Dispense Di Istituzioni Di Economia Prof.ssa Acciarito

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 Testo: P.A.Samuelson - W.D.Nordhaus “ECONOMIA”  1  - esclusi capp. 11- 16 - 17 - 18 -19 -34. http://unict.myblog.it

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Dispense Di Istituzioni Di Economia Prof.ssa Acciarito

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  • Testo:P.A.Samuelson - W.D.Nordhaus

    ECONOMIA

    McGraw - Hill

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    McGraw - Hill

    esclusi capp. 11- 16 - 17 - 18 -19 -34.

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  • Keynes ha scritto:Lo studio delleconomia non sembra richiedere alcuna dote particolare. Si tratta dunque di una disciplina molto facile in confronto alle altre branche pi elevate della filosofia e delle scienze pure. Una disciplina molto facile nella quale solo pochi riescono ad eccellere. Sembra un paradosso, ma si spiega, forse, nel senso che un grande economista deve possedere una rara combinazione di doti: - deve essere allo stesso tempo e in qualche misura matematico, storico, politico, filosofo; - deve saper decifrare i simboli e usare le parole; deve saper risalire dal particolare al generale e saper passare dallastratto al concreto nello stesso

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    particolare al generale e saper passare dallastratto al concreto nello stesso processo mentale; - deve saper studiare il presente alla luce del passato, per gli scopi del futuro;- deve essere concentrato sugli obiettivi da raggiungere e disinteressato allo stesso tempo (cio pensare e agire in maniera oggettiva pensando agli effetti che ogni azione economica avr sugli altri, quindi disinteressato personalmente).

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  • Perch studiare leconomia?

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  • 1. Perch ci sono molti problemi economici per i quali non sempre esiste una soluzione facile:

    Perch c disoccupazione? Perch c un trade-off negativo tra

    disoccupazione e inflazione? Perch il prezzo del pane aumenta? Perch i tassi di interesse aumentano o

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    Perch i tassi di interesse aumentano o diminuiscono?

    2. Perch ci sono economisti che suggeriscono soluzioni diverse.

    3. Per comprendere gli effetti della politica economica, da tener presente nel momento in cui siamo degli elettori attivi.

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  • Le ragioni delle divergenze di opinioni tra gli economisti sono diverse:

    1. Le teorie economiche a cui fanno riferimento (classica, Keynesiana)

    2. Linteresse personale di ogni economista3. Il problema posto dal cambiamento.Loggetto

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    3. Il problema posto dal cambiamento.Loggetto di studio della scienza economica soggetto ad un continuo cambiamento perch influenzato dal comportamento umano.

    A chi bisogna credere?http://unict.myblog.it

  • Capire leconomia significa capire la maggior parte della nostra vita.

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    Il posto delleconomia nel cuore della vita sociale.

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  • Di che cosa si occupa leconomia?

    Si occupa della societ e del comportamento degli uomini nella societ.

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    Se ne occupa dal punto di vista economico, della ricchezza. E ci perch nella societ non ci sono mezzi sufficienti per soddisfare tutti i bisogni, per raggiungere tutti gli obiettivi.

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  • Leconomia una scienza. Si parla infatti di scienzaeconomica.

    Ci che fa di una materia una scienza il metodoscientifico, cio la formulazione di teorie e la

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    scientifico, cio la formulazione di teorie e laverifica di queste teorie sul funzionamento del

    mondo.

    La teoria nasce dallosservazione della realthttp://unict.myblog.it

  • I modelli economici Si utilizzano per spiegare la realt

    economica. Sono:

    Le equazioni matematiche

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    Le equazioni matematiche I grafici

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  • Le fonti dei dati sulleconomia italiana

    Le principali sono: Le pubblicazioni dellISTAT Le pubblicazioni della Banca dItalia Le pubblicazioni dell Eurostat (a livello

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    Le pubblicazioni dell Eurostat (a livello europeo)

    Le pubblicazioni della BCE Ecc.

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  • Parole chiave delleconomiaScarsit la principale parola chiave,

    che ha fatto definire leconomia la scienza della scarsitbeni materiali

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    beni materiali (cioccolatini,automobili, petrolio)

    Beni economici(beni scarsi)

    beni immateriali (spettacolo, cura di un dente, luso di un bene (pagandone laffitto), il lavoro di una persona (pagandone il salario)http://unict.myblog.it

  • Parole chiave delleconomiaUtilit Un bene economico deve essere utile

    Prezzo I beni economici, in quanto scarsi, hanno un prezzo per essere acquistati e venduti (concetto di mercato)

    Produzione I beni economici, in quanto scarsi, possono

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    dar senso alla produzione (anche i beni prodotti sono beni economici in quanto sono limitati alla quantit prodotta)

    Risorse Nel processo produttivo, per produrre un bene, si utilizzano altri beni intermedi, altre risorse, anche queste scarse, per cui sorge il problema dellimpiego alternativohttp://unict.myblog.it

  • Non tutti i beni possono essere prodotti.

    Es. La terra (risorsa naturale) Il lavoro (risorsa personale)

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    ma possono essere migliorati per aumentare la produttivit, attraverso luso dei fertilizzanti (la terra) e attraverso listruzione (il lavoro)

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  • Condizioni perch lazione umana sia suscettibile di considerazione economica, identificate dalleconomista

    Lionel Robbins.

    Riguardanti gli obiettivi

    1. Che gli obiettivi siano molteplici

    2. Che gli obiettivi siano classificabili secondo limportanza (preferenze)

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    Luso alternativo delle risorse deve essere razionale ed efficiente, cio ricavare il massimo evitando errori e sprechi.

    Riguardanti le risorse

    3. Che le risorse siano limitate

    4. Che le risorse abbiano usi alternativi

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  • Definizioni di economia L.Robbins la scienza che studia la condotta

    umana come una relazione tra scopi e mezzi scarsi,applicabili ad usi alternativi(presuppone degli obiettivi ma non li giudica dalpunto di vista etico, religioso o politico)

    (presuppone scarsit e uso razionale delle risorse)

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    Altra definizione Leconomia la scienza chestudia la produzione, lo scambio, la distribuzione e ilconsumo di quei beni e servizi che contribuiscono albenessere materiale( implicito che leconomia studia il sistemaeconomico) http://unict.myblog.it

  • Definizione di Samuelson

    Leconomia lo studio del modo in cui gliindividui e la societ pervengono a scegliere,con o senza moneta, di impiegare risorseproduttive scarse, suscettibili di usi alternativi,per produrre vari tipi di beni e distribuirli per il

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    per produrre vari tipi di beni e distribuirli per ilconsumo, attuale o futuro, tra varie persone egruppi sociali(moneta e tempo)

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  • La scienza economica si divide in due branche principali:

    Teoria economica(o Economia)Studia le leggi delleconomia e il

    Politica economicaE lo studio dellintervento pubblico e lintervento pubblico

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    delleconomia e il funzionamento dei mercati

    pubblico e lintervento pubblico stesso. Lo Stato utilizza gli strumenti a disposizione, per correggere le imperfezioni del mercato e per raggiungere lobiettivo del benessere della collettivit

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  • La teoria economica si distingue in: Microeconomia

    Studia il comportamento del singolo consumatore, della singola impresa, la formazione dei singoli prezzi e i mercati singolarmente (dei beni,

    MacroeconomiaStudia i fenomeni aggregatirelativi al sistema economico nel suo insieme (risultanti dalla sintesi dei comportamenti dei singoli consumatori, investitori):

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    singolarmente (dei beni, del lavoro, della moneta)

    Fino a met degli anni 30

    consumatori, investitori): C,I,G,E, M, livello generale dei prezzi,disoccupazione). La macroeconomia studia linterdipendenza reciproca tra i vari mercati

    Nata negli anni 30 con Keyneshttp://unict.myblog.it

  • LEconomia si distingue in:

    1. Economia positiva: descrive i fatti di unsistema economico e cerca di spiegarne lecause. Questo compito spetta alleconomistaquale scienziato, che fa unanalisi economica

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    quale scienziato, che fa unanalisi economicadei fatti economici. Es. Analizza ladisoccupazione e ne spiega la causa; analizzai flussi commerciali e spiega perch ilcommercio vantaggioso alle due parti.Leconomia positiva quindi descrittiva.

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  • 2. Economia normativa invece prescrittiva, cio cerca di individuare le misure idonee per migliorare il funzionamento del sistema economico.

    Leconomista in questo caso diventa un consigliereeconomico, cio suggerisce alle autorit pubblichequale manovra economica attuare per ridurre, adesempio, la disoccupazione. La decisione spetta poi alpolitico.

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    politico.Lec. normativa chiama in causa i giudizi di valore, cio

    laspetto etico e morale di una decisione economica.Lec. positiva e lec. normativa sono correlate. Soprattutto

    leconomia positiva (gli economisti) che influenzaleconomia normativa.

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  • Molte Istituzioni e apparati dello Stato si avvalgono dellopera degli economisti:

    La Banca lItalia L U.I.C. (Ufficio Italiano dei cambi) Vari ministeri LISTAT (Istituto di statistica)

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    LISTAT (Istituto di statistica) Il CNEL (Consiglio nazionale delleconomia e del

    lavoro) Le Regioni Alcune societ private (ISFOL, Nomisma,

    Prometeia, ecc..) Centri studi Universitari

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  • In base allobiettivo leconomia si distingue in:

    - Economia classica stabilit dei prezzi

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    stabilit dei prezzi- Economia marginalista

    - Economia keynesiana : gestione della domanda aggregata

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  • LA NASCITA DELLECONOMIANasce da una riflessione di Adam Smith,

    professore di Filosofia morale, suicomportamenti n buoni n cattivi.La nascita delleconomia come scienza

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    La nascita delleconomia come scienzaautonoma si fa risalire al 1776 con lapubblicazione di Adam Smith Ricerchesopra la natura e le cause della ricchezzadelle Nazioni

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  • Il pensiero economico prima di A. SmithI problemi economici erano studiati da filosofi e teologi: buon governo e giusto comportamento etico, morale.

    16secolo finisce il feudalesimo e inizia il capitalismo:_ Sviluppo del sistema di mercato,_ Nascita dellindustria (in seguito alla rivoluzione

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    _ Nascita dellindustria (in seguito alla rivoluzione scientifica: Newton, Galilei, Copernico, Keplero),

    _ Accumulazione di capitale in mano ai privati, Mutamenti economici e sociali (classe

    lavoratrice, aumento popolazione)

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  • Capitalismo ricchezza, accumulazione16-17secolo mercantilismo:

    Lo scambio, sia allinterno che con lestero, come fonte di ricchezza per laccumulo di oro e argento

    Critiche di A. Smith al mercantilismo: Considerava i metalli preziosi le uniche componenti

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    Considerava i metalli preziosi le uniche componenti della ricchezza Considerava il commercio lunico mezzo per aumentare la ricchezza Il commercio era basato sul protezionismo e quindi vantaggioso per un solo paese (trattati di commercio ineguali: dazi sulle merci importate).

