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Dipartimento di Scienze Corso di Laurea in Ottica e Optometria Analisi e variazioni funzionali indotte dagli occhiali stenopeici Tesi di laurea Relatore: Laureanda: Dott. Pio Alfonso Russo Alice Taddeo 463302 Correlatore: Dott. Raffaella Bandoni Anno accademico 2014/2015

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Dipartimento di Scienze

Corso di Laurea in Ottica e Optometria

Analisi e variazioni funzionali indotte dagli occhiali stenopeici

Tesi di laurea

Relatore: Laureanda:

Dott. Pio Alfonso Russo Alice Taddeo 463302 Correlatore: Dott. Raffaella Bandoni

Anno accademico 2014/2015

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Ringrazio tutti coloro che hanno permesso la realizzazione di tale studio, in

maniera particolare i 24 soggetti per essersi sottoposti ai test, l’azienda My

Benefit per avermi fornito gli occhiali stenopeici e Anna, Daniela e Marcella per

avermi messo a disposizione il loro studio optometrico e avermi insegnato sul

campo cosa significhi essere un optometrista.

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Indice delle figure

1 Olent R.:I quattro cerchi di Skeffington alla base delle conoscenze attuali,

workshop, XXIV Congresso nazionale Albo degli Optometristi, Lecce-

Italia, marzo 1998.

2 Benelli U.: Anatomia e fisiologia oculare, slide Università di Pisa, 2012.

3 Hubel D.H.: Occhio, cervello, visione, Zanichelli, 1989.

4 Carnevali R.: Le aberrazioni ottiche, Fabiano, 2014.

5 Maffioletti S.: Si diffondono le lenti a geometria asferica,OA Magazine,

n°1, 2011.

6 Bridson R.: Lens Aberrations: Diagnosis and Correction, 2011.

7 Bridson R. : Lens Aberrations: Diagnosis and Correction, 2011.

8 Abati F., Farini A., Aberrazioni nelle lenti oftalmiche, Fabiano, 1999.

9 Rossetti A.,Gheller P.: Manuale di optometria e contattologia, Zanichelli,

2003.

10 Goldberg S.: Ophthalmology made ridiculously simple, Medmaster,

2°ediz., 2011.

11 Freeman M. : L’occhio del fotografo, 2008.

12 Trocchi C.G.: Enciclopedia Treccani dei ragazzi; Scienze-Demo-Etno-

Antropologiche, 2005.

13 Paliaga G. : L’esame del visus, Minerva Medica, 1991.

14 Cappa S. : Elementi di ottica fisiologica, Lampi di stampa, 2010.

15 Spinelli D.: La visione di stimoli elementari, Monografie scientifiche di

psicologia, 1988.

16 Mattioli N. : Acuità visiva e sensibilità al contrasto, slide.

17 Scheiman M.: Clinical Management of Binocular Vision,heterophoric,

Accomodative, and Eye Movement Disorders, 4 Pap/Psc, 2013.

18 My Benefit, il benessere della salute.

19 Howard P.I., Rogers B.J.: Binocular Vision and Stereopsis, Oxford

Psychology, 1995.

20 Maples W.C., Ficklin T.W.: Comparison of eye moviment skills between

above average and below average readers, Journal of Behavioral

Optometry, cap 1-4 , pag 87-91, 1990.

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Indice

Introduzione ……………………………………………………………………...6

1. Che cosa è la visione? ........................................................................................7

1.1 La visione è innata o appresa?.......................................................................7

1.2 Dallo stimolo luminoso alla formazione dell’immagine…………………..10

1.3 Immagini qualità e aberrazioni.....................................................................13

2. Il foro stenopeico……………………………………………………………..19

2.1 Principi di funzionamento………………………………………………....19

2.2 Foro stenopeico per una diagnosi differenziale……………………….......21

2.3 Gli occhiali stenopeici……………………………………………………..22

2.4 Tipico uso………………………………………………………………….23

3. Le funzioni visive esaminate………………………………………………...26

3.1 Acutezza visiva (Av)……………………………………………………...26

3.2 Ampiezza accomodativa (AA)……………………………………………27

3.3 Sensibilità al contrasto (Sc)……………………………………………….29

3.4 Stereopsi…………………………………………………………………..31

3.5 Movimenti oculari…………………………………………………….......32

4. Lo studio sperimentale……………………………………………………….35

4.1 Obiettivo…………………………………………………………………..35

4.2 Materiale e metodi………………………………………………………...36

4.2.1 Tempi d’uso degli occhiali stenopeici ………………………………..39

4.3 Dati e analisi….…………………………………………………………..40

4.3.1 Misura dell’acutezza visiva…………………………………………..40

4.3.2 Misura dell’ampiezza accomodativa………………………………... 45

4.3.3 Misura della sensibilità al contrasto………………………………….47

4.3.4 Misura della stereopsi………………………………………………..48

4.3.5 Misura dei movimenti oculari………………………………..………50

4.4 Discussione e confronto dati……………………………………………..53

4.4.1 Confronto acutezza visiva……………………………………………54

4.4.2 Confronto ampiezza accomodativa……………………………...…. 55

4.4.3 Confronto sensibilità al contrasto…………………………………… 55

4.4.4 Considerazioni sui test da noi effettuati; saccadi e pursuit…………..56

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5

5. Conclusioni .......................................................................................................57

Appendice I……………………………………………………………………...59

Appendice II…………………………………………………………………….60

Bibliografia……………………………………………………………………...76

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Introduzione

Sempre più spesso si sente parlare di metodi alternativi per correggere i difetti

rifrattivi, così da ovviare al problema di dover mettere gli occhiali o le lenti a

contatto. Tra le varie proposte, pubblicizzate, è facile imbattersi in forum dove si

parla dei “magici effetti” per “riacquistare la vista” indotti dall’uso degli occhiali

stenopeici.

Questi occhiali basano il loro funzionamento su due principi: l’eliminazione

dell’aberrazione sferica e l’aumento della profondità di campo che comportano un

miglioramento del visus. Per approfondire l’argomento abbiamo fatto riferimento

all’articolo “Quantitative Analysis of Functional Changes Caused by Pinhole

Glasses”di Won Soon Kim, In Ki Park and Yeoun Sook Chun riportato sulla

rivista scientifica “Investigative Ophthalmology e Visual Science” del 2014 [1].

L’obiettivo di questa tesi è quello di valutare gli eventuali cambiamenti di visus,

ampiezza accomodativa, sensibilità al contrasto, stereopsi e movimenti oculari,

indotti dall’uso prolungato degli occhiali stenopeici usati per un periodo

relativamente lungo.

Per verificare ciò, sono stati selezionati, su un campione di 50 persone, 24 soggetti

privi di patologie oculari, con età compresa tra i 15 e 55 anni. Sono stati istruiti

sul corretto utilizzo degli occhiali stenopeici, forniti dall’azienda My Benefit, e

per tre settimane consecutive sono stati sottoposti a test specifici durante l’uso

degli occhiali. I risultati ottenuti, dove possibile, sono infine stati confrontati con

l’articolo preso come riferimento.

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Capitolo 1

Che cosa è la visione?

La Vista può essere considerata come il più importante dei nostri cinque sensi

dato che l’80% delle informazioni che il nostro cervello riceve ogni giorno

proviene dagli occhi. Non si tratta solo di immagini, anche le sensazioni, le

emozioni che le accompagnano hanno una relazione con la visione. Perciò é di

fondamentale importanza che il sistema visivo sia il più efficace possibile in

quanto non solo rappresenta una base per l’apprendimento ma influenza anche il

comportamento di una persona.

É importante sottolineare la differenza tra Vista e Visione:

Con il termine Vista si intende la acuità visiva, cioè l’abilità di distinguere i

dettagli a distanza.

La Visione invece, é la capacità di capire e interpretare quello che vediamo, cioè

captare le informazioni, processarle e ricavarne un significato.

1.1 La visione è innata o appresa?

L’uomo è, in ogni momento, il risultato biologico e psichico dell’interazione tra

più elementi costitutivi che funzionano in maniera sincrona e collegata; pianifica

il proprio comportamento sia utilizzando le informazioni che riceve attraverso i

sensi di cui è provvisto (vista, udito, tatto, olfatto, gusto), sia attraverso le proprie

abilità motorie [2]. In passato si sono fronteggiati due modelli teorici che

cercavano di spiegare l’origine e la natura della percezione e della conoscenza: il

modello empirista e il modello innatista.

Gli empiristi sostenevano che non esiste conoscenza innata: tutta la conoscenza si

realizza attraverso i sensi, lo sviluppo percettivo procede mediante l’esperienza

associativa e, nel tempo, le associazioni tra le singole sensazioni grezze si

trasformano in percezioni dotate di significato. All’interno dell’approccio

empirista, si sono diversificate due linee di pensiero: la prima è sintetizzata dal

pensiero di John Locke (1632-1704), secondo il quale la mente dell’infante è una

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tabula rasa e soltanto l’esperienza è alla base della sua progressiva comprensione

del mondo; la seconda è espressa da William James (1842-1910) secondo il quale

il mondo del bambino è una terribile e rumorosa confusione che viene superata

grazie all’esperienza, che produce ordine e conoscenza [3]. L’approccio empirista

quindi è evolutivo in quanto presuppone che i bambini dapprima siano esseri

percettivamente immaturi e divengano, con l’esperienza, più completi e

organizzati. Attribuiscono quindi notevole importanza alle esperienze precoci,

considerate la base delle future capacità del bambino. A tale quadro teorico fa

riferimento il modello dei ‘Quattro cerchi di Skeffington’ (Fig.1)1, che descrive la

visione come parte dell’intero sistema d’azione del corpo e sottolinea come la

qualità della visione del soggetto dipenda dallo sviluppo corretto e

dall’interazione di tutti i suoi sottosistemi operativi, che traggono impulso

dall’esperienza.

Fig. 1 “I quattro cerchi di Skeffington”

Nel modello dei ‘Quattro cerchi di Skeffington’ gli aspetti essenziali della visione

vengono gradualmente acquisiti dal bambino: la visione è appresa [4]. Il modello

ha, come punto di partenza, lo sviluppo percettivo-motorio del bambino, che viene

suddiviso in tappe o cerchi. Il primo è il cerchio dell’antigravità che rappresenta la

consapevolezza dell’individuo riguardo alla sua posizione nello spazio e

corrisponde alla fase di sviluppo legata al movimento, durante la quale il bambino

deve imparare a muoversi appena viene a contatto con l’ambiente esterno, diverso

da quello fetale. Questa evoluzione gli fornisce uno schema corporeo, rendendolo

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consapevole delle parti del suo corpo e dei movimenti indispensabili per il

mantenimento dell’equilibrio statico e dinamico. Il secondo è il cerchio della

centratura che corrisponde alla capacità di allineare gli assi visivi nella direzione

di un target e di localizzare questi ultimi in rapporto alla propria posizione nello

spazio. Il bambino, nelle fasi di apprendimento del movimento, struttura i concetti

di simmetria, asimmetria, direzionalità e bilateralità, creando le basi per una

buona binocularità. Il terzo è il cerchio dell’identificazione, che rappresenta la

capacità di apprezzare ed interpretare la forma e colori dei target. Il quarto ed

ultimo cerchio è quello dei processi uditivi-verbali e in questa tappa dello

sviluppo percettivo-motorio il bambino acquisisce il linguaggio, esprime concetti,

formula idee e si relaziona con gli altri individui, avviandosi verso processi

cognitivi di alto livello. Perciò la visione è il risultato dello sviluppo percettivo-

motorio come conseguimento di ognuna delle quattro tappe precedentemente

esaminate. Nel caso di problematiche che interessano uno dei quattro cerchi,

avremo inefficienze o disturbi nel processo di apprendimento visuo-percettivo.

L’approccio innatista, che ha avuto come capostipiti i filosofi Descartes (1596-

1659) e Kant (1724-1804), affermava che alcune categorie percettive sono innate

(grandezza, forma, posizione, movimento, spazio e tempo) e che, assai

precocemente, la mente trasforma le sensazioni in percezioni significative.

L’approccio innatista non è evolutivo nei confronti dell’origine delle abilità, ma lo

è nei riguardi del loro processo di maturazione. Nello studio della visione, gli

innatisti sottolineano gli aspetti presenti alla nascita, nei confronti dei quali

l’esperienza realizza successivamente un processo di maturazione; per esempio,

dato che le forme vengono percepite fin dal momento della nascita come distinte

dallo sfondo, il bambino non deve imparare a discriminare le forme ma

semplicemente deve apprendere il loro nome [5]. L’immediatezza della

percezione, che si esprime nella capacità di cogliere il dato fenomenico nella sua

totalità, unità e significato, sostiene l’approccio degli innatisti; essi accettano

l’idea che l’esperienza possa giocare un ruolo nei processi percettivi (orientando

tali processi verso determinate direzioni) ma negano che l’esperienza possa

influire sui processi di base. Il loro modello non prevede uno sviluppo della

visione realizzato unicamente attraverso l’esperienza motoria, sensoriale e di

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interazione con l’ambiente, ma descrive un’evoluzione di caratteri visivi innati,

già presenti alla nascita [6]. Oggi si considerano interagenti gli aspetti legati alla

natura e quelli legati all’esperienza, con diverse possibili curve dello sviluppo

prima che intervenga l’esperienza e con diversi modi possibili in cui,

successivamente, l’esperienza può influenzare il funzionamento percettivo. Si

propende quindi verso una posizione interazionista: sia la natura che la cultura

hanno ruoli importanti, che interagiscono continuamente. In particolare sembra

che i fattori genetici delineino l’ambito delle potenzialità di sviluppo di un

individuo ma non la sua particolare realizzazione; il programma indicato dal DNA

non è portatore di un unico esito evolutivo e per ogni genotipo vi possono essere

diversi esiti o fenotipi, che sarebbero il risultato delle peculiari caratteristiche

ambientali entro cui il genotipo si sviluppa [7].

1.2 Dallo stimolo luminoso alla formazione dell’immagine

Come è facilmente intuibile il processo della visione é molto più complicato e va

ben oltre la semplice verifica dell’acutezza visiva. La prima attività che l’occhio

deve compiere è quella di trasformare lo stimolo luminoso in una sequenza di

segnali nervosi con specifiche caratteristiche temporali che il cervello possa

comprendere. Alla retina spetta tale attività di codificazione mentre alla corteccia

cerebrale spetta l’attività di comprensione.

La retina contiene i seguenti tipi di cellule: i fotorecettori, le cellule bipolari, le

cellule gangliari, le cellule orizzontali e amacrine (Fig. 2 )2.

Fig. 2 “L’organizzazione delle cellule retiniche”

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I fotorecettori, coni e bastoncelli, contengono particolari sostanze dette

fotopigmenti che si modificano se esposte alla luce. Per i coni il fotopigmento è la

iodopsina, per i bastoncelli, che ne contengono in quantità maggiore e ciò li rende

più sensibili alla luce, è la rodopsina. E’proprio nei fotorecettori che avviene la

fototrasduzione, ovvero il processo attraverso il quale il segnale luminoso viene

convertito in segnale nervoso.

Il segnale luminoso viene comunicato tramite il rilascio di glutammato alle cellule

bipolari sottostanti.

A seconda del recettore presente sulla membrana, le cellule bipolari possono

essere eccitate o inibite.

Le cellule bipolari, orizzontali e amacrine svolgono invece la funzione di

modulare il segnale dei fotorecettori, attraverso l’inibizione laterale. L’insieme

delle due modalità di trasmissione, verticale e orizzontale, determina la

formazione di campi recettivi circolari concentrici, con l’alternanza di zone inibite

ed eccitate.

