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Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio 2010 (A cura di) Dott. Andrea Bernardoni 1

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Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche

Roma, 25-26 febbraio 2010

(A cura di) Dott. Andrea Bernardoni

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Patrocinio

La ricerca è stata realizzata con il contributo di Coopfond,

fondo promozione cooperative aderenti a Legacoop

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Gruppo di Ricerca

• Prof. sa Patrizia Battilani – Università Bologna• Dott.sa Roberta Curiazi - Università Bologna• Prof. Luca Ferrucci – Università Perugia• Prof. Antonio Picciotti – Università di Perugia• Prof. Giorgio Giorgetti – Università Genova• Prof. Angelo Gaspare – Università Genova• Dott. Demetrio Catillo – Ricercatore• Dott. Andrea Bernardoni – Coordinatore Ricerca

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Indice1. Introduzione al rapporto di ricerca Dott. Andrea Bernardoni

Pag. 4

2. L’evoluzione dei servizi nel lungo periodo Prof.ssa Patrizia Battilani

Pag. 20

3. Analisi regionale del settore terziario in Italia Prof. Luca Ferrucci, Prof. Antonio Picciotti

Pag. 78

4. Analisi delle principali imprese di alcuni comparti del settore terziario

Prof. Luca Ferrucci, Prof. Antonio Picciotti

Pag. 110

5. Buone pratiche di esternalizzazione qualificata di servizi Prof. Giorgio Giorgetti, Prof. Angelo Gasparre, Dott. Andrea Bernardoni, Dott. Demetrio Catillo

Pag. 129

Allegati:A.Le buone pratiche di esternalizzazione qualificata dei serviziB.I dati delle imprese leader del settore terziario

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Cap. 1 Introduzione al rapporto di

ricercaDott. Andrea Bernardoni

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Obiettivi della ricerca

• Fare analisi evoluzione storica e caratteristiche del settore terziario

• Focalizzando l’attenzione sul terziario non distributivo

• Delineando (possibili) scenari competitivi futuri

• Analizzando esempi di esternalizzazione qualificata

• In modo da …

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• Offrire strumenti aggiuntivi per supportare le decisioni dei policy maker, le politiche di ANCST e le scelte delle imprese cooperative;

• (Contribuire a) promuovere riflessioni e percorsi di ricerca sul settore terziario, coinvolgendo le Università, le strutture di ricerca privata e le imprese.

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Il percorso (operativo) della ricerca

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La prima parte della ricerca (Cap. 2) è dedicata all’analisi del settore terziario nel lungo periodo. In questa parte del lavoro si analizza: il processo di crescita dei servizi nei paesi industrializzati, con particolare attenzione all’Italia; l’andamento della produttività del lavoro nel settore terziario; la presenza femminile nel settore terziario; i processi di internazionalizzazione del settore.

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Particolarmente interessante è l’analisi della produttività dei servizi. Tale analisi mostra come, mentre nella prima parte del secolo scorso la produttività media del lavoro nei servizi è in continua crescita e comunque più alta di quella dell’economia nel suo complesso, a partire dal 1970 l’andamento della produttività diventa meno lineare e si diversifica comparto per comparto, con un trend spesso decrescente.

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Dal confronto internazionale si può osservare come in tutti i comparti dei servizi l’Italia registra una produttività media inferiore agli altri paesi OCSE esaminati (USA, FR, UK, GR).

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• La riduzione della produttività in alcuni comparti del settore terziario è quindi uno specifico italiano.

QUINDI• Per affrontare il problema della scarsa competitività

del “sistema paese” e della produttività del lavoro è necessario mettere in campo “politiche per la competitività” pensate per incrementare il livello di produttività del settore terziario, in particolar modo nei comparti dei servizi alle imprese e dei servizi alla persona ed alla collettività.

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Viene poi effettuato un focus sulla relazione tra attività manifatturiere e servizi all’industria, su base territoriale.Di particolare interesse è l’analisi dinamica che permette di cogliere alcuni tratti salienti dei modelli di sviluppo dei sistemi economici regionali:– alcune regioni mostrano una diminuzione della componente

manifatturiera, con una sorta di effetto sostituzione a favore dei servizi (tra cui Friuli-Venezia Giulia e Piemonte),

– in altre regioni (tra cui l’Emilia Romagna) si manifesta una co-evoluzione tra settore manifatturiero e servizi all’industria;

– infine, altre regioni (tra cui la Lombardia), rafforzano la loro vocazione manifatturiera.

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La seconda parte della ricerca (Cap. 3) è dedicata all’analisi regionale del settore terziario.L’analisi regionale del settore terziario descrive le caratteristiche dei modelli di specializzazione produttiva dei diversi territori. In questa parte del lavoro è analizzata: l’incidenza e la dinamica delle diverse tipologie di servizi in Italia; il peso del settore terziario nelle regioni italiane; la presenza delle diverse tipologie di servizi nelle regioni italiane.

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Nella terza parte della ricerca (Cap. 4) viene effettuata un’analisi economica, patrimoniale e finanziaria delle principali imprese in alcuni comparti del settore terziario. L’analisi è stata effetuata utilizzando la Banca dati AIDA ed analizzando i dati di bilancio delle prime 100 imprese (Top 100) per valore della produzione in ogni comparto.

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L’analisi ha evidenziato come:• Le imprese dei servizi sembrano attuare strategie di

crescita all’interno del loro business (aumento del fatturato e dell’incidenza degli investimenti)– Scarso ricorso sia a strategie di integrazione

verticale, sia a strategie di finanziarizzazione dell’attività d’impresa

– Tendenza alla crescita per vie esterne (mediante partecipazioni) “rallentata” dal periodo di crisi;

• I comparti più dinamici sono: R&S, Servizi ad elevata qualificazione professionale e Smaltimento rifiuti;

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• La ricerca dell’efficienza è avvenuta soprattutto attraverso la riduzione dell’incidenza del costo del lavoro;

• La struttura patrimoniale delle imprese è caratterizzata da un significativo ricorso al capitale di terzi con un aumento, nell’ultimo anno dell’incidenza degli oneri finanziari;

• Pur registrando un incremento generalizzato dei fatturati, peggiorano, soprattutto nell’ultimo anno, le condizioni di redditività (ROI e ROE) delle imprese.

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La quarta parte della ricerca (Cap. 5) presenta l’analisi di alcune buone pratiche di esternalizzazione qualificata dei servizi che hanno come protagoniste le imprese cooperative.I casi analizzati mostrano come, in presenza di adeguate condizioni di contesto economico e sociale, l’esternalizzazione dei servizi ad un soggetto qualificato diviene occasione per incrementare il livello di efficacia ed efficienza sia per le pubbliche amministrazioni che per le imprese private.

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Il processo di esternalizzazione diviene un “gioco a somma positiva” in cui vincono tutti gli stakeholders.Le principali ricadute positive per gli stekeholder osservate possono essere sintetizzate nel seguente modo:

• Per i committenti– Conseguimento degli obiettivi della terziarizzazione

• Ottimizzazione della spesa• Salvaguardia degli standard di qualità dei servizi• Flessibilizzazione della capacità produttiva

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• Per i soci e lavoratori– Standard di qualità del lavoro

• Specificità cooperative limitano il ricorso al sub-appalto “bloccando” l’allungamento della catena di fornitura

• Per la comunità– Infrastrutturazione delle reti sociali e del tessuto

produttivo

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Cap. 2L’evoluzione dei servizi nel lungo

periodo*Prof.ssa Patrizia Battilani

* Il lavoro è stato realizzato con la collaborazione della Dott.sa Roberta Curiazzi

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La classificazione dei servizi

1. Adottiamo la classificazione di tipo funzionale proposta da Joachim Singelmann nel 1978 che distingue cinque macro categorie di servizi

1. Servizi alla produzione2. Servizi alla persona o al consumatore3. Servizi distributivi: distinti fra commercio e trasporti4. Servizi per la collettività o sociali

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Classificazione funzionale Contabilità regionale Ateco (per AIDA)

Commercio all'ingrosso e al dettaglio

Trasporti terrestri I60.1

Altri trasporti terrestri I60.2

Movimentazione merci e magazzinaggio I63.1

Altre attività connesse ai trasporti I63.2

Attività delle agenzie di viaggio e degli operatori turistici; attività di assistenza turistica I63.3

Attività delle altre agenzie di trasporto I63.4

Intermediazione monetaria e finanziaria

Noleggio di autovetture K71.1

Noleggio di altri mezzi di trasporto K71.2

Noleggio di altre macchine e attrezzature K71.3

Noleggio di beni per uso personale e domestico K71.4

Consulenza per installazione di sistemi informatici K72.1

Realizzazione di software e consulenza informatica K72.2

Elaborazione elettronica dei dati K72.3

Attività delle banche di dati K72.4

Manutenzione e riparazione di macchine per ufficio K72.5

Altre attività connesse all'informatica K72.6

R&S sperimentale nel campo delle scienze naturali ingegneria K73.1

R&S sperimentale nel campo delle scienze sociali e umanistiche K73.2

Attività legali, contabilità, consulenza fiscale; studi di mercato ; consulenza di gestione K74.1

Attività degli studi di architettura, ingegneria ed altri studi tecnici K74.2

Collaudi ed analisi tecniche K74.3

Pubblicità K74.4

Servizi di ricerca, selezione e fornitura di personale K74.5

Servizi di investigazione e vigilanza K74.6

Servizi di pulizia e disinfestazione K74.7

Altre attività di servizi alle imprese K74.8

PA e difesa; assicurazione sociale obbligatoria

Istruzione Corsi di formazione e perfezionamento ed altre attività di insegnamento M80.4

Servizi veterinari N85.2

Assistenza sociale N85.3

Alberghi H55.1

Campeggi ed altri alloggi per brevi soggiorni H55.2

Ristoranti H55.3

Bar H55.4

Mense e fornitura di pasti preparati H55.5

Smaltimento dei rifiuti solidi, delle acque di scarico e simili O90.0

Attività delle agenzie di stampa O92.4

Attività di biblioteche, archivi, musei ed altre attività culturali O92.5

Attività sportive O92.6

Attività ricreative O92.7

Servizi alle famiglie O93.0

Servizi domestici presso famiglie e convivenze

1 Servizi distributiviTrasporti, magazzinaggio e comunicazioni

Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, altre attività professionali ed imprenditoriali

2 Servizi alla produzione

3

Servizi al consumo4

Alberghi e ristoranti

Altri servizi pubblici, sociali e personali

Sanità e altri servizi sociali

Servizi sociali

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La crescita dei servizi in prospettiva internazionale: un confronto fra Italia,

Francia, Germania, Regno unito,Stati uniti e Giappone

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Tab. 1: Incidenza dell’occupazione nel settore dei servizi sul totale anni 1900, 1950, 1971, 1998, 2007*

Fonte: Feinstein, 1999 e Oecd, 2008

Nel capitolo 3 del presente rapporto di ricerca si utilizzano dati ISTAT per rilevare l’incidenza dell’occupazione nel settore servizi sul totale degli occupati. L’utilizzo di differenti fonti spiega alcune differenze nei dati presentati nel rapporto.

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Countries 1900 1950 1971 1998 2007

Canada 28% 48% 62% 74% 77%

Usa 32% 57% 63% 74% 78%

Giappone 16% 40% 48% 63% 68%

Francia 26% 43% 48% 70% 77%

Germania 22% 38% 43% 62% 73%

Regno Unito 39% 47% 53% 72% 81%

Italia 17% 25% 40% 61% 68%

Spagna 18% 32% 38% 62% 68%

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Il processo di crescita dei servizi nei paesi industrializzati

• La crescita dei servizi procede parallelamente all’industrializzazione

• Sino ad inizio Novecento il paese più terziarizzato è il Regno unito (che detiene la leadership economica)

• Nel corso del Novecento il paese più terziarizzato diventano gli Stati uniti (cioè il paese che ha strappato al Regno unito la leadership economica)

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Le tappe della terziarizzazione dell’economia italiana

• Il passaggio da un’economia industriale ad una incentrata sui servizi avviene in Italia più tardi che negli altri paesi europei

• Il divario rispetto agli Usa si riduce dopo il 1950 e conosce un’accelerazione dopo il 1970

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L’evoluzione di lungo periodo dei servizi in Italia

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Grafico 1: Distribuzione attivi, anni 1861-2007

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

Servizi alla produzione Servizi distributivi-commercio

Servizi distributivi-trasportie comunicazioni

Servizi alla persona Servizi alla società

1861 1881 1901 1911 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2007

•Fonte: nostre elaborazioni sulla base dei dati dei Censimenti della popolazione, anni 1861, 1881, 1901, 1911, 1931, 1936, 1961, 1971, 1981, 1991 e delle rilevazioni Istat 2007

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Le fasi della terziarizzazione dell’economia italiana

• Si possono identificare tre fasi principali1. Una fase di prima espansione negli anni 1861-

19112. Una fase di stabilità degli anni fra le due

guerre3. Una fase di forte sviluppo nella seconda metà

del Novecento

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L’andamento delle diverse tipologie di servizi

• Servizi distributivi -commercio• sono i primi a conoscere una crescita degli occupati nel corso

dell’Ottocento• fanno un forte balzo tra il 1961 e il 1981• dopo il 1981, in relazione alla prima forte espansione della grande

distribuzione la loro quota di occupati diventa stazionaria

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….continua

• Servizi distributivi - trasporti• la crescita della quota degli occupati è lenta ma costante nel tempo• l’unica eccezione è rappresentata dal periodo fra le due guerre mondiali,

in cui il settore registra un arretramento in termini di attivi, probabilmente imputabile al definitivo superamento del trasporto a trazione animale che consente di aumentare le quantità trasportate senza far crescere l’occupazione.

