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DIVENTARE CRISTIANIIN UNA CHIESA MISSIONARIA
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Vol. IIIFase B: Introduzione alla vita cristiana
ARCIDIOCESI DI MILANOCOMMISSIONE ARCIVESCOVILE PER GLI
ITINERARI DI INIZIAZIONE CRISTIANA
Testo-base per la sperimentazionediocesana dell’iniziazione cristiana 0-14 anni
Diventarecristiani
in una Chiesamissionaria
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ISBN 88-8025-???-?
EDIZIONE FUORI COMMERCIO
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Sommario
PREMESSA pag. 7
DESCRIZIONE DELL’ITINERARIO » 11
1. I criteri e le scelte generali » 11
1.1. Il cristocentrismo » 111.2. L’esperienza comunitaria:
l’oratorio e gli altri momenti della vita parrocchiale » 11
1.3. La pedagogia della traditio-redditio » 121.4. Il metodo della narrazione » 131.5. Un cammino integrato » 141.6. Lo sganciamento dagli automatismi » 151.7. Il coinvolgimento delle famiglie » 16
2. Lo svolgimento dell’itinerario » 17
2.1. Il tempo dell’accoglienza e dellaprima evangelizzazione » 17
2.2. Il tempo del catecumenato » 212.3. La preparazione prossima
ai sacramenti » 27
3. Alcune attenzioni pratiche » 32
SCHEDE » 35
TABELLE RIASSUNTIVE » 36
APPENDICE » 47
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Premessa
È possibile che il cammino battesimale propostonella prima fase dell’itinerario complessivo di Inizia-zione Cristiana non coinvolga fin da subito un grannumero di famiglie; di conseguenza non pochi fanciulliche vengono presentati per ricevere la Cresima e l’Eu-caristia si trovano nelle due situazioni ben descrittedalla nota CEI/2:
– un numero limitato ma tutt’altro che insignificantedi fanciulli non battezzati, che «sono solitamente all’o-scuro di tutto ciò che riguarda la fede cristiana ed hannosolo un’iniziale conoscenza del cristianesimo»1;
– un numero decisamente più consistente di fanciulligià battezzati, che però, in molti casi, si distinguonodai loro coetanei che chiedono il Battesimo «solo peril dono di grazia che portano in sé, ma di cui non hannocoscienza»2.
In questo tratto dell’itinerario riproponiamo l’orien-tamento di fondo che assume il catecumenato degliadulti non tanto come modello normativo e vincolante,quanto piuttosto «come modalità a cui ispirarsi, adat-tandola ai fanciulli e ai ragazzi, in considerazione nonsolo della loro specifica età, ma anche del concreto con-
PREMESSA
1 CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE DELLA CEI, L’Iniziazione cri-stiana. 2 Orientamenti per l’iniziazione dei fanciulli e dei ragazzi dai 7 ai14 anni. Nota pastorale, EDB, Bologna 1999, n. 31 (d’ora in poi citata:CEI/2).
2 CEI/2, n. 34.
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3 D. TETTAMANZI, Mi sarete testimoni. Il volto missionario della Chie-sa di Milano, n. 64.
4 Cfr. CEI, Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia. Orienta-menti pastorali dell’Episcopato italiano per il primo decennio del 2000,Roma 2000, n. 57.
5 Questo termine, per le precisazioni sopra espresse, va utilizza-to in senso stretto per i fanciulli non battezzati, in senso analogicoper tutti gli altri.
6 Cfr. CEI/2 n. 31.
testo pastorale delle nostre comunità parrocchiali»3. Daqui derivano:– le scelte qualificanti precedentemente indicate: l’at-
tenzione ad una fase di “primo annuncio” (natural-mente doverosa per i fanciulli non battezzati, maormai necessaria anche per molti già battezzati4); laconfigurazione di un cammino di educazione globa-le alla vita cristiana; la celebrazione unitaria deisacramenti dell’Iniziazione Cristiana, che evidenzi ilruolo dell’Eucaristia come punto d’arrivo dell’itine-rario; l’introduzione di un periodo di mistagogiasuccessivo alla celebrazione sacramentale.
– lo schema complessivo della presente Fase, desuntodirettamente dalla Guida per l’Itinerario catecumenaledei ragazzi della CEI e così articolato:0. tempo del PRIMO ANNUNCIO;1. tempo del CATECUMENATO5;2. tempo della PREPARAZIONE PROSSIMA AI
SACRAMENTI.
Un cammino di “introduzione alla vita cristiana”così caratterizzato contribuisce in modo determinante amettere in atto il passaggio dal «catechismo» alla «cate-chesi» intesa come esperienza globale, auspicato daiVescovi italiani6; si tratta cioè di superare il nozionismocatechistico per giungere ad una catechesi che consistanell’«educare al pensiero di Cristo, a vedere la storia come
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9PREMESSA
7 RDC, n. 38. Cfr. anche CEI/2, n. 37.
Lui, a giudicare la vita come Lui, a scegliere e ad amare comeLui, a sperare come spera Lui, a vivere in Lui la comunionecon il Padre e lo Spirito Santo. In una parola, nutrire e gui-dare la mentalità di fede»7.
Per raggiungere questo obiettivo è necessario tenerepresenti alcune dinamiche, così individuabili:– innanzitutto è necessario non solo conoscere Gesù,
ma stimarlo ed amarlo, per poter dire con san Paolodi «non sapere altro se non Gesù Cristo, e questi crocefis-so»(1Cor 2,2) , il quale «ha amato me e ha dato se stessoper me» (Gal 2,20);
– diventa fondamentale l’annuncio della Pasqua delSignore, nucleo essenziale del Vangelo (cfr 1Cor 15,1-4), se non si vuole «annunciare la testimonianza di Diocon sublimità di parola o di sapienza», basandosi «sudiscorsi persuasivi di sapienza», invece che «sulla mani-festazione dello Spirito e della sua potenza» (id. 2,1.4);
– inoltre bisogna riconoscere il primato dello Spirito:la sua azione non soltanto introduce l’essere umanonella salvezza di Dio, ma permette di fare esperien-za spirituale, di conoscere Gesù ed il Padre, perché«noi abbiamo ricevuto lo Spirito di Dio per conoscere tuttociò che Dio ci ha donato»(id. 2,12; anche Gv 13,15-26).
