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DIREZIONE REDAZIONE AMMINISTRAZIONE Via dell’Arcivescovado, 13 - Tel. 0961.721333 - 88100 Catanzaro - Spedizione in a.p.Tabella C - Autorizzazione DCO/DC CZ/063/2003 Valida dal 11/02/2003 FONDATO NEL 1982 29 APRILE 2012 ANNO XXXI N. 9 CONFERITA DALL ’UNIVERSITÀ “MAGNA GRAECIADI CATANZARO LA LAUREA HONORIS CAUSAIN GIURISPRUDENZA A S.EM.ZA IL CARDINALE T ARCISIO BERTONE Il Segretario di Stato Vaticano: «La comunità ecclesiale e la comunità politica al servizio dell’uomo e della nuova Europa» I l primo collaboratore del Santo Padre, il Se- gretario di Stato Vaticano, Cardinale Tarcisio Bertone, il 21 e il 22 aprile è stato accolto con gran festa nella città di Catanzaro dall’Arcivescovo Metropolita di Catanzaro Squillace, S.E. Mons. Vin- cenzo Bertolone, da autorità ecclesiali, civili, mili- tari e da innumerevoli fedeli giunti da più parti della Calabria. Un evento atteso dalla comunità ecclesiale e dal- l’università “Magna Grecia” di Catanzaro che il 21 aprile ha conferito al Cardinale Bertone la laurea “Honoris Causa” in Giurisprudenza «per gli alti meriti giuridici nello studio e nella comparazione degli ordinamenti costituzionali laici ed ecclesia- stici». I lavori, moderati dal giornalista Rai Enzo Romeo, sono stati introdotti dai saluti dal Gover- natore della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, dal presidente del Consiglio Regionale, Francesco Talarico, e dalla presidente della Provincia di Ca- tanzaro Wanda Ferro. Poi sono intervenuti l’onore- vole Gianni Pittella, primo vicepresidente del Par- lamento Europeo, e l’Arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, Mons. Vincenzo Bertolone. Il 22 aprile, sempre a Catanzaro, il Cardinale Ber- tone, dopo la celebrazione delle lodi assieme al ve- scovo Bertolone e alla comunità salesiana di Soverato, ha presieduto una solenne concelebra- zione eucaristica nella chiesa cattedrale. Ampio servizio dell’evento celebrativo nella pagine interne

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DIREZIONE REDAZIONE AMMINISTRAZIONE Via dell’Arcivescovado, 13 - Tel. 0961.721333 - 88100 Catanzaro - Spedizione in a.p.Tabella C - Autorizzazione DCO/DC CZ/063/2003 Valida dal 11/02/2003 FONDATO NEL 1982 29 APRILE 2012 ANNO XXXI N. 9

CONFERITA DALL’UNIVERSITÀ “MAGNA GRAECIA” DI CATANZAROLA LAUREA “HONORIS CAUSA” IN GIURISPRUDENZA

A S.EM.ZA IL CARDINALE TARCISIO BERTONE

Il Segretario di Stato Vaticano: «La comunità ecclesiale e la comunità politica al servizio dell’uomo e della nuova Europa»

Il primo collaboratore del Santo Padre, il Se-gretario di Stato Vaticano, Cardinale TarcisioBertone, il 21 e il 22 aprile è stato accolto con

gran festa nella città di Catanzaro dall’ArcivescovoMetropolita di Catanzaro Squillace, S.E. Mons. Vin-cenzo Bertolone, da autorità ecclesiali, civili, mili-tari e da innumerevoli fedeli giunti da più partidella Calabria.

Un evento atteso dalla comunità ecclesiale e dal-l’università “Magna Grecia” di Catanzaro che il 21

aprile ha conferito al Cardinale Bertone la laurea“Honoris Causa” in Giurisprudenza «per gli altimeriti giuridici nello studio e nella comparazionedegli ordinamenti costituzionali laici ed ecclesia-stici». I lavori, moderati dal giornalista Rai EnzoRomeo, sono stati introdotti dai saluti dal Gover-natore della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti,dal presidente del Consiglio Regionale, FrancescoTalarico, e dalla presidente della Provincia di Ca-tanzaro Wanda Ferro. Poi sono intervenuti l’onore-

vole Gianni Pittella, primo vicepresidente del Par-lamento Europeo, e l’Arcivescovo metropolita diCatanzaro-Squillace, Mons. Vincenzo Bertolone.

Il 22 aprile, sempre a Catanzaro, il Cardinale Ber-tone, dopo la celebrazione delle lodi assieme al ve-scovo Bertolone e alla comunità salesiana diSoverato, ha presieduto una solenne concelebra-zione eucaristica nella chiesa cattedrale.

Ampio servizio dell’evento celebrativo nella pagine interne

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229 aprile 2012

L’agenda del VescovoAprile

27 Consiglio Episcopale28 Soverato, ore 15.30 Incontro con i Ministranti

Ore 18 S. Andrea Marina, Amministra Sacramento della Confermazione29 Ore 10.30 Satriano Marina, Amministra Sacramento della Confermazione

Ore 18 Sellia Marina, Amministra Sacramento della Confermazione30 Ore 11 Castrovillari, Presiede la S. Messa in Onore della Madonna del Ca-

stello, Patrona della CittàOre 18 Catanzaro, parrocchia Mater Domini, Amministra Sacramento della

Confermazione

Maggio

1 Catanzaro, ore 10 Palazzo del Governo partecipa alla premiazione dei Cavalieridel LavoroOre 18 Roccelletta di Borgia, Amministra Sacramento della Confermazione

2 Catanzaro, ore 10 Istituto Teologico Calabro, interviene al Convegno di Bioetica3 Ore 10, Soverato, Amministra Sacramento della Confermazione4 Ore 9.30 Università Magna Greacia, interviene al Convegno sull’Europa5 Catanzaro, Auditorium Casalinuovo, interviene al Convegno su LazzatiOre 18 Catanzaro Lido, Amministra Sacramento della Confermazione 6 Catanzaro, ore 11 parrocchia SS. Salvatore, Amministra Sacramento della Con-

fermazioneOre 18 Squillace, Concattedrale, presiede S. Messa della vigilia in onore dellafesta di S. Agazio

7 Squillace, ore 10,30, Concattedrale, S. Messa in onore di S. Agazio, presiedeS.E. Signor Card. Paolo Romeo, Arcivescovo Metropolita di Palermo

8 Catanzaro, parrocchia Madonna di Pompei, Amministra Sacramento della Con-fermazione

9 Krotone, ore 19 Chiesa Cattedrale, presiede S. Messa in onore della Madonnadi Capocolonna

10 Ore 18 Catanzaro, quartiere Corvo, Amminsitra Sacramento della Conferma-zione

11 Catanzaro, Biblioteca diocesana, interviene alla presentazione del libro diMons. Antonio Cantisani, Arcivescovo Emerito di Catanzaro-Squillace

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di Catanzaro il 16 gennaio 1982.

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www.diocesicatanzarosquillace.it

È l’ora

della

Responsabilità

Il voto! Uno strumento di libertà, un do-vere di responsabilità, un esercizio chedetermina svolte per il bene comune!

Ma ci sarà veramente l’attenzione albene comune? Il voto nuovo deve scon-figgere il parassitismo inveterato nellamentalità di chi vede nella politica la pol-trona dell’ozio e del vizio: l’ozio dell’as-senteismo all’impegno preso con glielettori e il vizio di accaparrarsi indebiterisorse economiche con strategie da pa-voni: si scrivono cose con le zampe etutto si cancella con la coda!

Gli scritti o i proclami sono colorati, ab-baglianti, attraenti… ma di questo nonresta nulla, perché ci pensa il colpo dicoda ad azzerare tutto.

Quel colpo di coda è abile, è truffal-dino… ma è anche ricco di ingenuità per-ché presto o tardi i segni emergono evengono additati e sottoposti alla scuredella legalità, dando spettacolo-ludibrionelle aule giudiziarie

Il voto quindi non va sprecato dando ilsuffragio ai venditori di fumo, ma va uti-lizzato per la scelta di persone vere, one-ste, responsabili che vogliono fare dellapolitica la palestra di autentica costru-zione di una civiltà di giustizia e di sanobenessere.

Dovrebbe tremare la mano che votaquando il soggetto che si determina allascelta non conosce bene il candidato; èstabile la mano che segna la schedaquando la certezza dell’onestà intellet-tuale del candidato prescelto offre ga-ranzia di un impegno costante efruttuoso non per sé ma per l’ente cui de-dica le sue energie.

Un voto libero, quindi, ma anche re-sponsabile!

Raffaele Facciolo

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329 aprile 2012

Partiti e politica: arduo ma doverosoIl cambiamento richiamato anche dal presidente della Repubblica

La celebrazione domenica 22 apriledell’88ma giornata della UniversitàCattolica ha visto, quest’anno, la con-

comitanza temporale di un importantissimoevento che, non solo ha coinvolto l’interachiesa italiana per la sua valenza straordina-ria, ma ha rappresentato per l’Università Cat-tolica stessa un grande motivo di gioia e diorgoglio.

Parliamo della beatificazione di GiuseppeToniolo il cui rito si svolgerà il 29 aprile nellaBasilica di San Paolo fuori le mura a Romapresieduto dal Cardinale Salvatore De Giorgi,arcivescovo emerito di Palermo e già assi-stente dell’A C. Giuseppe Toniolo, vero gi-gante del movimento laicale cattolico dellaseconda metà dell’ottocento, e la cui figuramerita di essere conosciuta in ambito eccle-siale ben aldilà della ristretta cerchia degli ad-detti ai lavori,fu tra gli ispiratori della nascitadell’università cattolica che affidò con espli-cito incarico a Padre Agostino Gemelli nelsettembre 1918 e non a caso l’ente fondatoredell’Università porta il suo nome.

Egli nacque nel 1845 a Treviso e sin dallaprima giovinezza dimostrò una spiccata sen-sibilità sociale che lo fece diventare un prota-

gonista prima della Opera dei Congressi epoi dell’Unione popolare :fu quindi un cri-stiano che ebbe a cuore il futuro del suopaese.

E questa 88ma giornata ha avuto per temaproprio “Il futuro del paese nel cuore dei gio-vani”: quest’ultimi infatti oggi, soprattuttoper le difficoltà lavorative ma non solo acausa di esse, rischiano di estraniarsi dallavita sociale e politica ed anche dalla chiesa edoccorre quindi impegnarsi,in primo luogo lacomunità ecclesiale, perché i giovani torninoad essere il cuore dell’azione pastorale, dellestrategie politiche,dei movimenti sociali eculturali.

Giuseppe Toniolo può essere proposto,anche per le sue virtù familiari,come modellodi vita a studenti che amano il sapere e vo-gliono porsi al servizio del miglioramentodella società.

Ecco allora il motivo perché le parrocchie,leassociazioni, il tessuto vivo della chiesa sonostate chiamate a sostenere anche

economicamente con la raccolta del 22aprile l’Università Cattolica : in essa si rea-lizza un modello di educazione delle giovanigenerazioni alla ricerca culturale e scienti-

fica,alla maturità umana ed ecclesiale,al ser-vizio della società e del bene comune.

Che il beato Toniolo con la sua interces-sione aiuti anche la nostra Arcidiocesi a co-gliere l’importanza di essere vicini a questaprestigiosa istituzione ed ispiri tanti giovanicattolici ben forgiati nel sacrificio dello stu-dio e della riflessione a mettere i propri ta-lenti a disposizione della comunità ecclesialee della più vasta comunità umana.

Salvino Cognetti

LA GIORNATA DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA

“Il futuro del paese nel cuore dei giovani”

Sono tutti molto preoccupati. I citta-dini, perché le notizie di malversa-zioni si moltiplicano, da Nord a Sud.

E la classe dirigente politica, perché sente fra-nare la legittimazione. Forse il movimento diprotesta di turno può incassare nelle elezioniil dividendo dell’indignazione muta e disil-lusa. Ma il pericolo è sistemico, quella chevent’anni fa Luciano Cafagna chiamò “lagrande slavina” e bisogna preoccuparsi dav-vero. Certo, i vuoti sono sempre riempiti, mail rischio è (ancora una volta) che lo siano alribasso. E il rischio decadenza del comples-sivo sistema-Paese non è poi tanto teorico.

Di questo clima greve si è nuovamentefatto interprete il presidente della Repub-blica, commemorando Benigno Zaccagnini,protagonista, ormai trentacinque anni fa, del“rinnovamento” della Dc.

Napolitano, citando le parole del politico eprima partigiano cattolico di Ravenna, ha de-finito “il partito come strumento. Ecco, il par-tito e la politica possono e debbono ancoroggi essere questo. Non sono il regno delmale, del calcolo particolaristico e della cor-ruzione”. Ha tenuto a ricordare, accanto al“marcio”, i non pochi “esempi passati e pre-senti di onestà e serietà politica, di personaledisinteresse, di applicazione appassionata ai

problemi della comunità”, concludendo:“Guai a fare di tutte le erbe un fascio, a de-monizzare i partiti, a rifiutare la politica”.

Eppure oggi la gente vuole fatti, mentre letasse aumentano, i servizi diminuiscono, iposti di lavoro e le retribuzioni sono tagliati econ questi le prospettive dei giovani e deipadri e delle madri di famiglia. Certo, il di-magrimento può fare bene, ma bisogna co-

minciare dall’alto, o quantomeno da quelloche è più visibile. Il capo dello Stato ha con-cluso esortando a muoversi velocemente per“cambiare quel che va cambiato, per rifor-mare quel che va riformato oggi qui, senzaulteriore indugio, per trasmettere ai giovanila ‘vocazione alla politica’”.