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  • 17secolo fisiocraziaLa produzione agricola come fonte di ricchezza

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    Critiche di A. Smith alla fisiocrazia: sul protezionismo, in quanto si contrappone al

    libero scambio, per lintervento dello Stato (dazi).

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  • 18secolo Smith La causa della ricchezza delle nazioni non era lo

    scambio n la terra, ma il lavoro, il lavoroindustriale e in particolare il miglioramento dellecapacit produttive del lavoro reso possibile dalladivisione, o specializzazione, del lavoro(produttivit), grazie al progresso tecnico.

    Visione liberista degli scambi cio libero mercato

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    Visione liberista degli scambi cio libero mercato(laissez-faire). Alla fine del 1800 si parla diEconomia. Vantaggi:

    a) Maggiore ripartizione territoriale del lavoro

    b) Aumento della specializzazionec) Aumento del mercato interno ed esterod) Vantaggi per i due paesi scambistihttp://unict.myblog.it

  • Nel 19 sec. gli eccessi del capitalismo (alti redditi in poche mani) allentarono il laissez-faire e inizi lintervento dello Stato (regolazione dei monopoli, imposte sul reddito, e cominci il welfare state, es. lassistenza medica).

    Nel 20sec. aument lintervento dello Stato fino a d avere un capitalismo di Stato (PP.SS).

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    Dal 1980, leccessiva ed inefficiente presenza dello Stato spinse ad avviare un processo di privatizzazione.

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  • Oggi ci troviamo in una situazione in cui il mercato rivendica maggiore spazio. Vedi il sistema di mercato dellex URSS e della Cina, nonch la globalizzazione,che significa:

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    a) Aumento degli scambib) Integrazione economica, cio specializzazione

    (un singolo bene viene prodotto da diversi paesi)

    c) Integrazione dei mercati finanziari (movimenti di capitali speculativi)http://unict.myblog.it

  • Vantaggi della globalizzazione: Riduzione dei prezzi Maggiore innovazione Crescita economica pi veloce

    Svantaggi della globalizzazione:

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    Svantaggi della globalizzazione: Effetto spiazzamento (unimpresa straniera che

    produce a costi pi bassi, riduce la produzione e loccupazione nazionale)

    Interdipendenza: dipendenza dagli scambi Riduzione del ruolo dello Stato

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  • Cos il mercato? quel meccanismo messo in moto dallagire e dallinteragire di compratori e venditori e che determina il prezzo e la quantit di beni e servizi da scambiare.

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    quantit di beni e servizi da scambiare.(mercato dei beni (prezzo) del lavoro (salario), dei capitali (interesse), della terra (rendita)

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  • Un mercato pu essere: Centralizzato o organizzato: si stabilisce la data

    e il luogo di incontro tra domanda e offerta. (Es. Borsa valori; Bit; il mercato delle attivit patrimoniali di Cannes (interessante nel 2003 linteresse del capitale privato ad investire in Sicilia); Medibit (borsa internazionale del turismo mediterraneo), presenta lofferta turistica

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    Sicilia); Medibit (borsa internazionale del turismo mediterraneo), presenta lofferta turistica dellarea mediterranea.

    Decentralizzato o libero (Es. il mercato del lavoro o il mercato di qualsiasi bene)

    Elettronico (via Internet)Nel mercato in cui domanda e offerta sono uguali si ha lequilibrio e il corrispondente prezzo il prezzo di equilibriohttp://unict.myblog.it

  • Smith e la teoria del mercato, intesa come teoria della mano invisibile

    Le premesse della teoria del mercato di Smith, cio le motivazioni che determinano le scelte economiche sono:

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    economiche sono: Legoismo, nel senso di interesse personale, Libert economica,che portano ad una importante conclusione:

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  • >.La mano invisibile esprime cio il funzionamento e i risultati del mercato.

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    risultati del mercato.Smith considera come ricchezza il reddito pro-capite: fu

    il primo a considerare il benessere dei cittadini e non la forza economica dello Stato.

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  • Secondo la corrente di pensiero classica, che parte da Smith e che domina fino agli anni 1930, la teoria del mercato porta a formulare la legge degli sbocchi o legge di Say, secondo la quale il sistema economico sempre in equilibrio di piena occupazione

    ALTRI PRESUPPOSTI DELLA TEORIA CLASSICA:

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    lofferta che crea la domanda I prezzi e i salari sono flessibili Settore pubblico assente Moneta neutrale : nessun effetto sul settore reale

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  • La teoria economica classica studia la microeconomia: comportamento dei singoli consumatori, imprese, mercati (dei beni, del lavoro, ecc..).Il sistema economico nel suo complesso la somma dei comportamenti singoli e, attraverso la mano invisibile, raggiunge

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    attraverso la mano invisibile, raggiunge sempre lottimo, lequilibrio.La forma di mercato a cui ci riferiamo la concorrenza perfetta.

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  • Forme di mercatoConcorrenza perfetta

    Ipotesi: Omogeneit del bene (con le stesse caratteristiche) Pluralit di compratori e venditori tale che ciascun

    compratore e venditore non pu influire sul prezzo del bene

    Concorrenza imperfetta assume diverse forme:

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    Concorrenza imperfetta assume diverse forme: Monopolio: un solo venditore, che stabilisce il prezzo, e molti

    compratori. Es: in un paese c una sola societ che fornisce la risorsa idrica o lenergia elettrica.

    Oligopolio: pochi venditori. Essendo molto debole la concorrenza fra di loro, riescono a stabilire il prezzo. Es. la produzione di petrolio in mano a pochi paesi nel mondo

    Concorrenza monopolistica: molti venditori dello stesso bene, ma ciascun bene ha delle caratteristiche particolari che ne fa un monopolio. Ciascun venditore pu fissare il prezzo. Es: la ceramica

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  • I limiti del mercato o fallimenti del mercatoIl mercato pu fare molto, ma siamo sicuri che raggiunge lottimo?

    Si ha fallimento del mercato quando non c concorrenza perfetta e quindi quando esistono: Concorrenza imperfetta: un acquirente o un venditore hanno

    la capacit di influire sul prezzo. Es. la forza sindacale dei lavoratori o degli imprenditori; unimpresa oligopolistica.

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    lavoratori o degli imprenditori; unimpresa oligopolistica. Monopolio: un solo venditore che fissa il prezzo. Caso

    estremo di concorrenza imperfetta. Effetti esterni (o esternalit) positivi (es. beni pubblici- un

    parco,la difesa) e negativi (inquinamento) Diseguale distribuzione del reddito fra categorie sociali o

    territoriali o settorialihttp://unict.myblog.it

  • MicroeconomiaStudia: Il comportamento del singolo consumatore Il comportamento della singola impresa Il comportamento del singolo mercato (dei beni, del

    lavoro, dei fattori produttivi, dei capitali, ecc.) Il funzionamento del sistema economico nella sua

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    Il funzionamento del sistema economico nella sua interezza attraverso la teoria dellequilibrio economico generale, che mette insieme i risultati raggiunti in precedenza in tema di comportamento di consumatori, imprese e mercati. E un punto di arrivo

    (a differenza della macroeconomia che assume linterdipendenza del sistema economico nel suo insieme come punto di partenza dellanalisi).http://unict.myblog.it

  • Le forze del mercato:domanda e offerta

    LA DOMANDAEsprime il comportamento del compratore. Da che cosa dipende la domanda di un singolo bene? es. il pesce: Dal prezzo (relazione inversa) Dalle condizioni di mercato:

    Il prezzo di beni alternativi o succedanei (es. la

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    Il prezzo di beni alternativi o succedanei (es. la carne) (relazione diretta) Il prezzo dei beni complementari (es. il limone) (relazione inversa)

    il prezzo dei beni complementari (es. il limone)(relazione inversa).

    I gusti e le preferenze dei consumatori (es. se un bene diventa di moda fa aumentare la domanda anche se il prezzo non diminuisce). Dipendono da fattori personali, culturali, storici.

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  • - Il reddito: (relazione diretta) Se aumenta il reddito aumenta la domanda di beni normali. Se aumenta il reddito pu diminuire la domanda dei beni inferiori (es.domandavo legumi (bene inferiore) ora domando carne(bene superiore).

    - Le aspettative Ci che ci attendiamo domani influisce sulla domanda di oggi.Es. se ci aspettiamo che il prezzo delle

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    Es. se ci aspettiamo che il prezzo delle macchine, dei telefonini sar pi basso, oggi ne domandiamo di meno. Se ci aspettiamo uno stipendio pi alto, oggi domandiamo di pi.

    - Influenze particolari Es. nelle zone di Tarvisio, Cervinia pi alta la domanda di sci che in Sicilia. In Sicilia pi alta la domanda di condizionatori

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  • In base al celebre assunto marshalliano del ceteris paribus, in unanalisi parziale le condizioni di mercato sono considerate date. Per cui la domanda di un bene dipende dal prezzo. La relazione tra Qd e P inversa.

    Qd=f(p)

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    La stessa relazione vale per la domanda aggregata.

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  • 43http://unict.myblog.it

  • La domanda di mercato la somma algebrica delle domande individuali di un dato bene.

    La domanda di un bene pu variare: Se varia il prezzo Se, fermo restando il prezzo, variano le

    condizioni di mercato.Nel primo caso si ha uno spostamento lungo la

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    Nel primo caso si ha uno spostamento lungo la stessa curva di domanda. Nel secondo caso si ha una trasposizione della curva: a destra se la domanda aumenta, a sinistra se diminuisce.

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  • Graficamente:

    45http://unict.myblog.it

  • Un concetto importante quello di Elasticit della domanda rispetto al prezzo (ED): la variazione della quantit domandata conseguente alla variazione del prezzo. Si misura rapportando la variazione % della D e la variazione % del P

    P del % variazioneD della % variazioneED =

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    LED pu avere valore 1: se la domanda si riduce nella stessa misura % dellaumento % del prezzo.

    questo un caso raro.

    P del % variazioneED =

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  • 47http://unict.myblog.it

  • Es. il prezzo aumenta da 20 a 30 (50%)la domanda diminuisce da 500 a 250 (50%)

    15050

    ==DE

    Ci sono poi due casi limite:

    a)La domanda perfettamente elastica (o elasticit

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    a)La domanda perfettamente elastica (o elasticit infinita (E)) quando aumenta infinitamente ad ogni piccola riduzione di prezzo. Graficamente una linea orizzontale.

    b)La domanda perfettamente anelastica o nullaquando non varia affatto alle variazioni di prezzo. Graficamente una linea verticale.

