Diritto al lavoro e libera circolazione nell’area schengen

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Sicurezza e salute nel lavoro: Aspetti pratici e normativi Prof. Roberto Laera Prof. Antonio Vito Boccia Aleksander Moisiu University FASTIP Faculty Diritto al lavoro e libera circolazione nell’area Schengen, quale impulso allo sviluppo economico del Paese: il caso della Svizzera come esempio di buone prassi “ALEKSANDËR MOISIU” UNIVERSITY - FACULTY OF BUSINESS

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Sicurezza e salute nel lavoro:

Aspetti pratici e normativi

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Diritto al lavoro e libera circolazione nell’area Schengen,

quale impulso allo sviluppo economico del Paese:

il caso della Svizzera

come esempio di buone prassi

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Sicurezza e salute nel lavoro:

Aspetti pratici e normativi

1. Premessa

2. Il principio di libera circolazione delle persone

3. La libera circolazione dei lavoratori

4. La libera circolazione di servizi

5. Il Caso della Svizzera

6. Importanza economica

7. Gli Accordi bilaterali e i relativi vantaggi economici

8. Dati economici Svizzera-Unione europea

9. La libera circolazione delle persone giova anche nella crisi economica

10. Attuazione delle misure di accompagnamento

11. Occupazione

12. Economia e prosperità

13. Riconoscimento dei diplomi

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Premessa

•Notevole sviluppo demografico, culturale ed economico

•Mercato del lavoro più ampio

•Professionalità in grado di far competere le imprese a livello mondiale

•Manodopera qualificata

•Crescita demografica e ripresa economica

•Riconoscimento dei diplomi e della formazione nell'Unione europea

Una previsione di come gli eventuali accordi bilaterali di libera circolazione tra l’Albania e i paesi dell’Unione

Europea dapprima, e poi l’ingresso nell’Unione Europea dopo, possano facilitare lo sviluppo del paese.

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Il principio di libera circolazione delle persone

Diritto Comunitario

•Le normative che regolano la circolazione delle persone all’interno del territorio dell’ Unione Europea costituiscono

uno dei capitoli più rilevanti e significativi.

•La libera circolazione dei cittadini della U.E. ha una sua propria caratterizzazione, prettamente economica

•Raggiungimento degli obiettivi europei in materia di politica sociale.

•Costituzione di un unico mercato del lavoro su scala europea.

•E’ assicurata la piena libertà di spostamento tra i vari Stati-membro che costituiscono la Comunità: siano essi

lavoratori subordinati, lavoratori autonomi o persone giuridiche.

•Abolizione di qualsivoglia forma di discriminazione ab origine basata sulla nazionalità delle persone, con riguardo

al diritto di ingresso nel territorio comunitario, all’accesso al lavoro, alle condizioni, al soggiorno ed al diritto di

mantenervi la propria residenza dal 1961, e la stessa Corte di Giustizia ha avuto modo di pronunciarsi più volte

sull’argomento (il coniuge e i discendenti che siano minori di anni ventuno).

•Il diritto di soggiorno dei familiari: esso tuttavia non costituisce un diritto autonomo, bensì è naturalmente collegato

alla circostanza che il lavoratore abbia già esercitato il suo proprio diritto di libera circolazione e che disponga di un

alloggio.

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La libera circolazione delle persone nella UE:

Parità di trattamento

Diritto Comunitario

•L’esistenza di un mercato del lavoro comunitario permette che lavoratori e datori di lavoro possano scambiare in

piena libertà le domande e le offerte di impiego, dando esecuzione ai contratti di lavoro conclusi.

•Parità di accesso ai posti di lavoro disponibili in ciascuno dei Paesi-membro della UE: tale garanzia è identificabile

nel principio di parità di trattamento per l’accesso all’impiego tra lavoratori nazionali e lavoratori che provengono da

altri stati comunitari.

•La garanzia di parità di trattamento trova fondamento nella impossibilità di far dipendere la assunzione del

lavoratore a criteri discriminatori in ragione della sua nazionalità.

•Il divieto di discriminazione, a contrario, rappresenta un autentico limite giuridico sia per i comportamenti dei

poteri pubblici, sia per la autonomia dei privati: sicchè le clausole discriminatorie che siano contenute in norme, o

contratti (individuali e/o collettivi), sono da considerarsi radicalmente nulle.

•La libera circolazione può essere parzialmente limitata dalla (legittima) richiesta di attestati di qualificazione

professionale, poiché le regole per il rilascio di tali attestazioni risultano ancora essere diverse nei vari Stati-

membro, in prevalenza per ciò che riguarda i lavoratori autonomi.

