diValentinoBeccari Brennero chiuso da Pasqua - IL SITO DI ......sa e, sicura di sé, orgogliosa, dà...

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di Stefano Lorenzetto S ono rimasti in 300, né gio- vani né forti. Circa un cen- tinaio di famiglie. Tutte le loro speranze sono riposte in una cinquantina di bambini e nell’amata patria, l’Italia, che non hanno mai visto. Abitano a Kerch, in passato Urss, poi Ucraina, ora Repubbli- ca autonoma di Crimea, auto- proclamatasi indipendente e annessa alla Federazione russa. Alcuni parlano ancora la no- stra lingua. Portano i cognomi degli avi, emigrati qui tra il 1830 e il 1870 soprattutto dalla Pu- glia, ma anche dalla Campania e dalla Liguria. SEGUE A PAGINA 11 il ladro l’ha riconsegnato Giallo al Conservatorio: rispunta il violino rubato IL SERVIZIO A PAGINA 31 ESISTONO ANCORA ITALIANI SERI il gusto «utile» Golosi-preziosi i mandarini, i mandaranci e le clementine IL RITRATTO di Claudio Giua T re milioni di ebrei viveva- no in Polonia quando, il primo settembre 1939, le truppe tedesche irruppero da Sud Ovest. Fu la cosiddetta Bli- tzkrieg, guerra lampo. In no- vembre le autorità d'occupazio- ne disposero che ogni ebreo fos- se sempre identificabile dalla stella gialla cucita sul vestito. Molti cercarono di scappare al- trove. In migliaia s'incammina- rono verso est. La salvezza era l'attraversamento del fiume Bug, che separava l'ex Polonia li- bera dall'Unione Sovietica. Per settimane, nessuno li fermò. SEGUE A PAGINA 10 LA STORIA E I MIGRANTI SUL FIUME La tragedia della Valle Aurina e il cordoglio di Mauro Corona: «Anch’io ho insegnato ai miei fi- gli ad andare in montagna: capisco il dramma di chi è condannato all’ergastolo del dolore». Corona: «Capisco il dolore di chi ha perso il figlio» la valanga: oggi funerali A PAG.22 nelle cronache Tentato omicidio Cinque anni a un ventenne bressanone APAG. 39 La bambina racconta il «sequestro» oggi dal giudice A PAG. 27 Padre Mathieu Ngoa, origi- nario del Camerun, è il nuovo priore di Pietralba. EZIO DANIELI A PAGINA 35 Brennero chiuso da Pasqua Il capitano del Tirolo: stop ai profughi. Stocker: siamo pronti A PAG. 17 primo italiano a vincere il trofeo MARCO MARANGONI ALLE PAGINE 44 E 45 Grandissimo Fill! Con la coppa di libera è nella storia dello sci di Barbara Borzaga T ra i frutti più curativi dell'inverno spicca- no i mandarini, le cle- mentine e i mandaranci. Frutti che sono ricchi di vita- mina C, fibra, potassio e pre- ziosi poli fenoli. SEGUE A PAGINA 11 di Valentino Beccari Il primo vagito sugli sci Peter lo emette nel cortile di casa, sulla pista di fronte alla scuola. SEGUE A PAGINA 44 IL TALENTO FINALMENTE È CAMPIONE il dramma del carabiniere di rio pusteria ■■ Dramma per il maresciallo dei carabinieri di stanza a Rio Pusteria, Gianni Alpago. Durante un incendio a Colle Umberto in provincia di Treviso i suoi genitori sono morti asfissiati dal fumo: a nulla è valso l’intervento del mare- sciallo che si trovava proprio nella casa paterna. A PAGINA 40 Il maresciallo non riesce a salvare i genitori dal rogo BOLZANO Detenuto violento ferisce cinque guardie del carcere IL SERVIZIO A PAGINA 32 LA SALUTE A TAVOLA al santuario Pietralba, il priore è del Camerun Padre Mathieu Ngoa scelto all’unanimità dai Servi di Maria TEATRO STABILE » Ottavia Piccolo da stasera sul palco: «Mi riconosco in quest’operaia» A PAG. 12 GIOVEDÌ 17 MARZO 2016 QUOTIDIANO FONDATO NEL 1945 DIREZIONE REDAZIONE AMMINISTRAZIONE: VIA ALESSANDRO VOLTA 10 39100 BOLZANO TEL: 0471/904111 [email protected] www.altoadige.it TRENTINO € 1,20 ANNO 71 (CXXX) - N O 65 Poste Italiane SpA - spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art.1, comma 1, Cns BOLZANO y(7HB5J2*TQQNKM( +.!z!%!=!/

Transcript of diValentinoBeccari Brennero chiuso da Pasqua - IL SITO DI ......sa e, sicura di sé, orgogliosa, dà...

  • di Stefano Lorenzetto

    S ono rimasti in 300, né gio-vani né forti. Circa un cen-tinaio di famiglie. Tutte leloro speranze sono riposte inuna cinquantina di bambini enell’amata patria, l’Italia, chenonhannomaivisto.

    Abitano a Kerch, in passatoUrss,poi Ucraina, ora Repubbli-ca autonoma di Crimea, auto-proclamatasi indipendente eannessaallaFederazionerussa.

    Alcuni parlano ancora la no-stra lingua. Portano i cognomidegli avi, emigrati qui tra il 1830e il 1870 soprattutto dalla Pu-glia, ma anche dalla CampaniaedallaLiguria.

    ■ SEGUEAPAGINA11

    il ladro l’ha riconsegnato

    Giallo al Conservatorio:rispunta il violino rubato

    ■ IL SERVIZIO A PAGINA 31

    ESISTONOANCORAITALIANI SERI

    il gusto «utile»

    Golosi-preziosii mandarini,i mandarancie le clementine

    IL RITRATTO

    di Claudio Giua

    T remilioni di ebrei viveva-no in Polonia quando, ilprimo settembre 1939, letruppe tedesche irruppero daSud Ovest. Fu la cosiddetta Bli-tzkrieg, guerra lampo. In no-vembre le autorità d'occupazio-ne disposero che ogni ebreo fos-se sempre identificabile dallastella gialla cucita sul vestito.Molti cercarono di scappare al-trove. In migliaia s'incammina-rono verso est. La salvezza eral'attraversamento del fiumeBug, che separaval'ex Polonia li-bera dall'Unione Sovietica. Persettimane,nessunoli fermò.

    ■ SEGUEAPAGINA10

    LA STORIAE I MIGRANTISUL FIUME

    La tragedia della Valle Aurina e il cordoglio diMauro Corona: «Anch’io ho insegnato ai miei fi-gli ad andare in montagna: capisco il drammadi chi è condannato all’ergastolo del dolore».

    Corona: «Capiscoil dolore di chiha perso il figlio»

    la valanga: oggi funerali ■ A PAG.22

    nelle cronache

    Tentato omicidioCinque annia un ventenne

    bressanone ■ APAG. 39

    La bambinaraccontail «sequestro»

    oggi dal giudice ■ A PAG. 27

    Padre Mathieu Ngoa, origi-nario del Camerun, è ilnuovo priore di Pietralba.

    ■ EZIODANIELIAPAGINA35

    Brennero chiuso da PasquaIl capitano del Tirolo: stop ai profughi. Stocker: siamo pronti ■ A PAG. 17

    primo italiano a vincere il trofeo

    ■ MARCO MARANGONI ALLE PAGINE 44 E 45

    Grandissimo Fill!Con la coppa di liberaè nella storia dello sci

    di Barbara Borzaga

    T ra i frutti più curatividell'inverno spicca-no i mandarini, le cle-mentine e i mandaranci.Frutti che sono ricchi di vita-mina C, fibra, potassio e pre-ziosipoli fenoli.

    ■ SEGUEAPAGINA11

    di Valentino Beccari

    Il primo vagito sugli sci Peterlo emette nel cortile di casa,sulla pista di fronte alla scuola.

    ■ SEGUEAPAGINA44

    IL TALENTOFINALMENTEÈ CAMPIONE

    il dramma del carabiniere di rio pusteria

    ■■ Dramma per il maresciallo dei carabinieri di stanza a Rio Pusteria, Gianni Alpago. Durante un incendio a ColleUmberto in provincia di Treviso i suoi genitori sono morti asfissiati dal fumo: a nulla è valso l’intervento del mare-sciallo che si trovava proprio nella casa paterna. ■ A PAGINA 40

    Il maresciallo non riesce a salvare i genitori dal rogo

    BOLZANO

    Detenuto violento feriscecinque guardie del carcere

    ■ IL SERVIZIO A PAGINA 32

    LA SALUTE A TAVOLA

    al santuario

    Pietralba, il priore è del CamerunPadre Mathieu Ngoa scelto all’unanimità dai Servi di Maria

    TEATRO STABILE »Ottavia Piccolo da stasera sul palco: «Mi riconosco in quest’operaia» ■ A PAG. 12

    GIOVEDÌ 17 MARZO 2016 QUOTIDIANOFONDATONEL1945DIREZIONE REDAZIONE AMMINISTRAZIONE:VIA ALESSANDRO VOLTA 10 ■ 39100 BOLZANO ■ TEL: 0471/904111 [email protected] ■ www.altoadige.itTRENTINO

    € 1,20 ANNO 71 (CXXX) - NO 65Poste Italiane SpA - spedizione in abbonamentopostale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004n°46) art.1, comma 1, Cns BOLZANO

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  • Frequenti sbalzi d'umore carat-terizzeranno negativamente lavostra giornata. Controllatevi al-meno di fronte alle faccende piùimpegnative. Riposatevi primadi incontrare chi amate.

