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Dio si è in sé, da sé e per sé la sua stessa ragione d’essere

in un atto coeterno ed infinitodi vita trinitaria

MADRE TRINIDAD DE LA SANTA MADRE IGLESIAFondatrice de L’Opera della Chiesa

E guardandosi in ciò che a Lui fa essere Dio,crea l’uomo a sua immagine e somiglianza,

affinché possa essere figlio suo,erede della sua gloria

e partecipe della vita divina

Tutte le creaturinee tutta la creazione

vanno esprimendo nel Verbola loro sola canzone di Dio

Bajo la Sede de Ped

ro

Editorial Eco de la Iglesia

Nihil obstat: Julio Sagredo Viña, CensoreMadrid, 28-09-2000

Imprimatur: Joaquín Iniesta Calvo-Zataráin Vicario Generale

2ª EDIZIONE

Tratto da libri inediti della Madre Trinidad de la SantaMadre Iglesia e dai libri pubblicati:“LA CHIESA E IL SUO MISTERO”, “VIVENCIAS DEL ALMA”e “FRUTTI DI PREGHIERA”

1ª Edizione: settembre 2000© 2000 EDITORIAL ECO DE LA IGLESIA, S. L.

L’OPERA DELLA CHIESAROMA - 00149 MADRID - 28006Via Vigna due Torri, 90 C/. Velázquez, 88Tel. +39.06.551.46.44 Tel. +34.91.435.41.45

E-mail: [email protected] www.loperadellachiesa.org

www.clerus.org (Santa Sede: Congregazione per il Clero)

ISBN: 84-86724-33-3Depósito legal: M. 18.651-2002

27-8-2000

DIO SI È IN SÉ, DA SÉ E PER SÉLA SUA STESSA RAGIONE D’ESSERE

IN UN ATTO COETERNO ED INFINITODI VITA TRINITARIA.

E GUARDANDOSI IN CIÒ CHE A LUIFA ESSERE DIO, CREA L’UOMO

A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA,AFFINCHÉ POSSA ESSERE FIGLIO SUO,

EREDE DELLA SUA GLORIAE PARTECIPE DELLA VITA DIVINA

O Sovranità eternamente trascendente del-l’infinito Potere...! Come ho bisogno di espri-merti davanti a ciò che la mia anima-Chiesa,soggiogata e rapita dalla splendidezza della tuagloria, concepisce del tuo trascendente miste-ro!;

e che, illuminata dalla penetrazione della tuainfinita sapienza amorosa, devo scandire con lemie povere parole create, col timore di profa-narti, non trovando la maniera di dire l’indici-bile e di comunicare l’incomunicabile;

dovendo io avvalermi dei limitati modi uma-ni che stanno alla portata della povertà dellamia piccolezza, per dire qualcosa di ciò che,

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Obra de la Iglesia
Texto escrito a máquina
Obra de la Iglesia
Texto escrito a máquina
Obra de la Iglesia
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NOTA.- Potrebbe esserci qualche salto nella numerazione a conseguenza dell'eliminazione delle pagine in bianco in questa edizione elettronica.
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Obra de la Iglesia
Texto escrito a máquina

Nihil obstat: Julio Sagredo Viña, CensoreMadrid, 28-09-2000

Imprimatur: Joaquín Iniesta Calvo-Zataráin Vicario Generale

2ª EDIZIONE

Tratto da libri inediti della Madre Trinidad de la SantaMadre Iglesia e dai libri pubblicati:“LA CHIESA E IL SUO MISTERO”, “VIVENCIAS DEL ALMA”e “FRUTTI DI PREGHIERA”

1ª Edizione: settembre 2000© 2000 EDITORIAL ECO DE LA IGLESIA, S. L.

L’OPERA DELLA CHIESAROMA - 00149 MADRID - 28006Via Vigna due Torri, 90 C/. Velázquez, 88Tel. +39.06.551.46.44 Tel. +34.91.435.41.45

E-mail: [email protected] www.loperadellachiesa.org

www.clerus.org (Santa Sede: Congregazione per il Clero)

ISBN: 84-86724-33-3Depósito legal: M. 18.651-2002

27-8-2000

DIO SI È IN SÉ, DA SÉ E PER SÉLA SUA STESSA RAGIONE D’ESSERE

IN UN ATTO COETERNO ED INFINITODI VITA TRINITARIA.

E GUARDANDOSI IN CIÒ CHE A LUIFA ESSERE DIO, CREA L’UOMO

A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA,AFFINCHÉ POSSA ESSERE FIGLIO SUO,

EREDE DELLA SUA GLORIAE PARTECIPE DELLA VITA DIVINA

O Sovranità eternamente trascendente del-l’infinito Potere...! Come ho bisogno di espri-merti davanti a ciò che la mia anima-Chiesa,soggiogata e rapita dalla splendidezza della tuagloria, concepisce del tuo trascendente miste-ro!;

e che, illuminata dalla penetrazione della tuainfinita sapienza amorosa, devo scandire con lemie povere parole create, col timore di profa-narti, non trovando la maniera di dire l’indici-bile e di comunicare l’incomunicabile;

dovendo io avvalermi dei limitati modi uma-ni che stanno alla portata della povertà dellamia piccolezza, per dire qualcosa di ciò che,

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spinta dalla tua infinita volontà e sotto l’impul-so di manifestarlo, Tu metti nel recondito delmio spirito affinché io lo comunichi;

mossa da quel: «Va’ e dillo...!» «Questo è pertutti...!» che impregna tutta la mia vita e la lan-cia a proclamarlo nel modo che può, davantial tuo desiderio sacrosanto, eterno ed infinitodi essere più conosciuto e, di conseguenza, piùamato e riverito come alla tua infinita Santità siaddice, e merita per l’eccellenza del tuo infini-to essere.

Davanti a ciò, la mia povera anima, annien-tata, tremante ed oltrepassata, deve esprimerecon occasione e senza, come può, attraverso ilbalbettio della mia voce arrochita, i misteri di-vini.

Poiché la gloria di Dio me lo esige per il vo-lere incalzante della sua infinita volontà, cheimprime il suo coeterno pensiero nella miaprofondità come «l’Eco» della Santa Madre Chie-sa in ripetizione del mistero, ricolmo e saturodi Divinità, che in questa Santa Madre si rac-chiude, per saturare tutti gli uomini dell’eb-brezza di questa stessa Divinità che promanadal suo Capo, che è Cristo, l’Unigenito delPadre, che, incarnandosi nel grembo purissimodella Vergine, si fece uomo per amore.

Il quale, essendo uno con il Padre e loSpirito Santo che dimorano nel seno della SantaMadre Chiesa, sprofondandomi nelle sue infi-nite ricchezze, mi spinge con forza irresistibile,

4

–in ripetizione di sapiente sapienza amorosa ditutto ciò che Dio ha posto e pone nel mio spi-rito, soltanto come l’Eco minuto della SantaMadre Chiesa, e ricevuto da essa–, ad intonarei miei cantici, partecipando io così all’espres-sione del Verbo, per proclamare come possoqualcosa di quell’insondabile e coeterno miste-ro dell’Essere.

Dell’Essere che, essendosi essuto in sé, da sée per sé in sussistenza esuberante di Divinità,è l’unico Essere coeterno, l’unico Dio!, avendoin sé la potente potenza di essere il suo stessoPrincipio, senza principio e senza fine. «Io sonoColui che è e che era e che viene, l’Onnipo-tente»1.

Giacché in Dio non esiste il principio, per-ché mai è iniziato; né avrà fine, perché mai ter-mina; essendosi l’Imprincipio, al di fuori dellavolta della creazione e della successione deltempo.

Dio già era nel principio,anche se di esso mancava;Egli era lo stesso Principio,e principio non aveva.

Il Padre generava il Figlio in conversazione divina,ed il Figlio al Padre spiegavala stessa vita infinita.

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1 Ap 1, 8.

spinta dalla tua infinita volontà e sotto l’impul-so di manifestarlo, Tu metti nel recondito delmio spirito affinché io lo comunichi;

mossa da quel: «Va’ e dillo...!» «Questo è pertutti...!» che impregna tutta la mia vita e la lan-cia a proclamarlo nel modo che può, davantial tuo desiderio sacrosanto, eterno ed infinitodi essere più conosciuto e, di conseguenza, piùamato e riverito come alla tua infinita Santità siaddice, e merita per l’eccellenza del tuo infini-to essere.

Davanti a ciò, la mia povera anima, annien-tata, tremante ed oltrepassata, deve esprimerecon occasione e senza, come può, attraverso ilbalbettio della mia voce arrochita, i misteri di-vini.

Poiché la gloria di Dio me lo esige per il vo-lere incalzante della sua infinita volontà, cheimprime il suo coeterno pensiero nella miaprofondità come «l’Eco» della Santa Madre Chie-sa in ripetizione del mistero, ricolmo e saturodi Divinità, che in questa Santa Madre si rac-chiude, per saturare tutti gli uomini dell’eb-brezza di questa stessa Divinità che promanadal suo Capo, che è Cristo, l’Unigenito delPadre, che, incarnandosi nel grembo purissimodella Vergine, si fece uomo per amore.

Il quale, essendo uno con il Padre e loSpirito Santo che dimorano nel seno della SantaMadre Chiesa, sprofondandomi nelle sue infi-nite ricchezze, mi spinge con forza irresistibile,

4

–in ripetizione di sapiente sapienza amorosa ditutto ciò che Dio ha posto e pone nel mio spi-rito, soltanto come l’Eco minuto della SantaMadre Chiesa, e ricevuto da essa–, ad intonarei miei cantici, partecipando io così all’espres-sione del Verbo, per proclamare come possoqualcosa di quell’insondabile e coeterno miste-ro dell’Essere.

Dell’Essere che, essendosi essuto in sé, da sée per sé in sussistenza esuberante di Divinità,è l’unico Essere coeterno, l’unico Dio!, avendoin sé la potente potenza di essere il suo stessoPrincipio, senza principio e senza fine. «Io sonoColui che è e che era e che viene, l’Onnipo-tente»1.

Giacché in Dio non esiste il principio, per-ché mai è iniziato; né avrà fine, perché mai ter-mina; essendosi l’Imprincipio, al di fuori dellavolta della creazione e della successione deltempo.

Dio già era nel principio,anche se di esso mancava;Egli era lo stesso Principio,e principio non aveva.

Il Padre generava il Figlio in conversazione divina,ed il Figlio al Padre spiegavala stessa vita infinita.

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1 Ap 1, 8.

Tutto nel Verbo fu detto,ed in Lui stesso contenevatutto ciò che fu creato,perché si è Sovranità.

Dio non entra in nessun posto,e da tutte le parti abita,nella sua vita trinitaria,per la sua potenza infinita.

E Dio dimora nel nostro tempo,e del tempo mancava.

6-3-1967

Dio è l’Essere, l’Essere…!, che, per il fatto diessersi, è così sussistente e sufficiente, che è l’u-nico Essere essuto e posseduto in se stesso e dase stesso. E che, grazie ad avere in sé e da séla sua stessa ragione d’essere, essuta e posse-duta, è tutto l’infinito in infinità di essere, es-sendo tutto ciò che può essere nell’infinità ple-torica ed esuberante della sua infinita perfezione,in un solo atto di vita e di onnicomprensionecoeterna di intercomunicazione trinitaria.

Dio è l’Essere. E questo ‘Essere’ Egli se lo è,Egli se lo ha, Egli se lo possiede come in mi-riadi e miriadi di infiniti attributi e perfezioni;che, per l’esuberante e pletorica perfezione dise stesso, Egli è in un solo atto di perfezionee di vita.

6

Oh cos’è Dio, che è tutto ciò che infinita-mente può essere nella sua infinità di coeternatrascendenza di essere!

Oh cosa si è Colui che Si È, nella sua unitàdi essere; nella quale, per perfezione della suastessa natura e per pienezza infinita di essersi,irrompe nel suo atto di Contemplazione Espres-sa in Amore!

E tutta la sua esuberante ed inesauribile per-fezione Egli se la vede, Egli se la guarda, Eglise la contempla, Egli l’abbraccia e se la pos-siede nel suo atto di Contemplazione che erom-pe in fecondità di sapienza esplicativa.

Oh cos’è Dio! che tutto ciò che è, Egli stes-so se lo esprime nel suo essersi Parola infinitadi inedite ed inesauribili melodie; ed Egli se loama nel suo essersi Amore infinito, coeterno epersonale.

E Dio si è Padre e Dio si è Figlio e Dio si èSpirito Santo! E se lo è per il suo essere sussi-stente ed infinitamente sufficiente in se stesso,da se stesso e per se stesso!

Oh cos’è Dio, che tutto ciò che può esserese lo è nel suo solo atto familiare di vita trini-taria!

In un sapere trascendente,Dio si sa ciò che èe ciò che, in sé, può essersi,che è essersi ciò che si sache, da sé, Egli può essere.

7

Tutto nel Verbo fu detto,ed in Lui stesso contenevatutto ciò che fu creato,perché si è Sovranità.

Dio non entra in nessun posto,e da tutte le parti abita,nella sua vita trinitaria,per la sua potenza infinita.

E Dio dimora nel nostro tempo,e del tempo mancava.

6-3-1967

Dio è l’Essere, l’Essere…!, che, per il fatto diessersi, è così sussistente e sufficiente, che è l’u-nico Essere essuto e posseduto in se stesso e dase stesso. E che, grazie ad avere in sé e da séla sua stessa ragione d’essere, essuta e posse-duta, è tutto l’infinito in infinità di essere, es-sendo tutto ciò che può essere nell’infinità ple-torica ed esuberante della sua infinita perfezione,in un solo atto di vita e di onnicomprensionecoeterna di intercomunicazione trinitaria.

Dio è l’Essere. E questo ‘Essere’ Egli se lo è,Egli se lo ha, Egli se lo possiede come in mi-riadi e miriadi di infiniti attributi e perfezioni;che, per l’esuberante e pletorica perfezione dise stesso, Egli è in un solo atto di perfezionee di vita.

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Oh cos’è Dio, che è tutto ciò che infinita-mente può essere nella sua infinità di coeternatrascendenza di essere!

Oh cosa si è Colui che Si È, nella sua unitàdi essere; nella quale, per perfezione della suastessa natura e per pienezza infinita di essersi,irrompe nel suo atto di Contemplazione Espres-sa in Amore!

E tutta la sua esuberante ed inesauribile per-fezione Egli se la vede, Egli se la guarda, Eglise la contempla, Egli l’abbraccia e se la pos-siede nel suo atto di Contemplazione che erom-pe in fecondità di sapienza esplicativa.

Oh cos’è Dio! che tutto ciò che è, Egli stes-so se lo esprime nel suo essersi Parola infinitadi inedite ed inesauribili melodie; ed Egli se loama nel suo essersi Amore infinito, coeterno epersonale.

E Dio si è Padre e Dio si è Figlio e Dio si èSpirito Santo! E se lo è per il suo essere sussi-stente ed infinitamente sufficiente in se stesso,da se stesso e per se stesso!

Oh cos’è Dio, che tutto ciò che può esserese lo è nel suo solo atto familiare di vita trini-taria!

In un sapere trascendente,Dio si sa ciò che èe ciò che, in sé, può essersi,che è essersi ciò che si sache, da sé, Egli può essere.

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Infatti è tanto il suo potere,che sapersi, in Lui, è essersi;giacché in Lui si identificala sua potenza con il suo essere,e la sua esistenza infinitacon la sua maniera di essere.

Potenza che è senza termine;vita che scoppia in essere;ed essere che è tanta vita,che, sempre fluendo in Tre,è tutto sapienzaper il suo infinito potere.

Dio si è ciò che si sache, per il suo essere, può essere.

27-1-1967

O pienezza di vita di sussistente e coeternaVerginità feconda!, in separazione infinitamen-te distinta e distante da tutto ciò che non è Diostesso, che si è la sua Verginità trascendente nel-l’innecessarietà infinita di tutto ciò che è crea-to; e vive, nella sussistente sussistenza, occultoe velato nel Sancta Sanctorum della sua eter-na Santità, coperto ed avvolto nel mistero sa-crosanto della sua vita trascendente;

«lì» dove, in sapienza amorosa, Dio si è, vis-suto e penetrato nel suo solo ed infinito Sguardoverso dentro, verso dentro!, l’Essere che, dal tan-to essersi Essere, irrompe in Fecondità infinita e

8

pletorica di Esplicazione Canora in Abbraccio diAmore eterno.

«Così dice Jahvè, il re d’Israele: A chi mi pa-ragonate o mi assomigliate? A chi mi confron-tate, quasi fossimo simili?

Io sono il primo e l’ultimo, fuori di me nonv’è altro Dio. Chi come me? Voi siete i miei te-stimoni –oracolo di Jahvè–; mio servo che Iomi sono scelto perché mi conosciate e credia-te in me e comprendiate che “Io Sono”. Io, Iosono “Colui che È”, e fuori di me non v’è sal-vatore».

«Se infatti non credete che “Io Sono” –diceGesù– morirete nei vostri peccati»2.

O infinito ed inaccessibile Essere!, annienta-ta in prostrazione di riverente adorazione da-vanti all’eccellenza della tua coeterna santità, edinvasa dalla luce del tuo infinito pensiero, hobisogno, spinta dal tuo sapienziale Cantico, diesprimere qualcosa di ciò che intendo, dal tuostesso pensiero ed oltrepassata dalla luce dellatua sapienza, comprendendo, senza penetrarloper la sua sublimità, il modo di come Tu ti sei,o Padre eterno!, Sapiente Sapienza di Sguardoamoroso.

Poiché un solo guardare Dio ha e si è in sé,da sé e per sé nel recondito profondo del mi-stero del suo inesauribile ed insondabile essere.

9

2 Is 46, 5; 44, 6-7; 43, 10; Gv 8, 24.

Infatti è tanto il suo potere,che sapersi, in Lui, è essersi;giacché in Lui si identificala sua potenza con il suo essere,e la sua esistenza infinitacon la sua maniera di essere.

Potenza che è senza termine;vita che scoppia in essere;ed essere che è tanta vita,che, sempre fluendo in Tre,è tutto sapienzaper il suo infinito potere.

Dio si è ciò che si sache, per il suo essere, può essere.

27-1-1967

O pienezza di vita di sussistente e coeternaVerginità feconda!, in separazione infinitamen-te distinta e distante da tutto ciò che non è Diostesso, che si è la sua Verginità trascendente nel-l’innecessarietà infinita di tutto ciò che è crea-to; e vive, nella sussistente sussistenza, occultoe velato nel Sancta Sanctorum della sua eter-na Santità, coperto ed avvolto nel mistero sa-crosanto della sua vita trascendente;

«lì» dove, in sapienza amorosa, Dio si è, vis-suto e penetrato nel suo solo ed infinito Sguardoverso dentro, verso dentro!, l’Essere che, dal tan-to essersi Essere, irrompe in Fecondità infinita e

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pletorica di Esplicazione Canora in Abbraccio diAmore eterno.

«Così dice Jahvè, il re d’Israele: A chi mi pa-ragonate o mi assomigliate? A chi mi confron-tate, quasi fossimo simili?

Io sono il primo e l’ultimo, fuori di me nonv’è altro Dio. Chi come me? Voi siete i miei te-stimoni –oracolo di Jahvè–; mio servo che Iomi sono scelto perché mi conosciate e credia-te in me e comprendiate che “Io Sono”. Io, Iosono “Colui che È”, e fuori di me non v’è sal-vatore».

«Se infatti non credete che “Io Sono” –diceGesù– morirete nei vostri peccati»2.

O infinito ed inaccessibile Essere!, annienta-ta in prostrazione di riverente adorazione da-vanti all’eccellenza della tua coeterna santità, edinvasa dalla luce del tuo infinito pensiero, hobisogno, spinta dal tuo sapienziale Cantico, diesprimere qualcosa di ciò che intendo, dal tuostesso pensiero ed oltrepassata dalla luce dellatua sapienza, comprendendo, senza penetrarloper la sua sublimità, il modo di come Tu ti sei,o Padre eterno!, Sapiente Sapienza di Sguardoamoroso.

Poiché un solo guardare Dio ha e si è in sé,da sé e per sé nel recondito profondo del mi-stero del suo inesauribile ed insondabile essere.

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2 Is 46, 5; 44, 6-7; 43, 10; Gv 8, 24.

E così fecondamente ed inesauribilmente telo sei, o Padre!, che irrompi, per la feconditàesuberante del tuo essere, essuto e possedutoda te nel tuo atto di vita ricolmo e saturo diDivinità, in un Figlio di Espressione Esplicativadi inedite Canzoni; e gli dai tutto ciò che Tusei e resti con tutto in te stesso e nel frutto deltuo generare in Figlio; Luce da Luce di lumi-nosa chiarezza del tuo stesso pensiero, e Figuradella tua sostanza, nel principio senza princi-pio del tuo esserti la Fecondità infinita che scop-pia, dal tanto essere, in Paternità generatrice,dando alla luce l’eterno Oriens, Verbo in scan-sione amorosa di esplicazione ridonativa, per ilmistero consustanziale del tuo generare divino;Figlio che stai generando e che sempre tienigenerato, come Unigenito, frutto della tua con-templazione.

«Jahvè mi ha detto: “Tu sei mio Figlio, Iooggi ti ho generato”».

«In principio era il Verbo, e il Verbo era pres-so Dio, e il Verbo era Dio; Egli era in princi-pio presso Dio».

«Il Figlio Unigenito, che è nel seno del Padre,Lui lo ha rivelato»3.

In tale fruizione amorosa di entrambi che, inamore ridonativo, fa sorgere, in espirazione amo-rosa di infinita Sapienza saputa in Esplicazionecanora in un solo atto di essere, lo Spirito Santo;Amore raggiante paterno-filiale di penetrante e

10

3 Sal 2, 7; Gv 1, 1. 18.

sapienziale sapienza, ricevuta dal Padre e dalFiglio; che abbraccia, in un idillio infinito, il mi-stero trascendente, consustanziale e trinitario del-l’essere, essuto dal Padre in sapienza amorosa diContemplazione, espresso dal Verbo, ed amato,come frutto di amore paterno-filiale, nello e dal-lo Spirito Santo; Bacio infinito del Padre e delFiglio in godimento felicissimo di FamigliaDivina.

Io conosco il trafiggeredi Colui che nel mio petto si annida,poiché, nella sua vita nascosta,sono riuscita a contemplare,fuori di quanto è di qua,nelle sue luci scintillanti accesa,quella scienza saputa dell’eccelsa Trinità.

E, per questo, la mia anima stracolmaha rigustato il gustareche avviene nel mio palpitare,quando mi inabisso nella Vita di quella Trina Unitàche, in amori compiaciuta,dall’altezza in cui essa abitami introduce nel suo godere.