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  • 49http://unict.myblog.it

  • Normalmente lelasticit della domanda :a) Elastica: la variazione % maggiore di 1. Cio

    la variazione della D proporzionalmente maggiore alla variazione di P

    Es. il prezzo aumenta da 20 a 30 (50%)la domanda diminuisce da 500 a 200 (60%)

    50

    2,15060

    ==DE

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  • Graficamente:

    51http://unict.myblog.it

  • b) Anelastica: la variazione % minore di 1. Cio la variazione della D proporzionalmente inferiore alla variazione di P.

    Es. il prezzo aumenta da 20 a 30 (50%)la domanda diminuisce da 500 a 400 (20%)

    4,020 ==E

    52

    4,05020

    ==DE

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  • 53http://unict.myblog.it

  • Lelasticit della domanda dipende:

    a) Dal grado di sostituibilit del bene (es. burro e margarina)

    b) Dal grado di necessit del bene (beni di prima necessit Domanda anelastica; beni di lusso

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    necessit Domanda anelastica; beni di lusso (tra cui il turismo) domanda elastica)

    c) Dal livello del prezzo del bene (se il prezzo gi alto un minimo aumento ne scoraggia la domanda).

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  • Lelasticit della domanda molto seguita dalle imprese in quanto da questa dipende il RICAVO TOTALE

    Il ricavo aumenta se aumenta Q o se aumenta P.Alle imprese sarebbe conveniente aumentare P per

    PQRicavo =

    55

    Alle imprese sarebbe conveniente aumentare P per aumentare i ricavi. Ma devono fare i conti con lelasticit della domanda.

    Dopo aver analizzato lEd decidono se aumentare o diminuire i prezzi. Perch a volte conviene aumentare i prezzi per avere un maggiore ricavo, ma a volte conviene diminuirli.

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  • Domanda anelastica(generi di prima necessit)

    Aumento di P aumento di RT (ricavo totale)Riduzione di P riduzione di RT

    Domanda elastica(altri beni, compresa

    Aumento di P riduzione di RTRiduzione di P aumento di

    56

    (altri beni, compresa la domanda turistica) Riduzione di P aumento di

    RT

    Domanda con elasticit=1

    Aumento di P RT invariato

    Riduzione di P RT invariato

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  • Lofferta di mercatoEsprime il comportamento dellimprenditore- venditore.

    Essa la quantit di un bene che il venditore offre sul mercato. Lofferta dipende:

    a) Dal prezzob) Dalle condizioni di mercato

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    b) Dalle condizioni di mercato Costo dei fattori produttivi (relazione inversa) Tecnologia (relazione diretta) Eventi casuali (es. in agricoltura le condizioni

    climatiche influenzano lofferta).Anche per lofferta si considerano date le condizioni di

    mercato, per cui lofferta di un bene dipende dal prezzo. La relazione tra Q0 e P diretta.

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  • Graficamente:

    58http://unict.myblog.it

  • Ad ogni variazione di prezzo la quantit offerta varia lungo la stessa curva di offerta. Ad ogni variazione delle condizioni di mercato, fermo restando il prezzo, si ha una trasposizione della curva di offerta, a sinistra se diminuisce, a destra se aumenta.

    Anche lofferta ha la sua elasticit rispetto al prezzo

    59

    Anche lofferta ha la sua elasticit rispetto al prezzo

    A differenza della domanda, lofferta aumenta quando aumenta P, e viceversa.

    P % variazioneofferta quantit % variazioneEo =

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  • Casi limite:a) Elasticit nulla (zero) o perfettamente

    anelastica quando ad ogni variazione di P lofferta resta immutata. Graficamente si ha una curva verticale.

    b) Elasticit infinita o perfettamente elasticaquando una minima variazione di prezzo fa

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    quando una minima variazione di prezzo fa variare di molto lofferta. Graficamente una curva orizzontale

    c) Elasticit unitaria quando lelasticit dellofferta rispetto al prezzo uguale a 1. Graficamente linea a 45.

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  • 61http://unict.myblog.it

  • Normalmente lEo pu essere:a) elastica se la variazione % maggiore di 1.

    Graficamente la curva al di sotto della linea a 45

    b) Anelastica se la variazione % minore di 1.Graficamente la curva al di sopra della linea a 45

    Lelasticit dellofferta dipende dalla possibilit

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    Lelasticit dellofferta dipende dalla possibilit che le imprese hanno di aumentare lofferta quando il prezzo aumenta:

    a) Cio trovare i fattori produttivi ai prezzi di mercato che permettono laumento di offerta.

    b) Avere il tempo per organizzare la produzione, quindi il lungo periodo. Nel breve periodo solitamente lofferta anelastica.

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  • Comportamenti degli individuiA questo punto ci interessa sapere in che modo gli

    individui formulano i loro piani di consumo (consumatori) e i loro piani di vendita (imprese), in quanto sono questi comportamenti che influenzano le curve di domanda e offerta e le elasticit che abbiamo visto.

    63

    visto.

    Teorie del comportamento o delle scelte del consumatore

    1. Teoria dellutilit2. Teoria delle preferenze

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  • Teoria dellutilitSupponiamo: Dato il prezzo dei beni Dato il reddito disponibile Che ci sia concorrenza perfettaIl consumatore dovr scegliere tra i panieri alternativi di

    beni secondo il criterio di razionalit che gli indica la scelta ottimale.

    Il consumatore sceglie quei beni ai quali attribuisce un maggiore valore in termini di utilit nel senso di

    64

    Il consumatore sceglie quei beni ai quali attribuisce un maggiore valore in termini di utilit nel senso di soddisfacimento, di piacere. Dal punto di vista economico importante il concetto di utilit marginale, che lutilit che se ne ricava da una unit aggiuntiva del bene.

    La somma di tutte le utilit marginali ci d lutilit totale,cheaumenta allaumentare del consumo del bene.

    Legge dellutilit marginale decrescente: man mano che aumenta il consumo di un bene lutilit marginale decresce. http://unict.myblog.it

  • Graficamente:

    65http://unict.myblog.it

  • Tra tutti i beni che esistono sul mercato quali beni sceglier il consumatore? Naturalmente quelli che gli danno la massima utilit. In base alla legge dellutilit marginale decrescente, egli sceglier quei beni che gli danno la stessa utilit marginale. questa la condizione di equilibrio del consumatore.

    66http://unict.myblog.it

  • Un approccio alternativo al concetto di utilit: le preferenze rivelate

    Pi recentemente alcuni economisti, tra cui Samuelson, spiegano il comportamento del consumatore attraverso le curve di indifferenza, utilizzando leffetto reddito e leffetto sostituzione.

    Effetto reddito: il reddito influenza la domanda. Ci

    67

    Effetto reddito: il reddito influenza la domanda. Ci riferiamo al reddito reale

    Un aumento di P o una riduzione del R monetario riducono il reddito reale, e quindi la domanda.

    Effetto sostituzione. Lesistenza di un bene sostitutivo influenza la domanda. Se aumenta P di un bene aumenta la domanda del bene sostitutivo.

    Pmonetario Reddito

    http://unict.myblog.it

  • Preferenze del consumatore e Curve di indifferenzaLe curve di indifferenza sono la rappresentazione grafica

    delle preferenze del consumatore.Sembra un bisticcio di parole parlare di preferenze

    rappresentate da curve di indifferenza.Per capirne il senso dobbiamo pensare che

    lordinamento delle curve pu essere visto come una scala nella quale ai gradini pi alti,si trovano i panieri

    68

    scala nella quale ai gradini pi alti,si trovano i panieri di beni, o combinazioni di beni pi preferiti. Mentre nello stesso gradino si trovano le combinazioni di beni che per il consumatore risultano appunto indifferenti. Definizione. La curva di indifferenza linsieme di panieri di beni (combinazioni), tra i quali il consumatore fa la sua scelta, e ognuno gli d lo stesso grado di soddisfazione.

    http://unict.myblog.it

  • 69http://unict.myblog.it

  • A,B,C,D sono combinazioni diverse che danno la medesima soddisfazione. La curva di indifferenza convessa verso lorigine perch i consumatori tendono a dare una composizione bilanciata al paniere di beni. Cio partendo da un punto qualsiasi della curva, ogni volta che si

    70

    qualsiasi della curva, ogni volta che si riduce il bene vestiario di una unit, occorre compensare tale riduzione con una aggiunta sempre maggiore di generi alimentari. (Se laggiunta fosse costante si avrebbe una retta e non una curva).

    http://unict.myblog.it

  • Infatti, dal punto A al punto B la sostituzione del vestiariocon i generi alimentari data dal rapporto , cio si rinuncia a 3 di vestiario per avere 1 di generi alimentari.

    Da B a C il rapporto

    Da C a D il rapporto

    313

    =

    111

    =

    5,015,0

    =

    71

    Da C a D il rapporto

    3, 1, 0.5 il saggio marginale di sostituzione .Esso decrescente in valore assoluto per movimenti

    lungo la curva da sinistra a destra.

    5,01

    http://unict.myblog.it

  • La mappa di indifferenzaIl consumatore avr maggiore soddisfazione se disporr

    di pi generi alimentari e pi vestiario. Questa maggiore soddisfazione viene rappresentata via via da diverse curve di indifferenza.

    72http://unict.myblog.it

  • 1. Man mano che ci si allontana dallorigine aumenta la soddisfazione del consumatore

    2. Una combinazione di beni appartiene ad una sola curva di indifferenza, nel senso che le curve non si intersecano.

    3. Nella mappa di indifferenza non si fa un confronto numerico dei livelli di soddisfazione,

    73

    confronto numerico dei livelli di soddisfazione, nel senso che la soddisfazione non si pu misurare. Si parla, infatti, di ordinamento dei panieri di beni o di classificazione ordinale (1, 2, 3,) (e non di ordinamento cardinale (1, 2, 3, ).

    http://unict.myblog.it

  • Applicazione al settore turistico

    Diversi panieri di iniziative turistiche. La scelta del turista indifferente in termini di soddisfazione per i paesi che si trovano sulla stessa curva. La soddisfazione aumenta man mano che si passa alle curve a destra.

    74

    aumenta man mano che si passa alle curve a destra.

    http://unict.myblog.it

  • 75http://unict.myblog.it

  • Vincolo di bilancio del consumatoreLe curve di indifferenza ci indicano le preferenze del

    consumatore. Ma egli deve fare i conti con il suo Reddito (Y)e con i prezzi dei beni. Il consumo dipende cio dal suo potere dacquisto. La condizione che deve rispettare prende il nome di vincolo di bilancio:

    Yqpqp +

    76

    Graficamente la retta di bilancio una linea con pendenza negativa. Se il consumatore spende meno di Y, la differenza costituisce risparmio (punto C del grafico).

