la stessa norma defi-nisce che è ammessa la prescrizione deifarmaci non autorizzati a condizioneche siano già inclusi in un elenco pre-disposto dalla CTS (Commissione Tec-nico-Scientifica) con finalità compas-sionevoli, in ragione all’assenza di al-ternative terapeutiche. Con la LeggeDi Bella i farmaci prescritti in off-la-bel, sono a totale carico del cittadino,mentre sono a carico della Azienda Sa-nitaria solo in caso di ricovero ospe-daliero.

� Il Decreto Ministeriale del 18 mag-gio 2001: malattie rare.

Disciplina le modalità di esenzionealla partecipazione al costo delle ma-lattie rare per le correlate prestazionidi assistenza del Decreto Legislativo 98n°124 e altresì individua le specificheforme di tutela per i soggetti affetti damalattie rare.

� Il Decreto Ministeriale dell’8 mag-gio 2003: accesso anticipato o allar-gato.

Viene ribadito il concetto che un pro-dotto medicinale sottoposto a speri-mentazione clinica sul territorio na-zionale o estero privo d’autorizzazio-ne, può essere richiesto alla aziendaproduttrice per un uso al di fuori del-la sperimentazione clinica quando nonesiste una valida alternativa terapeuti-ca, in modo particolare, per patologiemolto gravi, si parla in questo caso diuso allargato o anticipato del medica-mento.

L’autorizzazione può essere rilascia-ta solo se il medicinale è oggetto di stu-

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di clinici sperimentali finiti o in corsoalmeno di una Fase III, o in casi parti-colari di studi clinici già conclusi in fa-se II che “curino” pazienti in pericolodi vita. La fornitura del med ic ina lepuò essere richiesta all’impresa pro-duttrice da parte del medico per usonominale del singolo paziente o da piùmedici operanti in diversi centri o digruppi collaborativi.

Deve essere presentato un protocol-lo che contenga i dati pertinenti alla re-lativa efficacia, tollerabilità e all’usoche si intende farne. Il protocollo dovràessere approvato dal Comitato Eticodell’Azienda Ospedaliera o dell’Entedove avviene la sperimentazione. Ilmedicinale verrà fornito gratuitamen-te dall’impresa autorizzata.

� La finanziaria 2007 lettera Z e fi-nanziaria 2008.

Definiscono come ricorrere in ma-niera diffusa e sistematica a terapie far-macologiche con farmaci off-label a

carico del SSN non è possibile nel-l’ambito di strutture pubbliche o nel caso di trattamenti sanitari per la cu-ra di patologie per le quali risultanogià autorizzati dei farmaci efficaci conquella particolare indicazione.

Esiste inoltre una responsabilità am-ministrativa.

Per quanto riguarda la responsabi-lità amministrativa per danno erarialeeventuale, questa è a capo della Re-gione la quale ritiene di porre a caricodei Direttori Sanitari Regionali e degliIRCCS tale responsabilità, rimanendoimpregiudicati i profili di responsabilitàdel medico prescrittore. Di conse-guenza la Regione per monitorare l’u-tilizzo dei farmaci ritiene utile che ogniAzienda Sanitaria Regionale e gliIRCCS porgano attenzione nel moni-torizzare l’uso del farmaco utilizzato,il motivo dell’eventuale prescrizione,la patologia che si intende trattare equindi anche il costo stesso della tera-pia. Ovviamente la respnsabilità è a ca-rico del medico prescrittore ossia di co-lui che utilizza non un ricettario per-sonale ma quello del Servizio Sanita-rio Nazionale (S.S.N.).

Inoltre il nostro Codice Deontologi-co recita al Titolo II, Capo IV, art. 13,:

“La prescrizione di un accertamen-to diagnostico e/o di una terapia im-pegna la responsabilità professionaleed etica del medico e non può che farseguito ad una diagnosi circostanziatao, quantomeno, ad un fondato sospet-to diagnostico.

Su tale presupposto al medico è ri-

conosciuta autonomia nella program-mazione, nella scelta e nell’applicazio-ne di ogni presidio diagnostico e tera-peutico, anche in regime di ricovero,fatta salva la libertà del paziente di ri-fiutarli e di assumersi la responsabilitàdel rifiuto stesso.

La prescrizione e i trattamenti stessidevono essere ispirati ad aggiornate esperimentate acquisizioni scientificheanche al fine dell’uso appropriato del-le risorse, sempre perseguendo il be-neficio del paziente.

La prescrizione dei farmaci per indi-cazioni non previste dalla scheda tec-nica o non ancora autorizzate al com-mercio, è consentita purché la loro ef-ficacia e tollerabilità sia scientificamentedocumentata. In tali casi, acquisito ilconsenso scritto del paziente debita-mente informato, il medico si assume laresponsabilità della cura ed è tenuto amonitorarne gli effetti.

È, altresì,obbligo del medico, segna-lare tempestivamente alle Autorità com-petenti le eventuali reazioni avversecomparse durante un trattamento te-rapeutico.”

Si può concludere che la materia, ap-parentemente ostica, è molto chiara daun punto di vista normativo; si racco-manda quindi particolare attenzioneda parte di tutti i medici utilizzatori diricettario S.S.N. nella prescrizione “offlabel” soprattutto in seguito a sugge-rimenti o consigli da parte di altri col-leghi specialisti dipendenti o libero pro-fessionisti. Il tutto presuppone una cor-retta conoscenza della schede tecnicadel farmaco. �

attualità

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attualità

� Daniela Bernuzzi Bassi

Al momento del veri-ficarsi del sinistro (in-teso come accadimen-to del fatto dannoso)ovvero della ricezione

della richiesta risarcitoria da parte delterzo danneggiato, l’assicurato deveadempiere a specifici obblighi nascentidal contratto di assicurazione.

È opportuno soffermarci su detti ob-blighi in quanto la loro violazione puòcomportare una diminuzione o addi-rittura una perdita dei diritti assicu-rativi.

Le condizioni generali di polizza ri-chiamano il disposto dell’art. 1913del codice civile con riferimento allacosiddetta denuncia di sinistro.

Tale norma prevede che “l’assicu-rato deve dare avviso del sinistro al-l’assicuratore o all’agente autorizza-to a concludere il contratto, entro tregiorni da quello in cui il sinistro si èverificato o l’assicurato ne ha avutoconoscenza”.

L’assicurato deve adempiere a specifici obblighi

Oneri in capo all’assicurato conseguentialla verificazione del sinistro di responsabilità civile professionaleLa denuncia di sinistro, deve contenere una relazione completa e particolareggiata del fatto che ha originato il sinistro.

Polizza Young

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attualità

Per comprendere appieno il conte-nuto della denuncia di sinistro, oc-corre partire dalla individuazione del-la sua ratio. Essa consiste nel porrel’assicuratore in condizione di acqui-sire con la necessaria tempestività glielementi utili per l’adempimento del-la propria obbligazione. In altre pa-role, l’avviso di sinistro previsto dal-l’art. 1913 cod. civ. svolge la funzio-ne di mettere l’assicuratore in gradodi accertare tempestivamente le cau-se del sinistro e la entità del danno,prima che possano disperdersi le even-tuali prove. Peraltro, tale funzione nonesclude che l’avviso scritto di sinistrodato all’assicuratore costituisca anchemanifestazione della volontà dell’as-sicurato di esercitare il diritto all’in-dennità e consista dunque in un attodi costituzione in mora idoneo ad in-terrompere la prescrizione (prescri-zione che, a seguito della recente mo-difica dell’art. 2952 cod. civ., è di dueanni e decorre dal giorno in cui il ter-zo ha richiesto il risarcimento all’as-sicurato o ha promosso contro di que-sti l’azione).

La denuncia di sinistro, in concre-to, per assolvere alla sua funzione, de-ve contenere una relazione quanto piùcompleta e particolareggiata del fat-to che ha originato il sinistro. Alla stes-sa denuncia deve essere allegata la ri-chiesta risarcitoria eventualmente giàpervenuta unitamente ad eventuali ul-teriori documenti idonei ad una piùcompleta rappresentazione del sini-stro.

Quanto alla forma della denunciadi sinistro, anche a prescindere dalle

specifiche clausole contenute in po-lizza, l’assicurato è pienamente tute-lato laddove effettui detta denunciamediante inoppugnabile prova scrit-ta della ricezione da parte dell’assicu-ratore di detta denuncia. Nella prati-ca, pertanto, le denunce di sinistrovengono solitamente inoltrate me-diante raccomandata con ricevuta diritorno. In casi di urgenza, laddovel’assicurato debba essere messo im-mediatamente a conoscenza del sini-

stro, la denuncia può essere anticipa-ta in forme più celeri.

Che cosa succede laddove l’assicu-rato non adempia all’obbligo di inol-tro all’assicuratore della denuncia di si-nistro?

L’art. 1915 del cod. civ. prevede cheun tale inadempimento dell’assicura-to comporti una riduzione del dirittoall’indennizzo (riduzione che verrà ef-fettuata proporzionalmente al pre-giudizio sofferto dall’assicuratore) per

Polizza del Medico

libero professionista

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il caso in cui l’inadempimento del-l’assicurato sia stato solo colposo men-tre per il caso in cui l’inadempimentodell’assicurato sia stato doloso, la con-seguenza sarà la perdita del totale deldiritto all’indennizzo.

Le sanzioni previste dall’art. 1915cod. civ. si applicano anche laddovel’assicurato abbia, dolosamente o col-posamente, violato l’obbligo di sal-vataggio.

L’obbligo di salvataggio è un ulte-riore obbligo posto a carico dell’assi-curato a seguito della verificazione delsinistro. Si tratta di un obbligo previ-sto dall’art. 1914 cod. civ. a mente delquale “l’assicurato deve fare quantogli è possibile per evitare o diminuireil danno”. Detto obbligo si sostanzianel compimento di condotte impron-tate al canone della diligenza che, in-serendosi nel processo causale, risul-tino idonee ad impedire la produzio-ne (in tutto o in parte) o il completa-mento del danno.

Strettamente connesso ai profili inparola, è quello prescrizionale, cui ac-cennavamo in precedenza.

Trattasi di un profilo che deve esse-re tenuto in particolare conto dall’as-sicurato giacché dall’inutile decorsodel termine prescrizionale (nei termi-ni sopra precisati) deriva la perditadefinitiva dei diritti assicurativi. Inconcreto, accade che all’inerzia del-l’assicurato nell’attivazione (con la de-nuncia di sinistro) e/o nella successivarinnovazione della sua volontà di av-valersi della polizza in relazione aduno specifico sinistro, inerzia protratta

per il periodo stabilito dalla legge, con-segue la perdita della copertura assi-curativa.

