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Diocesi di Roma Azione Cattolica dell’Istituto “Maria Immacolata” Via Tor de’ Schiavi 150 - Roma ADORAZIONE EUCARISTICA diocesana 24 marzo 2012 Chiesa Maria Immacolata

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Diocesi di Roma

Azione Cattolica dell’Istituto “Maria Immacolata”

Via Tor de’ Schiavi 150 - Roma

ADORAZIONE EUCARISTICA

diocesana 24 marzo 2012

Chiesa Maria Immacolata

Mentre il Vescovo e i concelebranti e i ministri si avviano all’altare l’assemblea canta il

Canto d’inizio: San Damiano Ogni uomo semplice porta in cuore un sogno con amore ed umiltà potrà costruirlo. Se davvero tu saprai vivere umilmente più felice tu sarai anche senza niente. Se vorrai ogni giorno con il tuo sudore una pietra dopo l’altra in alto arriverai. Nella vita semplice troverai la strada che la calma donerà al tuo cuore puro. E le gioie semplici sono le più belle sono quelle che alla fine sono le più grandi. dai e dai ogni giorno con il tuo sudore una pietra dopo l’altra in alto arriverai. Il Vescovo:

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo .

R. Amen.

La pace sia con voi.

R. E con il tuo spirito.

INTRODUZIONE E OMAGGIO DI BENVENUTO “Padre, fa che ogni famiglia diventi più forte

di ogni debolezza e di ogni crisi!”

Con queste parole, usate dal Beato Giovanni Paolo II durante l’incontro delle Famiglie, nel Giubileo del 2000, vogliamo dare inizio a questo nostro speciale momento di preghiera e salutare il nostro Vescovo e pastore, Sua Eccellenza Mons. Giuseppe Marciante che, fedele alle sue promesse, torna tra noi per testimoniarci la fedeltà e la presenza di Cristo. Ognuno di noi è qui per un motivo diverso ed ha una sua storia. Il nostro stare insieme vuole riunire tutti i vissuti e farli diventare un’unica grande storia familiare con Dio come Padre, Maria come Madre e tutti noi figli che, alla scuola dell’Amore e del sacrificio, cercano di “diventare grandi insieme”.

Con questa speranza, che davanti a Te diventa certezza, Ti chiediamo:

Mostrati a noi, Signore Gesù e cambia i nostri cuori secondo la Tua volontà.

ESPOSIZIONE E ADORAZIONE EUCARISTICA

Canto d’esposizione: Pane del cielo Rit.: Pane del cielo, sei Tu Gesù,Rit.: Pane del cielo, sei Tu Gesù,Rit.: Pane del cielo, sei Tu Gesù,Rit.: Pane del cielo, sei Tu Gesù, via d’amore, Tu ci fai come Te.via d’amore, Tu ci fai come Te.via d’amore, Tu ci fai come Te.via d’amore, Tu ci fai come Te. No, non è rimasta fredda la terra, tu sei rimasto con noi per nutrirci di Te, pane di vita ed infiammare col Tuo amore tutta l’umanità. Rit.Rit.Rit.Rit.

Sì, il cielo è qui su questa terra Tu sei rimasto con noi ma ci porti con Te, nella Tua casa dove vivremo insieme a Te tutta l’eternità . Rit.Rit.Rit.Rit. No, la morte non può farci paura Tu sei rimasto con noi e chi vive di Te Vive per sempre: sei Dio con noi sei Dio per noi, Dio in mezzo a noi . Rit.Rit.Rit.Rit. Silenzio per l’adorazione e la preghiera personale

GIANNA BERETTA MOLLA

Dell’amore divino Gianna Beretta Molla fu semplice, ma quanto

mai significativa messaggera. Pochi giorni prima del matrimonio,

in una lettera al futuro marito, ebbe a scrivere: "L’amore è il

sentimento più bello che il Signore ha posto nell’animo degli

uomini".

