Diritti tv Serie A: Sky e Perform fanno man bassa. E …E DAZN sbarca in Italia A Sky e Perform i...

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MAGAZINE n.180 / 18 18 GIUGNO 2018 Amazon Prime Music può sostituire un servizio premium? Il modem “imposto” minaccia la neutralità della rete 02 31 TV OLED Sony AF8 Video e audio al top 33 ZenFone 5, campione della gamma media 41 I primi scatti con la Sony RX100 VI IN PROVA IN QUESTO NUMERO 24 E 3: le novità più importanti presentate a Los Angeles PlayStation: pochi giochi di grande qualità Ma Sony blocca il cross-play tra PS4 e Switch Microsoft svela un numero incredibile di progetti 17 La nostra guida per regolare il TV e vedere meglio i Mondiali I segnali di test e le procedure da seguire per regolare il TV e vedere meglio in ogni situazione Vi spieghiamo passo per passo come fare iliad denunciata ad AGCOM. Scopriamo se i motivi sono validi 04 15 Diritti tv Serie A: Sky e Perform fanno man bassa. E DAZN sbarca in Italia A Sky e Perform i diritti della Serie A. Partite in 4K HDR e arriva anche DAZN: il Netflix dello sport. Mediaset però non ci sta e tratta con Sky per trovare un accordo 08 Sky lancia l’offerta fibra, ecco come funziona 43 Xiaomi MDZ-26 Suono da grande 21 Le migliori app per seguire i Mondiali 22 L’Italia ai Mondiali con Fifa 18 World Cup 14

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

Amazon Prime Music può sostituire un servizio premium?

Il modem “imposto” minaccia la neutralità della rete 02

31

TV OLED Sony AF8 Video e audio al top

33

ZenFone 5, campione della gamma media

41

I primi scatti con la Sony RX100 VI

IN PROVA IN QUESTO NUMERO

24

E 3: le novità più importanti presentate a Los Angeles PlayStation: pochi giochi di grande qualitàMa Sony blocca il cross-play tra PS4 e Switch Microsoft svela un numero incredibile di progetti

17

La nostra guida per regolare il TV e vedere meglio i MondialiI segnali di test e le procedure da seguire per regolare il TV e vedere meglio in ogni situazione Vi spieghiamo passo per passo come fare

iliad denunciata ad AGCOM. Scopriamo se i motivi sono validi 04 15

Diritti tv Serie A: Sky e Perform fanno man bassa. E DAZN sbarca in ItaliaA Sky e Perform i diritti della Serie A. Partite in 4K HDR e arriva anche DAZN: il Netflix dello sport. Mediaset però non ci sta e tratta con Sky per trovare un accordo

08

Sky lancia l’offerta fibra, ecco come funziona

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Xiaomi MDZ-26 Suono da grande

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Le migliori app per seguire i Mondiali 22

L’Italia ai Mondiali con Fifa 18 World Cup

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

di Emanuele VILLA

N egli ultimi mesi ci siamo occupati diverse volte

della tematica del modem libero, che nasce dal-

l’odiosa usanza dei fornitori di connettività In-

ternet di “imporre” l’utilizzo del proprio modem come

parte integrante della fornitura.

In questo modo i clienti non hanno facoltà di sostituir-

lo con uno a propria scelta e questo rappresenta una

chiara violazione della libertà di fruizione della Rete:

chi vuole accedere al web da casa non può comprare

un modem/router che rispecchi le proprie esigenze e

si trova a “pagare” quello imposto dall’operatore. Ai

fini pratici poco importa che il prezzo sia distribuito

su piccole rate per la durata del vincolo contrattuale

o il modem venga offerto gratuitamente ma abbinato

a un servizio di assistenza obbligatoria. Il concetto è

un altro: gli utenti di Internet devono poter scegliere

l’attrezzatura d’accesso che vogliono.

Per contrastare questa odiosa pratica è stata fondata

la Free Modem Alliance, associazione che riunisce

consumatori, produttori e distributori di apparecchi di

rete, fornitori di servizi ICT e anche internet provider

(ma non i “big” del mercato), oltre al sito Modemlibero.itit. Free Modem Alliance è dunque una composizione

eterogenea di soggetti uniti da una linea comune di

posizione e azione: la tutela di libertà dell’utente per

la scelta dell’apparecchiatura di accesso a Internet.

Modemlibero fa parte della Free Modem Alliance

Nonostante esista da tempo una normativa europea

allineata con i principi della Free Modem Alliance, da

noi la strada è stata lunga, tortuosa e peraltro non

ancora compiuta: tra due interrogazioni al Governo,

l’assegnazione di poteri sanzionatori ad AGCOM e la

consultazione pubblica sono passati mesi. Ma ades-

so ci siamo davvero: nonostante alcuni ritardi dovuti

alla gestione di temi di massima urgenza (come la ge-

stione delle tariffe a 28 giorni), la delibera di AGCOM

è attesa nel prossimo consiglio o al più tardi a fine

mese. La Free Modem Alliance si aspetta che l’auto-

rità definisca una linea snella e semplice da recepire,

che sostanzialmente “dica alle telco come si devono

comportare” e semplifichi per i cittadini eventuali ri-

MERCATO I fornitori di connettività Internet continuano a“imporre” l’utilizzo del proprio modem come parte integrante della fornitura

Il modem imposto minaccia la neutralità della rete Apprensione per la decisione di AGCOM, in ritardoLa libertà di scelta del modem è collegata al diritto dei cittadini alla neutralità della rete. Entro l’estate il responso di AGCOM

corsi. Questa decisione è attesa da marzo, ma tra le

fila della Free Modem Alliance c’è lo stesso ottimismo

che c’era ieri.

Modem Libero è Neutralità della reteIn attesa che AGCOM si esprima sulla questione, si

è tenuto a Milano il primo Workshop nazionale sulla

Net Neutrality organizzato dal Movimento Difesa del

Cittadino. Diversi i temi trattati: neutralità della rete e

modem libero protagonisti, ma si è parlato anche di

sicurezza nell’uso di Internet, di privacy e delle (pre-

sunte) motivazioni tecniche che stanno alla base del-

le scelte delle telco. Parlando di neutralità della rete

l’Avv. Francesco Luongo, Presidente del Movimento

Difesa del Cittadino, sostiene che in un periodo stori-

co così complicato - si pensi alla negazione della Net

Neutrality in USA - c’è bisogno di regole ferme che

tutelino questo “nuovo diritto” che è un valore della

persona prima che un discorso tecnico: l’utente della

Rete ha il diritto a non subire restrizioni o discrimina-

zioni sulla base dei dati o del dispositivo usato per

l’accesso. Ecco perché il discorso della Net Neutrality

si collega direttamente al modem libero: imporre un

terminale di accesso alla rete, adducendo che il rou-

ter sia il nodo terminale della propria rete (e quindi

appartenga alla telco), è una limitazione della libertà

degli utenti. “Siamo tornati al periodo del SIM lock”,

aggiunge Luongo, che pone l’accento su quanto sia

sbagliato un obbligo di acquisto (del modem) a prezzo

fissato dalle telco e non dal mercato.

Tra i grandi temi affrontati c’è stata la privacy, anch’es-

so estremamente attuale: Gabriele Matteo Fiorentini,

responsabile coordinamento di Free Modem Alliance,

ha fatto notare che se l’apparecchiatura terminale (il

modem) appartiene formalmente alla rete dell’opera-

tore, non si può sapere quanti e quali dati raccoglie.

Il fatto che l’operatore possa intervenire sulla nostra

attività web è scontato e varrebbe anche con un mo-

dem libero, ma qui il discorso è diverso: le case degli

italiani sono sempre più smart e stracolme di appa-

rati che si collegano alla Wi-Fi di casa. Anche se non

scambiano dati su Internet, questi dispositivi “passa-

no” dal modem dell’operatore, sul quale il controllo

può essere nullo o limitato.

Si pensi a una realtà aziendale: quanti dati fondamen-

tali restano all’interno della rete aziendale e non de-

vono uscire per nulla al mondo? Certo, ci sono tanti

apparecchi pensati e progettati per incrementare la

sicurezza, ma perché acquistare più dispositivi quan-

do se ne potrebbe avere uno solo o uno diverso?

Poi c’è tutto il discorso della trasparenza. Le offer-

te che si sostanziano in un bundle, infatti, non sono

propriamente campioni di trasparenza: non sempre i

clienti sono in grado di capire quanto valgano le sin-

gole voci e questo vale anche per i concorrenti. Se-

segue a pagina 03

Ivan Catalano - Esperto di Rete e Deputato nella XVII legislatura

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

condo la Free Modem Alliance (e il senso comune), ciò

è dunque lesivo sia della libertà dell’utente, sia pone

questioni importanti a livello concorrenziale.

Durante il convegno si è poi ribadita più volte l’as-

senza di qualsiasi motivazione tecnica che giustifichi

l’imposizione di un terminale di rete, imposizione che

invece si spiega con tanti altri motivi: economici, in pri-

mis, ma anche per la gestione delle priorità di traffico e

del cd. overbooking, che si verifica nei momenti in cui

c’è un picco delle connessioni. Il problema è piuttosto

evidente: gestire le priorità, magari per favorire chi si

abbona a un ipotetico pacchetto Premium, sarebbe il

classico caso di violazione della Neutralità della Rete.

Decisione di AGCOM entro l’estate e fiducia nel nuovo GovernoA margine del workshop abbiamo incontrato France-

sco Luongo, Presidente del Movimento Difesa del Cit-

tadino, con cui abbiamo approfondito alcune questioni

pratiche sul presente e al futuro dell’attività a favore

del modem libero.

DDAY.it: “Dall’ultima volta in cui abbiamo parlato di modem libero è passato più di un mese. Qual è lo stato dell’arte?”Francesco Luongo: “Per tutelare la neutralità del-

MERCATO

Il modem imposto minaccia la neutralità della retesegue Da pagina 02

Avv. Francesco Luongo, Presidente Movimento Difesa del Cittadino.

la rete abbiamo partecipato alla consultazione di

AGCOM, dove abbiamo rilevato una fortissima parte-

cipazione. Per quanto riguarda il risultato siamo senza

dubbio fiduciosi, perché quello del modem “imposto”

è un problema che non può essere aggirato. Siamo

fiduciosi, perché l’autorità di garanzia per le comuni-

cazioni non può deliberare andando contro i principi

del regolamento europeo e siamo certi che saprà ben

distinguere l’interesse dei cittadini e al progresso del

Paese da quello di pochi operatori alla propria red-

ditività”.

DDAY.it: Nel caso non dovesse andare come spera-te, c’è un piano B?Luongo: “La Commissione Europea ha stabilito che le

norme vadano applicate non solo dagli Stati ma an-

che dalle Autorità di Regolazione. Se ciò non dovesse

accadere non potremmo far altro che denunciare alla

Commissione Europea un’errata interpretazione della

norma da parte della nostra Autorità. Non crediamo

comunque che AGCOM possa incorrere in un errore

del genere”.

DDAY.it: Come vede il rapporto tra la nuova situazio-ne politica italiana e i temi di cui vi occupate?Luongo: “Come in tutti i nuovi governi, la prima fase è

dedicata all’ascolto. Confidiamo comunque che il go-

verno e l’attuale ministro Di Maio, che appartiene a un

movimento da sempre sensibile alla libertà della Rete,

possa appoggiare non soltanto questa fase ma tutta

l’attività volta ad avere un Internet libero e produttivo.

Non abbiamo dubbi che questo governo possa darci

una mano”.

DDAY.t: “Quando arriverà la deliberà di AGCOM sul

modem libero?”Luongo: “AGCOM in questa fase è molto impegnata

a tutelare gli utenti da svariati abusi: ricordiamo per

esempio la fatturazione a 28 giorni. E’ per questo mo-

tivo che c’è stato un ritardo: dal canto nostro solleci-

tiamo l’autorità a fare presto, bene e confidiamo che

prima della pausa estiva riusciremo ad avere buone

notizie in tal senso”.

di Roberto PEZZALI

L a quasi totalità delle società di te-

lecomunicazioni impone al cliente

l’acquisto di un modem venduto o

offerto in comodato gratuito, e questo

ha portato ad un crollo del mercato che

non si è verificato in nessun altro paese

al mondo. Il segmento dei modem router

era già in difficoltà: nel 2017 si attestava

intorno al -34%, e ha subito un’ulteriore

flessione nei primi 5 mesi del 2018, re-

gistrando un trend in costante discesa,

ad oggi al -45%. A suonare la sveglia ci

pensa Davide Rossi, Direttore Generale

e Consigliere di Aires-Confcommercio:

“Il modem libero non può più aspettare,

AGCOM deve deliberare al più presto

perché il mercato sta soffrendo. È inac-

cettabile un ulteriore rinvio: si faccia

presto - commenta Rossi - è necessario

MERCATO Secondo Davide Rossi, Direttore Generale e Consigliere di Aires-Confcommercio, l’Italia è un caso unico al mondo

Nessuno compra più i modem: -45% dall’inizio dell’anno Rossi, Aires: “Il modem libero non può più aspettare”Siamo l’unico Paese dove il mercato dei modem crolla. E la colpa è del modem imposto dagli operatori telefonici

che si garantisca la piena libertà di scel-

ta. Questo anche per ripristinare la libe-

ra concorrenza di mercato. Ogni rinvio

ha rappresentato un cospicuo regalo a

chi oggi si avvantaggia della mancanza

di regole e un grave danno economico

per tutti gli altri operatori dell’industria

e della distribuzione. Quando si sotto-

scrive un contratto per l’acqua potabile,

viene forse imposto l’acquisto di un ru-

binetto di proprietà della società fornitri-

ce? Rai, Mediaset o La 7 impongono di

comprare antenne, decoder o televisori

di una sola marca per ricevere il Digitale

Terrestre? Sarebbe assurdo e inaccetta-

bile. Parlando di accesso a Internet, la

situazione è invece proprio questa: la

quasi totalità.”

Il nodo, come abbiamo detto, è quello

legato al modem libero. Per l’Italia sem-

brava una decisione ormai presa, ma

continua ad essere rinviata. Rossi ricor-

da che sono trascorsi più di tre mesi dal-

le dichiarazioni al Corriere della Sera del

Presidente dell’Agcom Angelo Cardani,

che dava per imminente la conclusione

dell’iter che avrebbe proibito agli opera-

tori di imporre il proprio modem, ma il

voto finale sulla delibera è stato più vol-

te rimandato. Gli operatori continuano a

fornire i loro modem, e il mercato conti-

nua a scendere. Anzi, crollare.

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

di Roberto PEZZALI

U n esposto di una associazione dei consumatori

fa le pulci a iliad: con un esposto inviato all’An-

titrust, all’Agcom e al Garante per la protezione

dei dati personali AECI, Associazione Europea Consu-

matori Indipendenti, ha denunciato il nuovo operatore

francese per pratiche commerciali scorrette, clausole

vessatorie, mancato rispetto della normativa delle tele-

comunicazioni, mancato rispetto della normativa sulla

tutela dei dati personali e mancato rispetto della nor-

mativa sulla sicurezza nazionale.

Un esposto che fa apparire iliad come il demonio, e

molti potrebbero chiedersi se dietro AECI non ci sia

qualcuno infastidito dall’arrivo di iliad e delle sue tarif-

fe super concorrenziali. Effettivamente AECI la cono-

scono in pochi, e sul sito non si trovano troppi esposti

verso le altre compagnie telefoniche che in questi anni

hanno fatto di tutto per irritare i clienti con rimodulazio-

ni, cambi tariffari e costi nascosti.

Ecco perché abbiamo alzato il telefono e abbiamo par-

lato con Ivan Marinelli, presidente dell’associazione,

per capire come mai hanno riposto tutta questa atten-

zione su iliad. Marinelli ci spiega che sono stati fatti

esposti anche verso altri operatori, ma anche non tutti

sono stati pubblicati sul sito e che molti sono anche

stati respinti, e che la lunga lista di “accuse” a iliad ser-

ve più che altro per mettere sul tavolo tante questioni,

alcune delle quali sicuramente verranno respinte e al-

tre considerate. Anche se solo una delle richieste fatte

venisse presa in esame a accettata, per l’associazione

sarebbe comunque una vittoria, perché avrebbe aiuta-

to i consumatori ad avere un servizio migliore.Effetti-

vamente, guardando bene l’esposto, qualcosa regge

e qualcosa no.

La scritta per sempre è ingannevole Ma ne hanno abusato tuttiAECI scrive che “L’operatore si riserva il diritto di modi-

ficare le condizioni economiche del contratto (articolo

91 delle condizioni generali di contratto) nonostante

si faccia intendere che la proposta economica è PER

SEMPRE”. Il contratto specifica che alcune offerte sono

“non modificabili”, ma è anche vero che nel caso ipote-

tico di cambio di regime d’iva la tariffa iliad cambiereb-

be non perché iliad ha aumentato o rimodulato i costi

ma semplicemente perché il Governo ha modificato il

regime fiscale. Nulla è “Per sempre” , ma è anche vero

che questo slogan è stato usato e stra-usato anche da

tutte le altre compagnie telefoniche per promozioni

che alla fine, vuoi per i 28 giorni vuoi per l’iva, hanno

subito una modifica tariffaria.

Tutti sospendono le SIM per uso fradulentoCriticabile pure le questione “iliad potrà sospendere

il Servizio, in tutto o in parte, dandone preavviso con

ogni mezzo, e senza che siano dovuti rimborsi o com-

MERCATO Con un esposto all’Antitrust e all’Agcom, un’associazione consumatori ha denunciato iliad per pratiche commerciali scorrette

Euroconsumatori dipinge iliad come il “demonio”Abbiamo esaminato a fondo, punto per punto, la denuncia di Euroconsumatori per scoprire se l’esposto regge oppure no

pensazioni in caso di: […] uso del Servizio o della SIM

da parte dell’Utente che risulti fraudolento o illecito

(anche con riferimento ad un livello anomalo o spro-

porzionato di traffico in relazione alle abitudini, alle

caratteristiche o alla natura dell’Utente”. Ogni opera-

tore ha clausule simili: se qualcuno dovesse utilizzare

decine di SIM iliad per gestire centralini automatici sa-

rebbe un utilizzo scorretto, un abuso della tariffa con-

correnziale creata per un consumatore che utilizza lo

smartphone come dev’essere usato.

iliad dice che la SIM costa Gli altri lo nascondonoErrata a nostro avviso la denuncia di omissione del co-

sto di attivazione della SIM pari a 9,99 euro una tantum:

è scritto in home, anche se in piccolo, è scritto in gros-

so nella pagina dell’offerta e subito prima di aderire.

Basta un rapido giro sui siti di Vodafone, TIM, Wind e

Tre per rendersi conto che il costo della SIM non solo

non è messo in home, ma è pure nascosto tra le note.

E Fastweb, che ha fatto della trasparenza un punto di

forza, continua ad avere in home prezzi che non corri-

spondono a quelli reali: sono infatti destinati solo a chi

è già cliente Fastweb.

Sul consumo extrasoglia iliad può migliorareLegittime invece le richieste per il consumo extrasoglia:

iliad dice che “In caso di sconfino della soglia di 30

gigabyte/mese l’utente naviga al costo di 9 euro a gi-

gabyte (0,90 euro ogni 100 megabyte)”, mentre AECI

sostiene che sia una violazione della delibera AGCOM

326/10/CONS che stabilisce che “qualora il cliente non

abbia dato indicazioni diverse in forma scritta, gli ope-

ratori provvedono a far cessare il collegamento dati

non appena il credito o il traffico disponibile residuo

di tempo o di volume) di cui al comma 1 sia stato inte-

ramente esaurito dal cliente, senza ulteriori addebiti o

oneri per quest’ultimo, avvisandolo di tale circostanza.

La connessione dati è riattivata nel più breve tempo

possibile dopo che l’utente ha fornito, mediante una

modalità semplice, il proprio consenso espresso, che

non può, quindi, essere tacito o presunto”.

La delibera parla però di traffico o credito, ed è fatta

per evitare che l’utente vada in rosso inconsapevol-

mente. L’importante è l’operatore disponga di sistemi

di notifica gratuiti per avvisare un utente del raggiun-

gimento della soglia, del traffico residuo disponibile e

del prossimo passaggio ad eventuale altra tariffa e del

relativo prezzo al superamento del plafond.

Sarebbe comunque buona cosa permettere all’utente

di poter scegliere se bloccare la navigazione al termine

dei GB dell’offerta o pagare a consumo. Bloccando la

navigazione tuttavia un utente potrebbe trovarsi im-

possibilitato a ricaricare o a attivare il consumo extra-

soglia senza una connessione dati attiva. I 30 GB di

iliad in ogni caso non sono pochi e andare extrasoglia

non è così facile.

Sul roaming difficile essere più chiariDubbi anche sulla tariffa di roaming, dove secondo

l’associazione l’offerta di iliad è lacunosa. “Se da una

parte si rileva che l’offerta preveda, per il traffico dati

generato in Europa, 2 gigabyte di allowance aggiuntivi

segue a pagina 05

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

rispetto alla soglia prevista per il territorio nazionale

(pari a 32 GB). Nell’ultima riga della presentazione

sintetica dell’offerta si legge infatti: “+ 2 GB dedicati in

Europa” ogni megabyte di traffico, dall’altra (Brochu-

re Prezzi p. 4 del documento) si legge che la tariffa di

0,00732 si applica al superamento dei 2 GB di con-

sumo di traffico”. A nostro avviso non ci sono troppi

dubbi: a pagina 4 c’è scritto nella modalità di addebito

“Fatturazione oltre i 2GB”, e vuole chiaramente dire

che iliad inizierà a fatturare i dati a 0,00732 euro a MB

quanto si superano i 2 GB.

I 2 GB di dati dedicati e aggiuntivi per l’estero hanno

creato un po’ di confusione, ma bisogna far notare che

nessuno degli altri operatori dice mai quanti GB un

utente ha a disposizione all’estero: tutti sono convinti

di poter usare in europa i GB della loro offerta ma non

è così, lo abbiamo spiegato più volte. C’è un calcolo

da fare e gli operatori si guardano bene dal metterlo

in evidenza. Per Vodafone, ad esempio, il calcolatore è nascosto in una tendina a scomparsa in una pagi-na dedicata: perché nessuno scrive di fianco ad ogni

tariffa quanti GB si possono usare in Europa?

La partita iva manca E anche le offerte per i disabiliHa ragione invece l’AECI quando dice che manca la

partita iva sul sito di iliad e mancano anche le tariffe

per non udenti e non vedenti: la delibera AGCOM sta-

bilisce che “Gli utenti sordi hanno diritto ad un’offerta

specificamente dedicata alle loro esigenze, compren-

dente 50 SMS gratuiti al giorno ed un volume di traffi-

co dati di almeno 20 Gigabyte, il cui costo non superi

il 50% del miglior prezzo praticato dall’operatore per

analoghe offerte vigenti a parità di volume di traffico

dati” e che “Gli utenti ciechi (totali e parziali) hanno

diritto ad un’offerta specificamente dedicata alle loro

esigenze, comprendente 2000 minuti gratuiti di traf-

fico voce ed un volume di traffico dati di almeno 10

Giga byte il cui costo non superi il 50% del miglior

prezzo praticato dall’operatore per analoghe offerte

vigenti a parità di volume di traffico dati”. Il sito di iliad

è privo di queste offerte agevolate che l’operatore

deve consentire.

Il token SMS non è una firma digitale ma le banche lo usano da anniDi difficile interpretazione invece le questioni legate

ai box e alla SIM. Secondo il presidente dell’associa-

zione “La firma e accettazione delle condizioni viene

effettuata a mezzo di ciò che iliad definisce “firma di-

gitale” ma che, alla luce dei fatti, risulta essere solo

un token ricevuto a mezzo sms.” Il token tramite SMS

viene usato oggi da molte banche come firma per bo-

nifici e transazioni, e anche per accettare le condizio-

ni dei contratti: è una questione delicata, come quella

dei box e del trattamento dei dati.

Iliad è arrivata in Italia con prezzi bassi e una offer-

ta semplice, e questo sicuramente ha dato fastidio a

molti. Tralasciando copertura e qualità del servizio,

che andranno testati, è evidente che l’azienda è gio-

vane e deve migliorare tante piccole cose, alcune an-

che in fretta, come la partita iva.

Ma è anche vero che gli altri fanno di peggio: se l’of-

ferta di Iliad ha clausule vessatorie, è poco trasparen-

te e contiene elementi dannosi per i consumatori, non

vogliamo pensare cosa può succedere se l’AECI si

mette a spulciare le singole tariffe e clausule degli ab-

bonamenti proposti da chi in Italia opera da sempre.

Ci auspichiamo che lo faccia presto.

La risposta di iliad: “L’offerta sarà davvero per sempre. Chiariremo tutto”Così iliad ha ribattuto alle accuse di AECI: “Riceviamo

con sorpresa la notizia di un esposto nei confronti

della nostra azienda, quando sono chiari a tutti gli

effetti positivi che il nostro ingresso sul mercato delle

telecomunicazioni può generare per i consumatori.

Abbiamo fatto della semplicità e della trasparenza il

nostro principio identitario e saremo ben contenti di

chiarire ogni dubbio anche rispetto ai minimi dettagli

contrattuali che ci vengono puntualizzati in queste

ultime ore, così come saremo felici di dimostrare agli

utenti che la nostra offerta è e sarà tale per sempre

per chi la sottoscriverà.”

MERCATO

Euroconsumatori, esposto conto Iliadsegue Da pagina 04

di Gianfranco GIARDINA

N on ci è andato giù leggero Paolo

Salvaderi, amministratore dele-

gato di RadioMediaset (la società

che edita R101, Radio 105, Virgin Radio

e Radio Subasio) intervenuto nel con-

testo del 15° Forum Europeo Digitale di

Lucca: “Il rischio è che il DAB sia oramai

una tecnologia superata”. Salvaderi ha

comunque rivendicato la scelta di esse-

re da sempre presente in simulcast sul-

la Digital Radio, ma non ha fatto mistero

che lo spegnimento dell’FM a favore

del digitale non è all’ordine del giorno e

neppure lo sarà nei prossimi anni: “Nel

frattempo si sono affiancate nuove reti

digitali; presto un grande numero di

automobili saranno connesse a Inter-

net”. Non a caso Salvaderi ci racconta

di come le emittenti stiano lavorando

MERCATO Nel contesto del Forum Europeo Digitale 2018 di Lucca, parla Paolo Salvaderi, numero uno delle radio Mediaset

Paolo Salvaderi (RadioMediaset) al Forum di Lucca 2018 “Il DAB rischia di essere superato. Non sarà obbligatorio”Salvaderi ci va giù pesante sul DAB, che a suo avviso non diventerà obbligatorio per legge sui nuovi apparecchi

a un aggregatore dei canali digitali su

Internet, una specie di piattaforma “tivu-

sat” per le radio via internet. Anche per

poter sviluppare canali di nicchia non

adatti al broadcast: “Il solo simulcast in

digitale di canali già in onda in analogi-

co da solo non funziona perché le per-

sone sono già mediamente soddisfatte

dall’FM”.

Ma se il DAB - secondo Salvaderi

- non sarà protagonista del futuro del-

la radio, come va letto l’articolo della

Finanziaria 2018 che introduce dall’an-

no prossimo l’obbligo di “un’interfaccia

digitale” negli apparecchi radio? “Non

c’è molto da interpretare: si parla di

un’interfaccia digitale, una tra quel-

le possibili. E un collegamento a una

piattaforma radio digitale in streaming

lo è. Quindi non è un obbligo di avere

esclusivamente le radio DAB” Salva-

deri quindi dà un’interpretazione de-

cisamente opposta rispetto a quella di

Sergio Natucci di DAB Italia da noi inter-

vistato qualche mese fa. “Però bisogna

intendersi su cosa sia una piattaforma

- prosegue Salvaderi -: per esempio in

Belgio Amazon è stata fermata rispetto

all’utilizzo esclusivo di TuneIn su Echo.

Le nostre emittenti non vogliono essere

intermediate da piattaforme terze nei

rapporti con i propri ascoltatori”.

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

di Gianfranco GIARDINA

A ridosso dell’inizio dei Mondiali di Russia 2018, di

cui Hisense è main sponsor, è venuto a trovar-

ci in redazione Gianluca Di Pietro, general ma-

nager della filiale italiana del produttore cinese. Un

incontro che è sfociato quasi naturalmente in un’inter-

vista in cui Di Pietro parla di Hisense, del posiziona-

mento del marchio in un mercato TV sempre più con-

centrato, delle novità che vedremo nei prossimi mesi.

In questo video l’intervista integrale, in cui Di Pietro

svela alcune anteprime, come lo sbarco di Hisense

sulla sponda dell’OLED.

DDAY.it: Come vede la situazione del mercato TV? I brand attivi sono rimasti pochi e Hisense è uno di quelli… Gianluca Di Pietro: “Allora, la situazione di per sé è

difficile, anche a livello mondiale. Però gli investimen-

ti necessari per la ricerca e sviluppo e dal punto di vi-

sta produttivo fanno sì che solo pochi player possono

giocarsi questa partita e Hisense ha fatto tutti i passi

per giocarre questa partita da protagonista”.

DDAY.it: Come va il posizionamento di Hisense?Di Pietro: “Sin dall’inizio di questa avventura col TV

iniziata nel 2013, abbiamo mantenuto un price index

di tutto rispetto, intorno sempre a 95-100…”

DDAY.it: più o meno la media di mercato…Di Pietro: “Sì, è un cosa abbastanza atipica per un

nuovo brand perché generalmente si segue una un

ingresso dal basso per poi risalire la china. Noi, forti

della qualità del prodotto, siamo riusciti ad ottenere

sin dall’inizio un price index di tutto rispetto”.

DDAY.it: E la conoscenza del brand come evolve in italia? Siete partiti con un nome che non era noto; adesso la situazione un po’ cambiata…Di Pietro: “Forse è leggermente cambiata, ma c’è an-

cora tanto da fare. Puntiamo sul supporto della distri-

buzione e sulla qualità del prodotto. Il far toccare agli

utenti finali prodotti di ottima qualità genera un pas-

saparola importante, una grande fiducia nel brand.

Lo vediamo anche nei riscontri che stiamo avendo sui

social. Tutte cose che generano brand awarness ma

è un percorso ancora molto lungo. Nel 2016 abbia-

mo avuto il primo evento di grande esposizione della

marca grazie agli Europei di calcio; nel 2018, tra qual-

che giorno, ripetiamo questo momento con i Mondiali

di Russia e si replicherà già per gli Europei del 2020

itineranti per l’Europa: anche lì Hisense sarà uno de-

gli sponsor principali della manifestazione”.

DDAY.it: Parliamo di tecnologie: ad oggi Hisense è uno dei player che gioca la partita sulla “sponda” di Samsung, con TV LCD alla loro massima evoluzione. La strategia resta centrata sugli LCD o si aggiunge-ranno delle altre cose?Di Pietro: “La strategia di Hisense sicuramente è più

MERCATO Abbiamo intervistato Gianluca Di Pietro, country manager di Hisense Italia, che ci ha svelato il lancio di una serie di TV OLED

Di Pietro (Hisense): “All’IFA di Berlino anche noi avremo l’OLED. E prima ancora la Laser TV”In arrivo anche un’importante acquisizione nel settore elettrodomestici che darà al brand cinese una grande spinta in Europa

di larga visione, nel senso che il focus resterà sul

mondo 4K ed è che resterà ancora il nostro core bu-

siness, ma all’IFA di Berlino del 2018 presenteremo

i nostri OLED (realizzati con pannello LG, come gli

altri produttori, ndr). A giorni, poi, lanceremo in Italia

il laser TV nel formato 100 pollici e poi a seguire an-

che 80 pollici, quindi l’introduzione di una tecnologia

completamente diversa rispetto a quelle attuali sul

mercato. Noi vogliamo mantenere una visione a 360

gradi su tutte le possibili tecnologie che possono ave-

re un accoglimento da parte dell’utente finale”.

DDAY.it: Come vede la dinamica dei prezzi in atto? Il mercato non sta crescendo in questo momento e la voglia di vendere dei diversi produttori potreb-be muovere i prezzi. Cosa succederà da qui a fine anno?Di Pietro: “Vedo assolutamente grande caos e non

solo dal punto di vista del prezzo ma dell’intero mes-

saggio che tutti quanti noi diamo all’utente finale:

sono messaggi a volte controversi, che fanno riferi-

menti a prezzi del passato per poi creare delle forme

di promozionalità spinte. Quindi sinceramente spero

in un grande cambiamento in questo ambito, con una

politica di prezzo molto più pulita”.

