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La Riviera Giovedì 7 marzo 2013 CRONACA 3 L’AVVERTIMENTO Il messaggio intimidatorio recapitato da Simeon al direttore de La Riviera «Userò ogni centimetro di potere intorno a me per fargli rimpiangere...» VATILEAKS - Dai primi passi a Sanremo alle tensioni con i manager di Capitalia Nel libro “Sua Santità” di Nuzzi l’irresistibile ascesa di Simeon MARCO SIMEON a sinistra, con Giulio Andreotti e l’ex assessore Tonino Bissolotti Un capitolo del saggio dell’autore del best seller “Vaticano Spa”, che ha pubblicato “Le carte segrete di Benedetto XVI”, è dedicato al “«Congiurato» Simeon; figlioccio di Bertone, Geronzi e Bisignani” SANREMO (may) Oltre a fiumi di ar- ticoli non certo lusinghieri sui prin- cipali quotidiani italiani, al sanre- mese Marco Simeon, fresco ex di- rettore di Rai Vaticano e attuale re- sponsabile dei rapporti istituzionali e internazionali della Rai, è dedicato anche un capitoletto del libro “Sua Santità, le carte segrete di Benedetto XVI” pubblicato nel 2012 dal gior- nalista Gianluigi Nuzzi, già autore di Vaticano Spa. Lo riportiamo di seguito, a partire dal titolo: “Il «congiurato» Simeon: figlioccio di Bertone, Geronzi e Bisignani. “Il vero detonatore di questa vi- cenda (il riferimento è alle gravis- sime accuse mosse dall’allora se- gretario del Governatorato della Santa Sede, monsignor Carlo Maria Viganò, circa il presunto complotto per screditarlo agli occhi del Papa, ndr) sarebbe Marco Simeon, indicato in questa missiva (cioè la devastante lettera di denuncia scritta da Viganò al segretario di Stato Bertone, ndr) come soggetto che avrebbe portato le veline a Il Giornale, ma che, più che altro, dal lontano 2002 è un su- perprotetto di Bertone. Il suo pupillo. Trentatrè anni, figlio di un benzinaio di Sanremo, Simeon si muove con dimestichezza in Vaticano. Laureato in legge, inizia la sua fulgida carriera proprio nella città ligure, dove in- contra uno dei suoi primi alleati, il vescovo Giacomo Barabino”. Gli inizi, da Giulio Andreotti ai controversi Cardinal Dinner “Il giovane - si legge ancora - si distingue nel raccogliere soldi per le iniziative della parrocchia, della dio- cesi, della Chiesa. Simeon dà prova di doti non comuni, promuovendo iniziative pubbliche anche eclatanti, come quella che gli riuscì, poco più che ventenne, quando portò nella sua città Giulio Andreotti. Senza di- menticare l’incontro con il neocar- dinale Piacenza, che gli affida la segreteria generale della Fondazione che sostiene la Pontifica commissione per i beni culturali della Chiesa”. Nuzzi allega un passo di un altro libro che cita Simeon: “La Colata” “L’occasione della vita è nel 2000, quando, attraverso amicizie sanre- mesi riesce ad avere un appunta- mento con il cardinale Angelo So- dano, segretario di Stato di Papa Giovanni Paolo II. Gli porta in omaggio una bottiglia di pregiato olio di olive taggiasche, la passione del porporato (...) Da lì in poi la corsa è inarrestabile. Nel 2005 il car- dinal Bertone lo chiama nel consiglio di amministrazione dell’ospedale Galliera di Genova e contempora- neamente lo nomina priore del Ma- gistrato di Misericordia, storica fon- dazione genovese da oltre 592 anni. Un anno dopo eccolo entrare nel cda della Fondazione Carige”. Col cardinal Bagnasco, a Genova al posto di Bertone, rapporti freddini “Bagnasco - riporta il libro - nuovo arcivescovo di Genova, partecipa al- le cene conviviali del Magistrato di Misericordia, ma quando il man- dato di Simeon va in scadenza, nel 2010, ben si guarda dal rinnovar- glielo e sceglie come successore un notaio, Piermaurizio Priori, che non usa mezze misure: «La precedente gestione ha costretto la fondazione a indebitarsi (da “La cena dei debiti” del Secolo XIX di Genova del 31 dicembre 2010, ndr) per le cene, le “cardinal dinner”, ho pagato tanti debiti, molti di quelli che dovevano erogare grandi cifre hanno reputato che non fosse più il caso (...) di- scontinuità se non altro nelle spese e nelle pomposità dell’Ente rispetto al passato». Il balzo nel gotha del sistema bancario italiano con Geronzi “Il giovane (Simeon, ndr) però non dispera. E’ intra- prendente. Una porta si chiude, cento se ne aprono. La svolta successiva è il col- legamento con il banchiere Cesare Geronzi, che lo porta prima in Capitalia, come responsabile delle relazioni istituzionali, poi a Medio- banca. Creando tensioni e frizioni. A Capitalia in molti non possono vedere Si- meon, a iniziare da uno dei manager dell’epoca più vicini a Geronzi, Mat- teo Arpe. Stessa situazione a Me- diobanca, dove, infastiditi dai me- todi del ligure, un paio di importanti manager, a cominciare da Alberto Nagel, in un incontro tesissimo chie- dono a Geronzi la testa di Simeon: il giovane verrà paracadutato in Rai con l’incarico di direttore delle Re- lazioni istituzionali e internazionali (che conserva tutt’ora, ndr)”. L’attivismo immobiliare e la maxi provvigione per l’ex convento “A sollevare perplessità sull’ope- rato di Simeon sono anche alcune operazioni immobiliari, come la me- diazione nella vendita alal Lamaro costruzioni dei fratelli Toti di un convento delle suore dell’Assunzione, villa più parco in via Romania, nel quartiere Parioli a Roma. Simeon porta a casa un milione e 300mila euro di provvigione, creando ma- lumori in curia. A Bertone arriva una precisa relazione con tanto di allegati sulle attività immobiliari del giovane, ma la documentazione ri- mane lettera morta. Simeon è e ri- mane un pupillo del Segretario di Stato. Nulla cambia, nemmeno quando aleggiano leggende sul suo conto (come l’adesione all’Opus Dei, smentita dal portavoce Pippo Co- rigliano) o il suo nome compare in inchieste e intercettazioni senza mai però finire direttamente coinvolto”. L’amicizia di Marco Simeon con il faccendiere della P4 Luigi Bisignani “Di certo Simeon è amico fedele di Luigi Bisignani, lo stesso lobbista che agli inizi degli anni ‘90 aveva portato proprio allo Ior, la banca del Papa, una parte significativa della maz- zetta Enimont (...). Così in Vaticano viene riciclata la più grande tangente mai scoperta nella storia della Re- pubblica. Quando esplode il caso Viganò, nel febbraio del 2012, in un intervista a Carlo Tecce su «il Fatto Quo- tidiano», Simeon ribadisce l’asse con Bertone: «E’ un maestro, mi ha sempre con- sigliato le strade migliori. (...) Il mio unico capo è il Santo Padre (...) E’ falso che io sia il vaticanista occulto de “Il Giornale”. Viganò ha ricevuto notizie sbagliate (...) Smentisco qualsiasi rottura tra il papa e Bertone”. Ma le cronache di questi giorni sembrano andare in tutt’altra di- rezione. E di certo, l’imminente av- vicendamento di Bertone, dato per scontato non appena eletto il nuovo papa, non farà certo piacere all’in- traprendente sanremese. Andrea Moggio di Andrea Moggio I l servizio pubblicato la scorsa set- timana sullo scottante dossier con- segnato al Papa dalla commissione d’inchiesta (tre cardinali) sugli scan- dali in Vaticano, che secondo “Repubblica” richiama an- che vicende riconducibili al sanremese Marco Simeon, non è piaciuto al diretto in- teressato, che attraverso un suo collaboratore, giovedì scorso, mi ha recapitato il seguente messaggio: “Fagli sapere che userò ogni giorno e ogni minuto della mia vita e ogni cen- timetro di potere intorno a me sol- tanto per fargli rimpiangere questa giornata e ti assicuro che ce la farò”. Amen. Una minaccia? Un avvertimento? Un’intimidazione? Fate voi. Certo che da un giovane timorato di Dio, da oltre un decennio nelle grazie dei vertici assoluti della Chiesa, miracolato di- rettore di Rai Vaticano, pupillo del Segretario di Stato della Santa Sede, Tarcisio Bertone, che avrebbe addi- rittura lavorato ai fianchi il premier Monti affinché se lo prendesse come sottosegretario nel suo governo tecnico, era inimmaginabile aspettarsi una si- mile reazione. Giornali e giornalisti si contestano, si denunciano, se si ritiene di aver subito un torto. Non si mi- nacciano. Cosa significa la frase “userò ogni centimetro di potere intorno a me”? A quale potere “attorno a sè” si riferisce Simeon? La domanda è retorica perché il sospetto l’ho ben chiaro. Confesso di aver dormito male gio- vedì notte. Perché se a minacciarmi è un comune delinquente ormai ci ho fatto il callo. Ma se a farlo è un amico intimo di Luigi Bisignani (quello delle logge segrete P2 e P4) uno degli uomini più potenti d’Italia, condannato per aver «riciclato la più grande tangente (Enimont, ndr) mai scoperta nella sto- ria della Repubblica» (scrive Nuzzi nel suo libro) cosa dovrei pensare? Come dovrei accogliere una frase del genere se a pronunciarla è uno sospettato dall’attuale Nunzio apostolico della Santa Sede negli Stati Uniti, l’arci- vescovo Viganò, di essere un mano- vratore di “veline” tese a screditarlo, oltre che un “calunniatore”. Cosa mi devo aspettare? Un “metodo Boffo” in sedicesimi? Come intende, il dottor Si- meon, utilizzare tutto «il potere intorno a lui» per «farmi rimpiangere» di aver fatto il mio lavoro? Trovo agghiac- cianti quelle parole. Inaudite per chi riveste e ha rivestito ruoli di prestigio sia nel felpato ambiente vaticano, sia in quello bancario e istituzionale. Non sarà Simeon e nemmeno tutto il «po- tere attorno a lui» a farmi rimpiangere oltre vent’anni di onesto lavoro. In cuor mio nutro ancora una spe- ranza: che chi ha elevato questo gio- vane signore ai ranghi a cui da anni ormai ci ha abituato si ricreda al più presto e gli lasci un po’ di tempo per godersi la bella villa con piscina co- struita sopra Arma, coccolandosi fra coperte di visone mentre intona qual- che dolce melodia. Pare che canti be- nissimo. Coltivi di più questa pas- sione. [email protected] Marco Simeon

