DIETRO I SEGRETI DEL P.E.M. | FOREX STRATEGICO™ 1 · La banca centrale è al vertice della...

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DIETRO I SEGRETI DEL P.E.M. | FOREX STRATEGICO™ 1

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DIETRO I SEGRETI DEL

P.E.M.

p3

p7 p9

p11

p15 p17

p18 p20

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Premessa

P.E.M: Intelligenza e flessibilità

Banche centrali: chi sono e cosa fanno

Il tasso di interesse

Obiettivi di una banca centrale

Manovrare il tasso di interesse per garantire stabilità

Focus su crescita o inflazione?

Vantaggio competitivo nel trading

P.E.M. e politiche monetarie

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Il Piano Finanziario P.E.M. (che sta per Profitto Esponenziale Matematico) non

è una semplice strategia di trading, basata su ordini di acquisto e vendita sotto

determinate condizioni.

Il P.E.M. è invece un vero Piano Finanziario, una strategia di lungo periodo che

si pone l’obiettivo di accrescere esponenzialmente il capitale iniziale,

generando una rendita man mano più elevata il cui andamento si può dedurre

dai grafici sotto.

Ti hanno detto che per essere investitori di successo bisogna avere per forza

un grande capitale?

Assolutamente no! Si può diventare liberi finanziariamente (e ricchi, perchè no)

anche senza avere conti a 6-7 cifre in partenza. Molti ci sono riusciti, come le

storie di alcuni tra gli uomini più ricchi della società moderna dimostrano.

Metti quindi da parte ciò che ti dicono tutti i giorni, per ignoranza ma spesso

anche per invidia, pigrizia, gelosia o volontà di tenerti “fuori dai giochi”.

Premessa

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Cosa serve per essere investitori di successo, e per raggiungere obiettivi per

molti impensabili anche con un capitale di partenza molto basso?

A differenza di tutte le strategie di trading in circolazione (per non parlare dei

corsi di trading, spesso in vendita a migliaia di euro), il P.E.M. ti offre entrambe

le cose e ti permette di raggiungere quello che l’investitore medio nemmeno

può immaginare. A patto di rispettarne i due pilastri sopra menzionati.

Se credi sia facile, sbagli di grosso: il lavoro in termini di esperienza,

formazione finanziaria, nonchè informatica, è stato ed è tuttora immenso. Ci

sono voluti molti anni, studio, tentativi non sempre a buon fine. Non esiste una

strada semplice per moltiplicare il denaro: stai lontano dai guadagni facili!

STRATEGIA OPERATIVA

• Una strategia operativa, efficace e solida, ossia in grado di produrre profitti nel lungo periodo con una certa costanza, gestendo nel contempo il rischio e limitando le poche e brevi fasi di temporanea perdita;

PIANO DI INVESTIMENTO

• Un piano di investimento di lungo termine, che ottimizzi al meglio la gestione del denaro e delle proprie entrate finanziarie, in grado di fornire un notevole valore aggiunto senza limitare lo stile di vita corrente.

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Osserva:

Grafico 1. Evoluzione del capitale (saldo in blu, equity in verde) dal 1. Gennaio 2005 al 1. Marzo 2016

attraverso la strategia P.E.M. senza piano di investimento. Capitale di partenza: $10.000.

Il grafico sopra esprime la crescita esponenziale di saldo ed equity (saldo

prelevabile) nel corso degli scorsi 11 anni seguendo la strategia di trading

P.E.M. dato un semplice capitale iniziale, e senza ulteriori piani di investimento.

Un P.E.M. quindi incompleto, ma attraverso il quale possiamo valutare la bontà

della strategia. Lascio a te il giudizio: quanti investitori possono vantare una

crescita del loro capitale di questo tipo?

(l’ultimo ribasso della linea blu non va considerato, è una disfunzione del

software Metatrader quando termina il test)

E questo è ancora niente.

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Grafico 2. Evoluzione del capitale attraverso la strategia P.E.M. senza e con piani di investimento a confronto.

Capitale di partenza: $10.000.

