Diritto di parola e di esistenza delle comunità patrimoniali

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,, Faro V enezia Diritto di parola e di esistenza delle comunità patrimoniali Adriano De Vita Per convegno internazionale “ Il patrimonio culturale. Scenari 2015” Venezia, 26-28 Novembre 2015

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,,Faro Venezia

Diritto di parola e di esistenzadelle comunità patrimoniali

Adriano De VitaPer convegno internazionale “ Il patrimonio culturale. Scenari 2015” Venezia, 26-28 Novembre 2015

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,,Action plan di Faro - 2015

Tre tematiche - chiave:

● Racconto/storia

● Bene comune

● Partecipazione

Piano d’Azione Faro - AT(CC 96/2015)– Giugno 2015L'action plan individua una serie di azioni utili per mettere in pratica la Convenzione di Faro. Tra le raccomandazioni proposte dall'Italia si trovano le seguenti:

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,,Che cosa vediamo ?

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,,Quello che crediamo di vedere..

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,,La cultura determina la percezione

Questo turista, come molti altri, si è fermato sul ponte della paglia, vicino al Palazzo Ducale per fare qualche foto ricordo. Stava fotografando la facciata della biblioteca Marciana che però in quel periodo era completamente ricoperta da un gigantesco manifesto pubblicitario.

Il turista fotografava lo stesso, come se il manifesto non esistesse. Molti latri facevano come lui e fotografavano anche il Ponte dei Sospiri, alla loro destra, anch'esso del tutto invisibile per lo stesso motivo. Qui possiamo vedere all'opera un potente modello culturale: Venezia è bella, Venezia va fotografata. Sempre e comunque. Non importa il “che cosa” si fotografa.

In quel periodo mezza Piazza San Marco era ricoperta di cartelloni pubblicitari, utilizzati per reperire i fondi necessari per il restauro delle facciate. Questa pratica stimolò una serie di proteste da parte di varie associazioni di cittadini e ne fece nascere altre: i primi nuclei delle numerose comunità patrimoniali oggi attive in città.

Questi primi gruppi iniziarono ad elaborare un modello culturale nuovo e diverso da quello dominante.Questo processo è lungo, faticoso e conflittuale e passa per l'elaborazione di un linguaggio specifico (concetti e storie) in grado di raccontare la città in modo diverso dal modello turistico-pubblicitario.

Solo quando questo processo si consolida abbastanza diventiamo capaci di percepire la realtà con occhi nuovi. O meglio: costruiamo un “realtà” che prima non era tale.

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,,Che cosa vedete qui ?

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,,Che cosa vedete qui ?

Una bella cartolina

Un esempio di folclore locale

Un business turistico

Un sistema di trasporto pubblico molto efficiente, economico e sostenibile

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,,Una visione emergente

La molteplicità delle cose si possono “vedere” in una semplice foto rivela chiaramente la diversità dei mondi di che la guarda. Ad ogni racconto corrisponde una diversa “realtà”, che quel racconto costruisce. Solo un veneziano (o chi consce bene la città) è in grado di vedere che nella foto non si mostra una gondola generica, ma un traghetto. Cioè un servizio pubblico che permette da attraversare in modo veloce ed economico il Canal Grande, che ha solo tre ponti. Nella foto si può anche capire che le persone traghettate sono veneziane: i turisti tendono infatti a sedersi perché si sentono insicuri; i veneziani invece sono abituati e preferiscono stare in piedi.

In passato i traghetti a remi erano molto numerosi e costituivano l'unico sevizio di trasporto pubblico

Con lo sviluppo del servizio pubblico di trasporto basato su battelli a motore in traghetti sono diminuiti e quasi scomparsi (oggi sono tre)

Ora sta emergendo un racconto nuovo in base al quale i traghetti a remi vanno potenziati perché in molti casi sono più comodi, più efficienti, meno costosi dei battelli a motore. I traghetti contribuiscono a rallentare la velocità del traffico acqueo diminuendone la pericolosità e combattendo i danni prodotti dal moto ondoso. Creano occupazione per la costruzione e manutenzione e per i gondolieri. Infine preservano il patrimonio intangibile (la capacità di costruirli e di manovrarli) e il senso dell'identità dei veneziani.

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,,Due narrazioni contrapposte

Si danno così due racconti diversi e contrapposti:

● Quello del secolo scorso, che vede Venezia come città da modernizzare, con trasporti veloci, sublagunare, grandi opere, turismo come unica risorsa.

● Quello emergente che vede Venezia come città del futuro e non come residuo del passato, da valorizzare per quanto ha di specifico e in grado di assicurare una qualità della vita maggiore rispetto ad una città normale.

La prima narrazione è largamente maggioritaria e consolidata, ma la seconda si sta lentamente sviluppando e acquisisce consensi giorno per giorno.

In questo processo la comunità patrimoniali giocano un ruolo rilevante perché operano come una sorta di avanguardia civile, potenzialmente in grado di dare voce a quella variegata parte della cittadinanza che genericamente chiamiamo cittadinanza attiva.

Ma per svolgere questo ruolo è essenziale che riescano ad acquisire un riconosciuto diritto di parola.

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,,Cultura è percezione e linguaggio

Una comunità patrimoniale dunque non è solo un gruppo di persone che si prende cura di un luogo a loro caro, con lo sguardo rivolto al passato.