A seconda del comportamento della cellula bipolare avremo una determinata

risposta della cellula gangliare sottostante. A loro volta le cellule gangliari si

dividono in due popolazioni differenti il sistema Magnocellulare (cellule M) che

porta le informazioni dei bastoncelli e il sistema Parvocellulare (cellule P) che

invece raccoglie le informazioni dei coni. Gli assoni delle cellule ganglionari

retiniche M e P trasmettono informazioni di natura diversa contribuendo così

differentemente alla percezione visiva. Gli assoni delle cellule M danno il loro

massimo contributo visivo per le discriminazioni nelle quali è richiesto un basso

potere risolutivo spaziale e un alto potere risolutivo temporale; specializzazioni di

grande importanza per talune proprietà visive come le discriminazioni spaziali e

temporali. Per i bastoncelli si ha una notevole convergenza del segnale, 15-30

bastoncelli convogliano il segnale su una cellula bipolare, questo fa si che i campi

recettivi periferici delle cellule M siano molto gradi. Le cellule P, al contrario,

sono fondamentali per la visione dei dettagli e dei colori ed hanno la massima

importanza per le discriminazioni visive che necessitano alta frequenza spaziale e

un basso potere risolutivo temporale [8]. I campi recettivi delle cellule P sono di

dimensione più piccola perchè i coni presentano connessioni uno a uno o pochi a

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uno. Tutti i terminali delle cellule gangliari confluiscono nel disco ottico dove si

mielinizzano dando origine al nervo ottico.

Fig.3 “ Il percorso delle vie ottiche”

Gli impulsi che viaggiano lungo il nervo ottico si portano verso l’encefalo; le fibre

che originano dalla parte mediale di entrambe le retine si incrociano sul davanti

dell’ipofisi, formando il chiasma ottico, mentre le fibre che originano dalla parte

temporale delle due retine si mantengono nello stesso lato della retina

(omolaterali), unendosi successivamente alle fibre mediali controlaterali per

formare il tratto ottico (Fig.3)3. I tratti ottici proiettano infine a tre stazioni

principali sottocorticali: l’area pretettale del mesencefalo, deputata al controllo dei

riflessi pupillari, il Collicolo superiore che, integrando l’informazione visiva con

afferenze uditive e somatosensoriali, regola i movimenti saccadici dell’occhio e

infine il Corpo genicolato laterale che configura la principale stazione di

ritrasmissione delle informazioni afferenti destinate alla corteccia visiva.

La distribuzione relativa di coni e bastoncelli sulla superficie della retina e la

differente modalità in cui coni e bastoncelli formano connessioni con gli

interneuroni sono responsabili della differenza di acuità visiva che esiste tra zone

differenti della retina.

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1.3 Immagini qualità e aberrazioni

Per creare un’immagine sul piano retinico, l’occhio si serve di un sistema ottico

costituito da varie parti con forma e caratteristiche differenti. Tale sistema è

composto principalmente da:

film lacrimale, cornea, umor acqueo, cristallino e umor vitreo; complessivamente

esse formano un sistema positivo di circa 60D, in grado di formare un’immagine

reale, capovolta e con i lati invertiti. Se il fuoco del sistema ottico oculare si forma

sul piano retinico, il soggetto è detto emmetrope. Al contrario, il soggetto è detto

ametrope nel caso in cui l’immagine non si formi sul piano retinico e risulti perciò

confusa e sfocata. Le ametropie sono otticamente due; miopia e ipermetropia.

L’astigmatismo è una variante di queste due forme. La compensazione ottica delle

ametropie avviene ponendo una lente correttiva in posizione e di grado tale da

modificare la posizione del piano di fuoco immagine riportandolo nella posizione

corretta, ovvero sul piano retinico.

La qualità dell’immagine retinica è il frutto di un insieme di fattori, il più

influente dei quali è il defocus. Tuttavia l’immagine è influenzata anche dalla

diffrazione, legata alla natura ondulatoria della luce, influente soprattutto per

piccoli diametri pupillari, e dalla diffusione endoculare, legata all’opacità o alla

ridotta trasparenza dei mezzi. Annullando o diminuendo le aberrazioni migliora

l’immagine retinica [9] .

Va considerato che correggendo un’ametropia con delle lenti oftalmiche si

inducono delle aberrazioni date dal fatto che:

- sulla lente incidono non singole radiazioni, bensì interi fasci tra loro

paralleli i quali incontrano la superficie diottrica della lente non soltanto in

prossimità dell’asse ottico ma nella sua totalità, comprese le porzioni più

marginali;

- la superficie della lente si comporta in maniera diversa per radiazioni che

incidono sulle parti periferiche rispetto a quelle parassiali;

- l’indice di rifrazione, grandezza adimensionale che quantifica la

diminuzione della velocità di propagazione della radiazione

elettromagnetica quando attraversa un materiale, è costante solo per

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radiazioni monocromatiche. Per radiazioni policromatiche n varia con la

lunghezza d’onda aumentando al diminuire di questa:

0n

dove 0 è la lunghezza d’onda della luce nel vuoto e è la lunghezza d’onda della

luce nel mezzo.

Le aberrazioni posso essere classificate in aberrazioni geometriche e aberrazioni

cromatiche. Le prime dipendono dalla forma del sistema ottico, le seconde si

presentano a causa della dispersione del mezzo. Un’ulteriore suddivisione si può

fare in funzione della posizione dell’oggetto osservato, quando questo si trova

sull’asse ottico o spostato rispetto a questo. In tal caso si distinguono in

aberrazione assiale e aberrazioni extrassiali.

L’aberrazione sferica, di natura geometrica e assiale, del gruppo aberrazioni

monocromatiche, si verifica quando abbiamo una sorgente puntiforme posta

sull’asse ottico di una lente. I raggi provenienti dall’oggetto fissato che incidono

su una superficie sferica, di cui si distinguono i raggi parassiali ovvero quelli più

vicino all’asse ottico e i raggi marginali ovvero i più distanti dall’asse ottico, non

hanno una focale identica (Fig.4)4. Questo accade perché per i raggi marginali non

vale l’approssimazione di Gauss sin(θ)≈(θ).

All’aumentare della distanza di incidenza della radiazione dall’asse ottico

l’immagine si avvicina alla lente, formando un’immagine parassiale, una

marginale e una intermedia. Il punto immagine parassiale è più distante di quello

marginale. La distanza tra l’immagine parassiale e quella marginale si definisce

aberrazione sferica longitudinale.

Fig.4 “L’aberrazione sferica”

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Tale situazione è valida anche se la sorgente è a distanza infinita e quindi la

radiazione che incide sulla lente è parallela. In questo caso si parla di fuoco

immagine parassiale, fuoco marginale e fuochi intermedi. La distanza tra il fuoco

parassiale e quello marginale è detta aberrazione sferica longitudinale principale.

Si definisce invece aberrazione sferica trasversale l’inserzione di un raggio

riflesso a distanza r dal vertice con il piano focale parassiale [10].

L’immagine ad imbuto che si evidenzia è detta caustica e la parte che si trova nel

fuoco parassiale si definisce cuspide. Se il fuoco marginale è prima di quello

parassiale si parla di aberrazione sferica positiva, nella situazione contraria di

aberrazione sferica negativa. L’eliminazione dell’aberrazione sferica in lenti

singole si può ottenere utilizzando superfici asferiche oppure si può ridurre

diminuendo il foro di entrata, in modo da diminuire l’attività della porzione

periferica. Anche l’occhio può essere considerato come un sistema ottico

complesso i cui diottri principali sono la cornea e il cristallino e quindi anche

l’occhio è affetto da aberrazione sferica.

L’astigmatismo da fasci obliqui (Fig.5)5 si verifica ogni volta che un soggetto

guarda attraverso una porzione di lente che non sia il centro ottico; in tale

situazione, a un’immagine puntiforme di un oggetto puntiforme si sostituiscono

due linee focali, una sagittale e una tangenziale, la cui distanza esprime il valore

dell’astigmatismo da fasci obliqui [11].

Fig. 5 “L’astigmatismo da fasci obliqui”

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La coma (Fig.6)6 scaturisce dalla contemporanea presenza dell’aberrazione

sferica e di quella astigmatica. Questa aberrazione è anche chiamata aberrazione

sferica extrassiale.

Fig.6 “La coma”

In tale rappresentazione il coma, presentando l’ampiezza maggiore verso l’asse,

viene detto negativo; si dice positivo se l’ampiezza maggiore dell’immagine è

capovolta. Le immagini che si possono ottenere dipendono dall’ampiezza del

diaframma, dall’obliquità di incidenza, dal tipo di lente, dalla sua posizione e

potenza. I sistemi ottici privi di coma e aberrazione sferica che formano immagini

nette si dicono aplanatici.

Nel caso di oggetti estesi, perpendicolari all’asse di un sistema ottico o di una

lente, questi danno origine a un’immagine anche essa ortogonale all’asse solo se

si considerano zone parassiali. Fuori da tali limiti l’immagine si forma su di una

superficie curva, detta “superficie di Petzval”, il cui raggio risulta uguale al

prodotto dell’indice di rifrazione della lente per la sua focale posteriore. La

curvatura di campo può quindi essere definita come una flessione delle linee

immagini verso l’asse ottico della lente. La distorsione può considerarsi come una

flessione delle linee immagini in direzione ortogonale all’asse della lente. Questa

si manifesta con sorgenti non puntiformi e dipende dal fatto che l’ingrandimento

laterale di una lente non è uniforme in tutto il campo della visione. Le distorsioni

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più comuni sono quella a barile (data da lenti negative dal potere elevato) e quella

a cuscinetto (da lenti positive dal potere elevato).

I sistemi ottici costituiti da lenti che lavorano in luce policromatica sono

tipicamente soggetti ad aberrazione cromatica. In generale, l’indice di rifrazione

di un materiale è maggiore per le lunghezze d’onda corte; questo implica che

queste lunghezze d’onda siano maggiormente rifratte ad ogni interfaccia.

In caso di una lente semplice si ha la situazione mostrata in figura (Fig.7)7:

Fig.7 “L’aberrazione cromatica”

Si definisce aberrazione cromatica assiale la variazione longitudinale della

focale con la lunghezza d’onda. La compensazione dell’aberrazione cromatica si

realizza combinando due lenti opportune, di diverso indice di rifrazione, una

positiva convergente ed una negativa, divergente, accoppiate, tali da portare alla

sovrapposizione i fuochi per le lunghezze d’onda estreme dello spettro visibile:

rosso e blu (Fig.8)8. Un tale sistema ottico si dice acromatizzato a queste

specifiche lunghezze d’onda: doppietto acromatico. La compensazione è rigorosa

per questi colori ed approssimata per quelli intermedi.

Fig 8 Aberrazione cromatica Doppietto acromatico

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L’aberrazione cromatica e il coma dipendono dall’ampiezza del diaframma e

rivestono importanza marginale, in quanto il diaframma pupillare limita la

porzione di lente che viene utilizzata di volta in volta nelle varie posizioni di

sguardo. Anche l’aberrazione cromatica ha poca rilevanza in quanto i materiali

utilizzati per la costruzione delle lenti presentano distorsioni contenute.

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Capitolo 2 Il foro stenopeico

Il foro stenopeico, dal greco stenos opaios, dotato di uno stretto foro, è un foro,

sufficientemente piccolo che si pratica sulla parete di una camera oscura, per

vedere proiettata, sulla parete opposta, l'immagine di ciò che esiste, esternamente,

di fronte al foro.. Si ritiene che sia stato Leonardo Da Vinci il primo scienziato ad

accostare la “camera oscura”, all’occhio umano e al suo funzionamento [12]. Se si

antepone a un occhio un diaframma molto stretto, si ottiene una notevole

riduzione dei cerchi di diffusione prodotti sulla retina da un'eventuale ametropia,

cosicchè l'effetto negativo di una condizione ametropica sulla qualità

dell'immagine retinica è eliminato o considerevolmente diminuito. Il foro

stenopeico fungendo da diaframma migliora l’acutezza visiva, solo se ben centrato

davanti alla pupilla. Oltre a ridurre i cerchi di diffusione, riduce anche

notevolmente la quantità di luce che giunge alla retina.

2.1 Principi di funzionamento I principi sui cui si basa sono la riduzione dell’aberrazione sferica, proprio perché

il foro lascia passare solo i raggi parassiali e quindi la radiazione luminosa va a

colpire solo la fovea, lasciando lavorare solo le cellule P con conseguente miglior

visione e aumento della profondità di campo.

Se poniamo due sorgenti a 25 cm da un occhio sano, l’occhio riesce a distinguerle

come separate finchè la distanza tra le due sorgenti è superiore a 0,06 mm. Infatti

se la distanza è minore il soggetto vede le due sorgenti come una unica. Ciò è

dovuto al fatto che per essere viste separate le immagini delle due sorgenti

debbono essere messe a fuoco sulla retina su due fotorecettori non contigui quindi

con almeno un elemento sensibile tra loro dove non arriva lo stimolo luminoso.

Questa dimensione minima oltre la quale più punti immagine, minori della

dimensione del fotorecettore, vengono considerati come un singolo punto e visti

come tale è detta circolo di minima confusione.

Nello stesso modo, un punto immagine che non cade esattamente sul piano

retinico, formerà sullo stesso un’immagine sfocata, detta circolo di confusione,

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20

ma se tale dimensione non eccede il circolo di minima confusione, essa appare a

fuoco. Questa tolleranza ci permette di avvicinare o allontanare un oggetto senza

che la nitidezza della sua immagine peggiori, tale spostamento nello spazio visivo

è detto profondità di campo.

Lo stesso spostamento considerato dal lato del piano retinico, viene detto

profondità di fuoco e l’immagine retinica può spostarsi parzialmente senza

peggioramenti della nitidezza. Le due condizioni sono correlate (Fig.9)9.

La profondità di campo può essere determinata con la formula empirica (Bennett e

Rabbetts, 1989; dai risultati di Campbell, 1975):

E= ± ( 0.75/g ) + 0.08

dove g è la dimensione del foro pupillare

Fig.9 “Rappresentazione schematica della profondità di campo e di fuoco”

La profondità di campo dipende principalmente da tre fattori: dalla lunghezza

focale, dal diaframma e dalla distanza dell’oggetto. Nell’occhio il fattore

principale per aumentare la profondità di campo è quello di diminuire il diametro

della pupilla che funge da diaframma.

Il foro stenopeico riduce il diametro della pupilla d’entrata, riduce l’aberrazione

sferica, aumenta la profondità di campo e riduce l’ampiezza del cono prodotto dal

difetto di refrazione; tutto ciò porta il soggetto a vedere più nitidamente (Fig.10)10.

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21

Fig.10 “ il foro stenopeico corregge tutti i vizi di refrazione”

2.2 Foro stenopeico per una diagnosi differenziale

Se si ottiene un miglioramento di acutezza visiva mediante l'applicazione di un

foro stenopeico, si può dedurre che la bassa acutezza visiva iniziale è, almeno in

parte, dovuta a una condizione rifrattiva ametropica e che la sua compensazione

deve produrre un'acutezza visiva almeno uguale a quella rilevata mediante il foro.

Quando l'acutezza visiva è diminuita ma non a causa di problemi rifrattivi, bensì

patologici, l’anteposizione di tale foro non la migliora, anzi spesso la peggiora a

causa della concomitante riduzione dell'illuminazione retinica. Il foro stenopeico è

molto utile esaminando soggetti che non raggiungono l'acutezza visiva di 10/10

con le lenti rilevate nel corso del normale test soggettivo; se l'anteposizione del

foro stenopeico non comporta alcun miglioramento o addirittura peggiora la

visione, il controllo della rifrazione è stato eseguito correttamente, mentre in caso

contrario va ripetuto l’esame. Si riscontra un netto miglioramento con il foro

stenopeico, in cui non si ottiene un miglioramento di acutezza visiva con le

normali lenti oftalmiche, ma soltanto con l’applicazioni di lenti a contatto, nei casi

di cheratocono o di astigmatismo irregolare.

Un caso particolare è quello del soggetto con pupilla eccessivamente dilatata; in

queste persone si può notare un lieve miglioramento di acutezza visiva, dopo

l’anteposizione del foro stenopeico, anche se essi portano lenti compensative

adeguate; infatti l’eccessiva dilatazione pupillare provoca un’aberrazione sferica

significativa e penalizzante, che il foro stenopeico riduce attraverso l’eliminazione

dei cerchi di diffusione. Si accredita a Donders (1864) la divulgazione del primo

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metodo soggettivo di investigazione dell’astigmatismo con l'utilizzo di foro e

fessura stenopeica in aggiunta alle normali lenti della cassetta di prova [13].

2.3 Gli occhiali stenopeici I principi su cui si basano gli occhiali stenopeici sono gli stessi su cui si basa il

funzionamento del foro stenopeico.