Io so il mio Dio come ènel suo esseersi grandezza,poiché, innalzatadal potere della sua forza,

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E così fecondamente ed inesauribilmente telo sei, o Padre!, che irrompi, per la feconditàesuberante del tuo essere, essuto e possedutoda te nel tuo atto di vita ricolmo e saturo diDivinità, in un Figlio di Espressione Esplicativadi inedite Canzoni; e gli dai tutto ciò che Tusei e resti con tutto in te stesso e nel frutto deltuo generare in Figlio; Luce da Luce di lumi-nosa chiarezza del tuo stesso pensiero, e Figuradella tua sostanza, nel principio senza princi-pio del tuo esserti la Fecondità infinita che scop-pia, dal tanto essere, in Paternità generatrice,dando alla luce l’eterno Oriens, Verbo in scan-sione amorosa di esplicazione ridonativa, per ilmistero consustanziale del tuo generare divino;Figlio che stai generando e che sempre tienigenerato, come Unigenito, frutto della tua con-templazione.

«Jahvè mi ha detto: “Tu sei mio Figlio, Iooggi ti ho generato”».

«In principio era il Verbo, e il Verbo era pres-so Dio, e il Verbo era Dio; Egli era in princi-pio presso Dio».

«Il Figlio Unigenito, che è nel seno del Padre,Lui lo ha rivelato»3.

In tale fruizione amorosa di entrambi che, inamore ridonativo, fa sorgere, in espirazione amo-rosa di infinita Sapienza saputa in Esplicazionecanora in un solo atto di essere, lo Spirito Santo;Amore raggiante paterno-filiale di penetrante e

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3 Sal 2, 7; Gv 1, 1. 18.

sapienziale sapienza, ricevuta dal Padre e dalFiglio; che abbraccia, in un idillio infinito, il mi-stero trascendente, consustanziale e trinitario del-l’essere, essuto dal Padre in sapienza amorosa diContemplazione, espresso dal Verbo, ed amato,come frutto di amore paterno-filiale, nello e dal-lo Spirito Santo; Bacio infinito del Padre e delFiglio in godimento felicissimo di FamigliaDivina.

Io conosco il trafiggeredi Colui che nel mio petto si annida,poiché, nella sua vita nascosta,sono riuscita a contemplare,fuori di quanto è di qua,nelle sue luci scintillanti accesa,quella scienza saputa dell’eccelsa Trinità.

E, per questo, la mia anima stracolmaha rigustato il gustareche avviene nel mio palpitare,quando mi inabisso nella Vita di quella Trina Unitàche, in amori compiaciuta,dall’altezza in cui essa abitami introduce nel suo godere.

Io so il mio Dio come ènel suo esseersi grandezza,poiché, innalzatadal potere della sua forza,

11

mi introdusse nella sua dimora,nella profondità della sua fenditura.

E lì bevvi del torrentedella sua sapienziale sapienza,immersa nelle sue Sorgenti,in così acuta acutezzain cui mi mostrò il suo essersinelle sue maniere diverse.

Infinità di attributi erompono da quella Bellezza;essendosi Dio Uno e Trinoquanto può nella sua potenza,potendo tutto essereper la sua infinita eccellenza.

Io ho visto l’Essere sussisterein quell’istante che racchiudel’infinita Deitànella sua Trinità eccelsa;

al di fuori delle cose di qua,condotta dalla potenzadella sua coeterna bontà,e mossa nella sua forzaaffinché possa esprimerlo,come l’Eco della Chiesa,immersa nella realtàdella sua coeterna clemenza.

15-1-1977

E Dio –che ha in sé, da sé e per sé, tuttociò di cui potrebbe aver bisogno essuto e pos-

12

seduto in infinità di esserlo e di possederlo, sen-za che nessuno gli possa aumentare, togliere odiminuire la felicità essenziale che in gaudioeterno si è –, vuole, in un desiderio volitivo delsuo infinito potere, creare esseri che lo parte-cipino, per la manifestazione magnifica dellosplendore della sua gloria. «Facciamo l’uomo anostra immagine e somiglianza», «per diventarepartecipe della Natura divina»4.

E come in uno sperpero nell’effusione del suoamore, per creare creature che possano vivereper partecipazione del suo stesso gaudio in go-dimento eterno e felicità gloriosissima di comu-nicazione trinitaria, lo fa in un modo così infini-tamente trascendente che, nello stesso ed unicoSguardo che Dio si è e che, essendoselo, è la ra-gione d’essere dello stesso Dio, si guarda, con vo-lontà creatrice, in quello che a Lui fa essere Dio;

così intimamente, amorosamente e profon-damente, ed in modo così sorprendente, checrea l’uomo a immagine e somiglianza di ciòche Egli stesso si è e per cui se lo è, affinchépossa arrivare a possederlo in partecipazionefruitiva; rendendo così la creatura capace di es-sere Dio per partecipazione, figlio suo, erededella sua gloria, e pertanto, partecipe della stes-sa vita divina.

Per cui Dio, al creare la creatura razionalecapace di vivere della sua stessa vita per par-

13

4 Gn 1, 26; 2 Pt 1, 4.

mi introdusse nella sua dimora,nella profondità della sua fenditura.

E lì bevvi del torrentedella sua sapienziale sapienza,immersa nelle sue Sorgenti,in così acuta acutezzain cui mi mostrò il suo essersinelle sue maniere diverse.

Infinità di attributi erompono da quella Bellezza;essendosi Dio Uno e Trinoquanto può nella sua potenza,potendo tutto essereper la sua infinita eccellenza.

Io ho visto l’Essere sussisterein quell’istante che racchiudel’infinita Deitànella sua Trinità eccelsa;

al di fuori delle cose di qua,condotta dalla potenzadella sua coeterna bontà,e mossa nella sua forzaaffinché possa esprimerlo,come l’Eco della Chiesa,immersa nella realtàdella sua coeterna clemenza.

15-1-1977

E Dio –che ha in sé, da sé e per sé, tuttociò di cui potrebbe aver bisogno essuto e pos-

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seduto in infinità di esserlo e di possederlo, sen-za che nessuno gli possa aumentare, togliere odiminuire la felicità essenziale che in gaudioeterno si è –, vuole, in un desiderio volitivo delsuo infinito potere, creare esseri che lo parte-cipino, per la manifestazione magnifica dellosplendore della sua gloria. «Facciamo l’uomo anostra immagine e somiglianza», «per diventarepartecipe della Natura divina»4.

E come in uno sperpero nell’effusione del suoamore, per creare creature che possano vivereper partecipazione del suo stesso gaudio in go-dimento eterno e felicità gloriosissima di comu-nicazione trinitaria, lo fa in un modo così infini-tamente trascendente che, nello stesso ed unicoSguardo che Dio si è e che, essendoselo, è la ra-gione d’essere dello stesso Dio, si guarda, con vo-lontà creatrice, in quello che a Lui fa essere Dio;

così intimamente, amorosamente e profon-damente, ed in modo così sorprendente, checrea l’uomo a immagine e somiglianza di ciòche Egli stesso si è e per cui se lo è, affinchépossa arrivare a possederlo in partecipazionefruitiva; rendendo così la creatura capace di es-sere Dio per partecipazione, figlio suo, erededella sua gloria, e pertanto, partecipe della stes-sa vita divina.

Per cui Dio, al creare la creatura razionalecapace di vivere della sua stessa vita per par-

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4 Gn 1, 26; 2 Pt 1, 4.

tecipazione, per potervi plasmare in qualchemodo, pur infinitamente distante e distinto, lasua stessa ragione d’essere, si guarda in ciò cheEgli è e per cui se lo è. E così la creatura è im-magine in riverberazione di ciò che Dio è e delperché se lo è.

E siccome, l’essersi ciò che è, è ciò che aDio fa essere Dio, il plasmare in noi quell’im-magine di ciò che è e per quello che se lo è, èil motivo per cui ci rende capaci di essere «dèie figli dell’Altissimo»5 ed eredi della sua stessagloria.

Ed alla creatura razionale, creata con questacapacità, immagine della stessa realtà divina nelsuo perché, Dio infonde la grazia santificante,che la rende conforme ed adattabile a quellastessa realtà. E, creati con la capacità di poterpossedere Dio ed essere dèi per partecipazio-ne, per mezzo della grazia santificante possia-mo giungere a realizzare il fine per il quale Dioci creò a sua immagine e somiglianza.

Un solo Guardare Dio hain sussistente Guardare,che dal tanto essersi essuto,erompendo in fecondità,è la ragione sussistentedel suo essersi la Deità.

14

5 Sal 82, 6.

Un solo Guardare Dio ha.E quel solo Guardareche lo fa essersi Vitairrompendo in Trinità,per la sua potenza infinitache irrompe in volontàcoeterna, amorosaed infinita di creare,lo fa guardare verso fuori,e così potersi plasmarein esseri che lo possegganoper cantare le sue glorie.

Oh cos’è l’uomo nel pensiero divino, pre-destinato da tutta l’eternità alla sublimità eccel-sa di essere figlio di Dio; grazie all’effusione diColui che è buono, infinitamente buono e san-to!, e «ha bisogno», senza aver bisogno di nul-la per sé, di far felici altri esseri con la stessafelicità che Egli si ha nel gaudio divino e sa-crosanto della sua stessa vita.

Com’è felice Dio e com’è buono! che, inun’effusione traboccante della sua volontà, creaesseri affinché lo posseggano. Davanti a ciò,Dio stesso, senza poter godere altro che in sé,da sé e per sé, estrae dal suo gaudio essenzia-le un gaudio accidentale che lo fa godere amo-rosamente in infinita compiacenza, e ci crea asua immagine e somiglianza in un modo cosìsublime, che la creatura è elevata alla dignità

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tecipazione, per potervi plasmare in qualchemodo, pur infinitamente distante e distinto, lasua stessa ragione d’essere, si guarda in ciò cheEgli è e per cui se lo è. E così la creatura è im-magine in riverberazione di ciò che Dio è e delperché se lo è.

E siccome, l’essersi ciò che è, è ciò che aDio fa essere Dio, il plasmare in noi quell’im-magine di ciò che è e per quello che se lo è, èil motivo per cui ci rende capaci di essere «dèie figli dell’Altissimo»5 ed eredi della sua stessagloria.

Ed alla creatura razionale, creata con questacapacità, immagine della stessa realtà divina nelsuo perché, Dio infonde la grazia santificante,che la rende conforme ed adattabile a quellastessa realtà. E, creati con la capacità di poterpossedere Dio ed essere dèi per partecipazio-ne, per mezzo della grazia santificante possia-mo giungere a realizzare il fine per il quale Dioci creò a sua immagine e somiglianza.

Un solo Guardare Dio hain sussistente Guardare,che dal tanto essersi essuto,erompendo in fecondità,è la ragione sussistentedel suo essersi la Deità.

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5 Sal 82, 6.

Un solo Guardare Dio ha.E quel solo Guardareche lo fa essersi Vitairrompendo in Trinità,per la sua potenza infinitache irrompe in volontàcoeterna, amorosaed infinita di creare,lo fa guardare verso fuori,e così potersi plasmarein esseri che lo possegganoper cantare le sue glorie.

Oh cos’è l’uomo nel pensiero divino, pre-destinato da tutta l’eternità alla sublimità eccel-sa di essere figlio di Dio; grazie all’effusione diColui che è buono, infinitamente buono e san-to!, e «ha bisogno», senza aver bisogno di nul-la per sé, di far felici altri esseri con la stessafelicità che Egli si ha nel gaudio divino e sa-crosanto della sua stessa vita.

Com’è felice Dio e com’è buono! che, inun’effusione traboccante della sua volontà, creaesseri affinché lo posseggano. Davanti a ciò,Dio stesso, senza poter godere altro che in sé,da sé e per sé, estrae dal suo gaudio essenzia-le un gaudio accidentale che lo fa godere amo-rosamente in infinita compiacenza, e ci crea asua immagine e somiglianza in un modo cosìsublime, che la creatura è elevata alla dignità

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eccelsa di essere figlio di Dio ed erede dellasua gloria.

«Poiché quelli che Egli da sempre ha cono-sciuto li ha anche predestinati ad essere confor-mi all’immagine del Figlio suo, perché Egli siail primogenito tra molti fratelli; quelli poi cheha predestinati li ha anche chiamati; quelli cheha chiamati li ha anche giustificati; quelli cheha giustificati li ha anche glorificati»6.

Com’è felice Dio e com’è buono per il fatto diavere in sé la sua felicità e bontà infinite! E com’èfelice Dio e com’è buono perché si è voluto ma-nifestare com’è, e perché io sono la parte inte-grante e recettrice di questa manifestazione!

Che gioia che Dio, non solamente sia buo-no in sé, da sé e per sé, ma che abbia voluto,in un atto della sua volontà amorosa, pieno dimisericordia, manifestarlo verso fuori!

Per cui quando Dio ci creò, mise in noi ca-pacità immense, inesauribili, con esigenze dipienezze quasi infinite; poiché ci creò per sé,per il suo possesso, per la sua felicità e per ilsuo gaudio.

Ci fece corpo ed anima, e ci diede delle ca-pacità con le quali potessimo soddisfare l’esi-genza di possedere che Egli mise nel nostro es-sere.

16

6 Rm 8, 29-30.

È così meravigliosa, così ricca, così al di so-pra del nostro piccolo intendere la creazionedell’uomo, che, senza una luce soprannaturale,non potremmo neanche comprendere la suagrandezza.

Con le capacità dell’anima, l’uomo ha la pos-sibilità di possedere Dio, di addentrarsi nel suomistero, di vivere della sua stessa vita, di assa-porarlo nel suo stesso gaudio, di penetrarlo conla sua infinita Sapienza, di esprimerlo con lasua inesauribile Parola e di amarlo nelle fiam-me incandescenti ed infinite dello Spirito Santo.

L’uomo, per la sua vita di grazia, è capacedi vivere la stessa vita che Dio vive, in comu-nicazione intima con la Famiglia Divina, dentroil seno infinito della Trinità: «Entra nel gaudiodel tuo Signore»7, nella pienezza piena di quelFocolare eterno, per vivere per partecipazionein intimità di famiglia con lo stesso Dio!

Per questo io posso essere felice con lo stes-so gaudio di Dio, che mi creò, non perché lovedessi come uno spettacolo splendente eschiacciante, ma perché entrassi nel suo festi-no infinito e coeterno a vivere per partecipa-zione la stessa vita che Egli vive nella e permezzo della sua natura divina; perché lo con-templassi nella sua Sapienza, piena di gaudio edi felicità, piena di penetrazione e di profon-dità; e dal tanto contemplarlo nell’intimità giu-

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7 Mt 25, 21

eccelsa di essere figlio di Dio ed erede dellasua gloria.

«Poiché quelli che Egli da sempre ha cono-sciuto li ha anche predestinati ad essere confor-mi all’immagine del Figlio suo, perché Egli siail primogenito tra molti fratelli; quelli poi cheha predestinati li ha anche chiamati; quelli cheha chiamati li ha anche giustificati; quelli cheha giustificati li ha anche glorificati»6.

Com’è felice Dio e com’è buono per il fatto diavere in sé la sua felicità e bontà infinite! E com’èfelice Dio e com’è buono perché si è voluto ma-nifestare com’è, e perché io sono la parte inte-grante e recettrice di questa manifestazione!

Che gioia che Dio, non solamente sia buo-no in sé, da sé e per sé, ma che abbia voluto,in un atto della sua volontà amorosa, pieno dimisericordia, manifestarlo verso fuori!

Per cui quando Dio ci creò, mise in noi ca-pacità immense, inesauribili, con esigenze dipienezze quasi infinite; poiché ci creò per sé,per il suo possesso, per la sua felicità e per ilsuo gaudio.

Ci fece corpo ed anima, e ci diede delle ca-pacità con le quali potessimo soddisfare l’esi-genza di possedere che Egli mise nel nostro es-sere.

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6 Rm 8, 29-30.

È così meravigliosa, così ricca, così al di so-pra del nostro piccolo intendere la creazionedell’uomo, che, senza una luce soprannaturale,non potremmo neanche comprendere la suagrandezza.

Con le capacità dell’anima, l’uomo ha la pos-sibilità di possedere Dio, di addentrarsi nel suomistero, di vivere della sua stessa vita, di assa-porarlo nel suo stesso gaudio, di penetrarlo conla sua infinita Sapienza, di esprimerlo con lasua inesauribile Parola e di amarlo nelle fiam-me incandescenti ed infinite dello Spirito Santo.

L’uomo, per la sua vita di grazia, è capacedi vivere la stessa vita che Dio vive, in comu-nicazione intima con la Famiglia Divina, dentroil seno infinito della Trinità: «Entra nel gaudiodel tuo Signore»7, nella pienezza piena di quelFocolare eterno, per vivere per partecipazionein intimità di famiglia con lo stesso Dio!

Per questo io posso essere felice con lo stes-so gaudio di Dio, che mi creò, non perché lovedessi come uno spettacolo splendente eschiacciante, ma perché entrassi nel suo festi-no infinito e coeterno a vivere per partecipa-zione la stessa vita che Egli vive nella e permezzo della sua natura divina; perché lo con-templassi nella sua Sapienza, piena di gaudio edi felicità, piena di penetrazione e di profon-dità; e dal tanto contemplarlo nell’intimità giu-

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7 Mt 25, 21

bilante del suo essere, guardandolo nella lucedei suoi occhi e introducendomi nelle divinepupille del suo guardare eterno, sapessi –nelsenso di assaporare–, in un assaporamento cheè vita, la perfezione infinita della pienezza, del-la completezza, della beltà e della ricchezzaeterna che Egli stesso si è in sé, da sé e per sé.

Nel crearmi Dio, per una compiacenza delsuo amore e per un’effusione della sua bontà,ad immagine della sua stessa perfezione e per-ché lo possedessi, mi rese capace di entrarenella Contemplazione saporosa della sua vita,e rimanendo soggiogata e rapita dalla bellezzadel suo volto, fossi trasformata in Lui.

E, prorompendo in espressione con il Verboe rivolta verso Dio, esprimessi, nella mia mi-sura, con la stessa Parola del Padre, la sua ric-chissima, eterna ed infinita perfezione, sen-tendomi Parola, espressione, manifestazionegiubilante che ha bisogno di cantare, in un idil-lio di amore, lo stesso Amore Infinito.

E, davanti all’assaporamento di ciò che avreicontemplato ed avrei espresso, bruciassi nell’a-more dello Spirito Santo. «E noi tutti, a viso sco-perto, riflettendo come in uno specchio la glo-ria del Signore, veniamo trasformati in quellamedesima immagine, di gloria in gloria, secon-do l’azione dello Spirito del Signore.»8.

18

8 2 Cor 3, 18.

E così vivessi con Dio mediante la mia vitadi grazia la stessa vita che Egli vive nell’intimitàdel suo Focolare; qui in fede, e nel giorno fe-licissimo dell’eternità, nella luce gloriosa deibeati.

Com’è buono Dio, e com’è santo! che, quan-do mi creò come manifestazione della suabontà amorosa, in un’effusione della sua dona-zione verso fuori, mi rese capace non solo diconoscerlo, non solo di vederlo, non solo dicontemplarlo, ma mi diede la possibilità diguardarlo con la sua stessa Vista, di cantarlocon la sua stessa Bocca, con la sua stessaParola, con la sua stessa Espressione, e di amar-lo con lo stesso Amore con cui Egli si ama: loSpirito Santo, Persona amore del Padre e delFiglio in Bacio infinito di fruizione in carità eter-na; in modo tale che potessi vivere la sua vita,che è conoscersi, esprimersi ed amarsi, nellacomunicazione familiare e felicissima della suavita trinitaria!

Che ha potuto fare il Creatore, per l’uomo,che non abbia fatto? Come potrà capire la men-te umana che quest’uomo sia capace di entra-re dentro Dio, di essere Dio per partecipazio-ne, figlio dell’Infinito e ricolmo con la pienezzapiena del gaudio eterno?

Che gioia, che giubilo per l’uomo, che, nellostesso momento in cui viene creato, si trova ri-volto verso il suo Creatore, con delle caverne im-mense in necessità di riempimento dell’Eterno!Giacché l’uomo, creatura a distanza infinita dal-

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bilante del suo essere, guardandolo nella lucedei suoi occhi e introducendomi nelle divinepupille del suo guardare eterno, sapessi –nelsenso di assaporare–, in un assaporamento cheè vita, la perfezione infinita della pienezza, del-la completezza, della beltà e della ricchezzaeterna che Egli stesso si è in sé, da sé e per sé.

Nel crearmi Dio, per una compiacenza delsuo amore e per un’effusione della sua bontà,ad immagine della sua stessa perfezione e per-ché lo possedessi, mi rese capace di entrarenella Contemplazione saporosa della sua vita,e rimanendo soggiogata e rapita dalla bellezzadel suo volto, fossi trasformata in Lui.

E, prorompendo in espressione con il Verboe rivolta verso Dio, esprimessi, nella mia mi-sura, con la stessa Parola del Padre, la sua ric-chissima, eterna ed infinita perfezione, sen-tendomi Parola, espressione, manifestazionegiubilante che ha bisogno di cantare, in un idil-lio di amore, lo stesso Amore Infinito.

E, davanti all’assaporamento di ciò che avreicontemplato ed avrei espresso, bruciassi nell’a-more dello Spirito Santo. «E noi tutti, a viso sco-perto, riflettendo come in uno specchio la glo-ria del Signore, veniamo trasformati in quellamedesima immagine, di gloria in gloria, secon-do l’azione dello Spirito del Signore.»8.

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8 2 Cor 3, 18.

E così vivessi con Dio mediante la mia vitadi grazia la stessa vita che Egli vive nell’intimitàdel suo Focolare; qui in fede, e nel giorno fe-licissimo dell’eternità, nella luce gloriosa deibeati.

Com’è buono Dio, e com’è santo! che, quan-do mi creò come manifestazione della suabontà amorosa, in un’effusione della sua dona-zione verso fuori, mi rese capace non solo diconoscerlo, non solo di vederlo, non solo dicontemplarlo, ma mi diede la possibilità diguardarlo con la sua stessa Vista, di cantarlocon la sua stessa Bocca, con la sua stessaParola, con la sua stessa Espressione, e di amar-lo con lo stesso Amore con cui Egli si ama: loSpirito Santo, Persona amore del Padre e delFiglio in Bacio infinito di fruizione in carità eter-na; in modo tale che potessi vivere la sua vita,che è conoscersi, esprimersi ed amarsi, nellacomunicazione familiare e felicissima della suavita trinitaria!

Che ha potuto fare il Creatore, per l’uomo,che non abbia fatto? Come potrà capire la men-te umana che quest’uomo sia capace di entra-re dentro Dio, di essere Dio per partecipazio-ne, figlio dell’Infinito e ricolmo con la pienezzapiena del gaudio eterno?

