Differenze di genere nella partecipazione politica · La politica è uno di quei campi nei quali le...

29
1 Differenze di genere nella partecipazione politica Romina Gadler novembre 2006

Transcript of Differenze di genere nella partecipazione politica · La politica è uno di quei campi nei quali le...

1

DDiiffffeerreennzzee ddii ggeenneerree nneellllaa ppaarrtteecciippaazziioonnee ppoolliittiiccaa

Romina Gadler novembre 2006

2

INDICE

1 DONNE E PARTECIPAZIONE POLITICA: DAL DIRITTO DI VOTO ALLE PARI OPPORTUNITÀ 3

2 LO STUDIO DELLA PARTECIPAZIONE POLITICA IN UN’OTTICA DI GENERE 4

3 DIFFERENTE PARTECIPAZIONE COME DIFFERENZA CULTURALE 7

4 COME CAMBIA LO STILE DI PARTECIPAZIONE NEL TEMPO TRA UOMINI E DONNE? 9

5 MAGGIORE IMPEGNO POLITICO PER LE DONNE DELLE NUOVE GENERAZIONI: TEORIE E ANALISI. 15

6 FAVORIRE LA PARTECIPAZIONE FEMMINILE: ALCUNE SOLUZIONI 19

7 BIBLIOGRAFIA 20

8 APPENDICE 21

3

1 DONNE E PARTECIPAZIONE POLITICA: DAL DIRITTO DI VOTO ALLE PARI OPPORTUNITÀ

La politica è uno di quei campi nei quali le differenze di genere sono particolarmente

evidenti soprattutto se ci si riferisce al contesto italiano. La costruzione sociale del genere inteso come «l’insieme di processi, adattamenti, modalità di comportamento e di rapporti, con i quali ogni società trasforma la sessualità biologica in prodotti dell’attività umana e organizza la divisione dei compiti tra uomini e donne, differenziandoli l’uno dall’altro» (Saraceno, Piccone Stella 1996) influenza la vita di uomini e donne nei vari ambiti dell’esistenza sociale. Basta parlare delle differenze che dipendono dal genere nel mondo del lavoro, nel sistema dell’istruzione, all’interno della sfera familiare, per fare emergere come in tutti questi ambiti la diversa costruzione di ruoli maschili e femminili influiscono le azioni degli individui. Si tratta di un insieme di norme, aspettative, stereotipi che persistono nella nostra società, le quali sotto l’aspetto sociologico e psicologico possono spiegare le consistenti differenze tra uomini e donne che persistono ancora oggi e che sono difficilmente eliminabili perché radicate nella testa delle persone(Molfino 2006).

La politica è uno di questi campi nei quali la presenza femminile ha fatto particolarmente fatica ad affermarsi. Considerando i paesi occidentali il diritto di voto è stata una conquista avvenuta solo a partire dai primi anni del XX secolo: nel 1906 in Finlandia, nel 1913 in Norvegia, nel 1920 negli Stati Uniti e in Canada, nel 1931 in Spagna, questo per fare solo alcuni esempi. L’Italia ha dato il diritto di voto alle donne solo tardivamente, nel 1945, questo riconoscimento avvenuto lentamente può avere influenzato gli esiti della partecipazione femminile che si riscontrano attualmente (Brunelli 2006).

La costituzione formalmente garantisce l’uguaglianza fra uomini e donne, in particolare l’art. 3 costituisce il principio secondo il quale «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. » mentre l’art. 51 stabilisce che «Tutti i cittadini dell'uno e dell'altro sesso possono accedere agli uffici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge [...]».

Questi principi che si ritrovano nella Carta Costituzionale italiana, da un lato danno delle linee generali che stabiliscono l’eguaglianza fra uomini e donne, ma dall’altro senza delle norme attuattive che possano concretizzarne i principi, l’eguaglianza fra i due sessi, soprattutto in campo politico trova riscontro solamente nella sfera prescrittiva del dover essere, come del resto succede a tanti altri principi contenuti nella Costituzione che senza delle adeguate norme attuattive non trovano reale compimento (Grossi, 2002).

L’Unione Europea da anni sta cercando di promuovere la partecipazione politica delle donne e più in generale il superamento delle differenze di genere tramite politiche di pari opportunità (art. 2, art. 3, art. 21, art. 141 del Trattato di Nizza). In Italia solo nel 2003 con la sentenza della Corte Costituzionale n. 49 si è cominciata ad affermare la consapevolezza della necessità di attuare delle opportune politiche preferenziali anche per le donne allo scopo di assicurare uno statuto effettivo di pari opportunità di inserimento, sociale, economico e politico.

I giudizi su tali trattamenti preferenziali da attuare sui soggetti socialmente svantaggiati, tra i quali le donne, ha portato a differenti opinioni: da un lato c’è chi scredita queste azioni positive perché tendono a incrementare la “cultura del piagnisteo” (Hughes) mentre dall’altro lato c’é chi sostiene che solo attraverso l’attuazione di politiche sociali preferenziali si possa garantire sul piano sostanziale le pari opportunità fra uomini e donne all’interno della società (Brunelli, 2006).

Non intendendo sostenere, almeno intenzionalmente, nessuna delle opinioni sopra ricordate, è tuttavia opportuno mettere in evidenza come in un sistema democratico sia importante che la

4

partecipazione politica su diversi livelli veda un equilibrio fra la componente maschile e quella femminile. In primo luogo perché anche gli interessi della parte femminile siano rappresentati all’interno del sistema politico. Basta pensare a come un insieme di argomenti ultimamente dibattuti quali la procreazione assistita e l’aborto, che hanno una diretta incidenza sulla vita delle donne, sono stati trattati dalle istituzioni politiche costituite quasi interamente da uomini, i quali solo minimamente hanno tenuto conto delle esigenze della componente femminile che rappresenta le dirette interessate.

In secondo luogo oltre a non tenere presente il punto di vista e le esigenze femminili, l’organizzazione politica costituita quasi interamente da uomini, non presta l’opportuna attenzione alle problematiche legate al mondo femminile. In questo caso è giusto ricordare come nel discorso politico le tematiche della doppia presenza, della segregazione verticale e orizzontale nel mercato del lavoro, delle discriminazioni nei diversi ambiti della vita sociale o di altre problematiche femminili vengano trattati marginalmente. Questo potrebbe essere una causa per esempio del basso sviluppo delle politiche sociali a sostegno della madre-lavoratrice che a suo tempo costituisce un fattore che spiega il basso tasso di fertilità presente attualmente in Italia.

In terzo luogo una maggiore presenza femminile in campo politico potrebbe sviluppare dei cambiamenti in termini culturali sulle differenze di genere, diffondendo la consapevolezza delle discriminazioni e promuovendo il superamento degli stereotipi legati al maschile e al femminile.

Partendo dal presupposto che in un sistema democratico è fondamentale che la presenza femminile e maschile sia equilibrata per i motivi sopra elencati, lo studio della partecipazione politica in un’ottica di genere ha lo scopo innanzitutto di capire quali sono le differenze nei diversi ambiti di partecipazione fra uomini e donne e alla luce di queste diversità individuare come nel tempo queste cambiano e soprattutto quali sono i meccanismi sociali che le spiegano.

2 LO STUDIO DELLA PARTECIPAZIONE POLITICA IN UN’OTTICA DI GENERE

Come prima cosa è necessario definire concettualmente il fenomeno che si intende studiare. In questo contesto analitico per partecipazione politica si intende il coinvolgimento dell’individuo nel sistema politico che si può suddividere in diversi gradi secondo una scala di partecipazione (Rush 1992). Questa scala politica è costituita sostanzialmente da diverse azioni che se elencate in ordine crescente di coinvolgimento includono:

o nessun interesse nei confronti della politica o votare o discutere di politica o informarsi di politica o partecipare a riunioni o manifestazioni politiche o partecipare attivamente ad organizzazioni politiche o l’aspirare o il ricoprire cariche politiche.