Gli occhiali stenopeici, dal greco “piccola apertura”, non sono dotati di lenti

oftalmiche, ma di due dischi in plastica con piccoli fori multipli di piccolissimo

diametro. La funzione di questi buchi consiste nel ridurre l’ampiezza del fascio di

raggi luminosi divergenti che provengono da ciascun punto dell’oggetto

osservato. Infatti è l’impropria deviazione prodotta dai difetti visivi nelle parti

esterne di questo fascio che produce la perdita di nitidezza. Gli occhiali stenopeici

permettono di ritrovare la nitidezza in alcuni difetti visivi bloccando proprio la

parte esterna del fascio luminoso e permettendo il passaggio a solo quei raggi che

passano nel centro del foro pupillare. La tecnica fotografica utilizza, fin dai suoi

albori, questo principio per aumentare la messa a fuoco attraverso la riduzione

dell’ampiezza del diaframma (Fig.11)11.

Figura 11 “Aumento della profondità di campo in fotografia”

Così, spontaneamente, chi ha problemi visivi strizza un po’gli occhi (diminuendo

l’apertura verticale) e vede un po’ meglio, in questo modo infatti, esclude le parti

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esterne del fascio luminoso; stessa cosa avviene con gli occhiali stenopeici. Anche

gli eschimesi da secoli usano come occhiali strisce di legno o di osso di tricheco

ricurva alta due dita con una fessura orizzontale che va da un’estremità all’altra

[14] (Fig.12)12. Ciò gli permette di proteggere gli occhi dall’abbondante luce che

viene riflessa dalla neve e inoltre, malgrado questa fessura sia più stretta del

diametro della pupilla e consenta a una quantità minima di luce di arrivare alla

retina, attraverso di essa si vede molto distintamente.

Figura 12 “Gli occhiali degli eschimesi dalla piccola apertura”

2.4 Tipico uso

Questi occhiali sono consigliati per la lettura, per il computer e la televisione; il

lavoro davanti allo schermo sottopone infatti la vista ad una particolare

sollecitazione di accomodazione e movimenti oculari. Sullo schermo sono infatti

concentrate molte informazioni e per poterle distinguere e riconoscere servono un

gran numero di movimenti oculari piccoli e veloci.

Limitando la visione periferica, non posso essere usati per attività dinamiche e

rapide come la guida e vanno sempre usati in presenza di un’ottima luminosità in

quanto l’illuminamento retinico è inferiore a quello che si ha con le lenti

convenzionali. Si consiglia di aumentare la luminosità del computer e della

televisione e se si usano per leggere munirsi di un faretto da poter mettere sul

libro. Per chi ama leggere la sera è anche possibile acquistarli con luce

incorporata.

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L’occhiale stenopeico va usato con costanza e regolarità almeno 1-2 ore al giorno;

alcune persone necessitano di un periodo di adattamento per questo è consigliato

un uso graduale ma costante: in questo modo si aumenta l’elasticità dei muscoli

oculari, diminuisce lo sforzo nella messa a fuoco e si riduce il senso di stanchezza

degli occhi.

Quando si cominciano ad usare gli occhiali stenopeici è molto frequente che i

nuovi portatori miopi lamentino una iniziale visione doppia. Questo accade perché

i miopi tendono a perdere la visione nucleare, cioè la capacità di concentrare la

visione su molti particolari nitidi, per esempio, quando un miope guarda un volto,

specie se la miopia è di elevata entità, cerca di vedere la faccia nel suo insieme,

mantenendo lo sguardo fisso, invece di spostare lo sguardo da un dettaglio del

viso all'altro. Per i miopi, usare gli occhiali stenopeici per guardare la TV o

leggere un tabellone diventa un'attività molto terapeutica, proprio perché li

costringe a muovere gli occhi e perché rieduca alla visione centralizzata [15].

Gli occhiali stenopeici, al contrario di quelli convenzionali, non creano immagini

distorte se si guarda attraverso la periferia della lente, non vanno sostituiti ogni

volta che peggiora il difetto visivo e non necessitano di manutenzione in quanto le

lenti non si scheggiano ne graffiano.

Alcuni educatori visivi, hanno riscontrato, nei soggetti da loro seguiti, che

utilizzano questi occhiali, un netto miglioramento della mobilità oculare, in

particolare come quantità e qualità dei movimenti saccadici. Secondo questi

educatori visivi anche se limitano la visione periferica indirettamente la

migliorano come conseguenza dei migliori movimenti oculari, inoltre una cosa

simile avviene nel rapporto tra movimenti oculari e movimenti del collo: in

particolare nella lettura gli occhi sinistri forzano la persona a riadattarsi a

movimenti del collo per spostare la messa a fuoco. Al contrario di ciò che ci si

potrebbe aspettare, gli occhiali stenopeici, in genere provocano un aumento dei

movimenti saccadici unito ad una maggiore mobilità e coordinazione dei

movimenti del collo. Ciò è confermato da numerosi posturologi che riportano un

miglioramento dei valori stabilometrici mentre i pazienti indossano gli occhiali

stenopeici, anche nel caso che il paziente non si senta a suo agio con la visione. I

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migliori movimenti saccadici e la maggior mobilità e coordinazione dei

movimenti del collo produrrebbero una migliore esplorazione dell'ambiente a fini

di orientare e organizzare la postura.

Al contrario, spiegano di non aspettarsi cambiamenti significativi delle capacità

accomodative.

Nel caso in cui ci siano problemi di stereopsia dovuti a una anisometropia e quindi

all’ incapacità di fondere due immagini di grandezza significativamente differenti,

ci si potrebbero aspettare dei piccoli miglioramenti in quanto le dimensioni delle

immagini retiniche dei due occhi con l’uso di questo dispositivo non sarebbero

diverse.

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26

Capitolo 3

Funzioni visive esaminate

Da ciò che è stato anticipato, gli occhiali stenopeici stimolano e modificano

l’acutezza visiva, l’ampiezza accomodativa, la sensibilità al contrasto, la stereopsi

e i movimenti oculari. Per cui analizziamo le funzioni visive che sono state testate

nella parte sperimentale di questo lavoro.

3.1 Acutezza visiva (Av)

L'acutezza visiva o acuità visiva o visus è una delle abilità visive principali del

sistema visivo ed è definita come la capacità dell'occhio di risolvere e percepire

dettagli fini di un oggetto e dipende direttamente dalla nitidezza dell'immagine

proiettata sulla retina [16]. L'acutezza visiva rappresenta l'inverso delle dimensioni

angolari minime che un oggetto deve avere per poter essere percepito

correttamente. È una delle abilità visiva maggiormente tenute in considerazione

durante un esame visivo. Normalmente il visus si utilizzata per valutare la

condizione rifrattiva della persona esaminata anche se, in realtà, l'acutezza visiva

che un soggetto possiede non è soltanto conseguente all'apparato diottrico

dell'occhio ma è anche correlata alle condizioni della retina, delle vie ottiche e del

sistema nervoso centrale [17]. L’acuità visiva può essere di vari tipi (Fig.13)13:

Fig.13 “ I tipi di acutezza visiva”

1. Acutezza di visibilità, o minimo visibile, nella quale si tratta di accertare o

di escludere la presenza di un oggetto;

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2. Acutezza di risoluzione, o minimo separabile, nella quale si tratta di

percepire i dettagli di un oggetto;

3. Acutezza di localizzazione, o minimo localizzabile, nella quale si tratta di

valutare la localizzazione spaziale relativa a due oggetti;

4. Acutezza di ricognizione, o morfoscopica oppure di riconoscimento, nella

quale si tratta di riconoscere le caratteristiche o la forma di un oggetto.

L’acutezza visiva misurata con ottotipi, diversi in funzione all’età, rappresenta

l’acuità di ricognizione, la quale si fonda oltre che sull’acutezza di visibilità, di

risoluzione, e di localizzazione, anche sul concorso di altri fattori di carattere

percettivo e cognitivo, che sono difficilmente classificabili [18]. Con le tabelle

ottotipiche di Snellen, l’acuità visiva registrata è rappresentata dalla più piccola

riga di lettere che il paziente può riconoscere.

Per la misurazione del visus generalmente si utilizzano mire ad alto contrasto che

possono essere proposte in vario modo: a stampa su carta e illuminazione riflessa,

a stampa su materiale traslucido con retroilluminazione, a proiezione per mezzo di

supporti trasparenti o attraverso schermi video.

3.2 Ampiezza accomodativa (AA)

Si definisce ampiezza accomodativa la quantità totale di accomodazione che il

cristallino può effettuare. L’accomodazione è la funzione visiva che consente la

visione nitida e flessibile alle diverse distanze e in relazione allo svolgimento

delle varie attività, grazie principalmente ad una variazione di forma del

cristallino e del muscolo ciliare, permette che il fuoco immagine si formi in

corrispondenza della fovea e sia nitido (Fig.14)14.

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Fig. 14 “ Cambiamenti indotti dall’accomodazione”

L’immagine a fuoco sulla fovea è data dalla sincinesia tra accomodazione,

convergenza e miosi, tre funzioni diverse e complementari chiamate triade

accomodativa. L’accomodazione realizza la messa a fuoco, la convergenza

consente la corrispondenza retinica bifoveale e la miosi riduce le aberrazioni

conseguenti ai cambiamenti di curvatura del cristallino, aumenta la profondità di

campo e ne seleziona la porzione centrale.

Lo stimolo fondamentale per le risposte accomodative è il defocus, migliorando

l’acutezza visiva, migliora la percezione dello sfocamento e quindi migliora anche

la risposta accomodativa che diviene più accurata. L’accomodazione dipende

dalla fovea e la maturazione della triade accomodativa, richiede dunque lo

sviluppo dell’acutezza visiva [19].

Gli occhi compiono il minimo sforzo accomodativo guardando il punto più

lontano che può essere visto nitido ( punto remoto) ed effettuano il massimo

sforzo accomodativo guardando il punto più vicino che riescono a mettere a

fuoco( punto prossimo) [20]. Calcolando la differenza tra il punto remoto e il

punto prossimo si ottiene la quantificazione dell’ampiezza accomodativa.

Hofstetter aveva messo a punto una formula generale per calcolare teoricamente

l’ampiezza accomodativa conoscendo l’età del soggetto [21] :

AA (diottrie) = 15 - (0,25 x età in anni)

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Se si vuole misurare l’AA per prima cosa si deve interamente e accuratamente

compensare binocularmente l’eventuale ametropia. Esistono vari metodi per la

misurazione tra cui il metodo delle lenti negative e il metodo del push-up di

Donders. La tabella seguente mostra i valori medi di ampiezza accomodativa in

relazione all’età calcolata utilizzando il metodo di Donders:

3.3 Sensibilità al contrasto (Sc)

La Sc è la capacità del sistema visivo di apprezzare il contrasto fotometrico, cioè

la differenza di luminosità che presentano due zone adiacenti; più è basso il

contrasto minimo necessario a differenziare l’oggetto dallo sfondo più è alta la Sc.

Si definisce contrasto la differenza di luminanza tra zone adiacenti:

minmax

minmax

LL

LLc

Verso la fine del 1950 Campbell, Robson e Blakemore hanno effettuato un grande

lavoro di ricerca e hanno cominciato a valutare Sc utilizzando reticoli sinusoidali

[22]. I reticoli sinusoidali sono stimoli ripetitivi di barre chiare e scure con profili

di luminanza che hanno la forma della funzione matematica sinusoidale.

Diminuendo sistematicamente, per ogni frequenza, la misura del contrasto, si

registra la soglia minima utile per la percezione di sbarre distinte. Una coppia

età Punto prossimo (cm)

Ampiezza accomodativa (D) ( Donders)

10 7 14 15 8 12 20 10 10 25 12 8,5 30 13 7 35 18 5,5 40 22 4,5 45 28 3,5 50 40 2,5 55 57 1,75 60 100 1 65 200 0,5 70 400 0,25

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adiacente di barre chiare e scure costituisce un ciclo. Comunemente i reticoli si

definiscono nel reticolo della frequenza; la frequenza spaziale è determinata dalle

dimensioni del periodo del reticolo e dalla distanza fra reticolo e osservatore.

La misura della sensibilità al contrasto viene effettuata per reticoli di uno stesso

orientamento e di diverse frequenze spaziali. La curva di sensibilità al contrasto

descrive la variazione della sensibilità in funzione delle caratteristiche spaziali

dello stimolo (Fig15)15.

Fig. 15 “Curva della sensibilità media al contrasto”

La sensibilità al contrasto può essere misurata in vari modi utilizzando le tavole di

Pelli-Robson, Functional Acuity Contrast Test o il CSV-1000E test.

Il test che utilizzeremo nel nostro lavoro sarà il CSV-1000E che si esegue alla

distanza di 2,5 m. Presenta le seguenti cinque frequenze spaziali: 3 cicli per

grado, 6 c/g, 12 c/g e 18 c/g. I risultati sono poi convertiti i scala logaritmica [23].

Consiste in un pannello retroilluminato (Fig.16)16 che può essere utilizzato sia in

condizione fotopica che scotopica. Vengono rappresentate due lamine circolari

per ogni livello di contrasto e per ogni frequenza spaziale. Ogni frequenza

spaziale contiene otto livelli di contrasto che diminuiscono via via di 0,14 unità

logaritmiche, in tal modo è possibile valutare tutta la curva di SC.

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Figura 16 “CSV-1000E”

3.4 Stereopsi

La stereopsi è il processo visuopercettivo che conduce alla sensazione della

profondità, partendo da due immagini retiniche monoculari leggermente differenti

(Fig.17)17. Tale discrepanza prende il nome di disparità retinica. Solo una

disparità retinica orizzontale genera stereopsi, purchè sia entro l’area di Panum.

L’area di Panum è una zona immediatamente anteriore e posteriore all’oggetto

fissato dove è possibile la visione binoculare singola con percezione della

profondità. Al di fuori di questa area insorge diplopia. L’area di Panum non ha

un’estensione costante; è molto più stretta nella regione del punto fissato che non

nelle regioni periferiche. La sede anatomica di tale processo risiede a livello della

corteccia striata.

Per elaborare il senso della profondità sono necessari stimoli di varia natura

provenienti da entrambi gli occhi e dalle vie parvocellulare e magnocellulare [24].

Per avere un’unica immagine data dalla fusione delle altre due, è fondamentale

che si verifichino queste due condizioni:

1. Gli occhi siano entrambi diretti sull’oggetto osservato, azione possibile

grazie ai movimenti oculari.

2. Le immagini provenienti dai due occhi siano simili per forma, nitidezza e

dimensione.

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Fig. 17 “ La stereopsi”

Più è elevata Av e migliori sono i movimenti oculari e maggiore è la stereopsi. La

stereopsi può essere valutata con vari test come il Lang stereotest, il TNO test e il

Titmus stereo test.

3.5 Movimenti oculari

Lo scopo principale del sistema oculomotore consiste nel condurre la fovea

sull’oggetto da osservare e nel mantenerla su di esso per il tempo necessario alla

fissazione e all’interpretazione dell’oggetto stesso.

Il sistema del movimento oculare “saccadico” presiede all’orientamento rapido

della fovea verso un bersaglio che si trovi nel campo visivo e sul quale si rivolge

l’interesse dell’osservatore. La capacità di compiere dei movimenti saccadici è già

presente alla nascita, risultando spesso movimenti imprecisi che hanno bisogno di

successive correzioni; a partire dal secondo mese di vita migliorano diventando

sempre più precisi. Il sistema del movimento di inseguimento lento, (smooth

pursuit) invece, svolge il compito di mantenere sulle fovee le immagini degli

oggetti che si spostano lentamente nel campo di sguardo. Questo sistema si

sviluppa relativamente tardi: fino alla sesta settimana di vita il bambino ha

difficoltà a seguire con un movimento continuo l’oggetto che sta fissando, quando

questo si muove.

I movimenti oculari di pursuit e le saccadi possono essere valutati usando test

oggettivi come l’elettromotilooculografia o l’oftalmografia [25] ma se non si

hanno a disposizione tali strumenti, ci si può basare sul protocollo della

Northeastern State University College of Optometry (NSUCO).

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Questo è il primo test ad osservazione diretta standardizzato affidabile e ripetibile

per valutare questi movimenti [26].