    Nellesempio di due beni, cibo e vestiario, il consumatore ha varie combinazioni di scelta:

    Yqpqp + 2211

    http://unict.myblog.it

  • Ri77

    Risparmio

    c

    http://unict.myblog.it

  • Supponiamo: Y = 480 PGA = 120 Pv = 80

    1. Domandare solo cibo. Quantit acquistata=

    2. Domandare solo vestiario. Quantit acquistata =

    4120480

    ==

    ciboPY

    680480

    ==

    PY

    78

    Quantit acquistata =

    3. Domandare sia cibo che vestiario (varie combinazioni)La pendenza negativa della linea di bilancio data dal rapporto

    tra i prezzi dei beni

    680

    ==

    vestiarioP

    V

    GA

    PP

    http://unict.myblog.it

  • Nellesempio il rapporto tra i prezzi cio il

    consumatore deve rinunciare a 1,5 unit di vestiario per avere una unit aggiuntiva di cibo.

    Possiamo dire che il costo opportunit del cibo in termini di vestiario 1,5. Esso uguaglia il rapporto tra prezzo

    5,180

    120=

    79

    di vestiario 1,5. Esso uguaglia il rapporto tra prezzo del cibo e prezzo del vestiario.

    = 5,1

    80120

    http://unict.myblog.it

  • Variazioni del reddito (effetto reddito)Laumento del reddito monetario sposta a destra la linea

    di bilancio da NM a NM, dando la possibilit di acquistare pi beni.

    80http://unict.myblog.it

  • Variazione dei prezzi (effetto prezzi)Lanalisi diventa pi problematica. Si possono

    avere due casi:a) Se i prezzi dei due beni raddoppiano la linea di

    bilancio si sposta parallelamente a sinistra. In

    81

    bilancio si sposta parallelamente a sinistra. In sostanza si dimezzato il potere dacquisto, diminuito il reddito reale. come se si fosse dimezzato il reddito, fermo restando i prezzi. La pendenza non varia, ma varia la sua posizione, cio la distanza dallorigine.

    http://unict.myblog.it

  • 82http://unict.myblog.it

  • b) Se varia il prezzo di un solo bene. Es. se il prezzo del vestiario resta immutato e il prezzo dei generi alimentari raddoppia.

    Con il nostro reddito possiamo comprare o sempre le 6 unit di vestiario oppure la met dei generi alimentari (non pi 4 ma

    83

    met dei generi alimentari (non pi 4 ma 2 unit).

    Graficamente la retta di bilancio sar non pi NM ma NM

    http://unict.myblog.it

  • 84http://unict.myblog.it

  • Leffetto della variazione di un solo prezzo duplice:

    Effetto reddito: varia il reddito reale, cio il potere dacquisto.

    Effetto sostituzione: conviene sostituire il bene divenuto pi caro con il bene meno caro.

    In generale, se varia uno solo dei prezzi, oppure

    85

    In generale, se varia uno solo dei prezzi, oppure se variano entrambi ma in proporzioni diverse, la retta di bilancio modifica la propria pendenza.

    http://unict.myblog.it

  • Equilibrio del consumatoreConoscendo le preferenze e il vincolo di

    bilancio il consumatore pronto a fare le sue scelte.

    In base al criterio di razionalit egli sceglie

    86

    In base al criterio di razionalit egli sceglie quei beni che gli procurano la massima soddisfazione.

    Graficamente sovrapponiamo la retta di bilancio e le curve di indifferenza.

    http://unict.myblog.it

  • 87http://unict.myblog.it

  • Tutti i punti lungo la linea di bilancio indicano panieri di beni economicamente accessibili. Il consumatore razionale preferir la combinazione B, in quanto a parit di esborso monetario si trova sulla curva di indifferenza pi elevata (U3).

    B il punto di equilibrio del consumatore ed il punto di tangenza della retta di bilancio con la curva di indifferenza pi elevata.

    Richiamando il significato economico: Il punto B della linea di bilancio ci indica il rapporto tra

    V

    GA

    PP

    88

    e qui il consumatore influenzato dal prezzo dei due beni Il punto B della curva di indifferenza ci indica il Saggio

    marginale di sostituzione (SMS), e qui il consumatore influenzato dalla preferenza che egli d alluno o allaltro bene. Per cui la condizione di equilibrio del consumatore :

    V

    SMSPP

    V

    GA=http://unict.myblog.it

  • ConcludendoNel modello di scelta il consumatore ha ordinato le

    alternative secondo le proprie preferenze e, tenendo conto del reddito e dei prezzi, ha individuato cos la quantit domandata.

    Precisazione. I termini acquisto e domanda devono tenersi distinti, anche se spesso si usano indifferentemente.

    Acquisto significa che il consumatore in grado di effettuare lacquisto sul mercato.

    89

    effettuare lacquisto sul mercato. Domanda significa soltanto che il consumatore ha

    deciso di acquistare ma non detto che poi acquista effettivamente. E ci per diversi motivi. Uno potrebbe essere che se il prezzo basso e la domanda alta, e lofferta sar insufficiente a soddisfarla per intero.Es. un turista che domanda un viaggio in Spagna trova esaurite le prenotazioni, per cui non pu effettuare lacquisto del servizio turistico.http://unict.myblog.it

  • Dalla domanda individuale alla domanda di mercatoOgni singolo consumatore, in base al reddito e alle preferenze, esprime la sua domanda individuale. La domanda di mercato la somma delle domande individuali e mette in relazione quantit domandata e prezzo.

    90http://unict.myblog.it

  • La costruzione della curva di domanda aggregata presuppone che le curve individuali di domanda, cio le scelte dei singoli, siano tra loro indipendenti e razionali. Nella realt esistono delle interferenze nelle scelte del consumatore:

    Effetto traino o effetto imitazione: la domanda di un singolo aumenta come conseguenza del consumo di altri individui.

    Effetto snob: quando la domanda aumenta per una riduzione del prezzo, ma contemporaneamente

    91

    riduzione del prezzo, ma contemporaneamente diminuisce la domanda dei consumatori snob. Leffetto sulla domanda aggregata dipender da quanti nuovi consumatori entreranno nel mercato e quanti dei vecchi ne usciranno.

    Effetto Veblen o effetto ostentazione: la domanda aumenta quando aumenta il prezzo. Il prezzo alto di un bene, di solito un bene di lusso, cattura quella parte di consumatori che individua in quel bene un modo di ostentare ricchezza.http://unict.myblog.it

  • Variazioni della domanda aggregata o di mercato.

    Anche a livello aggregato importante conoscere come varia la domanda, perch da questa dipendono i consumi e la spesa per consumi per i singoli beni o classi di beni che troviamo nelle statistiche ufficiali. dalla domanda aggregata

    92

    statistiche ufficiali. dalla domanda aggregata che possono nascere manovre di politica economica.

    Come la domanda del singolo consumatore, anche la domanda aggregata dipende dal prezzo.

    http://unict.myblog.it

  • 93http://unict.myblog.it

  • Una trasposizione della curva di domanda dipende da variazioni del reddito o dal prezzo dei beni sostitutivi o complementari. Anche per la domanda di mercato importante conoscere lelasticit rispetto al prezzo e rispetto al reddito.

    94http://unict.myblog.it

  • La teoria dellofferta o teoria dellimpresa o teoria della produzione

    I beni che non esistono in natura bisogna produrli.Produrre significa essenzialmente trasformare beni e servizi in altri beni e servizi. In economia il fenomeno della trasformazione va inteso come trasformazione di valore e non in senso fisico o merceologico.Cos, quando trasformiamo il legno in tavolo (trasformazione in senso tecnico), quando conserviamo

    95

    (trasformazione in senso tecnico), quando conserviamo il grano in un silos (trasformazione nel tempo), quando vendiamo al consumatore un bene che abbiamo acquistato allingrosso (trasformazione nel modo), quando trasportiamo il caff dal Brasile allItalia (trasformazione nello spazio). Alla base di queste trasformazioni vi una caratteristica comune: la creazione di valore, il valore aggiunto, che contribuisce a formare il PIL.

    http://unict.myblog.it

  • Generalizzando possiamo dire che lattivit di produzione consiste nellottenimento da certi beni o servizi (input o fattori produttivi) altri beni o servizi (output o prodotti).

    Di solito, quando si pensa alla produzione si pensa alla produzione industriale, mentre la produzione comprende anche i servizi che, negli ultimi decenni, hanno generato un sempre crescente valore aggiunto.

    96

    hanno generato un sempre crescente valore aggiunto.

    http://unict.myblog.it

  • La contabilit nazionale suddivide la produzione in: Settore dei beni e servizi destinabili alla vendita, che

    hanno un prezzo. Esso suddiviso in settore primario(agricoltura, silvicoltura e pesca; a volte unito alle industrie estrattive); settore secondario (industria); settore terziario (servizi destinabili alla vendita).

    Settore dei servizi non destinabili alla vendita: sono i

    97

    Settore dei servizi non destinabili alla vendita: sono i servizi offerti dalle amministrazioni pubbliche e dalle istituzioni private senza fini di lucro. Questi servizi non hanno un prezzo di mercato. Gli utenti pagano tributispecifici o tasse (servizi sanitari, istruzione, ordine pubblico).

    http://unict.myblog.it

  • I fattori produttiviOgni processo produttivo, che viene attuato per produrre

    beni (output),

    necessita di risorse materiali, i c.d.beni

    Di consumoDi investimento (cio mezzi di produzione)

    98

    Fattori ProduttiviTerra o risorse naturali (terra, materie prime del sottosuolo o foreste, fiumi, laghi, mare)

    lavoro Capitale (strumenti di produzione e beni intermedi)

    http://unict.myblog.it

  • 1)Le risorse naturali sono quelle risorse appropriabili, cio che possono formare oggetto di propriet da parte dei soggetti economici, sia pubblici che privati. Da questo punto di vista la risorsa principale la terra, ma anche le miniere, le foreste, fiumi, mari).

    Caratteristiche:

    99

    a) Sono limitate. Qualcuna si pu migliorare (fertilit della terra) ma altre sono non riproducibili (risorse minerarie).

    b) Non devono essere prodotte, in quanto esistono in natura, per cui non ci sono costi di produzione (ma costi per lutilizzazione o per lo sfruttamento o per lestrazione).http://unict.myblog.it

  • 2)Il lavoro lo sforzo fisico e mentale delluomo per produrre beni e servizi, cio lenergia fisica o intellettuale dellindividuo.Le risorse naturali e il lavoro sono considerati fattori originari o risorse primarie della produzione, a differenza del terzo fattore, il capitale, che una risorsa prodotta dalluomo.

    100

    Il lavoro pu essere considerato dallindividuo:Penoso e faticoso

    In ogni caso sottoposto al vincolo dellesecuzione (ma ha riflessi economici. Vedi lavoratore giapponese).gratificante

    http://unict.myblog.it

  • Dal punto di vista strettamente economico il lavoro viene valutato in base alla capacit produttiva, cio in base allefficienza economica. Ma, essendo strettamente legato allindividuo come persona, il lavoro va valutato anche dal punto di vista sociale, della dignit e della libertindividuale.