Presto e bene, insomma, e con giudizio. Laparola vocazione è molto impegnativa. Im-plica un taglio, un’ascesi, cioè un percorsonuovo in vista di un obiettivo grande. Seusiamo la parola vocazione insomma dob-biamo accettarne le implicazioni, che già PioXI, il Pontefice del rifiuto dei totalitarismi delXX secolo, oggi giustamente rivalutato, ri-chiamava nella definizione, poi largamenteripresa della politica come forma esigente dicarità. Che è e resta una definizione laica.Vale insomma per tutti, non solo per i cre-denti. Implica la stoffa delle persone. E unprocesso di selezione trasparente e rigoroso,tanto all’interno delle forze politiche, che, fin-ché non s’inventeranno forme migliori, re-stano necessarie, che in sede elettorale.

È arduo. Tanto più che il tempo passa ve-loce e l’annuncio dei cambiamenti non puòpiù bastare. Anzi, ormai sortisce l’effetto op-posto, se non è seguito dai fatti.

Francesco Bonini

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429 aprile 2012

PAPA BENEDETTO XVIa sette anni dall’elezione al Pontificato

L’umiltà e l’audaciaQual è la natura e il compito della

teologia? Joseph Ratzinger lo pre-sentava attraverso la descrizione di

un antico bassorilievo, che si trova nell’anticacattedrale della città pugliese di Troia. Loscultore ha raffigurato come ornamento delpulpito una terribile scena, che ha come pro-tagonisti tre animali. In basso vi è un poveroagnello, assalito da un feroce leone, che sitrova al centro della scena. Si possono vederele ossa e si vede anche qua e là la carne del-l’agnello fatta a pezzi e divorata dalla belva.Seppure triste, l’agnello vive ancora e rivolgeuno sguardo mite, ma dignitoso a chi osservala scena. Spiegava il teologo Ratzinger: “Èchiaro che l’agnello è la Chiesa, o meglio, lafede della Chiesa e nella Chiesa”. Il quadroappare pessimistico: “La vera Chiesa, laChiesa della fede, sembra già mezza divoratadal leone”. Eppure non può essere vinta. Nelbassorilievo è rappresentato un terzo ani-male, un piccolo cane bianco, che si getta conforza sul leone. Quanto a forze esso apparesproporzionatamente inferiore al leone e, tut-tavia, si butta sulla fiera facendo uso dei dentie degli unghioni. Se il significato dell’agnelloè abbastanza chiaro, il leone probabilmenterappresenta l’eresia, che strappa alla Chiesala sua carne, la strazia e la divora. Il piccolocane bianco è simbolo della fedeltà e dellacura del buon pastore (cfr Gv 10,11). È lasacra dottrina, la teologia che salva la fededagli assalti dell’incredulità, dell’eresia, deglierrori.

A questa interpretazione Joseph Ratzingerne affianca un’altra assolutamente originale.Il cane coraggioso e il leone feroce indicano

le due possibilità della teologia, le due vie op-poste che essa può imboccare. Il leone “sim-boleggia la tentazione storica della teologiadi rendersi padrona della fede”, attraversol’uso sbagliato della ragione, ad esempio po-nendo le scienze umane come interpretazionee verifica della trascendenza. Il cane corag-gioso è la via opposta: indica “una teologiache sa di essere al servizio della fede e che ac-cetta di rendersi ridicola, ricacciando al suoposto la pura ragione, intemperante e dispo-tica”. La teologia di Joseph Ratzinger appar-tiene a questa seconda via; egli ha scritto conl’intento di servire e custodire la fede di chilo ascolta. Non impone il suo pensiero, ma losottomette al giudizio dell’interlocutore, con-fidando nella forza di verità delle espressionida lui offerte. Lo ha fatto anche da Papa, pro-ponendo il primo volume del libro di “Gesùdi Nazareth”. Lì, pur domandando al suo let-tore quell’anticipo di simpatia senza il qualenon c’è comprensione, lo lascia libero di con-traddirlo. Traspare dalle sue parole l’intensaumiltà dello studioso, appassionato della ve-rità e non preoccupato di trovare nello studioconferme alle proprie posizioni. In questosenso egli è profondamente libero da linee dipensiero dominanti, da mode intellettuali, datradizionalismi o modernismi. Probabil-mente, non è un autore “sistematico” nelsenso classico del termine, perché egli scrivesecondo la necessità del momento. Ad altri ilcompito di raccogliere e sistematizzare i suoimolteplici scritti. L’occasionalità dello scrittonon cede ad alcuna superficialità, perché egliinquadra sempre la questione nel dibattitoteologico, avvalendosi di numerosi studi, e

approfondisce il tema in modo originale.Uno dei libri più significativi del Nove-

cento teologico è stato “Introduzione al cri-stianesimo”, pubblicato da Joseph Ratzingernel 1968. Qui l’autore tratteggiava la situa-zione di difficoltà che si è lentamente creataintorno alla conoscenza umana: che cosa è ilvero? In che cosa si può credere? Il pensieroantico aveva insegnato che il vero è l’ente,cioè è l’essere stesso che è vero e quindi co-noscibile, in quanto l’ha fatto Dio stesso;Giambattista Vico (1688-1744) introduce unanovità: risulta conoscibile per vero unica-mente quello che noi abbiamo fatto. Si met-tono le basi per la mentalità scientifica, chepiega lo spirito umano a riflettere solo sulfatto compiuto. Ma non finisce qui, nel secoloXIX, grazie alle grandi scoperte scientifiche,si comprende che non ci sono limiti a ciò chesi può fare! Si giunge alla supremazia del “dafarsi” sul “già fatto”.

Tutto questo ha inevitabili ricadute sullafede, che vive una logica diversa e ha conte-nuti spirituali. “La fede - spiegava il giovaneRatzinger - non è preordinata al campo delfatto e del fattibile, bensì al campo delle deci-sioni fondamentali, di cui l’uomo deve tassa-tivamente assumersi la responsabilità”. Checosa è dunque la fede? “È la forma, non ri-ducibile a scienza e incommensurabile ai suoiparametri, assunta dalla posizione dell’uomonel complesso della realtà; è l’interpretazionesenza la quale l’intero uomo rimarrebbe cam-pato per aria; è l’atteggiamento che precede ilcalcolo e l’azione dell’uomo, senza il qualeegli in definitiva non potrebbe né calcolare néagire. L’uomo, in effetti, non vive del solopane del fattibile, ma vive invece da uomo, e,proprio nella configurazione più tipica dellasua umanità, vive di parola, di amore, disenso della realtà”.

La teologia, quel piccolo coraggioso canebianco, salva oggi l’uomo dall’essere assor-bito dal fare; non lo scredita, ma lo pone nellagiusta dimensione, quella di Dio.

Marco Doldi

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529 aprile 2012

La teologia pastorale

da Joseph Ratzinger a Papa Benedetto

Il Papa ha compiuto 85 anni. Auguri, ov-viamente, ad multos annos. Giovedì 19aprile è entrato nel suo ottavo anno di

pontificato. Anche per questo Auguri e gra-zie. Grazie perché ha avuto la forza di dire:sì! In questi anni abbiamo seguito l’evolu-zione del pensiero che, da quello di JosephRatzinger, diventava quello di BenedettoXVI. Una maturazione anche per un grandeteologo giunto all’apice dei suoi studi e dellaformulazione del suo pensiero. Perché JosephRatzinger non ha mai pensato di aver rag-giunto una “conclusione”, un punto di ar-rivo. Questa è la sua grande forza dipensatore prima ancora che di Pontefice. Ipunti fermi del pensiero del teologo Ratzin-ger sono diventati chiavi pastorali del PapaBenedetto XVI, così le sue riflessioni sulmondo e sulla vita della Chiesa, sulle realtàdella fede, sui cristiani, sul Concilio, sono di-ventate delle precisazioni del Magistero cheaiutano tutta la vita della Chiesa. Non è que-sta la sede delle grandi riflessioni teologiche,ma ci sono alcuni esempi gior-nalistici che ci aiutano.

Nel 2004 Giuseppe De Carlirealizzò una serie di interviste avari cardinali. Tra loro ovvia-mente Joseph Ratzinger. Tra itemi la fede della Chiesa e le“eresie del nostro tempo”. Il car-dinale presenta le idee che sonola base di quello che sarebbestato il suo studio su Gesù.

“Il problema centrale - diceva-è la nostra sordità alla voce diDio; è l’agnosticismo che di-venta quotidianità, scelta divita. Inoltre vi è il tentativo di ri-durre Cristo ad una persona cheha una grande esperienza reli-giosa. Un Cristo solo umano chenon è grande per la sua divinità,ma è grande solo secondo leconvenienza del momento”.

Nel 2007 nella introduzionealla prima parte del suo “Gesùdi Nazaret”, il teologo diventatoPapa scrive a proposito dellostrappo tra Gesù storico e il Cri-sto della fede: “l’uno si allon-tanò dall’altro a vista d’ occhio”. Lericostruzioni diventavano delle “fotografiedegli autori e dei loro ideali”. E quindi è ri-masta in molti l’ impressione “che sappiamoben poco di certo su Gesù e che solo in se-guito la fede nella sua divinità abbia pla-smato la sua immagine”. Una sensazione cheha drammaticamente pervaso la coscienzacomune cristiana, spiega il teologo divenuto

Papa, che conclude: “l’in-tima amicizia con Gesù dacui tutto dipende minacciadi annaspare nel vuoto”.

Il terzo volume su Gesùsarà pronto forse per set-tembre, ma intanto le dueprime parti hanno rimessoal centro del dibattito teolo-gico temi che sembravanodimenticati. E non sonosolo temi accademici, lon-tani dalla realtà come al-cuni vorrebbero far crederedipingendo l’immagine diun teologo che scrive i suoilibri lontano dal mondoreale. Joseph Ratzinger usala teologia come dialogocon la realtà quotidiana conuna modernità che nontutti percepiscono. “LaChiesa - dice nel 2004 -

come in passato dovrà subire tante tenta-zioni, sofferenze, persecuzioni. Rimarrà co-munque una fonte di vita, di gioia, unaragione di speranza”. E’ il punto di partenzaanche per rispondere a fenomeni come la “di-sobbedienza” o a drammi come la pedofilia.Così nella messa del Crisma di quest’annoparla direttamente di cosa è teologicamentela disobbedienza nella Chiesa e non con-

danna, ma spiega, argomenta, propone. La teo-logia diventa pastorale. Benedetto XVI ha rico-nosciuto con crudo realismo l’orrore dellapedofilia di alcuni membri della Chiesa, lo hafatto abbracciando le vittime, lo ha fatto con unalettera pastorale ai fedeli della Chiesa più colpita,l’Irlanda, lo ha fatto con nuove norme perchénon avvenga mai più, lo ha fatto dimostrandoche solo l’ amore di Dio redime e risana.

E ovviamente c’è la grande devozione aMaria, Figlia di Sion, Chiesa nascente, Donnadelle apparizioni di Lourdes a Fatima. E diFatima il cardinale Ratzinger si è occupato afondo studiando le carte dei “segreti”. A Fa-tima il Papa Benedetto XVI si è fermato a pre-gare con mezzo milione di fedeliriproponendo il messaggio della Madonna:“conversione permanente, penitenza, pre-ghiera, e le tre virtù teologali: fede, speranzae carità”. E con grande realismo aggiunge: “lapiù grande persecuzione della Chiesa nonviene dai nemici fuori, ma nasce dal peccatonella Chiesa e che la Chiesa quindi ha pro-fondo bisogno di ri-imparare la penitenza, diaccettare la purificazione, di imparare da unaparte il perdono, ma anche la necessità dellagiustizia”. E “alla fine, il Signore è più fortedel male, e la Madonna per noi è la garanziavisibile, materna della bontà di Dio, che èsempre l’ultima parola nella storia”.

Angela Ambrogetti

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29 aprile 2012

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I LAVORI DELLA SESSIONE PRIMAVERILE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE CALABRA

Nei giorni 16-18 aprile a Crotone,ospiti dell’Arcivescovo Mons. Do-menico Graziani, sotto la Presi-

denza dell’Arcivescovo Metropolita di ReggioCalabria-Bova Mons. Vittorio Mondello, si èriunita la Conferenza Episcopale Calabra. Sonopresenti tutti i vescovi residenziali, il vescovoeletto di Oppido-Palmi mons. Francesco Militoe i vescovi emeriti Mons. Antonio Cantisani eMons. Ercole Lupinacci.

I Vescovi si sono uniti agli auguri formulatidal Presidente per l’85° compleanno del SantoPadre e il 7° anniversario della Sua elezionealla Cattedra di Pietro, e hanno inviato al fe-steggiato un telegramma di filiale devozione.Il Presidente ha poi rivolto, a nome di tutti i ve-scovi, fraterni auguri al vescovo eletto di Op-pido-Palmi mons. Francesco Milito.

Mons. Mondello ha riferito sulla riunione delConsiglio Permanente della CEI, tenutasi aRoma nei giorni 26-29 marzo 2012. Ha sottoli-neato alcuni passaggi della prolusione del Car-dinale Presidente Angelo Bagnasco ecomunicato alcune decisioni prese dallo stessoConsiglio, sulle nomine fatte a livello nazionalee su alcune iniziative che la CEI intende pro-muovere nel corso dei prossimi mesi.

I vescovi, in modo particolare, si sono soffer-mati a discutere su due argomenti:

1. in primo luogo su una bozza di docu-mento circa le politiche sociali in Calabria re-

datta dalla delegazione regionale Caritas e pre-sentata da don Giacomo Panizza. Nell’acco-gliere tale documento, i Vescovi hannomanifestato piena solidarietà a don Panizzaper gli attentati subiti in questi ultimi tempi.

