Diogene lug ago 2013

16
1 Luglio • Agosto 2013 Il popolo di Scalea, per quasi tre anni e mezzo, ha atteso, in dignitoso e paziente silenzio, un segnale di cambiamen- to positivo da parte del sindaco in carica, Pa- squale Basile, e dell’amministrazione da lui guidata che, però e purtroppo, si è fatto attendere invano. Dopo l’insediamento di questo “inedi- to”, per la città, soggetto politico, av- venuto a seguito del voto del 29 e 30 marzo 2010, buona parte degli scaleo- ti, almeno la più sensibile, in qualche modo e misura coinvolta nella vita am- ministrativa locale, con calma, ha cer- cato di capire, conoscere e interpretare, spassionatamente, la personalità ed il pensiero del “nuovo sindaco”, che si affacciava e avventurava per la prima volta nella realtà comunale. La sensazione diffusa è stata, con il tra- scorrere del tempo, che il primo cittadi- no si è allontanato sempre più dalla re- altà e arroccato, quasi in solitudine, (...) i pazzi aprono le vie che poi percorrono i savi esce quando può ULTIMO ATTO PER BASILE E IL SUO GRUPPO Operazione Plinius Segui Diogene su Facebook e Twitter www.radio1one.it • www.miocomune.it Periodico indipendente d’informazione, di approfondimento e opinione Anno XVII • N° 4 Luglio • Agosto 2013 il Giornale di Scalea fondato nel 1947 da Mario Manco [email protected] diretto da Nando Manco di Nando Manco di Bruna Condoleo Per me si va nella citta’ dolente…Per me si va tra la perduta gente… Lasciate ogni speranza voi ch’entrate. SESSANTA… LA PAURA! “LE MANI SULLA CITTÀ” ASSALTO AL “FORTE” I dati forniti dall’Istat evidenziano che il “bel paese” ha tagliato il tra- guardo dei sessanta milioni di resi- denti: un bel numero che abbiamo, ad arte, accostato al 90 (l’ultimo... della tombola) il sinonimo della paura secondo un’antica credenza! Sessanta o novanta, certo è che l’Italia, come altre nazioni “europee”, Portogallo, Spagna e Grecia, ha difficoltà ad uscire dalla recessione e continua a sommare alcune stridenti contraddizioni che la ren- dono, forse, unica: probabilmente, per lo stivale, la “crisi” è strutturale e ci vorranno alcuni decenni per assorbirla e superarla… ma intanto? Basta soffer- marsi su alcuni “indicatori” e su talune delle “sfac- cettature” riguardanti il “modello” di società che va delineandosi per rendersi conto che il futuro non è roseo e che, per l’“uomo della strada”, sarà (...) A marzo di quest’anno si è festeggiata la “Giornata internazio- nale delle foreste” e, ad aprile, si è appresa la notizia sull’av- venuto taglio di numerose querce da sughero, in località Mon- teforte del comune di Scalea, con un danno incalcolabile al paesaggio e all’ambiente. Sulla doppia questione interviene il responsabile del Comitato Cimalonga: «Senza voler innescare alcuna polemica - scrive il presidente Ercole Serra - le due notizie ap- paiono certamente in stridente contrasto. A proposito di taglio indiscriminato di alberi ed ar- busti, devo ricordare che, nel 2007, in occasione dei lavori di restauro di piazza Caloprese, fu falciato, senza alcuna “pietà”, un arbusto antichissimo, raro e pregevole: un evonimus (...) in quinta... L’editoriale di Giovanni Celico TUTTI SAPEVANO, NESSUNO PARLAVA MA QUANN(I) CI VO’ CI VO’!... Dico subito da garantista quale sono, che non mi piace vedere le scene di cittadini con manette e condotti a sirene spiegate in carcere come se fossero i peggiori assas- sini. Gli arrestati di Scalea, sono indagati e imputati e tali resteranno fino al terzo grado di giudizio, per cui potevano benissimo essere condotti agli arresti domiciliari in attesa del processo, dal momento che i reati di cui vengono accusati non potevano essere reiterati. Esiste ancora la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio e questo dovrebbe va- lere per tutti. Detto questo, non sono rimasto (...) In un paese normale, e Scalea lo è, non può mai accadere che il sinda- co e tutta la giunta, meno uno, siano costretti a lasciare, in conseguenza dell’esecuzione nei loro confronti di un provvedi- mento cautelare per gravissimi reati, tutti commessi durante la loro amministrazione della cosa pub- blica, con l’incredibile e inimmaginabile per tutti aggravante della modalità “mafiosa”! L’anomalia scaleota sta proprio in questo: che le forze politiche “democraticamente” elette si siano letteralmente didinteressate o non siano mai state interessate di combattere, fino in fondo, le loro battaglie istituzio- nali per tutelare il principio di legalità e gli (...) in terza... in quarta... Patrimonio e Verde Pubblico in undicesima... Il “Sistema” Scalea... di Francesco Cirillo Un Paese normale di Rocco Condoleo IL ROSSO ED IL NERO Da quando vivo a Scalea, ho sem- pre considerato questa mia Patria di adozione una terra di forti con- trasti, un cuore pulsante, capace di dare forti emozioni e dispensare momenti di in- dimenticabile gioia, al pari di istanti di profondo sconforto. E, la storia si ripete con impressionante e puntuale ripetitività ad ogni inizio di stagione estiva. Quasi a voler riproporre la “donzelletta” di Leopar- diana memoria che nel “Sabato del Villaggio”, si appresta a prepararsi al giorno festivo recando un mazzolino di fiori che userà per adornare il petto e la capigliatura. (...) in quinta... Un Cuore pulsante di Gian Enrico Zamprotta Corso Mediterraneo, 137 SCALEA (Cs) Tel. 0985 20823 Ampio Parcheggio Aperto tutto l’anno Specialità Marinare Pizza Gigante Salone per Ricevimenti Garden Nel centro della Città, una sosta irrinunciabile dal 1979 Ristorane • Pizzeria • Bar in seconda... “Le mani sulla città”, così recitava il titolo di un famoso film di denuncia de- gli anni ‘60 di Damiano Damiani, sulle collusioni tra amministratori comunali e loschi affaristi. Ora ci rendiamo conto che, come nel citato film, le connivenze mafiose ed affaristiche non riguardano solo altre realtà che ci sembravano estranee e lontane, (...) nelle lettere...

description

Il giornale di Scalea

Transcript of Diogene lug ago 2013

Page 1: Diogene lug ago 2013

1Luglio • Agosto 2013

Il popolo di Scalea, per quasi tre anni e mezzo, ha atteso, in dignitoso e paziente silenzio, un segnale di cambiamen-to positivo da parte del sindaco in carica, Pa-

squale Basile, e dell’amministrazione da lui guidata che, però e purtroppo, si è fatto attendere invano.Dopo l’insediamento di questo “inedi-to”, per la città, soggetto politico, av-venuto a seguito del voto del 29 e 30

marzo 2010, buona parte degli scaleo-ti, almeno la più sensibile, in qualche modo e misura coinvolta nella vita am-ministrativa locale, con calma, ha cer-cato di capire, conoscere e interpretare, spassionatamente, la personalità ed il pensiero del “nuovo sindaco”, che si affacciava e avventurava per la prima volta nella realtà comunale.La sensazione diffusa è stata, con il tra-scorrere del tempo, che il primo cittadi-no si è allontanato sempre più dalla re-altà e arroccato, quasi in solitudine, (...)

i pazzi aprono le vie che poi percorrono i saviesce quando può

ULTIMO ATTO PER BASILE E IL SUO GRUPPOOperazione Plinius

Segui Diogene su Facebook e Twitterwww.radio1one.it • www.miocomune.it

Periodico indipendente d’informazione,di approfondimento e opinione

Anno XVII • N° 4Luglio • Agosto 2013

il Giornale di Scaleafondato nel 1947da Mario [email protected] da Nando Manco

di Nando Manco

di Bruna Condoleo

Per me si va nella citta’ dolente…Per me si va tra la perduta gente… Lasciate ogni speranza voi ch’entrate.

SESSANTA… LA PAURA!

“LE MANI SULLA CITTÀ”

ASSALTO AL “FORTE”

I dati forniti dall’Istat evidenziano che il “bel paese” ha tagliato il tra-guardo dei sessanta milioni di resi-denti: un bel numero che abbiamo, ad arte, accostato al 90 (l’ultimo...

della tombola) il sinonimo della paura secondo un’antica credenza!Sessanta o novanta, certo è che l’Italia, come altre nazioni “europee”, Portogallo, Spagna e Grecia, ha diffi coltà ad uscire dalla recessione e continua a sommare alcune stridenti contraddizioni che la ren-dono, forse, unica: probabilmente, per lo stivale, la “crisi” è strutturale e ci vorranno alcuni decenni per assorbirla e superarla… ma intanto? Basta soffer-marsi su alcuni “indicatori” e su talune delle “sfac-cettature” riguardanti il “modello” di società che va delineandosi per rendersi conto che il futuro non è roseo e che, per l’“uomo della strada”, sarà (...)

A marzo di quest’anno si è festeggiata la “Giornata internazio-nale delle foreste” e, ad aprile, si è appresa la notizia sull’av-venuto taglio di numerose querce da sughero, in località Mon-teforte del comune di Scalea, con un danno incalcolabile al paesaggio e all’ambiente. Sulla doppia questione interviene il responsabile del Comitato C i m a l o n g a :

«Senza voler innescare alcuna polemica - scrive il presidente Ercole Serra - le due notizie ap-paiono certamente in stridente contrasto. A proposito di taglio indiscriminato di alberi ed ar-busti, devo ricordare che, nel 2007, in occasione dei lavori di restauro di piazza Caloprese, fu falciato, senza alcuna “pietà”, un arbusto antichissimo, raro e pregevole: un evonimus (...)

in quinta...

L’editoriale di Giovanni Celico

TUTTI SAPEVANO, NESSUNO PARLAVA

MA QUANN(I) CI VO’ CI VO’!...

Dico subito da garantista quale sono, che non mi piace vedere le

scene di cittadini con manette e condotti a sirene spiegate in carcere come se fossero i peggiori assas-sini. Gli arrestati di Scalea, sono indagati e imputati e tali resteranno fi no al terzo grado di giudizio, per cui potevano benissimo essere condotti agli arresti domiciliari in attesa del processo, dal momento che i reati di cui vengono accusati non potevano essere reiterati. Esiste ancora la presunzione di innocenza fi no al terzo grado di giudizio e questo dovrebbe va-lere per tutti. Detto questo, non sono rimasto (...)

In un paese normale, e Scalea lo è, non può mai accadere che il sinda-co e tutta la giunta, meno uno, siano costretti a lasciare, in conseguenza

dell’esecuzione nei loro confronti di un provvedi-mento cautelare per gravissimi reati, tutti commessi durante la loro amministrazione della cosa pub-blica, con l’incredibile e inimmaginabile per tutti aggravante della modalità “mafi osa”! L’anomalia scaleota sta proprio in questo: che le forze politiche “democraticamente” elette si siano letteralmente didinteressate o non siano mai state interessate di combattere, fi no in fondo, le loro battaglie istituzio-nali per tutelare il principio di legalità e gli (...)

in terza...in quarta...

Patrimonio e Verde Pubblico in undicesima...

Il “Sistema” Scalea... di Francesco CirilloUn Paese normale di Rocco Condoleo

IL ROSSO EDIL NERODa quando vivo a Scalea, ho sem-pre considerato questa mia Patria di adozione una terra di forti con-trasti, un cuore pulsante, capace

di dare forti emozioni e dispensare momenti di in-dimenticabile gioia, al pari di istanti di profondo sconforto.E, la storia si ripete con impressionante e puntuale ripetitività ad ogni inizio di stagione estiva.Quasi a voler riproporre la “donzelletta” di Leopar-diana memoria che nel “Sabato del Villaggio”, si appresta a prepararsi al giorno festivo recando un mazzolino di fi ori che userà per adornare il petto e la capigliatura. (...)

in quinta...

Un Cuore pulsante di Gian Enrico Zamprotta

Corso Mediterraneo, 137SCALEA (Cs)

Tel. 0985 20823Ampio Parcheggio

Aperto tutto l’annoSpecialità Marinare

Pizza GiganteSalone per Ricevimenti

Garden

Nel centro della Città,una sosta irrinunciabile

dal 1979

Ristorane • Pizzeria • Bar

in seconda...

“Le mani sulla città”, così recitava il titolo di un famoso fi lm di denuncia de-gli anni ‘60 di Damiano Damiani, sulle collusioni tra amministratori comunali e loschi affaristi.

Ora ci rendiamo conto che, come nel citato fi lm, le connivenze mafi ose ed affaristiche non riguardano solo altre realtà che ci sembravano estranee e lontane, (...) nelle lettere...

Page 2: Diogene lug ago 2013

2Luglio • Agosto 2013

(...) nel Palazzo, tra i molteplici e spesso insormonta-bili problemi gestionali. La gente di Scalea ha fatto di tutto per andargli incon-tro e per assecondarlo nella sua “avventura” pubblica ma tutto è stato vano e inutile: ci si scontrava contro un muro insormontabile (un montone)! Carattere particolare, chiuso, introverso, poco espan-sivo, saccente, in questo lasso di tempo si è ostinato a ripetere monotonamente soltanto un “versetto”: «non ci sono soldi nelle casse comunali»! Nei 1215 giorni, dall’insediamento suo e della giun-ta che lo ha affi ancato, nulla è cambiato se non in peggio, nella realtà cittadina, e niente ha tentato di fare per integrarsi e rendersi più popolare ed amato, dimostrando e rimarcando, quasi giorno dopo giorno, i suoi limiti amministrativi ed umani. In questo cammino, gli abitanti di Scalea, amareggia-ti e delusi da un tale inusuale comportamento, con la conseguente crisi dell’intera città, hanno capito, met-tendosi l’anima in pace, che Basile era la persona meno adatta a sedere sulla poltrona di primo cittadino. Distaccato, a tratti sarcastico, Pasquale Basile chiu-de, così, in modo drammaticamente inglorioso e ver-gognoso, la sua amara parentesi al vertice dell’am-ministrazione locale, peraltro in vista degli attesi festeggiamenti della Patrona della Città che si sono svolti solennemente nella monumentale chiesa di Santa Maria d’Episcopio che, con l’arrivo del nuo-vo parroco, don Franco Laurito, in poco tempo, sta ritrovando la coesione, lo smalto e l’entusiasmo di un tempo. Quel feeling che Basile, per carattere o per scelta, in-spiegabilmente, non ha saputo o non ha voluto mai in-staurare con la brava gente di Scalea, un sacerdote… semplice ed umile, in pochi giorni lo ha realizzato!Scalea, sicuramente, negli ultimi anni ha perso molte occasioni, sprecando e sbagliando, ma, quello che i comuni cittadini hanno sperimentato, in questa lunga agonia, al di là della ventilata e rimarcata crisi econo-mica dell’Ente, è qualcosa di spaventosamente ano-malo ed unico. Per Scalea, dunque, nonostante tanto si sia discusso e scritto, Basile resta una persona diffi cile da decifrare e, di conseguenza, un sindaco anomalo quanto anoni-mo (almeno fi no al suo arresto). Si accennava a segnali incoraggianti, mai pervenuti in questi tre anni e più di stallo e di vana attesa, con il

sogno di un cambiamento di rotta e di un trend rinno-vato che non sono stati mai partoriti. Il fallimento di questa ostinata austerity è sotto gli oc-chi di tutti e le ristrettezze, imposte e volute da Basile e dalla sua squadra, non hanno portato alcun frutto (o meglio, con il senno di poi possiamo aggiungere che i frutti li abbiano portati solo alle loro tasche): l’ammi-nistrazione, in pratica, non è mai riuscita e forse non è mai stata interessata, poiché evidentemente ha sem-pre avuto altre mire, a costruire un solido “contatto” con la comunità che è apparsa sempre più insicura, depressa e scoraggiata.L’epilogo catastrofi co lascia sbigottiti e senza parole: conoscendo la serietà e la rettitudine della famiglia, si pensava a Pasquale Basile, al di là del carattere, come ad una persona onesta e di sani principi, con un’alta integrità morale. Ma forse, alla luce dei tanti campa-nelli di allarme, bisognava aspettarselo e sperare (per la salvezza della città) che prima o poi sarebbe suc-cesso. La notte dell’11 luglio di questo 2013, come un terremoto improvviso e devastante, Scalea si è trovata sotto gli elicotteri volteggianti dei Carabi-nieri ed invasa dalle volanti che percorrevano le vie cittadine. La mattina del 12 luglio la notizia-bomba: i si-gilli al Comune e gli arresti e Scalea, attonita e frastornata, vive così un bruttissimo momento, il più drammatico di questi ultimi anni e dell’ultimo secolo e l’aria che si respira è pesante e regna un silenzio surreale. Nell’ultimo Diogene, abbiamo parlato di “delusio-ne Basile”, di casse comunali e, soprattutto, di teste vuote: di spazzatura differenziata mai… partita, dello stravolgimento del piano traffi co e del fondo delle strade cittadine a gruviera, dell’abbattimento, dopo anni, della casupola diroccata di Piazza Caloprese per far posto ad una strada-parcheggio privata… ahimè, però, con incognita, senza dimenticare la mannaia dei semafori, della risoluzione di Piazza Caloprese e del mancato spostamento della pompa carburanti di via Michele Bianchi, come pure dello “sbocco” di viale della Repubblica con viale Ruffi llo (strada della fer-rovia), di porto ed aeroporto fi niti nel dimenticatoio e del fermo dei lavori del Palazzo dei Principi, di Torre Talao alla mercè di tutti, del castello normanno abban-donato a se stesso ed al buio, della cappella bizantina e del convento francescano, nonché dell’antiquarium

di Cimalonga che rischia di scomparire. Mentre, un velo pietoso va steso sulla chiusura totale di via B.V. del Carmelo, la strada del ponte di ferro abbattuto più di 30 anni fa, e sul lungomare che, invece di miglio-rare con un adeguato e indispensabile arredo urbano, langue tra lidi e baracche a trenino, fatti realizzare senza criterio e senza un piano colore. Non si è riusciti nemmeno a tutelare alcuni spazi pub-blici signifi cativi come piazza Kennedy, via Rimoli e via Carmine Manco!La lista dei danni potrebbe essere allungata a dismi-sura ma infi erire ulteriormente sulla croce rossa ser-ve poco: il testamento politico-amministrativo che Basile lascia agli scaleoti, purtroppo e fa male dir-lo, è… una vera catastrofe! Dopo la vergogna patita a causa delle montagne di spazzatura, nell’estate del 2011, si sperava di non ripetere altre fi guracce agli occhi del mondo ma, oggi, alla luce di questi agghiac-cianti fatti, quella vicenda, a confronto, passa in se-condo piano. Scalea accostata a fatti di mafi a, con l’arresto clamo-roso del primo cittadino, è davvero un evento terrifi -cante ed incredibilmente dannoso per tutti.Ora, sulle ceneri di questa maleodorante colata di “fan-go e polvere”, speriamo che possa nascere qualcosa di veramente positivo, in modo da ritornare a parlare di Scalea come di una città dell’accoglienza e del sorriso, di “sito” di turismo, arte, storia e di brava gente… pu-lita nel profondo della sua millenaria storia! q

PRIMO PIANO

ULTIMO ATTO PER BASILE E IL SUO GRUPPOdi Nando Manco ...dalla prima

unico nel suo genere...!