    Lofferta di lavoro dipende:

    101

    Lofferta di lavoro dipende: Dalla grandezza della popolazione Dalla composizione per et della popolazione Dallo sviluppo socio-economico (salario,

    prolungamento degli studi, disponibilit individuale al lavoro).

    http://unict.myblog.it

  • 3)Il capitale o beni capitale linsieme di beni prodotti dalluomo e che vengono utilizzati come fattori produttivi per produrre altri beni. (Comunemente si chiama capitale anche il denaro e la ricchezza finanziaria, ma non sono capitale come fattore di produzione, anche se la moneta necessaria per disporre di beni capitale).Per capitale quale fattore produttivo si intende:

    102

    Il capitale fisso (attrezzature, macchinari, computer, ecc). Pu essere privato e pubblico (o sociale). Questultimo: strade, ponti, ospedali, scuole, ecc).

    http://unict.myblog.it

  • Capitale circolante dato dalle scorte (di materie prime, di semilavorati, di prodotti finiti invenduti). Anche se non sono veri e propri strumenti di produzione, le scorte sono considerate capitale in quanto rendono efficiente il processo produttivo impedendone le interruzioni. Nella contabilit nazionale, non a caso, nella voce investimenti sono conteggiate le variazioni delle scorte.

    103

    sono conteggiate le variazioni delle scorte. Il capitale che si logora detto ammortamento. Il nuovo capitale prodotto linvestimento lordo. Se sottraiamo man mano lammortamento si ha linvestimento netto.

    http://unict.myblog.it

  • Lorganizzazione del processo produttivoI fattori produttivi devono essere combinati,

    organizzati. Lorganizzazione del processo produttivo necessita di una capacit, che fa di questo lavoro un ulteriore fattore produttivo: la capacit imprenditoriale, capacit di attuare un processo produttivo efficiente sia dal punto di vista tecnico che economico.

    Limpresa

    104

    LimpresaDal punto di vista economico lorganizzazione

    efficiente dei fattori produttivi messa in atto per produrre beni e servizi destinabili alla vendita. Unimpresa pu essere di piccole, medie o grandidimensioni secondo il numero degli addetti (piccola: fino a 100- media da 100 a 1000- grande: oltre i 1000 addetti). Spesso una piccola impresa lavora per la grande impresa (decentramento produttivo).http://unict.myblog.it

  • Dal punto di vista giuridico le imprese possono essere:individuali

    Collettive(societ)

    Societ sempliceSociet di persone

    Societ in nome collettivoSociet in accomandita sempliceSociet a responsabilit limitata

    105

    limitataSociet di capitali

    Societ per azioniSociet in accomandita per azioni

    Cooperative Produzione di beni e servizi a scopo mutualistico, offerti ai soci a prezzi pi bassi in quanto non esiste il profitto di impresa. http://unict.myblog.it

  • Molte grandi imprese sono S.p.A., caratterizzate da una molteplicit di soci (azionisti). Molte sono quotate nelle Borse valori, dove vengono scambiati i titoli azionari. La S.p.A. ha il vantaggio di reperire risorse finanziarie nel mercato azionario, ma ha lo svantaggio di essere tassata due volte: una volta sul profitto della societ e una volta sui dividendi come reddito

    106

    societ e una volta sui dividendi come reddito personale. Lesistenza dellimpresa in genere, cio di una produzione organizzata e gestita, ma soprattutto della grande impresa, importante perch presenta dei vantaggi in termini di efficienza(sottolineati da Ronald Coase, premio Nobel nel 1991), che sono: http://unict.myblog.it

  • a) Produzione su vasta scala (economie di scala).b) Maggiore potere contrattuale, che le consente di

    reperire pi facilmente le risorse finanziarie (prestiti obbligazionari o credito bancario) e di influire sui prezzi di acquisto dei beni intermedi di cui ha bisogno e sui prezzi di vendita dei suoi prodotti.

    c) La gestione e il controllo del processo produttivo,

    107

    c) La gestione e il controllo del processo produttivo, spesso ripartiti in vari settori e uffici: direzione, settore acquisti, settore vendite, gestione del personale, promozione e vendite, pubbliche relazioni, ufficio studi e programmazione, uffici finanziari e contabilit aziendale.

    http://unict.myblog.it

  • Dal punto di vista della dislocazione dellattivit produttiva si possono avere:

    a) Imprese nazionali: lattivit produttiva si svolge in un solo paese.

    b) Imprese internazionali: una parte della produzione avviene allestero, conservando la dirigenza nel paese.

    c) Imprese multinazionali: imprese di grandi

    108

    c) Imprese multinazionali: imprese di grandi dimensioni la cui attivit produttiva dislocata in molte nazioni tramite filiali o imprese controllate. La direzione nel paese dorigine.

    d) Impresa transnazionale: unimpresa multinazionale che ha dislocate l attivit produttiva e anche la direzione.

    http://unict.myblog.it

  • Abbiamo inoltre:Holding: quellimpresa che, in una S.p.A. possiede

    almeno il 50,1% delle azioni, e ci le d diritto di controllare le altre societ. La holding detta anche societ capogruppo o societ madre. Le societ controllate possono appartenere allo stesso ramo produttivo, o a rami diversi oppure avere differenti stadi del processo produttivo.

    Trust: una forma di coalizione di imprese integrate fra di loro, che giuridicamente restano autonome e

    109

    di loro, che giuridicamente restano autonome e distinte, ma sotto ununica direzione che pu decidere per tutto il gruppo.

    Cartello: un accordo tra imprese operanti in uno stesso settore produttivo. Le imprese non sono integrate fra di loro e non sono sotto la stessa direzione. Lo scopo dellaccordo quello di ridurre la concorrenza fra di loro mediante la fissazione dei prezzi di vendita dei prodotti e la spartizione dei mercati. Il cartello pi conosciuto lOPEC.http://unict.myblog.it

  • I cartelli e i trust sono coalizioni di imprese che tutte insieme formano un monopolio e la loro presenza ostacola lentrata nel settore di altre imprese. Per evitare ci in molti paesi esiste una legislazione antitrust.

    110http://unict.myblog.it

  • La teoria dellofferta o teoria della produzioneStudia il comportamento dellimpresa, cio studia

    la relazione in valore tra gli input immessi nel processo produttivo e loutput ottenuto, dato un livello di conoscenze tecniche. Tale relazione detta funzione di produzione.

    Dal punto di vista economico a noi interessa

    111

    Dal punto di vista economico a noi interessa studiare come limpresa stabilisce la quantit di output da produrre e quindi la costruzione della curva di offerta (che, sappiamo mette in relazione prezzo e quantit prodotta).

    Obiettivo dellimpresa: massimizzazione del profitto

    Profitto: differenza tra costi e ricavihttp://unict.myblog.it

  • Come i consumatori, anche le impresedevono prendere delle decisioni: cosa, quanto e come produrre.

    Le scelte dellimpresa devono essere razionali, cio devono massimizzare i ricavi e minimizzare i costi.

    Limpresa deve quindi pianificare il livello di

    112

    Limpresa deve quindi pianificare il livello di produzione e scegliere la combinazione di fattori produttivi, in base a determinati vincoli da rispettare: vincoli tecnici(tecnologia disponibile) e vincoli di mercato (domanda e prezzo).

    http://unict.myblog.it

  • Cominciamo con la funzione di produzione, o prodotto totale, cio la relazione tra la quantit massima di output ottenibile e la quantit necessaria di input per ottenerla. Essa ci indica la capacit produttivadellimpresa. Ogni funzione di produzione esprime una tecnica produttiva. La funzione di produzione si pu costruire con tutti i fattori produttivi (terra, lavoro,

    113

    costruire con tutti i fattori produttivi (terra, lavoro, capitale) (F. di produzione aggregata) o con un solo fattore produttivo (F. di prod. disaggregata). Noi consideriamo linput lavoro, fermo restando gli altri fattori produttivi. La produzione o il prodotto totale aumenta allaumentare del fattore lavoro.

    http://unict.myblog.it

  • Graficamente:

    114http://unict.myblog.it

  • Man mano che aumenta il numero dei lavoratori, il prodotto totale aumenta in maniera meno che proporzionale. E questo in base alla legge dei rendimenti decrescenti, secondo la quale una unit aggiuntiva di un input produce una quantit aggiuntiva di output sempre minore, fermo restando la quantit degli altri input.

    Oltre al Prodotto totale, altri concetti importanti sono:

    115

    Oltre al Prodotto totale, altri concetti importanti sono: Prodotto marginale: il prodotto aggiuntivo che si

    ottiene con una unit aggiuntiva di input. Esso decrescente ad ogni aumento dellinput.

    http://unict.myblog.it

  • 116http://unict.myblog.it

  • Prodotto medio: il rapporto tra

    Anche il prodotto medio decrescente ad ogni aumento dellinput.

    Il prodotto totale aumenta, naturalmente, quando aumentano tutti gli input. In questo caso si produce a scala pi ampia. Loutput che si ottiene quando tutti gli input aumentano ci d i rendimenti di scala. Si possono avere:

    a) Rendimenti di scala costanti: quando loutput

    input di totali unittotale Prodotto

    117

    a) Rendimenti di scala costanti: quando loutput aumenta nella stessa proporzione dellaumento degli input.

    b) Rendimenti di scala crescenti (o economie di scala):quando loutput aumenta in maniera pi che proporzionale allaumento degli input.

    c) Rendimenti di scala decrescenti (o diseconomie di scala): quando loutput aumenta in maniera meno che proporzionale allaumento degli input.http://unict.myblog.it

  • Il prodotto totale aumenta, oltre che per laumento degli input, anche per effetto del progresso tecnico che permette di aumentare la produttivit attraverso:

    a) Una innovazione di prodotto quando si possono migliorare i prodotti gi esistenti o produrre prodotti nuovi.

    b) Una innovazione di processo quando migliorano le tecniche produttive esistenti o se ne introducono di

    118

    tecniche produttive esistenti o se ne introducono di nuove. (es. lintroduzione delle tecnologie informatiche, prima, e il miglioramento, dopo, che ha aumentato la velocit dellinformazione).