DDAY.it: Per essere più chiari, il riferimento è al fatto che i prezzi comunicati e consigliati sono ar-tatamente alti e poi arrivano sin dal primo lancio a prezzi promozionali più bassi?Di Pietro: “Certo, avete centrato il punto. Questa è

una cosa che dovremmo assolutamente evitare:

creiamo confusione nell’utente finale. Ci vorrebbe

una politica di prezzo più reale, senza pompare i

prezzi per poi crearci una promozione”.

DDAY.it: I TV si assomigliano sempre più estetica-mente, sono tutti praticamente senza cornice e il più delle volte la differenza tra un modello e l’altro, almeno a prima vista, sta nel piedistallo. Questi ap-

parecchi in negozio vengono presentati in maniera adeguata per valorizzarne le differenze o si potreb-be fare di più?Di Pietro: “C’è una mancanza di cultura, in primis

anche da parte nostra, i produttori. Ne parlavo pro-

prio con un mio collaboratore qualche giorno fa: al-

l’interno di un punto vendita, alla fine, toccavamo la

plastica dello stand per valutare un televisore che è

la cosa più inappropriata e meno rispettosa dei tanti

colleghi che fanno ricerca e sviluppo. La spiegazione

e la presentazione del prodotto è sicuramente una

grandissima area di miglioramento che ci riguarda

in prima persona e ovviamente tocca anche la di-

stribuzione. Fino all’anno scorso tentavamo soltanto

di esporre nel miglior modo possibile il prodotto ma

questo assolutamente non basta; quindi siamo partiti

con un programma di formazione in giro per l’italia

sui principali punti vendita a spiegare ai commessi

i contenuti tecnologici del nostro prodotto. Perché

un TV di oggi ha grandi contenuti tecnologici, sono

macchine molto più complicate di un TV di dieci anni

fa ma questo non sempre passa. Noi siamo uno dei

pochi produttori con una tecnologia proprietaria del

Intervista a Di Pietro (Hisense)“A settembre arriva l’OLED”.

lab

video

segue a pagina 07

Page 7: Diritti tv Serie A: Sky e Perform fanno man bassa. E …E DAZN sbarca in Italia A Sky e Perform i diritti della Serie A. Partite in 4K HDR e arriva anche DAZN: il Netflix dello sport.

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

software di navigazione quindi è veramente un pecca-

to non essere capaci di trasferire e valorizzare questi

questi elementi”.

DDAY.it: Siamo a ridosso di decisioni importanti per quello che riguarda un possibile switch off e la ces-sione della banda 700. Ovviamente ci sono teorie diverse, più o meno aggressive, su quanto debba essere accelerato questo processo. Qual è la sua vi-sione?Di Pietro: “In primis vediamo cosa farà il governo ap-

pena insediato su questo su questo argomento. E co-

munque cercherei di avere un comportamento quanto

più rispettoso nei confronti dell’utente finale. Già la

situazione generale non è particolarmente brillante: se

dobbiamo fissare un momento di switch-off, va fatto in

maniera chiara e con dovuto anticipo, di modo da non

creare problemi all’utente finale”

DDAY.it: Spostiamoci in un altro ambito, quello del

cosiddetto bianco, i grandi elettrodomestici, dove Hi-sense gioca una partita importante. Come va?Di Pietro: “Il posizionamento di Hisense sul mercato

internazionale degli elettrodomestici è in ascesa, spe-

cialmente sul mercato europeo perché ovviamente noi

abbiamo posizioni consolidate nel Sud-Est asiatico e

nelle Americhe; il continente europeo è l’ultimo tocca-

to dall’espansione internazionale di Hisense e stiamo

crescendo in modo importante. Poi c’è un tema macro

industriale che non è di poco conto e che segnerà il

futuro: gli stessi processi di concentrazione visti sui TV

li ritroveremo sugli elettrodomestici, anche se proba-

bilmente su una pletora di produttori un po’ più ampia.

Noi abbiamo tutti gli attributi per poter far parte anche

nel mondo del bianco dei pochi player mondiali che

hanno una chance importante per il futuro. Oggi il no-

stro focus in Italia è sul mondo del freddo, quindi con-

gelazione, frigoriferi multidoor, ma nel prossimo futuro

cresceremo anche nel mondo del lavaggio e in quello

dell’incasso”.

DDAY.it: Ma con crescite interne o con acquisizioni?Di Pietro: “Con acquisizioni, anche di un certo rilievo,

grazie alle quali avremo un’integrazione di prodotto su

famiglie che abbiamo e su famiglie di prodotto dove

ancora non siamo presenti. Parlo di processi di acqui-

sizione in Europa già finalizzati ma che ancora non

posso svelare: a brevissimo sicuramente saremmo lieti

poi di diffondere la notizia”.

DDAY.it: Cosa è presumibile pensare che succeda nei 4-5 anni nel mercato? Continueremo a comperare l’elettronica in negozio o l’online diventerà prevalen-te? I negozi resteranno multimarca o si andrà verso un modello similie a quello delle automobili, con le reti di concessionari monomarca?Di Pietro: “Bella domanda. Secondo me continuerà il

processo di concentrazione della distribuzione. Auspi-

co che arrivi quanto prima un reale processo di con-

vergenza dei prezzi dell’online e dell’offline. Ci sono

insegne che hanno entrambe le realtà e queste gio-

cano quasi in competizione l’una con l’altra, una cosa

assurda”.

DDAY.it: Nell’ipotetica lettera di Di Pietro al neoinse-diato governo, che richieste farebbe?Di Pietro: “Di fare le persone serie sulla regolamen-

tazione di questi mercati e di non creare posizioni di

vantaggio di qualche operatore rispetto agli altri. E di

guardare anche il nostro mercato anche in termini oc-

cupazionali e di reale valore aggiunto creato sul mer-

cato italiano. Quindi regole comuni, controllo e anche

protezione dell’occupazione”.

MERCATO

Intervista a Di Pietro (Hisense)segue Da pagina 06

di Emanuele VILLA

Amazon cresce, i pacchi da reca-

pitare pure. Fin qui tutto bene,

ma per garantire un ulteriore

miglioramento del servizio anche in

condizioni di crescita è necessario

aprire nuove possibilità logistiche. E

chi meglio di Poste Italiane può rag-

giungere, con trentamila portalettere,

la totalità del territorio e offrire opzioni

di consegna non ancora previste? Chi

abita nelle grandi città non ne sente

l’esigenza, ma immaginiamo che un

ulteriore supporto di Poste, del suo

corriere SDA e della flotta MistralAir

possa dare quella marcia in più al ser-

vizio di Amazon considerato nella sua

globalità.

Poste e Amazon hanno dunque rag-

giunto un accordo di durata triennale

(rinnovabile per un altro biennio) che

di fatto mette i nuovi servizi delle Po-

ste al servizio del gigante dell’e-com-

merce. L’obiettivo, oltre che di nuove

possibilità operative per l’azienda,

vuole avere una ripercussione positi-

va sui clienti: in questo modo, infatti,

MERCATO Per gestire il numero crescente di spedizioni, Amazon si è accordato con Poste Italiane

Accordo tra le Poste Italiane e Amazon Consegne anche di sera e nei weekendL’accordo, che ha durata triennale, permetterà anche di offrire nuove opzioni di consegna

Amazon aprirà nuove opzioni di con-

segna, come quella serale (che c’è già

ma è limitata a pochissime città), quel-

la “regolare” fino alle 19.45 e quella

del weekend, molto interessante per

chi in settimana non è a casa.

MERCATO

Chiuso Tao Computer Evasione IVA per 2,5 milioni Il Tribunale Ordinario di Trieste ha disposto con data 1 giugno il seque-stro del noto store di informatica Tao Computer. Il provvedimento arriva a seguito delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza con cui si è scoperta un’evasione dell’IVA, da parte della società di cui fa parte anche il noto portale, pari a 2,5 milioni di euro. Le Fiamme Gialle hanno dunque ordinato la custodia cautelare per tre imprenditori, operanti a livello nazionale, che avrebbero creato società fittizie, con la collaborazione di soggetti pre-stanome, al fine di emettere fatture false e di accentrare in questo modo debiti tributari mai versati al fisco. A partire dal 2013 i tre imprenditori avrebbero trasferito su soggetti terzi, sprovvisti di qualsiasi garanzia patrimoniale, le imposte dovute. Tao Computer è impegnata ad evadere gli ordini effettuati prima della sospensione dello store online. Da non sottovalutare l’aspetto garanzia dei prodotti che come nel “caso Stockisti” potrebbe sfumare sui prodotti di importazione.

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

di R. FAGGIANO e R. PEZZALI

Sono trascorsi oltre quattro mesi dal

lontano 5 febbraio, quando Media-

pro si aggiudicò il bando della Lega

calcio per i diritti tv delle prossime stagio-

ni del campionato di serie A. Dopo tante

vicende e tanto lavoro per i tribunali, la

questione è terminata con l’assegnazio-

ne dei tre pacchetti finali a Sky e Per-

form per complessivi 973 milioni di euro,

meno della cifra richiesta in partenza ma

comunque ben superiore alla prima offer-

ta di Sky . Inoltre la Lega ha ottenuto altri

100 milioni come bonus sui ricavi dagli ab-

bonamenti. Scendendo nei dettagli Sky si

è aggiudicata i due pacchetti 5 e 6 per

complessive 266 partite mentre Perform

si è aggiudicata il pacchetto 7 per le rima-

nenti 114 partite.

Risolta anche la questione 90° minuto

della Rai, il presidente Miccichè ha comu-

nicato che è stato trovato un accordo con

gli assegnatari per ridurre i tempi di esclu-

siva per i servizi sulle partite. Restano da

definire i dettagli dell’accordo tra Sky e

Perform per la trasmissione di tutti gli in-

contri su entrambe le piattaforme. ranno.

ENTERTAINMENT Dopo oltre quattro mesi, si è finalmente conclusa la telenovela dei diritti tv per il prossimo triennio della Serie A

Diritti tv della Serie A: affare fatto con Sky e PerformSky si è aggiudicata i diritti del campionato di Serie A per 973 milioni a stagione più un bonus di altri 100 milioni L’offerta sarà valida per tutte le piattaforme trasmissive, compreso il digitale terrestre. Su Sky Q partite in 4K HDR

Sky, serie A su satellite, digitale terrestre e fibra per tre anni. Anche in 4K e HDRIl nuovo bando della Serie A fa sorridere

i clienti Sky: non si poteva avere tutto,

ma si porta a casa il più possibile. Se

con il vecchio bando e la divisione per

piattaforma tecnologica Sky rischiava di

non poter mostrare le partite ad una fetta

di abbonati, la nuova suddivisione a par-

tite permetterà alla pay TV di distribuire

i match su tutte le piattaforme di distri-

buzione, dal satellite al digitale terrestre

passando per la nuova offerta fibra e per

Now TV, l’offerta “light” non vincolante

da abbonamento e fruibile tramite rete.

Sarà comunque campionato spezzati-

no, perché Sky al momento ha i diritti di

266 partite a stagione, 7 partite su 10, il

70% dell’intero torneo. Questo vuol dire

che in diretta esclusiva ci saranno i due

anticipi del sabato (ore 15 e ore 18), due

match della domenica pomeriggio alle

15, quello delle 18, il posticipo della do-

menica sera alle 20.30 e il Monday Ni-

ght, ovvero il lunedì alle 20.30. 16 dei 20

top match saranno esclusiva Sky, per gli

altri si dovrà capire cosa farà Perform. Gli

abbonati a Sky Q potranno godere delle

partite in 4K HDR. “Siamo fieri di poter

continuare a garantire ai nostri clienti il

meglio del calcio di Serie A, con un’of-

ferta mai così esclusiva, un prodotto di

qualità editoriale e di spettacolarità tec-

nologica. Da sempre puntiamo a valoriz-

zare il racconto del calcio italiano, esal-

tando il bello di questo sport. Sky oggi

è orgogliosa di poter offrire ai clienti il

meglio del calcio in esclusiva, insieme

alla migliore esperienza televisiva e alla

totale libertà di scelta, anche grazie alla

possibilità di vedere i contenuti attraver-

so molteplici piattaforme tecnologiche.”

ha commentato Andrea Zappia, Ammini-

stratore Delegato di Sky.

Resta da capire come saranno confi-

gurati i pacchetti, soprattutto quello del

digitale terrestre che a 29 euro al mese

inizia a diventare un affare. E’ vero che

Sky ha un solo canale in HD sul digitale

terrestre, ma grazie allo spezzatino quasi

tutte le partite saranno trasmesse in alta

definizione: solo i due match della do-

menica pomeriggio si sovrappongono.

di Gianfranco GIARDINA

D a Lucca arrivano le prime confer-

me: la Serie A sin dalla prossima

stagione entrerà nella program-

mazione 4K HDR di Sky, limitatamente

alla popolazione di possessori di sistemi

Sky Q. Ovviamente, il 4K HDR è nel pac-

chetto dei diritti che Sky ha acquistato,

ma - come sta accandendo per i Mon-

diali trasmessi da Mediaset (che si terrà

il segnale 4K in laboratorio), il rischio

era che i costi di produzione e messa in

onda non fossero giustificati dalla platea

potenziale: Sky infatti ha comunicato di

aver superato da poco i 100mila box Q

installati, anche se un’accelerazione da

questo punto di vista dovrebbe arrivare

con la “Q-izzazione” dei mySky HD più

evoluti e dal lancio prossimo di Q Black, il

ENTERTAINMENT Al 15° Forum Europeo Digitale di Lucca Sky conferma la Serie A in 4K HDR

Sky conferma: il prossimo campionato in 4K HDRIl segnale 4K andrà in onda e non resterà nei laboratori, come per i Mondiali di Russia 2018

box stand alone. La confer-

ma che invece Sky userà,

anche se sicuramente non

per tutti i match, il segnale

4K arriva da Mirko Mastro-

pietro, Distribution Platform

Design and Development

Senior Engineer di Sky

invervenuto al 15° Forum

Europeo Digitale di Lucca,

che ha sottolineato come

Sky abbia scelto di premere l’accelera-

tore sul 4K, tassativamente in modalità

HDR, dato che la dimensione schermo

media in Italia è oramai di 44” (quindi con

punte ben più alte per i TV più “impor-

tanti”). Mastropietro ha anche spiegato

che il canale Sky 4K resterà ancora per

un po’ un canale non 24 ore su 24, sia

per una non completa disponibilità di

contenuti che a causa del fatto che non

tutta la filiera sia attrezzata. Le pubbliciità

- per esempio - non sono ancora in 4K,

come anche alcune camere impiegate

nelle produzioni. Per questo motivo Sky

ha messo a punto una pipeline che rie-

sce a fare una upconversion HDR per la

parte di contenuti in un programma non

ancora HDR.

Estratto dai quotidiani onlinewww.DDAY.it

Registrazione Tribunale di Milanon. 416 del 28 settembre 2009

e

www.DMOVE.itRegistrazione Tribunale di Milano

n. 308 del’8 novembre 2017

direttore responsabileGianfranco Giardina

editingClaudio Stellari

EditoreScripta Manent Servizi Editoriali srl

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

di Roberto PEZZALI

D AZN (ma si pronuncia DA-ZONE) ar-

riva in Italia. DAZN è il servizio live e

on demand di sport in streaming di

Perform Group, l’operatore che si è aggiu-

dicato un pacchetto di diritti della Serie A

per i prossimi tre anni. Perform si è aggiu-

dicata l’esclusiva di 114 partite a stagione,

3 per giornata, e tramite DAZN trasmet-

terà queste partite sulla sua piattaforma

internet. DAZN avrà una tariffa unica di

9.99 euro al mese e, come per Netflix, i

fan avranno il primo mese di prova gratui-

ta in cui saranno liberi di disdire l’abbona-

mento. DAZN si è aggiudicata la visione

dell’anticipo delle 20.30 del sabato sera,

il lunch-time della domenica alle 12.30 e

una partita in programma la domenica

pomeriggio alle 15. Oltre ai tre match sa-

ranno disponibili gli highlights degli altri

7 match. Nei turni infrasettimanali, o con

palinsesto differente, DAZN trasmetterà

comunque 3 partite in esclusiva.

“Il calcio in Italia è una vera e propria pas-

ENTERTAINMENT Perform lancia in Italia DAZN, la piattaforma per lo sport simile a Netflix

Perform lancia la piattaforma DAZN in Italia Tre partite di Serie A in esclusiva a settimanaDAZN trametterà tre partite di Serie A alla settimana, l’abbonamento costa 9,99 euro al mese

sione, uno stile di vita. Per questo siamo

orgogliosi di lanciare DAZN in Italia of-

frendo alcune delle migliori partite della

Serie A in esclusiva” ha commentato Ja-

mes Rushton, CEO di DAZN. DAZN sarà

visibile su diversi dispositivi tra cui Smart

TV, PC, smartphone, tablet e console di

gioco: le app non sono and ora disponi-

bili, ma ad oggi è possibile pre-registrarsi

alla pagina https://watch.dazn.com/it-IT/sports per ricevere informazioni quando

tutto sarà pronto.

Resta da capire cosa succederà ora: dif-

ficilmente DAZN con solo tre partite in

esclusiva riuscirà ad avere un numero

di abbonati tale da giustificare l’investi-

mento fatto, e lo stesso presidente della

Lega Calcio Serie A, Gaetano Miccichè,

ha parlato di trattative in corso per evitare

al tifoso abbonamenti multipli. Probabile

che DAZN decida di offrire a Sky i diritti

di ritrasmissione dando così alla pay TV

l’intera serie A, ricevendo in cambio ma-

gari qualche partita che possa giustificare

l’esborso di 9,90 euro al mese, che per

sole tre partite non sono affatto pochi.

di R. P.

Inizia così il comunicato stampa dira-

mato da Mediaset: “Il bando per i diritti

tv della Serie A era totalmente squi-

librato. Basta pensare che fino a oggi i

pacchetti per il digitale terrestre avevano

sempre contenuto tutte le partite delle

migliori otto squadre italiane. Mentre il

bando di oggi offre 3- 4 match per turno,

oltretutto senza club chiaramente definiti

e quindi senza nessun appeal per i tifosi

delle singole società.”

La pay TV afferma che, per tutelare i

diritti di visione dei clienti Premium, ha

partecipato ugualmente per il pacchet-

to meno penalizzante (il pacchetto 6)

offrendo 600 milioni di euro in tre anni,

200 milioni l’anno. Offerta che però è

risultata inferiore alle altre, e così Pre-

ENTERTAINMENT Premium rimane senza calcio, Mediaset non ci sta e cerca di rientrare in campo

Mediaset:“Bando squilibrato, vogliamo i diritti”Facendo forza sul diritto di ritrasmissione, Mediaset cercherà di trattare i diritti con Sky Se la trattativa avrà esito negativo verrà applicata agli utenti una riduzione del listino

mium è rimasta

senza calcio.

Almeno per ora:

Mediaset, sem-

pre secondo il

comunicato, “si

è mossa imme-

diatamente per

far riconoscere a

favore degli ab-

bonati Premium

il diritto di accesso alla Serie A attraver-

so i “diritti di ritrasmissione”, uno stru-

mento che è stato definito perfetto per

scongiurare l’obbligo dei telespettatori

a sottoscrivere diversi abbonamenti

per poter vedere tutte le partite della

propria squadra.”

La pay TV sta trattando con Sky e Per-

form per ricomprare parte dei diritti, e si

è data tempo fino al primo agosto per

cercare di arrivare ad una soluzione.

Se non dovesse riuscirci gli abbonati

subiranno una rimodulazione del listino:

chi ha sottoscritto un abbonamento con

il calcio verrà informato nelle prossime

settimane. Considerando il clima diste-

so tra Mediaset e Sky, è probabile che

Sky possa venire incontro a Mediaset.

Sui TV Panasonic arriva Plex Funziona anche sui modelli più vecchiPlex è finalmente disponibile per tutti i TV Panasonic prodotti dal 2014 in poi L’app si può scaricare dallo Smart Viera App Store Funziona anche con i contenuti locali di R. P.

Quando c’è volontà (e ci sono bravi sviluppatori) tutto si può fare. Anche portare Plex, uno dei più noti client per la fruizione dei contenuti, su TV che hanno quasi quattro anni di età. Plex ha annunciato di aver rila-sciato il client per tutti i TV Pa-nasonic dal 2014 in poi, incluso quelli con a bordo Firefox OS, poi ribattezzato MyHomeScreen 2.0 (2017) o 3.0 (modelli del 2018). Plex sui TV Panasonic offre l’accesso anche ai file lo-cali presenti su chiavette e hard disk, come ad esempio le regi-strazioni, ma l’intero potenziale del client si sblocca solo se si collega un Plex Server con a bordo i contenuti.La soluzione migliore in questo caso è appoggiarsi ad un NAS (i più comuni permettono di instal-lare Plex dal pannello di control-lo), ma Plex offre anche soluzio-ni alternative come l’appoggio al cloud: si possono caricare i contenuti su Dropbox e Google Drive utilizzando lo storage onli-ne come library di video, musica e foto. Plex per Smart TV Pana-sonic va scaricato dal Viera App Store, ed è già disponibile per TV Sony, LG e Samsung.

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

di Roberto PEZZALI

S ky sappiamo tutti chi è, Perform è un outsider:

la società inglese detiene diverse piattaforme

incentrate sul mondo degli sport, e oltre ai vari

rami che si occupano di statistiche e scommesse, ha

anche una divisione “media” che produce e trasmette

match sportivi. La piattaforma è Dazn, lanciata anche

in Italia: 9,99 euro al mese per vedere contenuti spor-

tivi, e tra questi le 114 partite in esclusiva. Come ver-

ranno scelte queste partite? Questo articolo parte dal

presupposto che sia Sky che Perform terranno i loro

diritti e non concederanno a nessuno la possibilità di

“ritrasmissione”: con queste condizioni Premium vie-

ne tagliata fuori, Sky non avrà la copertura completa e

Perform sarà l’unica ad avere quel gruppetto di parti-

te, 3 a giornata, in totale esclusiva. I criteri per la scel-

ta delle partite sono abbastanza chiari, anche se non

immediati da comprendere. Sono 380 le partite che

compongono la stagione, e un gruppo di queste parti-

te sono quelle che la Lega definisce “oggetto di pick”,

ovvero selezionabili dalle pay TV. Queste partite og-

getto di pick sono i 20 big match della stagione, le tre

gare in contemporanea della domenica e tutte le gare

che prevedono uno slot di orari inferiori a 8, quindi le

giornate che si disputano ad agosto, i turni infrasetti-

manali, i turni in prossimità delle festività e l’ultima di

campionato. Ogni giornata è divisa secondo il criterio

dello schema sotto, e l’unica fascia oraria dove Sky e

Perform hanno partite in comune è quella delle 15.00

della domenica pomeriggio, con due partite che spet-

tano a Sky e una partita che aspetta a Perform.

Il criterio salta in occasione dei turni infrasettimanali,

dove tutti giocano una sera in contemporanea, oppure

ad agosto. Vediamo cosa succede, caso per caso

I 20 big match vengono scelti a tavolino prima dei calendari Sky e Perform si siederanno al tavolo con la Lega Calcio

e decideranno quali sono i 20 big match della stagio-

ne, le partite che interessano di più. Successivamente

si spartiranno le partite secondo lo schema: 4 scelte a

ENTERTAINMENT Sky e Perform si sono aggiudicati i diritti tv del campionato di Serie A, scopriamo come si divideranno i match

Ecco come Sky e Perform si divideranno le partiteSky ha 266 partite, a Perform vanno 114 match. Chi si abbona non saprà che partite potrà vedere con il suo abbonamento

Sky e una a Perform. Dei 20 big match 16 andranno

così alla pay TV satellitare, quattro a Perform per la

trasmissione su Dazn. I big match saranno tutti collo-

cati in orario serale.

Turni infrasettimanali e giornate singole Si decide di volta in voltaI turni infrasettimanali e le giornate singole verranno

decise di volta in volta secondo questo criterio.

Sky sceglierà la gara che vuole trasmettere e in che

fascia oraria, poi tocca a Perform, poi due Sky, una

Perform, quattro Sky e l’ultima che resta a Perform. In

questi turni gli orari possibili di trasmissione saranno

indicati di volta in volta dalla Lega Calcio.

Domenica pomeriggio Si sceglie di volta in voltaNei weekend regolari, quelli con le partite spezzate

dal sabato al lunedì, ci saranno tre partite in contem-

poranea la domenica pomeriggio. Sarà Sky a deci-

dere le due partite che vuole trasmettere, e Perform

dovrà accontentarsi di quella scartata. La decisione

verrà presa di volta in volta quindi, anche a calen-

dario compilato, gli abbonati non sapranno assoluta-

mente che partite potranno vedere con il loro abbo-

namento.

Tutte le altre partite le decide le LegaLe altre partite, ovvero quelle che non rientrano nelle

tre della domenica, quelle dei turni infrasettimanale e

i 20 big match saranno distribuite casualmente dalla

Lega Calcio secondo il calendario.

Le eccezioni, come Europa League e Champions LeagueNel corso della stagione devono essere calcolate an-

che le squadre che, partecipando alle competizioni

europee, devono rispettare i due giorni di riposo tra

una partita e l’altra. In questo caso saranno Sky e Per-

form a spostare un eventuale big match negli slot del

sabato, che entrambi gli operatori hanno a disposizio-

ne. Roma, Inter, Juventus e Napoli quindi giocheranno

spesso il sabato alle 18 o il sabato alle 20.30. Tra le ec-

cezioni ci sono anche i turni del lunedì sera: nel caso

in cui il turno cada in una settimana dove c’è il turno

infrasettimanale o una gara della nazionale, lo slot del

lunedì sera verrà spostato il venerdì sera alle 20.30.

Chi si abbona non saprà che partite può vedere con il suo abbonamentoLa sintesi è semplice: chi si abbona non sa che partite

vedrà. Sky e Perform potranno far leva sui big match,

ma molte partite verranno decise di volta in volta, so-

prattutto quelle dei turni infrasettimanali e quelle della

domenica pomeriggio. E soprattutto, se le cose reste-

ranno come sono oggi, quindi Sky e Perform si tengo-

no le rispettive esclusive, Perform avrà qualche big ma-

tch e Sky dovrà per forza rinunciare ad alcune partite di

cartello. Una situazione che non piace a nessuno: l’ab-

bonato non vuole fare due abbonamenti per seguire

tutte le partite, Sky non vuole restare con un pacchet-

to calcio mutilato e Perform non può certo proporre

un pacchetto a 9,99 euro per tre partite, anzi, due e

mezzo perché una è lo scarto di Sky della domeni-

ca. Soprattutto se si guarda a cosa vedono con 9,99

euro gli abbonati a Dazn in Germania: Premier, Europa

League, Champions League e tutti i campionati. Alla

stessa cifra: 9,99 euro, tariffa alla “Netflix” che giusta-

mente in molti hanno battezzato “Sky Killer”.

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

di Gianfranco GIARDINA

U na specie di paradosso: i Mondiali di calcio me-

glio trasmessi in Italia di tutti i tempi sono i primi

(negli ultimi 60 anni) senza la nazionale italiana.

Potrebbe sembrare controintuitivo, ma è proprio grazie

al fatto che l’Italia non c’è che il costo dei diritti è sceso,

portando fuori la copertura completa della manifesta-

zione dal cono d’interesse di Sky e della pay TV: per la

prima volta tutte le 64 partite saranno in chiaro, questa

volta sui canali Mediaset, che come è noto, si è aggiudi-

cata i diritti TV della manifestazione.

Proseguendo negli apparenti paradossi, Piersilvio Ber-

lusconi, intervenuto alla conferenza stampa di presen-

tazione della programmazione per i Mondiali di Russia,

ha detto che non si aspetta cali di audience rispetto alle

passate edizioni, malgrado gli azzurri siano a casa: cer-

to, non ci saranno i picchi delle partite della nostra na-

zionale, ma il fatto che tutte le partite vadano in chiaro

gratuitamente allargherà il bacino di utenza potenziale

e di conseguenza gli ascolti medi delle partite.

Tutto in HD ma niente 4KPer questo motivo Mediaset, che ha già raccolto una ci-

fra tra gli 80 e i 90 milioni di pubblicità attorno all’even-

to, a piena copertura del costo dei diritti, ha messo in

pista una serie di risorse importanti. Per prima cosa,

tutte le partite verranno trasmesse in HD a rotazione, a

seconda del match e dell’orario, su Canale 5 (convolta

dagli ottavi di finale in poi), Italia 1 e 20; verrà anche atti-

vata una versione Mondiali di Extra, che trametterà con-

tenuti e approfondimenti relativi all’evento per 24 ore

al giorno per tutta la durata della manifestazione. Per

l’occasione questo canale, in versione HD, verrà veico-

lato anche via satellite sulla piattaforma Tivusat. Niente

4K, invece, malgrado anche il formato Ultra HD fosse

nel pacchetto di diritti acquistati da Mediaset: “Avevamo

previsto di trasmettere alcuni match in 4K su Premium

- ci ha detto Piersilvio Berlusconi - ma il numero anco-

ra limitato di utenti che potrebbero vedere la partita in

questa modalità ci ha spinto a cambiare i nostri piani”.

Peccato, perché sarebbe stato un momento di grande

attenzione sul 4K e sulle nuove tecnologie TV.

App interattiva con funzione restart solo per i TV nuovi e gli mhp più evolutiC’è però una novità tecnologica in questi Mondiali di

Russia trasmessi da Mediaset: di fatto si tratta di una

specie di debutto, anche se ancora mascherato da atti-

vità legata all’evento calcistico, della piattaforma Media-

set Play, annunciata mesi fa e mai partita. In conferenza

stampa è stata chiamata “TV Aumentata”: si tratta in

realtà di un’app, che non abbiamo visto in funzione ma

che, almeno dagli screenshot sembra molto interessan-

te, che estende l’esperienza di visione.

ENTERTAINMENT Per la prima volta tutte le 64 partite dei Mondiali visibili in chiaro e il debutto della piattaforma Mediaset Play

Paradosso Mondiali in TV: la miglior copertura di sempre proprio quando gli Azzurri non ci sonoNiente 4K, tutte le partite verranno trasmesse in HD. Debutta la “TV Aumentata” ma i TV compatibili sono pochissimi

Direttamente dal telecomando, sarà possibile rivedere

i gol e le azioni salienti anche dopo dopo la loro messa

in onda live, accedere a una serie di contenuti extra e

soprattutto attivare la funzione restart, che fa ripartire il

contenuto (la partita in questo caso) dall’inizio, ideale

per chi si fosse messo davanti al teleschermo con un

po’ di ritardo. Non tutti gli utenti potranno utilizzare que-

sta app: ovviamente è necessario che il TV sia collegato

a Internet; ma soprattutto serve che sia compatibile con

mhp o con il più attuale HbbTV 2; attenzione, però, che

per utilizzare la funzionalità restart con i TV mhp, è ne-

cessario che quest’ultimo abbia la compatibilità anche

con lo streaming video via Internet, ovverosia che sia

certificato TivùON. Alla fine, quindi, contrariamente a

quanto detto in conferenza stampa, i TV che potranno

godere di questa cosiddetta “TV aumentata” saranno

solo una parte ridotta del parco installato. Tanto per fare

un esempio, i TV compatibili con HbbTV 2 sono solo i

Samsung 2017 e 18 e gli LG 2018; quanto ad mhp, salvo

Samsung e LG, già da un paio d’anni è stato abbando-

nato. L’interattività prosegue sulle app per device: ce

ne sono due, una Sportmediaset e una specifica per i

Mondiali. Con queste app, oltre a tutti i risultati e le sta-

tistiche, sarà possibile, per esempio, vedere una partita

scegliendo da che telecamera (tra 5) vedere la partita e

farsi così la propria regia.

Tanti programmi nuovi e commentatori d’eccezionePer quello che riguarda il palinsesto, grande schiera-

mento di forze: sono sette i nuovi programmi originali

che Mediaset produrrà per l’occasione, a cavallo tra

cronaca sportiva e intrattenimento.

La conduzione di Balalika, il programma di punta (oltre

alle partite, ovviamente) non a caso va a Nicola Savino

e Ilary Blasi, con la Gialappa’s Band (che farà anche Mai

Dire Mondiali), Diego Abatantuono, Belen, il mago For-

rest, a ricostruire una situazione che richiama molto da

vicino Quelli che il calcio. Ma ci sono anche programmi

più a carattere sportivo, come TikiTaka Russia di Pierlui-

gi Pardo, con Andrea Pucci e Cristiano Militello. Il cast

“tecnico” dei Mondiali prevede nomi di importanti spor-

tivi: ai più “tradizionali” Arrigo Sacchi, Ciro Ferrara, Pao-

lo Rossi, Daniele Massaro, Bernardo Corradi, Giovanni

Galli e Riccardo Ferri, si aggiunge eccezionalmente per

questo evento anche Xavier Zanetti. Le telecronache

vere e proprie, invece, sono affidate a Sandro Piccinini

(che pare che lasci Mediaset o addirittura la professione

dopo questo evento), Pierluigi Pardo e Massimo Calle-

gari. Prevista anche una capillare copertura radiofonica

su Radio105, che coinvolgerà le telecronache delle par-

tite, i commenti e altri appuntamenti, tra cui la presenza

de Gli Autogol.