Il test è basato sulla diretta osservazione dei movimenti oculari del soggetto

mentre segue un target in movimento per gli inseguimenti o fissando

alternativamente due target per le saccadi. L’esaminatore valuta la performance in

quattro categorie che comprendono l’abilità, l’accuratezza e i movimenti di testa e

corpo. I risultati delle quattro categorie vengono poi rapportati con delle tabelle

normative da loro standardizzate [27] :

punteggio 1 2 3 4 5 saccadi abilità < 2 giri Completa 2 giri Completa 3 giri Completa 4 giri Completa 5

giri accuratezza Ampiamente

iper/ipometriche Una o più saccadi moderatamente iper/ipometriche

Lievemente iper/ipometriche costanti >50% delle volte

Lievemente iper/ipometriche intermittenti >50% delle volte

Nessuna saccade iper/ipometrica

movimento Ampio movimento testa(corpo) in ogni momento

Moderati movimenti testa(corpo) in ogni momento

Leggeri movimenti testa(corpo)>50%

Leggeri movimenti testa(corpo)<50%

Nessun movimento testa (corpo)

pursuit abilità Non completa ½ rotazione in senso orario/antiorario

Completa ½ rotazione in senso orario/antiorario

Completa 1 rotazione in ogni direzione

Completa 2 rotazioni ma non in entrambi i sensi

Completa 2 rotazioni in entrambi i sensi

accuratezza Nessun tentativo di inseguimento >10 rifissazioni

Rifissazione 5-10 volte

Rifissazione 3-4 volte

Rifissazione < 2 volte

Nessuna rifissazione

movimento Ampio movimento della testa in ogni momento

Moderati movimenti della testa (corpo) in ogni movimento

Leggeri movimenti della testa (corpo)>50%

Leggeri movimenti della testa (corpo)<50%

Nessun movimento testa corpo

La tabella mostra come si assegnano i punteggi in base alle capacità del soggetto.

Spieghiamo cosa si intende con i termini abilità, accuratezza e movimento:

L’abilità con cui si esegue la saccade: consiste nel valutare il modo con

cui il soggetto sposta lo sguardo andata e ritorno da una mira all’altra e se

viene o meno completato il giro.

L’abilità nel pursuit: consiste nel valutare se si completa o meno la

rotazione in senso orario e antiorario e quanto la rotazione è fluida,

ovvero se ci sono rifissazioni.

L’accuratezza delle saccadi : valuta se nello spostare lo sguardo da una

mira all’altra ci sono o meno imprecisioni cioè saccadi iper o ipometriche.

L’accuratezza nel pursuit: valuta se ci sono rifissazioni e il movimento di

inseguimento non è continuo.

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Movimento testa e corpo: va valutata l’ampiezza dei movimenti in

entrambi i casi, se il soggetto nello spostare lo sguardo da una mira

all’altra o nel seguire la mira muove e quanto la testa e il corpo.

In base a questa classificazione vengono assegnati dei punteggi per ogni categoria

che vanno da 1 a 5, dove 5 è il punteggio massimo.

La Northeastern State University College of Optometry fornisce anche due

tabelle, una per le saccadi e una per i pursuit, con indicati in base all’età e al sesso

i valori di normalità:

Saccadi età abilità accuratezza Movimenti testa Movimenti

corpo M F M F M F M F 5 5 5 3 3 2 2 3 4 6 5 5 3 3 2 3 3 4 7 5 5 3 3 3 3 3 4 8 5 5 3 3 3 3 4 4 9 5 5 3 3 3 4 4 4 10 5 5 3 3 3 4 4 4 11 5 5 3 3 3 4 4 5 12 5 5 3 3 3 4 4 5 13 5 5 3 3 3 4 5 5 14 o > 5 5 4 3 3 4 5 5 Pursuit età abilità accuratezza Movimenti

testa Movimenti corpo

M F M F M F M F 5 4 5 2 3 2 3 3 4 6 4 5 2 3 2 3 3 4 7 5 5 3 3 3 3 3 4 8 5 5 3 4 3 3 4 4 9 5 5 3 4 3 3 4 4 10 5 5 4 4 4 4 4 5 11 5 5 4 4 4 4 4 5 12 5 5 4 4 4 4 5 5 13 5 5 5 4 4 4 5 5 14 o > 5 5 5 4 4 4 5 5

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Capitolo 4 Lo studio sperimentale

4.1 Obiettivo Lo scopo della ricerca è di verificare, basandoci sull’articolo “Quantitative

Analysis of Functional Changes Caused by Pinhole Glasses” di Won Soo Kim, In

Ki Park e Yeoun Sook Chun, se si riscontrano miglioramenti di acuità visiva,

ampiezza accomodativa, sensibilità al contrasto e stereopsi con l’uso degli

occhiali stenopeici per un uso superiore alla settimana.

In questo articolo, preso come riferimento, 48 soggetti (24 maschi e 24 femmine)

privi di patologie oculari, con una correzione sferica media di -2,4 ±3,3 diottrie e

con età compresa tra i 20 e 50 anni, vengono invitati a portare gli occhiali

stenopeici per una settimana. Dopo questo tempo d’uso, per verificare eventuali

cambiamenti di visus, ampiezza accomodativa, sensibilità al contrasto, stereopsi,

campo visivo e ampiezza del diametro pupillare, vengono sottoposti ai seguenti

test: Snellen chart per visus, metodo del push-up di Donders per l’ampiezza

accomodativa, CSV-1000E per la sensibilità al contrasto, Randot Stereo test per la

stereopsi, Humphrey Visual Field Analyzer per il campo visivo e il WASCA

Analyzer per l’ampiezza della pupilla.

Nell’articolo gli autori riportano solamente i dati relativi all’OD.

Nel nostro lavoro, 24 soggetti portano gli occhiali stenopeici per 3 settimane

consecutive e ogni settimana vengono sottoposti a test, spiegati in seguito, per

valutare le funzioni visive valutate nell’articolo. Tuttavia non avendo a

disposizione nello studio optometrico, dove sono state effettuate le misure, un test

per valutare il campo visivo e il diametro del foro pupillare, queste misure non

sono state rilevate.

La ricerca è stata arricchita con il test NSUCO per valutare eventuali cambiamenti

dei movimenti oculari ( pursuit e saccadi). Per una migliore valutazione i dati

sono riportati per OD, OS e binocularmente (OO).

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36

4.2 Materiale e metodi

Per lo studio sono stati utilizzati gli occhiali stenopeici Good Look forniti

dall’azienda My Benefit che produce otto varianti con montature e colori differenti

e microfori calibrati e sagomati al laser (Fig.18) 18.

Fig. 18 “Occhiale Good Look modello Giove”

Tutti i modelli presentano lo stesso disegno a nido d’ape di fori con lato di 3,2

mm x 3,2 mm e lo stesso calibro di 1,2 mm di diametro. Gli occhiali, usati

nell’articolo di riferimento, hanno fori di 0,9 mm di diametro distanti tra loro

3mm.

Per la sperimentazione sono stati reclutati da un campione di 50 persone, dopo

uno screening con anamnesi sulle patologie oculari, 24 soggetti che risultavano

idonei alle richieste di assenza di patologie oculari e che presentassero

un’ametropia rifrattiva. Di questi, sono risultati 3 emmetropi, 13 miopi con valori

da -5,00 D a -0,25 D e 8 ipermetropi con valori da +0,25 D a + 2,50 D. L’età era

compresa dai 15 ai 55 anni.

I soggetti sono stati sottoposti periodicamente ai test con intervalli di 1 settimana

e per 3 settimane. Nello studio optometrico, dove sono stati eseguiti i test, erano

controllate e standardizzate le procedure di misura. Elenchiamo i test eseguiti:

Il Visus per lontano è stato misurato utilizzando una tabella ottotipica di

Snellen posta a 3 m di distanza. Nella tabella ottotipica proposta la

distanza fra una lettera e l’altra (definita come interazione di contorno) è

pari alla dimensione della lettera stessa; questo mantiene una costante

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37

d’affollamento ma non crea fenomeni di interferenza fra mira e mira [28].

Compatibilmente con la dimensione dello schermo vengono presentate 7

lettere per riga. Le lettere presentate non hanno un ordine fisso ma

randomizzato; quest’opzione rende impossibile la memorizzazione delle

lettere.

La misurazione è stata eseguita con la correzione abituale del soggetto,

senza alcuna correzione e con gli occhiali stenopeici.

AA è stata misurata con il metodo del push-up: la tavola per vicino di

Snellen ben illuminata, viene, a velocità costante, avvicinata lentamente al

paziente partendo da una distanza di 40 cm fino a che il soggetto non

dichiara di vedere le lettere sfocate. Calcolando l’inverso di tale distanza,

in metri, si ottiene il valore diottrico dell’ampiezza accomodativa del

soggetto. Per la ricerca il test è stato eseguito prima con gli occhiali

stenopeici e poi con la correzione abituale portata dal soggetto. In

entrambi i casi la misurazione è stata fatta monocularmente, misurando

così la capacità dell’individuo di aumentare il potere diottrico dell’ occhio

attraverso la contrazione del muscolo ciliare, poi bimocularmente

misurando cosi la capacità del sistema accomodativo [29].

La Sc è stata misurata con il test CSV-1000E. Per ogni livello di contrasto

e per ogni FS vengono rappresentate due lamine circolari. I circoli si

trovano uno sopra l'altro in modo tale che in una lamina venga

rappresentato un modello grigio uniforme, mentre nell'altra una rete

sinusoidale. Il paziente deve determinare la lamina circolare che presenta

la rete sinusoidale in ogni livello di contrasto, indicando se si trova nel

circolo superiore o inferiore. Il test è stato eseguito monocularmente e

binocularmente, sia con indosso gli occhiali correttivi che con indosso gli

occhiali stenopeici.

La stereopsi è stata valutata con il Titmus stereo test. Il test si esegue a 40

cm ed è caratterizzato dal fatto che viene presentata al soggetto, che

indossa lenti polarizzate, una mira formata dalla sovrapposizione di due

immagini simili, ma lateralmente sfasate. C’è stereopsi se si percepisce il

rilievo tra le figure. Il Titmus stereo test, valuta la presenza della stereopsi

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38

e la quantifica in secondi d’arco. Si comincia con lo “stereofly”, chiedendo

di prendere le ali tra il pollice e l’indice (3.552” d’arco), si continua con

tre file da quattro animali ciascuna che misurano 400”, 200” e 100” d’arco

per poi passare agli anelli che vanno da 800” a 40” d’arco (Fig19)19. Il test

si esegue anteponendo alla correzione abituale gli occhiali polarizzati.

Fig.19 “ Il test di Titmus”

I movimenti oculari in particolare le saccadi e i pursuit, sono stati valutati

con il protocollo NSUCO.

Valutazione delle saccadi: al soggetto viene chiesto di stare in piedi di fronte

all’esaminatore che tiene i target a circa 10 cm da ogni lato rispetto la linea

mediana del soggetto esaminato. Il test è svolto binocularmente e il target è

rappresentato da due piccole sferette colorate del diametro di circa 0,5 cm,

poste alla distanza di Harmon, distanza soggettiva presa dal gomito alla

seconda nocca del dito medio, e non oltre i 40 cm dal soggetto. Le saccadi

sono osservate solo sul piano orizzontale. Viene chiesto al soggetto di fissare

un target e di passare all’altro solo dopo il comando, ciò è ripetuto fino a

compiere 10 movimenti di fissazione da un target all’altro (Fig.20) 20. Non

vengono date al soggetto indicazioni su come tenere la testa, o se muovere o

non muovere la testa. L’esaminatore valuta la performance in quattro categorie

che comprendono i movimenti della testa, i movimenti del corpo, l’abilità e

l’accuratezza nell’eseguire i movimenti.

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39

Fig. 20 “ test NSCUCO saccadi”

Valutazione dei pursuit: anche in questo caso il soggetto sta in piedi davanti

all’esaminatore e il target è posto alla distanza di Harmon e non oltre i 40 cm dal

soggetto.

L’esaminatore tiene il target all’altezza della linea mediana del soggetto e lo

muove in senso rotatorio con un diametro di circa 20 cm. Al paziente viene

chiesto di seguire il target lungo una traiettoria circolare sia in senso orario che in

senso antiorario e non vengono fornite indicazioni al soggetto di come tenere la

testa. L’esame si svolge monocularmente. L’esaminatore osserva i movimenti di

pursuit e valuta anche in questo caso la performance in quattro categorie che

comprendono i movimenti della testa, i movimenti del corpo, l’abilità e

l’accuratezza nell’eseguire i movimenti.

4.2.1 Tempi d’uso degli occhiali stenopeici

Tutti i soggetti sono stati istruiti nella stessa maniera sul tempo d’utilizzo degli

occhiali stenopeici:

la prima settimana 15 minuti per i primi tre giorni di utilizzo poi fino a 40

minuti al giorno;

la seconda settimana 40 minuti consecutivi per un totale di due ore al

giorno;

la terza settimana 40 minuti consecutivi per un totale di tre ore al giorno.

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4.3 Dati e analisi La Tabella 1 mostra le caratteristiche dei 24 soggetti dello studio; 13 soggetti

(54%) sono miopi, 8 (33%) sono ipermetropi e solo 3 (13%) sono emmetropi.

Tabella 1 Caratteristiche generali del campione;

valori medi ± deviazione standard della media

A titolo esplicativo riporteremo per la sola misura dell’acutezza visiva le tabelle di

misura per singole settimane per poi uniformare gli altri test, alle sole tabelle

riepilogative per l’intero periodo.

4.3.1 Misure dell’acutezza visiva Tempo iniziale

Nella Tabella 2 si riportano i valori medi iniziali di AV per lontano, misurati

senza correzione, con la correzione abituale e con gli occhiali stenopeici prima

che i soggetti iniziassero la procedura per le tre settimane. Tutti i valori sono stati

riportati in LogMar; (per la conversione si veda l’ “Appendice I”).

Caratteristiche Valori Numero soggetti 24 Maschi 9 Femmine 15 Range di età 15-55 Età media 31,48 ± 2,74 Correzione sferica media,D (OD) -0,61 ± 0,33

(OS) -0,66 ± 0,35

Media AV senza correzione,logMar (OD) 0,31 ± 0,07

(OS) 0,32 ± 0,07

(OO) 0,24 ± 0,07

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OD OS OO

Av senza correzione(LogMar) 0,31 ± 0,07 0,32 ± 0,07 0,24 ± 0,07

Av con correzione (LogMar) -0,03 ± 0,02 -0,04 ± 0,03 -0,09 ±0,02

Av con occhiali stenopeici(LogMar) 0,30 ± 0,05 0,31 ± 0,05 0,23 ± 0,05

Tabella 2 valori Av media al tempo iniziale ± dv.standard della media

Misure 1°settimana

Dopo una settimana di utilizzo degli occhiali stenopeici, 23 soggetti hanno

mostrato un miglioramento dell’AV sia con la correzione indossata che non, solo

un soggetto non ha avuto alcun cambiamento. (Tab. 3)

Tabella 3 valori di AV media dopo 1 settimana ± dv.standard della media

Misure 2°settimana

I valori in Tabella 4 riportano i dati di Av misurati dopo due settimane di utilizzo

degli occhiali stenopeici.

OD OS OO

AV senza correzione (logMar) 0,09 ±0,06 0,09 ±0,06 0,04 ±0,05

AV con correzione (logMar) -0,21 ±0,02 -0,21 ±0,02 -0,23 ±0,02

AV con occhiali stenopeici (logMar)

-0,14 ±0,02 -0,14±0,02 -0,17 ±0,02

Tabella 4 AV dopo 2 settimane; valori medi ± deviazione standard della media

OD OS OO Av senza correzione (logMar)

0,12 ± 0,06 0,15 ± 0,06 0,07 ± 0,06

Av con correzione (logMar)

-0,13 ± 0,03 -0,14 ± 0,02 -0,18 ± 0,03

Av con occhiali stenopeici (logMar)

-0,12 ± 0,02 -0,12 ± 0,03 -0,20 ± 0,02

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Misure 3°settimana

Infine la misurazione è stata ripetuta dopo tre settimane, i valori sono riportati

nella tabella (Tab.5).