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La libera circolazione dei lavoratori

• Il principio di parità di trattamento del lavoratore costituisce, evidentemente, una parte integrante del diritto di

libera circolazione: trattasi di una garanzia di carattere generale.

• Il principio di parità gode comunque di un’ampia valenza protettiva: non a caso tale garanzia è funzionale sia alla

integrazione dei lavoratori migranti che alla tutela degli stessi cittadini del paese di accoglienza.

• Il principio di libera circolazione non può che implicare il diritto a spostarsi liberamente nel territorio degli stati-

membro e, quindi, il diritto del lavoratore a lasciare il proprio territorio nazionale, onde accedere ad una attività

lavorativa in un altro paese comunitario.

• Applicabile semplicemente con la presentazione di un documento di identità, senza il rilascio di alcun visto di

uscita: detta facoltà coincide con il diritto di ingresso del lavoratore migrante in ognuno dei paesi della UE, che

non è condizionabile da alcuna forma di visto di ingresso.

• La libertà di circolazione del lavoratore si concretizza nel diritto di soggiornare senza il rilascio di alcun

permesso costitutivo del diritto.

• Sussistono ancora due limiti: un primo, di carattere meramente residuale, che riguarda l’accesso dei lavoratori

extra-nazionali all’impiego pubblico nelle amministrazioni dei singoli stati-membro.

• Un altro limite: il quale concerne, invece, le ragioni di ordine pubblico, di pubblica sicurezza, ovvero di sanità

pubblica.

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La libera circolazione di servizi

• Il Trattato sul funzionamento della Unione, nell'evidente intento di assicurare la piena mobilità dei fattori

produttivi in senso ampio altresì, con gli articoli 56-62 TCE, prevede la libera prestazione e circolazione dei

servizi: questa costituisce, in un certo senso, il pieno completamento del diritto alla libera circolazione dei

lavoratori.

• Per “servizi” devono intendersi, secondo l'art. 57 TFUE, «le prestazioni fornite normalmente dietro retribuzione,

in quanto non siano regolate dalle disposizioni relative alla libera circolazione delle merci, dei capitali e delle

persone».

• Tali prestazioni comprendono attività di carattere industriale, commerciale, artigiane e, infine, le libere

professioni.

• L'art. 57 paragr. 2 TFUE, prevede per il prestatore (il quale, a titolo temporaneo, eserciti la propria attività in un

paese diverso da quello di origine) il pieno diritto di esercitare la propria attività «alle stesse condizioni imposte

da tale Stato ai propri cittadini».

• Come per il diritto al libero stabilimento, anche nella libera prestazione dei servizi sono in primo luogo vietate le

discriminazioni ‘‘dirette’’, ossia quei casi in cui la normativa nazionale prevede espressamente un trattamento

diverso e meno favorevole per i liberi prestatori rispetto a quello applicabile ai soggetti stabiliti.

• Sono, infine, vietate le discriminazioni ‘’materiali’’, ossia tutte quelle azioni che derivano dalla assimilazione

della situazione del prestatore di servizi straniero a quella del prestatore nazionale, rispetto a quei requisiti che

risultino -per il cittadino estero- obiettivamente più difficili da acquisire.

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Il Caso della Svizzera

•L’Accordo del 21 giugno 1999 sulla libera circolazione delle persone tra la Svizzera e l’UE (ALC) facilita ai

cittadini dell’UE le condizioni di soggiorno e di lavoro in Svizzera

•Reciproco dei diplomi

•Sull’acquisto di immobili

•Coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale

•L’ALC è entrato in vigore il 1° giugno 2002 nei confronti dei cittadini dei vecchi Stati dell’UE

•Il 1° aprile 2006 è stato esteso ai dieci Stati che hanno aderito all’UE il 1° maggio 2004

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Il Caso della Svizzera

• L'immigrazione ha fatto registrare un'evoluzione adeguata alle esigenze dell’economia svizzera, favorendo così lo

sviluppo economico

• Le imprese possono reclutare più facilmente nell'UE o nei Paesi dell'Associazione europea di libero scambio

(AELS) il personale qualificato o altamente qualificato di cui hanno bisogno, il che consente loro di restare

competitive.

• Casi di dumping salariale sono stati osservati in particolare in alcuni settori a rischio. Potenziate le misure di

accompagnamento e si sono rivelate uno strumento efficace di lotta contro simili abusi in ambito retributivo

nonché in materia di condizioni lavorative.