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11DESCRIZIONE DELL’ITINERARIO
8 Cfr. RDC, n. 38.
Descrizione dell’itinerario
1. I criteri e le scelte generali
1.1. Il cristocentrismo
Poiché l’esperienza cristiana nasce dall’incontro conla persona viva di Gesù e si costituisce nel vivere “comeLui”8, tutto l’itinerario proposto è cristocentrico:– il Mistero Pasquale è il centro del primo annuncio;– la contemplazione della vita di Gesù, il Messia, nar-
rata secondo la scansione dell’anno liturgico, costi-tuisce il primo anno del tempo del catecumenato,entro cui si annuncia la paternità di Dio raccontatacidal Figlio;
– l’esperienza morale e quella ecclesiale sono proposteanzitutto come “vita secondo lo Spirito”, cioè vitadei figli di Dio al modo del Figlio, “come Gesù”;
– la celebrazione sacramentale è presentata come pos-sibilità per noi, qui ed ora, di vivere l’incontro conGesù salvatore;
– Gesù è, infine, il compimento dell’Antico Testamentoe solo attraverso di Lui e in vista di Lui sono propo-sti i molteplici rimandi alla Storia di Salvezza.
1.2. L’esperienza comunitaria: l’oratorio e gli altri momenti della vita parrocchiale
La comunità cristiana è il soggetto che introduce ilfanciullo nell’esperienza cristiana: incontro salvifico di
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9 È fondamentale che i genitori scelgano una comunità cristianacome loro propria e non chiedano una semplice ospitalità dettata damotivi pratici. Su questo aspetto è opportuno vigilare ed essere esi-genti con le famiglie durante i primi incontri.
10 La cui collaborazione è assolutamente necessaria, contro la pras-si ancora in atto in alcune situazioni che divide le competenze tra idue soggetti: al parroco la catechesi, al vicario parrocchiale l’oratorio.
Cristo nella Chiesa. Nella Chiesa è annunciato l’Evange-lo, nella Chiesa si celebra la salvezza offerta nei segnisacramentali.
La Parrocchia, di residenza o di elezione della fami-glia9 è quindi il luogo ove il cammino di Iniziazione Cri-stiana può accadere efficacemente.
Non solo il Parroco o l’eventuale vicario parrocchia-le incaricato dell’Oratorio10 con i catechisti, ma tutti imembri della comunità, nella varietà di carismi e mini-steri, sono coinvolti in questo processo, affinché il fan-ciullo e la sua famiglia siano accolti e introdotti nellavita della comunità cristiana.
L’Iniziazione Cristiana, soprattutto dopo i sette annidi età del fanciullo, ha nell’Oratorio la sua “casa”, ilsuo luogo vitale ed imprescindibile dato che propriol’Oratorio, nella tradizione ambrosiana, è la realtà in cuisi concretizza l’esperienza comunitaria offerta dallaParrocchia ai ragazzi e alle loro famiglie.
Nell’Oratorio e nella Pastorale dei Ragazzi andràcollocato il momento catechistico, correlato da espe-rienze di vita comune, di preghiera, di esercizio concre-to della carità, attraverso le quali piccoli e grandi cre-scono insieme.
1.3. La pedagogia della traditio-redditio
Il movimento pedagogico sotteso a un itinerario diIniziazione Cristiana di ispirazione catecumenale èquello determinato dalla logica della traditio-redditio epuò essere così precisato:
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13DESCRIZIONE DELL’ITINERARIO
– la fede è dono e suppone una comunità che se ne fac-cia mediatrice e portatrice (traditio);
– la fede suppone un’accoglienza libera e la possibilitàdi essere coltivata con un atteggiamento attivo(receptio);
– la fede è feconda, opera nella carità e prende voltonel celebrare, nel testimoniare e nel servire (reddi-tio).Questa dinamica coinvolge ogni uomo singolarmen-
te; per questo motivo va superato il tempo di una cate-chesi rigida e preordinata, uguale per tutti, per giunge-re ad una catechesi che tenga conto della storia e dellecaratteristiche dei soggetti, un itinerario che, pur nell’u-nità, proponga dei cammini differenziati.
Fondamentale diventa allora la qualità delle relazio-ni che si instaurano fra bambini, catechiste e famiglie,riqualificando, ove possibile, anche la figura del padri-no/madrina. I bambini e i ragazzi devono poter incon-trare la fede nei tratti concreti delle persone che voglio-no loro bene. La fede è anche un fatto relazionale, in cuiattraverso una storia concreta di relazioni fra persone sigiunge all’incontro con Dio nella propria vita e all’in-terno della comunità.
1.4. Il metodo della narrazione
Fondamentale perché si attui la pedagogia sopraesposta è l’ascolto della Parola, evento insostituibile peramare il Signore: dall’ascolto, infatti, scaturisce la fede.
Per attivare l’annuncio della Parola risulta efficace ilmetodo della narrazione, del racconto, della pazientericostruzione dei processi storici, e la comunicazione diesperienze significative della Parola stessa.
La narrazione diviene fondamentale come strategiaeducativa: nell’atto stesso del raccontare si esprimeun’esigenza di accoglienza, un desiderio di reciprocitàche rendono la narrazione una forma di “ospitalità”.
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11 CEI/2, n. 31.
In questo modo il bambino potrà conoscere il voltodel Signore che si lascia incontrare e nasce una relazio-ne, quella dei figli di Dio. «La finalità dell’annuncio non ètanto trasmettere nozioni o regole di comportamento, ma con-tribuire a portare il catecumeno a un incontro con Cristo vivo[…], un incontro con la comunità, la Chiesa […], la scopertache egli stesso fa parte della storia di salvezza»11.
Le schede nn. 2-3-4 sono offerte quali esempi di me-todologia narrativa applicata alla catechesi con i fan-ciulli.
1.5. Un cammino integrato
Proprio perché si tratta di un cammino non di istru-zione religiosa ma di introduzione/accompagnamentoalla vita cristiana, si comprende come l’itinerario pro-posto debba essere strutturato ed articolato in tempi,temi, esperienze di ascolto, narrazioni, atteggiamentiesistenziali, attività ed esperienze di gruppo, celebra-zioni, momenti proposti a tutta la famiglia.
Si tratta di reimpostare completamente la propostafatta ai genitori e ai ragazzi: il momento dell’incontro dicatechismo classico (un’ora nei giorni feriali dopo lascuola) non può essere l’unico appuntamento di questocammino che prevede invece giornate insieme, uscite,ritiri, momenti diversi. Anche la modalità concreta disvolgimento del momento settimanale (sempre che sivoglia ancora mantenere questa scansione) deve preve-dere l’alternanza di momenti catechistici, celebrativi,operativi, di incontro con altre personaggi della comu-nità. Questo significa che il catechista non è più l’unicosoggetto che lavora con i ragazzi, ma il referente, ilcoordinatore degli interventi di tanti altri, pur mante-
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15DESCRIZIONE DELL’ITINERARIO
nendo certamente il rapporto personale più stretto conla famiglia e i ragazzi.
