Discomunicazione e menzogna 19maggio2014 - Dipartimento di ... · Ironia Seduzione Menzogna ......

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28/05/14 1 Discomunicazione : la Menzogna Cos’è la comunicazione? La comunicazione, in qualità di atto comunicativo, può essere definita come: ‘uno scambio interattivo osservabile fra due o più partecipanti, dotato di intenzionalità reciproca e di un certo livello di consapevolezza, capace di far condividere un determinato significato sulla base di sistemi simbolici e convenzionali appartenenti ad una cultura di riferimento’. L’intenzione Intenzione globale: intenzione unitaria di voler comunicare qualcosa da parte di un comunicatore a un destinatario. In questo senso l’intenzione globale dell’individuo costituisce un confine e un incrocio fra: il suo mondo interno (ciò che egli intende dire e mostrare all’interlocutore); il mondo esterno (la realtà di cui si parla e che viene manifestata); il messaggio prodotto (ciò che viene detto attraverso l’impiego di un dato sistema di segnalazione e che è rivolto a un determinato destinatario). Gradualità dell’intenzione L’intenzione globale di comunicare qualcosa a qualcun altro non rappresenta un meccanismo dicotomico del tipo «on- off», ma è caratterizzata da una graduazione articolata al proprio interno. L’intenzione comunicativa non è un’entità discreta (a blocchi), ma è una variabile continua, in grado di generare un processo asintotico di sfumature. Questa gradualità intenzionale consente ai partecipanti di mettere regolarmente a fuoco e di calibrare i diversi atti comunicativi nel corso delle interazioni (comunicazione focalizzata). (Forza, gerarchia, pars pro toto…) Gradualità dell’intenzione Questa gradualità delle intenzioni comunicative rende particolarmente complesso l’atto comunicativo poiché: necessita di una precisa regia cognitiva ed emotiva; è soggetta a sfumature, incertezze e ambiguità. riguarda una gamma indefinita di situazioni umane (contesti politici, ambienti industriali, scolastici, giudiziari, ospedalieri ecc.). concerne un numero esteso di forme comunicative (ironica, seduttiva, ecc.). L’opacità intenzionale Pluralità e gradualità intenzionale implicano opacità intenzionale: l’intenzione comunicativa, concretizzata in una frase o in un gesto, è limitata, parziale e sfumata. Si può parlare anche di copertura o velatura intenzionale: L’intenzione comunicativa dell’attore è diversa dall’intenzione espressiva. È necessario un lavoro inferenziale da parte del destinatario che ha la possibilità di scegliere un certo percorso di senso anziché un altro.

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Discomunicazione:

la Menzogna

Cos’è la comunicazione?

La comunicazione, in qualità di atto comunicativo, può essere definita come: ‘uno scambio interattivo osservabile fra due o più partecipanti, dotato di intenzionalità reciproca e di un certo livello di consapevolezza, capace di far condividere un determinato significato sulla base di sistemi simbolici e convenzionali appartenenti ad una cultura di riferimento’.

L’intenzione Intenzione globale: intenzione unitaria di voler comunicare qualcosa da parte di un comunicatore a un destinatario. In questo senso l’intenzione globale dell’individuo costituisce un confine e un incrocio fra: il suo mondo interno (ciò che egli intende dire e mostrare all’interlocutore); il mondo esterno (la realtà di cui si parla e che viene manifestata); il messaggio prodotto (ciò che viene detto attraverso l’impiego di un dato sistema di segnalazione e che è rivolto a un determinato destinatario).

Gradualità dell’intenzione L’intenzione globale di comunicare qualcosa a qualcun altro non rappresenta un meccanismo dicotomico del tipo «on-off», ma è caratterizzata da una graduazione articolata al proprio interno. L’intenzione comunicativa non è un’entità discreta (a blocchi), ma è una variabile continua, in grado di generare un processo asintotico di sfumature. Questa gradualità intenzionale consente ai partecipanti di mettere regolarmente a fuoco e di calibrare i diversi atti comunicativi nel corso delle interazioni (comunicazione focalizzata). (Forza, gerarchia, pars pro toto…)

Gradualità dell’intenzione

Questa gradualità delle intenzioni comunicative rende particolarmente complesso l’atto comunicativo poiché: •  necessita di una precisa regia cognitiva ed emotiva; •  è soggetta a sfumature, incertezze e ambiguità.

•  riguarda una gamma indefinita di situazioni umane (contesti politici, ambienti industriali, scolastici, giudiziari, ospedalieri ecc.).

