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Dipartimento Provinciale di Matera Moliterni G. **; Summa M.L.*, Scarciolla M.*

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Studio geologico e delle caratteristiche geochimiche delle acque sotterranee della Val Basento

Moliterni G. **; Summa M.L.*, Scarciolla M.*

**Grazia Moliterni-–Tirocinante ARPAB

*Maria Lucia Summa- Arpab –Ufficio Suolo e Rifiuti –Dip. di Matera

*Mario Scarciolla- Arpab –Ufficio Suolo e Rifiuti Dip. di Matera

Premessa

L’ufficio Suolo e Rifiuti del Dipartimento Provinciale di Matera svolge attività istituzionale in

materia di siti inquinati e conseguente bonifica.

Tra i siti inquinati presenti sul territorio provinciale ricade nell’ attività di ufficio il monitoraggio

ambientale del sito industriale della Val Basento individuato dalla Legge n.179 del 2002 come Sito

di Interesse Nazionale da bonificare. Lo scopo dello studio di seguito esposto è quello di ricostruire

la struttura geologica e lo stato geochimico delle acque sotterranee del SIN, attraverso il data base

costituito dai dati dei Piani di Caratterizzazione, dai Piani di Bonifica ed dalle attività di

Monitoraggio della Falda realizzati dalle aziende che insistono sul territorio in esame. Tale

ricostruzione, eseguita nell’ambito di una attività di tirocinio formativo svolta presso il

dipartimento di Matera, si offre oltre che come quadro sinottico dello stato geochimico delle

acque sotterranee della Media Val Basento, anche come base dati per promuovere soluzioni ai

problemi di trasporto in falda dei contaminanti e relative azioni di messa in sicurezza e bonifica

della falda nei tre poli industriali ricadenti nei territori di Salandra Scalo, Macchia di Ferrandina e

Pisticci Scalo.

Abstract

The Soil and Refuse Office of the Provincial Department of Matera is specialized about polluted

areas and environmental remediation.

The Val Basento Area, indentified as Brownfield from the L. 179/2002 is an industrial site that

require activities of remediation. The aim of the study is the necessity to contour the geology

structure and the geochemical condition of the underground water by means of a data base filled

with values obtained from the Characterization and Remediation Plans and from monitoring

activities of the acquifer carried out by the companies in the industrial site.

The study was carried out during an intern activity in the Department of Matera and it is a

summary of the geochemical state of the underground water in the Middle Val Basento Valley.

Furthermore could be a record to promote solutions about the mitigation of pollution in the acquifer

and secure the industrial districts between the towns of Salandra Scalo, Macchia di Ferrandina e

Pisticci Scalo.

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1.INQUADRAMENTO TERRITORIALE

1.1 Evoluzione storica dell’area

L’agglomerato industriale della Valle del Basento, situato in Provincia di Matera, con i suoi 3.400

ettari ricadenti nei territori afferenti ai Comuni di Salandra, Ferrandina e Pisticci è una delle aree

industriali più grandi del Meridione.

Il polo nasce a cavallo tra gli anni 50 e 60, con la scoperta di un esteso giacimento metanifero. Il

presidente del Consiglio Amintore Fanfani, il 30 luglio del 1961, inaugurò i primi lavori per la

realizzazione del metanodotto “Ferrandina – Bari - Monopoli”, ponendo anche la prima pietra per

la costruzione del complesso petrolchimico dell’Anic, Azienda nazionale idrogenazione

combustibili. All’Anic, nel tempo, seguirono altri impianti che arrivarono ad occupare circa 7.000

unità. Nel 1978 cominciò il crollo occupazionale e con la chiusura di numerosi stabilimenti. Con un

Accordo di Programma del 1987 si conferivano all’Eni pieni poteri per un rilancio decisivo della

Val Basento ed al Consorzio industriale di Matera il compito di realizzare un Parco tecnologico,

l’attuale Tecnoparco Valbasento Spa, nel cui organigramma societario, oltre a Sorgenia, spicca la

Veolia servizi ambientali Tecnitalia.