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La RivieraGiovedì 7 marzo 2013 CRONACA 3

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L’AVVERTIMENTO Il messaggio intimidatorio recapitato da Simeon al direttore de La Riviera

«Userò ogni centimetrodipotere intorno ameper fargli rimpiangere...»

VATILEAKS -Dai primi passi a Sanremo alle tensioni con i manager di Capitalia

Nel libro “Sua Santità” di Nuzzil’irresistibile ascesa di Simeon

MARCO SIMEON a sinistra, con Giulio Andreotti e l’ex assessore Tonino Bissolotti

Un capitolo del saggio dell’autore del best seller “Vaticano Spa”, che ha pubblicato “Le carte segretedi Benedetto XVI”, è dedicato al “«Congiurato» Simeon; figlioccio di Bertone, Geronzi e Bisignani”SANREMO (may) Oltre a fiumi di ar-ticoli non certo lusinghieri sui prin-cipali quotidiani italiani, al sanre-mese Marco Simeon, fresco ex di-rettore di Rai Vaticano e attuale re-sponsabile dei rapporti istituzionalie internazionali dellaRai, è dedicatoanche un capitoletto del libro “SuaSantità, le carte segrete diBenedettoXVI” pubblicato nel 2012 dal gior-nalistaGianluigiNuzzi, già autore diVaticano Spa.Lo riportiamo di seguito, a partire

dal titolo:

“Il «congiurato»Simeon: figliocciodiBertone,Geronzi eBisignani.“Il vero detonatore di questa vi-

cenda (il riferimento è alle gravis-sime accuse mosse dall’allora se-gretario del Governatorato dellaSanta Sede, monsignor Carlo MariaViganò, circa il presunto complottoper screditarlo agli occhi del Papa,ndr) sarebbeMarcoSimeon, indicatoin questamissiva (cioè la devastantelettera di denuncia scritta da Viganòal segretario di Stato Bertone, ndr)come soggetto che avrebbe portato leveline a Il Giornale, ma che, più chealtro, dal lontano 2002 è un su-perprotetto di Bertone. Il suo pupillo.Trentatrè anni, figlio di un benzinaiodi Sanremo, Simeon si muove condimestichezza in Vaticano. Laureatoin legge, inizia la sua fulgida carrieraproprio nella città ligure, dove in-contra uno dei suoi primi alleati, ilvescovo Giacomo Barabino”.