“Sull’esempio di Cristo, che "avendo amato i suoi … li amò

sino alla fine" (Gv 13,1), questa santa madre di famiglia si

mantenne eroicamente fedele all’impegno assunto il giorno

del matrimonio

Il sacrificio estremo che suggellò la sua vita, testimonia

come solo chi ha il coraggio di donarsi totalmente a Dio e ai

fratelli realizzi se stesso.

Possa la nostra epoca riscoprire, attraverso l’esempio di

Gianna Beretta Molla, la bellezza pura, casta e feconda

dell’amore coniugale, vissuto come risposta alla chiamata

divina!”

Con queste parole Giovanni Paolo II ha ricordato la figura di

Gianna Beretta Molla, da lui stesso canonizzata.

Presente alla celebrazione anche il novantunenne marito di

Gianna, Pietro Molla, colto da un leggero malore dovuto

all’emozione e accompagnato dai figli. Quei figli posti dalla Santa

sempre al primo posto, oltre la propria vita, oltre il proprio amore

coniugale, e per i quali scelse consapevolmente di compiere il dono

totale di sé. Affetta da un fibroma all’utero, infatti, si impose su

medici e familiari per portare comunque a termine la sua quarta

gravidanza. Un gesto in cui riecheggia quel “sì” alla vita nuova, al

progetto di Dio su ciascuno, al sacrificio, che rende grande la sua

figura di madre e di donna di Azione Cattolica, così da costituire

un esempio per tante famiglie e per tutta l’AC che guarda a lei con

orgoglio.

Silenzio per l’adorazione e la preghiera personale

Per la meditazione personale:

Gianna Beretta Molla nasce a Magenta (Milano) il 4 ottobre 1922 da Alberto e Maria De Micheli, decima di tredici figli. Già dalla prima giovinezza accoglie con piena adesione il dono della fede e l’educazione limpidamente cristiana che riceve dagli ottimi genitori che, con vigile sapienza la accompagnano nella crescita umana e cristiana e la portano a considerare la vita come un dono meraviglioso di Dio, ad avere fiducia nella Provvidenza, ad essere certa della necessità e dell’efficacia della preghiera. La Prima Comunione, all’età di cinque anni e mezzo, segna in Gianna un momento importante, dando inizio ad un’assidua frequenza all’Eucaristia, che diviene sostegno e luce della sua fanciullezza, adolescenza e giovinezza. In quegli anni non mancano difficoltà e sofferenze: cambiamento di scuole, salute cagionevole, trasferimenti della famiglia, malattia e morte dei genitori. Tutto questo però non produce traumi o squilibri in Gianna, data la ricchezza e profondità della sua vita spirituale, anzi ne affina la sensibilità e ne potenzia la virtù. Negli anni del liceo e

dell’università è giovane dolce, volitiva e riservata e, mentre si dedica con diligenza agli studi, traduce la sua fede in un impegno generoso di apostolato tra le giovani nell’Azione Cattolica e di carità verso vecchi e bisognosi, nelle Conferenze di S. Vincenzo, sapendo che “a Dio piace chi dona con entusiasmo” (2 Cor. 9,7). Laureata in Medicina e Chirurgia nel 1949 nell’Università di Pavia, apre nel 1950 un ambulatorio medico a Mesero (un comune del Magentino); si specializza in Pediatria all’Università di Milano nel 1952 e predilige, tra i suoi assistiti, poveri, mamme, bambini e vecchi . Mentre compie la sua opera di medico, che sente e pratica come una “missione”, premurosa di aggiornare la sua competenza e di giovare al corpo e all’anima della sua gente, accresce il suo impegno generoso nell’Azione Cattolica, prodigandosi per le “giovanissime” e, al tempo stesso, sfoga con la musica, la pittura, il tennis, lo ski e l’alpinismo la sua grande gioia di vivere e di godersi l’incanto del creato. Gianna si interroga, pregando e facendo pregare, sulla sua vocazione, che considera anch’essa un dono di Dio. Inizialmente pensa di farsi missionaria laica in Brasile per aiutare il fratello, Padre Alberto, medico missionario a Grajaù. Ma il Signore la chiama alla vocazione del matrimonio e Gianna l’abbraccia con tutto l’entusiasmo e s’impegna a donarsi totalmente “per formare una famiglia veramente cristiana”. Si fidanza con l’Ing. Pietro Molla e gode il periodo del fidanzamento, radiosa nella gioia e nel sorriso. Ringrazia e prega il Signore. E’ chiarissima nei suoi propositi e nelle progettazioni della nuova famiglia e, al tempo stesso, è meravigliosa nel trasmettere al fidanzato la sua gran gioia di vivere, nel chiedergli cosa deve fare e come deve essere per renderlo felice, nell’invitarlo a ringraziare con lei il Signore per il dono della vita e di tutte le cose belle della vita. Gianna si sposa con Pietro il 24 settembre 1955, nella Basilica di San Martino in Magenta ed è moglie felice. Nel novembre 1956, è mamma più che felice di Pierluigi; nel dicembre 1957, di Mariolina; nel luglio 1959, di Laura.

