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Q Dir. resp. Bruno Boschetti Redazione Via L. Pergher, 16 Trento Segreteria FeNALT: tel. 0461 402141 Resp. Paolo Milani Stampa EFFE e ERRE, Tn dicembre 2016 Autonomie locali e sanità C’È CONTRATTO E CONTRATTO È necessario adeguare gli stipendi, ma con equità uando sono sette anni che non vien rinnovato il contratto, va da che si cerca di avere quanto prima lo strumento per rimpin- guare le retribuzioni dei lavoratori. La scelta di questa fine d’anno, per quan- to riguarda il settore Autonomie loca- li e il settore Azienda sanitaria, è sta- ta quella di affrontare la questione con degli accordi economici stralcio, in cui si risolvesse il problema di adeguare gli stipendi e le progressioni economi- che, riservando tutto il resto, parte nor- mativa e parte indennitaria, ad un suc- cessivo accordo. Anno 12 n. 12 ottobre 2016 quadrimestrale Poste Italiane S.p.A Spedizione in abb. postale 70% NE/TN contiene I.R. di Maurizio Valentinotti Segretario generale Fenalt PaT: al contratto map. 1 Apss: gli Oss usati e gettati p.5 Apss: una riflessione sulle fusioni p. 7 Pubblico impiego: i contratti nazionali p. 25

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Dir. resp. Bruno Boschetti Redazione

Via L. Pergher, 16 Trento Segreteria FeNALT: tel. 0461 402141

Resp. Paolo MilaniStampa EFFE e ERRE, Tn

d i c e m b r e 2 0 1 6 Autonomie locali e sanità

C’È CONTRATTO E CONTRATTOÈ necessario adeguare gli stipendi, ma con equità

uando sono sette anni che non vien rinnovato il contratto, va da sé che si cerca di avere

quanto prima lo strumento per rimpin- guare le retribuzioni dei lavoratori. La scelta di questa fine d’anno, per quan- to riguarda il settore Autonomie loca- li e il settore Azienda sanitaria, è sta- ta quella di affrontare la questione con degli accordi economici stralcio, in cui si risolvesse il problema di adeguare gli stipendi e le progressioni economi- che, riservando tutto il resto, parte nor- mativa e parte indennitaria, ad un suc-cessivo accordo.

Anno 12 n. 12 ottobre 2016

quadrimestrale

Poste Italiane S.p.A

Spedizione in abb. postale 70% NE/TN

contiene I.R.

di Maurizio ValentinottiSegretario generale Fenalt

PaT: sì al contratto ma… p. 1

Apss: gli Oss usatie gettati p.5

Apss: una riflessionesulle fusioni p. 7

Pubblico impiego:i contratti nazionali p. 25

PaT: problemidi trasparenza p. 26

Comuni:gestioni associate p. 27

Comparto Regione e Cciaa:al via il rinnovo p. 29

I nostri serviziper i pensionati p. 31

Questo perché da una parte c’è la fret- ta di dare gli aumenti, usando le risor- se stanziate per il 2016 che altrimen- ti rischiavano di andare in economia, mentre per quel che riguarda le altre partite, si suppone che sia meglio af- frontarle con un po’ più di tempo a di- sposizione per risolvere i tanti proble- mi che negli anni si sono evidenziati.

Autonomie locali: un bilancio favore- vole ed equoE allora come mai la Fenalt ha appo- sto la firma tecnica all’ipotesi di accor- do delle Autonomie locali e non all’ipo- tesi del comparto sanità?

Autonomie locali:tutti sono stati trattaticon omogeneità e non sono stati previsti meccanismio impegni a favore di pochi. C’è ancora da lavoraresulla quarta fascia

Maurizio Valentinotti, Segretario generaleFenalt

Nel comparto Autonomie locali siamo riusciti ad ottenere il 4% di aumento sullo stipendio e la fascia economica a tutti gli aventi diritto, e cioè con l’ec- cezione dei neoassunti e di coloro che sono già in quarta fascia. Quest’ulti- mo punto, quello della quarta fascia, rappresenta il vero problema di que- sto accordo, ma contiamo di trovare una soluzione con le risorse che ab- biamo accantonato e delle quali si di- scuterà in febbraio. Nel complesso tutti sono stati trattati con omogenei- tà e non sono stati previsti meccani- smi o impegni a favore di pochi. La maggior parte delle risorse, che non stiamo qui a dire se siano state tan- te o poche perché quelle erano (e lo erano grazie ad una azione unitaria dei sindacati e anche alla manifesta- zione dei lavoratori del 2015), sono fi-

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nite equamente su tutte le bu- ste paga.Sul piano normativo quel che ci è stato chiesto, e diciamolo pu- re, per certi versi imposto, è sta- to di adeguare il nostro codice disciplinare alle norme Madia, di regolamentare le uscite da- gli edifici in orario di lavoro per le pause fuori ufficio, di modifi- care il regolamento dell’anticipo del Tfr e anche di prevedere un futuro meccanismo - odioso so- lo a sentirlo nominare - di valuta- zione dei lavoratori.Diciamo che abbiamo fatto di tutto per ammorbidire questi passaggi ed in particolare, per quanto riguarda quest’ultimo punto della valuta-zione, siamo riusci- ti praticamente a rin- viare l’argomento a future concertazio- ni e futuri accordi. Nel complesso quin- di ci è sembrato uno stralcio positivo. In- fatti l’assemblea dei lavoratori, congiun- ta, ha dato il via libe- ra alla sottoscrizione definitiva.Qualche osservazio- ne, giusta, ci è giun- ta solo da chi ap- punto è già in quarta fascia, e come dice- vamo cercheremo

di trovare una solu-

zione almeno per chi ha un’an- zianità elevata, e dal persona- le del Corpo forestale della PaT, in quanto nel testo sono sta- ti omessi dei riferimenti alle lo- ro progressioni economiche e all’impianto della loro produtti- vità che è stato erroneamente (almeno per chi scrive) cancel- lato.

Sanità:Nursing Up e Uil traditi dall’arroganza e dalla fretta!

In allegato troverete l’ipotesi di accordo sottoscritta.

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Comparto sanità: meno soldi a tutti e troppi a pochiNon è andata allo stesso mo- do nel comparto sanità. Dopo una prima esibizione di musco- li di Nursing Up (sindacato de- gli infermieri) e Uil-sanità che ha addirittura portato alcuni Oss a manifestare sotto l’Apran, aven- do questi due sindacati la mag- gioranza assoluta, Apran si è “smarrita” e per fare in fretta ha trattato (prima in altre stanze e poi al tavolo in nostra presen- za) praticamente solo con quei soggetti.Ce lo si poteva aspettare, non è un problema, ma ciò non toglie che fosse necessario ragionare su soluzioni eque.In un recente comunicato Nur- sing si vanta di aver fatto un ac- cordo “tutto in favore dei Sani- tari”: a parte che non è così, e lo spiego subito, io credo che quando si chiude un accordo che riguarda tante persone, ci si dovrebbe vantare solo quando si è agito con correttezza nei con- fronti di tutti.Non è andata così, anzi, Nur- sing si è vantata anche di aver fermato le richieste di Fenalt di aumentare le indennità dei tec- nici! Non si è mai detto di au- mentare alcunché! Né noi né