SCALEA - Via Lauro, 212Tel. e Fax 0985 90309

C.da Petrosa snc - 87029 Scalea (CS)Telefono: 0985 91904 • Mobile: 346 0941812

Page 3: Diogene lug ago 2013

3Luglio • Agosto 2013

(...) per niente sorpreso di quanto avvenuto a Scalea con l’arresto del sindaco Basile e di tutta la sua giunta o banda con al seguito avvocati e geometri. Nel senso che se la magistratura, a qualsiasi livello, piuttosto che perseguire, come fa quotidianamente, piccoli fu-matori d’erba e piccoli personaggi dediti all’illegalità diffusa, (dal momento che si lamenta di mancanza d’organico), si dedicasse ai colletti bianchi, ai gros-si investimenti che avvengono in tutti i comuni della regione, agli appalti di grandi opere, alle concessio-ni facili di licenze edilizie, farebbe venire fuori tutto il marcio che esiste nella nostra costa tirrenica ed in Calabria. D’altra parte si capisce a vista d’occhio che la costa tirrenica non è quell’oasi di pace che tutto il mondo politico vorrebbe far intendere. Troppi scan-dali vengono subito coperti, troppi scempi vengono fatti passare come legali. Il mondo politico del tir-reno, così come quello di tutta la Calabria, vive di queste cose. Di licenze date a seconda di chi ne fa richiesta, di appalti concessi ad amici e compari, di opere pubbliche inutili e dannose fatte e collocate alla rinfusa nel territorio, di favoritismi che il mondo im-prenditoriale riceve quotidianamente. Tutto questo in nome del sacro sviluppo moderno, del turismo intoc-cabile, del progresso ad ogni costo, del lavoro da dare che non c’è mai, nonostante i tanti cantieri esistenti. Il “sistema Scalea”, non esiste solo a Scalea ma qua-si in tutti i comuni della Calabria. Di sicuro in quei comuni dove si punta sulle grandi opere, sui grandi appalti, sui fi nanziamenti a pioggia che poi non pro-ducono nulla. A Scalea tutti sapevano e votavano Ma-rio Russo proprio perché sapevano di poter riceverne favori. E quando Mario Russo non potè più presen-tarsi, sindaco, essendo scaduto il secondo mandato, ecco uscire dal suo cilindro Pasquale Basile, emerito sconosciuto. I voti c’erano a Scalea ed erano una ca-terva. Era un peccato disperderli. Mario Russo sinda-co per dieci anni, dal 2000 al 2010, la prima volta, nel 2000, venne eletto con 3.167 voti, la seconda volta nel 2005 aumentò i voti fi no a prenderne 3.863. Nel 2009 venne eletto consigliere provinciale prendendo nel collegio di Scalea 3.863 voti. Insomma, una mac-china da guerra elettorale che non ha eguali in tutto il tirreno cosentino. Alla fi ne del mandato di Basile, Mario Russo sarebbe ritornato in pista e sarebbe stato di nuovo sindaco. Ma con Basile, personaggio enig-matico qualcosa non funzionò da subito. Basile vinse le elezioni nel 2010, con l’apporto di Mario Russo ma prendendo solo 2.597 voti. Forse per la frammen-tazione di liste, ma Basile vinse lo stesso. La politica di Basile non si scostò di molto da quella di Russo. Le direttrici fondate da Russo vennero ricalcate da Basile: il porto, la discarica , l’aviosuperfi cie, le con-cessioni demaniali, la sfrenata speculazione edilizia. Gli appalti dovevano essere la ricchezza di Scalea e

tutto doveva ruotare attorno a questi progetti, porta-tori di fi nanziamenti nonostante sin dall’inizio alcuni di questi si mostrassero fallimentari. Sul porto per esempio si scatenarono vari appetiti e ci furono an-che ricorsi e denunce fra comune e progettisti che si risolsero a favore di questi ultimi. L’aviosuperfi cie fu un altro disastro per la gestione, ma un affare per la sua costruzione. Ben venti miliardi di lire buttati lun-go il fi ume Lao. Una promessa di 90 posti di lavoro fi niti nel nulla. ma della gestione dell’aviosuperfi cie evidentemente interessava poco ai due sindaci. L’af-fare era stato già fatto. Sulla discarica l’affare invece era in progress. La volle Russo, e la volle a tutti i costi. La volle a meno di due chilometri dalla cittadi-na, in mezzo a villaggi turistici, a poche centinaia di metri dall’ospedale (un altro affare di miliardi di lire abbandonato a se stesso), in una zona dove vi sono falde acquifere e dove il percolato fi niva in un torren-te che sfociava nel mare davanti la splendida Torre Talao. I cittadini scaleoti se ne fregarono di quanto avveniva attorno a loro. I commercianti pensavano all’isola pedonale, alla pompa di benzina da spostare ed a come sistemare i fi gli, o i nipoti o gli amici nel-la gestione delle spiagge. A proposito, Scalea rimane l’unico paese della costa tirrenica dove non esiste più la spiaggia libera. Mario Russo da sindaco, rivendicò questa scelta in un’intervista asserendo che a Rimini ed in Emilia Romagna, tutte le spiagge sono a paga-mento e non vedeva il motivo per cui a Scalea non doveva essere lo stesso. Per questo la gente votava per Mario Russo. Quel sistema faceva comodo a tutti, senza rendersi conto, però, che giorno dopo giorno, quel sistema dilaniava il corpo stesso della gente. Sventrava il territorio, abbassava la qualità della vita, del turismo stesso. Nascevano supermercati come funghi, ma chiudevano i piccoli negozi. Il sistema faceva assumere giovani nei supermercati ma intanto si perdevano centinaia di posti di lavoro che i piccoli negozianti garantivano ogni anno. I cittadini erano contenti così. Certo non tutti i cittadini. C’era chi vo-tava contro Russo e Basile. Esiste un’opposizione a Scalea a questo sistema, ne conosco di gente onesta a Scalea, ma la gente, dimostrava paura a partecipare. Votava nell’ombra, quasi di nascosto e non parteci-pava a nulla. La dimostrazione venne quando Rus-so aprì la discarica. La puzza si sentiva per tutta la cittadina. I turisti scappavano dai villaggi vicini alla discarica, ma solo una cinquantina di persone parte-ciparono al comizio organizzato dagli ambientalisti. Peggio andò quando si tentò di bloccare la discarica. Nessuno fu d’accordo. E quando, io stesso lanciai un

appello a giornalisti e blogger per visitare la disca-rica ed entrare dentro per documentarla, solo uno si presentò all’appello. Vi entrammo in due, e fummo subito minacciati di uscire da alcuni operai che vi lavoravano senza mascherine e senza alcuna prote-zione. Dissero che violavamo la legge. Ma quando dicemmo loro di chiamare i carabinieri, si allontana-rono subito facendoci fare quello che volevamo. La discarica venne chiusa dai carabinieri qualche mese dopo. Era illegale e si sapeva. Russo non disse nien-te, anzi venne premiato da Scopelliti che lo nominò commissario all’interno dell’ARPACAL. Fu come nominare dirigente di un asilo un pedofi lo. Ma la po-litica in Calabria funziona così. Più sei mediocre ed ignorante su un problema, più sali in alto. Appunto, non è Scalea che funziona così. È un po’ tutta la Cala-bria. Dove ci sono discariche, appalti giganteschi ed inutili, c’è malaffare. Per decenni ho segnalato nelle mie inchieste opere inutili, abbandonate. Un elenco lunghissimo che va dalle dighe, alle chiese, ai porti, alle sale-convegno, ai mercati, alle discariche, agli impianti per la termodistruzione. Lavorate su questo e scoprirete un intreccio incredibile fra potere politi-co, massoneria, ‘ndrangheta, che passa, innanzitutto, dagli uffi ci che concedono le autorizzazioni per que-ste opere. Se si parla di appalti dati, di demanio, di opere pubbliche, bisogna avere il coraggio di alzare il livello ed andare a vedere chi concede queste autoriz-zazioni, e si scoprirà che dietro la fi rma del sindaco, c’è prima quella del funzionario del genio civile, poi quella della soprintendenza dei beni ambientali, e di quell’altro della capitaneria di porto. Si scoprirà che gli occhi delle forze dell’ordine sono bendati, come pure quelli di qualche capo dei vigili, del magistrato che cestina la denuncia del cittadino o delle associa-zioni ambientaliste. È qui che nascono i “sistemi” e non solo a Scalea ma in tutta la Calabria. q

IL “SISTEMA” SCALEA È IL “SISTEMA” CALABRIAPRIMO PIANO

...dalla primadi Francesco Cirillo

Noleggio barche - Escursioni turisticheRistorante - Lounge Bar

Piacevole punto d’incontro... a due passi dal mare

GINOFISH

Pesce sempre frescodel nostro mare

Tel. 348 5185129Area Despar Scalea

CORTESIA,SERIETÁ E...PREZZO GIUSTO!

Punti vendita:SCALEA - Via Lauro, 240/264b

Fabrizio 328.7514238Matteo 328.1284855

Page 4: Diogene lug ago 2013

4Luglio • Agosto 2013 PRIMO PIANOMA QUANN(I) CI VO’ CI VO’!...

(...) interessi dei cittadini! Anzi, il malaffare secon-do i giudici era palese e durava da anni indisturbato sotto gli occhi di tutti, addirittura avvalendosi di una omertà diffusa; per questi fatti dal 2010, ovvero, sin “ab initio” e cioè dall’insediamento del sindaco e della giunta “attuale”, sui quali doveva, invece, vigilare attentamente l’opposizione (mistero… lo ha fatto superfi cialmente e a corrente alternata)! Ma dove erano allora i rappresentanti di questa “opposizione”, che oggi invece in piazza “brinda-no” trionfalmente compiaciuti di loro stessi, come se fossero stati loro i “Salvatori della Patria”???... Questo, soltanto, è il nodo di fondo, attorno al quale sostanzialmente ruota la vicenda politica cittadina e di conseguenza anche l’opposizione nel presente contesto ha le sue precise e gravissime responsa-bilità! È inutile pensare che un’operazione di pre-sunta “pulizia” della magistratura, come affermava, subito dopo l’accaduto, risilbilmente sulla sua pa-gina facebook Palmiro Manco, noto esponente di questa a tratti vanagloriosa opposizione, possa sal-vare quella Scalea defi nita dal grande prof. Attilio Pepe “dolce paese”, facendola diventare addirittura la “Perla del Tirreno” (qualcuno ha fi nanche avuto il folle coraggio di azzardare dell’intero “Mediter-raneo”!)... “Mani pulite” docet... a livello naziona-le non è cambiato nulla da allora... fi guriamoci se può cambiare a livello locale per una operazione che sarà certamente col tempo in qualche modo ridimensionata! La magistratura rappresenta per il cittadino “l’estrema ratio”, ma il controllo demo-cratico è devoluto solo alla politica ed è di compe-tenza delle opposizioni elette dal popolo. Popolo, duole ammetterlo, che purtroppo spesso vota spinto da promesse personali, non curante di lasciare il proprio paese nelle mani di chi pensa solo ai propri affari. Unica speranza è che l’attuale classe politica tutta, vada o sia mandata (con il potere e il coraggio dei cittadini) a farsi “fottere”! Le elezioni sono alle porte... Scusate la volgarità... ma quann(i) ci vo’ ci vo’!... q

MA QUANN(I) CI VO’ CI VO’!......dalla primadi Rocco Condoleo

di Monica De Carlo

LO STATO C’E’…E I CITTADINI?

Non intendo aggregarmi al coro di quanti, per un motivo o per l’altro godono del suono delle manet-te né tanto meno fare il solito sermone. Quel che invece credo utile in questo momento è indirizzare le energie e il pensiero per cercare di sfruttare ciò che di positivo questa nostra brutta pagina di storia può offrire.Intanto dovrebbe essere evidente anche ai più insensibili che se certe cose possono accadere è perché anche la base ha contribuito al marcio. Il destino di una città si decreta nelle urne ma questo concetto così apparentemente semplice sfugge a quanti non riescono a vedere oltre il valore econo-mico del proprio voto. Vendere la propria dignità per una spesa al supermercato o per la promessa di un posto di lavoro o per chissà cos’altro equivale svendere il proprio futuro e quello dei propri fi gli. La mano pesante dello Stato si è abbattuta su Scalea. Ora cosa accadrà? Davvero c’è qualcuno che crede che questo basti? Davvero si può cre-dere che Magistratura e Forze dell’ordine possano fare da soli? Non è l’esercito che ci salverà ma noi stessi. L’intera popolazione deve farsi carico del fardello dell’umiliazione e della vergogna. Come ci vedono da fuori? Scalea non è più il paese tu-ristico ma è il paese dei mafi osi. È assolutamente sterile l’obiezione di chi dice che bisogna aspet-tare la sentenza per poter giudicare. I magistrati svolgono la loro funzione giudiziaria ma il popolo deve svolgere una funzione morale. L’incapacità di comprendere l’importanza di questo ruolo è il motivo per il quale all’estero ci si dimette per aver copiato due pagine all’università mentre in Italia non esiste mai alcun valido motivo per dimettersi.Non deve esistere che chi si accompagna a pregiu-dicati e noti malviventi non venga colpito imme-diatamente dal biasimo morale della collettività.Altrimenti si è complici. Una complicità che sca-turisce dall’omertà in alcuni casi ma dall’opportu-nismo in altri. Le intercettazioni dell’operazione Plinius fi nite sui giornali evidenziano come in realtà il paese agonizza, sporco, sfasciato e abbandonato, men-tre nelle stanze segrete giravano cifre a sei zeri.Allora mi chiedo: anche il più spregiudicato, di-sposto a vendere il proprio voto non capisce che lo scambio è un cattivo affare in cui l’unico che ci guadagna è il politico di turno? A cosa serve una spesa al supermercato o pochi euro se per contro si mette a repentaglio la sopravvivenza della propria famiglia? La legalità è conveniente. Legalità vuol dire prosperità equa per tutti. Fra la melma in cui siamo fi niti e il paesello svizzero ci sono migliaia di possibilità. Fra il bianco e il nero migliaia di grigi. Scalea diffi cilmente può diventare non un po-sto perfetto ma certamente un posto migliore di questo. Sono le persone che fanno la differenza. Un cit-tadino onesto e coscienzioso non elegge un can-didato su cui grava il sospetto della disonestà. Un cittadino onesto non chiede favori ma pretende servizi e gestione trasparente, si interessa e vigila senza timore sull’operato degli amministratori. Ri-cordiamoci sempre, che i nostri rappresentati sono lo specchio di noi stessi. q

€ 10,00

Via M. Bianchi, 41Scalea

ABBIGLIAMENTOUOMO

Vendere il vostro immobile con noi vuol direassicurarsi la presenza sui principali portali del mondo

e ricavarne il massimo beneficio

diretto da Bruna Condoleowww.arsetfuror.com - [email protected]

Segreteria e pubblicità: Artes faveo fax: 06/33252518 - email: [email protected]

Page 5: Diogene lug ago 2013

5Luglio • Agosto 2013 PRIMO PIANO

(...) Scalea si preparava ad accogliere i tanti “Pae-sani forestieri” (fortunato titolo di una rubrica della trasmissione televisiva “Scalea per voi”, condotta, anni fa, su Tele San Marco da Antonio Cotrone), adornando la città con variopinte aiuole di spazza-tura a causa della nota impossibilità di smaltire i rifi uti nelle normali discariche e nelle vie cittadine fervevano i lavori per preparare le luminarie che avrebbero dovuto accogliere la Santa Patrona della città, la Beata Vergine del Monte Carmelo.Tutto nella normalità, almeno in apparenza, l’arri-vo del caldo e della stagione estiva esalta gli ani-mi, si fanno progetti e le rosee previsioni della pri-mavera sembrano acquisire il coloro rosso vivo di nuove speranze di utili, di stagione migliore, mal-grado la crisi galoppante, di piccoli accorgimenti per rendere il tutto più piacevole e gradevole a chi ci onorerà con la sua presenza.La realtà, però, riserva un orizzonte nero e cupo, come un fulmine a ciel sereno, la mattina del 12 luglio, ci ritroviamo con l’amministrazione co-munale decimata, una raffi ca improvvisa, ma non inattesa di arresti scompagina il Consiglio Comu-nale, gli Uffi ci Amministrativi e parte degli Im-prenditori e dei professionisti locali.Immediatamente scatta nella nostra cittadina una serie infi nita di interrogativi: Chi è stato arrestato? Perchè? Cosa hanno fatto? Ecc., contestuali sono le risposte dei vari signori “So tutto”: “Si sapeva, il tale era...”, “il talaltro, faceva…”, “Era notorio l’As-sessore Caio, prendeva…” e via di questo passo.Accuse gratuite tantissime, anche senza conoscere le motivazioni degli inquirenti.Il mattino appresso, con grande soddisfazione degli edicolanti, i giornali vanno a ruba, l’inchiostro impe-ra e descrive con dovizia di particolari quanto è acca-duto, lasciando, con ottima tattica giornalistica, pre-sagire sviluppi futuri forieri di interessanti novità.Ognuno ne conosce per “esperienza personale” al-meno una parte, tutti si sentono in diritto di ergersi a censori dell’operato di chi fi no a ieri ha occupato posti di responsabilità amministrativa.Da nessuna parte però, mi è capitato di leggere e/o sentire qualcuno porsi una domanda che investe tutti noi cittadini in egual misura: Dove abbiamo sbagliato? Perchè dietro tutti i comportamenti le-citi o illeciti di coloro che sono stati investiti dalla bufera investigativa e giudiziaria esiste l’espres-sione di un voto che ha permesso loro di occupare quelle posizioni.Ci sarà certamente chi obietterà che i voti sono stati comprati o venduti, che l’elezione è stata pi-lotata da “poteri forti”, ma gli eletti non erano gli unici a presentarsi nell’agone elettorale e la massa si voti ottenuti dalle altre liste supera di gran lunga quella ottenuta dagli eletti che ora giudichiamo in-fedeli, perciò rifl ettiamo e quando saremo nuova-mente chiamati a scegliere i nostri amministratori ponderiamo bene il peso di quel segno di croce che andremo a tracciare sulla scheda e che ciò che è successo ora ci sia di monito.Non dovremo sbagliare ancora e, anche se la po-litica ci ha nauseato, dovremo ben conoscere co-loro ai quali andiamo a consegnare il Palazzo di Città. q

