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Direttore responsabile Federico Fabrizi News Letter per tutti i soci e i dipendenti del Gruppo Servizi Integrati L’Informazione del Gruppo Servizi Integrati HOUSE ORGAN AZIENDALE BIMESTRALE - COSP TECNOSERVICE Autorizzazione N° 3 2009 Tribunale di Terni - settembre, anno 2010 - numero 7 UOMO E NATURA INSIEME, LA SFIDA DELLE BIOMASSE Il progetto industriale di Cosp IL FOCUS: L’ECONOMIA DEI SERVIZI: LA CRISI E LE OPPORTUNITÀ Hanno risposto alle nostre domande: Brenno Peterlini, Ad del Cns, Giulio Quercioli Dessena, presidente Fise Confindustria e Pietro Ianni, della Fisascat Cisl PUNTIAMO SUI NOSTRI VALORI: ETICA, SOLIDARIETÀ E LEGALITÀ di Danilo Valenti, Presidente Cosp

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Direttore responsabile Federico FabriziNews Letter per tutti i soci e i dipendenti del Gruppo Servizi Integrati

L’Informazione del Gruppo Servizi Integrati

HOUSE ORGAN AZIENDALE BIMESTRALE - COSP TECNOSERVICEAutorizzazione N° 3 2009 Tribunale di Terni - settembre, anno 2010 - numero 7

UOMO E NATURA INSIEME,LA SFIDA DELLE BIOMASSEIl progetto industriale di Cosp

IL FOCUS:L’ECONOMIA DEI SERVIZI: LA CRISI E LE OPPORTUNITÀHanno risposto alle nostre domande: Brenno Peterlini, Ad del Cns, Giulio Quercioli Dessena, presidente Fise Confi ndustria e Pietro Ianni, della Fisascat Cisl

PUNTIAMO SUI NOSTRI VALORI:

ETICA, SOLIDARIETÀ E LEGALITÀ

di Danilo Valenti, Presidente Cosp

Cosp Tecno Servicevia Galvani, 18 - 05100 Terni - Tel. 0744.406729 - Fax 0744.409000

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Finito di stampare nel mese di Ottobre 2010su carta ecologica Symbol FreelifeFedrigoni Cartiere Spa certificata SQS ISO 14001:2004

SommarioIl Timone, bimestrale a cura di Cosp.

In QUESTo nUMERo

Uomo e natura insieme la scommessa di Valnerina biomasse

Una rete di collegamento all’ospedale di Terni

Brenno Peterlini, Ad. Consorzio nazionale servizi

Giulio Quercioli Dessena, presidente nazionale Federazione imprese di servizi Confi ndustria

Pietro Ianni, segretario regionale Lazio Fisascat Cisl di Roma

I NOSTRI CANTIERI

LE NOSTRE INTERVISTE:L’ECONOMIA DEI SERVIZI, CRISI E OPPORTUNITÀ

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L’Informazione del Gruppo Servizi Integrati

LE NOSTRE INTERVISTE:L’ECONOMIA DEI SERVIZI, CRISI E OPPORTUNITÀ

La crisi profonda con la quale il nostro sistema economico fa i conti oggi impone una serie di riflessioni.Vorrei partire da questa parola, usata ed abusata, ormai da mesi in una sorta di bombardamento mediatico. Cosa vuol dire “crisi”? Per il vocabolario, si tratta “di un periodo caratterizzato da cadu-ta della produzione, disoccupazione, scarsa utilizzazione degli impianti, riduzione degli investimenti”. Ma non solo: crisi significa anche “deterioramento di una condizione oggettiva con conse-guente instabilità socio-politica… turbamento della pacifica con-vivenza, della vita in comune…”. Ecco il punto: la crisi economi-ca porta con sé una serie di conseguenze. Per chi fa impresa, crisi vuol dire anche dover fare i conti con forme di concorrenza sleale e con un sistema nel quale le regole, progressivamente, rischiano di saltare.Uno studio economico diffuso nei giorni scorsi collega il fe-nomeno della concorrenza sleale con il forte incremento di persone che escono dal mercato del lavoro: in Italia, da mar-zo 2008 a marzo 2010, ben 338.000 adulti – tra i 25 ed i 54 anni – sono usciti dalla forza lavoro. Di questi 160.000 sono donne e 178.000 sono uomini. Gran parte risiedono nel Mez-zogiorno. In totale, a marzo 2010 le persone tra 25 e 54 anni inattive sono arrivate nel nostro Paese a 5 milioni e 989.000, di cui 1 milione 361.000 maschi e 4 milioni e 628.000 donne. Sono segnali preoccupanti.Numeri con i quali tutti noi dobbiamo confrontarci e sui quali è indispensabile ragionare. La disoccupazione genera lavoro nero, e nei momenti di crisi, mentre le aziende che rispetta-no le regole soffrono, tirano la cinghia e faticano per andare avanti, contemporaneamente cresce l’economia del lavoro in nero, del mancato rispetto dei contratti di lavoro, degli straor-dinari pagati “fuori” dalla busta paga. Vige una sola regola: IL PRECARIATO, usato ed abusato.Così le imprese che rispettano le regole si trovano ad affronta-re un’altra difficoltà, oltre alla crisi anche la concorrenza sleale.La legalità non è soltanto il “senso civico” che ogni buon cit-