Gli inizi, da GiulioAndreotti aicontroversiCardinalDinner“Il giovane - si legge ancora - si

distingue nel raccogliere soldi per le

iniziative dellaparrocchia, delladio-cesi, della Chiesa. Simeon dà provadi doti non comuni, promuovendoiniziative pubbliche anche eclatanti,come quella che gli riuscì, poco piùche ventenne, quando portò nellasua città Giulio Andreotti. Senza di-menticare l’incontro con il neocar-dinale Piacenza, che gli affida lasegreteria generale della Fondazioneche sostiene laPontifica commissioneper i beni culturali della Chiesa”.

Nuzzi allega un passo di un altro libroche cita Simeon: “La Colata”“L’occasione della vita è nel 2000,

quando, attraverso amicizie sanre-mesi riesce ad avere un appunta-mento con il cardinale Angelo So-

dano, segretario di Stato di PapaGiovanni Paolo II. Gli porta inomaggio una bottiglia di pregiatoolio di olive taggiasche, la passionedel porporato (...) Da lì in poi lacorsa è inarrestabile. Nel 2005 il car-dinalBertone lo chiamanel consigliodi amministrazione dell’ospedaleGalliera di Genova e contempora-neamente lo nomina priore del Ma-gistrato di Misericordia, storica fon-dazione genovese da oltre 592 anni.Un anno dopo eccolo entrare nel cdadella Fondazione Carige”.

Col cardinalBagnasco, a Genova alposto diBertone, rapporti freddini“Bagnasco - riporta il libro -nuovo

arcivescovo di Genova, partecipa al-

le cene conviviali del Magistrato diMisericordia, ma quando il man-dato di Simeon va in scadenza, nel2010, ben si guarda dal rinnovar-glielo e sceglie come successore unnotaio, Piermaurizio Priori, che nonusa mezze misure: «La precedentegestione ha costretto la fondazione aindebitarsi (da “La cena dei debiti”del Secolo XIX di Genova del 31dicembre 2010, ndr) per le cene, le“cardinal dinner”, ho pagato tantidebiti, molti di quelli che dovevanoerogare grandi cifre hanno reputatoche non fosse più il caso (...) di-scontinuità se non altro nelle spese enelle pomposità dell’Ente rispetto alpassato».

Il balzo nel gotha del sistemabancario italiano conGeronzi“Il giovane (Simeon, ndr)

però non dispera. E’ intra-prendente. Una porta sichiude, cento se ne aprono.La svolta successiva è il col-legamento con il banchiereCesareGeronzi, che lo portaprima in Capitalia, comeresponsabile delle relazioniistituzionali, poi a Medio-banca. Creando tensioni efrizioni.ACapitalia inmoltinon possono vedere Si-meon, a iniziare da uno dei managerdell’epoca più vicini a Geronzi,Mat-teo Arpe. Stessa situazione a Me-diobanca, dove, infastiditi dai me-todi del ligure, un paio di importantimanager, a cominciare da AlbertoNagel, in un incontro tesissimo chie-dono a Geronzi la testa di Simeon: ilgiovane verrà paracadutato in Raicon l’incarico di direttore delle Re-

lazioni istituzionali e internazionali(che conserva tutt’ora, ndr)”.

L’attivismo immobiliare e lamaxi provvigioneper l’ex convento“A sollevare perplessità sull’ope-

rato di Simeon sono anche alcuneoperazioni immobiliari, come lame-diazione nella vendita alal Lamarocostruzioni dei fratelli Toti di unconvento delle suore dell’Assunzione,villa più parco in via Romania, nelquartiere Parioli a Roma. Simeonporta a casa un milione e 300milaeuro di provvigione, creando ma-lumori in curia. A Bertone arrivauna precisa relazione con tanto diallegati sulle attività immobiliari delgiovane, ma la documentazione ri-mane lettera morta. Simeon è e ri-mane un pupillo del Segretario diStato. Nulla cambia, nemmenoquando aleggiano leggende sul suoconto (come l’adesione all’Opus Dei,smentita dal portavoce Pippo Co-rigliano) o il suo nome compare ininchieste e intercettazioni senza maiperò finire direttamente coinvolto”.