(...) sempre più diffi cile orientarsi.Ecco, nel tentativo di fornire contemporaneamente delle “chiavi di lettura”, alcune cifre, sempre uffi -ciali, sulle quali si richiama l’attenzione dei lettori. Le “barche”, ovviamente quelle con bandiera na-zionale, ormeggiate nei “porticcioli” turistici, delle coste italiche, sono all’atto…72.000 ma i “percet-tori di reddito” che dichiarano al fi sco poco più di 200.000 euro all’anno sono appena… 51.000: ben 21.000 “indigenti” sarebbero costretti, dunque, a pasteggiare ogni giorno a champagne e caviale su di un panfi lo! Ancora, il numero dei “telefonini” ha raggiunto quota 80 milioni e la media “assegna”, ad ogni “cranio”, compresi adolescenti e bambini, dalle Alpi ai Nebrodi, circa due unità: 10 euro al giorno di traffi co “consumato” sommano a circa 300 al mese per ciascun apparecchio e le moltiplicazioni sono, per più famiglie, facili a farsi!Anche per andare dal tabaccaio sotto casa si… accende, abitualmente, il motore di una macchi-na, con spreco di carburante e ogni “seratina” passata in discoteca, ristorante, ecc., costa, me-diamente, circa 60 euro a persona: una visita, sa-bato o domenica sera, in questi luoghi… ameni è illuminante per poter registrare la capacità di spesa specie dei giovanissimi… che non lavo-rano! Non c’è abitazione che non ospiti televisori al… plasma, insieme a diversi apparecchi tecnologici di svago o di studio (sic!), come i computer!L’Istat, nella medesima relazione, afferma, però, che “l’Italia è sempre più vecchia” e che “dodi-ci milioni e mezzo sono ormai i poveri” (perico-losamente vicini ad un quarto della popolazione tutta) moltissimi dei quali al di sotto di una soglia di sopravvivenza, calcolata e stabilita sui 592 euro mensili “a bocca”.In questo quadro, addirittura si inserisce al vertice, con una sua maglia nera, la provincia di Cosen-za che ha registrato, quarto rapporto Eurispes, un “crollo dell’economia”, con un -38,5% di fatturato! Eppure la sensazione che si avverte, con rabbia, fastidio o timore, a seconda di chi la percepisce, è che, oggi più di ieri, vi sia uno “zoccolo duro” fatto di ricchi, di garantiti, tra cui, per esempio, gli “eletti” a tutti i livelli istituzionali, e di “traffi can-ti”, di vari generi, che sta sempre meglio, mentre, accanto ai “bisognosi tradizionali”, intere fasce di quello che, un tempo, era il ceto medio vengono risucchiate, vorticosamente e giorno dopo giorno, nell’indigenza.L’unica preoccupazione dei governanti, però, sembra essere non quella di far ripartire i consumi, ma di sostenere, unicamente, il mondo del credi-to, cioè le banche: la “forbice”, così, si allargherà sempre di più tra chi ha e chi non ha e alcune re-gioni meridionali sprofonderanno in un indistinto limbo…“sudamericano”!Ma in questa fotografi a, tuttavia sfocata ed appros-simativa, vi sono ancora degli angoli che restano in penombra e che rischiano di non venire piena-mente alla luce: ne accenniamo.Data l’eccezionalità della crisi, anche per dare il buon esempio, si potrebbe varare, in poche ore, una legge per “dimezzare” il numero ed i “men-sili” di deputati e senatori, di consiglieri regionali e provinciali, di sindaci e assessori, questi ultimi potrebbero, come un tempo, prestare il loro “lo-devole servizio” gratuitamente, per il “bene delle comunità”, oltre e insieme alle prebende dei tan-tissimi “boiardi” di Stato (amministratori delegati, consiglieri di amministrazione, direttori generali, ecc.) che, seduti nelle poltrone di migliaia di enti, piccoli, medi e grandi, con stipendi da capogiro, vengono pure fatti oggetto, quando sbagliano, di “buonuscite” astronomiche! ...Ma se si continua a giocare alla roulette russa con Berlusconi, tutto verrà rimesso in discussione. q

IL ROSSO ED IL NERO SESSANTA… LA PAURA!...dalla prima ...dalla primadi Gian Enrico Zamprotta di Giovanni Celico

Dal 1957 una tradizione di bontà fra profumi di mare e delizie nostrane

Centro Storico di ScaleaPiazza de Palma, 8/9/10

è gradita la prenotazione:

0985 91777 - 349 6485761

www.ilsensodelprofumo.it

Page 6: Diogene lug ago 2013

6Luglio • Agosto 2013

Per la verità l’operazione coordinata da polizia e ma-gistratura nella nostra martoriata Scalea, contro il ma-laffare, io la considero, per noi tutti cittadini, più una sconfi tta che una vittoria! La forza e sopratutto la ne-cessità di cambiare, non doveva venire dall’esterno, ma provenire da noi stessi, cioè sarebbe stato meglio che questa necessaria e radicale opera di pulizia fosse stato il risultato di un nostra opera di rinnovamento morale, esigenza che comunque da anni si avvertiva in questo nostro sfortunato paese! L’opposizione è un termine che racchiude in se il signifi cato di gruppo coeso e deciso a contrastare una maggioranza egemo-ne, ma è pur sempre costituita da più soggetti, i quali al suo interno noi dovremmo apprezzare e contraddi-stinguere, il loro personale impegno a voler cambiare o modifi care le cose, esercitando pubblicamente, il controllo degli atti compiuti dalla stessa maggioran-za! Ora da tutta la documentazione ricevuta e da noi attentamente visionata, possiamo affermare senza peraltro pretendere di giudicare nessuno che, Mauro Campilongo ha rappresentato quella goccia che ha fatto traboccare il vaso distinguendosi per il coraggio e la chiarezza nel denunciare decisioni importanti e abbastanza sospette della Giunta, che poi sono fi ni-te puntualmente sotto la mannaia della magistratura. Da qui a dire, però, che la battaglia è stata adegua-ta all’estrema gravità della situazione è impossibile documentarlo! D’altronde, nessuno dei consiglieri dell’opposizione, pur battagliando contro la maggio-ranza, in tutto questo lungo periodo ha denunciato i fatti, in tutta la loro interezza, nè alla Procura della Repubblica, né tanto meno all’opinione pubblica, e di conseguenza, l’Autorità Giudiziaria si è dovuta at-tivare “motu proprio”, tanto erano gravi e palesi certe condotte degli attuali indagati! Perciò ci siamo per-messi di essere polemici con una certa parte dell’op-posizione ed a criticare il loro “proclama”, dove scrollandosi da dosso, come al solito, le macrosopi-che responsabilità comuni, si cerca di tranquillizzare i cittadini facendo, comunque, affi damento non sul loro istituzionale impegno per Scalea ma solo sulla forte presenza delle istituzioni dello Stato, cosa che però non può rappresentare certamente la garanzia di una rinascita interna alla nostra comunità, e che inve-ce deve essere gestita solo da noi attraverso il poten-ziamento delle nostre istituzioni locali! Mediante la mera applicazione delle sanzioni previste dal Codice Penale, non si è mai ottenuto alcun miglioramento della Società civile, ma solo punizioni a volte inade-guate alla gravità dei fatti contestati, se non addirittu-ra la discovery del modo e della maniera più “furba” per conseguire maggiore impunità ai responsabili.Il rovescio della medagliaSe poi, come più voci asseriscono vogliamo puntare ad una classe dirigente completamente vergine, biso-gnerà sgombrare il campo della politica locale dai so-liti personaggi e, logicamente, soprattutto, dall’intera schiera che si accompagnava all’ex sindaco. La rina-scita potrebbe partire da un modello italiano da imi-tare (vedi Salerno) o, senza allontanarci più di tanto dalla vicina San Nicola Arcella, un tempo comune di Scalea, guidata dall’intraprendente e volitiva Barbara Mele che pur non essendo una scienziata della politi-ca, con umiltà, amore, passione e determinazione, in pochi mesi dalla sua investitura, partendo dalla base, è riuscita a ritagliarsi insieme ai suoi collaboratori, una fetta importante nel panorama politico-ammini-strativo nazionale. I grigi della città sannicolese, gra-zie alla caparbietà e all’impegno di questa giovane donna, sono stati trasformati in luminosi colori che hanno dato luce, smalto e lustro alla ridente cittadina diventata e trasformata in una meta di grande richia-mo turistico. Sarebbe davvero curioso vedere Scalea, per la prima volta nella sua storia, fuori dalla solita politica, da certi potentati e da certi compromessi.Sicuramente, l’esperienza, come in tutte le altre cose, conta tanto anche in politica, però, alla luce di quan-to accaduto, importante ed indispensabile sarebbe

azzerare tutto e ripartire con nuovi e rinnovati slan-ci... L’aria che si respira a Scalea è diventata troppo pesante e opprimente. Tutto è un morire, non si fa niente e non c’è niente, nemmeno un cinema, a parte l’arena San Francesco che solo d’estate dà un po’ di svago e sollievo, o un qualsiasi posto dove incontrar-si per socializzare e vivere la città. Cosa offre Scalea ai suoi affezionati turisti? Cosa fa per non farli fug-gire via? È mai possibile che il valore del patrimonio immobiliare della nostra cittadina subisca tanto ulte-riore danno per colpa di amministratori che pensano, invece, solo ad arricchirsi illecitamente ai danni di tutta la comunità onesta e laboriosa?Questi discorsi si agganciano a quanto sopra espres-so, alla mentalità di certi amministratori comunali che hanno anteposto il loro egoismo e arrivismo a tutto pensando solo ed esclusivamente ai loro inte-ressi e mettendo in secondo, terzo e quarto piano gli interessi della città.Ecco il motivo del gioco dello “sgombro” tirato in ballo, a proposito dello svecchiamento totale a favore del nuovo che tarda ad avanzare. Certo fare gli indo-vini, non è facile, però, azzardare ipotesi benefi che che potrebbero cambiare le sorti e le fortune della troppo bistrattata e danneggiata Scalea non fanno male a nessuno. E poi, sognare non costa nulla! q

il Gran Caffe’del Centro

Via M. BianchiScalea

Tel. 0985 920289

PRIMO PIANO

PIÙ UNA SCONFITTA CHE UNA VITTORIA!di Nando Manco e Rocco Condoleo

Tra i monti e la calma dell’incontaminata e verde valle del Fiume Lao, a pochi chilometri dal centro di Scalea

C.da Sant’Andrea - Santa Domenica Talao (Cs)info: 337 875306

Club ResortRistorante

Via Lauro - ScaleaCell. 346 0121423

ADDOBBI PER CERIMONIE

Page 7: Diogene lug ago 2013

7Luglio • Agosto 2013 PRIMO PIANO

Le ultime elezioni amministrative, quelle del 28 e 29 marzo 2010, avevano dato, per Scalea, fi nal-mente, un primo segnale importante: furono “la-sciati a casa” infatti, cinque medici sugli otto che si erano candidati alla carica di consigliere (uno a quella di sindaco) nelle quattro liste presentate e, tanto per restare in tema medico-sanitario, rimase-ro fuori dal civico consesso anche due biologi! Le bocciature eclatanti, però, riguardarono, in particolare, un assessore uscente e due consiglieri di maggioranza e l’elenco degli esclusi comprese anche consiglieri ed assessori del passato, ormai dimenticati e sorpassati. Molti di questi, nella corsa al Palazzo di Città, fatto davvero strano, pur con alle spalle famiglie numerose (portatrici di voti), sono stati tagliati fuori: perciò, se, fi no a qualche anno fa, “valeva” la possibilità di essere eletti soprattutto per medici e candidati con famiglie allargate alle spalle, nel 2010 questa prassi, in sostanza, è stata sfatata dai numeri.Il segnale ha dato una svolta notevole al trend dei precedenti anni, anche se ancora molto dovrà far-si in questo senso per arrivare, fi nalmente, ad un voto assolutamente libero, specie nelle prossime elezioni amministrative, dopo il devastante terre-moto giudiziario seguito da arresti eclatanti, su tut-ti l’ormai ex sindaco Pasquale Basile. A proposito, il nostro grande amico e collaboratore della prima ora Gennaro Serra, artista e scrittore di grandissi-mo valore, vera icona delle battaglie a danno del patrimonio dei beni pubblici della nostra antica città, attraverso le colonne del suo “Foglio libero” ha ripetuto per anni che solo nella vituperata Sca-lea (unica eccezione in Italia) le manette (dopo il “sacco dei palazzinari” che ha dato vita a quella colatona di calcestruzzo e seppellito e sfregiato per sempre: scogliere, pianure ubertose, sognanti col-line e monumenti storici), purtroppo, tardavano a scattare. Anche se con un certo ritardo, quello preventivato da Gennaro si è avverato mietendo tante vittime, tra le più importanti la sventurata ed incolpevole Scalea che paga caro ed amaro, le conseguenze maggiori a livello di immagine. Tornando al voto che verrà, se si riuscirà a non “costruire”, emotivamente, in forma clientelare, una campagna elettorale, come avvenuto in quel-la del 2010 e negli ultimi e precedenti decenni a Scalea, dove il voto è stato fortemente infl uenzato e condizionato dai potentati, dalle lobby e da cer-ti ambienti, forse, fi nalmente, si riuscirà a venire fuori dalle secche di questa stantia e deleteria po-litica attuale che solo danni ha arrecato e poco o nulla ha costruito per la collettività. I segnali delle ultime catastrofi che note vicende sono stati un campanello d’allarme ed una sveglia per fare avvicinare alla politica locale, forse fi nal-mente, persone valide, ma soprattutto, per bene, giovani capaci e determinati rimasti fuori, troppe volte, proprio a ragione di taluni ingombranti per-sonaggi che non volevano fare quel passo indietro o, meglio ancora, lasciare il campo libero a nuo-ve idee ed a moderni sistemi di amministrazione pubblica.Se Scalea ed il suo elettorato riusciranno a sgan-ciarsi da questa mentalità desueta, dando forza e vigore ad un consenso libero e senza condiziona-menti, vedremo rifi orire la cittadina come avvenne in quel lontano 1980 con la lista della “Campana” che segnò, seppur per poco tempo (30 anni fa si di-pendeva e si veniva condizionati molto dai partiti che facevano a loro piacimento il bello e il cattivo tempo anche sulle amministrazioni cittadine), una nuova primavera per Scalea. Una svolta forte e nuova, è il caso di rimarcarlo, Scalea l’ha vissuta pure nel 1990 e nel 1993, anche se, solo per due anni e mezzo, nei due rispettivi mandati. Bisogna purtroppo prendere atto che

quando le cose funzionano e vanno bene nell’in-teresse della comunità e a discapito dei poteri forti c’è sempre qualcuno pronto a sfasciare tutto! Così è stato per Scalea e per troppo tempo. Ma ora, che uno spiraglio sembra aprirsi, la nave va porta-ta in acque sicure, cambiata la mentalità, resettato un po’ tutto e messa, fi nalmente, da parte questa ultima sporca storia (il vecchiume va mandato defi nitivamente a casa). Si spera che le coscien-ze siano libere da ogni forma di appartenenza e si possa portare al governo cittadino il meglio tra le donne e gli uomini dell’intera comunità locale, in modo da fronteggiare le giuste e plausibili risposte con tagli oculati e intelligenti (incominciando dal-le municipalizzate, per fi nire agli esagerati servizi esterni, agli incarichi-capestro gonfi ati e al dila-gante malaffare). Solo così la comunità scaleota, angosciata da troppo tempo dalle sabbie mobili economiche e fi nanziarie dalle quali sembra così diffi cile uscire ritornerà nuovamente a sognare e, anche alla luce di quanto accaduto, potrà così trovare la chiave della speranza, della rinascita e della ricostruzione.Logicamente, in questo quadro, potrebbero trovare posto anche politici nostrani carismatici, affi dabi-li, lungimiranti e, perché no, moderatamente spre-giudicati e di un certo livello che, in un recente passato, hanno lavorato e combattuto onestamente battaglie importanti, con idee e progetti incanalati solo ed esclusivamente verso il bene della città e dell’intero territorio, mettendo in primo piano im-pegno ed attaccamento verso la “casa cittadina”!In ultimo, però, vorremmo sapere dalla voce dei navigati ed esperti Bergamo, Campilongo, Licur-si, capigruppo di opposizione uscenti, insieme ai loro adepti più popolari ed addentrati nelle maglie politico-amministrative: come pensano, una volta arrivati in cima al Palazzo di Città, di risolvere i problemi di natura economica per dare nuova linfa alla rinascita di Scalea?In altre parole, sarebbe interessante informare tutti noi, sulla “ricetta” miracolosa che hanno pronta (o meglio cotta e già mangiata!) per risolvere i pro-blemi di un Comune oberato di debiti per oltre 45 milioni di euro, ragione per la quale, nel giorno stesso della proclamazione di un nuovo sindaco, dovrebbe dichiararsi il “dissesto” del Palazzo di Città, con le conseguenti dimissioni del primo cit-tadino e di tutta la nuova Maggioranza. Insomma, davanti ad una prognosi talmente infausta, quali altre promesse saranno offerte alla disorientata e fi n troppo delusa cittadinanza scaleota?MESSINA DOPO DUE ANNI DI COMMISSARIAMENTO SI È RIVOLTATAE SE ANCHE SCALEA TROVASSE IL SUO “RENATU “‘U PAZZU”?