OD OS OO

Av senza correzione (logMar) 0,06 ± 0,06 0,06 ± 0,06 0,04 ± 0,05

Av con correzione (logMar) -0,22 ± 0,02 -0,22 ± 0,01 -0,25 ± 0,02

AV con occhiali stenopeici (logMar) -0,14 ± 0,02

-0,15 ± 0,02 -0,18 ± 0,02

Tabella 5 valori AVmedia dopo 3 settimane ± deviazione standard della media

Riportiamo i dati medi ottenuti per l’intero periodo in Tabella 6 e li grafichiamo

per valutare l’andamento.

Av con la correzione abituale (LogMar) OD OS OO Iniziale -0,03 ± 0,02 -0,04 ± 0,03 -0,09 ± 0,02 Dopo 1 settimana -0,13 ± 0,03 -0,14 ± 0,02 -0,18 ± 0,03 Dopo 2 settimane -0,21 ± 0,02 -0,21 ± 0,02 -0,23 ± 0,02 Dopo 3 settimane -0,22 ± 0,02 -0,22 ± 0,01 -0,25 ± 0,02

Tabella 6: i valori espressi sono medie ±dev.standard della media

Il grafico qui di seguito riportato (Graf.1) mostra la progressiva variazione di AV,

misurata con la correzione abituale, nel corso delle 3 settimane.

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Av con correzione abituale

-0,3

-0,25

-0,2

-0,15

-0,1

-0,05

0

iniziale 1°sett 2° sett 3°sett

Av (

Lo

gM

ar)

OD

OS

OO

Grafico 1 : Variazione Av con la correzione abituale nel corso delle tre settimane

Confrontando l’Av con la correzione abituale binoculare iniziale e finale si nota

un incremento del 177% , passando da un visus di 10/10 a un visus di 15/10

con un incremento pari a 5/10.

La Tabella 7 e il Grafico 2 mostrano i dati di Av media senza correzione, ottenuti

nel corso dell’intero periodo.

Av senza correzione (LogMar) OD OS OO Iniziale 0,31 ± 0,07 0,32 ± 0,07 0,24 ± 0,07 Dopo 1 settimana 0,12 ± 0,06 0,15 ± 0,06 0,07 ± 0,06 Dopo 2 settimane 0,09 ± 0,06 0,09 ± 0,06 0,04 ± 0,05 Dopo 3 settimane 0,06 ± 0,06 0,06 ± 0,06 0,04 ± 0,05

Tabella 7: valori medi di Av senza correzione ± dev.standard della media

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Av senza correzione

-0,05

0

0,05

0,1

0,15

0,2

0,25

0,3

0,35

0,4

0,45

iniziale 1°sett 2°sett 3°sett

Av (

Lo

gM

ar)

OD

OS

OO

Grafico 2: andamento dell’Av senza correzione nel corso delle tre settimane

Confrontando i dati finali con quelli raccolti in principio, si è notato come tutti i

24 soggetti dello studio abbiano avuto un incremento dell’acuità visita binoculare

senza correzione pari al 83% , passando da un visus di 6/10 a un visus di

9/10 con un incremento pari a 3/10.

Se si vuole valutare il solo andamento dell’Av con gli occhiali stenopeici si può

fare riferimento alla Tabella 8 e al relativo grafico (Graf.3).

Av con gli occhiali stenopeici (LogMar) OD OS OO Iniziale 0,30 ± 0,05 0,31 ± 0,05 0,23 ± 0,05 Dopo 1 settimana -0,12 ± 0,02 -0,12 ± 0,03 -0,20 ± 0,02 Dopo 2 settimane -0,14 ± 0,02 -0,14 ± 0,02 -0,17 ± 0,02 Dopo 3 settimane -0,14 ± 0,02 -0,15 ± 0,02 -0,18 ± 0,02 Tabella 8 : valori di AV con occhiali stenopeici medi ± dev.standard della media

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45

Av con occhiali stenopeici

-0,3

-0,2

-0,1

0

0,1

0,2

0,3

0,4

iniziale 1°sett 2°sett 3°sett

Av(L

og

Mar)

OD

OS

OO

Grafico 3: andamento dell’Av con gli occhiali stenopeici nel corso delle tre settimane

Dal grafico 3 tuttavia si evince come nonostante ci sia stato un incremento

graduale dell’AV in visione monoculare, in visione binoculare si nota che, dopo

una prima settimana di utilizzo, i valori sono passati da una media di -0,20 logMar

a una di -0,17 logMar con una diminuzione pari al -15,46% per poi risalire la

settimana successiva a -0,18 logMar con un incremento del 2,44% .

4.3.2 Misure dell’ampiezza accomodativa

Di seguito si riportano i valori di AA, effettuata con correzione abituale, misurati

durante lo studio durato tre settimane.(Tab.9)

Ampiezza Accomodativa (diottrie)

OD OS OO INIZIALE 12,68 ± 2,36 12,49 ± 2,53 16,05 ± 2,83 DOPO 1 SETTIMANA 13,45 ± 2,44 12,24 ± 2,31 16,60 ± 2,74 DOPO 2 SETTIMANE 13,79 ± 2,40 14,37 ± 2,57 15,59 ± 2,65 DOPO 3 SETTIMANE 16,11 ± 2,60 15,95 ± 2,62 16,43 ± 2,57

Tabella 9: valori medi di AA con correzione abituale ± dv.standard della media

Per rendere visivamente più chiari i dati questi sono stati riportati nel Grafico 4.

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46

AA

0

5

10

15

20

25

30

iniziale 1°sett 2°sett 3°sett

AA

(D) OD

OS

OO

Grafico 4 : variazione dell’AA con correzione abituale durante le tre settimane

Se si confrontano i dati finali con quelli iniziali binocularmente si nota un

incremento percentuale del 2% che in diottrie equivale a un aumento di

0,38 ± 3,82 D.

Si riportano a titolo informativo i dati di AA con indosso solo gli occhiali

stenopeici misurati durante le tre settimane (Tab.10).

AA con occhiali stenopeici (Diottrie) OD OS OO

Iniziale 12,00 ± 2,25 12,02 ± 2,43 15,40 ± 2,75 Dopo 1 settimana 22,35 ± 2,72 20,09 ± 2,77 24,21 ± 2,69 Dopo 2 settimane 24,39 ± 2,64 23,55 ± 2,64 24,62 ± 2,57 Dopo 3 settimane 23,71 ± 2,59 23,65 ± 2,61 23,79 ± 2,57

Tabella 10 : valori AA medi ± dv.standard della media

I dati sono stati anche riportati nel grafico seguente (Graf.5).

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AA con occhiali stenopeici

0

5

10

15

20

25

30

iniziale 1°sett 2°sett 3°sett

AA

(D) OD

OS

OO

Grafico 5 : variazione dell’AA con gli occhiali stenopeici durante le tre settimane

L’ampiezza accomodativa misurata mentre si indossano gli occhiali stenopeici è

data dalla combinazione tra l’accomodazione indotta dagli occhiali stenopeici e la

reale accomodazione del soggetto come riportato nell’articolo di riferimento [30].

4.3.3 Misura della sensibilità al contrasto

La diminuzione della sensibilità al contrasto, misurata con gli occhiali stenopeici,

è significativa a tutte le frequenze spaziali ( Graf.6).

Per comodità il confronto è stato fatto solo binocularmente tra la situazione

iniziale e i valori rilevati dopo tre settimane di utilizzo degli occhiali stenopeici. I

dati completi sono disponibile nella sezione “Appendice II”.

Nella Tabella 11 si riportano le medie di sensibilità al contrasto per le frequenze

spaziali di 3 c/g, 6 c/g, 12 c/g e 18 c/g. Per rendere visivamente più chiari i dati,

questi sono stati riportati nel Grafico 6.

FS Iniziale Dopo 1 settimana

Dopo 2 settimane

Dopo 3 settimane

3 c/g 2,11 ± 0,07 2,07 ± 0,06 1,90 ± 0,06 2,02 ± 0,05 6 c/g 2,36 ± 0,06 2,18 ± 0,04 1,95 ± 0,07 2,17 ± 0,04 12 c/g 2,38 ± 0,04 2,19 ± 0,05 2,12 ± 0,05 2,12 ± 0,06 18 c/g 2,21 ± 0,07 1,81 ± 0,06 1,74 ± 0,08 1,77 ± 0,08

Tabella 11 : valori medi di Sc binoculare ± dev.standard della media

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Sc con correzione abituale OO

0

0,5

1

1,5

2

2,5

3

3 c/g 6 c/g 12 c/g 18 c/g

Sc (

Lo

gM

ar) iniziale

1°sett

2°sett

3°sett

Grafico 6 : variazione Sc binoculare durante le tre settimane

Confrontando i dati iniziali con quelli finali per ogni FS si notano i decrementi

riportati in Tabella 12:

FS (c/g) Variazione percentuale % Variazione in LogMar

3 -4 -0,09 ± 0,13

6 -8 -0,19 ± 0,07

12 -11 -0,26 ± 0,07

18 -16 -0,44 ± 0,11

Tabella 12: decrementi della Sc in percentuale e in LogMar

4.3.4 Misura della stereopsi

Le medie dei valori di stereopsi, con correzione abituale e con gli occhiali

stenopeici, presi durante le tre settimane, sono rispettivamente riportati nella

Tabella 13 e nei Grafici 7 e 8.

Con correzione abituale

Con occhiali stenopeici

Iniziali 96,50 ± 17,05 989,75 ± 293,43 Dopo 1 settimana 94,80 ± 16,53 957,83 ± 287,75 Dopo 2 settimane 83,75 ± 17,08 343,00 ± 145,83 Dopo 3 settimane 64,58 ± 9,31 171,67 ± 41,27

Tabella 13: valori medi stereopsi ± dev.standard della media

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Stereopsi con correzione abituale

0

20

40

60

80

100

120

140

160

180

200

iniziale 1°sett 2°sett 3°sett

Ste

reo

ps

i ("

d'a

rco

)

Grafico 7 : andamento stereopsi con correzione abituale nel corso delle tre settimane

Confrontando il valore iniziale con quello rilevato dopo tre settimane, si assiste a

un incremento percentuale del 33% che corrisponde a un aumento di

31,92 ± 19,43” d’arco.

Stereopsi con occhiali stenopeici

0

200

400

600

800

1000

1200

iniziale 1°sett 2°sett 3°sett

Ste

reo

ps

i ("

d'a

rco

)

Grafico 8 : andamento Stereopsi con occhiali stenopeici nel corso delle tre settimane

Confrontando il valore iniziale con quello riscontrato dopo tre settimane, si

assiste, anche in questo caso, a un incremento percentuale del 83% che

corrisponde a un aumento di 818,08 ± 296,31” d’arco.

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50

Il grafico seguente mette a confronto i due andamenti di stereopsi con e senza

occhiali stenopeici (Graf.9).

Stereopsi a confronto

0

200

400

600

800

1000

1200

iniziale 1°sett 2°sett 3°sett

Ste

reo

ps

i ("

d'a

rco

)

stereopsi

stereopsi con occhiali stenopeici

Grafico 9: valori di stereopsi con e senza occhiali stenopeici nel corso delle tre settimane

Il T-test eseguito sulle medie ha riportato una significatività di : p = 0,01

Il valore è statisticamente significativo perché p è minore di 0,05.

4.3.5 Misura dei movimenti oculari

Le Saccadi

Tutti i soggetti presi in esame hanno mostrato un crescente e rapido

miglioramento dei movimenti saccadici, arrivando tutti ad ottenere il punteggio

massimo di 5/5 in tutte le categorie prese in esame.

Si riportano qui di seguito i valori medi valutati dalla prima all’ultima settimana

(Tab.14/ Graf.10).

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Abilità Accuratezza Movimento testa

Movimento corpo

Situazione iniziale

4,92 ± 0,06 4,75 ± 0,11 4,75 ± 0,11 5,00 ± 0,00

Dopo 1 settimana

5,00 ± 0,00 5,00 ± 0,00 4,92 ± 0,06 5,00 ± 0,00

Dopo 2 settimane

5,00 ± 0,00 5,00 ± 0,00 4,92 ± 0,06 5,00 ± 0,00

Dopo 3 settimane

5,00 ± 0,00 5,00 ± 0,00 5,00 ± 0,00 5,00 ± 0,00

Tabella 14 valori medi delle saccadi ± dev.standard della media

Nel Grafico 10 i movimenti del corpo non sono stati riportati, neppure in

appendice, in quanto non c’è stato alcun miglioramento da una settimana all’altra,

tutti i soggetti avevano il massimo punteggio ottenibile già alla prima settimana.

Variazioni saccadi

4,6

4,65

4,7

4,75

4,8

4,85

4,9

4,95

5

5,05

iniziale 1°sett 2°sett 3°sett

abilità

accuratezza

movimento testa

Grafico 10: confronto valori delle saccadi rilevati durante le quattro settimane

Confrontando i dati iniziali con quelli finali si nota un incremento del 1% per

l’abilità, del 5% per l’accuratezza per i movimenti della testa.

I Pursuit

Anche per quanto riguarda questi movimenti, sia l’OD che l’OS, hanno avuto un

netto miglioramento.

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52

Di seguito si riportano, nelle Tabella 15 e 16, le medie dei valori rilevati ogni

singola settimana. Per rendere visivamente più chiaro l’andamento crescente dei

valori, questi sono stati riportati sul grafici seguenti (Graf.11/ Graf.12)

Tabella 15: valori medi pursuit ± dev.standard della media

Tabella 16 : valori medi pursuit ± dev.standard della media

Variazioni pursuit OD

4

4,2

4,4

4,6

4,8

5

5,2

iniziale 1°sett 2°sett 3°sett

abilità

accuratezza

movimento

Grafico 11: variazione dei valori di pursuit per OD nel corso delle tre settimane

INIZIALE DOPO 1 SETT. Abilità Accuratezza. Movimento Abilità Accuratezza. Movimento

OD 4,92±0,06 4,88±0,07 4,46±0,16 4,92±0,06 4,92±0,06 4,79±0,10 OS 4,75±0,11 4,71±0,09 4,50±0,16 4,88±0,07 4,88±0,07 4,83±0,10

DOPO 2 SETT. DOPO 3 SETT. Abilità Accuratezza Movimento Abilità Accuratezza Movimento

OD 5,00±0,00 4,92±0,06 4,96±0,04 5,00±0,00 4,96±0,04 4,96±0,04 OS 4,96±0,04 4,92±0,06 4,96±0,04 4,96±0,04 4,96±0,04 5,00±0,00

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53

Variazioni pursuit OS

4

4,2

4,4

4,6

4,8

5

5,2

iniziale 1°sett 2°sett 3°sett

abilità

accuratezza

movimento

Grafico 12: variazione dei valori di pursuit per OS nel corso delle tre settimane

Si nota confrontando i dati di partenza con quelli finali un incremento per OD del

1% per abilità e accuratezza e un incremento del 11% per il movimento. L’OS

invece ha un incremento del 4% per l’abilità, del 5% per l’accuratezza e del 11%

per il movimento.

4.4 Discussione e confronto dati Si sono messi a confronto i risultati ottenuti con quelli riportati nell’articolo

“Quantitative Analysis of Functional Changes Caused by Pinhole Glasses” di

Woon Soo Kim, In Ki Park and Yeoun Sook Chun, riscontrando degli andamenti

molto simili. Bisogna tuttavia considerare però alcune differenze per un’analisi

più rigorosa come: i soggetti del nostro campione sono esattamente la metà di

quelli esaminati da Woon Soo Kim e che il range di età si discosta leggermente

dal nostro andando dai 27 ai 44 anni.

Inoltre non è stato possibile utilizzare gli stessi occhiali stenopeici ma simili ed

effettuare tutti i test riportati nell’articolo in quanto la struttura a nostra

disposizione non disponeva di una strumentazione atta a valutare il campo visivo

e a misurare il diametro pupillare mentre si usano gli occhiali stenopeici. I valori

di stereopsi non verranno confrontati perchè sono usati due metodi differenti. Per

il nostro studio infatti, avevamo a disposizione solo il Titmus stereo test, mentre

nella ricerca condotta da Woon Soo Kim si è utilizzato il Randot stereo test.

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54

Si porranno a confronto poi solamente i dati raccolti per l’OD misurati dopo una

settimana d’uso degli occhiali stenopeici, in quanto nell’articolo i test sono stati

rilevati con questa metodica e tempistica.

Inoltre, poiché nell’articolo gli autori confrontano i dati iniziali presi senza

correzione con quelli finali presi mentre il soggetto indossa gli occhiali stenopeici,

anche noi ci uniformeremo a questo metodo.