L’analisi che seguirà cercherà di individuare come cambia in alcuni dei diversi gradini della scala di partecipazione politica la presenza di uomini e donne. In particolare utilizzando i dati Istat relativi all’Indagine multiscopo sulle famiglie italiane 20031, si sono osservati i seguenti aspetti della partecipazione politica2: Nessun interesse per la politica Parlare di politica almeno una volta alla settimana Informarsi di politica almeno una volta alla settimana Partecipazione a riunioni o manifestazioni politiche negli ultimi 12 mesi

1 Per le domande utilizzare relative al questionario somministrato dall’ISTAT si veda Appendice pag. 21 2 Per la metodologia della costruzione delle variabili relative alla partecipazione politica si veda Appendice pag.22

5

Partecipazione attiva a organizzazioni politiche negli ultimi 12 mesi Si può osservare come la forbice tra maschi e femmine sia particolarmente marcata in molti ambiti della partecipazione politica (Figura 2.1). In particolare coloro che dimostrano di avere nessun interesse per la politica risulta essere quasi la metà delle donne intervistate aventi 14 anni e più. Percentuale inferiore si ha invece per gli uomini che manifestano un disinteresse nei confronti della politica nel 30% dei casi. Anche il semplice fatto di parlare di politica almeno una volta alla settimana sembra una prerogativa soprattutto maschile poiché il 44% degli uomini del campione ha dichiarato di farlo, contro un 25% delle donne. Per quanto riguarda l’informarsi di politica almeno una volta alla settimana, sono gli uomini a dimostrare nel 67% dei casi un interesse maggiore per i fatti politici rispetto alla componente femminile che rivela di informarsi solo per il 49% dei casi. Da questi primi dati emerge come effettivamente l’interesse nei confronti della politica di uomini e donne sia molto diverso e come la componente femminile sia meno coinvolta di quella maschile.

Figura 2.1 Persone di 14 anni e più che hanno dichiarato di svolgere le seguenti attività politiche per genere.

Elaborazione dati ISTAT, Indagine Multiscopo sulle famiglie 2003

30,31

43,91

67,11

15,22

4,77

48,56

24,75

48,88

8,49

1,99

0 10 20 30 40 50 60 70 80

Nessun interesse per la politica

Parlare di politica

Informarsi di politica

Partecipazione a riunioni omanifestazioni politiche

Partecipazione attiva aorganizzazioni politiche

maschi femmine

Analizzando i gradini più alti della partecipazione politica emerge come la percentuale di coloro che si impegnano diminuisca notevolmente, ma fatto importante da sottolineare è che il divario di partecipazione fra maschi e femmine si fa sui piccoli numeri più marcato. In particolare per quanto riguarda la partecipazione a riunioni o manifestazioni politiche, il 15% dei maschi dichiarano di avervi partecipato negli ultimi 12 mesi, mentre per le donne si ha una partecipazione attorno all’8%. Per quanto riguarda la partecipazione attiva anche in questo ambito emerge una forte differenza legata al genere: mentre quasi il 5% degli uomini ha partecipato attivamente a organizzazioni di tipo politico, la percentuale delle donne scende al 2%. Questa breve esposizione di dati descrive quale sia attualmente la situazione partecipativa di uomini e donne, e come complessivamente la componente femminile sia poco coinvolta nel sistema politico a vari livelli. Questa situazione di squilibrio di genere si riscontra anche nei sistemi di rappresentanza politica. Analizzando la composizione del Parlamento italiano nel tempo emerge come la componente femminile sia sottorappresentata (Figura 2.2) in tutte le legislature. Nel tempo

6

l’andamento della presenza delle donne non ha seguito una linea di sviluppo costante, ma ha visto degli aumenti, seguiti poi da delle improvvise diminuzioni. Sembrerebbe tuttavia che a partire dalle legislature del ’68 e del ’72, la presenza femminile di Camera e Senato sia andata tendenzialmente aumentando presentando comunque in alcuni casi dei bruschi cali. Questo potrebbe indicare come innanzitutto la componente femminile stessa nei partiti sia piuttosto bassa e soprattutto come non sia stata presente all’interno delle diverse forze politiche la volontà di fare entrare in maniera incisiva le donne nelle istituzioni rappresentative. L’ultima legislatura vede il record storico di presenze femminili sia alla camera che al senato. Questo potrebbe rappresentare un passo avanti anche se l’obbiettivo raccomandato dall’Unione Europea in termini di pari opportunità in campo politico, prevede che la presenza femminile negli organi rappresentativi istituzionali sia almeno del 30% . questo obbiettivo sembra dunque piuttosto lontano in Italia visto che la presenza femminile resta sotto il 18% per la camera e sotto il 14% al senato. Alla sottorappresentazione si deve aggiunge anche la segregazione verticale e orizzontale all’interno dell’organizzazione politica che vede le donne in posizioni subordinate all’interno dei partiti, responsabili di ministeri riguardanti affari considerati femminili (salute, pari opportunità, famiglia) e il più delle volte senza portafoglio.

Figura 2.2 Donne presenti nel parlamento per legislatura. (incidenze %) Fonte: Istat, Partecipazione politica e astensionismo secondo un approccio di genere, 2006

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

I – 1

94

8

II –

19

53

III –

19

58

IV –

19

63

V –

19

68

VI –

19

72

VII

– 1

97

6

VIII

- 1

97

9

XI –

19

83

XI –

19

87

XI –

19

92

XII

– 1

99

4

XIII

- 1

99

6

XIV

- 2

00

1

XV

- 2

00

6

Camera Senato

Considerando i diversi gradini della scala partecipativa, le donne sono coinvolte in maniera notevolmente minore rispetto agli uomini. Questo squilibrio si riscontra quindi anche all’interno del parlamento italiano nel quale emerge la sottorappresentazione della componente femminile, fenomeno che come si è visto in precedenza porta all’esclusione dal discorso politico di tutte le problematiche per le quali le donne dovrebbero essere rappresentate. Si cercherà quindi di approfondire quali sono i meccanismi che spiegano le differenze di partecipazione politica tra uomini e donne.

7

3 DIFFERENTE PARTECIPAZIONE COME DIFFERENZA CULTURALE

Una prima spiegazione a queste massicce differenza tra maschi e femmine nella partecipazione,

può essere ricondotta alle differenze di ruolo tra uomini e donne all’interno della società e al fatto che persiste ancora una distinzione tra ciò che riguarda la sfera pubblica legata all’universo simbolico maschile e ciò che riguarda la sfera del privato legata al mondo femminile (Brunelli 2006). Altre studiose attraverso un approccio di tipo psicologico hanno messo in evidenza il fatto che sono gli stereotipi ai quali veniamo socializzati e con i quali viviamo che impediscono alle donne di partecipare al mondo politico e le spingono a restare degli spettatori passivi delle meccaniche politiche (Molfino 2006). La politica nella nostra società è considerata un argomento maschile e soprattutto deve essere svolta dagli uomini, di conseguenza le donne vengono socializzate al fatto che la politica non fa per loro e si trovano inoltre ad agire in una società nella quale persistono dei pregiudizi che le vedono incapaci e poco adatte agli affari politici. La dimensione culturale è indubbiamente un elemento al quale si deve fare riferimento parlando di genere, soprattutto in ambito politico dove la cultura dominante è di tipo maschile. Per capire come le donne siano socializzare in modo diverso rispetto agli uomini alla politica basta osservare quali strumenti vengono utilizzati per informarsi (Tabella 3.1)3 i quali rappresentano dei mezzi importanti con i quali i cittadini costruiscono la loro opinione su diversi temi pubblici. Mettendo in evidenza le differenze più rilevanti si può osservare come solo la televisione venga usata da entrambi i sessi per ricevere notizie sul mondo politico. La lettura di quotidiani è uno strumento di informazione per il 61% degli uomini che si informano, mentre meno della metà delle donne che si informano di politica lo utilizzano. Anche in questo caso emerge un diverso comportamento nei confronti dell’informazione che vede le donne meno propense a utilizzare uno strumento come il giornale. Tabella 3.1 Persone di 14 anni e più che hanno dichiarato di informarsi di politica per strumenti di informazione utilizzati e per genere. (Incidenze %) Elaborazione dati ISTAT, Indagine Multiscopo sulle famiglie 2003

maschi femmine

televisione 95,24 95,65 quotidiani 61,01 48,52 amici, parenti, conoscenti, colleghi 40,71 36,91 radio 36,56 32,97 settimanali o altre riviste 15,11 18,13 incontri di organizzazioni sindacali o politiche 5,15 2,11 N. 26369

Anche per tutti gli altri mezzi di informazione l’utilizzo maschile è molto maggiore rispetto a quello femminile, salvo per i settimanali e le riviste, utilizzate dal 18% delle donne contro il 15% degli uomini. Questa differenza probabilmente è dovuta al fatto che le riviste e i settimanali più di altre pubblicazioni sono dedicate soprattutto alle lettrici donne. In questo caso emerge come i quotidiani siano letture maschili, mentre le riviste e i settimanali siano femminili. È da sottolineare il fatto che mentre i quotidiani trattano ampiamente il discorso politico, il più delle volte invece le riviste e i settimanali trattano di politica solo marginalmente.

