DISPENSA-Amianto-Corso Roma 2008 - filtcampania.it · far effettuare le analisi dei campioni...

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Corso RLS LA FORMAZIONE DI BASE PER GLI RLS ALLA LUCE DELL’EVOLUZIONE NORMATIVA DAL D.LGS. 626/94 AL TESTO UNICO METODOLOGIE DI SICUREZZA DEL LAVORO LINEE GUIDA PER L’ACCERTAMENTO DELLA PRESENZA DI MATERIALI CONTENENTI AMIANTO NEGLI EDIFICI. NORMATIVE VIGENTI, METODOLOGIE DI CAMPIONAMENTO E DI ANALISI, STOCCAGGIO E SMALTIMENTO. A cura di Marco Palma Responsabile Servizio di Prevenzione e Protezione (Artt. 8 e 9, D.Lgs. 626/94) Ufficio di Prevenzione e Protezione 00185 Roma – Via dei Taurini, 19 UFFICIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

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Corso RLS

LA FORMAZIONE DI BASE PER GLI RLS ALLA LUCE DELL’EVOLUZIONE NORMATIVA

DAL D.LGS. 626/94 AL TESTO UNICO

METODOLOGIE DI SICUREZZA DEL LAVORO

LINEE GUIDA PER L’ACCERTAMENTO DELLA PRESENZA DI MATERIALI CONTENENTI AMIANTO NEGLI EDIFICI.

NORMATIVE VIGENTI, METODOLOGIE DI CAMPIONAMENTO E DI ANALISI, STOCCAGGIO E SMALTIMENTO.

A cura di

Marco Palma Responsabile Servizio di Prevenzione e Protezione

(Artt. 8 e 9, D.Lgs. 626/94)

Ufficio di Prevenzione e Protezione 00185 Roma – Via dei Taurini, 19

UFFICIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

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Corso RLS

LA FORMAZIONE DI BASE PER GLI RLS ALLA LUCE DELL’EVOLUZIONE NORMATIVA

DAL D.LGS. 626/94 AL TESTO UNICO

METODOLOGIE DI SICUREZZA DEL LAVORO

LINEE GUIDA PER L’ACCERTAMENTO DELLA PRESENZA DI MATERIALI CONTENENTI AMIANTO NEGLI EDIFICI.

NORMATIVE VIGENTI, METODOLOGIE DI CAMPIONAMENTO E DI ANALISI, STOCCAGGIO E SMALTIMENTO.

07 – 11 Aprile 2008 CNR – Aula A

Via dei Taurini, 19 00185 ROMA

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Indice

- Introduzione 4 - Cosa è l’amianto 5 - Proprietà tecnologiche dell’amianto 6 - I diversi tipi di amianto e le loro proprietà 6 - Principali tipi di materiali contenenti amianto e

loro approssimativo potenziale di rilascio delle fibre

7 - Indicazioni utili per l’individuazione di amianto friabile 8 - Indicazioni utili per il campionamento di

materiale “sospetto” per presenza di amianto

9 - Indicazioni utili per la valutazione del

rischio e per il monitoraggio ambientale

10 - Indicazioni utili per le bonifiche 12 - Contenuti di massima della formazione per i

dirigenti la gestione del rischio amianto e per i lavoratori addetti alla rimozione, allo smaltimento, ed alla bonifica di amianto in matrice friabile e compatta (piano di formazione della Regione Emilia Romagna)

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- Facsimile richiesta parere alla ASL per piano di lavoro 15 - Sistema per il trattamento di inertizzazione e

riciclo di rifiuti contenenti amianto (brevetto CNR)

16 - La legislazione italiana sull’amianto 17 1. Restrizioni / Divieti di impiego 17 2. Decreti applicativi al D.Lgs. 257/92 18 3. Protezione dei lavoratori 19 4. Prevenzione / riduzione inquinamento ambientale 19 - N° 8 schede utili per l’accertamento della

presenza di materiali contenenti amianto negli edifici (conformi all’Allegato 5 del DM 6.9.1994)

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- N° 3 schede utili per la registrazione dei “valori di campionamento e di analisi”

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- Individuazione e determinazione di Materiali Contenenti Amianto in ambienti CNR - 1996÷2007. Tabella risultati dei campionamenti e delle analisi.

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- Fonti 33

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Introduzione

Il presente manuale illustra le disposizioni derivanti dalle norme di Leggi nazionali in materia di agenti pericolosi quale è l’amianto, la cui produzione e commercializzazione sono vietate in Italia dal 1992.

Come vedremo, la legislazione italiana tratta la problematica amianto come pochi altri inquinanti. Per questo si vogliono delineare, in modo schematico e sintetico, alcune linee guida che sono relative a tale disciplina e che si ritiene possano essere utili, per un approccio più corretto all’argomento, sia agli addetti ai lavori, sia ai responsabili delle Unità del CNR, sia ai rappresentanti per la sicurezza (RLS).

A tal fine, in questa guida pratica, oltre alle informazioni di carattere generale sulle proprietà dell’amianto, sono indicati i principali argomenti che regolamentano, tra l’altro, l’individuazione e il campionamento nonché il trattamento e lo smaltimento del materiale contenente amianto (MCA). Per quanto concerne la determinazione delle fibre libere di amianto, a pagg. 10 e 11, sono state messe in risalto soltanto le procedure di campionamento, che si devono adottare, per far effettuare le analisi dei campioni tramite la Microscopia Elettronica a Scansione (SEM).

Difatti questo metodo è, per rapporto qualità-costi, quello comunemente usato anche se permette di individuare soltanto le fibre di amianto fino ad un diametro minimo di 0,03-0,04 µm. Altri metodi di analisi sono la Diffrattometria a Raggi X (DRX), che in alcuni casi integra il metodo SEM, e la Microscopia Ottica in Contrasto di Fase (MOCF) che però considera tutto il materiale fibroso e per indicare un inquinamento in atto i valori dei campionamenti devono essere superiori a 20 ff/litro di aria misurata come media ponderata di 8 ore.

Sono state riportate anche informazioni riguardanti un modello di un piano di formazione per gli addetti la gestione del rischio amianto, nonché quelle relative ad un piano di lavoro per una bonifica e quelle di un sistema per il trattamento di inertizzazione e riciclo di rifiuti contenenti amianto, brevettato dal CNR.

Inoltre sono stati descritti i riferimenti normativi sull’amianto, supportati da un breve commento che ne descrive il loro contenuto. Tali riferimenti sono suddivisi in quattro principali argomenti: 1) restrizioni/divieti di impiego; 2) decreti applicativi al D.Lgs. 257/92; 3) protezione dei lavoratori; 4) prevenzione/riduzione inquinamento ambientale.

Particolare interesse va posto a riguardo del D.Lgs. 257/2006 nel quale sono indicati i compiti specifici dei datori di lavoro addetti alla rimozione, allo smaltimento e trattamento dei relativi rifiuti nonché delle bonifica delle aree interessate, differenziandoli così dai compiti dei datori di lavoro committenti per le stesse bonifiche. Altro interesse va posto a riguardo del D.M. 6/9/1994 e s.m.i. il quale disciplina, in particolare, le norme tecniche di campionamento e di analisi dei MCA e delle relative fibre di amianto disperse in aria.

Nel manuale, sono state riportate otto schede, conformi all’Allegato 5 del D.M. 6/9/1994, necessarie per l’accertamento della presenza di MCA negli edifici.

Sono state riportate, inoltre, tre schede predisposte per le registrazioni dei valori dei campionamento e di analisi nell’ambito dei controlli effettuati dallo scrivente, sin dal 1996, negli ambienti CNR, come riepilogato nella tabella posta a pag. 32.