    Non dovete avere fretta e nondovete pretendere cambiamen-ti immediati nella vita professio-nale e privata. E' solo con il tem-po e la pazienza che raggiunge-rete certe mete.

    Verso la fine della mattinata visarà fatta una proposta che vimetterà in serio imbarazzo. Sia-te diplomatici e prendete tempoprima di dare una risposta.

    Si verificheranno incontri e po-tranno nascere nuovi senti-menti, ma anche sorgere dub-bi, illusioni, smarrimenti. L'im-portante è vivere il più intensa-mente possibile.

    Potenzierete tutte quelle ca-pacità che renderanno il vo-stro comportamento molto re-sponsabile e vi permetteran-no di affrontare la vita con fa-cilità.

    Non ci saranno complicazioni sedeciderete di trascorrere lagiornata soltanto in compagniadi chi amate, ma se invece lacompagnia sarà numerosa, sia-te selettivi.

    La spinta positiva vi arriva dagliastri in mattinata. Cercate di av-viare un lavoro importante,avrete diverse facilitazioni. Pen-sate al presente senza trascura-re il futuro.

    Avrete successo in tutto quelloche farete oggi. Nell'ambito deirapporti sociali, sarete di gran-de aiuto ad una persona che habisogno di consigli concreti.Amore.

    PESCI20/2 - 20/3

    SAGITTARIO23/11 - 21/12

    ACQUARIO20/1 - 19/2

    La fantasia vi sarà di aiuto nel-la soluzione rapida di una fac-cenda di lavoro. Le maggioridifficoltà le incontrerete inmattinata. Cercate di essere informa per la sera.

    SCORPIONE23/10 - 22/11

    CAPRICORNO22/12 - 19/1

    bilancia23/9 - 22/10

    La giornata avrà un avvio piut-tosto movimentato e questo sa-rà in contrasto con la sensazio-ne di stanchezza con la quale visveglierete. Reagite. Discussio-ni in amore.

    VERGINE23/8 - 22/9

    GEMELLI21/5 - 20/6

    LEONE23/7 - 22/8

    toro21/4 - 20/5

    Le configurazioni astrali vi riser-vano grandi emozioni nel setto-re affettivo. Se avete un part-ner, c'è il rischio di qualche in-comprensione, di qualche picco-lo scontro.

    CANCRO21/6 - 22/7

    OROSCOPO

    T R E N T I N O

    S.E.T.A. SocietàEditrice TipograficaAtesina Spa

    CONSIGLIODI AMMINISTRAZIONE

    Ilaria Vescovi(Presidente)

    Monica MondardiniPietro Tosolini(Vicepresidenti)

    Lorenzo Bertoli(Amministratoredelegato)

    Consiglieri:Pierangelo CalegariMichele Di PuppoEnrico GiammarcoStefano MignanegoRoberto MoroMarco MoroniRoberto Bernabò

    Quotidiani localiGruppo Espresso

    Direttore Generale:MARCO MORONI

    Direttore Editoriale:ROBERTO BERNABÒ

    ARIETE21/3 - 20/4

    eternamente connessiTutti i pericolidel cellulare■ Siamo un popolo di cellularidipendenti? Ci sentiamo insicurio a disagio in sua mancanza?Forse si, forse no... Tuttavia èinnegabile, sarà la moda del mo-mento, perché ovunque ti muo-vi, incroci continuamente sguar-di abbassati intenti a leggeremessaggi più o meno "criptici", oa scrivere con abile destrezza evelocità invidiabile. A destra, asinistra tutti hanno le mani occu-pate. Giovani o vecchi, risultia-mo tutti indaffarati a maneggia-re quell’oggettino "parlante",ormai quasi invisibile. Cellulareall'orecchio in qualche occasio-ne, ma comunque gelosamenteben stretto tra le mani, in unasorta di "indispensabile" prolun-gamento di noi stessi. Allarman-te risulta però il dato pubblicatoda Telefono Azzurro- Eurispesper cui il 7% degli adolescenti,nel corso del 2013, ha inviato unsms o un mms a sfondo sessualee il 10% li ha ricevuti. È il nuovofenomeno del "sexting" che arri-va ad intrecciarsi con il bullismo;infatti l'invio e la pubblicazione

    online di queste immagini a com-pagni ed amici nasce, in talunecircostanze, dalla volontà di feri-re il protagonista delle immaginistesse, con danni sul piano emo-tivo e della sua stessa reputazio-ne. Tuttavia, evitando "inutili"divagazioni, il piacere incompa-rabile, in quei momenti, di annul-lare ogni rapporto con il mondoesterno, di tuffarsi in toto inun’atmosfera completamentevirtuale, separati da tutto e datutti. Che bello, non dobbiamonemmeno sforzarci di salutare,tanto siamo assorti... Siamo di-ventati, utilizzando un termineconiato negli Stati Uniti, degli"smartphone addicted", ossiadegli assuefatti allo smartphone,a tal punto che la nostra concen-trazione completamente prigio-niera del microscopico schermopotrebbe portarci a sbattere con-tro qualche ostacolo naturale odartificiale. Il cellulare è "un van-to" collettivo, che ci viene in soc-corso nei "momenti difficili"eche può diventare un perfettoescamotage per isolarci "dal nul-la" esterno o per meglio apprez-zare il rapporto esclusivo connoi stessi. Viviamo nell'era dellacomunicazione digitale ed incor-porea, allora meglio soli, o me-

    glio in simbiosi con "la tecnolo-gia", che male accompagnati...

    Claudio Riccadonna

    ■ È spesso così, lei ha proprioragione. Siamo tutti incollati aquell’oggetto. C’è però ancoraqualche eccezione, soprattuttofra i più piccoli: a fronte di moltigenitori che lasciano troppo soli(con il loro cellulare, con il lorotablet, con i loro computer...) iloro figli, ci sono genitori moltoattenti e, soprattutto, moltoconsapevoli di quali mondi e diquali baratri si possano aprireall’improvviso, in rete, davantiai loro figli. La verità è cheabbiamo in tasca o sullascrivania strumenti sempre piùsofisticati, ma spesso noi nonsiamo sofisticati a sufficienzaper usarli (e lasciarli usare ainostri figli) senza commettereerrori, senza sottovalutare irischi.

    fazio mi lascia perplessaMigliaia di scarpee poche idee■ Gentile direttore, sia chiaroper me un miliardario può com-perarsi anche 10.000 paia discarpe. Trovo che sia semplice-

    mente inopportuno che se neparli, con altri mille argomenti adisposizione, in una trasmissio-ne di largo seguito come "Chetempo che fa". Quanto sulla buo-na condotta del nostro Fabioavrei qualcosa da ridire, anchesul modo di porre domande diquesto genere, così futili e banalie tra il resto ben concordate pri-ma di andare in onda. Di fronte asituazioni drammatiche che so-no sulle pagine dei giornali tutti igiorni, io avrei evitato. Anzi no,va bene così, la televisione è ungran calderone dove c'è di tuttoedi più, di cui dovremmo abituar-ci e dove appunto per fortuna c'èla possibilità di cambiare canale.

    Luisa Bertacco

    ■ Chiarissimo, grazie. Come sa,condivido il suo «anzi no»,perché davvero si può - espesso si deve - cambiarecanale (ormai ce ne sonocentinaia). Fabio Fazio è unuomo di spettacolo: nonpossiamo aspettarci da luitrasmissioni diapprofondimento di un certotipo. È riuscito - e bisognadargliene atto - a trattare anchetemi molto caldi, con Saviano ealtri importanti protagonistidella scena italiana einternazionale. Ma l’ha fattosempre con la leggerezza checaratterizza - anche quandoaffronta temi serissimi - i suoiprogrammi. Programmi, ripeto,nei quali c’è sempre statospazio anche per una domandaleggera: sull’acquisto dellescarpe (tema peraltrotrasversale e capace diincuriosire una bella fetta dipubblico) o su molto altro.Infine: all’ottima Luisa Ranierilei avrebbe chiesto della crisiinternazionale o delle ultimescelte di Draghi, come qualcunofa con la Parietti pur di far saliregli ascolti? Con una bravaattrice mica è vietato parlare difilm e di costume.