Sa armonizzare, con semplicità ed equilibrio, i doveri di madre, di moglie, di medico e la gran gioia di vivere. In questa armonia, continua a vivere la sua grande fede, conformando ad essa il suo operare e ogni sua decisione, con coerenza e gioia. Nella comunione di vita e d’amore della famiglia, che la nascita dei figli rende ancora più ampia ed impegnativa, Gianna si sente sempre pienamente appagata. Continua ad esercitare la professione di medico nell’ambulatorio di Mesero e, a partire dal1956, a Ponte Nuovo di Magenta dove abita con la famiglia, svolge con dedizione il compito di responsabile del Consultorio delle mamme e dell’Asilo nido facenti capo all’Opera Nazionale Maternità e Infanzia (ONMI). Presta, inoltre, come volontaria, assistenza medica alle Scuole Materna ed Elementare di Stato di Ponte Nuovo. Nel settembre 1961, verso il termine del secondo mese di gravidanza, è raggiunta dalla sofferenza e dal mistero del dolore: insorge un voluminoso fibroma all’utero. Prima dell’intervento operatorio, eseguito nell’Ospedale S. Gerardo di Monza (Milano), pur ben sapendo il rischio che avrebbe comportato il continuare la gravidanza, supplica il chirurgo di salvare la vita che porta in grembo e si affida alla preghiera e alla Provvidenza. La vita è salva. Gianna ringrazia il Signore e trascorre i sette mesi che la separano dal parto con impareggiabile forza d’animo e con immutato impegno di madre e di medico. Trepida e teme anche che la creatura che porta in grembo possa nascere sofferente e prega Dio che così non sia. Alcuni giorni prima del parto, pur confidando sempre nella Provvidenza, è pronta a donare la sua vita per salvare quella della sua creatura e dice al marito Pietro: “Se dovete decidere fra me e il bimbo, nessuna esitazione: scegliete – e lo esigo – il bimbo. Salvate lui”. Pietro, che conosce benissimo la generosità di Gianna, il suo spirito di sacrificio, la ponderatezza e la forza delle sue scelte e delle sue decisioni, si sente nell’obbligo di coscienza di doverle rispettare, anche

se possono avere conseguenze estremamente dolorose per lui e per i figli. Per Gianna la creatura che porta in grembo ha gli stessi diritti alla vita di Pierluigi, Mariolina e Laura e lei sola, in quel momento, rappresenta per la creatura stessa, lo strumento della Provvidenza per poter venire al mondo; per gli altri figli, la loro educazione e la loro crescita, fa pieno affidamento sulla Provvidenza attraverso i congiunti.

La scelta di Gianna è dettata dalla sua coscienza di madre e di

medico. Può essere ben compresa soltanto alla luce della grande fede

di Gianna, della sua ferma convinzione del diritto sacro alla vita,

dell’eroismo dell’amore materno e della piena fiducia nella

Provvidenza.