Che gioia, che giubilo per l’uomo, che, nellostesso momento in cui viene creato, si trova ri-volto verso il suo Creatore, con delle caverne im-mense in necessità di riempimento dell’Eterno!Giacché l’uomo, creatura a distanza infinita dal-

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l’Essere trascendente, è creato, non per contem-plarlo da lontano, non per entrare nella sua casacome invitato di onore, bensì per vivere nellaprofondità profonda e recondita del seno dellaTrinità, per tuffarsi e saturarsi nelle sue infiniteperfezioni, per inebriarsi nelle correnti di quelladivina Sorgente di acque vive che zampillano perla vita eterna. «Chi ha sete venga; chi vuole attin-ga gratuitamente l’acqua della vita»9.

Grazie, Signore…! Grazie, Signore…! Grazie,Signore…!, perché ci hai dato per grazia, perpartecipazione, ciò che Tu sei ed hai per na-tura! A che dobbiamo l’essere stati creati per vi-vere la stessa vita che Dio vive, per godere nelsuo stesso gaudio, per assaporare nel suo stes-so assaporamento, per cantarlo nella sua stes-sa Canzone e per amarlo nel suo stesso Fuoco?Come ringrazieremo Dio di ciò che ha fatto connoi? Che faremo con il suo regalo infinito?Come corrispondergli?

Infatti, non solo ci ha introdotto nella suavita facendoci partecipare della sua attività eter-na, ma, inoltre, ci ha creati affinché parteci-passimo delle infinite perfezioni del suo esse-re. Per cui ha posto in noi capacità ed esigenzequasi infinite di bellezza, di ricchezza, di beltà,di possesso, di felicità e di amore, che Egliavrebbe saziato con la partecipazione della suaricchezza e, così, saremmo stati belli con la suabellezza, felici con la sua felicità e ricolmi con

20

9 Ap 22, 17.

la pienezza partecipativa della sua stessa Divi-nità.

E Dio ha pure dato all’uomo delle capacitàdi possedere tutta la creazione, in tal modo chelo fece più perfetto di tutta la creazione stessa:re, dominatore, contensore e ricapitolatore ditutta essa; per abbracciare, tenere e contenereplasmata in sé in qualche modo l’esuberante,pletorica e variatissima ricchezza della creazio-ne intera, che soltanto può essere scoperta, co-nosciuta e penetrata assaporabilmente attraver-so i doni dello Spirito Santo.

E l’uomo è capace di interpretare, scoprire,manifestare e dare senso a questa realtà splen-dente che, come manifestazione della perfezio-ne infinita, esprime la gloria di Dio.

Quale pienezza di sfumature! Quale immen-sità di ricchezze quelle dell’universo! Che pro-fondità quella della sua scoperta!

La creazione intera è un grido che, scop-piando in perfezioni, esprime qualcosa, nella suamaniera finita di essere, dell’infinità esuberantedella perfezione dell’essere di Dio.

Milioni e milioni di foglioline degli alberi...!Milioni di creature che, nel loro canto e a loromodo, manifestano le grandezze dell’Eterno: ilruggito del mare..., l’immensità dei boschi..., lagrandezza del firmamento nella sua diversitàquasi infinita di mondi..., l’ordine dell’univer-so..., il ruggito del vento..., il cantico dell’uc-

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l’Essere trascendente, è creato, non per contem-plarlo da lontano, non per entrare nella sua casacome invitato di onore, bensì per vivere nellaprofondità profonda e recondita del seno dellaTrinità, per tuffarsi e saturarsi nelle sue infiniteperfezioni, per inebriarsi nelle correnti di quelladivina Sorgente di acque vive che zampillano perla vita eterna. «Chi ha sete venga; chi vuole attin-ga gratuitamente l’acqua della vita»9.

Grazie, Signore…! Grazie, Signore…! Grazie,Signore…!, perché ci hai dato per grazia, perpartecipazione, ciò che Tu sei ed hai per na-tura! A che dobbiamo l’essere stati creati per vi-vere la stessa vita che Dio vive, per godere nelsuo stesso gaudio, per assaporare nel suo stes-so assaporamento, per cantarlo nella sua stes-sa Canzone e per amarlo nel suo stesso Fuoco?Come ringrazieremo Dio di ciò che ha fatto connoi? Che faremo con il suo regalo infinito?Come corrispondergli?

Infatti, non solo ci ha introdotto nella suavita facendoci partecipare della sua attività eter-na, ma, inoltre, ci ha creati affinché parteci-passimo delle infinite perfezioni del suo esse-re. Per cui ha posto in noi capacità ed esigenzequasi infinite di bellezza, di ricchezza, di beltà,di possesso, di felicità e di amore, che Egliavrebbe saziato con la partecipazione della suaricchezza e, così, saremmo stati belli con la suabellezza, felici con la sua felicità e ricolmi con

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9 Ap 22, 17.

la pienezza partecipativa della sua stessa Divi-nità.

E Dio ha pure dato all’uomo delle capacitàdi possedere tutta la creazione, in tal modo chelo fece più perfetto di tutta la creazione stessa:re, dominatore, contensore e ricapitolatore ditutta essa; per abbracciare, tenere e contenereplasmata in sé in qualche modo l’esuberante,pletorica e variatissima ricchezza della creazio-ne intera, che soltanto può essere scoperta, co-nosciuta e penetrata assaporabilmente attraver-so i doni dello Spirito Santo.

E l’uomo è capace di interpretare, scoprire,manifestare e dare senso a questa realtà splen-dente che, come manifestazione della perfezio-ne infinita, esprime la gloria di Dio.

Quale pienezza di sfumature! Quale immen-sità di ricchezze quelle dell’universo! Che pro-fondità quella della sua scoperta!

La creazione intera è un grido che, scop-piando in perfezioni, esprime qualcosa, nella suamaniera finita di essere, dell’infinità esuberantedella perfezione dell’essere di Dio.

Milioni e milioni di foglioline degli alberi...!Milioni di creature che, nel loro canto e a loromodo, manifestano le grandezze dell’Eterno: ilruggito del mare..., l’immensità dei boschi..., lagrandezza del firmamento nella sua diversitàquasi infinita di mondi..., l’ordine dell’univer-so..., il ruggito del vento..., il cantico dell’uc-

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cello..., la semplicità del fiore..., lo splendoredel tuono..., il sibilo della brezza..., il silenziodella notte..., la bellezza della luce...! Tutto vaesprimendo, nel suo modo di essere, nel suostile, la terribilità dell’Eterno nella sua maestàsemplicissima di concerto d’amore!

E la creazione intera e tutte le creaturine perquanto sembrino piccole ed insignificanti, han-no in sé la sapienza del Padre che le fece cosìbelle, essendo con il Verbo espressione dellaricchezza divina, realizzata mediante l’amoredello Spirito Santo che si riflette nella diversitàincontabile di tutte e di ciascuna delle creatu-rine dell’universo. E tutta la creazione è un gri-do di espressione e manifestazione delle gran-dezze di Dio.

Come si riflette in tutta la creazione l’im-mensità del Creatore! Come si manifestano lesue ricchissime perfezioni! «Stolti per naturasono tutti gli uomini che vivono nell’ignoranzadi Dio e dai beni visibili non riconobbero “Colui-che-È”, non riconobbero l’Artefice, pur conside-randone le opere… Difatti dalla grandezza e bel-lezza delle creature, per analogia si conoscel’Autore. Essi sono dunque inescusabili»10.

In tutta la creazione, Dio è andato effon-dendosi nel suo splendore infinito, nel suo po-tere, nella sua forza, nella sua bellezza, nellasua ricchezza, rendendola tutta un’esplicazionecanora che lo riflettesse.

22

10 Sap 13, 1. 5; Rm 1, 21.

La creazione intera sta gridando: «Dio», staesprimendo: «Infinità»! Tutta la creazione, inmodo finito, sta cantando l’Infinito. «I cieli nar-rano la gloria di Dio, e l’opera delle sue maniannunzia il firmamento»11.

Tutte le cose van cantando la vita del mioDio; tutto va esprimendo nel Verbo, nella suainfinita Espressione, l’inesauribile canto dell’es-sersi del mio Signore...

Su, cantino i fiori, l’aria con il suo rumore,il mare con le sue onde impetuose...!; che tut-to vada spiegando, nel suo essersi spiegazione,nel suo idillio di vita, la sua sola canzone diDio!

Tutte le cose create mi vanno cantando ilmio Dio. Tutto, nel suo essere creato, uscendodal Creatore, in uno scoppio di vita, dice la glo-ria di Dio.

Vengano…! Vengano tutti i poeti, e perfinoil medesimo Salomone, vediamo se fanno unpoema come quello che il mio Dio creò…!

Tacete, tacete, uccellini…!; zittite tutti la vo-stra voce…!; poiché, udendo il loro concerto,soltanto espressione del mio Dio, restando atrascendere, voglio il silenzio di Dio…

Tacete, tacete, fiorellini! Non interrompetequesta unione che, tra la mia anima ed il Verbo,ha fuso lo stesso Dio…!

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11 Sal 18, 2.

cello..., la semplicità del fiore..., lo splendoredel tuono..., il sibilo della brezza..., il silenziodella notte..., la bellezza della luce...! Tutto vaesprimendo, nel suo modo di essere, nel suostile, la terribilità dell’Eterno nella sua maestàsemplicissima di concerto d’amore!

E la creazione intera e tutte le creaturine perquanto sembrino piccole ed insignificanti, han-no in sé la sapienza del Padre che le fece cosìbelle, essendo con il Verbo espressione dellaricchezza divina, realizzata mediante l’amoredello Spirito Santo che si riflette nella diversitàincontabile di tutte e di ciascuna delle creatu-rine dell’universo. E tutta la creazione è un gri-do di espressione e manifestazione delle gran-dezze di Dio.

Come si riflette in tutta la creazione l’im-mensità del Creatore! Come si manifestano lesue ricchissime perfezioni! «Stolti per naturasono tutti gli uomini che vivono nell’ignoranzadi Dio e dai beni visibili non riconobbero “Colui-che-È”, non riconobbero l’Artefice, pur conside-randone le opere… Difatti dalla grandezza e bel-lezza delle creature, per analogia si conoscel’Autore. Essi sono dunque inescusabili»10.

In tutta la creazione, Dio è andato effon-dendosi nel suo splendore infinito, nel suo po-tere, nella sua forza, nella sua bellezza, nellasua ricchezza, rendendola tutta un’esplicazionecanora che lo riflettesse.

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10 Sap 13, 1. 5; Rm 1, 21.

La creazione intera sta gridando: «Dio», staesprimendo: «Infinità»! Tutta la creazione, inmodo finito, sta cantando l’Infinito. «I cieli nar-rano la gloria di Dio, e l’opera delle sue maniannunzia il firmamento»11.

Tutte le cose van cantando la vita del mioDio; tutto va esprimendo nel Verbo, nella suainfinita Espressione, l’inesauribile canto dell’es-sersi del mio Signore...

Su, cantino i fiori, l’aria con il suo rumore,il mare con le sue onde impetuose...!; che tut-to vada spiegando, nel suo essersi spiegazione,nel suo idillio di vita, la sua sola canzone diDio!

Tutte le cose create mi vanno cantando ilmio Dio. Tutto, nel suo essere creato, uscendodal Creatore, in uno scoppio di vita, dice la glo-ria di Dio.

Vengano…! Vengano tutti i poeti, e perfinoil medesimo Salomone, vediamo se fanno unpoema come quello che il mio Dio creò…!

Tacete, tacete, uccellini…!; zittite tutti la vo-stra voce…!; poiché, udendo il loro concerto,soltanto espressione del mio Dio, restando atrascendere, voglio il silenzio di Dio…

Tacete, tacete, fiorellini! Non interrompetequesta unione che, tra la mia anima ed il Verbo,ha fuso lo stesso Dio…!

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11 Sal 18, 2.

Ché io mi sento immersa nell’essersi del mioDio, cantando tutta la sua vita nella sua stessaEsplicazione…!

Che tacciano le armonie…! Che non si sen-ta la loro voce…! Ché interrompono il concer-to che sto udendo nel mio Dio…!

Tutto il mio Dio è silenzio…! Silenzio inEsplicazione, nell’essersi silenzioso di così si-lenziosa Voce, che, dal tanto essere silenzio l’es-sere eterno di Dio, erompe, per il suo essersieterno, in sublime Esplicazione…!

Esplicazione che, in silenzio, dice l’essere delmio Signore, in così intimo silenzio, che è insilenzio la sua Voce!

Oh, che essere così silenzioso è l’essersi delmio Dio…! Io ho ormai trovato il mio silenzionel tuo esserti, mio Signore, nel tuo esserti si-lenzioso silenziosa Esplicazione che dice, inuna Parola, l’essersi eterno di Dio…!

Ah, che scoppio di vita è l’essersi del mioDio…! È tutto vita feconda! È tutto amore inCanzone…! E per Lui tutte le cose, per il fattodi essersi Egli l’Espressione, sono state fatte adimmagine della sua stessa perfezione!

Oh, che creazione suprema è uscita da que-sta Voce, come esplicazione finita dello stessoessersi di Dio…!

Uomo, creato per dare senso alla creazione,per essere la voce che risponda a nome di tut-ta essa davanti al Creatore...! Tutta la creazione

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è in attesa che tu glorifichi Dio a nome suo.Perché Dio, quando formò le creature irrazio-nali, le fece per l’uomo, per il suo godimento,per il suo possesso, per il suo gaudio; e perquesto le creò senza voce, senza intelletto, af-finché l’uomo, essendo voce ed interprete ditutte, desse a queste il loro vero senso di fron-te a Dio e di fronte agli stessi uomini.

«Creature tutte del Signore, benedite il Signo-re, lodatelo ed esaltatelo nei secoli… Benediteil Signore, voi tutte opere sue, in ogni luogodel suo dominio»12.

Anima dell’uomo, così grande, così trascen-dente, creata per lo stesso Dio, per possederelo stesso Infinito nel modo in cui Egli si pos-siede e nella maniera in cui Egli si vive, e cosìavere, partecipare e possedere per grazia ciòche Egli ha per natura...!

Dio ti ha regalato i suoi doni di sapienza, discienza, di fortezza… Affinché tu fossi capace,con il dono di sapienza, di possedere Lui; conil dono di scienza, di dominare, di possederee di dare senso a tutta la creazione...; e comefrutto del possesso di Dio e del possesso per-fetto pure delle cose, tu vivessi ricolmo nellapace, nel gaudio, nell’attesa, nella pienezza enella gioia dell’inserimento completo dei pianidi Dio, di fronte a Lui e di fronte alle creatu-re.

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12 Dn 3, 57; Sal 102, 22.

Ché io mi sento immersa nell’essersi del mioDio, cantando tutta la sua vita nella sua stessaEsplicazione…!

Che tacciano le armonie…! Che non si sen-ta la loro voce…! Ché interrompono il concer-to che sto udendo nel mio Dio…!

Tutto il mio Dio è silenzio…! Silenzio inEsplicazione, nell’essersi silenzioso di così si-lenziosa Voce, che, dal tanto essere silenzio l’es-sere eterno di Dio, erompe, per il suo essersieterno, in sublime Esplicazione…!

Esplicazione che, in silenzio, dice l’essere delmio Signore, in così intimo silenzio, che è insilenzio la sua Voce!

Oh, che essere così silenzioso è l’essersi delmio Dio…! Io ho ormai trovato il mio silenzionel tuo esserti, mio Signore, nel tuo esserti si-lenzioso silenziosa Esplicazione che dice, inuna Parola, l’essersi eterno di Dio…!

Ah, che scoppio di vita è l’essersi del mioDio…! È tutto vita feconda! È tutto amore inCanzone…! E per Lui tutte le cose, per il fattodi essersi Egli l’Espressione, sono state fatte adimmagine della sua stessa perfezione!

Oh, che creazione suprema è uscita da que-sta Voce, come esplicazione finita dello stessoessersi di Dio…!

Uomo, creato per dare senso alla creazione,per essere la voce che risponda a nome di tut-ta essa davanti al Creatore...! Tutta la creazione

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è in attesa che tu glorifichi Dio a nome suo.Perché Dio, quando formò le creature irrazio-nali, le fece per l’uomo, per il suo godimento,per il suo possesso, per il suo gaudio; e perquesto le creò senza voce, senza intelletto, af-finché l’uomo, essendo voce ed interprete ditutte, desse a queste il loro vero senso di fron-te a Dio e di fronte agli stessi uomini.

«Creature tutte del Signore, benedite il Signo-re, lodatelo ed esaltatelo nei secoli… Benediteil Signore, voi tutte opere sue, in ogni luogodel suo dominio»12.

Anima dell’uomo, così grande, così trascen-dente, creata per lo stesso Dio, per possederelo stesso Infinito nel modo in cui Egli si pos-siede e nella maniera in cui Egli si vive, e cosìavere, partecipare e possedere per grazia ciòche Egli ha per natura...!

Dio ti ha regalato i suoi doni di sapienza, discienza, di fortezza… Affinché tu fossi capace,con il dono di sapienza, di possedere Lui; conil dono di scienza, di dominare, di possederee di dare senso a tutta la creazione...; e comefrutto del possesso di Dio e del possesso per-fetto pure delle cose, tu vivessi ricolmo nellapace, nel gaudio, nell’attesa, nella pienezza enella gioia dell’inserimento completo dei pianidi Dio, di fronte a Lui e di fronte alle creatu-re.

25

12 Dn 3, 57; Sal 102, 22.

In questo modo al principio Dio creò l’uo-mo, con queste capacità quasi infinite di fron-te a Lui, e con queste capacità immense, di do-minio dell’intelletto, di fronte alla creazione: el’uomo è il re dominatore di tutta essa, che lapenetrava intuendo le profondità dei suoi se-greti, e la dominava sottomettendola sotto losgabello dei suoi piedi. Per cui era capace discoprire in essa il suo vero senso ed il perchédella sua ricchezza, di tutte e di ciascuna del-le sue creature.

Per questo l’uomo, al principio dei tempi,nel Paradiso terrestre, seppe dare ad ogni cosail suo vero senso con la luce dello Spirito Santoche, ricolmandolo con i suoi doni e i suoi frut-ti, lo faceva essere felice, senza desiderare nul-la, senza ambire nulla, in attesa serena e amo-rosa del giorno dell’incontro definitivo, inchiara luce, con la Divina Sapienza, nel suo ab-braccio di eternità.

Era così felice che, come vediamo nellaGenesi, Dio scendeva «alla brezza del giorno» aparlare con lui. Con ciò, l’autore sacro tenta didescriverci la comunicazione amichevole, intima,in cui l’uomo viveva in relazione a Dio. E ci de-scrive, inoltre, come viveva tra gli animali fero-ci, senza doversi difendere da loro, ma essendoil loro dominatore. E comproviamo come ilCreatore, nel vedersi riflesso nelle sue creature,ne godeva: «Dio vide che tutto era buono»13.

26

13 Gen 1, 10. 31.

Nell’inserimento della volontà divina, l’uomoera felice con Dio e Dio godeva con l’uomo.Questi aveva tutto quello di cui aveva bisogno,in pienezza. Nulla, nulla ha potuto appetire l’es-sere creato da Dio che l’Infinito non gli abbiadato per grazia, e che non gli avrebbe conces-so un giorno non lontano in luce di eternità. Etutto era felicità, tutto era luce, tutto era pace...!

Finché un giorno la mente dell’uomo si of-fuscò, come Lucifero, davanti alla stessa gran-dezza che Dio aveva operato in lui.

Dio fece vedere all’uomo ciò che Egli era insé, da sé e per sé, come Principio di ogni es-sere, come Increato di fronte alla creatura, ma-nifestandogli: questo sono Io, questo ho fattocon te. Riconosci che Io sono di per me e chetu sei ciò che sei di per me. Tutto ciò che Ioho, di per me, in me e per me lo sono; tuttociò che tu sei ed hai, da me lo hai ricevutocome manifestazione del mio amore infinitoverso di te. Riconoscilo!

E l’uomo guardò Dio, e lo vide così splen-dente, così ricco, che cadendo soggiogato, pie-no di riverente rispetto, in ridonazione di gra-titudine e di amore, lo adorò!

Ma guardò se stesso e si vide riflesso vivodi Dio, manifestazione delle sue infinite perfe-zioni; si vide Dio per partecipazione, re dellacreazione, dominatore, suo possessore, felice...

27

In questo modo al principio Dio creò l’uo-mo, con queste capacità quasi infinite di fron-te a Lui, e con queste capacità immense, di do-minio dell’intelletto, di fronte alla creazione: el’uomo è il re dominatore di tutta essa, che lapenetrava intuendo le profondità dei suoi se-greti, e la dominava sottomettendola sotto losgabello dei suoi piedi. Per cui era capace discoprire in essa il suo vero senso ed il perchédella sua ricchezza, di tutte e di ciascuna del-le sue creature.

Per questo l’uomo, al principio dei tempi,nel Paradiso terrestre, seppe dare ad ogni cosail suo vero senso con la luce dello Spirito Santoche, ricolmandolo con i suoi doni e i suoi frut-ti, lo faceva essere felice, senza desiderare nul-la, senza ambire nulla, in attesa serena e amo-rosa del giorno dell’incontro definitivo, inchiara luce, con la Divina Sapienza, nel suo ab-braccio di eternità.

Era così felice che, come vediamo nellaGenesi, Dio scendeva «alla brezza del giorno» aparlare con lui. Con ciò, l’autore sacro tenta didescriverci la comunicazione amichevole, intima,in cui l’uomo viveva in relazione a Dio. E ci de-scrive, inoltre, come viveva tra gli animali fero-ci, senza doversi difendere da loro, ma essendoil loro dominatore. E comproviamo come ilCreatore, nel vedersi riflesso nelle sue creature,ne godeva: «Dio vide che tutto era buono»13.

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13 Gen 1, 10. 31.

Nell’inserimento della volontà divina, l’uomoera felice con Dio e Dio godeva con l’uomo.Questi aveva tutto quello di cui aveva bisogno,in pienezza. Nulla, nulla ha potuto appetire l’es-sere creato da Dio che l’Infinito non gli abbiadato per grazia, e che non gli avrebbe conces-so un giorno non lontano in luce di eternità. Etutto era felicità, tutto era luce, tutto era pace...!

Finché un giorno la mente dell’uomo si of-fuscò, come Lucifero, davanti alla stessa gran-dezza che Dio aveva operato in lui.

Dio fece vedere all’uomo ciò che Egli era insé, da sé e per sé, come Principio di ogni es-sere, come Increato di fronte alla creatura, ma-nifestandogli: questo sono Io, questo ho fattocon te. Riconosci che Io sono di per me e chetu sei ciò che sei di per me. Tutto ciò che Ioho, di per me, in me e per me lo sono; tuttociò che tu sei ed hai, da me lo hai ricevutocome manifestazione del mio amore infinitoverso di te. Riconoscilo!

E l’uomo guardò Dio, e lo vide così splen-dente, così ricco, che cadendo soggiogato, pie-no di riverente rispetto, in ridonazione di gra-titudine e di amore, lo adorò!