Nell’assicurazione della responsa-bilità civile professionale, ai sensi del-l’art. 2952 IV comma cod. civ., “la co-municazione all’assicuratore della ri-chiesta del terzo danneggiato o del-l’azione da questo proposta sospendeil corso della prescrizione finché il cre-dito del terzo danneggiato non sia di-venuto liquido ed esigibile oppure ildiritto del terzo danneggiato non siaprescritto”.

Alla luce della disamina fin qui svol-ta, affinché l’assicurato possa goderepienamente dei diritti assicurativi na-scenti dalla polizza, dovrà prestareparticolare attenzione agli obblighiposti a suo carico e quindi ricordarsi:� di fare tempestivamente

la denuncia di sinistro;� di non lasciare poi inutilmente

decorrere il termineprescrizionale (di due anni) senza interromperlo;

� di non violare il c.d. obbligo di salvataggio. �

attualità

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Nel teatro come nella vita: una medicina per l’anima

Laboratorio Teatrale AtmanL’uomo è un insieme inscindibile di anima mente e corpo e l’attore attraverso queste tecniche auto-conoscitive indaga se stesso profondamente.

“Il teatro si occupa della complessitàdell’animo umano, cercando di espri-mere, denudare, semplificare e ripor-tare tale complessità all’essenzialità”queste sono le parole di Gabriella Sait-ta che ci spiega anche la scelta emble-matica del nome del laboratorio tea-trale: “L’Atman, è un termine sanscri-to, che indica il sé profondo, l’essenzadell’uomo. Ogni uomo è alla ricercadel suo sé, e grazie al teatro noi cer-

chiamo di riportare alla luce l’Atman”.La tecnica ideata e messa appunto

da Gabriella Saitta, in tanti anni di la-voro e sperimentazione e ora usata alLaboratorio Atman, integra e fa con-vivere il lavoro di Grotowski e Stani-slavskij con le più varie e moderne di-scipline olistiche che si basano sulla co-noscenza del “sé” profondo. Da quila fusione di tecniche quali la bioe-nergetica, la meditazione, la visualiz-

� Monika Gravagno

Gabriella Saitta ha ini-ziato a recitare primaancora di nascere: me-rito della madre, Rita

Consoli, operatrice alla macchina eorganizzatrice di produzione, e delpadre, il regista e produttore Ugo Sait-ta. Figlia d’arte a tutti gli effetti, Ga-briella Saitta, fedele ad un suo testo“Due per uno tre”, premiato nel 1989dall’Istituto del dramma italiano, hamesso insieme le qualità dei genitorie si è “triplicata”: attrice, autrice, e,da qualche anno, anche insegnante.

Nel “Laboratorio di esercitazionisceniche” di Gigi Proietti, infatti, haconseguito l’abilitazione per l’inse-gnamento di dizione e recitazione.Adesso, superati da pochissimo i suoiprimi quarant’anni, ha deciso di dareuna svolta alla carriera professionale.

Non le interessa più salire sul pal-coscenico, ma creare sul palcosce-nico, Il teatro come “terapia” al ma-le di vivere. perché il teatro sottoli-nea, come tutte le forme d’arte è te-rapeutico. È questo l’obbiettivo delLaboratorio teatrale “Atman”. �

attualitàMonika Gravagno

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Libertà Medica SNAMI

Gruppo di lavoro teatrale Atman

Gabriella Saitta

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naggio. Vi sono molti attori che nonsono in grado di far tutto ciò, poichénon vivono le proprie emozioni e di-namiche interiori, e nell’affrontare lepassioni dei loro personaggi(quali adesempio la rabbia,istinto omicida, lascissione dell’io, ecc.)ne vengono so-praffatti e inghiottiti, incapaci di risol-vere la crisi che queste emozioni pro-vocano in loro, cadendo in depressio-ne e in molti altri problemi psicologici.

L’attore ha la fortuna di poter acce-dere all’animo umano in tutte le suemanifestazioni, e di poter provare tut-te quelle emozioni che nella vita quo-tidiana non esprimerebbe, ma deve an-che affrontare la difficoltà di dover ac-cettare che dentro di sé, ci sono infini-te possibilità di essere, anche brutali estruggenti. Accettando gli infiniti mi-steri sotterranei del suo animo, esso rie-sce a conoscersi totalmente.

Gabriella Saitta si propone di for-mare attori”nuovi”, cioè rinnovati nel-la loro essenza di essere attori,ma so-prattutto rinnovati nella loro essenzadi essere uomini. L’attore,prima di tut-to, deve indagarsi, fare a pugni con sestesso, deve guardarsi negli occhi sen-za paura.

Il teatro, così, diventa terapia, gua-rigione, ed è un valido mezzo per for-mare non solo attori,ma uomini. Ga-briella Saitta ci racconta che alcuni de-gli allievi iscritti ai suoi corsi di recita-zione, hanno come interesse primarioil desiderio di conoscersi meglio, di ri-solvere le loro paure e insicurezze, peraffrontare la vita in maniera “sana”.

Oltre alle tecniche d’ ispirazione oli-stica, Gabriella Saitta si rifà ad un po-

stulato base della medicina Omeopa-tica, di cui è sostenitrice: “la legge del-la similitudine”che diventa per lei unatecnica: “la legge dello specchio”. Par-tendo dal principio fondante della leg-ge della similitudine,che afferma che ilsimile annulla il simile, Gabriella Sait-ta usa nel suo lavoro e insegna la teo-ria secondo cui gli uomini nelle loro di-namiche quotidiane tendono a “farsida specchio”, ovvero a ricercare in-consciamente aspetti del loro caratterenegli altri, e ad entrarvi in dinamica,cioè a criticare e aggredire gli altri percomportamenti che in realtà sono an-che loro, ma che riescono a riconosce-re solo negli altri. La tecnica dello spec-chio si propone di rendere consce lepersone che attuano questo meccani-smo di critica e a riconoscere che la ra-gione che li muove a giudicare i com-portamenti degli altri è, che essi stessine adottano i medesimi atteggiamen-ti. Mediante il riconoscimento che ilproprio comportamento è simile a quel-lo dell’altro, si avvia un meccanismodi neutralizzazione o di accettazionedell’atteggiamento che aveva innesca-to la dinamica.

La legge della similitudine si ri-scontra anche quando un attore deveaffrontare un nuovo personaggio. Es-so per farlo suo deve accettarlo e in-tegrarlo, portandolo dentro di se, inmodo tale che l’essenza del perso-naggio, quasi chimicamente, cerca al-l’interno dell’ animo dell’attore il suosimile; quando i due simili si incon-trano avviene il “cortocircuito”, l’an-nullamento, l’integrazione e la “posi-tivizzazione”.

zazione, con il bio-dramma, l’im-provvisazione, la scrittura creativa edesistenziale e molte altre discipline psi-co-fisiche.

L’uomo è un insieme inscindibile dianima mente e corpo, e l’attore attra-verso queste tecniche auto-conosciti-ve indaga se stesso profondamente,perlustrando ogni regione del suo es-sere. Solo dopo questo processo di au-to-svelamento, può finalmente inte-riorizzare il suo sé reale, ed eliminarel’idea precostruita e stereotipata di unfalso se. Questa superiore coscienza,libera l’attore da tutti i falsi pensieri ele opinioni giudicanti che ha su se stes-so, sugli altri e sui personaggi che an-drà ad interpretare. Questa libertà con-quistata, questa sua essenza purificatapotrà essere donata al pubblico, com-piendo così, lo stesso atto catartico ne-gli spettatori.

Senza questo intenso lavoro di co-noscenza e poi di successiva interioriz-zazione, l’attore non può fare dono to-tale di se. Purtroppo molti teatrantiignorano se stessi e la loro complessitàinteriore, e hanno un’immagine fittiziadi se; tale confusione limita la libertàdi interpretare e “vivere” nella sua com-plessità il personaggio, che diventa so-lo una maschera, un insieme di clichémeccanici e spersonalizzanti. Per in-terpretare un personaggio, l’attore nedeve conoscere, non solo il modo diagire, di muoversi e di pensare, ma nedeve vivere la stessa “passione” e perfar ciò deve conoscere interamente leproprie emozioni per cercare in essela somiglianza con quelle del perso-

attualità

gli ha creato opportunità di lavoro eprovini per fiction come Centovetrine,La storia di Rita Adria, Agrodolce etc…facendoli così entrare a pieno titolo nelmondo dello spettacolo.

Il programma di quest’anno vede no-mi importanti che verranno a tenereseminari.

Il laboratorio quest’anno ospiterà no-mi di grande rilievo nel panorama del-lo spettacolo infatti terranno dei semi-nari Annabella Cerliani storica inse-gnante di recitazione del teatro italia-no (insegnante di recitazione al Labo-ratorio di Gigi Proietti), Stefano Realifamoso regista (In barca a vela con-tromano, Laggiù nella giungla.etc..)che tratterà dell’attore sul set, Anto-nella Voce attrice e cantante che por-terà una tecnica assolutamente inno-

vativa sull’uso della voce, Rita Forza-no (grande casting della televisione edel cinema italiani) che svelerà i trucchiper fare dei buoni provini, Paola Ti-ziana Cruciani attrice (La zavorra, Tut-ta la vita davanti, Baci e abbracci, I Ce-saroni, etc.) che lavorerà sulla comicitàe l’attore, Riccardo Manaò creativeproducer (Terranova con Banderas)che aprirà le porte per entrare nel mon-do della scrittura creativa.

Tutti professionisti che non sono maivenuti in Sicilia a portare la loro pro-fessionalità ma che affascinati dal pro-gramma del Laboratorio Atman si so-no detti disponibili ed entusiasti a par-tecipare attivamente a questo percor-so che vede tanti giovani “ritornare al-la vita “ perché…

“Nel teatro come nella vita”. �

Questo avviene in teatro. Il simile oil “male” dell’omeopatia è l’ombra, ov-vero tutte le realtà rifiutate, quelle in-consce, quelle malsane e inconfessabi-li perfino a se stessi, che ognuno di noiporta comunque dentro di sé.

Il teatro rende manifesta quest’om-bra e la guarisce. La guarigione, comein Omeopatia, non avviene con una ag-gressione, ma con un confronto; il ma-le o la parte in ombra non deve essereeliminata ma integrata e accettata, per-ché se rifiutiamo di confrontarci conla nostra ombra essa comunque emer-gerà con blocchi emozionali, malattiee nevrosi.

