Dislessia cominciamo dalla prima

6
DISLESSIA: COMINCIAMO DALLA PRIMA Ricordo che, quando sono diventato maestro elementare, la cui nomina ti giungeva uno o due giorni prima del 1 ottobre, se come me non avevi esperienza di insegnamento, non avendo fatto supplenze, si viveva una bella preoccupazione: e... se mi dà una classe prima elementare? Che fare? Da dove cominciare? Si, perché il vero e più importante problema didattico era, e resta, quello di insegnare la lettura e la scrittura ai bambini di sei anni. Allora ci si pensava a lungo, ci si attrezzava e ci si ponevano le grandi domande teoriche. Ma, di più, qualche sera prima, si andava a casa dei maestri anziani e ci si faceva dire, mostrare, dare materiali, ecc. Cosa che, per altro, quei colleghi facevano con grande dedizione (il Magistero.. dei Maestri). I giovani docenti elementari di oggi alla prima nomina, si pongono questi problemi, o pensano che il gruppo, le tecniche, le tastiere, gli ambienti, le pratiche...? Iniziamo la nuova annata con l’introdurre questioni connesse alla Sindrome di Dislessia, Disgrafia, Discalculia, sinteticamente indicata come DSA. Ne svilupperemo molteplici aspetti, inerenti i sintomi, la diagnosi precoce, gli screenings scolastici, la prevenzione, il trattamento specialistico, le avvertenze per la scuola, la consulenza a scuola e famiglia, l’identificazione degli specialisti, ecc. Tuttavia, poiché la materia attiene principalmente alle funzioni del leggere e dello scrivere, disturbate nell’ambito di un più generale disturbo delle prassie e delle successioni, apriamo con un richiamo sulle procedure dell’insegnamento della letto-scrittura in classe prima, il cosiddetto “metodo”. Il metodo (meta – hodòs, strada da seguire, protocollo, modello preordinato, cogente, da imitare) è cosa seria ma oggi ha poco seguito, poiché presuppone consapevolezza ed unitarietà di visione teorica, cosa che i docenti non hanno e che, per altro, non appare neanche un valore assoluto. D’altra parte, si rilevano modi di procedere poliedrici, spesso fondati sull’esperienza, altre volte intuitivi o mossi dalla spinta di formatori e orientatori didattici, senza comprenderne bene il senso. In ogni caso, pare opportuno parlare di stile didattico, piuttosto che di metodo, in quanto più esposto in senso soggettuale, contestuale e meno stringente. Va detto che gran parte degli insegnanti oggi insegnano

Transcript of Dislessia cominciamo dalla prima

Page 1: Dislessia cominciamo dalla prima

DISLESSIA: COMINCIAMO DALLA PRIMARicordo che, quando sono diventato maestroelementare, la cui nomina ti giungeva uno odue giorni prima del 1 ottobre, se come me non aveviesperienza di insegnamento, non avendo fatto supplenze,si viveva una bella preoccupazione: e... semi dà una classe prima elementare? Che fare? Dadove cominciare? Si, perché il vero e più importanteproblema didattico era, e resta, quello di insegnarela lettura e la scrittura ai bambini di sei anni. Alloraci si pensava a lungo, ci si attrezzava e ci si ponevanole grandi domande teoriche. Ma, di più, qualchesera prima, si andava a casa dei maestri anziani eci si faceva dire, mostrare, dare materiali, ecc. Cosache, per altro, quei colleghi facevano con grande dedizione(il Magistero.. dei Maestri). I giovani docentielementari di oggi alla prima nomina, si pongonoquesti problemi, o pensano che il gruppo, le tecniche,le tastiere, gli ambienti, le pratiche...?

Iniziamo la nuova annata con l’introdurre questioni connessealla Sindrome di Dislessia, Disgrafia, Discalculia,sinteticamente indicata come DSA. Ne svilupperemomolteplici aspetti, inerenti i sintomi, la diagnosi precoce,gli screenings scolastici, la prevenzione, il trattamentospecialistico, le avvertenze per la scuola, la consulenza ascuola e famiglia, l’identificazione degli specialisti, ecc.Tuttavia, poiché la materia attiene principalmente alle funzionidel leggere e dello scrivere, disturbate nell’ambito diun più generale disturbo delle prassie e delle successioni,apriamo con un richiamo sulle procedure dell’insegnamentodella letto-scrittura in classe prima, il cosiddetto“metodo”. Il metodo (meta – hodòs, strada da seguire,protocollo, modello preordinato, cogente, da imitare) ècosa seria ma oggi ha poco seguito, poiché presupponeconsapevolezza ed unitarietà di visione teorica, cosa che idocenti non hanno e che, per altro, non appare neancheun valore assoluto.D’altra parte, si rilevano modi di procedere poliedrici,spesso fondati sull’esperienza, altre volte intuitivi o mossidalla spinta di formatori e orientatori didattici, senzacomprenderne bene il senso. In ogni caso, pare opportunoparlare di stile didattico, piuttosto che di metodo,in quanto più esposto in senso soggettuale, contestuale emeno stringente.Va detto che gran parte degli insegnanti oggi insegnanola letto-scrittura secondo una modalità che parte dall’appropriazionedelle lettere, le quali vengono prima esperite,quindi tra loro associate, fuse in sillabe e, da queste,alle parole, sempre per fusione. Non si fanno più le aste ei tondini, ma il processo è il medesimo del vecchio modosintetico, detto anche fonico-sillabico, che da suoni convertitiin lettere, passava lentamente alle sillabe e poi alleparole, dunque una modalità di fusione di singoli elementi,