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Cosa è l'amianto L'amianto, chiamato anche indifferentemente asbesto, è un minerale naturale a struttura fibrosa appartenente alla classe chimica dei silicati e alle serie mineralogiche del serpentino e degli anfiboli. E' presente naturalmente in molte parti del globo terrestre e si ottiene facilmente dalla roccia madre dopo macinazione e arricchimento, in genere in miniere a cielo aperto. Per la normativa italiana sotto il nome di amianto sono compresi i seguenti sei composti: Crisotilo: amianto di Serpentino Amosite, Crocidolite, Tremolite, Antofillite, Actinolite: amianti di Anfibolo. L'amianto resiste al fuoco e al calore, all'azione di agenti chimici e biologici, all'abrasione e all'usura. La sua struttura fibrosa gli conferisce insieme una notevole resistenza meccanica ed un’alta flessibilità. E' facilmente filabile e può essere tessuto. E' dotato di proprietà fonoassorbenti e termoisolanti. Si lega facilmente con materiali da costruzione (calce, gesso, cemento) e con alcuni polimeri (gomma, PVC). Per anni è stato considerato un materiale molto versatile a basso costo, con estese e svariate applicazioni industriali, edilizie e in prodotti di consumo. In tali prodotti, manufatti e applicazioni, le fibre possono essere libere o debolmente legate: si parla in questi casi di amianto friabile, oppure possono essere fortemente legate in una matrice stabile e solida (come il cemento-amianto o il vinil-amianto): si parla in questo caso di amianto compatto. La consistenza fibrosa è alla base delle proprietà tecnologiche, ma anche delle proprietà di rischio essendo essa causa di gravi patologie a carico prevalentemente dell'apparato respiratorio. La pericolosità consiste, infatti, nella capacità che i materiali di amianto hanno di rilasciare fibre potenzialmente inalabili ed anche nella estrema suddivisione cui tali fibre possono giungere. Per dare un’idea della estrema finezza delle stesse basti pensare che in un centimetro lineare si possono affiancare 250 capelli umani, 1300 fibre di nylon o 335000 fibre di amianto. Non sempre l'amianto, però, è pericoloso: lo è sicuramente quando può disperdere le sue fibre nell'ambiente circostante per effetto di qualsiasi tipo di sollecitazione meccanica, eolica, da stress termico, dilavamento di acqua piovana. Per questa ragione il cosiddetto amianto friabile che cioè si può ridurre in polvere con la semplice azione manuale è considerato più pericoloso dell'amianto compatto che per sua natura ha una scarsa o scarsissima tendenza a liberare fibre. La prima utilizzazione dell'amianto da parte dell'industria risale agli ultimi decenni dell'800. L'incremento nell'estrazione e nell'impiego (e quindi nel suo accumulo progressivo nell'ambiente di vita e di lavoro) è ben illustrato dalla seguente tabella proposta da I. J. Selikoff e che riguarda la situazione degli Stati Uniti d'America. Il consumo è espresso in tonnellate, la prima cifra si riferisce al consumo nel decennio, la seconda cifra dà il valore cumulativo dei consumi a partire dal primo decennio considerato.

1890-1899 64.500 64.500 1900-1909 265.000 329.500 1910-1919 986.000 1.316.000 1920-1929 1.995.500 3.315.000 1930-1939 1.880.000 5.195.000 1940-1949 4.654.000 9.849.500 1950-1959 7.417.000 17.266.500 1960-1969 7.561.000 24.827.500

La tendenza alla crescita si è interrotta decisamente soltanto a partire dalla seconda metà degli anni '70. Grande clamore ebbe nel 1903, in seguito ad un incendio che aveva causato 83 morti, la sostituzione nella Metropolitana di Parigi di materiali infiammabili o che producevano scintille, con manufatti contenenti amianto, compresi i freni delle carrozze. Lo stesso avvenne nella metropolitana di Londra e poi nel 1932 per la coibentazione del transatlantico Queen Mary.

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Questi eventi furono molto reclamizzati tanto da indurre un’eccessiva confidenza con l'amianto fino a favorirne una massiccia diffusione in scuole, ospedali, palestre, cinema oltre che in tutti i settori industriali. In Italia, nella seconda metà degli anni '50, si coibentarono con l'amianto le carrozze ferroviarie, fino allora isolate con sughero. Nel 1893 inizia in Austria la produzione del cemento-amianto. Nel 1912 un ingegnere italiano costruisce per primo una macchina per la produzione di tubi in cemento-amianto. La produzione e l'uso di manufatti in cemento-amianto per l'edilizia sono aumentati fino ad alcuni anni fa. Proprietà tecnologiche dell'amianto L'amianto è un materiale che è stato usato comunemente laddove si è ritenuto necessario un assorbimento acustico e/o un isolamento termico. L'assorbimento acustico è un fenomeno fisico che avviene tutte le volte che un'onda sonora colpisce un corpo solido. La riflessione dell'onda sarà tanto minore quanto più soffice e poroso sarà il solido. Per svolgere questa funzione l'amianto è stato applicato a spruzzo su pareti o soffitti dove forma uno strato soffice di alcuni centimetri. Nei locali così trattati proviamo una sensazione acustica di ovattamento dei suoni, i rumori sono meno intensi e la comprensione della parola non è compromessa da echi acustici. Questo tipo di impiego è adesso vietato dalla legge, ma in passato i soffitti di molte scuole, sono stati spruzzati con amianto. Altri ambienti che hanno subito lo stesso tipo di trattamento sono palestre, piscine, mense, ospedali, stazioni delle metropolitane, ecc. L'isolamento termico è una proprietà fisica di alcuni materiali e consiste nell'opporre una notevole resistenza al passaggio del calore. L'amianto è un ottimo termoisolante e per questo è stato sfruttato tecnologicamente laddove si desiderava contenere il calore, ad esempio per fasciare tubazioni, per il trasporto del vapore, per isolare caldaie e forni.

I diversi tipi di Amianto e le loro proprietà

(Titolo VI-bis, Capo I, Art. 59-ter del D.Lgs. 626/94 così modificato e integrato dal D.Lgs. 257/06, Art. 2, Com. 1)

AMIANTO o ASBESTO

SERPENTINO (Silicato di magnesio)

ANFIBOLI (Silicati di calcio e magnesio)

CRISOTILO (amianto bianco) n. CAS 12001-29-5 Mg3Si2O5(OH)4 Dal greco: fibra d'oro ACTINOLITE n. CAS 77536-66-4 Ca2(Mg,Fe)5Si8O22(OH)2 Dal greco: pietra raggiata TREMOLITE n. CAS 77563-68-6 Ca2Mg5Si8O22(OH)2 Dal nome della Val Tremola in Svizzera

ANTOFILLITE n. CAS 77536-67-5 (Mg,Fe)7Si8O22(OH)2 Dal greco: garofano AMOSITE (amianto bruno) n. CAS 12172-73-5 (Mg,Fe)7Si8O22(OH)2 Acronimo di "Asbestos Mines of South Africa" Nome commerciale dei minerali grunerite e cummingtonite CROCIDOLITE (amianto blu) (*) n. CAS 12001-28-4 Na2(Mg,Fe)7Si8O22(OH)2 Dal greco: fiocco di lana Varietà fibrosa del minerale riebeckite

(*) Con ordinanza dell’Istituto Superiore della Sanità (ex Ministero della Sanità) del 26/6/1986,

pubblicata in G.U. n. 157 del 9/7/1986, la CROCIDOLITE viene considerata il più pericoloso degli amianti.

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Principali tipi di materiali contenenti amianto

e loro approssimativo potenziale di rilascio delle fibre

(Tabella 1, D.M. 6 settembre 1994)

Tipo di materiale Note Friabilità

Ricoprimenti a spruzzo e rivestimenti isolanti

Fino all'85% circa di amiantoSpesso anfiboli (amosite, crocidolite) prevalentemente amosite spruzzata su strutture portanti di acciaio o su altre superfici come isolante termo-acustico

Elevata

Rivestimenti isolanti di tubazioni o caldaie

Per rivestimenti di tubazioni tutti i tipi di amianto, talvolta in miscela al 6-10% con silicati di calcio. In tele, feltri, imbottiture in genere al 100%

Elevato potenziale di rilascio di fibre se i rivestimenti non sono ricoperti con strato sigillante uniforme e intatto

Funi, corde, tessuti

In passato sono stati usati tutti i tipi di amianto. In seguito solo crisotilo al 100%

Possibilità di rilascio di fibre quando grandi quantità di materiali vengono immagazzinati

Cartoni, carte e prodotti affini Generalmente solo crisotilo al 100%

Sciolti e maneggiati, carte e cartoni, non avendo una struttura molto compatta, sono soggetti a facili abrasioni ed a usura

Prodotti in amianto-cemento

Attualmente il 10-15% di amianto in genere crisotilo. Crocidolite e amosite si ritrovano in alcuni tipi di tubi e di lastre

Possono rilasciare fibre se abrasi, segati, perforati o spazzolati, oppure se deteriorati

Prodotti bituminosi, mattonelle di vinile con intercapedini di carta di amianto, mattonelle e pavimenti vinilici, PVC e plastiche rinforzate ricoprimenti e vernici, mastici, sigillanti, stucchi adesivi contenenti amianto

Dallo 0,5 al 2% per mastici, sigillanti, adesivi, al 10-25% per pavimenti e mattonelle vinilici

Improbabile rilascio di fibre durante l'uso normale. Possibilità di rilascio di fibre se tagliati, abrasi o perforati

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Indicazioni utili per l’individuazione di amianto friabile

1 - Cosa fare per individuare la presenza di amianto friabile: • effettuare autonomamente un primo screening

di individuazione delle situazioni "sospette" servendosi della collaborazione del:

• sulla base delle indicazioni contenute nella

documentazione reperibili presso:

2 - In caso di presenza di materiali "sospetti" procedere a: • ricercare le specifiche tecniche

dei materiali presso: • qualora permanga il dubbio,

procedere ad effettuare: 3 - Cosa fare in caso di riscontro positivo ( presenza di amianto): • inoltrare la scheda di censimento debitamente

compilata in tutte le sue parti al: (inoltrare la stessa scheda anche in caso negativo – assenza di amianto)

• effettuare la valutazione del rischio, secondo

quanto previsto dal DM 06/09/94 e successive modifiche che ne indica i contenuti tecnici:

4 – A chi rivolgersi per sopralluoghi, campionamenti e valutazioni del rischio:

• gli Enti Pubblici (Comuni, Province, Regioni,

Aziende USL, Aziende Ospedaliere, ecc.) possono fare richiesta a:

• i privati possono rivolgersi a:

- Servizio Prevenzione e Protezione (SPP). - Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende USL. - Agenzia Regionale per la Prevenzione e l'Ambiente (ARPA). - Consulenti privati “abilitati”.

- Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende USL (documentazione e informazioni). - Agenzia Regionale per la Prevenzione e l'Ambiente ARPA (informazioni).

- L’installatore dei materiali o affidare il riconoscimento di tali materiali ad esperti (come consulenti privati o operatori dei Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende USL e dell’ARPA).

Analisi dei materiali prelevandone un campione, con le opportune modalità e precauzioni, da affidare a laboratori specializzati o al proprio SPP.

Dipartimento di Prevenzione della Azienda USL che l'ha inviata.

E' opportuno che tale valutazione venga effettuata da persone esperte e qualificate; in essa dovranno essere prese in considerazione e definite le misure di prevenzione da adottare ed i rispettivi tempi di attuazione.

Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende USL e/o alle Sezioni Provinciali dell'ARPA competenti per territorio che forniranno una attività di supporto operativo in presenza di materiali sospetti. Tali operazioni possono essere svolte con l’ausilio del SPP e dei consulenti privati.

- Laboratori specializzati. - Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende USL e/o alle Sezioni Provinciali dell'ARPA

competenti per territorio.

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Indicazioni utili per il campionamento di materiale “sospetto”

per presenza di amianto

1 - I materiali da campionare vanno

selezionati in modo prioritario

fra quelli che presentano:

2 - In relazione alla situazione specifica,

le modalità e le precauzioni da

adottare sono le seguenti:

- friabilità e cattivo stato di conservazione; - facile accesso o mancanza di confinamenti e/o

rivestimenti; - suscettibilità di facile danneggiamento e

conseguente possibilità di rilascio di fibre nell'ambiente;

- possibilità di frequenti manomissioni; - frequenti interventi di manutenzione.

- evitare l’esposizione dell’operatore e la contaminazione dell’ambiente;

- adozione di adeguati dispositivi di protezione individuale - DPI (maschera per polveri -facciale filtrante P2 o P3, tuta in tyvek, guanti monouso);

- prelievo da punti o zone già lesionate; - impiego di strumenti possibilmente manuali

(pinze, tenaglie, forbici, carotatrici); - preliminare bagnatura mediante spruzzetta con

acqua; - prelievo di una piccola aliquota di materiale.

massivo sufficientemente rappresentativa (5 cmq / 10 gr);

- riparazione con adeguati sigillanti del punto di prelievo (vernice spray);

- inserimento immediato del campione in una busta di plastica resistente ed ermeticamente sigillabile;

- mappatura dei punti di raccolta dei campioni e delle zone in cui sono presenti materiali contenenti amianto, da eseguirsi anche con rilievo fotografico a colori;

- registrazione di tutte le informazioni raccolte; - trasmissione del campione e dei dati al laboratorio

di analisi chimiche. Se dall’analisi eseguita si rivela la presenza di amianto si procederà alla valutazione del rischio e alla determinazione delle fibre aerodisperse (monitoraggio ambientale e personale).

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Indicazioni utili per la valutazione del rischio

e per il monitoraggio ambientale 1 – Valutazione della potenziale esposizione a

fibre di amianto del personale presente

negli edifici:

2 – Monitoraggio ambientale

per il metodo di analisi SEM:

- ispezione visiva dell’installazione dei materiali contenenti amianto;

- esame delle condizioni dell’installazione, al fine di stimare il pericolo di un rilascio di fibre dal materiale;

- compilazione delle schede riportate in All. 5 del D.M. 6.9.1994;

- la misura delle concentrazioni delle fibre di amianto aerodisperse all’interno dell’edificio (monitoraggio ambientale e personale);

- la misura delle concentrazioni delle fibre di amianto aerodisperse all’esterno dell’edificio, (se necessario);

- azioni di confinamento; - azioni di bonifica.

- pompe aspiranti per ambienti e per persone a flusso costante;

- portafiltri metallici con estensione metallica (grembiule) in materiale conduttivo o costituiti interamente in materiali conduttivi;

- il grembiule deve avere misure comprese tra 20-22 mm di diametro interno e 35-50 mm di lunghezza;

- filtri: - membrane in policarbonato - NPF da 0,8 µm di

porosità, Ø 25 mm (per il deposito usare la faccia più lucida);

- membrane in esteri misti di cellulosa - MCE da 3-8 µm di porosità, Ø 25 mm (serve da supporto alle membrane di policarbonato NPF);

Accorgimenti: - la calibrazione del flusso va effettuata con i due

filtri assemblati nel portafiltro; - il portafiltro deve essere posizionato con il

punto di captazione rivolto verso il basso; - il portafiltro va posizionato a circa 170 cm dal

suolo per il campionamento ambientale ed entro una semisfera di 30 cm di raggio che si estende dinanzi alla faccia del lavoratore per il campionamento personale;

- al termine del campionamento, prima di interrompere il flusso d’aria, capovolgere il portafiltro di 180° al fine di evitare che il contraccolpo del flusso d’aria faccia cadere il materiale raccolto;

- fare attenzione a mantenere sempre il filtro con la faccia di raccolta rivolta verso l’alto, anche durante il trasposto al laboratorio di analisi;

- si consiglia di far effettuare le analisi dei filtri tramite la microscopia elettronica a scansione (SEM) integrata da diffrattometria a raggi X (DRX) (vedere DM 6.9.94 - metod. di analisi).

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2.1 – Valori di campionamento

per il metodo di analisi SEM:

Campionamento ambientale: - flusso di prelievo compreso tra 6 e 9 l/min ±10%, mantenuto costante durante il prelievo; volume d’aria campionata non inferiore a 3000 litri;

- in presenza di elevata velocità dell’aria circostante il punto di raccolta (aria aperta o forti correnti d’aria) il flusso deve essere tale da assicurare una velocità lineare minima sulla faccia esposta della menbrana pari a 0,35m/sec (equivalente a circa 8 l/min);

- in caso di intasamento dei filtri, è consentito effettuare un campionamento di 3000 litri utilizzando due portafiltri montati sulla stessa pompa aspirante, in questo caso si deve assicurare, ad ogni filtro, il flusso previsto tra 6 e 9 l/min e si otterranno così due prelievi da 1.500 litri con un tempo dimezzato, i risultati delle analisi dovranno essere sommati;

- per ridurre i tempi di campionamento può essere utilizzato un flusso più alto senza per altro inficiare l’efficienza di campionamento;

- si consiglia comunque di effettuare il prelievo totale d’aria con un singolo filtro, così da poter captare le fibre in un più ampio spazio di tempo.

Campionamento personale:

- flusso di prelievo compreso tra 1 e 2 l/min ±10%, mantenuto costante durante il prelievo; volume d’aria campionata non inferiore a 480 litri (corrispondente ad una giornata lavorativa di 8 ore);

- idem come sopra per quanto riguarda il trattamento dei filtri campionati.

N.B.: Il sistema di captazione delle fibre libere in aria, deve essere comprensivo del cosiddetto “filtro bianco” (vedere allegato 2, punto 1B), lett. l), del DM 6.9.94).

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Indicazioni utili per le bonifiche

I metodi di bonifica che possono essere attuati, sia nel caso di interventi circoscritti ad aree limitate dell'edificio, sia nel caso di interventi generali, sono:

1 - Rimozione dei materiali di amianto:

2 - Incapsulamento: 3 - Confinamento:

- è il procedimento più diffuso perché elimina ogni potenziale fonte di esposizione ed ogni necessità di attuare specifiche cautele per le attività che si svolgono nell'edificio;

- comporta un rischio estremamente elevato per i lavoratori addetti e per la contaminazione dell'ambiente;

- produce notevoli quantitativi di rifiuti tossici e nocivi che devono essere correttamente smaltiti;

- è la procedura che comporta i costi più elevati ed i più lunghi tempi di realizzazione;

- in genere richiede l'applicazione di un nuovo materiale, in sostituzione dell'amianto rimosso.

- consiste nel trattamento dell'amianto con prodotti penetranti o ricoprenti che (a seconda del tipo di prodotto usato) tendono ad inglobare le fibre di amianto, a ripristinare l'aderenza al supporto, a costituire una pellicola di protezione sulla superficie esposta;

- i costi e tempi dell'intervento risultano più contenuti; - non richiede la successiva applicazione di un prodotto sostitutivo e

non produce rifiuti tossici; - il rischio per i lavoratori addetti e per l'inquinamento dell'ambiente

è generalmente minore rispetto alla rimozione; - è il trattamento di elezione per i materiali poco friabili di tipo

cementizio; - il principale inconveniente è rappresentato dalla permanenza

nell'edificio del materiale di amianto e dalla conseguente necessità di mantenere un programma di controllo e manutenzione;

- occorre inoltre verificare periodicamente l'efficacia dell'incapsulamento, che col tempo può alterarsi o essere danneggiato, ed eventualmente ripetere il trattamento;

- l'eventuale rimozione di un materiale di amianto precedentemente incapsulato è più complessa, per la difficoltà di bagnare il materiale a causa dell'effetto impermeabilizzante del trattamento;

- inoltre, l'incapsulamento può alterare le proprietà antifiamma e fonoassorbenti del rivestimento di amianto.