Renato Accorinti (nella foto), da poco più di un mese è stato eletto sinda-co di Messina. È entrato al comune a piedi nudi (nel vero senso della parola) con un obiettivo preciso: sconfi ggere i potentati che da mezzo secolo immobi-lizzano la città e che anco-ra contano parecchio.

Già prima di venire eletto, Accorinti era la persona più stramba in circolazione. “Il pazzo della città”, così lo liquidavano senza eufemismi certi maldi-centi abitanti. A Messina, nepotismo e poteri forti sono l’unica malta da mezzo secolo. Comandano le stesse famiglie. La città dello Stretto sembrava irredimibile, comunque disposta a mandar giù tut-to. Poi, dopo l’ennesimo commissariamento bien-nale, si è rivoltata.

Alle ultime elezioni ha votato un contestatore con trent’anni di onorata e insana carriera. Si è battuto contro una serie di problematiche, ma soprattutto, contro tutti i sindaci che l’hanno preceduto. E mentre “‘U Pazzu”, entrava a Palazzo Zanca, sede del comune, come massima nemesi fi niva nella polvere il politico più noto e potente della città: il parlamentare del Pd Francantonio Geno-vese, indagato assieme a cinque familiari per i suoi affari nella formazione professionale. Mentre l’università, la più nepotista e inquisita d’Italia, ve-niva ricacciata nel fango dall’ennesima inchiesta della magistratura su ‘ndrangheta ed esami facili. Proprio mentre si consuma la caduta dell’ex retto-re Franco Tommasello, condannato a febbraio a 3 anni e 6 mesi per tentata concussione, con l’elezio-ne del nuovo magnifi co: Pietro Navarra, appena 45 anni, famiglia di infl uenti baroni accademici.Dice Accorinti, ossuto cinquantanovenne, inse-gnante di educazione fi sica: «Dopo decenni di mortifi cazioni, ci siamo rialzati. Messina deve di-ventare la città della gioia. La rivoluzione parte dall’anima. E se io cambierò, mandatemi a casa a calci nel culo. Quando faremo errori dovete dir-melo. E se c’è da protestare, mi metto quella min-chia di fascia bianca, rossa e verde per venire con voi». Questo singolare sindaco di Messina non ha mai avuto cellulari, camicie o cravatte. E ha pro-messo che guadagnerà lo stesso stipendio che ave-va da insegnante: 1.800 euro. A mezzanotte e mez-zo, fi niti gli incontri della giornata con i cittadini, mangia un panino e beve una birra in una bettola del centro. «Ormai sono prigioniero politico del comune, puttana Eva… Mi fermano ovunque, a tutte le ore, dalle 8 di mattina alle 2 di notte».Bagni di folla e francescanesimo non risolveranno i problemi di Messina: a partire dalla voragine di 392 milioni di euro nei conti. I commissari sono appena usciti dal comune… E anche per il sin-daco le cose non si annunciano facili: cambiamo Messina dal basso… Con retropensieri e linguaggi diversi, è quello che pensa la maggioranza dei re-sidenti: “Renatu ‘u Pazzu” è il meglio che potesse capitare. Giuseppe, titolare di un bar in via Gari-baldi, usa parole semplici: «Peggio di quelli che c’erano prima non può essere». q(Antonio Rossetto - Panorama 24 luglio 2013) N.d.R.: Gente di Scalea… Meditate… Meditate!

PUB BIRRERIAScalea By Night

IL CORAGGIO DI CAMBIARE POTRÁ SALVARE SCALEA?di Nando Manco

Page 8: Diogene lug ago 2013

8Luglio • Agosto 2013

GIUGNO • LUGLIO 2010

AGOSTO • SETTEMBRE 2010

NOVEMBRE • DICEMBRE 2010

PRIMO PIANO

COSÌ PARLÒ “ZARATHUSTRA” (Per Scalea tre anni persi...)Non disturbate il manovratoreIn molti affermano che un arbitro è bravo quando non si nota in campo. Passando dallo sport alla politica, del neo sindaco di Scalea, Pasquale Basile, potrebbe dirsi più o meno la stessa cosa, però, i conti non tornano e a distanza di tre mesi dal suo insediamento possiamo dire che si è fatto notare poco, senza dare segnali di cambiamenti in positivo. Il dietro front (un vero auto-gol) sul “Centro donna”, il consentito e indiscrimina-to taglio di nove alberi trentennali di alto fusto, tolti all’intera cittadinanza forse per fare un piacere ad un giostraio, impiegato presso il comando Vigili Urbani del comune di Scalea, nella villa Kennedy, possono dare una prima idea del sindaco (…) (...) Qualche sera fa, Vittorio Sgarbi, ospite della tra-smissione televisiva di Gian Luigi Paragone “L’ultima parola” ha gridato, davanti a milioni di telespettatori, a squarciagola che: «la gran parte dei sindaci italia-ni sono per natura parassiti e, sempre per natura, incapaci. Al loro posto, servirebbe un commissario fallimentare, come è accaduto a Taranto». «La causa principale - ha continuato Sgarbi - di un fallimento di un comune sono i servizi esterni. Là dove occorrono 60 unità lavorative, se ne assumono 120». (...)

L’autogol del sindaco BasileLa notizia, pubblica da qualche tempo, oggi è diven-tata attuale alla luce della visita al Comune dei com-missari ad Acta della Prefettura di Cosenza, nomi-nati per dare corso alle sentenze del Tar Calabria. La vicenda riguarda cinque ex dipendenti del Comune che, con sentenze separate del Tar, hanno visto rico-nosciute le differenze retributive, per aver prestato lavoro a tempo determinato in favore dell’Ente negli anni dal 1981 al 1991(…)(…) La vicenda è ormai giunta ad un punto di non ritorno ed è necessario chiudere il contenzioso con i cinque ex dipendenti per evitare ulteriori spese che si rivelerebbero ancor più dannose per l’ente.«Non è facile affrontare una questione di tale porta-ta che causa un problema economico tutt’altro che trascurabile per il Comune. Abbiamo calcolato che il costo dell’operazione si aggirerà intorno ai 70 euro per ogni cittadino di Scalea, neonati compre-si. Provvederemo, come è nostro dovere, compati-bilmente con le risorse dell’Ente all’erogazione di quanto dovuto e concordato con i commissari ad Acta nominati per risolvere la vicenda».

Giù le mani dal sito di Torre Talao!Il DIOGENE si è più volte soffermato, prenden-

do ferma posizione, a difesa del sito di TORRE dell’ISOLA, detta TALAO, che domina, con la sua inconfondibile, peculiare, maestosa immagine, il paesaggio di Scalea e dell’intera piana del Lao. Ne-gli ultimi sessant’anni questo prezioso gioiello della natura, della protostoria e delle storia, ha subito tan-te “mortifi cazioni” e tante aggressioni che non in-tendo elencarle perché, fra l’altro, ancora oggi, esse appaiono nella loro lugubre evidenza. Ogni qual-volta viene rinnovata l’Amministrazione comunale, purtroppo, si ha la fregola di mettere mano sull’ex isolotto della Torre Talao (detto impropriamente scoglio), con interventi alquanto discutibili ed av-ventati e quasi sempre privi di professionalità e di esperienza tecnica (...).Scalea… nella morsa!(…) Ci si aspettava che l’Amministrazione Basile desse qualche segnale di cambiamento. Non ci ri-feriamo alle grandi opere, che pure sono necessarie e sulle quali ci ripromettiamo di tornare a parlare in futuro, ma invece, a quei “piccoli interventi” che rendono una città normale, pulita, ordinata e vivibi-le, come tantissime altre località del mondo. Si tratta di cose piccole ma importanti, perché, se non si ri-esce a realizzarle, oltre a peggiorare la qualità della vita, dovremmo dire addio al grande turismo estivo e culturale, atteso che la distanza che ci separa dalle località concorrenti rischia di diventare incolmabile. Perciò, dobbiamo tutti prendere coscienza che Sca-lea non può essere più lasciata in balia del pressap-pochismo e dell’improvvisazione. Naturalmente, i politici eletti dal popolo e i respon-sabili degli uffi ci comunali devono essere in prima fi la, gli attori principali, in quest’opera di rinascita. Purtroppo dobbiamo constatare che gli uni e gli altri continuano ad essere latitanti: per adesso, tutto è ri-masto come prima. (...)(...) Concludono il ricco “mosaico” di segnalazioni e denunce allarmanti le baraccopoli sparse sul lato nord di Torre Talao. (...)

Pesanti accuse da parte dei capigruppo all’indirizzo del sindaco BasileFinalmente gli scaleoti hanno avuto la possibilità di assistere ad un consiglio comunale vero e interes-sante, di uno spessore politico-amministrativo che non si registrava da tempo. A turno, Mauro Campilongo, Sandro Bergamo, Gennaro Licursi e tutti gli altri che compongono la squadra di opposizione, fi nalmente coesa e in sin-tonia sugli spinosi argomenti trattati, hanno conte-stato, al sindaco e alla maggioranza, alcuni presunti “inganni” a proposito dei celati conti comunali che, da otto mesi, stanno tenendo in fi brillazione l’intera popolazione, paradossalmente muta e quasi rasse-gnata, di fronte alle ricorrenti voci di un possibile dissesto fi nanziario. Una popolazione quasi in ginocchio, negli ultimi tempi, ha incassato colpi… violenti, rappresentati dagli aumenti di scuolabus, refezione scolastica e di altri servizi primari, come acqua, fogna e spazzatu-ra, lievitati di botto del 40%! Come hanno ricordato i navigati capigruppo, un fat-to del genere, nella storia di Scalea, non si era mai verifi cato: in passato, se qualche ritocco sui tribu-ti doveva avvenire, prima di agire si rifl etteva e si dibatteva un milione di volte, per comunicare e far accettare dalla cittadinanza gli zero virgola zero di aumento che pesavano veramente poco nelle tasche degli scaleoti. All’arrivo delle ultime cartelle esattoriali, la gente, registrando i tributi quasi raddoppiati, è rimasta incre-dula ed impietrita di fronte a tanto aumento, oltretutto in un periodo di crisi terribile, con molte famiglie che stentano a comprare anche il… chilo di pane!Parlavamo quasi di terrorismo psicologico nei con-

fronti di una popolazione attonita, che ha paura di muovere (pur e se lo possiede) anche un centesimo, per poi regalare, come ha tuonato il consigliere Pal-miro Manco, 10.000 euro a tre dipendenti dell’uffi cio tecnico comunale, già profumatamente “pagati”, solo per redigere “una variante al piano spiaggia”! (…)

Opposizione: Partono le prime critiche a BasileIl gruppo consiliare “Scalea Adesso”, guidato dall’ex vicesindaco Mauro Campilongo, esprime sdegno per il taglio indiscrminato di nove trenten-nali alberi che si trovavano in villa Kennedy, diven-tata un ricettacolo di giostrane elettriche ed altro ancora. Secondo Campilongo, è stato un vero pec-cato tagliare, senza alcun motivo, questi decennali e folti alberi da alto fusto, per un discutibile pro-getto di nuova piantumazione e con la scusante di meglio sistemare l’area. La zona andrebbe sistemata con la regolamentazione dei giochi presenti e con il conseguente abbattimento dell’inutile, ingombrante e fuori norma pista di pattinaggio. Sostituire i mal-capitati alberi, con altri giovanissimi, fa pensare, è inutile nasconderlo alla creazione di ulteriori nuovi spazi per favorire il pretendente privato. Ed il ver-de? La vivibilità e l’ambiente? Pensiamo che gli alberi già esistenti non andavano “falciati” ma, al contrario, sarebbe stato più opportuno mettere un freno all’espansione e al dilagare di giostrane che esasperano l’idea del parco.

Tel. 0985 20131Cell. 338 7135345

Vacanze d’Autore

Vico I° Marittimo, 12 87029 Scalea (CS)

[email protected]

Vacanze d’Autore

Vico I° Marittimo, 12 87029 Scalea (CS)

[email protected]

Terre del Lao s.r.l. Frantoio Oleario F.lli PuglieseC.da San Filippo (vicino loc. Cantinella-Scalea)

SANTA DOMENICA TALAO (CS)Tel. e Fax [email protected]

NOVITÁ: CEDROLIO E OLIO AL PEPERONCINO

Page 9: Diogene lug ago 2013

9Luglio • Agosto 2013

GENNAIO • FEBBRAIO 2011

MARZO • APRILE 2011

GIUGNO • LUGLIO 2011

AGOSTO 2011

Binario mortoA proposito di viabilità, non è trasformando larghi tratti di strada in sensi unici, come quello di via fi u-me Lao, o introducendo in doppio senso in ristretti tratti di strada (come quello di via dello Stadio) che si migliora la percorribilità e la sicurezza di una rete stradale.Prima di sperimentare questo nuovo piano, perché di un esperimento si tratta, andava aperta al traffi co la rampa di strada che collega viale della Repubblica con via Ruffi llo (la strada che da via T. Campanella porta alla stazione ferroviaria, manca solo un po’ di asfalto per renderla agibile). Così facendo, si sareb-be vivacizzata e valorizzata una zona di Scalea che, con la stazione ferroviaria vicina, al momento dà l’impressione di essere un binario morto e un’area dismessa.Dobbiamo ricordare a chi ci governa che questa rampa è costata circa trentamila euro alle casse del comune di Scalea, per cui non ci può essere alcuna giustifi cazione nel lasciarla incompiuta e alla mercè della ”pulicara” (pianta infestante).

La lettera di Alessandro BergamoNo leader, no consensi, no…La scarsa sensibilità nei rapporti pubblici e istituzio-nali di Basile ricadono negativamente sulla nostra Scalea attraversata da un preoccupante declino eco-nomico e socialeUn uomo solo in mezzo ad un mare in tempesta(…)Gentile Direttore de “Il Diogene Moderno”, è già trascorso un anno da quando si è insediata la nuo-va Amministrazione con a capo il Sindaco Pasquale Basile ed è perciò il momento di tracciare un primo bilancio della sua azione di governo della nostra cit-tà. In realtà, tanto nuova, questa Amministrazione, non lo è. È, infatti, evidente la stessa confi gurazione di quella precedente, con la presenza predominante di assessori che, per la debolezza del Sindaco e dei colleghi di Giunta, hanno in sostanza assunto il pie-no potere sulla cittadinanza. Tutto ciò è molto chiaro a chi legge gli atti dell’Amministrazione, in cui sono molto visibili le preferenze verso amici, imprese e professionisti in genere. (...)

Scollamento tra l’istituzione comunale ed i cittadini sempre più lontaniVi sono tante cose da scrivere sull’attuale gestione amministrativa del Comune di Scalea, che occupe-rebbero buona parte del numero del Diogene Moder-no; tuttavia, anche per non approfi ttare troppo della cortesia del Direttore, occorre limitarsi a scrivere solo di alcune questioni, con riserva di descriverne successivamente le altre, che sono veramente tante. A Scalea, nella nostra Città, si sta purtroppo assi-stendo ad un’aggressione violenta e, purtroppo si-lenziosa, nei confronti dei beni comuni e collettivi in favore di parenti e sostenitori degli amministra-tori locali che perseguono personali e privati fi ni di lucro (grida ancora vendetta la pubblica villetta Kennedy incredibilmente violentata, stuprata nel cuore e nell’anima, per consentire ad un vigile urba-no “amico” di porre in essere una enorme platea in cemento, con l’abbattimento di 11 platani, per ospi-tare la propria privata giostra a pagamento). Negli ultimi giorni, la già nutrita lista, si è allungata con la vicenda del mercato della frutta. Nell’ultimo Consiglio comunale si è assistito ad un grezzo tentativo di far digerire questo messaggio: «… l’indirizzo politico è quello di venderlo, poi si vedranno le modalità, poi ci sarà il PSC, poi le com-missioni ecc. ecc.» (…)

Errare humanum est, perseverare autem diabolicumRiferendomi alla gestione dei tributi comunali, mi chiedo come è possibile affi dare la loro riscossio-ne a una nuova società, dopo quanto è successo con quelle che l’hanno preceduta. La San Giorgio, cosi si chiamava la madre di tutte le altre che si sono succedute in questi ultimi anni, dopo aver rubato al comune di Scalea milioni di euro, ha dichiarato il fallimento, producendo un grave ammanco nel bi-lancio dell’Ente che potrebbe portare a conseguenze più disastrose del previsto. Questa società, per come si è comportata, doveva chiamarsi matrioska: avreb-be così evitato di disonorare San Giorgio, conside-rato fi n dall’antichità il megalomartire, venerato dai cristiani e dai musulmani di tutto il mondo. (...)

La Lapidazione: L’ira della maggioranza colpisce AcquavivaEpurazione frettolosa e poco convincente. France-sco Acquaviva non si piega ai “soliti noti” e riparte più motivato e battagliero di prima. Sistemi vecchi e superati che pensavamo di non vedere mai più. (...)