Ma guardò se stesso e si vide riflesso vivodi Dio, manifestazione delle sue infinite perfe-zioni; si vide Dio per partecipazione, re dellacreazione, dominatore, suo possessore, felice...

27

E, o pazzia della mente della creatura difronte al Creatore!, si credette sufficiente, comeDio, e, in un delirio d’inimmaginabile insensa-tezza e follia, rivolgendosi al suo Creatore ri-spose: non mi sottometterò al tuo piano!

Terribile momento...!, rabbrividente...!; tantoincomprensibile quanto assurdo...! Con questo«no» mostruoso, l’uomo aveva rotto i piani diDio su di sé, come li aveva rotti Lucifero. «Essiin Adamo hanno violato l’alleanza, ecco dovemi hanno tradito»14.

L’uomo torna nuovamente a guardare Dio e,o sorpresa!, lo ha perso...! E, perdendolo, è ri-masto senza senso, senza ragion d’essere. Locerca e non lo trova, perché, con il suo «no»rabbrividente di superbia piena di sufficienza,Dio lo lasciò solo e, andandosene, se ne andòcon tutti i suoi doni. E l’uomo restò oscuratoper essersi ribellato contro Dio per la sua su-perbia; la quale oscura la sua mente lascian-dolo in tenebre di sconcertante amarezza, innotti di morte e di terribile e tenebrosa deso-lazione. E nel guardarsi l’uomo si trova senzala sapienza che illuminava e riempiva il suo es-sere dando senso a tutta la sua vita, senzascienza, senza doni, senza frutti, senza gaudio,senza possesso dell’Infinito, senza ragion d’es-sere...! Non avrebbe mai più potuto possedereDio! Non poteva ormai contemplare con ilPadre la sua infinita perfezione...! Mai più

28

14 Os 6, 7.

avrebbe espresso con il Verbo la canzone infi-nita dell’Amore eterno...! Mai più avrebbe sa-puto di possesso di Spirito Santo...! Ha persoDio e lo ha perso per sempre..., per sempre...!E con Lui, ha perso tutto!

Quest’uomo, nell’angoscia terribile della per-dita del Bene amato, si rivolge alla creazioneper chiederle aiuto, e sperimenta il «no» di tut-ta essa che gli dice: «non ti servirò», e che glisi ribella; e l’uomo sperimenta che ha perso ilsuo dominio e che la creazione, in segno diprotesta, ormai non gli si sottomette.

Poveretto uomo...! Che cosa farà adesso?Giacché tutta questa creazione esuberante, col-ma di pienezza, di vita, di giovinezza, è rima-sta in silenzio e senza senso, avendo rotto l’uo-mo il piano di Dio di essere egli la sua vocein esplicazione di risposta al Creatore; poichéormai non ha più chi esprima la perfezione del-la sua ricchezza, giacché, da questo momento,la mente dell’uomo, offuscata, dà alla sua pro-pria vita e a tutte le creature un senso diversoda quello che hanno.

Ormai l’uomo è conoscitore per esperienza,non solo della scienza del bene, ma anche del-la scienza del male!

Terribile situazione quella dell’uomo!, rab-brividente...!, che sperimenta che le sue proprie

29

E, o pazzia della mente della creatura difronte al Creatore!, si credette sufficiente, comeDio, e, in un delirio d’inimmaginabile insensa-tezza e follia, rivolgendosi al suo Creatore ri-spose: non mi sottometterò al tuo piano!

Terribile momento...!, rabbrividente...!; tantoincomprensibile quanto assurdo...! Con questo«no» mostruoso, l’uomo aveva rotto i piani diDio su di sé, come li aveva rotti Lucifero. «Essiin Adamo hanno violato l’alleanza, ecco dovemi hanno tradito»14.

L’uomo torna nuovamente a guardare Dio e,o sorpresa!, lo ha perso...! E, perdendolo, è ri-masto senza senso, senza ragion d’essere. Locerca e non lo trova, perché, con il suo «no»rabbrividente di superbia piena di sufficienza,Dio lo lasciò solo e, andandosene, se ne andòcon tutti i suoi doni. E l’uomo restò oscuratoper essersi ribellato contro Dio per la sua su-perbia; la quale oscura la sua mente lascian-dolo in tenebre di sconcertante amarezza, innotti di morte e di terribile e tenebrosa deso-lazione. E nel guardarsi l’uomo si trova senzala sapienza che illuminava e riempiva il suo es-sere dando senso a tutta la sua vita, senzascienza, senza doni, senza frutti, senza gaudio,senza possesso dell’Infinito, senza ragion d’es-sere...! Non avrebbe mai più potuto possedereDio! Non poteva ormai contemplare con ilPadre la sua infinita perfezione...! Mai più

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14 Os 6, 7.

avrebbe espresso con il Verbo la canzone infi-nita dell’Amore eterno...! Mai più avrebbe sa-puto di possesso di Spirito Santo...! Ha persoDio e lo ha perso per sempre..., per sempre...!E con Lui, ha perso tutto!

Quest’uomo, nell’angoscia terribile della per-dita del Bene amato, si rivolge alla creazioneper chiederle aiuto, e sperimenta il «no» di tut-ta essa che gli dice: «non ti servirò», e che glisi ribella; e l’uomo sperimenta che ha perso ilsuo dominio e che la creazione, in segno diprotesta, ormai non gli si sottomette.

Poveretto uomo...! Che cosa farà adesso?Giacché tutta questa creazione esuberante, col-ma di pienezza, di vita, di giovinezza, è rima-sta in silenzio e senza senso, avendo rotto l’uo-mo il piano di Dio di essere egli la sua vocein esplicazione di risposta al Creatore; poichéormai non ha più chi esprima la perfezione del-la sua ricchezza, giacché, da questo momento,la mente dell’uomo, offuscata, dà alla sua pro-pria vita e a tutte le creature un senso diversoda quello che hanno.

Ormai l’uomo è conoscitore per esperienza,non solo della scienza del bene, ma anche del-la scienza del male!

Terribile situazione quella dell’uomo!, rab-brividente...!, che sperimenta che le sue proprie

29

capacità, create per riempirsi del possesso diDio e di tutta la creazione, esigono da lui, gligridano, in torture insaziabili, il loro riempi-mento; e, disorientate e distorte, cercano l’a-more dove e come non è; cercano la felicità, ilpossesso, la gioia, il gaudio, la giustizia, la paceche soltanto Dio può dare; ma, essendosi di-storte, le riempiono contro la volontà divina;per cui, invece di dare all’uomo pace, posses-so e felicità, gli danno amarezza, inquietudinee perdita.

La stessa cosa gli succede di fronte alla crea-zione, che possiede nel modo distorto e diver-so da come Dio vuole. «Perché la creazionestessa attende con impazienza la rivelazione deifigli di Dio; essa infatti è stata sottomessa allacaducità non per suo volere, ma per volere dicolui che l’ha sottomessa»15.

E da qui procedono le ingiustizie, i peccati,gli odi, la disgrazia in cui ci troviamo di fron-te allo stesso Dio, di fronte agli altri e di fron-te alla creazione, per soddisfare o tentare disoddisfare le esigenze del nostro essere conquello che Dio non vuole e nel modo che aLui non piace.

E così l’uomo ha perso tutto e per sempre,rimanendo «nelle tenebre e nelle ombre di mor-

30

15 Rm 8, 19-20.

te»16, cercando, in una sete insaziabile e impla-cabile, nuovamente e con nuove torture, ilriempimento delle capacità che solo nell’inseri-mento dei piani divini avevano il loro vero sen-so.

Com’è terribile dire a Dio di «no»! Com’è ir-ragionevole non riconoscere la realtà perfettadi Dio in sé e di Dio con noi! Com’è mostruo-so ribellarsi contro l’Amore Infinito, che, in ma-nifestazione di donazione amorosa ed eterna,ci creò per possedere Lui riempiendo tutte lenostre capacità quasi in modo infinito, e perpossedere tutte le cose nel vero possesso, feli-cità e godimento di loro tutte! «Riconosci e vediquanto è cosa cattiva e amara l’avere abban-donato Jahvè, tuo Dio, e il non aver più timo-re di me, –oracolo del Signore–. Poiché già datempo hai infranto il tuo giogo, hai spezzato ituoi legami e hai detto: Non ti servirò»17.

Per avere detto a Dio di «no» l’uomo lo haperso per sempre, per sempre...!; è rimasto sen-za senso!; ha lasciato la creazione in silenzio ein torture di morte, e tutta essa geme per ilLiberatore che la restauri dandole nuovamenteil suo vero ed unico senso.

E, siccome il cielo si è chiuso per lui, se lamorte gli giunge in questa terribile e rabbrivi-dente situazione, si perpetuerà cadendo in quel

31

16 Lc 1, 79. 17 Ger 2, 19-20.

capacità, create per riempirsi del possesso diDio e di tutta la creazione, esigono da lui, gligridano, in torture insaziabili, il loro riempi-mento; e, disorientate e distorte, cercano l’a-more dove e come non è; cercano la felicità, ilpossesso, la gioia, il gaudio, la giustizia, la paceche soltanto Dio può dare; ma, essendosi di-storte, le riempiono contro la volontà divina;per cui, invece di dare all’uomo pace, posses-so e felicità, gli danno amarezza, inquietudinee perdita.

La stessa cosa gli succede di fronte alla crea-zione, che possiede nel modo distorto e diver-so da come Dio vuole. «Perché la creazionestessa attende con impazienza la rivelazione deifigli di Dio; essa infatti è stata sottomessa allacaducità non per suo volere, ma per volere dicolui che l’ha sottomessa»15.

E da qui procedono le ingiustizie, i peccati,gli odi, la disgrazia in cui ci troviamo di fron-te allo stesso Dio, di fronte agli altri e di fron-te alla creazione, per soddisfare o tentare disoddisfare le esigenze del nostro essere conquello che Dio non vuole e nel modo che aLui non piace.

E così l’uomo ha perso tutto e per sempre,rimanendo «nelle tenebre e nelle ombre di mor-

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15 Rm 8, 19-20.

te»16, cercando, in una sete insaziabile e impla-cabile, nuovamente e con nuove torture, ilriempimento delle capacità che solo nell’inseri-mento dei piani divini avevano il loro vero sen-so.

Com’è terribile dire a Dio di «no»! Com’è ir-ragionevole non riconoscere la realtà perfettadi Dio in sé e di Dio con noi! Com’è mostruo-so ribellarsi contro l’Amore Infinito, che, in ma-nifestazione di donazione amorosa ed eterna,ci creò per possedere Lui riempiendo tutte lenostre capacità quasi in modo infinito, e perpossedere tutte le cose nel vero possesso, feli-cità e godimento di loro tutte! «Riconosci e vediquanto è cosa cattiva e amara l’avere abban-donato Jahvè, tuo Dio, e il non aver più timo-re di me, –oracolo del Signore–. Poiché già datempo hai infranto il tuo giogo, hai spezzato ituoi legami e hai detto: Non ti servirò»17.

Per avere detto a Dio di «no» l’uomo lo haperso per sempre, per sempre...!; è rimasto sen-za senso!; ha lasciato la creazione in silenzio ein torture di morte, e tutta essa geme per ilLiberatore che la restauri dandole nuovamenteil suo vero ed unico senso.

E, siccome il cielo si è chiuso per lui, se lamorte gli giunge in questa terribile e rabbrivi-dente situazione, si perpetuerà cadendo in quel

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16 Lc 1, 79. 17 Ger 2, 19-20.

luogo dove coloro che hanno detto a Dio di «no»,come Lucifero, si mantengono in quel «no» di ri-bellione perpetua con tutte le sue conseguenze;e, pertanto, nella separazione da Dio per sem-pre, nell’abisso dell’oscurità perpetua, in urla didisperazione e torture eterne, per sempre!

Com’è terribile dire a Dio di «no»!! Com’è rab-brividente dire a Dio di «no»!!

Com’è buono Dio, che ha fatto in me e dime tali meraviglie...! Com’è terribile la mentedella creatura, che ha detto a Dio di «no» e, conciò, ha perso tutto, e per sempre...!

Dio, però, pieno di infinito amore misericor-dioso, nuovamente si volse verso l’uomo che,esiliato, vagava senza rombo né senso per que-sto peregrinare. E, mosso a compassione, pas-sando accanto a lui, lo guardò; ed inclinandosiverso di lui, gli parlò di nuovo, riempiendo lasua anima di speranza mediante la promessa diuna Nuova ed eterna Alleanza; fatta al Popoloeletto, dal quale sarebbe nato il Messia, ilLiberatore ed il Restauratore dell’umanità. «Era-vamo per natura meritevoli d’ira, come gli altri.Ma Dio, ricco di misericordia, per il grande amo-re con il quale ci ha amati, da morti che era-vamo per i peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo:per grazia infatti siete stati salvati»18.

32

18 Ef 2, 3-5.

Nel Verbo e per mezzo del Verbo furono fat-te tutte le cose. E per mezzo del Verbo fattouomo –che mediante il mistero dell’Incar-nazione, e per l’unione ipostatica della naturadivina e la natura umana nella sua Persona di-vina, unì Dio con l’uomo in un abbraccio com-passionevole, pieno di misericordia e di amo-re–, dopo la rottura del piano di Dio, tutte lecose, non soltanto ormai erano state create,bensì restaurate, per il mistero della vita, mor-te e risurrezione di Cristo.

Il quale, per il prezzo del suo sangue effu-so sulla croce per la gloria del Padre, in ripa-razione infinita del Dio offeso, redense l’uomo;e, nella pienezza e per la pienezza del suo sa-cerdozio, portò la salvezza a tutti quelli che vo-gliono avvalersi dei meriti infiniti della sua re-denzione. «Perché piacque a Dio di fare abitarein Lui ogni pienezza. E per mezzo di Lui ri-conciliare a sé tutte le cose, rappacificando conil sangue della sua croce, cioè per mezzo diLui, le cose che stanno sulla terra e quelle neicieli»19.

E quella voce che si era spenta davanti al«no» della creatura al suo Creatore, torna a ri-suonare vigorosa, infinitamente più chiara e so-nora, per mezzo dell’Unigenito del Padre fattouomo, in Espressione canora dello stesso Dioe di tutto ciò che per mezzo di Lui ed in Lui èstato creato.

33

19 Col 1, 19-20.

luogo dove coloro che hanno detto a Dio di «no»,come Lucifero, si mantengono in quel «no» di ri-bellione perpetua con tutte le sue conseguenze;e, pertanto, nella separazione da Dio per sem-pre, nell’abisso dell’oscurità perpetua, in urla didisperazione e torture eterne, per sempre!

Com’è terribile dire a Dio di «no»!! Com’è rab-brividente dire a Dio di «no»!!

Com’è buono Dio, che ha fatto in me e dime tali meraviglie...! Com’è terribile la mentedella creatura, che ha detto a Dio di «no» e, conciò, ha perso tutto, e per sempre...!

Dio, però, pieno di infinito amore misericor-dioso, nuovamente si volse verso l’uomo che,esiliato, vagava senza rombo né senso per que-sto peregrinare. E, mosso a compassione, pas-sando accanto a lui, lo guardò; ed inclinandosiverso di lui, gli parlò di nuovo, riempiendo lasua anima di speranza mediante la promessa diuna Nuova ed eterna Alleanza; fatta al Popoloeletto, dal quale sarebbe nato il Messia, ilLiberatore ed il Restauratore dell’umanità. «Era-vamo per natura meritevoli d’ira, come gli altri.Ma Dio, ricco di misericordia, per il grande amo-re con il quale ci ha amati, da morti che era-vamo per i peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo:per grazia infatti siete stati salvati»18.

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18 Ef 2, 3-5.

Nel Verbo e per mezzo del Verbo furono fat-te tutte le cose. E per mezzo del Verbo fattouomo –che mediante il mistero dell’Incar-nazione, e per l’unione ipostatica della naturadivina e la natura umana nella sua Persona di-vina, unì Dio con l’uomo in un abbraccio com-passionevole, pieno di misericordia e di amo-re–, dopo la rottura del piano di Dio, tutte lecose, non soltanto ormai erano state create,bensì restaurate, per il mistero della vita, mor-te e risurrezione di Cristo.

Il quale, per il prezzo del suo sangue effu-so sulla croce per la gloria del Padre, in ripa-razione infinita del Dio offeso, redense l’uomo;e, nella pienezza e per la pienezza del suo sa-cerdozio, portò la salvezza a tutti quelli che vo-gliono avvalersi dei meriti infiniti della sua re-denzione. «Perché piacque a Dio di fare abitarein Lui ogni pienezza. E per mezzo di Lui ri-conciliare a sé tutte le cose, rappacificando conil sangue della sua croce, cioè per mezzo diLui, le cose che stanno sulla terra e quelle neicieli»19.

E quella voce che si era spenta davanti al«no» della creatura al suo Creatore, torna a ri-suonare vigorosa, infinitamente più chiara e so-nora, per mezzo dell’Unigenito del Padre fattouomo, in Espressione canora dello stesso Dioe di tutto ciò che per mezzo di Lui ed in Lui èstato creato.

33

19 Col 1, 19-20.

E tutta la creazione, come in uno scoppio digioia giubila così splendidamente nel VerboIncarnato, che l’uomo, che cantava l’infinità inmodo finito, adesso, per Cristo, in Lui e conLui, emette un grido infinito che, giungendo alpetto dell’Altissimo, nel suo divino vibrare dàla sua nota di eternità, pulsata nello stesso senodel Padre, per l’aleggiare amoroso dello SpiritoSanto…

Voce di vita divina dell’Uomo-Dio che, nel-lo stesso seno del Padre e dal seno del Padre,è lanciata amorosamente attraverso l’umanità diCristo, in vibrazioni infinite, fino agli ultimi con-fini della terra.

«Acclama a Dio, terra tutta; cantante alla glo-ria del suo nome, date a Lui splendida lode. Ate si prostri tutta la terra, a te canti inni, cantial tuo nome»20.

O Sposo mio, Verbo divino, Canzone eterna,che canti l’eterno essersi del Dio altissimo…! Peril fatto di essere Tu Parola, la Parola infinita del-la Trinità nell’Unità e del suo essersi eterno, do-veva essere in te, per cui non solamente l’uo-mo fosse creato a immagine e somiglianza dellostesso Dio affinché lo possedesse, ma pure re-staurato.

Poiché, reso in te e da te espressione finitadel tuo esserti eterno, al cessare della sua can-

34

20 Sal 65, 1-2. 4.

zone a causa del peccato, dovevi essere Tu,Parola infinita, Colei che, incarnandoti, avrestirestaurato l’uomo caduto ed avresti fatto udirein questi, nuovamente, la tua Parola canora diamore eterno…

Se in te erano stati creati, in te dovevano es-sere restaurati!, giacché il peccato aveva fattoazzittire in essi la voce che solo Tu, Parola eter-na, potevi tornare ad emettere mediante l’In-carnazione. Ed ormai per te, in te e con te, Ge-sù, Unigenito del Padre, con la tua stessa voce,l’uomo, non solamente canta finitamente la vitadi suo Padre Dio, ma, per la tua Incarnazione,il raggio della tua luce ha illuminato la sua men-te, facendogli emettere con te il suono di amo-re eterno che soltanto Dio può cantarsi.

Ed ora l’uomo ha ormai nel cielo un Uomo,il Primogenito tra tutti i fratelli della sua stessanatura, che, essendo Uomo, è Dio; e Dio haormai sulla terra il suo medesimo Figlio che,senza lasciare di essere Dio, è Uomo… E l’Uo-mo sta ormai cantando l’Infinito essendo Dio,e Dio sta cantando sulla terra infinitamente l’in-finito Essere, essendo Uomo…

Grazie, Signore! Grazie, Signore…! Il miospirito, riverente, annientato e sorpassato di gra-titudine, vuole essere un inno di lode della tuagloria, che manifesti in qualche modo, dalla mi-seria della mia meschinità, l’eccelsitudine ec-

35

E tutta la creazione, come in uno scoppio digioia giubila così splendidamente nel VerboIncarnato, che l’uomo, che cantava l’infinità inmodo finito, adesso, per Cristo, in Lui e conLui, emette un grido infinito che, giungendo alpetto dell’Altissimo, nel suo divino vibrare dàla sua nota di eternità, pulsata nello stesso senodel Padre, per l’aleggiare amoroso dello SpiritoSanto…

Voce di vita divina dell’Uomo-Dio che, nel-lo stesso seno del Padre e dal seno del Padre,è lanciata amorosamente attraverso l’umanità diCristo, in vibrazioni infinite, fino agli ultimi con-fini della terra.

«Acclama a Dio, terra tutta; cantante alla glo-ria del suo nome, date a Lui splendida lode. Ate si prostri tutta la terra, a te canti inni, cantial tuo nome»20.

O Sposo mio, Verbo divino, Canzone eterna,che canti l’eterno essersi del Dio altissimo…! Peril fatto di essere Tu Parola, la Parola infinita del-la Trinità nell’Unità e del suo essersi eterno, do-veva essere in te, per cui non solamente l’uo-mo fosse creato a immagine e somiglianza dellostesso Dio affinché lo possedesse, ma pure re-staurato.

Poiché, reso in te e da te espressione finitadel tuo esserti eterno, al cessare della sua can-

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20 Sal 65, 1-2. 4.

zone a causa del peccato, dovevi essere Tu,Parola infinita, Colei che, incarnandoti, avrestirestaurato l’uomo caduto ed avresti fatto udirein questi, nuovamente, la tua Parola canora diamore eterno…

Se in te erano stati creati, in te dovevano es-sere restaurati!, giacché il peccato aveva fattoazzittire in essi la voce che solo Tu, Parola eter-na, potevi tornare ad emettere mediante l’In-carnazione. Ed ormai per te, in te e con te, Ge-sù, Unigenito del Padre, con la tua stessa voce,l’uomo, non solamente canta finitamente la vitadi suo Padre Dio, ma, per la tua Incarnazione,il raggio della tua luce ha illuminato la sua men-te, facendogli emettere con te il suono di amo-re eterno che soltanto Dio può cantarsi.

Ed ora l’uomo ha ormai nel cielo un Uomo,il Primogenito tra tutti i fratelli della sua stessanatura, che, essendo Uomo, è Dio; e Dio haormai sulla terra il suo medesimo Figlio che,senza lasciare di essere Dio, è Uomo… E l’Uo-mo sta ormai cantando l’Infinito essendo Dio,e Dio sta cantando sulla terra infinitamente l’in-finito Essere, essendo Uomo…

Grazie, Signore! Grazie, Signore…! Il miospirito, riverente, annientato e sorpassato di gra-titudine, vuole essere un inno di lode della tuagloria, che manifesti in qualche modo, dalla mi-seria della mia meschinità, l’eccelsitudine ec-

35

celsa della tua infinita e coeterna Santità, checi chiede, con la frase di Gesù: «siate voi per-fetti come è perfetto il Padre vostro celeste»; e«siate santi, perché Io sono santo»21, davanti al-l’esigenza della sublimità del fine per il qualesiamo stati creati.