di Danilo Valenti, Presidente Cosp Tecno Service

LA LEGALITÀ È LA STRADA PER SUPERARE LA CRISILA CooPERAzIonE PoRTA Con Sé I vALoRISoLIDARIETÀ E RISPETTo DELLE REGoLE

tadino dovrebbe avere. Essa rappresenta un valore etico, morale, dovrebbe imporsi come un modello culturale. Non ci potrà mai essere una vera competizione ed una nuova fase di sviluppo senza rispetto delle regole. Non è un valore o un obiettivo politico della destra o della sinistra, la cultura della legalità è di tutti e soprattutto dovrebbe essere un esempio che le giovani generazioni dovrebbero seguire. Non è possi-bile ottenere sempre tutto, chi evade o la fa franca non rispet-tando le regole non è un furbo, ma qualcuno che ha sbagliato e per questo deve essere perseguito. In questo Paese non abbiamo bisogno solo di sviluppo ma anche di una “qualità dello sviluppo”, nella quale tutti devono essere tutelati: chi lavora, chi rischia il proprio capitale, lo Stato.Come ci dobbiamo comportare in questo contesto? Primo: tutti dobbiamo rispettare le regole, poi servono controlli più rigidi da parte degli Enti preposti. La nostra azienda ha rice-vuto qualche settimana fa il “certificato di Eccellenza”, il coro-namento di un’azione, di una strategia che abbiamo iniziato

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ben dieci anni fa con il conseguimento della certificazione di qualità relativamente a quella etica SA8000, la 14001 e la 18001 sulla sicurezza in azienda. Questo percorso si è concluso nel giugno 2010 con un importantissimo risultato, l’applicazione del regolamento della Legge 231.Sono convinto che la cooperazione possegga in larga parte nei propri cromosomi determionati valori di solidarietà e le-galità che la rendono capace di difendersi meglio di altri dal momento di difficoltà che stiamo attraversando.A volte bisogna avere il coraggio e la determinazione di sce-gliere la strada giusta, anche quando potrebbe apparire la più difficile.

IL nUovo SITo InTERnET

L’indirizzo è rimasto lo stesso: www.cosptecnoservice.it, ma la veste grafica ed i contenuti sono stati tutti rinnovati.Il nuovo sito internet di Cosp è stato lanciato nei giorni scorsi, su alcune sezioni stiamo ancora lavorando, non mancheranno le sorprese: l’idea è quella di coinvolgere in alcuni spazi anche soci e lavoratori...

I nostrI cantIerI

LA SCoMMESSA DI vALnERInABIoMASSE:UoMo E nATURA InSIEMELa Valnerina Biomasse nasce nell’aprile del 2008 per la gestione dell’impianto di produzione di biomasse agrofo-restali localizzato in Valnerina e realizzato dal consorzio agroforestale Monti del Nera che vede tra i suoi promotori la Comunità Montana, i comuni di Arrone, Polino, Ferentillo, Montefranco, Stroncone, le comunanze di Rogoveto, Ca-steldilago, Nicciano, il Parco fluviale del Nera, le aziende boschive del comprensorio ed alcuni operatori interessati a declinare il tema “energia e ambiente”.La Valnerina Biomasse racchiude all’’interno della propria compagine sociale un mix di esperienze e professiona-

lità che ben si coniugano con la scommessa di produrre combustibili da riscaldamento utilizzando una delle più anti-che risorse a disposizione dell’uomo: la legna.Oltre alla Cosp Tecno Service che detiene la maggioranza delle quote, compongono la compagine sociale la MEIT srl, la RMT srl e la cooperativa sociale Eureka.Nel corso dell’anno 2008, è stato messo a punto il primo stralcio del piano industriale che ha previsto il revamping

degli impianti ubicati in località il lago ad Arrone.

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I prodotti dello stabilimento, Pellet e Cippato, sono il risul-tato della trasformazione di legname di Abete, Faggio, Pino nero e Rovere proveniente dai boschi del centro Italia. Oltre alla scelta di circoscrivere la provenienza della mate-ria prima ai boschi dell’Italia centrale (filiera corta o come recita uno slogan molto in voga in questi periodi “chilometri zero”) la Valnerina biomasse intende perseguire la strada della certificazione sia del processo di produzione sia della qualità del materiale in ingresso. Per garantire tutto ciò è prevista la sperimentazione di un sistema di tracciabilità del prodotto finito per lotti, che consenta di ricostruire l’intera fi-liera ,partendo dal bosco di provenienza della materia prima ai parametri del prodotto in ingresso all’impianto passando

I nostrI cantIerI

I PRoDoTTIIl pellet si distingue per la bassa umidità (inferiore al 12 per cento), per l’elevata densità e per la regolarità del materia-le. Il presupposto per l’utilizzo di questo prodotto è l’impiego di legname vergine, cha non sia mai stato trattato con sol-venti, colle o vernici. I pellets sono prodotti partendo da un granulato di legno ottenuto dalla sfi bratura, che viene suc-cessivamente pressato da apposite macchine in cilindretti, che possono avere diverse lunghezze e spessori (1,5 o 2 centimetri di lunghezza, dai 6 agli 8 millimetri di diametro). La compattezza e la maneggevolezza danno a questa tipo-logia di combustibile caratteristiche di alto potere calorifi co (p.c.i. 4.200 - 4.800 kilocalorie per kilo) e di affi nità ad un combustibile fl uido. E’ molto indicato, quindi, per la sua pra-ticità, per piccoli e medi impianti residenziali, oltre che per produrre energia per forni industriali.