- consiste nell'installazione di una barriera a tenuta che separi l'amianto dalle aree occupate dell'edificio;

- se non viene associato ad un trattamento incapsulante, il rilascio di fibre continua all'interno del confinamento;

- rispetto all'incapsulamento, presenta il vantaggio di realizzare una barriera resistente agli urti;

- è indicato nel caso di materiali facilmente accessibili, in particolare per bonifica di aree circoscritte (ad es. una colonna);

- non è indicato quando sia necessario accedere frequentemente nello spazio confinato;

- il costo è contenuto, se l'intervento non comporta lo spostamento dell'impianto elettrico, termoidraulico, di ventilazione, ecc.;

- occorre sempre un programma di controllo e manutenzione, in quanto l'amianto rimane nell'edificio; inoltre la barriera installata per il confinamento deve essere mantenuta in buone condizioni.

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4 - Indicazioni per la scelta

del metodo di bonifica:

(A scopo orientativo possono essere formulate le seguenti indicazioni)

I) Un intervento di rimozione spesso non costituisce la migliore soluzione per ridurre l'esposizione ad amianto. Se viene condotto impropriamente può elevare la concentrazione di fibre aerodisperse, aumentando, invece di ridurre, il rischio di malattie da amianto.

II) Materiali accessibili, soprattutto se facilmente danneggiabili, devono essere protetti da un idoneo confinamento.

III) Prima di scegliere un intervento di incapsulaggio deve essere attentamente valutata l'idoneità del materiale di amianto a sopportare il peso dell'incapsulante. In particolare trattamenti incapsulanti non sono indicati: - nel caso di materiali molto friabili o che presentano scarsa

coesione interna o adesione al substrato, in quanto l'incapsulante aumenta il peso strutturale aggravando la tendenza del materiale a delaminarsi o a staccarsi dal substrato;

- nel caso di materiali friabili di spessore elevato (maggiore di 2 cm), nei quali il trattamento non penetra molto in profondità e non riesce quindi a restituire l'adesione al supporto sottostante. Per contro l'aumento di peso può facilitare il distacco dell'amianto;

- nel caso di infiltrazioni di acqua: il trattamento impermeabilizza il materiale così che si possono formare internamente raccolte di acqua che appesantiscono il rivestimento e ne disciolgono i leganti, determinando il distacco;

- nel caso di materiali facilmente accessibili, in quanto il trattamento forma una pellicola di protezione scarsamente resistente agli urti. Non dovrebbe essere mai effettuato su superfici che non siano almeno a 3 metri di altezza, in aree soggette a frequenti interventi di manutenzione o su superfici, a qualsiasi altezza, che possano essere danneggiate da attrezzi (es. soffitti delle palestre);

- nel caso di installazioni soggette a vibrazioni (aeroporti, locali con macchinari pesanti, ecc.): le vibrazioni determinano il rilascio di fibre anche se il materiale è stato incapsulato.

IV) Tutti i metodi di bonifica alternativi alla rimozione presentano costi minori a breve termine. A lungo termine, però il costo aumenta per la necessità di controlli periodici e di successivi interventi per mantenere l'efficacia e l'integrità del trattamento. Il risparmio economico (così come la maggiore rapidità di esecuzione), rispetto alla rimozione, dipende prevalentemente dal fatto che non occorre applicare un prodotto sostitutivo e che non vi sono rifiuti tossici da smaltire. Le misure di sicurezza da attuare sono, invece, per la maggior parte le stesse per tutti i metodi.

V) Interventi di ristrutturazione o demolizione di strutture rivestite di amianto devono sempre essere preceduti dalla rimozione dello stesso.

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Contenuti di massima della formazione per i dirigenti la gestione del rischio amianto e per i lavoratori addetti alla rimozione, allo smaltimento, ed alla bonifica di

amianto in matrice friabile e compatta.

dirigenti la gestione del rischio amianto

lavoratori addetti alla rimozione, allo smaltimento, ed alla bonifica di amianto

in matrice friabile e compatta

Parte generale

la normativa, gli obblighi, le responsabilità e le funzioni dei soggetti interessati nella gestione ed al controllo del rischio: - il piano di lavoro; - i rischi per la salute causati dall'esposizione

a fibre di amianto; - le finalità del controllo sanitario. Parte operativa

- i metodi di misura; - la realizzazione di un piano di lavoro; - i Dispositivi di Protezione Individuale

(DPI): manutenzione, controllo e addestramento dei lavoratori al loro impiego;

- i criteri e le apparecchiature di prevenzione, isolamento e ventilazione da impiegare nell'allestimento dei cantieri;

- le corrette procedure di lavoro nelle attività di manutenzione, controllo, bonifica e smaltimento;

- la gestione degli strumenti informativi previsti dalle norme vigenti;

- la prevenzione e gestione degli incidenti e delle emergenze;

- la restituibilità di aree, edifici, impianti e mezzi bonificati;

- la gestione dei rifiuti di amianto.

Parte generale

- gli obblighi, i diritti ed i doveri dei lavoratori; - i rischi ed i danni provocati dall'esposizione a

fibre di amianto; - le finalità del controllo sanitario; - le procedure di lavoro in sicurezza per la

rimozione, lo smaltimento e la bonifica da amianto in matrice friabile e compatta.

Parte operativa

- l'impiego dei DPI ed i sistemi di sicurezza; - i percorsi all'interno della unità di

decontaminazione.

Piano di formazione della Regione Emilia Romagna per le ditte autorizzate al trattamento dell’amianto

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(facsimile richiesta parere alla ASL per piano di lavoro)

Roma li, __________

Spett.le AZIENDA U.S.L. ____________________ SEZIONE PREVENZIONE AMBIENTE DI VITA E DI LAVORO VIA _________________________

PIANO DI LAVORO Prot. N°

OGGETTO: RICHIESTA DI PARERE SUL PIANO DI LAVORO PER LO SMONTAGGIO

DEL MANTO DI COPERTURA IN LASTRE DI ETERNIT DELLE PENSILINE AD USO PARCHEGGIO AUTOVETTURE SITE ALL’INTERNO DELLA PROPRIETA’ DELLO SPETT.LE CNR ________________________________

======================================================= VI ALLEGHIAMO ALLA PRESENTE IL PIANO DI LAVORO PER LO SMONTAGGIO E RELATIVO

SMALTIMENTO DELLE LASTRE DI ETERNIT (CEMENTO-AMIANTO) FACENTI PARTE DEL MANTO DI

COPERTURA DELLE PENSILINE DI CUI ALL’OGGETTO, PER IL QUALE SI RICHIEDE LA VS. APPROVAZIONE. Certi di un benevolo accoglimento della presente, e in attesa del Vs. parere. Distintamente Salutiamo.

_____________________ ( firma )

ALLEGATI: - Piano di Lavoro - Documentazione visite mediche periodiche - Certificati di Autorizzazione per trasportatore e discarica - Analisi chimica campione tipo di eternit da rimuovere - Scheda Tecnica Vinavil - Sezione tipo delle Pensiline con indicati le altezze da terra - Dichiarazione di consapevolezza dei lavori da effettuare sottoscritta dagli operai - Certificato dell’avvenuta formazione e informazione dei dipendenti per il rischio amianto - Risultati Monitoraggio fibre libere d’Amianto nei Cantien di _______________________ - Schema Box Spogliatoio/Docce - Analisi effettuata dalla U.S.L. ______________ sulle acque di risulta delle docce degli operai

( Lavoro effettuato c/o Cantiere ________________________________________________ ) - Analisi effettuata sulle acque di risulta delle docce degli operai c/o il Cantiere ______________ - Data Ultime verifiche Piattaforme Aree ____________

INTESTAZIONE DELLA DITTA (inserita negli elenchi delle ditte autorizzate)

FAX____________TEL._____________

_________________________________

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SISTEMA PER IL TRATTAMENTO DI INERTIZZAZIONE E

RICICLO DI RIFIUTI CONTENENTI AMIANTO

(CNR – Istituto per il Trattamento dei Minerali) Il processo di inertizzazione CORDIAM (Brevetto RM96A000782)

I metodi per trasformare l’amianto ed i rifiuti che lo contengono in materiali innocui sono ben noti da anni, ma i prodotti che si ottengono non possono essere riciclati nell’industria e vanno in genere smaltiti in discarica. Da qui è nato il presupposto della ricerca condotta presso l’Istituto Trattamento dei Minerali del CNR, dove per quattro anni sono state studiate tutte le tipologie di rifiuti di amianto e le possibili tecniche di trattamento. Il principio del processo CORDIAM