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altri. Solo fandonie populisti- che. Uil ha stoppato, anche maleducatamente, ogni discor- so che riguardasse altre cate- gorie professionali oltre gli in- fermieri, e in particolare gli Oss, che sono i veri “fregati” da questo accordo stralcio, pri- ma portati in piazza e poi lette- ralmente traditi.Comunque non sono anda- ti benissimo neppure gli infer- mieri che hanno racimolato un aumento medio di circa 300 euro in meno rispetto agli in- fermieri delle case di riposo, ed inoltre, rispetto a questi, continuano a pagarsi anche i soldi di iscrizione al collegio professionale.Infatti un infermiere delle Au- tonomie locali, tra fascia e au- mento di stipendio, prende in media 160 euro al mese di au- mento (83 se neoassunto), mentre un infermiere dell’Apssprenderà in media (tra una fa-

scia e aumento) 132 euro (61 se neoassunto).Dunque Nursing Up e Uil, dov’è l’affare? Se persino il vostro tar- get è andato peggio che nelle Autonomie locali, chi ci ha gua- dagnato di più? Dove sono an- dati i soldi? Semplice, sono an- dati a favore di quei pochi che grazie all’accordo potranno an- che fare tre salti di fascia! E quello che resta sembra essere destinato in particolare agli api- cali (esperti, specializzati e co- ordinatori).Beffati quindi tutti quanti, com- presi gli Oss che se ne esco- no con un aumento di 99 euro medio, contro i 116 delle Auto- nomie locali (51 se neoassunti, contro i 70 delle Autonomie lo- cali).Ovviamente questo è l’anda- mento che vale per tutte le fi- gure professionali amministrati- ve, operaie e tecniche sanitariee non.

Per questo, con la Cgil, abbiamo proposto dei correttivi che a sor- presa sono stati fatti propri dal- la Giunta provinciale che ha da- to mandato all’Apran di tenerne conto in sede di chiusura: un au- mento superiore per i livelli da A a C (per arrivare al IV e oltre); il rimborso dell’iscrizione ai collegi professionali con risorse aggiun- tive extracontrattuali e, infine, impegni certi per la riqualifica- zione degli Oss, ma anche di al- tre figure amministrative. Dav- vero una rivoluzione ma, fino ad oggi, l’amara sorpresa della de- cisione di Nursing up e Uil di non accettare le migliorie. Incredibi- le. Tutto slitta al 28 dicembre, data troppo lontana per atten- dere gli aggiornamenti prima di andare in stampa: quale sorpre- sa ci riserverà il futuro? Quando leggerete queste righe tutto sa- rà chiaro: speriamo in un ripen- samento di Nursing Up e Uil... e tanti auguri a tutti!

Il contratto provinciale 2016-2018

SÌ AL NUOVO CONTRATTO, MA CON QUALCHE RISERVADi nuovo le ‘pagelline’? Meglio una valutazione collettiva

n ‘sì’ deciso all’ipote- si di accordo stralcio del contratto collettivo

2016/2018 è arrivato dai lavora- tori che hanno partecipato all’as- semblea generale unitaria che si è tenuta a Trento presso il cine- ma Vittoria il 28 novembre scor- so.Senza voler entrare nel merito degli aumenti economici, di cui ormai tutti sono a conoscenza e che personalmente ritengo di-

gnitosi, mi soffermo solo su al- cuni punti di carattere normativo che verranno affrontati nel corso del prossimo anno all’apertura della contrattazione di secondo livello. Mi riferisco in particola- re alla volontà di reintrodurre le ormai famigerate “pagelline” di valutazione dei dipendenti ed al cosiddetto Foreg relativo alla quota per obiettivi specifici.Le “pagelline”, quale metodo in- dividuale di valutazione dei di-

di Bruno BoschettiPresidente Fenalt

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pendenti pubblici, sono state istituite nel lontano 2000 e si so- no dimostrate fin da subito, inu- tili e dannose, in quanto, oltre a creare conflittualità tra i dipen- denti e tra questi e la dirigenza, non erano in grado di portare un criterio di oggettività e imparzia- lità per valorizzare chi più lavo- rava. Dopo anni di proteste da parte della Fenalt finalmente an- che l’amministrazione si è accor- ta dell’inutilità di questo tipo di strumento di valutazione ed ha fatto marcia indietro.Ora, voler ripristinare le “pagel- line” quale metodo di valutazio- ne individuale, nonostante si sia dimostrata l’incapacità ma- nageriale (con le dovute ecce- zioni) da parte della dirigenza, è vergognoso e non dobbiamo assolutamente permetterlo. Se si vuole introdurre un nuovo metodo di valutazione, la no- stra proposta è quella di una valutazione non individuale, ma collettiva legata al raggiun- gimento degli obiettivi stabiliti dal dirigente. Se una struttura raggiungerà gli obiettivi, sarà sì per merito del dirigente, ma an- che e soprattutto dei suoi col- laboratori. È un dato di fatto in- confutabile. Tutto il resto è solo ipocrisia.Per quanto riguarda invece la distribuzione dei soldi legati agli obiettivi specifici, ci vuole più giustizia di quanto è acca- duto fino ad oggi. Infatti, percolpa di alcuni dirigenti vi è

Se si vuole introdurre un nuovo metodo di valutazione, la nostra proposta è quelladi una valutazione non individuale, ma collettiva legata al raggiungimento degli obiettivi stabiliti dal dirigente

stata una distribuzioni delle ri- sorse economiche in modo di- scriminante che ha creato non poche ingiustizie tra i lavora- tori a seconda dell’ente di ap-

partenenza. Nessuno vuole to- gliere ai dirigenti il diritto di premiare il proprio dipenden- te in base ad una sua valuta- zione di merito, ma lo deve fa- re con assoluta trasparenza e coinvolgendo tutto il persona- le della propria struttura. Tra- sparenza vuol dire distribuire le risorse economiche dispo- nibili con criteri omogenei di misurazione e dare a tutti i di- pendenti la possibilità di co- noscere, almeno a consunti- vo, gli importi erogati anche ai loro colleghi. Nascondersi die- tro la privacy per non pubblica- re questi dati, è come confer- mare di non aver fatto le cose con giustizia ed equità.

Nessuno vuole togliere ai dirigenti il diritto di premiare il proprio dipendente in base ad una suavalutazione di merito, ma lo deve fare con assoluta trasparenza e coinvolgendo tutto il

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personale della propria struttura

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Ancora molto da fare per un adeguato riconoscimento

OSS: RIQUALIFICAZIONE AL VIA? Fenalt non chiede banalmente un livello in più, ma una seria riqualificazione professionale

er l’ennesima volta, in fa- se di rinnovo contrattuale con l’Apss, la figura dell’O-

peratore socio sanitario, in sigla “Oss”, è stata a dir poco presa in giro, con delle sparate - perché questo sono e tali rimangono - da parte della Uil che ha affermato di aver chiesto all’assessore Ze- ni un livello in più per tale figura. Logicamente, per noi che erava- mo al tavolo, era chiaro che sitrattava solo di un modo per fa-

to che le permetta di svolgere le attività quotidiane senza ri- schiare denunce! An- diamo un po’ nello specifico per farci ca- pire meglio, speran- do che legga anche la Uil.