1.2. Il Sito di Interesse Nazionale -SIN

L’area industriale della Val Basento viene dichiarata

Sito di Interesse Nazionale da bonificare con la Legge

31 luglio 2002, n. 179 "Disposizioni in materia

Ambientale".I siti d’interesse nazionale (SIN) sono

aree del territorio nazionale definite in relazione alle

caratteristiche del sito, alle quantità e pericolosità

degli inquinanti presenti, all’impatto sull'ambiente

circostante in termini di rischio sanitario ed

ecologico. I SIN sono individuati e perimetrati con

Decreto del Ministro dell’Ambiente, d’intesa con le

regioni interessate. Differiscono dagli altri siti

contaminati anche perché la loro procedura di bonifica è attribuita al Ministero dell’ambiente, che

può avvalersi anche dell’ISPRA, delle ARPAT e dell'ISS ed altri soggetti. Nella figura 1 sono

riportate le norme d’individuazione e perimetrazione dei SIN (ad oggi 54). La perimetrazione del

Figura 1. Ubicazione ed estensione dei siri di interesse

nazionale (SIN).

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SIN della Val Basento è contenuta nel D.M. 26.02.2003 che individua una superficie di circa 34

Kmq.

1.3.INQUADRAMENTO GEOGRAFICO

Il Sito d'Interesse Nazionale in esame

ricade nel Foglio 201 “Matera” della

Carta geologica d'Italia ed è ubicato nella

media valle del Basento in corrispondenza

del fondovalle della stessa. Nella

cartografia IGM è collocato nella

Tavoletta III NO “Pisticci”.

Il Bacino Idrografico del Basento si

sviluppa in direzione NO-SE tra i bacini

del Fiume Bradano ad Est e del Fiume

Cavone ad Ovest. Il suo percorso di quasi

150 km si sviluppa dalla catena appenninica

al Golfo di Taranto attraversando

trasversalmente le province di Potenza e

Matera.

L' area oggetto di studio, ricopre una

superficie di circa 33,5 km2 con un

perimetro di poco meno di 60.000 m

interessando i comuni di Salandra,

Macchia di Ferrandina e Pisticci Scalo.

Come da fig.3, da NW a SE, i poli

industriali con alcune delle attività di

potenziale impatto ambientale sono:

1. Salandra Scalo: Centrale di

Desolforazione ENI(ex AGIP);

2. Macchia di Ferrandina : Polo

chimico interessato dalla presenza di

aziende di trattamento amianto

Materit), produzione di biodisel

(Mythen) , produzioni chimiche (ex

Liquichimica, ex Pozzi, oggi Syndial); Fig. 3. Distribuzione dei principali poli industriali nel medio Valbasento su

ortofoto (W GS 84 UTM zone 33N).

Fig 2. Stralcio cartografico della tavoletta IGM con la perimetrazione SIN

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3. Pisticci Scalo: polo chimico e farmaceutico con presenza di aziende di produzione di

principi attivi (Gnosis Biosearch), produzione di materie plastiche e fibre chimiche (Dow,

Nylstar, Politex, Equipolymers), impianti di trattamento reflui industriali, quali quello della

società Tecno Parco Val Basento ed aree di discarica (Discarica 2C, Pista Volo Enrico Mattei).

1. 4. INQUADRAMENTO GEOLOGICO E GEODINAMICO

La conoscenza dell'assetto stratigrafico- strutturale del territorio costituisce un elemento di

primaria importanza per la comprensione delle caratteristiche geomorfologiche e idrogeologiche

del territorio stesso.

L'area del Medio Valbasento ricade nel segmento campano – lucano dell'Appennino Meridionale

che risulta compreso tra la finestra oceanica del Tirreno meridionale ad Ovest ed il sistema

Avampaese Apulo – Avanfossa Bradanica ad Est.