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    AutorizzazioneTribunale di Bolzano n. 3del 2/8/1948

    Responsabile deltrattamento dati(ex d.lgs. 30/6/03n. 196):Alberto Faustini

    «Yanez! Vogliono che il prossimo sindaco di Bolzano siaYanez! L’ho sentito alla radio». «Ma quel Yanez? L’ami-co portoghese di Sandokan?». «Credo di sì, io non ne co-nosco altri. Ma esiste?». «Non so, non credo, Salgari erauno che le cose se le inventava, però magari non è pro-prio Yanez Yanez ma il Philippe Leroy, straordinarioYanez nello sceneggiato televisivo del 1976. Gran bellascelta, forse anziano ma bella faccia, bel portamento,vita avventurosa, perfetto come candidato!». «Pare chel’abbia proposto lei». «Intendi lei?». «Proprio lei, diconoche si sia vestita da Perla di Labuan, non so se tutte levocali siano giuste, che sia uscita dalla cambusa e inpiedi in mezzo al ponte abbia gridato “Yanez è il nostrocandidato!”». «E i tigrotti?». «Come sempre in queste si-tuazioni. Alcuni contenti, alcuni che hanno detto di es-sere contenti, alcuni che non lo hanno detto, almenouno che era contento fino a quando la maggioranzanon ha detto che era contentama che comunque continueràa dire che è contento». «Scusama non ho capito». «Tu sarestidavvero contento di tirare la vo-lata a uno che poi ti fotterà loscranno in Provincia? No? Ec-co, nemmeno il Magozurzì».«Ma Yanez, lui era contento?».«Guarda, rispetto a questo pos-so dirti pochissimo. Ho parlatocon alcuni tigrotti e mi hannosaputo dire poco. Yanez o Phi-lippe che sia, è uno tosto e astu-to e nonostante Capelliebasta si fosse travestita da Per-la, l’ha riconosciuta. Non subito ma l’ha riconosciuta.Oltre a essere tosto, è anche uno che legge e sa tuttodell’onorevola. Quando lei lo raggiunse in cambusa do-ve stava cercando una bottiglia di rhum, pensò per unattimo a un veloce cornino al Sandokan ma mentre de-cise di non fare il pirla con la perla, la riconobbe sotto iveli. Lei lo guardò e poi uscì a proclamarlo candidato.Da allora il povero Yanez è ancora in cambusa, la manodestra sulle palle, una bestiale morsa scaramantica chei tigrotti non sono ancora riusciti a sciogliere. Nessunodi loro sa ancora se il rantolo che va avanti da giorni vo-glia dire se è contento o meno». «E Sandokan?». «Quellose lo tengono buono per le politiche, Forza Italia non cisarà più ma stanno lavorando per Forza Mompracem».

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

    ■■ Bella foto, scattata sabato in Val Martello da Andrea Giancotti.

    Non prendete impegni troppoprecisi. Il vostro umore è insta-bile e dovete essere in grado dicambiare programma per se-guirne i capricci improvvisi. Ri-poso.

    Poi le guardie di frontiera so-vietiche ricevettero l'ordine difermare i profughi, sparando avista in caso di resistenza. Seun ebreo proveniente dalla Po-lonia occupata dai nazisti en-trava nelle zone occupate dall'Armata Rossa, veniva ricaccia-to indietro in forza del pattocriminale tra i ministri von Rib-bentrop e Molotov: morte cer-ta. Negli stessi mesi innalzan-do le barriere intorno al ghetto,a Varsavia cominciò il più fero-ce e sanguinoso genocidio dell'era moderna. Un fiume da pas-sare, una barriera. Nella me-moria collettiva degli ebrei po-lacchi sopravvissuti all'Olocau-sto il fiume Bug è il confined'acqua oltre il quale c'è la vita,così come il muro del ghetto èla barriera che esclude dal

    mondo. Non è difficile immagi-nare perché il guado del fiumeSuva Reka tra Grecia e Macedo-nia, in centinaia di foto e videodi questi giorni, diventerà ilBug dei migranti in fuga dalmacello mediorientale. E per-ché le centinaia di chilometridi filo spinato sui confini deiBalcani si trasfigureranno in al-trettanti muri del ghetto di Var-savia. Se non vediamo alle por-te, lo sterminio di milioni dipersone, lo sterminio di milio-ni di coscienze europee è undato di fatto. Scrisse NikolajGogol: «Molti errori si sonocompiuti a questo mondo, taliche, si direbbe, ora non li fareb-be neppure un bambino. (...)Ma ride la generazione che pas-sa e, sicura di sé, orgogliosa, dàinizio a una nuova serie di erro-

    ri, sui quali a loro volta rideran-no i posteri». Solo dieci anni fanon avremmo immaginatoquanto è accaduto e accadeogni giorno lungo le frontieredi Serbia e Ungheria, Sloveniae Austria, Grecia e Macedonia,o sui bagnasciuga della Mani-ca, nelle acque dell'Egeo e delmare di Sicilia. Avremmo giu-rato che l'Europa unita avreb-be trovato una via comune diaccoglienza e solidarietà. La re-altà è tutt'altra. Non bisognatuttavia arrendersi. I paesi ches'arrenderanno chiudendosi ariccio costruiranno i prodromidi una sconfitta epocale. Se-condo il recente InternationalMigration Report dell'Onu,dall'inizio del nuovo millennioil numero di quanti fuggono dafame, povertà e guerre è cre-

    sciuto del 41% fino a sommare244 milioni di persone che ri-siedono in paesi diversi daquelli di nascita. La crescita èattestata al 2,3% anno su anno,col raddoppio dei profughi glo-bali in un trentennio: nel 2045saranno mezzo miliardo. Tan-ti, ma il fenomeno non ha di-mensioni tali da non poter es-sere gestito. L'Europa è oggiuna delle mete principali deimigranti. Con molte differenzelocali. In termini assoluti, nel2015 l'Italia conta meno stra-nieri di Francia, Gran Bretagnae Germania. In termini relativi,Svezia e Austria (17 stranieriogni 100 abitanti), Irlanda (16),Germania (15), Norvegia (14),Gran Bretagna e Spagna (13),Francia, Belgio e Olanda (12)hanno presenze più evidenti

    del nostro paese, fermo a 10.Paradossalmente, i più contra-ri a ospitare ulteriori di profu-ghi sono i paesi a basso tassod'immigrazione come Unghe-ria (5) e Polonia (2). L'Unioneha ampi margini di accoglien-za e chi arriva dal Medio Orien-te ha caratteristiche che do-vrebbero convincere anche ipiù riluttanti a riceverne i rivo-li: buona scolarità, abitudininon dissimili da quelle occi-dentali, età bassa e propensio-ne all'inserimento e al lavoro.Respingere i profughi signifi-cherebbe far crescere la massadi chi guarda alle nostre socie-tà come a mali da combattere.Errore che pagherebbero i no-stri figli e nipoti.

    claudiogiua©RIPRODUZIONE RISERVATA

    segue dalla prima pagina/stefano lorenzettoLE FOTO DEI LETTORI

    Segue dalla prima

    VISTI DAL BASSO

    I loro cognomi sono Barone,Bassi, Binetto, Capuleti, Car-bone, Cassanelli, De Lerno, DeMartino, Dell’Olio, Di Pinto,Fabiano, Giacchetti, La Rocca,Le Conte, Maffione, Mezzino,Nenno, Petringa, Porcelli, Sca-ringi, Scolarino, Scuccemarro,Simone, Zingarelli.

    La tragedia dei loro padri edei loro nonni si consumò frail 29 e il 30 gennaio 1942, dopovent’anni di purghe stalinianepunteggiate da arresti, torture,fucilazioni. Ingiustamente ac-cusati di simpatizzare per Be-nito Mussolini, gli italiani furo-no radunati nel giro di due oredai militari sovietici per esseredeportati ai confini con la Sibe-ria. L’ordine partì ancora unavolta da lui, Iosif VissarionovicDžugašvili, detto Stalin, al qua-le poco importava che in quel-la colonia avessero nel frattem-po trovato rifugio molti esuliantifascisti. Poterono portarecon sé solo otto chili di baga-glio. Furono rinchiusi nelle sti-ve delle navi e poi, attraversatoil Mar d’Azov, ammassati co-me bestie dentro i vagonipiombati di tre convogli ferro-viari. I treni diretti verso lesteppe gelate del Kazakistanavanzarono fra la neve fino amarzo. A farlo oggi in auto è unviaggio di 8.000 chilometri, civogliono cinque giorni.