    Il progresso tecnico permette di produrre pi e migliori prodotti, spostando nel tempo la funzione di produzione verso lalto.

    http://unict.myblog.it

  • 119http://unict.myblog.it

  • Il progresso tecnico pu avere effetti negativi. Es. le tecnologie attuali sono fortemente inquinanti. Le leggi antinquinamento stanno cercando di

    120

    antinquinamento stanno cercando di sostituire i vecchi macchinari con macchinari meno inquinanti, anche se pi costosi.

    http://unict.myblog.it

  • La produttivit il rapporto tra output e input.

    totale outputlavoro di unittotale output

    otdellavorproduttivi

    lavoro) (capitale, totali input di unittotale output

    totale tproduttivi

    =

    =

    121

    La produttivit aumenta per effetto di: Un aumento del progresso tecnico Un aumento delle economie di scala Livello di specializzazione dei lavoratori

    capitale di unittotale output

    capitale del tproduttivi =

    http://unict.myblog.it

  • Analisi dei costi Essendo:Limpresa deve tenere sotto controllo soprattutto i

    costi, in quanto i ricavi dipendono dalle condizioni di mercato (domanda e prezzi). Controllare i costi

    totale costo-totale Ricavo Profitto =

    122

    di mercato (domanda e prezzi). Controllare i costi significa seguire il principio della massima economicit. Limpresa decide il livello di produzione in base ai ricavi e ai costi totali da sostenere. Tra costi totali e quantit prodotta esiste una relazione diretta

    http://unict.myblog.it

  • 123http://unict.myblog.it

  • Il CT linsieme delle spese che limpresa deve sostenere per produrre la quantit di beni e servizi programmata. Esso comprende:

    I costi fissi: quelli che limpresa sostiene indipendentemente dalla quantit prodotta (acquisto attrezzature, canoni daffitto,

    124

    (acquisto attrezzature, canoni daffitto, interessi sui debiti, ecc.)

    I costi variabili: quelli che variano al variare della produzione (materie prime, salari, ecc.)

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  • 125http://unict.myblog.it

  • Dobbiamo distinguere: Dal punto di vista contabile: il costo totale uguale ai costi che

    danno luogo a esborsi di moneta. Sono tutti i costi che figurano nel conto Profitti e Perdite.

    Dal punto di vista economico: il costo totale comprende anche i costi extracontabili, cio i costi opportunit, cio i rendimenti alternativi delle risorse utilizzate. Le risorse che pi significativamente hanno un costo opportunit sono il capitale e il lavoro. Col capitale investito si potevano acquistare BOT e

    126

    il lavoro. Col capitale investito si potevano acquistare BOT e limprenditore poteva offrire il suo lavoro e ottenere uno stipendio. Interessi dei BOT e stipendio sono costi opportunit e fanno parte dei costi totali.

    Cio, dal punto di vista economico tra i costi totali vi sono i costi del capitale proprio e la remunerazione per il lavoro svolto dallimprenditore. Questa precisazione importante per capire il concetto di profitto che influisce sulla decisione di investire o meno. http://unict.myblog.it

  • Il profitto pu essere:a) Profitto normale o Profitto economico zero: quando i

    ricavi totali sono uguali ai costi totali (compresi i costi opportunit del capitale proprio e del lavoro dellimprenditore)(normale per limprenditore, zero per limpresa)

    b) Extraprofitto o profitto economico: quando i ricavi totali sono superiori ai costi totali (compresi i costi

    127

    totali sono superiori ai costi totali (compresi i costi opportunit). questa differenza che decisiva perch limprenditore scelga di fare limprenditore anzich limpiegato, in quanto guadagna pi del costo opportunit.

    Alcuni concetti di costo, quali indici di riferimento per il controllo delleconomicit dellimpresa : costo marginale (CM) e costo medio unitario (CU)http://unict.myblog.it

  • Costo marginale (CM): il costo aggiuntivo sostenuto per produrre una unit aggiuntiva di output. In genere un costo variabile. il costo marginale fa aumentare il costo totale ma anche il ricavo totale. Limpresa si chiede: conviene aumentare la produzione? Conviene se

    Il valore di riferimento il CT. Dal punto di vista matematico:

    RMCM

    128

    matematico:

    Es. se CT aumenta da 100 a 110 per produrre un maglione in pi

    CM = 10 = 101

    prodotta) quantit o(incrementtotale) costo o(increment

    QCTCM

    =

    http://unict.myblog.it

  • Graficamente il costo marginale (CM )ha una forma ad U, cio, il CM in una prima fase decresce allaumentare della produzione, e successivamente cresce.

    129http://unict.myblog.it

  • Costo medio unitario (CU): il costo di una unit prodotta.

    il rapporto tra

    Es. costo totale per produrre 1 maglione 100

    prodotta quantittotale costo

    QCTCU =

    1001

    100==CU

    130

    Costo totale per produrre 2 maglioni 110

    1001

    ==CU

    552

    110==CU

    http://unict.myblog.it

  • Graficamente:

    131http://unict.myblog.it

  • Mettendo insieme i due grafici:

    132http://unict.myblog.it

  • Notiamo che:a) Il costo medio unitario (CU) sin dallinizio parte da

    un livello pi alto rispetto al CM. Si abbassa gradualmente fino a raggiungere valori inferiori al CM. Il costo medio influenzato dal costo variabile, cio dal costo marginale, e dal costo fisso.

    b) Il costo marginale nel primo tratto inferiore al costo medio. Nel punto M incrocia il CU nel suo

    133

    costo medio. Nel punto M incrocia il CU nel suo punto di minimo, e poi, per ulteriori quantit prodotte, aumenta pi del costo medio. Fino a quando il CM inferiore al CU, il CU diminuisce. Quando il CM maggiore del CU, il CU aumenta. Fino al punto M per ogni unit aggiuntiva di produzione il CM diminuisce in maniera meno che proporzionale. http://unict.myblog.it

  • Oltre il punto M aumenta in maniera pi che proporzionale, in quanto per aumentare la produzione deve aumentare il fattore variabile, es. il lavoro, e ogni lavoratore in pi, utilizzando la stessa quantit di macchinari, ha una produttivit del lavoro decrescente (legge dei rendimenti decrescenti).

    c) la legge dei rendimenti decrescenti che determina

    134

    c) la legge dei rendimenti decrescenti che determina la forma a U delle curve di costo medio e marginale. Infatti, in una prima fase laumento dellinput variabile ha una produttivit crescente e costi decrescenti (il CM nel punto M e il CU nel punto M). In una seconda fase la produttivit decresce e i costi crescono (il CM dal punto M in poi e il CU dal punto M in poi). http://unict.myblog.it

  • Limportanza del costo medio nella determinazione della quantit prodotta.

    Tra le fasi di costi decrescenti e costi crescenti vi un punto in cui i costi medi (CU) sono al loro livello minimo, e in questo punto sono uguali al costo marginale (punto M). Il punto M ci indica lefficienza tecnica degli impianti, cio a quel

    135

    lefficienza tecnica degli impianti, cio a quel livello di produzione gli impianti sono utilizzati in modo ottimale. Cio, dal lato dei costi vi lottima allocazione delle risorse. Non ci sono sprechi di risorse.Ma vi efficienza economica? Lo vedremo dopo, quando analizzeremo i ricavi.

    http://unict.myblog.it

  • Altri indici dei costi: Costo fisso unitario:

    Essendo fisso, il costo fisso unitario diminuisce allaumentare della quantit prodotta.

    QCFCFU =

    136

    allaumentare della quantit prodotta. Costo variabile unitario:

    QCVCVU =

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  • Le scelte dellimprenditoreCome i consumatori, anche gli imprenditori devono

    prendere delle decisioni ed effettuare delle scelte: cosa, quanto e come produrre. Devono essere razionali, cio minimizzare i costi e massimizzare i ricavi.

    Le scelte dellimprenditore si basano su previsioni. Egli pianifica il livello di produzione e sceglie la combinazione dei fattori produttivi in base a determinati vincoli da rispettare: vincoli tecnici

    137

    determinati vincoli da rispettare: vincoli tecnici(tecnologia disponibile) e vincoli di mercato(domanda e prezzo). In particolare le scelte riguardano:

    a) La grandezza, o scala, di produzioneb) La dislocazione dellimpresac) La tecnica produttiva (scelta di lungo periodo)d) La combinazione ottima dei fattori produttivi (scelta

    di breve periodo) http://unict.myblog.it

  • a) La grandezza, o scala di produzione dipende dalla possibilit di collocare i prodotti sul mercato di sbocco. La scelta della scala di produzione deve essere pertanto preceduta dalle previsioni della futura domanda. A tale proposito si ricorre alla tecnica della ricerca di mercato, cio alla raccolta ed elaborazione di dati informativi per individuare gli orientamenti e le preferenze dei potenziali acquirenti.

    b) La dislocazione dellimpresa riguarda la scelta del luogo dove limpresa deve sorgere. La scelta deve seguire il

    138

    dove limpresa deve sorgere. La scelta deve seguire il criterio della convenienza economica e dellefficienza produttiva (facilit di reperire i fattori produttivi e loro costi, rete di trasporti)(Es. un albergo in una zona turistica)

    c) La tecnica produttiva o metodo di produzione. Si intende la definizione delle modalit del processo produttivo, cio quale tecnica produttiva viene utilizzata quando si deve scegliere tra diversi metodi di produzione diversi fra di loro. http://unict.myblog.it

  • Es. Per la raccolta del grano un contadino pu scegliere

    come tecnica produttiva la falce (e molti operai) o la macchina falciatrice (e un solo operaio)

    Un ristoratore pu scegliere di utilizzare una lavastoviglie per lavare i piatti ( e un solo operaio) o nessuna lavastoviglie (e molti operai).

    La scelta della tecnica produttiva molto importante in quanto da questa scelta dipende il rapporto tra capitale fisso (lavastoviglie) e capitale variabile (N. di

    139

    capitale fisso (lavastoviglie) e capitale variabile (N. di lavoratori e beni intermedi) e quindi il rapporto tra costi fissi e costi variabili.

    importante perch dallinstallazione del capitale fisso limpresa determina le caratteristiche del processo produttivo e acquisisce una determinata capacit produttiva, intesa come la quantit di beni e servizi che pu essere ottenuta dallutilizzazione del capitale fisso. http://unict.myblog.it

  • La capacit produttiva pu essere variata solo effettuando nuovi investimenti. Cos, se si vuole aumentare la produzione, lasciando immutato il metodo di produzione, cio il capitale fisso, bisogna aumentare solo il capitale variabile (beni intermedi e lavoro).

    Limprenditore sceglier la tecnica produttiva pi

    140

    economicamente efficiente, cio quella che gli consentir di produrre a costi pi bassi. La scelta dipende fondamentalmente dalla scala di produzione di beni e servizi. Es. per un piccolo appezzamento di terreno si sceglier falce; il piccolo ristorante non comprer la lavastoviglie.

    http://unict.myblog.it

  • Valutazione della tecnica produttiva pi convenientePer questa valutazione non si pu fare riferimento alle

    sole funzioni di produzione, che esprimono solo le quantit fisiche di beni e servizi.

    Per scegliere la tecnica produttiva pi conveniente, allimprenditore interessano i costi monetari. Si devono conoscere pertanto i prezzi dei fattori produttivi e individuare la tecnica che minimizza i costi di produzione.