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….continua

• Servizi alla produzione• la crescita relativa dell’occupazione in tale comparto comincia solamente

dopo il 1951 e accelera dopo il 1981• è sulla base di tale comparto che nei paesi industrializzati venne

elaborata negli anni Ottanta l’ipotesi cosiddetta neo-industriale dello sviluppo dei servizi (vedi Momigliano Siniscalco 1980 e 1986)

• Ipotesi neo-industriale: la crescita dei servizi è legata alle trasformazioni del settore manifatturiero

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….continua

• Servizi alla persona e al consumatore• In un contesto in cui i principali servizi alla persona, quali istruzione e

sanità devono essere fatti rientrare nella voce servizi alla collettività, l’andamento del comparto sembra dipendere in modo cruciale da due segmenti le attività ricreative e i servizi per la casa

• Nel complesso il settore registra un andamento stazionario tra il 1861 e il 1961, una diminuzione nei decenni successivi e una nuova crescita dopo il 1991.

• Tale effetto sembra essere soprattutto una conseguenza delle dinamiche del comparto casa, con una diminuzione del lavoro domestico retribuito in collegamento alla diffusione degli elettrodomestici e un nuovo aumento legato all’invecchiamento della popolazione.

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….continua

• Servizi alla collettività o sociali– La crescita relativa dell’occupazione in tale comparto risulta pressochè

stazionaria sino alla seconda guerra mondiale, in crescita dal 1951 in poi con una fortissima accelerazione nel decennio 1951-1961.

– La dinamica di tale comparto va collegata sia alle dinamiche di reddito sia alle politiche di welfare, che in Italia cominciano ad acquisire una dimensione significativa proprio a partire dagli anni Sessanta

– L’andamento di questo insieme di servizi, unitamente a quelli alla persona, è alla base dell’interpretazione post-industriale (Clark 1940)

– Interpretazione post-industriale: sono le dinamiche di reddito, così come descritte dalla legge di Engel, a determinare la crescita del comparto dei servizi

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Il problema della produttività nel settore dei servizi

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I servizi e l’assenza di produttività

• Una consolidata tradizione economica attribuisce ai servizi un effetto negativo sull’economia– Secondo Adam Smith i servizi sono un settore

improduttivo– Secondo Karl Marx sono un settore in cui non si

genera plusvalore

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La rivisitazione di Baumol-1967: un’economia terziarizzata è un’economia a crescita zero

• Settore progressivo: l’industria• Settore a produttività stagnante: i servizi

• Se l’economia si terziarizza

• Rallenta la crescita

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I servizi e le statistiche economiche

• Il rallentamento delle economie europee e statunitense degli anni ’70 e ’80 sembrò una conferma della tesi Baumol

• Negli anni Novanta il quadro cambiò– Il divario Usa-Europa ricominciò ad ampliarsi, a favore degli

Usa che erano il paese più terziarizzato– I settori dei servizi guidarono la crescita della produttività

(Triplett, Jack E. and Bosworth Barry, 2004, Productivity in the U.S. services sector: new sources of economic growth, Published by Brookings Institution Press)

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La produttività media del fattore lavoro nel comparto dei servizi in Italia: un’analisi di

lungo periodo

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Grafico 2: produttività media del fattore lavoro, in Italia, anni 1881-1951

(valori a moneta costante 2008)

0

20000

40000

60000

80000

100000

120000

agric

oltur

a

indu

strie

estr

attiv

e

indu

strie

man

ifattu

riere

utilit

ies

costr

uzion

i

tota

le s

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i

serv

izi d

istrib

utivi

com

mer

cio

serv

izi d

istrib

utivi

tras

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serv

izi a

lla p

roduz

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za fa

bbric

ati

serv

izi a

lla p

erso

na

serv

izi a

lla s

ociet

à

tota

le e

cono

mia

1881 1891 1911 1938 1951

(nostre elaborazioni su dati Censimento della popolazione e Battilani 2009)

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Andamento della produttività, anni 1881-1951

1. La produttività media del fattore lavoro risulta per i servizi nel loro complesso in continua crescita

1. Non trova conferma l’ipotesi di Baumol

2. I servizi segnalano una produttività media più elevata dell’economia nel suo complesso

3. Il comparto con la produttività media più elevata è quello dei servizi alla produzione

4. Il comparto con la produttività media più bassa è quello dei servizi alla persona

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Grafico 3: la produttività media del lavoro, in Italia, negli anni 1970-2008 (valori concatenati, anno di riferimento 2000)

servizi distributivi

-

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

1970 1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008

Commercio all'ingrosso, al dettaglio e riparazioni Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni

servizi alla collettività

-

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

1970 1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008

Istruzione

Sanità e assistenza sociale

Servizi generali della PA e assicurazione sociale obbligatoria

servizi alla persona

-

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

1970 1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008

Altri servizi pubblici, sociali e personali Alberghi e ristoranti Attività svolte da famiglie e convivenze

servizi alla produzione

-

20,0

40,0

60,0

80,0

100,0

120,0

140,0

160,0

180,0

200,0

1970 1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008

Intermediazione monetaria e finanziaria

Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca e servizi alle imprese

Informatica, ricerca e attività connesse

Attività dei servizi alle imprese

Fonte-nostre elaborazioni su dati Istat, contabilità nazionale

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Grafico 4: Produttività media dei servizi alla produzione, in Italia (anni 1970-2008).

Valori concatenati, valori di riferimento 2000

-

20,0

40,0

60,0

80,0

100,0

120,0

140,0

1970

1972

1974

1976

1978

1980

1982

1984

1986

1988

1990

1992

1994

1996

1998

2000

2002

2004

2006

2008

finanza Informatica, ricerca servizi alle imprese

Fonte: nostre elaborazioni da Istat, contabilità nazionale

44

Page 45: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

Cosa succede dopo il 1970?• L’andamento della produttività diventa meno lineare e si

diversifica da comparto a comparto– Nel commercio continua a crescere sino ai primi anni Novanta (effetto

legato alla diffusione della grande distribuzione)– Nel settore finanziario decresce tra il 1970 e il 1992, poi riprende a

crescere (effetto della ristrutturazione del settore che segue alle grandi fusioni bancarie e alla reintroduzione del modello della banca universale)

– Nei servizi alle imprese diminuisce dal 1997 (cioè parallelamente all’espandersi dell’occupazione nel comparto)

– Nel settore turistico è in diminuzione sin dai primi anni settanta (effetto del modello di impresa adottato nel settore)

45

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La produttività dei servizi in Italia, rispetto all’economia nel suo complesso

46

Page 47: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

Grafico 5: valore aggiunto per addetto ( intera economia = 1).

0,00

1,00

2,00

3,00

4,00

5,00

6,00

7,00

1881 1891 1911 1938 1951 1971 1981 1991 2001 2007

agricoltura e pesca industrie estrattive industrie manifatturiere utilities costruzioni totale servizi

Fonte: nostre elaborazioni da dati Censimento della popolazione e da Battilani 2009

47

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Grafico 6: la produttività media dei diversi comparti dei servizi (intera economia =1).

0,00

0,50

1,00

1,50

2,00

2,50

3,00

3,50

4,00

4,50

5,00

1881 1891 1911 1938 1951 1971 1981 1991 2001 2007

servizi distributivi commercio servizi distributivi trasporti servizi alla produzione servizi alla produzione senza fabbricati servizi alla persona servizi alla società

Fonte: nostre elaborazioni da dati Censimento della popolazione e da Battilani 2009

48

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L’andamento nella prima metà del novecento

• 1. Sino al 1970 la produttività media del settore dei servizi (calcolata come valore aggiunto per addetto) risulta più alta di quella dell’economia nel suo complesso

• 2. L’unica eccezione è data dai servizi alla persona (collaboratrici domestiche e turismo compresi) che mostra sempre valori inferiori a quelli dell’economia nel suo complesso

49

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La svolta degli anni Settanta

• La quota di occupati del settore servizi diventa molto alta

• Fatta eccezione per i trasporti, la produttività media tende a ridursi o a rimanere stazionaria

• La produttività media dell’economia coincide con quella dei servizi

• Trova così conferma l’ipotesi di Broadberry 2006, secondo il quale la produttività dei servizi si riflette sulla produttività dell’intera economia

50

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La produttività media dei servizi: un confronto internazionale per gli anni 1951-

2005

Fonte: nostre elaborazioni su dati Ggdc-Groningen Growth and development center.

I dati di tutti i paesi sono espressi in $ 1995 e sono a parità di potere d’acquisto

51

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Grafico 7. Servizi distributivi-commercio: produttività media del fattore lavoro

0,00

5,00

10,00

15,00

20,00

25,00

30,00

1951 1954 1957 1960 1963 1966 1969 1972 1975 1978 1981 1984 1987 1990 1993 1996 1999 2002 2005

Usa FR IT Ger UK

52

Page 53: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

Grafico 8. Servizi distributivi-trasporti: produttività media del fattore lavoro

0,00

10,00

20,00

30,00

40,00

50,00

60,00

1951 1954 1957 1960 1963 1966 1969 1972 1975 1978 1981 1984 1987 1990 1993 1996 1999 2002 2005

Usa FR IT Ger UK

53

Page 54: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

Grafico 9. Servizi alla produzione(servizi alle imprese, finanza, locazioni): produttività

media del fattore lavoro

0,00

10,00

20,00

30,00

40,00

50,00

60,00

70,00

80,00

90,00

100,00

1951 1954 1957 1960 1963 1966 1969 1972 1975 1978 1981 1984 1987 1990 1993 1996 1999 2002 2005

Usa FR IT Ger UK

54

Page 55: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

Grafico 10. Produttività media dei soli servizi alle imprese in Francia, Stati uniti e Italia, (valori a prezzi 2000

del paese di origine)

Francia

0,00

20,00

40,00

60,00

80,00

100,00

120,00

1970 1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008

Activités f inancières Services aux entreprises Services aux particuliers

Stati uniti

20

40

60

80

100

120

140

160

180

1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Finance Professional and business services Rental and leasing services and lessors of intangible assets  

Italia

-

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Informatica, ricerca e attività connesse Attività dei servizi alle imprese

Fonte: contabilità nazionale dei singoli paesi

55

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Grafico 11. Servizi alla persona e alla collettività: produttività media del fattore

lavoro

0,00

5,00

10,00

15,00

20,00

25,00

1951 1954 1957 1960 1963 1966 1969 1972 1975 1978 1981 1984 1987 1990 1993 1996 1999 2002 2005

Usa FR IT Ger UK

56

Page 57: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

Alcune considerazioni

• In tutti i comparti dei servizi l’Italia registra una produttività media per ora lavorata in genere inferiore agli altri paesi Ocse

• La dinamica della produttività media è decrescente o segnala una crescita più lenta rispetto a quella degli altri paesi Ocse.

57

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Grafico 12. La produttività media del fattore lavoro nei servizi, anni 2005-2008.

(migliaia di dollari a prezzi costanti anno 2000)

servizi alla produzione

0

20

40

60

80

100

120

140

160

2005 2006 2007 2008

USA FR IT GER

servizi alla persona e alla collettività

0

10

20

30

40

50

60

2005 2006 2007 2008

USA FR IT GER

servizi distributivi-commercio e trasporti

0

10

20

30

40

50

60

70

2005 2006 2007 2008

USA FR IT GER

Fonte: nostre elaborazioni su dati Ocse

58

Page 59: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

Le caratteristiche di lungo periodo del settore dei servizi

59

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Quello dei servizi è un settore ad elevata presenza femminile?