Il Cippato: la parola deriva dall’inglese chips, che vuol dire pezzettini: sono pezzettini di legno ricavati dagli scarti di segherie e da attività di cippatura.è un ottimo combustibile, e se usato in apposite caldaie, o in stufe e sprigiona una potenza calorica di 3000 – 3500 kilocalorie all’ora, a seconda del grado di umidità.è ottimo per uso domestico ed industriale, e per la sua con-formazione consente una ottimizzazione degli spazi di im-magazzinamento.

per i parametri di produzione e fi nire con i dati di stoccag-gio e spedizione . La trasformazione avviene tramite i più moderni macchinari con impatto ambientale prossimo allo zero. Il processo produttivo, infatti, si integra perfettamen-te con ritmi, spazi e tempi dell’ecosistema. Uomo e natura costituiscono, a nostro avviso, l’equilibrio di un cammino da percorrere insieme.La nostra legna è il prodotto di un ciclo di coltivazione che varia dai 25 ai 30 anni, in funzione del tempo necessario al bosco per ricrescere.Solo legno vergine dei boschi del Centro Italia diventa pel-let, cippato e legna da ardere a marchio “Valnerina Biomas-se”: questa è la nostra scommessa.

L’IMPIAnToIl processo produttivo prevede dopo una prima fase di stoc-caggio del legame in tronchi, la scortecciatura degli stessi che vengono poi avviati alla fase di cippatura, per ridurre la pezzatura del materiale da inviare alle successive fasi di vagliatura e di essiccazione, operazione che tende a ri-durre sotto la soglia del 15% l’umidità presente nelle fi bre di legno.Il materiale, una volta essiccato viene ulteriormente raffi na-to, per poi subire il processo di pellettizzazione e renderlo pronto per la fase del confezionamento.

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PER SAPERnE DI PIÙ: LA BIoEnERGIALa bioenergia è qualsiasi forma di energia utile ottenuta dai biocombustibili.Entro pochi anni le risorse di combustibili fossili si esauri-ranno e il sistema energetico attuale mostrerà tutti i suoi limiti. Per questo, in modo lungimirante, è cominciato il pro-cesso di sostituzione dei combustibili fossili con biomassa.La biomassa rappresenta la più consistente tra le fonti di energia rinnovabile, ed è utilizzata anche in ambito indu-striale per produrre calore ed energia elettrica, ad impatto ambientale pari a zero.La biomassa è qualsiasi sostanza organica derivante diret-tamente o indirettamente dalla fotosintesi clorofi lliana. La valorizzazione delle biomasse, quando è inserita e orga-nizzata in un contesto di fi liera, e di valorizzazione di tutte le sue componenti, consente notevoli benefi ci di tipo am-bientale e socioeconomico. Ad esempio, l’uso energetico delle biomasse vegetali è considerato uno dei più effi cienti sistemi per ridurre le emissioni di gas serra (come previsto dagli accordi di Kyoto del 1998), in quanto la CO2 emessa durante la produzione di energia dalle biomasse è pari a quella assorbita durante la crescita delle piante, mentre i combustibili fossili utilizzati emettono CO2 che si accumula nell’ambiente. Un altro importante contributo allo sviluppo sostenibile può derivare da un incremento dell’uso del le-

gno e derivati in sostituzione di altri materiali il cui impiego risulti più “costoso” sia energeticamente che ambientalmen-te, sfruttandone il ruolo di “sequestratore” di CO2 e la sua versatilità come materia prima; il tutto in un contesto di sal-vaguardia e mi¬glioramento del sistema forestale.

I nostrI cantIerI

COS’È Gli operatori che svolgono il servizio di barel-lamento compongono una specie di “rete autostrada-le” all’interno dell’ospedale. Concretamente, il personale si occupa di trasportare e ac-

compagnare i pazienti negli spostamenti necessari tra i vari reparti dell’ospedale. Per esempio, dal reparto di medicina o di geriatria fino alla sala dove viene eseguita una radiologia, oppure una tac.I pazienti possono essere trasportati con barella, sedia op-pure in ambulanza.

LA “RETE”ALL’oSPEDALE DI TERnI

PERCHÉ Questo sistema permette di sgravare il per-sonale dell’ospedale da una serie di mansioni, garantendo così maggiore efficienza all’interno dei reparti.Il servizio è stato avviato in via sperimentale, per un anno, all’interno dell’azienda ospedaliera, nel mese di giugno del 2009. Trascorso un anno, la direzione dell’azienda ospedaliera ha valutato il servizio reso, le qualità delle prestazioni, e l’efficienza che ne veniva ricavata, quindi ha deciso di inserire il servizio all’interno del GLOBAL SERVICE che Cosp Tecno Service porta avanti all’ospe-dale Santa Maria.