• Dall’immigrazione prodotta da una situazione economica solida in Svizzera sorgono anche problemi legati al

sovraccarico delle infrastrutture e alla convivenza sociale.

• Sono inoltre stati realizzati numerosi studi volti a verificare, per esempio, l’impatto della libera circolazione delle

persone sul mercato del lavoro e sulla situazione del mercato dell'alloggio.

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Importanza economica

• I Bilaterali del 1999 completano l’Accordo di libero scambio del 1972 con un’apertura reciproca dei mercati

• Consolidamento delle relazioni economico-commerciali esistenti tra la Svizzera e l’Unione europea.

• Entrambe le parti traggono beneficio dall’abolizione degli ostacoli al commercio.

• Quest’ultima, infatti, snellisce le condizioni commerciali e favorisce la concorrenza, stimolando di conseguenza

la crescita economica, che a sua volta promuove la creazione di posti di lavoro.

• Economie Suisse, l’associazione mantello dell’economia svizzera, definisce questi accordi «indispensabili e

inevitabili».

• Rivestono particolare rilevanza sul piano economico l’Accordo sulla libera circolazione delle persone

• Quello sull’abolizione degli ostacoli tecnici al commercio

• Quello sugli appalti pubblici.

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Gli Accordi bilaterali e i relativi vantaggi economici

• Nuove opportunità commerciali per le imprese svizzere in mercati fino ad allora chiusi (prodotti agricoli, per i

trasporti terrestri e aerei nonché per gli appalti pubblici)

• Possono usufruire, nelle gare pubbliche di appalto, delle medesime condizioni di accesso garantite ai loro

concorrenti europei, (acqua, energia, smaltimento rifiuti, trasporti urbani ecc.)

• Le imprese estere hanno libero accesso al mercato svizzero, andando così a incrementare la pressione

concorrenziale nei settori interessati e, di riflesso, incentivando una maggiore produttività

• Nel settore del traffico delle merci è possibile ottenere risparmi immediati attraverso lo snellimento delle norme

di valutazione della conformità dei prodotti (abolizione degli ostacoli tecnici al commercio)

• Il principale impatto dal punto di vista economico è determinato dalla libera circolazione delle persone, che

consente di agevolare, da un lato, il distacco di manodopera svizzera negli Stati membri dell’Unione europea e,

dall’altro, il reclutamento di forza lavoro per il mercato svizzero del lavoro

• La semplificazione delle condizioni della mobilità internazionale dei lavoratori favorisce l’efficienza e pertanto

la crescita delle imprese svizzere, che hanno la possibilità di reclutare con maggiore facilità il personale

qualificato adatto alle loro esigenze

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Gli Accordi bilaterali e i relativi vantaggi economici

La seconda serie di Accordi bilaterali, i Bilaterali II, va ben oltre il quadro meramente economico dei Bilaterali I

estende la cooperazione a importanti settori politici quali:

• la sicurezza

• l’asilo

• l’ambiente

• la cultura

I Bilaterali II soddisfano anche altri interessi economici come:

• Tutelare gli interessi della piazza finanziaria (fiscalità del risparmio, lotta contro la frode);

• Incentivare il settore del turismo in Svizzera grazie all’introduzione del visto Schengen (Schengen/Dublino);

• Avvantaggiare fiscalmente le imprese svizzere attive a livello internazionale, che possono avvalersi di esenzioni

fiscali grazie all’adozione della cosiddetta «Direttiva madre-figlia» (fiscalità del risparmio)

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Dati economici Svizzera-Unione europea

• Il 55% delle esportazioni svizzere (pari a circa 114 miliardi di CHF nel 2014) è diretto verso l’UE

• il 73% delle importazioni svizzere (equivalenti a circa 131 miliardi di CHF nel 2014) provengono dall’UE

• l’82% del capitale estero investito in Svizzera proviene infatti dall’UE (complessivamente circa 562 miliardi di

CHF nel 2013)

• il 43% degli investimenti diretti svizzeri all’estero è destinato all’UE (pari a circa 465 miliardi di CHF nel 2013)

• Oltre 455’800 cittadini svizzeri vivevano e lavorano nei Paesi dell’UE

• 1’363’736 cittadini dell’UE-28/AELS domiciliati in Svizzera

• Oltre 297’000 lavoratori frontalieri provenienti dall’UE/AELS

(Fonte: Amministrazione federale delle dogane AFD, Ufficio federale di statistica UST e Banca nazionale svizzera BNS)

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La libera circolazione delle persone giova anche nella crisi

economica• Le imprese hanno sfruttato le maggiori possibilità di reclutare manodopera qualificata Favorita la crescita

demografica e la ripresa economica

• La percentuale di lavoratori qualificati tra i neo-immigrati è superiore alla media, a tutto vantaggio

dell’economia.