36

21 Mt 5, 48; 1Pt 1, 16

8-12-1974

SACRE ED AMOROSEMANIFESTAZIONI IN SILENZIO

Quando intendo i misteri del Dio vivo,io lo adoro e, nel suo essersi, lo venero,in risposta che è un canto di lode,intonando i miei cantici come posso.

Con promesse di accese richieste,Dio è dolce nella profondità del mio petto,in manifestazioni amorose di tacite conquisteche mi lasciano, con le mie notti, a trascendere.

Io lo chiamo con lamenti veementi di amor puro,ed Egli risponde con la brezza del suo volo,e si avvicina con immensa potenza,facendo ascendere le mie esperienze al suo seno.

E lì vivo nel silenzio ciò che Egli vive,nel tocco delicato del suo bacio.Che parole sacre ed amorose ci diciamo,senza dirci altro che amore in modo quieto!

Il silenzio è il mistero della mia vitacon claustrali melodie di segreto.Come sono sonore le voci del Dio vivo!;nella mia profondità pronunciate io le sento.

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celsa della tua infinita e coeterna Santità, checi chiede, con la frase di Gesù: «siate voi per-fetti come è perfetto il Padre vostro celeste»; e«siate santi, perché Io sono santo»21, davanti al-l’esigenza della sublimità del fine per il qualesiamo stati creati.

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21 Mt 5, 48; 1Pt 1, 16

8-12-1974

SACRE ED AMOROSEMANIFESTAZIONI IN SILENZIO

Quando intendo i misteri del Dio vivo,io lo adoro e, nel suo essersi, lo venero,in risposta che è un canto di lode,intonando i miei cantici come posso.

Con promesse di accese richieste,Dio è dolce nella profondità del mio petto,in manifestazioni amorose di tacite conquisteche mi lasciano, con le mie notti, a trascendere.

Io lo chiamo con lamenti veementi di amor puro,ed Egli risponde con la brezza del suo volo,e si avvicina con immensa potenza,facendo ascendere le mie esperienze al suo seno.

E lì vivo nel silenzio ciò che Egli vive,nel tocco delicato del suo bacio.Che parole sacre ed amorose ci diciamo,senza dirci altro che amore in modo quieto!

Il silenzio è il mistero della mia vitacon claustrali melodie di segreto.Come sono sonore le voci del Dio vivo!;nella mia profondità pronunciate io le sento.

37

Com’è geloso il Prode dei miei amoriche, in conquiste, mi reclama per intero!Se lo cerco, Egli si lancia alla mia chiamata,e mi bacia con impronte di mistero.

Si trova dentro il mio Amatore, lo sento vicino,infatti lo tengo a riposare e soddisfatto.Cosa m’importa il molteplice penare della vita,se respira il mio Signore dentro, nel mio petto?

38

Dal libro «Frutti di preghiera»

969. Io sono stata creata per ascoltare, postaalla bocca della Fonte del generare divino, quelfrangente di inesauribile Esplicazione che, nel-la fluidità del suo mistero, erompe dicendo ininfinità di concerti di essere, per il Verbo, tuttala pletorica ed esuberante perfezione dell’eter-no Essente nel suo esseersi, avvolto e penetra-to nell’abbraccio carezzevole, affettuoso ed in-finito del Bacio dello Spirito Santo. (14-9-74)

971. Dio mio, c’è distanza infinita tra il tuo es-sere e il mio essere, tra la tua divinità e la miapiccolezza… Distanza di natura, sì, ma nell’u-nione strettissima dell’amore dello Spirito Santo.(11-10-74)

972. Sono Chiesa e, per questo, io godo di tut-to quanto Dio è nel suo esseersi eterno, parte-cipando della sua felicità, sotto l’impulso amo-roso dello Spirito Santo. (14-9-74)

413. Dio vuole darsi a noi, e si dà nella suaTrinità, perché l’opera di Dio verso fuori è sem-pre operata congiuntamente: il Padre si dà permezzo del suo Verbo nello Spirito Santo. (9-1-65)

411. Le tre divine Persone vogliono darsi a noinella loro volontà unica; allora il Padre lo de-sidera, il Figlio lo adempie e lo Spirito Santo lotermina; e così i Tre lo fanno, ma nel proprio

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Com’è geloso il Prode dei miei amoriche, in conquiste, mi reclama per intero!Se lo cerco, Egli si lancia alla mia chiamata,e mi bacia con impronte di mistero.

Si trova dentro il mio Amatore, lo sento vicino,infatti lo tengo a riposare e soddisfatto.Cosa m’importa il molteplice penare della vita,se respira il mio Signore dentro, nel mio petto?

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Dal libro «Frutti di preghiera»

969. Io sono stata creata per ascoltare, postaalla bocca della Fonte del generare divino, quelfrangente di inesauribile Esplicazione che, nel-la fluidità del suo mistero, erompe dicendo ininfinità di concerti di essere, per il Verbo, tuttala pletorica ed esuberante perfezione dell’eter-no Essente nel suo esseersi, avvolto e penetra-to nell’abbraccio carezzevole, affettuoso ed in-finito del Bacio dello Spirito Santo. (14-9-74)

971. Dio mio, c’è distanza infinita tra il tuo es-sere e il mio essere, tra la tua divinità e la miapiccolezza… Distanza di natura, sì, ma nell’u-nione strettissima dell’amore dello Spirito Santo.(11-10-74)

972. Sono Chiesa e, per questo, io godo di tut-to quanto Dio è nel suo esseersi eterno, parte-cipando della sua felicità, sotto l’impulso amo-roso dello Spirito Santo. (14-9-74)

413. Dio vuole darsi a noi, e si dà nella suaTrinità, perché l’opera di Dio verso fuori è sem-pre operata congiuntamente: il Padre si dà permezzo del suo Verbo nello Spirito Santo. (9-1-65)

411. Le tre divine Persone vogliono darsi a noinella loro volontà unica; allora il Padre lo de-sidera, il Figlio lo adempie e lo Spirito Santo lotermina; e così i Tre lo fanno, ma nel proprio

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modo personale; per cui, perfino in questo vo-lere trinitario, ognuno opera a suo modo: loSpirito Santo spingendo il Padre e il Verbo afarlo, e spingendo noi a riceverlo e ad ascolta-re ciò che il Padre, attraverso il Verbo, ci vuo-le dire; il Verbo esprimendo tutto alle divinePersone e a noi; e il Padre dandoci in Espli-cazione e in Amore la sua vita, ossia, dando-cela in Sapienza Amorosa. (9-1-65)

412. Le tre divine Persone sono sapienza amo-rosa; ma, poiché nell’operare verso fuori, lo fan-no congiuntamente, il loro piano è realizzatodalla sapienza del Padre Espressa in Amore, os-sia, congiuntamente; e per questo, il Padre vuo-le una cosa, il Verbo la esprime e lo SpiritoSanto la consuma, senza che in Dio ci sia un’at-tuazione prima dell’altra, anche se, sottomet-tendosi al tempo, si effettua nel tempo; e perquesto il Padre ci dà il Figlio, Questi s’incarnaper opera dello Spirito Santo, il quale dopo con-suma l’opera. (9-1-65)

416. Dio vive la sua vita e, venendo a noi, lacontinua a vivere con noi e, abbracciandoci, cifa vivere la nostra vita con Lui ed in Lui. (9-1-65)

417. Dio opera come vive e come è, poiché,per perfezione della sua grande realtà, Egli viveciò che è, è ciò che vive, ed attua come viveed è. E come è tre divine Persone in un soloessere, così attua come Trinità unicissima, e ciòche vive dentro si manifesta nell’attuare verso

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fuori; e così, per mezzo della Chiesa, ci vienemostrata la multiforme sapienza di Dio, occul-ta in Lui da sempre. (9-1-65)

418. Tutto Dio è Parola di infinita esplicazio-ne, perciò il suo dire in noi è realizzarsi comeè e in tutto ciò che dice, rendendoci captazio-ne del suo dire eterno. (6-10-74)

419. Quando il Padre ed il Figlio si danno ver-so fuori, lo fanno con lo Spirito Santo, e perquesto, i doni e i frutti dell’amore di Dio su dinoi sono comunicati dallo Spirito Santo in sa-pienza amorosa. (23-1-65)

420. Dio, operando sempre in comune versodentro e verso fuori, lo fa com’è: un solo Dioin tre Persone; Persone che dicono relazione leune alle altre. Ugualmente avviene quando ledivine Persone attuano nell’anima; lo fanno incomune, ma con la loro propria personalità. ITre ci amano, i Tre ci insegnano e ci si dannoin comunicazione unica, ma trinitaria di Sapien-za Espressa in Amore. (11-9-65)

970. Sono affamata di entrare nelle insondabilisorgenti dell’Essere eterno, dove l’infinito Es-sente si sta essendo di per sé quanto è e quan-to può essere, nella potenza pletorica della suainesauribile perfezione. E «lì», immersa nella suaprofondità, bere nelle vene della concavità diquella Sorgente eterna, saturandomi nell’eb-brezza del suo saporosissimo assaporamento.(14-9-74)

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modo personale; per cui, perfino in questo vo-lere trinitario, ognuno opera a suo modo: loSpirito Santo spingendo il Padre e il Verbo afarlo, e spingendo noi a riceverlo e ad ascolta-re ciò che il Padre, attraverso il Verbo, ci vuo-le dire; il Verbo esprimendo tutto alle divinePersone e a noi; e il Padre dandoci in Espli-cazione e in Amore la sua vita, ossia, dando-cela in Sapienza Amorosa. (9-1-65)

412. Le tre divine Persone sono sapienza amo-rosa; ma, poiché nell’operare verso fuori, lo fan-no congiuntamente, il loro piano è realizzatodalla sapienza del Padre Espressa in Amore, os-sia, congiuntamente; e per questo, il Padre vuo-le una cosa, il Verbo la esprime e lo SpiritoSanto la consuma, senza che in Dio ci sia un’at-tuazione prima dell’altra, anche se, sottomet-tendosi al tempo, si effettua nel tempo; e perquesto il Padre ci dà il Figlio, Questi s’incarnaper opera dello Spirito Santo, il quale dopo con-suma l’opera. (9-1-65)

416. Dio vive la sua vita e, venendo a noi, lacontinua a vivere con noi e, abbracciandoci, cifa vivere la nostra vita con Lui ed in Lui. (9-1-65)

417. Dio opera come vive e come è, poiché,per perfezione della sua grande realtà, Egli viveciò che è, è ciò che vive, ed attua come viveed è. E come è tre divine Persone in un soloessere, così attua come Trinità unicissima, e ciòche vive dentro si manifesta nell’attuare verso

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fuori; e così, per mezzo della Chiesa, ci vienemostrata la multiforme sapienza di Dio, occul-ta in Lui da sempre. (9-1-65)

418. Tutto Dio è Parola di infinita esplicazio-ne, perciò il suo dire in noi è realizzarsi comeè e in tutto ciò che dice, rendendoci captazio-ne del suo dire eterno. (6-10-74)

419. Quando il Padre ed il Figlio si danno ver-so fuori, lo fanno con lo Spirito Santo, e perquesto, i doni e i frutti dell’amore di Dio su dinoi sono comunicati dallo Spirito Santo in sa-pienza amorosa. (23-1-65)

420. Dio, operando sempre in comune versodentro e verso fuori, lo fa com’è: un solo Dioin tre Persone; Persone che dicono relazione leune alle altre. Ugualmente avviene quando ledivine Persone attuano nell’anima; lo fanno incomune, ma con la loro propria personalità. ITre ci amano, i Tre ci insegnano e ci si dannoin comunicazione unica, ma trinitaria di Sapien-za Espressa in Amore. (11-9-65)

970. Sono affamata di entrare nelle insondabilisorgenti dell’Essere eterno, dove l’infinito Es-sente si sta essendo di per sé quanto è e quan-to può essere, nella potenza pletorica della suainesauribile perfezione. E «lì», immersa nella suaprofondità, bere nelle vene della concavità diquella Sorgente eterna, saturandomi nell’eb-brezza del suo saporosissimo assaporamento.(14-9-74)

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16-3-1969

IL TUO TOCCO IN MISTERO

Il tuo tocco nella mia anima mi dicesilenzio,e, quando taccio, –mistero!–,ti sento.

E, davanti al tuo contatto divino,mi inabisso, mi perdo,e nella tua profondità profonda, lì nel fondo,ti vedo dietro veli.

E nel mio petto bolleuna fiamma di eterno segreto.E con la tua sostanza riempio le mie ansienella luce del tuo fuocoche mi cauterizzamolto dentro,dove, senza sapere com’è,io ti tengoin un assaporaredi eterno mistero;che è vita senza cose di qua,e senza tempo,in un’armonia che è luce, che è amoreed è concerto.

Com’è dolce tenerti senza cose di qua,sentendo il tuo tocco in silenzio!

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Dal libro «Frutti di preghiera»

961. L’Amore Infinito ci ama con tutto il suoinesauribile essere, giacché in Dio non ci sonoparti, e quando si effonde su di noi è tutta laTrinità che ci si dà, per farci figli di Dio ed ere-di della sua gloria; la misura però della nostradivinizzazione dipende dalla misura della nostraconsegna al suo amore santificatore. (26-6-61)

962. Fino a dove è giunto Dio nell’eccesso delsuo amore che, volendo essere mio Padre, miha reso suo figlio...! (25-9-63)

963. Dio mi fa suo figlio affinché lo ami e lodebba chiamare Padre. (25-9-63)

964. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sonomio Padre Dio nella sua Unità e nella suaTrinità. Tutto Dio vuole comunicarsi alla miaanima; tutto Dio è mio, per me, perché io sonoChiesa Cattolica, Apostolica e Romana; e, nellamisura in cui io lo sarò, vivrò la mia filiazionedivina. (15-9-63)

965. Gesù è venuto per farci figli di Dio, e inche modo...! Ci ha dato lo sguardo del Padreaffinché lo guardassimo; la sua canzone, comeVerbo, affinché lo cantassimo; e l’amore dello

45

Spirito Santo affinché amassimo Lui e ci amas-simo tra noi. Com’è grande essere Chiesa! (25-1-75)

966. Nella misura in cui vivrai la tua filiazionedivina, sarai Chiesa, membro di Cristo, rice-vendo la sua missione per comunicarla a tuttigli uomini. (15-10-63)

967. Mio Padre Dio mi si dà in sapienza edamore affinché io lo sappia amorosamente.(26-9-63)

968. Dio è sapienza ed amore nella sua vitadivina, e nel crearmi per essere suo figlio, michiama a vivere la sua stessa vita d’amore sa-pienziale. (26-9-63)

46

26-12-1974

DOLCEZZE INEFFABILI

Dolcezze ineffabili, in passi dell’Immenso,che quietamente feriscono in lento penetrare…È Dio che, con potenza, si lancia all’anima amante,baciando dolcemente in tenero riardere.

[tasteggiare,Dolcezze del Dio vivo che, in molteplice e tenue invitano al silenzio, per poter operarecon passi di mistero in spirito feritoche implora quietamente in nostalgico amare…

Dio è Amore ed Amante, e non c’è chi lo uguagli quando passa in affetto, volendo restare.Il mio petto è un idillio di tenere melodie,che risponde, nella sua maniera, al divino Giullare.

Canzoni dell’Essente Egli dice nel mio intimo,e, nel suo divino accento, mi esprime la sua Deità.La mia anima ormai è conquista del Lottatore glorioso,trofeo del suo Sangue, che lo fa riposare.

Gesù dei miei affanni, ascolta nel mio segreto,vibrante di nostalgia, un solo palpitare:le tue glorie sono le mie glorie e, in ordine di battaglia,disposta a difenderti, il mio esercito in guardia sta.

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Spirito Santo affinché amassimo Lui e ci amas-simo tra noi. Com’è grande essere Chiesa! (25-1-75)

966. Nella misura in cui vivrai la tua filiazionedivina, sarai Chiesa, membro di Cristo, rice-vendo la sua missione per comunicarla a tuttigli uomini. (15-10-63)

967. Mio Padre Dio mi si dà in sapienza edamore affinché io lo sappia amorosamente.(26-9-63)

968. Dio è sapienza ed amore nella sua vitadivina, e nel crearmi per essere suo figlio, michiama a vivere la sua stessa vita d’amore sa-pienziale. (26-9-63)

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26-12-1974

DOLCEZZE INEFFABILI

Dolcezze ineffabili, in passi dell’Immenso,che quietamente feriscono in lento penetrare…È Dio che, con potenza, si lancia all’anima amante,baciando dolcemente in tenero riardere.

[tasteggiare,Dolcezze del Dio vivo che, in molteplice e tenue invitano al silenzio, per poter operarecon passi di mistero in spirito feritoche implora quietamente in nostalgico amare…

Dio è Amore ed Amante, e non c’è chi lo uguagli quando passa in affetto, volendo restare.Il mio petto è un idillio di tenere melodie,che risponde, nella sua maniera, al divino Giullare.

Canzoni dell’Essente Egli dice nel mio intimo,e, nel suo divino accento, mi esprime la sua Deità.La mia anima ormai è conquista del Lottatore glorioso,trofeo del suo Sangue, che lo fa riposare.

Gesù dei miei affanni, ascolta nel mio segreto,vibrante di nostalgia, un solo palpitare:le tue glorie sono le mie glorie e, in ordine di battaglia,disposta a difenderti, il mio esercito in guardia sta.

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Disponi, come ti è gradito, di quanto mi hai consegnato;la mia vita è ridonarsi senza nulla reclamare;tutto quello che possiedo è tuo, Amore dei miei amori,e nulla in esso cerco: solo il tuo riposare!

Qualora qualcosa io avessi che Tu non mi abbia dato,te lo restituisco intero in donazione totale!Mistero di segreto in ore silenti,profondi pensieri che passano per caso…

Nulla è tanto dolce e tenero come sentire il baciodi Dio che sta passando con plurimo baciare di pace.Com’è dolce la carezza dello sfiorare del suo petto...!Che inedito mistero si vive davanti all’altare…!

Prostrata davanti al Tabernacolo, ascoltando il Silenziodell’immenso Segreto in eterno esprimere,adora, anima amata; non tentare con paroledi dire l’Indicibile nel suo modo di operare.

Rispondi come puoi!,ché Dio passa in baciare…

48

Dal libro «Frutti di preghiera»

545. Dio, che si è da se stesso, crea creaturecosì perfette da essere capaci di possederlo, peraver dato loro un essere a sua immagine. E lacreatura, nel vedersi tanto perfetta e che è, dicequando pecca: «Non voglio sottomettere il mioio a nulla». Con ciò perde la ragione del suo iodipendente dall’Io divino e, rimanendo senzaragione di essere eternamente, non potendo or-mai vivere dell’Infinito, l’unico capace di ren-derla felice, tutto le si converte in tortura eter-na. (15-9-66)

547. Dio è il Bene supremo, per la qual cosal’uomo, creato con libertà di scelta, quandonon lo vede in luce, cerca il suo proprio beneal di fuori del sommo Bene e, per questo, cade.(9-7-65)

549. L’inferno è per coloro che volontaria-mente non vogliano stare con Dio, ma non perte che ansiosamente lo cerchi. (21-4-67)

550. Terrore...! Che insondabile abisso quellodella dannazione...! Chi cade in esso, mai piùpotrà uscire dalla profondità profonda dellecrepe del suo seno! (1-10-72)

551. Terminò il tempo..., giunse la fine..., staialle porte dell’abisso! Se cadessi in esso, non

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Disponi, come ti è gradito, di quanto mi hai consegnato;la mia vita è ridonarsi senza nulla reclamare;tutto quello che possiedo è tuo, Amore dei miei amori,e nulla in esso cerco: solo il tuo riposare!

Qualora qualcosa io avessi che Tu non mi abbia dato,te lo restituisco intero in donazione totale!Mistero di segreto in ore silenti,profondi pensieri che passano per caso…

Nulla è tanto dolce e tenero come sentire il baciodi Dio che sta passando con plurimo baciare di pace.Com’è dolce la carezza dello sfiorare del suo petto...!Che inedito mistero si vive davanti all’altare…!

Prostrata davanti al Tabernacolo, ascoltando il Silenziodell’immenso Segreto in eterno esprimere,adora, anima amata; non tentare con paroledi dire l’Indicibile nel suo modo di operare.

Rispondi come puoi!,ché Dio passa in baciare…

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Dal libro «Frutti di preghiera»

545. Dio, che si è da se stesso, crea creaturecosì perfette da essere capaci di possederlo, peraver dato loro un essere a sua immagine. E lacreatura, nel vedersi tanto perfetta e che è, dicequando pecca: «Non voglio sottomettere il mioio a nulla». Con ciò perde la ragione del suo iodipendente dall’Io divino e, rimanendo senzaragione di essere eternamente, non potendo or-mai vivere dell’Infinito, l’unico capace di ren-derla felice, tutto le si converte in tortura eter-na. (15-9-66)

547. Dio è il Bene supremo, per la qual cosal’uomo, creato con libertà di scelta, quandonon lo vede in luce, cerca il suo proprio beneal di fuori del sommo Bene e, per questo, cade.(9-7-65)

549. L’inferno è per coloro che volontaria-mente non vogliano stare con Dio, ma non perte che ansiosamente lo cerchi. (21-4-67)

550. Terrore...! Che insondabile abisso quellodella dannazione...! Chi cade in esso, mai piùpotrà uscire dalla profondità profonda dellecrepe del suo seno! (1-10-72)

551. Terminò il tempo..., giunse la fine..., staialle porte dell’abisso! Se cadessi in esso, non

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ne potresti mai uscire... Guarda come vivi, per-ché il termine è vicino! (1-10-72)

552. Dubiti che esista l’abisso e per questo vivicome se non esistesse? Che cosa farai quando,per l’incoscienza del tuo volontario oblio, for-se ti veda in esso? (1-10-72)

553. Ti conviene pensare che non esiste l’a-bisso del vulcano aperto dove cadono coloroche si separano da Dio, per così poter vivere,come se non esistesse, sotto la schiavitù delletue proprie concupiscenze? Che farai quando,nello scoprire che ti sei sbagliato, non sarai piùin tempo? (1-10-72)

556. Quanto è povero e assurdo il regno deldemonio! Tanto come quello di coloro che, nel-le tenebre come lui, e ciechi, lo seguono. È tan-to rozza e rumorosa la sua attuazione e quelladi coloro che lo seguono, quanto delicata, si-lenziosa, sacra e profonda nelle anime, è l’at-tuazione di Dio. (27-3-76)

557. Il piano di Dio è che tu non vada in pur-gatorio; se ci vai, è la sua volontà permissiva,ma non la sua compiacenza. (29-9-65)

50

30-1-1973

NULLA DICE NULLA...L’UOMO È CIECO!