Il pomeriggio del 20 aprile 1962, venerdì santo, Gianna viene

nuovamente ricoverata nell’Ospedale S. Gerardo di Monza, reparto di

Ostetricia e Ginecologia, dove le viene provocato il parto, per

espletarlo per vie naturali, ritenuta la via meno rischiosa.

Il mattino del 21 aprile 1962 nasce Gianna Emanuela per via cesarea.

Già dopo qualche ora le condizioni generali di Gianna si aggravano:

febbre sempre più elevata e sofferenze addominali atroci da peritonite

settica le fanno invocare ad ogni istante sua madre. Nonostante tutte

le cure praticate, le sue condizioni peggiorano di giorno in giorno.

Nella sua agonia Gianna ripete più volte: “Gesù ti amo, Gesù ti amo”.

All’alba del 28 aprile Gianna viene riportata, come da suo desiderio

precedentemente espresso, nella sua casa di Ponte Nuovo di Magenta,

dove muore, alle ore 8 del mattino, dopo aver uditola voce dei suoi

“tesori”, svegliatisi per il subbuglio. Ha solo 39 anni.

I suoi funerali sono una grande manifestazione unanime di

commozione profonda, di fede e di preghiera. Viene sepolta nel

Cimitero di Mesero, mentre rapidamente si diffonde la fama di santità

per la sua vita e per il gesto di amore grande, incommensurabile, che

l’ha coronata. GIANNA

BERETTA MOLLA DIVENTA SANTA

Dalla lettera del Beato Giovanni Paolo II alla Famiglia:

La famiglia ha la sua origine da quello stesso amore con cui il Creatore abbraccia il mondo creato, come è già espresso «al principio», nel Libro della Genesi (Gn 1,1). Gesù nel Vangelo ne offre una suprema conferma: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito» (Gv 3, 16). Il Figlio unigenito, consustanziale al Padre, «Dio da Dio e Luce da Luce», è entrato nella storia degli uomini attraverso la famiglia: «Con l'Incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo. Ha lavorato con mani d'uomo, ha amato con cuore d'uomo. Nascendo da Maria Vergine, Egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato». Dunque, se Cristo «svela pienamente l'uomo all'uomo», lo fa a cominciare dalla famiglia nella quale ha scelto di nascere e di crescere. Si sa che il Redentore ha trascorso gran parte della sua vita nel nascondimento di Nazaret, «sottomesso» (Lc 2, 51) come «Figlio dell'uomo» a Maria, sua Madre, e a Giuseppe, il falegname. Questa sua «obbedienza» filiale non è già la prima espressione di quell'obbedienza al Padre «fino alla morte» (Fil 2, 8), mediante la quale ha redento il mondo? Il mistero divino dell'Incarnazione del Verbo è dunque in stretto rapporto con la famiglia umana. A Cana di Galilea, dove Gesù fu invitato ad un banchetto di nozze, la Madre, anch'essa presente, si rivolge ai servi dicendo: «Fate quello che vi dirà» (Gv 2, 5). Anche a noi, Maria rivolge le stesse parole. E quanto Cristo ci dice, in questo particolare momento storico, costituisce un forte appello ad una grande preghiera con le famiglie e per le

famiglie. La Vergine Madre ci invita ad unirci con questa preghiera ai sentimenti del Figlio, che ama ogni singola famiglia. Questo amore Egli ha espresso all'inizio della sua missione di Redentore, proprio con la sua presenza santificatrice a Cana di Galilea, presenza che tuttora continua.