Consiglio shock-farsa del 20 aprile 2011Toni aspri, lungaggini e poco costrutto, mancanza di rispetto verso la popolazione e accuse reciproche tra maggioranza e minoranza, a solo un anno dal nuo-vo insediamento della squadra capeggiata da Basile, hanno fi nito per stancare l’uditorio che sempre più deserta le adunate consiliari.L’opposizione, disgustata per la conduzione arro-gante e presuntuosa di Basile, prima abbandona l’aula e, poi, ritorna e bacchetta un sindaco sempre più sfrontato, irritante, intrattabile e, a dire del grup-po di minoranza, sempre più distante dalle proble-matiche cittadine.Nonostante il muro insormontabile creatosi tra le due fazioni, Bergamo, Manco, Bono, Campilongo e l’in-cisivo, concreto e veterano Gennaro Licursi (‘a can-

tati ‘a pampani), ha gridato in faccia al Sindaco, sen-za peli sulla lingua e mezze misure, tutto quello che c’era da dire), a turno e in modo diretto, tengono testa a Basile e ai suoi, che si difendono con qualche sca-ramuccia e, soprattutto, con l’automatica arma della risaputa superiorità numerica dell’alzata di mano.Basile però, con la sua riconosciuta prosopopea, non tiene conto del fatto che l’attuale gruppo di mino-ranza - formato da Alessandro Bergamo, Luigi De Luca, Palmiro Manco, Mauro Campilongo, Mimmo Introini, Pino Bono e Gennaro Licursi - rappresenta circa il 63% della popolazione scaleota, avendo ot-tenuto 4.325 voti.

Città ferma inesorabilmente al palo e am-ministrazione chiusa a “riccio”È trascorso più di un anno dal 28 marzo 2010, da quando, cioè, è stata eletta con maggioranza relativa la nuova Amministrazione comunale di Scalea con a capo il sindaco Pasquale Basile. Una compagine in cui primeggia un importante numero di ex assessori (alcuni riconfermati) e qualche ex consigliere rielet-to, i quali hanno fatto parte della passata Ammini-strazione capeggiata, per dieci anni, dall’ex sindaco Mario Russo. Oggi, riteniamo che qualsiasi citta-dino di Scalea voglia sapere quali e quanti siano i risultati conseguiti dalla nuova Amministrazione in questo primo anno di gestione (…)

Intimidazione a Campilongo«Qualche settimana fa ho subito l’ennesima intimi-dazione, questa volta in giacca e cravatta». Ad af-fermare ciò è il consigliere comunale all’opposizio-ne del gruppo “Scalea Adesso”, Mauro Campilongo, fi nito nel mirino di gente senza scrupoli già qualche tempo prima. Al consigliere Campilongo, che più volte ha denunciato situazioni poco chiare in seno all’assise comunale, alcune persone, dopo averlo av-vicinato, hanno intimato di tenere la bocca tappata per il bene suo e della sua famiglia. «Ritengo l’inti-midazione subita qualche giorno fa più pericolosa e antidemocratica - ha detto Campilongo - perché pro-veniente da persone che dovrebbero rappresentare le Istituzioni e che invece le usano strumentalmente per tentare di gettar fango e discredito su chi parla in favore della tutela e degli interessi collettivi e che addirittura ha un ruolo politico di consigliere comu-nale». Campilongo racconta con molto rammarico l’episodio che lo ha visto protagonista. «Nelle setti-mane scorse - sottolinea il consigliere comunale - in virtù di una denuncia palesemente anonima di una persona inesistente, tale Luca Cava, alle ore 8 di mattina, gli uomini della Polizia Municipale hanno bussato alla porta di casa per appurare la veridicità della denuncia». «Ebbene - fa presente Campilongo - sulla base di questa denuncia, creata ad arte da qualcuno, è stato disposto un illegittimo sopralluogo nella mia abitazione. I Vigili Urbani erano imbaraz-zati perché sapevano di essere strumento di qualcu-no che li aveva mandati ad intimidirmi. Hanno mi-surato di tutto: dall’altezza della casa alla cubatura, alla volumetria. Tutto è risultato in regola». «Tutto ciò - conclude Campilongo - è illegittimo, è frutto di un abuso di potere». Mauro Campilongo è entrato anche nel merito della fascia frangivento, nella qua-le è prevista la realizzazione di strutture turistiche ricettive. (…)

PRIMO PIANO

Cakes

www.ristoratori.it/silver

Via dei Sibariti, 23Tel/Fax: 0985 920534

Page 10: Diogene lug ago 2013

10Luglio • Agosto 2013

WIND - chiamate - sms - internet senza limiti a soli € 29 al mese anche partita ivaTRE - 800 minuti - 800 sms - 1gb internet a soli € 10 al mese

Nel progetto Scalea trova posto solo la tas-sa di soggiornoIn due anni non è stato fatto nulla per migliorare l’arredo urbano, la viabilità, il Centro storico, il manto stradale delle arterie urbane più traffi cate, la regolamentazione di Piazza Caloprese, in perenne situazione di disordine e pian pianino, sempre più affollata di mezzi a motore. In proposito, la polizia municipale dove sta e cosa fa? Il lungomare con le due aree più importanti, quella intitolata a Carmine Manco (ai piedi della Torre) e quella dell’Ajnella (che si trova nei pressi del ristorante Vigrì), sporche e fatiscenti andrebbero ripulite, bonifi cate e rese de-gnamente praticabili, per non parlare dell’infi nita e invasiva baraccopoli che andrebbe meglio regolata e concentrata nella sola zona prevista, senza ecce-zioni per nessuno. (...)

Alla “Sicculilla” dopo 40 anni rispuntano le ruspe per far posto ad un’area di sosta attrezzata… si fa per dire!Nessuno poteva immaginare che a distanza di cir-ca 40 anni dallo sventramento del promontorio più bello di Scalea, perpetrato dalla mano, ingorda e senza scrupoli, di palazzinari venuti in gran parte dalla Campania, di poter nuovamente vedere, ai piedi dell’edifi cio più mastodontico e invasivo del-la Baja del Carpino, “icona” dell’intero villaggio e in stridente contrasto con la bellezza paesaggistica e naturalistica dell’intera area, una ruspa sbancare un terrapieno roccioso, adiacente la spiaggia della “succulilla”, per far posto ad un volgarissimo lido. Se proprio se ne avvertiva l’esigenza, si poteva co-struire, però, sulla spiaggia, un’area ristoro d’uso corrente e dare, ugualmente, un soddisfacente ser-vizio ai potenziali fruitori (...)

La lista “preconfezionata” non ha dato i frutti sperati!La lista, ispirata da Mario Russo, sindaco nel de-cennio 2000-2010, che conquistò il comune di Sca-lea nel 2010, non ha dato in questi tre anni i frutti sperati. La coalizione, capeggiata da Pasquale Basile, che doveva essere una continuazione politico-ammini-strativa, infatti non ha mandato alcun segnale po-sitivo. (...)

Un caso limite che non ha egualiCi troviamo di fronte ad un caso limite che non ha eguali… e i cittadini di Scalea, oltre alla speranza, stanno perdendo anche la pazienza!Se noi della stampa segnaliamo e denunciamo inin-terrottamente questo stato di cose, certamente non

Ripartono i lavori del Palazzo dei Principil’Amministrazione comunale di Scalea è lieta di annunciare la fi rma della nuova convenzione che consentirà di far ripartire rapidamente i lavori di restauro del Palazzo dei Principi di Scalea.«Per certi versi è la fi ne di un incubo, dice Basile. Sapere che il cantiere riprenderà la sua attività rapidamente e che l’azienda non subirà ulteriori danni, è pur sempre un enorme sollievo». (...)N.d.R. Il responsabile della ditta De Filippo, da noi sentito telefonicamente, ci ha dichiarato di essere pronto a riprendere i lavori, sospesi per mancanza di fondi il 9 agosto del 2011, nonostante non abbia ricevuto, al momento, nemmeno un centesimo dei circa 300mila euro che avanza. q

lo facciamo per disfattismo o per partito preso, ma solo perché è anche nostro interesse che Scalea tor-ni ad essere un giardino fi orito e non assomigli a un boschetto invaso da rovi, spine e “pulicari”, con montagne di spazzatura maleodoranti e malsane.Piano traffi co e spazzatura: una delusione grande per Scalea! (...)(...) Basile, in tre anni, con la sua maggioranza, ha stra-volto, per esempio e senza logica, il piano traffi co: basta andare nei pressi dell’isola pedonale (lato sud) di piazza Caloprese per ammirare questo “capolavoro”. (…)

«Il più moderno complesso indu-striale d’Europa sarà inaugurato sabato prossimo a Praia a Mare»: così la stampa, all’epoca, qua-lifi cò l’evento dell’apertura e

dell’inizio della lavorazione del “Lanifi cio di Maratea S.p.A. Stabilimento R.2. Praia a Mare” che avviò la produzione nel 1957, operai e impiegati addetti circa 700 unità. Il giorno della inaugurazione del complesso tes-sile praiese intervennero i ministri Campilli, Gava, Colombo, Cassiani e Zotta, insieme al sottosegretario Marotta e all’alto Commissario Romani. Nella rara foto che il Diogene volen-tieri ospita, a ricordo, si riconosce, con l’on.le avv. Gennaro Cassiani, “gloria” calabrese, un “giovanissimo” Emilio Colombo, “gloria” lucana, che da poco ha concluso la sua terrena esistenza, il quale, dopo essere stato, nelle due camere, presente dal 1948 ininterrottamente e anche presidente del consiglio e senatore a vita, già all’epoca, occupava posti di grande responsabilità nel governo nazionale per con-to della Democrazia Cristiana. Colombo, ne-gli anni ’60, pose anche la prima pietra del-lo stabile della Camiceria (I.C.M.) di Scalea (ora Interspar). (B.M.)

I testi integrali sono consultabili su richiesta:[email protected]

“Il Sindaco che avrebbe potuto…”!(...) Se dovesse utilizzare un metro di merito, dove collocherebbe Basile tra i sindaci che hanno amministrato Scalea negli ultimi anni?All’ultimo posto: il peggiore nella storia dei sindaci locali. All’inizio, si diceva che sarebbe stata la ma-rionetta di Mario Russo, ma così non è stato e non perché sia riuscito ad essere un “libero pensatore” e ad imporre un suo operato, ma perché, purtroppo, è andato in mano a persone… non proprio per bene. Anche lui non è una brava persona, al contrario di ciò che si diceva in giro. Basta questo per giustifi -care la risposta. La prossima lista, almeno quella di cui io farò parte, userà come PRIMO elemento ca-ratterizzante quello di essere composta da persone per bene. Poi si guarderà alla capacità e all’espe-rienza. (...)

L’inganno delle seconde caseCaro sindaco Basile fai bene a vedere di scovare quanti non residenti (logicamente tra questi potreb-bero annidarsi anche residenti di fascia alta, le fa-sce meno abbienti non affl iggiamole ulteriormente con persecuzioni assurde e ridicole) proprietari di una o più case non pagano i tributi comunali (tante abitazioni non risultano nemmeno al catasto) però, inventati qualcosa per rilanciare il turismo e, princi-palmente, non lasciare questo sito languire in queste condizioni: altrimenti, Scalea si svaluterà ogni gior-

no sempre di più e nessuno investirà un centesimo su un mattone!(A proposito di IMU, per l’anno 2012, i proprie-tari di seconde case dovranno pagare il 10,6 per mille su i loro immobili… vuol dire che aumente-ranno i cartelli VENDESI).Ridiamole il fascino di un tempo, sensibilizziamo tutti a dare una mano perché ciò accada al più pre-sto, ripuliamola e diamole lustro facendola diventare un ordinato e stupendo giardino appetibile anche nel cosiddetto periodo morto, migliorando e incremen-tando anche il turismo religioso, così in voga oggi.“Rivestiamo Scalea a nuovo”, attiriamo più nume-rosi visitatori, investiamo in bellezza e modernità, rivoltiamo e trasformiamo questa nostra cittadina in modo che se ne ritorni a parlare, ma non per il mare sporco, la spazzatura e le strade a colabrodo, ma per il cambio radicale di trend, buttando il vecchio e il brutto e ridando dignità e lustro alla nostra antica città. A Scalea, è ormai storia recente, si è dato vita e potere ad una classe politica e dirigente fotocopia sbiadita, nel tempo, della precedente. (...)

Tre anni di amministrazione all’insegna dell’austerity non hanno dato fruttiSembra ieri, eppure sono trascorsi quasi tre anni (fi ne marzo 2010) da quando si insediò al Comune di Scalea l’Amministrazione comunale Basile eletta a maggioranza relativa. Un periodo esaustivo, que-sto, per informare i cittadini sulla gestione comunale e la realizzazione di opere e progetti programmati. Riteniamo di proporre, quindi, al sindaco Basile di tenere una seduta aperta del Consiglio comunale, idonea sede istituzionale, dove si può affrontare e discutere il rendiconto dell’attività amministrativa in un clima sereno e democratico. (...)

Al mio SindacoTu d’u Carmini o Maria / Si ‘a Patrona d’a Scalìa /nu miracul(i) n’haia fa / a Pascal(i) n’haji caccià!!!

Torre di Giuda aspetta ancora di essere li-berataLa Torre rubata” era il titolo di un articolo con il qua-le un anno fa ho cercato di esprimere il mio sdegno di cittadino e di scaleota per un’assurda e vergogno-sa vicenda che ha portato alla sottrazione di un bene storico-culturale dell’intera cittadinanza, nell’assoluta indifferenza o peggio nella sostanziale complicità del-le istituzioni ed in particolare dell’Amministrazione comunale. Si tratta della cosiddetta Torre di Giuda che ogni buon scaleota conosce.(…) D’altra parte, anche se non si volesse comunque procedere all’esecuzione dell’ordinanza di abbattimen-to, si può sempre ricorrere all’istituto dell’esproprio con poche decine di metri della stradina condominiale e la Torre di Giuda (e la centrale elettrica dell’ENEL) sarebbe restituita alla comunità. In tutti e due i casi, abbattimento o esproprio, il Comune potrebbe non spendere neanche un euro: nel primo caso ci sono privati disposti ad anticipare le spese e nel secondo il Comune potrebbe condizionare l’effettivo esborso all’avvenuta dimostrazione con sentenza passata in giudicato del titolo di proprietà.Ed allora come mai i nostri Amministratori non rie-scono ad affrontare con un minimo di decisionismo la vicenda nel rispetto del principio di legalità? (…) “Absit iniuria verbis”, ma confi do che un Giudice a Paola possa prima o poi far luce sui misteri scaleoti.

GENNAIO • FEBBRAIO 2012

GENNAIO • FEBBRAIO 2013

MARZO • APRILE 2013

MAGGIO • GIUGNO 2013

Alcuni “assaggi” tratti dal Diogene (giugno-luglio 2010 - 11 luglio 2013)

SETTEMBRE • OTTOBRE 2012

PRIMO PIANO

QUANTA NOSTALGIA PER QUEL SUD!

Page 11: Diogene lug ago 2013

11Luglio • Agosto 2013

Dal momento che si perpetra senza tregua l’ignobile violenza al Territorio di Scalea, mi unisco alla Redazione di Diogene nell’esecra-zione del continuo scempio al paesaggio urba-no. Mentre nella gran parte delle nazioni civili si sta attuando una tutela sempre più consapevole del territorio e della natura, concepita come do-verosa e fruttuosa politica per le presenti e le fu-ture generazioni, per ciò che riguarda Scalea la voce dei più lungimiranti cittadini sembra “vox clamantis in deserto”, dal momento che né le autorità competenti, né la coscienza collettiva attribuiscono alla scomparsa del verde la gravità culturale e sociale che essa comporta. Neanche illustri esempi messi in pratica in luoghi di gran-de concentrazione urbana riescono ad essere di incitamento per una rinascita del concetto che il bene paesaggistico sia una ricchezza insostitu-ibile, oltre che un’opportunità da non lasciarsi sfuggire. Se è lecito paragonare le cose grandi con le piccole, penso, ad esempio, a un proget-to attuato con grande successo alcuni anni fa a Los Angeles, in un’ amplissima zona industriale dismessa e degradata al massimo, in cui è stato realizzato (su ideazione di Lauren Bon, artista della Land Art!) un immenso campo piantato a granoturco dalla forma di un gigantesco “oc-chio”, che ha ridato dignità e bellezza alla città e apportato molteplici benefi ci ai cittadini. È il sogno dell’arte al potere! Ovunque si discute di riconversione e riabilita-zione delle aree abbandonate, di ridonare spa-zio al verde e alla natura oltraggiata, ossigeno all’aria e piacevolezza all’esistenza dei cittadi-ni; molte amministrazioni di città italiane stan-no valorizzando il ruolo di primaria importanza, paesaggistica e turistica, dei parchi urbani; a Scalea, invece, si abbattono impunemente al-beri secolari, a favore di una cementifi cazione priva del necessario decoro urbano e contraria a qualsivoglia senso estetico. E pensare che esiste un disegno di legge del Mi-nistero per i Beni e Le Attività Culturali (Atto Senato n. 3016) che «intende conferire organi-cità alla disciplina penale concernente i reati aventi ad oggetto i beni culturali e paesaggisti-ci…», il quale propone «l’introduzione di auto-nome fi gure di reato e di circostanze aggravanti di reati tutti caratterizzati dall’offesa nei con-fronti dell’interesse della collettività all’inte-grità del patrimonio culturale e paesaggistico». In particolare nel decreto sopracitato è prevista “l’introduzione del delitto di danneggiamento, deturpamento e imbrattamento di beni paesaggi-stici, punibile anche a titolo di colpa e procedi-bile d’uffi cio, in considerazione del preminente interesse pubblico alla prevenzione e repressio-ne di queste condotte di reato”. (B.C.)

I REATI CONTRO IL PAESAGGIO: “UNA QUESTIONE DI STATO”!