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

di Emanuele VILLA

M entre in Italia si discute sul de-

stino della nostra “povera” Serie

A (televisivamente parlando),

tra chi fa offerte, chi le blocca e rimet-

te tutto in gioco, nel Regno Unito si sta

discutendo sul prossimo triennio della

Premier League, la lega calcistica più

seguita, amata e ricca del mondo. Par-

liamo dei prossimi tre anni: il 2018/2019

seguirà ancora gli schemi consolidati,

quindi Sky / BT nel Regno Unito e Sky

Sport in Italia. Da noi, il tema dei diritti

di una lega straniera sono chiaramente

adombrati dalle vicende del campionato

locale, ma il tema ci riguarda da vicino

poichè il detentore dei diritti è lo stesso

(Sky) e pure la scadenza è identica: nel

2015, infatti, Sky si assicurò l’esclusiva di

trasmissione italiana della massima serie

inglese per tre anni. Il 2018/19 non glielo

leva nessuno, poi si vedrà.

Intanto, in UK Amazon ha calato l’asso:

non ha acquistato tutta la Premier Lea-

gue in esclusiva, il cui costo stellare non

avrebbe giustificato l’investimento, ma

ha scucito circa 100 milioni di euro per

la trasmissione esclusiva di 20 partite.

ENTERTAINMENT Gli utenti Prime in Gran Bretagna potranno vedere gratis al Premier League

Amazon UK trasmetterà la Premier LeagueDalla stagione 2019/2020 verranno trasmesse due partite per ogni squadra, comprese le big

Partite importanti: sono 2 turni interi

compreso un Bank Holiday che molto

probabilmente sarà l’attesissimo Boxing

Day cioè il turno natalizio. Una vera

“botta” di visibiltà: il Boxing Day si gio-

ca a cavallo di Natale (solitamente il 26

e 27 dicembre) ed è in assoluto il turno

più seguito dalle famiglie dagli e appas-

sionati del Regno Unito. L’altro turno

sarà infrasettimanale, il primo che verrà

fissato in dicembre. Insomma, Amazon

entra nel calcio che conta e ci si doman-

da quando si estenderà anche da noi.

Nel frattempo, in UK Amazon trasmette

già US Open, ATP World Tour e qualche

gara dell’NFL: la strategia di conquista

nei confronti dello sport internazionale

è quindi ben delineata. Amazon ha tutto

per ottenere un grande successo: l’infra-

struttura informatica, la rete e i servizi.

Nonostante non si sia parlato di qualità

di trasmissione, non ci stupiremmo di

sicuro se venisse annunciato un fantasti-

co 4K HDR. Ciliegina sulla torta: è gratis,

cioè compreso nel pacchetto Amazon

Prime. Dopo le spedizioni, le serie TV, la

musica e i libri, Amazon metterà anche la

Serie A in Prime?

di E. V.

I l primo torneo per squadre di club del-

la stagione verrà trasmesso su Sky.

Si chiama International Champions

Cup ed è una sorta di Champions Lea-

gue di precampionato, un torneo con

nomi illustri ma pur sempre nell’ambito

di quelli estivi. Resta il fatto che vedere

impegnate Juventus, Inter, Milan e Roma

contro avversari del calibro del Manche-

ster City, Bayern Monaco, Manchester

United, Liverpool, Real Madrid, Barcel-

lona e Tottenham ha sempre un suo fa-

scino. Il bello di questo torneo è la sua

durata: non si tratta della solita manife-

stazione da una manciata di giorni ma di

3 settimane di grande calcio. Una manna

per i grandi appassionati, che si godran-

no i Mondiali (ahimè, senza italia) fino

alla prima metà di luglio e poi partiranno

diretti con l’Intenational Champions Cup.

ENTERTAINMENT Il primo torneo calcistico della stagione sarà un’esclusiva su Sky Sport

International Champions Cup in esclusiva su SkyÈ una sorta Champions League precampionato che coinvolge le grandi squadre europee

Unico dubbio è che alcuni protagonisti

dei mondiali non siano presenti, vista la

vicinanza temporale delle due manife-

stazioni: ICC inizierà il 20 luglio e termi-

nerà il 12 agosto con la sfida tra Atletico

Madrid e Inter al Wanda Metropolitano di

Madrid. Tutte le partite saranno trasmes-

se su Sky Sport, (HD).

Canali Mediaset su Sky, Piersilvio Berlusconi apre uno spiraglio “Potrebbero tornare”Dopo la presentazione dell’operazione legata ai Mondiali Piersilvio Berlusconi ha parlato del recente accordo con Sky Il clima disteso tra le due aziende potrebbe portare al ritorno dei canali Mediaset su Sky di Roberto PEZZALI

Nel 2015 Mediaset ha criptato Canale 5, Rete 4 e Italia 1 su sa-tellite: utilizzando un decoder Sky non è più possibile vedere i canali se non usando il digitale terrestre, o tramite Digital Key o tramite il tuner integrato nel de-coder se di nuova generazione.Lo scenario potrebbe però cam-biare: Piersilvio Berlusconi, ammi-nistratore delegato di Mediaset, a margine della conferenza stampa di presentazione dei Mondiali dove Mediaset sarà l’emittente protagonista ha parlato di “ottime possibilità” di trovare un accor-do. Su Sky sono arrivati i canali di Mediaset Premium, ma per i tre canali free ancora manca un accordo commerciale.Mediaset chiedeva a Sky il paga-mento dei diritti di ritrasmissione, Sky si è sempre difesa dicendo che non venivano affatto ritra-smessi i canali, erano semplice-mente canali aperti e quindi ve-nivano ricevuto dal decoder Sky così come su ogni altro decoder puntato nella stessa direzione. L’accordo con Sky tuttavia ha portato al disgelo e ha secondo l’AD della TV di Cologno Mon-zese le due emittenti hanno una serie di visioni che “coincidono” sia su come portare avanti la TV a pagamento sia sulla TV in chiaro. Se son rose fioriranno.

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

di Roberto PEZZALI

N on solo digitale terrestre: ora

ci si può abbonare a Sky anche

sfruttando la connessione in fibra

ottica, FTTC o FTTH. Usando il normale

MySky HD gli utenti potranno ricevere

l’intera offerta Sky in alta definizione

senza la necessità della parabola.

Gli operatori internet abilitati al servizio

sono Fastweb, Vodafone, TIM, Wind, 3,

Infostrada e Tiscali, e Sky per assicura-

re una visione dei contenuti di qualità

chiede almeno 9,3 Mbps. Sul sito pre-disposto al servizio è presente uno

speed test per vedere se la velocità è

sufficiente. Come abbiamo scritto si

chiama “fibra” ma nella categoria rien-

trano anche le connessioni FTTC: una

30 Mbps dovrebbe garantire la velocità

necessaria per un utilizzo contempora-

neo di una trasmissione in HD sul TV,

ENTERTAINMENT L’offerta fibra permette di avere i programmi di Sky senza le difficoltà di installazione della parabola

Sky ha lanciato l’offerta tramite fibra. I prezzi e i dettagliL’offertà fibra ha lo stesso prezzo di quella tradizionale via satellite. A partire dal 2019 via fibra arriverà anche Sky Q

due registrazioni e uno streaming sul

dispositivo mobile.

Se sul digitale terrestre i canali Sky

saranno pochi, i canali inclusi sottoscri-

vendo un abbonamento a Sky tramite

fibra sono gli stessi inclusi nei vari pac-

chetti di abbonamento a Sky via satel-

lite ad esclusione dei canali Premium

Cinema e Premium Series e dei canali

opzionali.

Non è un caso quindi che la nuova of-

ferta costi quanto costa la soluzione via

satellite: stessi pacchetti stessi prez-

zi, con una promozione di 29,90 euro

di R. P.

Sky via fibra ha destato molto interes-

se, ma ha sollevato anche molti dub-

bi. Abbiamo realizzato questa breve

FAQ per rispondere a tutte le domande.

Il decoder è lo stesso del satellite?Il decoder che viene dato è il MySkyHD

nero, quello che per intenderci verrà ag-

giornato a breve diventando lo Sky Q

Black. Tuttavia l’aggiornamento a Sky Q

lo riceveranno solo gli abbonati tramite

satellite: il software Sky Q che gestisce il

broadband non è ancora pronto e lo sarà

solo a giugno dell’anno prossimo.

L’interfaccia non sarà quella di Sky Q?No, per un anno chi si abbona a Sky tra-

mite fibra avrà interfaccia e funzioni del

MySky HD.

Serve la tessera?Si, essendo il decoder esattamente iden-

tico al modello satellitare serve la tessera

inserita. E la tessera funziona con lo spe-

cifico decoder dell’utente, quindi non può

essere spostata su un altro decoder.

Che canali si vedono?Tramite IP si vedono tutti i canali che sono

ENTERTAINMENT Abbiamo realizzato una FAQ per rispondere alle domande e ai dubbi sul nuovo servizio Sky tramite fibra

Sky via fibra, come funziona. Tutte le risposte ai dubbiPerché non funziona con una normale ADSL? C’è il 4K? Quanto ritardo ha rispetto al digitale terrestre? Ecco le risposte

fruibili anche tramite l’offerta satellitare.

L’unica eccezione è rappresentata dai

canali Mediaset Premium che non sono

inclusi nell’offerta broadband, saranno vi-

sibili solo tramite satellite.

C’è il 4K o solo l’alta definizione?L’offerta è interamente in HD e come per

l’offerta Sky tradizionale l’HD è una opzio-

ne che costa 6.40 euro al mese. È inclusa

solo per i primi 12 mesi. Il 4K sarà disponi-

bile il prossimo anno, a giugno, quando i

decoder verranno aggiornati a Sky Q.

Sarà possibile chiedere Sky Q Platinum?No, il decoder Platinum è costruito attorno

alla sua moltitudine di tuner, e nel caso di

offerta tramite fibra i tuner non servireb-

bero: tramite la rete possono arrivare più

flussi video contemporaneamente. Ecco

perchè il decoder per l’offerta fibra sarà

solo quello “Black”.

Quindi non ci saranno gli Sky Q Mini?No, il decoder non potrà gestire i Mini.

Per chi vorrà ricevere Sky in altre stanze

la pay TV prevede di dare più decoder. Al

momento però non è prevista una offerta

commerciale.

E’ richiesta una fibra o basta l’adsl?Sky interroga il database dell’operatore

per accertarsi che l’utenza sia servita da

un abbonamento FTTC o FTTH. Quindi

serve necessariamente una connettività

in fibra. Non è solo questione di velocità

ma anche di stabilità del segnale

Ho il satellite, in caso di maltempo posso staccare il cavo e usare la connessione di rete?No, Sky non ha previsto per il momento la

possibilità per gli utenti di Sky satellite di

usare la fibra come segnale di emergenza

in caso di maltempo.

Si può passare dal satellite alla fibra?Si, gli utenti che hanno problemi con la

parabola possono fare richiesta di pas-

saggio alla versione “fibra”. Se il decoder

in possesso dell’utente è già l’ultimo, il

MySky HD nero, non sarà necessaria la

sostituzione.

Funziona il digitale terrestre?Si, collegando l’antenna si ricevono anche

i canali del digitale terrestre.

La diretta quanto è in diretta?Il decoder e la rete fanno buffer quindi la

visualizzazione ha un ritardo di circa 20

secondi rispetto al digitale terrestre. Sky

sta lavorando per ridurre questo tempo

avvicinandolo a quello del satellite, che

pure lui è leggermente in ritardo: 4 se-

condi.

C’è Sky Go incluso?Si, e per i primi 12 mesi c’è Sky Go Plus.

Non ci sono accordi con gli operatori che

permettono di usare Sky Go senza erode-

re i dati mensili.

Funziona con tutti i gestori?No, al momento Sky permette la sottoscri-

zione solo con Fastweb, Vodafone, TIM,

Wind | 3 | Infostrada e Tiscali.

al mese per i primi 12 mesi al posto di

43,20 euro al mese. Prezzo che include

Sky TV, Sky Famiglia e un pacchetto a

scelta tra Cinema e Sport. Inclusi anche

l’HD, MySky, Sky Go Plus e Sky OnDe-

mand: l’unico costo fisso sono I 79 euro

iniziali per l’installazione del decoder.

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

di Emanuele VILLA

D opo Amazon Prime Libri è arrivato anche Ama-zon Prime Music. Il servizio consente ai clienti

Prime di accedere a oltre 2 milioni di brani in

streaming o in download senza pubblicità e senza

costi aggiuntivi: l’unico limite è il tempo: solo 40 ore

di musica al mese. Per chi va oltre c’è Amazon Music

Unlimited, il servizio concorrente di Spotify che offre

le stesse funzioni di Prime Music ma senza limiti e

con un catalogo molto più ricco, 50 milioni di brani.

Il catalogo, nonostante siano solo 2 milioni di brani,

può contare su artisti Italiani e internazionali come

Vasco Rossi, Caparezza, Negramaro, Tiziano Ferro,

Marco Mengoni, Claudio Baglioni, Giorgia, Thegiorna-

listi, Maroon 5, Imagine Dragons, Pink, Eminem, U2

e tanti altri. I clienti Prime hanno accesso oltre che

ai brani anche alle Radio Prime, che possono essere

personalizzate secondo i propri gusti sulla base delle

valutazioni date alle canzoni con Prime Music. Sono

anche disponibili playlist curate da Amazon.

Prime Music è disponibile attraverso l’app Amazon

Music su Android, iOS, PC e Mac, oltre a Tablet Fire,

Fire TV e Fire TV Stick.

Amazon Prime Music Difficile fare il paragone con SpotifyPoche ore dopo l’annuncio abbiamo testato Prime

Music, per scoprire come funziona. Il confronto con

Spotify Premium, lo diciamo subito, è totalmente fuori

luogo: sono due prodotti diversi, con target estrema-

mente differenti. Piuttosto, si potrebbe ipotizzare un

paragone tra Prime Music e la versione gratuita di

Spotify, che com’è noto mette a disposizione degli

utenti il proprio catalogo da decine di milioni di brani

ma con limitazioni soprattutto in ambito mobile. Qui

la cosa si fa soggettiva: meglio tutti i brani a proprio

piacimento ma per “solo” 40 ore e con limitazione di

catalogo o milioni di canzoni con pubblicità e riprodu-

zione casuale? Ognuno avrà la sua risposta, tenendo

anche in considerazione che Amazon Prime Music

non è “formalmente” gratuito, Spotify sì. Passiamo

oltre e cerchiamo di capire quanta distanza ci sia tra

Prime Music e un abbonamento a pagamento, che sia

lo stesso Music Unlimited di Amazon (che è la versio-

ne “completa” del database musicale) o uno Spotify

Premium. Cioè la domanda che ci siamo posti è: d’ac-

cordo che è compreso in Prime, ma questi 2 milioni

di brani quali sono? Sono hit recenti o solo brani di

catalogo? Ci sono i classici o solo artisti emergenti?

Le hit del momento solo a pagamentoPremessa: a caval donato non si guarda in bocca. An-

che ci fossero 10 brani, il fatto di includere un servizio

extra nell’abbonamento Prime non può che essere

ENTERTAINMENT Amazon ha lanciato in Italia Prime Music: 2 milioni di brani in streaming o offline senza costi aggiuntivi

Amazon Prime Music è arrivato nel nostro Paese Può sostituire un abbonamento a pagamento?Per due giorni abbiamo sostitito Spotify con Prime Music. Cosa c’è e cosa manca rispetto a un servizio “premium”?

una cosa eccellente. Tanto più che chi si abbona a

Prime lo fa per le spedizioni ed eventualmente per

Prime Video, difficilmente per la selezione di ebook

o per la musica, della quale ignorava l’esistenza fino

a qualche giorno fa. Le hit del momento non ci sono.

Cioè ci sono, ma sono riservate agli abbonati a Music

Unlimited. Per verificare abbiamo preso la classifica

dei singoli FIMI del momento e li abbiamo confrontati

con il database di Prime Music: da Italiana di J-AX e

Fedez a La Cintura di Alvaro Soler, passando da Que-

sta nostra stupida canzone d’amore di Thegiornalisti

e X di Nicky Jam: nessuno dei primi 10 singoli è di-

sponibile in versione “Prime”. Per ascoltarli ci vuole

l’abbonamento.

Per curiosità passiamo agli album e troviamo una si-

tuazione prevedibilmente simile: l’album omonimo di

Shawn Mendes è disponibile solo in Music Unlimited,

mentre i due precedenti possono essere ascoltati

liberamente, Evergreen di Calcutta pure e lo stesso

vale per Notti Brave di Carl Brave e 20 di Capo Pla-

za. Morale: le hit del momento non sono disponibi-

li, il catalogo sì. In realtà ci sono eccezioni, facili da

scoprire sull’app per dispositivi mobile. È infatti ben

visibile un’area denominata Novità Prime Music con-

tenente diverse playlist molto interessanti e ricche

di hit quanto meno recenti: troviamo La prima volta

dei Negramaro (parte dell’album Amore che torni del

2018), La musica non c’è di Coez (pubblicato a fine

2017), Whatever it takes degli Imagine Dragons (2017)

e via dicendo. In pratica non è vero che l’ultimo album

degli artisti del momento non sia disponibile, ma mol-

to probabilmente non lo sono quelli successivi a una

certa data di pubblicazione.

Grandi classici: Thriller c’è The Dark Side of the Moon noPassiamo al catalogo e ci lanciamo in un genere che

conosciamo molto bene: rock. Iniziamo selezionando

5 album “must”, con la consapevolezza che avrem-

mo difficoltà a sceglierne 50: Led Zeppelin IV, Back in

Black (AC/DC), Born to Run (Bruce Springsteen), Me-

tallica (aka The Black Album) e Nevermind (Nirvana).

Responso “variegato”: i Led Zeppelin sono un’artista

di Music Unlimited, cioè non c’è nessun brano nè al-

bum all’interno di Prime Music. Back in Black c’è ma

per esempio, sempre degli AC/DC, manca The Razors

Edge, contenente la mitica Thunderstruck. Ok per

quanto riguarda i Nirvana e gli U2, dei quali troviamo,

oltre all’immortale The Joshua Tree, anche Achtung

Baby, Songs of Innocence e All that you can’t leave

behind del 2000. Metallica non pervenuti. O meglio,

ci sono ma non è presente nessun album ufficiale

bensì una serie di raccolte e live. Bruce Springsteen,

infine, è presente con i fantastici Born in the USA e

The River ma manca il “nostro” Born to Run. Tra gli

album più venduti di sempre, Thriller e Bad di Michael

Jackson ci sono, così come Bat out of hell dei Meat

Loaf, mentre mancano purtroppo la colonna sonora di

The Bodyguard, The Dark Side of the Moon dei Pink

Floyd e Come on Over di Shania Twain.

Pensato per l’ascoltatore “casual”Difficile, se non impossibile, comprendere le logiche

adottate da Amazon per la selezione dei 2 milioni

di brani di Music Unlimited: brani e album non re-

centissimi ma comunque d’appeal, uniti a qualche

classico (ma non tutti) e a qualche chicca per inten-

ditori. Evidentemente, però, Prime Music non è un

servizio studiato per l’appassionato di musica: lì ci

vuole un servizio Premium, dallo stesso Music Unli-

mited di Amazon a Spotify Premium, da Deezer a

Apple Music. Se vi fate accompagnare spesso dalla

musica e vi piace selezionare artisti specifici, Prime

Music non è in grado di farvi abbandonare il vostro

“9,90” mensile. Ma comunque è un ottimo regalo,

davvero molto gradito.

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

di Gianfranco GIARDINA

Arriva nei negozi l’annunciato bol-

lino “la tivù”, di cui vi abbiamo già parlato. Si tratta della nuova

certificazione che sostituisce i bollini

precedenti e di fatto li unifica, visto che

ne contiene tutte le specifiche e anzi

sposta lo standard un po’ più avanti.

In pratica la ratio del bollino “la tivù” è

quella di garantire che l’apparecchio

sia compatibile con il DVB-T2 HEVC

(per legge devono esserlo tutti i TV),

ma anche con le trasmissioni satellitari

e con lo streaming via Internet (la piat-

taforma Tivuon, per intenderci). Inoltre,

è garantito anche il perfetto funziona-

mento con HbbTV 2, il nuovo standard

per le app interattive dei broadcaster.

In pratica, la certificazione La tivù, vor-

rebbe dare certezze all’acquirente che

l’apparecchio in questione sia allo sta-

to dell’arte per quello che riguarda le

tecnologie di connessione e le piatta-

forme e sia quindi destinato ad esse-

TV E VIDEO Debutta sui TV LG e Samsung il bollino “la tivù” per la certificazione dei televisori

Arrivano i primi TV con il bollino “la tivù” e Mediaset Play: ecco come funzionanoMa la novità più importante è la compatibilità con HbbTV 2, lo standard per le app interattive

re (più) al riparo da eventuali rischi di

obsolescenza. Nel video qui a fianco

abbiamo incontrato Luca De Bartolo,

direttore commerciale di Tivù, e Ales-

sandro Battista, product specialist TV di

LG, per avere qualche informazione in

più e vedere un TV certificato, l’OLED

di LG, alle prese con le nuove applica-

zioni HbbTV. E fa capolino l’attesa app

Mediaset Play.

Il bollino La tivùCome funzionano i TV certificati

lab

video

di Roberto PEZZALI

L e due serie che compongono la

gamma TV LCD Panasonic 2018

sono arrivate nei negozi a inizio

mese. Panasonic, come avevamo det-

to, avrebbe avuto una lineup decisa-

mente ridotta puntando molto sugli

OLED, e usando gli LCD per gestire le

dimensioni di schermo dove i TV basati

sul pannello self emitting mancano o

non riescono ad essere competitivi.

Il modello top è l’FX780, design simile

agli FZ OLED e anche stesso proces-

sore Hollywood Cinema Experience

(HCX). Nuovo il pannello, un LCD che

l’azienda definisce 4K HDR Pro Cinema

Display con Wide Colour Spectrum e

Local Dimming Pro: grazie ad un dri-

ver migliorato questo pannello ha un

refresh rate doppio rispetto all’FX740

e sempre secondo Panasonic questo

TV E VIDEO Disponibili i TV Panasonic serie 780 e 740: tagli da 75” a 49” e prezzi abbordabili

Nei negozi i nuovi TV LCD Panasonic, ecco i prezzi Il modello top promette prestazioni super grazie al processore degli OLED e al nuovo pannello

permette di eliminare del tutto il mo-

tion blur.

La serie FX sarà disponibile nei tagli da

75”, 65”, 55” e 49”: si parte da 3.299

euro per il 75”, passando per gli 1.999

euro del 65” e i 1.399 euro del 55”. Per

il 49” serviranno 1.199 euro.

La serie FX740 sarà invece quella di

fascia media: niente processore HCX,

pannello local dimming non “Pro” e

una luminosità di picco del 20% infe-

riore rispetto a quella della serie top.

Il 65” costerà 1.799 euro, il 55” 1.099

euro e il 49” 999 euro.

Da LG i TV pensati per i Mondiali 4K HDR dal costo abbordabileLG lancia due serie di TV che verranno distribuite solo durante il periodo dei mondiali Hanno caratteristiche specifiche (come il Football Mode) e prezzo invitante di Emanuele VILLA

LG ha deciso di distribuire in Italia due nuove serie solo per il perio-do dei Mondiali di Russia: le Serie SK7900, un LED Super UHD di buon livello sotto il profilo tecnico e per rapporto qualità/prezzo, e la Serie UK6100, più indicata per chi cerca la convenienza. L’UK6100 parte da 579 euro per un 55’’ Ul-tra HD e arriva a 949 euro per il modello più ampio da 65’’, mentre SK9700 parte da 699 per il 49’’ e arriva a 1.399 per il grande 65’’. In mezzo, però, la serie SK7900 ha anche il taglio da 55’’, che propone a 899 euro. La Serie Super UHD SK7900 dispone di tecnologia Nano Cell, pannello 4K, supporto HDR (HDR10, Hybrid Log Gamma e anche Dolby Vision) e dell’ultima versione della Smart TV webOS. Le funzionalità su cui LG punta molto in occasione dei Mondiali di Rus-sia sono la Modalità Calcio, che agisce sulla fluidità e sui parametri d’immagine massimizzando la resa delle partite di calcio, e l’audio Ultra Stadium Surround, una modalità DSP pensata per offrire una vera “atmosfera da stadio”. Caratteristi-che simili ma di fascia inferiore per la serie UK6100: tra cui pannello 4K e compatibilità HDR10 e Hybrid Log Gamma, mentre non figura il Dolby Vision nè la tecnologia Nano Cell.

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

di Roberto PEZZALI

Televisore nuovo, ma l’immagine non soddisfa: è

normale. Pochi televisori escono dalle fabbriche

regolati correttamente e in ogni caso le regolazio-

ni di base, ovvero la luminosità e il contrasto, dipen-

dono quasi esclusivamente dall’ambiente in cui il TV è

installato e anche dalle condizioni di visione.

Ecco perché abbiamo deciso di creare una guida sem-

plice che permetta a tutti di regolare al meglio il TV:

una calibrazione vera e propria richiederebbe uno stru-

mento adeguato, molto più sensibile dell’occhio uma-

no, ma con qualche accorgimento di base è possibile

comunque raggiungere un risultato di partenza più che

accettabile. Per farlo abbiamo preparato anche una

versione USB di Regolo: Regolo era il nostro disco test per regolare i TV usando segnali a definizione stan-

dard, e dopo 8 anni abbiamo pensato di abbandonare

il DVD per fornire dei semplici file mpeg4 da scaricare. I

file possono essere salvati su una chiavetta USB da in-

serire nelle porte di un televisore o di un media player

esterno. Prima di procedere con la guida, che abbiamo

diviso su più pagine per comodità, è bene capire cosa

vuol dire calibrazione e perché serve. La calibrazione

non è fatta per vedere meglio, la visione è solo una

conseguenza: la calibrazione di uno schermo serve per

preservare la fedeltà all’immagine originale. Chi crea

un contenuto, sia una partita o un film, controlla il ri-

sultato su uno schermo professionale che risponde a

determinate specifiche e l’obiettivo della calibrazione

è fare in modo che ognuno possa fruire della stessa

identica immagine scelta da un regista o da un diret-

tore della fotografia. Per un determinato film, per una

serie TV o per una partita, c’è solo un rosso e c’è solo

un verde, e lo stesso rosso che l’utente vede sul suo

televisore deve corrispondere, nei limiti del possibile,

al rosso scelto da chi ha creato quel contenuto. Sulla

calibrazione si potrebbero aprire numerosi capitoli, ma

vogliamo rendere al cosa semplice e comprensibile:

in pochi passaggi spiegheremo come regolare il TV

(o il proiettore) per farlo rendere al meglio. Purtroppo,

senza una sonda colorimetrica, è quasi impossibile a

occhio regolare la scala di grigi e soprattutto i colori,

quindi questa guida non porterà ad una vera calibrazio-

ne ma solo ad una corretta regolazione per la visione.

Regolo USBNonostante la maggior parte dei TV in vendita oggi sia

4K, per il tipo di regolazioni che andiamo a proporre

non è necessario utilizzare segnali a risoluzione così

TV E VIDEO In occasione dei Mondiali, abbiamo realizzato una semplice guida che vi permetterà di regolare al meglio il vostro TV

Come regolare il televisore per vedere meglioGrazie all’utilizzo di alcune immagini campione è possibile regolare il TV per vedere meglio in ogni situazione. Ecco come

elevata, bastano dei semplici segnali Full HD.

Abbiamo preparato un pacchetto compresso con al-

l’interno i segnali che servono per questa guida in un

versatile formato Mp4.

Ogni televisore, ogni console e ogni set top box do-

vrebbero essere in grado di riprodurre questi segnali

test senza alcun problema. I file vanno ovviamente

scaricati su un computer, decompressi e caricati su una

chiavetta USB. Ecco il link per scaricare i segnali: il file

è sicuro e controllato con antivirus.

Scarica i segnali testTra i file c’è anche un segnale chiamato “Burst”: lo ab-

biamo realizzato per facilitare la regolazione dei filtri

dei TV in occasione degli imminenti mondiali di calcio.

Pronti... viaPrima di partire con la regolazione ci sono tre aspetti

da considerare. Il primo è la selezione della modalità

di partenza: oggi i televisori dispongono di una serie

di profili chiamati “Standard”, “Cinema”, “Dinamico”,

“Sport” e così via, ma solo uno di questi si avvicina a

quella che dovrebbe essere la riproduzione più fedele,

solitamente “Cinema”. Tutte le altre sono regolazioni

create dai produttori per enfatizzare colori, saturazione

e luminosità trascurando però ogni principio di accura-

tezza. Il nostro consiglio è di partire dal profilo Cinema

(che in alcuni casi si chiama Film o Movie), modificando

i parametri. Se sono già stati modificati è bene riportarli

alle impostazioni di base.

Un altro elemento da considerare è l’ingresso: ogni

ingresso ha una sua calibrazione, quindi se si usa la

chiavetta USB inserita sul retro del TV si andranno a

regolare le impostazioni immagini esclusivamente del

profilo “Media Player”.

È bene quindi segnarsi le regolazioni su un foglio per

poi riportarle anche sugli altri ingressi; i TV più moderni

dispongono di una funzione che copia i parametri sulle

altre sorgenti. Se possibile consigliamo di usare i file

su ogni dispositivo esterno utilizzato se dotato di porta

USB. Può essere una console, un decoder con porta

USB o un Blu-ray player.

Il terzo aspetto è l’ambiente: luminosità e contrasto

sono legati alle condizioni abituali di visione, quindi è

bene abbassare le tapparelle e regolare le luci prima

di partire.

LuminositàContrariamente a quanto molti pensano la regolazione

della luminosità in un televisore impatta sul nero: alzan-

do la luminosità le aree scure diventano slavate, grigie,

abbassandola si perdono tutti i dettagli nelle ombre.

Regolare la luminosità è decisamente semplice: basta

aprire il file chiamato Luma.mp4 e iniziare la riprodu-

zione.

La barra con il numero 16 rappresenta il nero più basso

che il pannello del televisore può esprimere. Agendo

sul controllo di luminosità del menu si deve raggiunge-

re una situazione dove la barra 16 non è più visibile ed

è totalmente affogata con lo sfondo mentre la barra 17

è appena visibile. Un televisore ben regolato dovrebbe

mostrare tutte le barre dalla 17 (compresa) in su e non

mostrare quelle dalla 16 (compresa) in giù.

segue a pagina 18

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

Molti TV hanno due regolazioni: Luminosità e Retroil-

luminazione. Il primo agisce sul segnale, il secondo

sull’intensità della retroilluminazione stessa: quello da

regolare è la Luminosità, che agisce sul segnale. La

retroilluminazione al momento può essere lasciata a

metà scala.

Nel caso di TV con sistemi local dimming, che agisco-

no dinamicamente sulla retroilluminazione, è bene di-

sattivare questi sistemi per poi riattivarli alla fine delle

regolazioni.

Se si è fatto questo passaggio a luce spente, e si ac-

cendono le luci, ci si rende conto di come sia necessa-

rio variare nuovamente i parametri: la luce ambientale

indice moltissimo sulla regolazione del TV.

ContrastoIl contrasto è il parametro del segnale video che regola

la massima emissione di luminosità del TV. La procedu-

ra per la regolazione è simile a quella della luminosità:

riprodurre il file Contrasto.mp4 e regolare il livello di

contrasto fino a quando le uniche barre lampeggianti

sono quelle comprese tra 230 e 234.

Oltre questo punto, quindi dal 236 in poi, non dev’es-

serci alcuna linea lampeggiante. In molti casi, anche

alzando il contrasto al massimo, l’area oltre il 235 resta

bianca: non è un problema, ma è bene diminuire il va-

lore fino a quando non si arriva al livello di intervento.

Esagerare con il contrasto, anche se non si vedono le

barre oltre il 236 lampeggiare, porta ad una eccessiva

perdita di dettaglio.

Dopo aver regolato il contrasto è bene tornare alla re-

golazione di luminosità per controllare che le modifi-

che al contrasto non abbiano reso necessarie piccole

correzioni. Tra i video c’è un segnale apposta per ve-

rificare che luminosità e contrasto sia regolati corretta-

mente, Verifica.mp4.

Temperatura coloreSi misura in gradi Kelvin e definisce la temperatura del

bianco dell’immagine: solitamente i TV dispongono di

impostazioni predefinite con opzioni definite caldo,

freddo o neutro. Regolare questo parametro senza uno

strumento di misura non è facile.