Il segreto per poter guarire dal maleche infetta la nostra vita è la consape-volezza di se, far emergere da se stessiciò che si è realmente, drammatizzareed esteriorizzare le proprie emozioni e,rendendole manifeste redimerle e pu-rificarle. Quale luogo, se non il teatro,può assurgere a questo compito? Que-sto processo di sublimazione di se èl’obbiettivo più importante che Ga-briella Saitta cerca di raggiungere peri suoi allievi del Laboratorio Atman,che estende i suoi corsi non solo a chidesidera diventare attore ma anche achi vuole intraprendere un percorso in-teriore di conoscenza e guarigione delse profondo, dell’Atman che è in ognu-no di noi.

Agli allievi dei corsi più avanzati delLaboratorio teatrale Atman l’associa-zione culturale Artefusa ha già datol’opportunità di calcare le scene piùvolte organizzando un cartellone tea-trale interpretato interamente da loro,

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attualità

Gruppo di lavoro teatrale Atman

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� Maria Cristina CampaniniCoordinatrice Nazionale Snami Rosa

Il seme era già stato prelevato, mail giudice del tribunale di Vigeva-no si è opposto alla richiesta del-

la donna di avere un figlio dal maritoin coma per un tumore al cervello. Ilgenerico desiderio di paternità espres-so prima del coma dal marito non ba-sta ad autorizzare il prelievo di sper-matozoi.

Non ho nessuna pretesa o volontàdi esprimere un giudizio, ma questanotizia mi invita a pensare che è veral’espressione “il bel tacer non fu maiscritto”. Stiamo perdendo un’altrabuona occasione per stare in silenzio,dopo i fiumi di parole e commenti eopinioni e sdegni e mancanza di ri-spetto già ben manifestati per la tra-gedia della povera Eluana e dei suoifamiliari. Il problema non è tanto dis-simile essendo la vita e la morte i duelati della stessa medaglia che ci vienedata a prescindere da una nostra spe-cifica richiesta. Ora, se noi siamo so-lo degli “amministratori” più o menoaccorti di questo percorso terreno, michiedo per quale motivo ci si debba

sentire autorizzati a decidere di som-ministrare la morte (e pure una mor-te atroce che ponga fine ad anni di fru-strazione fisica e stato vegetativo) enon la vita. Hanno scritto che la sven-turata ragazza avesse espresso ver-balmente la volontà di non sopravvi-vere in caso si fosse trovata nelle con-dizioni in cui si è trovata. Questa vo-lontà non ha lo stesso valore di un uo-mo che spera di avere un figlio da suamoglie ma la sua sorte non gli conce-de il tempo di procreare perchè lo am-mala e lo riduce in coma per un tu-more al cervello? Perchè a parità di ri-chiesta possiamo autorizzare la mor-te e non favorire la vita? Perchè di-scutiamo e legiferiamo sul diritto allamorte e non sulla richiesta di chi stachiedendo una vita? Feste, proclami,parole e dibattiti su family day, dirit-to a sposarsi tra omosessuali, gay pri-de, richieste di impianti di embrioni asingle, ovuli congelati e scongelati do-po anni, mamme a 60 e pure 70 an-ni, stimolazioni ormonali di ogni ti-po... il festival continua e non smet-terà di inquietarci, perchè ormai tut-to è praticamente permesso e auto-rizzato.

Credo che la moglie e i familiari diquesto signore malato di tumore sof-frano, soffrano tanto quanto hannosofferto i genitori di Eluana, forse di-versamente ma sicuramente tanto daincutere un atteggiamento di rispetto.La moglie, in un gesto di disperazio-ne e dolore, cerca di aggrapparsi a unasperanza di vita con una nuova vitache probabilmente, se solo avesseroavuto tempo, avrebbe visto la luce sen-za clamori mediatici e gli interventisoppressivi della magistratura. Que-sta donna non ha la certezza che uneventuale impianto diventi figlio suo

Si discute e legifera sul diritto alla morte e non sulla richiesta di chi sta chiedendo una vita

Vuole un figlio dal marito in comaLa legge e perfino la religione ci impone pratiche e autorizzazioni e corsipreparatori al matrimonio, non alla procreazione, almeno fino ad oggi.

polemizzandoMaria Cristina Campanini

Un bambino “nato”

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polemizzando

e di suo marito morente. Non sa seriuscirebbe a portare a termine la gra-vidanza, visto anche il momento digrande stress. Ha una sola certezzaper ora: il cancro del marito. Forse ilpossibile bambino che le ha accesouna speranza di continuazione nel do-lore di questi giorni avrebbe (o avreb-be avuto) un carico eccessivo di cure,attenzioni, aspettative, visti i prece-denti: rispetto ai quotidiani abusi eviolenze e maltrattamenti familiari suibambini francamente non mi sembraun problema così rilevante. La leggee perfino la religione ci impone prati-che e autorizzazioni e corsi prepara-tori al matrimonio, non alla procrea-

stare zitti. Ma nello specifico riporta-to dai giornali non mi sembra che sipossa trattare di un caso che deve es-sere da “esempio” o sul quale si pos-sa in futuro speculare. Quante perso-ne nella stessa situazione di questacoppia ci sono in Italia? Una? Dieci?Non credo di più, ma penso che qual-che database lo possa facilmente farsapere visto che i dati sanitari sono inrete. Però, come persona e come me-dico di famiglia, mi spiace tanto e so-no triste per questo “bambino mai na-to” e che probabilmente mai nasceràperchè un giudice non gli ha messo lamarca da bollo sul suo passaporto perla terra. �

zione, almeno fino ad oggi. Forse ci dovrebbero consegnare pe-

riodicamente (per gli aggiornamenti)consensi informati su tutto quello chepuò capitarci nella vita (un po’ comei moduli della privacy che ormai tidanno anche per stare in coda alla cas-sa dell’ esselunga visto che la cassierasa quanto e cosa mangi e quanto spen-di....), così da sollevare da responsa-bilità il giudice chiamato per decidereper noi contro pareri e posizioniespresse in precedenza.

Non conosco abbastanza di scien-za, religione, deontologia e tanto me-no di legge. Mi unisco sicuramente acoloro che avrebbero fatto meglio a

Il Sottoscritto Dottor _________________________________________________________________________________________E-mail _______________________________________________Abitante a ____________________________________________Via _________________________________ CAP _____________Tel. ab. ____________________ Tel. St. ____________________Cell. _________________________________________________

Chiede di iscriversi al Sindacato Nazionale Autonomo MediciItaliani - SNAMI in qualità di:Convenzionato con la ASL _____________ Distretto n. _________Cod. Regionale n. ___________Quale Medico di: �� Assistenza Primaria�� Continuità Assistenziale �� Emergenza Sanitaria Territoriale��Medicina dei Servizi ��Altro ___________________________

Autorizza il suddetto Ente a trattenere la quota stabilita dalla Tesoreria Provinciale di __________________________________La delega è permanente salvo mia personale disdetta inviata alla Segreteria Snami.Data ____________ Timbro e Firma leggibile_________________

Autorizzazione al trattamento dei dati personali:Il sottoscritto ________________________________ esprime ilconsenso ex artt. 11, 13, 20, 22 Legge 675/96 e successive mo-difiche ed integrazioni al trattamento dei propri dati personalida parte del sindacato per tutti i fini statutari all’organizzazione.Firma leggibile ____________________

20136 Milano - Via G. Ripamonti, 40Tel. 02.583.00.967 - Telefax 02.97.38.34.41E-mail: [email protected] - Sito Internet: www.snami.org

Scheda di adesione allo Snami

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I bambini non vanno più a letto alle 21.00, perché non hanno più punti di riferimento

Carosello Periodo di crisi, una bruttissima crisi, peggio di quella del ventinove, si pensa di investire risorse in servizi non essenziali.

� Augusto PaganiPresidente Provinciale di Piacenza

Sono nato nel 1952, e cresciuto inuna famiglia borghese, tradizio-nale e conservatrice.

Ricordo la prima TV, in bianco e ne-ro, con 1 solo canale che trasmettevasolo in determinate fascie orarie: unpaio d’ore al pomeriggio per un pro-gramma per i bambini e qualche ora lasera per il telegiornale ed i programmiper gli adulti.

Le trasmissioni terminavano co-munque prima di mezzanotte.

Io e mio fratello Massimo avevamo ilpermesso di vedere Carosello, pubbli-cità trasformata in intrattenimento, cheiniziava alle 20,45 e terminava alle21,00, ora che per noi e per i nostri coe-tanei rappresentava un limite, fisso edimmodificabile, e che proprio per que-sto rendeva importante ed apprezzatol’appuntamento serale con Carosello,che Massimo aveva ribattezzato “le ten-de” per il fatto che ogni spot pubblici-tario rappresentava una breve storia, unatto unico che iniziava e finiva con l’a-pertura delle tende di un palcoscenico.

Quelli che hanno la mia età ricorde-ranno lo stile ed il garbo con cui ErnestoCalindri e Franco Volpi proponevano

agli spettatori un certo amaro “contro illogorio della vita moderna” ed il sorri-so, la simpatia con cui Nino Manfrediinvitava a scegliere un certo caffè, perchè“il caffè è un piacere, e se non è buono,che piacere è?” e la geniale semplicità concui l’infallibile commissario (calvo) con-fessava il suo errore, quello cioè “di nonavere mai usato la brillantina…”

Dopo Carosello io e mio fratello augu-ravamo la buonanotte a mamma e papàed andavamo a dormire. Altri tempi.

Oggi la televisione trasmette 24 oreal giorno, a colori, su centinaia di ca-nali, in tutte le lingue del mondo.

Carosello non c’è più, e gli spazi pub-blicitari non sono più ristretti a quegliunici quindici minuti ma occupano unaconsistente parte del palinsesto di ogniemittente televisiva, anche di quellapubblica nonostante viga ancora l’ob-bligo di pagare il canone di abbona-mento alla RAI…

Il garbo e lo stile dei messaggi pub-blicitari di una volta sono stati ovvia-mente sostituiti da nuovi messaggi e daun nuovo stile di comunicazione, mol-to più scientifico ed efficace, capace diraggiungere e colpire un maggior nu-mero di bersagli (spettatori) con im-magini, suoni ed effetti studiati da pro-fessionisti e realizzati da professionisti.

E per non perdere la possibilità diraggiungere anche gli spettatori che siappisolano davanti alla TV il livello so-noro della pubblicità è più alto di quel-lo dei programmi televisivi all’internodei quali viene inserita.

I bambini non vanno più a letto alle21,00, da quando non c’è più Caro-sello, perché non hanno più punti diriferimento.