All'attuale, dal punto di vista strutturale, l'Appennino meridionale può essere suddiviso in tre

elementi tettonici principali definiti in una sezione tipo dal Tirreno all'Adriatico (fig. 4):

− Avampaese Apulo, strutturalmente e

topograficamente più basso costituito da depositi

carbonatici mesozoici e terziari della Piattaforma

Apula;

− Avanfossa Bradanica, elemento intermedio che

rappresenta la depressione strutturale tra

l'Avampaese ed il margine di catena. I sedimenti sono

terrigeni plio – pleistocenici di ambiente marino;

− Catena Appenninica, porzione interna posta ad ovest

e costituita dalla sovrapposizione tettonica di falde legate

dai domini paleogeografici triassico – giurassici.

Fig. 4. Rappresentazione semplificata dei domini strutturali in Italia meridionale.Legenda: 1) Fronte dell'alloctono affiorante. 2) Dominio di catena. 3) Depositi di avanfossa. 4) Dominio dell'avampaese calcareo. 5) Fronte esterno della catena e bacini di piggy back. (Lazzari M., 2008)

Fig. 5. Struttura dell'Appennino meridionale. (Piedilato, Prosser e Tramutoli, 2001)

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In modo semplificato, la struttura del segmento in esame risulta essere legata alla propagazione di

thrusts a progradazione normale, con geometrie tipo flat – ramp, e di thrusts fuori sequenza. Il

settore risulta essere dissecato da sistemi di faglie dirette ed inverse prevalentemente ad

andamento NO – SE, NE – SO e O – E.

L'area oggetto di studio ricade nel basso strutturale del sistema appenninico meridionale:

l'Avanfossa Bradanica. Il riempimento di tale bacino ha inizio durante la parte alta del Pliocene

inferiore – medio, su un'ampia area subsidente dell'Avampaese Apulo (Ciaranfi et alii, 1979).

L'assetto è frutto di un'intensa sedimentazione in cui si alternano e sovrappongono gli apporti

gravitativi terrigeni alluvionali conseguenti all'attivazione tettonica del margine di catena e quelli

di natura prettamente marina che vedono un trend prettamente retrogressivo.

Nel dettaglio, la parte sommitale del ciclo può essere definita da 3 unità stratigrafico –

deposizionali che dal basso all'alto sono così caratterizzate (Lazzari & Pieri, 2002):

− Formazione delle Argille Subappennine (Calabriano), (Azzaroli et alii, 1968);

Fig.6 Carta Geologica della Media Val Basento.

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− Unità informale dei Depositi Regressivi sabbioso – conglomeratici (Pleistocene inf. -

Pleistocene med.), (Reynal et alii, 1998; Bonadonna et alii, 1998);

− Unità Fondamentale dei Depositi alluvionali sommitali costituite da facies conglomeratiche

e sabbiose poste in contatto erosivo con la sottostante unità (??? - Olocene).

Secondo la Carta Geologica d'Italia (fig.6), nella media valle del Fiume Basento sono rappresentati

in affioramento la Formazione delle Argille Subappennine ed i Depositi alluvionali olocenici.

Le Argille Subappennine compaiono sui versanti collinari che delimitano la valle a NE ed a SO. Si

tratta di argille ed argille marnose di colore grigio in profondità ed avano nelle parti alterate

superficiali; a luoghi possono contenere livelli sabbiosi.

Sulle argille poggiano a quote differenti i depositi alluvionali recenti costituenti i terrazzi

alluvionali. Tali depositi sono rappresentati nella parte stratigraficamente più bassa da

conglomerati in matrice sabbiosa tendenti verso l'alto a sabbie limi con lenti e livelli ghiaiosi.

La sezione geologica sotto riportata (fig.7), realizzata nell’area di Ferrandina Scalo (MT), illustra

nel dettaglio la sequenza deposizionale tipo affiorante nell’area di studio.

1.5. INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO

L' area in esame si sviluppa nel tratto mediano del bacino alluvionale del Fiume Basento in un

contesto, come espresso nello scorso paragrafo, caratterizzato da affioramenti argillosi ed

alluvionali.