Chi è l’Operatore socio sanitario oggi in Trentino in grafica.

di Roberto Moser

re qualche tessera, nessuna ve- ra intenzione da parte della Uil di portare avanti il discorso, anzi, ad un certo punto, quando si chie- deva un aumento adeguato sul- le fasce di anzianità “anomale” proprio la Uil ci ha fermati bru- scamente infischiandosene degli Oss, lasciandoci a bocca aperta! Come Fenalt da anni chiediamo un inquadramento più adeguato per tale figura, questo non vuol dire semplicemente un livello in più, perché non risolverebbe i problemi che l’Oss giornalmen- te deve affrontare, e tanto me- no ciò comporterebbe un sicuro aumento in busta paga: quello che ci preme da anni è cercare un inquadramento adeguato per questa figura, un inquadramen-

È l’operatore che, a seguito di un attestato professionale (vedi de- libera n.1643 del 30 giugno 2000 e conferenza Stato Regione del22 febbraio 2001) ha un suo pro- filo professionale, cinque grandi aree di competenza, un suo co- dice comportamentale, conosce perfettamente e condivide i prin- cipi etici ed i diritti del malato, è tenuto al segreto professionale ed al segreto d’ufficio.

Come Fenalt da anni chiediamo un inquadramento più adeguato per tale figuraL’Oss trentino ha frequentato due anni di scuola professiona- le, 1400 ore tra teoria e pratica (a differenza delle 1000 ore dei suoi colleghi di tutta Italia); nei relati- vi moduli formativi integrati non gli è stata concessa una sola in- sufficienza, neanche parziale, ha svolto i suoi tirocini, ed infine ha sostenuto gli esami davanti ad una commissione provinciale. Rileva i parametri vitali: pressio- ne arteriosa, temperatura corpo- rea, frequenza cardiaca, elettro- cardiogramma, indice di massa

corporea Bmi, eventuale misura- zione glicemica Hgt e li trascrive

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Dopo la visita medica, su indi- cazioni dell’Ip, accompagna il paziente in stanza ed informa paziente e familiari sull’organizza- zione del contesto, per facilitare l’inserimento e l’orientamento nel reparto per il tempo della degen- za (vedi competenze relazionali e di accoglienza del paziente).Si relaziona attuando “l’ascolto incondizionato” e valuta se ed a chi riferire - nei tempi e modi idonei ed alla figura professiona- le preposta per quella tipologia di bisogni (ha ben chiaro in men- te chi fa che cosa) eventuali pre- occupazioni piuttosto che segni/ sintomi a lui rivelati o da lui rile- vati durante il processo assisten- ziale, in quanto promuove e col- labora nel mantenere, sostenere e migliorare la salute “psico-fisi- ca e sociale dell’individuo inseri- to nel suo ambiente di vita”, mo- mentaneamente ospedalizzato. Sicuramente è l’operatore più a contatto con il paziente.L’Oss non viene citato nelle 22 professioni sanitarie riconosciute a livello nazionale (vedi “riordino delle professioni sanitarie”); viene considerato “personale di suppor- to”, e ciò, nonostante sia lui in pri- ma persona a rispondere in gran parte ai bisogni base della perso-

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na. Molto spesso risponde a que- sti in autonomia, in base alle pro- prie competenze, altre volte in collaborazione con la figura pro- fessionale preposta, pur restan- do l’Ip il responsabile del proces- so assistenziale di quella equipe. Poco è cambiato, in questi anni, in fatto di riconoscimento pro- fessionale, riguardo alle figure di supporto quali l’inserviente di 40 anni fa, o l’ausiliario di 30 anni fa, o l’Ota di 20 anni fa, o l’Oss di oggi e tutto questo, nonostante la sua biennale “formazione pro- fessionale” e nonostante non la- vori più per mansioni, ma sia in possesso di un suo “profilo pro- fessionale” e gli siano state attri- buite competenze quali “l’aiuto diretto alla persona di specifico carattere sanitario”, e tante al- tre, faccia parte dell’equipe, sia stato professionalmente educa- to all’interazione con le altre fi- gure professionali rispettando- ne le competenze, sia in grado di agire in autonomia in base alle proprie competenze, sia sempre pronto a rispondere del suo ope- rato a colleghi e superiori.

Cosa chiediamoCrediamo che l’Oss, per il fat- to di essere un operatore che ri- sponde con competenza e pro- fessionalità ai bisogni base dalla persona, per il fatto che gli siano state attribuite delle competenze di specifico carattere sanitario e che svolge il suo lavoro in stretto contatto col paziente, relazionan- dosi in totale simmetria ed asser- tività, permettendo allo stesso di confidargli se stesso e quindi ri- portare e condividere con l’equi-

Non si chiede banalmente “un livello” in più, ma una riqualificazione professionale che

permetta all’Oss di fare un percorso che lo porti ad un ruolo sanitario

Fenalt ha presol’impegno di promuovere la riqualificazione degli Oss e lo porta avanti con determinazione perché rappresenta un dirittoper gli operatori e un risparmio per i datori di lavorope di lavoro i bisogni della per- sona, nel rispetto del segreto professionale, meriti di essere messo in condizioni di crescere nella sua professionalità. Que- sto non è soltanto un suo dirit- to, ma un suo dovere. Esiste un accordo tra Ministro della Salute, Ministro delle lavoro e delle poli- tiche sociali, Regioni e le Provin- ce autonome di Trento e Bolzano del marzo 2003, per la disciplina della formazione complementa- re in assistenza sanitaria della fi- gura professionale dell’Oss (vedi art. 1 comma 8 Decreto legge 12 novembre 2001 n.402 convertito con modifica nella legge 8 gen- naio 2002 - vedi anche Gazzetta Ufficiale n.41 del marzo 2003). La Provincia non ha ancora provve- duto all’organizzazione dei relati- vi moduli di formazione comple- mentare in assistenza sanitaria, ma ha apportato alla figura di ba- se alcune modifiche di dubbia le- gittimità, arrivando ad una figura parzialmente diversa da quella di base. Oggi l’Oss nei nostri Ospe- dali (Apss e cliniche private) svol- ge, dopo doverosa pianificazione con l’Ip, molti più compiti di quel- li attribuitigli all’inizio (tra corsi in- terni ed esterni) a discrezione dei vertici aziendali, ed esigenze or- ganizzative che si sono verifica- te nelle diverse realtà lavorative in questi anni, da quando l’Oss è entrato a fare parte dell’organico aziendale. Se andiamo a vedere le competenze iniziali dell’Oss trentino (vedi profilo) e lo rappor- tiamo al ruolo che oggi svolge (grazie a formazioni interne: bls retraining + dae, prevenzione e

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gestione lesioni da decubito, ve- rifica e revisione qualità dell’os- sigenoterapia, corso antincen- dio D.Lgs.626/94 e s.m. etc) ed infine andiamo a vedere l’allega- to “A” che si riferisce alle com- petenze

dell’operatore socio sanitario con formazione com- plementare in assistenza sani- taria, ci accorgiamo presto, che quello che manca da noi per ave- re diritto al riconoscimento delle competenze di specifico caratte- re sanitario, sono dei moduli for- mativi contenenti:• Farmacologia• Terapia

intramuscolo e sotto- cutanea

• Abilitazione ad eseguire l’en- teroclisma.