3 Per i dati ai quali fa riferimento la tabella si veda pag. 21

8

Altro aspetto importante è il fatto che incontri di organizzazioni sindacali o politiche sono strumenti di informazione per il 5% degli uomini mentre solo per il 2% delle donne.

Da questo quadro emerge in primo luogo che le donne che si informano e che quindi vanno a costituire l’opinione pubblica di un paese sono il 20% in meno rispetto agli uomini. Anche le modalità di informazione sono notevolmente differenti rispetto alla componente maschile perché dimostrano rispetto ai maschi di utilizzare meno da un lato gli strumenti di informazione individuali quali i quotidiani e la radio, e dall’altro i mezzi collettivi con i quali si sviluppa l’opinione pubblica basati sull’interazione che può avvenire in organizzazioni politiche o sindacali, oppure parlando con amici, parenti e colleghi. Una grande percentuale di donne sono quindi tagliate fuori dal discorso pubblico, non si informano e quindi non si creano quell’opinione sui fatti politici e in generale di interesse pubblico, restando esterne e passive rispetto alle dinamiche politiche. Indubbiamente un fattore che spiega questa differenza è la bassa socializzazione delle donne al discorso politico che avviene nelle famiglie, a scuola, nella politica stessa e in tutti i mezzi di informazione visti in precedenza nel quale al discorso politico viene accostata sempre l’immagine maschile (Molfino 2006). Quando si indagano le motivazioni che spingono gli individui a non informarsi di politica emergono rilevanti differenze fra la componente maschile e femminile(Tabella 3.2).

Tabella 3.2 Persone di 14 anni e più che hanno dichiarato di non informarsi di politica per motivazione e per genere. (Incidenze %) Elaborazione dati ISTAT, Indagine Multiscopo sulle famiglie 2003

maschi femmine

Non mi interessa 64,58 66,14 Non ho tempo 6,13 4,60 È un argomento troppo complicato 9,80 16,76 Sono sfiduciata/o dalla politica italiana 23,68 19,96 N. 12173

L’incidenza della motivazione Non mi interessa è piuttosto simile per uomini e donne anche se sono soprattutto queste ultime nel 66% dei casi ha dichiarare che il motivo per il quale non si informano di politica è legato al loro disinteresse per la materia. Diverso il fattore tempo, che diventa un motivo per la mancata informazione per il 6% dei maschi mentre lo è per meno del 5% delle femmine. Notevole differenza si ha invece per la motivazione È un argomento troppo complicato che diventa la causa della mancata informazione per quasi il 17% delle donne mentre lo è per meno del 10% degli uomini. questa risposta fa emergere una sorta di inferiorità da parte delle donne, spesso si sentono incapaci di comprendere la politica. Questo atteggiamento soprattutto femminile potrebbe essere influenzato da vari aspetti tra i quali la bassa socializzazione delle donne al discorso politico e quindi di conseguenza la mancanza di strumenti per comprendere le dinamiche politiche. La motivazione legata al fatto di essere sfiduciati dalla politica è data soprattutto dagli uomini. Questa è una risposta che rivela una certa elaborazione nei confronti del mondo politico e infatti è soprattutto la componente maschile ha proporla quasi nel 24% dei casi, mentre le donne in percentuali più basse propongono questa giustificazione. Da questo quadro emerge come la diversa partecipazione politica di maschi e femmine può essere spiegata da differenze culturali legate al genere che fanno si che uomini e donne siano socializzati in maniera diversa al discorso politico. Successivamente l’analisi cercherà di capire innanzitutto quali sono i diversi stili di partecipazione di uomini e donne e soprattutto come questi mutano nel tempo a seconda della coorte di nascita.

9

4 COME CAMBIA LO STILE DI PARTECIPAZIONE NEL TEMPO TRA UOMINI E DONNE?

Per definire concettualmente lo stile di partecipazione si è fatto riferimento alla suddivisione della partecipazione politica secondo due modalità classiche (: partecipazione indiretta che consistere nello svolgere azioni quali il parlare di politica e

l’informarsi di politica partecipazione diretta che riguarda le attività quali partecipare a riunioni di partiti politici,

partecipare a comizi, cortei, sostenere partiti politici economicamente o con attività di volontariato).

Dall’incrocio di queste due dimensioni si possono fare emergere diverse tipologie di partecipazione politica4 (Tabella 4.1).

Tabella 4.1 Tipologia di partecipazione politica.

PARTECIPAZIONE DIRETTA

SI NO

PA

RT

EC

IPA

ZIO

NE

IN

DIR

ET

TA

SI impegnato osservatore

NO correntista apolitico

Si tratta di categorie idealtipiche che possono aiutare l’analisi del fenomeno soprattutto seguendo un approccio di genere. in particolare le tipologie di partecipante che emergono sono: Apolitico: è un individuo indifferente nei confronti della politica, non partecipa né

indirettamente informandosi e parlando di politica, né direttamente svolgendo azioni politiche come partecipare a riunioni di partiti politici, svolgere attività per un partito, ecc...

Correntista: persona che ha svolto attività diretta di partecipazione politica ma allo stesso tempo

non partecipa indirettamente informandosi e aggiornandosi dei fatti politici. Sono coloro che in un certo qual modo vengono coinvolti in una qualche corrente politica, sono spinti a parteciparvi, ma alla base della loro partecipazione politica attiva non c’è un interesse per il mondo politico.

Osservatore: è un individuo che partecipa solamente in maniera indiretta alla politica, si informa

di politica, oppure parla di politica, ascolta dibattiti politici ma non partecipa direttamente. Per questo può essere definito un osservatore del mondo politico.

4 Per la metodologia della costruzione delle tipologie relative alla partecipazione politica si veda Appendice pag.

10

Impegnato: è colui che partecipa sia direttamente che indirettamente al mondo politico, da un lato quindi si mobilita per informarsi delle questioni politiche e dall’altro attua azioni di partecipazione diretta.

Si può vedere come la tipologia di partecipazione sia molto diversa per maschi e femmine. In particolare se si considera la tipologia apolitico, quasi il 50% delle donne rientrano in questa categoria, mentre poco più del 30% degli uomini. come si può intuire questi sono i valori già visti in precedenza che mostravano come soprattutto la componente femminile si disinteressasse alla politica. Per quanto riguarda l’essere correntista non c’è rilevante differenza fra maschi e femmine, mentre maggiore divario emerge per la tipologia osservatore. Oltre il 50% degli uomini sono osservatori, mentre poco più del 40% delle donne. forte differenza anche nel caso dello stile di partecipazione impegnato nel quale rientrano il 14% degli uomini contro il 7% delle donne. Defferenze rilevanti anche per quanto riguarda lo stile di partecipazione legato al genere. interessante è vedere se disaggregando i dati in base alla coorte di nascita si possono riscontrare differenze fra le diverse generazioni. Questo per capire come nel tempo le modalità di partecipazione politica sono cambiate (Tabella 4.3).

Tabella 4.2 Distribuzione del campione di età maggiore ai 14 anni per tipologia di partecipante e genere. (Incidenze %)

Maschio Femmina tipologia di partecipante politico apolitico 30,31 48,56 correntista 2,41 2,26 osservatore 53,14 42,00 impegnato 14,14 7,18 100,00 100,00

N. 46706

Per agevolare la lettura del cambiamento nel tempo si sono costruiti dei grafici per ogni tipologia di partecipazione.