• Negli ultimi otto anni, l’Accordo sulla libera circolazione delle persone (ALC) ha favorito l’immigrazione di

lavoratori in Svizzera, consentendo all’economia svizzera una ripresa significante.

• La percentuale di lavoratori qualificati tra i neo-immigrati è superiore alla media, a tutto vantaggio

dell’economia.

• La recessione e il calo dell’occupazione in Svizzera sono stati moderati rispetto ad altri Paesi industrializzati

anche grazie all’immigrazione.

• Sul piano salariale, finora non sono stati rilevati effetti negativi riconducibili all’immigrazione sulle classi di

reddito basse.

• Si è forse leggermente indebolita la crescita salariale per i lavoratori maggiormente qualificati, il segmento che

ha registrato l’immigrazione più elevata.

• L’immigrazione ha invece avuto ripercussioni favorevoli per le assicurazioni sociali finanziate secondo il

principio della ridistribuzione: i contributi versati dai lavoratori provenienti dagli Stati membri dell’UE in

Svizzera superano ampiamente le prestazioni che percepiscono.

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Riconoscimento dei diplomi

• Alla luce dell'importanza della mobilità delle persone attive nell'attuale mondo del lavoro, anche il

riconoscimento dei diplomi riveste un ruolo decisivo.

• L'accordo sulla libera circolazione delle persone permette agli Svizzeri di far valere la loro formazione

nell'Unione europea e, viceversa, ai cittadini dell'UE di far riconoscere i loro diplomi dell'UE in Svizzera.

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Economia e Prosperità

• La libera circolazione accresce le opportunità di reclutare forza lavoro;

• Le imprese svizzere possono inoltre distaccare più facilmente il rispettivo personale negli Stati membri

dell’Unione europea (ad esempio per il montaggio o la manutenzione di macchinari o apparecchi dell’industria

metalmeccanica ed elettronica), migliorando pertanto le prospettive di concorrenzialità delle imprese elvetiche

rispetto alla concorrenza europea.

• Un terzo del personale che lavora negli istituti ospedalieri è di origine straniera.

• Nel settore alberghiero e della ristorazione, la proporzione di lavoratori stranieri supera il 40 per cento.

• L’80 per cento delle piccole e medie imprese ritiene che la possibilità, offerta dalla libera circolazione delle

persone, di reclutare facilmente la manodopera di cui necessitano, costituisce l’elemento più importante per la

piazza economica elvetica.

• Grazie alla libera circolazione delle persone, il prodotto interno lordo ha segnato una crescita stabile di al-meno

l’un per cento: questo rappresenta all’incirca tra quattro e cinque miliardi di franchi.

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Occupazione

• Mercati del lavoro aperti riducono il rischio di delocalizzazione della produzione all’estero a causa di una

carenza di manodopera qualificata e permettono in questo modo di mantenere gli impieghi nonché di creare

nuovi posti di lavoro.

• D’altra parte, gli Svizzeri usufruiscono di un accesso pari e reciproco al mercato del lavoro dell’Unione europea.

• La libera circolazione delle persone rispecchia l’andamento congiunturale dell’economia: se quest’ultima

rallenta, l’offerta di posti di lavoro diminuisce e quindi l’immigrazione si ridimensiona.

• Durante il quarto trimestre 2008, l’immigrazione proveniente dall’Unione europea è calata di quasi la metà.

• Sono stati creati oltre 250 000 posti di lavoro dalla metà del 2004.

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Conclusioni

• Col rinnovo e l’estensione della libera circolazione delle persone ai “nuovi” Stati membri dell’UE, la Svizzera

riconferma il proprio accesso privilegiato al mercato interno europeo costituito da ben 490 milioni di

consumatori.

• Essa consolida nel contempo le relazioni bilaterali con l’Unione europea che presentano condizioni stabili e

provate, le quali si rivelano particolarmente importanti proprio in periodi dominati dall’incertezza circa gli

sviluppi dell’economia.

• La Svizzera guadagna un franco su tre tramite le sue relazioni economiche con l’Unione europea.

• Queste superano attualmente un volume medio di un miliardo di franchi al giorno (circa 900 milioni di euro).

• Due terzi delle esportazioni svizzere sono dirette verso il mercato europeo (equivalenti a 124 miliardi di franchi

nel 2007).

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