L’amicizia diMarcoSimeon con ilfaccendiere della P4 LuigiBisignani“Di certo Simeon è amico fedele di

Luigi Bisignani, lo stesso lobbista cheagli inizideglianni ‘90avevaportatoproprio allo Ior, la banca del Papa,una parte significativa della maz-zetta Enimont (...). Così in Vaticanoviene riciclata lapiù grande tangentemai scoperta nella storia della Re-

pubblica.Quando esplode ilcaso Viganò, nel febbraiodel 2012, in un intervista aCarloTecce su «ilFattoQuo-tidiano», Simeon ribadiscel’asse con Bertone: «E’ unmaestro,mi ha sempre con-sigliato le strade migliori.(...) Il mio unico capo è ilSanto Padre (...) E’ falso cheio sia il vaticanista occultode “Il Giornale”. Viganò haricevuto notizie sbagliate

(...) Smentisco qualsiasi rottura tra ilpapa e Bertone”.Ma le cronache di questi giorni

sembrano andare in tutt’altra di-rezione. E di certo, l’imminente av-vicendamento di Bertone, dato perscontato non appena eletto il nuovopapa, non farà certo piacere all’in-traprendente sanremese.

AndreaMoggio

di Andrea Moggio

Il servizio pubblicato la scorsa set-timana sullo scottante dossier con-segnato al Papa dalla commissione

d’inchiesta (tre cardinali) sugli scan-dali inVaticano, che secondo“Repubblica” richiama an-che vicende riconducibili alsanremese Marco Simeon,non è piaciuto al diretto in-teressato, che attraverso unsuo collaboratore, giovedìscorso, mi ha recapitato ilseguente messaggio: “Fagli

sapere che userò ogni giorno e ogniminuto della mia vita e ogni cen-timetro di potere intorno a me sol-tanto per fargli rimpiangere questagiornata e ti assicuro che ce la farò”.Amen.

Una minaccia? Un avvertimento?Un’intimidazione? Fate voi. Certo chedaun giovane timoratodiDio, da oltreun decennio nelle grazie dei verticiassoluti della Chiesa, miracolato di-rettore di Rai Vaticano, pupillo delSegretario di Stato della Santa Sede,Tarcisio Bertone, che avrebbe addi-rittura lavorato ai fianchi il premierMonti affinché se lo prendesse comesottosegretarionel suo governo tecnico,era inimmaginabile aspettarsi una si-mile reazione. Giornali e giornalisti sicontestano, si denunciano, se si ritienedi aver subito un torto. Non si mi-nacciano.Cosa significa la frase “userò ogni

centimetro di potere intorno a me”? Aquale potere “attorno a sè” si riferisceSimeon?Ladomanda è retoricaperchéil sospetto l’ho ben chiaro.

Confesso di aver dormito male gio-vedì notte. Perché se a minacciarmi èun comune delinquente ormai ci hofatto il callo.Ma se a farlo è un amicointimo di Luigi Bisignani (quello dellelogge segrete P2 e P4) uno degli uominipiù potenti d’Italia, condannato peraver «riciclato la più grande tangente(Enimont, ndr)mai scoperta nella sto-ria della Repubblica» (scriveNuzzi nelsuo libro) cosa dovrei pensare? Comedovrei accogliere una frase del generese a pronunciarla è uno sospettatodall’attuale Nunzio apostolico dellaSanta Sede negli Stati Uniti, l’arci-vescovo Viganò, di essere un mano-vratore di “veline” tese a screditarlo,oltre che un “calunniatore”. Cosa midevo aspettare? Un “metodo Boffo” insedicesimi? Come intende, il dottor Si-meon,utilizzare tutto «ilpotere intorno

a lui» per «farmi rimpiangere» di averfatto il mio lavoro? Trovo agghiac-cianti quelle parole. Inaudite per chiriveste e ha rivestito ruoli di prestigiosia nel felpato ambiente vaticano, siain quello bancario e istituzionale. Nonsarà Simeon e nemmeno tutto il «po-tere attorno a lui» a farmi rimpiangereoltre vent’anni di onesto lavoro.In cuor mio nutro ancora una spe-

ranza: che chi ha elevato questo gio-vane signore ai ranghi a cui da anniormai ci ha abituato si ricreda al piùpresto e gli lasci un po’ di tempo pergodersi la bella villa con piscina co-struita sopra Arma, coccolandosi fracoperte di visone mentre intona qual-che dolce melodia. Pare che canti be-nissimo. Coltivi di più questa pas-sione.

[email protected]

Marco Simeon