2. Successivamente sull’analisi di una bozzadi Statuto del Forum dei docenti universitaricattolici della Calabria, illustrata dai professoriMaria Intrieri e Vincenzo Bova, fornendo sug-gerimenti per una sua rielaborazione.

I lavori sono proseguiti con l’approvazionedella bozza di programma del VII convegnoregionale dei seminaristi di Calabria (Cetraro26-28 settembre) e della giornata sacerdotaleregionale che si terrà a Paola (14 giugno) pre-sentate da Mons. Vincenzo Bertolone.

E’ stato poi approvato il programma defini-

tivo del convegno catechistico regionale, pre-sentato dal vescovo delegato Mons. NunzioGalantino, che si terrà dal 15 al 17 giugno pros-simi.

I vescovi hanno poi ascoltato una relazioneamministrativa del Rettore del Seminario S. PioX di Catanzaro, Mons. Vincenzo Scaturchio, ac-cogliendo le richieste presentate.

Essi hanno, quindi, dato parere favorevolealla richiesta di Mons. Fiorini Morosini di ini-ziare il processo informativo per l’apertura indiocesi della Causa di beatificazione di: AnnaRosa Macrì, don Antonio Toscano, Mons. Gio-vanbattista Chiappe, Franco Bono e Maria Ro-saria De Angelis.

Hanno, inoltre, ascoltato Mons. Luigi Renzoil quale ha informato che, in applicazione delProtocollo d’intesa tra la Regione Calabria e laCEC perla valorizzazione dei Beni Culturali diinteresse religioso, si è insediato l’osservato-rioparitetico per i beni culturali.

Infine, hanno proceduto alle seguenti no-mine: Elena Cerra rappresentante dei giovanialla consulta nazionale di pastorale giovanile;don Francesco Spadola assistente regionaleMEIC; don Pietro Furci assistente Forum La-voro Calabria; don Pierluigi Mauro promotoreregionale apostolato della preghiera; don Mas-simo Nesci assistente regionale Agesci.

Don Gaetano Mauro verso gli altari

Si è chiusa la scorsa settimana a MontaltoUffugo (Cosenza), sotto la presidenzadell‘arcivescovo di Cosenza - Bisignano

mons. Salvatore Nunnari, la sessione diocesanadella causa di beatificazione e canonizzazione di donGaetano Mauro, fondatore della Congregazione deiPii operai catechisti rurali, meglio noti come Mis-sionari Ardorini. La celebrazione si è svolta nelSantuario della Madonna della Serra, dove donMauro fu parroco per cinquantacinque anni. Per ilsuperiore generale degli Ardorini, p. Ermolao Por-tella è stato un momento "di preghiera e di ringra-ziamento al Signore per averci dato in don Mauroun segno del suo amore per i giovani e la gente ru-rale”. Ma non solo: "è stato un momento di rifles-sione sulla sua vita", incentrata fin dagli inizi“sull’amore al silenzio e al raccoglimento della piùfervida preghiera e l’aspirazione al più ardente apo-stolato”.

Don Gaetano Mauro nasce a Rogliano (Cosenza)il 13 Aprile 1888. Diventa sacerdote il 14 Luglio1912, ed il 28 Giugno 1914 viene assegnato comeparroco a Montalto Uffugo (Cosenza). Con fervoree zelo inizia il lavoro pastorale, specialmente tra igiovani. Nel 1915 deve lasciare la parrocchia e par-tire per il fronte, ove presta servizio nella Sanità conaltri nume¬rosi sacerdoti. Al ritorno, dopo un pe-riodo di inattività per malattia (inizio di T.B.C.), ri-prende in Montalto la sua attività a partire propriodai fanciulli e dai giovani con lezioni di Catechi-smo, conferenze, scuole diurne e serali (professio-

nali, medie e ginnasiali, ricreatorio inaugurato trai ruderi del vecchio convento di S. Francesco diPaola l’ 8 dicembre 1921), filodrammatica, cinema,banda musicale, palestra¬giochi: tutto fu messo inopera perché i piccoli e gli adolescenti avessero lapossibilità di crescere e svilupparsi spiritualmente,professionalmente e culturalmente. Questo suo im-pegno però non gli impediva di guardare ai pro-blemi religiosi e sociali della Calabria . In particolarelo colpì lo stato di miseria, di ingiustizia, di abban-dono, di solitudine e di ignoranza religiosa e cultu-rale dei contadini e della gente dei campi. "E’ lafolgorazione" dell’ispirazione del carisma: "l’evan-gelizzazione e la promozione umana del mondo ru-rale". Da qui la necessità di preparare dei giovanicatechisti rurali e degli oratori rurali. I giovaniesploratori, effettuando le uscite domenicali, si pre-stano più dei giovani di altre associazioni, per poterraggiungere i contadini, lontani dai centri abitati.Essi stessi avevano osservato, nelle loro uscite, lostato di abbandono dei contadini e manifestato lanecessità di una catechesi per i piccoli campagnoli.Sorse così l’ A.R.D.O.R. (Associazione Religiosadegli Oratori Rurali), composta da sacerdoti e laiciper l’ insegnamento della Dottrina Cristiana nellecampagne. E poi, con l’inizio della vita comune dialcuni giovani nasce la Congregazione dei Catechi-sti Rurali (Missionari Ardorini) alla quale si af-fianca la Congregazione delle Suore CatechisteRurali. Nascono anche laboratori di avviamento adarti e mestieri, la Scuola di Avviamento Agrario,

un pensionato per studenti, la Scuola Media, ilLiceo Don Bosco, un Centro di Formazione Profes-sionale, il Centro Residenziale “Dora Bianco” per larieducazione di Minori e il Centro estivo Giovanilenella Sila Piccola, in Calabria. Don Mauro sispense, sul finire del giorno e sul finire dell’anno, lasera del 31 dicembre 1969, nella Casa Madre dellaCongregazione, in Montalto Uffugo. La salma èstata tumulata nella chiesa di S. Francesco di Paola,nella Casa Madre della Congregazione ove, è og-getto di particolare affetto e devozione dei suoi figlie figlie spirituali e meta di devoti. Amore alla vitaspirituale e dedizione all’apostolato: sono questi -secondo il superiore generale degli Ardorini padrePortella - i "due poli entro cui si svolse la sua vita".

La causa di don Gaetano Mauro è iniziata il 9maggio 2002.

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715 aprile 2012

Nel sereno pomeriggio di sabato 21 aprile2012 moltissimi cittadini sono convenuti nelTeatro Politeama di Catanzaro per parteciparealla cerimonia di laurea honoris causa in Giu-risprudenza conferita a S.Em.za il Signor Car-dinale Tarcisio Bertone, Segretario di StatoVaticano e Camerlengo di Santa RomanaChiesa, da parte dell’Università “MagnaGraecia” di Catanzaro, rappresentata dal Ma-gnifico Rettore, prof. Aldo Quattrone, dal Pre-side di Giurisprudenza, Ventura, e da unnutrito gruppo di docenti.

L’ordinato svolgimento della cerimonia, chesi è protratta dalle ore 17 alle ore 21, è stato af-fidato alla conduzione del giornalista RAIEnzo Romeo, vaticanista del TG2, secondo ilprogramma prestabilito. L’attenzione del-l’uditorio è stata “rapita” innanzitutto dalconcerto dell’Orchestra sinfonica e Coro delConservatorio musicale “Fausto Torrefranca”di Vibo Valentia, diretti rispettivamente daiMaestri Antonella Barbarossa e GianfrancoCambareri, che hanno offerto all’ascolto deinumerosi presenti i 6 brani della Messa in Siminore BWV 232 di J.S. Bach e, in omaggiospecifico all’illustre ospite, il brano “Quo AbiitMGV” di Domenico Bartolucci, per solo coroa 4 voci miste. Dopo il concerto si sono avvi-cendati al microfono le autorità civili per ri-volgere al Cardinale un deferente saluto inrappresentanza della Regione Calabria e dellaProvincia di Catanzaro: i presidenti GiuseppeScopelliti e Wanda Ferro. Ai saluti delle auto-rità regionali e locali hanno fatto seguito idensi interventi dell’On. Gianni Pittella,Primo Vice-Presidente del Parlamento Euro-peo, e dell’Arcivescovo Metropolita di Catan-zaro-Squillace, S.E. Mons. VincenzoBertolone, quindi la presentazione dell’inizia-tiva accademica da parte del Magnifico Ret-tore dell’Università “Magna Graecia” diCatanzaro, Prof. Aldo Quattrone (illustre me-dico neurologo), e la “laudatio” del Prof. An-drea Errera, docente Ordinario di Storia delDiritto Medioevale e Moderno, che ha riper-corso le principali tappe formative e ministe-riali della vita ecclesiale del Card. TarcisioBertone (salesiano). Prima della consegna deldiploma di laurea il porporato ha tenuto unalimpida lezione magistrale su un argomentodi grande attualità culturale, giuridica e poli-tica: “Quale futuro per l’Europa nel Mediter-raneo? Un percorso di fronte alle res novae traetica, economia e politica”.

Di questa lezione magistrale, incentratasulla centralità della persona umana e sullasana laicità e volta al progressivo amplia-mento degli orizzonti culturali, economici epolitici per un futuro costruito insieme datutti nella memoria della propria storia, nellafedeltà ai principi della retta ragione, nel ri-spetto dei diritti di ogni persona e nello spi-rito di fraterna apertura alla convivialità delledifferenze culturali, riportiamo a parte ampistralci.

Tra i numerosi presenti che hanno accolto ilprimo collaboratore del Santo Padre erano in-nanzitutto l’Arcivescovo Metropolita di Ca-tanzaro-Squillace, Mons. Vincenzo Bertolone,che da lui ha ricevuto l’ordinazione episco-

pale, e i suoi due predeces-sori alla guida della Chiesadiocesana, Mons. AntonioCantisani e Mons. AntonioCiliberti, insieme ai VescoviMons. Cantafora di Lamezia,Mons. Bonanno di SanMarco Argentano-Scalea,Mons. Rimedio emerito diLamezia e a numerosi sacer-doti della nostra diocesi e ditutta la Calabria; inoltre l’on.Mario Tassone, il prefettoAntonio Reppucci e moltealtre personalità della poli-tica e della cultura locale.

Nel porgere il suo saluto dibenvenuto al Cardinale giu-rista, anche a nome di quella

Calabria che si è sempre caratterizzata per lasua ospitalità semplice ed autentica, per la suacalorosa accoglienza e la sua spontanea soli-darietà, il giornalista Enzo Romeo ha ricor-dato due importanti figure di antichi giuristicalabresi: Zaleuco di Locri (V secolo a.C.), ilprimo legislatore del territorio italiano, le cuileggi a Locri costituirono un modello di rife-rimento sia per le altre città della Magna Gre-cia sia per il popolo romano, e Cassiodoro diSquillace. «Con questi suoi valori umani laCalabria, posta al centro del Mediterraneo, –ha detto – costituisce una grande pista di at-terraggio per chi arriva e per chi parte».

Guido Mauro

Nel Teatro Politeama di Catanzaro conferita al Segretario di Stato Vaticano, Cardinale Tarcisio Bertone, la laurea “honoris causa” in Giurisprudenza

Tenuta dal porporato una “lectio magistralis” sul tema: “Quale futuro per l’Europa nel Mediterraneo?

Un percorso di fronte alle “res novae”, tra etica, economia e politica”

Cronaca dell’evento

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829 aprile 2012

Il saluto del Presidente della Giunta della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti

Rivolgendo il caloroso saluto suo personale e di tutti i cittadini calabresi al Card. Bertone edesprimendogli la grande gioia per la laurea honoris causa conferitagli dall’Università“Magna Graecia”, il presidente Scopelliti ha rievocato le visite compiuta dal Beato Papa

Giovanni Paolo II nell’ottobre del 1984 e dal Papa Benedetto XVI nell’ottobre del 2011 in questaterra di Calabria, che si ritrova ancora in continua emergenza, con un tessuto sociale ed economicoferito, ma che è chiamata a non cedere al pessimismo.

«La loro testimonianza di vita – ha detto – costituisce un grande stimolo per la Calabria per unaperfetta sintesi tra la sensibilità religiosa e la sensibilità laica, un punto di riferimento nella Chiesa enel mondo laico. I politici sono chiamati a dare risposte concrete alle esigenze sociali, nella conti-nua ricerca della giustizia, con un coinvolgimento particolare nell’educazione. In questo momentodifficile della nostra realtà sociale e politica calabrese è necessario lavorare per l’interesse pubblicoe per l’ampliamento degli spazi di autentica libertà per tutti»

I SALUTI ISTITUZIONALI RIVOLTI A SUA EM.ZA IL SIGNOR CARDINALE TARCISIO BERTONE

Il saluto della Presidente della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro

Con grande gioia ed emozione la presidente Wanda Ferro ha rivolto al Cardinale, ai Vescovi, ai docentiuniversitari e a tutti i presenti il suo deferente saluto, associato all’impegno di una riflessione comunesulle parole che entro poco tempo sarebbero state pronunciate dal primo collaboratore del Santo Padre.

«In una società caratterizzata da frammentazione, relativismo morale, prevalenza dei particolarismi e ridottolivello di coerenza e credibilità dei cristiani, le Sue parole ci aiuteranno certamente a fare luce sulla prove-nienza, sui percorsi e sui traguardi dei cittadini calabresi, italiani ed europei. Bisogna sapere da dove veniamoe verso dove andiamo.

Dando un rapido sguardo alla storia del continente europeo, si nota la progressiva divergenza tra le vie dellaragione e del pensiero scientifico e le vie della fede e del pensiero teologico. Ma, alla luce della fede cristiana,centro di origine della cultura europea, l’Europa potrà sperimentare una maggiore coesione se ogni cittadinodel continente si impegnerà a percorrere le pur faticose vie del rinnovamento interiore e a diventare semprepiù “homo novus”, offrendo maggiore accoglienza personale e cittadinanza sociale a Gesù Cristo».