É un gruppo sociale che esiste in quanto “comunità” solo se è in grado di elaborare una sua cultura, cioè una visone del mondo ● specifica● condivisa● trasmissibile

E che può manifestare questa visione

Attraverso la parola pubblica

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,,La parola pubblica

Si comunica sempre a qualcuno e per qualche scopo

● si comunica alla cittadinanza● e al potere politico

Allo scopo di costruire modelli culturali diffusi che possono trasformarsi in:

● diritti di cittadinanza● scelte politiche● nuovi modelli di democrazia

La democrazia partecipativa è una forma emergente di democrazia che si propone come integrativa rispetto al più abituale modello di democrazia rappresentativa

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,,Condizioni di efficacia

● I mezzi (la comunicazione pubblica costa e richiede tempo)● Il permesso (a volte i sindaci vietano la parola pubblica)● Il potere (di comunicare nonostante divieti e ostacoli)● La capacità (servono competenze professionali sofisticate)● Le occasioni (che si presentano o vanno create)

Si tratta di passare da un regime di concessione e buona volontà (tipico del principe verso i suoi sudditi)

ad uno di

diritto di esistenza e azione pubblica in un contesto di democrazia partecipata (adatto per le democrazie evolute)

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,,La Carta di Venezia

3. Incoraggia, sull’esempio marsigliese, la nascita di “commissioni patrimoniali” (Heritage Commissions) come spazio pubblico di concertazione e di scambio tra le comunità di eredità culturale, le associazioni dei cittadini, le istituzioni e gli enti culturali, con l’obiettivo di attivare sinergie e processi partecipativi nello sviluppo delle politiche e delle attività culturali locali e transnazionali;

5. Auspica inoltre la creazione di un indice per l’identificazione e la mappatura degli elementi di interesse ereditario da parte delle stesse comunità locali, come strumento concreto di “democrazia culturale” inteso a salvaguardare e valorizzare, con attenzione ai profili sociali, economici e professionali, luoghi che hanno per la comunità locale un valore “speciale” e la cui memoria, ancora viva, va tramandata alle generazioni future;

sul valore del Patrimonio culturale per la Comunità venezianaForte Marghera, Venezia, 07/05/2014http://farovenezia.org/convenzione-di-faro/carta-di-venezia/

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,,Lesson learned

A Venezia esistono da tempo varie strutture di cittadinanza attiva, attive, organizzate, propositive e capaci di elaborazione autonoma di modelli culturali, e la trasparenza è migliorata,ma:

● Il concetto di bene comune rimane sostanzialmente estraneo e incomprensibile alla cittadinanza

● stessa cosa per il concetto e le pratiche democrazia partecipativa e cittadinanza attiva

● la cittadinanza "attiva" - sia pure in crescita - rimane una piccola parte della cittadinanza (circa il 2%)

● la partecipazione reale alle decisioni di governo è inesistente (si consultano le “categorie” economiche me non la “categoria” dei cittadini attivi)

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,,Che fare ?

A Venezia la consapevolezza di queste impasse si sta lentamente diffondendo nelle principali comunità cittadine e si stanno sperimentando strade diverse, per esempio:● un uso sistematico e molto efficace dei social media e visibile presenza

sulla stampa locale (Gruppo 25 aprile)● L'elaborazione di statuti associativi nuovi che sperimentano organismi

interni di partecipazione formali (Poveglia per Tutti)● La possibilità di strutturare l'azione della comunità patrimoniale come

corpo sociale intermedio (Forum Arsenale): un gruppo ristretto che però attiva sistematiche occasioni di consultazione con altri gruppi (circa 40) e si propone come interlocutore verso l'amministrazione

● L'avvio di comunità patrimoniali “dall'alto” - promosse direttamente da strutture pubbliche (Forum del Lido)

Una varietà di esperienze e tentativi che dovrebbero essere seguite, capite, valutate e diffuse alla ricerca di quello che funziona meglio

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,,Brainstorming Report

Non tutti i tipi di partecipazione pubblica in tema di eredità culturale possono essere considerati governo "partecipato".

I cittadini possono partecipare in progetti educativi, attività di intrattenimento, anche in processi di consultazione, ma questi tipi di partecipazione non sono esempi di "governo partecipato" per noi.

Solamente il governo condiviso; solamente il potere condiviso possono essere considerati in questo modo. Solo gli ultimi tre punti nella scala di Arnstein della partecipazione civica (controllo esercitato dai cittadini, potere delegato e partenariato) possono essere considerati governo partecipato.

PARTICIPATORY GOVERNANCE IN CULTURAL HERITAGE.http://www.voiceofculture.eu/Voice of Culture è un programma di dialogo strutturato sui temi della cultura tra società civile e Commissione Europea. Tra i risultati raggiunti è interessante il risultato di un brainstorming tenuto a Firenze nel luglio del 2015:

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MANIPOLAZIONE

POTERE DELEGATO

PARTENARIATO

PACIFICAZIONE

CONSULTAZIONE

INFORMAZIONE

TERAPIA

CONTROLLO

PARTECIPAZIONEREALE

MANIPOLAZIONE(tokenism)

NESSUNAPARTECIPAZIONE

La scala di Arnstein sulla partecipazione civica

Arnstein, SR (1969). A Ladder of Citizen Participation. Journal of the American Planning Association 35(4), 216-224.

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,,La “narrazione” che conta è questa

La governance partecipata riguarda la condivisione delle decisioni e della responsabilità di governo. Essa richiede:

● Fiducia● Etica e rispetto● Volontà politica (no tokenism)● Volontà professionale e sociale● Un quadro legale adatto● Trasparenza e accesso alle informazioni● Educazione/Formazione per tutti gli attori coinvolti● Fondi per promuovere una partecipazione reale

PARTICIPATORY GOVERNANCE IN CULTURAL HERITAGE (July 2015) Florence

http://www.voiceofculture.eu/

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,,http://www.unfaropervenezia.org/