DISCUSSIONE separazione IMPEGNO INTIMITA’ Terapia ... · IMPEGNO INTIMITA’ Terapia familiare,...

33
FISICITA’ DISCUSSIONE separazione (inconsapevolezza fino alla patologia. Cfr. IMPEGNO INTIMITA’ Terapia familiare, Approccio sistemico- relazionale) COMUNICAZIONE avvicinamento, INTIMITA’ CONSAPEVOLEZZA 1

Transcript of DISCUSSIONE separazione IMPEGNO INTIMITA’ Terapia ... · IMPEGNO INTIMITA’ Terapia familiare,...

FISICITA’

DISCUSSIONE � separazione

(inconsapevolezza fino alla patologia. Cfr.

IMPEGNO INTIMITA’ Terapia familiare, Approccio sistemico-

relazionale)

COMUNICAZIONE � avvicinamento,

INTIMITA’

CONSAPEVOLEZZA

1

contesti entro cui viviamo

di livello pari o via, via più ampi

(famiglia, scuola, gruppi, città,

TV, politico etc.)

barriere - inibizioni

2

influenze contesti

Superficie/ruoli

profondo

\

/GIOCHI/FORMALITA’/ RITUALI

PASSATEMPI/ DISCUSSIONI

COMUNICAZIONE

3

Superficie

/ruoli

profondo

Superficie

/ruoli

profondo

4

PRINCIPALI FATTORI DETERMINANTI LA CULTURA

• il comportamento: l’insieme di azioni e relazioni sviluppate in

risposta a cause inerenti il mondo interno dell’individuo nonché a

circostanze esterne;

• le attitudini: le capacità potenziali a mettere in atto determinati

comportamenti in situazioni date;

• le credenze: l’organizzazione durevole di percezioni e di conoscenze

relative ai diversi aspetti del mondo (il vocabolo è usato in senso

ampio comprendendo qualsiasi varietà di cognizioni,

rappresentazioni mentali, opinioni, pregiudizi etc.). l’opinione che le

donne siano più intuitive degli uomini è un esempio di credenze

rispetto alla donna;

• gli atteggiamenti: l’organizzazione durevole delle adesioni o rifiuti

emotivi nei confronti dei diversi aspetti del mondo (l’atteggiamento è

strettamente collegato ad una struttura relativamente stabile di

credenze). Preferire che in un gruppo di lavoro ci sia una presenza

femminile, per il senso di minore competitività che si determina, è un

esmpio di atteggiamento, sempre rispetto alla donna;

• i valori: i riferimenti simbolici e fondanti dei comportamenti ideali

attesi, cui si tende a conformare i propri comportamenti reali.

comportamenti

attitudini

Credenze atteggiamenti

valori

PARALLELISMO TRA MATEMATICA E PSICOLOGIA

MATEMATICA -variabili (mondo operativo)

x y w

z

r t

y = f (x, y, t )

es. y = r2 · 3,14

PSICOLOGIA – individui

(mondo sociale)

i1 i2 i3

i4

in

i2 = r (i1, i4)

comunicazione

5

1

BARRIERE ALLA COMUNICAZIONE

1. verbali: interruzioni mentre si sta parlando

2. visive: non poter veder bene l’interlocutore; luce troppa/poca; agitazione

motoria; sguardo eccessivo/sfuggente

3. mentali: stare nei problemi personali che distraggono dall’ascolto

4. uditive: rumori; voce troppo alta/bassa

5. olfattive: odori che disturbano

6. spaziali: vicinanza/distanza eccessiva

7. tattili: temperatura, tocco che disturbano

8. preconcetti: vari che irrigidiscono

6

BARRIERE PSICOLOGICHE ALLA COMUNICAZIONE (VISSI)

• Valutazione/giudizio

• Interpretazione

• Sostegno/consolazione

• Soluzione/consigli

• Indagine/inquisizione

ovvero

• esprimere Valutazioni, giudizi;

• fare Interpretazioni (“tu fai la

vittima..”; “sembra che tu ti senta

perseguitato da…” etc.)

• dare eccessivo Sostegno (“anche a me

è successo” etc. cercando soprattutto

di consolare );

• dare Soluzioni, consigli

(“dovresti/potresti fare/dire così….”;

“se fossi in te io….” etc.);

• fare Inquisizione (raffica di domande

indagatrici).