Page 2: Dislessia cominciamo dalla prima

sintetico, elementista, atomistico… sebbene rivendutoe gabbato come modo fonematico, cognitivo, ecc.In realtà, malgrado qualche variante, come l’esperienzafonetica/fonologica, il lavoro mentale attivato è semprequello di percepire suoni e segni disaggregati, associarli,fonderli, ritrovarli, allungarli fino a farli corrispondere aparole. La parola, quindi il significato, giunge al termine,come l’enunciato giunge al termine della fusione di paroleo di sintagmi.Sul piano grafico non si fanno le aste ma poco ci manca,dal momento che si fanno scrivere ripetutamente letterein stampato maiuscolo (a volte molto a lungo e, udite udite...,persino per tutta la classe prima), secondo un procederelento, controllato, di fusione di tratti grafici (spessoanche da completamento di tratteggi/tracing), in assenzadi partecipazione cognitiva, dal momento che non essendociil significato della parola, non c’è niente da capire,quindi c’è inerzia cognitiva. Vi primeggia la ricopiaturaanziché la codificazione simbolica del parlato.Questo modo di procedere è motivo di molte perdite cognitive,poiché ritarda, insiste su esercizi privi di senso,separa la scrittura dalla lettura (che è più globale e piùrapida), ecc., ma soprattutto, rallenta il pensiero, lo fissasu elementi scarichi (le lettere), fa perder tempo edoccasioni. Trascuriamo di dire la felice contraddizione dichi, per altri versi, fa poi riferimento a tendenze di segnomentalmente carico come l’attivismo, il cognitivismo, ilcostruttivismo ecc.Negli anni ‘70 non si osservavano più tali procedure dimero e meccanico riconoscimento di lettere e di lorofusione, né venivano teorizzati. Di chi è dunque la colpadell’odierno scivolamento verso una pratica didattica neoatomistica?1. Dell’impoverimento di intelligenza didattica, sbandatatra temi organizzativi e vuote e superficiali tecnologie.2. Dell’ambigua, o errata lettura, che si è data dell’avventodi un ambito della linguistica definito fonologia, confusaper altro con la fonetica e separata dalla semantica.3. Di autori precipitosi che si sono avventati sul paradigma(non compreso) del fonetico-fonologico-fonematico,tradendo i grandi insegnamenti di esperti e ricercatoriin materia (su tutti, in Italia, F. Deva).4. Di editori che hanno prodotto materiale didattico-parascolasticoimprovvisato o affidato ad inesperti.5. Del tendenziale disinteresse per la didattica in aula suitemi essenziali, quali la letto-scrittura, la costruzionedel numero e il calcolo.Non sono mancate false credenze, assunte e divulgateanche da autori ben noti (raramente pedagogisti), comequella che vorrebbe le procedure globali cause di disortografia,dislessia o disgrafia ecc., o come quelle che ritengonoche si legge con modo globale (analitico, versol’analisi) e si scrive invece con modo sintetico (dalle lettereverso la loro sintesi).Ma la credenza più inconsistente è quella secondo la quale