60

Page 61: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

Settori 1861 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 2001

Totale economia 0,39 0,39 0,36 0,35 0,33 0,32 0,34 0,28 0,26 0,38

Agricoltura 0,37 0,38 0,38 0,39 0,38 0,38 0,38 0,30 0,30 0,19

Estrazione 0,05 0,01 0,01 0,03 0,01 0,01 0,02 0,02 0,01 0,12

Manifatture 0,55 0,52 0,41 0,38 0,35 0,32 0,33 0,30 0,28 0,31

Costruzioni 0,11 0,01 0,02 0,00 0,01 0,01 0,01 0,01 0,09

utilities 0,00 0,02 0,02 0,01 0,03 0,04 0,05 0,06 0,14

Servizi 0,27 0,32 0,30 0,29 0,27 0,28 0,33 0,30 0,32 0,46

S. alla produzione 0,09 0,03 0,04 0,09 0,12 0,13 0,15 0,39

S. distributivi-commercio 0,22 0,22 0,19 0,21 0,26 0,26 0,30 0,44

S.distributivi-trasporti 0,01 0,02 0,03 0,03 0,05 0,07 0,07 0,25

S. personali 0,53 0,61 0,55 0,56 0,63 0,58 0,52 0,44

S. sociali 0,13 0,19 0,32 0,31 0,33 0,32 0,36 0,59

di cui Educazione 0,50 0,52 0,56 0,60 0,73 0,70 0,75 0,71 0,69

Tabella 2: incidenza occupazione femminile. (Totale =1)

Nostre elaborazioni su dati Censimento della popolazione e su Vitali 1970

61

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Grafico 13: incidenza donne sul totale degli attivi (totale =1).

0

0,1

0,2

0,3

0,4

0,5

0,6

0,7

0,8

1861 1901 1921 1936 1951 1961 2001

Nostre elaborazioni su dati Censimento della popolazione e su Vitali 1970

62

Page 63: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

Alcune considerazioni sulla presenza femminile

• Alcuni comparti sono da sempre ad elevata presenza femminile– Quello dell’educazione (sin dall’Ottocento, con

forte accelerazione in epoca fascista e poi stabilità dopo il 1970)

– Quello dei servizi alla persona (quota stabilmente oltre 50% per circa 160 anni)

• Gli altri comparti hanno dinamiche simili all’industria

63

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Perchè?• Sino alla seconda guerra mondiale, presenza di vincoli legali all'accesso

alle professioni e ad alcune attività lavorative• Divieto di diventare presidi dal 1923• Quote azzurre del 90% nel pubblico impiego nel 1938• Divieto di assumere impiegate donne per le imprese con meno di 10

dipendenti.• Accesso all’avvocatura dal 1919• Accesso alla magistratura dal 1963

• Registro del materno: elevata presenza femminile nelle attività in qualche modo collegate alle funzioni famigliari della donna

64

Page 65: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

Quello dei servizi è un settore scarsamente internazionalizzato?

65

Page 66: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

Tabella 3: incidenza delle esportazioni sul valore aggiunto dei singoli servizi (valori %).

1891 1911 1938 1951 1969 1991 2001 2008

trasporti 3 16 9 15 19 14 11 17

turismo 142 131 85 27 51 60 67 59

Servizi finanziari 0 0 0 0 0 0 3 6

Altri servizi privati 6 5 6 2 4 5 7 5

Totale-servizi (p.a. esclusa)

14 14 9 6 10 10 12 12

Totale-servizi (p.a compresa)

12 12 8 5 7 7 9 8

Nostre elaborazioni da dati Rey 2002; Istat 2008, Banca d'Italia 1969, Banca d’Italia 2009

66

Page 67: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

Grafico 14: distribuzione % delle esportazioni italiane di servizi

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

2006 2007 2008

Fonte: Banca d’Italia 2009

67

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• Perché ? – Per la loro natura intangibile– Per l’esistenza di barriere protettive.

• Cosa è cambiato negli anni Novanta?– Innovazione tecnologica nel settore dei computer e delle

telecomunicazioni, compreso il commercio elettronico a facilitato l’interscambio di servizi

– Il General Agreement on Trade in Services (Gats) del 1995 ha avviato la riduzione delle barriere protettive nel comparto dei servizi

I servizi sono meno internazionalizzati delle merci

68

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Tabella 4. Interscambio nel settore dei servizi, anno 2004

  Quota commercio mondiale (%)EU25 26.2

Stati uniti

19.6

Giappone

7.2

Cina 4.1

Canada 3.2

Sud Corea

2.8

Singapore

2.5Fonte:Eurostat

69

Page 70: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

Il percorso europeo per l’internazionalizzazione dei servizi

70

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Il ruolo dell’Europa nell’interscambio mondiale di servizi

• Oltre un quarto dell’interscambio mondiale di servizi si concentra in Europa– Il 60% di tali scambi sono intra-Eu

• L’Europa a 25 paesi registra un avanzo commerciale nel settore dei trasporti, della finanza e nei servizi alle imprese e informatici

• L’Italia registra un avanzo nei settori del turismo e dei servizi finanziari (escluse le assicurazioni), mentre è in disavanzo il comparto dei servizi alle imprese

71

Page 72: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

Perché il mercato europeo dei servizi è più integrato?

• Per l’originale percorso di integrazione inventato dall’Europa– Sino agli anni ottanta coinvolse

solamente i settori agricolo e manifatturiero

72

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La svolta degli anni Ottanta

• 1986: Atto unico europeo– Entro il 1992 completamento del mercato unico interno– Eliminazione delle barriere non tariffarie (aiuti di stato,

norme sui prodotti; normativa sugli appalti)– Armonizzazione fiscale (stesse aliquote Iva)

• UEM 1990– Liberalizzazione del movimento dei capitali in 8 paesi– Trattato di Maastricht (1992)

73

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Gli interventi per la liberalizzazione dei servizi

• 1986 Atto unico europeo:– appalti– servizi bancari, trasporti, nuove tecnologie

• 1989-1995 direttive tese a rendere omogeneo il mercato dei servizi regolamentando a livello europeo gli appalti

• 1996-2004 direttive per razionalizzare l’attività delle amministrazioni che emettevano appalti

74

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La liberalizzazione incompiuta

• Nel 2002 i servizi rappresentavano il 20% degli scambi effettuati nel mercato interno, in un contesto in cui essi generavano il 71% del Pil e il 70% dell’occupazione dell’Europa a 25 paesi

75

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I tentativi degli anni 2003-2006

• La direttiva Bolkestein: il principio del paese di origine

– ogni impresa sarebbe stata legittimata ad offrire servizi transfrontalieri in altri stati membri alle condizioni vigenti nel paese di origine dell’impresa

76

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Versione finale della Bolkestein: approvata nel dicembre 2006

• Principio del paese di destinazione• La direttiva non si applica

– ai servizi finanziari, alle reti di comunicazione elettronica, ai servizi di trasporto, al settore fiscale.

• I singoli stati dovevano recepirla entro dicembre 2009

77

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Considerazioni conclusive

• La produttività dei servizi determina oggi la produttività dell’intera economia

• La quota dei servizi nell’interscambio internazionale è in crescita

• L’Italia registra una produttività media nel comparto dei servizi inferiore a quella degli altri paesi più avanzati, con un trend spesso decrescente

• La specializzazione produttiva dell’Italia nel comparto dei servizi, così come risulta dall’interscambio, è diversa da quella degli altri paesi europei perché esporta servizi turistici e importa servizi alle imprese.

78

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Cap. 3Analisi regionale

del settore terziario in ItaliaProf. Luca Ferrucci

Prof. Antonio Picciotti

79

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Il peso del settore terziario in Italia

In questo capitolo sono utilizzati i dati ISTAT relativi ai Conti Economici Regionali

80

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Il peso del settore terziario in Italia: occupati terziario/occupati totali

67,9%

67,4%67,3%

67,0%67,0%66,8%

66,4%

66,1%

65,8%

65,1%

64,5%

64,2%

63,9%

63,1%

62,0%

63,0%

64,0%

65,0%

66,0%

67,0%

68,0%

69,0%

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Anni

Occ

up

ati

ser

vizi

/occ

up

ati

to

tali

81

Page 82: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

Il peso del settore terziario in Italia:la composizione % dell’occupazione

63,1% 63,9% 64,2% 64,5% 65,1% 65,8% 66,1% 66,4% 66,8% 67,0% 67,0% 67,3% 67,4% 67,9%

30,9% 30,4% 30,3% 30,3% 29,9% 29,4% 29,2% 29,1% 29,0% 28,8% 28,8% 28,5% 28,6% 28,2%

6,0% 5,7% 5,6% 5,3% 4,9% 4,8% 4,7% 4,5% 4,2% 4,2% 4,2% 4,2% 4,0% 3,9%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Anni

Occ

up

ati/o

ccu

pat

i to

tali

Servizi Industria Agricoltura 82

Page 83: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

Il peso del settore terziario in Italia:la variazione dell’occupazione

82,0

95,193,4

89,3

84,6 83,8 84,3

76,7 77,7 77,478,9

77,075,3

98,9 98,8 99,7 99,6 99,8

101,1102,4 103,6 103,4 104,1 105,1

106,6105,4

101,9 102,7104,2

106,4

109,5

112,2

114,7117,2

118,0 118,7

121,5123,3

124,6

100,0

70,0

80,0

90,0

100,0

110,0

120,0

130,0

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Anni

Occ

up

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ota

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95 =

100

Agricoltura Manifatturiero Servizi83

Page 84: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

Alcune considerazioni sul peso del settore terziario in Italia

• Nel periodo 1995-2008:

– aumento dell’incidenza del settore terziario sull’intera economia nazionale: dal 63,1% al 67,9% (+4,8%);

– rispetto al settore industriale (manifatturiero + costruzioni), che mostra un incremento del 5,4%, il terziario evidenzia un aumento del 24,6%.

84

Page 85: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

L’incidenza e la dinamica delle diverse tipologie di servizi in Italia

85

Page 86: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

La composizione dell’occupazione nei servizi in Italia per macro-tipologia

30,9% 30,6% 30,0% 29,8% 29,5% 29,3% 29,2% 29,0%

19,6% 20,1% 20,6% 20,8% 21,0% 21,3% 21,4% 21,8%

29,7% 29,3% 28,9% 28,3% 28,1% 27,9% 27,4% 27,0%

19,8% 20,0% 20,5% 21,2% 21,4% 21,5% 22,0% 22,2%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

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90%

100%

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Anni

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Servizi distributivi Servizi alla produzione Servizi sociali Servizi al consumo 86

Page 87: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

La variazione dell’occupazione nei servizi in Italia per macro-tipologia

100,0100,0100,0100,0

103,5

108,2

101,2 101,6

105,4104,7

102,7102,6103,0

117,9

121,2

125,4

115,9

113,7

110,6

105,1

101,3 101,9

102,0 102,1 102,0 102,6 102,6

114,2

125,9

123,1

117,4116,2

98,0

103,0

108,0

113,0

118,0

123,0

128,0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Anni

Var

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Servizi distributivi Servizi alla produzione Servizi sociali Servizi al consumo 87

Page 88: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

La visione di sintesi: il peso e la variazione delle macro-tipologie di servizi in Italia

Servizi sociali

Servizi distributivi

Servizi alla produzione

Servizi al consumo

-

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

10,0 12,0 14,0 16,0 18,0 20,0 22,0

Occupato servizi 2007/Occupati totali 2007

Var

iazi

on

e o

ccu

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i to

tali

2000

=10

0

88

Page 89: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

Alcune considerazioni sulle macro-tipologie di servizi in Italia

• Sostanziale stabilità, nel periodo 2000-2007, nella composizione dei servizi. I servizi distributivi e sociali registrano una diminuzione del loro peso ma continuano a rappresentare il 56% dell’occupazione.

• In termini di dinamica dell’occupazione, i servizi alla produzione e al consumo sono, invece, quelli che denotano i maggiori tassi di crescita (rispettivamente +25,4% e +25,9%).