7

La C.N.V. ha 2 basi: - biologica che sta nel nostro cervello più primitivo

rettiliano/limbico/amigdala vicina a quella del livello animale e/o nella pancia, per quanto detto prima;

- culturale connessa all’espressione delle emozioni che non è diversa tra culture diverse. Ad es. bambini ciechi e sordomuti dalla nascita esprimono come gli altri bambini.

La C.N.V. trasmette gli ATTEGGIAMENTI interpersonali:

- pulsioni non sociali - dipendenza - affiliazione (con gruppi, istituzioni ove c’è cooperazione oltre

alla dipendenza) - dominanza (per la donna più attraverso l’uditivo; per gli uomini

più attraverso il visivo) - aggressività - autostima (spalle dritte, fronte alta, rilassatezza, guardare negli

occhi, passo sicuro, tono voce fermo etc.) MODALITA’ DELLA C.N.V.

• espressioni del volto

• sguardo

• gesti e movimenti del corpo

• postura

• contatto corporeo

• comportamento spaziale (prossemica: distanza 0-50 cm. intimità; 50-100/150 cm. distanza personale; 100/150 – 300 cm. distanza sociale; maggiore 300 cm. area formalità)

• abiti e aspetto esteriore, tatuaggi etc.

8

La RELAZIONE che c’è tra il verbale (V.) e il non verbale (N.V.) può essere di:

• ripetizione (il N.V. ripete quel che esprime il V.)

• contraddizione � porta ambiguità

• sostituzione (il N.V. sostituisce il V.; ad es. piange stando zitto)

• complementazione (il N.V. integra e specifica il V.)

• accettazione (il NV amplifica il V)

• regolazione ( il N.V. fa scansione dei ritmi del V.) COS’E’ IMPORTANTE ALLORA ED A COSA STARE ATTENTI MENTRE TRASMETTIAMO O RICEVIAMO?????

1. notare la congruenza tra V. e N.V. 2. notare le discrepanze tra V. e N.V. 3. osservare il N.V. nei momenti di silenzio 4. focalizzarsi sul N.V. per arricchire i contenuti del colloquio 5. notare i cambiamenti del N.V. in progress negli incontri 6. riconoscere e monitorare le proprie emozioni per essere

congruente e non ‘recitare’ 7. far attenzione alla sincronia (ad es. noi diamo del “tu” e l’altro

risponde con il “lei” cioè vuole mettere una distanza) evitando di colludere con il N.V. dell’altro

Per arrivare a espressione/comunicazione serve:

- maturazione biologica - maturazione cognitiva - maturazione culturale (ad es. se nella cultura della famiglia di

origine non si voleva l’espressione dell’aggressività il soggetto non è capace di aggressività, dire il NO, prendersi i propri spazi etc. Così pure per l’espressione della tenerezza, delle carezze etc.)

E parlare di maturazione culturale, ancora una volta, ci porta a collegare la comunicazione alla consapevolezza.

9

COMPONENTI DELLA COMUNICAZIONE

• semantico, legato al rapporto tra segni (ad es. le parole) e

significati condivisi. Studia il rapporto tra pensiero e

linguaggio. Si può considerare una sorta di filosofia del

linguaggio;

• sintattico, legato alle regole di combinazione tra i segni. Può

essere considerato una sorta di matematica del linguaggio;

• pragmatico, legato al rapporto tra i segni e il comportamento.

Si può considerare una sorta di sociologia e psicologia del

linguaggio. Da cui l’approccio di Palo Alto per risalire dal

linguaggio alla psicologia sottostante.

10

SECONDO ASSIOMA DELLA META-COMUNICAZIONE

(contenuto e relazione)

contenuto

messaggio trasmesso

relazione interpretazione

(da parte del ricevente)

impegno

tipo di relazione con l’altro contesto

11

MODELLO DI ESPERIENZA DEL MONDO

(caratteristico e soggettivo per ognuno)

influenze influenze

sist. limbico sist. neocorticale

#

sociali

(credenze; valori; ideali; atteggiamenti etc.)

FILTRI:

individuali

(interessi; simpa/antipatie; biologia; etc.)