    141

    produzione.Es. una volta scelta la scala di produzione (livello

    delloutput) e, in base a questa, si previsto il coefficiente di produzione, cio la quantit di fattore produttivo richiesta per produrre una unit di bene, limprenditore dovr scegliere tra due tecniche produttive diverse, esprimibili con una funzione di produzione aggregata. http://unict.myblog.it

  • Noi per semplicit consideriamo solo due fattori produttivi: capitale (K) e lavoro (L).

    Q= una unit di output e le due tecniche hanno coefficiente di produzione diversi.

    Tecnica A: Q=0,25K+0,45L (a pi alta intensit di lavoro)

    Tecnica B: Q=0,38K+0,30L (a pi alta intensit di capitale)

    142

    capitale)Entrambe le tecniche ci danno una unit di

    prodotto. Ma qual la pi conveniente? Occorre conoscere i prezzi dei fattori produttivi.

    http://unict.myblog.it

  • Supponiamo che: Il prezzo di una unit di capitale=4 Il prezzo di una unit di lavoro = 5

    Moltiplicando quantit dei fattori per il prezzo si ha:Tecnica A: (0,25 x 4)+(0,45 x 5)= 3,25Tecnica B: (0,38 x 4)+(0,30 x 5)= 3,02

    143

    Tecnica B: (0,38 x 4)+(0,30 x 5)= 3,02La tecnica B pi conveniente: consente di

    produrre una unit di bene a costi inferiori.Naturalmente la variazione dei prezzi dei fattori

    produttivi pu cambiare la convenienza della tecnica produttiva.

    http://unict.myblog.it

  • d) La combinazione ottima dei fattori produttivi variabili. Se la tecnica produttiva data e limpresa ha a disposizione un dato capitale fisso, la combinazione ottima dei fattori produttivi riguarda la scelta dei fattori produttivi variabili, cio sostituibili tra di loro, e che a sua volta si combinano ottimamente con

    144

    che a sua volta si combinano ottimamente con il capitale fisso disponibile, cio in modo tale da utilizzare al massimo la capacit produttiva (efficienza tecnica). Per avere lefficienza economica bisogna rapportare la quantit dei fattori produttivi variabili con i rispettivi prezzi e con la produttivit marginale.

    http://unict.myblog.it

  • In particolare la condizione perch limpresa possa minimizzare i costi di produzione che:

    Graficamente:

    intermedio bene del Prezzo)intermedio bene un (es. produzione di

    fattore altro un di marginale Prodotto

    L di PrezzoL) (es. produzione di fattore un di marginale Prodotto

    =

    145

    Graficamente: Se consideriamo la combinazione di due fattori per

    ottenere la stessa quantit di output abbiamo una curva detta isoquanto (che si pu paragonare alla curva di indifferenza del consumatore).

    http://unict.myblog.it

  • isoquanto

    146http://unict.myblog.it

  • Per sapere qual il costo totale per ogni combinazione dei due fattori dobbiamo conoscerne il prezzo. Il costo totale dipendedalla quantit che si stabilita di produrre e dal prezzo dei due fattori. Graficamente il costo totale viene rappresentato da una linea, detta isocosto.

    147http://unict.myblog.it

  • Ogni linea ci d il costo totale. La distanza dallorigine dipende dallammontare monetario di cui limpresa dispone per acquistare i due fattori. La pendenza dipende dal rapporto dei prezzi dei due fattori. Lisocosto pu essere paragonato alla linea di bilancio del consumatore.

    Se i prezzi dei due fattori non variano le linee saranno parallele

    148

    parallele Se aumenta il prezzo della terra lisocosto pi piatto

    http://unict.myblog.it

  • Se aumenta il prezzo del lavoro lisocosto pi ripido

    149http://unict.myblog.it

  • Conoscendo la linea dei costi (isocosto) e la curva della quantit di bene che si vuole produrre (isoquanto) possiamo stabilire la combinazione dei fattori produttivi che ci consente un costo minimo. Sovrapponendo lisoquanto con gli isocosti, conosceremo la posizione ottima per limpresa

    150http://unict.myblog.it

  • I punti A, B, C, D, che si trovano sullo stesso isoquanto ci assicurano la stessa produzione, ma solo il punto C si trova sullisocosto pi basso, che richiede una minore spesa, cio un minore costo totale; esso si trova nel punto di tangenza tra lisocosto e lisoquanto.

    151

    tangenza tra lisocosto e lisoquanto.

    http://unict.myblog.it

  • La curva di offerta

    Abbiamo visto i modelli di scelta dellimpresa: Scelta della tecnica produttiva (combinazione degli

    input) Scelta della quantit prodotta (in base ai costi totali)Queste scelte non sono sufficienti perch limprenditore

    152

    Queste scelte non sono sufficienti perch limprenditore stabilisca la quantit prodotta e offerta e il suo profitto.

    Limprenditore, abbiamo visto, ha stabilito la quantit da produrre in base ai costi totali di produzione.

    http://unict.myblog.it

  • Egli per, volendo massimizzare il profitto, deve tener conto anche dei ricavi, essendo il profittola differenza tra costi totali e ricavi totali. Egli deve tener conto:

    a) Della disponibilit dei consumatori a comprare (e ci pu essere ricavato dalla curva di domanda)

    153

    domanda)b) Del numero e del comportamento delle

    imprese concorrenti che producono gli stessi beni. Cio si deve tener conto del tipo di mercato in cui limpresa opera (concorrenza perfetta o concorrenza imperfetta).

    http://unict.myblog.it

  • Mercato perfettamente concorrenziale ovvero lofferta dellimpresa concorrenziale

    Un mercato di concorrenza perfetta caratterizzato da:1) Omogeneit dei prodotti: i prodotti presentano le

    stesse caratteristiche. Es. unimpresa agricola offre prodotti identici a quelli delle altre imprese (grano, mele, ecc..).

    2) Un numero elevatissimo di imprese di piccole

    154

    2) Un numero elevatissimo di imprese di piccole dimensioni, tali che ognuna di esse con il proprio comportamento non influenza tutte le altre, n influenza il prezzo di mercato. Lincapacit di influenzare il prezzo una caratteristica esclusiva della concorrenza perfetta.

    http://unict.myblog.it

  • Il non attaccamento da parte degli acquirenti a nessun produttore in particolare. Ci significa che se limpresa aumentasse il prezzo perderebbe i clienti.

    La libert di entrata e di uscita dal mercato da parte delle imprese. Il loro numero talmente

    155

    parte delle imprese. Il loro numero talmente alto che lentrata o luscita di una impresa non influenza n il comportamento delle altre imprese n il prezzo.

    http://unict.myblog.it

  • Il prezzo di mercato pertanto un dato per ciascuna impresa, e limpresa in concorrenza perfetta detta impresa price-taker. Ciascuna impresa cio non pu aumentare il prezzo, perch perderebbe i clienti. Dallaltro, non ha interesse ad abbassare il prezzo, perch talmente piccola, rispetto alle dimensioni del

    156

    talmente piccola, rispetto alle dimensioni del mercato, che pu vendere qualsiasi quantit desideri al prezzo dato, e la sua produzione talmente bassa che non riuscirebbe a soddisfare laumento di domanda.

    Per limpresa concorrenziale la curva di domanda (dei suoi clienti) orizzontale, cio perfettamente elastica. http://unict.myblog.it

  • 157http://unict.myblog.it

  • Nel breve periodo come unimpresa price-taker stabilisce la quantit da offrire sul mercato? Condizione necessaria per massimizzare il profitto che ci sia almeno uguaglianza tra costo marginale e ricavo marginale (o prezzo di vendita, visto che il RM=prezzo di vendita).

    ciomarginale costo marginale Ricavo

    158

    cio

    Graficamente. La quantit di prodotto che massimizza il profitto quella quantit rispetto alla quale la curva del costo marginale (CM) interseca la retta del prezzo pari a 4O(punto B).

    marginale costo Prezzo

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  • 159http://unict.myblog.it

  • Se il prezzo di mercato 40, nei punti a sinistra di B, il prezzo (P) maggiore del costo marginale (CM). Per cui allimpresa conviene aumentare la produzione fino al punto B.

    Man mano che aumenta la produzione fino al punto B aumenta anche il profitto normale, che sar massimo nel punto B(profitto economico zero, cio non c extraprofitto) e CM=CU.

    Oltre il punto B il prezzo inferiore al costo marginale, per cui non conviene produrre oltre il punto B. Se limpresa continua a produrre oltre al punto B, con il prezzo a 40, avrebbe un aumento del ricavo totale (Q x P) ma avrebbe sempre pi una

    160

    aumento del ricavo totale (Q x P) ma avrebbe sempre pi una riduzione dei profitti, in quanto laumento del ricavo totale non coprirebbe tutti i costi, e i costi che si sacrificano sono i costi opportunit. A meno che non aumenta il prezzo. Se P aumenta a 50, limpresa massimizza il profitto nel punto A.

    Ci significa che la curva di costo marginale (CM) determina la quantit offerta per ogni dato livello di prezzo. La curva di costo marginale quindi la curva di offerta dellimpresa. Essa ci dice che lofferta aumenta allaumentare del prezzo.

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  • 161http://unict.myblog.it

  • Quando limpresa ha un extra-profitto?Per saperlo dobbiamo fare riferimento al costo medio totale (CU)

    e al costo medio variabile (CVU). E precisamente quando:

    Tornando al nostro grafico, dal punto B in poi, e con un prezzo =

    CUP >

    CVUP >

    162

    40, per ogni unit aggiuntiva, come si detto, si avr un ricavo totale maggiore per laumento della quantit prodotta, ma un profitto sempre in diminuzione. Non si ha extraprofitto perch PCU. Man mano che aumenta la produzione lextraprofitto va man mano diminuendo, fino ad azzerarsi nel punto E.http://unict.myblog.it

  • Una condizione sufficiente perch limpresa resti nel mercato che:

    Viceversa, le imprese che hanno costi variabili medi e costi medi totali maggiori del Prezzo vengono eliminate dal mercato.

    CVUP CUP >

    163

    eliminate dal mercato.Lungo periodo. Fin qui ci siamo riferiti al breve periodo,

    dove lentrata e luscita di unimpresa nel mercato non modifica n il comportamento delle altre imprese n il prezzo.

    Ma cosa succede nel lungo periodo alle imprese che non sono state eliminate dalla concorrenza?http://unict.myblog.it

  • Nel lungo periodo se il prezzo di mercato alto, e tale da creare extraprofitti, attira altre imprese ad entrare liberamente nel mercato. Ci comporta un aumento della capacit produttiva totale del settore, cio una maggiore offerta in quel settore, oltre che la ricerca di miglioramenti nella struttura produttiva delle imprese gi esistenti per affrontare la nuova concorrenza.