    Vecchi e bambini furono uc-cisi dalla fame e dal freddo neidue mesi di calvario sulla stra-da ferrata. Una madre finseper giorni di allattare il figlio-letto morto, nella speranza diriuscire almeno a dargli cristia-na sepoltura all’arrivo. I so-pravvissuti vennero rinchiusinei lager di Akmolinsk e Kara-

    ganda e utilizzati come schiavinella Trudarmia, l’Armata dellavoro, sotto la ferrea sorve-glianza dell’Nkvd, il Commis-sariato del popolo agli affari in-terni. Metà di loro - secondo al-cune fonti almeno 500, secon-do altre circa 1.000 - non torna-rono più indietro. Per capire ache prezzo l’altra metà scam-pò alla morte, è sufficienteascoltare la testimonianza re-sa fra le lacrime al sito Soviet-memories.it da una discen-dente di Sergio De Martino:«Raccontava che si finse sordo-muto per sei mesi. Ogni nottelo torturavano perché confes-sasse un furto. Allora lui chiesea qualcuno di procurargli agoe filo, nascondendoli nel pane,e si cucì la bocca per fare inmodo che non lo torturasseropiù». Solo nel 1956, nella rela-zione al XX congresso delPcus, Nikita Krusciov condan-nò questo «brutale, mostruosogenocidio di popoli». Ma si do-vette arrivare al 14 novembre1989 perché, caduto il Muro diBerlino, il Soviet supremo di-chiarasse illegale la deporta-zione dei nostri connazionalidi Kerch. [...]

    Dei superstiti non interessanulla a nessuno. Peggio: il no-stro Paese ne ignora addirittu-ra l’esistenza. Solo un italianodi frontiera, figlio di un mare-sciallo sardo dell’esercito e diun’altoatesina di lingua tede-sca, poteva prendersi cura diquesti fratelli in terra stranie-ra, dimenticati da tutti. Si chia-ma Walter Pilo, è nato a Bolza-no nel 1951, ha una moglie edue figli «ai quali», dice con or-goglio, «sono riuscito a tra-smettere il sentimento dellapatria che ho ricevuto da miopadre». Titolare di due bar,uno a Riva del Garda e l’altro aTorbole, più di vent’anni fa Pi-lo s’è messo in testa un’ideafolle quanto eccelsa: aiutaregli uomini a non perdere la li-bertà. Così nel luogo dove abi-ta, Arco, provincia di Trento,ha fondato L’Uomo Libero,una Onlus di cui è tuttora pre-sidente. [...]

    I bisogni degli uomini liberidal 1991 a oggi si sono via viaallargati e Pilo ha promossoanche la costruzione di capan-ne per il popolo Karen in Bir-mania, un asilo in Eritrea, leadozioni a distanza a Bet-lemme, l’apertura di un centroper l’infanzia in India, l’arrivodella corrente elettrica in dueenclave serbe del Kosovo, il so-stegno economico agli italianid’Argentina che hanno persotutto nel default, i progetti disolidarietà in Bolivia, Cile edEcuador. [...]

    Com’è arrivato a occuparsidegli italiani di Crimea?

    «Attraverso Giulia Giacchet-ti Boico, che abita là. È una fra-gile casalinga quarantennecon un coraggio da leonessa.Quattro fratelli di sua nonnafurono arrestati durante le pur-ghe staliniane, fra il 1933 e il1937: due vennero fucilati,uno scomparve nei gulag sibe-riani, il quarto tornò a casa ma

    fu deportato nel 1942. Giuliapresiede l’associazione Ce-rkio, acronimo di Comunitàemigrati regione di Kerch ita-liani di origine. Cerkio come ilcerchio della vita che conti-nua, anche se i marinai sono ri-masti senza navi e senza lavo-ro, gli insegnanti e i musicistifanno le pulizie o vendonoconserve al mercato e i neolau-reati s’ingegnano come mano-vali nell’edilizia. I più ricchi so-no i pensionati, che ricevonodalle 800 alle 1.000 grivne almese: fra i 75 e i 95 euro».

    Una storia di emigrazionesemisconosciuta.

    «Eppure è cominciata conl’impero romano e proseguitacon le repubbliche marinaredi Genova e Venezia. A Solda-ia, oggi Sudak, 150 chilometrida Kerch, il padre e lo zio diMarco Polo avevano una com-pagnia di commerci conl’Oriente. A Odessa, sul finiredel Settecento, un abitante sudieci era italiano. Furono glizar a favorire nell’Ottocentol’immigrazione degli italiani,soprattutto da Trani, Biscegliee Molfetta. Erano per lo piùcontadini, marinai, maestri

    d’ascia che si dedicarono allacoltivazione dei terreni incolti,alla pesca e alla cantieristicanavale, visto che Kerch si trovasull’omonimo stretto che col-lega il Mar Nero con il Mard’Azov». [...]

    Lei che cosa fa per gli italia-ni di Crimea?

    «Piccole cose. I panettoni aNatale, i libri in italiano. Nonvogliono soldi. Mi hanno chie-sto i tricolori, perché ne aveva-no solo un paio con lo stemmasabaudo. E anche i rosari. Lachiesa dedicata all’Assunzio-ne di Maria fino al 1992 era sta-ta adibita a magazzino dal regi-me comunista. C’erano duenicchie vuote ai lati dell’altare.In una abbiamo messo unastatua della Madonna donatada un avvocato che abita aMotta di Livenza, Emilio DelBel Belluz. Nell’altra vorrebbe-ro l’immagine di San Nicola ilPellegrino. È il patrono di Tra-ni. [...]Il parroco, don CasimirLudovik Tomasik, è polacco.Per la prima volta ha potuto ce-lebrare nella loro lingua con ilmessale romano che gli hospedito dall’Italia».

    S’accontentano di poco.

    «Quando celebrano il loropatrono, all’inizio e alla finedella manifestazione intona-no il “Va’ pensiero” di Giusep-pe Verdi, che nel “Nabucco”viene cantato dagli ebrei pri-gionieri a Babilonia. Il loro piùgrande desiderio è l’Italia. Ivecchi vorrebbero vederla al-meno una volta prima di mori-re, ma non hanno certo i soldiper il viaggio, né osano chie-derli. Sognano di andare inpellegrinaggio dal Papa. Vide-re Petrum. Bisogna capirla, lareligiosità slava. Non è come lanostra. Dieci giorni fa ero a Ge-rusalemme e osservavo ungruppo di fedeli dell’Est in visi-ta al Santo Sepolcro. Non s’in-ginocchiavano: si prostravanoa terra, con tutto il corpo».

    L’Italia che cosa fa per gliitaliani di Kerch?

    «Niente. Lei pensi che fino auna decina di anni fa non pote-vano neppure comprarsi unsemplice dizionario russo --italiano o italiano --russo». [...]

    Perché s’è preso un impe-gno così gravoso?

    «Potrei risponderle in tantimodi. Perché mi dà stimolisempre nuovi? Perché mi grati-fica? Perché mi riempie la vi-ta?». (Si ferma un attimo a ri-flettere). «Perché è giusto».

    Stefano Lorenzetto©RIPRODUZIONE RISERVATA

    Da oggi è in libreria “Giganti”di Stefano Lorenzetto (Marsilioeditore, 396 pagine, 19 euro),35 ritratti di «italiani seri nelPaese del blablà», come si leggenel sottotitolo (nella foto più asinistra, la copertina). Per gen-tile concessione dell’editore,quelli pubblicati sono alcunibrani dal capitolo dedicato albolzanino Walter Pilo (nella fo-to qui a fianco con sullo sfon-do gli italiani di Crimea mortidurante le deportazioni), fon-datore della onlus «L’Uomo Li-bero», con sede ad Arco.

    Direttore responsabile: ALBERTO FAUSTINI

    Segue dalla prima

    Bolzano o Mompracem?E il candidato, è Leroy?

    ‘‘Sull’isolettabolzaninaperò i tigrotti

    forse non son tutti allegriE intanto il povero Yanez,ufficializzato dalla Perladi Labuan, resta bloccatoin un gesto scaramantico

    LA STORIAE I MIGRANTISUL FIUME

    ESISTONOANCORAITALIANI SERI

    SALBERTO FAU TINIRISPONDE

    LETTERE AL

    DIRETTORE

    SALBERTO FAFAF U TINIRISPONDE

    LETTERE AL

    DIRETTORE

    LETTERE AL

    DIRETTORE

    [email protected] Volta 10, Bolzano

    di CLAUDIO GIUA

    di SERGIO CAMIN

    LA SALUTE A TAVOLA

    Per tale motivo questi piccoliagrumi rappresentano la mi-gliore prevenzione per le ma-lattie tipicamente invernali co-me raffreddori, bronchiti e feb-bri.

    Ma questi frutti non si limi-tano a farci da scudo contro imali di stagione: grazie a unodei loro numerosi polifenoli,l'esperidina, svolgono ancheun'azione rinforzante sui vasisanguigni, prevenendo la fragi-lità capillare; agiscono depu-rando fegato e bile e drenanogli organi emuntori, eliminan-do le scorie acide.

