DISCUSSIONE separazione IMPEGNO INTIMITA’ Terapia ... · IMPEGNO INTIMITA’ Terapia familiare,...
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FISICITA’
DISCUSSIONE � separazione
(inconsapevolezza fino alla patologia. Cfr.
IMPEGNO INTIMITA’ Terapia familiare, Approccio sistemico-
relazionale)
COMUNICAZIONE � avvicinamento,
INTIMITA’
CONSAPEVOLEZZA
1
contesti entro cui viviamo
di livello pari o via, via più ampi
(famiglia, scuola, gruppi, città,
TV, politico etc.)
barriere - inibizioni
2
influenze contesti
Superficie/ruoli
profondo
\
/GIOCHI/FORMALITA’/ RITUALI
PASSATEMPI/ DISCUSSIONI
COMUNICAZIONE
3
Superficie
/ruoli
profondo
Superficie
/ruoli
profondo
4
PRINCIPALI FATTORI DETERMINANTI LA CULTURA
• il comportamento: l’insieme di azioni e relazioni sviluppate in
risposta a cause inerenti il mondo interno dell’individuo nonché a
circostanze esterne;
• le attitudini: le capacità potenziali a mettere in atto determinati
comportamenti in situazioni date;
• le credenze: l’organizzazione durevole di percezioni e di conoscenze
relative ai diversi aspetti del mondo (il vocabolo è usato in senso
ampio comprendendo qualsiasi varietà di cognizioni,
rappresentazioni mentali, opinioni, pregiudizi etc.). l’opinione che le
donne siano più intuitive degli uomini è un esempio di credenze
rispetto alla donna;
• gli atteggiamenti: l’organizzazione durevole delle adesioni o rifiuti
emotivi nei confronti dei diversi aspetti del mondo (l’atteggiamento è
strettamente collegato ad una struttura relativamente stabile di
credenze). Preferire che in un gruppo di lavoro ci sia una presenza
femminile, per il senso di minore competitività che si determina, è un
esmpio di atteggiamento, sempre rispetto alla donna;
• i valori: i riferimenti simbolici e fondanti dei comportamenti ideali
attesi, cui si tende a conformare i propri comportamenti reali.
comportamenti
attitudini
Credenze atteggiamenti
valori
PARALLELISMO TRA MATEMATICA E PSICOLOGIA
MATEMATICA -variabili (mondo operativo)
x y w
z
r t
y = f (x, y, t )
es. y = r2 · 3,14
PSICOLOGIA – individui
(mondo sociale)
i1 i2 i3
i4
in
i2 = r (i1, i4)
comunicazione
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1
BARRIERE ALLA COMUNICAZIONE
1. verbali: interruzioni mentre si sta parlando
2. visive: non poter veder bene l’interlocutore; luce troppa/poca; agitazione
motoria; sguardo eccessivo/sfuggente
3. mentali: stare nei problemi personali che distraggono dall’ascolto
4. uditive: rumori; voce troppo alta/bassa
5. olfattive: odori che disturbano
6. spaziali: vicinanza/distanza eccessiva
7. tattili: temperatura, tocco che disturbano
8. preconcetti: vari che irrigidiscono
6
BARRIERE PSICOLOGICHE ALLA COMUNICAZIONE (VISSI)
• Valutazione/giudizio
• Interpretazione
• Sostegno/consolazione
• Soluzione/consigli
• Indagine/inquisizione
ovvero
• esprimere Valutazioni, giudizi;
• fare Interpretazioni (“tu fai la
vittima..”; “sembra che tu ti senta
perseguitato da…” etc.)
• dare eccessivo Sostegno (“anche a me
è successo” etc. cercando soprattutto
di consolare );
• dare Soluzioni, consigli
(“dovresti/potresti fare/dire così….”;
“se fossi in te io….” etc.);
• fare Inquisizione (raffica di domande
indagatrici).
7
La C.N.V. ha 2 basi: - biologica che sta nel nostro cervello più primitivo
rettiliano/limbico/amigdala vicina a quella del livello animale e/o nella pancia, per quanto detto prima;
- culturale connessa all’espressione delle emozioni che non è diversa tra culture diverse. Ad es. bambini ciechi e sordomuti dalla nascita esprimono come gli altri bambini.