Da oltre un anno venti operatori di Cosp Tecno Service lavorano all’interno dell’ospedale Santa Maria di Terni. Sono gli “angeli custodi” dei pazienti che hanno la necessità di spostarsi tra i diversi reparti dell’edificio. Un servizio innovativo e particolare, diventato nel corso del tempo strategico per l’efficienza dell’intero ospedale.

DI CoLLEGAMEnTo

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COME FUNZIONA Al primo piano seminterrato dell’ospe-dale di Terni è stata allestita una centrale operativa. In pratica, si tratta di un piccolo ufficio attivo per dodici ore al giorno: dalle 8 alle 20. La centrale riceve gli input per il trasporto dei pazienti dai caposala dei diversi reparti. Un software studiato ad hoc permet-te all’operatore che gestisce la centrale di avere sotto controllo la situazione dei “trasporti” in tempo reale. In base alle diverse necessità, la centrale operativa contatta gli operatori, che si muo-vono nell’ospedale sempre muniti di telefono cellulare. L’operatore è disponibile entro 20 minuti dal momento della chiamata, si reca nel reparto dove c’è bisogno di lui, prende in carico il paziente, lo accompagna al reparto di destinazio-ne ed è immediatamente disponibile per un altro trasporto. Successivamente, un altro operatore riaccompagna il pa-ziente al reparto di degenza. Con questo meccanismo ven-gono completamente eliminati i “tempi morti”.A trasporti urgenti, che si rendono necessari in base alle necessità del momento, si somma l’attività programmata: ogni giorno i caposala dei reparti programmano visite, con-trolli e quindi “spostamenti” necessari per i pazienti: questa attività viene calendarizzata e gestita giorno dopo giorno dalla centrale operativa.Il software Ofm (Open Facility Management) contiene anche un sistema di gestione dei trasporti e consente all’ente di controllo di monitorare la situazione giorno per giorno.

CHI La squadra degli operatori di Cosp Tecno Service che lavorano all’interno dell’ospedale di Terni è composta da venti persone, tutti “agli ordini” della responsabile Antonella Mazzoli.

I NUMERI Grazie al sistema informatico che governa lo spostamento dei pazienti all’interno dell’ospedale è possibile estrapolare delle statistiche dell’attività svolta dagli operatori ogni giorno.Nell’arco di un mese vengono trasportati circa 2.500 pazien-ti. Statisticamente, in un ospedale, i reparti che ricevono più pazienti, sono le sale dedicate alla radiologia ed alla tac.

IL SERVIZIO Il servizio di barellamento presso l’ospe-dale di Terni è un esempio di come la possa essere declina-ta concretamente la parola “multiservizi”. Un’attività partico-lare, che permette di migliorare l’efficienza di una struttura complessa, articolata e difficile da gestire come un grande ospedale.

Intervista a

BrennoPeterliniCominciamo dai numeri: dal suo punto di osservazione, quanto “pesa” nel settore dei servizi, in termini di fatturato e in ter-mini di occupazione, la crisi?

è molto difficile dare un peso, in termini numerici, alla crisi. Sono convinto che sia impossibile definirli con dati oggettivi, il rischio è quello di dare effettivamente “i nu-meri”. Le mie valutazioni sono più frutto di sensazioni che non da cifre certe. Sicuramente la riduzione della spesa da parte delle Pubbliche Amministrazioni, la cri-si che ha coinvolto molti settori industriali, hanno avuto come prima conseguenza un significativo taglio dei costi che sono in gran parte ricaduti proprio sulle strutture di servizio; parlo in particolare delle pulizie, delle manuten-zioni, o di altre attività comunque legate strettamente ai servizi. In termini di fatturato questo ha sicuramente significato per le imprese una riduzione delle entrate che, inevitabilmente, si sono riverberate sui livelli occupazionali.L’attuale è sicuramente una situazione complicata e an-che la ripresa di cui si parla non produrrà benefici tali da migliorare significativamente la situazione del settore dei servizi.è evidente che questa situazione di crisi non potrà che pro-durre un ulteriore indebolimento della situazione reddituale e patrimoniale delle imprese di servizi.

nelle scorse settimane l’ocse ha “rimproverato” l’Italia soste-nendo che il nostro Paese può superare la crisi se semplifica le regole. L’organizzazione in-ternazionale sostiene che l’Ita-lia può aumentare la produtti-vità del 14 per cento nell’arco di un decennio se accelera su riforme regolamentari in mate-ria di commercio, professioni ed energia. Cosa ne pensa?

Non sono in grado di esprimermi con cognizione di causa rispetto alle posizioni che esprime l’0OCSE.L’unico dato che mi pare evidente è che in Italia esiste un eccesso di burocratizzazione del sistema, di regole spesso eccessivamen-te vincolanti che all’apparenza potrebbero sembrare tutelanti dal punto di vista del sistema legislativo, ma che in realtà altro non fanno che aumentare i livelli di burocratizzazione del sistema.Questo vale sia per le regole del mondo degli appalti, sia per quan-to riguarda le attività del commercio e delle professioni.; a questo proposito basta ricordare ai vincoli derivanti dagli albi professionali. Sono abbastanza dubbioso che queste riforme, per quanto a parole sembrino tutti d’accordo, possano trovare uno sbocco legislativo.