Gli elementi morfologici caratteristici sono:

− il letto ordinario del corso d'acqua

Fig.7. Sezione Geologica della Media Val Basento all’altezza di Ferrandina.

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− la piana d'esondazione

− il vasto terrazzo olocenico.

In zona la pendenza del Fiume Basento risulta essere sempre minore al 3% con un andamento di

tipo braided caratterizzato da canali separati da barre poco elevate e longitudinali.

La piana di esondazione non è eccessivamente ampia e si sviluppa in modo snello e conforme

all'andamento del corso tra le alture circostanti.

Il terrazzo olocenico è legato all'attività erosiva del corso d'acqua che nel suo corso ha intaccato i

depositi pleistocenici delle Argille Subappennine.

Importante è sottolineare la presenza nell'intorno del Sito d'Interesse Nazionale dei tipici elementi

morfologici caratteristici dell'ambiente di avanfossa: i calanchi.

Lo sviluppo di forme calanchive è legato alla caratteristica conformazione litologica dell'area ed al

regime pluviometrico tipico dei climi marittimi dell'Italia Meridionale.

Secondo il Piano Stralcio d'Assetto Idrogeologico del 2013, per quanto riguarda il rischio

alluvionale, l'area risulta essere caratterizzata da rischio elevato lungo tutto il tratto dell'asta

fluviale con tempi di ritorno di 30 anni; questo è indice di frequenti esondazioni che interessano la

piana circostante e con essa le attività a contorno.

Per quanto riguarda la valutazione del rischio frane, l'area è caratterizzata da una distribuzione

non uniforme dei fenomeni in accordo con il gradiente topografico decrescente da NO a SE del

bacino.

Nell'area a nord alla destra orografica del Fiume Basento (Comune di Salandra), i fenomeni franosi

sono stati catalogati con R4 ed R3, sinonimo di eventi con rischio da “molto elevato” ad “elevato”.

Nei comuni di Ferrandina Scalo e Pisticci, sempre alla destra orografica, i fenomeni risultano

parecchio più circoscritti ma con rischio variabile da R4 a R1, ovvero, da “molto elevato” a “scarso”.

La sinistra orografica del Fiume Basento è interessata da eventi più vistosi presenti nelle aree dei

comuni di Grottole, Miglionico e Pomarico non interessati dalla perimetrazione del Sito

d'Interesse Nazionale.

1.6.INQUADRAMENTO IDROGEOLOGICO E PLUVIOMETRIA

L' area oggetto di studio fa parte della fascia climatica marittima dell'Italia Meridionale.

Dall'analisi dei dati pluviometrici, il regime è caratterizzato da elevate precipitazioni nel periodo

autunno – inverno e precipitazioni quasi nulle nella stagione estiva.

Il periodo delle magre fluviali è compreso tra i mesi di giugno ed ottobre e risulta essere

particolarmente marcato tra luglio e settembre. Il periodo di morbida, invece, si estende

dall'autunno alla primavera mentre le massime piene si verificano tra novembre e gennaio.

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Gli eventi di piena non risultano avere impatti degni di nota sulla falda viste le caratteristiche di

permeabilità delle litologie argillose affioranti.

Come dalla sezione tipo in fig.9, i terreni presentano condizioni di permeabilità assai variabili.

Il substrato delle Argille Subappennine pleistoceniche, dall'analisi di dati di letteratura e prove in

sito, presenta una permeabilità molto ridotta riferibile a unità idrogeologiche con permeabilità

relativa “bassa”.

La conducibilità idraulica dei depositi olocenici alluvionali invece risulta essere assai variabile in

virtù delle differenti gradazioni ed eteropie caratterizzate da alternanza di sedimenti ghiaiosi,

sabbiosi e limosi. I valori oscillano tra k = 10-1 m/s della componente ghiaiosa tipici di unità con

grado di permeabilità relativa “molto alta”, ai k = 10-7 m/s della limosa tipici di unità con

permeabilità relativa “medio – bassa”.