La C.N.V. trasmette gli ATTEGGIAMENTI interpersonali:
- pulsioni non sociali - dipendenza - affiliazione (con gruppi, istituzioni ove c’è cooperazione oltre
alla dipendenza) - dominanza (per la donna più attraverso l’uditivo; per gli uomini
più attraverso il visivo) - aggressività - autostima (spalle dritte, fronte alta, rilassatezza, guardare negli
occhi, passo sicuro, tono voce fermo etc.) MODALITA’ DELLA C.N.V.
• espressioni del volto
• sguardo
• gesti e movimenti del corpo
• postura
• contatto corporeo
• comportamento spaziale (prossemica: distanza 0-50 cm. intimità; 50-100/150 cm. distanza personale; 100/150 – 300 cm. distanza sociale; maggiore 300 cm. area formalità)
• abiti e aspetto esteriore, tatuaggi etc.
8
La RELAZIONE che c’è tra il verbale (V.) e il non verbale (N.V.) può essere di:
• ripetizione (il N.V. ripete quel che esprime il V.)
• contraddizione � porta ambiguità
• sostituzione (il N.V. sostituisce il V.; ad es. piange stando zitto)
• complementazione (il N.V. integra e specifica il V.)
• accettazione (il NV amplifica il V)
• regolazione ( il N.V. fa scansione dei ritmi del V.) COS’E’ IMPORTANTE ALLORA ED A COSA STARE ATTENTI MENTRE TRASMETTIAMO O RICEVIAMO?????
1. notare la congruenza tra V. e N.V. 2. notare le discrepanze tra V. e N.V. 3. osservare il N.V. nei momenti di silenzio 4. focalizzarsi sul N.V. per arricchire i contenuti del colloquio 5. notare i cambiamenti del N.V. in progress negli incontri 6. riconoscere e monitorare le proprie emozioni per essere
congruente e non ‘recitare’ 7. far attenzione alla sincronia (ad es. noi diamo del “tu” e l’altro
risponde con il “lei” cioè vuole mettere una distanza) evitando di colludere con il N.V. dell’altro
Per arrivare a espressione/comunicazione serve:
- maturazione biologica - maturazione cognitiva - maturazione culturale (ad es. se nella cultura della famiglia di
origine non si voleva l’espressione dell’aggressività il soggetto non è capace di aggressività, dire il NO, prendersi i propri spazi etc. Così pure per l’espressione della tenerezza, delle carezze etc.)
E parlare di maturazione culturale, ancora una volta, ci porta a collegare la comunicazione alla consapevolezza.
9
COMPONENTI DELLA COMUNICAZIONE
• semantico, legato al rapporto tra segni (ad es. le parole) e
significati condivisi. Studia il rapporto tra pensiero e
linguaggio. Si può considerare una sorta di filosofia del
linguaggio;
• sintattico, legato alle regole di combinazione tra i segni. Può
essere considerato una sorta di matematica del linguaggio;
• pragmatico, legato al rapporto tra i segni e il comportamento.
Si può considerare una sorta di sociologia e psicologia del
linguaggio. Da cui l’approccio di Palo Alto per risalire dal
linguaggio alla psicologia sottostante.
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SECONDO ASSIOMA DELLA META-COMUNICAZIONE
(contenuto e relazione)
contenuto
messaggio trasmesso
relazione interpretazione
(da parte del ricevente)
impegno
tipo di relazione con l’altro contesto
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MODELLO DI ESPERIENZA DEL MONDO
(caratteristico e soggettivo per ognuno)
influenze influenze
sist. limbico sist. neocorticale
#
sociali
(credenze; valori; ideali; atteggiamenti etc.)
FILTRI:
individuali
(interessi; simpa/antipatie; biologia; etc.)
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ESPERIENZA
DEL MONDO
(percezioni)
MONDO IN SE’
Costruzione
MODELLO
(del mondo)
EFFETTI DELLA COMUNICAZIONE
• Conferma: l’interlocutore A accetta (conferma) la definizione che
l’altro, B, dà di sé. Dalle ricerche emerge che questo caso “è
probabilmente il più grande fattore singolo che garantisca lo sviluppo e
la stabilità mentali” (Watz.;p.76). Scrive Martin Bubber: “….una società
si può dire che è umana nella misura in cui i suoi membri si confermano
tra di loro…”;
• Rifiuto: nella situazione di cui sopra, invece che la conferma c’è il
rifiuto. Ma, tuttavia, pur nel rifiuto, per quanto doloroso, c’è una parte di
riconoscimento, sia pure limitato, di quanto si rifiuta e quindi non c’è
una negazione totale di B;
• Disconferma: è la peggiore situazione, sia per quanto riguarda la
comunicazione, sia per la psicopatologia. Watzlawick riporta un brano di
William James: “…se fosse realizzabile, non ci sarebbe pena più
diabolica di quella di concedere a un individuo la libertà assoluta dei
suoi atti in una società in cui nessuno si accorga mai di lui”. Una
situazione simile porta alla perdita del Sé che non è altro che la
traduzione del termine ‘alienazione’. In altre parole, mentre il rifiuto
equivale al messaggio “Hai torto”, la disconferma dice “Tu non esisti”.
Laing rileva che nella famiglie di schizofrenici “…denudano di ogni
valore i suoi sentimenti, si spogliano i suoi atti delle motivazioni,
intenzioni e conseguenze, si sottrae alla situazione il significato che ha
per lui..”. Manca la consapevolezza delle percezioni interpersonali, non
si presta alcuna attenzione al punto di vista dell’altro. È come se si
sentisse impenetrabilità, un muro di vetro invisibile e compatto. La
reazione alla disconferma può essere: -autistica; -ebefrenica; -
aggressiva; - paranoica.
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SECONDO ASSIOMA DELLA META-COMUNICAZIONE
(contenuto e relazione)
contenuto
messaggio trasmesso interpretazione
relazione (da parte del ricevente)
impegno (intenzionalità: volontà, decisione
di perseguire un fine ≠ da intento: scopo o fine da raggiungere che ha una dimensione pragmatica)
tipo di relazione con l’altro contesto
NOTA: la comunicazione si ‘gioca’ tutta sul collegamento tra
intenzionalità/intento (del trasmittente) e interpretazione (del ricevente), oltre
che della relazione (impegno). In un modello circolare più che orizzontale (cfr.
cap. 1o di “Parlare con i bambini”).
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MODELLO DI ESPERIENZA DEL MONDO
(caratteristico e soggettivo per ognuno)
attese ≡ bisogni microsistema (faccia a faccia)
mesosistema (da incontro di
influenze influenze influenze 2 microsistemi. Ad es. famiglia
sist. limbico ( ) sist. neocorticale contesto e scuola)
esosistema (influenza indiretta.
Ad es. lavoro genitori su fam.)
macrosistema (socio-ideol.-cult.)
≠
sociali
(credenze; valori; ideali; atteggiamenti etc.)
FILTRI:
individuali
(interessi; conoscenze; competenze;
simpatie/antipatie; biologia; etc.)
NOTA:
• mondo esterno: situazioni, ‘oggetti’, mondo fisico etc. esperiti ‘fuori’ di noi;
• mondo interno: sistema limbico; neocorticale; filtri etc. che sono ‘dentro’ di
noi.
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ESPERIENZA
DEL MONDO
(percezioni)
MONDO IN SE’
Costruzione
MODELLO
(del mondo)
SCHEMA DI FORMAZIONE DEL PARADOSSO
Ove 1, 2, 3,……etc. sono
asserzioni sulla classe C
(o sui membri di C)=meta-asserzioni
ove a, b, c……..f etc. sono delle asserzioni
PARADOSSO: contiene contemporaneamente un’asserzione e una meta-asserzione,
cioè qualcosa che sta entro una certa Classe C e qualcosa sulla classe o i membri
della classe.
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Classe C
a b c
d e f
Asserzioni su C
o sui membri di C
1 2 4
8 7 3
ELEMENTI CHE COSTRUISCONO IL PARADOSSO
1. una relazione intensa tra i comunicanti;
2. un messaggio strutturato che: a) asserisce qualcosa (tipo: a,
b, c…etc.); b) asserisce qualcosa sulla propria asserzione
(meta-asserzione) (tipo: 1, 2, 3….etc.); le due asserzioni si
escludono a vicenda;
3. si impedisce al ricettore di uscire dallo schema meta-
comunicando o commentando.
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EFFETTI COMPORTAMENTALI DEL PARADOSSO
• rimanere ossessionati dal bisogno di scoprire tali elementi
che sembrano mancanti ���� PARANOIDE
• prestare osservanza a tutte le ingiunzioni prendendole alla
lettera, guardandosi bene dal mostrare di avere idee
personali (è quel che molto presto imparano le reclute nella
vita militare) ���� EBEFRENICO;
• ritrarsi dalle complicazioni della vita chiudendosi in se
stessi, divenendo inaccostabili, autistici ����
AUTISTICO/CATATONICO;
• essere iperattivi che sia così intenso e prolungato da
sommergere la maggior parte dei messaggi che entrano ����
NEVROTICO/SCHIZOIDE.
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PARADOSSO TERAPEUTICO
1. avviene in una relazione intensa (il paziente si aspetta una
ragione per sopravvivere);
2. viene data un’ingiunzione strutturata in modo tale da (a)
rinforzare il comportamento che il paziente si aspetta che
sia cambiato; (b) implicare che questo rinforzo sia un
veicolo di cambiamento e perciò (c) creare il paradosso
perché al paziente si dice di cambiare restando com’è. Egli
viene messo in una situazione insostenibile, riguardo alla
sua patologia. Se egli accondiscende non può più ‘non farci
niente’; egli può farci qualcosa, il che rende impossibile la
situazione di non poterci fare niente (il che è lo scopo della
terapia). Se si oppone all’ingiunzione, può farlo solo non
comportandosi automaticamente e sintomaticamente (che è
ancora lo scopo della terapia). Nel “doppio legame patogeno
il paziente è ‘dannato se può farci qualcosa ed è dannato
anche se non può farci niente’. In un doppio legame
terapeutico è ‘cambiato se può farci qualcosa ed è cambiato
ugualmente se non può farci niente’.
3. si impedisce al paziente di dissolvere il paradosso
commentandolo, così il paziente non può non reagire
all’ingiunzione, ma non può neppure reagire ad essa nel suo
modo consueto, automatico e sintomatico.
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DIFFERENZE TRA PARADOSSO PATOGENO
E TERAPEUTICO
PATOGENO:
1. una relazione intensa tra i comunicanti;
2. un messaggio strutturato che: a) asserisce qualcosa (a, b,
c…etc.); b) asserisce qualcosa sulla propria asserzione (mio:
meta-asserzione) (1, 2, 3….etc.); le due asserzioni si
escludono a vicenda;
3. si impedisce al ricettore di uscire dallo schema meta-
comunicando o commentando.
TERAPEUTICO:
1. avviene in una relazione intensa (il paziente si aspetta una
ragione per sopravvivere);
2. viene data un’ingiunzione strutturata in modo tale da (a)
rinforzare il comportamento che il paziente si aspetta che
sia cambiato; (b) implicare che questo rinforzo sia un
veicolo di cambiamento e perciò (c) creare il paradosso
perché al paziente si dice di cambiare restando com’è. Egli
viene messo in una situazione insostenibile, riguardo alla
sua patologia. Se egli accondiscende non può più ‘non farci
niente’; egli può farci qualcosa, il che rende impossibile la
situazione di non potere ‘farci niente’ (il che è lo scopo della
terapia). Se si oppone all’ingiunzione, può farlo solo non
comportandosi automaticamente e sintomaticamente (che è
ancora lo scopo della terapia). Nel doppio legame patogeno
il paziente è ‘dannato se può farci qualcosa ed è dannato
anche se non può farci niente’. In un doppio legame
terapeutico è ‘cambiato se può farci qualcosa ed è cambiato
ugualmente se non può farci niente’.
3. si impedisce al paziente di dissolvere il paradosso
commentandolo, così il paziente non può non reagire
all’ingiunzione, ma non può neppure reagire ad essa nel suo
modo consueto, automatico e sintomatico.
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DIFETTI NEL “MODELLAMENTO” DELLA FRASE
1. GENERALIZZAZIONE: “elementi o parti del modello di una persona
vengono staccati dalla loro esperienza originaria e giungono a
rappresentare l’intera categoria di cui l’esperienza è un esempio….. il
modello del mondo si impoverisce e la possibilità di scelta
diminuiscono. In sintesi nella generalizzazione si ‘costruiscono’
categorie e regole utilizzando solo elementi o parti del modello;
2. CANCELLAZIONE: si presta attenzione solo a certe dimensioni della
propria esperienza e se ne escludono altre. La cancellazione riduce il
mondo a proporzioni che ci sentiamo in grado di maneggiare. Ciò può
essere utile in alcuni contesti, ma può essere fonte di sofferenza in altri;
3. DEFORMAZIONE: si operano dei veri e propri cambiamenti nella
propria esperienza dei dati sensoriali attribuendo loro qualità diverse
dalla realtà (ad es. il paranoico oppure l’attribuzione della responsabilità
solo agli altri, all’esterno).
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TORTI/ INVASIONI
(Krishnananda; 1999)
1. SENTIRSI DIRE COSA SI DOVREBBE FARE, PENSARE, SENTIRE
2. QUALCUNO NON MANTIENE UNA PROMESSA (ad es. arriva in
ritardo, non fa cio’ che dovrebbe fare etc.)
3. NON ESSERE RICONOSCIUTI NEI PROPRI SENTIMENTI (ad
esempio “non c’è bisogno di avere certe emozioni”; “quel che dici/provi sono
fesserie”; “perché hai paura/vergogna/sfiducia, non è il caso”; etc. oppure, al
limite, non ci si sente proprio ‘visti’ e ascoltati dall’altro che continua a parlare
di sé e dei suoi problemi)
4. ESSERE STUZZICATI O PRESI IN GIRO
5. ESSERE TRATTATI COME BAMBINI, CON CONDISCENDENZA O
ARIA DI SUPERIORITA’
6. ESSERE IGNORATI, INASCOLTATI O ESCLUSI (nessuno è obbligato a
darci attenzione a meno che non voglia, ma se lo fa, allora è naturale aspettarsi
che sia presente)
7. IL PROPRIO SPAZIO FISICO NON E’ RISPETTATO (ad es. qualcuno
prende qualcosa senza chiederlo o prende in prestito qualcosa senza restituirlo
o va curiosando tra cose/spazi propri senza chiederne il permesso)
8. QUALCUNO PRETENDE DI AVERE RAGIONE O VUOLE AVERE
L’ULTIMA PAROLA
9. IL PROPRIO NO NON E’ RISPETTATO
10. SUBIRE VIOLENZE O MINACCE (di essere lasciati o puniti, o che venga
fatto del male)
11. ESSERE SUBISSATI DI PRETESE
12. ESSERE MANIPOLATI (attraverso la rabbia, il senso di colpa, le
aspettative, il malumore, la debolezza, la malattia o il sesso)
13. SESSUALITA’ INAPPROPRIATA (di un adulto verso un bambino) O CON
MANCANZA DI SENSIBILITA’
14. ESSERE PRESSATI, CRITICATI, GIUDICATI O SMINUITI
15. ESSERE CONSIGLIATI SENZA AVERLO RICHIESTO 24
FATTORI DEL PROCESSO EMOZIONALE
• l’ambiente esterno (ad esempio la fiducia, tolleranza, cooperazione,
accettazione che in esso si possono trovare);
• le aspettative o pretese;
• i collegati pensieri (ad esempio “cosa succederà se…”; “dopo tutto
quello che ho fatto per…” etc.) e, con essi
• l’autoimmagine (l’idea che ho di me; cosa penso di me, come mi
considero etc.);
• la presenza di uno ‘stato di emergenza’, come visto a proposito
della fisiologia, a sua volta dipendente da
• la biologia (ad esempio pressione sanguigna, ritmo cardiaco,
produzione di ormoni etc.) e da
• la tendenza all’azione (attacco; fuga; inibizione).
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ATTACCO DEL GIUDICE
(da dentro per voci interiori o da fuori per critiche/giudizi)
(se c’è prevalente rabbia/ferita oppressione) (se c’è prevalente dolore/ferita abbandono)
Ci ribelliamo ed entriamo in lotta
(quando ci sentiamo forti, importanti)
Ribellione
TIRANNO (con chi sentiamo sotto)
“o si domina …….
…. Ma c’è il risvolto del sottoporre
anche se stessi alle stesse pressioni,
critiche guardando a criteri esigenti e
ci si ritrova con il BS in shock per
sentirsi sotto pressione, in stress
Collassiamo, sprofondiamo in
vergogna/shock
Rassegnazione
Compensazioni
Dipendenze
VITTIMA (con chi sentiamo sopra)
…… o si è dominati”
STRUTTURAZIONE DEL DIARIO
Sezione 1: Avvenimenti giornalieri; Progetti; Dialoghi con persone
significative; Osservazioni sul proprio corpo;
Sezione 2: Ricerca su origine della crisi e dialoghi interni: - riconoscere di
star male � come si sta male (quali emozioni, ferite) � trovare
le parole per descrivere � individuare qual è stato l’elemento
scatenante � rievocare vecchi colloqui/situazioni genitoriali
risonanti � chiedersi quali parti sono coinvolte e come
sostenerle, dar loro amorevolezza � progettare cosa/come fare
la prossima volta; - Immaginario (sogni/fantasie)
Sezione 3: Traguardi da raggiungere; Obiettivi a breve, medio, lungo
termine; Utilizzare il ‘come se’. Come raggiungere obiettivi: -
precisare dettagli utilizzando frasi propositive e positive �
tempo per raggiungere � scomporre percorso in tappe
intermedie � descrivere se stessi quando raggiunto l’obiettivo,
‘come se’ lo si fosse già conquistato, utilizzando frasi e
aggettivi in positivo (senza il non …) e verbi al presente
Sezione 4: Rilettura sezioni precedenti; Riassunto avvenimenti; Sintesi e
valutazione periodo trascorso; Cambiamenti effettuati; Auto-
feedback
Sezione 5: Risvegli, sonno, sogni: Sensazioni prevalenti della giornata;
Umore ed energia; Cose fatte per dovere; Cose fatte per
piacere; Cibo; Amici e incontri; Problema principale della
giornata/circostanza; Pensieri negativi; Riformulazione
positiva; Piano per soluzione problema principale
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AUTOANALISI DEL PROPRIO TIPO DI G
1. che cosa abbiamo dovuto fare e che cosa stiamo tuttora facendo
per ottenere amore e attenzione? (Quali implicite ‘strategie’
stiamo seguendo?)
2. che cosa ci è stato insegnato a proposito dell’essere una brava
persona? Che idee abbiamo oggi su ciò che fa di noi una brava
persona? (Quali assunti/regole riteniamo di dover seguire?)
3. che cosa era permesso e cosa no, per esempio rispetto alla
sessualità, all’espressione della rabbia, alla creatività, alla gioia,
alla tristezza o altre emozioni? Quali sono le emozioni per le
quali ci giudichiamo nella nostra vita attuale? (Quali
assunti/regole discriminano quel che è permesso o no?)
4. quali RUOLI abbiamo dovuto assumere, o ci assumiamo ancora
oggi, per sentirci a posto con noi stessi e ottenere rispetto e
approvazione? (Quali assunti/regole definiscono questi ruoli?)
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DINAMICA DELL’INSORGENZA DI FRUSTAZIONE E DEPRESSIONE
contesti entro cui viviamo
di livello pari o via, via più ampi (famiglia, scuola, gruppi, città,
TV, politico etc.)
barriere - inibizioni
desiderio
bisogno bi bisogno ostacolo
frustrazione
depressione
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influenze contesti
Superficie/ruoli
profondo
“DANZA” TRA I RUOLI TIPICI
1. SALVATORE: vantaggi = gratificazione (sentirsi indispensabili con
potere, accettati, approvati, rassicurati, controllanti); svantaggi =
soffocamento; sentirsi usati; nella gabbia;
2. TIRANNO: vantaggi = senso di potere (ma non è vero potere
personale) con il sarcasmo, il fare scherzi, provocazione, invasioni,
impazienza, sminuire gli altri, negarsi, giudicare, criticismo, rigidità,
dire agli altri cosa/come fare; svantaggi = mancanza di intimità,
calore, solitudine;
3. VITTIMA: vantaggi = attenzione dagli altri; soddisfazione di
“fargliela pagare”; potere; soddisfazione di far sentire l’altro in colpa
con frasi del tipo “dopo tutto quel che ho fatto per te!”; svantaggi =
insicurezza; entrare nella compiacenza per avere qualcosa indietro, il
che è castrante; sentirsi sfruttati; depressione.
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LE NEVROSI: un tentativo di fuga con l’idea di evitare il malessere
Nelle nevrosi, di base c’è un non voler sentire (il vuoto, la mancanza, la solitudine, la
rabbia, la paura, le frustrazioni, i conflitti interni etc. ovvero il disagio interiore)
utilizzando le strategie e le tecniche più diverse per ‘distrarsi’1.
• un ‘iperattivismo’, cioè l’essere presi da un ‘fare’ qualsiasi per
distrarsi, non sentire, peraltro con la convinzione della necessità di
quel fare per dare senso alla propria vita ed avere successo (lavoro,
denaro, sesso, avventure, primati sportivi, gioco d’azzardo etc.)2;
• un ‘drogarsi’ per darsi piacere, sempre per non sentire (alcol,
sostanze stupefacenti, cibo, viaggi, acquisti, divertimenti etc.);
• una ‘spiritualità’, cioè la ‘fuga’ nell’immaginario, nella ricerca del
trascendente, in cui si parla, si ragiona sulle emozioni, sull’anima,
sull’amore etc. C’è il ragionare ‘su’ un qualcosa di spirituale senza
entrare nel sentire ‘di’ quel qualcosa spirituale.
1 Ovvero per fuggire da se stessi. Si ricorderà, ad esempio, che il conflitto interno crea
uno ‘stato di emergenza’, che allerta, allarma e non lascia possibile altra reazione
comportamentale se non l’inibizione perché, a differenza del conflitto esterno, non
permette né la fuga (da se stessi) né l’attacco (contro se stessi). Ecco che allora le
nevrosi, attraverso il distrarsi da se stessi, possono rappresentare una illusoria via di
fuga da se stessi, con l’aggravante di aggiungere lo stress (da attività nevrotica) al
disagio (da allarme per ‘stato di emergenza’) che rimane nel fondo.
2 È anche vero che l’azione, seguendo Laborit, permette di non scivolare nello stato di
inibizione che comporta abbattimento, avvilimento, latente depressione e dunque
può essere funzionale al mantenimento del proprio benessere, purchè non diventi
nevrosi, per l’euforia e il successo, in cui si perde il contatto con se stessi, protesi
unicamente verso l’esterno e ci si sovraccarica di stress.
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ACCORGERSI DELLE INVASIONI SUBITE
1. quali particolari persone nella mia vita attuale mi spingono ad agire in un
modo che diminuisce la mia integrità e il rispetto di me stesso?
2. come mi comporto quando sono in una situazione in cui mi sento insicuro e
non protetto?
3. come mi sento quando tradisco me stesso o sento che qualcuno mi ha mancato
di rispetto?
4. perché con queste persone mi è così difficile porre dei confini? Di cosa ho
paura?
ESPRESSIONE DEL NO
• iniziare a rispondere con un chiaro, fermo, udibile NO;
• non scusarsi o giustificarsi, fornire solo le ragioni;
• ricordare il proprio diritto a dire NO;
• dopo il NO andare via o cambiare argomento. Non aspettare di essere
persuasi a cambiare idea;
• se non avete ancora deciso per il NO chiedete maggiori informazioni al
riguardo.
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