Il secondo grafico, invece, mette a confronto i rendimenti medi passati (e attesi)

della semplice strategia di trading con il Piano Finanziario P.E.M completo. In

particolare, vengono selezionate due versioni (PACC 200, e PACC 500) che si

differenziano per l’importo risparmiato e mensilmente investito.

La differenza, nel lungo periodo, è sconcertante: indipendentemente dalla

somma di partenza, rispettare un piano di investimento graduale (anche per

importi limitati!) accresce esponenzialmente il tuo capitale nel tempo. Ciò

avviene per l’effetto compounding e per le caratteristiche proprie della

strategia, che aumenta le sue performance percentuali all’aumentare del

capitale e con il passare del tempo (capirai meglio perchè quando ti verrà

spiegata la strategia nei dettagli).

Più investi, più ciò genera i profitti, più il capitale aumenta, più i profitti

aumentano: un circolo virtuoso esaltante!

Non parliamo di cifre ed investimenti impossibili: molti investitori utilizzano oggi

il P.E.M. con questi piani di accumulo ed anche superiori, fermo restando che

la strategia di investimento è valida con qualsiasi cifra purchè il piano sia

seguito con costanza.

L’obiettivo che ci proponiamo è quello di veder crescere il tuo conto nel lungo

periodo proprio come nel grafico sopra: significherebbe che sono cresciuti

anche i nostri

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Entriamo adesso nel dettaglio, svelando alcuni dei segreti che hanno portato

alla realizzazione del P.E.M.

La strategia P.E.M. non è una martingala, non è una semplice griglia, non è un

sistema da “Casinò” che si disintegra appena il mercato inizia a muoversi in

maniera avversa.

La strategia P.E.M. elimina il concetto di griglia di ordini a compensazione

(hedging puro) e si adatta con flessibilità alle caratteristiche e alle condizioni

del mercato. Passo dopo passo, soglia dopo soglia, si ragiona sui prossimi

ordini da inserire, ed eventualmente sul loro volume.

Si beneficia dal movimento del prezzo in entrambe le direzioni, ma non è una

griglia!

Molto lavoro è stato fatto in tal senso, ed aggiungere un livello elevato di

“intelligenza” e flessibilità si è rivelato cruciale per migliorare performance ed

efficacia della strategia nel lungo periodo.

P.E.M: Intelligenza e flessibilità

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La strategia, tra le altre cose, per le decisioni operative considera una serie di

elementi (che compongono, ciascuno con il suo peso, il parametro “Tendenza

di Fondo”):

Politiche monetarie correnti ed attese delle banche centrali;

Un’indicatore, dal nome ADX (composto da altri due indicatori –DA e

+DA) che legge la forza e la direzione del mercato nel lungo termine

secondo le impostazioni che gli abbiamo dato;

Momentum, volatilità e spinta del mercato;

Configurazioni grafiche di lungo periodo;

La distanza del prezzo dai valori medi di lunghissimo periodo.

Tutti questi fattori incidono sull’orientamento della strategia, ciascuno con un

suo peso. In questo modo l’EA studia il mercato, e poi crea un piano d’azione

tale da fornirti un “vantaggio competitivo”.

Tra questi, una rilevanza assolutamente cruciale viene assegnata alle politiche

monetarie (correnti e attese) delle banche centrali (non preoccuparti, non sarà

un trattato di finanza o macroeconomia).

Mi occuperò ora di approfondire questo punto, lasciando gli altri a occasioni

future.

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Partiamo dall’inizio, in particolare da due domande molto semplici:

Chi muove il mercato?

Una volta individuati questi soggetti, non sarebbe straordinario

poter sapere come fanno? In tal modo potresti semplicemente seguirli,

e godere del movimento che essi stessi causano!

Innanzitutto deve esserti chiaro chi sono questi soggetti:

Banche Centrali;

Altre banche ed istituzioni;

Grandi investitori (società o privati) con elevata capitalizzazione.

Ci occuperemo soprattutto della prima categoria: le banche centrali, le più

importanti.

Ogni area economica e valutaria (Europa, USA, Svizzera, Australia, Canada,

Giappone, Cina, Turchia, eccetera) è “governata” da una banca centrale, che

prende le decisioni di politica monetaria che poi influenzano tutti i paesi che

fanno parte di quell’area.

La banca centrale è al vertice della piramide, tutto il resto è subordinato

(compresa la sovranità monetaria di ogni singolo paese, che ha margini di

manovra ma deve restare all’interno degli schemi fissati dalla banca centrale).

Banche centrali: chi sono e cosa fanno

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Sono le banche centrali a prendere le decisioni che determinano le

tendenze di medio-lungo periodo.

Abbiamo quindi:

- Europa Banca Centrale Europea

- USA Federal Reserve

- Giappone Bank of Japan

- Regno Unito Bank of England

- Svizzera Swiss National Bank

- Australia RBA

- Canada Bank of Canada

ed altre ancora.

Ciascuna di esse si riunisce periodicamente (generalmente una volta al mese)

attraverso dei meeting nei quali vengono comunicate le nuove linee guida della

politica monetaria.

Per quale motivo il P.E.M. dedica del tempo proprio all’analisi dell’azione delle

banche centrali?

La ragione è molto semplice: le loro decisioni provocano i più ingenti

spostamenti di denaro da un paese a un altro, da un’area economica all’altra,

da una valuta all’altra. Creando e determinando le tendenze grafiche di lungo

periodo.

Ti sarà ormai chiaro che questi spostamenti di denaro determinano una forte

variazione della domanda di valuta, e quindi del suo prezzo.

Lo schema è questo:

- banca centrale comunica orientamento politica monetaria gli investitori

“decidono” conseguentemente di acquistare o di vendere quella valuta

il tasso di cambio reagisce salendo (se valuta sarà più acquistata) o

scendendo (se sarà più venduta).

Ma qual è questa “decisione di politica monetaria” a cui ho fatto riferimento, e

che ci serve sapere?

Vado avanti e semplifico.

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Credo tu sappia già che cos’è un investimento (e infatti hai acquistato il

P.E.M!).

Investire è una libera scelta economica, tramite la quale

decidiamo di rinunciare al godimento di qualcosa nel

presente, con l’obiettivo di accrescerne il valore nel

tempo.

Alcuni esempi:

Decidi di comprare azioni? Investi del denaro, perché “credi” di poter ottenere

indietro quella stessa quantità di denaro più “qualcosa” alla rivendita.

Sei un’azienda e decidi di investire liquidità in un progetto di crescita? Lo fai

con l’obiettivo di accrescere sensibilmente in futuro quel denaro che oggi hai a

disposizione.

Anche investire in formazione è un investimento: sosteniamo un costo

(economico, tempo, etc.) oggi per acquisire competenze il cui utilizzo ci

permetterà di ottenere indietro molto di più di quello che abbiamo investito

(denaro, tempo libero, benessere, etc).

Cosa ci aspettiamo quindi da un investimento? Quel “qualcosa in più”, che

prende il nome di “rendimento” oppure “ritorno dell’investimento”.

Se ci pensi, ti risulterà ovvio. Perché mai investire se non per accrescere il

valore di ciò che ho già oggi a disposizione?

Il tasso di interesse

INVESTIRE

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Bene. Devi sapere che le valute sono attività come tutte le altre, e quindi

investire in valuta (acquistandola) è a tutti gli effetti ad un investimento.

E’ possibile investire in valuta “indirettamente” (ad esempio acquistando azioni

di una società denominate in valuta estera) oppure “direttamente” (limitandoci

a scambiare valuta). Noi occuperemo dell’investimento diretto in valuta.

Dovrebbe sorgerti spontanea questa richiesta: “se investo in valuta, ottengo un

rendimento?”

La risposta è si. E lo vedrai concretamente anche sulla tua piattaforma: per

ogni giorno in cui detieni una valuta ti viene riconosciuto un piccolo “interesse”.

Cosa ho appena scritto? Interesse?

Eh si, perché quel rendimento è proprio il tasso di interesse: rendimento

calcolato in percentuale sul capitale investito.

Hai appena conosciuto la più importante variabile macroeconomica

manovrata dalle banche centrali.

Il tasso di interesse aggiornato viene comunicato dalla banca centrale che

periodicamente (in genere una volta al mese, la BCE ogni 6 settimane) riunisce

il consiglio direttivo ponendo la decisione al voto. Spesso l’annuncio è

accompagnato da una conferenza stampa tenuta dal Governatore della banca

centrale, nella quale vengono illustrate le motivazioni e gli scenari attesi per il

prossimo futuro.

Puoi controllarne il valore attuale, nonché la data del prossimo meeting del

consiglio direttivo, ad esempio sul calendario economico.

Ormai sei perfettamente in grado di comprendere che un tasso di interesse

maggiore porterà più investitori (e quindi più soldi) su quella valuta, mentre un

tasso di interesse inferiore causerà una minore domanda di valuta.

Investiresti (a parità di altre condizioni) più volentieri su un’attività finanziaria

che rende il 5% annuo oppure su una che rende il 2%? Io credo proprio non ci

siano dubbi!

Ecco perché un tasso di interesse superiore “attira” gli investitori, che

domanderanno più valuta… e al prezzo che succede? Sale, esatto!

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Ripercorri la sequenza logica:

Per renderti conto di cosa accade, e di quanto tali decisioni siano importanti,

guarda il seguente grafico:

Grafico 3. EUR/USD, 4 Settembre 2014, grafico a 5 minuti.

Reazione del mercato alla riduzione del tasso di interesse di riferimento da

parte della Banca Centrale Europea dallo 0.15% allo 0.05% il 4 Settembre

2014, ore 13.45.

Tasso di interesse superiore

Investire in quella valuta “garantisce”

un rendimento superiore

Aumenta la domanda di quella

valuta

Il tasso di cambio sale

Tasso di interesse inferiore

Investire in quella valuta “garantisce”

un rendimento inferiore

Diminuisce la domanda di quella

valuta

Il tasso di cambio scende

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Ecco come reagisce il mercato quando viene comunicata una variazione del

tasso di interesse. Un movimento niente male, per chi era posizionato al

ribasso!

Bene, ora sei perfettamente consapevole dell’importanza di questa variabile, e

della relazione tra essa e la valuta collegata.

Potresti obiettare: “si, ma per approfittarne dovrei sapere prima se i tassi

verranno aumentati o diminuiti nel tempo, altrimenti mi serve a poco”.

In effetti sarebbe straordinario sapere prima come ciascuna banca centrale

intende comportarsi in materia di tassi di interesse. E il P.E.M. prova a farlo,

studiando qualche semplice indicatore.

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Ora sai che cos’è un tasso di interesse, e sei consapevole che a tassi più

elevati corrispondono apprezzamenti di una valuta (viceversa, a tassi più bassi

il prezzo della moneta subisce un calo).

Per comprendere con semplicità come le banche centrali manovrano i tassi di

interesse, devo introdurre due fattori di cui hai certamente già sentito parlare:

crescita e inflazione. E’ in base a questi due dati che una banca centrale

decide se e come modificare il tasso di interesse di riferimento.

Il dato sulla crescita fa riferimento alla variazione (positiva o negativa) del

prodotto interno lordo del paese (molti e legittimi sono i dubbi di coloro che non

ritengono il famoso “PIL” un indicatore esaustivo dello stato di un’economia,

ma per ora sono costretto ad attenermi ai dati ufficiali).

L’inflazione è invece il tasso di variazione dell’indice dei prezzi (il quale include

un paniere di beni e servizi indicato qui…).

Anche questi due dati vengono pubblicati sul calendario economico,

rispettivamente sotto la voce “Prodotto Interno Lordo” e “Indice dei Prezzi”.

Le due grandezze sono strettamente collegate. Cosa succede infatti ad un

paese che cresce? I consumi certamente aumentano, le persone spendono

più soldi. E i prezzi? Ovviamente aumentano anch’essi, per effetto della

maggiore domanda.

Crescita = aumento dei consumi e della domanda = aumento dei prezzi.

Obiettivi di una banca centrale

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Posso quindi affermare in maniera semplicistica (ed anche un po superficiale

ed incompleta, ma è quanto basta in questa sede), che crescita = inflazione

Quindi:

- Tutti noi associamo la crescita con qualcosa di “positivo”. In effetti la

crescita è comunemente identificata con il tasso di variazione del

prodotto interno lordo. La crescita è “bella”.

- Conseguenza della crescita è però anche l’inflazione, ossia il tasso di

variazione dei prezzi. L’inflazione è “bella” o “brutta”??

Normalmente, trattandosi di prezzi, siamo abituati a riferirci all’inflazione come

un fattore negativo: “tutto costa di più”.

In realtà non è proprio così, a causa del legame che abbiamo già trattato con

la “crescita”. Un’inflazione pari a zero, o addirittura negativa, è indice di

un’economia ferma, o addirittura in recessione (si veda la situazione europea

ad oggi, inizio 2015).

Ed infatti le banche centrali, nel loro statuto, non trattano l’inflazione come una

“peste” da cui sfuggire, anzi. Lo Statuto della Banca Centrale Europea

definisce l’obiettivo primario della “stabilità dei prezzi” identificato con un tasso

di inflazione “inferiore ma prossimo al 2%”.

Ciò significa che un’inflazione al 2% (annuo) è il punto di equilibrio ottimale.

Un’inflazione molto superiore porta alle crisi che abbiamo conosciuto nella

storia, legate al fenomeno dell’iperinflazione. Situazioni in cui il denaro che ho

oggi, domani perde irrimediabilmente di valore. Al contrario però, anche un

dato molto inferiore al 2% è indice di un’economia in declino.

Se ci pensi, è logico: se i prezzi non aumentano nemmeno un po, significa che

la domanda è debole, che vi sono pochi compratori, che l’economia non gira.

E non può essere questa la situazione ottimale.

Bene, giunti a questo punto hai un dato fondamentale: le banche centrali

desiderano mantenere un tasso di inflazione intorno al 2%. Né troppo più

elevato, né troppo al di sotto. Crescita si, ma con questo limite, perché “non è

tutto oro quel che luccica”. E cioè la crescita non è sempre così “bella”, e

l’inflazione viceversa non è sempre “brutta”.

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Chiudiamo ora il cerchio: sai come fa una banca centrale a regolare l’inflazione

per avere sempre un valore “inferiore ma prossimo” al 2%??

Proprio attraverso il tasso di interesse!

Il tasso di interesse è la “leva” che la banca centrale utilizza per raggiungere i

propri obiettivi di politica economica, primo tra cui proprio l’inflazione nei pressi

di quella soglia.

Ecco perché te ne ho parlato, ed ecco perchè il P.E.M sarebbe una strategia

incompleta se ne ignorasse l’esistenza.

Basta che tu capisca qual è l’obiettivo di politica monetaria di quella banca

centrale, e saprai anche quale sarà l’orientamento tenuto sui tassi di interesse.

Non è complicato: devi sapere che la scelta è solo tra due opzioni (più una di

“neutralità”). Ora te ne parlo.

Manovrare il tasso di interesse per garantire stabilità

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In pratica:

A) Ipotizziamo il caso in cui la tua economia sia in forte crescita, ma anche

inflazione molto elevata sopra al 3% (ricordi? ad una segue l’altra). Se

da un lato l’economia è molto in salute, dall’altro i prezzi crescono in

maniera eccessiva allontanandosi pericolosamente dalla “soglia”.

Cosa fa in questo caso la banca centrale del tuo paese?

L’obiettivo è porre un freno alla crescita dei prezzi. Per fare ciò, deve calare la

domanda, e quindi le vendite. Bisogna quindi incentivare le persone a

spendere meno.

Sai già che il tasso di interesse è il tasso di rendimento dell’investimento. Se

aumenta, cosa accade? Molto semplice: investirò di più, perché mi conviene.

Anche tu, suppongo!

Se aumentano gli investimenti (denaro investito per il futuro), i consumi di oggi

per forza si riducono (preferisco “domani” a “oggi”). Spendo meno soldi nel

presente, cala la domanda, e quindi anche i prezzi diminuiscono.

La banca centrale aumenta il tasso di interesse e raggiunge il suo obiettivo: i

prezzi scendono!

Riassumiamo: paese che cresce molto con elevata inflazione aumento del

tasso di interesse è più conveniente investire, piuttosto che consumare oggi

meno consumi oggi riducono la domanda e quindi l’ascesa dei prezzi si

riduce l’inflazione.

Focus su crescita o inflazione?

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Nel caso di un paese in queste condizioni quindi la banca centrale tenderà ad

aumentare il tasso di interesse, per ridurre l’inflazione giunta ben oltre la soglia.

E a noi basta semplicemente monitorare gli indicatori di crescita e inflazione

per prevederlo: le banche centrali, da statuto, non possono permettersi

deviazioni troppo prolungate dai loro obiettivi.

B) Situazione opposta. Crescita a zero (o quasi), inflazione ben al di sotto

del 2%. Economia ferma, scarsa domanda. In poche parole: recessione.

Dovresti ormai poter intuire cosa farà la banca centrale.

L’obiettivo è riportare le persone a consumare e stimolare la circolazione del

denaro. Solo in questo modo le imprese venderanno e produrranno di più,

assumendo più lavoratori e aumentando i salari, e così via. Il cosiddetto ciclo

virtuoso dell’economia.

La banca centrale dovrà quindi rendere il consumo “oggi” più conveniente

rispetto al risparmio/investimento per il “domani”. Come farlo? Riducendo il

rendimento degli investimenti in valuta, ossia il tasso di interesse.

L’abbassamento del tasso di interessa innesterà quindi un ciclo virtuoso

dell’economia che consentirà il raggiungimento dell’obiettivo di quella fase di

mercato: la ripresa della crescita economica.

A questo punto credo ti sia chiaro: ogni banca centrale utilizza il tasso di

interesse come leva, manovrandolo a seconda della priorità del momento.

Inflazione troppo alta? Su i tassi. Recessione e crescita “zero”? I tassi vanno

giù.

Giunti a questo punto non ti stupirai di certo leggendo che la banca centrale

americana (Fed) è in procinto di alzare i tassi (anche se lentamente), data la

forte crescita economica e una disoccupazione scesa al 5.5%. Al contempo ti

risuonerà logico apprendere che la BCE (banca centrale europea) tiene i tassi

a zero da tempo (oltre ad applicare numerose altre misure di stimolo alla

crescita, come il famoso QE), data la prolungata fase di recessione

nell’Eurozona.

A dire il vero, c’è anche una terza opzione: economia robusta, inflazione ancora

al di sotto del 2%, nessuna urgenza né di alzare i tassi né di abbassarli. In tal

caso la banca centrale resterà in attesa di futuri sviluppi.

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Potresti chiedermi: “mi è chiaro il concetto di tasso di interesse, e perché una

banca centrale lo modifica al rialzo o al ribasso. Ma concretamente, a che mi

serve saperlo?”

Come detto all’inizio: un rialzo dei tassi fa apprezzare la valuta, e viceversa.

Per essere più precisi, ancor prima che una manovra venga compiuta, è

l’aspettativa a far variare il prezzo. Quando vi sono tutti gli elementi affinchè

una determinata decisione di politica monetaria venga presa, il tasso di cambio

“anticipa” l’evento ed inizia già a “scontarlo” sul grafico dei prezzi.

Tieni bene a mente questo concetto: il mercato si muove in base alle

aspettative degli investitori di ciò che avverrà, molto spesso ben prima che

avvenga davvero.

Porto alla tua attenzione un esempio molto significativo, già accennato poco

sopra: la coppia EUR/USD (euro vs dollaro statunitense).

L’Eurozona si trova in una situazione di diffusa crisi economica. Una

recessione in cui la crescita è prossima allo zero quasi ovunque, così come

l’indice dei prezzi (inflazione), mentre è molto elevata la disoccupazione

soprattutto tra i giovani. Ciò ha spinto la BCE a proporre le misure accennate

sopra, tra cui proprio il taglio dei tassi fino al minimo consentito.

Vantaggio competitivo nel trading

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Gli Stati Uniti si trovano invece nel lato diametralmente opposto del ciclo

economico: buona e costante crescita, disoccupazione ai minimi, ma anche

inflazione attesa in aumento (seppur lentamente) verso l’obiettivo del 2%.

A questo punto è ormai chiaro al mercato che, mentre la BCE terrà i tassi a

zero ancora per molto tempo, la Fed americana procederà presto con dei rialzi.

Con questo scenario di fondo, come ti posizioneresti nel medio periodo su

EUR/USD? Short (al ribasso), esatto, ed è quello che hanno fatto tutti gli

operatori principali (le “mani forti”) man mano che si sono concretizzate le

aspettative di quella che io definisco “divergenza tra politiche monetarie” di

due aree valutarie.

EUR/USD non può che essere venduto, e se ti fossi trovato davanti ai grafici

da metà 2014 in poi lo avresti certamente compreso.

Questo tipo di divergenze tra politiche monetarie tra paesi in così diverse

condizioni economiche sono uno strumento potentissimo per individuare la

direzionalità di medio-lungo termine di un tasso di cambio. Decisamente il più

potente che io conosca.

Aggiungo che per valutare questo tipo di scenari non ti è necessaria alcuna

laurea o particolare conoscenza macroeconomica. I dati sullo stato di salute di

un’economia (PIL, inflazione, disoccupazione, e così via) sono reperibili

ovunque in rete (ad esempio nel nostro calendario economico) e semplici da

interpretare (sappiamo ad esempio che il target dell’inflazione è appena sotto

il 2%).

E’ sufficiente quindi valutare correttamente pochi ma importanti parametri, per

avere un’idea della futura tendenza delle politiche monetarie sui tassi di

interessi da parte delle banche centrali (le quali, ricordo, devono raggiungere

da mandato determinati obiettivi economici).

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Giunto fin qui nella lettura, dovrebbe sembrarti chiara l’importanza delle

politiche monetarie correnti e attese sull’andamento del tasso di cambio nel

lungo periodo.

Anche alla strategia a Profitto Esponenziale Matematico tutto ciò è

estremamente chiaro. L’Expert Advisor analizza i dati economici, in particolare

l’inflazione, per ottenere delle proiezioni sui tassi di interesse futuri.

In base a ciò, quando la forbice si allarga a prova di una divergenza tra le

politiche monetarie di due aree valutarie, il P.E.M ne tiene conto.

Come si è comportato il P.E.M. durante la discesa a cavallo tra 2014 e 2015,

proprio quando la semplice griglia ha maggiormente sofferto?

Riconoscendo il comportamento completamente divergente delle due banche

centrali in questione (insieme a tutti gli altri fattori grafici che incidono sul

parametro, e che ora sto ignorando), l’indicaore si è posizionato chiaramente

al ribasso.

Ciò significa che durante la discesa l’EA:

Ha aperto molte operazioni in vendita (short), a size piena;

Ha venduto attraverso entrambe le tipologie di ordini pendenti (sell stop

e sell limit);

Ha effettuato un numero molto inferiore di operazioni al rialzo (long);

Nelle operazioni long effettuate, il volume era inferiore rispetto a quelle

short.

P.E.M. e politiche monetarie

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Ecco perchè una fase di mercato potenzialmente molto critica diviene invece

fonte di guadagni, con drawdown trascurabili.

Intelligenza e flessibilità si rivelano, insieme a una corretta gestione del rischio,

gli elementi chiave per il successo di una strategia nel lungo termine.

Questa è solo una parte degli studi che hanno permesso di realizzare il P.E.M..

Mi auguro tu decida di entrare a far parte di quella cerchia di investitori che,

con costanza e disciplina, miglioreranno sensibilmente la propria condizione

finanziaria raggiungendo gli obiettivi prestabiliti.

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