Tutto, nell’esilio, avvolge nelle sue ombrei grandi misteri.Tutto, dietro le sue notti, resta oscuratoe avvolto tra veli.Tutto, perfino le cose che sono più sublimi,benché sia il cielo.Tutto, poiché l’uomo,nell’universo,ruppe, ribellandosi contro l’Infinito,i piani eterni.

E, nel cadere prostrato, l’uomo ha rannuvolato,col suo sconcerto,la luce che irrompevadal suo pensiero,la quale dominava,con un grande impero,il mondo creatosecondo l’Immenso.E così, le tenebrela mente dell’uomo coprirono;e questi ha confusotutto ciò che è buono,dandogli un sensoprofano e terreno,

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ne potresti mai uscire... Guarda come vivi, per-ché il termine è vicino! (1-10-72)

552. Dubiti che esista l’abisso e per questo vivicome se non esistesse? Che cosa farai quando,per l’incoscienza del tuo volontario oblio, for-se ti veda in esso? (1-10-72)

553. Ti conviene pensare che non esiste l’a-bisso del vulcano aperto dove cadono coloroche si separano da Dio, per così poter vivere,come se non esistesse, sotto la schiavitù delletue proprie concupiscenze? Che farai quando,nello scoprire che ti sei sbagliato, non sarai piùin tempo? (1-10-72)

556. Quanto è povero e assurdo il regno deldemonio! Tanto come quello di coloro che, nel-le tenebre come lui, e ciechi, lo seguono. È tan-to rozza e rumorosa la sua attuazione e quelladi coloro che lo seguono, quanto delicata, si-lenziosa, sacra e profonda nelle anime, è l’at-tuazione di Dio. (27-3-76)

557. Il piano di Dio è che tu non vada in pur-gatorio; se ci vai, è la sua volontà permissiva,ma non la sua compiacenza. (29-9-65)

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30-1-1973

NULLA DICE NULLA...L’UOMO È CIECO!

Tutto, nell’esilio, avvolge nelle sue ombrei grandi misteri.Tutto, dietro le sue notti, resta oscuratoe avvolto tra veli.Tutto, perfino le cose che sono più sublimi,benché sia il cielo.Tutto, poiché l’uomo,nell’universo,ruppe, ribellandosi contro l’Infinito,i piani eterni.

E, nel cadere prostrato, l’uomo ha rannuvolato,col suo sconcerto,la luce che irrompevadal suo pensiero,la quale dominava,con un grande impero,il mondo creatosecondo l’Immenso.E così, le tenebrela mente dell’uomo coprirono;e questi ha confusotutto ciò che è buono,dandogli un sensoprofano e terreno,

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restando in silenzio la voce dell’Eterno,che si manifesta nelle creaturee nella creazione con voci di fuoco.

E per questo il mondovaga nel mistero,giacché, cieco, l’uomoaccecò il pensieroche Dio gli infuse affinché esprimesse,in saggezza, col suo dono immenso,quanto è creato,in modo certo;e da quel giorno in cui avvolgono le ombreciò che è di questo suolo, tutto ciò che è infinitorestò nel segreto.Solo così si spiega che un tabernacolo rimangasommerso nel silenzio,come imprigionando, con grandi catene,la luce raggiante che avvolge l’Eccelso...!Un tabernacolo in ombre che non dice nullaall’uomo profano che non ha scopertola fiamma candente, occulta tra le ombredietro la porticina di quella cattività…Neppure la creazionecon la sua voce di tuono,con i mari profondi,con i boschi immensi,nella varietàdel suo grande concerto...

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Nulla dice nulla, tutto si trova in silenzioper colui che non è entrato,col suo pensiero,con la luce eterna, nelle varietàdel grande universo.Nulla dice nulla,neanche il cielo...!Nulla dice nulla, neanche forse la mortecol suo sconcerto,per l’uomo cieco che si è separatodal cammino aperto.

Nulla dice nulla...!,per quanto siano profondi i grandi misteriche avvolge la vita; neppure un tabernacolo in ombreche opprime nella sua profondità la Gloria del cielo...

Nulla dice nulla...!L’uomo è cieco!

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restando in silenzio la voce dell’Eterno,che si manifesta nelle creaturee nella creazione con voci di fuoco.

E per questo il mondovaga nel mistero,giacché, cieco, l’uomoaccecò il pensieroche Dio gli infuse affinché esprimesse,in saggezza, col suo dono immenso,quanto è creato,in modo certo;e da quel giorno in cui avvolgono le ombreciò che è di questo suolo, tutto ciò che è infinitorestò nel segreto.Solo così si spiega che un tabernacolo rimangasommerso nel silenzio,come imprigionando, con grandi catene,la luce raggiante che avvolge l’Eccelso...!Un tabernacolo in ombre che non dice nullaall’uomo profano che non ha scopertola fiamma candente, occulta tra le ombredietro la porticina di quella cattività…Neppure la creazionecon la sua voce di tuono,con i mari profondi,con i boschi immensi,nella varietàdel suo grande concerto...

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Nulla dice nulla, tutto si trova in silenzioper colui che non è entrato,col suo pensiero,con la luce eterna, nelle varietàdel grande universo.Nulla dice nulla,neanche il cielo...!Nulla dice nulla, neanche forse la mortecol suo sconcerto,per l’uomo cieco che si è separatodal cammino aperto.

Nulla dice nulla...!,per quanto siano profondi i grandi misteriche avvolge la vita; neppure un tabernacolo in ombreche opprime nella sua profondità la Gloria del cielo...

Nulla dice nulla...!L’uomo è cieco!

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11-7-1974

MI OPPRIME IL CIRCOLO DELLA CREAZIONE

Sono creata per l’Eternità, per l’immensitàimmensa dell’Essere, per la vita perfetta dell’e-terno Essente, per il possesso senza tempo, sen-za limiti e senza frontiere della inesauribilePerfezione.

Dio mi fece per sé, per i suoi modi e stili,per le sue maniere e forme; per entrare con ilsuo intendimento nella luce pletorica della sualuce, nella contenzione dei suoi immensi soli,nell’abbraccio infinitamente onnicomprensivodella sua Famiglia Divina.

Sono stata creata per sapere di che sa Dioin sapienza di intendimento saporoso, e in pe-netrazione intuitiva del suo gaudio simultaneoed eterno; per cantare con la Canzone che, ininfinità di maniere di essere, il Verbo si è, edentrare nel concerto delle sue infinite perfezio-ni; per amare con l’amore sostanzialmente per-fetto dello Spirito Santo.

«“Quelle cose che occhio non vide, né orec-chio udì, né mai entrarono in cuore di uomo,queste ha preparato Dio per coloro che lo ama-no”. Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo del-

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lo Spirito; lo Spirito infatti scruta ogni cosa, an-che le profondità di Dio.

Sia benedetto Dio… che nella sua grandemisericordia… ci ha fatto nascere di nuovo peruna speranza viva, per una eredità che non sicorrompe, non si macchia e non marcisce. Essaè conservata nei cieli per voi»1.

Non sono stata destinata a strisciare per ter-ra, ma a vivere nell’elevazione coeterna dellamia Famiglia Divina. Ed io ho ansie come eter-ne di spiccare il mio volo e di inserirmi nel cen-tro della mia ragione d’essere.

Per cui la terra, e ancor di più, l’immensitàschiacciante dell’universo, mi risulta stretta,compressa!; facendomi percepire la sensazioneche mi opprime nel suo circolo, che mi rac-chiude nel carcere della sua limitazione...; chenon mi fa uscire dalla finitudine delle sue mura!per volare alla libertà libera, al possesso senzalimiti, dove non esistono frontiere, dove mai cifu un principio né esisterà la fine, e dove si re-spira con i polmoni dello spirito, aperti in am-piezze immense, nel possesso dell’immensoEssere nel suo essersi di per sé Colui che Si È,senza avere bisogno di nulla né di nessuno, nédi tempo né di luogo...; lì! dove Egli si è tuttoquello che può essere e quello di cui potreb-be aver bisogno, in un atto semplicissimo disussistenza infinita di vita trinitaria. «Che altro

56

1 1 Cor 2, 9-10; 1 Pt 1, 3-4.

avrò per me in cielo? Se sono con te, la terranon mi diletta. Vengono meno la mia carne eil mio cuore; ma la roccia del mio cuore è Dio,è Dio la mia sorte per sempre»2.

A volte, sorprendendo le esigenze del miospirito e le appetizioni del mio povero essere,io stessa rimango perplessa, con paura di espri-mere i miei sentimenti. Poiché, a chi potrò direche mi risulta piccolo l’universo, che mi oppri-me la limitazione delle sue frontiere e che mirinchiude la strettezza del suo contenimento?Come manifestare che mi sento oppressa ecome rinchiusa davanti alla contemplazionedell’immensità del mare, davanti alla pienezzaed esuberanza dei boschi, con necessità di fareun salto ed uscirmene, liberandomi da tutto ciòche è creato, e trovare la libertà solo nella di-mora infinita dell’infinito Essere?

Grazie, Signore, del fatto che Tu viva in testesso senza dimora, senza limiti e senza fron-tiere...!

Grazie del fatto che Tu sia in te l’Eternità eil Possesso, la Pienezza e l’Immensità; del fat-to che Tu abbia in te il potere di esserti ciò cheti sei, senza che in te esista un principio, sen-za che ti controlli una fine, senza che ti pene-tri, per la tua sublimità, nulla che non sia Tu

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2 Sal 72, 25-26.

lo Spirito; lo Spirito infatti scruta ogni cosa, an-che le profondità di Dio.

Sia benedetto Dio… che nella sua grandemisericordia… ci ha fatto nascere di nuovo peruna speranza viva, per una eredità che non sicorrompe, non si macchia e non marcisce. Essaè conservata nei cieli per voi»1.

Non sono stata destinata a strisciare per ter-ra, ma a vivere nell’elevazione coeterna dellamia Famiglia Divina. Ed io ho ansie come eter-ne di spiccare il mio volo e di inserirmi nel cen-tro della mia ragione d’essere.

Per cui la terra, e ancor di più, l’immensitàschiacciante dell’universo, mi risulta stretta,compressa!; facendomi percepire la sensazioneche mi opprime nel suo circolo, che mi rac-chiude nel carcere della sua limitazione...; chenon mi fa uscire dalla finitudine delle sue mura!per volare alla libertà libera, al possesso senzalimiti, dove non esistono frontiere, dove mai cifu un principio né esisterà la fine, e dove si re-spira con i polmoni dello spirito, aperti in am-piezze immense, nel possesso dell’immensoEssere nel suo essersi di per sé Colui che Si È,senza avere bisogno di nulla né di nessuno, nédi tempo né di luogo...; lì! dove Egli si è tuttoquello che può essere e quello di cui potreb-be aver bisogno, in un atto semplicissimo disussistenza infinita di vita trinitaria. «Che altro

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1 1 Cor 2, 9-10; 1 Pt 1, 3-4.

avrò per me in cielo? Se sono con te, la terranon mi diletta. Vengono meno la mia carne eil mio cuore; ma la roccia del mio cuore è Dio,è Dio la mia sorte per sempre»2.

A volte, sorprendendo le esigenze del miospirito e le appetizioni del mio povero essere,io stessa rimango perplessa, con paura di espri-mere i miei sentimenti. Poiché, a chi potrò direche mi risulta piccolo l’universo, che mi oppri-me la limitazione delle sue frontiere e che mirinchiude la strettezza del suo contenimento?Come manifestare che mi sento oppressa ecome rinchiusa davanti alla contemplazionedell’immensità del mare, davanti alla pienezzaed esuberanza dei boschi, con necessità di fareun salto ed uscirmene, liberandomi da tutto ciòche è creato, e trovare la libertà solo nella di-mora infinita dell’infinito Essere?

Grazie, Signore, del fatto che Tu viva in testesso senza dimora, senza limiti e senza fron-tiere...!

Grazie del fatto che Tu sia in te l’Eternità eil Possesso, la Pienezza e l’Immensità; del fat-to che Tu abbia in te il potere di esserti ciò cheti sei, senza che in te esista un principio, sen-za che ti controlli una fine, senza che ti pene-tri, per la tua sublimità, nulla che non sia Tu

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2 Sal 72, 25-26.

stesso nella tua eterna e perfetta onnicom-prensione...!

Grazie, Signore, per farmi sperimentare, nelcircolo circoscritto della creazione, la necessitàeminente della mia vicina liberazione...!

Grazie per rendermi simile a te, infonden-domi la innecessarietà delle cose, che Tu haiper esserti da te ciò che ti sei...!

Grazie, Signore, per quest’esperienza comedi claustrofobia che sento sulla terra per la chiu-sura che sperimento davanti all’oppressione ditutte le cose, che imprigionano la mia animacreata per l’eterna Perfezione...!

Tutto sulla terra mi rimane piccolo; tutto au-menta le mie angosce, opprime la mia libera-zione e tronca il volo della mia corsa ascen-dente.

A volte ho paura di esprimere le mie espe-rienze, perché la comprensione dell’uomo èpure racchiusa nel limite del suo intendere pic-colino. E come dirgli le torturanti appetenze delmio cuore, bramando e cercando la liberazio-ne dal carcere in cui mi tiene rinchiusa la crea-zione? Come decifrare, a coloro che vivono sog-giogati dall’immensità pletorica dell’universo, imiei sentimenti di fronte ad esso?

Se gli uomini sapessero ciò che sono per ilmio sguardo spirituale tutte le creaturine nella

58

loro diversità di specie, nella loro pienezza dibellezza, riflessi tutti dell’infinita Perfezione...!Se coloro che mi accompagnano nel mio pel-legrinare sulla terra percepissero il concertoche, nella loro esuberante esplicazione, intui-sco in tutte le creaturine...!

Poiché tutte e ciascuna delle cosettine crea-te da Dio racchiudono in sé e manifestano al-l’anima che gode del dono di scienza, comeesse sono riflesso, non solo dell’Essere nella suadiversità di infinità di sfumature, ma anche del-le divine Persone nel loro modo e maniera per-sonali. Infatti, quando l’uomo penetra profon-damente la creazione, vi scopre la mano del-l’Essere vivente, che, effondendosi in sapienza,la rese espressione canora delle sue meravi-gliose perfezioni, essendo tutte le cose createmanifestazione del suo concerto eterno. E tan-to la creazione intera, nell’immensità del suo in-sieme, quanto ciascuno degli atomi più picco-lini, contengono in sé, a loro modo, forma estile, la sapienza del Padre, l’espressione delVerbo e l’amore dello Spirito Santo.

Dio ha possibilità di creare immensi mondiin diversità di maniere, modi e stili. Poiché Egliè grande, non per quello che noi vediamo cheha fatto, bensì per la possibilità che ha, nonsolo di essere, ma di fare creature e cose. Equando, nella sua mente divina, si riversò sul-le creature che, dentro la sua possibilità di crea-re, Egli volle che esistessero, la sapientissimasapienza del Padre si effuse su di loro, facen-

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stesso nella tua eterna e perfetta onnicom-prensione...!

Grazie, Signore, per farmi sperimentare, nelcircolo circoscritto della creazione, la necessitàeminente della mia vicina liberazione...!

Grazie per rendermi simile a te, infonden-domi la innecessarietà delle cose, che Tu haiper esserti da te ciò che ti sei...!

Grazie, Signore, per quest’esperienza comedi claustrofobia che sento sulla terra per la chiu-sura che sperimento davanti all’oppressione ditutte le cose, che imprigionano la mia animacreata per l’eterna Perfezione...!

Tutto sulla terra mi rimane piccolo; tutto au-menta le mie angosce, opprime la mia libera-zione e tronca il volo della mia corsa ascen-dente.

A volte ho paura di esprimere le mie espe-rienze, perché la comprensione dell’uomo èpure racchiusa nel limite del suo intendere pic-colino. E come dirgli le torturanti appetenze delmio cuore, bramando e cercando la liberazio-ne dal carcere in cui mi tiene rinchiusa la crea-zione? Come decifrare, a coloro che vivono sog-giogati dall’immensità pletorica dell’universo, imiei sentimenti di fronte ad esso?

Se gli uomini sapessero ciò che sono per ilmio sguardo spirituale tutte le creaturine nella

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loro diversità di specie, nella loro pienezza dibellezza, riflessi tutti dell’infinita Perfezione...!Se coloro che mi accompagnano nel mio pel-legrinare sulla terra percepissero il concertoche, nella loro esuberante esplicazione, intui-sco in tutte le creaturine...!

Poiché tutte e ciascuna delle cosettine crea-te da Dio racchiudono in sé e manifestano al-l’anima che gode del dono di scienza, comeesse sono riflesso, non solo dell’Essere nella suadiversità di infinità di sfumature, ma anche del-le divine Persone nel loro modo e maniera per-sonali. Infatti, quando l’uomo penetra profon-damente la creazione, vi scopre la mano del-l’Essere vivente, che, effondendosi in sapienza,la rese espressione canora delle sue meravi-gliose perfezioni, essendo tutte le cose createmanifestazione del suo concerto eterno. E tan-to la creazione intera, nell’immensità del suo in-sieme, quanto ciascuno degli atomi più picco-lini, contengono in sé, a loro modo, forma estile, la sapienza del Padre, l’espressione delVerbo e l’amore dello Spirito Santo.

Dio ha possibilità di creare immensi mondiin diversità di maniere, modi e stili. Poiché Egliè grande, non per quello che noi vediamo cheha fatto, bensì per la possibilità che ha, nonsolo di essere, ma di fare creature e cose. Equando, nella sua mente divina, si riversò sul-le creature che, dentro la sua possibilità di crea-re, Egli volle che esistessero, la sapientissimasapienza del Padre si effuse su di loro, facen-

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dole immagine della sua Parola canora con ilVerbo, ed essendo realizzate dall’amore coeter-no dello Spirito Santo.

Per la volontà del Padre, nell’espressione delVerbo, e per l’Amore personale di entrambi, cheè lo Spirito Santo, Dio realizzò, in un’effusionedel suo splendore, la magnificenza magnifica esplendente della creazione. E per questo, tuttele creature «lasciò vestite della sua bellezza»,contenendo in sé ciascuna di esse la ricchezzapletorica della canzone del Verbo, ed apparen-do, la semplice realtà della fogliolina di un al-bero, davanti allo sguardo spirituale di colui chepossiede Dio, così ricca come l’immensitàschiacciante di tutto il contenuto dell’universo.Poiché Dio è ovunque in essenza, presenza epotenza, dando il suo alito di vita a tutto ciòche è, e mantenendo nella sua esistenza tuttociò che esiste.

Ma l’anima dell’uomo, creata con la capacitàdi possedere l’Infinito, brama spiccare il suovolo al possesso dell’eterno Essente, che si è diper sé; e la disturba tutto ciò che tenta di im-prigionare la sua libertà o di troncare il suo voloin ascesa delirante verso l’eternità.

Oggi la mia anima si sente colma in neces-sità di pienezze dell’eterno Essente. Chiamo Luiirresistibilmente, ed esprimo come posso i sen-timenti, le necessità, le appetenze del mio cuo-re, che, traboccate, cercano la libertà del Paesedella Vita; aspettando giorno dopo giorno neimiei tempi di Tabernacolo, presso le porte am-

60

pie della mia Eternità sulla terra, l’ora della miatotale liberazione.

Vivo tranquilla e aspetto. Ma la mia speran-za, a volte, diventa così veemente come la ne-cessità che Dio ha messo in me di possederlo,come l’urgenza che il mio spirito, creato da Dio,ha di vivere solo di Colui che Si È, e con Luie per Lui, nel possesso più o meno assapora-bile di quanto Egli vorrà darmi.

«Di notte anela a te l’anima mia, al mattinoti cerca il mio spirito»3.

Com’è bella la creazione inanimata, fatta daDio per la manifestazione delle sue perfezio-ni...! Ma com’è immensamente più grande e piùtrascendente l’anima dell’uomo, che ha impres-sa in sé la necessità soggiogante di viveredell’Increato; e che fu creata per palpitare, nel-la sua esperienza reale, all’unisono con il cuo-re di Dio, entrando nella comunicazione dellasua vita e vivendo, nella misura della sua ca-pacità creata e finita, dello stesso Infinito...!

Com’è grande quanto ho, com’è immensoquanto spero, e che necessità impellente quel-la del mio povero essere di ottenere quantobramo...! Poiché sono stata creata solo per Dio,e solo con Lui e grazie a Lui, troverò il gaudiopletorico e compiuto della perfezione da meagognata.

61

3 Is 26, 9.

dole immagine della sua Parola canora con ilVerbo, ed essendo realizzate dall’amore coeter-no dello Spirito Santo.

Per la volontà del Padre, nell’espressione delVerbo, e per l’Amore personale di entrambi, cheè lo Spirito Santo, Dio realizzò, in un’effusionedel suo splendore, la magnificenza magnifica esplendente della creazione. E per questo, tuttele creature «lasciò vestite della sua bellezza»,contenendo in sé ciascuna di esse la ricchezzapletorica della canzone del Verbo, ed apparen-do, la semplice realtà della fogliolina di un al-bero, davanti allo sguardo spirituale di colui chepossiede Dio, così ricca come l’immensitàschiacciante di tutto il contenuto dell’universo.Poiché Dio è ovunque in essenza, presenza epotenza, dando il suo alito di vita a tutto ciòche è, e mantenendo nella sua esistenza tuttociò che esiste.

Ma l’anima dell’uomo, creata con la capacitàdi possedere l’Infinito, brama spiccare il suovolo al possesso dell’eterno Essente, che si è diper sé; e la disturba tutto ciò che tenta di im-prigionare la sua libertà o di troncare il suo voloin ascesa delirante verso l’eternità.

Oggi la mia anima si sente colma in neces-sità di pienezze dell’eterno Essente. Chiamo Luiirresistibilmente, ed esprimo come posso i sen-timenti, le necessità, le appetenze del mio cuo-re, che, traboccate, cercano la libertà del Paesedella Vita; aspettando giorno dopo giorno neimiei tempi di Tabernacolo, presso le porte am-

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pie della mia Eternità sulla terra, l’ora della miatotale liberazione.

Vivo tranquilla e aspetto. Ma la mia speran-za, a volte, diventa così veemente come la ne-cessità che Dio ha messo in me di possederlo,come l’urgenza che il mio spirito, creato da Dio,ha di vivere solo di Colui che Si È, e con Luie per Lui, nel possesso più o meno assapora-bile di quanto Egli vorrà darmi.

«Di notte anela a te l’anima mia, al mattinoti cerca il mio spirito»3.

Com’è bella la creazione inanimata, fatta daDio per la manifestazione delle sue perfezio-ni...! Ma com’è immensamente più grande e piùtrascendente l’anima dell’uomo, che ha impres-sa in sé la necessità soggiogante di viveredell’Increato; e che fu creata per palpitare, nel-la sua esperienza reale, all’unisono con il cuo-re di Dio, entrando nella comunicazione dellasua vita e vivendo, nella misura della sua ca-pacità creata e finita, dello stesso Infinito...!