    Inoltre un flavonoide in essicontenuto, la nobiletina, è effi-cace contro l'aumento del co-lesterolo: per questo consu-mando regolarmente questiagrumi si allontanano i rischi

    di contrarre ictus e infarto.Anche sulla prevenzione del

    diabete di tipo 2, la nobiletinaavrebbe un'azione preventiva.Quindi via libera fino a prima-vera al consumo quotidiano dimandarini, clementine e man-daranci: in succo, centrifuga,in spicchi oppure anche tra-sformati in golosi dolcetti daservire a merenda e colazione.La maggiore quantità di fitonu-trienti si ottiene con la centri-fuga del frutto intero, che ov-viamente dovrà essere biologi-co: nella buccia e nell'albedo,la parte bianca che riveste glispicchi e la buccia interna, siconcentrano infatti le antocia-nine, molecole dall'alto poten-ziale antiossidante e antitumo-rale. Sarebbe opportuno quin-di abituarsi a consumare non

    solo le spremute ma anche icentrifugati. È bene ricordareche il succo del frutto intero ri-sulta gradevole se si ottienedai mandarini o dalle clemen-tine con la buccia più sottile:più la scorza è spessa e piùcontiene oli essenziali dal gu-sto amarognolo. Se invece pre-pariamo il succo ai nostri bam-bini è meglio ottenerlo attra-verso la spremuta, evitando diutilizzare anche la buccia, cherisulterebbe amara per loro.

    Come regola generale, cen-trifugati e spremute andrebbe-ro bevute digiuno, la mattina ecomunque non oltre il tramon-to: alla sera, infatti, i succhi aci-duli possono risultare più pe-santi da digerire.

    Ecco allora una ricetta: imuffin antiossidanti. Ingre-

    dienti per 12 dolcetti: 3 uova,100 g. zucchero di canna, 80 g.burro fuso, 3 mandarini, uncucchiaio di lievito, 130 g. di fa-rina integrale.

    Preparazione: spremere imandarini e conservare lascorza di un frutto. Frullare ituorli d'uovo con lo zucchero,aggiungere il burro fuso, poi lafarina e il lievito. A parte, mon-tare a neve gli albumi e unirliall'impasto, infine versare ilsucco di mandarino e la buc-cia tagliata a pezzettini picco-lissimi. Versare i muffin neglistampini e infornarli per 20-25minuti a 180 gradi, finché nonsono dorati. Guarnire con unvelo di confettura e spicchi dimandarino.

    www.barbaraborzaga.it©RIPRODUZIONE RISERVATA

    PICCOLI AGRUMIDOTATI DIGRANDI QUALITÀdi Barbara Borzaga

    GIOVEDÌ 17 MARZO 2016 ALTO ADIGE Lettere e Commenti 11

  • di Stefano Lorenzetto

    S ono rimasti in 300, né gio-vani né forti. Circa un cen-tinaio di famiglie. Tutte leloro speranze sono riposte inuna cinquantina di bambini enell’amata patria, l’Italia, chenonhannomaivisto.

    Abitano a Kerch, in passatoUrss,poi Ucraina, ora Repubbli-ca autonoma di Crimea, auto-proclamatasi indipendente eannessaallaFederazionerussa.

    Alcuni parlano ancora la no-stra lingua. Portano i cognomidegli avi, emigrati qui tra il 1830e il 1870 soprattutto dalla Pu-glia, ma anche dalla CampaniaedallaLiguria.

    ■ SEGUEAPAGINA11

    Saluto romano del presidentePedergnana,dalle feste fascisteallaguidadelPatt ■ SELVAEMANTOVANAPAG.27

    il caso della settimana

    Le case in viale dei Tigliresteranno nel libro dei sogni

    ■ LUCA MAROGNOLI A PAGINA 28

    ESISTONOANCORAITALIANI SERI

    il gusto «utile»

    Golosi-preziosii mandarini,i mandarancie le clementine

    IL RITRATTO

    di Claudio Giua

    T remilioni di ebrei viveva-no in Polonia quando, ilprimo settembre 1939, letruppe tedesche irruppero daSud Ovest. Fu la cosiddetta Bli-tzkrieg, guerra lampo. In no-vembre le autorità d'occupazio-ne disposero che ogni ebreo fos-se sempre identificabile dallastella gialla cucita sul vestito.Molti cercarono di scappare al-trove. In migliaia s'incammina-rono verso est. La salvezza eral'attraversamento del fiumeBug, che separaval'ex Polonia li-bera dall'Unione Sovietica. Persettimane,nessunoli fermò.

    ■ SEGUEAPAGINA10

    LA STORIAE I MIGRANTISUL FIUME

    Oltre 40 banche dati possono essere interrogateper avere una radiografia del contribuente: si vadall’anagrafe tributaria, ai dati catastali edell’Inps per arrivare alle informazioni dell’Aci.

    Finanza, eccoil cervellone«scova-evasori»

    l’incrocio dei dati ■ A PAG. 25

    nelle cronache

    Profughi, recintial Brenneropronti a Pasqua

    immigrazione ■ A PAGINA 22

    Sanità, i ticketpiù bassi d’Italiasono da noi

    lo studio ■ A PAGINA 29

    Assicura che si tratta di unalimento dalle proprietànutritive eccezionali, cheha proteine, colesterolobuono e vitamine. A spiega-re le proprietà di un alleva-mento sperimentale, è Vit-torio Friz, cinquantenneoriginario di Garniga Ter-me, dove è stato allestito ilprimo esperimento in que-sto senso in Italia: si trattadi grilli.

    ■ SANDRAMATTEIAPAGINA37

    PRIMO ITALIANO A VINCERE IL TROFEO

    ■ MARCO MARANGONI ALLE PAGINE 60 E 61

    Grandissimo Fill!Con la coppa di liberaè nella storia dello sci

    di Barbara Borzaga

    T ra i frutti più curatividell'inverno spicca-no i mandarini, le cle-mentine e i mandaranci.Frutti che sono ricchi di vita-mina C, fibra, potassio e pre-ziosipoli fenoli.

    ■ SEGUEAPAGINA11

    di Valentino Beccari

    Il primo vagito sugli sci Peterlo emette nel cortile di casa,sulla pista di fronte alla scuola.

    ■ SEGUEAPAGINA60

    IL TALENTOFINALMENTEÈ CAMPIONE

    ■■ Domenica mattina dal palco del Palarotari di Mezzocorona giurava fedeltà alle stelle alpine tirolesi, ma oraspuntano le foto in cui Carlo Pedergnana - appena eletto presidente del Patt - bacia il santino del duce e si esibiscenel saluto romano. È bufera all’interno del partito autonomista. ■ A PAGINA 27

    in consiglio

    Statuto di autonomia, bagarresul ruolo della Regione

    ■ IL SERVIZIO A PAGINA 24

    LA SALUTE A TAVOLA

    la sfida di vittorio friz

    Allevamento di grilli sul BondoneLa start up nata a Garniga: è il primo esperimento in Italia

    LA PAGINA DEI QUARTIERI » «Ortolameo», universitari a lezione di agricoltura ■ RAGOZZINO A PAG. 39

    GIOVEDÌ 17 MARZO 2016 QUOTIDIANOFONDATONEL1945DIREZIONE REDAZIONE:VIA SANSEVERINO 29 ■ 38122 TRENTO ■ TEL: 0461/885111 [email protected] ■ www.giornaletrentino.itALTO ADIGE

    € 1,20 ANNO 71 (CXXX) - NO 65Poste Italiane SpA - spedizione in abbonamentopostale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004n°46) art.1, comma 1, Cns BOLZANO

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  • Frequenti sbalzi d'umore carat-terizzeranno negativamente lavostra giornata. Controllatevi al-meno di fronte alle faccende piùimpegnative. Riposatevi primadi incontrare chi amate.

    Non dovete avere fretta e nondovete pretendere cambiamen-ti immediati nella vita professio-nale e privata. E' solo con il tem-po e la pazienza che raggiunge-rete certe mete.

    Verso la fine della mattinata visarà fatta una proposta che vimetterà in serio imbarazzo. Sia-te diplomatici e prendete tempoprima di dare una risposta.

    Si verificheranno incontri e po-tranno nascere nuovi senti-menti, ma anche sorgere dub-bi, illusioni, smarrimenti. L'im-portante è vivere il più intensa-mente possibile.

    Potenzierete tutte quelle ca-pacità che renderanno il vo-stro comportamento molto re-sponsabile e vi permetteran-no di affrontare la vita con fa-cilità.

    Non ci saranno complicazioni sedeciderete di trascorrere lagiornata soltanto in compagniadi chi amate, ma se invece lacompagnia sarà numerosa, sia-te selettivi.