    164

    Com noto dalla legge della domanda e dellofferta, ferma restando la domanda, un aumento delloffertasposta a destra la curva di offerta e riduce il prezzo di equilibrio. La riduzione del prezzo riduce i ricavi e quindi i profitti.

    http://unict.myblog.it

  • 165http://unict.myblog.it

  • Ma, i ricavi, e i profitti, si riducono anche perch sono aumentati i costi dei fattori produttivi per la maggiore domanda proveniente dalle nuove imprese.

    Nel lungo periodo quindi in un regime di concorrenza perfetta i prezzi tendono a diminuire, facendo scomparire gli extraprofitti

    166

    diminuire, facendo scomparire gli extraprofitti che hanno attratto nuove imprese, fino al punto in cui i profitti diventano normali e scompare lincentivo per entrare nel mercato, e quelle imprese che avranno CU>P usciranno dal mercato.http://unict.myblog.it

  • Concludendo. il meccanismo concorrenziale:a) Possiede unelevata efficienza allocativa o

    ottimo paretiano in quanto elimina le imprese inefficienti, assicurando che le risorse produttive vengano utilizzate senza sprechi.

    167

    b) Tende a portare il prezzo verso il costo di produzione minimo, impedendo elevati profitti, a favore del consumatore.

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  • Il regime concorrenziale, pur essendo effettivamente operante nella realt, tuttavia spesso non rispetta le indicazioni della teoria: Nella realt non tutte le imprese inefficienti escono dal

    mercato (es. una piccola impresa agricola a conduzione familiare, o una piccola impresa a lavoro autonomo). Per cui nella realt esistono imprese che percepiscono e accettano redditi bassissimi.

    168

    Soprattutto nel settore agricolo ci comporta lintervento dello Stato a sostegno dei prezzi dei prodotti agricoli e per mantenere a un certo livello i redditi degli agricoltori. Il sostegno avviene o acquistando direttamente le eccedenze agricole a un prezzo minimo prefissato o erogando delle integrazioni per coprire la differenza con il basso prezzo di mercato. Lo scopo di stabilizzare i prezzi agricoli stato alla base della PAC, che opera in questa direzione.http://unict.myblog.it

  • Quando esiste lintervento dello stato non si dovrebbe parlare di concorrenza perfetta, di mercato libero, ma di economia mista, quali in effetti sono la maggior parte delle economie. Tuttavia, anche in presenza di intervento pubblico, la produzione pu continuare a definirsi come perfettamente concorrenziale.

    I mercati completamente liberi sono rari, in quanto lo

    169

    Stato spinto spesso ad intervenire sia in forma fiscale e monetaria, sia soprattutto in forma legislativa (norme riguardanti ligiene, linquinamento, la qualit dei prodotti, ecc..) per correggere i fallimenti del mercato (concorrenza imperfetta, esternalit, non equa distribuzione del reddito).

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  • MACROECONOMIA

    170

    MACROECONOMIA

    http://unict.myblog.it

  • Keynes e la nascita della macroeconomia

    Loccasione per verificare i limiti del mercato stata data dalla crisi del 1929: crisi di sovrapproduzione riduzione di produzione e di occupazione.Perch esiste la disoccupazione?

    171

    Perch esiste la disoccupazione?Carenza di domandaLa domanda effettiva fu il centro dellanalisi di Keynes esposta nella sua famosa pubblicazione >

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  • Oggetto della macroeconomia sono quei fenomeni cheriguardano il funzionamento del sistema economico nel suo complesso, cio il comportamento degli aggregati macroeconomici (C,I,G,PIL,Inflazione, BP)assumendo come dati i comportamenti dei singoli consumatori e delle singole imprese.

    172

    consumatori e delle singole imprese.

    Scopo della macroeconomia dare una spiegazione ai cambiamenti economici che condizionano i singoliconsumatori, le singole imprese e il mercato.

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  • I PRESUPPOSTIDELLA TEORIA KEYNESIANA

    1) il sistema economico sempre in equilibrio di sottoccupazione.2) la domanda che crea lofferta.3) i prezzi e i salari sono rigidi.

    173

    3) i prezzi e i salari sono rigidi.4) presente il settore pubblico.5) la moneta non neutrale.

    Con Keynes si ritorna a parlare di Economia politica.

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  • Cos il sistema economico? quel meccanismo messo in moto dallagire e dallinteragire degli agenti, o soggetti, economici.Gli agenti economici sono:

    La famiglia (unit di consumo) o consumatore, che agisce attraverso il consumo, il risparmio, il

    174

    che agisce attraverso il consumo, il risparmio, il pagamento delle tasse, lofferta di lavoro, ecc..

    Limpresa, che agisce attraverso la produzione di beni e servizi che offre sul mercato.

    Il governo o Stato o P.A. che agisce attraverso la politica economica (monetaria, fiscale, ambientale, ecc..) e attraverso leggi e regolamenti.

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  • I tre problemi dellorganizzazione economica

    a) cosa produrre: stabilire la struttura produttiva del sistema economico (pi beni di consumo o pi beni di investimento)b) come produrre: stabilire la tecnica produttiva

    175

    (artigianale, meccanizzata o avanzata). Pi lavoratori o pi macchine. Quali risorse: petrolio, carbone o il sole?C) per chi produrre: distribuzione del reddito: a chi va il beneficio della produzione (pochi ricchi e molti poveri, industrie con salari alti e industrie con salari bassi).

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  • Diversi tipi di sistemi economici In base al coordinamento delle decisioni dei

    vari agenti economici distinguiamo:

    176

    Economie di mercato(le decisioni avvengono nel mercato attraverso il sistema dei prezzi. Domanda e offerta sono infatti correlate al prezzo)

    Economie pianificate(le decisioni sono centralizzate. Prezzi fissati a livello centrale)

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  • In base alla propriet dei mezzi di produzione:

    Economie Capitalistiche (mezzi di

    Economie socialiste(mezzi di produzione di

    177

    Capitalistiche (mezzi di produzione di propriet privata. Le imprese private decidono quanto produrre, quanti lavoratori assumere, ecc.)

    (mezzi di produzione di propriet pubblica. E lo Stato che decide quanto, cosa e per chi produrre, e fissa i prezzi)

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  • In genere uneconomia di mercato uneconomia capitalistica e uneconomia pianificata uneconomia socialista.

    Nella realt, nel mondo, esistono Economie miste cio mercato e Stato. Il ruolo dello Stato

    178

    miste cio mercato e Stato. Il ruolo dello Stato quello di eliminare le imperfezioni del mercato, imponendo leggi, offrendo beni, ma soprattutto servizi (istruzione, sanit, ordine pubblico).

    Esistono anche fallimenti dello Stato. http://unict.myblog.it

  • Comunque lo Stato ha un ruolo importante per1. Aumentare lefficienza del sistema economico,

    Favorendo la concorrenza (legge antitrust), Limitando le esternalit negative, Fornendo beni pubblici (istruzione, sanit, difesa..) Regolamentando il prezzo dei monopoli (luce,

    179

    Regolamentando il prezzo dei monopoli (luce, acqua)

    2. Promuovere lequit nella distribuzione del reddito attraverso diverse aliquote di imposte o trasferimenti in moneta (sussidi alla disoccupazione, agli anziani, ai disabili)

    3. Favorire la stabilit economica e la crescita economica attraverso la politica economica.http://unict.myblog.it

  • Il funzionamento del sistema economico, il c.d. circuito economico o modello economico o flusso circolare dellattivit macroeconomica o flusso circolare del redditoavviene attraverso le interazioni tra Famiglie (o consumatori), Imprese e Governo (o Stato).

    180

    consumatori), Imprese e Governo (o Stato).

    Le interazioni hanno due aspetti: reale monetario

    http://unict.myblog.it

  • Aspetto reale

    Governo

    181

    ImpreseFamiglieBeni

    Servizihttp://unict.myblog.it

  • Aspetto monetario

    Governo

    182

    ImpreseFamiglie RicaviSalarihttp://unict.myblog.it

  • Gli interrogativi macroeconomici facile o difficile trovare lavoro?Qual il volume del reddito nazionale o

    PIL che leconomia sta producendo?Il tasso di interesse alto o basso?

    183

    Il tasso di interesse alto o basso?Il tasso di cambio favorevole o

    sfavorevole?Questi interrogativi ci impongono di

    conoscere alcuni concetti fondamentali.http://unict.myblog.it

  • Concetti macroeconomici fondamentali1. Tasso di disoccupazione = rapporto tra numero di

    persone in cerca di occupazione (disoccupati) e Forza lavoro (occupati e disoccupati).

    100_

    =lavoroForza

    iDisoccupatu

    184

    100_

    =lavoroForza

    u

    Es. Forza lavoro 1000 Es. Forza lavoro 1000 disoccupati 50disoccupati 50

    %510005,01000

    50===u

    http://unict.myblog.it

  • 2. Tasso di inflazioneLo calcoleremo quando conosceremo il valore del PIL nominale e reale. Linflazione, cio laumento generalizzatoe continuo dei prezzi, riduce il potere dacquisto della moneta. Linflazione

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    dacquisto della moneta. Linflazione penalizza i consumatori, i percettori di reddito fisso, mentre agevola chi ha dei debiti.

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  • 3. La produttivit la quantit media per lavoratore di beni e servizi finali prodotta da una data economia.Se il tasso di crescita della produttivit pari a zero si parla di societ a somma

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    pari a zero si parla di societ a somma zero. Ci significa che se si vogliono, ad es., pi beni di consumo bisogna rinunciare a qualche altro bene o servizio.

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  • 4. Il tasso di interesse. il costo del denaro. Un tasso di interesse alto danneggia gli investitori, i debitori, e anche il governo, quando, per coprire il bilancio statale in disavanzo, ricorre allemissione di titoli pubblici

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    ricorre allemissione di titoli pubblici (BOT, CCT), contribuendo allaumento del debito pubblico.I vantaggi sono per il risparmiatore e per la BP relativamente allentrata di valuta estera per investimenti finanziari.

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  • 5. Il tasso di cambio il prezzo di una moneta espresso in termini di unaltra moneta. Es. il cambio Euro-Dollaro pari a 1-1,03.

    La variazione del cambio significa apprezzamento o deprezzamento della moneta.

    Se il cambio /$ aumenta,lEuro si apprezza,

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    Se il cambio /$ aumenta,lEuro si apprezza, viceversa, se diminuisce, si deprezza. Se causato dallo Stato si parla di rivalutazione e svalutazione.

    Se lEuro si svaluta saranno danneggiate le importazioni, sopratutto di materie prime, pagate in dollari, e ci pu significare anche inflazione. Ma saranno avvantaggiate le esportazioni.

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  • 6. La moneta il mezzo di pagamento accettato da tutti negli scamb