L’impostazione giusta sarebbe “caldo”, ovvero una

temperatura colore corrispondente a 6500 gradi kel-

vin, ma i produttori oggi tengono a impostare di fab-

brica una temperatura più fredda perché risulta più

rilassante alla vista.

Il file Scalagrigi.mp4 mostra una scala di grigi divisa in

20 passi: la scala dev’essere neutra.

Con qualche qualche televisore regolato male la scala

potrebbe mostrare dominanti cromatiche, quindi alcu-

ne zone o tutta la scala tendente al verde o al rosso,

come mostriamo sotto estremizzando l’effetto.

In una situazione ideale, con uno strumento di misura,

si potrebbero correggere queste dominanti utilizzando

i controlli di “bilanciamento del bianco” presenti ormai

su ogni televisore, ma senza un adeguato strumento

come abbiamo già scritto è difficile. Se però la domi-

nante è molto forte, si può sempre provare a “occhio”,

al massimo si rimettono i valori a zero. La regolazione

prevede solitamente differenti valori per quelli che ven-

gono definiti “Gain” e “Offset”: Gain regola le alte luci,

quindi permette di correggere le dominanti sui bianchi

mentre “Offset” permette di eliminare eventuali domi-

nanti sulle ombre.

Colore e tintaSe per la scala di grigi serve uno strumento di misura,

per la regolazione dei colori la situazione è un po’ più

TV E VIDEO

Guida: come regolare il televisore segue Da pagina 17

semplice. C’è però un limite: si può fare solo su alcuni

TV, e poi vedremo perché. I parametri da regolare nel

menu del televisore sono due e sono la saturazione e

la tinta. Un eccesso di saturazione rende l’immagine

“fosforescente” e decisamente inguardabile, poca sa-

turazione porta al bianco e nero.

Per regolare colore e tinta basta usare il segnale chia-

mato Colori.mp4, che dev’essere però visualizzato at-

traverso un particolare filtro “blu”. Qualche anno fa era

possibile trovare il filtro in vendita anche sottoforma di

occhiali abbinato anche ad alcuni DVD Test, oggi è dif-

ficilissimo recuperarlo.

Alcuni televisori possono tuttavia simulare questo par-

ticolare filtro: sui Samsung nel menu immagine avan-

zato c’è l’opzione “Solo blu”, sugli LG si chiama “Filtro

colore” e permette di tenere solo l blu eliminando gli

altri colori. Con il TV così impostato si deve regolare il

parametro colore / saturazione fino a quando le due

barre indicate nella foto sotto diventano indistinguibili

tra di loro. La stessa cosa va fatta per la tinta.

Nel caso in cui non siano disponibili né l’opzione sul

menù del televisore né il filtro, è bene lasciare la tinta

e il colore invariati. segue a pagina 19

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

NitidezzaLa nitidezza è un “finto” parametro di regolazione. Au-

mentare la nitidezza vorrebbe dire aggiungere dettagli

che non sono presenti nel contenuto originale, e que-

sto ovviamente non è possibile. Esistono sistemi che

migliorano la qualità dell’immagine e i processori dei

TV più evoluti ne sono dotati, ma il parametro che vie-

ne chiamato nitidezza non ha nulla a che fare con i so-

fisticati algoritmi che cercando di aumentare il dettaglio

a immagini poco dettagliate o su segnali di bassa quali-

tà. Il valore nitidezza del menu applica una maschera di

contrasto più o meno forte facendo apparire l’immagi-

ne più incisiva. Regolare opportunamente la nitidezza

può comunque aiutare: per farlo basta usare il segnale

chiamato “Nitidezza” e, partendo dal livello più basso,

iniziare progressivamente a spingere il valore verso

l’alto fino a quando non iniziano a comparire artefatti.

Con la nitidezza regolata correttamente le linee nere

su fondo grigio non presentano bordini bianchi e non

si intravedono a schermo artefatti di alcun tipo. Se l’im-

magine risultante è simile a quella sotto la nitidezza

è troppo alta. Usando lo stesso segnale è possibile

verificare che il TV stia visualizzando il segnale con le

corrette proporzioni senza tagliare i bordi. Quando si

usa l’ingresso HDMI per collegare una console o un

decoder, alcuni televisori applicano quello che si chia-

ma “overscan”, un leggero ingrandimento all’immagine

che oltre a eliminare la cornice periferica dell’immagi-

ne provoca una perdita di dettaglio. Usando il segnale

Nitidezza.mp4 si dovrebbe vedere un bordino bianco

attorno all’immagine e la scritta: “Outside White Line

indicates no overscan”. Nel caso in cui la scritta non sia

visibile si deve cercare sul TV un menu “formato imma-

gine” e impostarlo come “Nativo” oppure “1:1”

TV E VIDEO

Guida: come regolare il televisore segue Da pagina 18

Le nostre guide per la scelta e la regolazione del televisore Abbiamo realizzato altre guide per aiutare chi desidera acquistare un nuovo TV e regolare al meglio le im-postazioni. Di seguito trovate i link, per accedere alla guida desiderata basta fare click con il mouse sulla relativa voce.

• Come scegliere la dimensione giusta del TV per vedere i Mondiali• Come eliminare le scie sul TV e vedere perfettamente lo sport• Caro televisore, quanto mi costi? Come leggere le etichette energetiche dei TV

di Gianfranco GIARDINA

A pochi giorni dall’inaugurazione dei

nuovi uffici Philips di Milano, cele-

bra l’inizio dell’attività nello stesso

stabile di vale Sarca 235 anche Signify. Si

tratta della ex-divisione Lightning di Phili-

ps che è stato oggetto, oramai da qualche

tempo, di spin off e che ora ha assunto

anche una nuova denominazione. Signify,

appunto, che, un po’ come accaduto per

i TV e per l’audio, non va a sostituire il

brand Philips, che resterà comunque sulle

confezioni e brochure di lampadine e sui

sistemi di illuminazione, ma che di fatto

è la società, oramai separata da Philips,

che governa l’intero business lightning

che fu del brand olandese. A presentare

il nuovo brand e gli sviluppi della società

nei nuovi uffici di Milano è Roberto Bram-

billa, country manager della società. Se il

mercato delle lampadine, soprattutto LED,

resta importante, la strategia di Signify è

tutta impostata verso le applicazioni in-

telligenti, sia per uso consumer che per

uso professionale. Nel mondo consumer

- lo sappiamo bene - il prodotto di grande

successo è Hue, l’ecosistema di lampade

connesse e controllabili via smartphone,

che ha visto proprio in queste settimane

il rinnovamento delle app, con la versione

3.0 e la nuova Hue Sync, per coordinare

facilmente il funzionamento delle lampa-

de con altri apparecchi.

Ma grandi innovazioni sono arrivate anche

sul settore business, con la piattaforma In-

teract: si tratta di un ecosistema intelligen-

te che miscela diverse tecnologie, dalle

lampade che comunicano alla centrale il

loro stato (ideale per esempio per le appli-

cazioni di illuminazione pubblica) a quelle

che integrano una serie ampia a piacere

di sensori, come per esempio sensori di

presenza che permettono al sistema non

solo di modulare l’intensità ma di ottenere

dati statistici sugli utilizzi degli spazi.

Molto interessante anche la possibilità di

utilizzare solo il collegamento via Ether-

net, con alimentazione POE, per collega-

re le diverse lampade: in un colpo solo si

ottiene sia l’alimentazione elettrica che il

controllo su rete IP.Ma non solo: la luce

LED può essere modulata (in maniera in-

visibile per gli occhi) anche per mandare

informazioni per esempio a uno smar-

tphone. A banda stretta, semplicemente

indicando una posizione: uno smartpho-

ne sotto una fila di luci, per esempio in un

supermercato, può essere localizzato con

una precisione di 30 cm, superiore per

esempio a quanto ottenibile con i beacon

Bluetooth. Questa applicazione può es-

sere utilizzata, per esempio, per indicare

ai clienti la strada che porta a prodotto

che si sta cercando.

Ma sono in sperimentazione anche ap-

plicazioni a banda larga: la tecnologia

di Signify si chiama Li-Fi e permette di

trasmettere a un PC “immerso” in un si-

stema di illuminazione compatibile, dati

fino a 30 mbit/sec, rendendo possibile la

comunicazione anche in ambienti con lo

spazio elettromagnetico inquinato o non

SMARTHOME Roberto Brambilla, country manager di Signify, racconta il nuovo corso della vecchia divisione Lightning di Philips

Philips Lightning diventa Signify e va avanti tutta sola Il mercato delle lampadine resta importante, ma la strategia di Signify è tutta impostata verso le applicazioni intelligenti

fruibile. Al momento la tecnologia Li-Fi

richiede una dongle da inserire in un PC

per la comunicazione (il canale di ritorno

è via infrarossi), ma Signify conta di riusci-

re a far integrare la predisposizione in PC

e smartphone.

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www.audiogamma.it

P5 Wireless.Abbiamo eliminatoil cavo ma il suonoè rimasto lo stesso.

P5 Bluethooth, musica in mobilitàsenza compromessi con 17 ore diautonomia e ricarica veloce perperformance allo stato dell'arte. Lasolita qualità e cura nei materiali diBowers & Wilkins adesso senza filigrazie alla nuova P5 S2 Bluetooth.

133_bw_P5w_pgp_ddy.qxp:- 19-09-2016 14:13 Pagina 1

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

di Gaetano MERO

La Coppa del Mondo si può seguire anche senza

TV. Decine di app sono pronte ad approdare su

smartphone e tablet degli appassionati con prono-

stici, statistiche sui giocatori in campo, risultati in tempo

reale e classifiche aggiornate minuto per minuto.

Abbiamo selezionato attraverso gli store Google e Ap-

ple una serie di app, spaziando tra le più famose e com-

plete con informazioni dettagliate e contenuti inediti, per

non lasciarsi sfuggire proprio nulla del campionato, e

le proposte più divertenti che terranno compagnia agli

spettatori fino al 15 luglio.

Le app ufficiali FIFA2018 FIFA World Cup Russia è l’app ufficiale FIFA che

balza tra i primi risultati sugli store Android e iOS, con-

traddistinta dall’icona dell’ambita coppa del mondo.

L’app è già attiva e fornisce informazioni sulla storia del

campionato FIFA, sui giocatori che scenderanno in cam-

po, sui risultati ottenuti dalle squadre nelle precedenti

edizioni.

Tantissimi i contenuti a disposizione, tutti in lingua ingle-

se, tra immagini e filmati presi direttamente dall’archivio

FIFA. L’app darà il meglio di sé durante la gara vera e

propria. È possibile difatti selezionare una o tutte e 32

le squadre che parteciperanno alla competizione nella

schermata di riepilogo per ricevere le notifiche durante i

match in caso di azioni decisive, falli, calci d’angolo, am-

monizioni, espulsioni e naturalmente gol. Un team di ol-

tre 30 giornalisti da tutto il mondo è pronto a intervistare

i giocatori appena fuori dal campo e a fornire statistiche

giorno per giorno.

Se si vuole giocare a fare pronostici e magari vincere

qualche premio è disponibile l’applicazione World Cup

APP WORLD Il Campionato mondiale è iniziato e lo smartphone sarà lo strumento più utilizzato per reperire informazioni

Le migliori app per seguire i Mondiali di Calcio Abbiamo selezionato le migliori app Android e iOS con cui restare aggiornati e non perdere alcun dettaglio delle partite

Match Predictor, sviluppata da FIFA in collaborazione

con Hyundai. Per iniziare è necessario creare un profilo

e indicare per ogni match chi vincerà e con quanti gol.

Non mancano le funzionalità social che consentono di

sfidare in propri amici. In più, grazie alla classifica globa-

le si scoprirà quali sono gli utenti più bravi che si aggiu-

dicheranno i premi ufficiali FIFA World Cup 2018. È già

possibile inserire i risultati delle partite fino al 19 giugno.

L’offerta di PaniniAnche Panini è uno degli immancabili protagonisti di

questo mondiale. Sono diverse le applicazioni della so-

cietà presenti su Google Play e App Store dedicate a

Russia 2018. Panini Sticker Album, disponibile in italiano,

consente di collezionare all’interno di un album virtuale

tutte le figurine dei giocatori del campionato, un modo

per conoscere da vicino quelli che saranno i protagonisti

di FIFA World Cup 2018. È possibile scambiare figurine

con altri collezionisti online e partecipare ad alcune sfide

giornaliere per terminare più rapidamente la propria rac-

colta. Mentre scriviamo sono state già aperte 153 milioni

di bustine digitali.

AdrenalynXL 2018 FIFA World Cup Russia è invece il

trading card game ufficiale del campionato. Una sorta

di fantacalcio, che vede la collaborazione di Panini, de-

dicato ai mondiali in cui è possibile schierare campioni

di diverse squadre e battersi online con altri giocatori. Il

premio finale? Naturalmente la soddisfazione di essere

l’allenatore più forte del mondo.

Le alternative per rimanere sempre informatiSemplice come il nome, Mondiali 2018 è l’app proposta

da TorAlarm GmbH che a partire dal 14 giugno invierà

notifiche sullo smartphone o sul tablet in merito ai gol

segnati dalla propria squadra preferita durante i match.

La grafica essenziale presenta il calendario suddiviso

per gironi, la classifica e i risultati. Basterà seleziona-

re una o più squadre di proprio interesse per ricevere

informazioni in tempo reale. Coppa del Mondo Russia

2018 di HSL Software con appena 6 MB è senza dub-

bio l’applicazione per dispositivi Android che richiede

meno spazio di installazione sullo smartphone, senza

rinunciare alle funzionalità. La home si apre con le prin-

cipali notizie sportive prese dal web e in italiano. Il menù

presenta le squadre suddivise per continente, il calen-

dario delle partite, i gironi con i punteggi. Interessante

anche la possibilità di conoscere gli stadi in cui saranno

disputati i match. Mondiali 2018, Coppa del Mondo è

l’app per Android e iOS che oltre a fornire informazioni

dettagliate sulle partite del campionato dispone di una

ricca sezione news. Le notizie sono prese direttamente

dalle principali testate online e sono disponibili anche in

italiano. Nella home un conto alla rovescia indica quanto

manca al calcio di inizio di Russia 2018. Cliccando sul-

la bandiera di ogni squadra è possibile vedere risultati

dei vari gironi e i giocatori convocati. Simpatica l’idea di

ascoltare l’inno di ogni nazionale partecipante.

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

di Massimiliano DI MARCO

Questa volta l’Italia ai Mondiali di calcio non c’è

andata. Ma ciò non significa che, usando un po’

di fantasia e soprattutto l’aiuto delle simulazio-

ni sportive, non sia possibile replicarne una versione

lievemente alterata in cui l’Italia, invece, in Russia ci è

andata. E magari ha pure vinto. Parliamo ovviamen-

te di videogiochi e soprattutto di FIFA 18. Il titolo di

Electronic Arts, infatti, è l’unico ad avere la licenza uf-

ficiale dei Mondiali di calcio 2018. Il recentissimo ag-

giornamento ha introdotto gratuitamente una sezione

speciale totalmente dedicata al torneo internazionale,

per giocare la competizione sia nella sua veste uffi-

ciale, con tanto di gironi già organizzati, sia per poter

personalizzare le formazioni partecipanti.

Il tutto in una splendida grafica in 4K e HDR, che ab-

biamo testato usando una PlayStation 4 Pro, che ga-

rantisce un output di 2160p, su uno schermo 4K LG

compatibile con HDR10.

FIFA 18, cambiamo la storia Italia al posto della SveziaLa modalità World Cup 2018 di FIFA 18 è stata aggiun-

ta recentemente. Se ancora non l’avete, vi basta con-

nettere la console a internet e lasciare che il gioco

trovi automaticamente il suo naturale aggiornamen-

to. È l’unica, dicevamo, con la licenza ufficiale. Loghi,

stadi, nomi, maglie; tutto è una riproduzione virtuale

su schermo dei Mondiali di calcio di cui godremo da

giovedì prossimo.

I contenuti di questa modalità sono piuttosto canonici.

La parte più ghiotta è sicuramente la possibilità di gio-

care i Mondiali di calcio 2018 come sono realmente

composti: scegliamo una squadra da impersonare e

affrontiamo gironi e poi ottavi, quarti, semifinale e infi-

ne l’agognata sfida per il primo posto.

Ovviamente non c’è l’Italia in questa modalità, ma la

nostra formazione è presente nel catalogo. Può es-

sere usata innanzitutto nella modalità Calcio d’inizio,

che permette di giocare delle partite singole oppure

nella formula andata e ritorno con qualsiasi naziona-

GAMING Mondiali di Calcio non si giocano solo sul campo: con il videogame giusto si può ricreare l’atmosfera del torneo in salotto

Come portare l’Italia ai Mondiali 2018 e vincerli Abbiamo provato Fifa 18 World Cup in 4K e HDRL’Italia può comunque partecipare ai “nostri” Mondiali: abbiamo giocato a FIFA in 4K HDR, ma le alternative non mancano

le, qualificata oppure no. Ma c’è di più: nella modalità

Torneo personalizzato, possiamo anche scegliere di

mettere l’Italia nei gironi, così da poter competere nei

Mondiali di calcio in Russia come se la storia fosse

andata diversamente. Magari inserendola proprio al

posto della Svezia.

Dalla schermata con i gironi, composti secondo la rea-

le controparte, si può infatti scegliere di sostituire ogni

singola squadra con un’altra, sia fra quelle che non si

sono qualificate sia fra le nazionali di un altro girone,

mischiando così i giochi. Spagna, Brasile, Argentina e

Germania tutte insieme dal via? Sì, si può fare.

Una modalità pensata per chi, insomma, ha la “febbre

da Mondiali”: pochi fronzoli, tanta sostanza, tutto uffi-

ciale. Per vivere in salsa virtuale quello che la nostra

Italia di calcio non potrà vivere.

Che spettacolo i Mondiali in 4K HDROltre alla licenza ufficiale, tanto su PS4 Pro quanto su

Xbox One X e PC, FIFA 18 offre un potenziale grafico

enorme: il supporto alla risoluzione 4K e all’HDR. È

certamente scontato, soprattutto su queste pagine,

ma un monitor o un TV che supporti queste due carat-

teristiche è necessario per poter spingere al massimo

la qualità dell’immagine. E vi assicuriamo che ne vale

la pena, anche se non tutto è perfetto.

Dal Full HD al 4K il salto è enorme, com’è giusto che

sia. In ogni possibile elemento della grafica di questo

gioco: dalle goccioline di sudore sui volti dei calciatori

fino alle bandiere che adornano gli spalti dei tifosi, i

fili d’erba e il pallone da gioco. Il maggior numero di

pixel offre innanzitutto una qualità molto alta e a un

confronto diretto sullo stesso schermo la differenza

con i 1080p è netta, anzi nettissima. L’immagine in Full

HD è più piatta già dal primo impatto; in 4K sembra

prendere vita. Se si aggiungiamo le potenzialità del-

l’HDR, che assicura una gamma cromatica di grande

impatto, immergersi nell’atmosfera dello stadio virtua-

le è un attimo.

Posizionarsi alla distanza giusta è assolutamente fon-

damentale per godere al massimo della super-defini-

zione 4K (mentre l’HDR è indipendente da essa). Ab-

biamo recentemente scritto un approfondimento sulla

dimensione giusta del TV da acquistare per gustarsi i

Mondiali: le stesse raccomandazioni possono essere

usate per calcolare la distanza ideale di visione, posta

la disponibilità di un TV 4K di dimensioni conosciute.

Consigliamo fortemente di leggerlo, così da ottenere

il massimo dalla propria esperienza videoludica.

Pad alla mano è tangibile l’efficacia degli effetti grafici

che la risoluzione 4K porta con sé, ampliando i be-

nefici della maggiore potenza di PS4 Pro (nel caso di

FIFA 18 equivalenti su Xbox One X e PC) e garantendo

un effetto di realismo molto più alto. Nell’immagine a

1080p e senza HDR non si notano, infatti, l’effetto del

bagnato sui volti (che sia sudore o pioggia) e la com-

plessità dei riflessi è ancora notevolmente ridimen-

sionata. Da notare che in parte c’entra la maggiore

risoluzione, in parte l’incremento di gamma dinamica

che va a “toccare” il dettaglio sulle alte e le basse

luci completando i vantaggi del 4K. Difficile capire

a occhio se i benefici maggiori si ottengano tramite

l’aumento di pixel o la maggior gamma dinamica: en-

trambe le tecnologie insieme, però, fanno davvero la

differenza.

Spostando l’interruttore e salendo a 2160p, insomma,

il gioco preme l’acceleratore su ben più della sola ri-

soluzione, garantendo un’immagine pulita, nitida e so-

lab

video

segue a pagina 23

Page 23: Diritti tv Serie A: Sky e Perform fanno man bassa. E …E DAZN sbarca in Italia A Sky e Perform i diritti della Serie A. Partite in 4K HDR e arriva anche DAZN: il Netflix dello sport.

torna al sommario 23

MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

prattutto ricca. Le presentazioni prima dell’inizio della

partita, con i giocatori che entrano in campo, l’inno e

la preparazione degli atleti sul prato da gioco, sono

senz’altro il momento ideale per godere appieno di

tutta questa serie di dettagli.

È in generale quando la telecamera può permettersi

una visuale più ravvicinata – durante un’esultanza per

un gol, magari, oppure quando il portiere sta rinvian-

do la palla dal fondo – che è possibile fermarsi e ap-

prezzare la qualità generale dell’immagine: la defini-

zione dei fili d’erba che compongono il campo, le luci

degli stadi che illuminano gli spalti, le panchine ai lati

del prato. Tutto ciò c’è anche in Full HD, ma l’impatto

è diverso a livello di definizione, di impatto cromatico

e di realismo: non c’è paragone. Tipicamente però la

visuale sarà molto più distante dall’azione e tutti que-

sti benefici tendono a perdersi un po’.

Non tutto, comunque, è perfetto. Se durante la parti-

ta è difficile notare difetti particolari, nei momenti di

pausa, quando magari la telecamera inquadra l’intero

stadio, si può notare un lieve aliasing sulle bandiere

appese oppure sulle linee di bordo campo; è più evi-

dente sulle ombre che il tetto degli stadi proietta sul

terreno. Un difetto fastidioso e che spezza la “magia”

dell’immagine.

A livello grafico, sebbene questo sia più un difetto del

gioco che del suo output in 4K e HDR, i volti sono

raramente espressivi. Nelle partite di sera, poi, pri-

vate della luce solare e illuminate invece dai riflettori

l’effetto è inoltre di minore impatto: i colori sono più

leggeri, i contrasti molto meno marcati e l’immagine

è semplicemente meno “wow”. Ciò anche a causa del

fatto che in FIFA 18 le luci volumetriche non sono ge-

stite altrettanto bene quanto in FIFA 17: i punti di luce

sono più superficiali e altrettanto lo è il loro effetto

sullo stadio e la partita.

C’è poi un altro fattore da considerare: la fluidità. Spo-

standosi dal Full HD al 4K la qualità dell’immagine ne

beneficia enormemente, ma è possibile percepire an-

che un calo del frame rate generale. Nulla che vada

a rovinare l’esperienza di gioco, sia chiaro, in quanto

non parliamo di saltuari cali di frame rate rispetto al-

l’obiettivo dei 60 fps. La frequenza dei fotogrammi è

infatti solida, ma nel passaggio ai 2160p qualche fo-

togramma viene perso per strada scendendo attorno

ai 55-57 fps.

Il nostro consiglio è quello di goderlo in 4K e HDR,

perché l’impatto è nettamente superiore, la fluidità

dell’azione è comunque molto alta e i limiti riportati

sono ben poca cosa rispetto a un’esperienza forte-

mente coinvolgente.

Italia campione anche con PES 2018 Ma non c’è l’HDRSe si parla di FIFA, si parla anche di Pro Evolution

Soccer, il simulatore calcistico realizzato da Konami.

Anche questo titolo garantisce una resa in 4K su PS4

Pro, Xbox One X e PC, ma non è supportato l’HDR.

Ciò significa che sebbene la qualità dell’immagine

sia anche in questo caso di grande impatto, si perde

qualcosa dal punto di vista dell’impatto generale, del-

la vividezza cromatica e del dettaglio fine nelle zone

in ombra e in luce: considerando un’illuminazione

molto ben gestita da parte del motore del gioco, l’alta

gamma dinamica avrebbe senza dubbio dato quella

marcia in più a tutto il sistema.

PES 2018, poi, non ha la licenza ufficiale dei Mondiali

di calcio. I tornei personalizzati, in questo caso, risol-

vono tutto e possiamo provare a portare la nazionale

di calcio italiana sul tetto del mondo. Mancano comun-

que i dettagli che rendono la scena più contestuale:

niente stadi, niente loghi, nessun trofeo ufficiale. Ci

si diverte, insomma, ma se si cerca una controparte

virtuale verosimile un po’ di amarezza resta per l’as-

senza dell’ambientazione.

I Mondiali “ovunque”, in casa e fuoriSe non avete nessuna console né un PC che gestisca

il 4K né uno schermo o un monitor che possa garan-

tire questo tipo di output grafico, ma siete comunque

presi dalla smania di calcio virtuale, potete saziare il

vostro appetito con una serie di giochi gratuiti pensati

per smartphone e tablet.

Per esempio segnaliamo Score! Hero. È gratuito sia

per Android sia per iOS, ma include acquisti in-app

per rimuovere le pubblicità. Potremo impersonare

un calciatore fittizio, di cui personalizzeremo l’aspet-

to, da portare a giocare sui più importanti campi del

mondo.

Dream League Soccer 2018 (gratis per Android e iOS)

mette l’enfasi invece su tutta la squadra, da far cre-

scere ingaggiando i calciatori più in voga al mondo

e facendola arrivare fra le prime della classe. Una

modalità manageriale a 360 gradi e che include, fra

le varie attività, anche la possibilità di costruirsi il pro-

prio stadio gestendo bene le risorse economiche a

disposizione. Da poco e anche disponibile un aggior-

namento gratuito per FIFA Mobile, completamente

dedicato ai Mondiali di calcio in Russia. Come nel-

l’estensione di FIFA 18 per console e PC, introduce

la possibilità di giocare con le 32 nazionali qualificate

oppure di selezionarne una non qualificata per por-

tarla alla gloria. Bisogna specificare una cosa: serve

un OVR di almeno 65 per sbloccare la modalità World

Cup, quindi passare qualche ora di gioco prima di po-

ter entrare sui campi da gioco russi.

Infine anche Soccer Stars (Android e iOS, gratuito)

è una valida alternativa, totalmente online (si gioca

contro altre persone). Le meccaniche di gioco sono

profondamente diverse rispetto ai primi due che vi

abbiamo segnalato. La giocabilità, sulla carta, è infatti

molto più semplice, sulla falsa riga di una commistio-

ne ideale fra il subbuteo e il biliardo aggiungendo

anche degli elementi strategici in una sfida di nervi e

anche di lungimiranza.

Iran - Corea in versione 4K, notare la distanza. La versione 4K è stata estrapolata da questa im-magine, quella Full HD da un’immagine analoga in Full HD. In entrambi i casi si tratta di una rimessa dal fondo. Mentre il 4K mantiene una valida definizione anche in condizioni “estreme” come queste, il Full HD mostra i suoi limiti

Score! Hero

Soccer Stars

GAMING

Fifa 18 World Cup in 4K e HDRsegue Da pagina 22

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di Francesco FIORILLO

L a conferenza Sony All’E3 si è aperta

proprio con un nuovo trailer dell’at-

tesissimo The Last of Us 2. Oltre ad

una breve cut-scene iniziale, le immagini

mostrano una Ellie ormai cresciuta e inten-

ta a combattere alcuni nemici umani. The

Last Of Us: Part II è in sviluppo in esclusiva

su Playstation 4 ma, al momento, non di-

spone di alcuna data d’uscita.

Giusto il tempo di annunciare Call of Duty:

Black Ops III gratis per gli abbonati a Play-

Station Plus (in vista del lancio di Black Ops

4) e una suggestiva melodia orientale ha

introdotto Ghost of Tsushima, mostrato

con un meraviglioso filmato di gameplay.

Il titolo sviluppato dal team Sucker Punch,

autori di Infamous: Second Son, proporrà

un vasto mondo liberamente esplorabile,

anche in sella ad un cavallo, mentre i com-

battimenti offriranno sia momenti di pura

azione, sia fasi molto più stealth.

La prima grande sorpresa è arrivata

dall’annuncio del nuovo titolo Remedy,

storico sviluppatore in passato legato al

colosso di Redmond. In Control i giocatori

avranno questa volta la possibilità di vive-

re un’intensa avventura nei panni di un mi-

sterioso personaggio femminile in grado

non solo di fluttuare nell’aria, ma anche

di utilizzare poteri simili alla telecinesi per

spostare oggetti vari. Control è in arrivo

nel 2019 su PC, PS4 e Xbox One.

Dopo aver presentato Devil May Cry 5 alla

conferenza Microsoft, Capcom ha mostra-

to sul palco di Sony l’atteso remake di

Resident Evil 2. Il gioco, che potrà conta-

re su un comparto tecnico completamen-

te rivisto, sarà disponibile dal prossimo 25

gennaio su PS4 e Xbox One.

Square Enix è tornata a parlare di Kin-gdom Hearts III anche in conferenza

Sony, mostrando sia un trailer inedito in-

centrato quasi interamente sul mondo di

gioco ispirato a Pirati dei Caraibi, sia una

edizione speciale del gioco in esclusiva

PlayStation. Sulla console Sony un cofa-

netto racchiuderà, oltre al terzo capitolo,

anche Kingdom Hearts 1.5 + 2.5 + 2.8. Il

titolo, attualmente in sviluppo per PlaySta-

tion 4 e Xbox One, debutterà finalmente

sul mercato il prossimo 29 gennaio 2019.

Come da promessa fatta nel corso della

conferenza PlayStation all’E3 2018 è ap-

parso sul palco anche Death Stranding,

ancora sprovvisto di data d’uscita e sem-

pre poco decifrabile nelle sue mecca-

niche ludiche. L’esplorazione dei vasti

ambienti rivestirà probabilmente un ruolo

fondamentale nell’avventura, mentre il

cast, oltre che su Norman Reedus e Mads

Mikkelsen, potrà fare affidamento anche

su Lea Seydoux e Lindsay Wagner.

La terza grande sorpresa è giunta poi con

la presentazione, tramite l’immancabile

teaser trailer, di Nioh 2, mentre un nuovo

gameplay trailer di Spider-Man ha ricorda-

to ai presenti la bontà del progetto Insom-

niac Games.

Il nuovo videogioco firmato From Softwa-

re (Dark Souls, Bloodborne) e Sony Japan

Studio ha concluso la conferenza della

compagnia giapponese e, per via della

sua natura, ha colto tutti di sorpresa.

GAMING The Last of Us 2 e Ghost of Tsushima possiedono un dono raro: riescono a stupire

All’E3 PlayStation convince e stupisce con The Last of Us 2 e Ghost of TsushimaIl seguito di Nioh e il remake di Resident Evil 2 hanno svolto il ruolo delle “bombe inattese”

di Massimiliano DI MARCO

Anche la versione per Nintendo

Switch di Fortnite, annunciata idu-

rante il Direct dell’azienda giappo-

nese, subisce l’imposizione dettata da

Sony per PS4: niente cross-play, che in-

vece è possibile con PC, Mac, smartpho-

ne e tablet e Xbox One.

Quando Fortnite viene giocato su PS4,

l’account Epic Games viene essenzial-

mente “bloccato” e legato al profilo

PlayStation Network. Ciò implica, quindi,

che importarlo per usarlo su Switch non

GAMING La politica di Sony viene estesa anche alla console ibrida di Nintendo. Utenti furiosi

Fortnite, Sony blocca il cross-play fra PS4 e Switch Il pubblico non gradisce e non mancano gli avvertimenti: “Si cambia o passo a Xbox”

è possibile, esattamente come non lo

è su Xbox One, e quindi non possono

essere portati avanti i progressi o avere

accesso alle skin e le emote già acqui-

state. Un atteggiamento che, dopo una

buona conferenza E3 che ha consolida-

to il rapporto con il suo pubblico, ha fatto

infuriare tanti utenti.

Fortnite è il gioco del momento. Ci gio-

cano in milioni di utenti ed è così trasver-

sale da aver coinvolto, oltre ai tantissimi

streamer di Twitch e YouTube, anche

personalità come il rapper Drake, Zlatan

Ibrahimovic e tanti giocatori dell’NBA

come Andre Drummond e Josh Hart.

L’idea, quindi, che basti un solo gioco

- per giunta gratuito - a rappresentare

un motivo valido per spostarsi da PS4

a Xbox One non è insomma così fuori

discussione.