Tabella 4.3 Distribuzione del campione di età maggiore ai 14 anni per tipologia di partecipante, genere e coorte di nascita. (Incidenze %)

Corte di nascita

prima del 1930 1931-1940 1941-1950 1951-1960 1961-1970 1971-1980 1981-1989

Maschio apolitico 37,89 27,98 21,27 21,29 26,32 35,37 49,75 correntista 0,73 2,05 1,71 1,64 2,13 2,94 5,68 osservatore 54,49 58,33 59,76 58,01 57,26 48,85 31,70 impegnato 6,88 11,64 17,26 19,07 14,30 12,84 12,87 100 100 100 100 100 100 100 Femmina apolitico 64,70 53,97 44,03 39,81 44,26 45,61 52,43 correntista 0,65 0,62 1,52 1,68 2,00 2,55 7,98 osservatore 33,29 42,09 48,41 49,16 45,72 42,54 26,78 impegnato 1,36 3,32 6,04 9,35 8,02 9,30 12,81 100 100 100 100 100 100 100 N. 24262

11

Cominciando con l’analizzare come nelle diverse coorti l’incidenza della tipologia apolitico cambi per la parte maschile e femminile del campione considerato, si può osservare come per tutte le coorti di nascita le donne sono apolitiche in percentuale maggiore rispetto agli uomini. Il grafico mostra che l’andamento di questa tipologia partecipativa segue un andamento ad U(Figura 4.1). In particolare gli apolitici nati dal ’51 al ’60 tendono progressivamente a diminuire, per dopo aumentare a partire dalle generazioni nate dopo il 1961. Come si vedrà anche più avanti le coorti di individui che hanno vissuto il ’68 sono le coorti che maggiormente sono state sensibilizzate alla partecipazione politica e all’impegno politico. Il fattore culturale di quegli anni ha avuto quindi un peso notevole sulla partecipazione di uomini e donne. Da notare è il fatto che per i nati dopo gli anni ’60 l’aumento dell’atteggiamento apolitico si ha soprattutto per i maschi e in misura minore per le femmine, questo spiega il perché per le ultime generazioni la percentuale di apolitici per maschi e femmine si avvicini notevolmente, anche se le donne lo sono per quasi 3 punti percentuali in più rispetto agli uomini.

Figura 4.1 Persone di 14 anni e più che rientrano nella tipologia “APOLITICO” per coorte di nascita e genere. (Incidenze %) Elaborazione dati ISTAT, Indagine Multiscopo sulle famiglie 2003

0

10

20

30

40

50

60

70

prima del 1930 1931-1940 1941-1950 1951-1960 1961-1970 1971-1980 1981-1989

Coorte di nascita

Maschio Femmina

Per quanto riguarda la tipologia partecipativa del correntista la curva presenta diverse particolarità. In primo luogo si deve osservare che le percentuali di coloro che rientrano in questa categoria è molto bassa per le coorti di nascita fino al 1980. Salvo che per il nati tra il ’31 e il ‘40 per i quali i correntisti sono soprattutto maschi, per le altre coorti la differenza maschi e femmine non è significativa. Con il tempo si può notare come questa forma di partecipazione politica stia aumentando gradualmente e che sia soprattutto diffusa tra i ragazzi nati dopo l’81 e in particolare tra le femmine. Si potrebbe ipotizzare che sono i ragazzi, sempre più sostenitori di un sistema valoriale post-materialista, a essere disinteressati di per sé ai temi politici, ma a presentare una spinta alla partecipazione diretta, che potrebbe essere rappresentata da manifestazioni, cortei, proteste. Questo stile partecipativo dei giovani e in particolare delle ragazze può essere spiegato

12

ricorrendo alla teoria della lotta per l’identità (Melucci) che spiega come i giovani attualmente si trovano in una crisi di identità politica, stiano cercando dei sistemi di significato basati su valori non negoziabili e trattati dalla politica solo marginalmente come la pace, la democrazia, i diritti umani, l’ambiente. Questo potrebbe spiegare come mai tanti giovani non si interessano di politica attuando una partecipazione indiretta, ma attuando una partecipazione solamente diretta. Dai dati emerge che a portare avanti questo tipo di attività siano soprattutto le donne, forse perché è la componente femminile a partire dagli anni ’60 si è maggiormente impegnata nelle tematiche post-materialiste portate avanti non tanto sul piano politico ma attraverso manifestazioni e cortei.

Figura 4.2 Persone di 14 anni e più che rientrano nella tipologia “CORRENTISTA” per coorte di nascita e genere. (Incidenze %) Elaborazione dati ISTAT, Indagine Multiscopo sulle famiglie 2003

0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

prima del 1930 1931-1940 1941-1950 1951-1960 1961-1970 1971-1980 1981-1989

Corte di nascita

Maschio Femmina

13

Figura 4.3 Persone di 14 anni e più che rientrano nella tipologia “OSSERVATORE” per coorte di nascita e genere. (Incidenze %) Elaborazione dati ISTAT, Indagine Multiscopo sulle famiglie 2003

0

10

20

30

40

50

60

70

prima del 1930 1931-1940 1941-1950 1951-1960 1961-1970 1971-1980 1981-1989

Coorte di nascita

Maschio Femmina

La tipologia di partecipazione politica osservatore ha un andamento a U rovesciata. Si ha la massima percentuale di individui osservatori per i nati tra il ’41 e il ’50, anche in questo caso si fa sentire l’influenza di coloro che hanno vissuto il ’68. Per le coorti degli anni successivi si ha invece una drastica riduzione di partecipazione visibile soprattutto per i nati dopo il ‘71. le donne dimostrano sempre delle percentuali inferiori rispetto agli uomini, anche se il divario per le ultime due coorti tende a diminuire progressivamente. Questa tipologia di partecipazione tende quindi a diminuire sia per gli uomini che per le donne, questo da un lato dimostra come l’interesse per la politica delle ultime coorti diminuisca progressivamente, ma potrebbe anche indicare che le giovani coorti preferiscono la modalità di partecipazione impegnata rispetto a quella di osservatore. Osservando l’andamento della tipologia impegnato nelle diverse coorti è possibile notare delle caratteristiche diverse per maschi e femmine. La percentuale di coloro che sono impegnati aumenta progressivamente fino alla coorte ’51-’60. Il divario maschi e femmine è notevole rispetto alle categorie precedenti fino alla coorte ’51-’60. per i nati dopo tale data ci sono due fenomeni distinti: i maschi impegnati diminuiscono considerevolmente per tutte le generazioni successive, mentre le femmine impegnate diminuiscono pochissimo nella coorte successiva al ’51-’60 ma dopo c’è una rispesa incredibile che le porta nell’ultima coorte considerata a raggiungere il livello di impegno degli uomini. Si può osservare quindi che mentre gli uomini nati dopo il ’61 hanno un crollo di impegno, le donne invece aumentano il loro impegno fino a raggiungere i livelli della componente maschile.

14

Figura 4.4 Persone di 14 anni e più che rientrano nella tipologia “IMPEGNATO” per coorte di nascita e genere. (Incidenze %) Elaborazione dati ISTAT, Indagine Multiscopo sulle famiglie 2003

0

5

10

15

20

25

prima del 1930 1931-1940 1941-1950 1951-1960 1961-1970 1971-1980 1981-1989

Coorte di nascita

Maschio Femmina

Riassumendo ciò che è emerso dalle analisi precedenti considerando le coorti di nascite e il genere si può dire che: È presente un forte influsso della coorte dei nati tra il ’41 e il ’60, i “Sessantottini” nelle diverse

tipologie di partecipazione, in particolare i nati in questo periodo sono maggiormente presenti nella categoria osservatori e impegnati

Nelle ultime coorti dei nati dopo il ’71 la differenza tra maschi e femmine diminuiscono notevolmente per tutte le tipologie di partecipazione

Le giovani donne delle ultime coorti presentano delle peculiarità: o maggiore tendenza rispetto agli uomini a essere correntiste o in ugual misura rispetto alla componente maschile di essere impegnate.

In tal modo emerge che le differenze di genere della partecipazione politica nelle ultime generazioni sembra diminuire, fino a scomparire. Di conseguenza visti questi risultati ci si può chiedere se con le generazioni future la partecipazione politica di maschi e femmine sia paritaria e soprattutto come si spiega il fatto che tra coloro che rientrano nella tipologia impegnato, l’incidenza maschile diminuisca mentre quella femminile aumenta. Di seguito si analizzeranno alcune ipotesi che possono interpretare il del fenomeno.