Riportiamo più avanti delle considerazioni sui test relativi ai movimenti oculari

svolti solo nel nostro lavoro.

4.4.1 Confronto acutezza visiva Da entrambi gli studi emerge un incremento dell’AV per lontano (Tab.17).

Valori misurati ad 1 a settimana

Studio sperimentale Roma Tre

Studio sperimentale Woon Soo Kim e al.

AV senza correzione(LogMar)

0,31 ± 0,07 0,44 ± 0,46

AV occhiali stenopeici(LogMar)

-0,12 ± 0,02 0,19 ± 0,25

Tabella 17: valori medi di Av in logMar ± dev.standard della media ad 1a settimana

Nello studio condotto da Woon Soo Kim si è misurato un incremento del 58%, i

soggetti in media sono passati da un visus di 4/10 a un visus di 8/10. Nel

nostro studio l’incremento è del 138%, passando da un visus di 5/10 a 12/10.

Bisogna comunque tenere conto che la situazione di partenza non è esattamente la

stessa in quanto i 24 soggetti presi in esame hanno un range di correzione sferica

che va da - 5,00 D a + 2,50 D mentre i 48 soggetti esaminati nell’articolo hanno

un range che va da - 6,00 D a + 2,00 D.

Si può ipotizzare che più i soggetti hanno un’ametropia elevata e maggiore deve

essere il tempo di utilizzo degli occhiali stenopeici per avere un netto

miglioramento del visus.

Il T-test da noi calcolato ha riportato una significatività di p < 0,001 come nello

studio di Woon Soo Kim.

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55

4.4.2 Confronto ampiezza accomodativa

Anche per quanto riguarda AA in entrambi gli studi si nota un incremento. Si

riportano nella Tabella 18 i dati presi, sempre solo per l’OD, inizialmente con la

correzione abituale e dopo una settimana con indosso gli occhiali stenopeici.

Valori misurati ad 1a settimana

Studio sperimentale roma tre

Studio sperimentale Woon Soo Kim e al.

Iniziale 12,68 ± 2,36 8,35 ± 2,53 Dopo 1 settimana

22,35 ± 2,72 12,34 ± 3,26

Tabella 18: I valori riportati sono medie espresse in D ± dev.standard della media

Si nota come nello studio di Woon Soo Kim ci sia un incremento pari a

3,99 ± 4,13 D dopo una settimana d’uso degli occhiali stenopeici, mentre nella

presente ricerca si ha un incremento dello 9,67 ± 3,60D.

Il T-test ha riportato una significatività di p < 0,001 per lo studio condotto da

Woon Soo Kim e di p < 0,005 nel nostro studio.

4.4.3 Confronto sensibilità al contrasto Da entrambi gli studi emerge un peggioramento della Sc a tutte le frequenze

spaziali se si confrontano i valori presi senza occhiali stenopeici e con gli occhiali

stenopeici. Nella Tabella 19 si riportano i dati dei due studi relativi all’OD.

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56

OD Studio sperimentale Roma Tre Sc senza occh.stenopeici

Sc con occh.stenopeici

Variazione percentuale

Variazione LogMar

p<

3 c/g 1,80 ± 0,07 1,70± 0,08 - 6 -0,10 ± 0,10 0,030 6 c/g 2,22 ± 0,05 1,63± 0,09 - 26 -0,59 ± 0,10 0,001 12 c/g 2,23 ± 0,06 1,00 ± 0,31 - 55 -1,23 ± 0,32 0,001

18 c/g 2,10 ± 0,10 1,40 ± 0,05 - 33 -0,70 ± 0,11 0,030 Studio sperimentale Woon Soo Kim e al. 3 c/g 1,81 ± 0,17 1,60 ± 0,22 -11 -0,21 ± 0,28 0,001 6 c/g 2,10 ± 0,15 1,78 ± 0,15 -15 -0,32 ± 0,21 0,001 12 c/g 1,78 ± 0,15 1,30 ± 0,19 -26 -0,48 ± 0,24 0,001 18 c/g 1,33 ± 0,19 0,87 ± 0,20 -35 -0,46 ± 0,28 0,007

Tabella 19 : valori medi Sc OD ± dev.standard della media

Si nota in maniera evidente una diminuzione della Sc maggiore alle alte

frequenze.

4.4.4 Considerazioni sui test da noi effettuati ; saccadi e pursuit

La distribuzione dei fori negli occhiali stenopeici è tale da favorire la motilità

dell’occhio, che “cerca” la luce attraverso di essi, favorendo dei micro-movimenti

oculari continui. Questi occhiali quindi stimolano sia il movimento saccadico sia

l’attività dei muscoli oculari, diminuendo o eliminando lo sforzo della messa a

fuoco e la tensione visiva.

Dal nostro studio emerge come tutti i 24 soggetti, dopo 3 settimane di utilizzo

degli occhiali stenopeici, hanno raggiunto per i movimenti saccadici il punteggio

massimo di 5/5 in tutte le categorie. Un netto miglioramento si è riscontrato anche

nei pursuit, dove i soggetti sono arrivati a un punteggio medio di 4,97/5 per OD

e OS.

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57

Conclusioni

Lo scopo di questa ricerca è verificare i cambiamenti di visus, ampiezza

accomodativa, sensibilità al contrasto, stereopsi e movimenti oculari indotti

dall’uso degli occhiali stenopeici e confrontarli con i risultati dell’articolo

“Quantitative Analysis of Functional Changes Caused by Pinhole Glasses”di

Won Soon Kim, In Ki Park and Yeoun Sook Chun.

Il nostro campione è stato sottoposto a test specifici e ad un utilizzo degli occhiali

stenopeici per un periodo di 3 settimane, superiore al lavoro di confronto.

I risultati cosi ottenuti, calzando gli occhiali stenopeici, mostrano che si ha un

aumento del visus e dell’ampiezza accomodativa e una diminuzione della

sensibilità al contrasto e della stereopsi, in accordo con i risultati dell’articolo.

Inoltre si può affermare che utilizzando per 3 settimane e seguendo un protocollo

specifico per questi occhiali, si è rilevato, con la correzione abituale, un aumento

del visus pari al 177 %, un incremento dell’ampiezza accomodativa pari al 2 % e

della stereopsi pari al 33% . In accordo con molti educatori visivi, si è notato

anche un netto miglioramento dei movimenti oculari quali le saccadi e i pursuit.

Per le saccadi si è registrato un aumento del 1% per l’abilità e del 5% per il

movimento della testa e per l’accuratezza. I pursuit hanno registrato un aumento

per l’OD del 1% per abilità e accuratezza e dell’11% per il movimento della testa,

per l’OS un aumento del 4% per l’abilità, del 5% per l’accuratezza e del 11% per

il movimento della testa.

Sarebbe comunque opportuno verificare i miglioramenti dei movimenti oculari

utilizzando altri test oggettivi, come l’elettromotilooculografia, che fornisce dei

tracciati che l'operatore può analizzare anche dopo l'esame, prendendo in

considerazione un maggior numero di parametri e permettendo un confronto tra i

tracciati eseguiti in tempi diversi, in modo da valutare l'evoluzione dei movimenti

oculari nel tempo.

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58

Si può ipotizzare che l’aumento dell’acutezza visiva, con indosso gli occhiali

stenopeici, sia dovuto all’incremento della profondità di campo e alla riduzione

delle aberrazione normalmente presenti con le lenti convenzionali.

Un maggior visus provocherebbe un incremento della risposta accomodativa che

dipende principalmente dal defocus. Per questo, migliorando l’acuità visiva, si

perfeziona la percezione dello sfocamento e quindi aumenta la risposta

accomodativa che diviene più accurata [31].

L’aumento della stereopsi, invece, si può supporre sia dovuto a un migliore e più

accurato movimento oculare. Gli occhiali stenopeici, infatti, stimolano la motilità

oculare favorendo micromovimenti continui che diminuiscono lo sforzo e la

tensione muscolare. Questo comporterebbe un miglioramento delle saccadi e dei

pursuit con conseguente aumento del senso della profondità, che si ha solo se

entrambi gli occhi sono diritti sull’oggetto osservato.

Si potrebbe in una prossima ricerca, ampliare questo studio sottoponendo un

maggior numero di soggetti, per un periodo d’uso più lungo, come 3 o 6 mesi, agli

stessi test, rilevare i dati ogni settimana e poi, smesso l’uso degli occhiali

stenopeici, valutare se e dopo quanto tempo gli effetti indotti svaniscono o

persistono.

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59

Appendice 1

Tabella di conversione

Decimale LogMar 0,1 1 0,2 0,7 0,3 0,5 0,4 0,4 0,5 0,3 0,6 0,22 0,7 0,15 0,8 0,1 0,9 0,05 1 0,00 1,2 -0,1 1,5 -0,2 2 -0,3

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60

Appendice 2

AV con la correzione abituale (LogMar) N° SOGGETTI INIZIALE DOPO 1 SETT. DOPO 2 SETT. DOPO 3 SETT. OD OS OO OD OS OO OD OS OO OD OS OO 1 0 0 0 0 0 0 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 2 0 0,05 0 -0,2 -0,2 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 3 0 0,05 0 0 0 0 -0,2 -0,1 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 4 0,05 0,05 0 0 0 -0,1 -0,2 -0,3 -0,3 -0,2 -0,3 -0,3 5 0,1 0,05 0,05 0,05 0,05 0 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 6 -0,1 -0,1 -0,1 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 7 0,3 0,4 0,1 0,1 0,05 0,05 0 0 0 -0,1 -0,1 -0,2 8 -0,1 -0,1 -0,2 -0,3 -0,2 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 9 -0,1 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 10 -0,1 -0,1 -0,1 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 11 -0,1 -0,1 -0,1 -0,2 -0,2 -0,3 -0,2 -0,2 -0,3 -0,3 -0,2 -0,3 12 0 0 0 0 0,05 0 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 13 0 0 -0,1 0 -0,1 -0,1 -0,1 -0,2 -0,2 -0,1 -0,2 -0,2 14 -0,1 -0,1 -0,2 -0,2 -0,2 -0,3 -0,2 -0,2 -0,3 -0,2 -0,2 -0,3 15 -0,1 0 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 16 -0,1 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 17 0 -0,1 -0,1 -0,3 -0,2 -0,3 -0,3 -0,2 -0,3 -0,3 -0,2 -0,3 18 -0,1 -0,2 -0,2 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 19 -0,1 -0,1 -0,1 -0,3 -0,2 -0,3 -0,3 -0,2 -0,3 -0,3 -0,2 -0,3 20 -0,1 -0,1 -0,2 -0,1 -0,1 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 21 0 0 -0,1 0 -0,1 -0,1 -0,1 -0,2 -0,3 -0,2 -0,2 -0,3 22 0 0 -0,1 -0,1 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 23 -0,1 -0,1 -0,2 -0,1 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 24 0 -0,1 -0,1 0 -0,1 -0,1 -0,1 -0,2 -0,2 -0,1 -0,2 -0,2 Media -0,03 -0,04 .0,09 -0,13 -0,14 -0,18 -0,21 -0,21 -0,23 -0,22 -0,22 -0,25 Dev.s.della media 0,02 0,03 0,02 0,03 0,02 0,03 0,02 0,02 0,02 0,02 0,01 0,02

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AV senza correzione (LogMar) N° SOGGETTI

INIZIALE DOPO 1 SETT. DOPO 2 SETT. DOPO 3 SETT.

OD OS OO OD OS OO OD OS OO OD OS OO 1 0 0 0 0 0 0 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3

2 0,22 0,15 0,05 -0,1 0,05 0,05 -0,2 -0,2 -0,3 -0,2 -0,2 -0,2

3 0 0,05 0 0 0 0 -0,2 -0,1 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2

4 1 1 1 0,7 0,7 0,7 0,4 0,5 0,4 0,4 0,4 0,4

5 1 1 0,7 0,7 0,7 0,5 0,4 0,5 0,4 0,4 0,4 0,4

6 0,1 0,05 0 0 0 0 0 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2

7 1 1 1 0,5 0,7 0,5 0,5 0,5 0,5 0,5 0,4 0,5

8 -0,1 -0,1 -0,2 -0,3 -0,2 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3

9 -0,1 0,1 -0,2 -0,2 0,05 -0,3 -0,3 0,05 -0,3 -0,3 -0,1 -0,3

10 0,5 0,4 0,22 0,4 0,4 0,22 0,22 0,05 0 0,15 0,05 0

11 0,15 0,15 0,05 -0,2 -0,2 -0,2 0,05 0,1 0,05 0,05 0,05 0,05

12 0,22 0,1 0,1 0,05 0,05 0 0 0 0 0 0 0

13 0,15 0,22 0,1 0,15 0,15 0,1 0,1 0,05 0,05 0,1 0,05 0,05

14 0,1 0,1 0,1 0 0,05 0 0,1 0 0 0,05 0 0

15 0,1 0,15 0,1 0,1 0,1 0 0,05 0 0 0,05 0 0

16 0,22 0,22 0,15 -0,2 -0,2 -0,3 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1

17 0,5 0,4 0,3 0,15 0,22 0,15 0,22 0,15 0,15 0,1 0,15 0,15

18 0,1 0,05 0 0 0,05 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2

19 0,05 0,05 0 0 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1

20 0,7 0,7 0,7 -0,1 -0,2 -0,2 0 0 0 -0,1 0 -0,1

21 0,5 0,5 0,4 0,4 0,4 0,4 0,7 0,7 0,5 0,5 0,7 0,5

22 0,22 0,15 0,1 0,1 0,05 0 0,7 0,7 0,5 0,7 0,7 0,5

23 0,7 1 0,7 0,7 0,7 0,5 0,5 0,3 0,3 0,4 0,3 0,3

24 0,15 0,15 0,1 0,1 0,1 0,05 0 0 0 0 0 0

Media 0,31 0,32 0,24 0,12 0,15 0,07 0,09 0,09 0,04 0,06 0,04 0,04 Dev.s.della media 0,07 0,07 0,07 0,06 0,06 0,06 0,06 0,06 0,05 0,06 0,06 0,05

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62

AV con occhiali stenopeici (LogMar) N° SOGGETTI DOPO 1 SETT. DOPO 2 SETT. DOPO 3 SETT. OD OS OO OD OS OO OD OS OO 1 -0,2 -0,2 -0,3 -0,2 -0,1 -0,2 -0,3 -0,3 -0,3

2 -0,1 -0,2 -0,2 -0,3 -0,2 -0,3 -0,2 -0,2 -0,3

3 -0,2 -0,2 -0,3 -0,2 -0,2 -0,3 -0,2 -0,2 -0,2

4 -0,1 -0,1 -0,2 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1

5 -0,1 -0,1 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2

6 -0,2 0,2 -0,2 -0,2 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3

7 0,05 0,15 0,05 0,05 0,1 0,05 0,05 0,1 0,05

8 -0,2 -0,2 -0,3 -0,2 -0,2 -0,2 -0,1 -0,2 -0,2

9 -0,2 -0,2 -0,3 -0,2 -0,2 -0,3 -0,2 -0,2 -0,3

10 0 -0,2 -0,2 -0,1 -0,2 -0,2 -0,1 -0,2 -0,2

11 -0,2 -0,2 -0,3 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,3

12 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1

13 -0,1 -0,2 -0,2 -0,1 -0,2 -0,2 -0,1 -0,2 -0,2

14 -0,3 -0,3 -0,3 -0,2 -0,2 -0,3 -0,2 -0,2 -0,3

15 0,05 0,05 0 0 0,05 0 0 0 0

16 -0,3 -0,2 -0,3 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2

17 -0,1 -0,1 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2

18 -0,1 -0,2 -0,3 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2

19 -0,3 -0,3 -0,3 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2

20 0 0,05 0 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2

21 -0,1 -0,2 -0,3 0,05 0,1 0,05 0,05 0,05 0,05

22 -0,1 -0,1 -0,2 0 0 0 0 0 0

23 0,15 0,1 0 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1

24 -0,1 -0,1 -0,2 -0,1 -0,1 -0,2 -0,1 -0,1 -0,2

Media -0,12 -0,12 -0,20 -0,14 -0,14 -0,17 -0,14 -0,15 -0,18

Dev.s.della media 0,02 0,03 0,02 0,02 0,02 0,02 0,02 0,02 0,02

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63

AA (Diottrie) N° soggetti

INIZIALE DOPO 1 SETT. DOPO 2 SETT. DOPO 3 SETT.