Il processo è estremamente semplice e ricalca ciò che avviene in natura durante la formazione dei minerali metamorfici. Mescolando l’amianto con argilla e portando il tutto a temperature tra 850 e 950 °C si assiste ad una trasformazione rapida dell’amianto, ad una cessione di elementi tra le varie fasi allo stato solido e alla cristallizzazione di nuove fasi, non più fibrose e tossiche, ma anzi utili per l’uomo. Dai rifiuti di amianto maggiormente tossici si ottengono prodotti di grande pregio, quali, in particolare, i ceramici a basso coefficiente di espansione termica. L’impianto pilota AIRS

AIRS è la forma contratta dei termini “Advanced Inertization Recycling System”. L’impianto che viene presentato rappresenta il primo esempio mondiale di sistema automatico per l’intertizzazione ed il riciclo degli RCA. Lo schema di principio mostra i componenti essenziali dell’impianto: un sistema di caricamento del rifiuto, un sistema di triturazione e miscelazione con argilla, un sistema di arrostimento controllato e un sistema di scarico. Il tutto è contenuto in un box a tenuta e in depressione costante, assicurata da un sistema di ventilazione con filtri assoluti, del tutto identico a quello utilizzato nelle cabine di decontaminazione usate negli impianti di bonifica. Il materiale, premiscelato con argilla, viene caricato su un carrello che viene fatto entrare attraverso un’apertura comandata elettronicamente. Un traslocatore a catena porta il carrello verso il primo mulino, a coltelli, particolarmente adatto alla tranciatura delle fibre. Il materiale triturato passa una seconda macinazione e viene immesso in una coclea intubata, dalla quale è trasferito nel forno di arrostimento. Nel forno subisce una trasformazione termica a stato solido a circa 950 °C, che ne determina l’inertizzazione. Il prodotto che ne deriva è inerte, non contiene più amianto né sostanze definite cancerogene ai sensi della Direttiva 91/689/CEE.

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LA LEGISLAZIONE ITALIANA SULL’AMIANTO

PRINCIPALI ARGOMENTI:

1. RESTRIZIONI / DIVIETI DI IMPIEGO 2. DECRETI APPLICATIVI AL DECRETO LEGISLATIVO 257/92 3. PROTEZIONE DEI LAVORATORI 4. PREVENZIONE / RIDUZIONE INQUINAMENTO AMBIENTALE

1. RESTRIZIONI / DIVIETI DI IMPIEGO Il Ministero della Sanità, con Ordinanza 26/6/86 (G.U. n° 157 del 9/7/86), aveva posto restrizioni all’immissione sul mercato ed all’uso della crocidolite (amianto blu) e dei prodotti che la contengono. Con questa ordinanza il Ministero della Sanità aveva dimostrato più sensibilità del legislatore che non aveva ancora recepito una direttiva CEE in materia. La crocidolite, con questa ordinanza, viene considerata il più pericoloso degli amianti. (Si ricorda che gli studi di J.C. Wagner, pubblicati nel 1960, erano relativi ad esposizione a crocidolite). Circolare Ministero della Sanità 1/07/86 n.42 Tubazioni in Cemento Amianto. Il D.P.R. 24/05/88 n° 215, "Attuazione delle direttive CEE, numeri 83/478 e 85/610 recanti rispettivamente la quinta e la settima modifica (amianto) della direttiva CEE n. 76/769 per il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative degli Stati Membri relative alle restrizioni in materia di immissione sul mercato e di uso di talune sostanze e preparati pericolosi, ai sensi dell’art. 15 della legge 16/4/1987, n° 183". Con questa norma è stata, anche, recepita la direttiva CEE, per cui era stata emanata l’Ordinanza del 26/6/86. Il Decreto Legislativo 15/8/1991 n° 277, "Attuazione delle direttive n. 80/1107/CEE, n° 82/605/CEE, n. 83/477/CEE, n. 86/188/CEE e n.88/642/CEE, in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici durante il lavoro, a norma dell’art. 7 della legge 30/7/1990, n. 212". Il capo III è significativamente titolato "Protezione dei lavoratori contro i rischi connessi all’esposizione ad amianto durante il lavoro". Questo decreto è da considerarsi innovativo nel campo delle leggi di tutela della salute, considerato che anticipa i concetti basilari del Decreto Legislativo n° 626/94 e successive modificazioni E integrazioni. Dopo appena sette mesi dall’emanazione del D.Lgs 277/91 veniva emanata la Legge 27/3/1992 n. 257, che contiene norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto. L’art. 1 vieta in modo tassativo, "l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto o di prodotti contenenti amianto". Evidente la volontà del legislatore: l’amianto, uno qualsiasi dei sei silicati fibrosi riportati all’art. 23 del D. Lgs 277/91, è posto al bando. È vietato sia nel ciclo produttivo, sia in quello commerciale. La legge 257/92, ha semplicemente arrestato (ma questo era certamente l’obiettivo principale) in modo definitivo qualsiasi aumento, immissione aggiuntiva di amianto, di prodotti di amianto o di prodotti contenenti amianto, sul territorio nazionale. L’art. 10, nell’ambito dei "piani di protezione dell’ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica, ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto" prevede al secondo comma lettera b "il censimento delle imprese che utilizzano o abbiano utilizzato amianto", ed alla lettera f) "la rilevazione sistematica delle situazioni di pericolo derivanti dalla presenza di amianto". Preso atto che la legge 257/92 ha arrestato ogni nuova immissione di amianto sul mercato, il definitivo abbattimento del rischio è demandato all’insieme delle attività di bonifica. D.M. Ambiente 12/02/97 Criteri per l'omologazione dei prodotti sostitutivi dell'amianto. Direttiva 97/56/CE Parlamento Europeo e del Consiglio del 20/10/97 recante sedicesima modifica della direttiva 76/769/CEE concernente il riavvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative degli Stati Membri relative alle restrizioni in materia di immissione nel mercato e uso di talune sostanze e preparati pericolosi.

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Direttiva 97/69/CE Commissione Europea del 5/12/97 recante ventitreesimo adeguamento al progresso tecnico della Direttiva 67/548/CEE del Consiglio concernente il riavvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative relative alla classificazione, all'imballaggio e all'etichettatura delle sostanze pericolose. Legge 24/04/98 n° 128 Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alla CEE (Legge Com. 1995-1997). Direttiva 1999/77/CE del 26 luglio 1999 (GUCE 6-8-1999 L207/18) che adegua per la 6°volta al progresso tecnico l'allegato 1 della direttiva 76/769/CEE del Consiglio concernente il riavvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri relative alle restrizioni in materia di immissione sul mercato e di uso di talune sostanze e preparati pericolosi (amianto). Deliberazione 1 febbraio 2000 (GU n.90, del 17-4-2000) "Criteri per l'iscrizione all'albo nella categoria 10- bonifica dei beni contenenti amianto" il quale fissa in particolare i requisiti di idoneità tecnica e di capacità finanziaria per l'iscrizione all'albo. Circolare del Ministero della Sanità 15-03-2000 n.4 (GU n.88 del 14-04-2000) "Note esplicative del decreto ministeriale 1 settembre 1998 recante: "Disposizioni relative alla classificazione, imballaggio ed etichettatura di sostanze pericolose (fibre artificiali, vetrose)" Tali sostanze differiscono dal punto di vista fisico e biologico dall'amianto, ma meritano particolare attenzione a causa del loro potenziale potere cancerogeno, dimostrato da alcuni studi su lavoratori esposti ed animali. Circolare 10-05-2000 n.7 (GU 26-5-2000 n.121) che rettifica alcune imperfezioni riscontrate al testo della circolare n.4 del 15 marzo 2000