Momento di meditazione personale

Per la meditazione personale Beato Papa Giovanni Paolo II

Karol Józef Wojtyła, divenuto Giovanni Paolo II con la sua elezione

alla Sede Apostolica il 16 ottobre 1978, nacque a Wadowice, città a 50

km da Kraków (Polonia), il 18 maggio 1920. Era l’ultimo dei tre figli di

Karol Wojtyła e di Emilia Kaczorowska, che morì nel 1929. Suo fratello

maggiore Edmund, medico, morì nel 1932 e suo padre, sottufficiale

dell’esercito, nel 1941. La sorella, Olga, era morta prima che lui

nascesse. Fu battezzato il 20 giugno 1920 nella Chiesa parrocchiale di

Wadowice dal sacerdote Franciszek Zak; a 9 anni ricevette la Prima

Comunione e a 18 anni il sacramento della Cresima. Terminati gli studi

nella scuola superiore Marcin Wadowita di Wadowice, nel 1938 si

iscrisse all’Università Jagellónica di Cracovia. Quando le forze di

occupazione naziste chiusero l’Università nel 1939, il giovane Karol

lavorò (1940-1944) in una cava ed, in seguito, nella fabbrica chimica

Solvay per potersi guadagnare da vivere ed evitare la deportazione in

Germania. A partire dal 1942, sentendosi chiamato al sacerdozio,

frequentò i corsi di formazione del seminario maggiore clandestino di

Cracovia, diretto dall’Arcivescovo di Cracovia, il Cardinale Adam

Stefan Sapieha. Nel contempo, fu uno dei promotori del "Teatro

Rapsodico", anch’esso clandestino. Dopo la guerra, continuò i suoi studi

nel seminario maggiore di Cracovia, nuovamente aperto, e nella Facoltà

di Teologia dell’Università Jagellónica, fino alla sua ordinazione

sacerdotale avvenuta a Cracovia il 1° novembre 1946, per le mani

dell’Arcivescovo Sapieha. Successivamente fu inviato a Roma, dove,

sotto la guida del domenicano francese P. Garrigou-Lagrange, conseguì

nel 1948 il dottorato in teologia, con una tesi sul tema della fede nelle

opere di San Giovanni della Croce (Doctrina de fide apud Sanctum

Ioannem a Cruce). In quel periodo, durante le sue vacanze, esercitò il

ministero pastorale tra gli emigranti polacchi in Francia, Belgio e

Olanda. Nel 1948 ritornò in Polonia e fu coadiutore dapprima nella

parrocchia di Niegowić, vicino a Cracovia, e poi in quella di San

Floriano, in città. Fu cappellano degli universitari fino al 1951, quando

riprese i suoi studi filosofici e teologici. Nel 1953 presentò

all’Università cattolica di Lublino la tesi: "Valutazione della possibilità

di fondare un'etica cristiana a partire dal sistema etico di Max Scheler".

Più tardi, divenne professore di Teologia Morale ed Etica nel seminario

maggiore di Cracovia e nella Facoltà di Teologia di Lublino. Il 4 luglio

1958, il Papa Pio XII lo nominò Vescovo titolare di Ombi e Ausiliare di

Cracovia. Ricevette l’ordinazione episcopale il 28 settembre 1958 nella

cattedrale del Wawel (Cracovia), dalle mani dell’Arcivescovo

Eugeniusz Baziak. Il 13 gennaio 1964 fu nominato Arcivescovo di

Cracovia da Papa Paolo VI, che lo creò e pubblicò Cardinale nel

Concistoro del 26 giugno 1967, del Titolo di S. Cesareo in Palatio,

Diaconia elevata pro illa vice a Titolo Presbiterale.

Partecipò al Concilio Vaticano II (1962-1965) con un contributo

importante nell’elaborazione della costituzione Gaudium et spes. Il

Cardinale Wojtyła prese parte anche alle 5 assemblee del Sinodo dei

Vescovi anteriori al suo Pontificato.

I Cardinali, riuniti in Conclave, lo elessero Papa il 16 ottobre 1978.

Prese il nome di Giovanni Paolo II e il 22 ottobre iniziò solennemente il

ministero Petrino, quale 263° successore dell’Apostolo.