L’E3 di Nintendo mette in mostra solo Super Smash BrosOltre al nuovo Super Smash Bros si segnala su Switch giusto l’arrivo di Fortnite, di Super Mario Party e poco altro. Nessuna traccia di Netflix di F. F.

Nintendo si focalizza su un unico titolo: Super Smash Bros. Ultimate. L’ultima edizione dell’amatissimo picchiaduro, che vede una mezza infinita di storiche icone Nintendo darsele di santa ragione, uscirà il prossimo 7 dicembre e vanterà il cast di lottatori più ampio di sempre. Il primo trailer mostrato è stato comunque una nuova IP: Daemon x Machina. Atteso per il prossimo anno e realizzato da First Studio e Marvelous.Una nuova espansione di Xe-noblade Chronicles 2, chiamata Torna: Golden Country arriverà il prossimo settembre, mentre il successivo trailer ha svelato un nuovo capitolo della saga Mario Party. Super Mario Party, in arrivo su Switch il prossimo 5 ottobre. Nel corso del Nintendo Direct per l’E3 2018, il colosso di Kyoto ha presentato anche Fire Emblem: Three Houses. È atteso per la pri-mavera del 2019, il nuovo strate-gico non si discosterà dalle mec-caniche classiche della serie.Il fenomeno videoludico del mo-mento, Fortnite, è stato confer-mato infine su Switch.Il Battle Royale di Epic Games è gia scaricabile gratuitamente, mentre tramite l’immancabile trailer contenitore, che ha messo in luce i prossimi giochi in uscita, abbiamo appreso dell’arrivo di Dragon Ball FighterZ sulla conso-le ibrida di Nintendo.

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di Francesco FIORILLO

Quella di quest’anno è stata per Microsoft una con-

ferenza pre-E3 carica di significato. Oltre a dover

presentare nuove esclusive di peso, urlate a gran

voce dai fan di mezzo mondo, il colosso di Redmond

era infatti costretto a spingere sull’acceleratore, al fine

di ridurre almeno in parte le notevoli distanze con l’av-

versario PlayStation 4.

Salito sul palco Spencer ha subito infiammato gli animi

dei presenti svelando il nuovo capitolo della serie con

protagonista Master Chief: Halo Infinite.La conferenza è poi proseguita mostrando l’onirico Ori and the Will of the Wisps, che ha scaldato i cuori dei

presenti grazie al suo incredibile comparto artistico,

mentre il misterioso progetto firmato From Software si

è concretizzato in Sekiro: Shadows Die Twice. Il gio-

co sarà ambientato nell’antico Giappone e pare che le

meccaniche prettamente ludiche si ispireranno forte-

mente alla serie Dark Souls e a Bloodborne.

Todd Howard di Bethesda ha fatto la sua apparizione

sul palco della conferenza Microsoft per presentare un

nuovo video dedicato a Fallout 76. Il gioco, ha promes-

so Howard, sarà quattro volte più grande di Fallout 4 e

sarà un vero e proprio prequel.

Tramite gli immancabili trailer Dontnod ha presenta-

to Captain Spirit, il nuovo titolo gratuito ambientato

nell’universo di Life is Strange, mentre Microsoft ha

riacceso i riflettori sullo scoppiettante titolo d’azione

Crackdown 3.Senza grandi sorprese è stato poi mostrato il nuovo

capitolo della serie Metro. Intitolato Metro Exodus, l’ul-

timo sparatutto legato all’omonima opera letteraria ha

una data d’uscita: il prossimo 22 febbraio e, soprattutto,

continua a vantare un comparto tecnico semplicemen-

te sbalorditivo.

Per la prima volta un capitolo della saga di Kingdom Hearts giunge su Xbox e, grazie al nuovo trailer pubbli-

cato per l’occasione, i giocatori possono dare una pri-

ma occhiata a Ralph Spaccatutto, Rapunzel e al regno

ghiacciato di Frozen. Kingdom Hearts III, lo ricordiamo,

è atteso per il prossimo 29 gennaio 2019 su PS4 e Xbox

One.

Come facilmente preventivabile, Microsoft ha annun-

ciato di voler continuare a supportare Sea of Thieves, grazie a nuovi contenuti aggiuntivi in arrivo a breve su

Xbox One e Windows 10. Cursed Sails e Forsaken Sho-

res, questi i nomi scelti per le due espansioni, arriveran-

no rispettivamente nei mesi di luglio e settembre.

Abbandonate le tinte piratesche di Sea of Thieves

è arrivato il momento del nuovo Forza Horizon 4. Le

serpentine asfaltate che ospiteranno le scorribande

motorizzate di Playground Games avranno questa volta

come sfondo le verdi colline della Gran Bretagna, men-

tre le diverse stagioni cambieranno dinamicamente gli

eventi da affrontare a bordo di una delle tante autovet-

ture presenti.

Il colosso di Redmond, tramite le parole del buon Phil

Spencer, ha annunciato la nascita di un nuovo studio

GAMING Quest’anno nel corso della conferenza pre-E3 del colosso di Redmond non sono certo mancati i nuovi giochi

E3: Microsoft accelera. 50 nuovi titoli per XBox Tra Forza Horizon 4, Halo Infinity, Gears 5, Cyberpunk 2077 lo show ha svelato al mondo tantissimi nuovi progetti

interno chiamato The Initiative, diretto dall’ex Crystal

Dynamics Darrell Gallagher e l’acquisizione di parec-

chi studi particolarmente popolari come Ninja Theory

(Hellblade, DmC), Compulsive Games (We Happy Few),

Playground Games (Forza Horizon) e Undead Labs

(State of Decay).

The Division 2 ha fatto il suo debutto con lungo filmato

di gameplay, mentre buone nuove sono giunte anche

sul fronte PlayerUnknown’s Battlegrounds, grazie al-

l’annuncio della nuova modalità War Mode.

L’immancabile spazio dedicato ai progetti solitamen-

te accomunati dalla dicitura Indie ha dato luce a tutta

una serie di interessanti progetti, come l’espansione di

Cuphead o l’avventuroso Tunic, ma sono state le novi-

tà legate al servizio Game Pass ha destare più di una

curiosità. Una nuova tecnologia, chiamata FastStart,

permetterà agli utenti di iniziare a giocare due volte

più velocemente ai titoli in catalogo, mentre Fallout 4,

The Elder Scrolls Online e il capitolo originale di The

Division, entrano nella lista dei giochi utilizzabili già da

oggi. Nel corso dell’anno arriveranno altri titoli di peso

come Halo The Master Chief Collection e, fin dal lancio,

Ashen.

Square Enix ha utilizzato il palco allestito da Microsoft

per mostrare invece un nuovo trailer di Shadow of the Tomb Raider, il terzo episodio della nuova serie dedica-

ta a Lara Croft in uscita il prossimo 14 settembre su Win-

dows PC, Sony PlayStation 4 e Microsoft Xbox One.

Nel corso della lunga conferenza per E3 di Xbox non

sono mancate fortunatamente diverse sorprese.

Session, un nuovo videogioco dedicato allo skateboar-

ding in esclusiva PC e Xbox raccoglie le ceneri del po-

polare Skate e, nel farlo, proporrà un approccio simula-

tivo legato all’utilizzo dei due stick analogici.

Le voci di corridoio delle precedenti settimane hanno

poi trovato conferma e Devil May Cry V è divenuto

finalmente realtà. Il gioco riprende la saga principale,

ignorando la parentesi di DmC di Ninja Theory, uscirà

ad aprile 2019 e proverà a dare nuova linfa vitale al

mondo degli action game. Nel corso della lunga con-

ferenza Microsoft è arrivato anche il primo video di

Jump Force, nuovo picchiaduro crossover nel quale

saranno presenti diversi personaggi tratti dalle serie

manga / anime più amate, come Dragon Ball, Naruto

e One Piece.

Un lungo video di gameplay ha mostrato poi Dying Li-ght 2. Il gioco sarà un sequel del primo, riproporrà le

dinamiche parkour che ne hanno in passato decretato

il successo e offrirà un mix d’azione e tattica in prima

persona. Ogni scelta del giocatore avrà però questa

volta delle conseguenze sul mondo di gioco, mentre gli

infetti garantiranno ore di divertimento ai fan di questa

peculiare saga.

L’annuncio di Battletoads, un nuovo capitolo della

storica saga Rare destinato in esclusiva a Xbox One e

Windows 10 ha commosso i giocatori nostalgici, mentre

Just Cause 4, dopo gli scatti rubati delle precedenti

ore, è stato confermato con un trailer accompagnato

da una data d’uscita: 4 dicembre 2018.

Dopo aver mostrato Gears Tactics, un particolare gioco

strategico ambientato dodici anni prima di Gears of War

e aver “trollato” il pubblico presente in sala con il discu-

tibile Gears Pop!, Microsoft ha annunciato di essere al

lavoro anche su Gears 5. Il nuovo capitolo ufficiale del-

la celebre serie di sparatutto in terza persona in esclu-

siva per la piattaforma della Casa di Redmond sembra

poter contare su un’atmosfera più ricercata rispetto agli

ultimi episodi, ma prima di poter mettere le mani su tale

perla occorrerà attendere la stagione invernale 2019.

Proprio come EA, anche Microsoft sta lavorando ad un servizio di gioco in streaming. Spencer ha spiegato

che l’obiettivo della compagnia statunitense è quello

di raggiungere un prodotto paragonabile alla tipiche

esperienze da console, anche su smartphone e tablet.

La bomba finale della conferenza è stata il video reveal

di Cyberpunk 2077, la nuova IP di CD Projekt Red. Gli

autori di The Witcher non hanno purtroppo mostrato

sequenze di gameplay né, soprattutto, una data d’usci-

ta, ma il video realizzato interamente con l’engine del

gioco possiede già il raro dono di stupire.

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

di Francesco FIORILLO

L a conferenza del colosso statuniten-

se all’E3 si è aperta, come da previ-

sione, con il nuovo Battlefield V.L’ambientazione della Seconda Guerra

Mondiale è stata ovviamente conferma-

ta, così come la tanto vociferata modalità

battle royale, mentre un nuovo trailer ha

permesso di constatare la spettacolarità

dell’azione propostae il notevole impatto

grafico.Le luci si sono quindi accese su

FIFA 19. EA ha mostrato un nuovo trai-

ler e ha annunciato l’acquisizione della

licenza ufficiale della UEFA Champions

Legue, strappata quest’anno al rivale di

sempre Pro Evolution Soccer. Il nuovo

capitolo, che potrà ancora una volta fare

affidamento su Cristiano Ronaldo come

testimonial ufficiale, apparirà sugli scaf-

fali il prossimo 28 settembre in versione

Playstation 4, Xbox One, Windows PC e

Nintendo Switch.

Andre Wilson, CEO della compagnia ame-

ricana, è salito poi sul palco per parlare di

un servizio di “Cloud Gaming” ancora fer-

mo alle fasi iniziali del suo sviluppo e per

annunciare un nuovo servizio su abbona-

mento, non dissimile dal noto Game Pass

di Microsoft. Previsto al momento solo su

PC, Origin Access Premier consentirà agli

GAMING FIFA 19, Anthem e Star Wars: Battlefront II non hanno saltato l’appuntamento dell’EA

Fifa 19, Anthem, Star Wars: Battlefront II e qualche sbadiglio. L’E3 di EA inizia cosìDue interessanti progetti EA Original, per il resto le sorprese sono mancate del tutto

utenti di accedere a un

catalogo di oltre 100 ti-

toli, tra cui figureranno

anche le maggiori no-

vità come Madden 19,

FIFA 19, Battlefield V

e Anthem. Disponibile

nel corso dell’estate,

la versione Premier di

Origin richiederà un

esborso mensile di 14,99€ o di 99,99€

per l’intera annualità. Il boss di Respawn

Entertainment, Vince Zampella, è inter-

venuto invece per annunciare, senza

mostrare però nulla, il nuovo titolo basato

sul franchise di Star Wars. Attualmente in

sviluppo presso lo studio responsabile

della serie Titanfall, Star Wars: Jedi Fallen

Order racconterà una storia tra Star Wars

Episodio III: La vendetta dei Sith e Star

Wars Episodio IV: Una nuova speranza.

Star Wars: Battlefront II, invece, riceverà

a breve una nuova espansione basata su

Star Wars: Clone Wars, con personaggi

come Il Generale Grievus, il Conte Dooku

e Anakin Skywalker.

Unravel two, seguito dell’onirico e parti-

colare gioco di piattaforme con protago-

nista Yarny, è stata una delle poche novità

assolute della conferenza Electronic Arts.

Rispetto all’originale la nuova epopea of-

frirà una modalità multiplayer cooperativa

a due giocatori e, di conseguenza, una

struttura ludica più articolata e tutta una

serie di puzzle inediti. Unravel Two è già

disponibile per il download su PC, Xbox

One e PS4. Sempre dal programma EA

Original arriva la seconda e ultima sorpre-

sa dello show: Sea of Solitude.Il ritmo generale non è stato di certo scop-

piettante e tra una versione di Command

& Conquer destinata ai sistemi mobile e

l’immancabile trailer per il duo sportivo

NBA Live 19 e Madden NFL 19, l’EA Play

si è concluso con Anthem, protagonista

di un nuovo e lungo filmato di gameplay.

In uscita il 22 febbraio 2019 su Sony PS44,

Microsoft Xbox One e Windows PC, il gio-

co proporrà meccaniche ludiche a metà

strada fra gli Action RPG e gli sparatutto in

terza persona e offrirà una modalità multi-

player cooperativa per quattro giocatori.

di F. F.

L a conferenza di Bethesda si è aper-

ta con RAGE 2. Avalanche Studios

e id Software hanno mostrato per la

prima volta il gameplay del gioco, atteso

per la primavera del prossimo anno.

È stata poi la volta di The Elder Scrolls Legends, un particolare gioco di carte in

arrivo su Nintendo Switch, PlayStation 4 e

Xbox One nel corso di quest’anno.

La prima grande sorpresa dello show è

stata DOOM Eternal, seguito completo

del reboot uscito nel 2016 su PC, PS4 e

Xbox One. Anche l’altro storico FPS non

ha mancato l’appuntamento con le luci

della ribalta. È giàdisponibile infatti una

GAMING In arrivo il seguito di Doom, un nuovo capitolo di Wolfenstein, Starfield, The Elder Scrolls

Bethesda stupisce i suoi fan con diverse sorpreseAgli attesissimi RAGE 2 e Fallout 76 Betsheda affianca molti altri titoli davvero interessanti

versione di prova gratuita del nuovo

Quake Champions che, lo ricordiamo,

resta ancora fermo a una fase di early ac-

cess. Dopo aver confermato i rumor sul

nuovo contenuto aggiuntivo destinato a

Prey, la compagnia statunitense, tramite

l’immancabile trailer montato a regola

d’arte, ha colto tutti di sorpresa.

Wolfenstein Youngblood, titolo con prota-

goniste le figlie di BJ, catapulterà questa

volta i giocatori negli anni ‘80 e offrirà an-

che una interessante modalità cooperati-

va per due giocatori. Sia Prey che Wolfen-

stein riceveranno inoltre una particolare

esperienza VR. Todd Howards è tornato

a parlare di Fallout 76: un gioco survival

online in uscita il prossimo 14 novembre.

Dopo aver presentato The Elder Scrolls

Blades, gioco di ruolo mobile totalmente

gratuito in arrivo questo autunno su App

Store e Google Play, Bethesda ha sgan-

ciato due bombe: Starfield, la nuova IP

single-player a tema spaziale è divenuta

realtà. Tramite un breve teaser è stato

presentato anche The Elder Scrolls VI, in

arrivo non prima del 2020.

Video 8K e potenza “mostruosa” per le prossime GPU NVIDIA Secondo alcuni rumor la nuova generazione di GPU NVIDIA include novità importanti, tra cui la tecnologia RTX di Franco AQUINI

La nuova generazione di GPU NVIDIA verrà presentata, se saran-no confermati i rumor, tra la fine di agosto e l’inizio di settembre. Per cominciare, la prossima ge-nerazione dovrebbe integrare la tecnologia RTX, finora prerogativa delle soluzioni professionali VOLTA e QUADRO. RTX è una tecnologia che impiega il Ray Tracing, capace di ottenere una qualità cinemato-grafica con il vantaggio di poter essere elaborata in tempo reale. Il Ray Tracing calcola il percorso della luce e delle sue rifrazioni su-gli oggetti già in fase di rendering, ottenendo un fotorealismo di gran lunga più elevato. La seconda novi-tà riguarda il supporto allo standard HDMI 2.1, che promette il supporto al Dynamic HDR, al refresh variabi-le e a molte nuove risoluzioni, tra cui il 4K a 50/60 Hz e a 100/120 Hz. Ma arriverà a supportare addi-rittura il 5K, 8K fino a 100/120 Hz e 10K 100/120 Hz. Infine ci sarà un nuovo algoritmo per la frequenza di lavoro della GPU, che potrebbe spingere la frequenza ben oltre i livelli attuali, grazie anche a una maggior efficienza energetica. Le schede di riferimento dovrebbero aggirarsi intorno ai 700 dollari per la versione top (1180 o 2080) e sui 400 dollari per la sorella minore (1170 o 2070). A bordo ci dovreb-bero essere memorie GDDR6. Di-versamente da quanto accaduto con le GDDR5X, le nuove GDDR6 verranno prodotte da Micron, Sam-sung e SK Hynix.

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

Arriva in Italia Xiaomi Redmi S2Lo Xiaomi Redmi S2 è uno smartphone entry-level dedicato a chi adora scattare selfie e foto. Tra i punti di forza le fotocamere dotate di AI, l’ampio display e soprattutto il prezzo di Gaetano MERO

Xiaomi annuncia la disponibilità in Italia del Redmi S2. Si tratta di un dispositivo entry-level con in-teressanti feature nel comparto fotografico ed un buon rapporto qualità/prezzo. Redmi S2 è equi-paggiato con una fotocamera frontale da 16MP con Flash LED, tecnologia di pixel binning e AI Beautify di Xiaomi per selfie per-fetti anche con poca luce. La foto-camera è inoltre in grado di rileva-re automaticamente un ambiente con retroilluminazione e applicare gli effetti HDR e bokeh. A bordo è presente una doppia fotocamera posteriore con AI da 12MP + 5MP. Il dispositivo è alimentato dalla piattaforma Qualcomm Snapdra-gon 625, è dotato di un display da 5,99 pollici in formato 18:9, classico senza tacca, con risoluzione 720 x 1.440 pixel, dunque solo HD+. In Italia arriverà la versione dual SIM, dotato di 3GB di RAM e 32GB di memoria interna espandibile con microSD fino a 256GB, sistema operativo Android 8.1 Oreo e in-terfaccia MIUI 9. La connettività è garantita dalla compatibilità con le reti 4G VoLT e dalla presenza dei moduli Wi-Fi 802.11 a/b/g/n, Blue-tooth 4.2. Completano la scheda tecnica sensore ad infrarossi, GPS + GLONASS, porta microUSB per connessione e ricarica, batteria integrata da 3.080 mAh.Xiaomi Redmi S2 è già disponibile al prezzo di 179.9€ nei colori Oro, Oro rosa e Grigio scuro.

di Emanuele VILLA

Vivo ha presentato Nex, il suo nuo-

vo top di gamma, un telefono che

dimostra quanto sia ancora possi-

bile innovare in questo settore: non ha

l’amato/odiato notch, fa sua la filosofia

“tutto schermo” lanciata da Xiaomi e abil-

mente ripresa da iPhone X, ha il sensore

di impronte integrato nello schermo e la

fotocamera frontale per i selfie è pop-up,

ovvero integrata nello chassis ed estrai-

bile a richiesta. Secondo l’azienda cinese

questa soluzione è più efficiente rispetto

a quella adottata da Xiaomi, che invece

integra la fotocamera nella porzione in-

feriore del pannello frontale. Non sappia-

mo quanto siano attendibili i rendering:

se il telefono è così come nelle immagini,

anche la porzione di cornice inferiore è

sottilissima, il che spiegherebbe un rap-

porto screen-to-body del 91,24%.

Per la trasmissione della voce viene usa-

ta la tecnologia “screen soundcasting”,

che sfrutta le vibrazioni del vetro per tra-

smettere i suoni rendendo di fatto inutile

la capsula auricolare superiore. Ovvia-

mente l’efficacia del sistema va testata,

ma da quello che leggiamo i risultati

sembrano buoni.

Esattamente come Apex, il prototipo

mostrato al Mobile World Congress, Nex

usa un sensore biometrico integrato nel

display, sebbene di dimensioni ridotte

rispetto al predecessore.

Le specifiche ci interessano meno, non

essendo questo un terminale dedicato al

mercato europeo né italiano, ma le ripor-

tiamo comunque: snapdragon 845, 8 GB

di RAM, display OLED da 6,59’’ FHD+,

fotocamera primaria da 12 mpixel con

lente da f1.8 e modulo per i selfie “pop

up” da 5 megapixel f2.4, oltre a 128 GB di

storage. A livello di prezzi, il fatto che in

Cina costi l’equivalente di 780 conta fino

a un certo punto: molto più interessante

che sia meno caro dell’iPhone X ma costi

leggermente di più del Mi 8 di Xiaomi.

MOBILE Vivo ha presentato lo smartphone top di gamma Nex, tutto schermo e senza notch

Vivo con Nex dimostra che innovare si puòNex utilizza un sensore biometrico integrato nel display, come il prototipo mostrato all’MWC

di Matteo SERVADIO

U n utente ha condiviso sul forum di XDA due foto che ritrarrebbe-

ro il presunto prototipo del Goo-

gle Pixel 3 XL. Impossibile verificarne

l’autenticità, ma bisogna ammettere

che combaciano con le precedenti in-

discrezioni. Inoltre, il design è vero-

simile rispetto a quanto Google ci ha

abituato. La prima cosa che si nota è

il notch, abbastanza invadente, ma fa

sì che lo schermo si estenda tanto da

lasciare un sottilissimo bordo superio-

re. Inoltre la cornice inferiore (che resta

piuttosto ampia) sembrerebbe mante-

nere l’altoparlante frontale.

Google dovrebbe lanciare anche un

modello più piccolo, il Pixel 3, che se-

condo i proteggi schermo trapelati a

fine maggio avrebbe cornici più sottili

dello scorso anno e niente tacca.

A questo proposito le immagini del pre-

MOBILE Arrivano da XDA due immagini che ritrarrebbero il prototipo dell’atteso Pixel 3 XL

Pixel 3 XL, Google cede alla notch-mania Il design, decisamente “made by Google”, si allinea perfettamente con i precedenti rumor

sunto Pixel 3 XL diffuse

tramite XDA sembre-

rebbero allinearsi il sud-

detto screen protector,

dal notch con la doppia

fotocamera frontale, al

bordo inferiore. Dietro

invece il prototipo appa-

re in effetti come un’evo-

luzione del design del

precedente Pixel phone.

Rimane la singola ca-

mera posteriore, a testi-

monianza del fatto che

evidentemente Google

nutre grande fiducia nei

confronti del suo expertise nel machi-

ne learning. E se si parte dalla base

del Pixel 2, potrebbe anche andare

bene così. Curioso è invece analizzare

la scocca posteriore che sembrereb-

be composta da un unico pannello in

vetro, diviso stavolta in due finiture di-

verse: una lucida e una opaca. Resta

il fatto che potrebbe sempre trattarsi

di immagini fasulle e, in ogni caso, se

dovesse essere un prototipo autentico

non è detto che il prodotto finale possa

essere differente da quanto mostrato

nelle foto.

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

di Roberto FAGGIANO

I kea non vuole trascurare nessun

aspetto dell’arredamento domestico

e quindi ha voluto proporre anche

dei diffusori acustici, compatti e facil-

mente inseribili nei suoi arredi. Il primo

frutto è già nei negozi con il diffusore bluetooth Eneby ma per salire qualche

gradino nella qualità il gruppo svedese

ha puntato in alto, stringendo un ac-

cordo con Sonos. I progettisti sono già

al lavoro per creare un diffusore con

prezzo abbordabile e i primi frutti del

lavoro sono stati presentati alla mostra

Democratic Design Days, che svela in

anteprima tutti i nuovi progetti di Ikea.

Tra le tante novità ecco apparire il pri-

mo prototipo di diffusore Symfoniks,

ancora non funzionante ma posizionato

vicino a un diffusore Sonos Play:5 per

far capire dove si vuole arrivare. Il nuo-

vo diffusore appare molto più compatto

del Play:5, già pronto per essere fissa-

to a parete e con forme squadrate per

ridurre i costi di produzione e facilitare

il posizionamento su una mensola. Il po-

sizionamento è già previsto in versione

orizzontale e verticale. Dai progetti si

svela un diffusore con doppio midwoo-

fer e tweeter centrale, accordo reflex

frontale e una griglia in tessuto in modo

da poter facilmente ottenere diverse

varianti estetiche. Dal punto di vista

tecnico il sistema operativo sarà quello

di Sonos o comunque del tutto compa-

tibile con i diffusori Sonos già esistenti

e in grado di inserirsi nel sistema smart

home Tradfris di Ikea, forse anche con il

ruolo di ricevitore per l’assistente voca-

le. Inoltre il diffusore mostrato potrebbe

anche essere affiancato da altri modelli

per formare una intera gamma di pro-

dotti. Non ci sono ancora notizie sul

prezzo, ma visto il prototipo si auspica

un prezzo più vicono a quello dei Sonos

One piuttosto che ai Play:5. La messa in

vendita del Symfoniks invece è già stata

annunciata per l’estate 2019.

HI-FI E HOME CINEMA Ikea svela i prototipi del diffusore Symfoniks, realizzato con l’aiuto di Sonos

Ikea e Sonos, ecco il diffusore multiroomIl diffusore sarà compatibile con i diffusori Sonos e farà parte del mondo smart home di Ikea

di R. F.

Sonos amplia la gamma di diffuso-

ri per l’audio dei Tv con la nuova

Beam, una soundbar di dimensioni

compatte e facilmente inseribile in am-

biente. Tra le novità più importanti ed

attese del nuovo diffusore c’è finalmen-

te un ingresso HDMI ARC, in modo da

poterla collegare più facilmente al TV.

Rimane però la limitazione imposta alle

migliori colonne sonore, ferme al Dolby

Digital 5.1. Inoltre troviamo la calibrazione

automatica Trueplay per dispositivi Apple,

AirPlay 2 e la compatibilità con l’assisten-

te vocale Alexa di Amazon. Rimangono

poi immutate tutte le potenzialità multi-

room tipiche di ogni diffusore Sonos. La

configurazione degli altoparlanti è molto

originale, infatti la Beam monta quattro

HI-FI E HOME CINEMA La nuova soundbar di Sonos è compatta e ha caratteristiche importanti

Sonos Beam, la soundbar con Airplay 2, costa 449 euroHa la calibrazione Trueplay, i controlli vocali di Alexa e finalmente c’è la presa HDMI per il TV La compatibilità con le colonne sonore rimane però ferma al vecchio formato Dolby Digital 5.1

larga banda ellittici,

tre radiatori passivi

per i bassi e un solo

tweeter focalizza-

to sui dialoghi. Gli

amplificatori digitali

utilizzati sono cin-

que, come tradizio-

ne Sonos non viene

indicata la potenza.

I comandi diretti sono tutti sul pannello

superiore mentre gli ingressi - oppor-

tunamente incassati, comprendono la

presa HDMI, di rete e l’ingresso digitale

ottico (tramite uno speciale adattatore su

HDMI). Dall’applicazione è poi possibile

regolare alti e bassi. La finitura prevede

bordi arrotondati ed è disponibile in colo-

re bianco e nero; le misure di Beam sono

di 65 x 10 x 7 cm (L x A x P), quindi molto

compatta e indicata per ambienti di cu-

batura medio- piccola. Anche Beam può

formare un completo sistema home thea-

ter aggiungendo il subwoofer e una cop-

pia di diffusori surround posteriori come

gli One. Il prezzo di listino della Beam è

stato fissato a 449 euro e rimangono in

listino gli altri diffusori Playbar, Playbase

e il Subwoofer. La disponibilità in Italia è

prevista per il 17 luglio con preordini già

aperti.

È iniziata ufficialmente l’era del 5GAl meeting plenario di 3GPP sono state definite e approvate le specifiche definitive del 5G “stand alone” I primi smartphone e dispositivi IoT arriveranno nel 2019 di Emanuele VILLA

Di 5G si parla da anni, ma quando lo vedremo in azione? Quando potremo comprare smartphone e dispositivi capaci di comunicare sfruttando la rete cellulare di quin-ta generazione? A questo punto, presto: si è concluso a Jolla, negli USA, il meeting plenario di 3GPP che ha dato i natali, alla presenza di 600 operatori mondiali, alle spe-cifiche definitive del 5G “standalo-ne”, quello che verrà usato dagli apparecchi consumer. Al meeting erano presenti rappresentanti del-le telco, produttori di apparati di rete, chipset e terminali consumer.Per l’Italia era presente TIM, unico operatore italiano ad aver parte-cipato attivamente al progetto: l’azienda, che si è dichiarata estre-mamente soddisfatta dei risultati raggiunti, ha messo a disposizione l’Open Lab di Torino, dove molte soluzioni per l’architettura 5G sono state studiate e testate negli scorsi mesi. Adesso il 5G è uno standard. E’ finito, è completo in ogni suo punto: ora si tratta di lavorare e rifi-nire l’infrastruttura e i terminali, ma il grosso è fatto. Secondo le ultime informazioni, il 5G verrà “lanciato” ufficialmente entro fine anno ma per i primi terminali compatibili si dovrà attendere l’inizio del 2019 e la fine dell’anno prossimo per quelli in grado di operare su bande al alto spettro. Si stima che entro il 2023 il 50% degli abbonamenti americani sarà 5G, seguito dal 21% del vecchio Continente.

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

di Alessandro CUCCA

S i chiama ANAFI ed è il nuovo drone di Parrot che

con questo prodotto di nuova generazione torna

protagonista in questo mercato con un apparec-

chio molto leggero, con 25 minuti di autonomia di volo,

portatile, con telecamera 4K HDR e facilissimo da usare.

ANAFI è un prodotto unico nella sua categoria e può es-

sere già pre-ordinato mentre sarà disponibile dall’1 luglio

2018 nei migliori negozi di elettronica, su Amazon.it e

Parrot.com al prezzo consigliato di 699,90 euro.

Ma cosa rende ANAFI così innovativo e particolare?Lo sviluppo di ANAFI ha richiesto due anni, periodo in cui

si è cercato di dar forma a un nuovo concetto di drone

che fosse allo stesso tempo ultra-portatile ma compatto

e robusto, risultato ottenuto grazie all’uso di fibra di car-

bonio e microsfere di vetro cavo, per un peso risultante

alla fine di soli 320 grammi. Due anni in cui è stata svilup-

pata una telecamera senza compromessi, con un sen-

sore da 21 MP Sony IMX230 di ultima generazione e un

processore video Ambarella per un massimo di 30 fps

nella registrazione di video alla massima risoluzione e in

4K HDR, cosa unica offerta oggi nel mercato dei droni.

Altro risultato importante ottenuto dagli ingegneri Parrot

è stato quello di avere un drone capace di ben 25 minu-

ti di autonomia in volo, resi possibili grazie a un design

innovativo e ispirato alla natura degli insetti, unito a una

batteria “intelligente” capace di prestazioni mai viste pri-

me in un apparecchio del genere. Infine il nuovo ANA-

FI, pur essendo portatore di tutta questa innovazione e

tecnologia, doveva essere facile da usare sin dal primo

volo, ed ecco che il software adesso include una serie

di interessanti movimenti automatici del drone e della

fotocamera per creare fina da subito dei video e delle

foto spettacolari.

Design ispirato al mondo degli insettiAlla ricerca delle migliori prestazioni di volo, unite a cri-

teri di robustezza e affidabilità, gli ingegneri di Parrot si

sono ispirati al mondo degli insetti e hanno osservato le

caratteristiche di vari esemplari. Seguendo così la strut-

tura anatomica di un insetto, ANAFI nasce idealmente

diviso in tre parti: testa (fotocamera e gimbal), torace

(elettronica e meccanica racchiuse al centro) e addome

(dove è montata la grande batteria del drone). Il design

VIDEO CREATIVO Il nuovo drone Parrot si può già prenotare, sarà disponibile dal primo luglio al prezzo di 699,90 euro

ANAFI, il nuovo super drone Parrot facile da usareParrot ANAFI è leggero, compatto, facile da trasportare, robusto, velocissimo e registra incredibili video in 4K HDR

del nuovo ANAFI si è dimostrato così molto funzionale

e ha reso questo nuovo drone solido, leggero, perfetta-

mente bilanciato e facilmente ripiegabile. Il campo visivo

è infatti molto nitido, il gimbal è protetto e le connes-

sioni elettriche sono brevi. ANAFI nasce metà robot, e

metà insetto, fornito in una pratica custodia che sembra

la sua crisalide da dove la creatura è pronta a spicca-

re il suo primo volo. Il drone pesa solo 320 grammi e i

bracci sono pronti a volare in appena 3 secondi; anche

il telecomando Parrot Skycontroller 3 è pieghevole e

pronto in un secondo connettendosi automaticamente

via WiFi (con antenne dual-band su ognuno dei 4 bracci)

ad ANAFI. Anche per la ricarica si è pensato a praticità

e compattezza dato che troviamo un attacco USB Type-

C per collegare il drone direttamente al computer, a un

powerbank, o a un qualsiasi caricatore da smartphone.

ANAFI è così pronto a seguire l’utente in qualsiasi av-

ventura, festa in famiglia o attività sportiva.

Gimbal rivoluzionarioIl comparto video è di tutto rispetto grazie a un gimbal

rivoluzionario che si può inclinare verticalmente di 180°

oltre che essere stabilizzata su due assi. Può anche in-

clinarsi orizzontalmente da -40 ° fino a + 40 ° per assicu-

rare la stabilità orizzontale, qualsiasi siano le condizioni

di volo e la stabilizzazione digitale, garantisce da +5 ° a

-5 ° EIS nella direzione di volo, permettendo un’andatura

costante mentre il drone viaggia ad alta velocità (ANAFi

raggiunge i 55 km/h e resiste a venti di 50km/h). Questo

sistema unico limita la vibrazione angolare a 0.004 ° per

foto e garantisce video molto stabili.

La telecamera montata sul gimbal è a sua volta stabiliz-

zata su tre assi e ricordiamo che può registrare filmati

in risoluzione 4K HDR e 4K Cinema (4096 x 2160). Con

l’HDR integrato sarà possibile ottenere video molto

dettagliati e con un ottimo bilanciamento di luci e om-

bre, ideale per le riprese in esterno con un celo molto

luminoso o al tramonto. La risoluzione 4K Cinema offre

più pixel su un formato 17:9 per video professionali di

qualità e attraverso l’applicazione dedicata FreeFlight 6,

è possibile scegliere fra tre modalità video: 4K Cinema:

24 fps; 4K UHD: 24, 25, 30 fps; 1080p: 24, 25, 30, 48,

50 o 60 fps.La telecamera ha anche una funzione zoom

con fattore 1,4x senza perdita di risoluzione in 4K e 2,8x

in full HD (1080p). È possibile aumentare lo zoom a 3x

con lo zoom digitale.

Per creare uno zoom digitale senza perdita viene utiliz-

zata una tecnica di sovracampionamento che permette

di catturare più pixel del necessario, per poi ridimensio-

nare l’immagine per creare l’effetto zoom mantenendo

la stessa risoluzione in pixel grazie al sensore ANAFI

21MP (5344x4016) che offre una risoluzione 1.4x volte

più alta del 4K (3840x2160) e 2.8x maggiore di 1080p

(1920x1080).

Facile da usareMa come vola il nuovo Parrot ANAFI? Non abbiamo

ancora avuto modo di provarlo ma sulla carta sembra

che l’utilizzo di questo drone sarà alla portata di tutti.

Tutto è stato pensato per renderlo il drone più silenzioso

della categoria, e quindi utilizzabile in qualsiasi situazio-

ne senza pericolo di disturbare i soggetti, mentre con

la nuova applicazione FreeFlight 6 i comandi principali

sono accessibili molto facilmente e l’interfaccia di volo

si adatta a tutti gli utenti. Infatti i principianti hanno ac-

cesso a modalità di controllo automatico come Smart

Dronies o CineShots mentre i fotografi professionisti

possono selezionare o personalizzare le impostazioni

della fotocamera. L’applicazione FreeFlight 6 è stata svi-

luppata insieme al telecomando Skycontroller 3 e grazie

all’interazione tra i due agli utenti possono controllare il

movimento del gimbal e dello zoom con due comandi

dedicati in maniera molto pratica e intuitiva. Tra le va-

rie modalità di controllo automatico troviamo la moda-

lità cameraman, Smart Dronies, e la modalità FollowMe

che usa una rete neurale per interpretare il percorso

del soggetto grazie al riconoscimento delle forme, reso

possibile da un processo di apprendimento creato dagli

ingegneri Parrot utilizzando un database di immagini,

persone e veicoli. Infine, grazie alla presenza di uno

zoom ottico nella telecamera del drone, ANAFI è il primo

drone capace di realizzare in automatico il mitico Effetto

Vertigo, che consiste nella combinazione di uno zoom

in avanti con una “carrellata” indietro, che fu inventato

da Alfred Hitchcock. ANAFI di Parrot sarà disponibile dal

prossimo 1 Luglio a 699,90 euro.

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TEST Audio e video al top: il Sony AF8 regala le stesse emozioni dell’A1 dello scorso anno. È tra i migliori TV mai provati

Sony AF8, si vede bene e suona divinamente Qualche piccolo problema di contorno: la piattaforma Android TV è lenta; consumi e telecomando non sono impeccabili

di Roberto PEZZALI

I l Sony OLED A1 è senza dubbio uno dei miglio-

ri OLED della passata stagione, il migliore se si

guarda al design e alle scelte tecnologiche uniche

come il pannello che emette suono vibrando. Un TV

pensato per un posizionamento a terra, bellissimo

da vedere, sia acceso che spento.

Sony replica quest’anno con l’AF8, che sulla carta

sarebbe il modello “entry” ma di fatto è un OLED A1

con un vestito diverso. Lo abbiamo provato queste

settimane, dopo l’arrivo dell’aggiornamento Dolby

Vision, e Sony dimostra di aver fatto un lavoro dav-

vero eccellente replicando il successo del modello

attualmente in gamma. Questa sarà una prova un po’

più breve delle altre, semplicemente perché molte

cose le abbiamo già dette sia nella prova dell’A1 sia nella prova del nuovo XF90. L’AF8 infatti non

ha nulla di più, cambia il design, più flessibile nel

posizionamento e cambia leggermente l’audio, con

il subwoofer posteriore strutturalmente diverso. Ma

per il resto sono praticamente identici, e non è affat-

to un difetto, anzi.

Curato nel design e nei dettagliCome l’A1 anche l’A8F è molto curato nella costruzio-

ne. Il design è particolare, la sottile base in alluminio

è totalmente a filo e il pannello appoggia quasi per

terra. Il retro racchiude tutta l’elettronica, e l’alimen-

tatore è integrato: lo spessore è di circa 5 cm, e an-

che appeso a parete non dovrebbe distare troppo.

La copertura posteriore poteva forse ricevere mag-

giore attenzione: rispetto al curatissimo A1 il retro in

plastica dell’AF8 non è un bel lato “B”. Sony ha scelto

in modo intelligente di posizionare i connettori sul

fianco, così da non rappresentare un impedimento

nel caso si voglia usare una staffa. Sul fronte ingressi

si deve segnalare che Sony gestisce un segnale 4K

60 Hz HDR solo dagli ingressi HDMI 2 e 3, e anche

in questo caso l’utente deve attivare la funzione da

menu. Questa è una limitazione che Sony si porta

dietro da tempo, e se un utente ha Sky Q, una Xbox

One X e un blu-ray player HD esterno si trova a corto

di un ingresso HDMI. È un caso raro, ma deve essere

considerato. Per l’Xbox c’è anche la gestione dei 120

Hz ma solo a 1080p.

Sony AF8VISIONE PERFETTA E UN’OMBRA: IL PROSSIMO MODELLO È IN ARRIVO 2499,00 €Con l’A1 Sony aveva realizzato uno dei migliori TV dello scorso anno e l’AF8, grazie a piccoli ritocchi, è sicuramente uno dei migliori modelli visti quest’anno. Non possiamo dire il migliore perché non abbiamo ancora provato tutti gli altri, ma lamentarsi della qualità audio e video di questo TV o trovare un difetto è praticamente impossibile. Ha dinamica, resa cromatica, uniformità e scaling dei contenuti praticamente perfetti, l’unica nota a livello di visione è un input lag leggermente elevato, 50 ms, che non lo rende perfetto per giocare. Ma per i contenuti, dalla normale TV al miglior segnale 4K HDR, il Sony AF8 può solo regalare grandissime emozioni. E, per essere un TV slim, ha pure una resa audio che gli altri TV si sognano. Se la visione è perfetta, il contorno ha qualche sbavatura: Android è lento, e ha un bug sui consumi che non è cosa da poco, il telecomando e il retro sembrano appartenere ad un TV di fascia inferiore e solo due prese HDMI che gestiscono il 4K sono un limite per un TV di fascia alta. L’AF8 al momento ha due soli rivali sul mercato: l’A1, che è eccezionale, costa uguale ed è a nostro avviso più bello esteticamente, e il modello che sta per arrivare. L’anno di Sony non è finito qui, l’A1 avrà sicuramente un successore basato sul processo-re che Sony ha mostrato a Las Vegas. Qualche indiscrezione è già apparsa online, e settembre potrebbe essere il mese giusto. Se uno non ha tutta questa fretta…

Qualità Longevità Design Semplicità D-Factor Prezzo

10 9 8 8 8 99.1COSA CI PIACE COSA NON CI PIACEQualità dell’immagine ai massimi livelliAudio migliore di quello di tutti gli altri TVPresenza di tutte le app di streaming

Android TV è lentoInput lag elevatoConsumi anomali in standby

lab

video

Android TV resta un punto debole Insieme al telecomandoCome per il Sony A1 e l’XF90 crediamo che il vero

punto debole di questo televisore sia Android TV. Che

senza un processore adeguato non riesce a girare

fluido e ad essere reattivo. LG e Samsung, come in-

terfaccia e usabilità, sono su altri livelli. A questo si ag-

giunge poi un telecomando che è adatto ad un TV di

fascia media, ma che su un TV OLED di questo calibro

appare povero e economico, oltre che poco intuitivo

per certi aspetti. Ci sono anche aspetti positivi, come

la presenza di tutte le app che contano: c’è Netflix,

c’è Amazon Video, ci sono Chili, Rakuten, Youtube e

Infinity, c’è Premium Play insieme a Premium online,

TIM Vision, Playstation Video e Google Play Film. In-

segue a pagina 32

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torna al sommario 32

MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

somma, le app di streaming ci sono tutte, anche più

di quelle che l’utente usa, quello che manca è un po’

di velocità.

Android sul televisore è fermo alla versione 7.0: il TV è

stato presentato al CES di Las Vegas con a bordo una

versione di Android già vecchia, e nonostante Sony

sia bravissima ad aggiornare tutti i TV resta sempre

indietro con le distribuzioni. Sta uscendo Android P e

i TV nuovi sono ancora fermi ad Android 7.0 Nougat.

Assistant non è ancora arrivato: arriverà a breve.

C’è poi un punto oggetto di una questione molto

delicata: il TV consuma parecchio in stand by se ci

sono dei dispositivi attaccati, anche semplicemente

l’HDMI. Lo abbiamo verificato anche noi, e un uten-

te ha registrato le attività notturne verificando che il

TV si sveglia dallo stato di deep standby ogni tot per

mandare messaggi tramite la rete ai server del Goo-

gle Play Services.

Questo vuol dire che il consumo medio del TV in

standby oscilla dai 13 Watt ai 28 Watt, e la cosa ha

un impatto non indifferente sulla bolletta. Secondo

gli standard europei il consumo in stand by, anche di

un apparecchio connesso, non dovrebbe passare i 3

Watt quindi in linea di massima il Sony sarebbe “fuo-

rilegge”. E’ un bug, ma il bug si presenta su tutti i TV

Sony con Android, e pare che sia presente da tempo.

L’unica è staccare la spina per spegnerlo.

Sintonia più rapida dello zappingLe fasi di sintonia dei canali vanno svolte in due fasi,

per il digitale terrestre e per il satellite, dopo aver

esxluso la “sintonia analogica”. Per il digitale terrestre

la ricerca dei canali è rapida e con buona sensibilità.

Per il satellite si può impostare subito la ricerca sulla

piattaforma Tivùsat per velocizzare le operazioni, ma

per impianti di ricezione più evoluti c’è la possibilità

di collegare due parabole. La ricerca dei canali sat si

svolge poi abbastanza rapidamente con la formazio-

ne della lista lcn di Tivùsat.

Durante la visione dei canali sono molto rari i momen-

tanei blocchi con l’indicazione “canale criptato” nei

passaggi dai canali Mediaset a quelli di altri operato-

ri. Piuttosto lento invece il cambio canali: lo zapping

è curiosamente più lento sul digitale terrestre che

sul satellite, in pratica lo stesso tempo necessario a

comporre i numeri sul telecomando. Comunque poco

male per chi preferisce studiarsi in anticipo la guida

dei programmi.

Audio all’altezza Suona meglio degli altri TVEccoci al momento dell’ascolto del famoso sistema au-

dio Acoustic Surface, dove è l’intero pannello OLED a

trasformarsi in un altoparlante, perfettamente centrato

davanti agli ascoltatori. Il sistema comprende anche al-

toparlanti posteriori e infatti già nella fase di installazio-

ne viene chiesto se il tv è installato a parete o sul suo

supporto. Nel nostro caso stiamo usando il supporto e

bastano i semplici canali tv per sentire subito che c’è

qualcosa di buono da ascoltare. Si apprezzano le voci

e una certa apertura sonora più ampia delle già rile-

vanti dimensioni del tv. Passando poi a spezzoni di film

con colonna sonora Dolby Digital 7.1 c’è un ulteriore

salto di qualità e la resa si fa emozionante e coinvol-

gente. I colpi in gamma bassa escono in modo realisti-

co, non proprio come da un vero subwoofer separato

ma comunque credibili e nettamente migliori rispetto

alla maggioranza dei tv testati. Per gli effetti surround

non si possono chiedere miracoli, ma comunque un

piccolo effetto circondamento c’è e non si sente affatto

il bisogno di aggiungere una soundbar per migliorare

le prestazioni audio. Buon comportamento anche con

la musica, con voci ben in primo piano e strumenti al-

largati su un fronte abbastanza ampio. Dopo l’OLED

A1, l’AF8 può essere considerato un altro tv Sony che

torna a suonare bene. Per questo tv Sony dichiara una

potenza di 5 x 10 watt, con doppio altoparlante poste-

riore e due trasduttori per lato dietro allo schermo. Il

tv è settato in fabbrica sulla modalità ClearAudio+, che

adatta automaticamente la riproduzione sonora ai con-

tenuti. Come già testato in precedenza su altri modelli,

il circuito funziona molto bene e trova effettivamente

sempre la soluzione migliore per i diversi contenuti.

Volendo sono disponibili anche un ulteriore effetto

surround e un equalizzatore multibanda per regolare

meglio la risposta in frequenza.

La qualità non si discute Ai massimi livelliCome era successo per l’A1 anche per questo AF8, fin

dai primi istanti, si capisce che c’è ben poco da dire

sulla qualità: siamo ai massimi livelli. Il TV esce di fab-

brica con una calibrazione più che buona: il gamma è

leggermente alto, ma tolto questo il profilo Cinema Pro

è più che adeguato ad una visione di qualità. Come

sempre usando uno strumento si riesce a migliorare la

linearità, ma una calibrazione in questo caso, sebbene

sia sempre consigliata, non potrebbe mettere a posto

ogni cosa perché i TV Sony sono privi di gestione del

colore. Inoltre non è possibile gestire separatamente

i valori per segnali HDR e SDR: andrebbero usati due

ingressi distinti oppure due profili di visione differenti.

Il TV è stato aggiornato con l’ultimo firmware che gesti-

sce Dolby Vision sia da HDMI (Apple TV) sia da servizi

di streaming come Netflix. La resa, come abbiamo det-

to, è eccellente: ottima dinamica, zero banding e an-

che una perfetta uniformità nella zona del near black.

Sony aveva già risolto con l’A1 molte problematiche dei

pannelli OLED, dalla vignettatura al banding, questo

AF8 sembra soffrirne ancora di meno, probabilmente

per le costanti migliorie fatte da LG display ai pannelli

OLED con il passare del tempo. Nonostante il pannello

sia lo stesso sembra che il Sony abbia una luminosi-

tà di picco leggermente superiore rispetto agli OLED

dello scorso anno, e lo abbiamo notato soprattutto con

contenuti Dolby Vision: arriva a 776 nits in una piccola

area, molti altri TV OLED dello scorso anno non arriva-

no a 700. Probabile che LG (o la stessa Sony) abbiano

variato la curva dell’ABL, ovvero l’Automatic Brightness

Limiter, quella funzione dei TV che per sottostare alle

regole energetiche gestisce la luminosità del pannello

a seconda della dimensione delle zone che necessita-

no dei picchi di luce. O che sia semplicemente l’effetto

del Dolby Vision.

Passando in rassegna ogni tipo di segnale, dal satelli-

te in HD passando per Netflix in HDR arrivando al più

povero dei segnali televisivi, il Sony si comporta egre-

giamente in ogni situazione, con un’ottima gestione

dello scaler nel caso di segnali SD, buona pulizia degli

artefatti e anche una impeccabile gestione delle sfu-

mature. Sul fronte video c’è davvero poco da dire, il

processore è una certezza. L’X1 Extreme si conferma

tra i migliori nella gestione della motion compensation:

abbiamo usato il nostro segnale test per la riduzione del Motion Blur, e variando i parametri con l’imposta-

zione “personale” in pochi minuti siamo arrivati al giu-

sto bilanciamento. C’è anche la possibilità di attivare il

Black Frame Insertion, ma in questo caso la luminosità

percepita è più bassa e l’attivazione non è consigliabi-

le. Per la visione dei contenuti il Sony AF8 è promosso

a pieni voti, e non sembra avere punti deboli. Anche lo

schermo, che da spento appare riflettente, una volta

acceso riesce a gestire abilmente anche le fonti lumi-

nose più forti che si riflettono sul quadro. Il TV come

abbiamo detto è perfetto per il collegamento ad una

console come l’Xbox: gestisce i 1080p a 120 Hz (for-

zandolo sulla Xbox, quindi non con il riconoscimento

automatico), ma il risvolto della medaglia è un input lag

leggermente alto, variabile dai 45 ai 50 ms a seconda

delle opzioni attive. Con la compensazione del moto si

arriva anche a 80 ms.

TEST

Sony AF8segue Da pagina 31

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segue a pagina 34

TEST L’Asus ZenFone 5 si dimostra uno degli smartphone medio gamma Android più interessanti presenti sul mercato

Con ZenFone 5 Asus si prende la fascia media Prestazioni, fotocamera e audio i suoi punti forti, ma nonostante i passi in avanti l’interfaccia ancora non convince

di Matteo SERVADIO

N el 2018 Asus riparte dal nuovo numero 5, dopo

che la gamma ZenFone 4 aveva compiuto lo

stesso passaggio e forse in attesa che lo faccia

anche il futuro ZenFone 6. Asus riparte da un medio

gamma posizionato in modo molto aggressivo (così

come il gemello top ZenFone 5z) e circondandosi di

ogni possibile trend in voga sul mercato smartphone.

C’è il notch, quella tacca a fare da monosopracciglio

di un ampio display in formato 19:9 che forse del notch

nemmeno aveva bisogno. C’è un pacchetto di funzio-

ni smart in molti casi definite Intelligenza Artificiale in

modo forse troppo generoso e c’è un insieme di carat-

teristiche da super medio gamma incluse in un design

riconoscibile, seppur con qualche ispirazione. Aspetti

che comunque non intaccano l’identità di uno dei pro-

dotti più interessanti della fascia media.

Design: chiare ispirazioni con un tocco personaleNel corso degli anni Asus, pur sperimentando idee di

design differenti, ha sempre cercato di mantenere un

filo conduttore che alla fine caratterizza la linea ZenFo-

ne. Quindi se si ignorano certi elementi estetici propri

degli smartphone Asus è ovvio che si rischia di etichet-

tare ZenFone 5 solo come una revisione di iPhone X,

ma sarebbe un errore. Le similitudini sono chiare e non

si possono negare: dal notch, alla doppia fotocamera

posteriore ribaltata in verticale che sporge appena dal-

la scocca. Ispirazioni che utilizzando quotidianamente

lo smartphone diventano più che altro sensazioni la-

tenti, perché in realtà ZenFone 5 ha il suo carattere

e probabilmente si gioca la partita per il più bel smar-

tphone realizzato da Asus.

Si nota la cura osservata nella costruzione del disposi-

tivo, che unisce il profilo metallico fortemente stondato

al vetro Gorilla Glass a protezione sia del display che

del pannello posteriore. E proprio quel vetro posteriore

è l’aspetto più caratteristico del design di ZenFone 5,

che riflette la luce in modo molto particolare. Ma met-

tete in conto di utilizzare spesso la cover trasparente

in silicone inclusa nella confezione, perché ZenFone 5

trattiene parecchio le sporcizie e le impronte.

Con 153 x 75.65 x 7.7mm le dimensioni sono abbastan-

za compatte per essere un 6,2 pollici, soprattutto per

Asus ZenFone 5SEGUE LE MODE, MA RIESCE A DISTINGUERSI. A QUESTO PREZZO ZENFONE 5 È UNO DEI MEDIO GAMMA PIÙ INTERESSANTI

399,00 €

Con un listino di 399 euro, a ZenFone 5 la concorrenza non manca: Nokia 7 Plus allo stesso prezzo è una scelta migliore per l’aficionado Android che non vuole andare oltre un certo budget; Honor 10 ha caratteristiche per molti versi comparabili a Huawei P20, ma costa molto meno. E poi c’è ZenFone 5Z, il gemello top di gamma che Asus ha saggiamente commercializzato più avanti, per non rischiare di sovrapporre ulteriormente due prodotti praticamente identici, non fosse per la piattaforma hardware. Asus avrebbe tranquillamente potuto mettere a esempio un display superiore sul 5Z e aumentare il prezzo. E invece così l’azienda taiwanese propone due prodotti molto competitivi, lasciando esclusivamente agli utenti scegliere quanto la potenza della piattaforma hardware conti per loro. In questo quadro ZenFone 5 trova sé stesso in un design di qualità, una fotocamera versatile e prestazioni equilibrate. Peccato per quelle incertezze che la ZenUI ancora non riesce del tutto a superare.

Qualità Longevità Design Semplicità D-Factor Prezzo

8 7 8 6 7 87.6COSA CI PIACE COSA NON CI PIACEPrestazioni equilibrateFotocamera versatile e affidabileOttimo audio

L’interfaccia ZenUI si perde ancora nella confusioneAI poco presente, il notch si poteva evitare Registrazione video non eccelsa

lab

video

effetto del notch. Ma è più che altro l’ergonomia a non

essere del tutto convincente: nonostante i 155 grammi

di peso, dopo poco diventa faticoso tenere ZenFone in

mano. E questo perché lo spigolo che si crea tra bordo

e parte posteriore generalmente non lo fa scivolare via,

ma di contro il vetro quasi totalmente piatto impedisce

anche che lo smartphone si appoggi naturalmente nel

palmo. Asus parla di vetro 2.5D, ma in realtà la curvatu-

ra ai bordi è quasi inesistente.

In generale buona la robustezza, anche se i pulsanti

volume e accensione tendono a traballare come se se

ne volessero uscire dalla loro sede. In realtà la pres-

sione è molto solida, ma non è una bella sensazione

quando i tasti si muovono così. Incerto anche il finger-

print scanner che è preciso nel leggere l’impronta, ma

forse è posizionato troppo in alto. Tenendo ZenFone 5

in una posizione comoda per navigare nelle app si fa

fatica a coprire tutto il sensore con l’indice. Se non ave-

te mani grandi dovrete aggiustare un attimo la presa

per sbloccarlo. In alternativa si può usare il riconosci-

mento facciale, che non ha comunque lo stesso livello

di sicurezza. Due parole anche sulla confezione: molto

bella e ben fornita, con alimentatore 5V-2A che sfrut-

ta la ricarica rapida Boost Master, cavo USB Type-C a

USB-A, auricolari ZenEar S di buona qualità (anche se

il cavo si attorciglia con estrema facilità) e una cover

trasparente in silicone.

Il notch era evitabile, ma l’approccio di Asus funziona. Ottimo l’audioZenFone 5 monta un display Super IPS con risoluzione

FullHD+ (2246 x 1080) in formato 19:9; con una lumino-

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

TEST

Asus ZenFone 5 segue Da pagina 33

sità di picco pari a 500 nit, non HDR e protetto da vetro

Gorilla Glass di categoria non specificata. Un pannello

luminoso, anche se penalizzato da un sensore di lumi-

nosità troppo conservativo che con poca luce mantie-

ne lo schermo su livelli anche troppo bassi. È proprio

necessario disattivare la luminosità automatica per

modificarla manualmente. Luminosi anche se non pro-

prio pulitissimi i bianchi, che tendono leggermente al

giallino e si nota soprattutto navigando su pagine web

con molto bianco e sui social. I neri invece non sono

poi male, sebbene meno profondi anche di altri IPS. Il

che di fatto non sarebbe un grossissimo problema, non

fosse così il notch non scompare quasi mai. Di fatto

nella maggior parte dei casi lo vedete lì, anche nelle

circostanze in cui il software lo nasconde. E in questo

senso viene da chiedersi come sarebbe stato il top di

gamma 5z con un display OLED e neri assoluti.

Accesi e brillanti i colori, sebbene non saturi quanto

un AMOLED, con Asus che dichiara una copertura del

95,4% del color gamut NTSC (inutile) e c’è il supporto

allo spazio DCI-P3.

E veniamo infine al notch, a quella tacca in cima al di-

splay che di fatto è la prima caratteristica che si nota

sullo schermo di ZenFone 5. Asus avrebbe potuto be-

nissimo evitare la tacca e ZenFone 5 sarebbe stato un

bello smartphone ugualmente, con due bordi sottili e

quindi design simmetrico e un’esperienza più coeren-

te. È vero: in verticale il notch non disturba ed è anzi

quasi piacevole, ma in orizzontale è di fatto qualcosa di

innaturale. Era così per iPhone X ed è così per tutti gli

smartphone che ne seguono l’esempio, senza però la

“scusa” di sensori aggiuntivi che diano almeno un par-

ziale senso al monosopracciglio. Anche perché poi il

sistema, soprattutto su ZenFone 5, preferisce nascon-

dere il notch in modo autonomo. Creando un aspet-

to asimmetrico visivamente pessimo. A questo punto

l’esperienza immersiva e il 90% di screen-to-body ratio

c’entrano poco: la verità è che Asus semplicemente

non voleva restare esclusa da questo trend e ha scelto

di implementare il notch. È una scelta, e almeno l’imple-

mentazione è buona. Evitabile, ma buona. Il bordo sot-

to infatti è molto sottile e la ZenUI implementa bene la

tacca anche prima che il supporto nativo di Android P

semplifichi le cose per tutti. Le icone sono ordinate in

modo intelligente e si possono vedere quelle nascoste

cliccando sulla barra di stato. Un aggiornamento ha poi

aggiunto un’opzione per coprire il notch in modo defi-

nitivo; e in più lo stesso update ha anche introdotto la

possibilità di mandare full-screen le app che di default

non riempiono tutto lo schermo, ad esempio Spotify.

C’è poi tutta la gestione della tacca nella Galleria di

Asus che lo evidenzia con foto in verticale e lo nascon-

de in orizzontale - diversamente da quanto accade su

Google Photos o Netflix che si comportano come se il

notch non ci fosse e lo schermo si interrompesse con

un normale bordo. Presenti anche tutte le opzioni di

gestione del display, tra cui temperatura colore auto-

matica (simile al True Tone Display di iPhone e iPad) e

filtro luce blu. Oltre alle funzionalità come il doppio toc-

co per risvegliare lo schermo e un’opzione che tiene

attivo il display quando lo si guarda.

Ottimo invece l’audio di questo ZenFone 5, sia in termi-

ni di qualità che di personalizzazione. Il medio gamma

di Asus può contare su altoparlanti a 5 magneti con

Smart Amp NXP e ottiene l’effetto stereo sfruttando lo

speaker inferiore e la capsula auricolare. Tenendo con-

to che si tratta di altoparlanti di uno smartphone, la resa

è molto convincente, con un’ottima distinzione degli

strumenti e un suono corposo. L’azienda mette a dispo-

sizione il suo software AudioWizard per personalizzare

l’esperienza sonora e può contare ancora una volta sui

miglioramenti audio firmati DTS. In particolare con DTS

Headphone X si può sfruttare il virtual surround sound

e migliorare l’ascolto in cuffia scegliendo fra tre fasce

audio: “tradizionale”, “davanti” e “ampia”. Abbiamo pro-

vato ad utilizzare diversi auricolari comuni: gli ZenEar S

dello ZenFone, gli AKG inclusi con Galaxy S9 e i Sony

MDR-XB50AP Extra Bass. In tutti i casi DTS Headphone

è stato in grado di tirare fuori quel qualcosa in più. Con

un buon paio di cuffie ci si può ritagliare qualche soddi-

sfazione, anche perché si può creare il proprio profilo

di ascolto personalizzato e c’è un’ampia selezione di

cuffie di diversi tipi e marche tra cui scegliere. Non può

mancare infine la contaminazione, in questo caso po-

sitiva, dell’AI con la funzionalità AI Ringtone che regola

automaticamente il volume della suoneria in base ai

rumori ambientali.

La ZenUI è migliorata, ma c’e ancora molto da sistemareUno degli aspetti più importanti dell’esperienza d’uso

di ZenFone 5 è sicuramente il software. Un po’ per-

ché la “skin” di Asus applicata su Android 8.0 Oreo è

ricca di funzioni, un po’ perché a Barcellona l’azienda

ha posto molta enfasi sul lavoro svolto per snellire la

ZenUI 5. Asus non mentiva quando diceva di essersi

impegnata molto nel ripulire la sua interfaccia. Ma di

contro ci sono ancora troppi aspetti che non ci convin-

cono e lasciano quegli sforzi un po’ in sospeso. Bene

che non ci siano troppe app preinstallate, con un buon

mix tra applicazioni proprietarie e servizi Google. In

realtà poi scavando meglio nel sistema si scopre che

molti prodotti Asus sono semplicemente nascosti tra le

impostazioni, mascherati da funzionalità che possono

essere richiamate alla Home con un collegamento.

Stranamente non AudioWizard, ma ci sono Game Ge-

nie, ZeniMoji e Page Marker, che permette di salvare

pagine web da consultare anche offline. Molto comodo

perché si può aggiungere un tasto sulla nav bar e aver-

lo sempre a disposizione, un po’ come l’elenco lettura

di Safari su iOS. Peccato non si possano disinstallare

Facebook, Instagram e Messenger; magari qualche

utente preferisce utilizzare le versioni Lite dove possi-

bile. Di positivo c’è che Asus ha dimostrato molta atten-

zione nel supportare la ZenUI, con tre aggiornamenti

ricevuti nel corso della nostra prova, tra miglioramenti

alla fotocamera, bug fix e nuove funzionalità.

Anche a livello estetico l’interfaccia di ZenFone è mol-

to maturata. I tasti di navigazione hanno un design

più moderno, le icone sono più moderne; il launcher

è molto personalizzabile, ma non troppo caotico. C’è

un’ampia scelta di font alternativi e all’interno del menù

delle applicazioni c’è una dock con le applicazioni re-

centi che ricorda quella degli iPad ed è semplicemente

bella e coerente con il resto della ZenUI. Peccato, e

dispiace, che tutto questo si perda ancora una volta

nella confusione di un’interfaccia che troppo spesso

non riesce a farsi capire; in primo luogo perché forse

nemmeno Asus ha ancora chiara l’idea di Android che

vuole proporre.

Si ha sempre la sensazione che la ZenUI voglia me-

scolare il material design con concetti provenienti da

iOS che su Android non possono funzionare. La ten-

dina dei Quick Settings, le notifiche, le finestre e i se-

lettori: ovunque nell’interfaccia ci sono queste forme

tondeggianti e grandi tasti su sfondo bianco che poco

c’entrano persino con le sfumature e le trasparenze del

launcher di ZenFone. A dirla tutta non si sposano nem-

meno con le icone e i tasti virtuali molto più schematici

presenti nei vari menù.

segue a pagina 35

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

E questi sono “solo” dettagli estetici, il peggio arriva

quando si naviga nelle impostazioni e ci si accorge di

non riuscire a capire cosa attiva una determinata op-

zione. A questo proposito è calzante l’esempio della

funzionalità che tiene attivo lo schermo quando lo si

guarda. Su ZenFone 5 viene spiegata con questa di-

citura: “Schermo Smart Attivo (il nome della funzione):

ampliare la schermata durante la ricerca e mantenere

il dispositivo verso l’alto”. Onestamente ci è servita una

buona dose di inventiva per capire cosa Asus stesse

cercando di dirci, e sfortunatamente la poca chiarezza

di traduzioni e spiegazioni è un problema diffuso nella

ZenUI 5 su cui difficilmente si può chiudere un occhio.

Google Now ad esempio (che per altro ora è il Google

Feed) viene chiamato “Google adesso”. O ancora le

icone adattive vengono spiegate in questo modo: “Fo-

togrammi icona - frequenza di tutte le icone app nella

schermata Home e nella schermata Tutte le app per

una migliore visibilità”; laddove immaginiamo che Asus

abbia tradotto per assonanza la parola “frame”.

Già che ci siamo aggiungiamo anche le traduzioni par-

ziali, con la stessa funzione che in alcuni menù viene

tradotta e in altri rimane in inglese (ad esempio AI Rin-

gtone che in alcuni casi diventa “AI Suoneria”, oppure

“AI Charging” che a volte viene tradotto in “Caricamen-

to AI”). Insomma, una bella confusione che ci potrem-

mo aspettare da una ROM alternativa mal tradotta, ma

non da un’azienda che sul mercato italiano è presente

in pianta stabile e ufficialmente da anni. Potremmo an-

che soffermarci sull’organizzazione poco chiara delle

impostazioni; oppure sul fatto che molte funzionalità

come Schermo Smart Attivo sono presenti in più menù,

ma con informazioni e illustrazioni aggiuntive che dal-

l’altra parte non ci sono. In ogni caso la sostanza è che

da questo punto di vista si poteva fare di più. Ed è un

peccato perché in realtà di funzioni interessanti ce ne

sono. Come la possibilità di invertire i tasti di navigazio-

ne, oppure al contrario usare direttamente gesture che

sono anche più originali di altre viste di recente.

Si può scorrere sul sensore di impronte per abbassare

la tendina delle notifiche, c’è la modalità tasca che pre-

viene tocchi accidentali sullo schermo, c’è la pressione

del tasto multitasking per catturare la schermata. E c’è

anche la classica funzionalità che permette di gestire

due account della stessa app, per lo più social.

Discutibile invece la doppia pressione del tasto volu-

me giù per lanciare la fotocamera, perché funziona

solo da schermo spento e non quando c’è musica in

riproduzione. Così come è discutibile l’ampio uso del-

la definizione “AI” per alcune opzioni che di fatto sono

semplicemente funzionalità smart. A parte AI Ringtone

che è piuttosto interessante, Asus dedica un intero sot-

tomenù a cose come l’avvio velocizzato delle app o lo

stesso Schermo Smart Attivo che definire Intelligenza

Artificiale è forse esagerato. È vero, c’è AI Charging

che regola la velocità di ricarica per preservare la bat-

teria, ma la stessa Sony fa qualcosa di simile con Batte-

ry Care senza per questo chiamarla AI.

Prestazioni equilibrate con uno spunto in piùLa piattaforma hardware di ZenFone 5 ruota attorno

al SoC Snapdragon 636, chipset medio gamma ap-

partenente ad una serie che spesso ha dimostrato di

fare molto bene a consumi ed efficienza. La versione

commercializzata in Italia avrà poi 4GB di RAM e 64GB

di spazio interno espandibili con microSD fino a 2TB.

In alternativa si può usare lo slot per una seconda na-

noSIM. Questo pacchetto permette a ZenFone 5 di

essere molto equilibrato nelle prestazioni quotidiane,

potendo contare su una buona autonomia e un’ottima

gestione delle temperature. In cambio si deve accet-

tare il fatto che la GPU Adreno 509 non è in grado di

garantire le stesse performance della 630 inclusa nella

piattaforma Snapdragon 845. Oltre alla mancanza del

Qualcomm Artificial Intelligence Engine che può dare

maggiore forza alle promesse di Asus in fatto di AI sul

top di gamma ZenFone 5z. Nell’uso di tutti i giorni quin-

di non si sente davvero la mancanza di un hardware

più potente. In genere nel peggiore dei casi ZenFone

5 impiega semplicemente più tempo per portare a ter-

mine le operazioni che gli si richiedono.

I veri limiti di questa piattaforma hardware vengono

fuori quando si mette lo smartphone volutamente sotto

sforzo, o più semplicemente comparando le prestazioni

nel gaming con la totale fluidità di uno Snapdragon 845.

Ma sono più che altro limiti fisiologici, che non pregiu-

dicano un’esperienza di gioco comunque molto buona

e un grande equilibrio prestazionale. A spostare leg-

germente l’asticella ci pensa “AI Boost”, altra funzione

di “Intelligenza Artificiale” che a prima vista potrebbe

sembrare solo materia da benchmark, e in parte è così.

Non a caso Asus propone di attivare Avvio AI ogni volta

che si lancia Geekbench, 3D Mark e così via.

A conti fatti però la funzione che permette di allocare

in modo dinamico le risorse per aumentare le presta-

zioni riesce a dare quello spunto in più in determinati

contesti. Certo che quando si confrontano i numeri la

promessa di Asus di avvicinarsi alle prestazioni teori-

che di uno Snapdragon 660 viene mantenuta. Se infatti

andiamo a leggere i risultati ottenuti su Geekbench 4

dal nostro modello scopriamo che con AI Boost attivo

ZenFone 5 fa segnare un 1513 in Single core e un 5487

in Multi core. Che in fondo non sono troppo lontani dai

risultati di Nokia 7 Plus con Snapdragon 660, quanto-

meno più vicini rispetto ai risultati senza AI Boost.

Meno clementi le performance su 3D Mark che eviden-

ziano punteggi inferiori alle migliaia su Sling Shot Ex-

treme, ma che di contro confermano l’ottima gestione

delle temperature. La durata della batteria non ha mai

rappresentato un problema: ZenFone 5 ci è sembrato

sempre in grado di portarci al dopo cena (o alla tarda

serata con uso più intenso) senza la preoccupazione

di dover gestire troppo i consumi. Un andamento con-

fermato dai risultati su PC Mark che stima 9 ore e 36

minuti di autonomia. Nello specifico la batteria è una

3300 mAh con ricarica rapida Asus BoostMaster e la

già citata ricarica intelligente AI Charging che regola

la velocità di carica in base alle abitudini dell’utente. In

pratica si stabilizza sull’80% durante una lunga ricarica,

per poi spingersi fino al 100% solo durante l’ultima ora.

Si può lasciare in automatico, oppure pianificare un las-

so di tempo personalizzato. Non ci ha convinto molto

invece l’app per il controllo delle prestazioni, che offre

una gestione molto granulare e con tantissime opzio-

ni disponibili. Ma non è questo a non esserci piaciuto,

quanto il fatto che spesso il sistema interviene in modo

anche troppo invasivo. Proprio riguardo la batteria ad

esempio, è capitato più volte che ZenFone ci segna-

lasse l’app Radiogram durante la riproduzione per il ri-

schio di consumare troppo, arrestandola in modo auto-

nomo qualora non fossimo intervenuti noi. Può essere

insomma necessario fare una selezione delle app che

non vogliamo vengano interrotte dal sistema, a meno

che non si noti un effettivo comportamento anomalo.

Fotocamera versatile e concreta ma non grazie all’AIZenFone 5 può contare su una doppia fotocamera

posteriore composta da una 12MP con sensore Sony

IMX363 e ottica con apertura f/1.8, più un grandangolo

a 120 gradi f/2.2 che permette inoltre di sfruttare la mo-

dalità ritratto con l’ausilio del sensore da 8MP. Senza

dimenticare le onnipresenti funzionalità di stampo AI.

Nella maggior parte dei casi l’abbondanza nell’hardwa-

re non si è rivelata uno specchietto per le allodole, ma

piuttosto un vantaggio per la versatilità di ZenFone 5.

TEST

Asus ZenFone 5 segue Da pagina 34

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

Mentre forse vale il discorso opposto per l’Intelligen-

za Artificiale, ma andiamo con ordine. Ciò che conta

sono i risultati delle foto e ZenFone si è dimostrato una

fotocamera affidabile in una grande varietà di scenari

diversi, pur senza raggiungere i top cameraphone del

mercato. I livelli di dettaglio vanno dall’ottimo al molto

buono di giorno anche in condizioni di luce più com-

plicate e i colori tendono quasi sempre al realismo più

che alla saturazione. Molto spesso questo è positivo,

laddove altri smartphone invece scelgono la strada

opposta per rendere le foto più accattivanti. Ma in que-

sto senso non si capisce quando entra in gioco quel

riconoscimento delle scene che dovrebbe cambiare i

parametri della fotocamera a seconda del soggetto. AI

Scene Detection è infatti in grado di riconoscere fino a

16 scene, ma non è ben chiaro come lavori di volta in

volta e non si può realmente disattivare. Noi abbiamo

scattato foto a cibo, animali, paesaggi e tramonti, fiori

e piante, ma non abbiamo quasi mai notato interventi

lampanti nelle foto, eccetto qualche caso in cui Zen-

Fone ha forse evidenziato il blu del cielo. Si capisce

quando lo smartphone ha individuato una scena se

appare l’icona corrispondente nell’app fotocamera e

alla fine vengono creati album automatici con le scene

riconosciute, ma non è che il risultato ci sembri partico-

larmente azzeccato. Di contro ci sono piaciute le macro

e buona anche la gamma dinamica, che può contare

inoltre su una modalità HDR da usare con parsimonia

perché non sempre del tutto efficace. Si difendono

bene anche le foto con poca luce, e questo è positivo

perché di solito è dove molti smartphone rischiano di

cadere a confronto con i top del mercato.

Sia in penombra che in interni poco illuminati si ripete

il fenomeno della maggiore fedeltà cromatica rispetto,

ad esempio, ad un Galaxy S9. Dove ZenFone 5 si sco-

pre è soprattutto nel rumore video piuttosto evidente

in queste circostanze. Ma nel complesso paga la scelta

di optare per un sensore con pixel da 1.4 micron e otti-

ca con apertura f/1.8, che è anche stabilizzata a 4 assi.

E infatti non abbiamo quasi mai notato micromosso.

La seconda camera è come detto una 8MP con ottica

grandangolare a 120 gradi f/2.2. Un approccio speri-

mentato soprattutto da LG con ottimi risultati, ma ad

oggi ancora relativamente poco esplorato da altri pro-

duttori. Il fatto che ora si aggiunga anche Asus non può

che rendere le cose più interessanti. Tuttavia il grandan-

golo di Asus è meno luminoso e più esasperato di LG

G7 (107 gradi, f/1.9) e ciò significa molta più distorsione

e meno versatilità in situazioni in cui la luminosità non è

ideale. Davanti Asus ha optato per una fotocamera da

8MP f/2.0 che fa molto bene di giorno - ottimo dettaglio

e buona esposizione - ma che pecca con poca luce o in

interni anche ben illuminati. In quel caso tanto rumore

e immagini molto soft. Di contro bisogna dar credito ad

Asus per un’applicazione fotocamera molto più pulita

e ordinata del resto della ZenUI, pur avendo molte op-

zioni con cui giocare in fase di scatto. Tutte le opzioni

sono a portata di tap, la modalità Pro permette di rego-

lare messa a fuoco, tempo di scatto, ISO, compensare

l’esposizione e cambiare il bilanciamento del bianco.

E c’è inoltre una funzione per creare GIF scattando

foto in sequenza. Per quanto riguarda l’AI, Real-time

Portraits e Real-time Beautification sono abbastanza

autoesplicativi: stanno ad indicare la possibilità di mo-

dificare in tempo reale rispettivamente lo sfocato della

modalità ritratto e gli effetti di abbellimento. Del ricono-

scimento delle scene poi abbiamo già parlato, mentre

ci è sembrato meno concreto del previsto AI Photo

Learning che dovrebbe regolare automaticamente le

impostazioni della fotocamera in base alla modifica

delle foto. In realtà le poche volte che si è manifestato,

ZenFone ci ha proposto un effetto o un insieme di mo-

difiche indistinguibili dallo scatto originale. Insomma le

funzioni intelligenti sono apparse più come un modo di

attrarre l’attenzione su una fotocamera già solida e ver-

satile che ha qualche lacuna, ma che si difende bene.

Peccato per i video poco convincenti: a parte l’ottimo

audio, i video in FullHD sono per lo più sovraesposti e

la stabilizzazione in questo caso solo elettronica non è

molto efficace. Stra saturi invece i video in 4K.

TEST

Asus ZenFone 5 segue Da pagina 35

HDR off HDR Auto Grandangolo

Asus ZenFone 5 Samsung Galaxy S9

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

TEST Torniamo ad occuparci dell’LG G7 per estendere la nostra prova fotografica con considerazioni sullo smartphone in sé

LG G7: bello, luminoso e anche un po’ intelligente ll prodotto vale il suo posizionamento: nessun miracolo, ma un top di gamma che sfida alla pari i dominatori del mercato

di Emanuele VILLA

Q uando abbiamo partecipato alla presenta-zione americana di LG G7 ThinQ e non ci

siamo fatti sfuggire l’occasione per valutare il telefono sotto il profilo fotografico. D’altronde uno

degli ambiti più importanti del nuovo G7 è proprio

quello creativo, data la doppia camera da 16 mpixel e,

soprattutto, il sistema di Intelligenza Artificiale capa-

ce di rilevare scena, soggetti e situazioni, applicando

parametri di scatto completamente personalizzati. La prova, cui rimandiamo per un approfondimento, diede risultati positivi: nonostante i passi da gigante

che l’intero mercato degli smartphone sta facendo

sotto il profilo fotografico, LG G7 entra serenamente

nella parte alta della classifica. Grazie all’AI, certo,

ma anche a un ottimo grandangolo e a una valida

modalità super luminosa che abbassa la risoluzione

di scatto, combina tra di loro alcuni pixel e ottiene

così una sensibilità maggiore. Difficile fare un con-

fronto con sistemi dotati di sensori più grandi (come

le mirrorless o le reflex), ma senza dubbio la strada

intrapresa è quella giusta: LG G7 se la gioca con tutti

i migliori cameraphone in commercio. Qui riportiamo

invece considerazioni diverse, che provengono da un

mesetto di uso continuo del dispositivo. L’impressio-

ne generale che deriva da questi 30 giorni insieme

è che LG abbia confezionato uno smartphone per-

fettamente in linea con le esigenze della fascia alta

del mercato: non è uno smartphone che svetta, non

verrà ricordato come la rivoluzione di questo merca-

to, ma è un modello che si confronta ad armi pari con

le migliori soluzioni esistenti al momento. Con in un

più una marcata insistenza sull’Intelligenza Artificiale

che (in ambito fotografico) non è rivoluzionaria ma di

certo non guasta. C’è l’hardware dedicato, le funzio-

nalità fotografiche e anche un tasto (personalizzabi-

le) sul lato sinistro che attiva l’assistente di Google.

LG non arriva per prima in ambito di AI ma sta caval-

cando con grinta questo importante trend tecnologi-

co: se pensiamo a un ipotetico smartphone del 2023

lo immaginiamo molto simile a uno di oggi sotto il

profilo estetico ma con un’infinità di funzioni smart

legate ad AI, machine learning, deep learning e via

LG G7 ThinQMOLTO EQUILIBRATO, DI QUALITÀ MA SENZA ECCESSII 849,00 €L’impressione che deriva da un mese in compagnia di LG G7 ThinQ non può che essere molto buona, sia pur senza eccessi di entusiasmo. Il comparto hardware è allo “stato dell’arte”, il display è ottimo sia a livello di impatto che (soprattutto) di luminosità e la visione di contenuti HDR regala soddisfazioni. Il design è classico ma l’aspect ratio “allungato” rappresenta - a nostro modo di vedere - un aspetto positivo: quando ci si abitua, rende il telefono più semplice da maneggiare rispetto agli smartphone equivalenti con display 16:9. Notevole l’audio, sia a livello di qualità che di potenza, anche se il concetto stesso di Boombox implica che lo chassis del telefono “vibri” quando suona e la cosa non piacerà a tutti. In più abbiamo una buona fotocamera e funzionalità fotografiche basate sull’AI che già oggi permettono discreti risultati ma che miglioreranno col tempo: questo è il grosso vantaggio dell’intelligenza artificiale. Diciamo che ad oggi l’AI fotografica è un “extra” di un comparto di per sé valido: oggi non si compra G7 per l’AI Camera ma domani potrebbe essere un elemento portante. Parlando di software che auto-apprende, non ci sono limiti... Da migliorare qualche funzionalità come lo sblocco col viso, che ovviamente perde colpi di sera e un prezzo che - sia pur in linea con i “nuovi” top di gamma, resta in ogni caso molto elevato per la maggior parte degli utenti: G7 è un buon smartphone ma senza eccessi, senza veri e propri picchi o quella funzionalità “incredibile” che lo rende un apripista per le generazioni future. È uno smartphone equilibrato, curato in ogni aspetto e del quale è difficile pentirsi, ma avremmo gradito un prezzo un po’ più contenuto.

Qualità Longevità Design Semplicità D-Factor Prezzo

9 9 7 8 9 88.5COSA CI PIACE COSA NON CI PIACEPrestazioni generaliDisplay di qualitàAI Camera e qualità audio

Prezzo elevatoAI fotografica migliorabileBatteria nella norma

lab

video

dicendo. Per questo l’azienda fa molto bene non solo

a cavalcare la tendenza del momento ma a cercare

di spingerla ai massimi livelli possibili. Uno smartpho-

ne in linea con le esigenze di chi vuole un dispositivo

senza compromessi, dicevamo. Sì, purtroppo anche

nel prezzo: nonostante le oscillazioni del mercato lo

possano rendere più abbordabile, G7 costa di listino

849 euro, una cifra decisamente elevata.

Stretto e alto: si presenta beneNulla da dire sul versante estetico, se non qualche

piccolo limite “di contorno”. Lo smartphone si pre-

senta molto bene grazie all’impiego di materiali no-

bili come il “mix” di lega di alluminio e vetro. La finitu-

ra Moroccan Blue, poi, ci pare davvero ben riuscita:

mentre l’Aurora Black appiattisce un po’ i riflessi, la

versione blu suggerisce un senso di classe e gran

cura realizzativa. Anche perché non è “blu” alla vista,

ma lo sono i riflessi: molto bello. Il telefono è leggero

e può vantare un inedito form factor di 19.5:9: pur

entrando di diritto nelle considerazioni soggettive,

la maneggevolezza ne risente in positivo. L’abbiamo

portato con noi per un mese intero e immaginiamo

che un aspetto di questo tipo lo renda facile da ge-

stire anche per chi ha mani abbastanza piccole. G7

è facile da inserire in tasca, da tirare fuori, si digita

con una mano sola senza far fatica. Insomma, la so-

luzione è buona anche se non tutte le app sono già

aggiornate: per esempio, mentre Instagram è per-

fettamente compatibile, la sua app di messaggistica

Direct non è ancora disponibile per G7 e non può

essere scaricata. A onor del vero è l’unico caso che

abbiamo riscontrato in un mese di utilizzo, mentre

capitano applicazioni che lasciano le classiche “ban-

de nere”. Qualche limite dal punto di vista estetico?

Niente di particolare, se non la solita predilezione

per le ditate, un vero classico degli smartphone più

recenti.

segue a pagina 38

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

Display luminoso per un valido HDRIl display di G7 merita un capitolo a sé. Non tanto per la

risoluzione, che ormai come da copione è elevatissima

(3.120 x 1.440), quanto per la luminosità da 1.000 nits e

le svariate possibilità di regolazione. Possiamo dire che

un LCD IPS come questo risolva di fatto il problema del-

la lettura in condizioni di forte luminosità ambientale:

non solo il display è luminoso di suo, ma è anche pre-

sente una modalità di lumimosità “aumentata” (che fun-

ziona a tempo) che permette di raggiungere i 1000 nits

e leggere facilmente il contenuto dello schermo anche

se “colpito” direttamente dai raggi del sole. Per ottene-

re questo ottimo risultato, LG non solo ha adottato la

tecnologia LCD, ma ha inserito un subpixel bianco per

esaltare ulteriormente il livello di luminosità. A questo

aspetto, comunque, dedicheremo un approfondimento

tecnico ad hoc. Unico limite di questa soluzione sono

ovviamente i neri, non comparabili con quelli dell’OLED.

Anche perchè qui c’è un’altra cosa da considerare: il

notch. Nonostante sia pratico disporre le icone sui due

lati della “tacca”, c’è chi preferisce eliminarla del tutto

e sostituirla con una riga completamente nera (opzione

New Second Screen): LG lo permette nelle opzioni del

display, ma poi è ovvio che l’area “nera” ai lati del notch

sia in realtà un grigio molto scuro e si noti lo stacco,

così come si nota quando guardiamo - per esempio -

un film su Netflix. Niente di grave.

Buona inoltre la possibilità di intervenire sui parametri

avanzati del display per ottenere l’impatto preferito:

automatico, eco, cinema, sport ecc sono i preset da

attivare per ottenere la combinazione migliore, con ul-

teriore possibilità di gestire il bilanciamento del bianco

e la presenza delle tre componenti colore.

Niente da dire, dunque, sulla qualità del prodotto: il

display è molto luminoso, i colori brillanti e saturi il giu-

sto, perfetti per sessioni prolungate di gioco o per la

visione di un contenuto in HDR. Per questo abbiamo

provato immediatamente con Netflix e dobbiamo am-

mettere che la qualità percepita è superiore rispetto a

un display tradizionale: contrasto, dettaglio sulle alte e

basse luci, naturalezza sono decisamente a favore di

questo G7. Bisogna mettere in conto un po’ di consumo

di batteria, ma nell’uso comune (che non prevede 6 ore

al giorno di film HDR) la cosa è ben gestibile.

Performance da numero 1 e voce da tenoreUna volta il capitolo delle prestazioni era centrale, ora

potremmo quasi saltarlo. Uno smartphone di questo

livello, basato su una piattaforma snapdragon 845 con

4GB di RAM LPDDR4 e 64GB di storage rappresenta

la soluzione “top” per questa prima parte del 2018.

Quasi superfluo dire che, nonostante l’immensa riso-

luzione del display, le applicazioni si aprono in modo

fulmineo e il telefono non teme multitasking di sorta,

neppure quello più avanzato. Idem per quanto riguar-

da i giochi: la GPU Adreno 630 è in grado di gestire

senza problemi i giochi del Play Store offrendo in ogni

caso un’esperienza piacevole. Dedichiamo un po’ più

di spazio all’audio, cui LG ha attribuito un ruolo di pri-

mo piano. Da un paio di generazioni, l’azienda punta

molto sulle performance sonore dei propri dispositivi,

puntando sul fatto che sono molti ad usarli come sor-

genti per la propria musica preferita, sia in casa che

fuori. Nella confezione troviamo un paio di auricolari

in-ear di discreta fattura, con gommini auricolari di due

taglie, ma sono soprattutto le funzionalità tecniche a

interessarci: avendo deciso di non abbandonare (an-

cora?) il jack audio, LG propone un DAC audio a 32bit

con possibilità di gestione dei filtri e dell’equalizzatore.

In più, per chi volesse simulare un avvolgente impian-

to surround, G7 offre anche l’opzione DTS-X 3D, che

ovviamente vediamo bene durante i giochi e la visione

dei film.

L’ascolto con gli auricolari in dotazione è soddisfacen-

te: ascoltando diversi generi, anche abbastanza impe-

gnativi, si può notare una leggera carenza in gamma

bassa che si “recupera” agevolmente toccando i profili

e i filtri del DAC, che consentono di ottenere un impat-

to molto equilibrato e profondo. La pressione sonora è

più che dignitosa e non si notano particolari distorsioni

agli estremi della gamma: l’attivazione del DAC rende

immediatamente il suono più armonioso e meno “piat-

to”, pur senza agire sul volume complessivo. Un picco-

lo ritocco sui filtri e i preset ottimizza il tutto a seconda

dei gusti personali, rendendo il risultato piacevole.

Diverso il discorso del Boombox, che con la qualità

ha ben poco a che fare. Lo smartphone sfrutta parte

dello chassis per amplificare l’audio, risultando senza

dubbio uno dei più “rumorosi” smartphone di sempre.

LG promette che basti appoggiare il telefono su una

superficie per amplificare il suono: è vero. Provatelo:

vi stupirà. Certo va considerato anche il rovescio della

medaglia: quando si ricevono telefonate o notifiche si

percepisce una vibrazione dello chassis che è diretta-

mente proporzionale al volume impostato. Non a tutti

questo fa piacere.

Autonomia nella norma Ottima la ricarica rapidaRimandando all’articolo precedente la prova della fotocamera, aggiungiamo qui qualche dettaglio su

TEST

LG G7 ThinQsegue Da pagina 37

segue a pagina 39

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

altri aspetti importanti che emergono dall’uso di tutti

i giorni. Poco da dire sul software: LG prosegue lungo

la strada della personalizzazione “decisa” di Android

(qui 8.0) con funzionalità ad hoc, un proprio store e

applicazioni dedicate. Possono piacere o meno, cer-

tamente Android stock è un po’ diverso ma ci si mette

poco ad abituarsi e l’esperienza d’uso è studiata nei

minimi dettagli. Molto rapida e precisa la modalità di

sblocco via impronta digitale, un po’ meno affidabile il

riconoscimento del viso, che funziona bene di giorno

ma di sera va affiancato allo sblocco col dito o con il

classico codice. La batteria è nella norma: non vi darà

mai problemi ma neppure vi troverete ad esultare col

50% di carica a metà del secondo giorno. Diciamo che

con un uso moderato (90% dei casi, insomma) si ar-

riva al secondo giorno in discreto relax, se invece si

passa il giorno continuando ad accedere a YouTube,

Facebook, Instagram, Spotify e su diversi giochi (per

non parlare della cattura di immagini), si arriva a sera

ma poi va attaccato alla corrente. Piacevole, invece, la

funzionalità di ricarica rapida: in 30 minuti lo smartpho-

ne “corre” da 20 a 68%, una funzionalità che ormai

dovrebbero proprio avere tutti gli smartphone. Chi ce

l’ha, difficilmente potrà farne a meno in futuro.

Una buona fotocamera. L’AI serve a pocoAll’epoca della prova fotografica del G7 sottolineam-

mo quanto il software usato dall’esemplare in prova

non fosse definitivo e che quindi sarebbero state pos-

sibili differenze con il modello che sarebbe uscito sul

mercato europeo di lì a poco. Tornandoci ora diciamo

che le considerazioni restano sostanzialmente le stes-

se, ma ci siamo comunque divertiti a scattare qualche

altra foto: la fotocamera è di buon profilo ed è piacevo-

le la possibilità di alternare l’ottica standard con quel-

la grandangolare laddove se ne sentisse l’esigenza,

come per i paesaggi. Ci piace anche molto la ricchezza

di opzioni fornita dal software, che permette non solo

il tradizionale scatto automatico ma anche l’intervento

manuale su tutti i principali parametri avanzati.

L’intelligenza artificiale, che qui sfocia nella AI Camera

è a tutti gli effetti una funzionalità extra di un compar-

to fotografico di per sé buono: il sistema esamina il

soggetto inquadrato, lo confronta con un enorme da-

tabase di oggetti e situazioni e, se rileva un certo tipo

di preset di scatto, lo applica e modifica conseguente-

mente il risultato. E’ impeccabile e perfetto? No: è un

“di più” e onestamente riteniamo che le elaborazioni

automatiche del software siano un po’ troppo aggres-

sive. Il sistema rileva le persone quasi nel 100% dei

casi e adotta i suoi parametri per i ritratti, ma ci sono

ancora alcune situazioni in cui non trova un preset

adeguato: inquadrando un palazzo in città capita che

a volte venga attivata la modalità cielo, altre volte città.

Nel primo caso l’elaborazione ci è parsa un po’ troppo

aggressiva, anche se l’utente ha la possibilità di per-

sonalizzarla a suo piacimento. Meglio quella dedicata

alla città e alle persone, mentre di nuovo ci è sembrata

fin troppo forte quella degli animali. Insomma, la AI

TEST

LG G7 ThinQsegue Da pagina 38

Qui sopra, immagini scattate con elaborazioni AI Camera attive: “cielo” la prima e la terza, “persona” la seconda. Selezionare le foto per visualizzare un ingrandimento.

Camera è qualcosa che si aggiunge a un buon com-

parto fotografico, di sicuro non è (ancora?) la sua ani-

ma. Va benissimo per un’immagine da postare subito

su Instagram, un po’ meno per ottenere una foto che

si possa definire equilibrata. Resta il fatto che i risultati

delle 2 fotocamere sono decisamente interessanti: di

giorno il dettaglio c’è tutto e il rumore per nulla inva-

sivo, di notte entra (da sola, o a mano) la fotocamera

super luminosa che permette foto a mano libera in

condizioni di buio quasi totale. Certo, grana e rumo-

re ovviamente ci fanno sentire, ma considerando che

l’occhio ha difficoltà a distinguere gli oggetti, poterlo

fare in modo nitido su uno scatto da smartphone non

è cosa da tutti.

Immagini scattate senza elaborazioni AI Camera. Selezionare le foto per visualizzare un ingrandimento.

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

TEST Ospiti di Sony a Venezia per un veloce primo contatto con la nuova RX100 VI, fotocamera compatta di fascia premium

Sony RX100 VI, le impressioni e i primi scatti La RX100 VI centra l’obbiettivo: è una bella fotocamera, ben costruita, duttile ed è anche capace di sparire in tasca

di Cristian VIARISIO

S iamo stati ospiti di Sony nella splendida cornice

di Venezia per un primo contatto con la sesta

versione della compatta RX100, chiamata appun-

to RX100 VI. Il segmento di mercato delle fotocamere

compatte è stato schiacciato dagli smartphone dotati

di fotocamere sempre più evolute, ma questa com-

pressione della fascia bassa ha portato ad una crescita

da qualche anno del segmento Premuim.

A presidiare questo segmento di compatte premium

Sony tiene la serie RX100, che utilizza un sensore da

1 pollice da 20MP e che, di versione in versione, ha in-

trodotto sempre innovazioni tangibili. Se sulla RX100 V,

ovvero la passata generazione, Sony aveva utilizzato

uno zoom piuttosto luminoso (partiva da f/1.8) ma non

particolarmente esteso come capacità tele, si fermava

a 70mm equivalenti. Sulla RX100 VI Sony ha voluto

potenziare questo aspetto: lo zoom è quindi un 24-

200mm, stabilizzato, con apertura massima f/2.8, quin-

di leggermente meno veloce del precedente ma tripli-

cato come potenza di ingrandimento. Inoltre lo zoom è

basato su 15 elementi organizzati in 12 gruppi, ricorre a

4 lenti asferiche avanzate contro le aberrazioni croma-

tiche e 2 specializzate per le distorsioni e le aberrazioni

a 200mm. E’ stato inoltre migliorato il comparto del-

l’autofocus. I ben 315 punti a ricerca di fase (deputati

alla velocità) e le 25 zone a ricerca di contrasto (utili

per la regolazione fine) sul sensore stesso coprono

un’area del 65% dell’inquadratura. Dal punto di vista

dell’elaborazione dello scatto, Sony ha sottolineato di

aver adottato lo stesso schema Bionz X + LSI adottato

sull’ammiraglia Full Frame Alpha 9, per garantire il mas-

simo delle prestazioni anche in questa compatta.

Il comparto video garantisce riprese in 4K HDR senza il

pixel-binning, cioè l’unione di pixel adiacenti per scala-

re la risoluzione: accontentandosi di risoluzioni inferiori

si può arrivare a riprendere 120fps a 720p. Dal punto di

vista dell’ergonomia sono state migliorate alcune pro-

cedure, per esempio l’estrazione del mirino elettronico:

sul modello precedente una volta fatto scattare fuori

l’oculare, andava estratto a mano una parte di esso.

Ora è tutto un movimento unico che accende diretta-

mente la fotocamera (si può scegliere poi dal menu se

far spegnere o lasciare accesa la macchina quando si

richiude il mirino). Nonostante le dimensioni esigue il

mirino digitale risulta funzionale e l’immagine riprodot-

ta è grande a sufficienza. Seppure le dimensioni siano

rimaste praticamente invariate, il meccanismo del mo-

nitor LCD posteriore ora è ribaltabile sino alla posizione

Selfie. Inoltre è stato aggiunto il controllo touch del mo-

nitor (utilissimo per scegliere il punto di messa a fuoco,

soprattutto durante i video) e sono stati migliorati pic-

coli aspetti nella gestione degli scatti (possono essere

valutati e protetti, e gli scatti a raffica vengono raggrup-

pati automaticamente in revisione sulla fotocamera).