12

ESPERIENZA

DEL MONDO

(percezioni)

MONDO IN SE’

Costruzione

MODELLO

(del mondo)

SCHEMA 1

13

B.Adattato

GIUDICE

interiore

B.

Vitt.

B.

Rib.

B.

Shk

OSSERVATORE

/INTELLIGENZA

SCHEMA 2

14

Io adulto

BV

BR

EZ BS

EFFETTI DELLA COMUNICAZIONE

• Conferma: l’interlocutore A accetta (conferma) la definizione che

l’altro, B, dà di sé. Dalle ricerche emerge che questo caso “è

probabilmente il più grande fattore singolo che garantisca lo sviluppo e

la stabilità mentali” (Watz.;p.76). Scrive Martin Bubber: “….una società

si può dire che è umana nella misura in cui i suoi membri si confermano

tra di loro…”;

• Rifiuto: nella situazione di cui sopra, invece che la conferma c’è il

rifiuto. Ma, tuttavia, pur nel rifiuto, per quanto doloroso, c’è una parte di

riconoscimento, sia pure limitato, di quanto si rifiuta e quindi non c’è

una negazione totale di B;

• Disconferma: è la peggiore situazione, sia per quanto riguarda la

comunicazione, sia per la psicopatologia. Watzlawick riporta un brano di

William James: “…se fosse realizzabile, non ci sarebbe pena più

diabolica di quella di concedere a un individuo la libertà assoluta dei

suoi atti in una società in cui nessuno si accorga mai di lui”. Una

situazione simile porta alla perdita del Sé che non è altro che la

traduzione del termine ‘alienazione’. In altre parole, mentre il rifiuto

equivale al messaggio “Hai torto”, la disconferma dice “Tu non esisti”.

Laing rileva che nella famiglie di schizofrenici “…denudano di ogni

valore i suoi sentimenti, si spogliano i suoi atti delle motivazioni,

intenzioni e conseguenze, si sottrae alla situazione il significato che ha

per lui..”. Manca la consapevolezza delle percezioni interpersonali, non

si presta alcuna attenzione al punto di vista dell’altro. È come se si

sentisse impenetrabilità, un muro di vetro invisibile e compatto. La

reazione alla disconferma può essere: -autistica; -ebefrenica; -

aggressiva; - paranoica.

15

SECONDO ASSIOMA DELLA META-COMUNICAZIONE

(contenuto e relazione)

contenuto

messaggio trasmesso interpretazione

relazione (da parte del ricevente)

impegno (intenzionalità: volontà, decisione

di perseguire un fine ≠ da intento: scopo o fine da raggiungere che ha una dimensione pragmatica)

tipo di relazione con l’altro contesto

NOTA: la comunicazione si ‘gioca’ tutta sul collegamento tra

intenzionalità/intento (del trasmittente) e interpretazione (del ricevente), oltre

che della relazione (impegno). In un modello circolare più che orizzontale (cfr.

cap. 1o di “Parlare con i bambini”).

16

MODELLO DI ESPERIENZA DEL MONDO

(caratteristico e soggettivo per ognuno)

attese ≡ bisogni microsistema (faccia a faccia)

mesosistema (da incontro di

influenze influenze influenze 2 microsistemi. Ad es. famiglia

sist. limbico ( ) sist. neocorticale contesto e scuola)

esosistema (influenza indiretta.

Ad es. lavoro genitori su fam.)

macrosistema (socio-ideol.-cult.)

sociali

(credenze; valori; ideali; atteggiamenti etc.)

FILTRI:

individuali

(interessi; conoscenze; competenze;

simpatie/antipatie; biologia; etc.)

NOTA:

• mondo esterno: situazioni, ‘oggetti’, mondo fisico etc. esperiti ‘fuori’ di noi;

• mondo interno: sistema limbico; neocorticale; filtri etc. che sono ‘dentro’ di

noi.

17

ESPERIENZA

DEL MONDO

(percezioni)

MONDO IN SE’

Costruzione

MODELLO

(del mondo)

SCHEMA DI FORMAZIONE DEL PARADOSSO

Ove 1, 2, 3,……etc. sono

asserzioni sulla classe C

(o sui membri di C)=meta-asserzioni

ove a, b, c……..f etc. sono delle asserzioni

PARADOSSO: contiene contemporaneamente un’asserzione e una meta-asserzione,

cioè qualcosa che sta entro una certa Classe C e qualcosa sulla classe o i membri

della classe.

18

Classe C

a b c

d e f

Asserzioni su C

o sui membri di C

1 2 4

8 7 3

ELEMENTI CHE COSTRUISCONO IL PARADOSSO

1. una relazione intensa tra i comunicanti;

2. un messaggio strutturato che: a) asserisce qualcosa (tipo: a,

b, c…etc.); b) asserisce qualcosa sulla propria asserzione

(meta-asserzione) (tipo: 1, 2, 3….etc.); le due asserzioni si

escludono a vicenda;

3. si impedisce al ricettore di uscire dallo schema meta-

comunicando o commentando.

19

EFFETTI COMPORTAMENTALI DEL PARADOSSO

• rimanere ossessionati dal bisogno di scoprire tali elementi

che sembrano mancanti ���� PARANOIDE

• prestare osservanza a tutte le ingiunzioni prendendole alla

lettera, guardandosi bene dal mostrare di avere idee

personali (è quel che molto presto imparano le reclute nella

vita militare) ���� EBEFRENICO;

• ritrarsi dalle complicazioni della vita chiudendosi in se

stessi, divenendo inaccostabili, autistici ����

AUTISTICO/CATATONICO;

• essere iperattivi che sia così intenso e prolungato da

sommergere la maggior parte dei messaggi che entrano ����

NEVROTICO/SCHIZOIDE.

20

PARADOSSO TERAPEUTICO

1. avviene in una relazione intensa (il paziente si aspetta una

ragione per sopravvivere);

2. viene data un’ingiunzione strutturata in modo tale da (a)

rinforzare il comportamento che il paziente si aspetta che

sia cambiato; (b) implicare che questo rinforzo sia un

veicolo di cambiamento e perciò (c) creare il paradosso

perché al paziente si dice di cambiare restando com’è. Egli

viene messo in una situazione insostenibile, riguardo alla

sua patologia. Se egli accondiscende non può più ‘non farci

niente’; egli può farci qualcosa, il che rende impossibile la

situazione di non poterci fare niente (il che è lo scopo della

terapia). Se si oppone all’ingiunzione, può farlo solo non

comportandosi automaticamente e sintomaticamente (che è

ancora lo scopo della terapia). Nel “doppio legame patogeno

il paziente è ‘dannato se può farci qualcosa ed è dannato

anche se non può farci niente’. In un doppio legame

terapeutico è ‘cambiato se può farci qualcosa ed è cambiato

ugualmente se non può farci niente’.

3. si impedisce al paziente di dissolvere il paradosso

commentandolo, così il paziente non può non reagire

all’ingiunzione, ma non può neppure reagire ad essa nel suo

modo consueto, automatico e sintomatico.

21

DIFFERENZE TRA PARADOSSO PATOGENO

E TERAPEUTICO

PATOGENO:

1. una relazione intensa tra i comunicanti;

2. un messaggio strutturato che: a) asserisce qualcosa (a, b,

c…etc.); b) asserisce qualcosa sulla propria asserzione (mio:

meta-asserzione) (1, 2, 3….etc.); le due asserzioni si

escludono a vicenda;

3. si impedisce al ricettore di uscire dallo schema meta-

comunicando o commentando.

TERAPEUTICO:

1. avviene in una relazione intensa (il paziente si aspetta una

ragione per sopravvivere);

2. viene data un’ingiunzione strutturata in modo tale da (a)

rinforzare il comportamento che il paziente si aspetta che

sia cambiato; (b) implicare che questo rinforzo sia un

veicolo di cambiamento e perciò (c) creare il paradosso

perché al paziente si dice di cambiare restando com’è. Egli

viene messo in una situazione insostenibile, riguardo alla

sua patologia. Se egli accondiscende non può più ‘non farci

niente’; egli può farci qualcosa, il che rende impossibile la

situazione di non potere ‘farci niente’ (il che è lo scopo della

terapia). Se si oppone all’ingiunzione, può farlo solo non

comportandosi automaticamente e sintomaticamente (che è

ancora lo scopo della terapia). Nel doppio legame patogeno

il paziente è ‘dannato se può farci qualcosa ed è dannato

anche se non può farci niente’. In un doppio legame

terapeutico è ‘cambiato se può farci qualcosa ed è cambiato

ugualmente se non può farci niente’.

3. si impedisce al paziente di dissolvere il paradosso

commentandolo, così il paziente non può non reagire

all’ingiunzione, ma non può neppure reagire ad essa nel suo

modo consueto, automatico e sintomatico.

22

DIFETTI NEL “MODELLAMENTO” DELLA FRASE

1. GENERALIZZAZIONE: “elementi o parti del modello di una persona

vengono staccati dalla loro esperienza originaria e giungono a

rappresentare l’intera categoria di cui l’esperienza è un esempio….. il

modello del mondo si impoverisce e la possibilità di scelta

diminuiscono. In sintesi nella generalizzazione si ‘costruiscono’

categorie e regole utilizzando solo elementi o parti del modello;

2. CANCELLAZIONE: si presta attenzione solo a certe dimensioni della

propria esperienza e se ne escludono altre. La cancellazione riduce il

mondo a proporzioni che ci sentiamo in grado di maneggiare. Ciò può

essere utile in alcuni contesti, ma può essere fonte di sofferenza in altri;

3. DEFORMAZIONE: si operano dei veri e propri cambiamenti nella

propria esperienza dei dati sensoriali attribuendo loro qualità diverse

dalla realtà (ad es. il paranoico oppure l’attribuzione della responsabilità

solo agli altri, all’esterno).

23

TORTI/ INVASIONI

(Krishnananda; 1999)

1. SENTIRSI DIRE COSA SI DOVREBBE FARE, PENSARE, SENTIRE

2. QUALCUNO NON MANTIENE UNA PROMESSA (ad es. arriva in

ritardo, non fa cio’ che dovrebbe fare etc.)

3. NON ESSERE RICONOSCIUTI NEI PROPRI SENTIMENTI (ad

esempio “non c’è bisogno di avere certe emozioni”; “quel che dici/provi sono

fesserie”; “perché hai paura/vergogna/sfiducia, non è il caso”; etc. oppure, al

limite, non ci si sente proprio ‘visti’ e ascoltati dall’altro che continua a parlare

di sé e dei suoi problemi)

4. ESSERE STUZZICATI O PRESI IN GIRO

5. ESSERE TRATTATI COME BAMBINI, CON CONDISCENDENZA O

ARIA DI SUPERIORITA’

6. ESSERE IGNORATI, INASCOLTATI O ESCLUSI (nessuno è obbligato a

darci attenzione a meno che non voglia, ma se lo fa, allora è naturale aspettarsi

che sia presente)

7. IL PROPRIO SPAZIO FISICO NON E’ RISPETTATO (ad es. qualcuno

prende qualcosa senza chiederlo o prende in prestito qualcosa senza restituirlo

o va curiosando tra cose/spazi propri senza chiederne il permesso)

8. QUALCUNO PRETENDE DI AVERE RAGIONE O VUOLE AVERE

L’ULTIMA PAROLA

9. IL PROPRIO NO NON E’ RISPETTATO

10. SUBIRE VIOLENZE O MINACCE (di essere lasciati o puniti, o che venga

fatto del male)

11. ESSERE SUBISSATI DI PRETESE

12. ESSERE MANIPOLATI (attraverso la rabbia, il senso di colpa, le

aspettative, il malumore, la debolezza, la malattia o il sesso)

13. SESSUALITA’ INAPPROPRIATA (di un adulto verso un bambino) O CON

MANCANZA DI SENSIBILITA’

14. ESSERE PRESSATI, CRITICATI, GIUDICATI O SMINUITI

15. ESSERE CONSIGLIATI SENZA AVERLO RICHIESTO 24

FATTORI DEL PROCESSO EMOZIONALE

• l’ambiente esterno (ad esempio la fiducia, tolleranza, cooperazione,

accettazione che in esso si possono trovare);

• le aspettative o pretese;

• i collegati pensieri (ad esempio “cosa succederà se…”; “dopo tutto

quello che ho fatto per…” etc.) e, con essi

• l’autoimmagine (l’idea che ho di me; cosa penso di me, come mi

considero etc.);

• la presenza di uno ‘stato di emergenza’, come visto a proposito

della fisiologia, a sua volta dipendente da

• la biologia (ad esempio pressione sanguigna, ritmo cardiaco,

produzione di ormoni etc.) e da

• la tendenza all’azione (attacco; fuga; inibizione).