•  concerne un numero esteso di forme comunicative (ironica, seduttiva, ecc.).

L’opacità intenzionale

Pluralità e gradualità intenzionale implicano opacità intenzionale: l’intenzione comunicativa, concretizzata in una frase o in un gesto, è limitata, parziale e sfumata. Si può parlare anche di copertura o velatura intenzionale: L’intenzione comunicativa dell’attore è diversa dall’intenzione espressiva. È necessario un lavoro inferenziale da parte del destinatario che ha la possibilità di scegliere un certo percorso di senso anziché un altro.

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Una definizione di discomunicazione

Una comunicazione in cui aspetti impliciti e indiretti prevalgono su quelli espliciti e diretti (è maggiore l’opacità intenzionale). È un dire per non dire: c’è uno scarto rilevante fra il detto e il non detto, l’intenzione comunicativa del parlante è diversa da quella espressiva. Il partner ha la responsabilità di disambiguare e scegliere un certo percorso di senso piuttosto che un altro. Quali sono i vantaggi della discomunicazione? •  Aumentano i gradi di libertà dei partecipanti;

•  È un’opportunità e una competenza in termini di efficacia comunicativa (comunicazione intrigante).

Discomunicazione: come?

Ironia Seduzione

Menzogna

Cosa sappiamo dell’ironia?

•  Cosa vuol dire fare dell’ironia?

•  C’è un solo tipo di ironia?

•  Perché usiamo l’ironia?

La comunicazione ironica

Nella prospettiva tradizionale: Ironia è figura retorica basata sull’antifrasi (esprimere un enunciato per fare intendere l’opposto del suo significato letterale). In psicologia della comunicazione: L’ironia è l’inversione semantica fra il significato letterale (manifesto) di un enunciato e il suo significato implicito (latente).

Comunicazione ironica = comunicazione obliqua Mostra ciò che nasconde; nasconde ciò che dice

Dire per non dire

La ‘famiglia’ delle ironie

•  Ironia sarcastica (blame by praise): disprezzare il partner attraverso parole di elogio.

•  Ironia bonaria (praise by blame): elogiare il partner facendo ricorso a frasi di critica.

•  Ironia socratica: modo di comunicare elegante per mettere in discussione mode e dogmi senza sbilanciarsi né compromettersi.

•  Ironia scherzosa (o giocosa): si avvicina alla battuta di spirito e serve a sdrammatizzare eventualmente una situazione tesa.

Funzioni psicologiche dell’ironia

•  Rispetto delle convenzioni (aggirare la censura in modo culturalmente corretto): strategia indiretta ed efficace per “cogliere nel segno” in modo implicito, senza trasgredire le norme e gli standard previsti dal sistema cultura di appartenenza (humour inglese).

•  Confine di riservatezza (proteggere lo spazio personale): strategia utile per proteggere la propria riservatezza (privacy), evitando i rischi dell’esposizione di sé sia in contesti di intimità sia in determinati ambiti pubblici.

•  Ambiguità relazionale (rinegoziare i significati): paradosso: per essere meglio intesi occorre essere “fraintesi”.

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Script ironico

Successione di azioni e di mosse finalizzate a conseguire un certo esito. Quattro fasi distinte: •  Premessa : bagaglio di conoscenze reciproche

interpersonali condivise dagli interlocutori; orizzonte di riferimento, all’interno del quale collocare lo scambio ironico successivo.

•  Evento focale: elemento induttore e antecedente della comunicazione ironica.

•  Commento ironico: manifestazione di una determinata intenzione comunicativa da parte dell’autore.

Script ironico

•  Effetto ironico: prodotto dal modo in cui il commento ironico è interpretato da parte del destinatario. Tre possibili contromosse:

•  Fra in tend imento (mancata a t t r ibuz ione d i

un’intenzione differente dal significato letterale all’enunciato; il commento ironico non viene colto);

•  Disconoscimento (il partner comprende il senso ironico, ma decide di fermarsi al significato letterale);

•  Touché (la comunicazione ironica arriva a bersaglio colpendo l’ironizzato).

Cosa sappiamo della seduzione?

•  Cosa vuol dire sedurre?

•  Come si seduce?

•  Con quale scopo seduciamo?

La comunicazione seduttiva

La vicinanza e la distanza fisica e psicologica fra gli individui sono oggetto di un complesso sistema di regolazione che non risulta mai né definitivo né stabile, ma che è suscettibile di continue variazioni e oscillazioni. La seduzione è una sequenza strategica e intenzionale di mosse il cui scopo è quello di attrarre (anche sul piano sessuale) un’altra persona. L’esito sperato è quello di una notevole riduzione della distanza psicologica fra due individui, al fine di creare una relazione.