89

Page 90: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

La composizione e la variazione delle singole tipologie di servizi

Settori 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Servizi distributivi Commercio 22,8% 22,7% 22,4% 22,2% 22,0% 21,8% 21,8% 21,6%Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 8,1% 7,9% 7,6% 7,5% 7,5% 7,5% 7,4% 7,3%

Servizi alla produzione Intermediazione monetaria e finanziaria 3,9% 3,9% 3,8% 3,7% 3,7% 3,7% 3,7% 3,8%Attività professionali ed imprenditoriali 15,6% 16,2% 16,8% 17,1% 17,3% 17,6% 17,7% 18,0%

Servizi sociali Pubblica amministrazione 9,7% 9,4% 9,2% 8,8% 8,7% 8,5% 8,3% 8,1%Istruzione 10,4% 10,3% 10,2% 10,1% 9,9% 9,8% 9,7% 9,6%Sanità e altri servizi sociali 9,6% 9,6% 9,5% 9,4% 9,5% 9,6% 9,4% 9,4%

Servizi al consumo Alberghi e ristoranti 6,4% 6,7% 6,7% 6,7% 6,9% 6,9% 7,1% 7,3%Altri servizi pubblici, sociali e personali 6,2% 6,3% 6,2% 6,1% 6,2% 6,3% 6,4% 6,4%Servizi domestici presso famiglie e convivenze 7,2% 7,0% 7,6% 8,3% 8,3% 8,4% 8,5% 8,5%Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Composizione percentuale

Variazione percentuale

Settori 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Servizi distributivi Commercio 100,0 101,9 102,8 104,3 103,9 103,8 106,2 106,7 Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 100,0 99,4 98,1 99,3 98,9 99,5 100,6 101,7

Servizi alla produzione Intermediazione monetaria e finanziaria 100,0 101,9 102,2 101,7 102,3 102,8 104,9 107,8 Attività professionali ed imprenditoriali 100,0 105,9 112,7 116,8 119,3 121,7 125,3 129,8

Servizi sociali Pubblica amministrazione 100,0 99,7 99,4 96,8 96,3 94,9 94,4 93,5 Istruzione 100,0 101,8 102,7 104,0 102,8 102,7 104,1 104,4 Sanità e altri servizi sociali 100,0 102,2 103,5 105,2 107,0 108,4 109,1 109,9

Servizi al consumo Alberghi e ristoranti 100,0 108,0 109,8 112,8 115,4 116,7 123,2 128,4 Altri servizi pubblici, sociali e personali 100,0 103,7 104,6 105,3 107,6 109,2 115,1 116,5 Servizi domestici presso famiglie e convivenze 100,0 99,3 110,0 123,1 124,2 125,1 129,9 131,8 90

Page 91: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

La visione di sintesi: il peso e la variazione delle singole tipologie di servizi in Italia

Pubblica amministrazione

Sanità e altri servizi sociali

Alberghi e ristoranti

Servizi domestici presso famiglie e convivenze

Commercio

Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni

Intermediazione monetaria e finanziaria

Attività professionali ed imprenditoriali

Istruzione

Altri servizi pubblici, sociali e personali

-10,0

-5,0

-

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

35,0

0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0 12,0 14,0 16,0

Occupati servizi 2007/Occupati totali 2007

Var

iazi

on

e o

ccu

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tali

2000

= 1

00

91

Page 92: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

Alcune considerazioni sulle singole tipologie di servizi in Italia

• Le tipologie di servizi che, nel 2007, assorbono maggiormente occupazione sono il commercio (21,6%) e le attività professionali (18%)

• In termini dinamici, oltre ai servizi domestici (+31,8%) le attività professionali, sono quelle che mostrano il maggior tasso di crescita dell’occupazione (29,8%)

92

Page 93: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

Il peso del settore terziario nelle regioni italiane

93

Page 94: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

Il peso del settore terziario nelle regioni italiane al 2008

81,9

%

77,7

%

73,6

%

73,6

%

73,4

%

69,2

%

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%

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20,0%

30,0%

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50,0%

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70,0%

80,0%

90,0%

Lazio

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08

94

Page 95: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

La variazione del peso del settore terziario nelle regioni italiane

Occupati servizi/Occupati totali

Regioni 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Δ 08-95

Piemonte 58,3% 58,8% 58,8% 58,8% 60,0% 60,9% 61,6% 62,3% 62,8% 64,4% 64,7% 65,1% 65,6% 66,3% 7,9%

Basilicata 57,1% 57,6% 57,7% 57,9% 58,4% 59,1% 57,7% 58,9% 58,9% 58,7% 60,0% 61,2% 62,2% 64,0% 6,9%

Friuli-Venezia Giulia 63,2% 63,2% 62,7% 62,7% 64,2% 64,8% 65,1% 65,6% 66,8% 67,0% 67,4% 68,1% 68,6% 69,2% 6,0%

Campania 67,6% 68,8% 69,5% 70,2% 71,2% 72,0% 71,9% 72,4% 73,3% 74,0% 73,9% 73,3% 73,0% 73,4% 5,9%

Lombardia 58,2% 59,1% 59,8% 59,9% 60,8% 62,0% 62,7% 62,7% 62,9% 62,2% 62,2% 63,1% 63,5% 64,1% 5,9%

Emilia Romagna 58,0% 59,2% 59,4% 59,2% 59,8% 60,7% 61,2% 61,7% 61,8% 62,4% 62,5% 62,8% 63,0% 63,8% 5,8%

Molise 57,1% 57,6% 58,0% 58,0% 58,7% 60,3% 61,0% 61,3% 61,8% 62,2% 61,7% 62,2% 62,5% 62,6% 5,4%

Sardegna 68,5% 69,6% 69,8% 71,5% 72,3% 72,2% 71,9% 71,2% 71,6% 72,2% 72,3% 73,5% 72,7% 73,6% 5,0%

Italia 63,1% 63,9% 64,2% 64,5% 65,1% 65,8% 66,1% 66,4% 66,8% 67,0% 67,0% 67,3% 67,4% 67,9% 4,8%

Umbria 62,6% 63,1% 63,7% 63,8% 64,2% 64,8% 64,9% 64,7% 65,5% 67,2% 66,6% 67,0% 67,3% 67,2% 4,6%

Calabria 64,9% 66,8% 67,2% 68,7% 68,8% 69,0% 68,4% 68,2% 68,8% 68,8% 67,5% 67,4% 68,0% 69,1% 4,2%

Veneto 54,9% 55,4% 55,2% 55,5% 56,0% 57,0% 57,8% 58,4% 58,8% 58,8% 58,9% 58,9% 59,0% 59,3% 4,5%

Trentino-Alto Adige 65,1% 64,9% 65,4% 66,6% 67,4% 68,3% 67,8% 67,7% 68,0% 68,2% 67,9% 68,6% 69,3% 69,1% 4,0%

Toscana 63,1% 64,1% 64,2% 63,9% 65,2% 65,3% 65,0% 66,0% 66,7% 66,1% 66,7% 67,5% 66,9% 67,1% 4,0%

Lazio 78,3% 79,2% 79,4% 80,0% 80,3% 80,4% 80,2% 80,5% 81,4% 82,1% 82,2% 81,3% 81,5% 81,9% 3,6%

Puglia 62,2% 63,7% 63,5% 63,0% 63,9% 64,2% 64,1% 64,8% 64,6% 64,4% 63,8% 64,5% 64,7% 65,7% 3,5%

Marche 55,8% 56,3% 56,8% 56,7% 57,4% 58,7% 58,4% 58,4% 59,0% 58,0% 58,2% 58,7% 59,0% 59,1% 3,3%

Sicilia 70,3% 71,3% 71,7% 72,7% 73,1% 73,1% 73,5% 73,2% 73,2% 73,5% 73,6% 73,3% 73,2% 73,6% 3,2%

Liguria 75,5% 76,3% 76,9% 77,3% 77,1% 77,1% 77,6% 78,3% 78,5% 78,1% 77,7% 77,6% 77,2% 77,7% 2,2%

Valle d'Aosta 68,0% 69,3% 69,0% 68,7% 70,2% 70,9% 69,8% 69,3% 69,6% 67,8% 66,4% 68,4% 68,6% 69,2% 1,2%

Abruzzo 59,3% 58,5% 58,9% 58,9% 58,7% 59,7% 59,5% 60,3% 60,8% 60,1% 60,8% 61,6% 59,7% 60,3% 1,0%

95

Page 96: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

La variazione dell’occupazione nel settore terziario nelle regioni italiane

Variazione percentuale degli occupati servizi 1995 = 100

Regioni 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 TMA

Emilia Romagna 100,0 103,1 104,1 104,6 107,6 111,9 114,7 117,8 118,8 119,3 120,8 124,9 128,9 132,0 2,5

Umbria 100,0 101,2 103,3 105,0 109,3 113,9 116,1 114,7 116,9 122,7 122,3 126,6 131,0 130,7 2,4

Piemonte 100,0 101,9 101,4 101,4 105,6 109,6 111,7 114,2 116,6 120,5 122,9 125,8 128,0 130,2 2,3

Veneto 100,0 102,4 103,3 104,7 107,4 112,3 115,5 117,6 121,2 121,9 122,8 125,6 128,1 129,6 2,3

Lombardia 100,0 102,5 104,1 105,6 108,3 111,8 115,3 117,6 120,9 120,4 121,1 125,1 127,1 129,1 2,2

Marche 100,0 102,4 103,0 104,2 108,2 113,2 114,7 116,6 121,4 120,6 121,1 124,9 127,4 128,1 2,2

Lazio 100,0 101,6 102,1 103,4 104,8 106,6 108,9 112,6 117,3 122,1 122,8 123,0 127,3 128,1 2,2

Trentino-Alto Adige 100,0 101,8 102,1 106,9 110,0 113,6 114,3 116,4 118,0 119,9 119,8 123,7 126,7 127,7 2,1

Basilicata 100,0 101,5 103,6 106,3 109,1 114,7 110,8 115,5 117,6 115,8 116,0 121,6 123,7 126,4 2,0

Friuli-Venezia Giulia 100,0 101,4 101,0 102,9 106,8 110,4 113,4 114,3 115,7 115,8 117,4 123,1 125,0 125,8 2,0

Italia 100,0 101,9 102,7 104,2 106,4 109,5 112,2 114,7 117,2 118,0 118,7 121,5 123,3 124,6 1,9

Sardegna 100,0 102,4 104,5 108,9 111,1 111,5 114,2 114,3 116,9 118,0 118,6 122,9 122,7 123,8 1,8

Molise 100,0 101,3 102,7 103,3 104,0 109,7 112,6 114,3 114,0 115,6 113,5 117,8 121,8 122,7 1,7

Toscana 100,0 101,6 101,6 101,6 105,3 107,7 109,1 112,1 116,8 115,6 117,3 121,2 120,9 122,5 1,7

Campania 100,0 101,4 103,4 106,6 107,5 110,0 113,0 118,1 121,7 122,2 120,1 119,8 118,5 117,6 1,4

Sicilia 100,0 101,8 102,4 105,5 106,1 107,5 111,2 112,2 112,3 112,2 114,6 116,7 115,6 116,0 1,2

Puglia 100,0 101,6 100,0 100,3 103,1 106,3 108,5 110,9 109,4 107,9 106,5 110,5 113,0 115,0 1,2

Valle d'Aosta 100,0 103,0 103,6 103,9 106,4 110,0 111,6 113,0 113,0 109,1 106,9 111,6 113,9 114,4 1,1

Abruzzo 100,0 100,9 100,2 100,3 99,1 103,8 108,1 111,2 111,7 106,9 110,6 113,5 111,4 113,7 1,1

Liguria 100,0 101,6 102,8 104,2 103,7 105,7 109,0 109,3 107,4 106,1 107,8 110,7 112,8 113,2 1,0

Calabria 100,0 99,7 100,3 102,5 101,5 103,8 106,2 108,8 111,4 113,2 110,5 111,9 111,4 111,5 0,996

Page 97: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

Una visione di sintesi: il peso e la variazione dell’occupazione nei

servizi nelle regioni italiane

Lazio

Liguria

Sicilia

Campania

Abruzzo

Veneto

Marche

Sardegna

Friuli-Venezia Giulia

Valle d'Aosta

Trentino-Alto Adige

Calabria

Umbria

Toscana

Piemonte

Puglia

Lombardia

Basilicata

Emilia Romagna

Molise

Italia

10,0%

15,0%

20,0%

25,0%

30,0%

35,0%

55,0% 60,0% 65,0% 70,0% 75,0% 80,0% 85,0%

Occupati servizi 2008/Occupati totali 2008

Var

iazi

on

e o

ccu

pat

i ser

vizi

199

5-20

08

97

Page 98: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

Alcune considerazioni sul peso del terziario nelle regioni italiane

• Nel 2008, eterogeneità delle regioni in cui i servizi assumono un’incidenza maggiore rispetto alla media nazionale (4 Nord, 1 Centro, 4 Sud);

• Tuttavia, in termini dinamici (1995-2008), considerando sia l’aumento del peso dei servizi, sia la variazione degli occupati nel terziario, alcune regioni sembrano essere maggiormente dinamiche (Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia, Basilicata e Friuli-Venezia Giulia);

• In sintesi, rispetto alla media nazionale, esistono differenti situazioni regionali: regioni marginali (I), regioni con elevato peso dei servizi ma poco dinamiche (II), regioni in cui il settore terziario è maggiormente dinamico (III), regioni leader.