«La Pubblica Amministrazione paga in ritardo,ma non interessa a nessuno, e intanto le aziende saltano»

Amministratore delegato del Consorzio nazionale servizi

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Uno dei problemi più gravi con cui fanno i conti moltissime delle aziende che operano nel settore dei servizi è il ritardo nei pagamenti da parte del-la pubblica amministrazione, ritardi che rischiano di provo-care conseguenze importanti per la salute di tante imprese. Le organizzazione di categoria hanno suggerito diverse solu-zioni, ad esempio il coinvolgi-mento della Cassa depositi e prestiti. A che punto siamo?

Da quello che mi risulta siamo al punto zero.Il problema del ritardo dei pagamenti sembra stia a cuore solo ed esclusivamente a chi opera in questo settore. Quello che mi sembra emergere è che questo sia un proble-ma discusso esclusivamente all’interno delle organizzazioni di categoria: si fa qualche convegno, qualche iniziativa e tutto muore nelle stanze dei diretti interessati. Non abbiamo, in tutti questi anni, ottenuto il benché minimo risultato rispetto ad un miglioramento concreto della situazione.La cosa più grottesca, per non dire drammatica, del settore dei servizi, è che, trattandosi di un settore a basso valore aggiunto, dove in gran parte le prestazioni sono di manodo-pera, la componente dei pagamenti è esiziale per le imprese. Il paradossale è che tutto questo sembra non interessare a nessuno, salvo i diretti interessati: è un problema che eviden-temente sta a cuore esclusivamente, purtroppo, a coloro che devono operare in questo settore.Lo scenario, in un quadro di questo genere, è quello che moltissime aziende del settore servizi che hanno già dovuto chiudere i battenti e questo aspetto assieme alla situazione di crisi economica è il problema principale che attanaglia le nostre aziende.Credo che su questo si dovrebbero fare azioni ben più impor-tanti, denunciare in maniera più forte questo tipo di situazione, come ha tentato di fare il TAISS (Tavolo interassociativo delle imprese dei servizi) negli ultimi mesi. Non servono a nulla le dichiarazioni, le prese di posizione da parte della Comunità Europea rispetto all’inottemperanza dell’Italia e della Pubblica Amministrazione che non rispetta i pagamenti, il riconoscimen-to dei tassi di interesse anche elevati, se alla fine del mese non

si è in grado di pagare gli stipendi perché le Pubbliche Ammi-nistrazioni non corrispondono il dovuto. Gli interessi spesso ar-rivano quando l’azienda è ormai chiusa. Non credo sia questo ciò che ci interessa.

Infine, quali – nell’universo dei servizi - i settori che a suo giu-dizio oggi rappresentano una reale opportunità di sviluppo?

Partiamo da una premessa: innanzitutto nulla va buttato, ov-vero i settori tradizionali nei quali operano molte delle nostre cooperative associate (attività di pulizie, attività di raccolta dei rifiuti, manutenzioni, ecc,) non sono settori dai quali oggi si debba rifuggire. Anche se siamo consapevoli che sono settori di attività che sicuramente hanno ed avranno una ulteriore forte contrazio-ne sia in termini di marginalità che in termini di dimensione.Individuare oggi quali settori possano offrire occasioni di sviluppo non è semplicissimo. Credo che la nostra attenzione si dovrebbe concentrare su quei settori di attività che non sono legati quasi esclusivamente alla mera prestazione di manodopera.Ritengo sia necessario individuare le attività che portano un valore aggiunto, che hanno un contenuto tecnologico in grado di essere apprezzato da parte delle Pubbliche Ammi-nistrazioni, sia in termini di qualità del servizio reso, sia in termini di riduzione dei costi storici.Penso non solo a temi come le attività nell’ambito delle ener-gie rinnovabili, che pure è un settore di attività interessante ma il cui sviluppo credo sia più nelle attese che nella sostanza re-ale ma anche a settori che riguardano le attività di logistica in-tegrata in campo ospedaliero, la gestione in global service dei servizi di una città (reti, illuminazione pubblica, verde, ripristini stradali, ecc.) Attività che se viste singolarmente rappresenta-no per la Pubblica Amministrazione un costo che spesso E’ chiaro che tutto questo non è più una semplice prestazione di manodopera, ma diventa la fornitura di un know how che è in grado di essere misurato dalla Pubblica Amministrazione e di produrre benefici sia per la collettività che per le imprese.

Intervista a GiulioQuercioli

Cominciamo dai numeri: dal suo punto di osservazione, quanto “pesa” nel settore dei servizi, in termini di fatturato e in ter-mini di occupazione, la crisi?