DIOGENEGREEN 11Luglio • Agosto 2013

ASSALTO AL “FORTE”

(...) che, comunque, i responsabili abbiano ri-sarcito il grave danno causato al nostro patri-monio naturale».Lo stesso discorso vale per le bellissime tamerici che si trovavano sul belvedere del lungomare Aj-nella, cervelloticamente e impunemente “sgozza-te”, qualche anno fa, ed ancora per la bellissima e sempre verde pianta di alto fusto, svanita nel nulla a giugno scorso, sita nella centralissima via Lau-ro per far posto all’ennesimo ed arido massetto di cemento.Continuando, non possiamo fare a meno di ri-marcare le segnalazioni e le denunce per il ta-glio indiscriminato di nove trentennali alberi di alto fusto, sfregio perpetrato nei giardinetti pubblici di piazza Kennedy, estate del 2010. Cadeau, un regalo ad un privato, a tutto discapi-to della comunità, per far posto ad una enorme pista rialzata in cemento armato, in quell’area, che di parco verde e riposante ha sempre meno l’aspetto, la villetta, infatti, è diventata solo un ricettacolo di giostrine elettriche. Questa assur-da operazione è stata fatta con la puerile scu-sa di un nuovo progetto per meglio sistemare l’area. In verità, bisognava soltanto regolamen-tare i “giochi” presenti, senza toccare il verde e, se si voleva proprio abbattere qualcosa, andava abbattuta l’inutile, ingombrante e fuori norma pista di pattinaggio. Teniamo a sottolineare che, l’ex sindaco Francesco Pezzotti aveva limitato il numero di giostre e gli spazi da occupare privi-legiando il verde pubblico, bene di tutti. Inoltre, aveva obbligato i giostrai ad occuparsi anche di attrazioni come lo scivolo, le giostrine a spin-ta, l’altalena ed altri passatempi che, oltre a non inquinare, fanno tanto bene al fi sico di questi ragazzini, molti dei quali in preallarme obesità. Ed ancora, ad uno di questi gestori aveva fatto demolire un ricovero attrezzi in cemento, pre-miato poi, dalle successive amministrazioni con l’autorizzazione a procedere, culminata con una copiosa ed inguardabile colata di cemento. A fi ne giugno, l’assalto alla sventurata e incontrol-lata piazza Kennedy ha subito l’ennesimo dan-no, pare, “grazie” all’addetto comunale dell’Uf-fi cio Tecnico preposto alla regolamentazione ed al verde di quest’area comunale-demaniale, che ha dato il via libera al conseguente sfregio dei platani, diventati, dall’oggi al domani, giganti-nani per come sono stati brutalmente “potati”, o meglio falciati, per favorire il solito insensibile pretendente privato di turno. Ed il verde? La vi-vibilità? L’ambiente? In tutto ciò, quanto ci ha guadagnato la popolazione tutta? Pensiamo che gli alberi andrebbero trattati con ben altra cura e delicatezza mettendo, al contrario, un freno all’espansione e al dilagare dei giochi sopra-menzionati, che deturpano ed esasperano l’idea del parco con la presenza smoderata di cemen-to, fi li elettrici e mega strutture metalliche per il tempo libero. In ultimo, come più volte se-gnalato attraverso le colonne del nostro giorna-le, resta l’interrogativo riguardante la scultura del prof. Fumasi: “Scalea in espansione” che si trovava a piazza Caloprese, di cui, come volati-

lizzata, si sono da tempo perse le tracce. Come più volte scritto e ripetuto, una volta recuperata, sarebbe opportuno sistemarla in un’altra piaz-za di Scalea, priva di un simbolo-scultura, o all’interno della biblioteca comunale o all’en-trata del municipio di via Plinio il Vecchio. Basile ormai da più di tre anni andava ripeten-do, pateticamente, di non possedere un soldo e di aver trovato le casse comunali completa-mente prosciugate. Sentendo questa litania non possiamo fare altro che pensare: “Ma si veste da fesso …o lo è davvero?”. Ma da quando in qua… per fare danni alla cosa pubblica servono soldi? A volte, per fare bella la città, basterebbero solo idee e amore verso il patrimonio pubblico che andrebbe tutelato, salvaguardato e, al massimo, migliorato come fanno in altri posti d’Italia e del mondo con gli operai dell’Ente o, come avveniva fi no a qual-che tempo fa, con quelli del Consorzio di Boni-fi ca del Lao (vedi San Nicola Arcella diventato un giardino fi orito e splendido da prendere in esempio con grande considerazione). Ma for-se Scalea… per gli amministratori comunali che hanno “governato” fi no alla data indelebile dell’11 luglio 2013, non faceva parte dell’Italia e del mondo… Trovandoci al cospetto di una situazione, assurda e paradossale, facendo le dovute proporzioni pensiamo ad una sorte di… Papuasia post moderna e civile.Ma almeno in quei posti, tanto lontani da noi per distanza e cultura, forse esistono altri danni… ma non sicuramente: connessione tra politica e malaffare come nel martoriato sud Italia. q

...dalla primadi Bruna Condoleo

Direttore responsabile, Giovanni CelicoDirettore editoriale, Nando Manco

Impaginazione, Studio Grafico / La Poligrafica srl - Scalea (Cs)Segr. di redazione, Maria Cirimele - Biagio Moliterni

Foto, Archivio Diogene - Renato Giordanelli - Daniele Arieta - Foto TimeRegistrazione Tribunale di Paola n° 55 del 21/07/90 Mutamenti annotati il 24/02/97Il presente numero viene chiuso in tipografia alle ore 23,30 del 28/07/2013

Serramenti in Alluminio e a taglio termico

ASSISTENZA POST-VENDITA GRATIS NON OLTRE I 25 KM

Page 12: Diogene lug ago 2013

12Luglio • Agosto 2013

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,quello che sta accadendo in questi giorni a Scalea certamente ha generato nel cuore di molti una sen-sazione di sconforto che esige da parte dei Parroci una parola di incoraggiamento alla speranza e di conversione sincera ai valori cristiani della convi-venza sociale, nel pieno rispetto della legalità, delle istituzioni e di tutti coloro, in particolare delle forze dell’ordine, che con sacrifi cio e dedizione rendono la vita nella nostra città più vivibile e aperta alla spe-ranza del futuro. Ci troviamo coinvolti in una di quelle situazioni che chiede una rifl essione e nello stesso tempo un supplemento di speranza anche perché riguarda non solo il mondo istituzionale democraticamente eletto dai cittadini, ma anche tanta parte di professionisti e imprenditori che da decenni operano nel territorio con tutte le diffi coltà che questo impegno compor-ta. Non dobbiamo dimenticarci che stiamo parlan-do di persone, con le quali condividiamo il nostro impegno, il nostro svago e in alcuni casi, quando è possibile anche il lavoro. Di più, stiamo parlando di persone con le quali condividiamo anche la fede e la speranza della salvezza eterna che Gesù ci ha donato. È opportuno comprendere che Scalea è una cittadina di oltre diecimila abitanti che però fa fatica già da tempo a cercare la sua anima, la sua identità. Ha cer-tamente smarrito da tempo, per la gran parte dei suoi abitanti, il senso di appartenenza alla comunità dei cristiani, non tanto nella comprensione della mente e del cuore ma nella vita pratica. Questa realtà che continua a chiamarsi Scalea in realtà è diventata un mondo composito e complesso che è ancora tutto da amalgamare in consesso di socializzazione. Cer-tamente non è un problema che si è sviluppato in tempi brevi tali da poter essere addebitato a questo o quel singolo cittadino.Sono decenni che la nostra cittadina vive un fl usso migratorio incessante, al quale non ha corrisposto lo sforzo di amalgama, che ogni amministrazione e anche l’azione pastorale della Chiesa devono pro-grammare. Siamo convinti che solo mediante un la-

voro comune, orientato a valorizzare tutte le risorse educative, si può sperare di costruire la vita sociale nella quale persone diverse per cultura, tradizioni, lingua e anche religioni, possano sentirsi totalmente integrate, accolte e rispettate nella loro dignità. Il Signore ci insegna ad: “Amare il prossimo come se stessi. Questa parola trova sicuramente eco nell’animo di chi si impegna nella vita politica. Essa pone oggi a ciascuno, una questione centra-le: in che modo, nel delicato e impegnativo servizio allo Stato e ai cittadini, si può dare adempimento a questo comandamento? La risposta è chiara: viven-do l´impegno politico come un servizio. Prospettiva luminosa quanto esigente! Essa non può, infatti, ridursi a una riaffermazione generica di principio alla dichiarazione di buone intenzioni. Il servizio politico passa attraverso un preciso e quotidiano impegno, che esige una grande competenza nello svolgimento del proprio dovere e una moralità a tutta prova nella gestione disinteressata e traspa-rente del potere. D´altra parte, la coerenza perso-nale del politico ha bisogno di esprimersi anche in una corretta concezione della vita sociale e politica che egli è chiamato a servire. Tocca a voi, carissi-mi Fratelli e Sorelle impegnati in politica, farvene interpreti convinti e operosi. Non può giustifi carsi un pragmatismo che, anche rispetto ai valori essen-ziali e fondanti della vita sociale, riduca la politica a pura mediazione degli interessi o, ancor peggio, a una questione di demagogia o di calcoli elettorali.” (Dal Messaggio di Benedetto XVI al Parlamento Italiano, 2010).Sappiamo bene che ogni atteggiamento di derespon-sabilizzazione e di delega della cosa pubblica ad al-tri, necessariamente corre il rischio di generare una devianza dai valori che fanno dell’impegno politico la più alta delle vocazioni. Che fi ne hanno fatto i valori cristiani sull’impegno sociale nella nostra città? E’ questa la vera domanda sulla quale inco-raggiamo a rifl ettere, anche perché è quella che più immediatamente ci appartiene come vocazione, ma è anche quella che esige un più coerente impegno missionario.

Una diffusa illegalità accompagna la vita anche nel-le persone più semplici e laboriose, per molti fratelli e sorelle sembra che la non osservanza della legge sia il nuovo messaggio di salvezza da proporre e so-prattutto da incarnare anche quando con le parole si dice il contrario. La mafi osità è una parola oggi onnicomprensiva, che va estesa a tutti gli atteggia-menti che non mettono al centro il rispetto dell’al-tro. Anche quando gratuitamente tendiamo con il nostro parlare ed il nostro agire a distruggere l’altro concorriamo a diffondere questa mentalità, che è un vero cancro per ogni forma di socializzazione orien-tata al bene. Nello spirito di fraternità che il Signore ci ha dona-to, siamo chiamati al rispetto di tutti, fi nché non si è giudicati non si può essere condannati. Scalea non ha bisogno di ulteriori odiosità, ma di un supple-mento di amore, non ha bisogno di criminalizzare le istituzioni ma di maturare un rispetto maggiore per la cosa pubblica che deve generare una più ampia e democratica partecipazione alla costruzione del bene comune. La Vergine del Monte Carmelo che in questi gior-ni si è accompagnata alle nostre pene, donandoci serenità e conforto con la Sua benevolenza mater-na, ci incoraggia a vivere onestamente, ci chiede di relazionarci in una fraternità gratuita, ci dona di condividere con Lei la disponibilità alla preghiera. Abbiamo la certezza che questi valori, testimoniati con atteggiamenti di coerenza cristiana, riapriranno il nostro cuore all’infi nito amore paterno di Dio che ama in modo sempre nuovo chi si converte e ritorna a Lui con cuore sincero e doneranno a tutti serenità e pace. q

Sac. LAURITO Maurizio Franco Parroco Santa Maria d’Episcopio

Sac. BENVENUTO Giacomo Parroco San Nicola in Plateis

Sac. ARAUGIO Cono Parroco San Giuseppe Lavoratore

Sac. NIGER Antonio Rettore della SS. Trinità

LA MADONNA DEL CARMINE CI INCORAGGIA A VIVERE ONESTAMENTE

UN LIBRO DA LEGGERE E BEN CUSTODIRE

NELLA NOSTRA DIOCESI

Unità Pastorale di Scalea

MELCHIORREgommeMELCHIORREgomme Alla presenza di un pubblico nu-meroso ed attento, la sera del 26 luglio 2013 (giorno di Sant’Anna), nella monumentale chiesa di San Nicola in Plateis, è stato presenta-to l’interessante e pregevole volu-me: “Le chiese dell’Alto Tirreno Cosentino”, di Rosanna Droghini,

Editore Salviati - Milano, 144 pagine corredate da foto a colori. Il merito della pubblicazione, come ormai spesso accade nel nostro comprensorio, va allo scaleota Osvaldo Cardillo, sempre attento e pronto a dare spazio a scritti che possono arricchire il ventaglio della cultura locale.Il libro si sofferma, particolarmente, sulle stupende chiese dell’Alto Tirreno, in un viaggio che spazia da Tortora a Diamante.Quest’ultima fatica editoriale di Osvaldo Cardillo, che ringraziamo per le belle parole pronunciate a favore del nostro fondatore Mario Manco, è sicu-ramente un libro da custodire, da parte di ognuno nella libreria di casa, e da sfogliare, di tanto in tan-to, per rinfrescare la memoria storica, a proposito di queste importanti chiese che, come in passato, ancora di più oggi, a causa della dirompente e irre-frenabile materialità che avvolge il mondo, con il conseguente calo di importanti valori, in ogni abi-tazione, senza distinzione di ceto e classe sociale, assumono un ruolo determinante nell’ ambito della centralità familiare.

Nella monumentale chie-sa della SS. Annunziata di Maratea, giovedì 11 luglio 2013, si sono uniti in matrimonio Egidio Lorito e Maria Petroni.

Dopo le foto di rito, in serata, ci siamo diretti in corteo con gli sposi raggianti di gioia al “Pianeta di Maratea” per festeggiare e cantare, tra una por-tata e l’altra, fi no a notte tarda. Logicamente, co-noscendo bene Egidio, non potevano mancare tan-te fantastiche e magiche sorprese… Dopo il taglio dell’appariscente e grande torta, tanti brindisi e rinnovati sinceri auguri da parte di tutti presenti.Ad Egidio, nostro valido collaboratore della pri-ma ora, e a Maria vanno gli auguri più sentiti da parte del Direttore e della Redazione del Diogene.

Giorno 11 marzo 2013, in Lagonegro (Pz), per la gioia di mamma e papà, è venuto alla luce il picco-lo Antonio, primogenito di Giuseppe D’Esposito e di Sabrina Bernardo. Ai genitori, ai nonni tutti, in particolar modo a Tonino D’Esposito, nostro grande amico e socio, vanno gli auguri più sinceri della Redazione del Diogene.

NoiNOZZE

FIOCCO AZZURRO

Page 13: Diogene lug ago 2013

13Luglio • Agosto 2013

LEGGETE E DIFFONDETE

NELLA NOSTRA CITTÁ

L’artista comasco d’adozione Michele Criscuolo che, dopo essere andato in pen-sione con i gradi di tenente colonnello, si è completamente de-dicato alla sua origina-lissima pittura definita

dal famoso critico d’arte Vittorio Sgarbi: “Teatri di pittura”, nei giorni scorsi, ha omaggiato di una sua pregevolissima opera raffigurante la stu-penda chiesa di Costantinopoli di Papasidero, il nostro direttore Nando Manco, per l’impegno co-stante profuso verso l’informazione e la sensibilità dimostrata verso l’arte.I capolavori di Criscuolo sono stati definiti dalla critica pezzi unici e “opere parlanti” per le emo-zioni e le sensazioni che destano anche verso l’os-servatore più distratto. Michele Criscuolo che da oltre 32 anni fa vacanze a Scalea dove ha com-prato casa, mostre e lavoro permettendo, appena può “scappa” da Senna Comasca, dove vive stabil-mente con la moglie Maria Grazia, per rifugiarsi in quella che definisce la sua seconda patria di ado-zione: Scalea. Nelle sue opere infatti, ritrae spes-so oltre alle zone native della costiera amalfitana, quelle lariane dove dimora prevalentemente e da un po’ di tempo, con una certa costanza, quelle di Scalea, ridente città della quale è letteralmente in-namorato. q

Le famose cupole bian-che si infiammano nel cuore della notte di Sca-lea. Atmosfera magica e orientale, musica, luci e i migliori dj italiani. Una delle discoteche

più in e più ricercate del meridione alza il sipario e dà inizio alla stagione 2013. La consolle dell’Aca-die Club si è riaccesa con una proposta a dir poco scoppiettante: guest star per il big opening party, direttamente da Radio Dee Jay, Albertino. Tanto impegno e tanta volontà da parte dello staff e dei ra-gazzi dell’Unconditional Staff-Scalea che credono ancora nella disco scaleota, dove il divertimento e l’adrenalina la facevano da padroni, dove una volta aspettare l’alba era un rito da non perdere. Tempi che sembrano così lontani. Quei tempi in cui l’Aca-die era stracolma di giovani che amano ballare sen-tendo il fascino irresistibile del mix notte-musica. Sono anni ormai che le cupole arabeggianti non riscuotono più il successo di una volta. L’Acadie non riesce a rialzarsi ed ad uscire da quel vortice di crisi entro il quale è stato inghiottito. E ancora una volta i risultati parlano chiaro: per l’imponente serata inaugurale la risposta sarebbe dovuta essere diversa. Sicuramente il locale “ballava” come non succedeva da anni ma la risposta dei numeri del pubblico dei tempi d’oro è ancora lontana. q (F.B.)

UN ALTRO PRESTIGIOSO RICONOSCIMENTO PER IL NOSTRO DIRETTORE

ACADIE CLUB BALLA MA NON RIESCE A RIALZARSI

Una persona gentile e premurosaGiorno 4 luglio 2013, amo-revolmente assistito dai suoi cari, si è spento all’età di 88 anni, il nostro amico di famiglia e socio sostenitore della prima ora, Fulvio Pez-zotti, nella foto con l’amata figlia Piera. Persona buona e stimata, ha lasciato un gran vuoto verso coloro i quali

hanno avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo. Im-piegato statale, ha concluso la sua carriera a Scalea in via Lauro intorno al 1980, presso l’azienda sani-taria provinciale. Sempre attento alla vita politica e sociale della sua città, appena possibile, dalla vicina Rende dove abitava con la famiglia, correva a Scalea per salutare i tanti affettuosi amici di vecchia data. Anche se soffriva già da tempo, nessuno poteva im-maginare di non vederlo più, come avveniva ad ogni inizio dell’estate, in compagnia della premurosa e gentilissima consorte signora Olga Siciliani, seduto all’imbrunire sulle panchine di via Michele Bianchi.Alla famiglia tutta e, in particolar modo, alla mo-glie, alle figlie ed al fratello Franco Pezzotti (già sindaco di Scalea) vanno le più sentite e vive con-doglianze e tutto l’affetto da parte del Direttore e della Redazione del Diogene. q (N.M.)