Il suo pontificato è stato uno dei più lunghi della storia della Chiesa ed è

durato quasi 27 anni. Giovanni Paolo II ha esercitato il suo ministero

con instancabile spirito missionario, dedicando tutte le sue energie

sospinto dalla sollecitudine pastorale per tutte le Chiese e dalla carità

aperta all’umanità intera. I suoi viaggi apostolici nel mondo sono stati

104. In Italia ha compiuto 146 visite pastorali. Come Vescovo di Roma,

ha visitato 317 parrocchie (su un totale di 333). Più di ogni Predecessore

ha incontrato il Popolo di Dio e i Responsabili delle Nazioni: alle

Udienze Generali del mercoledì (1166 nel corso del Pontificato) hanno

partecipato più di 17 milioni e 600 mila pellegrini, senza contare tutte le

altre udienze speciali e le cerimonie religiose [più di 8 milioni di

pellegrini solo nel corso del Grande Giubileo dell’anno 2000], nonché i

milioni di fedeli incontrati nel corso delle visite pastorali in Italia e nel

mondo.

Numerose anche le personalità governative ricevute in udienza: basti

ricordare le 38 visite ufficiali e le altre 738 udienze o incontri con Capi

di Stato, come pure le 246 udienze e incontri con Primi Ministri. Il suo

amore per i giovani lo ha spinto ad iniziare, nel 1985, le Giornate

Mondiali della Gioventù. Le 19 edizioni della GMG che si sono tenute

nel corso del suo Pontificato hanno visto riuniti milioni di giovani in

varie parti del mondo. Allo stesso modo la sua attenzione per la famiglia

si è espressa con gli Incontri mondiali delle Famiglie da lui iniziati a

partire dal 1994. Giovanni Paolo II ha promosso con successo il dialogo

con gli ebrei e con i rappresentati delle altre religioni, convocandoli in

diversi Incontri di Preghiera per la Pace, specialmente in Assisi.

Sotto la sua guida la Chiesa si è avvicinata al terzo millennio e ha

celebrato il Grande Giubileo del 2000, secondo le linee indicate con la

Lettera apostolica Tertio millennio adveniente. Essa poi si è affacciata al

nuovo evo, ricevendone indicazioni nella Lettera apostolica Novo

millennio ineunte, nella quale si mostrava ai fedeli il cammino del

tempo futuro.

Con l’Anno della Redenzione, l’Anno Mariano e l’Anno dell’Eucaristia,

Giovanni Paolo II ha promosso il rinnovamento spirituale della Chiesa.

Ha dato un impulso straordinario alle canonizzazioni e beatificazioni,

per mostrare innumerevoli esempi della santità di oggi, che fossero di

incitamento agli uomini del nostro tempo: ha celebrato 147 cerimonie di

beatificazione - nelle quali ha proclamato 1338 beati - e 51

canonizzazioni, per un totale di 482 santi. Ha proclamato Dottore della

Chiesa santa Teresa di Gesù Bambino.

Ha notevolmente allargato il Collegio dei Cardinali, creandone 231 in 9

Concistori (più 1 in pectore, che però non è stato pubblicato prima della

sua morte). Ha convocato anche 6 riunioni plenarie del Collegio

Cardinalizio. Ha presieduto 15 assemblee del Sinodo dei Vescovi: 6

generali ordinarie (1980, 1983, 1987, 1990; 1994 e 2001), 1 assemblea

generale straordinaria (1985) e 8 assemblee speciali (1980, 1991, 1994,

1995, 1997, 1998 [2] e 1999).

Tra i suoi documenti principali si annoverano 14 Lettere encicliche, 15

Esortazioni apostoliche, 11 Costituzioni apostoliche e 45 Lettere

apostoliche.

Ha promulgato il Catechismo della Chiesa cattolica, alla luce della

Tradizione, autorevolmente interpretata dal Concilio Vaticano II.

Ha riformato i Codici di diritto Canonico Occidentale e Orientale, ha

creato nuove Istituzioni e riordinato la Curia Romana. A Papa Giovanni

Paolo II, come privato Dottore, si ascrivono anche 5 libri: “Varcare la

soglia della speranza” (ottobre 1994); "Dono e mistero: nel

cinquantesimo anniversario del mio sacerdozio" (novembre 1996);

“Trittico romano”, meditazioni in forma di poesia (marzo 2003);

“Alzatevi, andiamo!” (maggio 2004) e “Memoria e Identità” (febbraio

2005).