98

Page 99: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

La presenza delle diverse tipologie di servizi nelle regioni italiane

99

Page 100: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

La composizione dei servizi per macro-tipologia nelle regioni italiane

30%

21%

30%26%

32%29% 31% 29% 31% 28% 30%

25%30% 27% 28% 29% 29% 29% 28% 27% 29%

25%

16%

27%

17%

21%23% 20% 24% 20%

19%20%

23%18%

18% 19%20% 19% 17% 17% 17%

22%

24%

37%

21%

32%

24% 28%26% 23% 24%

25%

27%26%

31% 36% 32%

35% 35%36% 37%

34%27%

21%26%

22% 25% 23% 20%24% 24% 25% 28%

23%26%

21% 19% 21%16% 17% 18% 18%

22% 22%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Piemon

te

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Sicilia

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Italia

Regioni

Co

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osi

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ne

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tual

e d

egli

add

etti

nei

ser

vizi

nel

200

7

Servizi distributivi Servizi alla produzione Servizi sociali Servizi al consumo 100

Page 101: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

La composizione delle macro-tipologie di servizi nelle regioni italiane al 2007 rispetto al

dato nazionaleRegioni

Servizi

distributiviServizi alla produzione

Servizi

sociali

Servizi al

consumo

Piemonte 104,0 113,4 89,5 94,4

Valle d’Aosta 73,9 73,7 137,0 115,0

Lombardia 103,5 122,5 78,6 99,4

Trentino-Alto Adige 89,0 80,0 117,5 112,7

Veneto 110,0 98,0 88,7 102,7

Friuli-Venezia Giulia 99,1 107,1 104,1 89,3

Liguria 106,4 91,4 95,3 105,8

Emilia Romagna 100,6 109,0 85,1 108,6

Toscana 106,0 93,3 88,0 113,5

Umbria 97,3 87,6 91,8 125,6

Marche 104,0 93,3 99,1 102,4

Lazio 87,4 105,0 96,2 116,0

Abruzzo 103,9 82,7 116,0 92,5

Molise 94,1 83,2 132,5 84,6

Campania 95,9 86,0 118,6 96,5

Puglia 100,8 90,1 129,4 73,0

Basilicata 100,6 86,1 131,4 74,6

Calabria 99,8 78,9 133,5 80,2

Sicilia 96,8 76,6 138,8 80,1

Sardegna 94,2 77,2 125,3 99,1

Italia 100,0 100,0 100,0 100,0101

Page 102: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

La variazione dell’occupazione nel periodo 2000-2007 delle macro-tipologie di servizi nelle

regioni italiane Regioni

Servizi

distributivi

Servizi alla

produzione

Servizi

sociali

Servizi al

ConsumoTotale

Lazio 14,3 34,8 1,0 36,7 19,4

Piemonte 9,1 27,8 6,7 30,7 16,7

Emilia Romagna 0,9 35,8 7,8 26,3 15,2

Umbria 8,4 29,3 1,4 28,6 15,0

Veneto 7,0 29,2 3,7 25,0 14,0

Lombardia 4,1 22,2 5,3 28,7 13,7

Friuli-Venezia Giulia 7,5 36,7 -1,0 22,7 13,2

Marche 9,2 23,0 3,5 21,0 12,6

Italia 5,4 25,4 2,6 25,9 12,5

Toscana 7,0 18,7 2,2 25,7 12,2

Trentino-Alto Adige 1,0 30,3 11,6 12,3 11,6

Molise 8,9 24,1 0,7 26,3 11,0

Sardegna 2,2 22,4 4,5 22,3 10,0

Basilicata 9,0 18,0 -2,7 21,5 7,8

Campania 1,4 19,3 -1,8 25,7 7,8

Sicilia 1,9 16,2 4,2 17,3 7,5

Abruzzo 2,1 26,5 -0,2 13,5 7,3

Calabria 4,4 24,4 -2,8 22,4 7,3

Liguria 3,7 14,9 -6,0 22,3 6,7

Puglia 2,3 20,0 0,2 13,2 6,3

Valle d’Aosta -12,0 6,5 15,2 1,9 3,5102

Page 103: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

La composizione delle singole tipologie di servizi nelle regioni italiane al 2007 rispetto al

dato nazionale

Regioni

Servizi distributivi Servizi alla produzione Servizi sociali Servizi al consumo

Commercio

Trasporti,

magazzinaggio

comunicazioni

Intermed. monetaria e

finanziaria

Attività professionali e imprenditoriali

P.A.Istruzion

e

Sanità e altri

servizi sociali

Alberghi e ristoranti

Altri servizi

pubblici, sociali e

personali

Servizi domestici

Piemonte 105,8 98,7 113,4 113,4 71,3 87,1 107,5 93,1 99,5 91,8

Valle d’Aosta 74,2 72,9 64,7 75,5 200,5 111,4 108,9 193,2 117,3 45,9

Lombardia 105,0 99,3 129,6 121,0 52,8 80,3 98,8 90,6 96,3 109,2

Trentino-Alto Adige 91,2 82,4 101,8 75,5 128,0 107,0 119,2 208,4 82,2 53,4

Veneto 112,6 102,1 98,9 97,8 70,5 87,8 105,1 128,1 97,6 84,8

Friuli-Venezia Giulia 98,3 101,5 114,6 105,5 125,2 85,0 105,5 117,6 93,2 61,9

Liguria 95,2 139,6 109,2 87,7 99,4 79,4 108,0 135,3 88,4 93,6

Emilia Romagna 103,1 93,2 106,1 109,6 70,7 76,1 106,6 118,0 111,8 97,9

Toscana 107,9 100,2 110,4 89,7 89,4 78,8 96,1 132,4 107,7 101,6

Umbria 104,4 76,3 86,1 88,0 91,1 90,8 93,4 111,2 113,5 147,2

Marche 111,9 80,7 104,3 91,0 83,2 103,9 107,8 101,3 101,8 103,8

Lazio 79,5 110,9 102,5 105,6 141,9 74,1 79,9 85,3 113,9 144,1

Abruzzo 106,8 95,1 83,3 82,6 124,2 118,8 106,0 96,9 100,4 82,7

Molise 98,3 81,8 62,5 87,6 156,5 133,2 111,3 92,9 95,4 69,3

Campania 88,9 116,5 73,2 88,7 115,6 149,6 89,4 77,6 86,5 120,3

Puglia 108,2 78,9 72,3 93,8 136,1 146,4 106,3 75,7 93,3 55,2

Basilicata 105,1 87,2 76,2 88,1 133,6 152,2 108,4 81,5 83,2 62,2

Calabria 95,6 112,3 62,3 82,4 142,8 158,2 100,3 65,1 107,9 72,3

Sicilia 99,6 88,6 67,2 78,5 157,7 153,1 107,9 67,4 101,2 75,1

Sardegna 94,8 92,4 69,0 79,1 143,5 125,8 109,2 107,8 83,1 103,8

Italia 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0103

Page 104: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

La variazione dell’occupazione nel periodo 2000-2007 delle singole tipologie di servizi

nelle regioni italiane

Regioni

Servizi distributivi Servizi alla produzione Servizi sociali Servizi al consumo

Commercio

Trasporti,

magazzinaggio

comunicazioni

Intermed. monetaria e

finanziaria

Attività professionali e imprenditoriali

P.A.Istruzion

e

Sanità e altri

servizi sociali

Alberghi e ristoranti

Altri servizi

pubblici, sociali e

personali

Servizi domestici

Lazio 18,7 6,1 8,7 41,7 -9,3 7,6 14,1 43,2 31,7 36,8

Piemonte 12,1 0,6 7,0 33,2 -6,3 6,9 15,5 37,0 18,8 36,5

Emilia Romagna 2,9 -5,0 10,3 42,4 -3,2 11,5 12,5 23,3 9,8 49,5

Umbria 11,9 -3,9 11,7 33,5 -8,9 1,8 11,5 35,0 18,3 31,2

Veneto 9,3 0,2 6,0 35,4 -7,9 4,7 10,8 25,8 20,7 27,8

Lombardia 4,8 2,1 6,2 26,4 -3,7 9,4 6,6 24,3 19,3 39,7

Friuli-Venezia Giulia 9,7 1,7 16,0 42,4 -16,8 8,9 12,4 26,2 16,9 24,0

Marche 12,8 -3,4 10,4 26,5 -11,9 5,6 14,3 25,9 18,3 19,0

Italia 6,7 1,7 7,8 29,8 -6,5 4,4 9,9 28,4 16,5 31,8

Toscana 6,7 8,0 4,7 22,9 -7,5 5,0 8,8 29,2 13,7 33,1

Trentino-Alto Adige 2,1 -2,4 12,0 36,7 -9,3 27,5 23,5 13,3 16,0 5,4

Molise 10,1 4,5 5,9 27,4 -7,7 3,2 9,6 36,8 11,9 32,4

Sardegna 3,4 -1,3 21,9 22,5 5,3 -2,2 12,4 31,0 17,6 18,2

Basilicata 10,6 3,7 11,8 19,2 -14,5 -5,4 19,5 21,5 14,5 29,6

Campania -2,1 10,1 9,6 21,1 -5,5 -2,3 3,8 31,0 7,7 34,9

Sicilia 4,1 -4,7 8,1 17,8 4,5 0,5 10,0 34,6 7,7 16,2

Abruzzo 3,1 -0,9 17,1 28,7 -2,6 -3,0 5,9 18,6 7,0 15,0

Calabria 4,5 4,1 14,6 26,1 -3,5 -4,2 0,2 24,7 18,0 25,9

Liguria 3,3 4,5 -2,3 20,3 -27,2 8,4 7,9 25,4 12,0 26,8

Puglia 4,9 -7,1 5,9 22,6 -7,2 3,3 4,9 33,9 8,8 0,2

Valle d’Aosta -9,6 -18,5 -16,7 12,0 13,8 25,7 7,7 7,4 -6,1 0,0104

Page 105: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

Alcune considerazioni sulla diverse tipologie di servizi nelle regioni italiane

• In termini di articolazione territoriale:– i servizi alla produzione presentano una maggiore diffusione, rispetto alla

media nazionale, in alcune regioni del nord Italia (Piemonte, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna);

– quelli al consumo, sono largamente presenti nelle regioni del centro e del nord Italia;

– i servizi sociali sono maggiormente diffusi, rispetto alla media nazionale, nelle regioni dell’Italia meridionale;

• In termini dinamici:– i servizi che registrano una maggiore incremento, nel periodo 2000-2007,

in tutte le regioni italiane, sono i servizi alla produzione (soprattutto nella componente attività professionali ed imprenditoriali) e i servizi al consumo;

– i servizi sociali sono gli unici che, in alcune regioni, denotano una diminuzione dell’occupazione (soprattutto nella componente P.A.).