    La spinta positiva vi arriva dagliastri in mattinata. Cercate di av-viare un lavoro importante,avrete diverse facilitazioni. Pen-sate al presente senza trascura-re il futuro.

    Avrete successo in tutto quelloche farete oggi. Nell'ambito deirapporti sociali, sarete di gran-de aiuto ad una persona che habisogno di consigli concreti.Amore.

    PESCI20/2 - 20/3

    SAGITTARIO23/11 - 21/12

    ACQUARIO20/1 - 19/2

    La fantasia vi sarà di aiuto nel-la soluzione rapida di una fac-cenda di lavoro. Le maggioridifficoltà le incontrerete inmattinata. Cercate di essere informa per la sera.

    SCORPIONE23/10 - 22/11

    CAPRICORNO22/12 - 19/1

    bilancia23/9 - 22/10

    La giornata avrà un avvio piut-tosto movimentato e questo sa-rà in contrasto con la sensazio-ne di stanchezza con la quale visveglierete. Reagite. Discussio-ni in amore.

    VERGINE23/8 - 22/9

    GEMELLI21/5 - 20/6

    LEONE23/7 - 22/8

    toro21/4 - 20/5

    Le configurazioni astrali vi riser-vano grandi emozioni nel setto-re affettivo. Se avete un part-ner, c'è il rischio di qualche in-comprensione, di qualche picco-lo scontro.

    CANCRO21/6 - 22/7

    OROSCOPO

    A L T O A D I G E

    S.E.T.A. SocietàEditrice TipograficaAtesina Spa

    CONSIGLIODI AMMINISTRAZIONE

    Ilaria Vescovi(Presidente)

    Monica MondardiniPietro Tosolini(Vicepresidenti)

    Lorenzo Bertoli(Amministratoredelegato)

    Consiglieri:Pierangelo CalegariMichele Di PuppoEnrico GiammarcoStefano MignanegoRoberto MoroMarco MoroniRoberto Bernabò

    Quotidiani localiGruppo Espresso

    Direttore Generale:MARCO MORONI

    Direttore Editoriale:ROBERTO BERNABÒ

    ARIETE21/3 - 20/4

    come visto al congressoI gemelli Panizzasono addirittura tre■ Egregio Direttore, Lei spessevolte ha parlato del fenomenogemellare Panizza. Desideravoportare a conforto di ciò, ma an-che a sua integrazione, la provadi una presenza trigemina. È for-se questa una notizia sfuggitaall’ottima cronaca sul Congressodel Patt riportata dal Suo giorna-le: di politico in senso stretto for-se non ha molto ma è utile a tito-lo di conoscenza organizzativaper chiunque decidesse di coivol-gerne la figura a vari livelli istitu-zionali. Domenica al Congressodel Patt, era presente sul palcodegli oratori, contemporanea-mente è stato notato in prima filatra le autorità e nello stesso istan-te è stato visto armeggiare conun oggetto a forma di lama neipressi dell’on.le Ottobre. Credosia la prova della presenza delterzo gemello Panizza.

    Anrea PaoliPergine

    ■ Noooo, il terzo gemellonooooo. È davvero troppo.Ironia a parte, dall’uso della

    metaforica lama sul collodell’onorevole Ottobre si capiràquanto i gemelli Panizza sianoaperti e capaci di guidare unpartito inclusivo e capace diparlare a (e con ) tutti. Lavittoria è stata tantoprevedibile quanto meno nettadel previsto: dunque il partitoautonomista, prima di rischiarescissioni come quelle che tuttiricordiamo, dovrà cambiare unpo’ impostazione. A questopunto immagino che, come neifilm polizieschi, ci sia il gemelloPanizza buono che parla con laminoranza e quello cattivo cheva avanti come un treno suun’unica linea con uncrescendo... “rossiano”.

    ambiente da difendereCustode forestale,ruolo indispensabile■ Enpa e Flama d'Anaunia se-guono con attenzione l'evolversidella questione legata al "Regola-mento del servizio custodia fore-stale", al consistente aumento disuperficie silvo-pastorale asse-gnata ad ogni custode e al possi-bile drastico peggioramento diquesto servizio essenziale svol-to a tutela dell'ambiente, in favo-re della cosa pubblica e dell'inte-resse dei cittadini per il territorioin cui vivono. Se davvero ciò sidovesse tradurre nell'effettivodepotenziamento del ruolo dicustode forestale, le due associa-zioni si uniscono ai custodinell’appello ai gruppi consiliari,affinché impediscano di rendereancora più indifeso l'ambientetrentino, gioiello prezioso mafragile ed esposto ad appetitipredatori.

    Flama d'Anaunia, AntonioRussi, Ivana Sandri

    Enpa

    ■ Giro la vostre legittimapreoccupazione ai consiglieriprovinciali che hanno ilcompito di fare (ma anche di

    disfare, in alcuni casi) le leggi inmateria.

    lo scontro con giacominiLa strana archiviazionedella querela di Cia■ Egregio direttore, mi lasciabasita l'archiviazione della que-rela presentata dal consigliereCia contro il presidente dei LaiciTrentini, così come non si puòtollerare che un giudice sminui-sca delle concrete minacce dimorte. Siamo alla follia, al capo-volgimento della realtà, al capoli-nea della giustizia. “Ora dobbia-mo usare armi non convenziona-li. Ad ogni suicidio legato all’omo-fobia va corrisposto un politicodi turno, ad esempio Claudio Ciaè un assassino, ha ucciso Samuel-le”. Non guasta ricordare perintero le parole pubblicate a suotempo dal signor Giacomini sufacebook. Per il GIP rientrerebbe-

    ro nella polemica politica,nell’esercizio del diritto di criti-ca. Per me invece si tratta di isti-gazione a delinquere o, alla peg-gio, di intimidazioni squadriste.Le pronunce dei giudici si rispet-tano a prescindere, non si discu-te. Tuttavia, - dispiace dirlo -, que-sta archiviazione per come è sta-ta formulatae per le giustificazio-ni addotte apre ad un grave vul-nus in materia di certezza deldiritto. Autorizza tacitamentepersone come Giacomini a sentir-si protette, a perseverare nell'in-sultare sotto una presunta“libertà di pensiero”. Non a caso,dopo la notizia dell'archiviazio-ne, lo stesso Giacomini è interve-nuto più volte in siti di informa-zione e social network con com-menti arroganti, poco rispettosidella vita privata del consigliere.Come cittadina mi preoccupanoil livore gratuito, l'assenza di edu-cazione, le continue derisioni a

    danno dell'intero corpo politicolocale. E mi dispiaccio, sapendo-mi impotente di fronte a tantoveleno dialettico che la magistra-tura è impotente a debellare.

    Serena De TomasTrento

    ■ Rispetto la sua opinione, marispetto anche quella deigiudici, che hanno ritenuto chequesti attacchi - dai quali inverità prese le distanze la stessaassociazione che Giacominipresiede - facciano parte diquella cosa che comunquedobbiamo difendere ognigiorno che si chiama libertàd’espressione. L’uscita diGiacomini, difeso anche daqueste colonne in altreoccasioni, non è stataindubbiamente felice, ma ilfatto che si ribadisca che indeterminate circostanze siamoliberi di dire ciò che pensiamo è

    e resta fondamentale. Miauguro peraltro che ilpresidente dei laici non prendaquesta sentenza come un invitoad insistere su una strada,quella dell’attacco personale,che è e resta comunquesbagliata (al di là delle scelte diCia che si possono condividereo non condividere).

    moda e contributiSul pianeta latteservivano altre idee■ L’altra sera l'argomentare difilo diretto era il basso costo dellatte in trentino. E si chiedevanoil perché. Io ho scritto le mie con-siderazioni su WhatsApp, manon c'era spazio perché c'eranotanti che facevano le loro consi-derazioni, quindi scrivo questepoche righe! Forse è arrivato iltempo di fermarci a riflettere echiederci se non si stava meglioquando si stava peggio! Ma vera-mente!!! Perché abbiamo investi-to troppi soldi dove non servo-no, abbiamo tralasciato la cosache conta di più: conta che è illatte e tutto quello che gli circolain giro con la sua trasformazio-ne. A cosa servono i soldi investi-ti in stalle telecomandate? A co-sa servono tante malghe trasfor-mate quasi in alberghi e che nondaranno mai un vero tornacon-to? A cosa serve tanta attrezzatu-ra tipo trattori e altro da 150 milaeuro e oltre ? A cosa servono im-pianti di mungitura da salad'aspetto se poi non ci sono levacche da mungere!! Proprio quinel mio paese ci sono malgheche andavano ristrutturate co-me un tempo. Andava spesoquello che serviva e invece han-no speso i soldi in due malghequando si poteva risparmiare etenerle in piedi tutte alla bona!!Ma questa è la moda che tira dadecenni! Ma fino a quando? Iltempo e' già scaduto ormai daun bel po' non credete?