L’intervento dell’On. Gianni Pittella, Vice-Presidente del Parlamento Europeo

«La crisi economica globale obbliga adun ripensamento dei modelli di svi-luppo e dei rapporti tra gli Stati, tra i

popoli, nonché tra i singoli popoli e le loroclassi dirigenti, in rapida e profonda tra-sformazione. Non si può accettare l’idea diuno scontro tra civiltà, concepite come mo-nadi fisse e immutabili, in quello stesso ba-cino del Mediterraneo che ha visto inpassato e vede ancora al presente diversipopoli in continue relazioni commerciali eculturali, in continua scoperta delle altruitradizioni sociali, culturali e religiose. Tuttele civiltà originate nel bacino Mediterraneoportano in sé l’impronta giudaico-cristianae sono chiamate alla riscoperta della pro-pria identità, come immagine riflessa negliocchi di un altro, e al rispetto reciproco, pernon ripetere gli stessi errori del passato. Es-sere se stessi e amare gli altri: solo così sipuò evitare ogni rischio di fondamentali-smo e su queste basi cristiane si muove ilCard. Bertone, sempre pronto a smussaregli angoli nei rapporti con gli altri, pur nellaimprescindibile fedeltà ai valori cristiani.Nel recente passato l’Europa, ancora pri-gioniera di una visuale unidirezionale Est-Ovest, non ha colto l’importanza disviluppare i rapporti in senso Nord-Sud equando i rapporti con i Paesi del Nord-Africa ci sono stati, essi sono stati ipocriti e

strumentali, volti ad assicurarsi il riforni-mento di gas e petrolio e a scongiurare l’im-migrazione di grandi folle di poveri,oppressi e disperati africani nel proprio ter-ritorio. Nello scorso anno, mentre si espan-devano lungo le coste nord-africane lerivolte della Primavera Araba contro i di-versi regimi dittatoriali, il Mediterraneo di-ventava un grande cimitero di persone chenon riuscivano a raggiungere l’isola diLampedusa e che nessun Paese europeo de-siderava sul proprio suolo. Il ripiegamento

dell’Europa su di sé ha determinato moltedifficoltà ai lavori dell’Assemblea parla-mentare euromediterranea ed ha anche fre-nato lo sviluppo sociale, economico eculturale del continente europeo, perchénon ci può essere alcuno sviluppo del Mez-zogiorno e dell’Italia al di fuori di una cor-nice mediterranea. Il giorno in cui l’Europavolgerà con autentica attenzione il suosguardo in direzione euro-mediterraneasarà una giornata storica».

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929 aprile 2012

L’INTERVENTO DELL’ARCIVESCOVO METROPOLITA DI CATANZARO-SQUILLACE, MONS. VINCENZO BERTOLONE

La presentazione dell’iniziativa da parte del Magnifico Rettore, prof. Aldo Quattrone

Dopo aver ringraziato il MagnificoRettore dell’Università “MagnaGraecia”, prof. Aldo Quattrone, il

Preside della Facoltà di GiurisprudenzaLuigi Ventura e il Ministro dell’Istru-zione/Università/Ricerca , per aver ac-colto subito l’invito a conferire la laureahonoris causa al Card. Tarcisio Bertone,l’Arcivescovo Bertolone ha sottolineatol’estensione universale del suo ministero, inqualità di principale collaboratore del SantoPadre: un ministero volto a rendere semprepiù intensi, frequenti e proficui i rapportidella Chiesa con gli Stati, per il bene dellaChiesa e della società civile, a dare costantepriorità ai più alti valori umani e a collabo-rare per la risoluzione degli attuali problemidell’umanità. «Sarà di certo preziosa – hadetto – la riflessione del Card. Bertone suifondamenti dell’Europa nel Mediterraneo;le grandi istanze etiche, giuridiche ed eco-nomiche dei popoli europei portano l’im-pronta di un ethos comune le cui lungheradici affondano nella Grande Grecia, nellaciviltà ellenica e poi ellenistica originata nelVI secolo a.C. e trovano consistenza nei va-lori della legalità, della solidarietà e del ri-fiuto di ogni motivo di discriminazione. Gli

attuali riflessi negativi della non ancora ri-solta questione meridionale e il sangue dicui sono oggi striate le pietre della nostraterra rendono palese la necessità e l’urgenzadi un cambiamento per una vera crescita in-tegrale fondata su tre pilastri: società, cul-tura e fede. Per la realizzazione di questocambiamento e per la riscoperta di una rin-novata identità europea tutti noi dobbiamo

sentirci interpellati dalle grandi domandesui significati ultimi del cosmo e della sto-ria e seguire l’esempio di tre grandi figuredi cristiani elevati all’onore degli altari: S.Francesco di Paola, S. Francesco di Sales e S.Giovanni Bosco. Sarà così possibile riassa-porare la forza dei grandi orientamenti eticie annunziare a tutti i popoli la vita buonadel Vangelo».

«La laurea honoris causa co-stituisce il più alto ricono-scimento conferito da

un’istituzione culturale ad un in-dividuo che si è distinto per parti-colari meriti sociali e culturali.L’Università Statale “Magna Grae-cia” di Catanzaro, fondata nel1986, ha solo 25 anni di vita, ma,nonostante i recenti tagli finanziarie le conseguenti difficoltà organiz-zative, intende esaltare il valoredella cultura e promuovere la fi-ducia nelle istituzioni. In seguito ainuovi approcci metodologici allavalutazione delle attività di ri-cerca, essa ha superato le semprepiù stringenti valutazioni interna-zionali ed ha ottenuto un presti-gioso riconoscimentointernazionale tra le 15 Universitàdel Sud-Italia. In base al suo Statuto inno-vativo, conforme alla legge 240 sulle Uni-versità e approvato all’unanimità dalMinistero, essa pone i principi etici a fonda-mento delle proprie attività di didattica e ri-cerca e mira ad una seria formazione siaprofessionale che umana delle nuove gene-razioni, fondata sui saldi pilastri dell’etica,della ragione e della fede, nella consapevo-lezza dell’inutilità di un sapere senz’animae a corto respiro. Non si può dimenticareche le prime Università che sorsero in Eu-

ropa (nei secoli XII e XIII), la Sapienza aRoma e la Sorbona a Parigi, portano il mar-chio della Chiesa e l’impronta intellettualedi due grandi personaggi della cultura me-dioevale: S. Tommaso d’Aquino e S. Bona-ventura di Bagnoregio. Lungi dal deprimerela conoscenza e l’intelletto in nome dellafede, esse costituirono dei luoghi di forma-zione delle persone nel segno della libertà edello scambio di idee. Anche oggi i giovanihanno bisogno di conoscenza, di orienta-mento e di speranza. Papa Giovanni Paolo

II li definiva “ancora di salvezza perl’umanità” e si rivolgeva a loro conqueste parole: «Se sarete quello chedovete essere, incendierete ilmondo!». Ai giovani del nostro terri-torio, anch’essi desiderosi di cono-scere e di impegnarsi per il benedella Calabria, intendiamo dunquerivolgere un messaggio di fiducia edi speranza e un caloroso invito:Non scappate, restate a studiare quicon noi!».

La cerimonia è proseguita con la“laudatio” tenuta dal prof. Errera econ la lectio magistralis del Card.Bertone e si è conclusa, tra gli ap-plausi di tutti i presenti, con la con-segna della pergamena della laureaal Segretario di Stato, protagonista,insieme al Papa, di una Chiesa im-pegnata ad annunciare con gioia e

passione, fino agli estremi confini dellaterra, il Vangelo del Signore Risorto. Noi,nel nostro territorio, siamo chiamati nonsolo a ricordare questo evento prestigiosoper la nostra città e diocesi ma anche a ren-dere visibile nella vita quotidiana la nostraadesione a Cristo, come sale, lievito e fer-mento, come testimoni coerenti e credibilidi quel Signore che ogni giorno rende“nuove” tutte le cose, come lampade dellaSua Luce, come voci della Sua Parola, comebraccia della Sua Forza.g.m

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1029 aprile 2012

Nella sua limpida Lectio magistralis, dopo averringraziato le diverse Autorità politiche, accade-miche e religiose presenti, i promotori e gli orga-nizzatori dell’evento e gli altri relatori, il Card.Tarcisio Bertone si è soffermato sugli aspetti etici,politici ed economici connessi al cammino del-l’Europa unita e al suo sviluppo nel bacino Medi-terraneo; Europa e Mediterraneo costituisconoinfatti due realtà tanto complesse quanto attuali econcrete di cui tutti noi facciamo comune espe-rienza nella nostra vita quotidiana, sia a livellopersonale che a livello sociale. Trattandosi di untema molto impegnativo per la vastità dei suoicontenuti e per le sue implicazioni teoriche e pra-tiche, il Cardinale ha inteso orientare l’attenzionedell’uditorio su alcuni elementi fondamentali eimprescindibili e sollecitare la riflessione e il con-fronto con alcune domande, poste soprattutto aglistudenti universitari e a tutti i giovani calabresi.La risposta a queste domande e la ricerca delle so-luzioni comporta, secondo il Card. Bertone, l’as-soluta «necessità di coltivare prospettive ampie euniversali, proiettate a edificare quel tipo di so-cietà in cui vogliamo vivere».

«L’Europa unita – ha detto il porporato – è di-venuta quanto mai prossima e concreta. Il Medi-terraneo, lungi dall’essere percepito come unasorta di confine naturale fra mondi profondamentediversi o addirittura inconciliabili, va ripresen-tandosi sempre più come un nodo centrale dellaterra, un vero e proprio luogo di incontro tra i po-poli. Più che un mare che divide, il Mediterraneoè soprattutto un mare che unisce le oppostesponde, mediante attività commerciali ed econo-miche. Le rotte, tuttavia, riguardano non soltantole merci ma anche le idee, le tradizioni etiche, po-litiche, culturali e religiose.

Ma ci domandiamo: questo mare è in grado diaccettare una nuova sfida della storia, ovveroquella di essere il cuore culturale e spirituale nellacostruzione dell’Europa unita? Questo crocevia diciviltà può essere anche oggi il motore trainanteal servizio della pace e del dialogo tra i popoli?»

«Il “Mare Nostrum” – ha proseguito il Segre-tario di Stato Vaticano – è ancora oggi come ungrande cantiere in costruzione per una rete pul-sante e globale di idee e di culture in dialogo posi-tivo. Per rendere operativo questo cantieredobbiamo basarci innanzitutto su dei pilastri ra-gionevolmente capaci di sostenere l’attuale co-struzione europea. Essi possono essere da un latola riscoperta dei fondamenti ultimi del Diritto(Ciò che è Giusto), dall’altro la rivalutazione delladimensione politica (Ciò che si deve fare). En-trambe, la Giustizia e la Politica, si pongono na-turalmente nell’orizzonte del Bene Comune e dellasua ragionevolezza ultima».

Evidenziando poi il contributo del Cristiane-simo all’elaborazione del Diritto nel mondo occi-dentale, il Card. Bertone ha fatto riferimento a duerecenti discorsi del Papa Benedetto XVI, rivolti ri-spettivamente al mondo politico britannico (il 17

settembre 2010) e al Parlamento tedesco (il 22 set-tembre 2011), in cui il Santo Padre ha messo inrisalto la ragione, l’etica, il bene comune e la cen-tralità della persona umana.

A Londra il Papa ha evidenziato il ruolo pub-blico e costruttivo della religione cristiana: «Ilruolo della religione nel dibattito politico non ètanto quello di fornire delle norme, […] ancorameno è quello di proporre soluzioni politiche con-crete, cosa che è del tutto al di fuori della compe-tenza della religione, bensì piuttosto quello diaiutare nel purificare e gettare luce sull’applica-zione della ragione nella scoperta dei principi mo-rali oggettivi. Questo ruolo “correttivo” dellareligione nei confronti della ragione, tuttavia, nonè sempre bene accolto, in parte poiché delle formedistorte di religione, come il settarismo e il fonda-mentalismo, possono dimostrarsi esse stesse causadi seri problemi sociali. E, a loro volta, queste di-storsioni della religione emergono quando vienedata una non sufficiente attenzione al ruolo puri-ficatore e strutturante della ragione all’internodella religione. È un processo che funziona neldoppio senso».

A Berlino il Papa ha affermato: «Contraria-mente ad altre grandi religioni, il Cristianesimonon ha mai imposto allo Stato e alla società un di-ritto rivelato; ha invece rimandato alla natura ealla ragione, quali vere fonti del diritto; ha riman-dato all’armonia tra ragione oggettiva e ragionesoggettiva: un’armonia che però presuppone l’es-sere ambedue le sfere fondate nella Ragione crea-trice di Dio».

Il Card. Bertone ha poi fatto esplicito riferi-mento alle encicliche “Caritas in veritate” (cap.IV) di Papa Benedetto XVI e “Redemptor homi-nis” (n. 14) del suo Beato predecessore GiovanniPaolo II, che in merito alla centralità della personaumana invitano a guardare all’uomo, in tutta la

sua irripetibile realtà (perché è “persona”) dell’es-sere e dell’agire, dell’intelletto e della volontà, dellacoscienza e del cuore.

Rimarcando poi le radici storiche del costanteimpegno della Chiesa per la salvaguardia del ca-rattere trascendente della persona umana, il Card.Bertone si è poi soffermato sul periodo dell’Uma-nesimo e del Rinascimento (secoli XIV e XV), incui si verificò «un vasto ed impetuoso moto cul-turale europeo», preludio dell’età moderna, carat-terizzato dalla riscoperta e dalla centralitàdell’uomo fra tutti gli interessi morali e spirituali:si tratta – ha detto – di «uno dei punti di svoltadella storia della città europea», della «maggiorerivoluzione, prima di quella industriale, di cuil’Europa sia stata teatro».