Non si chiede banalmente “un li- vello” in più, ma una riqualifica- zione professionale che permet- ta all’operatore socio sanitario di fare un percorso che lo porti ad un ruolo sanitario, magari cam- biando anche il nome stesso, e senza andare a cercare tanto si potrebbe rispolve

rare il nome dell’infermiere generico.Tutto questo non deve fermar- si ad un gioco di tesseramen- to, ma deve essere un impegno serio, ricordando che Fenalt ha preso questo impegno e lo ha portato avanti senza mai rinun- ciare perché noi ci crediamo ve- ramente: crediamo anche che se questa riqualificazione fosse attuata, pure le aziende avrebbe- ro un proprio vantaggio ed un ri- sparmio notevole.

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È ora di razionalizzare anche sulle poltrone

VANTAGGI E SVANTAGGI DELLE FUSIONI DELLE APSPAccorpando si riducono i costi a favore del servizio e degli operatori

ormai da tempo che si parla delle fusioni delle Apsp: come Fenalt nel

2012 abbiamo detto, e cosa im- portante, anche scritto, che il si- stema Apsp deve essere rivisto! Ci ha spinto nel prendere questa posizione un insieme di motivi, per noi significativi; vediamo co- munque che c’è un’opposizione da parte di chi rischia di rimet- terci, direttori, presidenti e cda, col tentativo di coinvolgere an- che alcuni operatori sulla base di argomentazioni che lasciano il tempo che trovano.

La Fenalt dal 2012 ritiene che il sistema delle Apsp debba essere rivistoQuello che più preme agli opera- tori è la sicurezza che con la fu- sione non venga cambiato loro il posto di lavoro, cioè se uno è dipendente dell’azienda x e l’a- zienda x fa una fusione con l’a- zienda y non si, trovi a lavorare dall’oggi al domani nell’azien- da y. Su questo logicamente c’è un ragionamento semplice da fare: l’Apss è da anni un’a- zienda unica, ma gli operatori non vengono spostati per il vez- zo di qualche direttore. Se inve- ce chiedono la mobilità verso un altro ospedale, seguendo le gra- duatorie e rispettando dei criteri per tutti uguali, la mobilità viene applicata, a volte con dei tem- pi lunghi a volte meno, ma vie- ne applicata. E non ci sentiamo di dire che per politiche azien- dali la mobilità non viene presa in considerazione, come succe- de ora nelle Apsp, che ad oggi

sono aziende separate con una gestione del personale separa- ta. Qui, se uno chiede l’avvicina- mento a casa, è solo discrezione delle direzioni accettare o rifiuta- re con le motivazioni più dispara- te possibili.Abbiamo notato che l’unico pun- to a sfavore del dipendente nel- la fusione potrebbe essere que- sto. Se però lo consideriamo per bene, accettando che chi lavora in un ente possa essere sposta- to in un altro ente per motivazio- ni valide - e su questo mette- remmo dei paletti ben precisi e chiari - lo vediamo solo come un altro punto a favore, dato che si deve rendere la mobilità su ri- chiesta del dipendente fattibile e veloce.Logico che chi deve salvaguar- dare la sua poltroncina ha una visione contorta delle cose: noi che non abbiamo poltroncine da salvare la vediamo in maniera più semplice e limpida!I punti positivi sono molteplici.1. Riduzione dei costi, come ad

di Roberto Moser

esempio acquisti più organiz- zati con costi minori; calcolia- mo solo il taglio delle spese delle direzioni: oggi un diretto- re riceve una media di 90 mila euro anno e il 40% di questa cifra viene data al presidente, bene, questi soldi verranno ri- sparmiati e rinvestiti in assi- stenza, e non sono pochi.

2. Abbiamo un altro grosso no- do. Più del 40% degli opera- tori ha delle limitazioni, più o meno gravi. Se in pensione si può andare solo dopo quasi44 anni di lavoro o dopo 67 anni di età, vien pensare che il dato del 40% può solo au- mentare e ci si troverà ben presto - “purtroppo”- davanti ad un dramma che già oggi si sente, ma che aumenterà in proporzioni disastrose: do- ve verranno collocate queste persone? La legge su questo è chiara: se un operatore non è più idoneo alla mansione, o l’azienda trova una man- sione sostitutiva adatta all’o-

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peratore, o questo va incon- tro ad un licenziamento. Se ha più di 20 anni di contribu- ti come dipendente pubbli- co, il licenziamento porta ad un prepensionamento, altri- menti questo si trasforma in un licenziamento e stop. Nel caso di invalidità tale che l’o- peratore non possa più svol- gere nessun lavoro, gli anni di contributi scendono a 15. Non è difficile capire che più grande è l’azienda più possi- bilità ci sono per collocare un operatore in una mansione ad hoc per le sue limitazioni, più piccola è più difficoltà ci saranno. Allora se noi imma- giniamo un’azienda che com- prenda più Apsp e anche le Comunità di valle, abbiamo un margine d’azione molto maggiore rispetto ad oggi.

3. Ad ora abbiamo 42 Apsp con42 interpretazioni contrattua- li diverse; forse avere una so- la testa pensante invece di 42 risolverebbe i problemi che in- contriamo quotidianamente, pertanto auspichiamo di parlare con un unico interlocutore per quel che riguarda il contratto di lavoro, e interpretarlo una volta per tutte in maniera uniforme in tutte le Apsp del Trentino.

4. Turnistica: oggi siamo in con-dizioni allucinanti, troviamo le

turnistiche variopinte e incomprensibili e diver- se da posto a posto; non si capisce il per- ché, visto che se andia- mo all’ospedale di Tren- to, S. Chiara, troviamo la stessa turnistica dell’o- spedale di Tione o di Arco e via dicendo. E parliamo di 6000 opera- tori in turno: non credia- mo sia impossibile ave- re una turnistica uguale

per i 3000 operatori in turno alle Apsp, in modo da poter- la comprendere. Ad oggi infat- ti non si capisce perché in cer- te Apsp è possibile fare sia il part time verticale sia quello orizzontale, in altre solo quello orizzontale, in certe solo quel- lo verticale; crediamo che si possano applicare tutti e due gli istituti contrattuali previsti. Per non parlare dei riposi: non è più tollerabile il 6/1 e in certe realtà lo troviamo ancora; co- me pure si vorrebbe la stessa sequenza di turni con gli stessi riposi per tutti. Forse ci sareb- bero risparmi di risorse oggi impiegate nel redigere turni- stiche indecifrabili. Una matri- ce uguale per tutti gli operatori delle Apsp e, se un giorno ve- nisse cambiata, si cambia in maniera omogenea per tutti con un accordo sindacale.

5. Vogliamo fare il punto anche sull’applicazione del codice di- sciplinare. Ci troviamo a volte

a discutere di disciplinari con persone incompetenti, che cre- dono di esserlo e che fanno sbagli enormi; ma è possibile che in Apss ci sia una persona sola che tratta questo aspetto per 8000 dipendenti e in Apsp ce ne sono più di 40 per 4000 dipendenti? Il procedimen- to disciplinare è una cosa se- ria e non vogliamo che diventi una pagliacciata per qualche in- competente che lo rende tale, sempre a spese del dipenden- te che ne paga le conseguenze.

6. Anzianità di servizio: come stanno le cose oggi; se ci spostiamo da una Apsp all’al- tra, se non è per mobilità, l’an- zianità di servizio non ci viene riconosciuta perché venia- mo da un’azienda diversa. In un domani con la fusione del- le Apsp, essendo un’azienda unica, l’anzianità di servizio ci verrebbe riconosciuta.

Forse - o sicuramente - ci sono altri punti a favore per l’operato- re. E a sfavore non ne troviamo. Certo per i direttori e i presiden- ti sì, ma visto che dobbiamo ra- zionalizzare, siamo anche un po’ stufi che questa razionalizzazione avvenga solo ed esclusivamente sulla pelle dell’operatore. Faccia- mo un po’ di spending review an- che sui vertici una volta tanto.

La fusione? Trattamenti più uniformi per gli operatori

Dall’accorpamento una riduzioni di costi per presidenti, direttori e cda

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INSERTO SPECIALE

L’ACCORDO STRALCIO PER LE AUTONOMIE LOCALIPubblichiamo di seguito l’ipotesi di accordo stralcio per il rinnovo del contratto collettivo di lavoro 2016-2018, biennio economico 2016-2017, per il comparto delle Autonomie locali, area non dirigenziale.

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2525

C

L’accordo dei pubblici dipendenti a livello nazionale

COSÌ SI SVENDONO I LAVORATORI E SI UCCIDE LA DEMOCRAZIACgil, Cisl e Uil partecipano al delitto ed incassano la mancetta

on un atto di arroganza che va al di là del buon senso ed è al di fuori da

ogni procedura democratica la ministra per la semplificazio- ne e la pubblica amministrazio- ne, Marianna Madia, dopo aver sentito tutte le organizzazioni sindacali, ha deciso di incon- trare la sola triplice per siglare, non il contratto (quello, in base alla legge non lo possono fare solo con la triplice),ma un ac- cordo chiaramente preelettora- le, in vista del referendum del4 dicembre, in cui si svendono

Dopo questa mancetta Cgil, Cisl e Uil dovrebbero vergognarsi, e dovrebbero andare a nascondersi

i lavoratori, il loro diritto ad una giusta retribuzione e la possibi- lità di recuperare - almeno par- zialmente - il potere di acquisto delle buste paga svalutate arti- ficialmente con un blocco legi- slativo delle retribuzioni che è stato attuato, se non con il con- senso, quanto meno con il cor- responsabile silenzio della tri- plice. la Triplice ha così siglato un accordo pre-elettorale che

condizionerà tutti, ma non rap- presenta tutti. come è noto la legge di bilancio del 2017 non ha stanziato le somme neces- sarie a coprire gli 85 euro lor- di di cui si parla; non ci sono quindi le risorse e le copertu- re finanziarie per sottoscrivere i contratti che dovranno attende- re la legge di bilancio del 2018 che sarà varata a fine 2017. poi nel 2018, i lavoratori delle pub- bliche amministrazioni avranno una mancia di 85 euro medie pro capite. Ma dove vivono, su quale luna mangiano? In que- sto periodo si stanno rinnovan- do i contratti del lavoro privato con aumenti simili, ma quel- le categorie del lavoro privato che oggi rinnovano il contratto ad 80-90 euro hanno già avuto gli aumenti di due rinnovi rela- tivi ai trienni 2010-2012 prima (circa 100 €) e 2013- 2015 poi (circa 130 €); sei anni di bene- fici contrattuali nei quali i lavo- ratori delle pubbliche ammini- strazioni avevano lo stipendio bloccato; il medesimo stipen- dio che hanno oggi e che for- se l’anno prossimo si vedranno aumentato con la mancia elet- torale concordata oggi.

a cura dell’Ufficio stampa Usae

Dopo questa mancetta Cgil, Cisl e Uil dovrebbero vergo- gnarsi, e dovrebbero andare a nascondersi.Proprio loro, che ad ogni ali- to di vento, in ogni occasione, si sciacquano la bocca con pa- role come democrazia, rispet- to, partecipazione; ma hanno chiesto ed ottenuto dalla Mini- stra di attuare una politica ma- leducata ed arrogante e di fare carne di porco della democrazia sindacale e della cortesia istitu- zionale.Questa arroganza merita di es- sere portata alla conoscenza di tutti i lavoratori affinché gli stessi possano decidere con coscien- za di causa a chi attribuire la re- sponsabilità della loro progressi- va perdita di potere di acquisto e della loro lenta, ma inesorabi- le discesa verso la povertà. Noi non ci stiamo!

Solo 85 euro di aumento dopo sei anni di blocco, quando i privati hanno già avuto gli aumenti di due rinnovi relativi ai trienni2010-2012 (circa 100 €) e2013- 2015 (circa 130 €)

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I

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Mistero sulle indennità

P.A.T.: CORSA AD OSTACOLI VERSO LA TRASPARENZALa Fenalt ha chiesto la corretta applicazione della norma

l 19 agosto 2016 il Dipartimen- to organizzazione personale ha provveduto, dopo una lun-

ga elaborazione, a inviare alle or- ganizzazioni sindacali i dati delle indennità percepite dal persona- le della PaT, relativi al 2014. Appe- na aperto il file, confesso di aver pensato a un grossolano errore materiale di chi aveva trasmes- so la mail, magari inserendo una qualche bozza dimenticata sul pc, ma subito dopo ho capito che, purtroppo, non era così: si tratta- va di un’elencazione anonima di dati senza riferimenti sostanziali quali i nominativi, i servizi di ap- partenenza, i livelli. Quest’accoz- zaglia di dati, assolutamente inu- tile, suonava come una presa in giro nei nostri confronti.Faccio un passo indietro per spie- gare alcuni concetti fondamenta- li; l’accordo di settore di data 17 dicembre 2010 all’art. 4, comma6 dispone che la Provincia prov- veda, con cadenza annuale, a fornire per iscritto al sindacato i nominativi dei destinatari delle indennità, con il relativo ammon-

I dati che devono essere forniti al sindacato, sono uno strumento fondamentaleche gli consente di operare a tutela dei lavoratori e di monitorare la correttezza nell’utilizzo degli istituti contrattuali

Negli ultimi tempi si assiste a continui tentativi dell’amministrazione, volti a ostacolare la trasparenza e il corretto lavoro del sindacato nel campo piuttosto delicato delle indennità

tare delle quote. Anche l’accor- do decentrato sulle modalità di utilizzo delle risorse del Foreg., di data 18 marzo 2015 dispone, all’art. 9, analoga procedura. Questo comportamento censu- rabile dell’Amministrazione co- stituisce solo l’ennesimo caso di violazione delle norme sottoscrit- te ed è ovvio che, con tutto que- sto, essa metta seriamente in di- scussione la propria credibilità in occasione di future, analoghe proposte contrattuali. Va subito detto che la Fenalt ha immedia- tamente inviato al dipartimento una lettera con l’invito alla corret- ta applicazione della normativa e, analoga nota di protesta, è stata spedita dalle altre sigle sindacali. In esito a queste richieste di par- te sindacale, il Dipartimento or- ganizzazione personale ha gros- solanamente rettificato i dati con qualche integrazione, conferman- do una preoccupante immagine di crescente scarsa trasparenza.I dati che devono essere forniti al sindacato, sono uno strumen- to fondamentale che gli consen- te di operare a tutela dei lavora- tori e di monitorare la correttezza nell’utilizzo degli istituti contrat- tuali: in troppe circostanze, an- che recenti (Foreg 2015), si è as- sistito a violazioni, documentate, della normativa in vigore, da par- te di qualche dirigente. Come detto, negli ultimi tempi si assi- ste a continui tentativi dell’am-

di Mauro de Giorgio

ministrazione, volti a ostacolare la trasparenza e il corretto lavoro del sindacato nel campo piutto- sto delicato delle indennità.Tutti questi comportamenti sem- brano confermare la volontà di criptare le scelte operate dalla di- rigenza nell’elargire le indennità: probabilmente qualcuno teme le conseguenze nel caso in cui i di- pendenti sapessero cosa succe- de realmente nel loro servizio. L’assemblea del 28 novembre ha evidenziato con i vari interventi che si sono succeduti, che que- sti temi sono molto sentiti dai lavoratori e sarà importante te- nerne conto alla vigilia della ria- pertura dei tavoli, che avverrà nei primi mesi del 2017, dove saran- no affrontati questi argomenti. Anche una petizione dei lavoratori di un servizio PaT, risalente all’inizio di quest’anno, avente per oggetto il pessimo utilizzo delle risorse del Foreg 2015, evidenzia bene le con- seguenze negative che un simile, scorretto fenomeno, ha sugli am- bienti di lavoro; le indennità elargi- te in quel modo ottengono l’esatto opposto di quanto previsto quan- do furono istituite.L’impegno che attende il sindaca- to nei prossimi mesi sarà molto difficile, perché occorre fermare una tendenza che, se lasciata a se stessa, avrà pesanti conseguenze

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nella pubblica amministrazione.

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D

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Gestioni associate dei Comuni

BASTA IMPROVVISAZIONI!Iniziative senza criteri razionali e basate su presupposti tutt’altro che dimostrati

di Maurizio Valentinottia agosto è iniziata in mol- ti comuni l’esperienza delle gestioni associate,

avventura che ora si renderà an- cor più impegnativa (proroghe a parte) con il nuovo anno.Si tratta di un progetto imposto ai piccoli comuni che non han- no avuto il via libera alle fusioni, come soluzione per risparmiare grazie alle cosiddette economie di scala. Sarà vero?In effetti questa è la domanda fon- damentale perché se il presuppo- sto su cui si basa un’operazione come questa, fosse “falso”, l’ope- razione sarebbe solo una messa in scena priva di fondamento. Siamo convinti che ci si sia ba- sati su un grande equivoco, si è parlato di “risparmiare”, ma in realtà si cercherà di “rispar- miare solo sui dipendenti”. Nel complesso il bilancio sarà sicu- ramente negativo.Infatti lo sbaglio di fondo è stato non partire su basi solide, come farebbe qualsiasi azienda priva- ta, calcolando le risorse umane necessarie per il tipo di attività che si intende svolgere. Basar- si, come è stato fatto, su una casuale riduzione del persona- le in base al fatto che qualcuno (per fortuna) andrà in pensione e molti non saranno sostituiti, non è programmazione, è improvvi- sazione. È affidarsi al caso.

Si risparmia sul personale, ma si spende di piùL’effetto sarà che in molti casi i ser- vizi - la “mission dell’azienda Co- mune” - saranno inferiori/peggiori. In molti casi il personale si trove- rà a supplire a carenze d’organi-

Ci si è proposti di “risparmiare”, ma in realtà si cercherà di “risparmiare solo sui dipendenti”

co con un sovraccarico di lavoro. In altrettanti casi sarà necessario spendere molto di più per far fa- re all’esterno quello che non si può più fare. E costerà molto, ma molto di più. È il caso per esem- pio delle manutenzioni: perché non valutare che dotazione di operai minima serve ai comuni per effettuare le manutenzioni? Ogni lavoro appaltato costa mini- mo tre volte di più: perché se si spende per i nostri operai è spe- sa fatta male, ma se si spende il triplo pagando imprese è investi- mento? Alla fine dell’anno il bi- lancio sarà più duro da chiudere, perché i soldi sono soldi. E per- ché non valutare quali siano le attività che davvero valga la pe- na di esternalizzare (almeno per i piccoli e medi comuni), in quanto saltuarie e specialistiche e delica- te, tali da essere meglio assolte da imprese specializzate, come la gestione dei cimiteri e la ge- stione degli acquedotti?E lo stesso ragionamento, per esempio, si può fare con gli uf- fici tecnici: perché non decide- re a monte cosa convenga fare internamente, sia in termini di ri- sparmio sia in termini di maggior attenzione: quali progetti, quali di- rezioni lavori ecc, costruendo un ufficio tecnico strutturato per fare quasi tutto il possibile. Questo sa- rebbe risparmio e sarebbe qualità. Il peso dell’improvvisazione che è stato scaricato sui lavorato-

In molti casi il personale si troverà a supplire a carenze d’organicocon un sovraccarico di lavoro

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Perché non si è deciso a monte cosa convenisse fare internamentee cosa esternizzareri non si misura solo in termini di stress e affanno, ma anche e soprattutto in termini di disa- gio derivante dall’insoddisfazio- ne dell’utenza. Ci mettiamo la faccia, ma non abbiamo le risor- se necessarie per organizzare al meglio il servizio: la gente non si lamenterà del Sindaco, ma dell’impiegato e dell’operaio.

La concertazione coi sindacati: uno strumento che va usato meglio.Le amministrazioni hanno mes- so a punto dei progetti di gestio- ne associata dei servizi basati su criteri del tutto disomogenei, che sono stati sottoposti all’attenzio- ne dei sindacati. Fenalt ha deciso di non sottoscrivere più alcuna concertazione se non è previ- sto che si tratti solo ed esclusi- vamente di progetti sperimenta- li che vanno monitorati durante la loro implementazione e dopo un anno di prova. È impossibile in- fatti valutare gli impatti sui lavora- tori dei progetti che sono spesso carenti, spesso anche fatti solo per rispettare gli ordini della Pro- vincia, senza alcuna convinzione. È questo l’unico modo di limita- re i danni di questa operazione

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È

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affrettata e senza logica: tenere monitorato e intervenire per cor- reggere quello che non va.

Indispensabile il ruolo dei delegati È però necessario, fondamen- tale, che ci siano punti di riferi- mento per il sindacato, delegati in grado di essere attenti a quel che accade e a raccogliere le problematiche dei colleghi. Per- sone credibili che si offrono per fare da tramite tra i lavoratori e il sindacato, fornendoci gli ele-

Servono più delegati che come sensori orientino l’attività del nostro Sindacato: non è possibile altrimenti essere efficaci. Ci appelliamo perché più lavoratorisi impegnino in questo senso

sollecitazione da parte di qualche iscritto va persa: è oggi umana- mente impossibile seguire tut- to direttamente. Per questo ser- ve costruire collegamenti e serve

l’impegno dei rappresentanti aziendali o di zona. È da troppo tempo che in particolare il per- sonale dei Comuni non è segui- to bene a livello sindacale, sia per il disinteresse dei lavoratori, sia per le difficoltà da parte del sin- dacato: ora è giunto il momento di provare ad organizzarci meglio, perché è l’unico modo per poter migliorare le cose. Come diciamo sempre, l’alternativa è arrendersi. E non rientra nel nostro carattere.

menti per essere preparati nei confronti delle amministrazio- ni. Questa è la sfida che come Fenalt riteniamo fondamentale. Lavorare senza questo aggancio alla realtà? Il sindacato allora è pura teoria. Ma oggi abbiamo bi- sogno di fatti.Mi scuso se ogni tanto accade che non si sia presenti a qualcheriunione o se accade che qualche

ATTENZIONE: RIQUALIFICAZIONI A TEMPO DEBITO,ALTRIMENTI SI RISCHIA LA BEFFACome sapete è da un anno che si è avviato un certo percorso per riqualificare il personale sot- toinquadrato, soprattutto grazie all’impegno di Fenalt che ha più volte insistito su questo no- do. Questo è positivo e siamo pronti ad affrontare le concertazioni in tutti i comuni, ma atten- zione, soprattutto nei prossimi mesi a venire, prima di fissare le date del nuovo inquadramento, aspettiamo di avere chiare le date dei passaggi di fascia economica per effetto del rinnovo con- trattuale, perché se un dipendente viene riqualificato in data precedente a quella in cui avrebbe diritto alla progressione economica, ci rimette quest’ultima e sarebbe beffato per diversi anni.

Rovereto: lavori in corso

CINQUANTUN ANNI E LI DIMOSTRANOEtà media alta per un comune in evoluzione

di Michele Zonta

stato un anno complesso per il Comune di Rovere- to e il prossimo non appa-

re sicuramente da meno.Il personale (la cui età media è di ben 51 anni!) è stato chiama- to ad assecondare una serie di modifiche alla struttura comuna- le che si può sicuramente defini- re “epocale”.Si è partiti in inverno-primave- ra con i cambiamenti “tecnolo- gici” e procedurali, si è prosegui- to nell’estate con l’ampliamento delle competenze (gestione as- sociata con Isera) e si è chiuso nell’autunno con l’applicazione di una prima “rivoluzione” dell’ap- parato comunale (a cui, si sa per certo, ne seguiranno altre). Inoltre, per motivi comprensibili,

Nonostante l’impegno dei dipendenti che non arretrano davanti alle trasformazioni in corsi, l’Amministrazione tollera le solite calunnie della stampa contro i lavoratori

si è pure avuto un gran giro d’uf- fici: scatoloni fatti e disfatti, rifat- ti e ridisfatti e avanti.La critica non sta nella “rivoluzio- ne” o nella novità delle scelte: il fatto è che novità e rivoluzione non sempre portano necessaria- mente a risultati migliori. Sicuramene un plauso va a tut- te le colleghe e a tutti i colleghi che, come sempre, cercano di tenere botta ai cambiamenti del momento, alle ultime novità in

materia di competenze e ad un indomito spirito di adattamento. A fronte di tutto questo l’Ammi- nistrazione comunale lascia che sulla stampa quotidiana appaiano i soliti articoli sui dipendenti pub- blici poco produttivi, assenteisti, da prendere a calci e quant’altro. Si diceva del futuro, cosa ci

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aspetta?Innanzitutto la gestione associa- ta con Isera che dal 1° gennaio2017 si estenderà a tutti i servi- zi comunali e ad oggi non è sta- to ancora affrontata.Poi ci sarà la seconda fase del- la “rivoluzione” che dovrebbe riguardare le “posizioni orga- nizzative”, i capi ufficio e proba- bilmente ritocchi nei vari uffici/ servizi.E a fronte di tutto questo? Nes- suno ha ancora parlato di incen- tivi, di produttività, di formazio- ne specifica (dovrebbe esserci un piano in “formazione”). Concludo con il titolo: 51 e li dimostra. Da recenti dati sul personale comunale in servi- zio, risulta che l’età media (sot-tolineo: l’età media) sia di 51

anni!Grazie ai bloc- chi del turn-over e alla (eterna) ca- renza di risorse i prossimi, forse, ad essere assun- ti saranno i nostri nipotini; un gap generazionale ta- le da poter crea- re seri problemi di comunicazio- ne fra generazioni cresciute cultural- mente e tecnolo- gicamente in età diverse, con com- petenze diverse e saperi diversi.Ma si sa: i “non-ni” sono una risorsa, che sicura- mente sarà sfruttata.

La piattaforma dell’Amministrazione per il triennio 2016-2018

AL VIA IL RINNOVO DEL CONTRATTO, FRA DELUSIONI E SCISSIONINasce in Cciaa e Regione un nuovo sindacato indipendente dallo scioglimento del gruppo storico della Cgil. Intanto l’Amministrazione formula le prime propo- ste per il rinnovo del contratto (2016-2018): la strada è tutta in salita

l rinnovo contrattuale sta cau- sando i primi traumi. E non solo fra Amministrazione e

Sindacati come sarebbe leci- to attendersi. E neppure fra dif- ferenti sigle sindacali, come sarebbe altrettanto possibile,

Nei giorni scorsi infatti l’Amministrazione ha formulato una bozzadi piattaforma su cui ragionare con le Organizzazioni sindacali. Si tratta di proposte del

tutto inaccettabili. anche se non auspicabile. Inve- ce le

lacerazioni si consumano, drammaticamente, all’interno delle stesse OO.SS.Alcune settimane fa, infatti, i colleghi di Regione e Cciaa, iscritti al mag-giore sindaca- to italiano, han- no dato in toto le dimissioni dopo una serie di ten- sioni e contrasti con la segrete- ria della Cgil. Ne è nato un nuovo sindacato indi- pendente, il Sin-

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di Paolo Milani

di, cui auguriamo di portare un valido contributo al tavolo della discussione in merito al rinnovo contrattuale. Ed è proprio que- sto il tema che ci preoccupa di più, perché dalle prime avvisa-

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glie non prevediamo alcunché di buono.Nei giorni scorsi, infatti, l’Am- ministrazione ha formulato una bozza di piattaforma su cui ra- gionare con le Organizzazioni sindacali. Si tratta di proposte del tutto inaccettabili. In pri- mis sul piano delle risorse “fre- sche”. Mentre altrove nel setto- re pubblico trentino sono stati firmati contratti che prevedono anche aumenti del 4%, pare di dover constatare che il contrat- to dei dipendenti regionali e ca- merali sia considerato la Cene- rentola del gruppo. L’aumento a regime previsto finora è del3% a partire dal 2018: le delibe- re della Giunta regionale asse- gnano un 1,1% in più sul monte salari al 2016, un 1,3% al 2017 e uno scarno 0,6% al 2018. Si fa notare che l’indice Ipca (l’in- dice armonizzato a livello euro- peo dei prezzi dei beni al con- sumo) segna un’inflazione all’1,2% per il 2018: quindi l’in- cremento contrattuale per il ter- zo anno non sarebbe neppure pari al livello stimato d’inflazio- ne. Per questo tutte le sigle sin- dacali presenti al tavolo hanno firmato una lettera – promossa da Fenalt e Cisl – per chiedere al Presidente della Regione di ri- vedere quelle cifre a salvaguar- dia della dignità e del valore dei dipendenti del comparto.