2. DECRETI APPLICATIVI AL DECRETO LEGISLATIVO 257/92 D.M. 6/9/94 (G.U. n. 220 del 20/9/94) "Normative e metodologie tecniche di applicazione dell’art. 6, comma 3, e dell’art. 12 comma 2 della legge 27/3/1992, n. 257, relativa alla cessazione dell’impiego dell’amianto". Il decreto stabilisce, tra l’altro, le modalità tecniche da adottarsi per le attività di bonifica comprese quelle di campionamento e di analisi. Decreto Legislativo 17/3/95 n° 114 (G.U. n. 92 del 20/4/95) “Attuazione della direttiva 87/217/CEE in materia di prevenzione e riduzione dell’inquinamento dell’ambiente causato dall’amianto”. Questo decreto determina il valore limite delle emissioni in atmosfera; i valori limiti negli affluenti liquidi; le attività di demolizione di manufatti e di rimozione di amianto o di materiali contenenti amianto e la raccolta e trasmissione dati da parte delle autorità competenti al Ministero dell’Ambiente e al Ministero della Sanità. Il Decreto Ministeriale 26/10/95, "Normative e metodologie tecniche per la valutazione del rischio, il controllo, la manutenzione e la bonifica dei materiali contenenti amianto presenti nei mezzi rotabili". Il D.M. 14/5/96 (s.o. G.U. n° 251 del 25/10/96), "Normative e metodologie per gli interventi di bonifica, ivi compresi quelli per rendere innocuo l’amianto, previsto dall’art. 5, com. 1, let. f), della legge 27/3/92, n° 257, recante: Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto". Quest’ultimo decreto è costituito da cinque allegati e precisamente: - allegato 1: Normative e metodologie tecniche per la valutazione del rischio, il controllo e la bonifica di siti industriali dismessi; - allegato 2: Criteri per la manutenzione e l’uso di unità prefabbricate contenenti amianto; - allegato 3: Criteri per l’uso e la manutenzione di tubazioni e cassoni in cemento-amianto destinati al trasporto e/o al deposito di acqua potabile e non; - allegato 4: Criteri relativi alla classificazione ed all’utilizzo delle "pietre verdi" in funzione del loro contenuto di amianto; - allegato 5: Requisiti dei laboratori pubblici e privati che intendono effettuare attività analitiche sull’amianto. Decreto 20 agosto 1999 (G.U. n.249 del 22-10-1999) "Ampliamento delle normative e delle metodologie tecniche per gli interventi di bonifica, ivi compresi quelli per rendere innocuo l'amianto, previsti dall'art.5, comma 1, lett.f) della legge 27 marzo 1992, n.257, recante norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto. Modificato dal DM 25/7/2001 (G.U. n.261 del 9-11-2001).

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Decreto Legislativo 25/07/06 n° 257 (G.U. n.211 del 11-09-2006) "Attuazione della direttiva 2003/18/CE relativa alla protezione dei lavoratori dai rischi derivanti dall'esposizione all'amianto durante il lavoro". Il presente decreto modifica e integra il D.Lgs. 626/94 definendo le misure generali per l’individuazione della presenza di amianto, per la valutazione del rischio, per la notifica all’organo di competenza territoriale, per le misure di prevenzione e protezione, per il controllo dell’esposizione, per la tutela della salute dei lavoratori, etc.. Indica inoltre il valore limite di esposizione fissato a 0,1 fibre/cm3 di aria misurato come media ponderata di 8 ore. All’Art. 5 del presente decreto, sono abrogate le disposizioni di cui al Capo III del D.Lgs. 277/1991. Con l’Art. 2, inoltre, s’inserisce nel decreto 626, il Titolo VI-bis nel quale, con l’Art. 59-bis, Comma 1 (Campo di applicazione), si specificano gli obblighi rivolti ai datori di lavoro delle ditte appaltatrici autorizzate al trattamento del MCA (rimozione, smaltimento, bonifiche, etc.), rispetto a quelli dei datori di lavoro committenti fermo restando i loro obblighi 626.

3. PROTEZIONE DEI LAVORATORI

Con Legge 12/4/1943 n° 455, poi modificata dal D.P.R. 20/3/56 n° 648, l’assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali, istituita con Regio decreto 17/8/35 n° 1765, veniva estesa alla silicosi ed all’asbestosi. Il DPR 30/6/65 n° 1124, costituisce il "testo unico" delle disposizioni per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Il capo VIII reca disposizioni speciali per la silicosi e l’asbestosi. Il D.M. 18/4/73 (G.U. n° 203 del 7/8/73), fissa l’elenco delle malattie per le quali è obbligatoria la denuncia contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Al punto 1b del paragrafo "Malattie Professionali", provocate dalla inalazione di sostanze ed agenti non compresi in altre voci, si riporta asbestosi, associata o meno alla tubercolosi o un cancro polmonare. Il legislatore ha recepito che l’esposizione all’amianto può anche provocare un cancro. L’adeguamento normativo alle conoscenze scientifiche è molto lento: già nel 1955 l’intera comunità scientifica, aveva riconosciuto il nesso causale tra cancro polmonare ed asbesto. Il DPR 9/6/75 n. 482, modifica ed integra le tabelle delle malattie professionali, nell’industria e nell’agricoltura, di cui agli allegati n. 4 e 5 del DPR 30/6/1965 n.1124 (G.U. n.257 del 13-10-65 S.O.). La Legge 27/12/75 n. 780, contiene specifiche norme riguardanti la silicosi e l’asbestosi, nonché la rivalutazione degli assegni continuativi mensili agli invalidi liquidati in capitale. Il Decreto 16.10.86 del Ministero dell’Industria Commercio ed Artigianato (G.U. n° 278 del 29/11/86) è un’integrazione alle norme del D.P.R. 9/4/59 n° 128, in materia di controllo dell’aria ambiente nelle attività estrattive dell’amianto. Per primo, in Italia, questo decreto, quantunque il suo campo di applicazione fosse limitato alle attività estrattive (è stato successivamente abolito dall’art. 59 del Decreto Legislativo 277/921), ha stabilito i valori massimi di concentrazione a cui i lavoratori possono essere esposti. Il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale con Decreto 21/1/1987 (G. U. n° 35 del 12/2/87), stabilisce le norme tecniche per l’esecuzione delle visite mediche periodiche ai lavoratori esposti al rischio di asbestosi. Viene abolito l’obbligo della radiografia del torace, da sostituirsi con almeno altri indicatori. Decreto Ministero del Lavoro 20/06/88 Premi assicurativi rischio asbestosi Decreto Legislativo 15/08/91 n. 277 Protezione dei lavoratori dal rischio amianto

4. PREVENZIONE / RIDUZIONE INQUINAMENTO AMBIENTALE

Il DPR 10/9/82 n. 915, attuazione delle direttive (CEE) n. 75/442 relativa ai rifiuti, n. 76/403 relativa allo smaltimento dei policlorodifenili e dei policlorotrifenili e n. 78/319 relativa ai rifiuti tossici e nocivi, al punto 21 della tabella allegata riporta "Amianto (polveri e fibre)". In questa tabella sono elencate le sostanze, che trasformano un rifiuto speciale in rifiuto tossico e nocivo, sulla base di apposita "concentrazione limite". La "sostanza amianto" con questo decreto viene immessa tra quelle sostanze che sono da considerarsi pericolose, anche ai fini ambientali. Viene regolamentato sia il trasporto sia la collocazione in discarica dei rifiuti contenti amianto.

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La Deliberazione del Comitato interministeriale di cui all’art. 5 del DPR 10/9/82 n° 915 (s.o. G.U. n° 253 del 13/9/84) "Disposizioni per la prima applicazione dell’art. 4 del Decreto del Presidente della Repubblica 10/9/82 n° 915, concernente lo smaltimento dei rifiuti", stabilisce una concentrazione limite (CL) di 100 mg/kg per Amianto (polveri e fibre libere). Oltre tale valore, i rifiuti contenenti amianto sono classificati rifiuti tossici e nocivi. Sono da collocarsi in discarica tipo 2B per concentrazioni (in polveri e fibre libere) inferiore 10.000 mg/kg; diversamente tali rifiuti debbono essere inviati ad una discarica tipo 2C.cioè in un sito "ad alta protezione", in cui si devono riporre a dimora definitiva i rifiuti "più tossici". Si può, pertanto, affermare che già all’epoca, il legislatore aveva preso piena coscienza della tossicità dell’amianto, considerato che è sufficiente 1% di amianto (polvere e fibre libere) per far scattare l’obbligo di inviare detti rifiuti in una discarica ad alta protezione. Nel 1986, il Ministero della Sanità emana la Circolare 10/7/1986 n. 45 (G.U. n° 169 del 23/7/86) titolata "Piano d’interventi e misure tecniche per la individuazione ed eliminazione del rischio connesso all’impiego dei materiali contenenti amianto in edifici scolastici e ospedalieri pubblici e privati". La circolare si propone lo scopo di abbattere patologie neoplastiche correlabili ad esposizioni, anche di lieve entità, ad amianto; tra queste il mesotelioma pleurico. La circolare 45/86, inoltre, segnala che "l’OMS ha recentemente riconosciuto l’impossibilità di individuare per l’amianto una concentrazione nell’aria che rappresenti un rischio nullo per la popolazione, data le proprietà cancerogene di questo inquinante. Il D.M. 26/4/89 del Ministero dell’Ambiente, istituisce il catasto nazionale dei rifiuti. Prevede per quelli a base amianto due codici:

H007 (amianto in fibre libere); H008 (materiali contenti amianto, cemento amianto, gomma-amianto ecc.). Il Decreto 12/7/1990, del Ministero dell’Ambiente, stabilisce le linee guida per il contenimento delle emissioni inquinanti degli impianti industriali, e la fissazione dei valori minimi di emissione. Il paragrafo 1.1, sostanze ritenute cancerogene e/o teratogene e/o mutagene, dell’allegato 1.1 individua tre classi di sostanze. Nella 1° classe vengono poste le sostanze considerate più pericolose; tra queste è compreso l’amianto (crisotilo, crocidolite, amosite, antofillite, actinolite e tremolite). Il Decreto Legislativo 17/3/95, n° 114, "Attuazione della direttiva 87/217/CEE in materia di prevenzione e riduzione dell’inquinamento dell’ambiente causato dall’amianto". Il decreto fissa le concentrazioni di amianto alle emissioni e nelle acque di scarico. Il legislatore con questo decreto, riconferma ancora una volta l’interesse collettivo nel limitare qualsiasi forma d’inquinamento da amianto, anche in dipendenza del fatto che attualmente non sono ancora noti (se mai li si potrà stabilire) i valori di concentrazione di amianto aerodisperso, al di sotto dei quali non vi è più rischio di contrarre malattie neoplastiche amianto correlate. Decreto Legislativo 5/2/1997 n. 22, modificato successivamente dal Decreto Legislativo 8/11/97 n. 389 "Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CEE sugli imballaggi e sui rifiuti pericolosi". L’allegato "A" (previsto dall’art. 6, comma 1, lettera a) al punto 2 Catalogo Europeo dei Rifiuti, individua i materiali contenenti amianto con i seguenti codici:

160204 - apparecchiature fuori uso contenenti amianto in fibre 160206 - rifiuti derivanti dai processi di lavorazione dell’amianto 170105 - materiali da costruzione a base amianto 170601 - materiali isolanti contenenti amianto

L’allegato "D" previsto dall’art. 7 comma 4), fornisce l’elenco dei rifiuti pericolosi ai sensi dell’art. 1, paragrafo 4 della direttiva 91/689/CEE. La designazione "Rifiuti di costruzione e demolizione (compresa la costruzione di strade) è individuato dal codice CER 17. Il sottocodice 1706 ha designazione "Materiale isolanti"; il codice 170601 "materiali isolanti contenenti amianto. Nel codice CER 17 non è inserito nessun altro tipo di rifiuto. Occorre evidenziare che mentre la norma abolisce il D.P.R. n° 915/82, lascia in vita alcune norme tecniche da esso derivante. Nei fatti è ancora operante la deliberazione del 1984. Delibera della Giunta Regionale del Piemonte 7-04-1997 n.71-18113 nella quale sono stabiliti i criteri e le modalità per attivare le procedure semplificate di autorizzazione, per gli enti e le imprese che intendono installare cantieri per la demolizione e la rimozione dell'amianto e dei materiali contenenti amianto da edifici, strutture, apparecchiature.

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Scheda per l'accertamento della presenza di materiali contenenti amianto negli edifici

(conforme all’allegato 5 del D.M. 6 settembre 1994)

I - DATI GENERALI

A - DATI SULL'EDIFICIO VISITATO

Edificio visitato: ______________________________________________________________________ Indirizzo: _____________________________________________________ Tel.: _________________ Uso a cui è adibito: ____________________________________________________________________ Tipo di costruzione: prefabbricato parzial. prefabbricato non prefabbricato Se prefabbricato: interamente metallico in metallo e cemento

in amianto/cemento non metallico Data di costruzione: ___________________ Area tot. Edificio mq: ________________ N. Piani ______________ N. Locali: ________________ Cantine: SI NO Mansarde: SI NO Tipo di copertura:

- guaina impermeabile - tegole - a terrazzo - a tetto - guaina imperm. + piastrelle - guaina imperm. + tegole

Eventuali ristrutturazioni: (indicare: area interessata; tipo di intervento; data) ____________________________________________________________________________________

____________________________________________________________________________________

____________________________________________________________________________________ Ditta costruttrice dell'edificio: ___________________________________________________________ Indirizzo: _____________________________________________________ Tel.: _________________ (Se prefabbricato) ditta fornitrice: _______________________________________ Tel.: ____________ N. occupanti: __________________________ N. addetti manutenzione: _________________________ Accesso al pubblico: SI NO Orari e modalità di accesso del pubblico: __________________________________________________ Persone contattate e Tel.: _______________________________________________________________

____________________________________________________________________________________

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Scheda per l'accertamento della presenza di materiali contenenti amianto negli edifici

(conforme all’allegato 5 del D.M. 6 settembre 1994)

II - DATI GENERALI

B - INDICAZIONI SUI MATERIALI SOSPETTI

FRIABILITÀ (1) Friabile Compatto

1 - Materiali che rivestono superfici applicati a spruzzo o a cazzuola

2 - Rivestimenti isolanti di tubi e caldaie 3 - Pannelli in cemento-amianto

(all'interno dell'edificio) Altri materiali (all'interno dell'edificio):

………………………….....…............. ………………………….....….............

4 - Coperture in cemento-amianto ………………………….....….............

(1) Friabile: materiale che può essere facilmente ridotto in polvere con la semplice pressione manuale. Compatto: materiale duro che può essere ridotto in polvere solo con l'impiego di attrezzi meccanici (dischi abrasivi, frese, trapani, ecc.).

Locale esaminato Materiali individuati

N. rif. campioni prelevati

Notizie ricavate dai documenti dell'edificio: ________________________________________________

____________________________________________________________________________________

Note: _______________________________________________________________________________

____________________________________________________________________________________

____________________________________________________________________________________

23

Scheda per l'accertamento della presenza di materiali contenenti amianto negli edifici

(conforme all’allegato 5 del D.M. 6 settembre 1994)

II - DATI PARTICOLARI

A - DATI SUL LOCALE ESAMINATO Locale esaminato: _____________________________________________________________________ Piano: ______________________________________________________________________________ Attività svolta nel locale: _______________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________ Accesso al pubblico: SI NO Orari e modalità di accesso del pubblico: ___________________________________________________ ____________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________ Numero occupanti: ___________________________ Attività svolta nella stanza superiore: ______________________________________________________ ____________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________ Note: _______________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________

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Scheda per l'accertamento della presenza di materiali contenenti amianto negli edifici

(conforme all’allegato 5 del D.M. 6 settembre 1994)

II - DATI PARTICOLARI

B - MATERIALI CHE RIVESTONO SUPERFICI APPLICATI A SPRUZZO

1 - Descrizione dell'installazione Zona rivestita: soffitto pareti canalizzazioni

elementi strutturali al di sopra di controsoffitti sospesi altro: _______________________________________________________________ Totale superficie rivestita mq: ________________________ - In caso di rivestimento del soffitto: Tipo di soffitto: calcestruzzo pannellature rivestito in metallo Forma del soffitto: piatto a cupola a barile a shed altro: ____________________________________________________________ Altezza del soffitto mt: ________________________ Apparecchi di illuminazione: montati sulla superficie sospesi incassati - In caso di rivestimento delle pareti: Tipo di pareti: calcestruzzo liscio calcestruzzo ruvido muratura tavole d'intonaco altro: __________________________________________ Friabilità: Friabile Compatto Spessore medio cm: _____________________ Spessore uniforme: SI NO Trattamenti superficiali: verniciatura incapsulamento altro: _____________________________________________________ Sistema di riscald./ventilaz.: radiatori termoventilazione altro: ___________________________________________________ Tipo di pavimento: cemento piastrelle legno moquette altro: __________________________________________________________ Presenza di pannelli o tende che scorrono nel rivestimento: ____________________________________ ____________________________________________________________________________________

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Scheda per l'accertamento della presenza di materiali contenenti amianto negli edifici

(conforme all’allegato 5 del D.M. 6 settembre 1994)

II - DATI PARTICOLARI

B - MATERIALI CHE RIVESTONO SUPERFICI APPLICATI A SPRUZZO

2 - Condizioni del materiale 2.1 - Qualità dell'installazione Ridotta coesione interna: il materiale tende a separarsi in strati

il materiale libera polvere se leggermente strofinato Ridotta aderenza al supporto: segni evidenti di distacco del supporto

il materiale si muove su e giù sotto la pressione manuale 2.2 - Integrità della superficie Presenza di rotture e/o erosioni superficiali

(estensione superficie danneggiata [*]: ____________________________________) Presenza di frammenti pendenti Presenza di detriti caduti sulle superfici orizzontali sottostanti 2.3 - Cause presumibili del danneggiamento Degrado spontaneo Cause accidentali o vandaliche Interventi di manutenzione sull'impianto Interventi sulle strutture altre: ____________________________________________________________________________ 2.4 - Infiltrazioni d'acqua segni evidenti di infiltrazioni d'acqua

(estensione superficie danneggiata [*]: __________________________________________) Cause dell'infiltrazione: ________________________________________________________________

3 - Cause potenziali di danneggiamento 3.1 - Correnti d'aria Presenza di bocchette di immissione rivolte contro il rivestimento Circolazione di aria forzata in spazi chiusi compresi tra il rivestimento e un controsoffitto o altra struttura 3.2 - Vibrazioni Macchine o attrezzature meccaniche: __________________________________________________

Fonti sonore: _____________________________________________________________________ٱ Autostrade Aeroporti 3.3 – Accessibilità Il materiale è interamente a vista Presenza di una barriera incompleta

(estensione della superficie a vista [*]: __________________________________________) Presenza di una barriera completa Il materiale è accessibile solo per rari interventi di manutenzione Il materiale è accessibile per l'ordinaria manutenzione

[*] in percentuale della superficie rivestita

26

Scheda per l'accertamento della presenza di materiali contenenti amianto negli edifici