Il primo collaboratore del Papa si è quindi sof-fermato sulle tre sfide che coinvolgono i popoli eu-ropei all’inizio del terzo millennio e li sollecitanoad agire concretamente nello spirito di condivi-sione e rispetto reciproco, secondo le esigenze delladignità della persona umana, che in Europa hannotrovato il primo riconoscimento: la sfida etica, lasfida politica e la sfida economica.

Per quanto riguarda la sfida etica, «appare sem-pre più evidente – ha detto il Cardinale – che l’Eu-ropa moderna non può essere tenuta insieme, inprofondità, da fondamentalismi, da moralismi oda pluralismi retti dall’arbitrio, ma può essereunita soltanto da un ethos comune, che sia ingrado di generare un consenso di base su criteri eatteggiamenti in sintonia con la natura della per-sona umana. A ben vedere, è l’Europa dei padri-fondatori, quella basata sulla cultura e sui valoridel Cristianesimo, quella in cui l’etica non era di-sgiunta dalla politica e dall’economia, che è ingrado anche oggi, di affascinare, di entusiasmaree di tenere insieme popoli, visioni e culture di-verse».

Dinanzi ai continui e profondi mutamenti so-ciali che stanno trasformando il volto dell’Europa,essa deve ritrovare «il legame fra essere ed agire, ilnesso fra etica e politica e il contributo positivodella religione alla sua crescita», quali strumentiutili e necessari per affrontare le sfide del tempopresente. Riprendendo il discorso di Papa Bene-detto XVI al Parlamento tedesco, il Card. Bertoneha ricordato che se i diritti umani e i principi ra-zionali di uguaglianza e responsabilità, che costi-tuiscono la nostra memoria culturale europea,poggiano sempre più su se stessi piuttosto chesulla convinzione dell’esistenza di un Dio crea-tore, essi perdono il loro fondamento e rischianodi smarrire la loro ragion d’essere, mentre la cul-tura europea privata della dimensione religiosapuò essere considerata amputata, disintegrata.

Per quanto riguarda la sfida politica, citando leparole del Papa Paolo VI nell’Esortazione aposto-lica “Octogesima adveniens”, il porporato ha ri-cordato che per i fedeli cristiani «la politica è unamaniera esigente di vivere l’impegno cristiano alservizio degli altri».

SINTESI DELLA LECTIO MAGISTRALIS DEL CARD. TARCISIO BERTONE

Quale futuro per l’Europa nel Mediterraneo?Il cammino dell’Europa tra etica, politica ed economia

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1129 aprile 2012

LAUDATIO

Magnifico Rettore, Amplissimi Diret-tori di Dipartimento, Illustri Colle-ghi di questa Commissione,

Autorità, Eminenze ed Eccellenze presenti, Stu-denti, Signore e Signori, è per me un grato onorepresentare a questa Commissione la persona el’opera di Sua Eminenza il Cardinale Tarcisio Ber-tone, appartenente alla Congregazione clericaledei Salesiani di Don Bosco, Segretario di Stato delVaticano, Camerlengo di Santa Romana Chiesa,Arcivescovo emerito di Genova, Professore uni-versitario ordinario presso le Università Pontifi-cie, nonché ex-Rettore Magnifico della PontificiaUniversità Salesiana.

Il Cardinale Tarcisio Bertone ha compiuto isuoi studi teologici a Torino, ove ha conseguito lalicenza in teologia con una dissertazione sulla tol-leranza e sulla libertà religiosa. Ha poi continuatogli studi a Roma presso il Pontificio Ateneo Sale-siano, ove ha ottenuto la Licenza e il Dottorato indiritto canonico con una ricerca incentrata su “Ilgoverno della Chiesa nel pensiero di BenedettoXIV - Papa Lambertini (1740-1758)”. Nel 1967 ini-zia la sua carriera universitaria assumendo la cat-tedra di Teologia Morale Speciale presso l’AteneoSalesiano. Presso lo stesso Ateneo gli viene asse-gnato per dieci anni l’insegnamento del “De Iu-stitia”, “De virtute Religionis” e del “DePoenitentia”. Nel 1976 viene chiamato a dirigerela Facoltà di Diritto Canonico di quella che nelfrattempo è divenuta la Pontificia Università Sa-lesiana, ove tiene sino al 1991 l’insegnamento diDiritto Pubblico Ecclesiastico, svolgendo sia il corsodi Diritto Costituzionale della Chiesa sia il corso diRapporti tra la Chiesa e la Comunità Politica, e di-ventando infine Professore Ordinario di cattedraproprio per quell’insegnamento. Presso la Ponti-ficia Università Salesiana tiene inoltre i corsi diDiritto Internazionale, Diritto dei minori, e Legisla-zione e Organizzazione Catechistica e di Pastorale Gio-vanile.

Proprio negli anni di insegnamento pressol’Università Salesiana ha ricoperto anche molte-plici ruoli direttivi accademici nella stessa istitu-zione: è stato infatti Direttore dei Teologi, Decanodella Facoltà di Diritto Canonico, Vice Rettore einfine Rettore Magnifico. Per la sicura e ricono-sciuta competenza scientifica e didattica maturatanella materia per cui aveva conseguito la catte-dra, è stato inoltre invitato dal 1978 sino al 1991 atenere il corso di Diritto Pubblico Ecclesiasticopresso l’Institutum Utriusque Iuris della PontificiaUniversità Lateranense.

Per la sua formazione di giurista viene chia-mato a collaborare all’ultima fase della revisionedel Codice di Diritto Canonico promulgato nel1983, in relazione al quale ha svolto altresì un’in-tensa attività promozionale per la sua ricezionenelle Chiese particolari. Ha per giunta diretto ilgruppo di lavoro incaricato dalla Conferenza Epi-scopale Italiana di tradurre lo stesso Codice dallatino in italiano.

Le sue specifiche competenze in campo giuri-dico hanno peraltro portato negli stessi anni al

conferimento nei suoi confronti del ruolo di Con-sultore in svariati Dicasteri della Curia Romana,ruolo che lo ha portato ad esercitare un intenso equalificato servizio alla Santa Sede, e segnata-mente a collaborare soprattutto con la Congrega-zione per la Dottrina della Fede in unaprospettiva teologico-giuridica. Appare inoltredegna di particolare considerazione, tra le innu-merevoli altre funzioni svolte in quegli anni nelgoverno centrale della Chiesa, la partecipazionenel 1990, su incarico della Segreteria di Stato, alleriunioni della Commissione Europea della Democra-zia attraverso il diritto, istituzione creata dal Con-siglio d’Europa per favorire un fruttuoso dialogotra Est e Ovest, e per aiutare i Paesi di nuova de-mocrazia non solo a darsi testi costituzionali, maanche a creare organismi giurisdizionali ispiratialla tradizione giuridica europea.

A questo punto della sua vita, la carriera ac-cademica e le funzioni consultive di specifico ri-lievo giuridico conoscono una necessariainterruzione, legata alla chiamata alla guida dellapiù antica Diocesi del Piemonte come Arcive-scovo Metropolita di Vercelli. Nondimeno, la suaprecedente formazione accademica non cessa difar sentire la sua influenza anche nell’ambitodelle nuove funzioni pastorali: basterà ricordarenon solo lo stretto legame che da Arcivescovovolle stringere tra fede e cultura, incentivando vi-gorosamente il rapporto tra la Diocesi di Vercellie l’Università del Piemonte orientale, ma anchela nomina nel 1993 da parte della Conferenza Epi-scopale Italiana quale Presidente della CommissioneEcclesiale Giustiza e Pace, con la missione di pro-muovere ricerche ed iniziative per l’educazionealla legalità, alla giustizia e alla moralità. In taleveste ha firmato e promulgato i due documenti“Legalità, giustizia e moralità” del 1993 e “Statosociale ed educazione alla socialità” del 1995.

Solo sinteticamente si possono qui ricordaregli ulteriori incarichi ufficiali: nel 1995 giunge lanomina a Segretario della Congregazione per laDottrina della Fede, mentre nel 2002 diviene Ar-civescovo Metropolita di Genova e Presidentedella Conferenza Episcopale Ligure. Nello stessoperiodo, oltre ad essere nominato componente dinumerose Congregazioni della Curia romana, di-viene anche membro del Pontificio Consiglio per iTesti Legislativi. Nel 2003 è creato Cardinale daPapa Giovanni Paolo II. Nel 2006 è scelto dalSanto Padre Benedetto XVI come Segretario diStato Vaticano, e nel 2007 è nominato anche Ca-merlengo di Santa Romana Chiesa.

L’opera scientifica del Cardinale Tarcisio Ber-tone si è espressa sia in opere monografiche, sia innumerosi articoli apparsi su pubblicazioni spe-cializzate, ed ha riguardato tanto la materia teo-logica quanto l’ambito giuridico. In questa sedemi soffermerò evidentemente solo sulla produ-zione scientifica in campo giuridico, per ragionidi ovvia aderenza alle finalità della presente lau-datio. Inoltre, tra tutta la cospicua quantità di con-tributi scientifici prodotti dal Cardinal Bertone,sarà necessario ai fini di questa laudatio concen-trare l’attenzione solo su alcuni di essi, per ne-cessari e comprensibili motivi di concisione e disintesi.

Anzitutto, occorre menzionare la prima operamonografica pubblicata, e cioè il volume edito nel1977 su “Il governo della Chiesa nel pensiero diBenedetto XIV (1740-1758)”, che costituisce lo svi-luppo e il completamento del lavoro di ricercainiziato in occasione della tesi di Dottorato in di-ritto canonico e proseguito poi con un articolo ap-parso nel 1976 sulla rivista “Salesianum”. Misoffermo con piacere su quest’opera perché nonsolo mi dà l’opportunità di ricordare che i primiinteressi scientifici del Cardinal Bertone hanno ri-guardato la Storia del diritto, materia da me in-segnata presso l’Università di Catanzaro, maanche perché mi consente di sottolineare il nostrocomune debito di riconoscenza verso un insigneluminare della storia del diritto canonico, ossia ilcompianto Cardinale Alfons Maria Stickler, cheha formato con il suo paziente insegnamentotanto il Cardinal Bertone quanto il mio maestro,il Prof. Filippo Liotta, i quali hanno avuto en-trambi il privilegio di esserne allievi diretti e dipoter così trarre esempio e modello dal suo meti-coloso ed impeccabile rigore scientifico. Proprioqueste doti di precisione e di profondità di inda-gine si riscontrano compiutamente nella mono-grafia sopra menzionata del Cardinal Bertone sulpensiero e sull’opera di Benedetto XIV: l’indaginesegna infatti uno sviluppo considerevole nelcampo della conoscenza storiografica sul ponti-ficato di Prospero Lambertini, di cui vengonomesse in luce con sagacia e acribìa non solo unaserie di notizie poco note relative alla biografia ealla bibliografia del personaggio, ma anche lacomplessa concezione ecclesiologica di BenedettoXIV in tema di Potestas sacra. Specifica attenzioneviene dedicata altresì alla dottrina del Ponteficein tema di esercizio del governo nella Chiesasotto l’aspetto legislativo, esecutivo e giudiziario.Ed è sicuramente di grande interesse la sezionefinale del volume, dedicata allo studio del profilodi Papa Lambertini come scienziato del diritto ca-nonico e, proprio perché vero scienziato del di-ritto canonico, anche attento storico del diritto, ingrado di usare con passione e con impegno lefonti della tradizione giuridica ecclesiastica perindirizzare opportunamente la sua attività giuri-dica. Per riprendere parole usate nella monogra-fia del Cardinal Bertone, Benedetto XIVpossedeva, come ogni buon giurista, la consape-volezza che la storia è un tessuto continuo, in cuiogni traguardo giuridico rappresenta solo un fe-nomeno storico contingente, destinato necessa-riamente ad un futuro superamento. Nonsorprende quindi che l’immagine di BenedettoXIV che emerge dallo studio del Cardinal Bertonesia quella di un canonista animato da assoluto ri-gore scientifico, che mostra un atteggiamentoestremamente imparziale ed aperto ad ogni con-tributo vero di scienza, e che mette a frutto que-ste qualità per concepire e per realizzare alcunesignificative innovazioni giuridiche destinate a ri-manere sino ad oggi insuperate conquiste del di-ritto canonico, come ad esempio l’istituzione del“difensore del vincolo”, ossia della figura pro-cessuale destinata a tutelare il matrimonio in sededi accertamento giudiziale dell’eventuale nullitàdel legame coniugale.

Proseguendo in ordine cronologico nella ras-

LAUREA HONORIS CAUSA A SUA EMINENZA IL CARD. TARCISIO BERTONEper gli alti meriti giuridici nello studio e nella comparazione degli ordinamenti costituzionali laici ed ecclesiastici

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CATANZARO “MAGNA GRAECIA” -CATANZARO, 21 APRILE 2012

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12Gennaio 2012

segna degli scritti del Cardinal Bertone, troviamoun contributo su Persona e struttura nella Chiesa(all’interno del volume collettaneo Problemi e pro-spettive di diritto canonico curato da Ernesto Cap-pellini ed edito nel 1977). In questo articolo vieneindagata, in sintonia con i risultati del ConcilioVaticano II, l’affermazione del riconoscimento edella tutela dei diritti fondamentali del fedelenella Chiesa. Attraverso la carità, elemento preci-puo e saliente della dottrina cristiana, lo studiodimostra come l’ordinamento canonico favoriscala tutela e la promozione della persona. Il Cardi-nal Bertone giunge in sintesi alla considerazioneche l’individuazione e la protezione dei dirittifondamentali del fedele, nel corretto rapporto trainiziativa del fedele e ruolo dell’autorità ecclesia-stica, non potrà che produrre frutti di giustizia edi equità, legati anche ad una crescita organica evigorosa della comunione ecclesiale.