Anche le eventuali realtà ecclesiali presenti e colla-boranti in Parrocchia (associazioni e movimenti)vanno considerati luoghi ove una famiglia e un ragazzoche vi appartengano possono compiere alcuni tratti diquesta esperienza globale.
Proprio per mantenere sempre viva l’attenzione aformulare una proposta di itinerario globale e non sem-plicemente un percorso catechistico, risultano partico-larmente utili le tabelle allegate alla presente descrizio-ne, che mostrano sempre insieme tutti i livelli da tenerein considerazione durante la progettazione della propo-sta. Certamente si noterà come alcune colonne di questetabelle siano più sguarnite; ciò non è determinato dauna mancanza di idee ma dal fatto che, dovendo artico-lare una proposta di incontro con la vita di una comu-nità reale, le scelte concrete dipendono moltissimo dallasituazione reale in cui l’itinerario si incarna.
1.6. Lo sganciamento dagli automatismi
Il cammino qui delineato presuppone nei ragazzi enelle famiglie un’adesione libera e un desiderio, alme-no iniziale, di vivere questa esperienza. Per questomotivo non è indicata una precisa corrispondenza tra letappe dell’itinerario e le classi scolastiche frequentatedai fanciulli e non sono precisate una data ufficiale diinizio e una di fine. E’ segnalato invece uno spazio tem-porale entro cui può utilmente svolgersi questo cammi-no (tra i 7 e i 12 anni) e i tempi minimi per l’efficaciadella proposta.
L’inizio del cammino per le famiglie che non hannopartecipato alla prima fase dell’itinerario di IniziazioneCristiana deve essere sapientemente gestito, affinchéuna sollecitazione della parrocchia verso i genitori deifanciulli battezzati (forse ancora opportuna, soprattutto
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in funzione missionaria) non sia letta come costrizioneautoritaria o avviso di una delle cose che “bisogna fare”giunti a questa età.
Infine, proprio per sostenere il più possibile un’ade-sione libera, personale e consapevole dei ragazzi, risul-ta necessario un esercizio di discernimento previoall’ammissione alla celebrazione dei sacramenti.
1.7. Il coinvolgimento delle famiglie
In un itinerario siffatto è imprescindibile il coinvol-gimento diretto delle famiglie dei fanciulli. Il primopasso è accogliere i bambini che vengono accompagna-ti dai genitori per l’iniziazione cristiana, interrogandosisulle loro reali esigenze e sulla loro situazione. L’acco-glienza del bambino (e qui fondamentale risulta anchel’atteggiamento del catechista) non può essere reale senon vi è l’accoglienza e l’ascolto della famiglia e deigenitori.
Questa attenzione ha un suo momento peculiareall’inizio del cammino, ove è necessario arrivare ad unminimo accordo educativo con le famiglie, da cui sinota l’importanza degli incontri di accoglienza.
Il coinvolgimento della famiglia deve essere costan-te in ogni tappa dell’itinerario, attraverso momentidedicati a tutta la famiglia e non solo ai ragazzi,momenti di formazione per i genitori, momenti celebra-tivi preparati e vissuti insieme. Un così articolatoaccompagnamento della famiglia intera vuole essere ilsuperamento di una semplice prassi costituita da unaserie di incontri con i genitori volti o a organizzare igrandi eventi (prassi deteriore) o a offrire una qualchecatechesi per adulti (proposta comunque migliore). Piùil cammino offerto è articolato e diversificato nelle sueproposte (e quindi svincolato dall’incontro di catechesisettimanale), più questo offre momenti a cui tutta lafamiglia può partecipare. Anche ad essa, nel suo com-
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12 Alcuni anni fa l’Ufficio Catechistico Diocesano ha prodotto unsussidio che, per alcuni aspetti, risulta ancora valido strumento peravviare un serio cammino con le famiglie dei ragazzi: DIOCESI DIMILANO - SERVIZIO PER LA CATECHESI, Catechisti e genitori: accompagna-re insieme i figli nell’iniziazione cristiana, In dialogo, Milano 1998.
plesso, deve essere data la possibilità di alcuni momen-ti di vita fraterna, di celebrazione, di riflessione, di coin-volgimento nelle iniziative parrocchiali già in atto (tuttol’itinerario non vuole tanto produrre occasioni ad hocper la catechesi, ma innestare il cammino di Iniziazionecristiana nella vita parrocchiale concreta)12.
Se l’itinerario è vissuto insieme a tutta la famiglia edè progressivamente integrato nella vita della comunitàcristiana, sarà più difficile assistere ad un disimpegnodei genitori nei confronti delle scelte dei figli dopo lacelebrazione dei sacramenti.
Poiché il soggetto “famiglia” risulta centrale in que-sta proposta, è probabile che, in virtù anche dello sgan-ciamento dagli automatismi anagrafici e scolastici, fra-telli di età vicina possano vivere insieme il cammino diIniziazione Cristiana.
2. Lo svolgimento dell’itinerario
2.1. Il tempo dell’accoglienza e della prima evangelizzazione
Il sano realismo più volte evocato fa pensare che,purtroppo, non molte famiglie avranno accolto l’invitodella comunità a camminare e crescere insieme ai lorofigli lungo tutta la prima infanzia, secondo le lineeespresse nella Fase A del presente progetto. Il problemache si pone a questo punto alla comunità chiamata adaccompagnare il completamento dell’Iniziazione Cri-stiana dei fanciulli in età scolare e ad accogliere un’e-ventuale richiesta di Battesimo di qualche ragazzo è
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quello di coinvolgere queste nuove famiglie e i lorofanciulli, che comunque, in buona parte, sulla scorta diuna tradizione ancora radicata, sanno che, più o menoin questi anni, “si fa la prima comunione”.
Attraverso modi attenti a sollecitare la libertà dellefamiglie, la parrocchia deve richiamare a tutti i genito-ri dei fanciulli battezzati gli impegni presi durante ilBattesimo e invitare le famiglie a riprendere il cammi-no che si è interrotto allora.
Inizia così un vero e proprio tempo dell’accoglien-za di queste nuove famiglie, che si concretizza in unaserie di incontri rivolti a genitori e figli insieme, da col-locarsi probabilmente nei sabati e nelle domeniche, equindi abbastanza estesi temporalmente, comprenden-ti (in forma variata secondo le situazioni) momenti digioco, di preghiera, di condivisione del cibo, di riunio-ne (divisi fanciulli e genitori). Ogni incontro può con-cludersi con una proposta da vivere in famiglia neigiorni seguenti. Qualora si riuscisse a scardinare l’au-tomatismo dell’iscrizione e i numeri rendessero possi-bile tale operazione, sarebbe auspicabile avviare que-sto percorso ogni qual volta si costituisca un gruppoconsistente di famiglie interessate.
L’attenzione in questi momenti è rivolta primaria-mente ai genitori: essi portano con loro una domandaspesso legata alla celebrazione dei Sacramenti e non aun cammino di fede. È dunque importante, dopo unattento momento di conoscenza e di presentazione(magari anche personale, se i numeri lo permettono),offrire loro un’occasione in cui riflettere su questadomanda che non va subito giudicata ma accolta e fattamaturare (almeno in nuce). Questo percorso trova lasua conclusione positiva in un accordo educativo tracomunità cristiana e genitori, condizione essenziale peravviare un serio cammino insieme. Solo a questo punto
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risulta sensata anche la formalizzazione dell’iscrizioneche non può mai risultare previa ad un confronto trafamiglie e comunità cristiana, ma che deve nascere dauna conoscenza personale, da una proposta dichiarata,da un accordo riconosciuto.
Solo secondariamente si fa riferimento, in questoprimo momento di accoglienza, ai fanciulli che, nonavendo partecipato alla fase precedente, probabilmenteconoscono molto poco la comunità cristiana e hannonotizie diverse e spesso insufficienti circa il catechismoche li aspetta. Mentre i loro genitori riflettono con il par-roco e alcuni catechisti sulla scelta di iscrivere i figli alcammino dell’Iniziazione Cristiana, ai fanciulli è propo-sta anzitutto una prima conoscenza dell’ambiente in cuisi trovano (attraverso alcune attività ludiche e simpati-ci incontri con alcune persone); inoltre può essere utileper loro recuperare tutto ciò che sanno e vivono dell’e-sperienza cristiana, con attenzione particolare allaforma religiosa probabilmente da loro, almeno talvoltapraticata che è la preghiera. Già dopo i primissimimomenti di conoscenza va avviato un lavoro prepara-torio a quanto accadrà successivamente: il primoannuncio pasquale. La proclamazione del kerygmachiede infatti un terreno preparato all’ascolto, unadisponibilità ad accogliere una buona notizia, un’atten-zione al proprio vissuto. Per questo motivo risultanoqui opportuni una serie di semplici esercizi di ascolto(narrativo, musicale, naturalistico, ecc.) da proporre aifanciulli, tenendo quale riferimento biblico la paraboladel Seminatore.
In questo primo momento i bambini non sono invi-tati direttamente alla S. Messa domenicale; la loro par-tecipazione deve ancora essere legata a quella, eventua-le, della famiglia.
Dopo questa prima fase di accoglienza, che si con-clude con una semplice Celebrazione di Consegna della
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13 L’itinerario prevede numerose celebrazioni. I testi liturgici piùutili e i sussidi a cui ispirarsi per preparare i diversi riti sono: CON-FERENZA EPISCOPALE ITALIANA, La Messa dei fanciulli, Libreria EditriceVaticana, Roma 1976; CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Rito dell’Ini-ziazione Cristiana degli Adulti, Libreria Editrice Vaticana, Roma 1978;SERVIZIO NAZIONALE PER IL CATECUMENATO, Guida per l’itinerario cate-cumenale dei ragazzi, LDC, Leumann 2001; Iniziazione cristiana deiragazzi. Celebrazioni, a cura di G. VENTURI, Queriniana, Brescia 2002.
Scrittura alla famiglia13, possibilmente in coincidenza conil tempo della Quaresima e di Pasqua, si può dare il viaalla seconda parte della proposta di questo tempo: ilprimo annuncio.
Proprio perché ci si trova nella situazione di doverriannunciare quasi da zero l’esperienza cristiana a geni-tori più o meno lontani dalla comunità e a bambiniquasi o del tutto ignari della vita cristiana, è necessariopresentare da subito il Cristianesimo come evento disalvezza, Buona Notizia, Mistero di Grazia che si attuanella Pasqua di Gesù. In obbedienza all’intuizione pao-lina e al modo stesso con cui si sono strutturati i Vange-li (dall’evento pasquale al ministero galilaico, ai vange-li dell’infanzia), ai genitori e ai ragazzi viene propostoun vero e proprio primo annuncio finalizzato all’inizia-le scoperta della persona di Gesù attraverso la procla-mazione del kerygma pasquale: Gesù muore e risorgeper noi. Senza fretta e con le molteplici modalità possi-bili, il mistero pasquale è annunciato attraverso la con-segna narrativa della Passione secondo Marco e dei rac-conti delle apparizioni del Risorto, desunti dagli altriscritti evangelici, e può essere arricchita da alcuni rife-rimenti alla Pasqua ebraica.
La proposta fondamentale da offrire ai fanciulli nonè quella di imparare i fatti, bensì quella di immedesi-marsi nei discepoli che vedono Gesù dare la vita per isuoi amici; così da imparare a lasciare emergere e a con-dividere i sentimenti che i fatti narrati suscitano, anchenella forma della preghiera spontanea.
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21DESCRIZIONE DELL’ITINERARIO
14 Il tempo del catecumenato è il primo vero momento della“Introduzione alla vita cristiana”; l’accoglienza delle nuove famigliee il primo annuncio sono preparatori a questa Fase, per questo moti-vo sono stati definiti “tempo 0”.
Tutta la famiglia è chiamata a condividere questoascolto, mediante la partecipazione ad alcuni momenti diquesta narrazione (magari svolta una domenica pomerig-gio), a qualche iniziativa quaresimale comunitaria, e gra-zie a un primo esercizio di ascolto della Parola a casa.
Come si vede dalla descrizione e dalle tabelle allega-te, il tempo dell’accoglienza e del primo annunciorichiede un periodo sufficientemente lungo (probabil-mente un anno pastorale) entro cui articolarsi senzafretta e ansia.
Questo tempo è dedicato a quanti non hanno vissu-to il cammino battesimale che invece, nel medesimoperiodo, conclude il suo percorso. A seconda dei nume-ri e delle modalità di attuazione dei diversi itinerari, sipossono pensare momenti comuni, così come è da valu-tare la possibilità che le famiglie dell’itinerario battesi-male possano costituire una vera e propria risorsa perl’accoglienza delle nuove famiglie che presentano iragazzi alla comunità per la catechesi.
2.2. Il tempo del catecumenato
Una comunità che ha camminato secondo gli itinera-ri sin qui proposti si trova ora ad avere famiglie e fan-ciulli provenienti dall’itinerario battesimale ed altreaccolte nell’anno precedente: a tutti è stato rivolto ilprimo annuncio14. È necessario, a questo punto, costitui-re i gruppi educativi che formano l’ossatura relazionalee strutturale entro cui si innerva la proposta: questigruppi comprendono famiglie provenienti dai diversipercorsi e sono affidati ai catechisti che già hanno accom-pagnato alcuni momenti del tempo dell’accoglienza.
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22 DIVENTARE CRISTIANI IN UNA CHIESA MISSIONARIA
Il tempo del catecumenato occupa la gran parte dellaFase dell’Introduzione all’Esperienza Cristiana (nonmeno di due anni, due anni e mezzo). Diversi sono gliobiettivi che l’ispirazione catecumenale pone al centrodi questo tempo. In riferimento ai fanciulli essi si pos-sono così definire: strutturare l’iniziale esperienza diascolto della Parola di Dio in vista della conversione;conoscere sempre meglio Gesù anzitutto per amarlo eper riconoscerlo modello di vita da seguire, rivelatoredi Dio Padre, colui che ci dona il suo Spirito; abituareprogressivamente alla preghiera personale e liturgica;guidare ad un cambiamento di mentalità e a vivere ilcomandamento dell’amore, a testimoniare la fede;introdurre sempre di più nella vita della comunità cri-stiana. In riferimento ai genitori, l’obiettivo è quello diaiutare la famiglia a sostenere il cammino dei figli e alasciarsi progressivamente coinvolgere essa stessa nelleesperienze di vita cristiana proposte.
Se il primo annuncio non è stato vissuto semplice-mente come un capitolo da svolgere ma come l’occasio-ne per accogliere una Buona notizia per la propria vita,dovrebbe progressivamente emergere un desiderio diconoscere maggiormente Gesù e l’esperienza dei suoidiscepoli. Il raggiungimento di questi obiettivi è pro-posto ai ragazzi e ai loro genitori attraverso l’incontro ela condivisione dell’esperienza della comunità cristianaofferta sempre in riferimento e a partire da Gesù, ilMessia Figlio di Dio, di cui abbiamo sentito parlare.
Tre sono le tappe che scandiscono questo tempo:I. chi è Gesù, il Messia;II. vivere come Gesù, il Figlio di Dio;III. nella Chiesa.
I. Seguendo in modo preciso l’Anno liturgico, il primoanno del catecumenato è interamente dedicato a rispon-dere alla domanda “chi è Gesù?” e a offrire l’esperien-za concreta di questa rivelazione.
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23DESCRIZIONE DELL’ITINERARIO
15 Per tutto questo tema, molto utili sono le relazioni delle Quat-tro giorni catechisti 2002 proposte dalla nostra Diocesi, i cui atti sonoreperibili in La preghiera cristiana. Rivelazione Esperienza Educazione, acura di E. COMBI, Centro Ambrosiano, Milano 2003.
Il costituirsi dei gruppi educativi, con la conseguenteproposta di accogliersi reciprocamente, è sostenuto dallanarrazione di Gesù che chiama con sé alcuni amici.
La vita del Messia viene poi presentata attraverso la“giornata di Gesù” narrataci da Marco nel primo capi-tolo e che costituisce quasi un sommario dell’esperien-za cristologica proposta ai suoi amici: annuncio delregno, insegnamenti, guarigioni, preghiera.
Con l’inizio del tempo di Avvento, ai ragazzi è pro-posto di accogliere e di fidarsi di Lui che viene a starein mezzo a noi; l’esempio di alcuni personaggi dell’An-tico Testamento mostrano cosa significhi esistenzial-mente fidarsi del Signore. Alcune proposte parrocchialidell’Avvento possono costituire l’occasione per coinvol-gere insieme ai ragazzi anche le loro famiglie.
Con l’approssimarsi del Natale si accostano con iragazzi, per la prima volta, così da salvaguardare l’a-spetto pasquale di questi testi, i Vangeli dell’Infanzia.Utile può essere la Novena di Natale e alcune iniziativeche caratterizzano questo tempo.
Alla ripresa delle attività dell’anno e recuperando lafesta del Battesimo di Gesù, in cui si rivela il suo rap-porto con il Padre, attraverso la narrazione di alcuneparabole del Regno e degli episodi in cui Gesù prega,l’attenzione è tutta rivolta alla rivelazione che il Signo-re fa del volto di Dio: un Padre che ci ama e a cui pos-siamo rivolgerci con le parole che Lui stesso ci ha inse-gnato. È tempo di proporre la preghiera del PadreNostro e più complessivamente di introdurre in modopiù significativo l’esperienza della preghiera15. Verticedi questo momento è la celebrazione della Traditio delPadre Nostro, preparata e vissuta con le famiglie.
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Il tempo della Quaresima costituisce l’occasione perriprendere la Passione in cui Gesù si rivela obbedienteal Padre fino al dono di sé. Anche in questo caso le pro-poste che la Parrocchia fa in occasione della Quaresima(iniziative di carità, Via Crucis, animazione particolaredelle domeniche, ecc.) possono offrire diverse occasioniper coinvolgere tutta la famiglia. Su tutte, le Celebrazio-ni del Triduo Pasquale costituiscono l’occasione celebra-tiva più significativa da proporre alle famiglie.
Il tempo pasquale offre l’occasione per guardare aGesù che ci dona lo Spirito che ci fa come Lui, figli diDio. Si completa così la rivelazione trinitaria compiutada Gesù e codificata nel Simbolo della fede, che per laprima volta può essere sommariamente presentato airagazzi. La gratitudine è l’atteggiamento proposto atutto il gruppo in questa fase. Se non ancora celebrata,qui può essere altrimenti collocata la Celebrazione dellaTraditio del Padre Nostro.
Entro questo primo anno è prevista anche la Celebra-zione di Iscrizione al Catecumenato e/o l’adattamento pre-visto per i già battezzati: questo rito invita le famiglie e inmodo particolare i fanciulli a prendere una iniziale deci-sione pubblica di seguire il cammino che li rende disce-poli di Gesù, a partire dall’esperienza del primo annun-cio che hanno vissuto. La dislocazione temporale non èprecisata perché dipende molto dai tempi con cui si avviail cammino dell’anno e si formano i gruppi educativi.
II. La seconda tappa del tempo del catecumenato chepuò iniziare con la celebrazione della Redditio del PadreNostro, preghiera fatta propria dai fanciulli, vuole aiu-tare i ragazzi e le loro famiglie a comprendere e ad assu-mere le caratteristiche di fondo della vita cristiana.
Questa è anzitutto presentata come la vita del Figlio,cioè vita secondo lo Spirito (il riferimento è a Rm 8 e aGal 5), dono pasquale a noi offerto. Vivere da cristiani
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significa vivere come Gesù, da figli. In questo senso lamorale cristiana è sequela, imitazione di Gesù, viverecome lui.
Il percorso biblico che struttura questa parte muovedalle Beatitudini (Gesù ci invita ad essere felici) pergiungere attraverso il Discorso della Montagna (chiaveinterpretativa del Decalogo - Gesù che dà compimentoalla legge) al comandamento dell’amore (Lc 10,25-28) ealla sua declinazione concreta (Mc 10).
Questo indice tematico si integra con una serie divalori e atteggiamenti esistenziali proposti (amicizia,tenerezza, giustizia, pace, misericordia) anche attraver-so la presentazione della figura di qualche santo.
In modo particolare è utile aiutare i ragazzi a ricono-scere l’attualità dell’esperienza morale proposta loro,mediante la riflessione su episodi accaduti e sulla realtàvissuta, l’incontro con testimoni e con realtà parroc-chiali che mostrano come si può vivere oggi il Vangelo,la proposta (facilmente estendibile anche ai genitori) divivere qualche esperienza di servizio.
Un’introduzione al discernimento comunitario epersonale (nella forma dell’esame di coscienza) devediventare una delle priorità di questo periodo.
A conclusione di questo capitolo è opportuno, sem-pre in collaborazione con i genitori, preparare e viverela Celebrazione della Traditio della Legge dell’amore: ilcomandamento nuovo che è stato presentato nel suocontenuto e nella prassi che esso genera è ora ufficial-mente consegnato ad ogni ragazzo e alla sua famigliaperché venga fatto proprio.
III. La terza tappa del catecumenato è finalizzata all’e-splicitazione della dimensione ecclesiale e comunitariadell’esistenza cristiana, che si dà sempre nella Chiesa.Questo capitolo dovrebbe costituire non una novità(tutto l’itinerario è configurato come introduzione allavita di una comunità) ma una ripresa capace di motiva-re e spiegare quanto vissuto finora.
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16 Spesso ci si troverà nella condizione di dover re-introdurreanche i genitori alla prassi della celebrazione eucaristica domenica-le, mediante un paziente ascolto dell’esperienza passata e una ripro-posizione non semplicemente precettistica della prassi. In questodovrebbe aiutare l’impostazione del tema qui presentata, mirante aevidenziare l’aspetto comunitario e salvifico della Messa.
17 Molteplici sono i materiali e i sussidi approntati su questo tema.Segnaliamo qui anzitutto il rituale per la Messa dei Fanciulli (SACRACONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO, Direttorio per le messe dei fanciul-li, in CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, La Messa dei fanciulli, LibreriaEditrice Vaticana, Roma 1976), la riflessione proposta dalla nostraDiocesi in occasione delle Quattro Giorni Catechisti 2004 (riportata inLa catechesi per celebrare e vivere il giorno del Signore. Per far risplendere ilvolto missionario della Chiesa, a cura di E. COMBI, estratto da «Ambro-sius» 1, 2005) e la scheda n. 5 segnalata nel presente testo in riferi-mento all’esperienza pratica di una parrocchia.
L’esperienza ecclesiale è presentata ai ragazzi anzitut-to come un vivere nell’amore reciproco, da fratelli, per-donandosi vicendevolmente. Potrebbe essere opportunoincontrare (coinvolgendo anche i genitori) una comunitàmonastica o religiosa, nonché vivere qualche esperienzadi perdono all’interno del gruppo. Ai ragazzi si propon-gono i valori della fraternità e della condivisione.
Alla radice della carità, che è il vincolo tra i fratelli, c’èla Pasqua di Gesù che viene ricordata ogni domenicanella celebrazione eucaristica a cui anche i ragazzi devo-no ormai essere progressivamente introdotti. La Chiesanasce dall’Eucaristia, dalla memoria pasquale e settima-nale (approccio celebrativo) del mistero di salvezza.Questa origine sacramentale e pasquale è il secondo trat-to della realtà ecclesiale che va qui presentato e propostoai ragazzi e alle loro famiglie16. La questione della parte-cipazione dei ragazzi alla Messa domenicale è particolar-mente significativa in un itinerario di Iniziazione Cristia-na come questo che riconsegna all’Eucaristia il ruolo divertice del cammino, meta a cui giungere; conseguente-mente non poco andranno rivisti i tratti pedagogici fino-ra adottati a riguardo nelle nostre comunità17.
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Infine la Chiesa (terzo tratto) è presentata ai ragazzicome esistente per la missione: Gesù invia i suoi disce-poli ad annunciare il suo Vangelo in tutto il mondo.Viene facile inserire qui l’incontro con qualche realtàmissionaria o l’animazione della Giornata Missionaria.
Lungo tutta questa tappa risulta essere fondamenta-le l’incontro con le varie realtà parrocchiali che incarna-no le diverse dimensioni ecclesiali considerate, affinchéi ragazzi e le loro famiglie possano vedere e compren-dere come l’insegnamento di Gesù, pur con tutte le fati-che e le difficoltà che nascono dal peccato dell’uomo,sia capace di generare ancora oggi un vissuto reale.Ancor più utile risulta la partecipazione attiva deiragazzi ad alcune attività concrete promosse dallacomunità.
Appare evidente il fatto che il tema della Chiesa nonè completamente sviluppato in questa parte del percor-so. Il motivo risiede nel fatto che la dimensione eccle-siale dell’esperienza cristiana costituisce uno dei temifondamentali del tempo della mistagogia, a cui è quin-di affidato il completamento della riflessione e dellaproposta.
2.3. La preparazione prossima ai sacramenti
Il cammino di introduzione alla vita cristiana finoratratteggiato si è dipanato in un lungo percorso vissutoda una comunità cristiana insieme a genitori e ragazzi;per quelle famiglie poi che hanno partecipato anche adalcuni momenti della proposta fatta dalla parrocchiaper la prima infanzia (la Fase A del presente progetto),l’esperienza è ormai decennale. Un cammino così com-piuto autorizza a pensare che, mantenendo l’Iniziazio-ne Cristiana nella fanciullezza e quindi prima dell’ado-lescenza, abbia senso collocare a questo punto il com-pletamente sacramentale di questo percorso.
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18 Su questo aspetto si veda la scheda n. 6.
È importante però che ogni ragazzo (ormai nellaprima preadolescenza) non percepisca come automati-ca questa conclusione, ma sia invitato a riconoscere per-sonalmente e con la propria famiglia il cammino svolto,a verificare se ciò che gli è stato annunciato e propostoè vero e buono per lui, a riconoscere il passo concretoche gli è chiesto di fare in quel momento per essere piùfedele al Signore; in una parola è necessario, nel pas-saggio dal tempo del Catecumenato a quello della Pre-parazione prossima ai sacramenti, un vero e propriomomento di discernimento personale vissuto con ilresponsabile della comunità e con quanti hanno accom-pagnato finora il cammino18. Questo evento, a cui hasenso dare un tono di certa ufficialità, trova, nel Rito diElezione (o nel relativo adattamento per i ragazzi giàbattezzati) celebrato all’inizio dell’ultima quaresima ilparallelo liturgico che sancisce l’accoglienza ufficialedella comunità cristiana per quanti hanno espresso ildesiderio di completare il cammino di Iniziazione.
Le finalità di questo terzo tempo (da compiersi nel-l’ultimo anno del cammino di questa fase) sono molte-plici.
Anzitutto si vuole presentare ai ragazzi e alle lorofamiglie i sacramenti come segni della salvezza opera-ta da Dio in Gesù per i suoi discepoli, per me qui e ora.Gesù (ancora una volta è dalla sua persona e dal suoinsegnamento che la proposta ha avvio) è il Salvatore,colui che ci chiama amici, che ci invita a seguirlolasciando tutto, che vuole venire a casa nostra, che pergli amici dà la vita. Il Battesimo, da ricordare ancheattraverso il racconto dei genitori e, possibilmente, deipadrini, è allora presentato come immersione nellaPasqua di Cristo che ci fa entrare nella vita nuova deifigli. In stretta connessione con il Battesimo ha senso
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presentare la Confermazione che, nel riferimento allaPentecoste, mette in luce il dono pasquale dello Spirito,conferma dell’amore di Dio che ci spinge alla missione.Può essere utilmente introdotta a questo punto la pre-ghiera di invocazione allo Spirito, che può caratterizza-re l’esperienza spirituale di questo tempo. In questasede si può accennare anche ai Sacramenti dell’Ordine,del Matrimonio e dell’Unzione degli Infermi, la cuiripresa più sistematica si colloca certamente meglionella riflessione vocazionale (soprattutto in riferimentoai primi due) proposta nel tempo della mistagogia.
Come si sarà notato, il lavoro sul Battesimo offrel’occasione per affrontare, con un certo anticipo e inmodo non semplicemente burocratico, la questione deipadrini per la Confermazione (e per il Battesimo dell’e-ventuale Catecumeno). È importante presentare allefamiglie e ai ragazzi stessi la ricchezza di un ruolo edu-cativo come questo, soprattutto in tempi dove la faticaeducativa è percepita in modo molto forte. Si invitinoquindi fermamente le famiglie a scegliere un padrino ouna madrina che veramente siano cristiani adulti capa-ci di accompagnare il preadolescente a partecipare conserietà alla vita cristiana. Persone simili possono svol-gere un ruolo importante da valorizzare in questotempo di preparazione prossima alla celebrazione deiSacramenti. Qualora una scelta qualificata del padrinosi rivelasse impossibile per diversi motivi di tipo fami-liare e/o tradizionale, deve essere valutata l’ipotesi diun’ulteriore figura educativa affiancata al ragazzo dallacomunità (tutor?) e la possibilità di proporre a chi, pursvolgendo il ruolo di padrino/madrina, è di fatto lonta-no dall’esperienza cristiana, un semplice ma veroannuncio evangelico.
La seconda meta di questo tempo è la preparazionealla prima Celebrazione del Sacramento della Riconcilia-zione, presentata come annuncio di grazia, di salvezza,
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19 Si vedano le molteplici citazioni contenute nelle tabelle rias-suntive.
operato da Gesù che davanti all’incapacità strutturaledell’uomo di amare come Lui, dona la sua vita e perdo-na. Poiché la pratica dell’esame di coscienza dovrebbeessere già assodata a partire dalla riflessione moraleproposta precedentemente, la preparazione della Con-fessione personale non dovrebbe richiedere tempieccessivi. Più attenzione andrà invece data alle moda-lità con cui sarà proposto ai ragazzi l’atteggiamento spi-rituale del pentimento, da vivere con serietà ma senzapessimismo.
L’Eucaristia, vertice a cui tutto il cammino tende, giàpresentata in riferimento alla Chiesa, è ora riletta con iragazzi e alle famiglie (la cui partecipazione alla cele-brazione domenicale dovrebbe essere ormai consolida-ta) come memoria della Pasqua di Gesù, segno dell’Al-leanza definitiva offerta da Dio al suo popolo, Sua pre-senza reale in mezzo a noi.
In tutto questo percorso, oltre a diversi testi biblici19,diventa fondamentale l’uso dei rituali dei diversi sacra-menti, da utilizzare non semplicemente per preparare lecelebrazioni, ma soprattutto per spiegare il senso diquesti gesti, la cui vera realtà è espressa dalla loroforma celebrativa.
La fase immediatamente precedente alla celebrazio-ne dei Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana (da viverenella Veglia pasquale o nel Tempo di Pasqua) coincidedi fatto con l’ultima quaresima ed è articolata proprioa partire dalla ricchezza della liturgia ambrosiana diquesto tempo liturgico.
Il fine specifico di queste settimane non è più quellodi offrire qualche particolare incontro, esperienza o inse-gnamento, bensì quello di suscitare il desiderio vivo diricevere i sacramenti, comprenderne i simboli, rendersi
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consapevoli della novità di vita che essi portano.La narrazione/ascolto dei Vangeli domenicali può
diventare ancor più significativa, anche per il contestocomunitario, se ad essa è connessa la Celebrazione diqualche scrutinio durante l’assemblea eucaristica festiva.
Questo breve itinerario si conclude con la celebrazio-ne della Traditio Symboli, preceduta da una ripresa, certopiù evocativa che esaustiva, del testo del Credo, vera epropria sintesi di tutto il percorso svolto.
La preparazione della celebrazione e la cura per ilclima spirituale che l’accompagna (magari mediante unritiro spirituale e una nuova celebrazione della Riconci-liazione) costituiscono le attenzioni dei giorni prece-denti la celebrazione sacramentale.
Questa può avvenire durante la Veglia pasquale ouna Messa domenicale della comunità nel tempo diPasqua. In un’unica celebrazione (sobria e intensa) icatecumeni sono battezzati, e tutti i ragazzi sono con-fermati nello Spirito Santo e ammessi per la prima voltaalla mensa eucaristica. Se il numero dei ragazzi appareelevato, è consigliabile celebrare i sacramenti in piùdomeniche o in più Messe con piccoli gruppi, affinchéla celebrazione sia sempre della comunità che accoglie iragazzi e non sia, come spesso oggi accade, quasi“espropriata” dalla folla di cresimandi, genitori eparenti.