La nostra Federazione rappresenta il mondo dei servi-zi cosiddetti “tradizionali”, per lo più labour intensive e spesso svolti presso pubbliche amministrazioni, a segui-to di appalti o concessioni di servizio pubblico. Se alcuni nostri settori, più esposti alla concorrenza internazionale come il noleggio veicoli, hanno risentito immediatamente della crisi che ha investito business come il turismo o la mobilità aziendale, altri settori, più legati alle pubbliche amministrazioni, hanno iniziato a sentire il peso della dif-ficile congiuntura economica solo nel 2010 e gli effetti più drammatici sono attesi purtroppo negli anni a venire. In particolare, gli interventi normativi promossi negli ulti-mi mesi dal Governo e volti a contenere le spese di Co-muni e Regioni avranno un effetto negativo molto forte su servizi come le pulizie o l’igiene urbana, ma solo a partire dal prossimo anno.Una valutazione economica complessiva è però difficile, dal momento che non esistono dati statistici ufficiali che consentano di effettuare stime attendibili sull’andamento dei nostri settori. In alcuni settori come le pulizie, inoltre, assistiamo più che alla riduzione dei posti di lavoro, alla contrazione delle ore pro capite di servizio, fenomeno

che rende ancor più difficile qualsiasi ponderazione in merito. Nel settore della locazione veicoli, invece, la cri-si ha portato a una consistente diminuzione del flusso dei veicoli immatricolati (di strategico supporto all’intero comparto auto), ma non si sono registrate particolari in-dicazioni negative sul fronte occupazionale.

nelle scorse settimane l’ocse ha “rimproverato” l’Italia soste-nendo che il nostro Paese può superare la crisi se semplifica le regole. L’organizzazione in-ternazionale sostiene che l’Ita-lia può aumentare la produttivi-tà del 14 per cento nell’arco di un decennio se accelera su ri-forme regolamentari in materia di commercio, professioni ed energia. Cosa ne pensa?

Le imprese del settore dei servizi vivono sulla propria pel-le, come tutte le altre aziende sul territorio nazionale, i problemi e i costi della burocrazia. Basti pensare ai “tempi biblici” e alle continue incertezze che incontriamo nel set-tore rifiuti, in cui la cosiddetta “Tariffa” è continuamente oggetto di interventi legislativi non sempre razionali.

«La crisi non è passata… combattiamo le impresemordi e fuggi e sosteniamo chi rispetta le regole»

Presidente nazionale della Federazione imprese di servizi Confindustria

Dessena

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Negli ultimi mesi si è molto parlato di semplificazione, ma recentemente il Codice degli appalti pubblici (una ponderosa raccolta normativa) è stato integrato da una altrettanto voluminosa raccolta di articoli in forma di Re-golamento attuativo. Si può facilmente prevedere che in questo modo si darà lavoro ai magistrati e agli avvocati più che alle imprese. Semplificazione non deve però significare deregulation; nei nostri settori il problema non è “costituire l’impresa in un giorno”, ma combattere proprio le imprese “mordi e fuggi” che ignorano le regole, facendo concorrenza sle-ale ai numerosi operatori in regola che rappresentiamo, con significativi danni per occupazione, casse dello Sta-to, ambiente e qualità dei servizi.Nei nostri settori il problema centrale è, quindi, sviluppa-re e sostenere la crescita delle imprese esistenti, spesso troppo piccole per reggere la concorrenza internazionale e aggredire i mercati esteri.Accanto alla semplificazione, bisogna porre attenzione alla certezza del diritto che, nel contesto attuale in cui le regole cambiano continuamente, è completamente salta-ta, e ai controlli per il rispetto delle regole.

Uno dei problemi più gravi con cui fanno i conti moltissime del-le aziende che operano nel set-tore dei servizi è il ritardo nei pagamenti da parte della pub-blica amministrazione, ritardi che rischiano di provocare con-seguenze importanti per la sa-lute di tante imprese. Le orga-nizzazione di categoria hanno suggerito diverse soluzioni, ad esempio il coinvolgimento del-la Cassa depositi e prestiti. A che punto siamo?

Da anni seguiamo con attenzione e viva preoccupazione questa problematica e solo di recente abbiamo riscon-trato primi timidi interessamenti da parte delle istituzioni, ma il problema è oggi sempre più grave e la soluzione sempre più lontana. La riduzione di spesa richiesta a li-vello locale e, in prospettiva, il federalismo fiscale ral-lenteranno nel medio periodo ulteriormente la capacità

di spesa. Come FISE, insieme ad altre Associazioni di categoria abbiamo dato vita alla costruttiva esperienza del TAIIS, il Tavolo Interassociativo Imprese di Servizi in cui si coordinano associazioni rappresentative di impre-se di servizi aderenti ad Agci, Confapi, Confcommercio, Confcooperative, Confindustria e Legacoop, per un tota-le di oltre 18.000 imprese, 50 miliardi di euro di valore della produzione, circa 900.000 lavoratori. Diverse sono state le iniziative promosse dal Tavolo a livello nazionale ed europeo su questa drammatica problematica che ne-gli ultimi anni è finalmente balzata anche all’onore delle cronache nazionali.Qualcosa si sta muovendo sul fronte europeo: sta infat-ti mutando la normativa di riferimento, ma le leggi non bastano se poi lo stesso Stato non le rispetta; anche in questo caso, semplificazione e snellimento delle proce-dure interne sono importanti, ma se non c’è certezza sui fondi disponibili il problema resta.

