Didattica della musica nel 900 - Università degli studi ...

23
DIDATTICA DELLA MUSICA NEL NOVECENTO di Claude Dauphin tratto da ENCICLOPEDIA DELLA MUSICA EINAUDI II VOLUME - IL SAPERE MUSICALE

Transcript of Didattica della musica nel 900 - Università degli studi ...

DIDATTICA DELLA MUSICA NEL NOVECENTO

di Claude Dauphintratto da

ENCICLOPEDIA DELLA MUSICA EINAUDIII VOLUME - IL SAPERE MUSICALE

Il concetto dimetodo attivo

I metodi vocalie sensomotori

Il metodoSUZUKI

La pedagogiadi WILLEMS

DALCROZE KODALY MARTENOT ORFF

IL CONCETTO DI METODO ATTIVO

Con l’espressione “metodo attivo” le teorie pedagogiche intendono far riferimento ad una tecnica di apprendimento che proviene dall’esperienza sensitiva e motoria.

Secondo questa concezione, ogni conoscenza acquisita sarebbe fondata sulla stimolazione ricorrente del sistema sensoriale o muscolare ad opera di azioni o oggetti che suscitano l’interesse ludico dell’allievo.

Da questa posizione derivano strategie di apprendimento che si basano sull’atteggiamento partecipativo dell’allievo.

Il concetto di “educazione attiva” nasce dalla dissertazione filosofica intorno alla subordinazione delle idee e dell’intelligenza al meccanismo della sensazione e dell’esperienza sensomotoria. In questa logica, la conoscenza dipende direttamente dalla percezione.

IL CONCETTO DI METODO ATTIVOIn musica, lo spirito del metodo attivo si manifesta in ogni situazione in cui l’allievo è spinto a fare musica ben prima di impararne la teoria.

La funzionalità di questo approccio risiede nel ruolo centrale del canto, dei giochi ritmici corporei e dell’utilizzazione di semplici strumenti musicali …

Il concetto di “metodo attivo” ha trovato applicazione nell’educazione musicale per opera di alcuni compositori neoclassici affermatisi nel ventennio fra la prime e la seconda guerra mondiale (Dalcroze, Willems, Kodaly, Orff, Martenot, ecc.)

La loro fiducia nelle attitudini musicali presenti in ogni essere umano ha demolito sistematicamente lo spettro dominante di una formazione musicale riservata ai soli allievi di talento …

… la predominanza della materia lascia il posto all’importanza primaria del bambino …

È addirittura lo stesso Rousseau che anticipa, nell’Emilio, le linee pedagogiche della moderna educazione musicale quando afferma: “… non affrettiamoci ad impegnare la sua mente con i segni convenzionali […] la conoscenza delle note non è più necessaria per saper cantare di quanto lo sia la conoscenza delle lettere per saper parlare …”

I METODI VOCALI E SENSOMOTORI

I metodi attivi di educazione musicale si caratterizzano per:

assenza di un programma tradizionale di formazione strumentale;

presenza di un repertorio specifico per l’infanzia;

associazione canto movimento;

EMILE JAQUES-DALCROZE(1865-1950)

L’educazione musicale dalcroziana si riassume nell’attenta educazione della percezione uditiva spontaneamente trasmessa da reazioni corporali ben coordinate …

… Dalcroze vedeva nell’interazione tra ascolto e movimento il procedimento ideale per giungere alla conoscenza delle strutture musicali e delle loro potenzialità espressive …

La concezione dalcroziana del musicale è il risultato del circuito:

ORECCHIO che riceve;

CERVELLO che comanda;

CORPO che esprime e

INTELLIGENZA che attribuisce significato.

ZOLTAN KODALY1882-1967

Caratteristiche della proposta kodalyana sono:

l’utilizzo della solmisazione relativa;

l’utilizzo della fonomimica;

l’educazione ritmica e la formazione del senso armonico;

il repertorio ;

Nel metodo Kodaly la solmisazione rappresenta la base sulla quale si forma l’orecchio melodico e l’orecchio armonico.

Questo sistema, già sperimentato da Guido d’Arezzo nel medioevo con gli antichi modi gregoriani, consiste nell’associare la struttura della scala diatonica alle sillabe convenzionali (do, re mi,ecc.) senza considerare la tonalità assoluta (considerando dunque doogni tonica maggiore e la ogni tonica minore).

Anche in questo caso è interessante ricordare Rousseau che, sempre nell’Emilio, fornisce un adattamento convincente della solmisazione alla musica classica tonale […] descrivendo in maniera dettagliata la funzione che le assegna nel suo progetto pedagogico […]

I gesti rappresentano una forma di pre-notazione musicale ...

… l’allievo percepisce uno stimolo visivo che associa a una sillaba (e,conseguentemente, ad un grado) della scala.

do pugno chiuso, sensazione di punto d’ancoraggio della tonica

re mano aperta in posizione obliqua; movimento di slancio della scala;

mi mano aperta con il palmo verso il basso, posizione di riposo della mediante

fa pugno chiuso con il pollice puntato verso il basso, (attrazione verso il mi)

sol mano aperta con il palmo verso di sé e il pollice verso il cielo; affermazione della dominante

la mano apaticamente china verso terra, col polso ricurvo, molle indifferenza della sopradominante

si pugno chiuso, indice dritto verso il basso, tensione dinamica della sensibile verso la tonica

Il metodo Kodaly affida un ruolo propulsivo all’educazione ritmica. L’allievo elabora attraverso l’attività libera, una coscienza ritmica e, nel contempo, impara ad enunciare con onomatopeele formule ritmiche desunte dalle canzoni.