Gli incontri successivi alla celebrazione devonoessere finalizzati anzitutto alla condivisione e al raccon-to ricco di gratitudine di ciò che si è vissuto e in secon-do luogo, grazie anche alla presenza, magari già antici-pata in qualche occasione lungo l’anno, degli educatoridella Fase della mistagogia, alla presentazione e allaprogressiva introduzione nell’esperienza di approfon-dimento e radicamento di ciò che si è celebrato, checostituisce il nucleo dell’ultima fase del cammino di Ini-ziazione Cristiana dei ragazzi.
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3. Alcune attenzioni pratiche
3.1. Il materiale qui suggerito è volutamente sovrab-bondante. Ogni comunità cristiana dovrà scegliere, nelrispetto della logica e degli orientamenti sopra descrit-ti, come dare concretezza al cammino, in funzione dellavita concreta della parrocchia, delle tradizioni, dellasituazione concreta (sociale, demografica, culturale) incui annuncia il Vangelo. Non tutto deve essere fatto,non tutto deve necessariamente essere fatto così come èraccontato in questa sede.
3.2. Non dovrà destare spavento o ansia la diversifi-cazione dei tempi. Soprattutto le parrocchie che nonhanno grande numero di famiglie coinvolte potrannosperimentare la bellezza di un itinerario che mette alcentro anzitutto i cammini delle persone, diversi pertempi e fatti. È nella logica di questa diversificazione diitinerari che si inserisce la possibilità che si celebrinomolte Messe di conferimento dei sacramenti di inizia-zione cristiana, probabilmente meno complesse dagestire perché progettate per gruppi più piccoli e conmodalità più sobrie.
3.3. Un’attenzione temporale da avere è quella riferi-ta all’anno liturgico, vero e proprio cammino di incon-tro con il mistero salvifico di Gesù, compiuto annual-mente da una comunità, nella cui vita si inserisconoprogressivamente nuovi figli.
L’attenzione ai tempi liturgici traspare in tutto l’iti-nerario, ma trova la sua manifestazione più evidentenel tempo del primo annuncio (ove si fa coincidere illavoro sul mistero pasquale di Gesù con la Quaresima econ il Tempo Pasquale), nel primo anno del catecume-nato (dedicato alla presentazione della persona di Gesùsecondo le scansioni offerte dai tempi liturgici), nellacollocazione e nella celebrazione dei sacramenti dell’i-niziazione cristiana durante il Tempo Pasquale.
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3.4. Gli strumenti fondamentali per attuare questocammino sono: la Bibbia (da subito consegnata allafamiglia), il RICA (vera e propria fonte di ispirazioneper il cammino, soprattutto nella sua scansione celebra-tiva), i Rituali dei diversi Sacramenti (per un’introdu-zione celebrativa e non solo teologica ai segni sacramen-tali), la Guida CEI più volte indicata, i catechismi CEI (lecui sezioni imprescindibili sono evidenziate nelle diver-se tabelle). I molteplici sussidi esistenti in commerciodovranno essere ben vagliati, non solo né primariamen-te per la didattica efficace o la grafica accattivante, masoprattutto in base alla logica progettuale con cui sonostati realizzati.
3.5. Al fine di sottolineare il più possibile la specifi-cità dell’iniziazione cristiana, si dovrà avere molta curadi evitare ogni riferimento all’ambito scolastico (“clas-se”, “maestra”, “aula”, “registro”...); particolare atten-zione dovrà essere data ai locali dove si vive il momen-to della catechesi, che non dovranno per nulla assomi-gliare a un’aula scolastica.
3.6. La formazione dei catechisti e degli altri opera-tori pastorali coinvolti risulta decisiva. È necessario tro-vare un equilibrio tra la preparazione teologica, psico-logica e metodologica, non dimenticando però che sonol’esperienza spirituale ed ecclesiale di ognuno le primecondizioni necessarie per svolgere questo ministero. Lascelta dei catechisti risulta quindi momento fondamen-tale e non può essere determinata soltanto alla neces-sità. Circa la formazione particolare, la nostra Diocesi,attraverso i Servizi preposti, offre già una serie di ini-ziative di formazione, diverse per tempi e luoghi, chepotranno essere utilmente valorizzate.
In vista delle sperimentazioni saranno inoltreapprontati percorsi specifici per le comunità e gli ope-ratori pastorali direttamente coinvolti.
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35SCHEDE
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Le schede indicate di seguito vogliono mostrare la fatti-bilità di alcune scelte proposte nell’itinerario. Esse con-tengono il racconto di esperienze concrete a cui unacomunità che vuole impostare il cammino secondo ilprogetto sperimentale diocesano può fare utilmenteriferimento.Questi testi sono reperibili sul portale della diocesiall’indirizzo www.chiesadimilano.it
– Scheda 1. Itinerario per la catechesi catecumenale. Acura di don Luigi Mazzoglio e della Parrocchia di S.Elena - Milano;
– SCHEDA 2. Una proposta di lettura della Bibbia con iragazzi come aiuto al loro cammino di fede. A cura didon Pierantonio Tremolada e dell’”Equipe dei ragaz-zi nel mondo della Bibbia”;
– SCHEDA 3. Leggere la Passione con i ragazzi. A cura didon Pierantonio Tremolada e dell’”Equipe dei ragaz-zi nel mondo della Bibbia”;
– SCHEDA 4. La narrazione dell’Esodo. A cura di p. Giu-seppe Bettoni e della Parrocchia di S. Angela Merici- Milano;
– SCHEDA 5. Introdurre i ragazzi all’eucarestia domenicale.a cura di don Pino La Rosa e della Parrocchia di S.Maria Assunta in Certosa - Milano;
– Scheda 6. Il discernimento personale e il cammino di ini-ziazione. A cura della Parrocchia S. Antonio MariaZaccaria - Milano.
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38 DIVENTARE CRISTIANI IN UNA CHIESA MISSIONARIA
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Diventare_cristiani_Vol3_def.qxd 20/09/2005 14.10 Pagina 44
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46 DIVENTARE CRISTIANI IN UNA CHIESA MISSIONARIA
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Diventare_cristiani_Vol3_def.qxd 20/09/2005 14.10 Pagina 46
47APPENDICE
Appendice Elenco di quanti hanno collaborato con il gruppo di lavoro
Don Andrea CIUCCI, CoordinatoreP. Giuseppe BETTONI
Mons. Giancarlo BORETTI
Don Luigi MAZZOGLIO
Sr Anna MEGLI
Partecipante esterno alla Commissione Arcivescovile:Don Pino LA ROSA
Hanno offerto suggerimenti, materiali e sussidi: Don Emilio BERETTA
Don Claudio FONTANA
Don Matteo DAL SANTO
Don Pierantonio TREMOLADA (Equipe «I ragazzi nel mondodella Bibbia»)
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