*****Ricordo di un amicoDionigi Guaragna, terzogenito di Alfonso e Iole Giugni, nato a Praia a Mare il 13.4.1938, i fratelli sono Ga-etana, Antonio e Mariuccio, marito di Dalia De Paola, una “fumarulara doc”, dal dicembre 1964, padre di Al-

fonso, Iole e Maurizio, ha lasciato… questo mon-do, nella primavera di quest’anno, insieme a tanti ricordi e ad una “parte” della cronaca locale.Negli anni del “boom”, tra il 1960 ed il 1970, Dio-nigi “rappresentò” in zona la FIAT e molte delle autovetture torinesi che in quei lustri percorse-ro le “strade cittadine”, oltre che ovviamente la super-strada Praia-Scalea, provenivano appunto dalle sue “vendite”: Castrovillari con l’Autosole dei Formica (attuali proprietari del Santa Cate-rina Village di Scalea) era all’epoca “punto” di raccordo e di smercio.Le “serate” estive, trascorse sulla terrazza dell’Hotel Germania, allora solo un “piano ter-ra”, con un gruppo di “giovani rampanti” locali, Valdemiro, Italo, Ciccillo, Ciccio, Badoglio, ecc., del posto, sono rimaste… nei ricordi di molti.La vita, poi, “prese il sopravvento”: alcuni del gruppo “emigrarono” al nord, altri si dispersero nel comprensorio, impegni di lavoro o interve-nuti vincoli di famiglia, pochi, infine, varcarono addirittura le frontiere italiane. Quando la crisi delle quattro ruote incominciò a farsi sentire, con un tempismo degno di lode, Dionigi “si inventò” commerciante: aprì “un ne-gozio” di generi alimentari sul lungomare praiese (non l’attuale… ma quello degli anni ’70) e gestì la rivendita, con l’adorata e paziente moglie, per lunghi anni.Problemi ne minarono, nella terza ed ultima parte della esistenza, con la salute anche, un poco, il “carattere”: divenne “scontroso”, “chiuso”, quasi irascibile, lui che era stato un “compagno” ama-bile e disponibile verso tutti.Adesso “guida” sui sentieri dell’eternità probabil-mente una Fiat, la quattro-ruote che ha amato più di tutte e, con lo sguardo verso la propria compa-gna, guarda anche ai figli e agli amici che di lui conservano un “ricordo” comunque prezioso. sinceri saluti e la sua voce roca e, soprattutto,

la sua grande e signorile discrezione. Pur cono-scendo tutti, “Biasin(i)”, come lo chiamavano gli amici, nel corso della sua vita, in particolar modo negli ultimi anni, ha preferito vivere in di-sparte, in una specie di anonimato voluto lontano dai “rumori”, dalle chiacchiere di paese e dalle polemiche rispettando, però, il pensiero e le idee di tutti. Il suo ricordo resterà vivo verso coloro i quali hanno avuto modo di apprezzarne le sue grandi qualità morali e la sua infinita educazione. Alla famiglia giungano le più sentite condoglian-ze di vero cuore da parte della Redazione e del Direttore del nostro giornale. q (G.C.)

*****Agostino Fortunato ha concluso il suo viaggio terreno!

Dopo breve malattia, confortato dal-la vicinanza dei suoi cari, Agostino Fortunato, di anni 83, praiese d’ori-gine, avvocato, ha concluso il suo viaggio terreno, lasciando un vuoto,

oltre che nella cerchia dei suoi cari, in quanti lo hanno conosciuto ed hanno avuto modo di ap-prezzarne le doti umane e professionali.Soprannominato, da una sua zia che era stata in Sud America, “Cichetto”, “ciquito”, era noto proprio con questo “nomignolo”: sposato con Giovanna De Luna, padre di Giuseppe, Pasquale e Fabiola, è stato, tra gli anni ’50 e ’60 dell’al-tro secolo, segretario di zona della Democrazia Cristiana, vice-sindaco nei primi anni ’60, consi-gliere comunale in diverse legislature, e, soprat-tutto, dalla fine degli anni ’60, sub-commissario, commissario ed infine presidente del Consorzio di Bonifica “Valle Lao” con sede a Scalea.Aveva iniziato la sua carriera professionale, nelle aule di giustizia della zona, prima con l’avv. Lu-cio Cappelli e poi con l’avv. Francesco Giugni, facendosi apprezzare per la sua caparbietà e per la sua tenacia: seguiva con particolare attenzione ogni “passaggio”, di qualsiasi iter procedurale, in favore dei propri assistiti.Le prime, significative “battaglie” politico-sinda-cali che si richiamano alla memoria e che segna-rono un’epoca: da democristiano, “fanfaniano” doc, per anni vicino all’ex presidente della Re-gione Calabria Pasquale Perugini, insieme all’al-lora segretario della D.C. locale prof. Giuseppe Serio, tra le altre inizative, si mise alla testa di una significativa protesta, a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, nei confronti della direzione della fab-brica tessile Rivetti, a tutela dei diritti, in verità all’epoca un poco trascurati, dei lavoratori.Vogliamo solo richiamare alla memoria un’an-data a Napoli, nel 1963, per seguire un congres-so della D.C.: ascoltammo, circa 12 ore, con relativo intervallo, l’intervento dell’on.le prof. Aldo Moro, in favore dell’apertura ai socialisti e dell’avvio del centro-sinistra.La D.C., una cui parte consistente era riluttante, alla fine dei lavori, proprio in quella circostanza, votò a maggioranza il documento che dava l’av-vio ai governi con la sinistra moderata del paese che “segnarono” tanta parte della storia d’Italia fino al 1994.Un saluto dunque all’amico avv. Agostino Fortu-nato, con l’augurio che da lassù potrà continua-re a “passeggiare” lungo un viale alberato, così come era solito a Praia, in cerca di positiva ispi-razione. q (G.C.)

*****In chiusura di giornale apprendiamo la triste noti-zia della scomparsa di Raffaele Napolitano, ge-nitore dei nostri amici e collaboratori Pasquale e Giovanni Napolitano. Alla famiglia tutta vanno le più sentite condoglianze del Diogene. q

CONDOGLIANZE

Page 14: Diogene lug ago 2013

14Luglio • Agosto 2013 PAROLA AI LETTORI

ma si possono annidare anche in casa nostra, nella nostra realtà quotidiana.Se prima, quando andavamo fuori regione, per mo-tivi di studio o di lavoro, sottolineavamo sempre il fatto che venivamo dalla parte “nord” della Calabria e che non facevano parte della Nostra cultura deter-minati atteggiamenti e appartenenze tipiche di altre aree geografi che che riempivano le pagine di crona-ca di giornali, in questo momento, dobbiamo regi-strare, purtroppo, di trovarci anche noi, in situazioni non certo edifi canti.Ci rendiamo conto che abbiamo dormito, che abbia-mo demandato la nostra fi ducia ad una classe diri-gente corrotta e collusa che speculava sui bisogni della Nostra città e di noi cittadini. Mai ci saremmo aspettati di vedere scene degne delle più brillanti operazioni antimafi a da parte delle forze dell’ordine nelle nostra, apparente, mite e sonnolenta comunità.Siamo agli onori della cronaca nazionale, non per merito del clima, del mare o dei servizi offerti nel settore turismo, ma per colpa di un nutrito stuolo di politici affaristi e criminali che vedono nella gestione della cosa pubblica il migliore modo per arricchirsi, infi schiandosene del bene dei cittadini, lasciandoci in eredità una macchia sull’onorabilità di noi gente onesta, che però, non siamo stati capaci di accorgerci di quanto stava avvenendo e di un si-mile giro di appalti pilotati, favori demaniali, clien-tele per appalti pubblici… Forse vogliamo credere di non aver visto nulla, di essere stupiti e agghiac-ciati per ciò che è accaduto nei giorni scorsi, ma l’amara realtà è solo che abbiamo fatto fi nta di non vedere, abbiamo fatto fi nta di non sentire, abbiamo girato gli occhi altrove, mentre altri prendevano de-cisioni che riguardavano tutti noi, abbiamo taciuto in maggioranza, ciò che ci stavano facendo perché vigliaccamente abbiamo paura di denunciare, ab-biamo famiglia, conosciamo benissimo chi ci sta intorno e sappiamo tutto di tutti, siamo una piccola realtà, osserviamo ciò che ci circonda e ci rendia-mo conto di improvvise fortune e ricchezze di chi ci governa, ma il massimo che facciamo è parlarne tra di noi, non andiamo oltre alla classica scrollata di spalle, privi di inventiva nei confronti dell’og-getto della conversazione.Alla fi ne ci rendiamo conto che ci hanno tolto tutto, anche perché noi non siamo in grado di reagire, han-no cementifi cato le nostre campagne e noi in silen-zio, hanno inquinato i nostri mari e noi zitti, hanno bruciato rifi uti tossici nella nostra discarica, hanno rubato la nostra dignità, noi ancora in silenzio, vitti-me sì, ma anche complici...

Gianluca Di MartinoTutti zitti, all’infuori del Diogene, che segnala inin-terrottamente e denuncia dal 1996.Possibile che i pazzi a Scalea eravamo solo noi? Possibile che vedevamo il male e le anomalie solo noi? Possibile che noi parlavamo e scrivevamo solo per disfattismo? Possibile che gli occhi nel vede-re la città sprofondare sempre più e chiusa in una morsa li avevamo solo noi? A cosa e a quanto serve svegliarsi solo quando il fattaccio è già accaduto? Speriamo che la popolazione scaleota tutta, non ab-bia avuto un’impennata di orgoglio solo ora e che, passato il terremoto, non ricominci quel sonnolento ed apatico comportamento codardo e spesso oppor-tunistico. La speranza è ultima a morire, però, en-trando in alcuni locali pubblici, mi accorgo che la gente affronta sì certi argomenti, ma a bassissima voce... Ma allora di cosa stiamo parlando? Possi-bile mai che c’è ancora tanta gente che continua ad incoraggiarti a scrivere, aizzandoti contro quello o contro quell’altro, aggiungendo a fi ne discorso «Io non ho detto niente… mi raccomando…!». Bel coraggio. Troppo facile buttare la pietra e na-scondere la mano. q

Alle forze dell’ordine e alla magistratura che hanno sgominato la cricca politico-mafi osa che opprimeva come una cappa Scalea, va il nostro ringraziamen-to, sia per come hanno svolto egregiamente il loro lavoro che per l’impegno e la grande professionalità profusi. La loro azione ha dimostrato che lo Stato c’è e ha ridato fi ducia ai cittadini onesti. Consta-tato ciò, il vero nodo da sciogliere rimane quello politico e sociale. Il primo riguarda il ruolo dei par-titi che hanno governato Scalea con una scellerata alleanza PD e PDL. Il secondo quella parte della società, tipica del meridione che deve abbandonare i comportamenti mafi osi di comparaggio al momen-to del voto, dando consenso elettorale in cambio di favori. Se entrambi non mutano il loro modo di agi-re si ritornerà quanto prima nello stato in cui era caduta la nostra città e a poco sarà servito il lavoro svolto dalla legge. Questi partiti devono recitare il mea culpa su quello che è accaduto. Cacciare chi li ha rappresentati nella maggioranza consiliare, pren-dere posizioni politiche chiare, perché non sono suffi cienti le sfi late dietro la processione a rassicu-rare i cittadini. Questo serve da base per aprire un dibattito molto serrato e per dare speranza ad una ricostruzione democratica futura. Con gli altri amici del SEL, avevamo avvisato il Partito Democratico, fi n dalla fase di elaborazione delle liste elettorali sul rischio che avrebbe comportato quella ibrida alleanza con fi gure già logorate del centrodestra. Questo partito non ha, o non ha voluto, aprire gli occhi neppure quando il Sindaco Basile ha cristal-lizzato gli incarichi ad assessori già chiacchierati da due legislature nei punti nevralgici del potere. Neppure li ha convinti la fossilizzazione di alcuni dirigenti e impiegati, soprattutto nell’uffi cio tecni-co, che con disinvoltura e arroganza, mangiavano quotidianamente pane e tangenti, soprattutto nella gestione degli appalti pubblici e del demanio ma-rittimo. Il PD invece, con la sua rappresentante in consiglio comunale andava sempre più fi era del suo sindaco e degli inediti compagni di viaggio, strin-gendosi in un abbraccio mortale sempre più forte. Un innamoramento politico folle che le ha fatto cambiare radicalmente parere anche sulla realiz-zazione del porto, una infrastruttura su cui erano puntati gli appetiti della delinquenza organizzata. Ai dirigenti più alti di questo partito, che ben cono-scono la realtà dell’Alto Tirreno, muoviamo la criti-ca di non avere ostacolato in tempo questo intreccio politico mafi oso che si era venuto a creare a Scalea. Non era la fi ne che meritava un partito che viene da lontano che professava la diversità, che, non solo a Scalea, ha storicamente, speso una vita di lotta con-tro il malaffare, ed ora si vede umiliato, infangato ed omologato agli altri.

Antonio Forestieri Comitato Politico Provinciale SEL, già candidato al Parlamento

Per dirla tutta, le persone logorate sono sempre state rintanate ovunque, anche nel PD. E poi, nel 2000, una analoga situazione si verifi cò anche nella lista capeggiata da Mario Russo, però, a differenza di quella presentata nel 2010, non apparivano punti oscuri. A livello comunale, ma purtroppo non solo, spesso e volentieri, si presentano liste civiche con candidati di varia estrazione politica. Ma poi di che cosa ci meravigliamo? Vogliamo parlare del gover-no Letta? Meglio di no! Però, al di là di ogni possi-bile e causale riferimento, per essere credibili fi no in fondo, non si dovrebbe mai cadere in personali-smi e vecchie ruggini, in particolar modo, quando si parla di politica. Vero è che l’opposizione è utile quanto la maggioranza, e se certi equilibri vengono a mancare in favore di strane e grottesche alleanze, c’è da chiedersi se la motivazione risieda davvero nel bene del Paese, piuttosto che di una città come Scalea, o non sia una squallida maschera per te-nersi la poltrona o, peggio, per moltiplicare i soliti inciuci. q

“Le mani sulla città” Abbraccio mortale

DALLA PARTE DEL DANNEGGIATORubrica a cura del dott. Paolo Tenuta

(Studio Legale Tenuta e Manco)Email: [email protected]

Navigando con il mio gommone, ho urtato una piccola barca a vela che procedeva dalla mia sinistra. La responsabilità va attribuita alla mia imbarcazione?La regola principale è quella di dare la pre-cedenza alle imbarcazioni che provengono da destra.Tra una barca a vela e una a motore, che na-vigano in rotta di collisione, è, però, la barca a motore che deve dare sempre la precedenza, sia che la barca a vela arrivi da destra sia che arrivi da sinistra. Chi ha il dovere di dare la precedenza deve fare una manovra tempestiva ed evidente, senza aspettare l’ultimo momento. Chi ha il “diritto” di precedenza deve navigare per la sua rotta senza mutarla, per non ingan-nare l’altra imbarcazione; se poi quest’ultima non manovra a tempo debito, dovrà comunque fare di tutto per evitare la collisione.Esistono altre particolari regole di preceden-za: all’imbocco dei porti, dove chi entra deve lasciare acqua a chi esce; sui fi umi, dove chi naviga contro corrente deve manovrare per evi-tare l’abbordo con chi è in favore di corrente; per le imbarcazioni con diffi coltà di manovra (es: pescherecci, rimorchiatori, posacavi) che in generale hanno il diritto di precedenza.Particolare importanza, per il rispetto delle pre-cedenze in navigazione notturna, è il sistema di fanali che permette l’individuazione ed infor-mano della direzione di avanzamento. Una luce verde posizionata sul lato destro e una rossa sul lato sinistro. Quando si vede la luce verde si ha diritto di precedenza; quando si vede quella ros-sa bisogna far passare l’imbarcazione. Nel caso si vedano entrambe le luci, signifi ca che la bar-ca starà navigando verso la nostra posizione. q

L’agenda Legale

Certo che può farlo!!!La Cassazione civile, sez. I, sentenza 12.12.2003 n° 19042 ha deciso proprio in tal senso!!! Ha precisato, infatti, che il lavoro del coniuge, ancorchè in nero, costituisce un elemento della capacità lavorativa e quindi della capacità di gua-dagno della stessa. Nel caso di specie i giudici di Piazza Cavour hanno confermato la sentenza dei giudici di merito ritenendo legittima la riduzione dell’assegno a carico di un professore universi-tario di Roma a favore della ex moglie che lavo-rava in nero presso un negozio di abbigliamento. Per poter presentare ed ottenere la soppressione o quantomeno la riduzione dovrà dimostrare l’atti-vità lavorativa della sua consorte. Potrà farlo con testimoni od altro. q

Corrispondo a mia moglie, quale assegno di mantenimento, la somma di euro 500. Da qualche mese, la stessa lavora come segretaria presso uno studio, ma in nero. Potrei chiedere la riduzione o addirittura la soppressione del rateo?