Vista l'impermeabilità del substrato argilloso, la circolazione sotterranea risulta essere delimitata

ai depositi alluvionali che vanno a definire una falda non confinata multistrato.

Da precedenti studi effettuati dall'Istituto di Metodologie per l'Analisi Ambientale di Tito Scalo

emerge che nella parte bassa del bacino la falda ed il corso d'acqua risultano essere in connessione

idraulica e che quest’ultimo risulta avere un effetto drenante.

2. TRATTAMENTO DATI

La possibilità di usare i dati dei Piani di Caratterizzazione, Piani di Bonifica ed Attività di

monitoraggio della falda dell’ archivio dell’Ufficio Suolo e Rifiuti del Dipartimento Arpab di

Matera, ha permesso la costruzione di un modello geologico di buon dettaglio e l’analisi critica di

alcuni dei parametri chimici d’interesse per la caratterizzazione della condizione ambientale delle

Fig.9. Sezione Idrogeologica della Media Val Basento all’altezza di Ferrandina

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acque sotterranee.

A seguito di un’attenta analisi bibliografica dell’assetto geologico dell’area, è stato possibile

impostare il lavoro di costruzione di un modello stratigrafico utile a definire l’andamento delle

superfici sepolte di contatto tra le diverse litologie.

Sono state analizzate 687 stratigrafie di pozzo dislocate nel Sito d’Interesse Nazionale della Val

Basento.

La scelta delle superfici di stratificazione da ricostruire è stata dettata dalla facilità di discriminare

dalla colonna stratigrafica il passaggio da un litotipo all’altro ma soprattutto è stato determinante

l’interesse verso passaggi tra unità con caratteristiche idrauliche differenti.

I sondaggi, per ovvi motivi di ubicazione delle aziende, risultano avere una distribuzione non

omogenea con densità maggiori nelle aree industriali di Salandra, Ferrandina e Pisticci. Questo

elemento ha generato un diverso grado di certezza nel dato che poi è stato tradotto in cartografia

(Allegato Cartografico 1) con un tratto continuo nelle aree di costruzione certa ed un tratto

discontinuo nelle aree a bassa densità di sondaggi.

I dati chimici presi in esame, come già esposto in premessa, derivano dai diversi procedimenti

ambientali condotti dalle aziende che insistono sul territorio in esame e dalle relative attività di in

contraddittorio effettuate dal dall’Ufficio Suolo e Rifiuti del Dipartimento di Matera dell’Agenzia

Regionale Protezione Ambientale Basilicata.

La trattazione statistica dei dati di natura chimica rilevati nella matrice ambientale “acque

sotterranee” e la successiva interpolazione grafica di detti dati ha avuto come riferimento il

confronto i con il limiti normativi previsti dal Testo Unico in materia ambientale D.Lgs. 152/06,

Allegato alla Parte Quarta, Allegato V, Tabella 2.

2.1. METODO

Per quanto attiene alla metodologia di trattamento dei dati geologici, le elaborazioni sono state

effettuate previa creazione ad hoc di un data base geografico che ha consentito l’implementazione

dei dati cartacei a disposizione.

Le profondità alle quali vengono riconosciuti passaggi di litologia d’interesse e le quote dei contatti

stratigrafici affioranti sono i dati di partenza per la creazione dei modelli (Elevation usato in

Allegato cartografico 1).

Il passaggio da dati puntuali a modello finale 3D è stato effettuato mediante l’uso del Natural

Neighbor (Fig. 10).Il Natural Neighbor è un metodo di interpolazione spaziale sviluppato dal Prof.

Sibson e basato sulla tassellazione di Voronoi (o poligoni di Thiessen) a partire da un set definito di

punti. Una volta ottenuti i modelli d’elevazione grid è stato effettuato il contouring in modo da

restituire le curve di livello usate nella tavola riportata come Allegato Cartografico 1.

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L’attendibilità del risultato ovviamente è funzione della densità dei punti a disposizione.

Il trattamento statistico dei dati chimici, a differenza

dei dati geologici, è stato condotto in ambiente Excell

ed ha fornito come output dei grafici in grado di

definire l’andamento delle concentrazione degli analiti

nell’intervallo di tempo di monitoraggio.

Vista l’eterogeneità e la mole delle informazioni

acquisite, il data set è stato costruito basandosi,

preferibilmente, sui dati acquisiti dall’Ufficio Suolo e

Rifiuti del Dipartimento di Matera prediligendo, in via

del tutto cautelativa, considerate le diverse condizioni al contorno relative al campionamento, si è

preferito interpolare esclusivamente i valori di picco degli analiti presi a riferimento.

3. GEOLOGIA DI DETTAGLIO –

SEZIONI SERIALI

La definizione dell’andamento delle superfici

stratigrafiche sepolte, come già espresso nel

precedente capitolo, è stato effettuato

mediante implementazione di dati stratigrafici

in termini di profondità in quota assoluta in

ambiente GIS e restituzione di un elaborato

cartografico e seguenti sezioni seriali con

idonea scala di rappresentatività.

Dall’analisi delle stratigrafie e della geologia

dell’area (Cap. 1), si è ritenuto utile

discriminare il basamento argilloso

(Formazione delle Argille Subappennine) e l’orizzonte ghiaioso (termine basale dei Depositi

Alluvionali recenti).

Viste le diversità tessiturali dei litotipi, la scelta è legata sia alla facile individuazione delle superfici

di tetto e letto, sia all’interesse verso le loro diverse caratteristiche in termini di conducibilità

idraulica. Dall’analisi delle curve di livello dell’andamento del tetto delle argille (Allegato

Cartografico 1), è evidente come la quota decresca in accordo con il gradiente topografico da Nord

a Sud. Nella parte valliva del tratto d’indagine, alla destra orografica del Fiume Basento in

coincidenza del polo industriale di Tecnoparco Valbasento, è possibile riconoscere un avvallamento

della superficie corrispondente ad una forma erosiva ormai sepolta.

Nella medesima area l’ipotesi è accreditata anche dall’analisi dell’andamento della superficie di

Fig.10 Grid costruito con l’interpolatore Natural Neighbor (Sibson,R.,1981)

Fig. 11 Andamento della superficie del tetto delle argille indicato dalla linea di contouring color senape.

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tetto delle ghiaie (Fig.11) che accomodano l’andamento delle sottostanti argille.

Dall’analisi delle sezioni seriali (Fig.12), da Nord a Sud è evidente come il gradiente topografico

sia discendente. La copertura alluvionale, al contrario dell’assetto tipico di piana fluviale, subisce

un assottigliamento evidentemente legato all’attività erosiva delle fasi di esondazione.

A parte la definizione dell’andamento dei termini ghiaiosi, data la scala di rappresentazione e

l’elevato grado di incertezza, si è ritenuta impossibile la costruzione di un modello di

caratterizzazione di maggior dettaglio della Formazione dei Depositi Alluvionali. I log stratigrafici

tuttavia mettono chiaramente in evidenza la presenza di innumerevoli eteropie di facies. Dal basso

all’alto stratigrafico di evidenziano con ottima continuità spaziale la porzione ghiaiosa, le sabbie

ghiaiose con andamento lenticolare ed al top i limi sabbiosi ed argillosi.

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Fig.12. Sezioni seriali realizzate, da N verso S , lungo l’asta idrografica del Basento, all’altezza rispettivamente di Salandra scalo, Macchia di Ferrandina e Pisticci scalo.

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4. DATI GEOCHIMICI ED INTERPOLAZIONI GRAFICHE

Nell’ esaminare il data base geochimico, costituito dai dati di monitoraggio derivanti dai

campionamenti delle acque sotterranee dell’ area industriale della Val Basento, sono emerse

alcune criticità che hanno dettato la scelta degli analiti da prendere a riferimento per conseguire

l’obiettivo di definire lo stato geochimico del SIN.

La prima difficoltà è stata quella di considerare l’arco temporale di campionamento delle acque

sotterranee; la gran parte dei dati è riferibile al biennio 2005-2007, tempo in cui sono state

effettuate le indagini relative ai Piani di Caratterizzazione del Sito. Gli altri dati, dal 2007 sino al

2012, riguardano essenzialmente i due poli industriali di Macchia Ferrandina e Pisticci Scalo nei

quali si è proceduto anche ad attività di monitoraggio della falda conseguenti al riscontro , dalle

indagini di caratterizzazione, di alcuni superamenti dei limiti normativi.

Tra tutti gli analiti rinvenuti nel data base consultato, si è focalizzata l’attenzione verso alcuni di

essi, che per presenza e persistenza è stato possibile considerarli, nello studio in parola, quali

indicatori di qualità ambientale delle acque sotterranee. In particolare, sono stati presi in

considerazione il Manganese, i Solfati ed composti alifatici clorurati cancerogeni.

Un secondo elemento di criticità è attribuibile alla disomogeneità dei parametri dal punto di vista

delle condizioni fisiche-chimiche (temperatura, conducibilità, potenziale redox) al momento del

prelievo.

Pertanto, si è applicata una interpolazione grafica di tipo lineare della concentrazione nel tempo

degli analiti sopra citati; i valori interpolati sono relativi al valore massimo riscontrato nell’anno di

riferimento, che in alcuni casi è un valore unico. Per opportuna conoscenza, dove presenti, sono

stati riportati in grafico anche i diversi valori di misura rilevati nell’ anno.

Le correlazioni sono state distinte per aree (Salandra, Ferrandina e Pisticci) a causa della diversa

densità di presenza aziende nonché delle differenze di parametri con concentrazioni eccedenti i

limiti di legge.

Di seguito sono riportati i grafici illustranti l’andamento delle concentrazioni di Manganese e

Solfati in tutti e tre i poli industriali. Contrariamente i composti alifatici clorurati cancerogeni sono

stati riscontrati solo a Macchia di Ferrandina e Pisticci Scalo.

La lettura dei grafici, per quanto concerne, gli analiti Solfati e Manganese, mostra un andamento

molto variabile nel tempo che, al netto di alcuni outliears come quelli riportati nei grafico 3 e 6 e

considerando la disomogeneità chimo-fisica delle condizioni del prelievo, delinea un trend

debolmente crescente relativamente al periodo di osservazione.

I composti clorurati cancerogeni, anche in questo caso considerando la disomogeneità dei dati,

mostrano un trend descrescente (grafico 5 e 8).

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AZIENDE Salandra

Fergas - Calpine

Rete Ferroviaria Italiana

Lafarge Roofing SNAM - Area di compressione ex Desolf

Grafico 2.Andamento delle concentrazioni del manganese nell’area di Salandra Scalo(MT)

Grafico 1.Andamento delle concentrazioni dei solfati nell’area di Salandra Scalo(MT)

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Grafico 3.Andamento delle concentrazioni dei solfati nell’area di Ferrandina Scalo(MT)

Aziende Ferrandina

Autoparco 2000

Bripla Sud

C.S.I. - Orto del tufo

Calcestruzzi - sito Pomarico

Cogestra

Coopbox Italia

Coparm

Drop

Falbit

La Carpia

Manifattura italiana Divani

Materit

Novatex Italia

Rete Ferroviaria Italiana

San Immobiliare

SAPIO

Smecap

Grafico 4.Andamento delle concentrazioni del manganese nell’area di Ferrandina Scalo(MT)

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Grafico 5.Andamento delle concentrazioni del Tricloroetilene nell’area di Ferrandina Scalo(MT)