15

5 MAGGIORE IMPEGNO POLITICO PER LE DONNE DELLE NUOVE GENERAZIONI: TEORIE E ANALISI.

Il diverso livello di partecipazione di uomini e donne è stato spiegato come abbiamo visto in precedenza attraverso l’ordine di genere di tipo culturale presente in una società. In questo caso ci si riferisce alle differenze di ruolo tra uomini e donne e sul fatto che persiste ancora una distinzione tra ciò che riguarda la sfera pubblica legata all’universo simbolico maschile e ciò che riguarda la sfera del privato legata al mondo femminile (Brunelli 2006). Altre studiose attraverso un approccio di tipo psicologico hanno messo in evidenza il fatto che sono gli stereotipi ai quali veniamo socializzati e con i quali viviamo che impediscono alle donne di partecipare al mondo politico e di restare degli spettatori passivi delle meccaniche politiche (Molfino 2006). Altra analisi di tipo istituzionale si sono imbattute nei problemi relativi alla rappresentanza legata all’assenza delle donne in politica e a come alcuni meccanismi all’interno del sistema politico possano rappresentare degli elementi che possono favorire o meno la partecipazione delle donne all’interno della politica. Si tratta sia di tenere in considerazioni caratteristiche strutturali quali i meccanismi dei sistemi elettorali sia le politiche attive mirate all’inserimento delle donne all’interno degli organi politici (D’Amico, Concaro 2006).

Altre analisi fatte in precedenza hanno messo in rilievo altri elementi che possono spiegare queste differenze. In particolare si può parlare di centralità (Verba, ) come insieme di variabili strutturali (per esempio livello di istruzione, condizione occupazionale e classe sociale) che spiegano perché la maggior parte delle donne sono apolitiche. Tutti questi piani si intrecciano nello spiegare la diversa propensione a partecipare di maschi e femmine. Partendo da queste considerazioni teoriche in relazione ai dati che hanno fatto emergere che le giovani donne sono impegnate in ugual misura rispetto ai maschi, si possono avanzare alcune ipotesi che spiegano questo fenomeno. In primo luogo si potrebbe ipotizzare che le giovani coorti hanno sviluppato una maggiore consapevolezza politica quale elemento culturale che le fa partecipare in misura maggiore rispetto alle generazioni precedenti. In secondo luogo una spiegazione dell’aumento dell’impegno politico da parte delle donne potrebbe essere legato al fatto che la componente femminile nelle ultime generazioni ha acquistato maggiore centralità in termini di aumento del livello di istruzione e nella condizione e posizione occupazionale. In particolare sembrerebbe che la centralità abbia un effetto diverso su maschi e femmine per quanto riguarda l’impegno politico. Altro elemento che testate le ipotesi precedenti può essere verificato, è la persistenza a parità di altre condizioni, di differenze nella partecipazione fra maschi e femmine, soprattutto tenendo conto delle aree geografiche di residenza. Per verificare l’effetto di tutti questi elementi emersi dal discorso teorico si procederà a svolgere un modello di regressione logistica binomiale per la componente maschile e lo stesso modello per la componente femminile. Nel modello la variabile dipendente dicotomica è il rientrare o no nella tipologia di partecipazione politica impegnato. Le variabili indipendenti considerate sono indicate nella Tabella 5.1. in particolare la coorte di nascita aiuterà a capire se a parità di altre condizioni le ultime generazioni hanno una propensione maggiore a essere impegnate. Il titolo di studio, la condizione occupazionale e la posizione occupazionale verificheranno come questi diversi aspetti della centralità sociale influenzano l’impegno politico. L’area geografica di residenza aiuterà a valutare se a parità di altre condizioni ci sia una diversa propensione a partecipare dovuta ad aspetti culturali. I risultati di maschi e femmine nei due modelli verranno confrontati per fare emergere eventuali differenze nella probabilità di partecipare.

16

Tabella 5.1 Variabili indipendenti considerate nel modello di regressione logistica binomiale.

Variabili indipendenti utilizzate

coorte di nascita prima del 1930 1931-1940 1941-1950 1951-1960 1961-1970 1971-1980 1981-1989 titolo di studio nessun titolo licenza elementare licenza media titolo universitario diploma superiore condizione occupazionale altra condizione in cerca di occupazione casalinga studente ritirato dal lavoro occupato posizione occupazionale altro operaio lavoratore in proprio imprenditore, libero professionista dirigente impiegato area geografica di residenza Italia Nord-Occidentale Italia Nord-Orientale Italia Centrale Italia Meridionale Italia Insulare modalità di riferimento Per motivi di lettura più agevole dei risultati si riportano i risultati dei modelli in termini di probabilità(Tabella 5.2).5

5 Per i modelli di regressione costruiti si veda appendice metodologica pag.

17

Tabella 5.2 Modello logistico binomiale sulla probabilità di rientrare nella tipologia di partecipazione politica “IMPEGNATO”.

Significatività = (**) p < 0,01; (*) p < 0,05

Mettendo in rilievo solo gli aspetti principali che possono emergere dall’analisi e in particolare il raffronto fra la propensione di partecipare di maschi e femmine a parità di altre condizioni, una prima considerazione può essere fatta partendo dalle coorti di nascita. Si può osservare come sia per maschi che per femmine, a parità di altre condizioni, siano le coorti dei nati fra il ’41 e il ’60 ad avere una maggiore propensione a essere impegnati in politica. Questo per dire come in realtà la maggiore partecipazione delle donne non può essere attribuita a una maggiore consapevolezza in termini culturali che le ultime generazioni hanno sviluppato. Guardando alla differenza di probabilità fra maschi e femmine si può cogliere comunque una tendenza alla diminuzione del divario nella probabilità di partecipare. Si può vedere come per i nati nella coorte ’41-’50, le donne a parità di altre condizioni hanno quasi il 9% di probabilità in meno

Maschi Femmine Differenza prob. (F-M)

prob. Dif. prob. con cat. rif prob.

Dif. prob. con cat. rif

Categoria di riferimento 0,120 ** - 0,089 ** -0,031 prima del 1930 0,112 -0,008 0,044 * -0,045 -0,068 1931-1940 0,164 * 0,043 0,091 0,001 -0,073 1941-1950 0,201 ** 0,081 0,114 * 0,025 -0,087 1951-1960 0,197 ** 0,077 0,124 ** 0,035 -0,073 1961-1970 0,146 * 0,025 0,098 0,009 -0,047 1981-1989 0,100 -0,020 0,064 -0,025 -0,036 1971-1980 (modalità di riferimento) ** ** nessun titolo 0,047 ** -0,073 0,018 ** -0,072 -0,030 licenza elementare 0,069 ** -0,051 0,048 ** -0,041 -0,021 licenza media 0,088 ** -0,033 0,063 ** -0,026 -0,025 titolo universitario 0,127 0,006 0,127 ** 0,038 0,000 diploma superiore (modalità di riferimento) ** ** altra condizione 0,137 0,017 0,117 0,028 -0,020 in cerca di occupazione 0,105 -0,016 0,091 0,002 -0,013 casalinga - - 0,060 ** -0,029 - studente 0,165 0,045 0,201 * 0,111 0,035 ritirato dal lavoro 0,110 -0,010 0,071 -0,018 -0,039 Occupato (modalità di riferimento) ** altro 0,115 -0,005 0,053 -0,036 -0,062 operaio 0,092 ** -0,028 0,058 ** -0,031 -0,035 lavoratore in proprio 0,069 ** -0,052 0,062 * -0,027 -0,007 imprenditore, libero professionista 0,088 ** -0,032 0,072 -0,017 -0,017 dirigente 0,119 -0,001 0,093 0,004 -0,026 Impiegato (modalità di riferimento) ** ** Italia Nord-Orientale 0,169 ** 0,048 0,125 ** 0,035 -0,044 Italia Centrale 0,170 ** 0,050 0,115 * 0,026 -0,055 Italia Meridionale 0,190 ** 0,070 0,092 0,003 -0,097 Italia Insulare 0,199 ** 0,079 0,127 * 0,038 -0,072 Italia Nord-Occidentale (modalità di riferimento)