I genitori sono in difficoltà a con-cordare fra loro un nuovo e diverso li-mite, universalmente riconosciuto edaccettato; i più impegnati e rigorosistabiliscono autonomamente un’ora oun programma limite, che purtroppospesso viene messo in crisi da un’ora oda un programma diverso stabilito au-tonomamente da altre famiglie, e di cui

polemizzandoAugusto Pagani

...a nanna dopo Carosello

polemizzando

i figli vengono a conoscenza quandoiniziano a frequentare l’asilo, o quan-do cambiano le abitudini famigliari inragione di possibili divorzi, separazio-ni o convivenze.

Ero il primo di 4 fratelli, i primi tredei quali maschi con pochi anni di dif-ferenza. A mia madre piaceva vestirciuguali, e conservo ancora alcune foto-grafie di allora che ci ritraggono col ve-stito della festa,stesso berretto, stessocappotto, stesse calze e stesse scarpe.

Ma molti dei miei vestiti sono statipassati a Massimo e poi ad Alessan-dro, con qualche piccola correzione,per finire di usarli. Si è salvata mia so-rella Nicoletta, perché femmina e per-ché nata 12 anni dopo di me.

Oggi i bambini di ogni età seguono lamoda, più delle loro madri, e fanno agara a chi si veste più griffato.

Questo impedisce il riutilizzo dei ca-pi di abbigliamento, perché sarebbefrustrante per un bambino indossareun maglione con collo a V quando l’ul-tima moda prevede il girocollo oppureuna camicia a righe quando l’ultimamoda prevede i quadretti.

Sono sempre stato robusto, e mi so-no ammalato poco da piccolo.

Quelle poche volte ricordo che lamamma mi metteva a letto, mi misu-rava la febbre 3 volte al giorno e se lafebbre persisteva oltre 2 giorni allorachiamava il medico. Oggi i bambininon stanno più a letto nemmeno con40 di febbre, e le mamme chiamano ilmedico quando il figlio ha 37°.

Sono sempre stato un bambino ub-bidiente, e raramente mio padre ha do-

vuto ripetere 2 volte la stessa osserva-zione o lo stesso rimprovero. Ancheperché sapevo che lo stesso errore sa-rebbe stato tollerato una seconda vol-ta, ma non una terza.

Ho due bravissimi figli, dei quali so-no molto orgoglioso, ai quali però hodovuto ripetere molte molte volte lestesse cose, ed ancora adesso non so-no certo che le abbiano tutte definiti-vamente acquisite. Mi chiedo in cosaho sbagliato e non riesco a trovare unarisposta convincente.

So bene che Enrico e Paolo hanno im-parato le cose più importanti, che i lo-ro ideali ed i loro valori sono comuniai miei, ma mi piacerebbe che si ricor-dassero anche di aprire le finestre quan-do si svegliano e di spegnere le luciquando escono da una stanza, come iolo ricordo da quando a sei anni mio pa-dre me lo disse per la seconda volta, conil viso un po’ più severo della prima.

Probabilmente ha ragione mia mo-glie a sostenere che il risparmio pro-dotto da una lampadina spenta è irri-levante nell’economia famigliare e mi-nimo rispetto al consumo del fornoelettrico, del ferro da stiro, della lava-trice e dell’impianto di condiziona-mento, ma io sono comunque grato amio padre per avermi insegnato il con-cetto di risparmio, o di appropriatez-za nell’uso delle risorse se vogliamousare una terminologia più moderna.

Forse per questi insegnamenti edesperienze fatico a comprendere per-ché in questo periodo di crisi, una brut-tissima crisi, peggio di quella del ven-tinove, si pensa di investire risorse inservizi non essenziali.

Il Ministro delle Finanze afferma chebasta ridurre gli sprechi, e che non sidovranno tagliare le spese essenziali.

Bel messaggio questo, tranquillizzan-te, anche perché viene da un Ministroche stimo e che reputo serio e preparato.

Il Ministro della Salute annuncia in-vece l’intenzione di mettere infermierinelle Farmacie per eseguire prelieviematici, controlli pressori, medicazio-ni e campagne di prevenzione.

Ho molta stima degli infermieri e del-le infermiere e so bene che svolgonouna attività difficile, in condizioni spes-so difficili, sia in ospedale che sul ter-ritorio, con molte responsabilità ed in-sufficienti gratificazioni. E proprio perquesti motivi sono troppo pochi persoddisfare le richieste di prestazioni sa-nitarie della popolazione.

Suggerisco perciò al Ministro delleFinanze ed al Ministro della Salute diprendere atto che la attività degli in-fermieri e delle infermiere è essenziale,che deve essere garantita alla popola-zione e che non si può rischiare di ri-durre il numero degli infermieri impe-gnati in attività essenziali per dirottareuna parte di loro allo svolgimento diattività non essenziali.

Diano dunque agli infermieri una giu-sta retribuzione ed una migliore orga-nizzazione del lavoro, e rinviino il loroinserimento nelle Farmacie ad un mo-mento in cui non vi sia il rischio con-creto di spostare dalla trincea alle re-trovie i migliori di loro.

I cittadini non apprezzerebbero, equelli della mia generazione pensereb-bero che Carosello si è spostato dalla te-levisione alla politica. �

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� Ernesto TorcinaroResponsabile Nazionale Dirigenza medica

Si è tenuta a Napoli dal 19 al 21giugno 2009 nel suggestivo sce-nario dell’Eremo dei Camaldoli

la XV sessione della Scuola Quadri de-dicata esclusivamente alle tematiche del-la Dirigenza medica del SSN.

Sotto la direzione del dott. GiorgioMassara, responsabile nazionale dellaScuola Quadri, si sono alternati ben 25relatori che hanno dato lustro a tre gior-nate, con relazioni molto apprezzatedai partecipanti sia per la qualità siaper la completezza degli argomenti.

Il corposo programma del Corso èstato incentrato su tematiche di estre-ma attualità ed utilità e sono state svi-scerate molte delle più importanti cri-ticità della dirigenza medica.

All’apertura dei lavori, il Presidentenazionale Martini, nel dare il benve-nuto ai partecipanti, ha fatto il puntosulla situazione del sindacalismo medi-co nel III millennio, evidenziandone ledifficoltà operative ed indicando pro-

poste di crescita quali-quantitativa nel-le quali la polisettorialità rappresentaun indiscusso valore aggiunto. Il Presi-dente ha poi ricostruito le tappe chehanno condotto alla ridefinizione deirapporti fra lo SNAMI e la CIMO-ASMD che si sono ulteriormente con-solidati con la creazione di uno speci-fico settore SNAMI Dirigenza Medica

in CIMO, legittimando quindi la par-tecipazione dei delegati SNAMI-DM atutti i tavoli di trattativa sindacale.

A conferma di questa convergenza diintenti è poi intervenuto il dott. Ric-cardo Cassi, Segretario nazionale CI-MO-ASMD che, nel portare il salutodel proprio sindacato ha inteso ribadi-re la volontà di consolidare i buoni rap-

Nelle difficoltà operative la polisettorialità è proposta di crescita e un indiscusso valore aggiunto

Scuola quadri dedicata alle tematiche della dirigenza medicaArgomento spinoso è l’assicurazione professionale e il contenzioso giudiziario del medico dipendente.

la voce dei settoriErnesto Torcinaro

Foto di gruppo dei partecipanti al XV corso scuola quadria a Camaldoli (NA)

la voce dei settori

porti esistenti fra le due sigle sindacali.Cassi ha inoltre ricordato che l’esisten-za di alcune divergenze sono presentisolo in alcune realtà locali e sono daaddebitare esclusivamente a difficoltàdi rapporti interpersonali su cui si staoperando congiuntamente per la riso-luzione.

In seguito il dott. Cassi ha sviluppa-to la sua relazione, in modo puntualeed esaustivo sullo spinoso tema della“Rappresentatività sindacale”.

Nei giorni successivi si sono alter-nati gli interventi qualificati ed incisi-vi di Michele Senneca sulla “Liberaprofessione”, Antonio Milano su “In-carichi dirigenziali” e Giuseppe Con-te su “Distretto, Dipartimento edOspedale”.

Daniele Giovanardi e Maura Buccia-relli hanno portato la loro esperienza eproposto delle schede da utilizzare nel-l’ambito della “Valutazione del diri-gente medico”.

Interessante e molto seguita la rela-zione dell’Avvocato Ennio Grassini, Di-rettore del Centro Studi di Diritto Sa-nitario, che ha affrontato lo spinoso te-ma della “Assicurazione professionalee contenzioso giudiziario del medico di-pendente”.

Molto seguite e coinvolgenti le rela-zioni dei dottori Emilio Pianese e Pa-squale Izzo che hanno parlato di dueargomenti “caldi” quali rispettivamente“Fondi contrattuali ed incarichi” e “Bu-sta paga del dirigente medico”.

Come sempre molto seguita e parte-cipata è stata la relazione del dott. Giu-seppe Giuliano, Viceresponsabile na-zionale della Scuola Quadri, su “Co-

dal dott. Pasquale Orlando, Vicesegre-tario organizzativo nazionale, oltre cheResponsabile nazionale del settore As-sistenza Primaria SNAMI, con gli in-terventi di Gennaro Caiffa, MarcelloCostangeli, Giovanni De Chiara, Giu-seppe Morrone.

Gli iscritti al Corso hanno seguito inmodo assiduo e partecipato apprez-zandone sia le tematiche sia la qualitàdelle relazioni, richiedendo una nuovaedizione incentrata selettivamente sutemi specifici.

Visto il successo dell’evento, mi au-guro che questo appuntamento non silimiti ad essere un episodio isolato, mache le sessioni dedicate alla DirigenzaMedica diventino una tappa fissa neiprogrammi della Scuola Quadri delloSNAMI ad ulteriore conferma della suapolisettorialità. �

� Giorgio MassaraResponsabile Nazionale Scuola Quadri

La Scuola Quadri Nazionale dopo l’evento per i Dirigen-ti Medici ha in programma di proseguire la sua attività or-ganizzando varie sessioni di lavoro nei prossimi mesi, con sedi da definire pri-ma dell’appuntamento congressuale del prossimo anno.

Queste iniziative vanno a sommarsi alle quattro effettuate precedentemen-te nel triennio in corso che hanno visto come sedi Foligno, Ostia, Abano Ter-me e Cagliari e costituiranno un bilancio complessivo sul quale riflettere permigliorare ulteriormente una attività non secondaria del nostro sindacato.

Fino ad ora la Scuola ha avuto, dalla sua costituzione, oltre trecento parte-cipanti ed ha rappresentato una palestra di idee. Siamo riusciti a suscitaremolto interesse trattando tematiche inerenti la nostra attività sindacale e pro-fessionale. �

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municazione interpersonale, web estampa”.