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AZIENDE Pisticci

Bioserch Manufacturing M.C.M. - Ex Equipolymers

BNG Nylstar

C.S.I. - Area discarica 2C Panasonic

C.S.I. - Area ex pista volo Plastic Components & Modules Automotive

CFP Flexible Packaging Politex -

Detercart Pregis (ex Pactiv)

Dow Italia (Ex Epoxital) Rete Ferroviaria Italiana

Ergom Automotive S.p.A. SNIA Immobiliare

Freundenberg Politex - Area magazzino Sud Aviation

Gas Plus Italiana Tecnoparco - Centrale Termoelettrica

Gnosis Helesi

Grafico 6.Andamento delle concentrazioni dei solfati nell’area di Pisticci Scalo(MT)

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Grafico7. Andamento delle concentrazioni del manganese nell’area di Pisticci Scalo(MT)

Grafico 8.Andamento delle concentrazioni del tricloroetilene nell’area di Pisticci Scalo(MT)

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Conclusioni

L’esame dei numerosi log stratigrafici, in numero di 687, relativi all’area industriale della Val

Basento e la loro successiva interpretazione in ambiente GIS ha consentito di produrre una

cartografia di dettaglio, in scala 1: 50.000, delle superfici stratigrafiche sepolte.

In particolare, tale elaborato cartografico ricostruisce, nel dettaglio, l’andamento del substrato

impermeabile nel SIN Val Basento costituito dalle Argille Subappennine e la distribuzione

dell’orizzonte con permeabilità molto alta dei Depositi Alluvionali. Inoltre, è stato altresì possibile

mettere in evidenza i rapporti tra la falda ed il fiume Basento nelle aree di Ferrandina Scalo e

Pisticci Scalo.

Il secondo risultato conseguito è stato quello di valutare lo stato delle acque sotterranee nell’area

in questione. Relativamente a questo aspetto è possibile affermare che vi è una notevole presenza

nella falda del SIN Val Basento di solfati e manganese, in concentrazione ben superiore ai limiti

normativi (D.Lgs.152/2006) ed il cui contributo varia significativamente nel corso del tempo. Tale

variabilità potrebbe essere addebitabile alla diversa mobilità geochimica in funzione di fattori sia

interni che esterni alla falda che alterano l’equilibrio chimico-fisico del sistema determinando una

maggiore mobilitazione dei metalli. In definitiva gli elevati valori di manganese e solfati nella

falda del SIN potrebbero essere riferiti ad una valore di fondo ambientale che necessiterebbe di un

apposito ed approfondito studio per essere determinato in maniera compiuta. Un ulteriore

elemento di valutazione dello stato delle acque sotterranee del SIN Valbasento è costituito dalla

presenza dei clorurati alifatici cancerogeni; tra gli analiti costituenti questa classe di composti lo

studio in esame si è concentrato sulla presenza del Tricloroetilene, scelto per la sua distribuzione

nei due poli industriali di Ferrandina Scalo e Pisticci Scalo.

Il tricoloroetilene è un solvente per composti organici utilizzato nell’industria chimica nella Val

Basento negli anni ‘80, pertanto il suo rinvenimento nella falda del SIN sarebbe addebitabile alle

produzione operanti all’epoca sul sito.

La distribuzione del Tricoloroetilene, fatte salve le eterogeneità di condizioni chimico–fisiche del

prelievo di acqua di falda, mostra un andamento decrescente sia nell’area di Pisticci Scalo che in

quella di Ferrandina Scalo. Tale distribuzione potrebbe essere attribuita, nel caso di Pisticci scalo

alla, seppur parziale, attivazione del Progetto consortile di MISE delle acque di falda nel

comparto industriale di Pisticci Scalo sviluppato dalla società TecnoParco Valbasento. Al

contrario nell’area di Ferrandina Scalo, il trend di decrescita sembrerebbe una attenuazione

naturale non essendo attivo, attualmente, nessun progetto di Mise e/o Bonifica della Falda .

Dipartimento Provinciale di Matera Moliterni G. **; Summa M.L.*, Scarciolla M.*

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