** N . 24262

** N. 22444

18

di partecipare rispetto agli uomini. se invece consideriamo la coorte ’81-’89, i punti percentuali che dividono le donne dagli uomini sono 3. Considerando il titolo di studio possiamo vedere come al crescere del livello d’istruzione, la probabilità di impegnarsi in politica cresca. In particolare il titolo di studio universitario ha un effetto positivo sulla componente femminile. Possiamo notare infatti che per coloro che possiedono titolo di studio universitario la probabilità di impegnarsi di uomini e donne è uguale. Sulle donne quindi il livello di istruzione elevato ha effetti positivi. Questo potrebbe spiegare in parte perché per le nuove generazioni l’incidenza femminile sugli impegnati sia aumentata. Le ultime generazioni hanno visto infatti crescere copiosamente la percentuale di donne laureate. Se si aggiunge il fatto che le ragazze delle nuove generazioni frequentano maggiormente facoltà che in un certo qual modo favoriscono la formazione di un’opinione pubblica o comunque socializzano al discorso e all’interesse politico (quali scienze politiche, sociologia, giurisprudenza solo per dirne alcune) in questo senso si potrebbe spiegare la crescita delle donne impegnate in politica. A sostenere questa spiegazione potrebbe concorrere il fatto che anche la condizione occupazionale può influenzare l’impegno politico delle donne. in particolare si può osservare come per gli uomini la condizione occupazionale non influenzi la loro propensione a rientrare nella categoria impegnato. Discorso diverso si ha per la componente femminile che solo in alcune condizioni presenta una propensione a partecipare diversa rispetto alla categoria di riferimento. In particolare sono le casalinghe ad avere una propensione a partecipare minore rispetto alle occupate, questo conferma il fatto che a parità di altre condizioni, l’essere comunque casalinga disincentiva l’impegno politico, questo perché la condizione di casalinga si lega all’ordine di genere secondo il quale la donna dovrebbe occuparsi di ciò che riguarda la sfera privata del vivere, delegando all’uomo tutti gli aspetti pubblici delle relazioni con gli altri. Altro elemento interessante che emerge considerando la condizione occupazionale è il fatto a parità di altre condizioni, le donne che si trovano ad essere nella condizione di studentesse hanno una probabilità maggiore rispetto agli uomini di partecipare di 3,5 punti percentuali. Questo si ricollega al fatto che attualmente sono soprattutto le donne a trovarsi nella condizione di studente, condizione che favorisce l’impegno politico perché costituisce in primo luogo un sistema di relazioni che può spingere alla partecipazione e in secondo luogo da una possibilità di gestione del tempo che può essere maggiormente compatibile con l’impegno politico. Per quanto riguarda la posizione occupazionale si può notare come questa abbia notevole influenza sulla propensione all’impegno politico soprattutto per gli uomini per i quali la condizione di lavoratore autonomo rappresenta un elemento disincentivante. Mentre per le donne è meno sentita. Infatti la differenza di probabilità di maschi e femmine nell’essere impegnato per i lavoratori autonomi e per gli imprenditori e liberi professionisti è sostanzialmente esigua. Per le altre posizioni occupazionali sussiste una maggiore differenza tra la probabilità di partecipare della componente maschile e femminile. Per quanto riguarda la differenza di partecipazione legata all’area geografica di residenza questa variabile ha particolare effetto per gli uomini. per quanto concerne la differente probabilità di essere impegnati di maschi e femmine si può notare come a parità di altre condizioni le donne dell’Italia Meridionale abbiano una propensione inferiore agli uomini di quasi 10 punti percentuali, mentre nell’Italia Insulare la differenza è del 7%. Differenze marcate soprattutto al Sud dove sembrerebbe che persistano delle notevoli disuguaglianze legate al genere. questo potrebbe indicare come siano ancora persistenti sulle donne quegli stereotipi che rendono arduo l’accesso alla sfera pubblica da parte della componente femminile. Riassumendo ciò che è emerso dai modelli si può dire che non vi è stato un cambiamento culturale nelle nuove generazioni, i nati tra gli anni ’40 e ’60 restano coloro che, a parità di altre condizioni, hanno una maggiore propensione a impegnarsi in politica. Si può comunque affermare che la differenza di maschi e femmine nelle ultime coorti tende a diminuire notevolmente perché la minore probabilità riguarda soprattutto i giovani maschi.

19

L’elemento che può spiegare la maggiore incidenza femminile tra gli impegnati nelle giovani coorti può essere ricondotto al positivo influsso del titolo universitario e della condizione di studente sulle donne. nelle ultime coorti sono soprattutto le ragazze a trovarsi nella condizione di studentesse e di raggiungere in misura maggiore rispetto ai maschi i titoli di studio elevati. Per quanto riguarda le differenze territoriali continuano a sussistere probabilmente degli elementi culturali che fanno partecipare meno la componente femminile.

6 FAVORIRE LA PARTECIPAZIONE FEMMINILE: ALCUNE SOLUZIONI

Si è visto come l’istruzione abbia un effetto positivo sull’impegno in politica delle donne. questo per confermare come in una società la diffusione dell’istruzione fra i suoi membri aiuti a migliorare i processi democratici dei quali l’impegno politico ne è un aspetto importante. Concretamente le politiche sociali dovrebbero mirare a favorire la partecipazione femminile intervenendo sull’organizzazione politica. In primo luogo ci dovrebbe essere una consapevolezza all’interno dei partiti del problema della sottorappresentazione femminile e di conseguenza una promozione della componente delle donne. Sotto questo aspetto potrebbe essere favorevole come fanno notare in molti ( Brunelli, 2006 e ) riservare delle quote per la componente femminile all’interno dei partiti che si candidano per le diverse elezioni politiche. In Italia la controversia sulle quote rosa è ancora accesa e non ha portato concretamente a nulla. In questa sede mi sembra opportuno sottolineare come riservare all’interno dei partiti uno spazio per le donne potrebbe rappresentare un elemento favorevole alla partecipazione politica femminile. In particolare una maggiore presenza nelle istituzioni delle donne potrebbe spostare l’interesse sulle tematiche che riguardano la componente femminile della popolazione. Simbolicamente la maggiore presenza delle donne negli organi decisionali politici potrebbe aiutare a superare l’ordine di genere costituito da quell’insieme di stereotipi che attribuiscono alle donne l’inadeguatezza e l’incapacità di ricoprire compiti importanti nel campo politico. Di conseguenza la maggiore presenza delle donne all’interno delle istituzioni farebbe emergere un mondo politico sicuramente meno avverso alla parte femminile, questo potrebbe essere un elemento che ne incoraggia l’entrata. Sicuramente visto il lento e arduo ricambio generazionale all’interno del sistema politico italiano, si dovranno aspettare parecchi anni prima che le nuove generazioni entrino nel sistema politico, portando sicuramente nuove tematiche all’interno del discorso pubblico e sicuramente una maggiore incidenza femminile.

20

7 BIBLIOGRAFIA – G. Brunelli, Donne e politica, il Mulino, 2006 – D' Amico , Concaro, Donne e istituzioni politiche, Giappichelli, 2006 – P. Grossi, Attuazione e inattuazione della Costituzione, Giuffrè, 2002 – R. Hughes, La cultura del piagnisteo. La saga del politicamente corretto, Adelphi, 2003 – ISTAT, Partecipazione politica e astensionismo secondo un approccio di genere,Ministero per

le pari opportunità, 2006

– Francesca Molfino, Donne, politica e stereotipi. Perché l’ovvio non cambia? Baldini Castoldi

2006.

– S. Piccone Stella C. Saraceno (a cura di), Genere, il Mulino, 1996 – M. Rush, Politica e società. Introduzione alla sociologia politica, il Mulino, 1994 – S. Verba, N.H. Nie, J. Kim, Partecipazione e uguaglianza politica, il Mulino, 1978

21

8 APPENDICE

8.1 Domande tratte dall’indagine statistica multiscopo sulle famiglie “Aspetti della vita quotidiana anno 2003” Utilizzate nell’analisi.