105

Page 106: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

Un focus sulla relazione tra attività manifatturiere e servizi

all’industria

106

Page 107: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

Composizione e variazione dell’occupazione nel settore manifatturiero e nei servizi

all’industria

Regioni

Occupati/

Occupati totali 2007Composizione rispetto al dato

nazionale 2007Variazione occupazione

2000-2007

Industria in senso stretto

Attività professionali e imprenditoriali

Industria in senso stretto

Attività professionali e imprenditoriali

Industria in senso stretto

Attività professionali e imprenditoriali

Piemonte 24,4% 13,4% 117,1 110,3 -9,6 33,2

Valle d’Aosta 11,7% 9,3% 56,1 76,9 0,0 12,0

Lombardia 27,8% 13,9% 133,7 114,0 3,9 26,4

Trentino-Alto Adige 16,5% 9,4% 79,3 77,6 3,6 36,7

Veneto 29,6% 10,4% 142,0 85,6 1,0 35,4

Friuli-Venezia Giulia 22,7% 13,1% 109,1 107,4 -5,4 42,4

Liguria 12,7% 12,2% 61,2 100,4 -0,6 20,3

Emilia Romagna 26,4% 12,5% 126,7 102,5 2,7 42,4

Toscana 22,5% 10,8% 107,9 89,1 -2,9 22,9

Umbria 21,2% 10,7% 101,9 87,9 2,3 33,5

Marche 30,7% 9,7% 147,3 79,7 10,3 26,5

Lazio 8,8% 15,5% 42,2 127,7 -2,2 41,7

Abruzzo 25,2% 8,9% 120,8 73,2 8,5 28,7

Molise 19,4% 9,9% 93,3 81,2 11,7 27,4

Campania 13,9% 11,7% 66,8 96,1 -0,8 21,1

Puglia 16,8% 10,9% 80,8 90,1 0,3 22,6

Basilicata 17,6% 9,9% 84,7 81,4 -6,9 19,2

Calabria 9,4% 10,1% 44,9 83,1 12,4 26,1

Sicilia 10,6% 10,4% 51,1 85,3 6,0 17,8

Sardegna 11,7% 10,4% 56,0 85,3 15,3 22,5

Italia 20,8% 12,2% 100,0 100,0 1,0 29,8107

Page 108: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

La struttura del settore manifatturiero e dei servizi all’industria nelle regioni italiane

Piemonte

Lombardia

Veneto

Emilia Romagna

Toscana

Marche

Lazio

Abruzzo

Campania

CalabriaSardegna

Valle d'Aosta

Trentino-Alto Adige

Friuli-Venezia Giulia

Liguria

Umbria

Molise

Puglia

Basilicata

Sicilia

Italia

8,0%

9,0%

10,0%

11,0%

12,0%

13,0%

14,0%

15,0%

16,0%

0,0% 5,0% 10,0% 15,0% 20,0% 25,0% 30,0% 35,0%

Occupati manifatturiero/Occupati totali 2007

Occ

up

ati s

ervi

zi a

ll'in

du

stri

a/O

ccu

pat

i to

tali

2007

108

Page 109: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

I percorsi di sviluppo del settore manifatturiero e dei servizi all’industria nelle regioni italiane

Piemonte

Valle d'Aosta

Lombardia

Trentino-Alto Adige

Emilia RomagnaLazio

Abruzzo

Molise

Puglia

Calabria

Sicilia

Sardegna

Veneto

Friuli-Venezia Giulia

Liguria

Toscana

Umbria

Marche

Campania

Basilicata

Italia

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

35,0

40,0

45,0

-15,0 -10,0 -5,0 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0

Variazione 2000-2007 occupati manifatturiero

Var

iazi

on

e 20

0-20

07 o

ccu

pat

i ser

vizi

all'

ind

ust

ria

109

Page 110: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

Alcune considerazioni sulla diverse tipologie di servizi nelle regioni italiane

• In termini di struttura dell’occupazione:– alcune regioni italiane (II) presentano, rispetto alla media nazionale, una

prevalenza della componente manifatturiera (Umbria, Toscana, Abruzzo, Veneto e Marche);

– altre regioni (III) basano la loro economia sulla netta prevalenza dei servizi all’industria rispetto alla componente manifatturiera (Lazio);

– altre regioni (IV), infine, denotano sia una elevata componente manifatturiera, sia una significativa presenza di servizi all’industria (Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia).

• In termini dinamici:– alcune regioni mostrano una diminuzione della componente

manifatturiera, con una sorta di effetto sostituzione a favore dei servizi (tra cui Friuli-Venezia Giulia e Piemonte),

– in altre regioni (tra cui l’Emilia Romagna) si manifesta una co-evoluzione tra settore manifatturiero e servizi all’industria;

– infine, altre regioni (tra cui la Lombardia), rafforzano la loro vocazione manifatturiera. 110

Page 111: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

Cap. 4 Analisi delle principali imprese di

alcuni comparti del settore terziario

Prof. Luca FerrucciProf. Antonio Picciotti

111

Page 112: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

La metodologia utilizzata

112

Page 113: Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche Roma, 25-26 febbraio.

Quali comparti: la classificazione dei servizi

Classificazione funzionale

Classificazione

ATECO 2002

Classificazione proposta

Servizi distributivi I Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni

Trasporti e magazzinaggio

Servizi alla produzione K Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, altre attività professionali e imprenditoriali

Noleggio

Informatica

R&S

Servizi ad elevata qualificazione professionale

Servizi a bassa qualificazione professionale

Servizi al consumo H Alberghi e ristoranti Ristorazione

O Servizi pubblici, sociali e personali

Smaltimento

Servizi ricreativi e culturali

Servizi alle famiglie 113

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Quali imprese:il processo di selezione

• Banca dati AIDA• Identificazione delle imprese sulla base del codice di

attività (Ateco 2002)• Non bilanci consolidati• Dati relativi alla prime 500 imprese (Top500)• Progressiva attività di ripulitura dei dati:

– Solo imprese con bilanci aggiornati (dal 31/08/2008)– Solo imprese con set di dati completi

• Analisi delle prime 100 imprese di ogni settore (Top100)

114

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Quali indicatori:l’analisi economico-finanziaria

1. Crescita per vie INTERNE

2. Crescita per vie ESTERNE

1A. In modo orizzontale: Fatturato1B. In modo verticale: VA/Fatturato1C. Gli investimenti: Immobilizzazioni/Attivo1D. Per finanziarizzazione: Attività finanziarie/Attivo

2. Partecipazioni/Totale Attivo

4. FINANZIAMENTO

3. EFFICIENZA

5. RISULTATI ECONOMICI

4. Totale Debiti/Totale Attivo

3A. Costo del Lavoro/Fatturato

3B. Costo Acquisti/Fatturato

3C. Oneri Finanziari/Fatturato

5A. ROI5B. ROE

115

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I risultati della ricerca

116

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1A. La crescita per vie interne in modo orizzontale: Fatturato

Servizi Valore medio Variazione N. indice

2004 2007 2008 04-07 04-08 07-08 2004 2007 2008

Trasporti 231.942 276.858 290.809 19,4 25,4 5,0 83,8 100 105,0

Noleggio 35.243 54.654 56.482 55,1 60,3 3,3 64,5 100 103,3

Informatica 108.394 135.424 148.152 24,9 26,7 9,4 80,0 100 109,4

R&S 9.909 13.527 15.843 36,5 59,9 17,1 73,3 100 117,1

Servizi ad elevata qualificazione professionale

285.442 493.395 577.477 72,9 102,3 17,0 57,9 100 117,0

Servizi a bassa qualificazione professionale

29.556 41.359 45.016 39,9 52,3 8,8 71,5 100 108,8

Ristorazione 71.015 83.636 87.268 17,8 22,9 4,3 84,9 100 104,3

Smaltimento 34.074 45.537 53.980 33,6 58,4 18,5 74,8 100 118,5

Servizi ricreativi 9.188 14.413 15.580 56,9 69,6 8,1 63,7 100 108,1

Servizi a famiglie 8.414 11.272 11.858 34,0 40,9 5,2 74,6 100 105,2

- Imprese di alcuni comparti con fatturati medi più elevati (Trasporti e Servizi ad elevata qualificazione professionale);

- crescita generalizzata del fatturato e maggiori incrementi per comparti quali: R&S, Servizi ad elevata qualificazione professionale e Smaltimento rifiuti;

- per tutti i comparti, sembra che non via sia stato un “effetto crisi”. 117

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1B. La crescita per vie interne in modo verticale: Valore Aggiunto/Fatturato

Servizi Valore medio Variazione N. indice

2004 2007 2008 04-07 04-08 07-08 2004 2007 2008

Trasporti 33,3 32,8 31,6 -0,6 -1,7 -1,1 101,7 100 96,5

Noleggio 42,0 42,5 43,5 0,5 1,6 1,1 98,8 100 102,5

Informatica 35,8 36,2 38,0 0,5 2,2 1,8 98,7 100 104,8

R&S 45,5 39,2 35,7 -6,3 -9,8 -3,5 116,0 100 91,1

Servizi ad elevata qualificazione professionale

23,0 18,0 16,3 -4,9 -6,7 -1,8 127,3 100 90,3

Servizi a bassa qualificazione professionale

53,2 52,1 52,0 -1,1 -1,2 -0,1 102,2 100 99,8

Ristorazione 33,3 31,8 30,5 -1,5 -2,8 -1,3 104,6 100 95,9

Smaltimento 39,3 39,4 36,5 0,1 -2,8 -2,9 99,7 100 92,6

Servizi ricreativi 70,2 55,0 52,5 -15,2 -17,7 -2,5 127,6 100 95,5

Servizi a famiglie 53,4 52,8 52,8 -0,5 -0,6 0,0 101,0 100 99,9

- Generalmente, bassa integrazione verticale, ad eccezione dei comparti: Servizi a bassa qualificazione professionale, Servizi ricreativi e culturali e Servizi alle famiglie;

- tendenza ad una diminuzione dell’integrazione verticale, indipendentemente dalla situazione di crisi economica. 118

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1C. Gli investimenti: Immobilizzazioni Totali/Totale Attivo

Servizi Valore medio Variazione N. indice

2004 2007 2008 04-07 04-08 07-08 2004 2007 2008

Trasporti 45,0 46,5 48,1 1,6 3,2 1,6 96,6 100 103,5

Noleggio 68,4 66,3 66,7 -2,0 -1,7 0,3 103,0 100 100,5

Informatica 17,0 20,4 22,1 3,4 5,1 1,7 83,2 100 108,1

R&S 20,1 15,5 16,1 -4,7 -4,0 0,6 130,1 100 104,2

Servizi ad elevata qualificazione professionale

13,0 14,2 13,0 1,2 0,0 -1,2 91,4 100 91,1

Servizi a bassa qualificazione professionale

15,0 16,0 19,3 1,1 4,4 3,3 93,3 100 120,6

Ristorazione 40,6 37,1 40,2 -3,5 -0,4 3,1 109,5 100 108,4

Smaltimento 35,4 34,4 38,5 -1,0 3,1 4,2 102,9 100 112,1

Servizi ricreativi 58,2 52,2 53,9 -6,0 -4,2 1,8 111,5 100 103,4

Servizi a famiglie 53,9 50,8 53,2 -3,1 -0,6 2,4 106,1 100 104,8

- Immobilizzazioni elevate solo per alcuni comparti: Noleggio, Servizi ricreativi e culturali, Servizi alle famiglie;

- ad eccezione del comparto Servizi ad elevata qualificazione professioanle, è aumentato il peso degli investimenti sulla struttura patrimoniale delle imprese: politica degli investimenti e/o riduzione dell’attivo circolante. 119

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1D. La crescita per vie interne mediante finanziarizzazione: Attività Finanziarie/Totale Attivo

Servizi Valore medio Variazione N. indice

2004 2007 2008 04-07 04-08 07-08 2004 2007 2008

Trasporti 1,4 1,2 1,0 -0,2 -0,3 -0,1 116,8 100 90,1

Noleggio 0,2 0,0 0,1 -0,1 -0,1 0,0 345,7 100 204,4

Informatica 1,3 0,6 1,6 -0,8 0,2 1,0 237,5 100 279,4

R&S 5,1 5,6 8,1 0,5 3,0 2,5 90,5 100 144,7

Servizi ad elevata qualificazione professionale

0,9 1,1 0,1 0,1 -0,8 -0,9 88,3 100 13,2

Servizi a bassa qualificazione professionale

2,7 1,5 1,8 -1,2 -1,0 0,3 181,8 100 118,1

Ristorazione 1,2 0,2 0,2 -1,0 -1,0 0,1 703,0 100 139,5

Smaltimento 9,4 3,4 3,4 -6,0 -6,0 0,0 278,3 100 100,9

Servizi ricreativi 0,7 0,5 0,9 -0,2 0,2 0,4 139,0 100 180,4

Servizi a famiglie 0,4 0,4 1,4 0,0 1,0 1,0 99,8 100 387,1

- Ad eccezione delle imprese della R&S, scarso livello di finanziarizzazione;

- in termini dinamici, la componente finanziaria non assume, inoltre, una significativa rilevanza. 120

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2. La crescita per vie esterne: Partecipazioni/Totale Attivo