La danza del corteggiamento

“Dall’essere qualunque all’essere qualcuno”, è un reciproco gioco di seduzione che prevede: •  Individuare e selezionare un partner attraente e

interessante;

•  Stabilire il contatto con il potenziale partner attraverso opportune strategie di esibizione, al fine di farsi notare, di catturare la sua attenzione e di farsi scegliere a sua volta;

•  Stabilire un reciproco avvicinamento per instaurare una relazione di intimità attraverso la riduzione progressiva del grado di incertezza;

•  Decidere di mantenere il legame in una cornice di relativa stabilità.

Cosa sappiamo della menzogna?

•  Che cos’è?

•  Esiste un solo tipo di menzogna?

•  Che ruolo hanno mentitori e destinatari?

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La comunicazione menzognera

La menzogna è un atto comunicativo, consapevole e deliberato di ingannare un altro che non è consapevole e che non desidera essere ingannato. Tre proprietà essenziali: •  Falsità del contenuto espresso;

•  Consapevolezza di tale falsità;

•  Intenzione di ingannare il destinatario.

La ‘famiglia’ degli inganni

•  Omissione (il parlante omette di fornire al partner alcune

informazioni essenziali per gli scopi di quest’ultimo);

•  Occultamento (il parlante nasconde alcune informazioni divergenti o secondarie per fargli assumere false credenze);

•  Falsificazione (il parlante deliberatamente invia al partner informazioni che sa essere false):

•  Mascheramento (il parlante cela informazioni importanti e pertinenti, fornendo al partner altre informazioni false).

Ma i fenomeni ingannevoli costituiscono un continuum dai confini sfumati, in cui uno sfuma nell’altro sulla base di una certa ‘somiglianza di famiglia’.

La ‘famiglia’ degli inganni

•  Menzogne preparate: menzogne studiate nei dettagli,

con l’elaborazione di risposte accettabili a fronte di un’eventuale indagine da parte del destinatario. Si tratta di menzogne ad alto contenuto come alta è la posta in gioco (la faccia, l’onore, la dignità e la relazione).

•  Menzogne impreparate: le diciamo quando siamo colti

sul fatto, le improvvisiamo al momento. Spesso sono menzogne convenzionali e quotidiane. Sono menzogne a basso contenuto e a basso rischio (es. menzogne di cortesia).

La ‘famiglia’ degli inganni

•  Menzogne cooperative (altruistiche): dette per

proteggere o aumentare le risorse psicologiche del destinatario, per tutelare i suoi interessi e la sua immagine personale, per evitargli una situazione di imbarazzo e per incrementare le sue emozioni positive.

•  Menzogne non cooperative (egoistiche): messe in atto

per proteggere in modo egoistico gli interessi del mentitore, a scapito e danno del destinatario. Es. evitare rimproveri e punizioni, critiche imbarazzanti, disprezzo e disapprovazione o vitare di perdere la faccia e la dignità. Oppure ottenere un vantaggio per sé e il proprio gruppo a danno di altri.

Menzogna come ‘gioco a due’

Mentitore: abile vs ingenuo (attenzione, non sono categorie dicotomiche!) •  Il mentitore abile: è in grado di far apparire il falso come

verosimile, poche differenze comunicative tra verità e menzogna, buon livello di controllo delle proprie competenze cognitive, emotive e sociali. Nel corso della menzogna mantiene un’efficace regia della situazione e un valido controllo nei confronti dell’interlocutore.

•  Il mentitore ingenuo: manifesta comportamenti incongrui e produce una serie di indizi di trapelamento (leakage) per un eccesso o per mancanza di controllo. In entrambi i casi, finisce per tradirsi e per insospettire l’interlocutore.

Menzogna come ‘gioco a due’

Destinatario: acquiescente vs sospettoso (attenzione, non sono categorie dicotomiche!) •  Il destinatario sospettoso: in base a qualche indizio può

insospettirsi e incominciare a porre delle domande indagatrici per accertare ciò che dice l’interlocutore e per smascherare il suo inganno. Pone domande sempre più precise, verificando la corrispondenza dei fatti, facendo inferenze, giungendo talvolta fino a un vero e proprio interrogatorio.

•  Il destinatario acquiescente: accetta per veritiero ciò che dice il mentitore, guidato dall’inclinazione per la verità (truth bias), da un elevato livello di credulità o anche dal desiderio di evitare conflitti o separazioni.