Il sottoscritto ha avuto il compito diaprire e chiudere i lavori con le due re-lazioni su “Dinamiche contrattuali” e“Specificità del settore SNAMI in CI-MO”.

Il programma è stato poi completa-to da due tavole rotonde che hanno da-to nuovi spunti alla discussione che siè accesa fra tutti i convenuti, su temiestremamente interessanti: la prima su“Rischio clinico e medicina difensiva”presieduta dal dott. Angelo Testa, Se-gretario organizzativo nazionale SNA-MI, con gli interventi dei dottori Gian-franco Breccia, Domenico Cantiello,Antonio Chiodo, Filippo D’Addio, Gui-do Quici e dell’Avvocato Ennio Gras-sini; la seconda su “Contratti collettivinazionali: Luci ed ombre” presieduta

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� Maria Cristina CampaniniCoordinatrice Nazionale Snami Rosa

Il fenomeno sta dilagando a velo-cità impressionante e non solotra i giovani: si chiama drunko-

ressia, ovvero un digiuno forzato(spesso supportato dal fumo) finoalla sera per potersi poi permetteredrink e superalcolici durante glihappy hour. Il termine è stato in-ventato dai giornalisti del New YorkTimes e non è ancora stato ufficial-mente sdoganato dalla medicina uf-ficiale.

Il consumo di alcool al posto delcibo è fenomeno noto nel 20% circadei pazienti anoressici (per sentirsisazi o per aiutarsi a vomitare il ciboingerito), ma la drunkoressia vieneconsiderata una variante dell’ano-ressia, ben nota a tutti, con una va-riante di fondo: assumere alcolici, adifferenza dell’anoressia, significaassumere calorie, quindi si rinunciaal cibo per poter bere maggiormen-te. Questo comportamento ha la fi-nalità di dimagrire e di farsi accet-tare dal gruppo dei pari, in partico-lare i maschi la cui assunzione di al-colici è legata al divertimento ed al-le emozioni. A tal riguardo, pare che

i maschi siano particolarmente inte-ressanti le ragazze che assumonocomportamenti pericolosi e tra-sgressivi. A lungo andare il danno,soprattutto per le donne in cui il me-tabolismo dell’alcool è più lento ri-spetto agli uomini, diventa irrepa-rabile.

Nei college inglesi 1400 ragazzetra i 18 e 24 anni nuoiono ogni an-no per i danni da alcool assunto inalternativa al cibo. Non ci dimenti-chiamo che l’anoressia, e tutte le sue

varianti di presentazione, sono lacausa di morte più frequente delleadolescenti. Tali e tanti sono le mo-dalità di esordio dell’anoressia chesi sono creati neologismi per rap-presentarli: ortoressia, ad esempio,in cui l’ossessione maniacale per i ci-bi sani porta a smettere di mangia-re; manoressia (da ‘’man”, uomo) èinvece l’anoressia maschile, patolo-gia in costante aumento tanto cheormai il rapporto con le pazientidonne è 1:4.

La stressoressia è il rifiuto di sedersi a tavola per mangiare

Una sorsata di disagioIl lavoro del medico di famiglia rappresenta un osservatorio drammaticamenteprivilegiato per la diagnosi precoce.

la voce dei settoriMaria Cristina Campanini

Un brindisi spesso infausto

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La stressoressia è il rifiuto di se-dersi a tavola per mangiare auto-convincendosi di non averne il tem-po a causa della propria vita frene-tica, con effetto controproducentesia dal punto di vista metabolico chesociale.

Ma esiste anche la bridoressia (dabride, sposa in inglese): fenomenopiuttosto diffuso in USA, ma abba-stanza diffuso ovunque per cui, pri-ma di un evento importante (il ma-trimonio appunto ma anche una va-canza o un appuntamento impor-tante) c’è la tendenza a sottoporsi adiete micidiali, comportamento chescaturisce dalla paura di non essereaccettati, specie nei momenti dellavita in cui si ritiene che l’immaginecorporea abbia particolare rilevan-za. È proprio qui il problema: la vi-ta oggi sembra che non abbia sensose non si ha un fisico determinato dacanoni esclusivamente estetici. Laforma non preserva più un contenu-to ma solo se stessa. Il fenomeno èormai scappato dal controllo dei me-dia: i fotografi di moda si trovano“costretti” a ritoccare le fotografiedelle modelle in modo da renderlepiù grasse perché altrimenti inguar-dabili e impressionanti.

Il mensile Cosmopolitan ha lan-ciato un’inchiesta per capire il rap-porto che le giovani donne hannocon il cibo. I risultati parlano chiaro:il 58% vuole perdere qualche chilo,il 36% è a dieta fissa, il 39% si met-te a dieta prima di un evento im-portante.

L’anoressia compare intorno ai 12-13 anni, ma sono in aumento anchecasi di bambine in età prepubere e,quando ormai sono fallite le cure,viene diagnosticata, con un ritardodiagnostico che può arrivare fino a10 anni.

Queste sono ragazze modello, van-no bene a scuola, sono intelligentima hanno dei comportamenti osses-sivi-compulsivi nei confronti del ci-bo. Insieme alle più giovani ci sonoanche le quarantenni-cinquantenniche smettono di mangiare per sen-tirsi più giovani. Queste ragazze ma-late di anoressia o di bulimia sonocoscienti dei rischi a cui vanno in-contro. Bisogna considerare che perloro l’unica cosa davvero importan-te è mantenere il controllo della pro-pria forma fisica e per questo sonodisposte a tutto. Uno degli aspettipiù evidenti dell’anoressia nervosainsieme alla carenza della consape-volezza della gravità della propriacondizione è il deficit di motivazio-ne della cura.

Proprio questo rifiuto è uno dei piùimportanti fattori di cronicizzazio-ne, con conseguenze di tipo fisico epsichiatrico. E alla cronicizzazioneseguono complicanze mediche e psi-chiatriche. La mortalità per suicidioo per complicanze somatiche conse-guenti alla malnutrizione è del 10%a dieci anni dall’esordio e del 20%a vent’anni.

Molti sono i marcatori del disagiogiovanile e il lavoro del medico difamiglia rappresenta un osservato-rio drammaticamente privilegiato

la voce dei settori

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per la diagnosi precoce e per indi-rizzare il più velocemente possibilealla terapia sia i ragazzi che le lorofamiglie.

L’ossessiva attenzione per il peso eper la forma fisica, la richiesta di piùcertificati per l’attività sportiva, ladispercezione delle proprie dimen-sioni, l’atteggiamento maniacale ocompulsivo per il cibo, difficili rap-porti familiari: questi alcuni segni danon lasciarsi sfuggire nei nostri am-bulatori.

Siamo in corsa contro l’autodi-struzione di ragazzi che non sannopiù come fare a esprimere una vitain cui forse si ha talmente tanto danon desiderare più nulla. �

Poltrona da dentista a campo Monticchio

Una poltrona odontoiatrica per il

campo di Monticchio, vicino all’A-

quila è il dono del Sindacato nazio-

nale autonomo medici italiani (Sna-

mi), che l’ha consegnata al suo pre-

sidente provinciale, Romeo Pulsoni,

che è anche responsabile medico del-

la tendopoli che ospita alcuni degli

sfollati dopo il terremoto che ha col-

pito l’Abruzzo.

All’inaugurazione del ‘riunito’, no-

me tecnico della poltrona, hanno par-

tecipato autorità civili e militari. �

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diritto sanitarioEnnio Grassini

Le conseguenze di una incauta tenuta

La cartella clinicaVa compilata solo durante la degenza del soggetto e gli eventi vanno registrati secondo la sequenza cronologica di chi li effettua.

� Ennio GrassiniAvvocatoSpecialista in Diritto ed Economiadella Unione europea

L’importanza e la rilevanza del-la cartella clinica, sul pianonon solo amministrativo ma

anche giudiziario, sono ormai ampia-mente note, tenuto conto del ruolo es-senziale che assume nel rapporto in-tercorrente fra medico, paziente estruttura ospedaliera.

Sostanzialmente la si può definire un“diario della salute”, cioè l’insieme diinformazioni e documenti che regi-strano i dati anagrafici e sanitari di unapersona, contenente diagnosi ed anam-nesi, tramite il quale è possibile defini-re il quadro complessivo della salutedel paziente. Le finalità che tale docu-mentazione è deputata a soddisfare so-no principalmente diagnostiche e tera-peutiche, riguardanti anche momentisuccessivi, come per esempio per la pre-disposizione degli opportuni interven-ti; inoltre, può essere utilizzata ancheper indagini di natura scientifica, sta-tistica e medico-legale.

L’obbligo di corretta tenuta della car-tella è individuato anche sotto il pro-filo strettamente deontologico, tantoda essere disciplinato in una specificadisposizione del Codice di Deontolo-

gia Medica, laddove all’art. 26 si sta-bilisce che “la cartella clinica dellestrutture pubbliche e private deve es-sere redatta chiaramente, con pun-tualità e diligenza, nel rispetto delle re-gole della buona pratica clinica e con-tenere, oltre ad ogni dato obiettivo re-lativo alla condizione patologica e alsuo decorso, le attività diagnostico-te-rapeutiche praticate. La cartella clini-ca deve registrare i modi e i tempi del-le informazioni nonché i termini delconsenso del paziente, o di chi ne eser-cita la tutela, alle proposte diagnosti-

che e terapeutiche; deve inoltre regi-strare il consenso del paziente al trat-tamento dei dati sensibili, con parti-colare riguardo ai casi di arruolamen-to in un protocollo sperimentale”.

Nell’ambito di un’indagine intesaad accertare la responsabilità profes-sionale, ogni annotazione od omis-sione assume importanza sia come ele-mento costitutivo della colpa, sia nel-la formulazione di un giudizio com-plessivo sulla qualità dell’assistenzasanitaria prestata. Inoltre, essendo unasorta di diario, le annotazioni vanno

Compilazione di una cartella clinica

Consiglio di Stato

Prescrizione farmaci e danni al produttore� a cura di Ennio Grassini

Il Consiglio di Stato ha dichiarato ammissibile l’impugnazione della delibera-zione regionale che, accanto a numerose disposizioni organizzative, conteneval’imposizione ai medici, sia ospedalieri sia di medicina generale, che avessero ri-tenuto necessaria una terapia con inibitori della pompa protonica, di prescrive-re esclusivamente farmaci il cui costo per giorno di terapia - riferito al prezzo alpubblico - non fosse stato superiore ad un certo importo o a eventuale diversoprezzo siccome ridefinito con procedimento del Servizio Assistenza Farmaceuti-co della Direzione Sanità in seguito ad intervenute modifiche di prezzi al pub-blico disposta dall’Amministrazione Centrale.

Il Consiglio di Stato, affermava che una tale determinazione era idonea, nel-la sostanza, ad addossare al paziente utilizzatore di un farmaco un costo piùelevato di quello rimborsabile, influenzando negativamente il consumo di taliprodotti, con evidente danno economico del produttore. �

(Avv. Ennio Grassini - www.dirittosanitario.net)

rativa viola l’obbligo di diligenza nel-l’adempimento, determinando la irri-mediabile lesione dell’elemento fidu-ciario che caratterizza il rapporto dilavoro subordinato. In simile ipotesi,il datore di lavoro può legittimamen-te esercitare il diritto di recesso e dun-que, in linea di principio, licenziare ilmedico per la non corretta compila-zione delle cartelle cliniche.

Tali estreme conseguenze sono tut-tavia da escludersi laddove lo stessocomportamento della parte datorialesia stato tale da avere ingenerato nelmedico lavoratore dipendente l’affi-damento sulla tolleranza da parte deldatore di lavoro della sua indebitacondotta.

In tal senso si è espressa la giuri-sprudenza della Cassazione (Cfr. Cass.Civ. Sez. lavoro, 13-03-2009, n. 6218),riconoscendo che avuto riguardo allemodalità di organizzazione del servi-zio (prevedente la compilazione dellacartella clinica anche ad opera di me-dici di fiducia delle pazienti, nei con-fronti dei quali il responsabile del re-parto non era in possesso di poteri ge-rarchici e direttivi) e alla prassi di co-municare al sanitario gli esiti degli esa-mi istologici pervenuti dopo le dimis-sioni delle pazienti (comunicazione dicui non era stata raggiunta la provanei casi in contestazione), non fosseroravvisabili nel comportamento del me-dico licenziato gli estremi della gravenegazione dell’elemento fiduciario.

In ogni caso, va comunque tenutopresente che, in generale, la difetto-sa tenuta della cartella clinica nonpuò risolversi in danno dei pazienti

genza nell’adempimento della presta-zione lavorativa. Tale comportamen-to inadempiente è, inoltre, da qualifi-carsi oggettivamente come di parti-colare gravità, avuto riguardo alla ri-levante funzione che essa assume, inprimo luogo, sotto il profilo sanita-rio, nei confronti del paziente, ma an-che, indirettamente, nei confronti del-la struttura sanitaria a cui il pazientestesso si è affidato.

Il medico dipendente dell’AziendaSanitaria che non esegue corretta-mente anche questa prestazione lavo-

effettuate contemporaneamente all’e-vento descritto, senza omissioni o pre-scrizioni tardive.

Dunque, vanno osservati due limitiimportanti: va compilata solo duran-te la degenza del soggetto e gli eventivanno registrati secondo la sequenzacronologica di chi li effettua.

Principio ormai pacifico in giuri-sprudenza è che il medico ha l’obbli-go di controllare la completezza e l’e-sattezza del contenuto della cartellaclinica, giacché l’inottemperanza a ta-le obbligo configura difetto di dili-

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diritto sanitario

e cioè di coloro che vantino un dirit-to in relazione alla prestazione sani-taria.

Infatti, in tema di responsabilità pro-fessionale del medico-chirurgo, la noncorretta elaborazione di tale docu-mento clinico, naturalmente, non va-le ad escludere la sussistenza del nessodi causalità tra la condotta colposa deimedici in relazione alla patologia ac-certata ed il danno subito alla salute,quando risulti provata l’idoneità di ta-le condotta a provocarla, ma consen-te anzi il ricorso alle presunzioni.

Ciò avviene in ogni caso in cui laprova non possa essere data per uncomportamento ascrivibile alla stes-sa parte contro la quale il fatto da pro-

vare avrebbe potuto essere invocato,nel quadro dei principi in ordine alladistribuzione dell’onere della provaed al rilievo che assume a tal fine la“vicinanza alla prova”, e cioè la ef-fettiva possibilità per l’una o per l’al-tra parte di offrirla. Pertanto, nella va-lutazione dell’esattezza della presta-zione medica, valore indiziante è at-tribuito alla corretta ed esaustiva com-pilazione della cartella clinica, con laconseguenza che le omissioni impu-tabili al medico nella redazione dellastessa possono rilevare ai fini dellapresunzione di sussistenza del nessodi causalità fra la condotta tenuta dalsanitario ed il danno lamentato dalpaziente (Cfr. Cass. civ. Sez. III, 5 lu-

glio 2004, n. 12273; Trib. Venezia, 10maggio 2004).

Correlato alla regolare tenuta è, inol-tre, il dovere di custodia gravante incapo all’azienda sanitaria, che di es-sa è proprietaria, per cui in caso diinadempimento a tali prestazioni, es-sendo le stesse riconducibili ad un rap-porto di tipo contrattuale venutosi adistaurare tra paziente ed ente ospeda-liero, è onere dell’inadempiente - inquesto caso dell’Ente Ospedaliero con-venuto - fornire la prova che tale ina-dempimento è stato incolpevole. �

* La motivazione integraledelle sentenze citate, su www.dirittosanitario.net

Nuova sentenza sull’esclusione dal tributo regionale

La Cassazione: agli studi rimborsi ed interessi

Il singolo professionista ha diritto al rimborso dell’Irap pagata. L’amministrazione finanziaria deve restituire il tributo sindal primo anno, deve essere perciò rigettato il ricorso dell’amministrazione finanziaria contro una sentenza della Commis-sione tributaria regionale della Lombardia che aveva dato ragione a un professionista.

Per la Corte di cassazione va quindi riconosciuto il diritto al professionista di ottenere il rimborso dell’Irap pagata (sen-tenza 13043/0, registro generale 28833/06 - 30277/06, cronologico 13043).

Proseguono così le sentenze a favore dei professionisti che si considerano esclusi dall’Imposta regionale sulle attività pro-duttive (Irap). È inutile e dispendioso il contenzioso in questo senso e farebbero bene gli uffici delle Entrate a non spreca-re tempo ed energie nel contestare l’incontestabile. Anche perchè, come segnalato sul Sole 24 Ore del 21 giugno, l’ufficioche insiste nel negare il rimborso Irap al professionista rischia di pagare anche le spese di giudizio. È quello che ha decisola Commissione tributaria regionale di Palermo.

Gli uffici devono evitare il contenzioso inutile, come aveva infatti auspicato, circa un anno fa, l’allora direttore dell’agen-zia delle Entrate, Massimo Romano, per non rischiare di subire la condanna alle spese nel contenzioso sull’Irap dei “piccoli”.Un rischio che le Entrate - con la circolare 45/E del 13 giugno 2008, che ha escluso i minimi dal prelievo - hanno cercato diarginare, invitando gli uffici locali a «prendere posizione anche sulle spese di giudizio» per ottenere la compensazione. �

(lms)

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arte medica e scienzaMarta Gentili

Marta GentiliCentro Studi

Mundipharma

Anche se a piccoli passi, il no-stro Paese sembra avviarsi nel-la direzione di un approccio

terapeutico più corretto alla sofferen-za inutile. Nel corso del convegno“Cura del dolore: un segno di civiltà”tenutosi a Roma 16 giugno scorso,presso la Camera dei Deputati, sonostati presentati nuovi dati inerenti ilconsumo di farmaci oppioidi nella te-rapia del dolore cronico, che eviden-ziano i primi importanti segnali di cre-scita in Italia. Nonostante continui adoccupare l’ultimo posto in Europa perspesa e consumo procapite (rispetti-vamente, € 0,74 e 69,12 mg), è il no-stro Paese ad aver registrato il mag-giore incremento nel 2008 rispetto al-l’anno precedente, con un +23,83%sulla spesa per singolo cittadino, con-tro un +6,76% della media europea(fonte Centro Studi Mundipharma, surielaborazione dati IMS Midas 2008)..

Analizzando la malattia dolore inItalia, si confermano dati non ancorapositivi; se ci si riferisce ai dati relati-vi al dolore non oncologico, una re-cente survey1 ha dimostrato che in Ita-lia ne soffre il 26% contro il 19% del-la popolazione europea mentre perquello che riguarda il dolore oncolo-gico2, la sintomatologia dolorosa simanifesta nel 56% dei casi, con undato italiano che arriva però all’88%(il peggiore d’Europa).

Alcune recenti pubblicazioni con-fermano, infatti, che:� nella fase terminale della malattia,

l’82,3% dei malati soffre didolore3;

� più di ¼ dei pazienti con doloresevero non ha ricevuto oppioidimaggiori4;

� il 15,45% dei pazienti con doloresevero e il 20,3% con doloremoderato non hanno alcuntrattamento analgesico5;

� il 69% dei pazienti con neoplasiaematologica è affetto da doloresevero6;

� il 25,3% dei pazienti con doloreda patologia oncologica sonopotenzialmente sottotrattati7.

Perché un divario così marcato? Unaspiegazione è individuabile nella ti-pologia di farmaci impiegati per il con-trollo della sofferenza inutile: il ricorsoai FANS è ancora molto elevato (inItalia rappresenta circa il 68% delleprescrizioni per il dolore, corrispon-dente ad una spesa complessiva di piùdi 199 milioni di euro8), mentre restacontenuto l’utilizzo di oppioidi, spe-cie di quelli forti.

Ciò fa sì che il nostro Paese sia atutt’oggi fanalino di coda per il con-sumo di questi farmaci, ma capofilanell’uso di antinfiammatori non ste-roidei.

Se osserviamo i dati di mercato,però, si intravedono alcuni significa-tivi sviluppi, che fanno ben sperareper un futuro adeguamento dell’Ita-lia agli standard europei. Analizzan-do l’andamento della spesa procapi-te, negli ultimi due anni, si assiste ad

Nonostante continui ad occupare l’ultimo posto in Europa per spesa e consumo pro-capite

L’uso degli oppiodi in Italia:cos’è cambiato negli anniAncora uno sforzo da compiere per una migliore adesione alle Linee Guida internazionali

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un generale incremento dei consumi.Nel 2008, la media europea si è asse-stata su un valore di € 3,92 a cittadi-no, con un massimo di € 7,83 in Ger-mania e un minimo di € 0,74 in Ita-lia (fonte Centro Studi Mundiphar-ma, su rielaborazione dati IMS Midas2008). Nonostante ciò, l’Italia è il Pae-se dove, lo scorso anno, la spesa me-dia a cittadino per l’utilizzo di farmacioppioidi è cresciuta di più: +23,83%,contro un +6,76% della media euro-pea.