PARTECIPAZIONE SOCIALE

(PER LE PERSONE DI 14 ANNI E PIÙ)

1 Con quale frequenza le capita di parlare di politica?

a) Tutti i giorni .................................. 1 � b) Qualche volta alla settimana ..........…. 2 � c) Una volta alla settimana ...................……. 3 � d) Qualche volta al mese .......................…........ 4 � e) Qualche volta l’anno .....................................…... 5 � f) Mai ................................................................………. 6 �

2 Ha partecipato negli ultimi 12 mesi a riunioni di:

(una risposta per ogni riga) NO SI

a) Partiti politici .............................…………… 1 � 2 �

3 Negli ultimi 12 mesi: (una risposta per ogni riga)

NO SI a) Ha partecipato a un comizio ...........…..... 1 � 2 � b) Ha partecipato a un corteo ..........………. 3 � 4 � c) Ha sentito un dibattito politico ..........…… 5 � 6 � d) Ha dato soldi a un partito (per sottoscrizione, iscrizione, sostegno) ……………………...7 � 8 � e) Ha svolto attività gratuita per un partito .............………...…7 � 8 �

4 Con che frequenza si informa dei fatti della politica italiana?

a) Tutti i giorni .................................. 1 � b) Qualche volta alla settimana ..........…. 2 � c) Una volta alla settimana ...................……. 3 � d) Qualche volta al mese .......................…........ 4 � e) Qualche volta l’anno .....................................…... 5 � f) Mai ................................................................………. 6 �

passare all'ultima domanda della sezione

(Se si informa di politica, gli altri passano alla domanda successiva)

5 In che modo si informa dei fatti della politica italiana? Attraverso:

(possibili più risposte)

a) Radio ..........…………………... 01 � b) Televisione ......………………….. 02 � c) Quotidiani ............…………………. 03 � d) Settimanali .................……………... 04 �

22

e) Altre riviste non settimanali .........................…………… 05 � f) Amici ..................................…………….. 06 � g) Parenti ..............................….………….…. 07 � h) Conoscenti ...........…………………………… 08 � i) Colleghi di lavoro ...................………..………. 09 � j) Incontri o riunioni presso

organizzazioni politiche .........................……….. 10 � k) Incontri o riunioni presso

organizzazioni sindacali........................…........… 11 � l) Altro .........................................……….. 12 �

(Se non si informa mai di politica)

6 Quali sono i motivi prevalenti per cui non si informa mai di politica?

a) Non mi interessa .......................……… 1 � b) Non ho tempo .......…………………………. 2 � c) È un argomento troppo complicato ................…………………... 3 � d) Sono sfiduciato dalla politica italiana ..............………………..........……..4 � e) Altro........…………............................... 5 �

8.2 Variabili relative alla partecipazione politica

Parlare di politica almeno una volta alla settimana Si è fatto riferimento alla domanda 1 del questionario. Si è costruita una variabile dicotomica con le seguenti modalità

SI qualora un individuo presentasse almeno una delle modalità di risposta a), b) , c) NO qualora l’individuo avesse presentato una delle modalità di risposta d), e) , f) .

Informarsi di politica almeno una volta alla settimana Si è fatto riferimento alla domanda 4 del questionario. Si è costruita una variabile dicotomica con le seguenti modalità:

SI qualora un individuo presentasse almeno una delle modalità di risposta a), b) , c) NO qualora l’individuo avesse presentato una delle modalità di risposta d), e) , f) .

Partecipazione a riunioni o manifestazioni politiche negli ultimi 12 mesi Si è fatto riferimento alle domande 2, 3a, 3b del questionario. Si è costruita una variabile dicotomica con le seguenti modalità:

SI qualora un individuo avesse risposto si ad almeno una delle domande considerate NO qualora un individuo avesse risposto no a tutte le domande considerate.

Partecipazione attiva a organizzazioni politiche Si è fatto riferimento alle domande 3d, 3e del questionario. Si è costruita una variabile dicotomica con le seguenti modalità:

SI qualora un individuo avesse risposto si ad almeno una delle domande considerate NO qualora un individuo avesse risposto no a tutte le domande considerate.

Nessun interesse per la politica negli ultimi 12 mesi Si è costruita una variabile dicotomica con le seguenti modalità:

NO qualora un individuo avesse svolto almeno un’attività precedente

23

SI qualora un individuo non ha svolto nessuna delle precedenti attività di partecipazione politica.

8.3 Tabelle di contingenza utilizzate per il grafico in Figura 2.1

Parlare di politica * sesso Crosstabulation sesso Total Maschio Femmina Parlare di politica no Count 12318,000 17881,000 30199,000 % within sesso 56,093 75,250 66,049 si Count 9642,000 5881,000 15523,000 % within sesso 43,907 24,750 33,951Total Count 21960,000 23762,000 45722,000 % within sesso 100,000 100,000 100,000 Informarsi di politica * sesso Crosstabulation sesso Total Maschio Femmina Informarsi di politica no Count 7230,000 12151,000 19381,000 % within sesso 32,894 51,119 42,363 si Count 14750,000 11619,000 26369,000 % within sesso 67,106 48,881 57,637Total Count 21980,000 23770,000 45750,000 % within sesso 100,000 100,000 100,000 partecipazione a riunioni o manifestazioni politiche * sesso Crosstabulation sesso Total Maschio Femmina partecipazione a riunioni o manifestazioni politiche NOCount 19029,000 22202,000 41231,000 % within sesso 84,784 91,509 88,278 SI Count 3415,000 2060,000 5475,000 % within sesso 15,216 8,491 11,722Total Count 22444,000 24262,000 46706,000 % within sesso 100,000 100,000 100,000 partecipazione attiva a organizzazioni politiche * sesso Crosstabulation sesso Total Maschio Femmina partecipazione attiva a organizzazioni politiche NOCount 21374,000 23779,000 45153,000 % within sesso 95,233 98,009 96,675 SI Count 1070,000 483,000 1553,000 % within sesso 4,767 1,991 3,325Total Count 22444,000 24262,000 46706,000 % within sesso 100,000 100,000 100,000 nessun interesse per la politica * sesso Crosstabulation sesso Total Maschio Femmina nessun interesse per la politica Si Count 6802,000 11782,000 18584,000 % within sesso 30,307 48,562 39,789

24

NOCount 15642,000 12480,000 28122,000 % within sesso 69,693 51,438 60,211Total Count 22444,000 24262,000 46706,000 % within sesso 100,000 100,000 100,000

8.4 Distribuzione di frequenza relative al grafico in Figura 2.2 “Donne presenti nel parlamento per legislatura. (incidenze %)” Fonte: Istat, Partecipazione politica e astensionismo secondo un approccio di genere, 2006

Repubblica Camera Senato I – 1948 7,7 1,2 II – 1953 5,7 0,5 III – 1958 4,2 1,2 IV – 1963 2,8 1,8 V – 1968 2,8 3 VI – 1972 3,8 1,8 VII – 1976 8,4 3,7 VIII - 1979 8,7 4,3 XI – 1983 8,2 4,9 XI – 1987 13 6,4 XI – 1992 8,1 9,8 XII – 1994 14,7 9,2 XIII - 1996 10,6 8,2 XIV - 2001 11,5 8,1 XV - 2006 17,14 13,37

8.5 Per la tabella 3.3 si sono considerati gli individui che hanno dichiarato di informarsi di politica almeno una volta alla settimana, gli altri casi sono stati considerati missing. Partendo dalla domanda 5 sono state create le variabili:

televisione con 5b quotidiani con 5c amici, parenti, conoscenti, colleghi aggregando 5f 5g 5h 5i radio con 5a settimanali o altre riviste aggregando 5d 5e incontri di organizzazioni sindacali o politiche aggregando 5j 5k