25

ATTACCO DEL GIUDICE

(da dentro per voci interiori o da fuori per critiche/giudizi)

(se c’è prevalente rabbia/ferita oppressione) (se c’è prevalente dolore/ferita abbandono)

Ci ribelliamo ed entriamo in lotta

(quando ci sentiamo forti, importanti)

Ribellione

TIRANNO (con chi sentiamo sotto)

“o si domina …….

…. Ma c’è il risvolto del sottoporre

anche se stessi alle stesse pressioni,

critiche guardando a criteri esigenti e

ci si ritrova con il BS in shock per

sentirsi sotto pressione, in stress

Collassiamo, sprofondiamo in

vergogna/shock

Rassegnazione

Compensazioni

Dipendenze

VITTIMA (con chi sentiamo sopra)

…… o si è dominati”

26

STRUTTURAZIONE DEL DIARIO

Sezione 1: Avvenimenti giornalieri; Progetti; Dialoghi con persone

significative; Osservazioni sul proprio corpo;

Sezione 2: Ricerca su origine della crisi e dialoghi interni: - riconoscere di

star male � come si sta male (quali emozioni, ferite) � trovare

le parole per descrivere � individuare qual è stato l’elemento

scatenante � rievocare vecchi colloqui/situazioni genitoriali

risonanti � chiedersi quali parti sono coinvolte e come

sostenerle, dar loro amorevolezza � progettare cosa/come fare

la prossima volta; - Immaginario (sogni/fantasie)

Sezione 3: Traguardi da raggiungere; Obiettivi a breve, medio, lungo

termine; Utilizzare il ‘come se’. Come raggiungere obiettivi: -

precisare dettagli utilizzando frasi propositive e positive �

tempo per raggiungere � scomporre percorso in tappe

intermedie � descrivere se stessi quando raggiunto l’obiettivo,

‘come se’ lo si fosse già conquistato, utilizzando frasi e

aggettivi in positivo (senza il non …) e verbi al presente

Sezione 4: Rilettura sezioni precedenti; Riassunto avvenimenti; Sintesi e

valutazione periodo trascorso; Cambiamenti effettuati; Auto-

feedback

Sezione 5: Risvegli, sonno, sogni: Sensazioni prevalenti della giornata;

Umore ed energia; Cose fatte per dovere; Cose fatte per

piacere; Cibo; Amici e incontri; Problema principale della

giornata/circostanza; Pensieri negativi; Riformulazione

positiva; Piano per soluzione problema principale

27

AUTOANALISI DEL PROPRIO TIPO DI G

1. che cosa abbiamo dovuto fare e che cosa stiamo tuttora facendo

per ottenere amore e attenzione? (Quali implicite ‘strategie’

stiamo seguendo?)

2. che cosa ci è stato insegnato a proposito dell’essere una brava

persona? Che idee abbiamo oggi su ciò che fa di noi una brava

persona? (Quali assunti/regole riteniamo di dover seguire?)

3. che cosa era permesso e cosa no, per esempio rispetto alla

sessualità, all’espressione della rabbia, alla creatività, alla gioia,

alla tristezza o altre emozioni? Quali sono le emozioni per le

quali ci giudichiamo nella nostra vita attuale? (Quali

assunti/regole discriminano quel che è permesso o no?)

4. quali RUOLI abbiamo dovuto assumere, o ci assumiamo ancora

oggi, per sentirci a posto con noi stessi e ottenere rispetto e

approvazione? (Quali assunti/regole definiscono questi ruoli?)