La solmisazione determina di per sé una forma di comprensione essenzialmente armonica della struttura melodica.

Il riferimento costante, nell’intonazione di ogni suono, alla tonica come fulcro della scala, determina una complementarietà verticalenella quale si elaborano le basi del senso armonico.

ti-ti ta

tim-ri ta

tiri-tiri ta

La proposta kodaliana è strettamente connessa con la necessità di ancorare l’educazione musicale al folklore nazionale.

In particolare vengono privilegiate, all’interno del repertorio regionale, le filastrocche e le canzoni per l’infanzia che rappresentano frammenti della madrelingua musicale.

MAURICE MARTENOT1898-1980

La sostanza del metodo Martenot è essenzialmente quella di un’iniziazione alla lettura musicale convenzionale per il tramite della pedagogia attiva, con una particolare attenzione alla psicologia infantile.

Mertenot cerca dunque, anche attraverso il coinvolgimento globale dell’esperienza,di rendere accessibile all’alunno il complesso processo di lettura musicale.

I punti nevralgici della sua proposta sono:

il risveglio delle facoltà ritmiche;

gli esercizi-gioco.

Martenot pone alla base della scoperta del ritmo musicale – condizione fondamentale per la formazione sonora – lo sviluppo del senso della pulsazione che sarà il riferimento fondamentale della struttura temporale della musica e della nozione di ritmo allo stato puro.

Anche nella proposta di Martenot, emerge l’importanza dell’utilizzo dell’onomatopea identificativa delle cellule ritmiche come rappresentazione mentale – concreta - degli elementi musicali.

Martenot si dichiara inoltre convinto della necessità di adattare il tempo musicale al tempo fisiologico del bambino.

Per portare l’allievo ad interiorizzare e successivamente a intellettualizzare il ritmo musicale, questi viene posto in situazione ludica … per ragioni attinenti alla psicologia infantile e all’efficacia pedagogica …

Il rapporto tra il maestro e gli allievi si struttura in base alla tipologia del solo/tutti, una pratica dove è facile riconoscere una manifestazione archetipicadelle strutture musicali elementari.

Questo rapporto solo/tutti sostiene in realtà il principio dell’appredimento per imitazione, caro ai seguaci dei metodi attivi.

Prima di affrontare la lettura musicale tradizionale, Martenot propone di rendere familiari le figure della notazione musicale inserendola nei giochi di carte o di domino sulla base del loro valore di durata ritmica.

CARL ORFF1895-1982

Il metodo Orff privilegia il frazionamento dei materiali (patternsritmici), la loro diretta ripetizione secondo il modello del maestro (eco) e l’esercizio muscolare meccanico (ostinato).

Caratteristiche della proposta di Orff sono:

il parlare ritmato;

il canto;

lo strumentario;

la danza.

I cori parlati, ispirati al teatro antico, sui quali si basa buona parte dell’espressività di Carl Orff, hanno fatto sentire la loro influenza sui procedimenti pedagogici del metodo.

La scansione dei versi prima di imparare la melodia, la loro ripetizione secondo svariate tipologie di emozione costituisconol’essenza di quel parlare ritmato così rappresentativo dei lavori di Orff.

Una volta familiarizzati gli allievi con la pratica del parlare ritmato, il professore intraprende il lavoro melodico insegnando loro il canto.

Onde preparare l’orchestrazione e l’interpretazione integrale, il professore aggiunge progressivamente le sezioni di percussioni corporee e d’accompagnamento strumentale

Bisogna sottolineare che tutto questo lavoro di preparazione si basa essenzialmente sull’ascolto. Il metodo Orff non prevede il ricorso alla partitura musicale nel periodo di iniziazione spontanea e sensoriale con le classi di giovanissimi allievi.

L’apporto più evidente di Carl Orff alla pedagogia musicale rimane il suo strumentario che ha convinto della sua efficacia nell’esecuzione collettiva della musica per l’infanzia e si è in breve tempo imposto in tutto il mondo.

Orff attribuiva al suo strumentario una carica umanistica di forte valore simbolico. Ciascuna delle sue sezioni evoca una ricca geografia sonora.

Associata alla musica fin dalla nascita della pedagogia orffiana, la danza resta un completamente indispensabile per il perseguimento di obiettivi cinestetici e di sviluppo motorio.

L’intervento del corpo intero favorisce nel giovane allievo l’integrazione totale dei rapporti fra musica e gestualità.

Più che un metodo musicale, Willems ci ha lasciato una ricca opera di riflessioni sulla pedagogia della musica.

Nelle opere di Willems, dove si fondono la pratica e la teoria dell’educazione, risiede la migliore sintesi filosofica delle pedagogie musicali attive.

Il metodo Suzuky ha rivoluzionato la pedagogia stessa dello strumento; entra nelnovero delle pedagogie attive evitando di associare lo studio del violino a un qualsiasi approccio teorico.

L’originalità del suo approccio si fonda su due importanti innovazioni:

• il fondamento audio-vocale della pedagogia strumentale;

• la trasformazione di un tradizionale insegnamento individuale il un insegnamento collettivo.

Suzuky considera l’esecuzione strumentale come un prolungamento di quella vocale. Il fanciullo comincia cantando il suo repertorio di canzoni per l’infanzia e trasponendo in seguito sullo strumento grazie ad un gioco di associazioni fra dita della mano e corde del violino sul manico del quale si dispongono appositamente dei punti di riferimento.

www.dalcroze.it www.aikem.it

www.orffitaliano.it

LE METODOLOGIE IN… RETE

www.crdmitalia.org