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Riconoscere la menzogna

•  Come mentiamo?

•  Quali strategie utilizziamo?

•  Siamo in grado di riconoscere una menzogna?

•  Cosa osserviamo in una persona per capire se mente?

•  Su quali indizi ci concentriamo?

Riconoscere la menzogna: CV

•  Ambiguità e prolissità: elevato numero di modificatori con valenza dubitativa (circa, quasi, forse, ecc.), livellatori (tutti, nessuno ecc.) e predicati epistemici (penso, suppongo, credo ecc.), frasi lunghe e contorte, alta variazione nella scelta delle parole e grande impiego di informazioni secondarie irrilevanti. Per contro, scarsi riferimenti contestuali di natura percettiva e spazio-temporale.

•  Assertività ed evitamento ellittico: forme elusive e reticenti per esprimersi. Frasi brevi, di natura nominale e sintatticamente incomplete (soggetto e predicato impliciti); pause piene e vuote frequenti e lunghe; tempi di latenza per le risposte lunghi.

•  Impersonalizzazione: limitato numero di autoriferimenti, ricorso frequente a terze persone, elevato uso di forme impersonali (si dice, noi).

Riconoscere la menzogna: CNV

•  Prossemica Intima Personale Sociale Pubblica

•  Aptica

•  Voce Riflessi (es. starnuto, tosse…) Extralinguistico (anatomia) Paralinguistico

Tono (es. acuto o grave) Intensità (volume, enfasi) Tempo (velocità e pause)

•  Volto Espressioni facciali Sorriso Sguardo

Direzione Durata Contatto/evitamento Fissazione

•  Gesti Facciamo un esercizio!

Esercitazione: I Gesti

Dividiamoci in 8 gruppi e immaginiamo di essere protagonisti in una di queste situazioni: 1.  Racconto autobiografico: vacanza 2.  Racconto informativo: iscrizione all’università 3.  Racconto informativo: illustrazione di un percorso 4.  Fiaba a un bambino 5.  Comizio politico 6.  Promoter in un supermercato 7.  Esposizione di una tesi 8.  Colloquio di lavoro Quali gesti produrremmo? Disegniamoli e descriviamoli!

20 minuti!!!

Riconoscere la menzogna: I Gesti

•  Gesti Iconici/Illustratori (anche metaforici) Motori

Ritmici Autocontatti

Deittici Simbolici Pantomima

Come li misuriamo? Estensione spaziale (quanto spazio?) Estensione temporale (durata) Fluidità (continuità) Forza (accelerazione) Animazione globale Ripetizione

Impegno cognitivo nella menzogna

•  Inventare una storia e monitorarne la fabbricazione così che sia plausibile e credibile;

•  Ricordarsi ciò che hanno detto e a chi lo hanno detto; •  Monitorare e controllare il comportamento allo scopo di

apparire onesti all'interlocutore; •  Monitorare attentamente le reazioni dell'interlocutore per

valutare se egli stia credendo o no alla loro menzogna; •  Adattare il proprio comportamento e l’eventuale ‘strategia’

alle reazioni dell’interlocutore;

•  Sopprimere la verità mentre fabbricano la menzogna.

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Possiamo usare il carico cognitivo?

Se ai mentitori servono più risorse cognitive che agli interlocutori sinceri, essi avranno meno risorse cognitive a disposizione. Cosa succede se aggiungiamo ulteriore carico? •  I mentitori potrebbero gestire peggio il nuovo compito

assegnato;

•  I mentitori avrebbero ancora meno risorse per attivare tutti i meccanismi di monitoraggio e controllo che gli permettono di essere efficaci;

Per noi diventa più facile trovare indizi di smascheramento!

Altre variabili in gioco

•  Stato emotivo •  Arousal •  Motivazione

Stretta interconnessione, nessuno di questi fattori può essere preso in considerazione separatamente!

•  Tipo di menzogna •  Situazione •  Livello di rischio •  Mentitore •  Destinatario  

Indizi di smascheramento: CNV

•  Blinking •  Evitamento dello sguardo

•  Sorriso •  Movimenti del corpo

•  Gesti •  Illustratori •  Autocontatti

•  Estremità (dita, piedi…)

•  Postura •  Cambi di postura

•  Procedure sperimentali

•  Ricerche su campo

•  Pattern di comportamento vs indizi singoli

•  Nuove tecnologie

•  Codifica •  Analisi

Come possiamo migliorare?