A questo stesso ambito di interessi scientificiappartiene il saggio del 1980 dedicato al Rapportogiuridico tra Chiesa e Comunità politica (contenutonel IV volume dell’opera Il diritto nel mistero dellaChiesa). In questo lungo e importante contributo,che per dimensioni e per completezza potrebbeessere a tutti gli effetti equiparato ad una mono-grafia, il Cardinal Bertone affronta in chiave dia-cronica il tema del rapporto giuridico tra Chiesae Stato, esaminandone dapprima le premesse teo-logiche, soprattutto per quanto riguarda i docu-menti del Concilio Vaticano II, per poi affrontaredettagliatamente la questione della configura-zione giuridica del rapporto tra Chiesa e Comu-nità politica. In questa chiave di lettura il CardinalBertone, partendo da premesse antropologiche,teologiche e teleologiche, arriva ad indicare la piùidonea traduzione istituzionale-giuridica dellaChiesa nella sua proiezione sociale: offre in so-stanza, basandosi esplicitamente sulla dottrina diSanti Romano, una ricostruzione concettualedella Chiesa come ordinamento giuridico prima-rio nello specifico quadro delle scienze giuridi-che, cimentandosi con il delicato problema delladefinizione della sovranità e delle relazioni tra or-dinamenti sovrani. Ovviamente, un tema cosìcomplesso e articolato non poteva essere trattatoin maniera soddisfacente senza un adeguato ap-profondimento della mutevole dinamica diacro-nica dei rapporti tra Chiesa e Stato, sicché con laconsueta sensibilità storica il Cardinal Bertone de-

dica un intero capitolo del suo lavoro a tracciareun’ampia e dettagliata retrospettiva che si rivelafinalizzata, e qui uso direttamente parole del-l’Autore, a dimostrare “che la concretizzazionedei rapporti e la loro teorizzazione si sono evo-luti ed hanno variato secondo un dinamismo eduna adattabilità pari solo agli enormi problemisottesi all’evoluzione dell’uomo e della società”.Vengono ripercorsi quindi due millenni di storiagiuridica per cogliere gli elementi costanti e glielementi caduchi nella sistematica dei rapportitra Chiesa e Comunità politica, sottolineando lacontingenza e la relatività dei diversi “sistemi po-litici”, per concludere con una valutazione, anchede jure condendo, dei sistemi vigenti alla luce deiprincìpi del Concilio Vaticano II.

L’approfondimento specialistico dei temi delDiritto pubblico ecclesiastico, sempre arricchito dauna idonea prospettiva diacronica, si coglie anchein due saggi successivi, ossia in quello su “Signi-ficato e problemi del nuovo Concordato fra laSanta Sede e l’Italia” del 1981, e in quello su “Re-altà e prospettive degli accordi tra la Santa Sedee le Comunità politiche (in particolare dell’Eu-ropa centro-orientale)” del 1982, ove si portaanche l’attenzione su un progetto di dichiara-zione dell’ONU sulla Eliminazione dell’intolleranzae discriminazione basate sulla religione o credenza.

Attratto dalla profondità e dalla ricchezza diquesti studî nei campi della storia del diritto edell’acuta comparazione giuridica degli ordina-menti vigenti, mi sono sinora dilungato sullaprima produzione scientifica del Cardinal Ber-tone, ma non meno interessanti si rivelano anchei lavori immediatamente successivi, incentratisull’indagine delle trasformazioni introdotte dalCodice di diritto canonico del 1983. Il nuovo Co-dice costituiva infatti una grande e decisiva evo-luzione normativa nel campo del diritto dellaChiesa, e tutti i canonisti più attenti si occuparonoin quel torno d’anni dei vari aspetti connessi alcambiamento in corso. Anche il Cardinal Bertonefece sentire quindi la sua voce con una serie disaggi apparsi tra il 1983 e il 1986, toccando que-stioni come quella del Popolo di Dio e dellanuova configurazione del ruolo dei Fedeli, deiLaici e dei Chierici nell’ambito della costituzionegerarchica della Chiesa, oppure quella dell’inse-gnamento della religione alla luce delle nuove di-

sposizioni codiciali sul munus docendi, ossia sullafunzione d’insegnare che appartiene necessaria-mente alla Chiesa come corollario della sua mis-sione di evangelizzazione. Da non dimenticareoltretutto che nel 1984 il Cardinal Bertone cura epresenta la traduzione italiana dello stesso Co-dice di diritto canonico, realizzata sotto gli au-spici delle Pontificie Università Lateranense eSalesiana, nonché del Gruppo Italiano Docenti didiritto canonico.

Fra gli altri numerosi lavori cito ancora unsaggio del 1988 dedicato alle “Connessioni dellaSollicitudo rei socialis con la normativa canonicasull’amministrazione dei beni temporali”, a cuiva aggiunta la cura del volume “La persona giu-ridica collegiale in diritto romano e canonico: ae-quitas romana ed aequitas canonica”, edito nel1990. Un ultimo cenno va fatto infine anche allamonografia del 2007 su “L’etica del bene comunenella dottrina sociale della Chiesa”, ove il Cardi-nal Bertone spiega come il “bene comune” forni-sca le ragioni della benevolenza, dell’amicizia,della collaborazione e della giustizia: invero, sevi è un bene umano comune, s’incomincia a ve-dere gli altri con gli occhi del cuore, nasce nei loroconfronti quell’interesse sano e appassionato chesi rivolge alle persone nella loro concretezza enella loro interezza, e che costituisce l’anima veradella vita sociale e politica.

In conclusione, è del tutto evidente ed inne-gabile il significativo contributo dato dal Cardi-nale Tarcisio Bertone alla scienza giuridica, siacanonistica sia civilistica. Si può a questo fine ri-cordare il noto ed emblematico adagio della dot-trina giuridica medievale, secondo cui legista sinecanonibus parum valet, canonista sine legibus nihilvalet, con cui i dotti dell’età di mezzo esprime-vano la ferma convinzione che non soltanto i ca-nonisti avessero bisogno della conoscenza delleleggi civili, ma anche i cultori del diritto civile do-vessero padroneggiare la conoscenza dei canoni:insomma, l’interdipendenza tra il diritto civile e ildiritto canonico era evidente a tutti i giuristi, a cuinon poteva in alcun modo sfuggire il profondo enecessario legame tra i due diritti. Si tratta dellostesso inscindibile legame che ha indotto permolti secoli tutto il mondo degli studi universi-tari a ritenere che unico vero giurista fosse il doc-tor in utroque iure, ossia colui che fosse divenutoesperto contemporaneamente di diritto civile e didiritto canonico. Questa ormai rara qualità acca-demica di prestare attenzione in modo congiuntoe simultaneo sia al diritto civile sia al diritto ca-nonico si trova sicuramente, per le ragioni sinoraesposte, in tutta la poliedrica e mirabile produ-zione scientifica del Cardinale Tarcisio Bertone in-centrata sullo studio e sulla comparazione degliordinamenti costituzionali laici ed ecclesiastici,produzione scientifica alla quale va quindi resoomaggio in questa sede come utilissimo stru-mento per l’approfondimento della conoscenzadel fenomeno giuridico, tanto nei suoi aspetti ci-vilistici quanto nei suoi risvolti canonistici.

A nome di tutti gli illustri Colleghi della Com-missione propongo pertanto al Magnifico Rettoredi voler conferire la Laurea honoris causa in Giu-risprudenza a Sua Eminenza il Cardinale Tarci-sio Bertone con la seguente motivazione: per glialti meriti giuridici nello studio e nella compara-zione degli ordinamenti costituzionali laici ed ec-clesiastici.

Andrea Errera

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13Gennaio 2012

«Ogni credente, pertanto, deve sentirsispinto a mettere a disposizione di tuttila sua prospettiva in una forma che sia

sostanziata dalla carità, pur nella lacerazionedelle scelte difficili, nella fatica delle decisioninon da tutti comprese, nel disturbo provocatotalvolta dalle contraddizioni e dalle conflit-tualità sistematiche. I cattolici che esercitanola carità nell’agire politico ad ogni livello nonpossono certo mancare al confronto con tuttii soggetti in campo. Mai rassegnati all’irrile-vanza, i laici cattolici sono chiamati a concor-rere generosamente al bene comune,rendendo così pubblicamente ragione dellafecondità sociale e politica della propria fedevissuta e della propria dottrina creduta. Etutto questo ha delle conseguenze decisiveper i contenuti ed il metodo dell’impegno po-litico.

Purtroppo si assiste sempre più frequente-mente ad un impoverimento della politica,quando essa è guidata da calcoli di conve-nienza e da logiche utilitariste di mera ricercadel consenso. Tutto ciò potrebbe far sì che laperenne contesa tra utilità e verità trascorrapiù sul lato dell’utile e del vantaggioso che suquello del vero. Se si vuole che il bene comune– che richiede anche sacrificio – sia “credi-bile”, è lo splendore della verità che dovrà il-luminare i vantaggi, i profitti e gli utili,ponendoli al servizio della dignità umana,della persona e di quella cellula fondamentaledella società che è la famiglia».

In quanto docente e studioso di Morale so-ciale e Diritto canonico, il Segretario di StatoVaticano si è quindi soffermato sul complessorapporto tra giustizia e carità, oggetto di stu-dio scientifico fin dal Medio Evo e, nel XX se-colo, nel periodo del Concilio Vaticano II. LaCostituzione conciliare “Gaudium et Spes”ne tratta almeno 7 volte. L’argomento è statomirabilmente trattato anche da Papa Bene-detto XVI nell’enciclica “Deus caritas est”, chemerita una lettura integrale. Tenendo presenteche entrambe le virtù sono necessarie e com-plementari e che nessuna delle due può fare ameno dell’altra senza perdere di autenticità,«non ci occorre uno Stato che regoli e dominitutto, ma invece uno Stato che generosamentericonosca e sostenga, nella linea del principiodi sussidiarietà, le iniziative che sorgono dalle

diverse forze sociali (tra cui la Chiesa, spintadall’amore di Dio) e uniscono spontaneità evicinanza agli uomini bisognosi di aiuto». Ri-tenere che le strutture giuste rendano super-flue le opere di carità significa avere unaconcezione materialistica dell’uomo e ragio-nare col pregiudizio che l’uomo possa vivere“di solo pane”.

Per quanto riguarda la sfida economica, ci-tando la Caritas in veritate del Papa Bene-detto XVI, il Card. Bertone ha ricordato che«la sfera economica non è né eticamente neu-trale né di sua natura disumana e antisociale.Essa appartiene all’attività dell’uomo e, pro-prio perché umana, dev’essere strutturata eistituzionalizzata eticamente». Dunque (n. 45)«l’economia ha bisogno dell’etica per il suocorretto funzionamento; non di un’etica qual-siasi, bensì di un’etica amica della persona».Ciò significa che l’economia, proponendo lacentralità della persona, contribuisce a soddi-sfare i suoi bisogni più autentici.

Una politica che ponga al centro l’uomonelle sue dimensioni integrali, piuttosto che isingoli interessi particolari, non solo potrebbefavorire una ripresa economica più stabile e abeneficio di tutti, ma anche contribuirebbe inmodo positivo a superare quella crisi di fidu-cia che ha coinvolto non solo gli operatori eco-nomici ma anche, soprattutto in Occidente,anche il mondo delle istituzioni. In questo rin-novato impegno vi deve essere la valorizza-zione del lavoratore, del cosiddetto “capitale

umano”, che è la più grandericchezza di cui l’umanità di-spone.

Nelle parole del Cardinalenon poteva mancare, accanto alriferimento alla centralità dellapersona, il necessario richiamoalla centralità della famiglia,quale soggetto educante apertoalla vita, segno di carità e disperanza e strumento di cre-scita e di sviluppo dell’Europa;la famiglia richiede pertanto ilnecessario aiuto e un adeguatoinvestimento educativo. «Edu-care – ha precisato il Card. Ber-

tone – non significa però dare solo informa-zioni tecniche ma far crescere la persona nellasua totalità». Secondo le parole del Papa, «pereducare occorre sapere chi è la personaumana, conoscerne la natura», sicché «il rela-tivismo etico non solo pone seri problemi al-l’educazione ma anche mina il futuro stessodell’Europa.

In considerazione delle loro dimensionitransnazionali, le nuove molteplici sfide chel’Europa si trova davanti non possono essereaffrontate efficacemente dai singoli popoli:per superare i problemi socio-culturali con-nessi ai flussi migratori o all’ambiente è ne-cessaria una sufficiente coesione, fondata suuna sana laicità, sulla capacità di discerni-mento e sul senso di comune responsabilità.«Una sana laicità richiede la distinzione –piuttosto che la separazione – fra dimensionetemporale e dimensione spirituale. Tale con-cetto rappresenta un importante patrimonio,ma può facilmente ridursi ad ideologia se, nelnostro continente, non sa trarre giovamentodal ruolo “ispiratore” della religione cristiana.Non si dovrebbe, infatti, ignorare, il contri-buto particolare che il Cristianesimo può of-frire nelle grandi questioni della pace e dellaconvivenza tra diversi popoli e comunità. Leistituzioni religiose e spirituali cristiane pos-sono così collaborare con le istituzioni politi-che in uno spirito di sana laicità, richiamandoquei valori etici e spirituali condivisi sui qualisi dovrebbe edificare la società europea. Taledialogo tra fede e ragione, fra istanze laiche ereligiose, può aiutare ad affrontare fruttuosa-mente e con equilibrio le attuali sfide: dallacrisi economica ai problemi ambientali aquelli migratori. Massima attenzione si devetuttavia porre alla possibilità d’integrare e vi-cendevolmente arricchire le legittime diver-sità culturali e religiose presenti in Europa.Ciò comporta l’impegno a realizzare una vera“convivialità delle culture”, evitando ognitentazione di contrapposizione tra civiltà: lorichiede non solo una fedeltà creativa aquanto il Cristianesimo ha già seminato nellacultura europea ma anche la situazione di ac-centuata pluralità in questo continente».