radio * sesso Crosstabulation

9358 7788 17146

63,4% 67,0% 65,0%

5392 3831 9223

36,6% 33,0% 35,0%

14750 11619 26369

100,0% 100,0% 100,0%

Count

% within sesso

Count

% within sesso

Count

% within sesso

no

si

radio

Total

Maschio Femmina

sesso

Total

25

televisione * sesso Crosstabulation

702 505 1207

4,8% 4,3% 4,6%

14048 11114 25162

95,2% 95,7% 95,4%

14750 11619 26369

100,0% 100,0% 100,0%

Count

% within sesso

Count

% within sesso

Count

% within sesso

no

si

televisione

Total

Maschio Femmina

sesso

Total

quotidiani * sesso Crosstabulation

5751 5981 11732

39,0% 51,5% 44,5%

8999 5638 14637

61,0% 48,5% 55,5%

14750 11619 26369

100,0% 100,0% 100,0%

Count

% within sesso

Count

% within sesso

Count

% within sesso

no

si

quotidiani

Total

Maschio Femmina

sesso

Total

settimanali o altre riviste * sesso Crosstabulation

12522 9512 22034

84,9% 81,9% 83,6%

2228 2107 4335

15,1% 18,1% 16,4%

14750 11619 26369

100,0% 100,0% 100,0%

Count

% within sesso

Count

% within sesso

Count

% within sesso

no

si

settimanali oaltre riviste

Total

Maschio Femmina

sesso

Total

amici, parenti, conoscenti, colleghi * sesso Crosstabulation

8746 7330 16076

59,3% 63,1% 61,0%

6004 4289 10293

40,7% 36,9% 39,0%

14750 11619 26369

100,0% 100,0% 100,0%

Count

% within sesso

Count

% within sesso

Count

% within sesso

no

si

amici, parenti,conoscenti, colleghi

Total

Maschio Femmina

sesso

Total

26

incontri di organizzazioni sindacali o politiche * sesso Crosstabulation

13990 11374 25364

94,8% 97,9% 96,2%

760 245 1005

5,2% 2,1% 3,8%

14750 11619 26369

100,0% 100,0% 100,0%

Count

% within sesso

Count

% within sesso

Count

% within sesso

no

si

incontri di organizzazionisindacali o politiche

Total

Maschio Femmina

sesso

Total

27

8.6 tipologia della partecipazione politica. Per partecipazione diretta si è fatto riferimento alle domande 2a, 3a, 3b, 3d, 3e Per partecipazione indiretta alle domande 1a, 1b, 1c, 3c, 4a, 4b, 4c.

PARTECIPAZIONE POLITICA INDIRETTA

19674 42,1 42,1 42,1

27032 57,9 57,9 100,0

46706 100,0 100,0

NO

SI

Total

ValidFrequency Percent Valid Percent

CumulativePercent

PARTECIPAZIONE POLITICA DIRETTA

40700 87,1 87,1 87,1

6006 12,9 12,9 100,0

46706 100,0 100,0

NO

SI

Total

ValidFrequency Percent Valid Percent

CumulativePercent

ARTECIPAZIONE POLITICA INDIRETTA * PARTECIPAZIONE POLITICDIRETTA Crosstabulation

Count

18584 1090 19674

22116 4916 27032

40700 6006 46706

NO

SI

PARTECIPAZIONEPOLITICA INDIRETTA

Total

NO SI

PARTECIPAZIONEPOLITICA DIRETTA

Total

8.7 Dati della tabella di contingenza 4.1

tipologia di partecipante * sesso Crosstabulation

6802 11782 18584

30,3% 48,6% 39,8%

542 548 1090

2,4% 2,3% 2,3%

11926 10190 22116

53,1% 42,0% 47,4%

3174 1742 4916

14,1% 7,2% 10,5%

22444 24262 46706

100,0% 100,0% 100,0%

Count

% within sesso

Count

% within sesso

Count

% within sesso

Count

% within sesso

Count

% within sesso

apolitico

correntista

osservatore

impegnato

tipologia dipartecipante

Total

Maschio Femmina

sesso

Total

28

8.8 modelli logistici binomiali utilizzati. Maschi

Variables in the Equation

140,394 6 ,000

-,081 ,137 ,346 1 ,556 ,923 ,706 1,206

,358 ,113 10,114 1 ,001 1,431 1,147 1,785

,611 ,083 54,256 1 ,000 1,842 1,566 2,167

,586 ,073 64,212 1 ,000 1,797 1,557 2,074

,220 ,074 8,803 1 ,003 1,246 1,078 1,441

-,208 ,150 1,927 1 ,165 ,812 ,606 1,089

90,241 4 ,000

-1,013 ,178 32,404 1 ,000 ,363 ,256 ,515

-,611 ,077 63,005 1 ,000 ,543 ,467 ,631

-,351 ,054 42,332 1 ,000 ,704 ,633 ,782

,058 ,076 ,588 1 ,443 1,060 ,913 1,230

6,437 4 ,169

,151 ,142 1,141 1 ,285 1,163 ,881 1,535

-,156 ,130 1,443 1 ,230 ,855 ,663 1,104

,371 ,294 1,590 1 ,207 1,449 ,814 2,578

-,097 ,082 1,399 1 ,237 ,908 ,773 1,066

80,626 5 ,000

-,047 ,222 ,045 1 ,832 ,954 ,617 1,475

-,294 ,057 26,256 1 ,000 ,745 ,666 ,834

-,616 ,074 68,759 1 ,000 ,540 ,467 ,625

-,346 ,080 18,931 1 ,000 ,707 ,605 ,827

-,014 ,084 ,028 1 ,867 ,986 ,836 1,163

84,463 4 ,000

,395 ,068 33,987 1 ,000 1,484 1,300 1,695

,405 ,069 34,210 1 ,000 1,500 1,309 1,718

,539 ,064 71,422 1 ,000 1,714 1,512 1,942

,598 ,081 54,450 1 ,000 1,818 1,551 2,131

-1,990 ,082 590,065 1 ,000 ,137

coortenasc

coortenasc(1)

coortenasc(2)

coortenasc(3)

coortenasc(4)

coortenasc(5)

coortenasc(6)

istr2

istr2(1)

istr2(2)

istr2(3)

istr2(4)

cond2

cond2(1)

cond2(2)

cond2(3)

cond2(4)

posprof

posprof(1)

posprof(2)

posprof(3)

posprof(4)

posprof(5)

v22

v22(1)

v22(2)

v22(3)

v22(4)

Constant

Step1

a

B S.E. Wald df Sig. Exp(B) Lower Upper

95,0% C.I.for EXP(B)

Variable(s) entered on step 1: coortenasc, istr2, cond2, posprof, v22.a.

la formula utilizzata per il calcolo delle probabilità inserite nella tabella 5.2 è la seguente:

29

Femmine

Variables in the Equation

44,345 6 ,000

-,748 ,245 9,329 1 ,002 ,473 ,293 ,765

,018 ,185 ,010 1 ,922 1,018 ,708 1,465

,272 ,123 4,876 1 ,027 1,312 1,031 1,670

,368 ,098 14,185 1 ,000 1,444 1,193 1,749

,109 ,097 1,264 1 ,261 1,115 ,922 1,349

-,360 ,222 2,638 1 ,104 ,698 ,452 1,077

71,281 4 ,000

-1,700 ,381 19,944 1 ,000 ,183 ,087 ,385

-,669 ,136 24,085 1 ,000 ,512 ,392 ,669

-,377 ,091 17,348 1 ,000 ,686 ,574 ,819

,394 ,091 18,934 1 ,000 1,483 1,242 1,771

29,065 5 ,000

,302 ,221 1,869 1 ,172 1,352 ,877 2,084

,027 ,180 ,022 1 ,882 1,027 ,722 1,460

-,428 ,119 12,934 1 ,000 ,652 ,516 ,823

,942 ,289 10,609 1 ,001 2,565 1,455 4,521

-,240 ,143 2,832 1 ,092 ,787 ,595 1,040

31,055 5 ,000

-,552 ,293 3,554 1 ,059 ,576 ,324 1,022

-,464 ,092 25,457 1 ,000 ,629 ,525 ,753

-,390 ,121 10,376 1 ,001 ,677 ,534 ,859

-,238 ,136 3,057 1 ,080 ,789 ,604 1,029

,049 ,122 ,162 1 ,687 1,050 ,827 1,335

27,495 4 ,000

,375 ,090 17,388 1 ,000 1,455 1,220 1,735

,284 ,096 8,660 1 ,003 1,328 1,099 1,604

,039 ,100 ,152 1 ,697 1,040 ,855 1,264

,395 ,124 10,097 1 ,001 1,484 1,163 1,893

-2,325 ,102 519,081 1 ,000 ,098

coortenasc

coortenasc(1)

coortenasc(2)

coortenasc(3)

coortenasc(4)

coortenasc(5)

coortenasc(6)

istr2

istr2(1)

istr2(2)

istr2(3)

istr2(4)

cond2

cond2(1)

cond2(2)

cond2(3)

cond2(4)

cond2(5)

posprof

posprof(1)

posprof(2)

posprof(3)

posprof(4)

posprof(5)

v22

v22(1)

v22(2)

v22(3)

v22(4)

Constant

Step1

a

B S.E. Wald df Sig. Exp(B) Lower Upper

95,0% C.I.for EXP(B)

Variable(s) entered on step 1: coortenasc, istr2, cond2, posprof, v22.a.

la formula utilizzata per il calcolo delle probabilità inserite nella tabella 5.2 è la seguente: