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Diritti ed equità nell’emergenza: tra pluralità e governance, possibili sistemi di raccordo STUDIO DI CASO: IL SISTEMA DEI SERVIZI NELLA PROVINCIA DI PARMA

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Diritti ed equita nell’emergenza:

tra pluralita e governance, possibili

sistemi di raccordo

STUDIO DI CASO: IL SISTEMA DEI SERVIZI NELLA PROVINCIA DI PARMA

INDIVIDUAZIONE DELLO STUDIO DI CASO

• La provincia di Parma è stata individuata quale oggetto dell’approfondimento territoriale del monitoraggio in quanto presentava le seguenti caratteristiche:▫ Presenza di progetti Sprar per categorie vulnerabili (Disagio mentale,

minori, tratta) e sperimentazioni specifiche (accoglienza in famiglia);▫ Ampia articolazione dell’accoglienza CAS (15 comuni 40 enti gestori)

e differenziazione dal gestore Sprar;▫ Diversa natura dei gestori Cas (privati, Cooperative, associazioni);▫ Ampia diffusione dello Sprar (tutti i distretti, 206 posti) e forte

integrazione con i servizi pubblici;▫ Presenza di un Hub Provinciale;▫ Radicato sistema di servizi territoriali (presidi socio-giuridici e socio-

informativi capillari);▫ Presenza di un tavolo di lavoro interistituzionale e di protocolli di

rete precedenti alla cd. Emergenza.Tali caratteristiche si è ritenuto costituissero un quadro di particolare

interesse relativamente al tema del rapporto tra lo svilupparsi del sistema di prima accoglienza e il funzionamento ordinario dei servizi pre-esistenti, permettendo di osservare le trasformazioni oggetto del monitoraggio da più punti di vista.

Interviste e raccolta dati

• Sono state condotte 17 interviste qualitative ai seguenti attori:

• 8 gestori Cas;

• 5 progetti Sprar;

• 3 enti locali;

• Prefettura.

Per i dati dei singoli servizi ci si è avvalsi dei responsabili e del lavoro di monitoraggio del tavolo Provinciale Asilo.

Strumenti di rilevazione

• Intervista semi-strutturata monitoraggio regionale (cfr. allegato)

• Griglia quantitativa (rilevazione al 30/6/16)

• Dati di servizio Sprar, Sportelli Imm.Asilo, Sportelli provinciale, Spazio salute Immigrati Ausl Parma 2015/2016

La realtà dell’accoglienza a Parma

• La realtà di Parma si connota per la molteplicità dei soggetti gestori: associazioni, cooperative, comunità di accoglienza, alberghi.

• Alcune di queste realtà già da molto tempo si occupano di accoglienza ( vedi il recupero di ragazzi con dipendenze, donne vittime di violenza o della tratta di esseri umani).

• Alcune hanno sviluppato una specifica esperienza con Ena, altri invece sono nati con l’avvio dell’emergenza Mare Nostrum nel 2014 e nel 2015, sperimentando in itinere le prassi e le modalità di accoglienza di richiedenti asilo e la costruzione di relazioni interculturali.

• Emerge come dato fondamentale la dimensione della relazione tra progetto di accoglienza, la persona accolta e il sistema di servizi e di relazioni in cui questa si iscrive:

Dalle interviste• Op. dell’accoglienza 1

▫ Le ragazze che accoglievamo prima sceglievano di venire da noi, adesso invece con gli invii della prefettura le ragazze non scelgono subito il percorso che vorranno intraprendere. Ciò crea delle difficoltà sin dal primo momento dell’accoglienza.

• Op.dell’accoglienza 2

▫ Siamo partiti a bomba e inizialmente avevamo molto entusiasmo. Ci mancano le conoscenze necessarie e abbiamo bisogno di maggiore formazione.

Dalle interviste• Op. dell’accoglienza 3

▫ Quando sappiamo che è arrivata la data in commissione prendiamo contatti con gli sportelli Asilo per l’informativa sullo Sprar in modo di prepararci per tempo all’uscita dal nostro progetto di accoglienza e se possibile dare continuità al percorso della persona. Ad oggi non abbiamo ancora avuto dimissioni dopo l’ottenimento dei documenti. Solo due casi di revoca dell’accoglienza.

• Op.dell’accoglienza 4

▫ Molti non hanno un lavoro al momento delle dimissioni. Dopo la lettera della prefettura li teniamo in accoglienza a carico nostro, ma poi consegniamo loro una dote ed il pagamento di un biglietto del treno/autobus per spostarsi. Alcuni ragazzi sono ancora qui a […] in alcuni appartamenti che gestiamo noi.

Estratti

• Op. Ente Locale▫ Di recente si è stabilito che per le persone prossime

all’uscita venga redatta una scheda di segnalazione da inviare al competente servizio sociale per una sua presa in carico al momento dell’uscita. Evitare l’emergenza all’uscita e prendere in carico le persone per tempo.

• Op. Prefettura▫ Un problema è quello dell’imbuto tra le uscite dai Cas

e l’inserimento in altri progetti di accoglienza. Tuttavia la marginalità sociale a Parma è stata contenuta.

IMMIGRAZIONE ASILO E CITTADINANZA

• 26 COMUNI – 23 sedi• Accessi: 11886• Richiedenti asilO: 134

SPORTELLO PROVINCIALE ASILO

• 46 comuni – 5 sedi• Accessi: 1654• Bisogno accoglienza: 516• Richiedenti asilo 578• Dinieghi: 91• Tutela legale: 432 cas + 24 da

territorio

PROMOZIONE DELLA SALUTE

• 3 case della salute (Ausl)• Cas + luoghi informali• Presenze: 209 (da CAS)

SEGRETARIATO SOCIALE CULTURE ORIENTED

• 4 Cup Ausl, Duc Parma• Accessi:7152 (al 30 giugno

2016)• 590 richiedenti asilo

SPAZIO SALUTE IMMIGRATI AUSL

• 2 PRESIDI• Accessi: 2300 • Da Hub/CAS: 1700• (lug. 15-0tt16)

Tavolo provinciale Asilo

Ciss–coord. Socio-sanitario Ciac- Ausl Pr

Prese in carico 2016: 53

PRONTA ACCOGLIENZA /BASSA SOGLIA

• 28 pronte accoglienze Sprar x rich. asilo• 40 accoglienza emergenza rich. Asilo e

titolari• Domiciliazioni a domanda asilo: 17 (2016)

SPRAR FIDENZA

• 70 posti• 6 comuni• 116 accoglienze

SPRAR FIDENZA DM

• 5 Posti• 2 comuni• 5 accoglienze

Sprar PARMA

• 76 posti• 1 comune• 127 accoglienze

Casa d’asilo MINORI

• 3 distretti• 12 accoglienze

SPRAR BERCETO

• 22 posti• 2 comuni• 36 accoglienze

SPRAR VAL TARO E CENO

• 21 posti• 3 comuni

TOTALE SPRAR

• 206 POSTI• 317

ACCOGLIENZE• 117 ingressi• 33% DA CAS

TERRITORIO (38)• Lista di attesa

Sprar: 91

Rifugiati in Famiglia

•10 posti ,•18 bf (Sprar)

3^ accoglienza

•23 posti social Housing•38 accoglienze

Tandem

•Progetto sperimentale•2 appartamenti 8 pp misti

Attivato protocollo contrasto tratta per 55 richiedenti asilo in accoglienza Cas

CONTRASTO TRATTA

HUB PROVINCIALE

• 50 POSTI – prima accoglienza – 1060 persone transitate 2016

•40 CAS – 1445 ACCOLTI - 15 COMUNI – 210 uscite 2016

C.A.S

Processi emergenti

• Dalle interviste e dai dati raccolti possono essere individuati i seguenti processi:▫ Specializzazione rispetto la fase di accoglienza (1^,

2^, assistenza vs autonomizzazione)▫ Specializzazione rispetto specifici target (donne,

donne rischio sfruttamento, minori) in funzione di specifiche caratteristiche del luogo di accoglienza/esperienza pregressa

▫ attenzione alle specificità dei territori (presenza/assenza servizi, mezzi trasporto, etc)

▫ Condivisione competenze e messa in rete risorse*

Criticità emergenti

• Differenziazione standard e modalità di accoglienza;▫ Comunicazione e collaborazione tra diversi segmenti (da Hub a

Cas o Sprar), fasi e servizi (sociale vs sanitario ad es.)▫ Difficile equilibrio tra identità specifiche e sistema (ad es.

percorso motivazione accoglienza donne e step accoglienza successivi: “e il dopo?”);

▫ Difficile equilibrio tra diverse tipologie di bisogno (ad es. uscite CAS o ingressi da territorio?)

▫ Individuazione luoghi e modalità condivise di coordinamento;▫ Tempistiche procedure differenziate e non prevedibili (ad es.

richiedenti asilo non in hub/cas ma presenti sul territorio)▫ Territorialità: definizione criteri di “accesso” al sistema

territoriale (ad es. comuni con servizi e comuni senza strutture di accoglienza)

CONCLUSIONI• Sembra essere sempre presente nei progetti di accoglienza uno sforzo ad immaginare

soluzioni sulla base del proprio vissuto, conoscenze, esperienze passate anche in settori diversi da quelli dell’accoglienza di richiedenti asilo, adattando al nuovo contesto risorse, stili e modalità operative.

• A questo sforzo corrisponde una grande potenzialità quale è la costruzione di una rete plurale e articolata, capace di rispondere ai bisogni e non alle “categorie”, con servizi differenziati ed allo stesso interconnessi; ma vi corrisponde altresì

• il rischio di non implementare la rete, di duplicare prestazioni e servizi, di “ripartire ogni volta da zero ad ogni accoglienza con grande dispendio di energie e risorse” , di creare parallelismi e “ambiti chiusi” (accoglienza solo femminile,solo sprar, solo specifico ad un dato territorio etc) proprio perché specializzati o fortemente caratterizzati per tipologia, mandato, o “segmento.” di accoglienza”: isole non comunicanti.

• Il rischio di autoreferenzialità e di conflittualità tra gli attori• Tuttavia non è semplice trovare un equilibrio tra specificità e interconnessione: in questo

senso la “differenza” può anche essere percepita come un grande problema senza una cornice inter-istituzionale condivisa e capace di garantire prassi univoche al variare delle specificità.

PROSPETTIVE FUTURE (2017)• Potenziamento servizi territoriali con Fami START-ER (Ausl+ Ciac

prossimità nei CAS) e CASP- ER (Comune di Parma – World in Progress aumento mediazione e segretariato sociale)

• Programma semestrale Tavolo provinciale Asilo: ▫ 25 gennaio 2017 – stato dell’arte e priorità di intervento: mappatura progetti in

corso e risorse di rete. Ob. Verifica e sviluppo sistema di comunicazione ▫ 22 febbraio 2017 – approfondimento tematico 1: raccordo cas/sprar/territorio –

comuni e nuovi gestori- luoghi e modalità di coordinamento, i tavoli distrettuali e il coinvolgimento dei gestori – aggiornamento standard minimi accoglienzadiffusa;

▫ 29 marzo 2017 – approfondimento tematico 2: le vulnerabilità: minori, donne, disagio mentale, valutazione pratiche e consolidamento rete servizi;

▫ 3 maggio 2017 – approfondimento tematico 3: la richiesta asilo dall’accesso al riconoscimento/ricorso e l’accesso ai servizi: formalizzazione prassi provinciali da sottoporre agli enti e protocollare;

▫ 21 giugno 2016 – nuovo monitoraggio e verifica indicatori, programmazione secondo semestre.

▫ Raccordo Welfare territoriale▫ Raccordo equipe Sia e Res