Analizzando i valori relativi ai con-sumi in mg/procapite nel 2008, la me-dia europea si attesta invece a 204,58mg, con un dato italiano pari a 69,12mg, in aumento del +15,31% rispettoal 2007. La Germania rappresenta ilPaese con il consumo più alto, pari a433,92 mg, seguito dalla Danimarcacon 408,05 mg, dalla Spagna con317,41 mg e dall’Inghilterra con275,87 mg (Fonte: rielaborazione Cen-tro Studi Mundipharma Dati IMS MI-DAS, dati ISTAT). Figura 1.

L’Italia balza al primo posto, se siconsidera l’incremento percentuale inconsumo, espresso in mg/procapite,dal 2004 al 2008; in questi anni, lacrescita registrata nel nostro Paese èpari al +151% (Fonte: rielaborazioneCentro Studi Mundipharma Dati IMSMIDAS, dati ISTAT). Figura 2.

Sicuramente i valori di partenza era-no molti bassi, ma un dato simile rap-presenta comunque un segnale posi-tivo. L’ultimo sforzo ancora da com-piere è quello di una miglior adesio-

ne alle Linee Guida internazionali10,11,che indicano le formulazioni orali co-me via di somministrazione di primascelta. Le formulazioni transdermichecostituiscono, ancora oggi, l’80% cir-ca dei consumi, con un aggravio di co-sti a carico del SSN; anche in questosenso, tuttavia, gli ultimi trend di cre-scita sono incoraggianti, perché net-

tamente a favore delle formulazioniorali (+255,7% contro +135,2%).

La recente ordinanza, presentata efirmata dal Vice Ministro del WelfareFerruccio Fazio nel corso del Conve-gno e pubblicata in G.U. il 20 giugnou.s. rappres enta un’importante vit-toria nella lotta al dolore. L’abolizio-ne del ricettario speciale, difatti, rap-

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presenta un passo avanti per facilita-re l’utilizzo dei giusti farmaci per iltrattamento del dolore.

Anche il Dott. Martini presidentenazionale Snami, presente all’eventoha dichiarato che “È di fondamenta-le importanza che i medici di famigliapossano prescrivere più facilmente cu-re per le quali siamo gli ultimi in Eu-ropa. A limitare la prescrizione deglioppiacei, per esempio, è il fatto che ilmedico ospedaliero, non essendo si-curo che il medico di famiglia sia ingrado di dare continuità assistenziale,non avendo il ricettario speciale, optaper altre alternative meno idonee.” �

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arte medica e scienzaMario Ugo Mirabella

� Mario Ugo Mirabella Vice Presidente Prov. CataniaFarmacologo

La Camera, il 23 giugno 2009,ha convertito in legge il Decre-to Abruzzo, già approvato dal

Senato nel mese di maggio, sancendogli interventi urgenti in favore dellepopolazioni colpite dal sisma. Partedelle risorse necessarie per affrontarel’emergenza Abruzzo vengono attin-te dalla razionalizzazione della spesafarmaceutica attraverso l’articolo 13,comma 1, che interessa e regola il set-tore dei farmaci generici.

Due sono i punti importanti che pos-sono influenzare le dinamiche di mer-cato: i margini commerciali per la di-stribuzione (e quindi anche le sconti-stiche che le aziende riconoscerannoa farmacie e grossisti) e l’abbassa-mento di prezzo del 12%, fino al30.12.2009, dei farmaci generici.

Il primo punto consentirà di sgom-brare il campo dalla possibilità chedietro la sostituzione ci sia un inte-resse del farmacista, soprattutto quan-do questa avviene tra generico e ge-

nerico. Questa sostituzione “orizzon-tale” in cui il farmacista dispensa ungenerico diverso da quello espressa-mente indicato da noi medici è unapratica che non avrà più un suo ra-zionale e quindi potremmo prescrive-re scegliendo di indicare con maggio-re serenità il produttore che più ci con-vince. Anche perché tutti noi sappia-mo che i generici sono bioequivalen-ti all’originator ma non è detto che losiano tra loro ed è importante tener-ne conto soprattutto nelle terapie cro-niche.

L’abbassamento di prezzo del 12%dei farmaci generici, imposto dal de-creto, sta consolidando un differen-ziale prezzo con l’originator più alto.Questo differenziale potrà impattarein maniera importante sulla nostra at-tività quotidiana di medici perché an-drà ad incidere sulle “tasche” dei no-stri pazienti. E in questo momento didisagio economico-sociale può diven-tare un fattore chiave nella scelta delfarmaco che non possiamo trascurare.

Quindi ci troviamo davanti adun’opportunità, cioè quella di poterdecidere di prescrivere il generico del

produttore che ci dà più garanzie, chequesta prescrizione venga rispettatadal farmacista, oggi meno interessa-to a sostituire orizzontalmente, e dicurare al meglio i pazienti senza one-ri aggiuntivi per la terapia che do-vranno seguire.

Il farmaco generico rappresenteràuna realtà sempre più importante nel-la “primary care”, una realtà che nonpossiamo ignorare. Anzi ora più chemai possiamo far valere il nostro ruo-lo di decisori non solo della terapiada erogare al paziente ma anche delfarmaco che più soddisfa le nostreaspettative di cura. �

Due i punti importanti che possono influenzare le dinamiche di mercato

Il “decreto Abruzzo”, cosa cambia per il sistemaCon l’approvazione della Camera emergono elementi chiave che danno al medico un razionale in più per prescrivere i farmaci generici.

Distribuzione dei farmaci

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attualità

� Francesco Pecora

Si può avere o meno simpatia perL’AIFA, ma non è un motivo va-lido e degno di un paese civile che

giovani con rigurgiti di sessantottinia-na per non definirli di squadristica me-moria (che poi è la stessa cosa) irrom-pano nella sede dell’Agenzia Italianadel Farmaco per contestare la decisio-ne di addetti ai lavori. Come al solitonel nostro paese, dove il confine tra tec-nico e morale è tanto sottile, un pro-blema così importante diventa motivodi scontro politico, ideologico e reli-gioso. È già successo tante volte, l’ul-tima è stato per Eluana e purtropposuccederà ancora: in Italia succede chequando le organizzazioni preposteprendono una decisione, queste diven-tino bersaglio di giornalisti che di pro-blemi seri ne fanno oggetto di spetta-colo, o succede addirittura che donneo uomini di spettacolo si improvvisino“Catone il Censore” allo sbaraglio.

La parte più pittoresca del carosellomediatico spetta ai politici ed alla po-litica dei nostri giorni. Come si puòaccettare che sempre, un problema eti-co- morale alla ribalta, diventi imme-diatamente di destra o di sinistra, a pre-scindere dal valore stesso che il pro-blema abbia? L’etica, la morale nonhanno colore politico. Sulla pillola

abortiva si sono sentite balle di destrae di sinistra.

L’invadenza della politica ora si è fat-ta stucchevole. Si parla non per con-vinzioni personali, ma per ordini di scu-deria o per non scontentare i potenta-ti di turno. Ancor più grave è che tut-to ciò spesso venga espresso con la no-ta imprudenza ed impudenza degliignoranti. Ci meravigliamo di due co-se a mio parere molto importanti: il di-scutibile atteggiamento di tutti mediciche affollano i due rami del parlamen-

to e commissioni varie ed il solito si-lenzio assordante dei soliti assenti.

Quando si capirà che problematichedi questo tipo devono essere affronta-te solo dai medici e dalle loro organiz-zazioni che quasi sempre fanno il gio-co delle tre scimmiette?

La democrazia moderna deve co-munque rispettare la libertà individualee non deve di certo essere pilotata daesigenze politiche, partitiche, religiose,di qualunque natura esse siano e daqualunque parte provengano. �

La mancanza di rispetto delle regole porta alla sterile guerra

Ru486 pillola abortiva è scontroSempre assenti le organizzazioni preposte.

La pillola abortiva in Italia

Via libera dall’AIFADopo una lunga discussione le votazioni (4-1). Solo in ambito ospedaliero ed entro la settima settimana.

La pillola è già commercializzata in vari paesi. La votazione si è risolta conun risultato di quattro contro uno a favore della vendita. L’ok è venuto dal pre-sidente del Cda dell’Agenzia Italiana del Farmaco, Sergio Pecorelli, e dai consi-glieri Giovanni Bissoni, Claudio De Vincenti e Gloria Saccani Jotti. Ad esprimer-si negativamente è stato invece Romano Colozzi, assessore alle Risorse e Finan-ze della Regione Lombardia. Nelle disposizioni, ha aggiunto Bissoni, c’è un “ri-chiamo al massimo rispetto della legge 194 e all’utilizzo in ambito ospedaliero.Dopo una lunga istruttoria è stato raccomandato di utilizzare il farmaco, entroil quarantanovesimo giorno, cioè entro la settima settimana”. Entro questo ter-mine, infatti, le eventuali complicanze sono sovrapponibili a quelle dell’abortochirurgico.(LmS) �

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attualità

Il via libera dell’Agenzia del farmaco (Aifa) alla pillo-la abortiva ha innescato una serie di reazioni contrappo-ste Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi chiede ga-ranzie che l’uso della pillola non entri in contrasto con leregole stabilite dalla 194. I radicali e il centrosinistra han-no invece parlato di vittoria per le donne. Posizioni dif-ferenti nel centrodestra.

Pillola abortiva, l’ira del Vaticano:“La Chiesa non resterà passiva”. Mon-signor Fisichella: “Chi abortisce sia co-sciente della gravità del gesto”. Il Vati-cano ha subito parlato di “veleno letale”

e di “delitto” che comporta “la scomunica” della chiesa perchi la usa, la prescrive o partecipa a qualsiasi titolo “al-l’iter”. “Non possiamo restare passivi”, ha scritto mon-signor Rino Fisichella in un editoriale dell’OsservatoreRomano.

Roccella: “Clandestinità legale, contra-ria alla 194”. “Non sono stati chiariti al-cuni punti oscuri del metodo relativi al-la sicurezza nell’utilizzo” della Ru486:commento del sottosegretario al Welfa-

re, Eugenia Roccella, chiede “chiarezza” all’Aifa. “Comeministero - aggiunge - dobbiamo garantire la compatibi-lità con la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravi-danza e dobbiamo garantire la sicurezza delle donne”. Ilpericolo, secondo Roccella, è che con la pillola abortivaRu486 si possa arrivare a una “cladestinità legalizzata”degli aborti. Il metodo dell’aborto farmacologico, ha af-fermato, “intrinsecamente porta la donna ad abortire adomicilio, proprio perchè il momento dell’espulsione nonè prevedibile”, in una sorta di “clandestinità legale”. Cheè “difficilmente compatibile con la 194”.