Com’è grande quanto ho, com’è immensoquanto spero, e che necessità impellente quel-la del mio povero essere di ottenere quantobramo...! Poiché sono stata creata solo per Dio,e solo con Lui e grazie a Lui, troverò il gaudiopletorico e compiuto della perfezione da meagognata.

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3 Is 26, 9.

Per questo, Signore, il giorno in cui ti in-contrerò nella luce luminosa delle tue eternepupille, avrò tutto in te, per sempre, per sem-pre...!, nel possesso perfetto del tuo essere enella pienezza completa di quanto bramo.

Grazie, Signore, di avermi fatto simile a te,per vivere per partecipazione nella sazietà per-fetta della tua infinita capacità.

62

18-7-1974

ANSIE DI UN NUOVO INCONTRO

Sono ansie come infinitequelle che nelle mie profondità io tengoper raggiungere il mio Amatore,per dimorare con l’Eterno;

Ansie di notti silenti,ansie di lunghi silenzie di giorni prolungatiin esperienze di mistero,

di segreti trascendenticon sapori di cauteri,sapendo di che sa Dionella profondità del mio petto.

Intimità del Dio vivoin scansioni di cielo,in conversazione tacitacon espressioni di Verbo…

Esperienze dei miei vulcani…appetizioni di melodia sacra…Nostalgie di possederee di abbracciare l’Immenso…!

Odo ansiosa ed ansimanterumori di un nuovo incontro.

63

Per questo, Signore, il giorno in cui ti in-contrerò nella luce luminosa delle tue eternepupille, avrò tutto in te, per sempre, per sem-pre...!, nel possesso perfetto del tuo essere enella pienezza completa di quanto bramo.

Grazie, Signore, di avermi fatto simile a te,per vivere per partecipazione nella sazietà per-fetta della tua infinita capacità.

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18-7-1974

ANSIE DI UN NUOVO INCONTRO

Sono ansie come infinitequelle che nelle mie profondità io tengoper raggiungere il mio Amatore,per dimorare con l’Eterno;

Ansie di notti silenti,ansie di lunghi silenzie di giorni prolungatiin esperienze di mistero,

di segreti trascendenticon sapori di cauteri,sapendo di che sa Dionella profondità del mio petto.

Intimità del Dio vivoin scansioni di cielo,in conversazione tacitacon espressioni di Verbo…

Esperienze dei miei vulcani…appetizioni di melodia sacra…Nostalgie di possederee di abbracciare l’Immenso…!

Odo ansiosa ed ansimanterumori di un nuovo incontro.

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E, quando percepisco il toccodell’Infinito nel mio centro,spicco il volo affannataper abbracciare Colui che aspetto.

Mistero delle mie pienezzeche vivo in scricchiolii,in attese prolungatedi divini incontri!

Dio viene e torna ad andarsenesenza lasciarmi, anche se lo perdonel possesso segreto che occulto nel mio interiore.

Gloria delle mie speranze!,Conquistatore dei miei zeli!,solo bramo tenerti!,solo intravederti desideronelle luci scintillanti ed infinitedel tuo eterno pensiero!

Penetrazione possedutadell’Essente in scansione...Conversazione del Dio vivoin bacio d’amore perfetto...Fulgore dei miei affanni...!Splendori dell’Eccelso...!

Comunicazione di vitaper mezzo dell’Essente nel mio segreto!Io ho bisogno nelle mie ansie,con aneliti impetuosi,

64

di addentrarmi nelle tue profondità,al di fuori di quanto qui ho!

Voglio guardarti nelle tue luci scintillantie cantarti nel tuo concerto,essendo parola nel tuo Canto,che, in amori di ricreazione,

bacia col mio Sposo amante,nelle fiamme del suo Fuoco,il Seno, sempre generantein divino occultamento!

Il generare del Dio vivoè di tanta venerazioneche è avvolto negli zendalidel suo virgineo portento.

Chi oserà introdursiin quel sacro Tempio,senza essere invitato dalla gloriasoggiogante del Coeterno?

Chi potrà, senza essere condotta,introdursi nel senodell’Amore che la sostiene,e godere in assaporamentodella festa che, in Famiglia, Dio vive in arcano eterno?

Appetizioni vanno e vengonodentro l’anima in esilio;nostalgie di possedereil Potente in mistero.

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E, quando percepisco il toccodell’Infinito nel mio centro,spicco il volo affannataper abbracciare Colui che aspetto.

Mistero delle mie pienezzeche vivo in scricchiolii,in attese prolungatedi divini incontri!

Dio viene e torna ad andarsenesenza lasciarmi, anche se lo perdonel possesso segreto che occulto nel mio interiore.

Gloria delle mie speranze!,Conquistatore dei miei zeli!,solo bramo tenerti!,solo intravederti desideronelle luci scintillanti ed infinitedel tuo eterno pensiero!

Penetrazione possedutadell’Essente in scansione...Conversazione del Dio vivoin bacio d’amore perfetto...Fulgore dei miei affanni...!Splendori dell’Eccelso...!

Comunicazione di vitaper mezzo dell’Essente nel mio segreto!Io ho bisogno nelle mie ansie,con aneliti impetuosi,

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di addentrarmi nelle tue profondità,al di fuori di quanto qui ho!

Voglio guardarti nelle tue luci scintillantie cantarti nel tuo concerto,essendo parola nel tuo Canto,che, in amori di ricreazione,

bacia col mio Sposo amante,nelle fiamme del suo Fuoco,il Seno, sempre generantein divino occultamento!

Il generare del Dio vivoè di tanta venerazioneche è avvolto negli zendalidel suo virgineo portento.

Chi oserà introdursiin quel sacro Tempio,senza essere invitato dalla gloriasoggiogante del Coeterno?

Chi potrà, senza essere condotta,introdursi nel senodell’Amore che la sostiene,e godere in assaporamentodella festa che, in Famiglia, Dio vive in arcano eterno?

Appetizioni vanno e vengonodentro l’anima in esilio;nostalgie di possedereil Potente in mistero.

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Suppliche delle mie povertà...!Sospiri delle mie sacre melodie...!Mostrati a me nuovamente,anche se te ne andassi di nuovo!

Non vedi che, se Tu non vienia visitarmi nel suolo,il mio vivere tra gli uominiè di così forte tormento,che o vieni a prendermi,o il mio essere vola incontro a te?

Perciò, vieni, non tardare!, calma il mio indicibile anelito!,se è tuo desiderio che vivacontemplandoti dietro veli.

Signore, perché ti sei nascosto?Quando ti mostrerai di nuovo?

66

28-1-1974

L’ANIMA E IL CORPO

Perché mi rendi estranea a quanto mi avvolge,lasciandomi sola sospesa a te?Perché solo anima mi sento nella mia vita,persa alle cose che sono e che furono,estranea ed assente ad esse senza di me?

Perché nulla è nulla di quanto mi circonda,e tutte le cose non sonose non un’eco lontana rimasta in oblioe senza dono?

Estraneità che atterrisce sento al mio intorno,sola e distaccata dalla creazione,aliena alle sue cose e disinserita,senza nulla che freni la mia marcia verso il Sole.

Dolce e quietamente il mio spirito volaurgente verso Dio,restando la mia mente persa e rannuvolata,e come addormentata, in separazione.

La vita, la morte, il giorno e la notte,l’ombra e la luce, la terra, il seol…L’anima ed il corpo, sentieri distinti ed estraneiseguono al passare del Signore;mistero in segreto, quando l’Infinitosi culla nella profondità del mio cuore…

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Suppliche delle mie povertà...!Sospiri delle mie sacre melodie...!Mostrati a me nuovamente,anche se te ne andassi di nuovo!

Non vedi che, se Tu non vienia visitarmi nel suolo,il mio vivere tra gli uominiè di così forte tormento,che o vieni a prendermi,o il mio essere vola incontro a te?

Perciò, vieni, non tardare!, calma il mio indicibile anelito!,se è tuo desiderio che vivacontemplandoti dietro veli.

Signore, perché ti sei nascosto?Quando ti mostrerai di nuovo?

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28-1-1974

L’ANIMA E IL CORPO

Perché mi rendi estranea a quanto mi avvolge,lasciandomi sola sospesa a te?Perché solo anima mi sento nella mia vita,persa alle cose che sono e che furono,estranea ed assente ad esse senza di me?

Perché nulla è nulla di quanto mi circonda,e tutte le cose non sonose non un’eco lontana rimasta in oblioe senza dono?

Estraneità che atterrisce sento al mio intorno,sola e distaccata dalla creazione,aliena alle sue cose e disinserita,senza nulla che freni la mia marcia verso il Sole.

Dolce e quietamente il mio spirito volaurgente verso Dio,restando la mia mente persa e rannuvolata,e come addormentata, in separazione.

La vita, la morte, il giorno e la notte,l’ombra e la luce, la terra, il seol…L’anima ed il corpo, sentieri distinti ed estraneiseguono al passare del Signore;mistero in segreto, quando l’Infinitosi culla nella profondità del mio cuore…

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La vita non è vita, neppure è morte;del corpo e dell’anima è separazione,senza la grande rottura che avvolge la mortequando lascia udire la sua voce;potere del Dio vivo, come calamita candente,che attrae lo spirito qual forza in conquistacon passo veloce…

Il corpo si sente portato e riportatosenza vita e calore,lasciato e perso in plurime profonditàdi estraniazione.

Sonno senza addormentarsi, nostalgie sacrein presentimenti di qualcosa che rapìle capacità delle sue energie,rimanendo come una nave senza equipaggio,e sbattuta dall’ondeggiare,sola e senza timone.

L’anima è la sua forza, e corse attratta dagli investimenti del passo di Dio;e, dietro di Lui, volando, perse il suo cammino,continuando senza rotta verso il Sole.

Ormai nulla le importa!,è sommersa e corre veloce,tutta soggiogata dai fulgoridi Colui che la rapì.

Sacro mistero del potere di Dio!Tutto è rimasto occulto nelle ombreche di dietro lasciò;

68

nulla, neanche il ricordodi quanto passò,interrompe la sua corsa veloce di fregata,poiché nulla è nulla di quanto dimenticò.

Non c’è lotta nel suo centro,tutto è tranquillo al suo intorno:L’anima, la terra, il corpo,il cielo…, il Signore…Grande separazione si realizza nel mio centro,quando avverto il passo potente dell’Immenso

[in dono.

Estraneità cadente, sonno dei sensi,estraniazione,perdita di cose…;tutto è in silenzio ed in adorazione,perché l’Infinito, passando molto quieto,molto lento, molto soave, l’anima rapì.

Com’è dolce sentirmi portata e riportata,presa e cullata tra le braccia di Dio…!

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La vita non è vita, neppure è morte;del corpo e dell’anima è separazione,senza la grande rottura che avvolge la mortequando lascia udire la sua voce;potere del Dio vivo, come calamita candente,che attrae lo spirito qual forza in conquistacon passo veloce…

Il corpo si sente portato e riportatosenza vita e calore,lasciato e perso in plurime profonditàdi estraniazione.

Sonno senza addormentarsi, nostalgie sacrein presentimenti di qualcosa che rapìle capacità delle sue energie,rimanendo come una nave senza equipaggio,e sbattuta dall’ondeggiare,sola e senza timone.

L’anima è la sua forza, e corse attratta dagli investimenti del passo di Dio;e, dietro di Lui, volando, perse il suo cammino,continuando senza rotta verso il Sole.

Ormai nulla le importa!,è sommersa e corre veloce,tutta soggiogata dai fulgoridi Colui che la rapì.

Sacro mistero del potere di Dio!Tutto è rimasto occulto nelle ombreche di dietro lasciò;

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nulla, neanche il ricordodi quanto passò,interrompe la sua corsa veloce di fregata,poiché nulla è nulla di quanto dimenticò.

Non c’è lotta nel suo centro,tutto è tranquillo al suo intorno:L’anima, la terra, il corpo,il cielo…, il Signore…Grande separazione si realizza nel mio centro,quando avverto il passo potente dell’Immenso

[in dono.

Estraneità cadente, sonno dei sensi,estraniazione,perdita di cose…;tutto è in silenzio ed in adorazione,perché l’Infinito, passando molto quieto,molto lento, molto soave, l’anima rapì.

Com’è dolce sentirmi portata e riportata,presa e cullata tra le braccia di Dio…!

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2-6-1962

AMARE TE PER TE

Amore…!, ché io ho bisogno di te senza dime…!; di te in te e per te…!; poiché io sonocreata soltanto per godere eternamente nel fat-to che Tu sia felice, nel fatto che Tu sia con-tento, nel fatto che Tu sia…! Sì, Amore, nel fat-to che Tu ti sia!

Io ho bisogno di godere nell’eternità soltan-to nel fatto che Tu sei la Gioia eterna in co-municazione infinita di luce gloriosa e di amo-re contento…!; di inabissarmi nell’abisso dellatua infinita felicità…!

Io ho bisogno, perché ti amo, soltanto digodere nel fatto che Tu sei la Felicità increatain comunicazione gioiosa di vita trinitaria. Ilmio amore reclama di stare sempre a contem-plarti nel tuo contento pieno di giubilo di feli-cità eterna...

Io ho bisogno di godere soltanto, soltanto,nel fatto che Tu sia Dio, nel fatto che Tu siafelice, nel fatto che Tu ti sia così glorioso cheTu stesso ti sei la tua gloria; e dal tanto esser-telo, non solo sazi l’esigenza infinita di esser-tela Tu eternamente, bensì, in virtù dell’infinitàdi perfezione del tuo essere contento, eccede-

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rai infinitamente di felicità tutte le creature crea-te con capacità quasi infinita di possederti.

Sei così felice… tanto… tanto… tanto…!, chefarai consistere il nostro gaudio essenzialissimonel godere nel fatto che Tu sia tanto felice; giac-ché sorpassi, davanti alla contemplazione deltuo eterno giubilo, le capacità di tutte le crea-ture razionali in tal modo, che avranno il lorogaudio essenziale nel vedere te tanto contento;poiché lì si troveranno nel centro dell’amorepuro e nell’inserimento completo di quel me-desimo amore.

Sì, sei tanto felice, tanto infinito, tanto glo-rioso e tanto Essere… tanto Essere…!, che, nelcielo, quella perfezione tua esige dai beati di sta-re sempre nel massimo grado di amore puro se-condo la loro capacità. Sei così perfetto e cosìglorioso, che, al contemplare te, la nostra capa-cità rimarrà così rapita, ecceduta e sorpassata,che non potrà desiderare nulla, essenzialissima-mente, all’infuori di gloriarsi nel fatto che Tu tisia tanto felice e tanto contento in virtù di es-serti Colui che ti sei; e tutte le anime avranno illoro primo ed essenzialissimo contento nel go-dere, dimentiche di sé, di vedere te tanto felice.

La tua gioia eterna di perfezione infinita lesoggiogherà così trascendentemente, che ciòche non sia contemplare te per te, godendo nelfatto che Tu sia Dio, saranno secondi gaudi ac-cidentali che esse possederanno come conse-guenza di quello. Il gaudio dei gaudi, che faràstare l’anima nell’eternità nel centro del suo

72

amore e in un atto di amore purissimo, sarà go-dere nel fatto che Dio sia Dio, nel fatto che Diosia ciò che è da sé ed in se stesso.

Dato che l’anima è stata creata per glorifi-care Dio a seconda del suo grado di amore, enel cielo tutte lo avranno nel massimo gradodella loro capacità, la gloria essenzialissima diciascuna, secondo il suo grado d’amore, saràgodere nel fatto che Dio si sia tanto glorioso.

Per questo, Amore, ché ti aspetto…! Ché so-spiro per amarti eternamente nel mio centrod’amore…; in quel punto di purezza d’amoreche Tu infondi nella mia anima…! Ché ho bi-sogno che il mio amore sia il più puro possi-bile, secondo la mia capacità, e di amarti dovepiù io ti ami, dove la mia purezza di amore siapiù perfetta…!

So che questo sarà nella regione dei perfet-ti, dove si vive in perfezione assoluta di amo-re. Per questo io reclamo con urgenza di amar-ti nell’eternità; e ne ho bisogno, subito!, poichéogni secondo che passa non ti ho amato, stan-do qui, in quella perfezione di cui la mia ani-ma è affamata.

Sono assetata e ti cerco straziatamente sen-za sazietà, poiché bramo di godere soltanto nelfatto che Tu sia Dio, che Tu sia felice, che nonsoffri, nel fatto che Tu sei il contento increatodi perfezione felicissima… nel fatto che Tu ti

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rai infinitamente di felicità tutte le creature crea-te con capacità quasi infinita di possederti.

Sei così felice… tanto… tanto… tanto…!, chefarai consistere il nostro gaudio essenzialissimonel godere nel fatto che Tu sia tanto felice; giac-ché sorpassi, davanti alla contemplazione deltuo eterno giubilo, le capacità di tutte le crea-ture razionali in tal modo, che avranno il lorogaudio essenziale nel vedere te tanto contento;poiché lì si troveranno nel centro dell’amorepuro e nell’inserimento completo di quel me-desimo amore.

Sì, sei tanto felice, tanto infinito, tanto glo-rioso e tanto Essere… tanto Essere…!, che, nelcielo, quella perfezione tua esige dai beati di sta-re sempre nel massimo grado di amore puro se-condo la loro capacità. Sei così perfetto e cosìglorioso, che, al contemplare te, la nostra capa-cità rimarrà così rapita, ecceduta e sorpassata,che non potrà desiderare nulla, essenzialissima-mente, all’infuori di gloriarsi nel fatto che Tu tisia tanto felice e tanto contento in virtù di es-serti Colui che ti sei; e tutte le anime avranno illoro primo ed essenzialissimo contento nel go-dere, dimentiche di sé, di vedere te tanto felice.

La tua gioia eterna di perfezione infinita lesoggiogherà così trascendentemente, che ciòche non sia contemplare te per te, godendo nelfatto che Tu sia Dio, saranno secondi gaudi ac-cidentali che esse possederanno come conse-guenza di quello. Il gaudio dei gaudi, che faràstare l’anima nell’eternità nel centro del suo

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amore e in un atto di amore purissimo, sarà go-dere nel fatto che Dio sia Dio, nel fatto che Diosia ciò che è da sé ed in se stesso.

Dato che l’anima è stata creata per glorifi-care Dio a seconda del suo grado di amore, enel cielo tutte lo avranno nel massimo gradodella loro capacità, la gloria essenzialissima diciascuna, secondo il suo grado d’amore, saràgodere nel fatto che Dio si sia tanto glorioso.

Per questo, Amore, ché ti aspetto…! Ché so-spiro per amarti eternamente nel mio centrod’amore…; in quel punto di purezza d’amoreche Tu infondi nella mia anima…! Ché ho bi-sogno che il mio amore sia il più puro possi-bile, secondo la mia capacità, e di amarti dovepiù io ti ami, dove la mia purezza di amore siapiù perfetta…!

So che questo sarà nella regione dei perfet-ti, dove si vive in perfezione assoluta di amo-re. Per questo io reclamo con urgenza di amar-ti nell’eternità; e ne ho bisogno, subito!, poichéogni secondo che passa non ti ho amato, stan-do qui, in quella perfezione di cui la mia ani-ma è affamata.

Sono assetata e ti cerco straziatamente sen-za sazietà, poiché bramo di godere soltanto nelfatto che Tu sia Dio, che Tu sia felice, che nonsoffri, nel fatto che Tu sei il contento increatodi perfezione felicissima… nel fatto che Tu ti

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sei… che Tu ti sei…! che Tu ti sei Colui che seied io colei che non sono…!

Ho bisogno di godere nel fatto che Tu ti sia,e solo in questo, senza occuparmi di altro; edin ciò consiste il centro e la perfezione del mioamore. Io so che questa esigenza di amore puroche hai messo nella mia anima, la potrò sod-disfare soltanto nel luogo dell’amore puro eperfetto: l’eternità.

Amore, io non reclamo l’eternità per esserefelice; poiché anche se tutta la mia anima è crea-ta per esserlo, c’è qualcosa che sorpassa quasiinfinitamente questa urgenza, ed è quella di go-dere soltanto nel fatto che Tu sia felice, nel fat-to che Tu ti sia, che Tu godi, che Tu ti ami, cheTu sia la Vita gloriosa in Trinità di Persone.

Che grande gioia che Tu ti sia così conten-to...!, che Tu ti sia così felice!, che Tu ti sia date stesso, senza di me...! Che gaudio, che, quan-do io ti offesi, o mio Increato, non ti abbia cau-sato pena, non ti abbia tolto contento, non tiabbia tolto la tua gloria essenziale...!

Amore...!, che gaudioso giubilo che Tu ti siatanto Essere, che ciò che non sei Tu, non ti to-glie né aggiunge nulla...!; che Tu ti sia così im-mutabile nel tuo gaudio infinito, che nulla titurba, che nulla ti tocca...; che io con tutta lamia imperfezione, davanti a te, come se nonfossi...

Amore...! che contentezza quella della miaanima del fatto che Tu sia così...! Che conten-

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tezza quella di poter godere eternamente lagioia di vederti così felice...! Che grande gioiache la tua gloria sia la stessa essenzialmentecon l’amore delle tue creature che senza diesso! Che gaudio così completo che, davantialla tua incapacità di soffrire, per poterlo fare,ti sei dovuto incarnare!; e benché così hai sof-ferto nella tua umanità, la tua divinità però ri-mase impassibile.

Oh...! Che venga colui che sappia d’amore,vediamo se può amare colla purezza d’amorecon cui Dio è amato! Vediamo se egli ama l’es-sere amato come Dio è amato...! Vediamo sec’è qualche essere che abbia in sé tale amore,tale felicità, e che sia tanto essere nella sua per-fezione, che ecceda infinitamente il desiderio diamare di tutti gli amanti!

Così è Dio...! È di tale perfezione gloriosa,che eccedendo la nostra capacità di tutto ciòche possiamo ambire, ci farà avere la nostraglorificazione massima nel godere in ciò cheEgli è.

Dimmi, che cosa ami e perché lo ami…? Dicosa ti occupi quando il tuo amore non è Dio...?Di amare perché ti corrispondono, che in findei conti è cercarti; di amare per godere tu, cheè amore egoista; di godere nel bene dell’ama-to perché trovi un gaudio… Ma tu sai quelloche è Dio, e di quale perfezione sarà, e quale

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sei… che Tu ti sei…! che Tu ti sei Colui che seied io colei che non sono…!

Ho bisogno di godere nel fatto che Tu ti sia,e solo in questo, senza occuparmi di altro; edin ciò consiste il centro e la perfezione del mioamore. Io so che questa esigenza di amore puroche hai messo nella mia anima, la potrò sod-disfare soltanto nel luogo dell’amore puro eperfetto: l’eternità.