Ma non basta.Dopo i tanti anni di blocco che hanno leso il potere d’acquisto dei nostri salari e reso neces- sario l’aggiornamento di alcu- ni istituti giuridici ci si sarebbe aspettati da parte dell’Ammini- strazione una scelta responsa- bile in direzione di un recupe- ro di quanto perduto sul piano di un miglioramenti e delle con- dizioni contrattuali. Invece non è stato così. I temi proposti dall’Amministrazione sono quel- li centrali al rapporto di lavoro : le progressioni economiche e di carriera, il relativo finanzia- mento, la flessibilità dell’orario, la valutazione delle prestazioni, il buono pasto, le indennità di direzione d’ufficio. Per ognuno siamo stati costretti a consta- tare delle proposte sorprenden- ti. Siccome la materia è molta e richiede abbondanti commenti, abbiamo intenzione di illustrar- la a tutti i dipendenti di Regione e Camera di commercio in ap- posite assemblee informative che rappresentano un’occasio- ne utile per raccogliere anche il punto di vista dei partecipan- ti. Tuttavia fin d’ora le Organiz- zazioni sindacali si sono mo- bilitate in blocco scrivendo al presidente Arno Kompatscher rivendicando risorse finanziarie inadeguate e proposte di rinno- vo che lasciano trasparire inten-

ti discriminatori nonché inac- cettabili peggioramenti rispetto alla situazione attuale. La lettera chiede al Presidente un incon- tro per verificare in sede politica la situazione e ricordargli quan- to ci aveva annunciato nei pre- cedenti incontri.Una cosa però è chiara. Questa volta per ottenere qualcosa do- vremo impegnarci. Nessuno ci regalerà niente. Non è più tem- po di regali. Se otterremo qual- cosa sarà perché tutti insieme (sindacati e lavoratori) ci sare- mo fatti sentire e avremo fatto sentire che questi temi ci stan- no a cuore. Se lo faremo, sarà un ulteriore segnale per la politi- ca, che di questi tempi si sta ac- corgendo come le scelte degli elettori possano riservare delle sorprese non scontate! La no- stra voce può ritrovare un suo peso. Bisogna però tornare a crederci!In coincidenza con il rinnovo del contratto si registra anche in Ca- mera di commercio la volontà di modificare l’orario di lavoro. Si tratta di un’iniziativa dell’Ammi- nistrazione che incontra il favore dei Sindacati almeno sulla base delle premesse con cui ci è sta- ta proposta. Restiamo in attesa di vedere gli sviluppi futuri mani- festando tutta la nostra disponi-bilità a discuterne.

La proposta economica:+1,1% per il 2016;+ 1,3% per il 2017;

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+0,6% per il 2018

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Federazione Autonoma Pensionati del Trentino aderente alla U.S.A.E.

PER CHI È ANDATO O STA ANDANDO IN PENSIONE

nformiamo tutti i lavoratori che sono andati in pensione o che sono in procinto di farlo

che possono iscriversi alla FAPe (Federazione autonoma pensio- nati del Trentino) ritirando la tes- sera presso la sede FeNALT in via L. Pergher, 16, dal lunedì al vener- dì dalle ore 9,00 alle ore 12,30.Lo scopo principale che ci pro- poniamo, senza fine di lucro, è quello di dare impulso alla no- stra Federazione autonoma pen- sionati per diventare punto di ri- ferimento per chi, pur avendo abbandonato il lavoro, ha anco- ra voglia di lottare per tutelare i propri diritti nel rigoroso rispetto del metodo democratico sapen- do che la nostra ricchezza è la li- bertà dai partiti politici. L’iscrizione al sindacato FAPe comporta un costo annuo di 25 euro.

Con l’iscrizione si ha dirit- to all’assistenza fiscale ed al- la compilazione del mod. 730 gratis tramite il CAF della Col- diretti presentando la tessera di iscrizione e al servizio Patronato EPACA nelle seguenti zone:

La tessera FAPe ti dà anche la possibilità di usufruire della con-

sulenza e assistenza legale tra- mite l’avvocato Francesco Ro- mano (colloqui, pareri, ecc) che saranno gratuiti per quanto ri- guarda il diritto del lavoro e pre- videnziale, il diritto sindacale e il diritto di famiglia.

RECUPERO DEGLI ARRETRATI PENSIONISTICI:GRATIS PER GLI ISCRITTI FAPe Le recenti polemiche sui costi e le modalità del recupero degli arretrati sulle pensioni blocca- te dal Governo con un provve- dimento giudicato anticostitu- zionale dalla Consulta ci hanno indotti a fare degli approfondi- menti. Abbiamo chiesto un pa- rere all’avv. Francesco Romano, punto di riferimento sulla mate- ria per tutti i pensionati trentini. Secondo tale parere è necessa- rio entro la fine anno compila- re un’apposita richiesta di inter- ruzione dei termini e richiesta di recupero degli arretrati do- vuti. Tale modulo è disponibi- le preso Fenalt in via L. Pergher16 a Trento, compilato secondo

le indicazioni dell’avv. Romano. Verrà consegnato gratuitamen-

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a cura di Bruno Boschetti

te con le indicazioni di compi- lazione a tutti gli iscritti FAPe . L’iscrizione al sindacato au- tonomo FAPe costa 25 euro all’anno e dà diritto anche al- la compilazione gratuita del730. Per quanto invece riguarda la seconda fase, ovvero quel- la dei ricorsi, l’Avvocato consi- glia di aspettare l’esito delle pri- me tra le varie cause in corso, aggiungendosi poi individual- mente quando verrà ritenuto necessario ed utile. Per questa seconda fase ovviamente ci at- trezzeremo per fare un tratta- mento che sia vantaggioso per tutti gli iscritti.Riteniamo infatti che lo scopo dei sindacati non debba essere quello di speculare sui diritti dei pensionati.Per ogni ulteriore informazio- ne telefonare allo 0461/402141 dal lunedì al venerdì dalle ore9,00 alle ore 12,00.

PER CHI È GIÀ ISCRITTOSi comunica che sono aperte le iscrizioni al sindacato F.A.Pe. per l’anno 2017 al costo annuo di 25 euro.Con l’iscrizione al sindaca- to si ha diritto all’assistenza fi- scale ed alla compilazione del mod. 730 gratis (in caso di di- chiarazione congiunta il coniu- ge dell’iscritto pagherà 25 eu- ro più iva), tramite il CAF della Coldiretti che utilizzerà gli uffici FeNALT di Trento al piano terra di via L. Pergher, 14 (dietro l’Eu- robrico), sia per

l’espletamento delle pratiche fiscali sia per l’at- tività di patronato e, in periferia, nelle sedi della Coldiretti.Una volta operativi vi comuni- cheremo la procedura per ac- cedere al servizio “730” .

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SITO RINNOVATOIl nostro sindacato ha rinnovato il sito internet.Il nuovo sito è più dinamico e di più facile consultazioneSperiamo che possa essere utile a tutti i nostri iscritti e anche a coloro che vogliono conoscerci.Venite a visitarlo: www.fenalt.it

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Servizi legaliIn campo legale la Fenalt mette a disposizione dei propri iscritti delle convenzionicon i seguenti professionisti: avv. Elide Agnolo TRENTO, avv. Paolo Letrari ROVERETO,avv. Francesco Romano TRENTO, avv. Giuliano Valer TRENTOavv. Roberto Zoller TRENTOÈ necessario prima concordare con il sindacato la richiestadi appuntamento con il professionista.