Page 3: Dislessia cominciamo dalla prima

il lettore e lo scrittore ”vedono”, percepiscono, isolano,rappresentano singole lettere, teoria insostenibile sia nellapsicologia della percezione (notoriamente globale, sincretica)che nella storia delle teorizzazioni dell’approccioalla lettura e scrittura (Itard, Seguin, Decroly, Montessori,Doman, Mialaret, Dottrens, Hebrard, Deva ecc.).Non manca poi chi sostiene che dapprima si legge l’interaparola, poi si passa alle singole lettere e, dopo qualcheanno, si torna a leggere l’intera parola. D’altra parte, cisono teorici che sposano la teoria sintetica (dalle singolelettere alle sillabe alle parole), ma dichiarano che i datinon sono sicuri.Ricerche ed analisi sulla lettura fusionale, di lettera in lettera,che pur esiste, lavorano in realtà sulla non-lettura, olettura patologica, non su una ordinaria strategia di lettura,diversa da quella globalistica. Non ha senso ritenereche si può leggere lettera per lettera (processo sintetico)oppure l’intera parola (processo analitico), come se gliautomatismi della mente (neurologici corticali) potesserovolgere ora all’insieme o, a scelta, alle singole lettere,dissociandosi da se stessa e dai propri schemi proceduraliautomatici (schemi, pattern, moduli, cablaggi).La lettura e la scrittura, in ogni fase, muovono da visionid’insieme, ipotizzano significati, intuiscono/predicono lastringa di parole, vanno immediatamente alla parola intera,altrimenti sono non-lettura e non-scrittura. Si leggeper salti cognitivi in avanti (da sinistra a destra), fissazionidi qualche lettera o gruppo, ed alcune regressioni di controllo,come rilevato da tempo da molte ricerche (importantile sintesi di Cornoldi) e confermato dalle rilevazionidei movimenti oculari durante la lettura.Come approcciare dunque questo insegnamento secondo lanaturale modalità di leggere e scrivere? In linea generale,si tratta di attivare il processo globale integrandolo conle utili esperienze fonetiche e fonologiche (Su tutti questitermini: sintetico, analitico, fonetica, fonologia, fono,fonema, metodo, globalismo, ecc. si veda P.Crispiani-C.Giaconi, Hermes 2008. Glossario pedagogico professionale,Junior, Bergamo 2007).Le procedure globali, dalla parola, o dall’enunciato (analitiche,nel senso che tendono all’analisi), volgono a ritrosoverso alcune lettere, secondo l’insegnamento degli autorisopra richiamati e nello spirito del lavoro attivamentecognitivo della mente.Si tratta di un percorso che, dalla parola o dall’enunciato,ha conosciuto molte espressioni fra le quali, notissimoil fraseologico di Mialaret che, integrato con elementi dianalisi fonetica e di utilizzo fonologico, si concreta secondola seguente linea:1. Si parte da un enunciato di parole bisillabe, es. “Lamamma di Luca” che, giàil primo giorno discuola, gli alunnitrovano

Page 4: Dislessia cominciamo dalla prima

16 Nuovo News n. 104 settembre 2008Scuola e normativascritto (in stampato maiuscolo) sulla lavagna e sucartelloni.2. Tale enunciato viene pronunciato, ripetuto, animato,trascritto intuitivamente (come ogni alunno sa fare),riconosciuto visivamente ecc.3. Le singole parole che compongono l’enunciatovengono scritte in strisce di carta e associate via viaall’enunciato intero, per mero riconoscimento visivo,continuando la reiterata pronuncia-lettura.4. Di giorno in giorno si aggiungono altri enunciati che,in parte ripetono le parole dei precedenti e, in parteaggiungono nuove parole (brevi) e si continua l’associazione-accostamento delle singole parole a quelledell’enunciato. In tal modo si promuovono le letturacome ipotesi, il riconoscimento globale di parole, ilpiacere del leggere e scrivere precocemente comegioco, intuizione ecc.5. Acquisita qualche padronanza di parole, si procedead isolare una lettera, la quale viene trascritta in cartoncini,o sul quaderno, e associata-riconosciuta-collegataalle stesse lettere presenti nelle parole trattate.6. Quella lettera-fono, è oggetto di lavoro fonetico (scopertadi come si pronuncia, sorda o sonora, vocale oconsonante...).7. La stessa lettera-fono, è oggetto di lavoro fonologico,cioè di scoperta e utilizzo semantico, del suo valorelinguistico, quindi associato a parole: parole che comincianocon..., che finiscono con..., che la contengonosingola o doppia, nella sua capacità distintiva(cosa accade se viene sostituita o soppressa ecc.). Lalettera in questione viene scoperta entro parole e riutilizzatain parole. Non in sillabe, le quali sono prive disignificato.difficoltà di apprendimento8. Si procede quindi ad incrementare gli enunciati, rilettiogni mattina, di nuove parole e, simultaneamente,alla scoperta fonetica e fonologica e al conseguenteriutilizzo di singole lettere in parole.9. Intanto si passa, molto rapidamente, alle lettere incorsivo e in stampato minuscolo privilegiando, nelloscritto, il corsivo (lo stampato resta nella lettura). Sifacilitano esercizi di scrittura di parole in modo fluidoe da sinistra a destra.10. Il processo non necessita del lavoro analitico su tutte lelettere, poiché l’alunno se ne impossessa spontaneamentesulla scorta dell’approccio cognitivo, al senso ed allaglobalità delle parole e della larga esposizione visiva alleparole (prima in stampato poi in corsivo). Fondamentaleè offrire un ambiente ricco di materiale scritto alle pareti,nei libri e in materiali cartacei in genere.Lo stile didattico globalistico (analitico, dalla parola intera,o dall’enunciato, verso l’analisi di alcune lettere), che

Page 5: Dislessia cominciamo dalla prima

definiamo interattivo e linguistico, nel senso che fa interagirele parole anziché frazionarle in suoni-lettere e poichélavora sul significato delle parole (considerate come tali enon come somma di lettere), presenta queste caratteristichequalitative:a. corrisponde all’approccio naturale alle parole scritte(non si può non leggere!);b. attiva prontamente il significato delle parole e fa lavorarela mente;c. rende l’alunno consapevole dello scopo del proprio lavoroe lo motiva;d. fa interagire la lettura con la scrittura;e. agevola la fluidità-rapidità;f. previene la lettura fusionale e sillabica;g. previene la scrittura fusionale, atomistica, lenta.