DALLA “LECTIO MAGISTRALIS” DEL CARDINALE BERTONE

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14Gennaio 2012

LA “VOCE” DELLA STAMPA REGIONALE E NAZIONALE

CORRIERE DELLA SERA - 22 Aprile 2012

AVVENIRE - 22 Aprile 2012

Il Quotidiano - 22 aprile 2012

AVVENIRE - 21 Aprile 2012

CEM 28 aprile 2012

IL QUOTIDIANO del 22 aprile 2012

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15Gennaio 2012

CORRIERE DELLA SERA - 22 Aprile 2012 RAI TRE NAZIONALE del 29 aprile 2012

GAZZETTA DEL SUD - 22 Aprile 2012

L’ORA DI CATANZARO - 22 Aprile 2012

GAZZETTA DEL SUD - 23 Aprile 2012

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1629 aprile 2012

Domenica 22 aprile al mattino, nella cappella del palazzo arcivescovile, il Cardinale Bertone ha recitato le lodi assieme a Mons. Bertolone e alla Comunità salesiana di Soverato. In seguito, nella chiesa cattedrale, alle ore 10.30, ha presieduto la solenne concelebrazione eucaristica.

Eminenza Reverendissima, Le rivolgoil più cordiale e filiale benvenutonella chiesa cattedrale di Santa Maria

Assunta e dei santi Pietro e Paolo, inauguratada papa Callisto II; onorata, nel 1984, dallapresenza del sommo Pontefice, beato Gio-vanni Paolo II; ed oggi lieta di ospitare la per-sona del cardinale Segretario di Stato, cheportando la “fiaccola ardente” di primo Col-laboratore del Santo Padre Benedetto XVI,persegue quotidianamente il compito difidem custodire, concordiam servare.

La comunità accademica dell'UniversitàMagna Graecia l'ha appena accolta comeesperto di scienze giuridiche tra i suoi illustriaccademici conferendoLe la prestigiosa lau-rea honoris causa. Oggi con affetto devoto, Laaccoglie nel luogo che custodisce la cattedradel Vescovo tutta la Chiesa particolare di Ca-tanzaro-Squillace, per la quale Ella spezzerà ilpane della Parola ed il pane Eucaristico.

Sappiamo, perché lo confidò non appenaeletto Segretario di Stato, che la sua quoti-diana preghiera è: “Ricordati, Signore, delPapa e dei suoi collaboratori presenti e fu-turi”. Tutti noi ci uniamo a questa Sua pre-

ghiera, raccomandando particolarmente laSua persona, oltre che al Signore, alla VergineAssunta, augusta Madre di Dio, arcanamenteunita a Gesù Cristo fin da tutta l’eternità conuno stesso decreto di predestinazione.

Di fronte a questo riverbero del mistero pa-squale del Cristo nel corpo e nell'anima glo-rificati di sua Madre, ogni credente non puòche contemplare in stupito silenzio. Anche inquesta celebrazione, l’ascolto silenzioso ed at-tento dei sacri testi della Liturgia della Parola,che ci esortano al cambiamento, al rinnova-mento interiore, all’adesione a stili di vitanuovi ed evangelicamente autentici, ci per-metterà di contemplare stupiti la nostra iden-tità di con-risorti nel Risorto ed anche grazieall'esortazione omiletica che vorrà rivolgerci,diverranno per noi occasione fruttuosa dipreghiera, meditazione e condivisione. E ciò,in particolare, per i giovani, nel cui cuore èracchiuso il futuro del Paese, come ci ricordaanche la odierna giornata dell’Università Cat-tolica, evidenziando la necessità di ripartireproprio dai giovani e dall’educazione, da unacultura viva e aperta che sia d’aiuto nellacomprensione dei mutamenti in atto e nellatessitura di relazioni che favoriscano la di-mensione della partecipazione civile, essen-ziale alla formazione di una classe dirigente,ma anche d’una presenza cristiana cultural-mente apprezzata e all’altezza dei tempi. Lacultura che è luce, è casa che conforta e aiutaad orientarci nel mondo, può trasformarsi inuna trappola quando si autocelebra, perchépuò arrivare a giustificare l’errore, l’omicidio,o reati a sfondo religioso. Ecco perché è ne-cessario essere illuminati dal Vangelo.

Cambiare, allora, anzitutto attraversol’ascolto ed il dialogo: si aprirà così uno spa-zio peculiare di interazione tra l'angelo dellaChiesa che presiede alla cattolicità nell'amoree tutti i battezzati di questa Chiesa partico-lare di Catanzaro-Squillace, oggi radunatanel luogo sacro che custodisce le preziose evenerate reliquie di san Vitaliano, patrono

della città di Catanzaro, nonché dei santi For-tunato ed Ireneo, patroni, tradizionalmente,dell'antica città bizantina.

Eminenza, nel 1865 il beato Giacomo Cu-smano fu colpito dalla pratica quotidiana diun suo amico medico e dei suoi familiari: du-rante il pranzo toglievano un boccone dalproprio piatto per deporlo in un piatto piùampio al centro della tavola. Alla fine delpranzo il piatto centrale, colmo, avrebbe sfa-mato un povero. Oggi Ella spezzeràper noi un boccone della sua meditazione elo metterà in comune con questo popolo, con-dividendo così il nostro pane quotidiano eu-caristico.

La ringraziamo di ogni cosa e partecipiamocon Lei alla fiducia dei figli che aspettanotutto dal loro Padre divino e in particolare at-tendono la vita stessa del Figlio che soltantoil Padre può darci nella potenza dello Spirito,sollecitandoci a condividerla a nostra voltacon i fratelli e con il prossimo, nella consape-volezza nuova che l’amore perfetto va ancheoltre la legge dell’«amare il prossimo come sestessi» (Levitico 19,18), perché ama l'altroancor più di se stesso, in una pienezza di de-dizione che sola può rischiarare il camminodi un’umanità impoverita dall’egoismo e nonpiù capace di amare d’un amore autentico, intutto il suo fascino e bellezza, in tutta la suapienezza vitale.

+ Vincenzo Bertolone

Il saluto rivolto dall’Arcivescovo metropolita S.E. Mons. Vincenzo Bertolone

al Segretario di Stato Vaticano nella Chiesa Cattedrale

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1729 aprile 2012

Ricordando che agli undici Apostoli,ai due discepoli tornati in fretta daEmmaus e a tutti gli altri, oltre che a

sua Madre, il Risorto rivolse il proprio salutoaugurale con l’espressione «Pace a voi!», cheè più di un augurio, essendo il dono di Sé me-desimo, il Cardinale Tarcisio Bertone, Segre-tario di Stato, domenica 22 aprile 2012 nellaCattedrale di Catanzaro si è rivolto con untono particolarmente entusiasmante e fra-terno a Mons. Vincenzo Bertolone, Arcive-scovo di Catanzaro-Squillace, a tutti isacerdoti della Diocesi, alle persone di vitaconsacrata, ai seminaristi e ai numerosissimifedeli e li ha invitati a guardare con fede esperanza il Risorto per riceverne pace e gioia,condividendo in carità fraterna la mensa eu-caristica domenicale.

I Card. Bertone ha sottolineato che, essendovenuto a realizzare la promessa messianicadella pace, il Risorto «ha vinto il duello tramorte e vita, e quindi sigilla definitivamentela comunità ecclesiale con la parola “pace”,che racchiude tutti i comandamenti e rias-sume ogni bene personale e comunitario».

Ciò vuol dire che tutti coloro che lo se-guono con coerenza e fedeltà e sono uniti alPastore della Chiesa particolare in perfettaunione con la Sede Apostolica, sono chiamatia «essere testimoni coraggiosi, annunciatorie operatori di quella pace che solo Gesù Cri-sto può dare ai cuori, alle famiglie, alla so-cietà, al mondo».

E facendo un richiamo contestuale al suoessere, sia pure per poche ore, nel Meridioned’Italia, ha ricordato che «nel giugno 1945, treanni prima della Lettera collettiva intitolata“I problemi del Mezzogiorno”, i Vescovi dellaCalabria auspicavano un ordinamento so-ciale che rispettasse l’essenziale uguaglianzatra gli uomini, un ordinamento economicoche facilitasse una più equa ripartizione deibeni, una disciplina del lavoro che tutelassela dignità del lavoratore. Dopo i tanti processidi modernizzazione, di sviluppo incompiutoe in parte distorto, nonché di profonda tra-sformazione socioculturale, la fede pasqualesollecita a una nuova evangelizzazione diqueste terre, dei modi di vivere e di pensare,perché Cristo, nostra pace e nostra giustizia,possa sempre più regnare in mezzo a voi erinnovare ogni cosa secondo il disegno di Dioe il vero bene degli uomini».

E commentando con stile particolarmenteconvincente i brani letti nella liturgia dellaparola, il card. Bertone ha sollecitato l’esi-genza, grazie all’autenticità della fede in Dio,di «trasformare il male in bene, e di realizzareil disegno imperscrutabile del Padre, che è di-segno di conversione e di cambiamento, di

profondo rinnovamento, di risurrezione allavita stessa di Cristo, in Dio».

Ciò vuol dire che è quanto mai urgente,oltre che indispensabile, «cambiare radical-mente prospettiva, trasformare profonda-mente la propria esistenza, aborrire il peccatocommesso, non peccare più, non avere più ti-more di far parlare per proprio tramite lo Spi-rito di verità alla gente della Calabria». Erivolgendosi specificamente ai sacerdoti li hainvitati a non stancarsi mai di «trasmettere inogni ambiente – nei modi appropriati, e sem-pre con mite fermezza – la Parola che generavita vera, la vita buona del Vangelo e dona laforza della verità, per non subire le intimida-zioni della delinquenza organizzata, dell’ille-galità, del silenzio omertoso di chi vede e nonagisce».

Un interessante richiamo è stato quellofatto ai componenti del primo gruppo di cri-stiani che dal Risorto stesso sono stati tra-sformati da uomini impauriti e dubbiosi invalidi testimoni. Ecco perché, rivolgendosi aimembri vitali della Chiesa, che vivono l’espe-rienza dell’itinerario dello spirito e della vitanel mistero della Risurrezione, ha ricordatoche con la loro testimonianza contribuiscono«a diffondere l’amicizia di Cristo tra le per-sone che incontrano nelle relazioni umane enel ministero pastorale ed esprimono siste-maticamente di essere sempre e ovunquesegni viventi di Risurrezione».

Eugenio Fizzotti

Omelia del Cardinale Tarcisio Bertone nella Cattedrale di Catanzaro

TESTIMONI CORAGGIOSI E OPERATORI DELLA PACE NEL MERIDIONE

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1829 aprile 2012

Martedì 3 aprile, presso la chiesa di S.Maria Assunta di Cropani è andatoin scena un recital sulla Passione di

Gesù, intitolato "Gesù Pasqua dell'Umanità", al-lestito dai ragazzi del catechismo e del gruppo gio-vani della parrocchia di Cropani. A promuoverel'iniziativa il parroco padre Francesco Critelli, conl'intento di far vivere in maniera coinvolgente lapreparazione alla Pasqua, rendendo i ragazzi iprotagonisti del dramma che rappresenta il Mi-stero più grande per noi cristiani. L' allestimentoè stato ideato e curato dal gruppo catechistico con

il supporto tecnico del prof. Mario Capellupo.Le varie azioni sceniche hanno ripercorso le ul-

time ore di Gesù, dall'Ultima Cena alla Resurre-zione. Un appuntamento atteso dalla comunitàcropanese che ha accolto con entusiasmo l'evento,seguendo con attenzione la rappresentazione. At-traverso tale evento i ragazzi con motivazionehanno voluto dimostrare che anche i giovani pos-sono vivere il Mistero della Croce con atteggia-mento riflessivo e partecipativo, vivendointensamente i riti della Settimana Santa.

Il gruppo catechistico

In scena a Cropani "Gesù Pasqua dell'Umanità"

Nella Parrocchia “San Nicola diBari” di Simeri Crichi, sono stati ibambini della 5^ classe di catechi-

smo che proprio quest’anno si accingerannoa ricevere il Sacramento dell’ Eucarestia a farrivivere con il proprio sacerdote ,don LuigiTalarico, la Cena del Signore, la cena specialeche Gesù , prima della sua morte ha condi-viso con i suoi apostoli .I dodici bambini chehanno interpretato gli apostoli ,hanno ripe-tuto questo gesto di comunione con donLuigi che ha impersonato Gesù, sulla tavolaapparecchiata spezza il pane e lo passa ai di-scepoli e li invita a mangiare,poi prende il ca-lice, lo passa e li invita a bere , secondo ilmemoriale.