    Aldo Stablum

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    AutorizzazioneTribunale di Bolzano n. 3del 2/8/1948

    Responsabile deltrattamento dati(ex d.lgs. 30/6/03n. 196):Alberto Faustini

    Non prendete impegni troppoprecisi. Il vostro umore è insta-bile e dovete essere in grado dicambiare programma per se-guirne i capricci improvvisi. Ri-poso.

    Poi le guardie di frontiera so-vietiche ricevettero l'ordine difermare i profughi, sparando avista in caso di resistenza. Seun ebreo proveniente dalla Po-lonia occupata dai nazisti en-trava nelle zone occupate dall'Armata Rossa, veniva ricaccia-to indietro in forza del pattocriminale tra i ministri von Rib-bentrop e Molotov: morte cer-ta. Negli stessi mesi innalzan-do le barriere intorno al ghetto,a Varsavia cominciò il più fero-ce e sanguinoso genocidio dell'era moderna. Un fiume da pas-sare, una barriera. Nella me-moria collettiva degli ebrei po-lacchi sopravvissuti all'Olocau-sto il fiume Bug è il confined'acqua oltre il quale c'è la vita,così come il muro del ghetto èla barriera che esclude dal

    mondo. Non è difficile immagi-nare perché il guado del fiumeSuva Reka tra Grecia e Macedo-nia, in centinaia di foto e videodi questi giorni, diventerà ilBug dei migranti in fuga dalmacello mediorientale. E per-ché le centinaia di chilometridi filo spinato sui confini deiBalcani si trasfigureranno in al-trettanti muri del ghetto di Var-savia. Se non vediamo alle por-te, lo sterminio di milioni dipersone, lo sterminio di milio-ni di coscienze europee è undato di fatto. Scrisse NikolajGogol: «Molti errori si sonocompiuti a questo mondo, taliche, si direbbe, ora non li fareb-be neppure un bambino. (...)Ma ride la generazione che pas-sa e, sicura di sé, orgogliosa, dàinizio a una nuova serie di erro-

    ri, sui quali a loro volta rideran-no i posteri». Solo dieci anni fanon avremmo immaginatoquanto è accaduto e accadeogni giorno lungo le frontieredi Serbia e Ungheria, Sloveniae Austria, Grecia e Macedonia,o sui bagnasciuga della Mani-ca, nelle acque dell'Egeo e delmare di Sicilia. Avremmo giu-rato che l'Europa unita avreb-be trovato una via comune diaccoglienza e solidarietà. La re-altà è tutt'altra. Non bisognatuttavia arrendersi. I paesi ches'arrenderanno chiudendosi ariccio costruiranno i prodromidi una sconfitta epocale. Se-condo il recente InternationalMigration Report dell'Onu,dall'inizio del nuovo millennioil numero di quanti fuggono dafame, povertà e guerre è cre-

    sciuto del 41% fino a sommare244 milioni di persone che ri-siedono in paesi diversi daquelli di nascita. La crescita èattestata al 2,3% anno su anno,col raddoppio dei profughi glo-bali in un trentennio: nel 2045saranno mezzo miliardo. Tan-ti, ma il fenomeno non ha di-mensioni tali da non poter es-sere gestito. L'Europa è oggiuna delle mete principali deimigranti. Con molte differenzelocali. In termini assoluti, nel2015 l'Italia conta meno stra-nieri di Francia, Gran Bretagnae Germania. In termini relativi,Svezia e Austria (17 stranieriogni 100 abitanti), Irlanda (16),Germania (15), Norvegia (14),Gran Bretagna e Spagna (13),Francia, Belgio e Olanda (12)hanno presenze più evidenti

    del nostro paese, fermo a 10.Paradossalmente, i più contra-ri a ospitare ulteriori di profu-ghi sono i paesi a basso tassod'immigrazione come Unghe-ria (5) e Polonia (2). L'Unioneha ampi margini di accoglien-za e chi arriva dal Medio Orien-te ha caratteristiche che do-vrebbero convincere anche ipiù riluttanti a riceverne i rivo-li: buona scolarità, abitudininon dissimili da quelle occi-dentali, età bassa e propensio-ne all'inserimento e al lavoro.Respingere i profughi signifi-cherebbe far crescere la massadi chi guarda alle nostre socie-tà come a mali da combattere.Errore che pagherebbero i no-stri figli e nipoti.

    claudiogiua©RIPRODUZIONE RISERVATA

    segue dalla prima pagina/stefano lorenzettoLE FOTO DEI LETTORI

    Segue dalla prima

    I loro cognomi sono Barone,Bassi, Binetto, Capuleti, Car-bone, Cassanelli, De Lerno, DeMartino, Dell’Olio, Di Pinto,Fabiano, Giacchetti, La Rocca,Le Conte, Maffione, Mezzino,Nenno, Petringa, Porcelli, Sca-ringi, Scolarino, Scuccemarro,Simone, Zingarelli.

    La tragedia dei loro padri edei loro nonni si consumò frail 29 e il 30 gennaio 1942, dopovent’anni di purghe stalinianepunteggiate da arresti, torture,fucilazioni. Ingiustamente ac-cusati di simpatizzare per Be-nito Mussolini, gli italiani furo-no radunati nel giro di due oredai militari sovietici per esseredeportati ai confini con la Sibe-ria. L’ordine partì ancora unavolta da lui, Iosif VissarionovicDžugašvili, detto Stalin, al qua-le poco importava che in quel-la colonia avessero nel frattem-po trovato rifugio molti esuliantifascisti. Poterono portarecon sé solo otto chili di baga-glio. Furono rinchiusi nelle sti-ve delle navi e poi, attraversatoil Mar d’Azov, ammassati co-me bestie dentro i vagonipiombati di tre convogli ferro-viari. I treni diretti verso lesteppe gelate del Kazakistanavanzarono fra la neve fino amarzo. A farlo oggi in auto è unviaggio di 8.000 chilometri, civogliono cinque giorni.

    Vecchi e bambini furono uc-cisi dalla fame e dal freddo neidue mesi di calvario sulla stra-da ferrata. Una madre finseper giorni di allattare il figlio-letto morto, nella speranza diriuscire almeno a dargli cristia-na sepoltura all’arrivo. I so-pravvissuti vennero rinchiusinei lager di Akmolinsk e Kara-

    ganda e utilizzati come schiavinella Trudarmia, l’Armata dellavoro, sotto la ferrea sorve-glianza dell’Nkvd, il Commis-sariato del popolo agli affari in-terni. Metà di loro - secondo al-cune fonti almeno 500, secon-do altre circa 1.000 - non torna-rono più indietro. Per capire ache prezzo l’altra metà scam-pò alla morte, è sufficienteascoltare la testimonianza re-sa fra le lacrime al sito Soviet-memories.it da una discen-dente di Sergio De Martino:«Raccontava che si finse sordo-muto per sei mesi. Ogni nottelo torturavano perché confes-sasse un furto. Allora lui chiesea qualcuno di procurargli agoe filo, nascondendoli nel pane,e si cucì la bocca per fare inmodo che non lo torturasseropiù». Solo nel 1956, nella rela-zione al XX congresso delPcus, Nikita Krusciov condan-nò questo «brutale, mostruosogenocidio di popoli». Ma si do-vette arrivare al 14 novembre1989 perché, caduto il Muro diBerlino, il Soviet supremo di-chiarasse illegale la deporta-zione dei nostri connazionalidi Kerch. [...]

    Dei superstiti non interessanulla a nessuno. Peggio: il no-stro Paese ne ignora addirittu-ra l’esistenza. Solo un italianodi frontiera, figlio di un mare-sciallo sardo dell’esercito e diun’altoatesina di lingua tede-sca, poteva prendersi cura diquesti fratelli in terra stranie-ra, dimenticati da tutti. Si chia-ma Walter Pilo, è nato a Bolza-no nel 1951, ha una moglie edue figli «ai quali», dice con or-goglio, «sono riuscito a tra-smettere il sentimento dellapatria che ho ricevuto da miopadre». Titolare di due bar,uno a Riva del Garda e l’altro aTorbole, più di vent’anni fa Pi-lo s’è messo in testa un’ideafolle quanto eccelsa: aiutaregli uomini a non perdere la li-bertà. Così nel luogo dove abi-ta, Arco, provincia di Trento,ha fondato L’Uomo Libero,una Onlus di cui è tuttora pre-sidente. [...]

    I bisogni degli uomini liberidal 1991 a oggi si sono via viaallargati e Pilo ha promossoanche la costruzione di capan-ne per il popolo Karen in Bir-mania, un asilo in Eritrea, leadozioni a distanza a Bet-lemme, l’apertura di un centroper l’infanzia in India, l’arrivodella corrente elettrica in dueenclave serbe del Kosovo, il so-stegno economico agli italianid’Argentina che hanno persotutto nel default, i progetti disolidarietà in Bolivia, Cile edEcuador. [...]