28

DINAMICA DELL’INSORGENZA DI FRUSTAZIONE E DEPRESSIONE

contesti entro cui viviamo

di livello pari o via, via più ampi (famiglia, scuola, gruppi, città,

TV, politico etc.)

barriere - inibizioni

desiderio

bisogno bi bisogno ostacolo

frustrazione

depressione

29

influenze contesti

Superficie/ruoli

profondo

“DANZA” TRA I RUOLI TIPICI

1. SALVATORE: vantaggi = gratificazione (sentirsi indispensabili con

potere, accettati, approvati, rassicurati, controllanti); svantaggi =

soffocamento; sentirsi usati; nella gabbia;

2. TIRANNO: vantaggi = senso di potere (ma non è vero potere

personale) con il sarcasmo, il fare scherzi, provocazione, invasioni,

impazienza, sminuire gli altri, negarsi, giudicare, criticismo, rigidità,

dire agli altri cosa/come fare; svantaggi = mancanza di intimità,

calore, solitudine;

3. VITTIMA: vantaggi = attenzione dagli altri; soddisfazione di

“fargliela pagare”; potere; soddisfazione di far sentire l’altro in colpa

con frasi del tipo “dopo tutto quel che ho fatto per te!”; svantaggi =

insicurezza; entrare nella compiacenza per avere qualcosa indietro, il

che è castrante; sentirsi sfruttati; depressione.

30

LE NEVROSI: un tentativo di fuga con l’idea di evitare il malessere

Nelle nevrosi, di base c’è un non voler sentire (il vuoto, la mancanza, la solitudine, la

rabbia, la paura, le frustrazioni, i conflitti interni etc. ovvero il disagio interiore)

utilizzando le strategie e le tecniche più diverse per ‘distrarsi’1.

• un ‘iperattivismo’, cioè l’essere presi da un ‘fare’ qualsiasi per

distrarsi, non sentire, peraltro con la convinzione della necessità di

quel fare per dare senso alla propria vita ed avere successo (lavoro,

denaro, sesso, avventure, primati sportivi, gioco d’azzardo etc.)2;

• un ‘drogarsi’ per darsi piacere, sempre per non sentire (alcol,

sostanze stupefacenti, cibo, viaggi, acquisti, divertimenti etc.);

• una ‘spiritualità’, cioè la ‘fuga’ nell’immaginario, nella ricerca del

trascendente, in cui si parla, si ragiona sulle emozioni, sull’anima,

sull’amore etc. C’è il ragionare ‘su’ un qualcosa di spirituale senza

entrare nel sentire ‘di’ quel qualcosa spirituale.

1 Ovvero per fuggire da se stessi. Si ricorderà, ad esempio, che il conflitto interno crea

uno ‘stato di emergenza’, che allerta, allarma e non lascia possibile altra reazione

comportamentale se non l’inibizione perché, a differenza del conflitto esterno, non

permette né la fuga (da se stessi) né l’attacco (contro se stessi). Ecco che allora le

nevrosi, attraverso il distrarsi da se stessi, possono rappresentare una illusoria via di

fuga da se stessi, con l’aggravante di aggiungere lo stress (da attività nevrotica) al

disagio (da allarme per ‘stato di emergenza’) che rimane nel fondo.

2 È anche vero che l’azione, seguendo Laborit, permette di non scivolare nello stato di

inibizione che comporta abbattimento, avvilimento, latente depressione e dunque

può essere funzionale al mantenimento del proprio benessere, purchè non diventi

nevrosi, per l’euforia e il successo, in cui si perde il contatto con se stessi, protesi

unicamente verso l’esterno e ci si sovraccarica di stress.

31

ACCORGERSI DELLE INVASIONI SUBITE

1. quali particolari persone nella mia vita attuale mi spingono ad agire in un

modo che diminuisce la mia integrità e il rispetto di me stesso?

2. come mi comporto quando sono in una situazione in cui mi sento insicuro e

non protetto?

3. come mi sento quando tradisco me stesso o sento che qualcuno mi ha mancato

di rispetto?

4. perché con queste persone mi è così difficile porre dei confini? Di cosa ho

paura?

ESPRESSIONE DEL NO

• iniziare a rispondere con un chiaro, fermo, udibile NO;

• non scusarsi o giustificarsi, fornire solo le ragioni;

• ricordare il proprio diritto a dire NO;

• dopo il NO andare via o cambiare argomento. Non aspettare di essere

persuasi a cambiare idea;

• se non avete ancora deciso per il NO chiedete maggiori informazioni al

riguardo.

32