Amore, io non reclamo l’eternità per esserefelice; poiché anche se tutta la mia anima è crea-ta per esserlo, c’è qualcosa che sorpassa quasiinfinitamente questa urgenza, ed è quella di go-dere soltanto nel fatto che Tu sia felice, nel fat-to che Tu ti sia, che Tu godi, che Tu ti ami, cheTu sia la Vita gloriosa in Trinità di Persone.

Che grande gioia che Tu ti sia così conten-to...!, che Tu ti sia così felice!, che Tu ti sia date stesso, senza di me...! Che gaudio, che, quan-do io ti offesi, o mio Increato, non ti abbia cau-sato pena, non ti abbia tolto contento, non tiabbia tolto la tua gloria essenziale...!

Amore...!, che gaudioso giubilo che Tu ti siatanto Essere, che ciò che non sei Tu, non ti to-glie né aggiunge nulla...!; che Tu ti sia così im-mutabile nel tuo gaudio infinito, che nulla titurba, che nulla ti tocca...; che io con tutta lamia imperfezione, davanti a te, come se nonfossi...

Amore...! che contentezza quella della miaanima del fatto che Tu sia così...! Che conten-

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tezza quella di poter godere eternamente lagioia di vederti così felice...! Che grande gioiache la tua gloria sia la stessa essenzialmentecon l’amore delle tue creature che senza diesso! Che gaudio così completo che, davantialla tua incapacità di soffrire, per poterlo fare,ti sei dovuto incarnare!; e benché così hai sof-ferto nella tua umanità, la tua divinità però ri-mase impassibile.

Oh...! Che venga colui che sappia d’amore,vediamo se può amare colla purezza d’amorecon cui Dio è amato! Vediamo se egli ama l’es-sere amato come Dio è amato...! Vediamo sec’è qualche essere che abbia in sé tale amore,tale felicità, e che sia tanto essere nella sua per-fezione, che ecceda infinitamente il desiderio diamare di tutti gli amanti!

Così è Dio...! È di tale perfezione gloriosa,che eccedendo la nostra capacità di tutto ciòche possiamo ambire, ci farà avere la nostraglorificazione massima nel godere in ciò cheEgli è.

Dimmi, che cosa ami e perché lo ami…? Dicosa ti occupi quando il tuo amore non è Dio...?Di amare perché ti corrispondono, che in findei conti è cercarti; di amare per godere tu, cheè amore egoista; di godere nel bene dell’ama-to perché trovi un gaudio… Ma tu sai quelloche è Dio, e di quale perfezione sarà, e quale

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gloria avrà in sé, che la gioia di vedere Lui tan-to contento e tanto felice sarà la tua beatitudi-ne eterna...?

Che cosa sarà Dio, anima creata dall’Infinito,quando è capace di saziare infinitamente tuttal’esigenza di amore e di felicità che tu senti…!E questa esigenza la soddisferà in tal grado chenon ti ricorderai di te; e la felicità dell’Infinitoeccederà così infinitamente la tua capacità diamore, che davanti alla tua impotenza di nonpoter godere nel fatto che Dio sia Dio comeEgli merita, la tua eternità sarà adorare, schiac-ciata dalla gloria gloriosa che Egli si è.

Amore…! tutta la mia eternità a renderti gra-zie perché Tu sei chi sei, ringraziandoti del fat-to che Tu ti sia…! No perché io ne goda, maperché Tu lo sia! Tutta la mia eternità a gode-re sempre!, sempre!, sempre!, essenzialissima-mente, nel fatto che Tu sei felice, sei contento,nel fatto che sei Colui che ti sei, che Tu te losei da te stesso, e che ti tieni la tua felicità inte stesso, e che Tu te la sei, te la godi e te lapossiedi in te e senza di me.

Dio mio, che grande gioia ha la mia animaper il fatto che Tu sia tanto felice…! Tutto ilmio essere, una lode gaudiosa della tua glo-ria…! Tutta io un cantico di rendimento di gra-zie, perché sei tanto felice e tanto contento; tut-ta io un cantico di giubilo, che in un’estasi diamore ti dice: Grazie, Amore, del fatto che Tusia Colui che ti sei. Grazie, Amore, grazie…!

76

Tutta la mia anima, in un puro atto d’amo-re, rapita solamente dalla gratitudine al Diocontento, a godere nel fatto che Egli si sia tan-to contento...!

Com’è contento Dio…! Come si è felicel’Essere nel suo essere, nei suoi Tre…! Chegrande gioia ho per il fatto che Dio si sia tan-to felice, tanto Essere…! tanto Essere…!; per ilfatto che Dio, dal tanto essersi la Felicità in-creata di perfezione infinita, sia Uno e sia Tre.

[…]1 Amore… Perché proprio a me è datodi poter sapere quanto contento Tu ti sei perte nel tuo seno…? Il mio amore è contento, sitrova nel suo centro godendo nel fatto che Diosi è felice, nel fatto che Egli si è la gioia in-creata, il gaudio infinito, il contento eterno…

Amore…! ché ti aspetto…! Ché io cerco an-siosa di stare nell’eternità per soddisfare laesigenza che Tu, al crearmi, hai plasmato inme, e questa necessità di amore puro che,come sposa del tuo essere divino, Tu mi haidato. Non perché io qui non possa amarti,giacché la mia vita è tutta un atto d’amore;ma perché so e vedo per esperienza che que-sto grado d’amore non sempre si trova nel

77

1 Con questo segno viene indicata la soppressione di bra-ni più o meno ampi che non si ritiene opportuno pub-blicare in vita dell’autrice.

gloria avrà in sé, che la gioia di vedere Lui tan-to contento e tanto felice sarà la tua beatitudi-ne eterna...?

Che cosa sarà Dio, anima creata dall’Infinito,quando è capace di saziare infinitamente tuttal’esigenza di amore e di felicità che tu senti…!E questa esigenza la soddisferà in tal grado chenon ti ricorderai di te; e la felicità dell’Infinitoeccederà così infinitamente la tua capacità diamore, che davanti alla tua impotenza di nonpoter godere nel fatto che Dio sia Dio comeEgli merita, la tua eternità sarà adorare, schiac-ciata dalla gloria gloriosa che Egli si è.

Amore…! tutta la mia eternità a renderti gra-zie perché Tu sei chi sei, ringraziandoti del fat-to che Tu ti sia…! No perché io ne goda, maperché Tu lo sia! Tutta la mia eternità a gode-re sempre!, sempre!, sempre!, essenzialissima-mente, nel fatto che Tu sei felice, sei contento,nel fatto che sei Colui che ti sei, che Tu te losei da te stesso, e che ti tieni la tua felicità inte stesso, e che Tu te la sei, te la godi e te lapossiedi in te e senza di me.

Dio mio, che grande gioia ha la mia animaper il fatto che Tu sia tanto felice…! Tutto ilmio essere, una lode gaudiosa della tua glo-ria…! Tutta io un cantico di rendimento di gra-zie, perché sei tanto felice e tanto contento; tut-ta io un cantico di giubilo, che in un’estasi diamore ti dice: Grazie, Amore, del fatto che Tusia Colui che ti sei. Grazie, Amore, grazie…!

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Tutta la mia anima, in un puro atto d’amo-re, rapita solamente dalla gratitudine al Diocontento, a godere nel fatto che Egli si sia tan-to contento...!

Com’è contento Dio…! Come si è felicel’Essere nel suo essere, nei suoi Tre…! Chegrande gioia ho per il fatto che Dio si sia tan-to felice, tanto Essere…! tanto Essere…!; per ilfatto che Dio, dal tanto essersi la Felicità in-creata di perfezione infinita, sia Uno e sia Tre.

[…]1 Amore… Perché proprio a me è datodi poter sapere quanto contento Tu ti sei perte nel tuo seno…? Il mio amore è contento, sitrova nel suo centro godendo nel fatto che Diosi è felice, nel fatto che Egli si è la gioia in-creata, il gaudio infinito, il contento eterno…

Amore…! ché ti aspetto…! Ché io cerco an-siosa di stare nell’eternità per soddisfare laesigenza che Tu, al crearmi, hai plasmato inme, e questa necessità di amore puro che,come sposa del tuo essere divino, Tu mi haidato. Non perché io qui non possa amarti,giacché la mia vita è tutta un atto d’amore;ma perché so e vedo per esperienza che que-sto grado d’amore non sempre si trova nel

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1 Con questo segno viene indicata la soppressione di bra-ni più o meno ampi che non si ritiene opportuno pub-blicare in vita dell’autrice.

suo centro come il mio amore a te lo recla-ma; poiché io ho bisogno di amarti con laperfezione dei beati, e vedo che ti amo col-l’amore degli esiliati, che molte volte è im-perfetto. Solamente per poterti amare goden-do nel fatto che Tu sia felice e che sia Dio,solamente per questo!, io bramo di stare nel-l’eternità, e così amarti nella massima perfe-zione secondo la mia capacità...

Amore…! io non so se mi spiego… Io soche non so dire te in te, ma vedo che neppu-re so esprimere ciò che sento verso te e di te.Io soltanto so che, quando ti desidero nella tuagloria, quando l’urgenza di glorificarti nel cielomi rapisce e l’esigenza di godere nel fatto cheTu godi mi fa gemere con gemiti che sono ine-narrabili per l’eternità per glorificarti nella miamassima purezza d’amore; allora, secondo lamia capacità personale d’esiliata, sono nel mas-simo grado d’amore puro che io per te possoavere.

«Io vivo per il Padre –dice Gesù– … Io amoil Padre… Padre, glorifica il tuo Nome!»2

Io non ho bisogno di andare al cielo se nonper godere di vedere te godere senza occu-parmi di altro. E poiché so che qui non lo pos-so fare così puramente e costantemente comelì, per questo voglio stare lì; giacché desideroamarti dove più puramente potrò farlo, e go-

78

2 Gv 6, 57; 14, 31; 12, 28.

79

dere nel fatto che Tu sia Dio dove maggiorepurezza d’amore io abbia.

Amore, se io posso amarti qui e glorificarticon la purezza d’amore che la mia anima bra-ma, per me è la stessa cosa qui che lì, giacchého bisogno di amarti nel posto dove più purosia il mio amore; non per gioirne io, ma pervedere godere te, anche se io non ne godessi;non perché io stia partecipando al tuo conten-to nel vedere te godere, ma perché lì sarà dovepiù puramente io potrò rallegrarmi del fatto cheTu sia Dio...

Forse che io non voglio godere di te…? Seper questo sono stata creata…! Se la mia ani-ma brama di vivere della tua Trinità e di pe-netrare nel tuo essere per goderlo…! Ma, da-vanti all’urgenza quasi infinita che mi ha rapitoper godere soltanto nel fatto che Tu sia Dio,tutto il resto è come se non fosse.

Amore, io ho bisogno, per esigenza di es-sere stata creata per godere di te, di essere fe-lice… Io ho nella mia anima impressa la ne-cessità di possederti e di goderti, quella diconoscerti e di esprimerti, quella di amarti e diessere amata con la mia partecipazione di te…Clamo in urgenze di vivere soltanto per te, dirapirti e di afferrarti per me, di godere nel fat-to che Tu sia Tu per goderne io!

Davanti, però, alla distanza come infinita diquesta purezza d’amore che Tu infondi nellamia anima, di amarti solo per il fatto di esserechi sei, tutto ciò che non sia questa purezza

suo centro come il mio amore a te lo recla-ma; poiché io ho bisogno di amarti con laperfezione dei beati, e vedo che ti amo col-l’amore degli esiliati, che molte volte è im-perfetto. Solamente per poterti amare goden-do nel fatto che Tu sia felice e che sia Dio,solamente per questo!, io bramo di stare nel-l’eternità, e così amarti nella massima perfe-zione secondo la mia capacità...

Amore…! io non so se mi spiego… Io soche non so dire te in te, ma vedo che neppu-re so esprimere ciò che sento verso te e di te.Io soltanto so che, quando ti desidero nella tuagloria, quando l’urgenza di glorificarti nel cielomi rapisce e l’esigenza di godere nel fatto cheTu godi mi fa gemere con gemiti che sono ine-narrabili per l’eternità per glorificarti nella miamassima purezza d’amore; allora, secondo lamia capacità personale d’esiliata, sono nel mas-simo grado d’amore puro che io per te possoavere.

«Io vivo per il Padre –dice Gesù– … Io amoil Padre… Padre, glorifica il tuo Nome!»2

Io non ho bisogno di andare al cielo se nonper godere di vedere te godere senza occu-parmi di altro. E poiché so che qui non lo pos-so fare così puramente e costantemente comelì, per questo voglio stare lì; giacché desideroamarti dove più puramente potrò farlo, e go-

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2 Gv 6, 57; 14, 31; 12, 28.

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dere nel fatto che Tu sia Dio dove maggiorepurezza d’amore io abbia.

Amore, se io posso amarti qui e glorificarticon la purezza d’amore che la mia anima bra-ma, per me è la stessa cosa qui che lì, giacchého bisogno di amarti nel posto dove più purosia il mio amore; non per gioirne io, ma pervedere godere te, anche se io non ne godessi;non perché io stia partecipando al tuo conten-to nel vedere te godere, ma perché lì sarà dovepiù puramente io potrò rallegrarmi del fatto cheTu sia Dio...

Forse che io non voglio godere di te…? Seper questo sono stata creata…! Se la mia ani-ma brama di vivere della tua Trinità e di pe-netrare nel tuo essere per goderlo…! Ma, da-vanti all’urgenza quasi infinita che mi ha rapitoper godere soltanto nel fatto che Tu sia Dio,tutto il resto è come se non fosse.

Amore, io ho bisogno, per esigenza di es-sere stata creata per godere di te, di essere fe-lice… Io ho nella mia anima impressa la ne-cessità di possederti e di goderti, quella diconoscerti e di esprimerti, quella di amarti e diessere amata con la mia partecipazione di te…Clamo in urgenze di vivere soltanto per te, dirapirti e di afferrarti per me, di godere nel fat-to che Tu sia Tu per goderne io!

Davanti, però, alla distanza come infinita diquesta purezza d’amore che Tu infondi nellamia anima, di amarti solo per il fatto di esserechi sei, tutto ciò che non sia questa purezza

80

3 Sal 39, 9.

d’amore mi sa come di profanazione; giacchéla mia anima, quando è nel suo centro, ha bi-sogno di amare te per te, senza di me, in te.

Ma, anche se la necessità di godere per ilfatto di esserti Tu Colui che ti sei mi fa viveremorendo, so che aumentare questo grado d’a-more soltanto qui sulla terra posso conseguir-lo. Giacché per ogni secondo, che vivo in que-sto stato di amore in cui l’Amore mi tiene, ioottengo un aumento d’amore per me e per tut-ti i membri della Chiesa sino alla fine dei tem-pi; e vivendo così, posso conseguire che au-menti l’amore puro di ogni anima, mediante ilquale e per tutta l’eternità, esse godranno sol-tanto nel fatto che Dio sia Dio.

E davanti a questo programma che si pre-senta alla mia vista della mia glorificazione diDio e della mia maternità spirituale, che cosaè più perfetta per me, desiderare il cielo o laterra…? «Compiere la tua volontà, Dio mio, è ilmio diletto, e i tuoi decreti sono in mezzo almio cuore!»3

E tutto questo, o mia Trinità Una, per la tuagloria ed il tuo gaudio, che è il mio gaudio ela mia gloria.

Questo scritto, o mia Trinità Una, lo dedicoa te, come inno di lode suprema e di glorifi-cazione massima che sulla terra posso darti,giacché cerco di fare conoscere ed amare te,per te, senza di me.

81

11-8-1974

NON MI CHIAMAREIN MODO COSÌ URGENTE!

Io chiamo l’Eternità,e l’Eterno chiama me.Io reclamo i suoi contatti,ed il mio essere arde in essi.

Dio mi lancia a possederlo,e cammina verso il mio incontro.Tutti e due viviamo cercandociò che esige un medesimo anelito!

Dio ha bisogno di tenerminelle luci scintillanti dei suoi fuochi,per mostrarmi le sue glorie,per addentrarmi nel suo senoed illuminarmi nelle fucinedel suo infinito silenzio;

perché i suoi zeli sono forticome il vulcano del suo petto,e non resiste alle penedel mio penare compassionevole.

Per questo quando si mostraal mio spirito assetato,sempre gli dice in amori infiammato dai suoi fuochi:

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3 Sal 39, 9.

d’amore mi sa come di profanazione; giacchéla mia anima, quando è nel suo centro, ha bi-sogno di amare te per te, senza di me, in te.

Ma, anche se la necessità di godere per ilfatto di esserti Tu Colui che ti sei mi fa viveremorendo, so che aumentare questo grado d’a-more soltanto qui sulla terra posso conseguir-lo. Giacché per ogni secondo, che vivo in que-sto stato di amore in cui l’Amore mi tiene, ioottengo un aumento d’amore per me e per tut-ti i membri della Chiesa sino alla fine dei tem-pi; e vivendo così, posso conseguire che au-menti l’amore puro di ogni anima, mediante ilquale e per tutta l’eternità, esse godranno sol-tanto nel fatto che Dio sia Dio.

E davanti a questo programma che si pre-senta alla mia vista della mia glorificazione diDio e della mia maternità spirituale, che cosaè più perfetta per me, desiderare il cielo o laterra…? «Compiere la tua volontà, Dio mio, è ilmio diletto, e i tuoi decreti sono in mezzo almio cuore!»3

E tutto questo, o mia Trinità Una, per la tuagloria ed il tuo gaudio, che è il mio gaudio ela mia gloria.

Questo scritto, o mia Trinità Una, lo dedicoa te, come inno di lode suprema e di glorifi-cazione massima che sulla terra posso darti,giacché cerco di fare conoscere ed amare te,per te, senza di me.

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11-8-1974

NON MI CHIAMAREIN MODO COSÌ URGENTE!

Io chiamo l’Eternità,e l’Eterno chiama me.Io reclamo i suoi contatti,ed il mio essere arde in essi.

Dio mi lancia a possederlo,e cammina verso il mio incontro.Tutti e due viviamo cercandociò che esige un medesimo anelito!

Dio ha bisogno di tenerminelle luci scintillanti dei suoi fuochi,per mostrarmi le sue glorie,per addentrarmi nel suo senoed illuminarmi nelle fucinedel suo infinito silenzio;

perché i suoi zeli sono forticome il vulcano del suo petto,e non resiste alle penedel mio penare compassionevole.

Per questo quando si mostraal mio spirito assetato,sempre gli dice in amori infiammato dai suoi fuochi:

82

Aspetta!, ché sono le mie glorieper le quali qui ti trattengo.Ché non è la mia mancanza d’amore, poiché ardo nei miei zelidi introdurti nei miei soliscorrendo per te i veli.

È però la tua gloria e la mia gloria…I cantici che in te ho postoaffinché tu mostri la mia vita,sono freni ai miei desideridi addentrarti nel profondodel mio eterno occultamento.

Canta la tua canzone, Chiesa!Aspetta nella tua cattività!,ché Io ricolmo i tuoi trionfiin frutti di estensione.

Risorgi, sposa, ed intonail cantico dei tuoi misteri!Non tacere perché ti opprimanocoloro che non intendono i tuoi echi!

Non temere, Chiesa amata,gli eserciti dell’infernoquando tentano di soffocareil tuo glorioso ascendimento!,ché Io ti tengo racchiusanella profondità del mio seno.

Non titubi il tuo braccio,né il tuo petto erompa in cordoglio!Sposa, Io mi compiacciodel tuo lottare penoso.

83

Ma non supplicare così fortenel tuo lamentarti sincero,poiché il tuo grido è dolce,tanto, che mi alzo in voloper gli zeli accesiche, davanti al tuo molteplice penare, sento!

Non mi chiamare così urgentemente,perché trattenermi non possoalla tua voce che mi reclamatra singhiozzi di rinchiudimento.

Aspetta, Chiesa, che, alla fine,Io mi lancerò al tuo incontroe ti porterò alle nozzedel mio infinito segreto!

Non penare, sposa amata,poiché mi consumo in zelied in impeti per tirarti fuoridal carcere dell’esilio!

Non mi reclamare così forte,poiché non è arrivato il tempo,e le mie glorie sono avertiancora su questo suolo,affinché tu rallegri la Chiesacon cantici di mistero!

Non dimenticare, sposa amata,nel tuo gemere penoso,che nella Chiesa ti resi madree hai da dar vita morendo.

Aspetta, perché ancora è presto!Io ormai ben so dei tuoi tormenti!

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Aspetta!, ché sono le mie glorieper le quali qui ti trattengo.Ché non è la mia mancanza d’amore, poiché ardo nei miei zelidi introdurti nei miei soliscorrendo per te i veli.

È però la tua gloria e la mia gloria…I cantici che in te ho postoaffinché tu mostri la mia vita,sono freni ai miei desideridi addentrarti nel profondodel mio eterno occultamento.

Canta la tua canzone, Chiesa!Aspetta nella tua cattività!,ché Io ricolmo i tuoi trionfiin frutti di estensione.

Risorgi, sposa, ed intonail cantico dei tuoi misteri!Non tacere perché ti opprimanocoloro che non intendono i tuoi echi!

Non temere, Chiesa amata,gli eserciti dell’infernoquando tentano di soffocareil tuo glorioso ascendimento!,ché Io ti tengo racchiusanella profondità del mio seno.

Non titubi il tuo braccio,né il tuo petto erompa in cordoglio!Sposa, Io mi compiacciodel tuo lottare penoso.

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Ma non supplicare così fortenel tuo lamentarti sincero,poiché il tuo grido è dolce,tanto, che mi alzo in voloper gli zeli accesiche, davanti al tuo molteplice penare, sento!

Non mi chiamare così urgentemente,perché trattenermi non possoalla tua voce che mi reclamatra singhiozzi di rinchiudimento.

Aspetta, Chiesa, che, alla fine,Io mi lancerò al tuo incontroe ti porterò alle nozzedel mio infinito segreto!

Non penare, sposa amata,poiché mi consumo in zelied in impeti per tirarti fuoridal carcere dell’esilio!

Non mi reclamare così forte,poiché non è arrivato il tempo,e le mie glorie sono avertiancora su questo suolo,affinché tu rallegri la Chiesacon cantici di mistero!

Non dimenticare, sposa amata,nel tuo gemere penoso,che nella Chiesa ti resi madree hai da dar vita morendo.

Aspetta, perché ancora è presto!Io ormai ben so dei tuoi tormenti!

NOTA:

Chiedo veementemente che tutto ciò cheesprimo attraverso i miei scritti, per crederlo vo-lontà di Dio e per fedeltà a quanto lo stessoDio mi ha affidato, quando nella traduzione adaltre lingue non si capisca bene o si desiderichiarimento, si ricorra all’autenticità di quantodettato da me nel testo spagnolo; giacché hopotuto comprovare che alcune espressioni nel-le traduzioni non sono le più adatte per espri-mere il mio pensiero.

L’autrice:

Trinidad de la Santa Madre Iglesia