Infine, quali – nell’universo dei servizi - i settori che a suo giu-dizio oggi rappresentano una reale opportunità di sviluppo?

L’intero mondo dei servizi nell’ultimo decennio ha vissuto una fase di decisa e continua crescita. Come detto, le difficoltà economiche vissute a livello globale si stanno ripercuotendo anche su questo universo. Ad esempio, il settore ambientale, dopo una lunga fase di sviluppo, sta registrando oggi contrazioni di business per effetto delle difficoltà economiche e della minor attenzione al tema; la costante e crescente presenza di imprese pubbliche, che continuano a proliferare a dispetto dei proclami e delle intenzioni legislative, costituisce un ulteriore ed evidente freno allo sviluppo del settore, dal momento che queste imprese si muovono in una logica di economia protetta e non di mercato.Passando dall’ambiente alla mobilità, il settore del no-leggio veicoli, dopo un anno di difficoltà (il primo dopo 15 anni di crescita anche in doppia cifra) sta affrontando i tagli promossi nella mobilità aziendale e turistica, ma, con le sue flotte in locazione, si candida a rappresentare nei prossimi anni un prezioso strumento nelle mani della P.A. per ottimizzare la gestione del proprio costoso par-co auto. Un’opportunità da cogliere per le imprese del settore, ma anche per le amministrazioni locali e nazio-nali alla disperata ricerca di fondi.

Intervista a

PietroIanniCominciamo dai numeri: dal suo punto di osservazione, quanto “pesa” nel settore dei servizi, in termini di fatturato e in termini di occupazione, la crisi?

Seppur in tempi successivi all’inizio della grave crisi che ha coinvolto il nostro Paese, anche il comparto dei servizi all’impresa e alle persone ha risentito fortemente rispetto ad altre crisi degli effetti devastanti prodotti dalla stessa.Particolarmente accentuate nel settore della grande distri-buzione commerciale e dell’informatica, meno nel settore del turismo e nelle imprese di pulizia. La cosa è pressoché paradossale se pensiamo che nelle crisi passate questi erano settori nei quali venivano ricollocati lavoratori espul-si dai settori cosiddetti primari.Infatti nei servizi il calo di fatturato ha significato un equi-valente calo occupazionale al momento tamponato con l’intervento della cassa integrazione e la mobilità in de-roga. Il problema sarà quando questi ammortizzatori non saranno più disponibili, a quel punto il problema scoppierà

in tutte le sue connotazioni attualmente camuffate dall’in-tervento temporaneo del pubblico.

nelle scorse settimane l’oc-se ha “rimproverato” l’Italia sostenendo che il nostro Pa-ese può superare la crisi se semplifica le regole. L’orga-nizzazione internazionale so-stiene che l’Italia può aumen-tare la produttività del 14 per cento nell’arco di un decen-nio se accelera su riforme regolamentari in materia di commercio, professioni ed energia. Cosa ne pensa?

In effetti l’Ocse ha ragione. Noi siamo rimasti un Paese ancora ingessato da regole inique, con poche sanzioni per chi non le rispetta, ed in alcuni casi con leggi inapplica-

“Quando termineranno gli ammortizzatori sociali, allora vedremo i veri effetti della crisi”

Segretario regionale Lazio Fisascat Cisl di Roma

bili e controverse. Una loro semplificazione sicuramente aiuterebbe non solo le imprese ma tutto il Paese ad in-camminarsi verso la crescita più incisiva delle sue attività complessive. Il problema di fondo è che il Legislatore in-terviene su materie specifiche senza averne le adeguate conoscenze.Spesso le soluzioni che propone sono incompatibili con le richieste della collettività. Quindi ritardiamo, rispetto ad altri Paesi nostri competitori, con le difficoltà oggettive che ne derivano.Tutto ciò incide notevolmente sui processi della società nel suo insieme e delle imprese all’interno dei loro sistemi, bloccando così la possibilità di essere più produttivi, più efficienti ed efficaci e quindi meno competitivi.

Uno dei problemi più gravi con cui fanno i conti moltissi-me delle aziende che opera-no nel settore dei servizi è il ritardo nei pagamenti da par-te della pubblica amministra-zione, ritardi che rischiano di provocare conseguenze im-portanti per la salute di tante imprese. Le organizzazione di categoria hanno suggerito diverse soluzioni, ad esempio il coinvolgimento della Cassa depositi e presti-ti. A che punto siamo?

è vero, e credo sia una delle nostre vergogne maggiori. Abbiamo uno Stato insolvente, cioè incapace di onorare i suoi pagamenti. Ormai si sfiorano in alcuni casi anche i due anni di ritardo. Ciò provoca a tutte le aziende man-canza di liquidità corrente, le espone verso le banche a drastiche misure restrittive nel loro rapporto, andando a minare di conseguenza la salute delle aziende stesse.La soluzione può essere semplice ed immediata: consen-tire alle aziende la possibilità di compensare con gradua-lità e quantità concordate i pagamenti con fisco, Inps e Inail. Questo sicuramente darebbe ossigeno alle aziende ed assicurerebbe la loro continuità.