OD OS OO OD OS OO OD OS OO OD OS OO 1 5 4 5 5 5,5 5,5 6,6 6,6 6,6 5,5 6,6 6,6 2 2,5 5 5 4 4,3 5 4 4 5 5 4 5 3 7,7 5 10 8 8 10 10 5 6,6 16,6 10 16,6 4 5 5 6,6 33,3 10 10 8,33 6,6 6,6 8,33 6,6 6,6 5 10 10 33,3 10 10 33,3 12,5 12,5 12,5 12,5 16,6 16,6 6 4,5 3,7 3,7 3,8 3 3 3,3 3,3 3,3 4,5 4,3 4,3 7 10 6,6 33,3 10 33,3 33,3 10 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 8 33,3 33,3 33,3 6,6 6,6 6,6 10 10 10 10 10 10 9 7,1 6,6 7,1 5 10 33,3 6,6 6,6 6,6 6,6 6,6 10 10 5 6,6 4,5 10 6,6 10 10 6,6 10 10 10 10 11 5 5,5 4 5,8 5,5 5,8 5,5 6 6 6 6,6 6 12 3,3 2,8 4 3,3 3,3 4 4,3 4 5 4 4 5 13 3 2,5 2,5 4,3 4 4,3 4,5 4,5 4,5 5 5 5 14 33,3 33,3 33,3 12,5 12,5 12,5 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 15 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 16 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 17 6,6 5,9 6,6 33,3 6,6 33,3 10 10 33,3 33,3 33,3 33,3 18 14,3 6,6 14,3 10 10 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 19 14,3 10 33,3 10 7,1 10 10 10 10 10 10 10 20 6,6 6,6 5,8 6,2 6,2 4,5 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 21 5,8 5,5 4 5,5 5 4 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 22 20 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 6,6 6 6,6 6,6 6,6 6,6 23 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 5 5,5 4 5 5 5 24 2 2 2,5 3 3 3,5 4 4,5 4,5 4,5 4,5 4,5 Media 12,68 12,49 16,05 13,45 12,24 16,60 13,79 14,37 15,59 16,11 15,95 16,43 Dev.s.della media 2,36 2,53 2,83 2,44 2,31 2,74 2,40 2,57 2,65 2,60 2,62 2,57

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64

AA con occhiali stenopeici (Diottrie) N° soggetti DOPO 1 SETT. DOPO 2 SETT. DOPO 3 SETT. 1 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3

2 6,6 6,6 6,6 5 6,6 6,6 6,6 10 10

3 33,3 33,3 33,3 33,3 10 33,3 33,3 33,3 33,3

4 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3

5 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3

6 4 4 4,5 3,3 5 5 6,6 5 5

7 10 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3

8 33,3 6,6 10 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3

9 10 10 33,3 10 10 10 10 10 10

10 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3

11 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 10 6,6 10

12 4,5 4,5 4,5 5 6,6 6,6 6,6 6,6 6,6

13 6,6 5 5 6,6 5 6,6 6,6 6,6 6,6

14 33,3 10 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3

15 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3

16 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3

17 33,3 6,6 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3

18 10 10 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3

19 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3

20 6,6 6,6 5 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3

21 6 6 6,6 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3 33,3

22 33,3 33,3 33,3 10 10 10 10 10 10

23 33,3 33,3 33,3 6 6 6,6 6,6 6,6 6,6

24 6 6,6 6 6,6 6,6 6,6 6,6 6,6 6,6

Media 22,35 20,09 24,21 24,39 23,55 24,62 23,71 23,65 23,79

Dev.s.della media 2,72 2,77 2,69 2,64 2,64 2,57 2,59 2,61 2,57

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65

Sensibilità al contrasto (LogMar) Valori iniziali

FREQUENZA

N° OD OS OO

3 6 12 18 3 6 12 18 3 6 12 18 1 2,52 2,10 2,10 1,70 2,00 1,70 1,53 0,70 2,22 2,40 2,22 1,00

2 2,00 2,52 2,40 2,00 2,40 1,70 2,10 1,40 2,40 2,00 2,00 1,53

3 1,70 2,22 2,22 0,70 2,00 2,10 1,53 1,11 1,70 2,00 2,10 1,11

4 2,22 2,00 1,70 1,11 2,00 1,53 1,53 1,00 2,22 2,10 1,23 1,11

5 2,00 2,10 2,00 2,10 2,52 2,22 2,00 1,53 2,22 2,40 2,52 1,70 6 2,10 1,70 1,53 0,70 2,00 2,00 1,70 1,40 2,10 2,10 1,53 2,00

7 2,10 2,22 2,10 1,00 2,00 2,10 1,53 1,11 2,40 2,40 2,00 2,00

8 2,00 2,22 1,53 0,70 2,10 2,10 1,40 1,00 2,00 1,53 1,11 0,70

9 1,70 2,00 2,10 2,10 2,00 2,22 2,00 1,70 2,22 2,52 2,22 2,10

10 1,53 2,10 2,22 2,10 2,00 2,52 2,52 1,70 2,10 2,40 2,52 2,52

11 1,53 2,22 2,10 1,40 2,10 2,10 1,70 1,70 2,00 2,40 2,22 1,70 12 2,22 2,10 1,53 0,70 1,53 2,10 1,52 0,70 2,22 2,00 1,53 0,70

13 1,23 2,22 1,23 1,40 2,22 1,53 1,40 1,11 2,22 2,00 1,53 1,40

14 1,53 2,22 2,00 1,40 1,53 2,10 2,22 2,10 2,00 2,22 2,10 0,70

15 1,40 2,40 1,70 1,53 1,53 2,10 1,40 1,11 2,00 2,22 2,00 1,70

16 2,00 2,22 1,53 1,70 2,22 2,40 1,70 1,53 2,40 2,52 2,52 2,40

17 1,40 2,00 1,53 1,00 2,10 2,22 1,53 1,23 1,70 2,22 1,53 0,70 18 1,23 2,00 2,00 2,00 2,10 2,10 1,70 2,00 1,70 2,52 2,52 2,00

19 1,40 2,10 2,00 2,00 1,53 2,10 1,53 1,23 1,48 2,22 2,22 1,70

20 1,53 1,70 1,53 1,53 1,53 2,22 1,70 1,53 2,00 2,40 2,40 2,00

21 1,53 1,70 2,10 1,70 2,10 2,00 1,70 1,23 2,22 2,00 1,70 1,53

22 1,53 1,70 1,53 1,53 2,10 1,53 2,10 1,70 1,40 2,22 2,40 1,70

23 1,70 1,70 1,53 1,00 2,22 2,00 1,70 1,40 2,10 2,10 1,70 1,53 24 2,00 2,00 1,53 1,53 2,10 2,22 1,40 1,40 1,70 2,10 1,70 1,70

Media 1,80 2,22 2,23 2,10 2,04 2,20 2,13 2,02 2,11 2,36 2,38 2,21

Dev.s.della media 0,07 0,05 0,06 0,10 0,06 0,05 0,30 0,36 0,07 0,06 0,04 0,07

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66

Sc Dopo una settimana

FREQUENZA

OD

OS

OO

3 6 12 18 3 6 12 18 3 6 12 18

1 2,22 2,00 2,22 1,70 2,00 2,00 2,10 1,70 2,22 2,00 2,00 1,70

2 2,22 2,22 2,10 1,70 1,70 2,10 2,10 1,70 2,00 2,22 2,40 2,00

3 2,00 2,10 1,70 1,53 2,00 1,70 1,00 1,00 2,00 2,10 2,10 1,53 4 2,00 2,00 2,22 2,00 1,40 2,00 2,10 2,10 2,00 2,22 2,00 1,70

5 2,22 2,22 2,10 2,00 1,70 1,70 2,00 2,00 2,10 2,10 2,22 2,00

6 1,70 2,52 2,52 2,00 2,22 1,70 1,70 1,00 2,10 2,22 2,52 2,22

7 1,70 1,53 1,53 0,70 1,53 2,22 2,10 1,70 2,10 2,40 1,53 0,85

8 1,70 2,22 2,10 1,70 2,10 1,70 1,70 1,00 2,22 2,22 2,10 1,70

9 2,10 2,00 2,10 1,53 1,70 2,00 1,70 1,53 2,10 2,52 2,40 1,70 10 1,70 2,52 2,52 2,10 2,00 2,22 2,22 2,00 2,00 2,10 2,10 1,70

11 1,70 2,10 2,22 1,23 2,22 2,00 1,70 1,70 2,52 2,52 2,52 2,10

12 2,00 2,22 1,53 0,70 1,53 1,53 1,53 0,70 1,53 2,22 1,70 1,23

13 1,70 1,70 1,53 0,70 1,53 2,00 1,70 1,00 2,00 2,00 2,10 1,70

14 1,40 2,10 1,70 1,70 2,00 2,10 2,00 1,53 2,22 2,22 2,00 1,00

15 1,70 2,00 2,00 1,70 2,10 2,00 2,10 1,70 2,10 2,22 2,10 2,00 16 1,53 2,10 2,10 1,53 1,40 2,22 2,00 2,00 2,22 2,40 2,22 2,40

17 2,22 2,00 1,70 1,53 1,70 2,00 2,10 0,70 2,52 2,10 2,00 1,11

18 1,70 2,00 2,10 1,70 2,00 2,00 2,00 1,70 1,70 1,70 2,00 2,22

19 2,22 2,10 2,10 1,70 2,10 2,22 2,10 1,70 2,00 2,22 2,40 2,22

20 1,53 1,70 1,70 1,40 2,22 2,10 2,22 2,00 2,00 2,00 2,10 2,10

21 1,40 1,70 1,70 1,70 1,70 1,70 1,53 1,53 1,70 2,00 2,00 1,70 22 1,70 1,70 2,00 1,40 2,22 2,22 2,40 2,00 2,10 2,40 2,40 1,40

23 1,53 2,00 2,00 2,00 1,70 2,22 2,00 1,53 2,00 2,00 2,00 1,70

24 1,40 2,00 2,10 1,70 2,22 2,40 2,22 2,00 2,00 2,22 2,10 1,70

Media 1,80 2,03 1,98 1,57 1,87 2,00 1,93 1,56 2,07 2,18 2,19 1,81

Dev.s.della media 0,06 0,05 0,06 0,08 0,06 0,05 0,06 0,09 0,06 0,04 0,05 0,06

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67

Sc Dopo due settimane

FREQUENZA

OD OS OO

3 6 12 18 3 6 12 18 3 6 12 18 1 2,22 2,22 2,00 1,70 2,10 2,10 1,70 1,53 2,22 1,70 2,00 1,70

2 1,53 2,00 2,10 1,70 1,53 1,53 2,22 2,00 1,53 2,22 2,40 2,00

3 2,10 2,00 1,70 1,40 2,10 1,70 2,10 1,53 2,22 1,70 2,10 1,53

4 1,70 2,10 2,00 1,70 2,52 1,40 1,70 1,70 1,70 1,53 2,00 1,70

5 1,70 2,00 1,70 2,00 2,00 1,70 1,70 1,53 1,70 1,70 2,22 2,00 6 1,70 2,10 2,52 2,22 2,00 2,10 1,53 1,23 2,00 2,52 2,52 2,22

7 2,10 1,70 1,53 1,23 2,10 1,40 1,70 1,11 1,70 1,70 1,53 0,85

8 2,10 2,22 2,00 1,53 1,70 2,10 2,00 1,53 1,70 2,22 2,10 1,70

9 1,53 2,00 2,52 1,40 2,22 2,10 2,22 2,00 2,22 2,10 2,40 1,70

10 1,70 2,10 2,00 1,53 1,23 2,00 1,70 1,53 2,00 1,70 2,10 1,70

11 1,70 2,00 2,10 1,23 1,70 2,10 1,70 0,70 2,10 1,53 2,52 2,10 12 1,53 2,22 1,70 0,70 2,52 2,10 1,53 1,00 2,22 1,70 1,70 1,23

13 1,70 2,00 1,70 1,23 1,70 2,00 2,00 1,53 2,00 1,53 2,10 1,70

14 1,23 2,22 2,10 1,70 1,70 2,22 2,10 2,00 2,10 2,22 2,00 1,00

15 2,22 1,53 1,70 1,70 2,10 2,10 2,00 1,70 2,10 2,22 2,10 2,00

16 1,53 2,00 2,10 1,70 1,70 2,22 1,40 1,40 2,10 2,22 2,22 2,40

17 2,22 2,10 1,70 1,23 1,70 2,22 2,00 1,70 2,10 2,40 2,00 1,11 18 2,00 2,00 2,22 1,53 2,22 2,10 2,10 2,00 1,40 1,70 2,00 2,22

19 1,40 2,10 2,00 2,00 1,23 2,00 2,00 2,00 1,40 2,00 2,40 2,22

20 2,00 1,70 2,00 1,70 2,00 2,22 2,00 2,22 2,22 2,00 2,10 2,10

21 2,10 2,00 2,10 1,40 2,22 2,22 2,22 2,10 1,23 1,23 2,00 1,70

22 1,40 1,40 2,00 1,70 1,70 1,40 2,10 2,10 2,00 2,10 2,40 1,40

23 1,53 2,00 2,10 2,10 2,10 2,00 2,10 2,00 1,53 2,40 2,00 1,70 24 2,00 1,53 1,40 1,70 1,53 2,00 2,10 1,40 2,10 2,40 2,10 1,70

Media 1,79 1,97 1,96 1,58 1,90 1,96 1,91 1,65 1,90 1,95 2,12 1,74

Dev.s.della media 0,06 0,05 0,06 0,07 0,07 0,06 0,05 0,08 0,06 0,07 0,05 0,08

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68

Sc Dopo tre settimane

FREQUENZA

OD OS OO

3 6 12 18 3 6 12 18 3 6 12 18 1 1,40 2,54 1,53 1,70 1,53 2,00 2,10 1,70 2,22 2,22 2,00 0,70

2 1,23 2,22 1,23 1,11 2,22 2,22 2,10 1,70 2,00 2,22 2,10 1,53

3 2,22 2,22 2,00 2,10 2,00 2,22 2,10 1,70 2,52 2,52 2,40 2,40

4 1,53 2,00 1,53 0,70 1,70 2,00 1,70 2,00 2,10 2,10 2,22 2,00

5 1,53 2,10 2,10 1,23 1,53 2,00 2,10 1,40 2,10 2,40 2,52 2,22 6 1,53 2,22 2,10 1,23 1,70 2,10 1,70 2,00 1,70 2,00 2,10 1,70

7 2,52 2,22 1,40 0,70 1,53 2,00 2,22 1,53 2,00 2,10 2,00 1,53

8 2,22 2,40 1,70 0,70 2,00 2,10 2,00 1,40 2,00 2,40 2,52 2,00

9 2,10 1,70 1,40 1,00 1,70 1,40 1,70 1,70 2,10 2,22 2,40 2,10

10 2,22 2,22 2,00 2,10 2,00 1,70 2,00 2,00 2,22 2,22 2,10 2,00

11 2,52 2,22 2,52 0,70 2,22 1,70 2,10 2,00 1,70 2,10 2,22 2,00 12 2,00 2,00 2,10 2,40 2,22 1,53 1,70 2,22 2,00 2,10 2,40 1,70

13 1,53 2,10 1,40 1,70 2,00 2,10 2,00 1,70 1,53 2,00 2,00 1,53

14 2,52 2,22 1,70 0,70 2,00 2,22 2,10 1,70 1,70 2,22 2,10 1,11

15 1,53 1,53 1,70 1,11 1,70 2,10 1,70 1,70 1,70 2,10 2,00 1,11

16 1,40 1,53 1,70 0,70 2,22 2,00 2,00 1,70 2,10 2,10 2,40 1,70

17 1,70 2,00 1,53 0,70 2,10 2,00 1,53 1,70 2,00 2,10 1,53 2,00 18 2,10 1,40 1,23 1,00 1,70 2,00 2,52 2,22 2,10 2,40 2,22 2,00

