Discorso Papa a Prato

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    Diocesi di PRATO UFFICIO STAMPA

    Via Roma, 133 - 59100 Prato Tel. 0574 871422 email [email protected] diocesiprato.it

    Prato, 10 novembre 2015Agl i organi di informazione

    DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO A PRATO(CON INTEGRAZIONI RISPETTO AL PRIMO TESTO INVIATO)

    Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

    Ringrazio il vostro Vescovo, Monsignor Agostinelli, per le parole molto cortesi che miha rivolto. Saluto con affetto tutti voi e coloro che non possono essere qui presentifisicamente, in particolare le persone ammalate, anziane e quelle detenute nella casacircondariale.

    Sono venuto come pellegrino in questa citt ricca di storia e di bellezza, che lungo isecoli ha meritato la definizione di citt di Maria. Siete fortunati, perch siete in buone mani!Sono mani materne che proteggono, sempre aperte per accogliere. Siete privilegiati ancheperch custodite la reliquia della Sacra Cintola della Madonna, che ho appena potutovenerare.

    Questo segno di benedizione per la vostra citt mi suggerisce alcuni pensieri, suscitatianche dalla Parola di Dio. Il primo ci rimanda al cammino di salvezza che il popolo di Israeleintraprese, dalla schiavit dellEgitto alla terra promessa. Prima di liberarlo, il Signore chiesedi celebrare la cena pasquale e di consumarla in un modo particolare: con i fianchi cinti (Es12,11). Cingersi le vesti ai fianchi significa essere pronti, prepararsi a partire, a uscire per

    mettersi in cammino. A questo ci esorta il Signore anche oggi, oggi pi che mai: a non restarechiusi nellindifferenza, ma ad aprirci; a sentirci, tutti quanti, chiamati e pronti a lasciarequalcosa per raggiungere qualcuno, con cui condividere la gioia di aver incontrato il Signore eanche la fatica di camminare sulla sua strada. Ci chiesto di uscire per avvicinarci agli uominie alle donne del nostro tempo. Uscire, certo, vuol dire rischiare, ma non c fede senzarischio. Una fede che pensa a s stessa e sta chiusa in casa non fedele allinvito delSignore, che chiama i suoi a prendere liniziativa e a coinvolgersi, senza paura. Di fronte alletrasformazioni spesso vorticose di questi ultimi anni, c il pericolo di subire il turbine deglieventi, perdendo il coraggio di cercare la rotta. Si preferisce allora il rifugio di qualche portosicuro e si rinuncia a prendere il largo sulla parola di Ges. Ma il Signore, che vuoleraggiungere chi ancora non lo ama, ci sprona. Desidera che nasca in noi una rinnovata

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    passione missionaria e ci affida una grande responsabilit. Chiede alla Chiesa sua sposa dicamminare per i sentieri accidentati di oggi, di accompagnare chi ha smarrito la via; dipiantare tende di speranza, dove accogliere chi ferito e non attende pi nulla dalla vita.

    Egli stesso ci d lesempio, avvicinandosi a noi. Il Sacro Cingolo, infatti, richiamaanche il gesto compiuto da Ges durante la sua cena pasquale, quando si strinse le vesti aifianchi, come un servo, e lav i piedi dei suoi discepoli (cfr Gv 13,4; Lc 12,37). Perch, come

    ha fatto Lui, facessimo anche noi. Siamo stati serviti da Dio che si fatto nostro prossimo, perservire a nostra volta chi ci sta vicino. Per un discepolo di Ges nessun vicino pu diventarelontano. Anzi, non esistono lontani che siano troppo distanti, ma soltanto prossimi daraggiungere. Vi ringrazio per gli sforzi costanti che la vostra comunit attua per integrareciascuna persona, contrastando la cultura dellindifferenza e dello scarto. In tempi segnati daincertezze e paure, sono lodevoli le vostre iniziative a sostegno dei pi deboli e delle famiglie,che vi impegnate anche ad adottare. Mentre vi adoperate nella ricerca delle miglioripossibilit concrete di inclusione, non scoraggiatevi di fronte alle difficolt. Non rassegnatevidavanti a quelle che sembrano difficili situazioni di convivenza; siate sempre animati daldesiderio di stabilire dei veri e propri patti di prossimit.

    C ancora unaltra suggestione che vorrei proporvi. San Paolo invita i cristiani aindossare unarmatura particolare, quella di Dio. Dice infatti di rivestirsi delle virt necessarieper affrontare i nostri nemici reali, che non sono mai gli altri, ma gli spiriti del male. Al primoposto in questarmatura ideale compare la verit: attorno ai fianchi la verit, scrivelApostolo (Ef 6,14). Dobbiamo cingerci di verit. Non si pu fondare nulla di buono sulletrame della menzogna e sulla mancanza di trasparenza. Ricercare e scegliere sempre laverit non facile; per una decisione vitale, che deve segnare profondamente lesistenzadi ciascuno e anche della societ, perch sia pi giusta e onesta. La sacralit di ogni essereumano richiede per ognuno rispetto, accoglienza e un lavoro degno;

    Mi permetto qui d i r icord are i cinq ue uom ini e le due donne di ci t tadinanzacinese mo rt i due anni fa. A causa d i un incendio nel la zona indu str ia le di Prato.Vivevano e do rmiv ano al l 'in terno del lo stesso capannone indus tr ia le in cu i lavoravano.In un a zona era stato ricavato un pic colo do rmitor io in cartone e cartongesso co n let t isov rappo sti per sfru ttare l'altezza della struttur a. una tragedia dello sfruttamento edelle cond izioni in umane di vita e questo non lavoro degno !

    la vita di ogni comunit esige che si combattano fino in fondo il cancro della corruzione( i l cancro del lo sfrut tamento umano e lavorativo)e il veleno dellillegalit. Dentro di noi einsieme agli altri, non stanchiamoci mai di lottare per la verit!

    Incoraggio tutti, soprattutto voi giovani (mi hanno detto che vo i giovani avete fat to

    una v eglia di p reghiera ieri tutta la n otte. Grazie, grazie!), a non cedere mai al pessimismo

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    e alla rassegnazione. Maria colei che con la preghiera e con lamore, in un silenzio operoso,ha trasformato il sabato della delusione nellalba della risurrezione. Se qualcuno si senteaffaticato e oppresso dalle circostanze della vita, confidi nella nostra Madre, che vicina econsola. Sempre ci rincuora e ci invita a riporre fiducia in Dio: suo Figlio non tradir le nostreattese e seminer nei cuori una speranza che non delude. Grazie.