    Com’è arrivato a occuparsidegli italiani di Crimea?

    «Attraverso Giulia Giacchet-ti Boico, che abita là. È una fra-gile casalinga quarantennecon un coraggio da leonessa.Quattro fratelli di sua nonnafurono arrestati durante le pur-ghe staliniane, fra il 1933 e il1937: due vennero fucilati,uno scomparve nei gulag sibe-riani, il quarto tornò a casa ma

    fu deportato nel 1942. Giuliapresiede l’associazione Ce-rkio, acronimo di Comunitàemigrati regione di Kerch ita-liani di origine. Cerkio come ilcerchio della vita che conti-nua, anche se i marinai sono ri-masti senza navi e senza lavo-ro, gli insegnanti e i musicistifanno le pulizie o vendonoconserve al mercato e i neolau-reati s’ingegnano come mano-vali nell’edilizia. I più ricchi so-no i pensionati, che ricevonodalle 800 alle 1.000 grivne almese: fra i 75 e i 95 euro».

    Una storia di emigrazionesemisconosciuta.

    «Eppure è cominciata conl’impero romano e proseguitacon le repubbliche marinaredi Genova e Venezia. A Solda-ia, oggi Sudak, 150 chilometrida Kerch, il padre e lo zio diMarco Polo avevano una com-pagnia di commerci conl’Oriente. A Odessa, sul finiredel Settecento, un abitante sudieci era italiano. Furono glizar a favorire nell’Ottocentol’immigrazione degli italiani,soprattutto da Trani, Biscegliee Molfetta. Erano per lo piùcontadini, marinai, maestri

    d’ascia che si dedicarono allacoltivazione dei terreni incolti,alla pesca e alla cantieristicanavale, visto che Kerch si trovasull’omonimo stretto che col-lega il Mar Nero con il Mard’Azov». [...]

    Lei che cosa fa per gli italia-ni di Crimea?

    «Piccole cose. I panettoni aNatale, i libri in italiano. Nonvogliono soldi. Mi hanno chie-sto i tricolori, perché ne aveva-no solo un paio con lo stemmasabaudo. E anche i rosari. Lachiesa dedicata all’Assunzio-ne di Maria fino al 1992 era sta-ta adibita a magazzino dal regi-me comunista. C’erano duenicchie vuote ai lati dell’altare.In una abbiamo messo unastatua della Madonna donatada un avvocato che abita aMotta di Livenza, Emilio DelBel Belluz. Nell’altra vorrebbe-ro l’immagine di San Nicola ilPellegrino. È il patrono di Tra-ni. [...]Il parroco, don CasimirLudovik Tomasik, è polacco.Per la prima volta ha potuto ce-lebrare nella loro lingua con ilmessale romano che gli hospedito dall’Italia».

    S’accontentano di poco.

    «Quando celebrano il loropatrono, all’inizio e alla finedella manifestazione intona-no il “Va’ pensiero” di Giusep-pe Verdi, che nel “Nabucco”viene cantato dagli ebrei pri-gionieri a Babilonia. Il loro piùgrande desiderio è l’Italia. Ivecchi vorrebbero vederla al-meno una volta prima di mori-re, ma non hanno certo i soldiper il viaggio, né osano chie-derli. Sognano di andare inpellegrinaggio dal Papa. Vide-re Petrum. Bisogna capirla, lareligiosità slava. Non è come lanostra. Dieci giorni fa ero a Ge-rusalemme e osservavo ungruppo di fedeli dell’Est in visi-ta al Santo Sepolcro. Non s’in-ginocchiavano: si prostravanoa terra, con tutto il corpo».

    L’Italia che cosa fa per gliitaliani di Kerch?

    «Niente. Lei pensi che fino auna decina di anni fa non pote-vano neppure comprarsi unsemplice dizionario russo --italiano o italiano --russo». [...]

    Perché s’è preso un impe-gno così gravoso?

    «Potrei risponderle in tantimodi. Perché mi dà stimolisempre nuovi? Perché mi grati-fica? Perché mi riempie la vi-ta?». (Si ferma un attimo a ri-flettere). «Perché è giusto».

    Stefano Lorenzetto©RIPRODUZIONE RISERVATA

    Da oggi è in libreria “Giganti”di Stefano Lorenzetto (Marsilioeditore, 396 pagine, 19 euro),35 ritratti di «italiani seri nelPaese del blablà», come si leggenel sottotitolo (nella foto più asinistra, la copertina). Per gen-tile concessione dell’editore,quelli pubblicati sono alcunibrani dal capitolo dedicato albolzanino Walter Pilo (nella fo-to qui a fianco con sullo sfon-do gli italiani di Crimea mortidurante le deportazioni), fon-datore della onlus «L’Uomo Li-bero», con sede ad Arco.

    Direttore responsabile: ALBERTO FAUSTINI

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    LA STORIAE I MIGRANTISUL FIUME

    LA SALUTE A TAVOLA

    SALBERTO FAU TINIRISPONDE

    LETTERE AL

    DIRETTORE

    SALBERTO FAFAF U TINIRISPONDE

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    DIRETTORE

    LETTERE AL

    DIRETTORE

    [email protected] Sanseverino 29, Trento

    ESISTONOANCORAITALIANI SERI

    ■■ Davvero una bella panoramica, quella proposta con questa sua fotografia da Davide Turconi.

    E laggiù, in lontananza, ecco lo specchio del Garda...

    di CLAUDIO GIUA

    Per tale motivo questi piccoliagrumi rappresentano la mi-gliore prevenzione per le ma-lattie tipicamente invernali co-me raffreddori, bronchiti e feb-bri.

    Ma questi frutti non si limi-tano a farci da scudo contro imali di stagione: grazie a unodei loro numerosi polifenoli,l'esperidina, svolgono ancheun'azione rinforzante sui vasisanguigni, prevenendo la fragi-lità capillare; agiscono depu-rando fegato e bile e drenanogli organi emuntori, eliminan-do le scorie acide.

    Inoltre un flavonoide in essicontenuto, la nobiletina, è effi-cace contro l'aumento del co-lesterolo: per questo consu-mando regolarmente questiagrumi si allontanano i rischi

    di contrarre ictus e infarto.Anche sulla prevenzione del

    diabete di tipo 2, la nobiletinaavrebbe un'azione preventiva.Quindi via libera fino a prima-vera al consumo quotidiano dimandarini, clementine e man-daranci: in succo, centrifuga,in spicchi oppure anche tra-sformati in golosi dolcetti daservire a merenda e colazione.La maggiore quantità di fitonu-trienti si ottiene con la centri-fuga del frutto intero, che ov-viamente dovrà essere biologi-co: nella buccia e nell'albedo,la parte bianca che riveste glispicchi e la buccia interna, siconcentrano infatti le antocia-nine, molecole dall'alto poten-ziale antiossidante e antitumo-rale. Sarebbe opportuno quin-di abituarsi a consumare non

    solo le spremute ma anche icentrifugati. È bene ricordareche il succo del frutto intero ri-sulta gradevole se si ottienedai mandarini o dalle clemen-tine con la buccia più sottile:più la scorza è spessa e piùcontiene oli essenziali dal gu-sto amarognolo. Se invece pre-pariamo il succo ai nostri bam-bini è meglio ottenerlo attra-verso la spremuta, evitando diutilizzare anche la buccia, cherisulterebbe amara per loro.

    Come regola generale, cen-trifugati e spremute andrebbe-ro bevute digiuno, la mattina ecomunque non oltre il tramon-to: alla sera, infatti, i succhi aci-duli possono risultare più pe-santi da digerire.

    Ecco allora una ricetta: imuffin antiossidanti. Ingre-

    dienti per 12 dolcetti: 3 uova,100 g. zucchero di canna, 80 g.burro fuso, 3 mandarini, uncucchiaio di lievito, 130 g. di fa-rina integrale.

    Preparazione: spremere imandarini e conservare lascorza di un frutto. Frullare ituorli d'uovo con lo zucchero,aggiungere il burro fuso, poi lafarina e il lievito. A parte, mon-tare a neve gli albumi e unirliall'impasto, infine versare ilsucco di mandarino e la buc-cia tagliata a pezzettini picco-lissimi. Versare i muffin neglistampini e infornarli per 20-25minuti a 180 gradi, finché nonsono dorati. Guarnire con unvelo di confettura e spicchi dimandarino.

    www.barbaraborzaga.it©RIPRODUZIONE RISERVATA

    PICCOLI AGRUMIDOTATI DIGRANDI QUALITÀdi Barbara Borzaga

    GIOVEDÌ 17 MARZO 2016 TRENTINO Lettere e Commenti 11