La chiesa particolarmente gremita di fe-deli,in un clima di raccoglimento, di assolutosilenzio e suggestione, ha seguito con com-

mozione il rito. Poi don Luigi ha lavato ipiedi agli stessi apostoli per ricordare il gestocompiuto da Cristo, i bambini emozionati sison lasciati lavare i piedi consapevoli del-l’importanza del gesto che compie Gesù , del-l’esempio di umiltà e di servizio. Le bambineinvece si sono prodigate per la preparazionedi un canto , per momenti di riflessione e di

preghiera .Don Luigi nel riproporre l’Ultima Cena ai

bambini che devono fare la Prima Comu-nione, li ha aiutati sicuramente a percepirecome oggi sono loro quei discepoli con cuiGesù vuole condividere la sua Cena –Euca-restia per immedesimarsi nei sentimenti diGesù e degli Apostoli e rivivere con Lui al-cuni momenti più intimi. Inoltre ha fattodono di una immaginetta rappresentantel’Ultima Cena. Nella Parrocchia “San Nicoladi Bari” di Simeri Crichi, il Giovedì Santo, lacelebrazione della S. Messa in Coena Domini,ha rappresentato un momento di alta ed au-tentica spiritualità ricco di significatività peri bambini che hanno partecipato in primapersona ,per le famiglie e per la comunitàtutta .

Eugenio Grande

“L’ultima cena” rappresentata dai ragazzi della comunità di Simeri Crichi

Domenica 22 aprile, nella parrocchia“S. Maria del Carmelo”, in Siano, iragazzi ed i giovani della località Si-

gnorello, hanno presentato alla comunità ilmusical “Le parabole del Regno”, uno deiprimi lavori di Cettina Marraffa, presidentedel Movimento Apostolico, che nei molteplicimusical ideati e realizzati, pone il suo talentoa servizio della nuova evangelizzazione.

La gioia dei ragazzi, la contentezza dei ge-nitori, la soddisfazione dei catechisti per l’im-pegno serio e responsabile nel preparare lecoreografie, le recitazioni, i canti, le danzesono palpabili a conclusione dello rappre-sentazione, che ha fatto rivivere alcuni rac-conti evangelici veramente toccanti, come laparabola del figliol prodigo e quella del po-vero Lazzaro e del ricco.

Tutto ciò che ruota attorno alla prepara-zione ed alla realizzazione del musical è unattività formativa dall’alto valore educativo,perché è una modalità nuova di trasmissionedella fede alle nuove generazioni. Porre nelloro cuore e nella loro mente il vangelo, ag-gregarli alla Chiesa donandone un’immagineviva e fresca, rendere i giovani missionaridegli altri giovani creando un’autentica co-

munione tra di loro: sono alcuni degli obiet-tivi e delle finalità che si sono raggiunti inmaniera concreta.

Il parroco, nel ringraziare i catechisti per lacura costante verso i ragazzi e i genitori per il

coinvolgimento pieno ed attivo, ha indicatoa tutti la via della sinergia e della comunioneper crescere nel regno di Dio, con l’aiuto dellaVergine Maria, Madre della Redenzione.

Gesualdo De Luca

Rappresentate dai giovani nella parrocchia di Siano di Catanzaro“LE PARABOLE DEL REGNO”

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1929 aprile 2012

Si sono svolti il 16 aprile scorso a SanLuca (Rc) i funerali di padre StefanoDe Fiores, morto la sera di sabato 14

aprile, nella clinica “Sant’Anna” di Catan-zaro, all’eta di 79 anni.

Il religioso apparteneva all’ ordine deimonfortani ed era uno dei massimi esperti dimariologia a livello internazionale. La devo-zione per la Madonna gli e cresciuta dentrofin da bambino; da quando, con la famiglia, sie trasferito per un periodo di tempo a Polsi.Come e stato ricordato da piu parti, Polsi harappresentato per padre Stefano “la culladella sua devozione mariana”. Ha studiato aBergamo e poi in Piemonte, prima di essereordinato sacerdote nella Basilica di Loreto, il21 febbraio del 1959, assieme ad altri confra-telli monfortani, molti dei quali si sono strettiattorno al feretro durante i funerali presiedutidal vescovo di Locri-Gerace, monsignor Giu-seppe Fiorini Morosini. Il carisma del fonda-tore del suo ordine, san Luigi Maria deMontfort, lo ha sempre accompagnato. Si edistinto subito per le sue capacita intellettualie culturali, divenendo docente di varie disci-pline presso la Pontificia Universita Latera-

nense e l’Universita Gregoriana a Roma, finoad essere chiamato ad insegnare Mariologiapresso la Pontificia Facolta Teologica Maria-num. Da tutti viene considerato uno dei mas-simi esperti di mariologia, la sua presenza estata continuamen- te richiesta in convegnied altri momenti culturali, ha collaborato connumerose riveste e periodici e ha dato allestampe molti suoi lavori, tra i quali ricor-diamo: “Maria nella teologia contempora-nea” (1991), “Maria Madre di Gesu. Sintesistorico-salvifica” (1998), “Maria nella vita se-condo lo Spirito” (1998), “Trinita mistero divita. Esperienza trinitaria in comunione conMaria” (2001), “Maria sintesi di valori. Storiaculturale della mariologia” (2005); “Maria.Nuovissimo dizionario (3 volumi, 2006-2008), “La Madonna in Michelangelo. Nuovainterpretazione teologico- culturale” (2010).Ha diretto le opere collettive “Nuovo dizio-nario di spiritualita” (Edizioni San Paolo,1979), “Nuovo dizionario di mariologia”(Edizioni San Paolo, 1985) e “Mariologia. I di-zionari San Paolo” (San Paolo, 2009).

Pur operando prevalentemente a Roma, etornato frequentemente in Calabria e nellasua San Luca dimostrando grande attacca-mento per la sua terra e la sua gente. Una af-fetto che lo ha indotto a volere che siorganizzasse proprio a Polsi il IV Colloquiointernazionale di Mariologia (13- 14 settem-bre 1999). Evento che don Pino Strangio, Ret-tore del Santuario da appena un anno, haorganizzato in modo impeccabile attirandoin Aspromonte studiosi arrivati anche dal-l’estero. Successivamente, nel 2005, fu nuo-vamente riproposta a San Luca la stessainiziativa con il XVIII Colloquio di Mariolo-gia. E a San Luca, padre Stefano De Fiores eratornato anche ultimamente, per la sua ultimarimpatriata. Improvvisi problemi cardiaci lohanno costretto al ricovero in Ospedale; lesue condizioni sono via via peggiorate sino aquando il suo cuore non ce l’ha fatta piu.

L’ultimo saluto al Calabrese padre Stefano De Fiores,

mariologo di fama mondiale

Don Eugenio Luigi Zagordinella “pace dei giustii”

Le comunità di Settingiano e di Gimi-gliano hanno reso omaggio neigiorni scorsi a Don Eugenio Luigi

Zagordi, deceduto a Milano dopo una lungamalattia. Nato a Gimigliano il 2 febbraio del1928 don Zagordi era stato ordinato presbi-tero il 31 ottobre del 1982.

La salma del sacerdote è giunta primanella comunità di Settingiano, dove ha svoltoil ministero di parroco dal 1982 al 2010. Pre-sente l’intera comunità settingianese assiemeal sindaco Alfeo Talarico, che ha voluto salu-tare per l'ultima volta, a nome di tutto ilpaese, l’ex parroco ricordando che "oltre allasua presenza spirituale, Don Gino ha contri-buito ad abbellire la nostra Chiesa Madre eanche il Santuario della Madonna dellaRocca. Ha voluto essere presente - ha detto ilprimo cittadino - nella nostra comunità finoall'ultimo, anche quando le sue precarie con-dizioni di salute non glielo hanno permesso.Da credenti possiamo sperare che, da lassù,preghi per il nostro paese".

I funerali, presieduti dal Vicario GeneraleMons. Raffaele Facciolo si sono svolti nellachiesa matrice di Gimigliano, dove don Ginonegli ultimi anni ha ricoperto il ruolo di viceparroco della sua comunità di origine. Tantala commozione dei fedeli e delle autorità pre-senti al sacro rito.

Il caro don Gino riposi in pace nella “pacedei beati”.

“Scienza e fede contro l’Hiroshima culturale”

Nella giornata di sabato 14 aprile, su iniziativa della localeARCI-Tour presieduta dal sig. Macrì, la chiesa madre di S. VitoJonio ha accolto con grande gioia il prof. Antonino Zichichi, illu-stre scienziato di fede cristiana, studioso della materia e scopritoredell’antimateria. Alla presenza dell’Arcivescovo mons. VincenzoBertolone, del prefetto Antonio Reppucci, del parroco e di moltis-simi cittadini convenuti per ascoltarlo, con l’umile sapienza diun credente coinvolto in un’appassionata ricerca scientifica e inuna religiosa contemplazione delle stupefacenti meraviglie delcreato, l’illustre ospite ha tenuto una lezione magistrale sul rap-

porto tra scienza e fede cristiana nel difficile contesto attuale di de-vastazione culturale. Ripercorrendo in modo avvincente le prin-cipali tappe dello sviluppo della scienza, a partire dalla figura diGalileo, egli ha rilevato la differenza tra scoperta e invenzione e hariconosciuto con consapevolezza di scienziato la grande armoniadi un creato non progettato né costruito dall’uomo ma, entro certilimiti, offerto alla sua inesauribile sete di conoscenza. Infine, afronte di un mondo disorientato dalla sua stessa presuntuosa ar-roganza e dal suo stesso rifiuto di riconoscere qualcuno al di sopradi sé, egli ha ricordato le coraggiose parole del Beato Papa Gio-vanni Paolo II, che nell’enciclica Veritatis Splendor paragonò laragione e la fede alle due ali necessarie all’uomo per giungere allapienezza della Verità, che ci fa liberi.

Lezione magistrale del prof. Antonino Zichichi a S. Vito sullo Jonio

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2029 aprile 2012

Il “Tempio della Pace”, così come fu defi-nito il santuario della Madonna di Porto damonsignor Giuseppe Pullano nel 1947, ha ac-colto anche quest’anno centinaia di fedeli nel-l’annuale ricorrenza del 25 aprile. Unagiornata destinata ad essere consegnata allamemoria dei grandi eventi celebrativi che ca-ratterizzano la storia e la tradizione del san-tuario mariano di Gimigliano, visto chel’arcivescovo Vincenzo Bertolone ha volutocoinvolgere le aggregazioni laicali diocesaneche, sin dalle prime ore del mattino, hannoaffollato la località. In questo facilitate dalprogramma di treni straordinari delle Ferro-vie della Calabria che ha accolto l’invito delpresidente del santuario, don Vincenzo Zoc-coli, a venire incontro alle esigenze dei pelle-grini.

L’arcivescovo Bertolone ha raggiunto ilsantuario percorrendo a piedi la caratteristicastrada del pellegrino, partecipando ai mo-menti di riflessione proposti dall’Azione Cat-tolica Diocesana, dal movimento carismatico“Rinnovamento nello Spirito Santo” e daigruppi di laici espressione del santuario diPorto (Sentinelle della gioia, Cammino diPorto “Piergiorgio Frassati”, Associazione“Amici del Santuario”).

Tre sono state le tappe meditate nel corsodel pellegrinaggio: “il pellegrinaggio imma-gine della chiesa in cammino”, “ Maria iconadel discepolo” e, infine, il messaggio che laMadonna di Porto affida ai suoi pellegriniossia “conversione, ecumenismo, ascoltodella Parola e salvaguardia del creato”.

All’arrivo nel sacro tempio, monsignor Ber-tolone, accolto da una folla di fedeli assiepataanche nelle navate del santuario, ha presie-duto la solenne concelebrazione eucaristicaed ha esortato a chiedere non solo protezionealla Vergine, ma anche di crescere nella fedeed essere discepoli sempre più autentici.

Significativi i doni offertoriali che, a nomedelle aggregazioni laicali diocesane, sonostate presentate all’altare. Si tratta dei docu-

menti del Concilio Vaticano II e la Costitu-zione della Repubblica Italiana. “Con essi -ha comunicato Teresa Pirritano della Com-missione Giustizia e Pace - intendiamo offrireal Signore la specificità del nostro carisma dilaici battezzati al servizio della Chiesa di Dioe della comunità civile, rinnovando il nostroimpegno a lavorare per il bene comune e percostruire la civiltà dell’amore, nella convin-zione che “le gioie e le speranze, le tristezze ele angosce degli uomini d’oggi, dei poveri so-prattutto e di tutti coloro che soffrono, sonopure le attese e le speranze, le tristezze e leangosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è digenuinamente umano che non trovi eco nelloro cuore”. Ci accompagni in questo cam-mino l’esempio luminoso di quei fratelli laiciche tanto hanno incarnato la loro fede nella

storia, anche politica, di questo Paese”. Nel primo pomeriggio, il Servizio Dioce-

sano di Pastorale Giovanile, coordinato dadon Ivan Rauti, ha animato una suggestivaadorazione eucaristica durante la quale sonostate presentate quattro figure di santità lai-cale della diocesi: Nuccia Tolomeo, ConcettaLombardi, Antonio Lombardi e Maria Anto-nia Samà. Alla presentazione di ogni figura èstata offerta una lampada quale segno di te-stimonianza e di luce del laicato cattoliconella grande famiglia della Chiesa diocesana.Il servizio di accoglienza spirituale dei pelle-grini è stato coordinato dalla comunità reli-giosa delle “Suore Carmelitane Messaggeredello Spirito Santo”.

Mario Arcuri

LA COMUNITÀ DIOCESANA PELLEGRINA AL SANTUARIO “MADONNA DI PORTO”

Crescere nella fede per essere discepoli

7 maggio 2012 - SOLENNITÀ DI SANT’AGAZIOPatrono della Diocesi e della città di Squillace

6 maggio, ore 18.00, (vigilia) nella Concattedrale Vespri Pontificali presieduti dall’Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace

S.E. Mons. Vincenzo Bertolone

7 maggio, ore 10.00, nella ConcattedraleSolenne concelebrazione eucaristica presieduta

da S.Em.za il Cardinale Paolo Romeo , Arcivescovo di Palermo