Infine, quali – nell’universo dei servizi - i settori che a suo giudizio oggi rappresen-tano una reale opportunità di sviluppo?Io ritengo che nei servizi in generale esistano concrete possibilità di sviluppo. Credo altresì che la differenza nel conquistare le future quote di mercato in dette aree la fac-ciano aziende che si specializzano e sono in grado di pro-gettare loro sistemi operativi mirati ad avere produttività, qualità, efficienza ed innovazione.L’idea delle global service senza dubbio interessante e intelligente non ha funzionato come doveva, infatti ne è scaturita nel breve periodo omologazione generale del modello, incapace di generare quelle differenze positive che le aziende non riuscivano ad ottenere dalle tradizio-nali monocomposte.I cambiamenti radicali che ogni giorno, e sempre di più, il sistema delle aziende impongono deve corrispondere all’idea di un’azienda di servizi di qualità ma competitiva con i prezzi. Il futuro secondo me non riserva nulla di pro-mettente agli improvvisatori ed ai mediocri. La crisi che purtroppo ancora durerà farà una selezione naturale ed inesorabile.

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FACILITY MANAGEMENTIN TUTTA LA REGIONE ABRUZZODal primo ottobre Cosp svolge attività di facility management (attività di pulizia, manutenzione impianti di raffrescamento e antincendio, attività di facchinaggio e giardinaggio) in tutti gli immobili sedi di uffici della Regione Abruzzo.L’attività è frutto dell’attivazione della convenzione Cosip (una serie di parametri statali per l’acquisto di beni e servizi da parte degli enti pubblici).Sono trenta i siti presso cui è stata attivata la convenzione, distribuiti nelle quattro provinceabruzzesi: sei a Pescara, due a L’Aquila, tre ad Avezzano, tre a Sulmona, due a Chieti, poi ancora a Lanciano, Vasto, Teramo, Nereto, a Ortona, Atri, e a Giulianova.Nel corso del 2011, il servizio sarà attivato in altri undici siti: altri tre a L’Aquila e a Pescara, due a Penne, e poi a Rocca di Mezzo e Torre dei Passeri. In tutti i cantieri lavorano oltre quaranta operatori.

LOGISTICA DEI RIFIUTINEGLI OSPEDALI DI TERNI E PERUGIADa giugno Cosp svolge l’attività di micro raccolta dei rifiuti ospedalieri all’interno dell’azienda ospedaliera Santa Maria di Terni, la stessa attività è stata avviata, a partire dal 15 agosto, presso l’azienda ospedaliera Santa Maria della Misericordia di Perugia.

RACCOLTA RIFIUTISPECIALI ALLE ACCIAIERIE DI TERNIDal primo agosto gli operartori Cosp svolgono la raccolta dei rifiuti solidi urbani e dei rifiuti speciali assimilabili all’interno dello stabilimento delle acciaierie ThyssenKrupp di Terni. Il servizio si somma alle attività di pulizie industriali che Cosp svolge in diversi reparti dello stabilimento.

IGIENE URBANA AL COMUNE DI ORTE (VT)Dal primo ottobre, Cosp ha attivato il servizio di igiene urbana nel territorio del Comune di Orte, in provincia di Viterbo. L’appalto è stato affidato per la durata di quattro anni. Il servizio viene svolto con la modalità della raccolta domiciliare.

Gli operatori di Cosp si occupano di raccogliere sia le diverse frazioni di rifiuti differenziati che la parte dei rifiuti solidi urbani.

RACCOLTA DIFFERENZIATANEL COMUNE DI GUARDEA (TR)UN PICCOLO RECORD Cosp svolge il servizio di raccolta differenziata presso il Comune di Guardea (circa 2.000 abitanti). La commessa è stata attivata il primo agosto, con la modalità della raccolta porta a porta. Nelle prime settimane è stata raggiunta la quota del 37 per cento di raccolta differenziata: un risultato straordinario dal punto di vista del “valore ambientale”, ed anche dal punto di vista economico, perché la differenziazione dei rifiuti consente ai Municipi di ridurre sensibilmente i costi del servizio.

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Finito di stampare nel mese di Ottobre 2010su carta ecologica Symbol FreelifeFedrigoni Cartiere Spa certificata SQS ISO 14001:2004

Direttore responsabile Federico FabriziNews Letter per tutti i soci e i dipendenti del Gruppo Servizi Integrati

L’Informazione del Gruppo Servizi Integrati

HOUSE ORGAN AZIENDALE BIMESTRALE - COSP TECNOSERVICEAutorizzazione N° 3 2009 Tribunale di Terni - settembre, anno 2010 - numero 7

UOMO E NATURA INSIEME,LA SFIDA DELLE BIOMASSEIl progetto industriale di Cosp

IL FOCUS:L’ECONOMIA DEI SERVIZI: LA CRISI E LE OPPORTUNITÀHanno risposto alle nostre domande: Brenno Peterlini, Ad del Cns, Giulio Quercioli Dessena, presidente Fise Confi ndustria e Pietro Ianni, della Fisascat Cisl

PUNTIAMO SUI NOSTRI VALORI:

ETICA, SOLIDARIETÀ E LEGALITÀ

di Danilo Valenti, Presidente Cosp