19 2,52 2,52 2,22 1,70 1,53 1,70 1,53 1,11 2,00 1,53 1,70 1,70

20 2,22 2,22 2,00 1,53 1,70 2,10 2,22 1,70 2,00 2,00 2,22 2,10

21 1,70 2,10 2,40 1,23 2,00 2,10 2,52 1,40 2,10 2,52 2,52 2,40

22 2,10 2,00 1,40 1,11 1,70 2,00 2,00 1,53 2,22 2,40 2,10 1,70

23 2,00 2,10 1,70 1,11 1,40 2,00 2,10 1,23 2,22 2,10 1,70 1,53 24 2,22 2,22 2,10 1,70 2,00 2,10 1,70 1,53 2,22 2,00 1,53 1,70

Media 1,98 2,24 2,19 1,92 1,85 1,97 1,98 1,69 2,02 2,17 2,12 1,77

Dev.s.della media 0,08 0,06 0,07 0,10 0,05 0,04 0,06 0,06 0,05 0,04 0,06 0,08

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69

Sc con occhiali stenopeici Dopo una settimana

FREQUENZA

OD OS OO

N° 3 6 12 18 3 6 12 18 3 6 12 18 1 1,00 2,22 1,11 1,23 2,40 1,53 1,23 1,11 1,40 1,70 1,40 1,40

2 2,40 2,22 1,40 1,53 1,23 1,53 1,23 1,53 1,40 2,40 1,70 1,40

3 1,40 1,53 1,40 1,40 1,40 1,00 1,53 1,70 2,00 2,10 2,00 1,40

4 2,00 1,23 1,23 1,53 2,22 2,00 1,70 0,70 2,10 2,10 1,70 1,40

5 2,00 1,23 1,40 1,53 1,40 2,00 1,40 1,40 2,10 2,10 1,70 1,40 6 1,23 2,10 0,70 1,40 1,40 1,40 1,70 1,11 2,22 1,70 1,70 1,53

7 2,00 1,53 0,70 1,53 2,10 1,00 0,70 0,70 2,22 2,10 1,40 1,00

8 1,40 1,53 1,40 1,70 1,23 2,10 1,70 1,00 2,00 1,53 1,70 1,11

9 1,70 1,40 1,11 1,53 1,40 1,40 1,70 1,23 2,22 2,10 1,53 1,23

10 1,00 1,23 0,70 1,70 1,23 1,23 1,11 1,11 1,40 1,53 1,70 1,23

11 1,70 2,00 1,40 1,40 2,00 1,40 1,40 1,00 1,70 2,22 1,53 1,23 12 1,40 1,53 0,70 1,40 1,40 0,70 0,70 0,70 1,70 1,53 1,53 1,00

13 2,00 1,23 0,70 1,40 2,22 1,40 1,11 0,70 2,00 2,00 1,53 1,40

14 1,23 1,53 0,70 1,53 2,00 2,22 1,53 1,00 2,40 2,40 1,40 1,00

15 1,40 1,53 1,00 1,53 2,00 1,23 1,23 0,70 2,00 1,70 1,53 1,23

16 1,70 2,40 0,70 1,70 1,40 2,22 1,23 1,70 2,10 1,53 2,40 2,40

17 2,00 1,70 1,40 1,53 1,53 1,70 1,70 0,70 2,22 2,40 1,70 2,22 18 2,10 1,00 1,11 0,70 1,11 2,00 1,11 1,23 2,00 1,70 1,40 1,40

19 2,00 2,10 0,70 1,40 2,10 1,40 1,53 0,70 2,10 2,00 1,53 1,40

20 2,00 1,00 1,00 0,70 1,40 2,00 1,00 1,23 1,40 2,00 2,00 1,70

21 2,10 1,11 0,70 1,11 2,00 1,11 1,70 0,70 2,22 2,10 1,00 0,70

22 2,22 2,22 0,70 1,11 1,40 1,53 0,70 0,70 2,00 2,22 2,00 0,70

23 1,40 2,10 0,70 1,40 2,22 2,10 1,70 0,70 1,23 2,22 2,00 0,70 24 1,40 1,53 1,40 1,53 1,40 1,40 1,70 1,00 1,23 2,22 2,22 1,00

Media 1,70 1,63 1,00 1,40 1,67 1,57 1,35 1,01 1,89 1,98 1,68 1,30

Dev.s.della media 0,08 0,09 0,31 0,05 0,08 0,09 0,07 0,07 0,07 0,06 0,06 0,08

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70

Sc con occhiali stenopeici Dopo due settimane

FREQUENZA

OD OS OO

N° 3 6 12 18 3 6 12 18 3 6 12 18 1 2,22 1,53 1,23 1,53 1,70 2,10 1,70 1,11 2,22 2,40 1,40 1,23

2 2,00 1,70 1,53 1,23 2,10 1,53 1,70 1,11 2,00 2,00 2,00 1,40

3 1,70 2,10 2,00 0,70 2,22 2,00 1,40 0,70 2,00 2,22 1,40 0,70

4 2,22 2,00 0,70 0,70 2,10 2,10 0,70 0,70 2,00 2,10 0,70 0,70

5 2,10 1,70 1,53 0,70 2,00 2,00 1,23 1,53 2,10 2,22 1,00 1,00 6 1,53 1,53 1,53 1,23 1,70 1,70 1,70 1,40 2,10 2,10 1,70 1,53

7 1,53 1,70 1,23 1,23 1,70 1,53 1,53 1,23 2,10 2,22 2,00 1,53

8 1,53 1,53 1,70 1,00 1,70 2,22 1,53 1,00 2,22 2,10 2,10 1,53

9 1,70 1,53 1,40 1,23 2,00 2,10 1,40 1,23 2,10 2,10 1,40 1,23

10 1,53 2,00 1,70 1,40 2,10 2,00 1,70 1,53 2,00 2,52 1,40 1,53

11 1,70 2,22 2,10 1,70 1,23 1,53 1,53 1,00 2,52 1,40 1,70 1,00 12 2,00 2,00 2,10 1,40 1,53 2,00 2,00 1,00 1,53 2,10 1,53 1,23

13 1,70 2,10 2,22 1,40 1,70 2,00 1,53 1,23 2,00 2,22 1,70 1,40

14 1,53 1,23 1,40 1,00 1,53 2,00 1,53 0,70 2,22 2,22 1,70 0,70

15 1,70 2,00 1,11 1,23 2,00 2,10 1,70 1,53 2,10 2,00 1,70 1,70

16 1,53 2,40 1,40 1,11 1,53 1,53 1,53 1,00 2,22 2,10 1,70 1,23

17 2,00 1,70 1,70 0,70 1,70 1,70 1,70 1,00 2,52 2,22 1,53 1,23 18 1,40 1,53 1,53 0,70 1,70 2,22 2,10 1,11 1,70 2,10 1,40 1,11

19 2,22 2,10 1,40 1,23 1,53 1,70 1,70 1,00 2,00 2,00 1,70 1,23

20 1,53 1,70 1,53 1,70 1,53 2,00 2,10 1,70 2,00 2,10 1,70 1,70

21 1,70 1,40 1,40 0,70 1,70 2,10 1,70 0,70 1,70 2,10 1,40 0,70

22 1,53 1,40 0,70 0,70 1,23 1,70 0,70 0,70 2,10 2,10 1,40 1,23

23 1,40 2,10 2,00 1,00 1,70 2,10 1,70 1,00 2,00 2,52 1,53 1,11 24 1,23 2,10 2,00 1,23 1,70 2,10 1,23 1,23 2,00 2,00 1,40 1,11

Media 1,72 1,80 1,55 1,11 1,73 1,92 1,56 1,10 2,06 2,13 1,55 1,21

Dev.s.della media 0,06 0,06 0,08 0,07 0,05 0,05 0,07 0,06 0,04 0,04 0,06 0,06

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71

Sc con occhiali stenopeici Dopo tre settimane

FREQUENZA OD OS OO

N° 3 6 12 18 3 6 12 18 3 6 12 18

1 2,10 2,00 1,70 1,53 1,40 1,70 1,40 1,23 2,00 1,70 2,00 1,53 2 1,23 1,53 1,70 0,70 1,40 1,53 1,53 1,11 2,10 2,10 1,70 1,23

3 1,53 2,00 1,53 1,00 1,40 1,53 1,70 1,11 2,10 2,10 1,70 1,11

4 1,53 1,70 2,00 1,53 1,70 2,00 2,00 1,23 2,00 1,70 2,10 1,53

5 1,53 2,10 2,10 2,00 2,00 1,53 1,53 1,00 2,10 2,00 2,00 2,10

6 2,00 2,10 2,00 2,00 2,10 2,10 1,70 5,00 2,22 2,22 2,52 2,52 7 1,53 1,70 1,70 1,40 2,40 2,10 1,53 1,00 2,10 2,22 1,53 1,00

8 1,70 1,70 2,10 1,70 2,22 2,40 1,70 0,70 2,22 1,70 1,53 1,11

9 1,70 2,00 2,10 2,10 2,22 2,00 2,00 1,11 2,52 2,52 2,00 2,52

10 1,53 1,70 1,70 2,00 2,10 2,10 2,00 1,70 2,22 2,22 2,10 2,10

11 2,22 2,22 2,10 2,22 2,40 2,52 2,10 0,70 1,70 1,53 2,00 1,70

12 1,70 2,22 2,10 2,00 2,10 2,10 2,00 1,53 2,10 2,00 1,40 1,00 13 1,53 2,00 2,22 2,10 2,22 2,22 2,00 1,53 2,00 2,52 2,52 2,10

14 1,70 2,00 2,10 2,00 2,40 1,53 1,70 1,23 2,10 1,70 2,00 1,53

15 1,53 2,10 2,10 1,70 2,10 2,22 1,40 1,00 2,00 2,22 2,00 1,00

16 2,10 2,22 2,22 2,00 1,40 1,70 1,40 1,23 1,70 2,22 1,40 0,70

17 2,00 2,10 2,10 1,53 1,53 1,70 1,40 0,70 2,00 1,70 1,53 0,70

18 1,70 2,10 2,00 1,70 1,11 2,00 1,23 1,00 2,10 1,53 1,23 1,00 19 1,53 1,70 1,00 1,11 2,00 2,10 2,22 1,70 1,70 2,22 2,22 2,10

20 1,40 2,22 2,00 2,10 1,53 2,00 2,22 1,53 2,00 2,40 2,40 2,10

21 1,70 2,00 2,10 2,00 1,70 1,70 2,00 1,53 1,70 2,00 2,10 1,53

22 2,10 2,00 2,10 1,70 1,70 2,00 2,22 1,40 2,00 2,00 2,10 1,70

23 1,53 2,22 2,00 1,70 1,70 2,00 1,40 1,11 2,10 2,52 2,52 2,52

24 1,70 1,70 1,53 1,00 2,10 2,10 2,22 1,53 1,70 2,52 1,94 2,22 Media 1,70 1,97 1,93 1,70 1,87 1,95 1,77 1,37 2,02 2,07 1,94 1,61

Dev.s.della media 0,05 0,04 0,06 0,08 0,08 0,06 0,07 0,83 0,07 0,07 0,08 0,12

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72

Stereopsi (secondi d’arco) N° soggetti DOPO 1 SETTI. DOPO 2 SETT. DOPO 3 SETT. Con

correzione abituale

Con occhiali stenopeici

Con correzione abituale

Con occhiali stenopeici

Con correzione abituale

Con occhiali stenopeici

1 140 400 60 200 50 140

2 60 80 50 50 50 50

3 40 3552 40 140 40 100

4 40 50 40 140 40 140

5 40 50 40 50 40 50

6 140 3552 40 80 40 80

7 140 3552 140 800 50 140

8 60 3552 40 100 40 60

9 50 50 40 40 40 40

10 40 100 40 60 40 60

11 400 800 400 800 80 800

12 200 400 200 400 200 200

13 100 400 100 200 100 200

14 40 200 40 200 40 200

15 50 no 50 3552 50 800

16 50 80 50 60 50 50

17 40 200 40 200 40 100

18 80 140 80 140 80 100

19 40 400 40 100 40 100

20 80 no 50 60 50 50

21 50 3552 50 60 50 60

22 50 60 40 200 40 200

23 140 60 140 200 100 200

24 200 400 200 400 200 200

Media 94,80 957,83 83,75 343,00 64,58 171,67

Dev.s.della media 16,53 287,75 17,08 145,83 9,31 41,27

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73

Movimenti Oculari

Saccadi

N°sog INIZIALE DOPO 1 SETT. DOPO 2 SETT. DOPO 3 SETT.

Abilità Acc Mov Abilità Acc Mov Abilità Acc Mov Abilità Acc Mov

1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5

2 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 3 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5

4 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5

5 5 4 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5

6 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5

7 5 4 4 5 5 5 5 5 5 5 5 5

8 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 9 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5

10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5

11 5 5 4 5 5 4 5 5 5 5 5 5

12 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5

13 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5

14 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 15 5 4 4 5 5 5 5 5 5 5 5 5

16 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5

17 4 3 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5

18 5 5 4 5 5 5 5 5 4 5 5 5

19 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5

20 4 4 4 5 5 4 5 5 5 5 5 5 21 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5

22 5 5 5 5 5 5 5 5 4 5 5 5

23 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5

24 5 5 4 5 5 5 5 5 5 5 5 5

Media 4,92 4,75 4,75 5,00 5,00 4,92 5,00 5,00 4,92 5,00 5,00 5,00 Dev.s.della media 0,06 0,11 0,11 0,00 0,00 0,06 0,00 0,00 0,06 0,00 0,00 0,00

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74

Poursuit (OD)

N°sog INIZIALE DOPO 1 SETT. DOPO 2 SETT. DOPO 3 SETT.

Abilità Acc Mov Abilità Acc Mov Abilità Acc Mov Abilità Acc Mov

1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5

2 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 3 5 5 4 5 5 5 5 5 5 5 5 5

4 5 5 3 5 5 4 5 5 5 5 5 5

5 5 5 4 5 5 5 5 5 5 5 5 5

6 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5

7 4 4 4 4 4 5 5 4 5 5 5 5

8 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 9 5 5 2 5 5 3 5 5 5 5 5 5

10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5

11 5 5 5 5 4 4 5 4 4 5 5 4

12 5 5 4 5 5 4 5 5 5 5 5 5

13 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5

14 5 5 4 5 5 5 5 5 5 5 5 5 15 5 4 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5

16 5 5 4 5 5 5 5 5 5 5 5 5

17 4 4 5 4 4 5 4 5 5 5 5 5

18 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5

19 5 5 4 5 5 4 5 5 5 5 5 5

20 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 21 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5

22 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5

23 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5

24 5 5 4 5 5 5 5 5 5 5 5 5

Media 4,92 4,88 4,46 4,92 4,92 4,79 5,00 4,92 4,96 5,00 4,96 4,96 Dev.s. della media 0,06 0,07 0,16 0,06 0,06 0,10 0,00 0,06 0,04 0,00 0,04 0,04

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Poursuit (OS)

N°sog INIZIALE DOPO 1 SETT. DOPO 2 SETT. DOPO 3 SETT.

Abilità Acc Mov Abilità Acc Mov Abilità Acc Mov Abilità Acc Mov

1 5 5 4 5 5 5 5 5 5 5 5 5

2 5 4 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 3 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5

4 5 5 3 5 5 4 5 5 5 5 5 5

5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5

6 5 5 4 5 5 5 5 5 5 5 5 5

7 5 5 4 4 4 5 5 4 5 5 5 5

8 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 9 5 5 2 5 5 3 5 5 5 5 5 5

10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5

11 5 5 4 5 5 4 5 5 5 5 5 5

12 4 4 4 4 4 5 4 5 5 5 5 5

13 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5

14 4 4 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 15 4 4 5 4 4 5 5 4 5 5 5 5

16 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5

17 4 4 5 5 5 5 4 4 5 4 4 5

18 4 4 5 5 5 5 5 5 4 5 5 5

19 5 5 4 5 5 5 5 5 5 5 5 5

20 4 4 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 21 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5

22 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5

23 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5

24 5 5 4 5 5 5 5 5 5 5 5 5

Media 4,75 4,71 4,50 4,88 4,88 4,83 4,96 4,92 4,96 4,96 4,96 5,00 Dev.s.della media 0,11 0,09 0,16 0,07 0,07 0,10 0,04 0,06 0,04 0,04 0,04 0,00

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