L’AVV. ANNA MANCO RISPONDEmatrimonialista e specializzata

in diritto di famiglia

(...dalla prima)

Page 15: Diogene lug ago 2013

15Luglio • Agosto 2013 PAROLA AI LETTORI

Scalea non può essere, e non sarà mai, un Paese mafioso. Il 12 luglio 2013 sarà ricordata come la data più triste e sconvolgente della storia di Scalea. Da questa data in poi la Città rischia di essere soffocata (per chissà quanto tempo) da un marchio vergognoso: il marchio di essere un Paese mafioso il cui Consiglio Comunale è stato sciolto per mafia. Io ero Consigliere Comuna-le di quel Consiglio sciolto, e sento il dovere civico di intervenire pubblicamente per iniziare un processo catartico finalizzato a cancellare l’onta di ‘Paese’ eti-chettato come ‘mafioso’ che, altrimenti, ci porteremo dietro come un fardello cosi pesante che (ci) impedirà di crescere, di fare turismo e di vivere normalmente.Per iniziare questo processo catartico è necessario ca-pire cosa realmente è successo ed evitare di ripetere gli stessi errori in futuro. Perché se è vero che il ‘no-stro’ 12 luglio scaleoto equivale un po’ all’11 settem-bre che il mondo tristemente commemora, è altret-tanto vero che abbiamo le possibilità concrete e reali di risorgere dalle vergognose ceneri in breve tempo, purchè le forze sane, oneste, capaci e produttive del Paese collaborino tra loro avendo capito, preliminar-mente ad ogni dialogo, cosa è successo. Iniziamo col dire che pochi balordi, eletti col consenso popolare, hanno letteralmente consegnato la chiavi del comune e della sua macchina burocratica a pochi malavitosi, ben noti alla Città, riuscendo a gestire ogni risorsa finanziaria dell’ente per favorire persone fisiche o giuridiche a loro vicini. Proprio come un virus pa-togeno, questi criminali si sono infiltrati nel tessuto sano dell’economia e della società scaleota per ‘gen-tile‘ ed interessata concessione dei sopra citati ‘pochi balordi‘, certamente inconsapevoli dell’Alto signifi-cato dello Status di Consigliere Comunale. Tutto ciò ha impedito per anni il normale funzionamento dei meccanismi economici del Paese, impedendo la con-correnza e il mercato e dunque tarpando le ali all’effi-cienza, alla crescita, alla ricchezza di tutti. Chiunque si opponeva a questo sistema, denunciando pubblica-mente e politicamente il degrado a cui si era arrivati, era visto come un nemico da abbattere con qualsiasi mezzo. Spesso illecito! Non mi soffermerò sui guai da me patiti per aver detto nei Consigli Comunali ciò che ho detto in difesa degli interessi pubblici stuprati dai ‘balordi’ e malavitosi. Voglio però puntualizzare che ad un certo punto io ero di fronte ad un bivio: o denunciavo i malavitosi ed i balordi che minacciava-no la mia famiglia, il mio lavoro, la mia casa oppure mi sottomettevo a loro, dimettendomi da Consiglie-re Comunale, ed avrei risolto tutti i miei problemi. È questo il bivio che rappresenta lo spartiacque tra legalità ed illegalità, tra rispetto delle Istituzioni e collusione, tra che si riempie la bocca di questi ter-mini per poi ‘accettare il sistema’ cercando di trarne i benefici o quantomeno di evitare danni. Io ho fatto il mio dovere in favore della Città, in favore di chi ha dovuto subire torti in silenzio o vessazioni assur-de (come ordinanze di demolizione, revoca di licenze già date ecc.) provenienti proprio da quella macchina comunale burocratica malata perché condotta diretta-mente dai malavitosi. Non voglio riconoscimenti né medaglie, perché il mio più grande merito sarà quello di camminare sempre con la schiena diritta davanti a tutti, ma nemmeno gelida indifferenza. Equivarreb-be a lasciarmi solo proprio come vorrebbero ’loro’. Trovo infatti stucchevole che, da più parti, in privato, ricevo grandi complimenti e manifestazioni di solida-rietà. Mentre dai partiti e dalle associazioni che guar-dano alla costruzione del prossimo futuro di Scalea non sia venuta nessuna pubblica parola di solidarietà e sostegno alla mia persona, vittima di reati efferati posti in essere per punire la sua attività di Consigliere Comunale. Se ciò dovesse rispondere ad una logica di ’non portare troppa acqua’ al mulino altrui, non avre-mo capito proprio niente e finiremo inghiottiti nella spirale di una polemica politica stupida e sterile, al grido qualunquistico di ‘tutti giovani e tutti nuovi‘. Ma perché chi è finito in galera era forse anziano?

O erano tutti ’vecchi’ della politica? Oggi la prima distinzione deve essere tra gli onesti e i disonesti. L’onestà da oggi in poi dovrà essere considerato un pre-requisito nella competizione elettorale e dovrà essere considerato quale patrimonio condiviso di tutti coloro che verranno scelti da movimenti civici e par-titi a guidare le liste elettorali. Eppoi, come sempre dovrebbe essere, tra gli onesti, ci si dovrà schierare sulle cose concrete e si verrà scelti a seconda della qualità e credibilità delle proposte. E perché no, an-che in base all’esperienza che consente di attuare le proposte stesse. E c’è oggi una grande occasione per vincere la nostra battaglia contro la criminalità diffu-sa, non sprechiamola. Non sminuiamo la gravità di quanto successo, e ripristiniamo urgentemente una cultura della legalità, facendo capire che il rispetto delle regole porta ordine, pace, progresso, sviluppo e ricchezza. PER TUTTI. In questo quadro di speranza per il futuro, che ben vengano manifestazioni anche incisive come può essere una fiaccolata che coinvol-ga le scuole ed i giovanissimi, ma auspico soprattutto un permanente pubblico dibattito, da organizzare nei social network, nelle pubbliche piazze, ovunque ed insieme a tutti i partiti politici ed alle associazioni politiche ed a tutte le forze sane della nostra Città, sui grandi temi della legalità e del vivere civile. Nella certezza che pochi balordi e pochi malavitosi perde-ranno la loro battaglia e non imporranno il loro mar-chio di mafia ad una Città che può, e deve, riscattarsi al più presto.

Mauro Campilongo

Anneo Seneca nelle “Lettere a Lucilio” scriveva che vi è una strutturale identità tra salute fisica e salute mentale. “Mens sana - ha detto - in corpore sano”. La storia della pedagogia è, sotto certi aspetti, la storia della ripresa e dello sviluppo di questo basilare con-cetto. Tanto basilare da fungere addirittura da prin-cipio, e non soltanto pedagogico, ma di qualunque sensata cultura. Eppure, vi è una città della Calabria che sembra ignorarlo. Si tratta di Scalea, i cui ammi-nistratori comunali di turno, sono talmente imbevuti di localismo, o meglio, di personalismo aziendalisti-co, che per un verso ignorano ogni utile rapporto con i non residenti (non sono mai stato ricevuto dall’ex Sindaco Russo) non ricevo, da anni, nonostante rei-terate sollecitazioni una risposta da parte dell’Uf-ficio Tecnico e dal Sig. Amato Antonino (coinvolto e fermato insieme ad altri nella nota e sconvolgente operazione Plinius del 12 luglio 2013 e che, credo ne sia stato il Dirigente fino al giorno prima del suo ar-resto, mentre, per un altro, mostrano poca attenzione per la pulizia del mare, le strade dissestate, il verde deturpato da abbattimenti assurdi di alberi ed i cumuli d’immondizia ai bordi delle strade, specie nel mese di agosto (come accade da un po’ di stagioni), che non invogliano, certamente, il pensiero a decantare le bel-lezze del luogo. Perchè effettivamente il luogo è ame-no, e non soltanto: è ricco di reperti storici (in grande abbandono), a partire dalla Torre di Giuda (imman-cabilmente e colpevolmente tenuta segreta alla pub-blica fruibilità e recintata con un cancello abusivo in danno di terzi), e di tradizione culturale. Io e mia moglie, napoletani, ne siamo innamorati. Ma l’incuria della cattiva amministrazione fa obliare tanta grazia, e riesce a rendere persino repellente ciò che, invece, potrebbe essere altamente attraente. Ma v’è di più. Da anni mi batto legalmente perchè i “potenti” locali siano ricondotti nei limiti nei quali ogni cittadino ita-liano deve mantenersi nei rapporti sociali, ma invano. Ho vinto e stravinto cause, penali e civili, per essere restituito nel pieno diritto di godere della mia casetta, senza che bravacci di manzoniana memoria (che an-cora insistono) me ne impedissero l’ingresso. Ma, là dove la legge e i tribunali mi hanno dato ragione, gli amministratori di un recente passato, hanno trovato il modo di ritardare, la piena attuazione delle sentenze per un tempo così lungo (e che perdura), da renderle sostanzialmente quasi inefficaci. E qui la mente corre a Montesquieu e al suo trattato sullo “Spirito delle leggi”. Che ingenuo, teorizzò che lo Stato moderno si struttura su tre poteri, irriducibilmente distinti tra loro: quello legislativo, quello esecutivo e quello giu-diziario. Eppure, a ben vedere, vi è un quarto potere, più sottile e più vasto degli altri: quello per il quale società più o meno onorate, per meglio dire famiglie che così intensamente prendono parte del luogo da poter dire “è cosa nostra”, infischiandosene delle leg-gi, delle sentenze e di quant’altro. E l’intimidazione è il dialogo che esercitano, con tanto di danneggiamenti delle proprietà altrui.

Avv. Gaetano RagniSperiamo che la mega operazione Plinius condotta egregiamente dalle forze dell’ordine sia da monito per quanti volessero concorrere per un posto al Comune e che si scavi fino in fondo per ristabilire pace e tranquil-lità sull’intero territorio. La politica deve essere intesa come servizio a disposizione della collettività. Un dirit-to non deve diventare un favore e le leggi vanno appli-cate e fatte rispettare da tutti e in modo uguale. q

... Onesti e disonesti! Un luogo ameno gestito in modo vergognoso

Il mio fidanzato è un bel ragazzo e infatti tutte lo guardano e ammirano. Io sono carina ma non certo come lui, così sono sempre ansiosa per paura che possa preferire un’altra più alla sua altezza. Ho bi-sogno di un consiglio.

Laura, 25 anniLa gelosia ha origini profonde nella nostra infan-zia quando, per qualsiasi motivo, non abbiamo potuto sviluppare un’autostima solida. Questo poi si riflette nella nostra vita quotidiana, facendo in-crinare anche i rapporti più belli. Se il suo fidan-zato ha scelto lei, vuol dire che per lui è perfetta così com’è. Cerchi di risalire, piuttosto, ai motivi che non la fanno essere sicura di sé e che la por-tano a confrontarsi con le altre. q

Lui non vuole sposarsi, non vuole figli, non vuole vincoli, eppure mi ama da 10 anni.Io vorrei mettere “radici” con lui, ma temo che con-fessarglielo qualcosa si rompa. Cosa mi consiglia?

Anna, 40 anniChe vantaggio potrebbe avere il suo compagno a sposarla?Se riuscirà a mettersi dal suo punto di vista forse capirà meglio perché fino a oggi non lo ha mai desiderato. Ricordi che le persone cambiano solo quando possono soddisfare meglio i propri biso-gni, non quelli degli altri! qHa risposto alle lettere il dott. Enrico Parpaglione, psicologo e psicoterapeuta

Se lui è troppo bello

Lui non vuole vincoli

Divagazioni sul tema

Page 16: Diogene lug ago 2013

16Luglio • Agosto 2013 NEL CIRCONDARIOBellezze del Pollino: MormannoUN BORGO DA SEMPRE FECONDO, RIPARTE DALLA LENTICCHIA

Dopo il terremoto di magnitudo 5.3 del 26 ottobre 2012, cosa ne sarà della Mormanno di una volta? Le bellezze paesaggistiche di que-sta terra non possono essere messe da parte, c’è un Sud che nasconde meraviglie e segreti che sono tutti

ancora da scoprire e che non possono essere seppelliti dalla paura per il sisma. E c’è un Sud ricco di attività e tradizioni autoctone che non possono essere ingoiate dal brivido per le scosse. C’è una Mormanno che ha, ha avuto e avrà sempre voglia di fare: di portare avanti ciò che fa parte della propria storia, delle proprie ra-dici, perché solo guardando al passato si può vivere il presente e pensare al futuro. La nostra linfa vitale va tutelata e conservata. Aziende storiche hanno portato in alto il nome di Mormanno in Calabria e in tutta Italia, dalla Spagnoli Sud negli anni ottanta al biscot-tifi cio-pastifi cio D’Alessandro con azienda agricola annessa (grande boom negli anni settanta grazie alla gestione del suo fondatore, passato poi in mano ai fi gli che non furono altrettanto capaci di continuare l’iniziativa proposta dal padre), hanno saputo creare una fi liera gastronomica davvero d’eccellenza. E an-cora prima, tra gli anni sessanta e settanta le industrie boschive (tra cui la “Piragino” ancora attiva, passata di generazione in generazione, che tiene alto il nome dell’azienda di famiglia), le cererie e il ginestrifi cio. Veri esempi di dedizione e amore per le risorse e le qualità offerteci dal paesaggio montano del Pollino. Peccato però che poi tutto andò in fumo, e oggi ri-mane poco o niente di tutto ciò, solo qualche rudere che ricorda i tempi ormai andati di una Mormanno industriale viva e vegeta. Ma con questo non si vuole dire che tutto si è fermato. La Mormanno produttiva-industriale continua a vivere, continua a credere in ciò che il territorio offre e nelle grandi possibilità insite in esso che, spesso, non vengono riconosciute, soprattut-to dai giovani. Tanti, troppi «giovani che studiano e hanno studiato fuori pensano che il nostro paese non abbia nulla da offrire, che non ci sia niente da fare, ma devono capire che si sbagliano, a Mormanno c’è tanto da fare, abbiamo tante possibilità, viviamo in un territorio splendido, che ci dà molte opportunità di vivere in modo fl orido». È questo ciò che pensano i produttori mormannesi, forti e tenaci come ora come non mai. Le strutture ricettive, dai ristoranti alle piz-zerie ed osterie, dai b&b agli agriturismi, un cordone che si snoda lungo tutto il paese, è pronto come sem-pre ad ospitare chi ancora non conosce lo splendore dei nostri posti. I tanti e nuovi albergatori e locandieri si affi ancano a chi fa, da sempre, questo mestiere, a chi ha portato avanti l’azienda di famiglia nata negli anni sessanta e chi ha creato il tutto dal nulla, con su-dore e forza di volontà ripagati dagli ottimi risultati raggiungi negli anni. E ancora i salumifi ci, anch’essi di vecchia tradizione, detentori di un’arte culinaria

unica quanto rara, è anche grazie a loro che vive e si porta avanti l’antica usanza del confezionamento dei salami: dalle salsicce alle sopressate, dai capocolli alle pancette, prodotti locali fatti con ingredienti ge-nuini secondo le originarie ricette, quelle dei nostri avi, fortemente legati alla tradizionale “uccisione del maiale”. E dal salato passiamo al dolce, come non nominare l’altrettanto antica tradizione dolciaria del bocconotto di Mormanno. Quella deliziosa pasta frolla e marmellata dalla ricetta tanto ricercata ma al-trettanto tenuta segreta. L’azienda che lo produce a li-vello industriale ha fatto si che tutta la Calabria ed ol-tre potesse assaggiarlo ed innamorarsene, rendendolo quello che oggi è: un dolce assolutamente rinomato. C’è chi poi, da sempre, lo produce artigianalmen-te nella propria pasticceria, punto di riferimento del circondario e dei turisti che chiedono di assaggiarlo. Ma a Mormanno c’è anche chi, con la farina, crea prelibatezze di ogni genere: dal pane alle pizze, dai biscotti alle frese, ai dolci ai taralli. Un’azienda che ha una distribuzione in tutto l’hinterland cosentino. Altri invece hanno deciso di sposare una nuova ini-ziativa preservando e promuovendo un prodotto del territorio che stava andando perduto, la lenticchia. «Il suo ritrovamento è avvenuto quasi per caso», dicono i tecnici dell’ARSSA (Agenzia Regionale per i Servizi di Sviluppo Agricolo della Calabria). Piccole quantità di lenticchia sono state recuperate, presso alcuni agri-coltori che l’avevano conservata per uso proprio. In passato, infatti, ogni famiglia mormannese produceva circa venti chili di lenticchie destinate alla vendita al mercato cittadino e all’autoconsumo. «Il ritrovamento ha stimolato la realizzazione di un progetto mirante alla valorizzazione della lenticchia di Mormanno, passando anche attraverso la presa di coscienza da parte della comunità locale del valore storico - cul-turale di questo prodotto», un progetto, che mira si alla promozione del territorio. “Osteria del Vicolo”, ristorante del posto, che da sempre si occupa di eno-gastronomia e turismo, ha deciso di accogliere, quella che inizialmente sembrava una scommessa incerta, con immenso entusiasmo. Francesco e Vincenzo Ar-mentano, titolare e chef del locale, hanno deciso di appoggiare il progetto proponendo un rilancio gastro-nomico di un ottimo prodotto dal punto di vista delle qualità organolettiche e nutrizionali. Molti sono i clienti che vengono da fuori per gustare il legume e molti i compratori forestieri che si rivolgono direttamente ai produttori, che negli anni hanno deci-so di investire e credere in questo prodotto tipico.Mormanno da sempre è stato un borgo fecondo, dove l’intraprendenza è stata più forte dei brutti eventi. q

ESCURSIONI IN QUADIMMERSI NELLA NATURA TRA AVVENTURA ARTE e CULTURA

...PER I PIÙ PICCOLI CIRCUITO MINIQUADLUNGO I SENTIERI DI CALABRIA E LUCANIA

• SERVIZIO NAVETTA • (GRATIS DA SCALEA) •Sede: Scalea - www.quadhorseranch.it • email: [email protected]

infoPoint Quad: EDILFERRAMENTA CAPOZZA Scalea • Cell 335 6092689 - 389 0295554 - 347 1184978English - Español: 389 1504180 • Française: 348 3235447

SERVIZIO FOTOGRAFICO IN OMAGGIO

di Francesca Bloise GustoPER LA TUAESTATE PICCANTECALABRESE

ULTIM’ORASPORT

MORZELLOPreparazione:Tagliate le trippe a listarelle, sciacquate-le e scolatele. In una casseruola, meglio se di coccio, imbiondite

nell’olio la pancetta e la cipolla, mettete le trippe, fatele asciugare e poi rosolare; versate il vino e lasciatelo evaporare. Salate e aggiungete il con-centrato sciolto in un mestolo di acqua calda, i pe-peroncini e l’origano. Cuocete col coperchio per un’ora abbondante a fuoco moderato.Il morzello si serve nelle “pitte”, panini a crosta morbida, oppure in “pitta”. Invece che con trip-pe miste si può preparare con frattaglie e carne di maiale, oppure con carni di capretto o agnello.Consigli:Il Morzello è un classico piatto calabrese. Que-sta antichissima preparazione di cui non sono chiare le origini si prepara, soprattutto nel ca-tanzarese. Il Morzello indica la quantità di cibo in grado di essere mangiata in un sol boccone. Esistono numerose varianti della ricetta. q

Luigi Carnevale è il nuovo allenatore dell’U.S. Scalea per la Stagione 2013/2014.Carnevale, nonostante la giovane età, ha già un curriculum di tutto rispetto come allenatore dove in quattro anni ha ottenuto numerosi successi.

Vico I° San Francesco 5, Mormanno - Centro Storicotel. 0981 80475cell. 328 1786907 - 339 5844132

Bar • Gelateria • SnackLa sosta rigeneratrice...

in piena tranquillità!Gentilezza, cortesia, professionalità!

C.so Mediterraneo, 425 • Scalea (Cs)Cell. 334 3305500