Servizi Valore medio Variazione N. indice

2004 2007 2008 04-07 04-08 07-08 2004 2007 2008

Trasporti 5,3 6,3 6,7 1,1 1,5 0,4 82,9 100 106,1

Noleggio 1,2 0,9 1,3 -0,3 0,1 0,4 130,8 100 142,2

Informatica 10,6 16,4 14,8 5,8 4,2 -1,6 64,6 100 90,3

R&S 2,2 29,2 26,3 27,0 24,1 -2,9 7,5 100 90,2

Servizi ad elevata qualificazione professionale

51,4 45,3 41,7 -6,1 -9,7 -3,6 113,4 100 92,0

Servizi a bassa qualificazione professionale

6,2 5,2 4,5 -1,0 -1,7 -0,7 119,9 100 87,5

Ristorazione 10,4 20,1 15,3 9,6 4,9 -4,8 52,0 100 76,2

Smaltimento 3,1 4,0 3,5 0,9 0,5 -0,4 77,3 100 89,5

Servizi ricreativi 6,5 12,2 11,0 5,7 4,5 -1,2 53,3 100 90,4

Servizi a famiglie 2,4 2,4 2,9 0,0 0,5 0,5 100,4 100 123,1

- Elevate partecipazioni per le imprese dei comparti: Servizi ad elevata qualificazione professionale e R&S;

- Nel periodo complessivo, tendenza ad un aumento delle partecipazioni che, tuttavia, hanno evidenziato una diminuzione nell’ultimo anno (2007-2008). 121

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3A. L’efficienza della gestione: Costo del Lavoro/Fatturato

Servizi Valore medio Variazione N. indice

2004 2007 2008 04-07 04-08 07-08 2004 2007 2008

Trasporti 17,3 16,3 16,3 -1,0 -1,0 -0,01 106,1 100 99,7

Noleggio 5,8 5,1 5,4 -0,6 -0,3 0,3 112,6 100 106,0

Informatica 25,3 25,9 27,0 0,6 1,7 1,0 97,6 100 104,0

R&S 32,5 27,4 24,6 -5,1 -7,9 -2,8 118,7 100 89,8

Servizi ad elevata qualificazione professionale

14,7 12,2 11,4 -2,5 -3,3 -0,8 120,6 100 93,4

Servizi a bassa qualificazione professionale

45,5 43,9 44,6 -1,6 -0,9 0,7 103,7 100 101,6

Ristorazione 24,5 23,7 24,0 -0,8 -0,6 0,2 103,4 100 101,0

Smaltimento 27,6 24,8 23,0 -2,8 -4,6 -1,8 111,2 100 92,9

Servizi ricreativi 53,5 39,6 39,8 -13,9 -13,7 0,2 135,0 100 100,4

Servizi a famiglie 34,1 35,3 36,3 1,2 2,2 1,0 96,5 100 102,8

- Elevata incidenza del costo del lavoro nei comparti: Servizi a bassa qualificazione professionale, Servizi ricreativi e culturali e Servizi alle famiglie;

- nel periodo considerato, generale riduzione di tale incidenza per quasi tutti i comparti dei servizi. 122

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3B. L’efficienza della gestione: Acquisti di Materie Prime/Fatturato

Servizi Valore medio Variazione N. indice

2004 2007 2008 04-07 04-08 07-08 2004 2007 2008

Trasporti 18,8 19,2 19,2 0,5 0,4 0,0 97,5 100 99,8

Noleggio 15,0 12,9 12,8 -2,1 -2,3 -0,2 116,3 100 98,7

Informatica 21,7 21,1 19,2 -0,6 -2,5 -1,9 102,8 100 91,1

R&S 26,2 29,6 28,2 3,4 2,0 -1,4 88,5 100 95,3

Servizi ad elevata qualificazione professionale

46,5 61,0 63,3 14,5 16,9 2,3 76,2 100 103,8

Servizi a bassa qualificazione professionale

18,3 15,6 17,0 -2,7 -1,3 1,4 117,1 100 108,8

Ristorazione 32,7 32,7 32,5 0,1 -0,2 -0,2 99,8 100 99,3

Smaltimento 8,4 8,1 8,3 -0,3 -0,1 0,2 103,2 100 101,9

Servizi ricreativi 7,7 13,4 16,0 5,7 8,3 2,6 57,2 100 119,3

Servizi a famiglie 16,3 17,9 18,3 1,6 2,0 0,4 91,0 100 102,0

- Incidenza elevata degli acquisti solo per le imprese dei Servizi ad elevata qualificazione professionale;

- sostanziale stabilità degli acquisti il cui peso aumenta in modo significativo solo per le imprese dei Servizi ad elevata qualificazione professionale e dei Servizi ricreativi e culturali. 123

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3C. L’efficienza della gestione:Oneri Finanziari/Fatturato

Servizi Valore medio Variazione N. indice

2004 2007 2008 04-07 04-08 07-08 2004 2007 2008

Trasporti 3,3 3,5 3,6 0,2 0,4 0,2 94,1 100 104,4

Noleggio 3,6 4,9 5,6 1,3 2,1 0,8 73,3 100 116,1

Informatica 1,1 1,4 1,4 0,3 0,3 0,0 80,1 100 103,5

R&S 1,1 1,4 1,3 0,3 0,2 -0,1 80,1 100 93,4

Servizi ad elevata qualificazione professionale

2,2 1,9 1,8 -0,3 -0,4 -0,2 113,4 100 91,5

Servizi a bassa qualificazione professionale

1,1 1,5 2,0 0,4 0,9 0,5 72,1 100 129,3

Ristorazione 2,0 2,0 4,9 0,1 2,9 2,8 97,5 100 239,3

Smaltimento 2,0 2,5 2,6 0,5 0,6 0,1 80,0 100 104,6

Servizi ricreativi 3,0 3,1 3,7 0,1 0,7 0,6 97,1 100 120,3

Servizi a famiglie 2,4 3,3 3,6 0,9 1,2 0,3 71,8 100 108,1

- Incidenza degli oneri finanziari con valori massimi registrati dai comparti Noleggio e Ristorazione;

- sostanziale stabilità dell’incidenza degli oneri finanziari che, tuttavia, viene accentuata nell’ultimo anno. 124

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4. Il finanziamento della crescita: Totale Debiti/Totale Attivo

Servizi Valore medio Variazione N. indice

2004 2007 2008 04-07 04-08 07-08 2004 2007 2008

Trasporti 45,8 44,1 43,4 -1,7 -2,5 -0,8 103,9 100 98,3

Noleggio 73,9 74,8 75,2 0,9 1,3 0,4 98,8 100 100,6

Informatica 64,0 64,0 57,9 0,0 -6,1 -6,1 100,0 100 90,5

R&S 71,8 68,9 68,1 -2,9 -3,7 -0,8 104,2 100 98,8

Servizi ad elevata qualificazione professionale

34,4 41,0 45,0 6,6 10,7 4,1 83,9 100 110,0

Servizi a bassa qualificazione professionale

64,4 65,7 68,0 1,3 3,6 2,4 98,1 100 103,6

Ristorazione 65,2 62,5 64,7 -2,7 -0,5 2,2 104,3 100 103,6

Smaltimento 67,3 64,2 62,1 -3,2 -5,3 -2,1 104,9 100 96,7

Servizi ricreativi 52,8 58,0 58,0 5,2 5,2 0,0 91,1 100 100,0

Servizi a famiglie 59,6 64,9 60,1 5,3 0,6 -4,8 91,8 100 92,6

- Elevata incidenza dell’indebitamento ad eccezione dei Trasporti e Servizi ad elevata qualificazione professionale;

- situazione estremamente differenziata nel ricorso al credito, anche con riferimento all’ultimo anno: le imprese di cinque comparti registrano un aumento e quelle di altri cinque una diminuzione. 125

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5A. I risultati economici: ROI

Servizi Valore medio Variazione N. indice

2004 2007 2008 04-07 04-08 07-08 2004 2007 2008

Trasporti 7,8 9,4 6,8 1,6 -1,1 -2,6 83,4 100 71,9

Noleggio 7,3 9,3 6,6 1,9 -0,8 -2,7 79,3 100 71,0

Informatica 8,8 9,4 9,2 0,6 0,4 -0,2 93,2 100 98,0

R&S 9,3 6,0 8,9 -3,3 -0,4 2,9 155,5 100 148,7

Servizi ad elevata qualificazione professionale

8,6 7,1 6,8 -1,5 -1,7 -0,2 121,0 100 96,6

Servizi a bassa qualificazione professionale

9,7 9,6 8,1 -0,1 -1,7 -1,5 101,5 100 84,0

Ristorazione 6,3 7,7 3,9 1,4 -2,3 -3,7 81,3 100 51,3

Smaltimento 6,0 9,3 8,3 3,3 2,3 -1,0 64,4 100 89,4

Servizi ricreativi 6,8 6,0 7,2 -0,8 0,4 1,2 113,4 100 119,9

Servizi a famiglie 8,1 7,1 6,5 -1,0 -1,6 -0,6 114,4 100 92,2

- Redditività del capitale investito e del capitale proprio manifestano un andamento negativo, soprattutto con riferimento all’ultimo anno.

126

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5B. I risultati economici: ROE

Servizi Valore medio Variazione N. indice

2004 2007 2008 04-07 04-08 07-08 2004 2007 2008

Trasporti 7,9 11,1 8,2 3,1 0,2 -2,9 71,7 100 73,9

Noleggio 14,4 10,4 8,1 -3,9 -6,3 -2,3 137,9 100 77,5

Informatica 9,9 13,8 11,2 3,9 1,3 -2,5 71,9 100 81,7

R&S 8,0 12,0 8,6 4,0 0,6 -3,4 66,6 100 72,0

Servizi ad elevata qualificazione professionale

11,3 16,4 12,9 5,0 1,6 -3,4 69,3 100 79,0

Servizi a bassa qualificazione professionale

11,2 10,3 12,7 -1,0 1,5 2,4 109,2 100 123,7

Ristorazione 10,6 11,2 5,2 0,6 -5,4 -6,0 94,5 100 46,5

Smaltimento 8,6 9,5 6,6 0,9 -2,0 -2,9 90,3 100 69,5

Servizi ricreativi 3,8 4,0 8,7 0,2 4,9 4,7 95,3 100 216,3

Servizi a famiglie 2,8 5,0 3,9 2,2 1,1 -1,1 56,2 100 78,3

- Redditività del capitale investito e del capitale proprio manifestano un andamento negativo, soprattutto con riferimento all’ultimo anno.

127

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Alcune considerazioni di sintesi

128

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• Imprese dei servizi sembrano attuare strategie di crescita all’interno del loro business (aumento del fatturato e dell’incidenza degli investimenti)– Scarso ricorso sia a strategie di integrazione verticale, sia a strategie di

finanziarizzazione dell’attività d’impresa– Tendenza alla crescita per vie esterne (mediante partecipazioni) “rallentata”

dal periodo di crisi;• Comparti più dinamici: R&S, Servizi ad elevata qualificazione

professionale e Smaltimento rifiuti;• Ricerca dell’efficienza soprattutto attraverso la riduzione

dell’incidenza del costo del lavoro;• Struttura patrimoniale caratterizzata da un significativo ricorso al

capitale di terzi con un aumento, nell’ultimo anno dell’incidenza degli oneri finanziari;

• Pur registrando un incremento generalizzato dei fatturati, peggiorano, soprattutto nell’ultimo anno, le condizioni di redditività (ROI e ROE). 129

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Cap. 5Buone pratiche di esternalizzazione

qualificata di servizi

Prof. Giorgio GiorgettiProf. Angelo GasparreDott. Demetrio Catillo

Dott. Andrea Bernardoni130

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Scenario e quadro teorico

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Il fenomeno esternalizzazioni

• Trend generalizzato di crescita– Nel comparto pubblico– Nelle imprese tradizionali

• In generale: – Focalizzazione sulle core competencies

• Outsourcing strategico per tutte le attività non core per le quali non c’è un’esigenza strategica al mantenimento e non sono presenti particolari competenze

– Hamel e Prahalad (1990); Stuckey e White (1993); Quinn e Hilmer (1994), etc.

– Ottimizzazione dei processi e della spesa• Flessibilizzazione della capacità produttiva• Specializzazione e approccio globale ai processi del provider

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Nella pubblica amministrazione

• L’esternalizzazione è ritenuta:– strumento utile al miglioramento delle performance– coerente con alcune delle principali linee di

ispirazione delle recenti riforme: • trasformazione organizzativa, aziendalizzazione

• apertura agli stakeholder, accountability

• semplificazione dei processi amministrativi

• miglioramento dell’efficienza

• riduzione dei costi degli adempimenti amministrativi per cittadini e imprese

– valida alternativa alla privatizzazione per beni pubblici e monopoli naturali

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• Dal punto di vista dell’oggetto– servizi interni (es. manutenzioni e servizi ausiliari)– servizi finali (es. socio-assistenziali) – servizi amministrativi (es. serv. informatici, contabilità).