Lo zoom utilizzato è marchiato Zeiss Vario-Sonnar ed

ha un trattamento antiriflesso. Si tratta di un’ottica sta-

bilizzata che si estende all’accensione e in grado di an-

dare da un buon grandangolo (24mm equivalenti) fino

ad un buon tele (200mm) con uno zoom motorizzato

impostabile a varie velocità.

Il sistema autofocus ha una buona copertura del foto-

gramma ed è in grado di focalizzare molto velocemen-

te e con sicurezza. L’abbiamo provato in varie condizio-

ni, anche con scatti a raffica e ha sempre reagito bene.

Qualche rara volta prende in considerazione come

soggetti da focalizzare cose che sono abbastanza de-

centrate seppure in primo piano, ma in generale riesce

sempre ad interpretare correttamente cosa il fotografo

vuole a fuoco. Il sistema di aggancio agli occhi (Eye-AF)

dei soggetti è particolarmente efficace: sia nel mirino

elettronico che sul monitor vedremo i quadratini verdi

agganciati agli occhi rilevati del soggetto e anche se

questo fosse in movimento la messa a fuoco avrà prio-

rità su di esso. La RX100 VI, oltre all’otturatore mecca-

nico, è dotata anche di tendina elettronica in grado di

arrivare ad 1/32.000 di secondo senza distorsioni e di

silent shutter, per scattare senza alcun rumore durante

le cerimonie. Il fatto di avere la memoria RAM stacked,

cioè stratificata subito dietro il sensore, garantisce una

eccellente velocità di acquisizione dei dati dal senso-

re. Come la Alpha 9 è l’ammiraglia delle Full Frame, la

piccola RX100 VI vuole essere l’ammiraglia delle com-

patte e quindi ricorre anche lei al doppio processore:

c’è il Bionz X e c’è anche un LSI di frontend.

segue a pagina 42

lab

video

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

Oltre alle innovazioni puramente tecniche, Sony ha

ascoltato le richieste dei suoi utenti e ha aggiunto

alcune caratteristiche per migliorare la comodità

d’uso. Vorremmo suggerire per la prossima versione

la possibilità di bloccare la ghiera delle modalità, che

qualche volta abbiamo trovato spostata involontaria-

mente.

Primo contatto e prime impressioniLa nuova arrivata è pressoché identica alla versione V:

stesso corpo metallico compatto, e quando è spenta

con ottica, flash e mirino retratti entra tranquillamente

nella tasca davanti dei jeans.

In effetti Sony ha spinto molto il concetto di usabilità

per vari tipi di utenti e condizioni: la RX100 VI è per chi

fa fotografia di strada, sportiva, turistica, per i chi ama i

selfie... insomma un po’ per tutti; una premium camera

da tenere in tasca e tirare fuori e usare al volo, sicuri

della qualità e della versatilità ottenibile.

Una volta estesi i due zoom, quello della VI è più lun-

go e composto da tre tubi telescopici, mentre nella

versione precedente erano solo due. Per il resto sono

fondamentalmente identiche; molto comoda la ghiera

intorno all’obbiettivo utilizzabile per regolare i vari pa-

rametri dello scatto (in base alla modalità). Ovviamen-

te la RX100 fa della compattezza il suo punto di forza,

quindi i bottoni e i comandi miniaturizzati sono una

conseguenza necessaria: bisogna farci un po’ di pra-

tica per riconoscere al volo e premere correttamente

i comandi desiderati.

Ottima macchinaMa il prezzo è altissimoLa RX100 VI si rivela una bella fotocamera, ben co-

struita, e che nella sua missione di sparire in una tasca

fino a quando non serve tutta la sua duttilità centra

in pieno l’obiettivo. La resa sia del sensore che del-

l’ottica abbinata è stata superiore alle aspettative. La

nota dolente arriva però col prezzo, anch’esso pre-

mium. Sarà disponibile da fine giugno/luglio a circa

1300 euro, pronta per le vacanze. Nella stessa fascia

di prezzo ci sono molte concorrenti, anche con senso-

ri più grandi o altre peculiarità. La RX100 VI ha le sue

armi, vedremo se riuscirà a conquistare quote, come

hanno fatto le sue “antenate” che continuano, fra l’al-

tro, ad essere validissime.

Sotto un cielo nuvoloso ma con tanta luce ci è piaciuta la resa dei colori, dell’incarnato e di come nonostante un sensore non grandissimo sia netto lo stacco dal fondo reso morbido. Nonostante fossimo in posizione tele non vi è distorsione o apparente caduta di luce sugli angoli.

Una sequenza estratta da una raf-fica. Il barman acrobatico va liscio e rompe la bottiglia. La velocità massima è di 24 scatti al secondo con circa 9 secondi di buffer in Jpg… ma dopo, per fare quasi qualsiasi cosa, bisogna aspettare che la scrittura termini. La RX100 è in grado anche di arrivare a 960fps riducendo la risoluzione.

Una condizione estrema di controluce. Anche nelle zone vicine al punto di luce intensa i colori e le ombre sono resi correttamente. Le ombre non si chiudono e lo stesso cielo mantiene la for-te luminosità ma non risulta bruciato. Ci è parsa una buona prova di dinamica.

In questo scatto apprezziamo l’ottimo dettaglio dei fiori in primo piano, e il morbido sfondo che offre un bokeh apprezzabile.

Verso sera, con meno luce abbiamo alzato la sensibi-lità a 500 ISO. lO scatto Jpg risulta molto pulito e solo leggermente più morbido se ingrandito al 100%.

TEST

Sony RX100 VIsegue Da pagina 41

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MAGAZINEn.180 / 1818 GIUGNO 2018

di Roberto FAGGIANO

D egli smartphone ormai sappiamo tutto e di più,

ma che dire degli altri prodotti Xiaomi (pregasi

pronunciare Sciàomì)?

Per rispondere al quesito abbiamo messo alla prova

un prodotto semplice e universale come un diffuso-

re bluetooth, in particolare il diffusore in questione

si chiama burocraticamente MDZ-26-DB. Si tratta del

classico diffusore bluetooth con funzione vivavoce,

senza altre particolari caratteristiche come si usa in

questa categoria di prezzo. Tra i diffusori in listino è

comunque il più caro, ce ne sono anche da 15 euro.

Al primo sguardo si può dire che il diffusore si pre-

senta molto bene, con una finitura metallica che lo

avvolge su quattro lati e con controlli e connessioni

agli altri due lati; il notevole peso (circa 260 grammi)

indica che all’interno non manca la sostanza anche se

le dimensioni contenute (168 x 58 x 24 mm , L x A x P)

consentono di spostarlo senza fatica e di poterlo pog-

giare in un fazzoletto di spazio. Elegante il dettaglio

della microforatura irregolare del pannello frontale,

con logo di fabbrica ricavato direttamente sul metallo;

utili i piccoli piedini gommosi per avere un migliore ap-

poggio su ogni superficie. Sul lato sinistro troviamo la

presa usb per la ricarica e il microfono per la funzione

vivavoce. La finitura del diffusore è disponibile in colo-

re azzurro, rosso o dorato. Curata perfino la scatola.

Tecnicamente parlando lo stretto indispensabileLe specifiche tecniche fornite dal costruttore sono

piuttosto stringate: due altoparlanti larga banda da

36 mm per un funzionamento in stereofonia, radiatore

passivo per i bassi, potenza di 2 x 3 watt (THD 0,1%),

risposta in frequenza compresa tra 85 e 20.000 Hz,

batteria da 1.500 mAh e tempo di ricarica di circa

2,5 ore. Non ci sono stranamente notizie sulla durata

della batteria, nella nostra prova abbiamo raggiunto le

8 ore circa con volume allegro. In dotazione non c’è il

cavetto usb di ricarica perché si dà per scontato che

in ogni casa ce ne sia almeno uno, però il relativo co-

sto non avrebbe influito sul prezzo di listino. Apparen-

temente non c’è nemmeno il modo di sapere la durata

residua della carica, invece basta premere il tastino

con la batteria per ascoltare una voce maschile che

TEST Abbiamo messo alla prova il piccolo diffusore Bluetooth Xiaomi MDZ-26. Sorpresa: suona meglio di molti concorrenti

Xiaomi MDZ-26, un piccoletto che suona beneIl diffusore Xiaomi è un campione del rapporto qualità/prezzo, tranquillamente confrontabile con diffusori più costosi

indica (in inglese) con grande precisione la percen-

tuale di carica disponibile. Rispetto a molti concorrenti

non ci sono certificazioni IPX e quindi sarà meglio non

usarlo per i consueti party a bordo piscina o mentre si

scatena un temporale.

All’ascolto una gradita non sorpresaEccoci al momento decisivo dell’ascolto, perché in

fondo un diffusore come questo serve per ascoltare

buona musica, anche se il suo prezzo è contenuto.

Idealmente però ci siamo subito portati al confronto

con diffusori di prezzo almeno doppio, come sug-

gerisce la filosofia Xiaomi, e abbiamo scelto brand

come Bose o Sony. Il collegamento bluetooth è del

tipo base per la massima compatibilità e quindi una

sorgente come Spotify è la più probabile.

Dopo aver ascoltato il messaggio di avvenuta connes-

sione si parte. Il volume però è molto basso e dobbia-

mo operare sul diffusore per un ascolto più attento. I

primi brani mettono subito in luce prestazioni degne

di nota: la compressione sembra scomparsa anche se

rimangono i limiti (del bluetooth) sulle alte frequenze,

ottime le voci e il medio basso ma quello che colpi-

sce è la profondità e l’ampiezza della riproduzione.

In pratica sembra di ascoltare un diffusore molto più

grande di quello che in effetti sta funzionando, non

c’è nemmeno la sensazione di origine puntiforme che

a volte si ascolta con diffusori della stessa catego-

ria. In generale l’ascolto è piacevole e viene voglia

di prolungarsi con i brani preferiti, alzando ancora il

volume non c’è nessuna distorsione ma anzi aumenta

e migliora la dinamica, con un medio basso che piace

senza mai passare nell’eccesso o nel rimbombo. Con

il proseguire dell’ascolto si nota anche un’altra carat-

teristica rara, non solo in questa categoria: è facile

notare la differenza tra brani registrati malamente e

quelli più curati, merito probabilmente di un proces-

sore DSP che analizza con cura il segnale in ingresso

per ovviare ai danni della compressione.

Una scelta sicura e convenienteLa prova del diffusore Xiaomi non ci fa gridare al mira-

colo, però dobbiamo anche dire che è molto difficile

ascoltare prestazioni di questo livello per il prezzo ri-

chiesto. Quasi impossibile ascoltare un diffusore tan-

to equilibrato, che non sfugge mai sul medio basso

e che restituisce una scena così ampia e profonda,

con voci sempre ben focalizzate, in breve piacevole

da ascoltare. Se poi aggiungiamo l’aspetto elegante

e compatto ci pare difficile trovare i punti deboli, che

comunque per dovere di cronaca possiamo trovare

nell’autonomia non esuberante e nella mancanza del

cavetto usb per la ricarica. In conclusione questo dif-

fusore Xiaomi è senza dubbio campione del rapporto

qualità/prezzo e tranquillamente confrontabile con

diffusori da 100 euro.

lab

video

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MAGAZINEn.14 / 1818 GIUGNO 2018

di Massimiliano ZOCCHI

I l Sindaco di Milano Beppe Sala ha

reso noto che da gennaio 2019 an-

che il capoluogo lombardo dichiare-

rà guerra ai motori diesel. In realtà non

si tratta di una vera e propria novità,

essendo un provvedimento atteso e

più volte rimandato. Ora però c’è una

data ufficiale: dal 21 gennaio 2019 i

mezzi omologati Euro 0, 1, 2 e 3 non

potranno entrare nel perimetro della

Low Emission Zone milanese. In segui-

to, ad ottobre 2019 si aggiungeranno

anche gli Euro 4. Il divieto sarà attivo

durante la settimana, mentre sarà pos-

sibile transitare il sabato e la domeni-

ca. Le eventuali infrazioni saranno rile-

vate automaticamente da telecamere

poste nei varchi. Solo 12 però saranno

pronte per la data di inizio divieto, ma

progressivamente diventeranno 180.

URBAN MOBILITY A Milano nasce la Low Emission Zone, divieto di ingresso ai diesel fino a Euro 3

Milano dice stop ai veicoli diesel dal 2019 Gli ingressi saranno monitorati da telecamere. Il Sindaco Sala: “Una misura necessaria”

Non ci sarà vita facile per i furbi. An-

che a telecamere non ancora attive, ad

ogni varco verrà apposta la nuova se-

gnaletica che descrive il divieto, quindi

chi verrà eventualmente fermato dalle

Forze dell’Ordine all’interno della LEZ

rischierà una sanzione.

Non solo, le già esistenti telecamere

dell’Area C rileveranno anche questa

nuova infrazione. Il Comune di Milano

prevede anche una campagna infor-

mativa per avvisare i cittadini del nuo-

vo provvedimento.

Secondo l’Assessore Granelli il mo-

mento migliore è pochi giorni prima

dell’entrata in vigore, per non rischiare

che i più distratti si dimentichino delle

nuove norme.

Zero Motorcycles Prima consegna europea della DSR Black ForestConsegnata ad Anversa, in Belgio, il primo esemplare di DSR Black Forest Edition, la moto elettrica con tanta autonomia per il vero touring di M. Z.

Solo tre mesi fa Zero Motorcycles ha lanciato la DSR Black Forest Edition, una versione speciale del-la moto elettrica americana dedi-cata a chi cerca più autonomia e la comodità per il vero touring su due ruote. Pochi giorni fa è già ar-rivata la prima consegna europea, precisamente ad Anversa presso il partner Ecomobiel.La Black Forest risponde alla domanda dei clienti di poter viaggiare per lunghe tratte. Si tratta della moto dual-sport elettrica con la maggiore autonomia, grazie alla batteria con la densità energe-tica più elevata del settore.Oltre a un set di valige di lusso, DSR Black Forest include il pac-chetto Charge-Tank: con una sola carica può percorrere dino a 262 km (200 se ciclo extraurbano) e la ricarica rapida offre fino a 152 km per ogni ora di collegamento. La Zero Motorcycles Black Forest Edi-tion è disponibile in due versioni, con o senza Charge-Tank montato in fase di produzione. l manager di Ecomobiel, Roby Zahler, commenta così la prima consegna: “La Black Forest era esattamente la moto che stavamo aspettando per com-pletare la gamma dei modelli di Zero Motorcycles. Questa moto ri-voluzionerà il concetto di mobilità e di touring su una moto elettrica. Le prospettive sono entusiasmanti”.

di M. Z.

S ono passati 8 mesi da quando

MiMoto ha iniziato la sua avven-

tura nella città di Milano. L’azien-

da fondata da Alessandro Vincenti,

Gianluca Iorio e Vittorio Muratore ha

deciso quindi di fare un primo bilancio

sull’attività per meglio comprendere

come muoversi in futuro. A quanto pare

il servizio va molto bene, con gli scoo-

ter elettrici prodotti dall’italiana Askoll

che vengono noleggiati circa 3 volte

per scooter ogni giorno nei mesi più

freddi, corse che salgono a 4.5 con la

bella stagione.

I quasi 20.000 kg di CO2 risparmiati

sono quindi destinati ad aumentare

con la decisione di far cresce la flotta,

passando dagli attuali 100 scooter a

250 nei prossimi mesi, oltre ad esten-

dere l’area operativa di utilizzo, che in

estate includerà anche l’idroscalo.

Questo perché il servizio piace e fun-

ziona proprio come i suoi creatori si

erano immaginati. Gli scooter in sha-

ring vengono utilizzati prevalentemen-

URBAN MOBILITY MiMoto traccia un interessante bilancio dopo 8 mesi di attività a Milano

MiMoto: a Milano cresce la flotta di scooter elettrici Il servizio piace soprattutto ai giovani professionisti. La flotta aumenterà a 250 scooter

te nelle fasce orarie 6-8 e 16-19, ovvero

negli spostamenti per e da il luogo di

lavoro. Le tratte sono più lunghe ovvia-

mente rispetto ai bike sharing, si parla

infatti di 6.5 km per oltre 20 minuti di

tempo.

Decisamente indicativa anche l’età me-

dia degli oltre 28.000 iscritti al servizio.

Il 60% è sotto i 34 anni e se si allarga

ai 44 anni la percentuale sale all’80%.

Clienti giovani dunque, con una nuo-

na componente femminile - grazie

anche alla leggerezza dello scooter

Askoll Es2 - infatti 1 utente su 4 è del

gentil sesso.

MiMoto non si ferma qui ed anzi rilan-

cia. Dal 18 giugno grazie ad un accordo

con il Sindacato Provinciale Autonomo

Giornalai sarà presente in molte edico-

le di Milano offrendo i suoi pacchetti

promozionali (ve ne avevamo parlato

qui) oltre a prove di guida sicura per

scooter elettrici. I giovani imprenditori

italiani si preparano poi a uno sbarco in

5 nuove città, sia italiane sia europee,

sulle quali però vige ancora il segreto.

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MAGAZINEn.14 / 1818 GIUGNO 2018

di Massimiliano ZOCCHI

E lon Musk ha reso noto tramite un post sul suo account Twitter che

Tesla ha applicato un taglio alla for-

za lavoro pari al 9% di tutti i dipendenti.

Il CEO per spiegare la mossa ha scritto

una lunga lettera ai suoi sottoposti, e

dato che pare fosse già stata intercetta-

ta dai media ha deciso di pubblicarla di-

rettamente nella sua integrità. Musk ha

spiegato che questa sofferta decisione

è scaturita dalla volontà di raggiungere

il profitto il prima possibile, e per questo

si è agito in senso di una riorganizzazio-

ne societaria a partire dalle basi.

Sempre secondo la lettera ai dipendenti

negli ormai 15 anni di attività la cresci-

ta è stata rapida e alcune figure prima

necessarie ora non lo sono più, senza

contare i ruoli duplicati. La correzione

di tutte queste situazioni ha portato al

AUTO ELETTRICA Elon Musk, tramite Twitter, comunica la riduzione dei dipendenti Tesla

Tesla lascia a casa il 9% dei suoi dipendentiLa mossa fa parte della riorganizzazione societaria e non dovrebbe intaccare la produzione

taglio di migliaia di dipendenti, tutti però

appartenenti all’area amministrativa e

impiegatizia.

La produzione non verrà toccata dai li-

cenziamenti, anzi è lo stesso Musk ad

annunciare l’arrivo di nuova forza lavo-

ro in fabbrica per garantire il raggiungi-

mento dei target previsti. Sempre in ot-

tica di riduzione costi e semplificazione

di gestione, Tesla ha deciso anche di

chiudere l’accordo con la catena Home

Depot per la distribuzione dei pannelli

solari, concentrando la vendita solo ne-

gli store proprietari e online.

di Alessandro CUCCA

L a notizia ha origine in un rapporto

di Second Measure, per il quale nei

soli USA, Tesla ha dovuto rimbor-

sare circa il 23% dei preordini di Model

3 ad altrettanti clienti insoddisfatti che

si sono stancati di aspettare i continui

rinvii della data di consegna. Dal giorno

della sua presentazione infatti, avvenuto

il 31 marzo 2016, oltre 500.000 persone

avevano versato 1.000 dollari/euro di

caparra per prenotare la loro Tesla Mo-

del 3, di cui ben 180.000 solo nelle pri-

me 24 ore. All’epoca le consegne erano

previste entro i 12 mesi, ma una serie di

colli di bottiglia e altri problemi, hanno

rallentato la produzione e a tutt’oggi

Tesla non ha ancora raggiunto il target

dei 5.000 esemplari prodotti in un a set-

timana. Dal primo momento era chiaro

che chiunque ci avesse ripensato avreb-

be ricevuto indietro i 1000 euro versati

senza nessun problema, e pare che

finora circa 110.000 clienti lo abbiano

fatto. Certo non tutti sono scappati via,

AUTO ELETTRICA L’attesa per la Model 3 si allunga, date di consegna continuamente rinviate

Tesla Model 3, consegne con il contagocce 100.000 clienti, quasi al 25% dei preordini, hanno chiesto a Tesla il rimborso della caparra

infatti molti di questi ci risulta che hanno

poi preferito prendere una Model S nuo-

va o usata d’occasione, restando quindi

fedeli clienti Tesla. Un portavoce di Tesla

ha dichiarato a Recode che questi nu-

meri riportati da Second Measure non

corrispondono al vero, ma è chiaro che

in molti hanno richiesto la restituzione

della caparra.Non tutti i mali vengono

per nuocere, se non altro per i clienti

che sono rimasti in attesa, che adesso

vedranno probabilmente avvicinarsi la

loro data di consegna. Bisogna comun-

que considerare il fatto che buona parte

dei liquidi in cassa a Tesla erano costituti

da queste caparre, che ora l’azienda si

trova costretta a rimborsare molto più

velocemente di quello che incassa dalla

consegna di nuove vetture. Nel frattem-

po la rampa della produzione aumenta

e dovrebbe arrivare entro luglio a 5.000

esemplari a settimana; attualmente, se-

condo il consueto Indice Bloomberg,

Tesla viaggia a 2.560 Model 3 a settima-

na, per un totale di 33.641 auto prodotte

dall’inizio di settembre 2017.

A luglio entra in funzione il Tutor 2.0 Giusto in tempo per le partenze estiveDa Luglio verrà acceso il nuovo Tutor SICVe PM, ovvero la risposta di Autostrade per l’Italia al blocco imposto dalla Corte d’Appello di Roma poche settimane fa di Rranco AQUINI

A fine Luglio tornerà Tutor, nella nuo-va incarnazione 2.0 che, secondo quanto è possibile leggere nel de-creto di approvazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è una evoluzione del precedente sistema. Autostrade per l’Italia era stata infatti costretta a disattivare il tutor poche settimane fa quando la Corte d’Appello di Roma aveva re-spinto il ricorso contro Craft. L’accu-sa era di aver violato brevetti e utiliz-zato una tecnologia proprietaria. Invariato l’hardware, cambia la tec-nologia di riconoscimento della tar-ga. Il vecchio sistema si chiamava SICVe (Sistema Informativo per il Controllo della Velocità), mentre la versione 2.0 si chiamerà SICVe PM, dove il suffisso PM sta ad indicare la nuova tecnologia Plate Matching (corrispondenza della targa). Il siste-ma, dopo aver ripreso la targa, utiliz-za un sistema di comparazione del-le caratteristiche fisiche della targa invece di applicare, come nel caso della prima versione, un semplice ri-conoscimento dei caratteri stampati sulla targa stessa.Non cambierà invece il cervello che rimarrà a Roma, al Cnai, ovvero il Centro nazionale accertamento in-frazioni della Polizia Stradale. Cer-vello che elaborerà i dati raccolti dalle stazionisulle autostrade.

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MODELLO 730-1 redditi 2007

Stato

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Chiesa cattolica

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Unione Chiese cristiane avventiste del 7° giorno

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Assemblee di Dio in Italia

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Chiesa Valdese unione delle chiese metodiste e valdesi

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Chiesa Evangelica Luterana in Italia

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Unione Comunità Ebraiche Italiane

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Scheda per la scelta della destinazione dell'8 per mille dell'IRPEF e del 5 per mille dell'IRPEF

Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale e delle associazioni riconosciute

che operano nei settori di cui all’art. 10, c. 1, lett a),del D.Lgs. n. 460 del 1997 e delle fondazioni nazionali di carattere culturale

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

AVVERTENZE Per esprimere la scelta a favore di una delle finalità destinatarie della quota del cinque per mille dell’IRPEF, il contri-buente deve apporre la propria firma nel riquadro corrispondente. Il contribuente ha inoltre la facoltà di indicare anche il codice fiscaledi un soggetto beneficiario. La scelta deve essere fatta esclusivamente per una delle finalità beneficiarie.

Codice fiscale del beneficiario (eventuale)

Finanziamento agli entidella ricerca sanitaria

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

FIRMA

Finanziamento agli enti della ricerca scientifica e della università

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Codice fiscale del beneficiario (eventuale)

FIRMA

Sostegno alle associazioni sportive dilettantistiche in possesso del riconoscimento ai fini sportivi rilasciato dal CONI a norma di legge

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Codice fiscale del beneficiario (eventuale)

FIRMA

Codice fiscale del beneficiario (eventuale)

FIRMA

genziantrate

AVVERTENZE Per esprimere la scelta a favore di una delle sette istituzioni beneficiarie della quota dell'otto per mille dell'IRPEF, ilcontribuente deve apporre la propria firma nel riquadro corrispondente. La scelta deve essere fatta esclusivamente per una delleistituzioni beneficiarie.La mancanza della firma in uno dei sette riquadri previsti costituisce scelta non espressa da parte del contribuente. In tal caso, la ri-partizione della quota d’imposta non attribuita è stabilita in proporzione alle scelte espresse. Le quote non attribuite spettanti alleAssemblee di Dio in Italia e alla Chiesa Valdese Unione delle Chiese metodiste e Valdesi, sono devolute alla gestione statale.

In aggiunta a quanto indicato nell’informativa sul trattamento dei dati, contenuta nel paragrafo 3 delle istruzioni, si precisa chei dati personali del contribuente verranno utilizzati solo dall’Agenzia delle Entrate per attuare la scelta.

In aggiunta a quanto indicato nell’informativa sul trattamento dei dati, contenuta nel paragrafo 3 delle istruzioni, si precisa chei dati personali del contribuente verranno utilizzati solo dall’Agenzia delle Entrate per attuare la scelta.

SCELTA PER LA DESTINAZIONE DELL’OTTO PER MILLE DELL’IRPEF (in caso di scelta FIRMARE in UNO degli spazi sottostanti)

SCELTA PER LA DESTINAZIONE DEL CINQUE PER MILLE DELL’IRPEF (in caso di scelta FIRMARE in UNO degli spazi sottostanti)

LA SCELTA DELLA DESTINAZIONE DELL’OTTO PER MILLE DELL’IRPEF E QUELLA DEL CINQUE PER MILLE DELL’IRPEF NON SONO IN ALCUN MODO ALTERNATIVE FRA LORO. PERTANTO POSSONO ESSERE ESPRESSE ENTRAMBE LE SCELTE

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MAGAZINEn.14 / 1818 GIUGNO 2018

di Roberto PEZZALI

Quella tra ciclisti e automobilisti è

una convivenza difficile. Le stati-

stiche lo dimostrano, e negli ultimi

anni la situazione è andata peggiorando.

Le case automobilistiche stanno introdu-

cendo soluzioni tecnologiche che aiuta-

no chi guida ad avere una maggiore per-

cezione di quello che accade attorno alla

macchina, ma questo non è sempre suf-

ficiente. La situazione potrebbe peggio-

rare nei prossimi anni: la strada è una ma

in molti devono conviverci civilmente. Ci

riferiamo alle auto, ai mezzi pubblici, alle

bici che grazie ai bike sharing salgono di

numero, ai mezzi di trasporto per l’ultimo

miglio (se verranno regolamentati) fino

ad arrivare alle auto a guida autonoma,

che nelle grosse città, seppur per brevi

tratti, verranno sicuramente usate.

La strada va condivisa: ecco perché Ford

si è impegnata in una campagna di sen-

sibilizzazione Share The Road per far ca-

pire a automobilisti e ciclisti che devono

trovare il modo di convivere e di rispettar-

si. E per farlo si è servita della realtà vir-

tuale, applicata per la prima volta come

strumento educativo e di sensibilizza-

zione. Il progetto, chiamato WheelSwap,

mette grazie al visore VR un automobili-sta in sella ad una bici e il ciclista al se-

MOBILITÀ SOSTENIBILE Con il progetto Share The Road Ford tocca un tema molto caldo

Ford usa la realtà virtuale per insegnare ad automobilisti e ciclisti a volersi bene Automobilisti e ciclisti non si sono mai amati, ma in futuro dovranno imparare a convivere

dile dell’auto. Chi è automobilista è pure

ciclista, ma questo accade solitamente

nelle piccole città: nelle grandi metropoli,

ad esempio Londra, chi è solito spostarsi

in bicicletta raramente usa la macchina,

e viceversa. L’esperienza VR è stata pro-

vata da oltre 1.200 persone nei cinque

principali paesi europei e il 70% dei par-

tecipanti che sperimentato, almeno in

virtuale, cosa vuol dire mettersi nei panni

dell’altro e dover gestire certe situazioni

ha sviluppato empatia nei confronti della

categoria opposta. Il 91% delle persone

ha promesso di cambiare il proprio com-

portamento sulle strade e, dopo solo due

settimane, il 60% di questi ha effettiva-

mente modificato le sue abitudini. Que-

sto vuol dire che gli automobilisti hanno

prestato più attenzione per esempio

all’apertura della portiera dopo aver par-

cheggiato, e che i ciclisti hanno iniziato

a controllare il traffico prima di invadere

una corsia. I risultati italiani sono ancora

più confortanti: il 100% degli automobilisti

che ha provato WheelSwap ha promes-

so di fare più attenzione al passaggio dei

ciclisti prima di aprire la portiera, e l’80%

dei ciclisti ha dichiarato di voler iniziare

a fare più attenzione con i passaggi da

marciapiede e carreggiata.

Il 64% degli automobilisti inoltre ha capito

che deve lasciare più spazio tra l’auto e

i ciclista quando deve fare un sorpasso,

almeno un metro, e il 60% dei ciclisti a

sua volta ha iniziato a controllare meglio

la strada prima di occupare la corsia.

Porsche Mission E diventa Taycan Avrà anche l’app Porsche Charging ServicePorsche ha reso noto il nome definitivo del progetto Mission E che sarà quindi Taycan Nel frattempo parte il progetto dedicato alla rete di ricarica di Massimiliano ZOCCHI

La prima elettrica di Porsche, Mission E, sta suscitando molto in-teresse ed è attesa per il 2019. La casa del gruppo Volkswagen fa sa-pere che in versione di produzione il nome diventerà Taycan. Secon-do Stefan Weckbach, a capo del progetto Porsche per veicoli BEV, l’intenzione non è solo di innovare il marchio ma anche di mantenerne le caratteristiche storiche, così che anche con il motore puramente elet-trico, Taycan sia in tutto e per tutto una vera Porsche. Le caratteristiche diffuse sono di tutto rispetto, con 400 km di autonomia, scatto da 0 a 100 in 3.5 secondi, e il particolare sistema di ricarica a 800 volt, che consente in soli 15 minuti di arrivare all’80% di capienza. Porsche ha dato il via anche a un progetto collaterale legato all’elettrificazione della sua gamma. Tramite un’app dedicata è disponibile il Porsche Charging Ser-vice, ovvero una piattaforma tramite la quale i proprietari di un’auto Por-sche ibrida o (in futuro) elettrica pos-sono trovare colonnine di ricarica ed accedere a tutte le informazioni necessarie, costo compreso. Dalle immagini diffuse sembra che l’app faccia uso del roaming tra provider europei gestito da Intercharge. Il servizio per ora è disponibile per Germania, Austria, Svizzera, Dani-marca, Olanda, Belgio e Finlandia.

di Franco AQUINI

D aimler ha svelato il suo primo ca-

mion elettrico che, nelle speranze

del produttore, dovrà fronteggiare

il rivale Tesla Semi. L’annuncio non è cosa

da poco, soprattutto se si considera che il

produttore tedesco, di proprietà di Merce-

des, è il più grande produttore mondiale di

camion con una quota di mercato nei soli

Stati Uniti del 40%. Una fetta consistente

che vale circa 30 miliardi di dollari. Si chia-

merà eCascadia e sarà un’imponente mo-

trice dotata di 18 ruote che entrerà in pro-

duzione nel 2021, appena due anni dopo

TRASPORTI Daimler ha presentato il camion elettrico aCascadia. Sarà in produzione dal 2021

Con eCascadia Daimler lancia la sfida a Tesla Semi Segna l’ingresso del più grande produttore di camion nel mondo della propulsione elettrica

la rivale Tesla (sempre che tutto vada se-

condo i piani). Lo svantaggio più grande

di Daimler però riguarderà l’autonomia,

che si fermerà alla metà circa rispetto alla

percorrenza promessa da Tesla: appena

400 Km contro gli 800 km della versione

top di Tesla Semi. Anche se, a dirla tutta,

è molto vicino all’autonomia della ver-

sione più economica di Semi, quella da

150.000$. Daimler ha presentato inoltre

una motrice di media portata, la eM2 106,

con poco meno di 400km di autonomia,

pensato per la distribuzione locale di mer-

ci. Una soluzione che, tra tutte, è decisa-

mente quella più sensata per un veicolo

elettrico dall’autonomia limitata.

Anche Navistar Internation Corp, una so-

cietà americana, starebbe sviluppando

un camion elettrico in partnership con

Volkswagen, stanziando circa 1,3 miliardi

di dollari. Segno che i tempi sono maturi

per il passaggio definitivo all’elettrico an-

che in questo segmento.