Prestigiacomo:”Ok sotto controllo ospe-daliero”. “Se sotto controllo ospedalie-ro, sono d’accordo con l’introduzione del-la pillola Ru486 anche in Italia”. Lo af-ferma il ministro dell’Ambiente, Stefania

Prestigiacomo. Aggiunge: “Non sarei d’accordo se questapillola fosse venduta liberamente nelle farmacie”.

Livia Turco: “Adesso basta con le cro-ciate”. Il capogruppo Pd in commissio-ne Affari sociali della Camera commen-ta: “Spero che adesso finisca la crociatacontro un farmaco che in realtà era una

crociata contro le donne e i medici. Il timore di privatiz-zare e banalizzare l’interruzione di gravidanza e di lascia-re le donne sole nascondeva la sfiducia nei confronti del-le stesse donne e dei medici. Garantire che questa meto-dica sia utilizzata nel modo più appropriato e nell’ambi-to della legge 194. Per questo mi auguro che il ministerodella Salute definisca insieme alle Regioni delle linee gui-da per garantire una presa in carico adeguata su tutto ilterritorio nazionale”.

Palumbo: “Valida alternativa farmaco-logica”. “Dal punto di vista scientificonon ho remore sulla messa in commerciodella Ru486. Ci sono regole restrittive chegarantiscono la salute delle donne e l’Ita-

lia non può rimanere fuori dall’Europa”. Lo ha dichiara-to il presidente della commissione Affari sociali della Ca-mera Giuseppe Palumbo (Pdl). “La Ru486 - spiega Pa-lumbo - rappresenta solo un’applicazione medica della Leg-ge 194 sull’interruzione di gravidanza. Una valida alter-nativa farmacologica all’intervento chirurgico che dà anchela possibilità a quelle donne, che non possono essere sot-toposte per motivi di salute ad un’operazione, di portare atermine la propria scelta di interrompere la gravidanza,sempre comunque entro i dettami della 194. Nulla di piùdunque da giustificare tanto allarmismo”.

Pillola abortiva Ru486: hanno detto

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LA BIBLIOTECA DEI MORTIdi Cooper Glenn

Sono già sei le persone cui è accaduto: hanno ri-cevuto una cartolina anonima, con soltanto unadata. E, in quello stesso giorno, sono morti. Sem-pre in maniera diversa e imprevedibile: colpiti da unmalore, coinvolti in una sparatoria, investiti...

Tutto fa pensare che ci sia un pericoloso omicidain circolazione a New York. Ma Will Piper, l’agentedell’FBI incaricato delle indagini, scoprirà che quei“delitti” sono collegati a un segreto gelosamentecustodito da secoli: la Biblioteca dei Morti... �

IN VOLO SENZA CONFINIdi Laura Mancuso

Questo è il libro che non avrei voluto mai scri-vere. Una storia, la mia storia, di un’esperienzache non avrei mai voluto vivere. Ma è anche ilracconto della mia esistenza. Un racconto di suc-cessi e di mal di montagna, di passione e di ama-rezza. Un arcobaleno di emozioni tra le risate e ilvento. Ansie e fatiche nel sole cocente del de-serto o al freddo pungente dell’Himalaya. Una sto-ria di amore e di coraggio. Di pianti e di ondebianche dell’oceano. Di notti gelide riscaldate dalfuoco e dall’amore. Di mattine finte rischiaratedalle torce frontali. Di amicizia e di rispetto. Di

aquile, gru, falchi, poiane, albatros e condor. Po-ca quiete ma, come diceva Angelo, ‘per riposarsic’è sempre tempo’.” Laura Mancuso è la moglie diAngelo D’Arrigo, l’uomo che ha insegnato a vola-re agli uccelli. È stata la sua compagna di vita edi avventure. Al suo fianco in ogni impresa, inogni rischio, in ogni successo o delusione. Allasua morte ha deciso di portare a compimento isuoi sogni e ha riportato a casa Maya e Inca, idue condor che Angelo voleva reintrodurre neicieli delle Ande. Con una prefazone di CandidoCannavò. �

LO SPECCHIO DI DIOdi Eschbach Andreas

Nella necropoli di Bet Hamesh, non lontano daGerusalemme, l’archeologo Stephen Foxx scopre loscheletro di un uomo morto duemila anni prima...accompagnato dal manuale di utilizzo di una vi-deocamera.

Lo stupore del ritrovamento si trasforma imme-diatamente in un inquietante enigma: la videoca-mera è ancora in progettazione e l’uscita sul mer-

cato è prevista entro tre anni. Le ipotesi si fannosempre più fantastiche, fino all’incredibile: si trat-ta di un futuro viaggiatore nel tempo che avrebbevisitato la Palestina del I secolo d.C. per filmare levicende della vita di Gesù Cristo? Inizia così la ri-cerca delle registrazioni sullo sfondo di ipotesiscientifiche, intrighi, cospirazioni e oscure tratta-tive finanziarie. �

letti per voia cura di Francesco Pecora

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l’intervistaStefano Nobili

Sergio Meda, milanese, giornalista dilungo corso professionista dal 1974, di-rettore di alcune testate poi direttore edi-toriale. Tra i molti interessi della sua vi-ta lo sport e la salute, con significativeincursioni nel mondo della sanità (nel‘93-’94 a fianco dell’allora ministro Ma-riapia Garavaglia). Da ultimo, la sfida

di Più Salute, bimestrale rivolto al pubblico e distribuito gra-tis in farmacia, con una storia “accidentata”: sino al 2007otto anni di vita con tre editori e quattro direttori diversi.Non semplice raddrizzare la barca, portarla in linea di navi-gazione.

Come sta andando?“Bene, grazie: abbiamo creato un giornale di servizio che,

rispetto ad altri, la farmacia ne veicola parecchi, ha il van-taggio di un grande dossier, 28 pagine a numero, su temi diinteresse per il largo pubblico. Abbiamo trattato seriamen-te il mal di testa, l’automedicazione, problemi di cuore, ilpianeta donna; nel prossimo numero proporremo un dos-sier sui bambini. Poi servizi agili e rubriche che ben inte-ragiscono con il pubblico. La rivista funziona al meglio, an-che se grava in gran parte sui farmacisti che la diffondonogratuitamente ai loro clienti. È l’unica pecca, al momento”.

Questi giornali finiscono per accontentare i clienti abituali, come se fossero degli abbonati. Di fatto è come se prenotassero una copia che il farmacista riserva loro. Succede anche per Più Salute?

“Abbiamo espressamente chiesto che il bimestrale sia adisposizione della clientela sino a esaurimento delle copie.Speriamo che ci siano soltanto poche occasioni privilegia-te, che non mi sento comunque di escludere”.

Che cosa chiede il pubblico al mondo medico?“Certezze o quantomeno approfondimenti che altrove

non trova. Internet propone tutto e il suo contrario, la gen-te vi si avventura con curiosità ma non ne esce, per fortuna,convinta. Per questo le riviste che si occupano correttamentedi salute sono un buon veicolo, se gestite con accortezza esagacia. È giusto, a mio avviso, che ci si indirizzi a chi sa, hacompetenza e può indirizzare, con parole semplici, versosoluzioni chiare, come attualmente fanno sia i medici sia ifarmacisti che collaborano con la rivista”.

La salute è un bene primario: ci sono richiesteparticolari in relazione a qualche patologia?

“Raggruppiamo le varie domande e le curiosità che indi-rizziamo a uno specialista. Ogni numero di Più Salute neospita uno, logicamente con preavviso ai lettori. Poi ci oc-cupiamo dei sintomi, per tranquillizzare chi ne ha bisogno

Intervista a Sergio Meda

Giornali di servizio, il resto conta pocoLe pubblicazioni che si occupano di salute viste

da un giornalista d’esperienza.

Libertà Medica SNAMI

l’intervista

n.3 lugl io - settembre 2009

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e sollecitare chi invece magari sottostima alcuni segnali.L’ottica è quella di aiutare a capire, non certo quella di so-stituirsi al medico, per il lavoro del quale abbiamo il mas-simo rispetto. Quanto agli ipocondriaci, ce ne sono in ab-bondanza e frequentano ogni rivista che si occupa di salu-te, abbiamo anche una rubrica in cui parliamo di celebrimalati immaginari, del passato e attuali. Divertente e so-prattutto educativa. Per sdrammatizzare un po’, il che nonguasta”.

La crisi del settore la avvertite?Come dicevo, aldilà delle aziende del settore che si oc-

cupano di farmaci da banco, prodighe di attenzioni neinostri confronti, non si riesce a portare a casa la pubbli-cità extra settore salute, se non in maniera sporadica. Mol-to dipende dai numeri di Più Salute, che non va oltre le200 mila copie ogni due mesi.

Il futuro della divulgazione scientifica:professionisti, giornalisti, medici o l’insieme di queste figure?

Giornalisti tout court aiutati nella divulgazione dachi ne sa e può convalidare le informazioni, firmandoin prima persona. In senso tecnico dei “negri” o se pre-ferite “ghost writers”. L’informazione validata, comela si può definire, da professori o illustri medici. Senzaescludere i giornalisti scientifici, come ce ne sono daanni, in modo da evitare che sui giornali compaianogrossolani errori, come ogni giorno se ne leggono”.

Il tuo rapporto con i medici collaboratori: ci sono quelli professionalmente capaci ma non in grado di divulgare, poi esistono i divulgatori.Quali scegli?

Personalmente preferisco chi sa e può usare, alle condizio-ni già esposte, i mediatori culturali, cioè noi giornalisti. Io perprimo mi avvalgo di alcuni medici divulgatori,ma soltantoquelli di grande qualità. Non sono molti, sia chiaro”. �

Cassazione CivileDanni alla vista da videoterminale

Il giudice può fondare la propria decisione anche su unaconsulenza tecnica stragiudiziale, integrante al pari dellaconsulenza di parte una semplice allegazione difensiva, benpotendo trarre da essa utili elementi per il principio della li-bera formazione del proprio convincimento, purché forniscaadeguata motivazione di tale sua valutazione, motivazioneche, nel caso di specie, era tanto più necessaria, in consi-derazione del diverso parere espresso dal consulente tecni-co di ufficio circa la esistenza della malattia denunciata edella sua ricollegabilità alla prestazione lavorativa di col-laudatore con l’uso di videoterminali. �

(Avv. Ennio Grassini - www.dirittosanitario.net)