• Soggetti gestori– Prevalentemente for profit

• Modalità di attuazione– Tendenziale aumento dei casi in cui la scelta è frutto di un’analisi

preliminare, e poi valutazione degli esiti

D’Autilia e Zamaro (2005)

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• Sviluppo significativo ma ampie potenzialità di crescita futura– Lacava e Mazzantini, 2007:

• 83% dei soggetti ha effettuato esternalizzazioni nel triennio 2004-2006 e il valore complessivo dei servizi dati in outsourcing è molto rilevante (in oltre il 35% dei casi valore medio supera i 20 milioni di euro)

• 59% dei casi le esternalizzazioni non incidono per oltre il 10% sul totale della spesa corrente dell’ente

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• Luci– riduzione della spesa PA

• competizione• specializzazione• economie di scala • riduzione degli investimenti

strutturali • politica/gestione

– plus tecnologico– migliore trasparenza sul costo

dei servizi

• Ombre– aspetti gestionali

• costi nascosti (gare, monitoraggio, etc.)

– aspetti politici• corruzione• controllo politico • se il gestore è for profit: tax

for profit• questione occupazionale

Mussari (2005)

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Nelle imprese

• Mutamento nello scenario competitivo– Globalizzazione– Iper-Competizione – Turbolenza dei mercati

Pressione sui costi Ricerca di flessibilità Tendenz. super. trade-off costo/qualità

A fronte di un quadro – ormai superato – di aziende integrate, dove la logica produttiva è tutta interna, da tempo lo scenario presenta “organizzazioni minime”, “cellulari” (Miles e Snow, 1986; 1996), ed una costellazione del valore (Normann e Ramirez, 1995) che si crea nel rapporto tra una molteplicità di attori che interagiscono sulle diverse filiere

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Il quadro teoricoMake or Buy: uno schema da superare

• Dalla logica transazionale alla logica di partnership

– Buy soluzione più efficiente se (Williamson, 1975):• tecnologia generica• transazioni istantanee• bassa frequenza degli scambi• “grandi numeri”• alta capacità di valutazione dei prodotti/servizi da acquistare

Al mercato si contrappone il CLAN (Ouchi, 1981):» Elevata congruenza sui fini» Fiducia (equità seriale) » Transazioni continuative» Complessità di misurazione degli apporti

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Solo servizi di supporto?

• L’opzione della terziarizzazione si presenta come una scelta generalizzata per una molteplicità di imprese in molti settori– Per servizi complessi, ad elevato valore aggiunto– Con elevati livelli di integrazione con i processi interni– In una logica di medio-lungo periodo

• Es. grande distribuzione organizzata– La prospettiva della relazione con operatori specializzati nel campo dello

stoccaggio, movimentazione e trasporto (logistica integrata) si presenta come una soluzione coerente con il nuovo scenario competitivo

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Presentazione degli studi di caso

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I casi analizzati

# Caso di studio Imprese Sede

1 Delocalizzazione magazzino Coccinelle La Giovane Parma

2 Piattaforma logistica Unilog Bologna

3 Gestione ciclo integrato rifiuti per Conai Idealservice Udine

4 Global Service ASL 13 Veneto Manutencoop Bologna

5 Gest. Cedi PennyMarket Desenzano Garda CFT Firenze

6 Serv. bigliett. aree archeol. romane (SBAR) Pierreci Roma

7 Servizio ristorazione ASL Bologna Cir-food Reggio Emilia

8 Servizi integrati ospedale di Forli Formula servizi Forlì

9 Servizio rifiuti ATO Messina Cosp Terni

10 Servizio mensa universitaria Perugia Camst Bologna

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Quando le esternalizzazioni sono “giochi a somma positiva”

1. Delocalizzazione magazzino Coccinelle (La Giovane)– Il cliente ha valorizzato il rapporto fiduciario e gli investimenti

strutturali della cooperativa ottimizzando la gestione senza perdere il controllo sui processi di riferimento

2. Piattaforma logistica (Unilog)– L’investimento strutturale e il profilo globale e integrato del provider

costituiscono un asset per la molteplicità di committenti che realizzano sia economie di coordinamento (integrazione della filiera) sia una complessiva ottimizzazione della spesa

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Quando le esternalizzazioni sono “giochi a somma positiva”

3. Gestione ciclo integrato dei rifiuti (Idealservice)– L’integrazione della filiera realizzata con l’esternalizzazione insieme agli

investimenti in soluzioni tecnologiche avanzate della cooperativa hanno consentito un aumento esponenziale dei risultati in termini di recupero e valorizzazione del rifiuto

4. Global Service ASL 13 Veneto (Manutencoop)– L’affidamento ad un unico soggetto ha consentito alla committenza di

ridurre la spesa e di reindirizzare il recupero di efficienza alla realizzazione di un progetto in “stallo” per carenza di risorse

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Quando le esternalizzazioni sono “giochi a somma positiva”

5. Gestione CEDI “Penny Market” (CFT)– Il cliente ha trovato un partner affidabile capace di erogare servizi di

qualità, i lavoratori hanno trovato condizioni di lavoro pienamente garantite da un punto di vista contributivo e retributivo, strumento di integrazione (anche sociale) dei lavoratori stranieri

6. Gestione SBAR (CNS-Pierreci)– Aumento orario di apertura dei musei etc. (prima il Colosseo chiudeva

alle 14), apertura e valorizzazione anche dei siti marginali, aumento dei ricavi per la PA, ottimizzazione della gestione del personale pubblico, incremento qualità servizi per cittadini.

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Quando le esternalizzazioni sono “giochi a somma positiva”

7. Servizio ristorazione ASL Bologna (CIR)– La ASL e gli altri soggetti della PA coinvolti hanno effettuato

investimenti altrimenti non fattibili, ottimizzazione e semplificazione gestione con partner unico, tutti i lavoratori hanno stesso trattamento, soddisfazione da parte di clienti/utenti

8. Gestione servizi integrati ospedalieri (Formula servizi)– Risparmio economico per committente (solo su logistica 59%),

riduzione anche dei costi di coordinamento avendo un unico interlocutore, stabilizzazione per i lavoratori.

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9. Gestione servizi rifiuti ATO Messina (CNS-Cosp)– Raggiunto e superato gli obiettivi di raccolta differenziata fissati dalla

legge, recupero dell’evasione attraverso censimento utenze domestiche, i lavoratori hanno un rapporto di lavoro stabile, i cittadini hanno un servizio che funziona.

10. Mensa Universitaria Perugia (CAMST)– Adisu ha ristrutturato la mensa e riprogettato il servizio, i lavoratori

sono stati stabilizzati, gli studenti a parità di costo del pasto hanno un servizio di qualità maggiore. In 2 anni il numero di pasti erogati è aumentato del 20%.

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L’analisi dei casi

• Le motivazioni all’esternalizzazione

• Gli investimenti dei providers

• La qualità del lavoro nei processi esternalizzati

• Le ricadute per gli stakeholders

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Le motivazioni alla esternalizzazione

• Ottimizzazione della spesa (es: servizi integrati ospedale Forlì; global service ASL 13 Veneto; ristorazione ASL Bologna )– Migliore allocazione delle risorse– Elevazione degli standard di qualità a parità di spesa– Riduzione della spesa a parità di standard di qualità

• Esigenza di flessibilità (es. piattaforma logistica Unilog; Cedi Penny Market; delocalizzazione magazzino Coccinelle)

– Ottimizzazione dello sfruttamento della capacità produttiva– Flessibilizzazione dei costi del lavoro

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• Integrazione della filiera (es. gestione ciclo integrato rifiuti per Conai; piattaforma logistica Unilog)

• Stimolo legislativo (es: legge Ronchey 1997 per SBAR; decreto Ronchi 1997 per Gestione ciclo integrato rifiuti per Conai)

• Ottimizzazione della gestione (es: SBAR, gestione Cedi Penny

Market) • Necessità di fare investimenti e riqualificare il servizio

(es: ASL 13 Veneto, mensa Perugia; mense ASL Bologna)

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Gli investimenti nei processi di esternalizzazione

A. In immobilizzazioni materialiI. Beni propri (Unilog, La Giovane, Idealservice);

II. Beni di terzi (CIR, Manutencoop, CAMST, Formula Servizi)

B. In immobilizzazioni immateriali I. Innovazione tecnologica (Idealservice, La Giovane, Cosp)

II. Innovazione gestionale/organizzativa (Pierreci, CFT)

C. In formazione (tutti i casi)

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La qualità del lavoro nei processi esternalizzati

• Nel caso di accorpamento di più servizi – tutti lavorano per la stessa azienda (es: ospedale Forlì e ATO Messina)

• Nel caso di subentro ad altre imprese servizi private o coop spurie– maggiore trasparenza e certezza del rapporto di lavoro (es: CFT)

• Nel caso di passaggio da gestione pubblica a privata– stabilizzazione dei rapporti di lavoro precari dovuti a blocco assunzioni PA

(es: mensa Adisu)

• Nel caso di affidamento a cooperative– Blocco della catena di fornitura (vedi dopo)

• E poi:– Investimenti in formazione– Turn-over contenuto– Qualità delle relazioni sindacali

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Le ricadute per gli stakeholders

• Per i committenti– Conseguimento degli obiettivi della terziarizzazione

• Ottimizzazione della spesa• Salvaguardia degli standard di qualità dei servizi• Flessibilizzazione della capacità produttiva

• Per i soci e lavoratori– Standard di qualità del lavoro

• Specificità cooperative limitano il ricorso al sub-appalto “bloccando” l’allungamento della catena di fornitura

• Per la comunità– Infrastrutturazione delle reti sociali e del tessuto produttivo

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Alcune riflessioni di sintesi

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Le strategie delle cooperative

• Integrazione dei servizi e delle attività nella logica dell’ “operatore globale”– Crescita per linee esterne (fusioni, acquisizioni, joint-venture,

alleanze, etc.)– Specificità cooperative tendono alla gestione diretta

• Qualità del lavoro• Asset fondamentale nel rapporto con il mercato (specializzazione)

• Ottimizzazione dei processi interni• Innovazione tecnologica• Sviluppo di logiche relazionali fiduciarie

– Coop. come perno connettore di reti fiduciarie• Dalla gestione proprietaria alla “delocalizzazione”

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Interrogativi

• Casi di eccellenza ma:– Queste buone pratiche sono replicabili?– Il DNA cooperativo fa la differenza?

• Qualità e competitività:– Quali prospettive se il mercato tendesse a riposizionarsi

verso logiche di prezzo?– Quali strategie di insieme verso i competitors di basso

profilo?

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Per un’esternalizzazione qualificata dei servizi

• Le specificità cooperative come asset – Gestione diretta come risposta alle perplessità sul piano occupazionale

• Dalla logica transazionale a quella fiduciaria– Investimenti in relazioni di lungo termine con i committenti

• Integrazione verticale e logiche di rete– Global Service, integrazione della filiera

• Strategie associative interne– Valorizzazione delle buone pratiche – Contrasto all’esternalizzazione dequalificata (coop spurie)

• Lobbying associativa sugli attori istituzionali coinvolti– Presentazione delle buone pratiche– Promozione della ricerca

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Alcuni riferimenti bibliografici

• D’Autilia M.L. e Zamaro N. (2005) Le esternalizzazioni nelle amministrazioni pubbliche - Indagine sulla diffusione delle pratiche di outsourcing, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli

• Hamel G. e Prahalad C.K. (1990), “The core compences of the corporation”, Harward Business Review, n.1.

• Lacava C. e Mazzantini G. (2007) Primo rapporto sulle esternalizzazioni nelle pubbliche amministrazioni.

• Miles R.E., Snow C.C. (1986), Organizations: New Concepts for New Forms, California Management Review, vol. XXVIII, n. 3.

• Normann R., Ramirez R. (1995), Le strategie interattive d'impresa. Dalla catena alla costellazione del valore, Etas, Milano.

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• Mussari (2005) “Il concetto di esternalizzazione nelle amministrazioni pubbliche” in D’Autilia M.L. e Zamaro N., cit.

• Ouchi, W.G. (1981), “Markets, Bureaucracies, and Clans”, in Bucley P, Michie J., Firms, Organizations and Contracts, Oxford University Press, Oxford.

• Quinn e Hilmer (1994) “Strategic Outsourcing”, Sloan Management Review, Summer.

• Stuckey J. e White D. (1993), “When and When not to vertically integrate”, Sloan Management Review, Spring

• Williamson O. (1975), Markets and Hierarchies: Analysis and Antitrust Implications, Free Press, New York.

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