Giovanni Paolo II è morto in Vaticano il 2 aprile 2005, alle ore 21.37,

mentre volgeva al termine il sabato e si era già entrati nel giorno del

Signore, Ottava di Pasqua e Domenica della Divina Misericordia.

Da quella sera e fino all’8 aprile, quando hanno avuto luogo le Esequie

del defunto Pontefice, più di tre milioni di pellegrini sono confluiti a

Roma per rendere omaggio alla salma del Papa, attendendo in fila anche

fino a 24 ore per poter accedere alla Basilica di San Pietro.

Il 28 aprile successivo, il Santo Padre Benedetto XVI ha concesso la

dispensa dal tempo di cinque anni di attesa dopo la morte, per l’inizio

della Causa di beatificazione e canonizzazione di Giovanni Paolo II.

La Causa è stata aperta ufficialmente il 28 giugno 2005 dal Cardinale

Camillo Ruini, Vicario Generale per la diocesi di Roma.

Il primo maggio del 2011 è stato beatificato.

Silenzio per l’adorazione e la preghiera personale

Canto

Lodi all’ Altissimo

Tu sei Santo, Signore Dio, Tu sei forte, Tu sei grande.

Tu sei l’Altissimo, l’Onnipotente. Tu Padre Santo, Re del cielo. Tu sei Trino, Uno Signore,

Tu sei il bene, tutto il bene. Tu sei l’Amore, Tu sei il vero, Tu sei umiltà, Tu sei sapienza.

Tu sei bellezza Tu sei la pace, la sicurezza, il gaudio, la letizia. Tu sei speranza, tu sei giustizia,

Tu temperanza ed ogni ricchezza. Tu sei il Custode, Tu sei mitezza, Tu sei rifugio, Tu sei fortezza.

Tu carità, fede e speranza, Tu sei tutta la nostra dolcezza. Tu sei la Vita, eterno gaudio,

Signore grande, Dio ammirabile. Onnipotente, o Creatore, o Salvatore di misericordia

TESTIMONIANZA DI UNA COPPIA DI SPOSI

PROCLAMAZIONE DEL VANGELO:

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv.15,12-17)

Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli

altri come io ho amato voi. Nessuno ha amore più grande

di questo: dare la vita per i propri amici.

Voi siete miei amici, se fate ciò che vi comando. Non vi

chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il

padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che

ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi

avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti

perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto

rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel

mio nome, ve lo conceda.

Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.

C. Parola del Signore. R. Lode a Te, o Cristo

OMELIA DEL VESCOVO

Silenzio per l’adorazione e la preghiera personale

Dio, dal quale proviene ogni paternità in cielo e in terra,

Padre, che sei Amore e Vita,

fa che ogni famiglia umana sulla terra diventi,

mediante il tuo Figlio, Gesù Cristo, "nato da Donna"

e mediante lo Spirito Santo, sorgente di divina carità

un vero santuario della vita e dell'amore

per le generazioni che sempre si rinnovano.

Fa' che la tua grazia guidi i pensieri e le pene dei coniugi

verso il bene delle loro famiglie e di tutte le famiglie del mondo.

Fa' che le giovani generazioni trovino nella famiglia

un forte sostegno per la loro umanità

e la loro crescita nella verità e nell'amore.

Fa' che l'amore, rafforzato dalla grazia del sacramento del matrimonio,

si dimostri più forte di ogni debolezza e di ogni crisi, attraverso le quali,

a volte, passano le nostre famiglie.

Fa', infine, te lo chiediamo per intercessione della Sacra Famiglia di

Nazareth, che la Chiesa in mezzo a tutte le nazioni della terra

possa compiere fruttuosamente la sua missione

nella famiglia e mediante la famiglia.

Tu che sei la Vita, la Verità e l'Amore,

nell'unità del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

Beato Giovanni Paolo II

BENEDIZIONE EUCARISTICA

Tantum ergo Sacraméntum venerémur cérnui: et antíquum documéntum novo cedat rítui: praestet fides suppleméntum sénsuum deféctui.