(conforme all’allegato 5 del D.M. 6 settembre 1994)

II - DATI PARTICOLARI

C - RIVESTIMENTI ISOLANTI DI TUBI E CALDAIE

1 - Descrizione dell'installazione

Caldaie, Tipo di rivestimento: Tubazioni Serbatoi, ecc. - Impasti di tipo gessoso: - Cartoni, feltri, ecc.: - Corde, tele, nastri, ecc.: Rivestimenti o trattamenti superficiali: ____________________________________________________ ____________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________ Friabilità: Friabile Compatto Estensione della superficie rivestita: ______________________________________________________

2 - Condizioni del materiale

Presenza di rotture superficiali: __________________________________________________________ Estensione della superficie danneggiata: ___________________________________________________ Cause presumibili del danneggiamento: ___________________________________________________

3 - Accessibilità

Altezza delle strutture rivestite: __________________________________________________________ Presenza di una barriera: _______________________________________________________________ Note: _______________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________

27

Scheda per l'accertamento della presenza di materiali contenenti amianto negli edifici

(conforme all’allegato 5 del D.M. 6 settembre 1994)

II - DATI PARTICOLARI

D - PANNELLI E ALTRI MATERIALI

1 - Descrizione dell'installazione

Tipo di materiale: Pareti Soffitto - Pareti o soffitto in cemento-amianto: - Rivestimento con pannelli in cemento-amianto: - Rivestimento con cartoni o altri materiali a bassa densità: Rivestimenti o trattamenti superficiali: ____________________________________________________ ____________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________ Friabilità: Friabile Compatto Estensione della superficie rivestita: ______________________________________________________

2 - Condizioni del materiale Presenza di rotture superficiali: __________________________________________________________ Estensione della superficie danneggiata: ___________________________________________________ Cause presumibili del danneggiamento: ____________________________________________________

3 - Accessibilità Altezza del materiale: __________________________________________________________________ Presenza di una barriera: _______________________________________________________________ Note: _______________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________

28

Scheda per l'accertamento della presenza di materiali contenenti amianto negli edifici

(conforme all’allegato 5 del D.M. 6 settembre 1994)

II - DATI PARTICOLARI

E - COPERTURE IN CEMENTO-AMIANTO

1 - Descrizione dell'installazione

Tipo di materiale: lastre ondulate lastre piane altro: ______________________________

Rivestimenti o trattamenti superficiali: ____________________________________________________ ____________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________ Friabilità: Friabile Compatto Estensione della superficie della copertura: _________________________________________________ Accessibilità dall'interno dell'edificio: materiale confinato non accessibile materiale non confinato accessibile dal sottotetto materiale a vista:

- se a vista: altezza del materiale: ______________________________________________

2 - Condizioni del materiale: superficie esterna

Presenza di rotture evidenti con asportazione di materiale Presenza di sfaldamenti, crepe, rotture superficiali Presenza di detriti friabili negli scoli d'acqua e/o nei canali di gronda Fibre affioranti che si liberano strofinando manualmente la superficie

3 - Condizioni del materiale: superficie interna (se a vista)

Presenza di rotture evidenti con asportazione di materiale Presenza di sfaldamenti, crepe, rotture superficiali Presenza di impianti o altre installazioni ancorati direttamente nel cemento-amianto Fibre affioranti che si liberano strofinando manualmente la superficie

Cause presumibili del danneggiamento: Degrado del materiale Interventi sulle strutture o sugli impianti Cause accidentali o vandaliche Altre: ____________________________________________________________________________ Note: _______________________________________________________________________________

____________________________________________________________________________________

____________________________________________________________________________________

29

C.N.R.

Servizio di Prevenzione e Protezione

DETERMINAZIONE DI MATERIALE CONTENENTE AMIANTO

Presso: Il tecnico delle misure: Strumenti di prelievo:

TABELLA VALORI DI CAMPIONAMENTO

PRELIEVI CATENA DI CAPTAZIONE VALORI DI CAMPIONAMENTO

NUMERO LUOGO PORTA GREMBIULE FILTRO VOLUME FLUSSO TEMPERATURA ORARIO VENTI PREVALENTI FILTRO PORTA FILTRO NPF ARIA ARIA (°c)

E DATA E TIPO DI PRELIEVO Ø Ø int. lungh. poros. aspirata aspirata lettura contalitri inizio durata direzione velocità (m/s) mm mm mm µm litri litri/min inizio media h/min h/min da min max

NOTE: ............................................................................................................................................

.........................................................................................................................................................

.........................................................................................................................................................

30

C.N.R.

Servizio di Prevenzione e Protezione

DETERMINAZIONE DI MATERIALE CONTENENTE AMIANTO

Presso:

Laboratorio di analisi:

TABELLA VALORI DELLE ANALISI

CAMPIONI VALORI DELLE ANALISI

NUMERO LUOGO CERTIFICATO METODOLOGIA DATA RISULTATO E DATA E TIPO DI PRELIEVO ANALISI N° AMALISI ANALISI ANALISI

NOTE: .........................................................................................................................................

.......................................................................................................................................................

.......................................................................................................................................................

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C.N.R. Servizio di Prevenzione e Protezione

DETERMINAZIONE DELLA FRAZIONE INALABILE DEL PARTICOLATO AERODISPERSO IN AMBIENTI INDOOR

Presso:

Strumento di campionamento: PIEZOBALANCE Mod. 3500

Il tecnico delle misure: Data:

TABELLA VALORI DI CAMPIONAMENTO

PREL. LUOGO VALORI DEI CAMPIONAMENTO

( mg / m3 )

N° integrazione 24’’ - in ambienti

molto polverosi -

integrazione 120’’ - in ambienti

poco polverosi -

valore medio integrazione

1) 1) 1 2) 2) 3) 3) 1) 1) 2 2) 2) 3) 3) 1) 1) 3 2) 2) 3) 3) 1) 1) 4 2) 2) 3) 3) 1) 1) 5 2) 2) 3) 3) 1) 1) 6 2) 2) 3) 3) 1) 1) 7 2) 2) 3) 3) 1) 1) 8 2) 2) 3) 3) 1) 1) 9 2) 2) 3) 3) 1) 1)

10 2) 2) 3) 3)

32

INDIVIDUAZIONE E DETERMINAZIONE DI MATERIALI CONTENENTI AMIANTO IN AMBIENTI DEL CNR

Tabella risultati dei campionamenti e delle analisi

Unità CNR monitorate Fonti di sospetto inquinamento Campioni prelevati Analisi Risultati delle analisi Citta n° anni interne al CNR esterne al CNR tipo n° chimico-mineralog. dei campioni prelevati

Bari 5 2001 2004 2005

- Coperture tetti in eternit (distante circa 150 metri dal CNR).

- Particolato aerodisperso. - Particolato sedimentato. - Massivi

18 10 5

SEM + DRX POSITIVI su frammenti d’eternit NEGATIVI su altri campioni

Ferrara 1 2004 2007

- Coperture tetti in eternit. - Particolato aerodisperso. - Particolato sedimentato.

15 10

SEM + DRX NEGATIVI su tutti i campioni

Genova 1 2002 - Pareti prefabbricate mobili con materiale pericoloso inglobato.

- Particolato aerodisperso. 4 SEM NEGATIVI su tutti i campioni

Potenza 4 1998 2000

- Coperture tetti in eternit (distane circa 200 metri dal CNR).

- Particolato aerodisperso. - Massivi.

6 12 SEM + DRX POSITIVI su frammenti d’eternit

NEGATIVI su altri campioni

Roma 4 1996 2002

- Controsoffittatura. - Particolato aerodisperso. - Particolato sedimentato. - Massivi.

8 5 13

SEM + DRX POSITIVI su frammenti d’eternit NEGATIVI su altri campioni

Trieste 1 2002 - Coperture tetti in eternit. - Coibente impianto termico.

- Particolato aerodisperso. - Particolato sedimentato. - Massivi.

2 1 4

SEM + DRX POSITIVI su frammenti d’eternit NEGATIVI su altri campioni

Unità CNR: 16 Città: 6 Campioni prelevati: 113 Risultati delle analisi: “Negativi” su tutti i campioni di particolato aerodisperso e sedimentato. Per “Negativi” si vuole intendere che non sono state riscontrate fibre ascrivibili alla classe degli asbesti, oppure se presenti erano molto inferiori ai limiti imposti dalle norme vigenti, per cui il valore limite di esposizione è fissato a 0,1 fibre per cm cubo di aria misurata come media ponderata nel tempo di riferimento di otto ore (ex Art. 59-decies, D.Lgs. 626/94, così modificato e integrato dal D.Lgs. 257/2006).

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FONTI

• DeAGOSTINI Professionale (banche dati)

• CNR – Servizio di Prevenzione e Protezione

• CNR – Istituto per il trattamento dei Minerali

• Ministero della Sanità

• ARPA Piemonte - Centro Regionale Amianto

• Regione Emilia Romagna - Assessorato alla Sanità