Genitóri, Genitóque laus et jubilátio, salus, hónor, virtus quoque sit et benedíctio: procedénti ab utróque cómpar sit laudátio

Orazione

Il Vescovo:

Signore Gesù Cristo, che nel mirabile sacramento dell'Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua, fa' che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo corpo e del tuo sangue, per sentire sempre in noi i benefici della redenzione. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. R. Amen. Il Vescovo imparte la benedizione eucaristica.

ACCLAMAZIONI

Dio sia benedetto. Benedetto il suo santo nome.

Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo.

Benedetto il nome di Gesù.

Benedetto il suo sacratissimo Cuore.

Benedetto il suo preziosissimo Sangue.

Benedetto Gesù nel santissimo Sacramento dell'altare.

Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.

Benedetta la gran Madre di Dio, Maria santissima.

Benedetta la sua santa e immacolata concezione.

Benedetta la sua gloriosa assunzione.

Benedetto il nome di Maria, vergine e madre.

Benedetto san Giuseppe, suo castissimo sposo.

Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi.

Mentre si ripone il Santissimo Sacramento l’assemblea canta Canto: Sono solo un uomo Io lo so Signore che vengo da lontano prima nel pensiero e poi nella tua mano io mi rendo conto che Tu sei la mia vita e non mi sembra vero di pregarti così. “Padre di ogni uomo” e non ti ho visto mai “Spirito di vita” e nacqui da una donna “Figlio, mio fratello” e sono solo un uomo eppure io capisco che tu sei verità. E imparerò a guardare tutto il mondoE imparerò a guardare tutto il mondoE imparerò a guardare tutto il mondoE imparerò a guardare tutto il mondo con gli occhi trasparenti di un bambinocon gli occhi trasparenti di un bambinocon gli occhi trasparenti di un bambinocon gli occhi trasparenti di un bambino e insegnerò a chiamarti e insegnerò a chiamarti e insegnerò a chiamarti e insegnerò a chiamarti ““““Padre nostroPadre nostroPadre nostroPadre nostro”””” ad ogni figlio che diventa uomo. ad ogni figlio che diventa uomo. ad ogni figlio che diventa uomo. ad ogni figlio che diventa uomo. (2 v.) Io lo so Signore che tu mi sei vicino, luce alla mia mente guida al mio cammino. Mano che sorregge sguardo che perdona e non mi sembra vero che tu esista così. Dove nasce amore tu sei la sorgente, dove c’è una croce tu sei la speranza. Dove il tempo ha fine tu sei vita eterna: e so che posso sempre contare su di te. E accoglierò la vita come un donoE accoglierò la vita come un donoE accoglierò la vita come un donoE accoglierò la vita come un dono

e avrò il coraggio di morire anch’ioe avrò il coraggio di morire anch’ioe avrò il coraggio di morire anch’ioe avrò il coraggio di morire anch’io e incontro a te verrò col mio fratelloe incontro a te verrò col mio fratelloe incontro a te verrò col mio fratelloe incontro a te verrò col mio fratello che non si sente amato da nessunoche non si sente amato da nessunoche non si sente amato da nessunoche non si sente amato da nessuno. (2 v.) Il Vescovo consegna quindi un simbolo che è stato messo a contatto con le Reliquie del Beato Giovanni Paolo II.

Canto finale: Chi ci separerà

Chi ci separerà dal suo amore la tribolazione, forse la spada? Né morte o vita ci separerà dall’amore in Cristo Signore.

Chi ci separerà dalla sua pace la persecuzione, forse il dolore? Nessun potere ci separerà da Colui che è morto per noi.

Chi ci separerà dalla sua gioia chi potrà strapparci il suo perdono? Nessuno al mondo ci allontanerà dalla vita in Cristo Signore.

ADORAZIONE EUCARISTICA

diocesana

24 marzo 2012

Chiesa Maria Immacolata